Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Difesa
Titolo: La base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti (Missione della Commissione Difesa 10-11 febbraio 2020)
Serie: Documentazione e ricerche   Numero: 98
Data: 07/02/2020
Organi della Camera: IV Difesa


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La base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti (Missione della Commissione Difesa 10-11 febbraio 2020)

7 febbraio 2020
Schede di lettura


Indice

La base militare nazionale di Gibuti|La missione EUNAVFOR Atalanta|La missione EUTM Somalia|La missione EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor)|Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane|


La base militare nazionale di Gibuti

La base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti è situata in un'area strategica per il consolidamento degli sforzi della Comunità internazionale - in particolare dell'Unione europea anche in riferimento ai riflessi sui Paesi del "Mediterraneo allargato" - intesi a contrastare l'espansione delle attività illegali (pirateria, immigrazione clandestina, traffico di droga) e l'incombente minaccia del terrorismo, attraverso il sostegno allo sviluppo di una capacità autosufficiente da parte degli Stati insistenti nella regione del Corno d'Africa.

È intitolata al tenente Amedeo Guillet e dipende dal Comando operativo interforze (COI).

ll Comando Operativo di vertice Interforze (COI) nasce come effetto della legge n. 25 del 18 febbraio 1997 di ristrutturazione dei vertici delle Forze Armate cheha posto il Capo di Stato Maggiore della Difesa in posizione sovraordinata rispetto ai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate, alle dirette dipendenze del Ministro della Difesa, quale responsabile dell'Organizzazione militare ed in particolare della pianificazione, della predisposizione e dell'impiego delle Forze Armate nel loro complesso.
Tale legge ha conferito al Capo di Stato Maggiore della Difesa, non più " primus inter pares", il ruolo di guida dello strumento militare nel suo insieme, nella duplice veste di Capo di Stato Maggiore in quanto tale (CHOD) e di Comandante in Capo (CINC). Per l'esercizio di tali funzioni si avvale di due organismi paritetici: lo Stato Maggiore della Difesa (SMD) ed il COI.
Quest'ultimo, costituito nel 1998, è lo strumento mediante il quale il Capo di Stato Maggiore della Difesa è in grado di esercitare la sua determinante funzione di Comandante Operativo delle Forze Armate (fonte: difesa).

 La base di Loyada, pochi chilometri a sud della capitale Gibuti, costruita a seguito di un accordo bilaterale di cooperazione Italia - Repubblica di Gibuti, ha una capacità massima di alloggiamento in emergenza operativa di 300 unità ed è in grado di garantire i servizi minimi di life support (farce protection, attività amministrativa, manutenzione essenziale ordinaria, ecc.), secondo criteri di sostenibilità, flessibilità e modularità rispondenti ad un favorevole rapporto costo-efficacia.

Dal dicembre 2012 la base italiana fornisce supporto logistico alle operazioni militari nazionali che si svolgono nell'area del Corno d'Africa, Golfo di Aden, bacino somalo, Oceano Indiano, nonché al personale italiano in transito sul territorio della Repubblica di Gibuti o impiegato in Somalia.

 

La Base ha assicurato regolarmente ente il supporto alle unità della Marina militare operanti in Oceano indiano (Op. ATALANTA) e a quelle dei contingenti nazionali impiegati nella missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane e nelle missioni EUTM SOMALIA e EUCAP SOMALIA.

 

Conformemente alla deliberazione del Consiglio dei Ministri dello scorso 23 aprile 2019, il Parlamento ha autorizzato per l'anno 2019 l'impiego di 92 unità di personale (incremento di 2 unità di ufficiali di collegamento in supporto della missione bilaterale di addestramento di cui alla scheda 36) e 18 unità di mezzi terrestri.

Le risorse finanziarie destinate alle attività CIMIC in GIBUTI, per l'anno 2019, sono state pari 9.819.344.

 

Lo scorso 29 gennaio il ministro della Difesa Guerini, ha incontrato, a Roma, il suo omologo del Gibuti, Mohamed Bourhan, con il quale ha siglato un accordo di cooperazione militare.

L'accordo prevede la cooperazione nel settore della ricerca e dello sviluppo, oltre che nel supporto logistico e nell'acquisizione di nuovi prodotti e servizi per la difesa.

In aggiunta, rivela il comunicato stampa del Ministero della Difesa, i due ministri hanno concordato l'avvio di attività formative e addestrative a favore delle Forze Armate del Gibuti, attraverso scambi di esperienze, incontri, corsi formativi ed esercitazioni congiunte (fonte: Luiss, Osservatorio sulla sicurezza,  Italia e Gibuti siglano accordo di cooperazione militare).

Parallelamente, l'accordo di cooperazione militare prevede anche protocolli relativi alla lotta alla pirateria e alla sicurezza marittima.

L'area geografica che è teatro del maggior numero di sequestri di equipaggi è  il Golfo di Guinea, le cui acque si estendono per migliaia di chilometri dall'Angola al Senegal. Tale bacino ha, nel 2019, superato per numero di attacchi il Golfo di Aden, adiacente alla Somalia, ed è attualmente considerato il più pericoloso per atti di pirateria. Gli attacchi nel Golfo di Guinea, che ospita due dei maggiori produttori di petrolio dell'Africa sub-sahariana, la Nigeria e l'Angola, hanno seriamente compromesso il traffico commerciale internazionale e inflitto pesanti costi economici alla regione. Nel passato, i pirati erano soliti attaccare le petroliere, ma, nell'ultimo periodo, sono stati presi di mira anche semplici equipaggi di imbarcazioni commerciali, sequestrati per chiedere il riscatto. La maggior parte delle turbolenze ha origine nel Delta del Niger, in Nigeria, una base per i pirati che usano motoscafi ad alta potenza per razziare le navi di passaggio e rapire gli equipaggi ( fonte: Luiss, cit).

Il vertice è giunto nell'ambito del consolidamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Gibuti, il quale rappresenta uno dei Paesi di interesse strategico per Roma. 

A tal proposito, lo scorso 30 ottobre, nel corso dell'illustrazione delle linee programmatiche del Dicastero, il Ministro Guerini,ha sottolineato come il "Mediterraneo allargato" (MENA, Sahel, Corno d'Africa e Balcani) chiamI in causa il tema dell'immigrazione, della sicurezza energetica e dell'ottenimento di materie prime, fattori che rendono la stabilità di tale area una "esigenza vitale" del Paese.

Il Gibuti è parte del Corno d'Africa, area dove, secondo il documento programmatico della Difesa 2019-2021, l'impegno italiano potrà essere rivisto.


La missione EUNAVFOR Atalanta

La missione EUNAVFOR Atalanta di cui all'azione comune 2008/851/PESC del Consiglio del 10 novembre 2008, è stata istituita allo scopo di contribuire alla deterrenza e repressione degli atti di pirateria e rapina a mano armata in Somalia.

Come precisato dal Governo nella relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nell'ultimo trimestre del 2018, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno 2019 (Doc. XXVI n. 2), la pirateria nel Corno d'Africa non è stata ancora debellata e presenta segnali di ripresa e di potenziale recrudescenza.

L'operazione militare - condotta a sostegno delle risoluzioni 1814 (2008), 1816 (2008), 1838 (2008), 1846 (2008) e 1851(2008), 2125 (2013), 2184(2014) e 2246(2015) 2316 (2016, 2383 (2017) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, richiamate, da ultimo, dalla risoluzione n. 2442 (2018) – ha il compito di svolgere attività di prevenzione e contrasto degli atti di pirateria ed è condotta in modo conforme all'azione autorizzata in caso di pirateria, in applicazione degli articoli 100 e seguenti della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare firmata a Montego Bay, al fine di contribuire:

  1. alla protezione delle navi del Programma alimentare mondiale (PAM) che inoltrano aiuti umanitari alle popolazioni sfollate della Somalia e delle navi mercantili che navigano nelle zone in cui essa è spiegata;
  2. alla sorveglianza delle zone al largo della Somalia, comprese le acque territoriali giudicate rischiose per le attività marittime e di pesca;
  3. all'uso della forza per la dissuasione, la prevenzione e la repressione degli atti di pirateria;
  4. alla possibilità di arresto, fermo e trasferimento delle persone che hanno commesso o che si sospetta abbiano commesso atti di pirateria o rapine a mano armata e la possibilità di sequestrare le navi di pirati o di rapinatori, le navi catturate a seguito di pirateria o rapina nonché di requisire i beni che si trovano a bordo di tali navi;
  5. sostenere le missioni dell'UE e le organizzazioni internazionali che operano per rafforzare la sicurezza e la capacità marittima nella regione.

La zona delle operazioni si estende tra il Golfo di Aden, il mare Arabico, il bacino somalo e l'Oceano indiano. Tale area è stata estesa dalla decisione PESC 2012/174 del Consiglio UE nel senso di consentire, in presenza di determinata condizioni, azioni anche a terra (limitatamente a una definita fascia costiera).

 

L'Italia partecipa alla missione con 407 unità di personale militare (presenza media 155 unità in funzione dell'impiego) due mezzi navali e due mezzi aerei.

Il fabbisogno finanziario della missione per l'anno 2019 è stato pari a euro 26.835.950.


La missione EUTM Somalia

La missione EUTM Somalia (European Unione Training mission Somalia), di cui alla decisione 2010/96/PESC del Consiglio dell'Unione europea del 15 febbraio 2010, modificata e prorogata, da ultimo, fino al 31 dicembre 2020 dalla decisione 2018/1787/PESC del Consiglio dell'UE, è volta a contribuire al rafforzamento del governo federale di transizione somalo (GFT), affinché diventi un governo funzionante al servizio dei cittadini somali.

In particolare, la missione si prefigge l'obiettivo di contribuire a una prospettiva globale e sostenibile per lo sviluppo del settore della sicurezza in Somalia, rafforzando le forze di sicurezza somale (SNAF) grazie all'offerta di una formazione militare specifica, comprendente un'adeguata formazione modulare e specialistica per ufficiali e sottufficiali, e al sostegno alla formazione fornita dall'Uganda, destinata a duemila reclute somale addestrate fino al livello di plotone incluso. A partire dal 2013 il mandato si è ampliato per ricomprendere attività di consulenza strategica e mentoring. L'accento si sposta sempre più sulla componente di advisory. La missione opera in stretta cooperazione e in coordinamento con le Nazioni Unite e con la missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM) e gli USA. La missione fa parte di un comprehensive approach che include anche le missioni EUNAVFOR Atalanta, EUTM, EUCAP Somalia già Nestor, gli aiuti allo sviluppo e tramite l'Africa peace Facility.

A partire dal 2019 la missione contribuisce, in particolare, allo sviluppo delle capacità di formazione proprie dell'esercito nazionale somalo in vista del trasferimento delle attività di formazione per le unità tattiche una volta soddisfatte le necessarie condizioni.

Le attività di formazione, advisory, mentoring si svolgono essenzialmente a Mogadiscio dove è stato trasferito anche il Quartier generale, in precedenza in Uganda. Una cellula di sostegno del comando della forza della missione è situato a Bruxelles.

L'Italia partecipa alla missione EUTM Somalia con 123 unità di personale militare e 20 mezzi terrestri.

Il fabbisogno finanziario della missione riferito al 2019 è stato pari a euro 12.285.743.


La missione EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor)

La missione EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor, European Union regional maritime Capacity Building), di cui alla decisione 2012/389/PESC del Consiglio dell'Unione europea del 16 luglio 2012, da ultimo modificata e prorogata, fino al 31 dicembre 2020, dalla decisione 2018/1942 /PESC del Consiglio dell'UE, ha l'obiettivo di assistere lo sviluppo in Somalia - inizialmente nel Corno d'Africa e negli Stati dell'Oceano Indiano occidentale - di una capacità autosufficiente per il costante rafforzamento della loro sicurezza marittima, compresa la lotta alla pirateria, e della governance marittima; fornisce consulenza giuridica per sostenere la redazione della normativa sulla sicurezza marittima e l'applicazione in sede giudiziaria.

Si tratta di una missione PSDC concepita come complementare alle missioni EUNAVFOR Atalanta e alla EUTM Somalia.

L'EUCAP Nestor aveva la focalizzazione geografica iniziale su Gibuti, Kenya, Seychelles e Somalia ed è era dispiegata in Tanzania, su invito delle relative autorità.

Ai fini del raggiungimento dell'obiettivo l'EUCAP Nestor svolgeva i seguenti compiti: aiutare le autorità nella regione a conseguire l'efficiente organizzazione delle agenzie per la sicurezza marittima che svolgono la funzione di guardia costiera; fornire corsi di formazione e competenze di formazione per rafforzare le capacità marittime degli Stati nella regione, inizialmente Gibuti, in Kenya e Seychelles, al fine di conseguire l'autosufficienza in materia di formazione; aiutare la Somalia a sviluppare una propria capacità di polizia costiera di terra sostenuta da un quadro giuridico e normativo completo; individuare le principali carenze di capacità delle attrezzature e fornire assistenza nell'affrontarle; fornire assistenza nel rafforzare la legislazione nazionale e lo stato di diritto tramite un programma di consulenza giuridica a livello regionale e consulenza giuridica per sostenere la redazione della normativa sulla sicurezza marina e della legislazione nazionale connessa; promuovere la cooperazione regionale fra le autorità nazionali preposte alla sicurezza marina; rafforzare il coordinamento regionale nel settore dello sviluppo delle capacità marittime; fornire consulenza strategica tramite l'assegnazione di esperti a amministrazioni chiave; attuare i progetti della missione e coordinare le donazioni; elaborare e attuare una strategia di informazione e comunicazione a livello regionale.

 

L'Italia partecipa alla missione EUCAP Somalia con 3 unità di personale militare.

Il fabbisogno finanziario della missione, per il 2019, è stato pari a euro 416.441.

Secondo quanto riferito nella relazione relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nell'ultimo trimestre del 2018, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno 2019, lal 16 settembre al 6 dicembre si è svolta la decima edizione della missione, nel corso della quale sono state svolte le seguenti attività addestrative:

  • tecniche investigative;
  • tecniche tutela ambientale NOE;
  • tecniche intervento operativo;
  • corso SW A T Team;
  • corso anti-terrorismo;
  • modulo addestrativo polizia femminile;
  • Darawish MIADIT 6 Refresh.

Su proposta dell'Arma dei carabinieri, la Difesa ha autorizzato lo svolgimento di corsi Train the Trainers, presso il COESPU di Vicenza, in favore dei migliori discenti somali di ogni sessione MIADIT.

Nella decima edizione della missione sono state addestrate:

  • 30 unità della SPF;
  • 56 unità della Polizia Nazionale Gibutiana;
  • 114 unità della Gendarmeria Gibutiana.

Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane

La missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane nella Repubblica di Gibuti e in Somalia ha l'obiettivo di fornire un contributo alle autorità somale e gibutiane principalmente nel settore della sicurezza e del controllo del territorio, nel più ampio quadro di iniziative di capacity building e stabilizzazione della Somalia e del consolidamento della Repubblica di Gibuti.

Si prevede un percorso formativo articolato su 12 settimane, comprendente moduli addestrativi per la formazione di base degli ufficiali, per le forze speciali, per l'organizzazione mobile delle Forze di polizia, ecc.

L'Italia partecipa alla missione bilaterale a Gibuti con 53 unità (consistenza media annuale pari a 24 unità in funzione del periodo di impiego) e 4 unità di mezzi terrestri.

Il fabbisogno finanziario della missione, relativamente al 2019, è stato pari a euro 2.401.956.

Come precisato dal Governo nella relazione analitica sulle missioni internazionali svolte nell'ultimo trimestre del 2018, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno 2019, dal 16 settembre al 6 dicembre 2018 si è svolta la decima edizione della missione, nel corso della quale sono state svolte le seguenti attività addestrative:

  • tecniche investigative;
  • tecniche tutela ambientale NOE;
  • tecniche intervento operativo;
  • corso SW A T Team;
  • corso anti-terrorismo;
  • modulo addestrativo polizia femminile;
  • Darawish MIADIT 6 Refresh.

Su proposta dell'Arma dei carabinieri, la Difesa ha autorizzato lo svolgimento di corsi Train the Trainers, presso il COESPU di Vicenza, in favore dei migliori discenti somali di ogni sessione MIADIT.

Nella decima edizione della missione sono state addestrate:

  • 30 unità della SPF;
  • 56 unità della Polizia Nazionale Gibutiana;
  • 114 unità della Gendarmeria Gibutiana.