Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2019-2021 15 luglio 2019 |
PremessaLa Ministra della difesa, con lettera pervenuta in data 2 luglio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 1, del Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, il documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2018-2020 (Doc. CCXXXIV, n. 1).
Il documento, trasmesso alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio), è stato annunciato all'Assemblea della Camera nella seduta del 5 luglio 2019.
Al riguardo, si ricorda che l'articolo 536 del Codice
dell'ordinamento militare, come modificato dalla
legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare ha previsto la presentazione annuale, entro la data del 30 aprile, di un "
Il contenuto del DPPpiano di impiego pluriennale" finalizzato a riassumere:
- il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate, comprensive degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive;
- l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso ed il relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni, compresi i programmi di ricerca o di sviluppo finanziati nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Nell'elenco sono altresì indicate le condizioni contrattuali, con particolare riguardo alle eventuali clausole penali;
- le spese relative alla funzione difesa, comprensive delle risorse assegnate da altri Ministeri.
Da un punto di vista cronologico si segnala che dalla data di entrata in vigore della disposizione normativa che ha previsto l'adozione dello strumento programmatico in esame sono stati presentati al Parlamento i seguenti documenti:
Nei primi due casi i citati Documenti sono stati esaminati dalla Commissione difesa della Camera ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento che ne ha terminato l'esame con la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta della Commissione difesa dell' "intervento conclusivo" dei rispettivi relatori (Cfr. sedute del 31 luglio 2013 e del 6 agosto 2014).Nei restanti casi si è svolta la sola relazione illustrativa.
Il D.P.P. si inserisce nel quadro complessivo delle relazioni che in base alla normativa vigente il Ministero della Difesa è tenuto a trasmettere al Parlamento e vertenti anch'esse sulle materie indicate dal richiamato articolo 536 del Codice. Al riguardo, si ricorda, infatti, che ai sensi dell'articolo 12 del Codice il Ministro della difesa,
in sede di presentazione annuale dello stato di previsione del Ministero, illustra al Parlamento:
a) l'evoluzione del quadro strategico e le implicazioni militari della situazione delle alleanze; Inoltre, sempre ai sensi dell'articolo 12 del Codice, il Ministro della difesa presenta annualmente, entro il 31 gennaio di ciascun anno, una relazione al Parlamento sulloRelazione sullo stato di avanzamentio del processo di revisione dello strumento militare stato di avanzamento del processo di ristrutturazione, nonché sulla necessità di apportarvi correttivi nei limiti degli stanziamenti di bilancio e delle dotazioni organiche di personale previste dalle vigenti disposizioni. Il Ministro della difesa evidenzia altresì, nella medesima relazione, le modalità attraverso le quali il processo di ristrutturazione attua il principio del coordinamento tra le Forze armate. A sua volta, ai sensi dell'articolo 548 del Codice, in materia di relazioni illustrative sullo stato di attuazione dei programmi, in allegato allo stato di previsione del Ministero della difesa, il Governo trasmette al Parlamento relazioni illustrative: a) sulla spesa complessiva prevista per il personale militare, con indicazione degli oneri riferiti al personale in servizio permanente e a quello in servizio non permanente, distinguendo, altresì, i dati per grado e per stato giuridico, nell'ambito delle aree tecnico-operativa e tecnico-amministrativa della Difesa; Più in generale, si segnala, infine, che ai sensi dell'articolo 3, comma 68 della legge n. 244 del 2007, entro il 15 giugno di ciascun anno ogni Ministro trasmette alle Camere, per l'esame da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili di coerenza ordinamentale e finanziaria, una Relazione sullo stato della spesarelazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato. Ai sensi del citato comma 68 le relazioni, predisposte sulla base di un'istruttoria svolta dai servizi per il controllo interno, danno conto, con riferimento all'anno solare precedente, degli elementi informativi e di valutazione individuati con apposita direttiva emanata dal Ministro per l'attuazione del programma di Governo, su proposta del Comitato tecnico-scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 2006, n. 315, con particolare riguardo ai seguenti aspetti:1) lo stato di attuazione delle direttive di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, con riguardo sia ai risultati conseguiti dall'amministrazione nel perseguimento delle priorità politiche individuate dal Ministro, sia al grado di realizzazione degli obiettivi di miglioramento, in relazione alle risorse assegnate e secondo gli indicatori stabiliti, in conformità con la documentazione di bilancio, anche alla luce delle attività di controllo interno, nonché le linee di intervento individuate e perseguite al fine di migliorare l'efficienza, la produttività e l'economicità delle strutture amministrative e i casi di maggior successo registrati;2) gli adeguamenti normativi e amministrativi ritenuti opportuni, con particolare riguardo alla soppressione o all'accorpamento delle strutture svolgenti funzioni coincidenti, analoghe, complementari o divenute obsolete;3) le misure ritenute necessarie ai fini dell'adeguamento e della progressiva razionalizzazione delle strutture e delle funzioni amministrative nonché della base normativa in relazione alla nuova struttura del bilancio per missioni e per programmi. |
Parte I: L'impegno nazionale nel contesto di riferimentoIl Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il 2019-2021, analogamente al precedente DPP relativo al 2018-2020, è composto di tre capitoli. Il primo è riferito all'impegno nazionale nel contesto di riferimento interno e internazionale, il secondo allo sviluppo dello strumento militare, il terzo al bilancio della difesa. Il DPP reca, inoltre, 8 allegati. In particolare, l'allegato C reca le schede descrittive delle missioni internazionali oggetto della deliberazione del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2019. A sua volta l'allegato D illustra le priorità politiche che sono alla base del bilancio finanziario della Difesa per il prossimo triennio 2019- 2021, mentre gli allegati E ed F recano dati in merito alla situazione del personale militare e civile della Difesa. L'allegato G riporta le condizioni contrattuali e le eventuali clausole penali relative ai singoli programmi d'armamento e di ricerca in corso di svolgimento. Infine l'allegato H reca impegni nell'ambito dell'EDIPD. Per quanto concerne il contesto Quadro strategico geopolitico e geostrategico il DPP 2019-2021 delinea un quadro caratterizzato da diffusa instabilità, incertezza, da un elevato grado di complessità e imprevedibilità, nonché gravato da una molteplicità di minacce in continua evoluzione. Tra i fattori che vi hanno contribuito ricorda la progressiva transizione da un modello unipolare ad uno multipolare, il crescente disimpegno degli Stati Uniti dal tradizionale ruolo di fornitore di sicurezza, il nuovo protagonismo di potenze "emergenti" e/o 't ri-emergenti", nonché di attori non statuali, in grado di sviluppare e disporre di tecnologie e sistemi d'arma all'avanguardia, armi di distruzione di massa ovvero di sfruttare tecnologie facilmente reperibili nel settore civile per applicazioni militari. Il deterioramento complessivo del quadro geostrategico è ulteriormente gravato dall'accentuazione - in termini di sofisticazione, pervasività e persistenza - della minaccia cyber soprattutto alle infrastrutture critiche e alla energy security, nonché dalla minaccia globale del terrorismo internazionale. Ritorna anche la competizione militare tra Stati, declinata sia nell'incremento degli investimenti per l'acquisizione di armamenti, sia nella rinnovata attualità della minaccia missilistica e nucleare. Tra i fattori di rischio permanente, cui l'Italia risulta particolarmente esposta, ricorda anche le conseguenze dei cambiamenti climatici, nonché i disastri naturali e di origine antropica che hanno richiesto un impegno crescente da parte delle FFAA nel concorso con le forze di polizia alla salvaguardia delle libere istituzioni e allo svolgimento di compiti specifici in circostante di pubbliche calamità[1] e in altri casi di straordinaria necessità ed urgenza. Nel DPP la Difesa, a fronte di un contesto geopolitico e geostrategico così dinamico e complesso, ritiene che la collettività nazionale avverta un bisogno accresciuto di sicurezza, intesa nel senso più ampio del termine, e che la Difesa possa svolgere un ruolo determinante al servizio del Paese, nell'ambito di una più ampia strategia generale nazionale di sicurezza che preveda il coinvolgimento sinergico di tutte le componenti dello Stato. Il DPP ricorda che l'impiego dello Quadro politico-militareStrumento militare all'estero rappresenta uno strumento fondamentale per promuovere i valori, i principi e gli interessi del nostro Paese nel delicato contesto strategico descritto. ln tale quadro, anche nel 2019 - coerentemente con le missioni assegnate alle Forze armate- - l'Italia parteciperà alla difesa degli spazi euro-atlantici e mediterranei e agli interventi finalizzati al mantenimento della pace e al ripristino delle fondamentali condizioni di sicurezza e stabilità internazionali nelle principali aree di crisi delineate di seguito (v. anche Allegato C al DPP; sulle missioni internazionali per il 2019, di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2019, si veda più diffusamente il seguente dossier). L'intera Area del mediterraneo allargatoarea del mediterraneo allargato permane caratterizzata da una situazione di diffusa instabilità; le precarie condizioni di sicurezza sono connesse principalmente all'assenza di effettive capacità di controllo del territorio da parte delle autorità locali. Nel quadrante libico, l'Italia partecipa alla missione bilaterale di formazione e addestramento, nonché ad EUNVFORMED Sophia. Si ricorda che nella missione bilaterale in Libia, anche a fronte del deterioramento del quadro di sicurezza, la presenza italiana è andata crescendo (400 unità) e agli iniziali compiti umanitari di assistenza sanitaria si sono via via aggiunti compiti di capacity building, formazione delle forze di sicurezza e delle istituzioni governative. Sempre nel quadrante libico, l'Italia partecipa a EUNAVFOR MED Sophia, missione militare dell'UE di cui è stato sospeso dall'UE per 6 mesi l'impiego degli assetti navali in ragione del mancato accordo sul meccanismo di sbarco tra gli Stati membri. Nel Sahel - area di origine dei flussi migratori nonché crocevia di attività illecite connesse alla proliferazione di organizzazioni terroristiche e criminali dedite ai traffici illeciti - l'Italia partecipa alla missione bilaterale di formazione e addestramento in Niger, nonché alle due missioni civili UE di rafforzamento delle capacità istituzionali del Mali (EUCAP Mali) e del Niger (EUCAP Sahel Niger), più alla missione militare UE di addestramento e di consulenza alle Forze Armate del Mali e alla Forza congiunta del G5 Sahel (EUTM Mali), nonché alla missione ONU in Mali MINUSMA. Anche nel Corno d'Africa, e precisamente in Somalia, partecipiamo a 3 missioni UE: una missione civile diretta a costruire capacità somale di sicurezza marittima anche per la lotta alla pirateria (EUCAP Somalia); una militare di addestramento, volta a rafforzare le capacità di governo della Somalia (EUTM Somalia, sotto comando italiano dal 2014); più la missione militare antipirateria al largo della Somalia, denominata EUNAVFOR Atalanta, attiva dal 2008. Sempre nel Corno d'africa, a Gibuti è dispiegata la missione bilaterale, volta ad addestrare le forze di polizia somale e gibutiane, intensificando le attività di consulenza e favorendo lo sviluppo di autonome capacità addestrative somale. È inoltre allo studio la possibilità di creare, presso la base italiana di Gibuti, un centro di eccellenza per l'addestramento e la cooperazione, in ottica civile/militare, quale riferimento per l'intera regione, anche attraverso specifiche iniziative di collaborazione con l'Unione Africana. Nella Regione medio-orientaleregione medio-orientale, partecipiamo alla Coalizione internazionale anti-DAESH. ln Iraq, in particolare, la Coalizione internazionale continua a operare in supporto delle istituzioni locali per il consolidamento di condizioni stabili di pace e sicurezza, indispensabili per l'ulteriore sviluppo economico e sociale del Paese. Alla luce delle nuove esigenze operative, nel 2019 proseguirà la rimodulazione sia capacitiva sia quantitativa del contingente militare, anche grazie al recupero di risorse consentito dal completo ritiro del dispositivo nazionale schierato presso la diga di Mosul. Nuova enfasi verrà posta, in particolare, nello sviluppo di attività formative a favore delle forze di sicurezza locali. Il livello dell'impegno militare italiano in Libano resterà sostanzialmente invariato: innanzitutto nella missione a guida ONU (UNIFIL, di cui deteniamo il comando), il cui contributo alla pace e alla stabilità del Sud del Libano e nella regione resta cruciale; proseguono inoltre le attività di formazione condotte a livello bilaterale (missione MIBIL dal 2015) a beneficio delle Lebanese Armed Forces, sia le attività di cooperazione civile militare (CIMIC) condotte dal nostro contingente operante in seno ad UNIFIL. Nell'Area balcanicaarea balcanica, l'Italia supporta il consolidamento delle istituzioni democratiche nella Regione e ne supporta il percorso verso la progressiva adesione all'Unione Europea e alla NATO. La stabilizzazione regionale, il rilancio dell'economia locale, il consolidamento democratico e la lotta al crimine organizzato sono i principali obiettivi dell'azione nazionale nei Balcani. Il DPP ricorda, tra le altre, la partecipazione italiana in Kosovo, in cui la situazione politica e di sicurezza resta tesa e fragile, alla missione della NATO (KFOR), e in Bosnia-Erzegovina la partecipazione alle missioni UE Althea e NATO Joint Enterprise. In Afghanistan Afghanistan il precario quadro di sicurezza ha indotto la NATO a proseguire, rispetto alla chiusura della missione ISAF a fine 2014, l'impegno nella Missione "Resolute Support" (RSM), con compiti no-combat esclusivamente di formazione e assistenza alle Forze di Sicurezza e Difesa Afghane (ANSDF). Il DPP afferma che "ln tale contesto, per il 2019, l'Italia ha confermato la propria partecipazione alla missione, pur riducendo la consistenza numerica del nostro personale e concentrando ulteriormente i nostri sforzi nell'addestramento e nella formazione, in particolare delle Forze Speciali e dell'Afghan National Police (ANP). In prospettiva, si continuerà a seguire l'evoluzione della situazione in Afghanistan, sia in relazione agli sviluppi del processo di pace e riconciliazione, sia con riferimento all'eventuale ritiro e/o riduzione dell'impegno da parte dei nostri partner e ai riflessi che ciò potrebbe comportare sulla postura generale della missione e sulla sicurezza dei nostri militari". NellaImpegno per la sicurezza internazionale nell'ambito di NATO, UE, ONU NATO la posizione nazionale è orientata a dare giusta enfasi ai tre core task del Concetto strategico dell'Alleanza (difesa collettiva, gestione delle crisi e sicurezza cooperativa) con approccio a 3600, con particolare attenzione alla direttrice meridionale, ai temi della minaccia ibrida, della cyber security-energy security. Al riguardo, nell'ambito dei cicli quadriennali di pianificazione capacitiva, la NATO Political Guidance 2019, su impulso nazionale, ha recepito il paradigma delle capacità multipurpose-by-design (cioè capacità multiscopo e multiruolo, concepite e sviluppate per lo svolgimento di attività anche non prettamente militari) e l'opportunità di dare concreta attuazione ai piani per irrobustire le capacità dell'Alleanza sul fronte Sud. Per quanto riguarda il rispetto degli impegni a destinare il 2% del PIL alle spese per la difesa di cui il 20% per gli investimenti (c.d. Defence investment pledge), L'Italia è impegnata a chiedere che vi siano ricomprese quelle spese che contribuiscono a potenziare la resilienza nazionale, con particolare riferimento al comparto cyber, alla energy security, alla sicurezza delle infrastrutture critiche; l'Italia continua poi a sostenere con forza e convinzione che solo una visione complessiva ed unitaria delle tre componenti del "pledge" (cash, capabilities, contributions) possa fornire una reale percezione dell'impegno nazionale a contribuire alle responsabilità dell'Alleanza, a garanzia della sicurezza collettiva. Per il 2019, è prevista la partecipazione delle Forze Armate italiane a 9 missioni della NATO, con una presenza massima autorizzata di 2.086 unità, continuando ad assumere responsabilità di comando importanti, come in Kosovo (con il comando di KFOR) e in Afghanistan (ove l'Italia è responsabile del settore Ovest). L'Italia è attualmente il 40 Paese contributore alle missioni NATO.
L'operazione Impegni nazionali della Difesa"Strade sicure", iniziata il 4 agosto 2008, prevede la possibilità di impiego di personale militare appartenente alle Forze Armate da affiancare alle forze dell'ordine nell'ambito di operazioni di sicurezza e di controllo del territorio e di prevenzione dei delitti di criminalità organizzata, in determinate aree metropolitane ovvero a difesa di siti reputati particolarmente sensibili. Il piano di impiego del personale delle Forze Armate è adottato con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della difesa, sentito il Comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica integrato dal Capo di stato maggiore della difesa e previa informazione al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Ministro dell'interno riferisce in proposito alle competenti Commissioni parlamentari. Il DPP attesta un contingente attualmente impiegato di circa 7.100 unità. Il personale militare è posto a disposizione dei prefetti interessati. Nel corso delle operazioni i militari delle Forze armate agiscono con le funzioni di agenti di pubblica sicurezza. L'impiego del contingente è stato da ultimo autorizzato fino al 31 dicembre 2019 dalla legge di bilancio per il 2019.
L'Operazione italiana "
Mare sicuro", autorizzata per la prima volta dal D.L. n. 7/2015 (contrasto al terrorismo e proroga missioni), da ultimo prorogato dalla deliberazione del Consiglio dei Ministri del 23 aprile 2019, prevede un potenziamento del dispositivo aeronavale dispiegato nel Mediterraneo.
Obiettivi dell'operazione sono: corrispondere alle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto del terrorismo e assicurare la tutela degli interessi nazionali, incrementando adeguatamente gli assetti dell'ordinario dispositivo aeronavale di sorveglianza con l'impiego di ulteriori unità navali, con componente elicotteristica e aeromobili anche a pilotaggio remoto (APR) e gli eventuali ulteriori assetti di sorveglianza elettronica; il dispositivo è integrato da capacità ISR, ovvero di acquisizione di informazioni operative (
Intelligence), di sorveglianza (
Surveillance) e ricognizione degli obiettivi
(Reconnaissance).
In particolare l'operazione è mirata allo svolgimento delle seguenti attività:
A partire dal 1°agosto 2017, la missione svolge anche i seguenti ulteriori compiti:
Possono, inoltre, essere svolte attività per il ripristino dell'efficienza degli assetti terrestri, navali e aerei, comprese le relative infrastrutture, funzionali al supporto per il contrasto dell'immigrazione illegale.
L'Italia partecipa a Mare Sicuro con
754 unità di personale militare (consistenza media annuale pari a 650), con l'impiego di 6 mezzi navali di cui uno dedicato all'assistenza tecnica della Marina/Guardia costiera libica e di 5 mezzi aerei.
Il DPP dà conto della Vigilanza e pescaVigilanza e pesca (Vi. Pe), presenza navale continua assicurata dalla Marina militare dal 1959 nelle acque internazionali dello Stretto di Sicilia interessate maggiormente alle attività di pesca delle flotte pescherecce siciliane.Vigilanza Pesca (Vi.Pe.) ha il compito di assicurare il libero esercizio dell'attività di pesca dai pescherecci nazionali, in acque internazionali, nel pieno rispetto legislazione vigente. Alla Vi.Pe. partecipa una nave continuativamente in mare. Viene, infine, dato conto dell'attività di Difesa dello spazio aereo nazionaledifesa dello spazio aereo nazionale svolta dal Reparto di Difesa Aerea Missilistica Integrata (DAMI) di Poggio Renatico, che si avvale dell'11° Gruppo DAMI di Poggio Renatico e del 22° Gruppo radar di Licola. I controllori della difesa sorvegliano lo spazio aereo nazionale, avvistando e identificando il traffico aereo, sia esso civile che militare. Da queste stesse sale operative, osserva il DPP "viene rilanciato, ove necessario, l'ordine di decollo immediato ai caccia "Eurofighter", per l'intercettazione di eventuali velivoli sospetti presenti nello spazio aereo italiano". Il concorso delle Forze Armate nella attività di contrasto agli Contrasto incendi boschiviincendi boschivi, conformemente a quanto stabilito dall'art. 92 del Codice dell'Ordinamento militare sul contributo delle FFAA nei campi della pubblica utilità e della tutela ambientale, è regolato da convenzioni annuali a titolo oneroso che il Comando Operativo di vertice Interforze, COI, stipula con il Dipartimento della Protezione Civile. |
Parte II: Lo sviluppo dello strumento militareLa parte seconda del Documento è dedicata all'analisi dei principali compiti istituzionali assegnati alle Forze armate (indirizzi strategici) alle singole componenti che costituiscono lo strumento militare, alle rispettive esigenze operative e alle connesse future linee di sviluppo capacitivo. In questa sezione viene, inoltre, dato conto dei principali programmi d'investimento della Difesa, attraverso i quali si esprime la piena operatività dello Strumento militare. In particolare sono riportati i programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale:
Gli ultimi due capitoli della sezione II sono dedicati all'approntamento e all'impiego dell'Arma dei Carabinieri per la difesa e la sicurezza del territorio e alla programmazione infrastrutturale della Difesa. Per quanto attiene all'analisi degli iIndirizzi strategicindirizzi strategici della DifesaIndirizzi strategici, il Documento sottolinea in via preliminare la necessità di definire – a livello interdicasteriale e sotto egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri – una Strategia Generale Nazionale di Sicurezza. Essa dovrà costituire il riferimento istituzionale su cui il Dicastero baserà i propri obiettivi e, conseguentemente, lo sviluppo di un Modello Operativo e Capacitivo Integrato di Riferimento, nonché il volume delle risorse finanziarie ad esso correlate, anche in considerazione degli impegni internazionali assunti. A questo riguardo, analogamente a quanto evidenziato anche nel Documento di economia e finanza (DEF) 2019, la Difesa pone l'accento sul fatto che lo strumento militare ha svolto e verosimilmente continuerà a svolgere con sempre maggiore impegno, rilevanti iniziative in concorso e a sostegno delle autorità civili in caso di disastri naturali o antropici. Al riguardo, la tutela degli interessi vitali del Paese contro ogni possibile aggressione, per salvaguardare l'integrità del territorio nazionale, gli interessi vitali del Paese, la sicurezza delle aree di sovranità nazionale e dei connazionali all'estero e la sicurezza e l'integrità delle vie di comunicazione e di accesso al Paese rappresenta la prima delle quattro missioni assegnate allo strumento militare. L'assolvimento di tale compito da parte delle Forze armate prevede, altresì, l'impiego di capacità adeguate in grado di condurre interventi di "risposta immediata" a situazioni di emergenza, ovunque nel mondo. Per quanto attiene, invece, alla difesa degli spazi euroatlantici ed euromediterranei, indicata come seconda missione assegnata allo Strumento militare nazionale, si ribadisce la partecipazione attiva e qualificata del nostro Paese alle iniziative della NATO e si sottolinea, in particolare, la possibilità che lo Strumento militare detenga la leadership di operazioni condotte per la risoluzione delle crisi, in scenari ad alta e media intensità, che si potranno manifestare nell'area euro-mediterranea. A sua volta si ribadisce la necessità di un impegno per la stabilità nella regione mediterranea per la centralità della collocazione geopolitica dell'Italia nel bacino e per la tutela degli interessi nazionali che vi gravitano. Più in generale si considera irrinunciabile il contributo della Difesa agli interventi della comunità internazionale per preservare la pace e la stabilità internazionale (terza missione) e si conferma la partecipazione di capacità selezionate per interventi militari circoscritti nei tempi e nelle finalità. Da ultimo, il Documento ricorda l'impegno della Difesa nel campo degli interventi di pubblica utilità posti in essere ai sensi dell'articolo 92 del Codice in forza del quale le forze armate, oltre ai compiistituzionali propri, in occasione di calamità naturali indicate dal Codice e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza, forniscono a richiesta e compatibilmente con le capacità tecniche del personale e dei mezzi in dotazione, il proprio contributo nei campi della pubblica utilità e della tutela ambientale. Successivamente all'analisi delle missioni e dei compiti istituzionali assegnati alla Difesa, il Documento passa in rassegna leEsigenze dello strumento militare esigenze operative comuni a tutte le componenti dello Strumento militare (componente terrestre, marittima, aerea, militare di polizia, cibernetica e spaziale) e le connesse linee di sviluppo capacitivo di medio e lungo termine necessarie per garantire alle diverse componenti il soddisfacimento di specifiche esigenze operative mirate a colmare gap capacitivi individuati al loro interno. Per quanto riguarda la Componente terrestrecomponente terrestre, il Documento fa presente che l'Italia dovrà disporre di forze diversificate, bilanciate, rapidamente schierabili nelle aree d'interesse nazionale, secondo le priorità e gli obiettivi stabiliti. Si prevedono principalmente interventi mirati all'ammodernamento della componente pesante, al potenziamento del segmento medio e legger ed un comune e trasversale incremento nei livelli di protezione delle forze, mobilita', selettivita' e precisione di ingaggio di obiettivi. Si prevede, altresì, lo sviluppo di una capacità di Comando e Controllo interoperabile in ambito internazionale e interforze.
Per la Componente navalecomponente navale, si manifesta la necessità sia di unità in grado di operare in ambienti caratterizzati anche da rischi elevati, sia di una componente per la prolungata sorveglianza e il pattugliamento in aree a minore rischio. I principali interventi saranno orientati all'ammodernamento delle componenti subacquea (incluse le capacità di contromisure mine), idro-oceanografica e il completamento della capacità di pattugliamento marittimo. A sua volta, per quanto attiene alla Componente aereacomponente aerea, il Documento rappresenta la necessità di garantire in ogni ambiente, anche in contesti ad alta intensità, capacità di Comando e Controllo, di Difesa Aerea e Missilistica Integrata, di mobilità aerea e proiezione delle Forze, di ricerca e soccorso, nonchè di pattugliamento e ricognizione persistenti sul territorio nazionale e nelle aree di intervento. In relazione, poi, alle esigenze operative dell'Arma dei Carabinieri si sottolinea il concorso di questa componente militare di polizia nella difesa integrata del territorio nazionale e nelle operazioni all'estero. Al riguardo, si prevedono interventi volti al potenziamento delle capacità di trasporto tattico. Per quanto attiene invece, alla componente spazialecomponente spaziale si fa presente come tale capacità si inserisca nel più ampio contesto del "settore Spazio nazionale", di cui costituisce una risorsa di presidio e di promozione di interessi e di sviluppo tecnologico. Con particolare riferimento poi alla componente cyber della Difesa, il Documento, nell'evidenziare l'importanza di un approccio integrato della minaccia cibernetica e la necessità di sviluppare maggiormente forme di cooperazione a livello nazionale e internazionale fa, altresì, presente che proseguirà il potenziamento delle capacità tecnologiche, operative e di analisi della minaccia cyber.
In relazione al tema della
Difesa cibernetica
minaccia cibernetica si sottolinea che tale argomento è affrontato in diverse parti del DPP 2019-2021. Al riguardo, si dà conto del fatto che il crescente aumento della minaccia
cyber nella complessità e nella frequenza degli attacchi e le conseguenti iniziative scaturite sia a livello internazionale, sia al livello nazionale, hanno spinto la Difesa a migliorare e rendere più efficiente gli aspetti connessi alla sicurezza del
cyberspace. In particolare, sono stati avviati una serie di programmi finalizzati alla resilienza, protezione ed efficienza delle reti e delle infrastrutture della Difesa e sono proseguiti i programmi già avviati nel 2017 volti a fornire alla componente CIOC, gli strumenti e gli assetti necessari a pianificare e condurre operazioni militari nel dominio cibernetico, garantire la
Cyber Situational Awareness, addestrare il personale e gestire gli incidenti informatici attraverso il CERT Difesa.
A questo proposito si ricorda che il Comando interforze per le operazioni cibernetiche è stato costituito nel settembre 2017 e raggiungerà la piena capacità operativa entro la fine del 2019. Il richiamato Comando interforze è stato costituito nel settembre 2017 e raggiungerà la piena capacità operativa entro la fine del 2019. Le linee generali del progetto relativo alla costituzione del CIOC erano state illustrate dal Capo di Stato maggiore della Difesa
pro tempore, Gen. Graziano alla Commissione difesa della Camera nel corso della
seduta del 28 gennaio 2017.
Per un approfondimento del tema relativo alla sicurezza cibernetica si rinvia alla relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza 2017, presentata dal Governo al Parlamento ai sensi dell'articolo articolo 38, comma 1 - bis, della legge n. 124 del 2007 . Ai sensi di tale disposizione entro il mese di febbraio di ogni anno il Governo è tenuto a trasmettere al Parlamento una relazione scritta, riferita all'anno precedente, sulla politica dell'informazione per la sicurezza e sui risultati ottenuti. Alla relazione è allegato il documento di sicurezza nazionale, concernente le attività relative alla protezione delle infrastrutture critiche materiali e immateriali nonché alla protezione cibernetica e alla sicurezza informatica. http://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/relazione-annuale/presentata-la-relazione-al-parlamento-2017.html
Nello specifico, in relazione alle seguenti sei Capacità Operative Fondamentali (COF) Capacità Operative Fondamentali (COF):
sono individuate le seguenti rispettive Linee di sviluppo capacitivosei linee di sviluppo capacitivo:
Per quanto concerne le Esigenze operative dell'Arma dei Carabinieriesigenze operative dell'Arma dei Carabinieri il DPP (2.4.5 )pone in primo luogo in evidenza la necessità di rafforzare la capacita dei reparti territoriali, mobili e speciali dell'Arma nel contrasto alla criminalità diffusa, organizzata e terroristica, nonchè nei servizi a tutela dell'ordine pubblico, per operazioni straordinarie di controllo del territorio e per la vigilanza agli obiettivi sensibili. Si sottolinea, inoltre, l'esigenza di potenziare l'efficienza degli assetti territoriali, mobili e speciali dell'Arma nel settore della protezione civile e del pubblico soccorso e rafforzare le capacita dei reparti dell'Arma nella tutela forestale, ambientale e agroalimentare. Si manifesta, inoltre, l'esigenza di potenziare gli standard di sicurezza dei sistemi di comunicazione al fine di assicurare le capacità di comando e controllo necessarie per lo svolgimento di tutti i compiti istituzionali dell'Arma. Con riferimento poi all'assetto infrastrutturale si evidenzia l'esigenza di ammodernare e potenziare le caserme dell'Arma quali strutture pubbliche strategiche. In relazione alle connesse Linee di sviluppo capacitivole linee di sviluppo capacitivo dell'arma dei Carabinieri il DPP richiama preliminarmente la duplice natura" dell'Arma dei Carabinieri (Forza armata in servizio permanente e di pubblica sicurezza) osservando che lo sviluppo di ogni programma di potenziamento è condotto pensando alla possibilità di provvedere alle esigenze delle due forze che dal 1° gennaio 2017 (a seguito dell'entrata in vigore del d.lgs. 177/2016) si sono arricchite dalla funzione di "tutela ambientale, agroalimentare e forestale". Ciò premesso si sottolinea la necessità di dotare l'istituzione di strumenti tecnologicamente avanzati, capaci di operare in diversi contesti, non ultimo quello del monitoraggio ambientale. Nello specifico, viene fatto espresso riferimento al rinnovo della flotta aerea, attraverso l'adozione di ulteriori elicotteri leggeri e l'acquisizione di elicotteri medio-pesanti a supporto delle esigenze di manovra di forze di intervento rapido. Per quanto riguarda il rinnovo della flotta navale/lacustre si indica la necessità della sostituzione delle motovedette di tutte le classi (a fine vita operativa) con natanti di nuova generazione, di cui alcune con propulsione ecosostenibile diesel-elettrica, per la navigazione lacuale, nonché limplementazione, con idonei battelli pneumatici, delle capacita di intervento e mobilita del Servizio Subacqueo e Navale. Si sottolinea, infine, anche in questa parte del Documento la necessità di proseguire con il programma di potenziamento dei livelli diCapacità cyber dell'Arma dei carabinieri sicurezza cibernetica "che rappresenta un settore strategico nevralgico per la protezione delle infrastrutture critiche istituzionali di un'Amministrazione che opera a garanzia degli interessi nazionali del Paese ". Al riguardo, il Documento riferisce in merito alle future line di sviluppo delle capacità cyber dell'Arma. Per quanto riguarda, infine, le linee di sviluppo capacitivo dell'Arma in relazione alla funzione di controllo del territorio il Documento riferisce in merito alla necessità di dare seguito alla IV fase del programma "SICOTE". Il programma di alta valenza strategica - da finanziare con fondi MiSE ‐si propone il potenziamento della rete di comunicazione e delle infrastrutture telematiche nel settore della "Cybersecurity; l'evoluzione della piattaforma di analisi investigativa del R.O.S., dei Nuclei Investigativi Provinciali e dei Nuclei Operativi di Comando Compagnia più impegnati; - l'incremento della capacità tecnico-scientifiche dei reparti specializzati, tramite l'introduzione di nuove tecnologie e funzionalità applicative. Dopo aver illustrato le richiamate linee di sviluppo capacitivo il DPP (cap. 2.4) riporta sintetiche schede descrittive relative ai singoli programmi d'investimento della Difesa reputati necessari per garantire la piena operatività dello Strumento militare distinguendo quelli che già beneficiano di copertura finanziaria nel corrente esercizio finanziario da quelli che, per indisponibilità di risorse, risultano essere ancora in attesa di finanziamento. All'interno di un unico quadro sinottico sono a loro volta riportate le informazioni riguardanti gli impegni contratti assunti in passato e relativi a programmi d'investimento oggetto di specifici approfondimenti nei precedenti. I
Preliminarmente alle citate schede viene dato conto che al momento della compilazione documento la Difesa è in attesa di acquisire dal dicastero dello Sviluppo Economico e del Lavoro l
'esatta ripartizione per annualità delle risorse che saranno destinateai programmi di interesse dello strumento militare. Le risorse in affluenza saranno destinate sia alla prosecuzione di progettualità già operanti (37Nuovo EES, U 212 NFS, F-2000, VBM, NH-90 (per EI e MM),FREMM, TORNADO MLU, BLINDO CENTAURO II, T-345, T-346, B1-NT (per EI e MM) e TESEO MK2E) che all'avvio del nuovo satellite per comunicazioni Sicral 3 (cfr. infra). A mezzo delle prossime edizioni del Documento Programmatico sarà data evidenza dell
'satta gravitazione che sarà stata posta in essere per le risorse in argomento".
In un apposito capitolo (2.5) viene, invece, dato conto dei programmi di ricerca scientifica e tecnologica volti a consentire allo strumento militare di colmare i gap capacitivi e di calibrare le future capacità d'intervento, in relazione alle molteplici necessità operative, riducendo altresì i rischi rappresentati dall'impiego ostile di nuove tecnologie emergenti.
La sezione II del DPP 2019-2021 reca, da ultimo, un apposito capitolo dedicato al Interventi nel settore infrastrutturale della Difesasettore infrastrutturale della Difesa. Il Documento ricorda preliminarmente l'ampiezza dell'attuale patrimonio immobiliare della Difesa e le connesse esigenze di ammodernamento e rinnovamento. Al riguardo, la Difesa proseguirà nel processo di dismissione degli immobili non più funzionali alle esigenze della difesa e pianificherà in maniera strategia i singoli interventi in modo da gestire con oculatezza le risorse disponibili in funzione delle effettive esigenze di mantenimento in efficienza del complesso patrimonio infrastrutturale. Si dà conto ch Il Dicastero ha altresì avviato degli importanti programmi specifici riguardanti l'adeguamento a norma delle infrastrutture, la bonifica per presenza di amianto, la riqualificazione sismica degli edifici e l'efficientamento energetico allo scopo di migliorare la qualità degli ambienti Proseguirà, pertanto, il periodico accertamento sismico delle infrastrutture al fine di garantirne la funzionalità anche in situazioni di catastrofi naturali e sarà sviluppato un "ingente programma di bonifiche ambientali su poligoni e sulle infrastrutture" anche al fine di dotare le richiamate strutture di appositi strumenti tecnici idonei ad "attuare il più efficace controllo delle attività, al fine di prevenire o mitigare i potenziali impatti negativi a cui il personale dipendente, la popolazione e l'ambiente possono essere sottoposti". Sul versante dell'Efficientamento energeticoefficientamento energetico si procederà alla realizzazione di ulteriori impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, sfruttando, ove possibile il rapporto strumentale con Difesa Servizi S.p.a. per l'utilizzo di infrastrutture e caserme ai fini dell'installazione di impianti di produzione. Al fine di assicurare adeguato supporto ai nuclei familiari del personale dipendente è intenzione della Difesa completare corso del biennio 2018/2019 il programma relativo alla realizzazione di asili nido della Difesa.
In relazione al
Il processo di dismissione degli immobili della Difesa
programma infrastrutturale della Difesa il DPP ricorda che a partire dalla sospensione del servizio di leva la Difesa, in esito alla naturale e progressiva contrazione del numero di effettivi, ha avviato un programma di diminuzione "dell
'impronta immobiliare sul territorio". Si è quindi passati dai circa 6.800 immobili precedentemente in uso, agli attuali 4.300 immobili. I rimanenti beni sono stati in parte dismessi ovvero resi disponibili per la dismissione ma ancora in carico alla Difesa.
Nel Documento si precisa che il programma di riduzione infrastrutturale è stato reso possibile da un complesso di innovazioni normative che hanno permesso alla Difesa di assumere un ruolo attivo nei processi e nella attività gestionali dei beni non più utili ai fini istituzionali, grazie anche alle risorse aggiuntive riconosciute alla Difesa come compenso a fronte delle attività di dismissione immobiliare avviate.
A fronte del richiamato processo di dismissione si sottolinea come "il parco infrastrutturale è ancora sovradimensionato rispetto allo strumento ed in tal senso è stato dato nuovo impulso al processo di riduzione dell'impronta immobiliare della Difesa attraverso la redazione di un Piano strategico di razionalizzazione del patrimonio infrastrutturale".
Al riguardo si fa presente che è intenzione della Difesa ridimensionare ulteriormente il numero degli immobili, ottimizzando gli spazi disponibili con l
'accorpamento presso un
'unica sede di piu Enti; dismettere/valorizzare gli immobili non più utili; contenere gli oneri di gestione relativi al mantenimento delle infrastrutture; ammodernare tutte le infrastrutture che rimarranno in uso, sulla base delle priorita e delle esigenze dello strumento, allo scopo di rendere la caserma un efficiente e sicuro luogo di lavoro improntato a nuovi ed adeguati criteri costruttivi.
In relazione al tema delle dismissioni della Difesa,
Relazione sulla performance 2019 lviene fatto presente che l'avanzamento dei programmi di razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare e della relativa gestione, hanno portato, nel corso del 2018, a rendere disponibili altre n. 17 infrastrutture ritenute non più utili ai fini istituzionali della Difesa raggiungendo la quota di n. 917 immobili resi disponibili a partire dal 2014 ed ulteriori n. 95 in corso di valutazione di concerto con l'Agenzia del Demanio.
Per un approfondimento si rinvia
alla
Relazione sullo stato della disciplina militare e sullo stato dell'organizzazione delle Forze Armate
ai sensi dall'articolo 10, comma 2 del Codice dell'Ordinamento militare (capitolo Infrastrutture e alloggi demaniali)
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Parte III: Il bilancio della difesa
La terza parte del documento è dedicata all'analisi delle principali voci di spesa del comparto difesa.
Preliminarmente e attraverso una serie di grafici il DPP analizza l'andamento delle risorse stanziate per la Difesa, anche con riferimento ad una arco temporale decennale. Il DPP fa presente che
Le risorse per il triennio 2019-2021
la legge di bilancio per il 2019 (L.145/2018) ha autorizzato per lo stato di previsione del
Ministero della difesa spese finali, in termini di competenza, per 21.432,2 M€ nel 2019 (pari al 1,21% del PIL previsionale 1.777.899 M€ ), 21.876,6 M€ per il 2020 e 21.957,5 M€ per il 2021.
Con riferimento al
Andamento delle risorse destinate alla Difesa
trend di bilancio relativo alle "Risorse destinate alla difesa"- comprensive di quelle per le missioni internazionali allocate nello stato di previsione del MEF, dei finanziamenti allocati presso il Mi.S.E. e dei costi relativi alla funzione di polizia dei carabinieri- si registra come nell'ultimo decennio vi sia stato un andamento altalenante a causa delle circostanze legate alla crisi economica iniziata nel 2007 e dei discendenti interventi di revisione della spesa pubblica.
Si è passati così
dal valore di 23.655,6 M€ del 2008
all'importo di 24.159,2 M€ del 2019 (Fig. 1).
Si sottolinea inoltre il costante
trend negativo delle citate risorse rapportate con i rispettivi valori di PIL dell'ultimo decennio che passano dal valore di 1,51% del 2008 all'attuale rapporto di 1,36 % (Fig.2).
Al riguardo il DPP richiama le seguenti fonti di finanziamneto di programmi di interesse della difesa allocate nello stato di previsione del MISE:
Come si vedrà in seguito la legge di bilancio per l'anno 2019 ha istituito il Fondo per rilancio degli investimenti per le amministrazioni centrali le cui risorse sono state assegnate tra gli altri anche ai ministeri della difesa e dello sviluppo economico.
Lo stesso andamento altalenante si registra per il
trend del bilancio ordinario della difesa dove si è passati da un valore pari a 21.132,4 M€ nel 2008 a 20.965 M€ nel 2019 (Fig. 1).
Contestualmente il bilancio ordinario della difesa rispetto al PIL ha subito una diminuzione passando da 1,35% del 2008 all' 1,18% del 2019 (Fig. 2).
[Fonte: DPP 2019-2021] Con riferimento ai Finanziamenti MISE destinanti ad investimenti nel settore difesafinanziamenti allocati presso il Mise ma destinati ad investimenti nel settore della difesa si registra un andamento tendenzialmente crescente con risorse pari 1.515,2 M€ nel 2008 e 2.446,2M€ nel 2019, con un picco nel 2017 in cui le risorse stanziate sono state pari 2.838,8 M€ (Fig. 3). [Fonte:DPP 2019-2021]
Il bilancio per funzioni
Un apposito paragrafo del DPP 2019-2021 analizza il bilancio del dicastero della Difesa nella sua tradizionale articolazione per funzioni.
Le funzioni del ministero: funzione difesa, sicurezza del territorio, funzioni esterne e pensioni provvisorie
Al riguardo viene ricordato che la Funzione difesa comprende tutte le spese necessarie all'assolvimento dei compiti istituzionali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, nonché dell'Area interforze e della struttura amministrativa e tecnico- industriale del Ministero. A sua volta la Funzione sicurezza del territorio, comprende tutti gli stanziamenti destinati all'Arma dei Carabinieri, ivi compresi quelli derivanti dall'assorbimento dell'ex Corpo Forestale dello Stato per l'assolvimento dei propri compiti istituzionali di natura specificamente militare. Le Funzioni esterne, attengono alle esigenze correlate ad attività affidate al Dicastero, ma non specificamente rientranti nei propri compiti istituzionali. Infine, la quarta funzione attiene alle Pensioni provvisorie del personale in ausiliaria, che sono relative ai trattamenti economici corrisposti al personale militare in ausiliaria e a talune altre esigenze non correlate al trattamento economico in attività.
Ciò premesso, anche in questo caso attraverso l'ausilio di grafici e tabelle il DPP dà conto dell'evoluzione nel tempo degli stanziamenti relativi alle richiamate funzioni.
Nel 2019 La spesa per il 2019la spesa totale è pari a 21.432,3 M€ così ripartita : funzione difesa (13.982,5 M€), funzione sicurezza del territorio (6.898,3M€), funzioni esterne (149,6 M€) e pensioni provvisorie del personale in ausiliaria (401,9 M€). La tabella seguente mette in evidenza la spesa suddivisa per funzioni e per esercizio finanziario (2017-2019). In termini la ripartizione della spesa in percentualepercentuali e rispetto alla spesa totale la funzione difesa è pari al 65%, la funzione sicurezza del territorio è il 32%, le funzioni esterne il 1% e , infine, le pensioni provvisorie sono pari al 2% (Fig.6).
Fig. 6 [Fonte: elaborazione dati DPP] Nella Fig. 5 che segue è indicata lEvoluzione degli stanziamenti in relazione alle funzioni'evoluzione, a partire dal 2008, degli stanziamenti in termini correnti riferiti agli aggregati/ funzioni tradizionalmente utilizzati dal Dicastero: Fig. 5 [Fonte: DPP 2019-2021]
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Funzione difesa
Con riguardo alla funzione difesa le previsioni di spesa sono suddivise nei settori del personale, dell'esercizio e dell'investimento.
I settori della funzione difesa: personale, esercizio, investimento
Il settore del personale raggruppa tutte le spese destinate alla retribuzione del personale (militare e civile) in servizio con e senza rapporto continuativo d'impiego; il settore esercizio include, invece, tutte le voci di spesa correlate alle attività di addestramento e formazione, piccola manutenzione dei mezzi, mantenimento delle scorte e altre voci destinate a garantire la funzionalità e l'efficienza dello Strumento militare; il settore investimento, infine, raggruppa le spese destinate all'ammodernamento e rinnovamento (A/R) dello Strumento militare, al suo sostegno (ricostruzione scorte e grandi manutenzioni) nonché alla ricerca.
In termini di autorizzazione di spesa la funzione difesa ha risorse complessive pari a 13.982,5 M€ di cui 10.366,2 M€ per il personale, 1.746,4 M€ per l'esercizio e 1.869,9 M€ per l'investimento. La distribuzione delle risorse è quasi interamente assorbita dalle spese per il personale pari al 74%, mentre all'esercizio e all'investimento vengono destinate il 12,5% e il 13,4% delle risorse (fig. 7).
Fig. 7 [Fonte: elaborazione dati DPP 2019-2021]
Personale
Il DPP segnala che la progressiva riduzione degli organici, tesa al raggiungimento del traguardo previsto per il 2024 con il personale militare a quota 150.000 unità, si realizza di fatto con provvedimenti di contenimento della spesa pubblica nel settore del personale che incidono in maniera significativa sulle capacità di assunzione della componente militare, ovvero, con notevole riduzione dei reclutamenti nell'intero comparto. Tale processo, con particolare riferimento ai prossimi anni, fa sì che le consistenze in AA.P. scendano da 172.657 unità del 2017, a 171.079 unità del 2018, a 169.855 unità nel 2019 e a rispettivamente 169.360 e 169.086 unità nel 2020 e 2021.
La tabella sottostante riporta
Il modello da conseguire al 2024
il modello da conseguire al 2024 suddiviso tra Esercito, Marina e Aeronautica.
Fig. 8 [Fonte: elaborazione dati articolo 798-bis del D. Lgs.66/2010]
Le variazione intervenute nel 2019
Le variazioni intervenute tra i volumi del 2018 e quelli del 2019, per ciascuna categoria, sono evidenziate nella seguente tabella:
Fig. 9 [Fonte: elaborazione dati DPP 2019-2021] Al riguardo, il DPP fa presente che "si rileva una riduzione per tutte le categorie ad eccezione del ruolo sergenti, del ruolo dei Volontari in ferma prefissata e degli allievi. Per i sergenti l'incremento è determinato dal transito interno dal ruolo VSP non compensato da fuoriuscite verso i ruoli superiori (che prevedono un numero inferiore di immissioni interne). L'incremento dei volontari in ferma prefissata è determinato dalla necessità di incrementare il personale a tempo determinato. L'incremento degli allievi è determinato da un lieve aumento del numero di allievi ammessi alle scuole militari (Nunziatella – Morosini – Douhet). L'andamnento delle consistenze delle forze armate Il grafico seguente mette in relazione il numero del personale militare negli anni 2017, 2018 e le previsioni per il triennio 2019-2021 e quello da raggiungere nel 2024.![]() Fig. 10 [Fonte: elaborazione dati articolo 798-bis Codice dell'ordinamento militare. All. E, DPP 2018_2020 e DPP 2019_2021 ] Con riferimento Le dotazioni organiche del personale civile alle dotazioni organiche del personale civile della Difesa il DPP segnala l'esigenza di raggiungere l'obiettivo delle complessive 20.000 unità alla data del 1 gennaio 2025 da realizzare mediante l'adozione di piani graduali. Il DPP. Al riguardo viene fatto presenrte che la progressiva riduzione delle consistenze effettive è "facilitata" anche dalle limitazioni sul turnover del personale sul fronte delle assunzioni, imposte dalla vigente normativa di pubblico impiego e mediante il collocamento in quiescenza del personale.
Si ricorda che L'articolo 1, comma 305, della legge 30 dicembre 2018 ha autorizzato ad assumere, per il triennio 2019 – 2021, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, un contingente massimo di n. 294 unità di personale con profilo tecnico non dirigenziale.
Esercizio
Da un punto di vista prettamente economico, in tale macro aggregato sono comprese tutte le spese afferenti all'acquisto di beni e servizi e, più in generale, quelle correlate al mantenimento in efficienza e all'operatività dello Strumento militare.
Il DPP segnala che la contrazione di risorse
Le risorse assegnate
per il settore esercizio è stata particolarmente rilevante: si è arrivati - dal 2008 al 2019 - ad un taglio degli stanziamenti di circa il 34%, passando da 2,7Mld€ ai circa 1,7 Mld€ attuali. Tale contrazione ha accelerato riorganizzazioni e accorpamenti, tra le manovre più rilevanti si segnalano:
Il DPP segnala che dall'analisi delle dotazioni previste per il settore Esercizio nella legge di Bilancio 2019-2021, si rileva l'inversione del trend di riduzione degli ultimi anni. Le risorse incrementali registrate per il 2019 sono da considerare a beneficio dell'aumento delle dotazioni di Fondo Scorta e degli stanziamenti destinati all'estinzione parziale dei debiti pregressi della Difesa (acqua, luce, gas e cartelle esattoriali per smaltimento rifiuti, pari a circa 400 M€ alla fine del 2018).
Investimento
Il settore dell'investimento è associato alla necessità di adeguare i mezzi e i materiali delle Forze Armate alle mutate esigenze ed ai processi di rapida obsolescenza cui sono legati i sistemi ad alta tecnologia, caratteristici degli strumenti militari moderni con cui è necessario mantenere un sempre più elevato grado d'interoperabilità.
Sulla base
Le risorse assegnate
degli stanziamenti a legge di Bilancio 2019, le risorse previsionalmente disponibili al settore dell'investimento ammontano per l'anno 2019 a 1.869,9 M€, 2.444,3 M€ per il 2020, 2.528,2 M€ per il 2021. La tabella sottostante fornisce una comparazione tra l'assegnazione a bilancio relativa agli esercizii 2017-2018 ed il triennio 2019-2021:
[Fonte: Elaborazione dati DPP 2018-2020 e 2019-2021]
In relazione alle risorse destinate al
Gli strumenti per il finanziamento dei programmi di ammodernamento e rinnovamento
finanziamento dei programmi di ammodernamento e rinnovamento il DPP dà conto di due ulteriori strumenti finanziari: Il fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale e il fondo per il rilancio degli investimenti per le amministrazioni centrali.
Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese
Tale fondo, istituito con la legge di bilancio per il 2017 (art.1 co. 140) ha assegnato al comparto difesa risorse pari a 12,7 Mld€, comprensive di 2,8 Mld€ destinate al finanziamento delle imprese a bilancio MISE. La legge di bilancio per il 2018 (art.1 c.1072), ha assegnato risorse aggiuntive pari a circa 9,3 Mld€ (comprensivi di una quota di 3,5 Mld€ sul bilancio del MiSE).
In fig. 14 viene rappresentato l'impatto degli stanziamenti del fondo investimenti sul Bilancio Integrato della Difesa – mettendo a fattor comune sia gli interventi sul settore investimento del bilancio della Difesa che sul bilancio del MiSE.
La ripartizione delle risorse (2017-2033)
In termini assoluti, in riferimento all'intero arco temporale di 17 anni (dal 2017 al 2033) l'effetto cumulativo dei due interventi porti ad un incremento di circa 21,5 Mld€ del budget a disposizione per l'ammodernamento ed il rinnovamento dello Strumento militare. Gli effetti maggiormente apprezzabili si attestano però non prima del 2028 allorquando l'incremento sarà pari a circa 2Mld€ annui.
[Fonte: DPP 2019-2021]
Fondo per il rilancio degli investimenti per le amministrazioni centrali
L'ultima Legge di bilancio 2019-2021, ha istituito il Fondo per gli investimenti Fondo per le Amministrazioni centrali"(art.1 c. 95).
La principale differenza tra il "Fondo per le Amministrazioni Centrali" e il "Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese" è la scomparsa della previsione, prevista nel primo, della settorializzazione in specifiche "categorie di spesa" giudicate di rilevanza strategica per il Paese. Quale elemento di novità rispetto ai Fondi (art.1 co.140 della LdB 2017 e art.1 co.1072 della LdB 2018) è opportuno evidenziare che l'attuale portato normativo prevede la revoca delle risorse stanziate nel caso di un loro mancato utilizzo entro 18 mesi dalla effettiva assegnazione e il relativo reindirizzo a copertura di altre esigenze nell'ambito delle finalità previste dallo stesso comma.
Alla ripartizione di tale fondo si è proceduto con l'A.G 81 che ha assegnato al Dicastero della Difesa risorse pari a 5,8 Mld€ sull'intero arco temporale 2019-2033. Il DPP fa presente che a tale importo va altresì associata una quota parte delle complessive assegnazioni riconosciute al Ministero dello Sviluppo Economico pari a 7,17 Mld€ al fine di garantire la normale prosecuzione di progettualità del settore dell'alta tecnologia ad elevata valenza strategica per il comparto militare ed industriale del Paese. Il DPP inoltre fa presente che qualora la quota sul bilancio del MiSE si dovesse attestare su valori pari a circa 5 Mld€ il volume totale assentito alla Difesa dal comma 95 salirebbe complessivamente a circa 11Mld€ che, in termini di presa percentuale sulle dotazioni del Fondo, risulterebbe in linea con le assegnazioni dei precedenti commi (140 e 1072).
Si riporta, nella pagina seguente,
I programmi da finanziare
una sintetica tabella delle progettualità a bilancio ordinario della Difesa che verranno finanziate a valere delle risorse del comma 95 nell'intero arco temporale quindicennale (2019-2033).
[Fonte DPP 2019-2021]
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Funzione sicurezza del territorioCon riferimento alla Funzione "Sicurezza del Territorio" - pertinente alle esigenze finanziarie dell'Arma dei Carabinieri - lo stanziamento previsionale per l'esercizio finanziario 2019 ammonta a circa 6.898,4M€, mentre per il 2020 e 2021 si attesterà rispettivamente a 6.938,2 M€ e 6.964,9 M€. La tabella e il grafico sottostanteLe risorse assegnate mostrano l'ammontare delle risorse per il triennio 2017-2019 e la ripartizione delle spese per il 2019 tra personale (92,5% ), esercizio (6,2%) e investimento (1,2%).
[Fonte: elaborazione dati DPP 2018-2020]
Personale
Per il 2019 le risorse per il personale ammontano a 6.383,8 M€, suddivise tra la missione 5 "Difesa e sicurezza del territorio" e la missione 18 "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente". Per quanto concerne la missione 5, nel 2019 le risorse per il personale, pari a 5.952,9 M€ (comprensivi di 0,35 M€ attestati sulla missione 32 per il personale in forza all'Ufficio di Gabinetto e all'Organismo di Valutazione), rappresentano la "traduzione", in valore finanziario, della spesa legata alle Le consistenze organicheconsistenze previsionali in 109.576 unità di personale militare con rapporto di impiego continuativo e che comprendono, per il triennio 2019-2021, le assunzioni straordinarie di Allievi Carabinieri (427 per ciascun anno), ai sensi della legge n. 145 del 2018. Per quanto attiene alla missione 18, le risorse per il personale, Risorse per il corpo forestalepari a 430,9 M€, si riferiscono alla spesa per le unità transitate nell'Arma dei carabinieri dal Corpo Forestale dello Stato.
Esercizio
Le risorse
Per il 2019 le spese per il settore esercizio ammontano a 430,1 M€. Per quanto concerne la quota di stanziamento riferita alla missione 5 "Difesa e sicurezza del territorio", nel 2019 le risorse ammontano a 399,4 M€ (somma che comprende la quota di 82,5 M€ destinata al "fondo scorta", nonché -sul programma 5.6- 1 M€ per gli asili nido e 10,8 M€ per il pagamento delle assicurazioni). Per la "missione 18", le risorse di esercizio ammontano, per il 2019, a 30,7 M€.
Il DPP segnala che la categoria dei "consumi intermedi", negli anni precedenti, ha subito la maggiore contrazione di risorse tale da determina talune criticità che si potrebbero riverberare sull'operatività dei reparti.
Investimento
Per il 2019 le somme assegnate al settore investimento
Le risorse a bilancio e i fondi di investimento pluriennali
ammontano complessivamente a 84,5 M€. Più nel dettaglio nell'ambito della "missione 5", nel 2019, le spese per l'Investimento sono pari a 80,6 M€ mentre per la "missione 18", le spese per l'investimento ammontano, per il 2019, a 3,9 M€.
Le disponibilità complessive nel settore sono comprensive delle integrazioni derivanti dai "fondi di investimento pluriennali" previsti dall'art. 1 co.140 e 623 della legge di bilancio 2017, e art. 1, co. 1072 della legge di bilancio 2018, che hanno stanziato, per l'Arma, risorse pari, complessivamente, a 1.232,1 M€ nel periodo 2017/2033.
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Le funzioni esterne
Le spese non direttamente collegate ai compiti istituzionali della Difesa si integrano con la struttura del bilancio dello Stato, articolato per Missioni e Programmi, per mezzo dell'aggregato finanziario delle Funzioni Esterne, relativo al soddisfacimento di specifiche esigenze regolate da leggi e decreti.
Le risorse assegnate
Lo stanziamento previsionale per il 2019 ammonta a 149,6M€ con un incremento di 2 M€, sulle assegnazioni 2018. Per gli ani 2020 e 2021 gli stanziamenti previsionali si assestano, rispettivamente, a 155,2 e 153,8 M€.
La tipologia delle spese
Si ricorda che le spese sono finalizzate a:
- rifornimento idrico delle isole minori;
- trasporto aereo civile di Stato e per il soccorso di malati e traumatizzati gravi;
-contributi alla Croce Rossa Italiana per il funzionamento del Corpo Militare ausiliario delle Forze Armate e del Corpo delle Infermiere Volontarie;
- contributi all'Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO);
- contributi a Enti e Associazioni;
- liquidazione di indennizzi, contributi e spese accessorie connesse con l'imposizione di servitù militari;
- adeguamento dei servizi per il traffico aereo civile in aeroporti militari aperti al traffico civile e radioassistenza sugli aeroporti minori;
- esercizio del satellite meteorologico METEOSAT e partecipazione alla Organizzazione europea per lo sviluppo e l'esercizio di satelliti meteorologici (EUMETSAT);
- contributi per ammortamento mutui contratti dall'INCIS per la costruzione di alloggi.
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Pensioni provvisorie del personale in ausiliaria
La categoria dell'ausiliaria comprende il personale militare che a seguito di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite di età previsto per il grado rivestito o a domanda ha manifestato la propria disponibilità a prestare servizio nell'ambito del comune o della provincia di residenza presso l'amministrazione di appartenenza o altra amministrazione. Il particolare istituto, tipico del personale militare, compresa la Guardia di Finanza, è volto a remunerare vincoli ed obblighi (disponibilità al richiamo in servizio, divieto di svolgimento di altra attività lavorativa, ecc.) posti dal legislatore in capo a soggetti che abbiano già raggiunto i limiti d'età vigenti, ma ancora idonei sotto il profilo fisico-sanitario ed il cui trattamento ordinario, diversamente, sarebbe erogato dall'INPS.
Le risorse assegnate
Per l'anno 2019 lo stanziamento previsionale ammonta a 401,9 M€, con un incremento di 10,5 M€ rispetto alle dotazioni 2018, dovuto prevalentemente:alla riduzione, dal 70% al 50%,dell'indennità di ausiliaria prevista, già a decorrere dal 2015, dalla legge di stabilità 2015 e anche alle sentenze, sfavorevoli per l'Amministrazione Difesa, della Corte di Cassazione relativamente agli eventi di Genova Nervi e Monte Serra . Per gli anni 2020 e 2021 gli stanziamenti previsionali si attestano a 406,7 M€.
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Il Finanziamento delle missioni internazionaliUn apposito paragrafo del DPP è dedicato al finanziamento delle missioni internazionali, con particolare riferimento all'impianto normativo previsto dalla legge n. 145 del 2016. Per l'anno 2019, la Difesa ha rappresentato un Il fabbisogno annualefabbisogno annuale di circa 1.103 M€.
Si ricorda che la citata legge prevede una particolare procedura da seguire per l'avvio (e l'eventuale proroga) del personale al fine di assicurare il coinvolgimento dei poteri costituzionali, nell'ambito delle relative attribuzioni.
La disciplina per l'autorizzazione e la proroga delle missioni internazionali
Il primo passaggio procedurale è rappresentato dalla delibera del Consiglio dei ministri in ordine alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali. Tale deliberazione dovrà essere adottata previa comunicazione al Presidente della Repubblica ed eventualmente convocando il Consiglio supremo di difesa, ove se ne ravvisi la necessità. Successivamente, le deliberazioni del Consiglio dei ministri dovranno essere comunicate alle Camere le quali tempestivamente le discutono e con appositi atti di indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, le autorizzano, per ciascun anno, eventualmente definendo impegni per il Governo, ovvero ne negano l'autorizzazione. Al fine di garantire la massima informazione in merito alle missioni in corso si prevede lo svolgimento di una apposita sessione parlamentare sull'andamento delle missioni autorizzate, da svolgere entro il 31 dicembre di ciascun anno. In particolare, entro tale data (31 dicembre) il Governo, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro dell'interno per la parte di competenza, presenta alle Camere, per la discussione e le conseguenti deliberazioni parlamentari, una relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno successivo, ivi inclusa la proroga della loro durata. Per quanto concerne, poi, il profilo finanziario connesso alla partecipazione del personale civile e militare alle missioni internazionali, è prevista l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un apposito Fondo, destinato al finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali, la cui dotazione è stabilita annualmente dalla legge di bilancio, ovvero da appositi provvedimenti legislativi.
L'iter parlamentareLo scorso 23 aprile il Governo ha trasmesso alle Camere la Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n.2) e la Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a missioni internazionali da avviare nell'anno 2019, (Doc. XXV; n.2). Il 3 luglio la Camera ha concluso la discussione della relazione delle Commissioni Affari esteri e Difesa e ha approvato con distinte votazioni la risoluzione Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080 con la quale è stata autorizzata la proroga e l'avvio delle missioni internazinali nell'anno 2019 nei temini indicati nella Deliberazione del Consiglio dei minisrti del 23 aprile scorso. Al Senato analoga votazione è intervenuta lo scorso 9 luglio (Doc. XXIV, n. 9). |
Il bilancio della difesa in chiave NATO
Analogamente ai precedenti Documenti programmatici il DPP relativo al 2019 -2021 riporta dati in merito al bilancio della Difesa in chiave NATO, quale rappresentazione del bilancio elaborato in base a parametri e criteri indicati dall'Alleanza. Il DPP ricorda, infatti, che la Difesa è chiamata annualmente, in ambito internazionale, a fornire, secondo format standardizzati, i propri dati finanziari inerenti il budget e la diversa allocazione delle risorse all'interno dello stesso.
Tali dati, comparati con quelli forniti dalle altre Nazioni, vengono poi utilizzati per la compilazione di statistiche, situazioni, schede, documenti e pubblicazioni allo scopo di fornire agli operatori del settore un valido strumento di approfondimento su tematiche quali il controllo degli armamenti, la risoluzione dei conflitti e la creazione di condizioni di sicurezza internazionale e pace durevole. Al riguardo si ricorda che nella Dichiarazione conclusiva del Summit NATO tra Capi di Stato e di Governo, svoltosi in Galles, il 4 e 5 settembre del 2014, gli Stati membri dell'Alleanza hanno s
I due impegni in materia di spese militari
ottoscritto un impegno formale, relativo al raggiungimento di un obiettivo di spese militari in rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL). In base alla dichiarazione, le Nazioni NATO si sono impegnate affinché le rispettive spese nazionali per la Difesa convergano - in tempi definiti - verso riferimenti comuni, tra cui una spesa per la Difesa pari al 2% del PIL entro il 2024.Ulteriori impegni riguardano una quota per le spese dedicate agli investimenti in equipaggiamenti pari al 20% del complessivo delle spese per la difesa (corrispondente allo 0,4% del PIL).
In occasione della Ministeriale NATO svoltasi il 13 – 14 febbraio 2019, l'Italia ha prospettato, per quanto riguarda il target NATO del 2%, un rapporto spese Difesa/PIL pari, in termini percentuali,
I risultati raggiunti
all'1,15% per il 2019 e all'1,17% nel 2020. Per la percentuale relativa alle spese militari destinate agli investimenti ("capabilities"), i dati nazionali risultano coerenti con l'obiettivo NATO del 20% ed in linea con gli impegni assunti, attestandosi ad una percentuale pari al 20,03% per il 2019 e al 21,89% per il prossimo anno.
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