Le missioni UNIFIL e MIBIL in Libano 5 febbraio 2019 |
Indice |
La missione UNIFIL|La prima fase di UNIFIL|La nuova UNIFIL|Il contributo italiano alla missione|La missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (MIBIL)| |
La missione UNIFIL
L'Italia partecipa alla missione UNIFIL in Libano con
1.072 unità di personale militare, 278 mezzi terrestri e 6 unità aeree.
La proroga della partecipazione italiana alla missione UNIFIL fino alla fine del 2018 è stata da ultimo autorizzata dalla Camera lo scorso 19 dicembre 2018 con la risoluzione n. 6-00039. con la quale sono state approvate tutte le autorizzazioni e le proroghe delle missioni internazionali deliberate dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018, confermando sia gli importi che il numero di personale impegnato.
L'Italia è il maggiore contributore di truppe di Unifil insieme all'Indonesia.
Dall'inizio della seconda fase della missione UNIFIL (agosto 2006), per quattro volte è stato scelto quale UNIFIL
Head of Mission e Force Commander (HoM/FC) un Generale Italiano.
La prima volta, il Gen. C.A. Claudio Graziano che ha ricoperto la carica per quasi tre anni, dal 2 febbraio 2007 al 28 gennaio 2010. Dal 28 gennaio del 2012, il Gen. C.A. Paolo SERRA è stato a capo della missione UNIFIL fino al 24 luglio 2014 quando il Gen. D. Luciano PORTOLANO è subentrato nella carica fino al 20 luglio 2016.
Dal 7 agosto 2018 il nostro Paese ha assunto nuovamente l'incarico di
Head of Mission e Force Commander con il
Generale di Divisione Stefano Del Col. Alle dipendenze del Generale Del Col operano quasi 10.500 militari provenienti da 42 paesi.
La
Relazione analitica sulle missioni in corso riferita
ai primi nove mesi del 2018, presentata dal Governo alle Camere attraverso il Doc
XXVI n.1, fa presente che "la particolare situazione di tensione, che ha investito il Libano a seguito della crisi siriana, non ha avuto rilevanti impatti negativi sull'andamento della missione, che nel 2018 ha continuato a svolgere con efficacia il suo ruolo di mantenimento della pace e della stabilità nel sud del Paese. La situazione generale al momento" si legge nella relazione "appare calma e stabile, ancorché tesa. La popolazione locale nel sud del Libano rimane collaborativa nei confronti di UNIFIL. Sotto il profilo militare" prosegue la relazione "l'avvenuta sottrazione dal sud di personale delle Forze armate libanesi a favore di altre aree del Paese non ha provocato conseguenze significative sulle attività operative di UNIFIL. Per quanto concerne il settore ovest il rapporto con la popolazione continua a rimanere positivo e collaborativo, grazie anche alle attività di donazione e assistenza medica a loro favore e per le quali la popolazione mostra particolare apprezzamento e riconoscimento. Il personale italiano impegnato nell'area di responsabilità", precisa il governo nella Relazione, "svolge molteplici attività operative, principalmente mirate al controllo del territorio. Particolarmente rilevanti, in tal senso, risultano i pattugliamenti condotti lungo la c.d.
Blue Line e, soprattutto in questo periodo, il controllo di aree estese potenzialmente utilizzabili per il lancio di razzi contro lo stato di Israele. Mediamente il
Sector West conduce più di 200 attività operative giornaliere, di cui 10% circa congiuntamente con le Forze armate libanesi (...) "L'impiego di personale femminile" si legge nella Relazione "è stato fondamentale per i controlli ai varchi di accesso nel pieno rispetto delle tradizioni locali".
Da ultimo, la Ministra della Difesa Elisabetta Trenta, nel corso dell'illustrazione delle linee programmatiche del suo Dicastero presso le Commissioni difesa della Camera e del Senato ha affermato che "senza dubbio si tratta di una missione per la quale (...) vale la pena continuare ad investire perché la partecipazione italiana è apprezzata da entrambe le parti e perché effettivamente in questi anni, se su quel territorio non ci fosse stata la missione, probabilmente la storia sarebbe andata in maniera molto diversa; nessun dubbio, quindi, sul Libano" . http://www.senato.it/3507?resoconto_anno=2018
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La prima fase di UNIFILIl 14 marzo 1978, dopo un nuovo attacco in territorio israeliano ad opera di un commando palestinese, le forze armate di Israele hanno invaso il Libano, occupandone la parte meridionale dove si trovavano le postazioni da cui partivano gli attacchi. Il successivo 19 marzo, il Consiglio di sicurezza dell'ONU, in seguito alle proteste del Governo libanese, ha approvato le risoluzioni 425 e 426, con le quali ha invitato Israele alla cessazione delle azioni militari ed al ritiro delle truppe ed ha deliberato contemporaneamente l'immediata costituzione di una forza di interposizione nel Libano meridionale, al confine con Israele. È, stata, così, costituita la missione UNIFIL (United Nations Interim Force In Lebanon) con il compito di verificare il ritiro delle truppe israeliane, di ristabilire la pace e la sicurezza internazionale, nonché di assistere il Governo del Libano a ripristinare la sua effettiva autorità nella zona. La partecipazione italiana alla missione è iniziata nel luglio 1979, con uno squadrone di elicotteri dell'Esercito, dotato di 4 velivoli e costituito da circa 50 militari, con compiti di ricognizione, ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento. Dopo la nuova invasione israeliana del Libano, nel giugno 1982, che giunse quasi fino a Beirut, le attività di UNIFIL sono rimaste relegate dietro le linee israeliane, limitandosi a fornire protezione e assistenza umanitaria alla popolazione locale. Nel 1985, Israele ha proceduto ad un parziale ritiro, mantenendo, il controllo del Libano meridionale. Nei quindici anni successivi sono proseguite le ostilità tra Israele e le forze ausiliarie, da un lato, e le milizie sciite filosiriane di Hezbollah, dall'altro lato, mentre UNIFIL ha continuato a svolgere, anche se parzialmente, il proprio compito, adoperandosi per limitare il conflitto e per proteggere la popolazione dell'area. Il mandato della missione è rimasto infatti invariato, attraverso i rinnovi semestrali decisi dal Consiglio di sicurezza ONU. A seguito del ritiro totale delle truppe israeliane, avvenuto tra maggio e giugno del 2000, UNIFIL ha svolto un importante ruolo nella fase di transizione, per il pattugliamento (insieme alle forze armate libanesi) e lo sminamento dell'area liberata, per la definizione della linea di confine (linea blu) e per l'assistenza ai libanesi che avevano fatto parte delle milizie filoisraeliane. A partire dal 2000 la missione ha operato avvalendosi anche dell'assistenza degli osservatori militari della missione UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization), istituita nel maggio 1948 per assistere il Mediatore delle Nazioni Unite e la Commissione per la tregua nella supervisione della tregua in Palestina. Al termine di questa fase la consistenza del contingente impegnato era ridotta a circa 2.000 unità (giugno 2006).
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La nuova UNIFILA seguito di una offensiva missilistica di Hezbollah in territorio israeliano e dell'uccisione di alcuni soldati israeliani e la cattura di altri, nel luglio 2006, si è aperta una nuova fase del conflitto, durata 34 giorni, durante la quale Israele ha lanciato un'offensiva in territorio libanese ed ha imposto il blocco aeronavale sul Paese, mentre Hezbollah ha risposto con una intensa attività di guerriglia e con il lancio di razzi che hanno raggiunto anche città ritenute sicure come Nazareth, Haifa e Tiberiade. Le forze militari libanesi non sono intervenute nel conflitto. L'11 agosto 2006 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato, all'unanimità, la risoluzione n. 1701, che, tra l'altro, ha invitato alla completa cessazione delle ostilità (sia di ogni attacco da parte di Hezbollah sia di tutte le operazioni militari offensive da parte di Israele) ed ha previsto, a tregua avvenuta, il dispiegamento congiunto delle forze libanesi e di UNIFIL (il cui contingente è stato incrementato fino a un massimo di 15.000 unità) nel Libano meridionale, nonché il contestuale ritiro di Israele dalla regione. Il nuovo dispiegamento di UNIFIL, cui hanno contribuito in modo consistente e determinante l'Italia e la Francia, è stato avviato dopo il cessate il fuoco iniziato il 14 agosto. Nella guerra sono morti più di 1.100 libanesi, mentre oltre un milione sono stati costretti a lasciare le loro case. Sono stati danneggiati 150 ponti, 60.000 unità abitative, di cui almeno 15.000 completamente rase al suolo. La risoluzione ha ridefinito i compiti di UNIFIL ed ha previsto la costruzione di una fascia di sicurezza a sud del fiume Litani, nella quale la missione, insieme all'esercito libanese, esercita una azione "cuscinetto" per prevenire la ripresa delle ostilità. La risoluzione impegna il Governo libanese "a sorvegliare i propri confini in modo da impedire l'ingresso illegale in Libano di armamenti e materiali connessi", e tutti gli Stati ad adoperarsi affinché armamenti, materiali bellici e assistenza tecnico-militare siano forniti "solo su autorizzazione del Governo libanese o dell'UNIFIL". Tra i nuovi compiti di UNIFIL vi sono anche quelli di monitorare l'effettiva cessazione delle ostilità, di "mettere in atto i provvedimenti che impongono il disarmo dei gruppi armati in Libano", nonché di prestare la propria assistenza per contribuire ad assicurare l'accesso umanitario alle popolazioni civili e il volontario e sicuro ritorno delle persone sfollate. UNIFIL è inoltre autorizzata a resistere a tentativi volti ad impedire ad essa con la forza l'esecuzione dei suoi compiti, e a proteggere il personale, i locali, le installazioni e il materiale delle Nazioni Unite, nonché gli operatori umanitari e i civili "esposti a una minaccia imminente di violenza fisica". Lo scorso 30 agosto 2018 il Consiglio di Sicurezza ha approvato all'unanimità la risoluzione 2433 (2018) con la quale è stata disposta la proroga della missione UNIFIL fino al 31 agosto 2019.
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Il contributo italiano alla missione
Come precedentemente ricordato attualmente l'Italia partecipa alla missione UNIFIL con
1.072 unità di personale militare. Dal 7 agosto 2018 il nostro Paese ha assunto nuovamente l'incarico di
Head of Mission e Force Commander con il
Generale di Divisione Stefano Del Col.
Il Generale di Brigata dell'Esercito
Paolo Fabbri, dal
17 aprile 2018 è al comando del Settore Ovest di UNIFIL (
United Nation Interim Force in Lebanon - SW) e della
Joint Task Force italiana in Libano (JTF-L), principalmente composta da militari della
Brigata Alpina Julia, di stanza a
Udine.
La Brigata Alpina "Julia"/
Multinational Land Force (MLF), alla prima partecipazione alla missione UNIFIL in Libano, si è schierata per la prima volta in assoluto in conformazione DECI (
Defence Cooperation Initiative) che prevede l'impiego insieme ai militari italiani nelle cellule del Comando e nelle unità di manovra di "Leonte XXIV" non solo di personale di Slovenia e Ungheria, ma anche di Austria e Croazia a testimonianza della volontà di costruire ancora di più solide capacità per stringere le relazioni nell'area sud adriatica dell'Europa e renderle un esempio da seguire.
Nel dettaglio, nella
Task Force sono presenti i seguenti assetti nazionali:
Nell'ambito del
Sector West, operano unità di Armenia, Brunei, Estonia, Finlandia, Ghana, Georgia, Irlanda, Malesia, Repubblica di Corea, Serbia, Slovenia, e Tanzania.
La componente dell'aviazione dell'Esercito (
Task Force "ITALAIR") su base
2° Reggimento AVES "Sirio" di stanza a Lamezia Terme al comando del
Colonnello Luca Piperni, costituita da elicotteri AB-212, con compiti d'evacuazione sanitaria, ricognizione, ricerca, soccorso e collegamento, ha base a Naqoura, alle dipendenze dal comandante di UNIFIL..
Tra gli assetti presenti, presso Naqoura, anche il
Military Community Outreach
Unit (MCOU) con la leadership 28°reggimento Comunicazioni Operative "Pavia".
Si segnala, infine, che presso il Dipartimento per le Operazioni di mantenimento della Pace (
Department of Peacekeeping Operations - DPKO) dell'ONU a New York, su decisione del Segretario Generale delle Nazioni Unite, è stata istituita una Cellula di Direzione Strategica (Military Strategic Cell - MSC) della Missione UNIFIL con il compito di fornire le linee guida e la direzione strategico militare al responsabile della componente militare di UNIFIL.
fonte www.difesa.it |
La missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (MIBIL)La missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (MIBIL) ha l'obiettivo di incrementare le capacità complessive delle Forze di sicurezza libanesi, sviluppando programmi di formazione e addestramento preventivamente concordati con le Autorità libanesi.
L'Italia attualmente partecipa alla missione con 53 unità di personale militare. La proroga della partecipazione italiana alla missione fino alla fine del 2018 è stata da ultimo autorizzata dalla Camera lo scorso 19 dicembre 2018 con la citata risoluzione n. 6-00039 . Da gennaio a settembre 2018, in considerazione della richiesta delle autorità libanesi di estendere le attività di formazione e addestramento, si è avuto un incremento progressivo del contingente nazionale rispetto al 2017, da 25 a 53 unità "così da includere l'impiego non continuativo di un pattugliatore della Marina militare per le attività di addestramento a favore delle forze armate libanesi e lo svolgimento di attività di formazione per le Forze di polizia" (cfr. Relazione analitica sulle missioni in corso riferita ai primi nove mesi del 2018 cit, scheda n. 13).
La missione si inquadra nell'ambito delle iniziative
dell'Intemational support Group for Lebanon (ISG), inaugurato a New York il 25 settembre 2013 alla presenza del Segretario generale delle Nazioni Unite. La costituzione dell 'ISG consegue ad un appello del Consiglio di sicurezza per un forte e coordinato sostegno internazionale inteso ad assistere il Libano nei settori in cui esso è più colpito dalla crisi siriana, compresi l'assistenza ai rifugiati e alle comunità ospitanti, il sostegno strutturale e finanziario al governo, il rafforzamento delle capacità delle forze armate libanesi, chiamate a sostenere uno sforzo senza precedenti per mantenere la sicurezza e la stabilità, sia all'interno del territorio sia lungo il confine siriano e la
Blue line.
Per quanto riguarda le attività svolte dal contingente italiano nei primi nove mesi del 2018, la richiamata Relazione del Governo segnala che in tale anno sono state svolte le seguenti attività:
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