Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia 6 settembre 2018 |
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D.L. 84/2018: Cessione di unità navali alla Libia| |
Con la deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017, adottata ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge n. 145 del 2016 (c.d. legge-quadro sulle missioni internazionali), è stata prevista la partecipazione di personale militare alla nuova missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia per il periodo 1° gennaio 2018 - 30 settembre 2018.
Obiettivo della missione è di assistere il Governo di Accordo nazionale libico attraverso lo svolgimento di una serie di compiti (assistenza sanitaria, corsi di sminamento, formazione delle forze di sicurezza, assistenza nel controllo dell'immigrazione illegale, ripristino dell'efficienza degli assetti terrestri, navali ed aerei comprese le relative infrastrutture, attività di capacity building, ricognizioni sul territorio per individuare le attività di supporto necessarie, garanzia della cornice di sicurezza per il personale impiegato).
Fra i compiti della missione confluiscono pertanto le attività della precedente missione denominata operazione Ippocrate, terminata come missione autonoma il 31 dicembre 2017, il cui obiettivo era fornire supporto sanitario al Governo di Accordo nazionale libico, mediante l'installazione di un ospedale da campo presso l'aeroporto di Misurata, entro un quadro coerente con la Risoluzione UNSCR n. 2259 (2015).Sono confluiti, inoltre fra i compiti di questa nuova missione anche alcuni compiti previsti dalla missione di supporto alla Guardia costiera libica, in particolare quelli di ripristino dei mezzi aerei e degli aeroporti libici, finora demandati al dispositivo aeronavale nazionale Mare Sicuro. La relativa menzione è stata infatti espunta dalla scheda 24 sulla proroga della missione di supporto alla Guardia costiera libica rispetto a quanto previsto dalla precedente delibera del Governo (doc. CCL n. 2 del 28 luglio 2017).
La base giuridica della nuova missione è data da una serie di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che comprende, oltre alla già citata 2259 (2015), le risoluzioni 2312 (2016), 2362 (2017) e 2380 (2017), che definiscono il quadro delle attività di supporto al Governo di Accordo nazionale libico, in continuità con l'impegno umanitario assunto dall'Italia sulla crisi libica. A tale quadro normativo si aggiungono le specifiche richieste all'Italia del Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico, contenute nelle lettere del Presidente Al Serraj del 30 maggio e 23 luglio 2017.
L'Italia partecipa alla nuova missione con 400 unità di personale (di cui 300 sono le unità già precedentemente schierate dall'Operazione Ippocrate). La scheda relativa alla missione in esame in esame fa, inoltre, presente che saranno inviati 130 mezzi terrestri (cfr.: Allegato 2 alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017 - Doc. CCL, n. 3, scheda n. 1). Mezzi navali ed aerei saranno tratti dalle unità già autorizzate per il dispositivo aeronavale nazionale Mare Sicuro.
Il fabbisogno finanziario della missione è stimato in euro 34.982.433 per la durata programmata (dal 1° gennaio 2018 al 30 settembre 2018).
D.L. 84/2018: Cessione di unità navali alla LibiaCon il decreto-legge n. 84 del 2018, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2018, si è prevista la cessione al Governo libico, di complessive 12 unità navali al fine di incrementare la capacità operativa della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici nelle attività di controllo e di sicurezza per il contrasto dell'immigrazione illegale e della tratta di esseri umani. Più nel dettaglio, il provvedimento ha autorizzato la cessione a titolo gratuito al Governo libico, con contestuale cancellazione dai registri inventariali e dai ruoli speciali del naviglio militare dello Stato, di motovedette fino a un massimo rispettivamente di dieci unità navali, classe 500, fra quelle in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera e due unità navali, da 27 metri,fra quelle in dotazione alla Guardia di finanza. Inoltre, è stata autorizzata, per l'anno 2018, la spesa di complessivi 1.370.000 euro per garantire la manutenzione delle singole unità navali cedute e per lo svolgimento di attività addestrativa e di formazione del personale della Guardia costiera libica, ai fini di potenziarne la capacità operativa nel contrasto all'immigrazione illegale e alla tratta di esseri umani. La spesa autorizzata per il Ministero delle infrastrutture è pari a 800.000 euro. Per l'attività di addestramento relativa al la cessione delle due unità navali da 27 m della Guardia di finanza, i costi complessivi sono stimati in 400.000 euro per l'addestramento dei due equipaggi, composti da 14 unità ciascuno. Per la formazione si prevede un corso, da svolgersi presso la Scuola nautica del Corpo di Gaeta, della durata di tre settimane per 28 frequentatori più due tutor. A ciò si aggiungono i costi di gestione manutentiva stimati in 170.000 euro. L'articolo 2-bis, introdotto durante l'esame parlamentare del decreto legge, ha previsto l'adozione di un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con i Ministri della difesa, dell'interno, dell'ambiente e delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo che fisserà le modalità di utilizzo degli aeromobili a pilotaggio remoto, ai fini dell'attività di ricerca e soccorso e di polizia marittima, nonché per l'espletamento dei compiti d'istituto assegnati al Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera. Con riferimento al richiamato utilizzo degli aeromobili a pilotaggio remoto, nel corso dell'esame in sede consultiva del provvedimento presso la Commissione difesa della Camera (seduta del 31 luglio 2018) il Governo ha chiarito che ",che si tratta di velivoli appartenenti alle classi mini e micro utilizzabili, prioritariamente, per esigenze del controllo costiero e delle riserve marine."
I velivoli a pilotaggio remoto, nella letteratura internazionale generalmente individuati con l'acronimo inglese UAV, Unmanned Aerial Vehicles, sono stati introdotti nella tecnologia militare da alcuni anni, in particolare negli Stati Uniti. Essi consentono, in primo luogo, di effettuare ricognizioni in ambienti ostili e ad alto rischio, senza che venga messa repentaglio la vita di un pilota. L'assenza del pilota permette poi di costruire un velivolo molto più piccolo, capace di manovre aeree molto più impegnative, tali da essere difficilmente sopportate da un essere umano. Le ridotte dimensioni lo rendono inoltre di più difficile individuazione da parte del nemico. L'evoluzione della tecnologia ha consentito lo sviluppo di sistemi di pilotaggio remoto più evoluti, e quindi ha recato impulso alla produzione e sviluppo di velivoli UAV. La riflessione teorica sullo sviluppo di questi sistemi si sta orientando su una evoluzione volta a rendere possibile, in futuro, il pilotaggio remoto da parte di altri aeromobili, prevedendo altresì il contemporaneo pilotaggio di piccole flottiglie di UAV. Per aeromobili a pilotaggio remoto della categoria MALE si intendono gli aeromobili a pilotaggio remoto con un peso al decollo di 1.500 Kg, in grado di operare fino a 14.000 3 metri per un tempo di volo pari a circa 24 ore. Rientrano, invece, nella categoria "Apr mini-micro" gli aeromobili a pilotaggio remoto con un peso al decollo compreso tra i 2 e i 20 Kg (classe Mini) e tra i 0 e 2 Kg (classe micro). Al riguardo, si ricorda che nel corso della precedente legislatura la Commissione difesa della Camera ha espresso parere favorevole in merito al Programma pluriennale concernente l'acquisizione di una capacità iniziale di contrasto alla minaccia mini-micro APR (atto n. 460). È attualmente in corso di esame presso La Commissione difesa della Camera l'atto del Governo n. 2 (già Atto n. 510 della XVII legislatura), concernente il programma pluriennale di A/R(Ammodernamento e Rinnovamento) n. SMD (Stato maggiore difesa), relativo all'acquisizione, comprensiva del relativo sostegno logistico, di aeromobili a pilotaggio remoto della categoria MALE (Medium Altitude Long Endurance) e al potenziamento delle capacità di Intelligence, Surveillance and Reconaissance della Difesa.
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