DOSSIER
DI DOCUMENTAZIONE
STORICA
La Grande Influenza nell’attività parlamentare
della Camera dei deputati
nella XXIV e XXV Legislatura
del Regno d’Italia
XVIII Legislatura
N. 1 – Febbraio 2021
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Premessa
Il presente dossier intende ripercorrere, attraverso l’esame dell’attività parlamentare della Camera dei deputati tra il 1918 e il 1920, la storia della “Grande influenza” o epidemia di “spagnola”.
Se già a partire da maggio 1918 alcune circolari del Ministero della guerra avevano segnalato il diffondersi in corpi d’armata italiani di una “forma morbosa” – presto identificata come “epidemia di influenza” - alla Camera dei deputati se ne fa menzione per la prima volta il 3 ottobre 1918: il male colpisce la penisola con “speciale intensificazione e gravezza” e i deputati Rispoli e Saraceni interrogano il Governo sui focolai di Castellamare e Castrovillari. È evidente che “agglomerazioni” e “addensamenti” accelerano il contagio.
Il 17 ottobre 1918 il direttore generale della Sanità pubblica, Alberto Lutrario, presenta al Consiglio superiore di sanità la prima relazione ufficiale sull’epidemia, I provvedimenti del governo nell’epidemia di influenza.
Dall’inverno del 1918 alla primavera del 1919 i deputati presentano numerose interrogazioni e interpellanze sull’epidemia in corso. Si sollecitano in primo luogo provvedimenti governativi per garantire provvidenze e una più efficace assistenza sanitaria e farmaceutica specie in comuni rurali e isolati, maggiori approvvigionamenti alimentari, prolungamento di licenze, collaborazione di truppe territoriali ai servizi pubblici di igiene e assistenza, regolari disinfezioni di treni e stazioni, chiusura di luoghi di pubblico ritrovo, sospensione di riunioni e limitazioni di orario nei pubblici esercizi nonché benefici per categorie colpite dal morbo o ad esso particolarmente esposte. In altri casi si richiedono al Governo chiarimenti sulla gestione della pandemia, sull’adozione di specifici provvedimenti e sui criteri di assegnazione dei sussidi ovvero si segnalano disfunzioni quali carenza di chinino e mancate disinfezioni di treni e stazioni.
L’esame del dibattito parlamentare rivela che all’inizio di marzo 1919 l’influenza è ancora in corso mentre a giugno, per quanto “incombente”, appare ormai in via di risoluzione.
Nel corso della XXV legislatura si fa riferimento alla “spagnola” in soli tre casi: il 3 febbraio 1920 il Ministro degli affari esteri, interrogato sulle spese per l’affitto dell’hotel Edoardo VII, sede della delegazione italiana a Parigi durante la Conferenza di Pace, dichiara che 5500 franchi sono stati spesi in considerazione della “grippe spagnola” per la disinfezione iniziale; il 30 luglio 1920 il deputato Bignami dichiara che la “terribile epidemia […] presso a poco ha mietuto tante vittime quanto la guerra” mentre nella tornata del 31 luglio 1920 il deputato Ciccotti Scozzese fa cenno alle speculazioni scatenate dalla “spagnola”, in particolare agli indebiti guadagni dei farmacisti. Gli risponde l’onorevole Bianchi che “del resto la spagnola non è un fatto di guerra, e poi tutti sanno che dopo le epidemie viene un periodo di buona salute, quindi i due fenomeni si compensano”.
In allegato, a corredo della documentazione parlamentare, le relazioni ufficiali sulla pandemia del 1918 e 1922 – I provvedimenti del governo nell’epidemia di influenza e La tutela dell'igiene e della sanità pubblica durante la guerra e dopo la vittoria (1915-1920): L’influenza pandemica – e le statistiche ufficiali di mortalità nel biennio 1918-1919. Le menzionate circolari del ministero della guerra sull’influenza sono consultabili attraverso l’emeroteca digitale della Biblioteca nazionale di Roma a partire dal seguente link, nel Giornale di medicina militare, 1918, p. 571 (539) ss.
http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/RML0017740/1918/unico