Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Cultura
Titolo: Introduzione dell'insegnamento di educazione civica o di educazione alla cittadinanza attiva e responsabile e alla Costituzione
Riferimenti: AC N.682/XVIII AC N.734/XVIII AC N.916/XVIII AC N.988/XVIII AC N.1166/XVIII
Serie: Progetti di legge   Numero: 81
Data: 22/01/2019
Organi della Camera: VII Cultura


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Introduzione dell'insegnamento di educazione civica o di educazione alla cittadinanza attiva e responsabile e alla Costituzione

22 gennaio 2019
Schede di lettura


Indice

Premessa|Il quadro storico-normativo|Contenuto|Relazioni allegate o richieste|Necessità dell'intervento con legge|Rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite|


Premessa

Le proposte di legge si prefiggono l'introduzione dell'insegnamento di educazione civica (A.C. 682), ovvero di educazione alla cittadinanza attiva (A.C. 734), ovvero di educazione alla cittadinanza responsabile e alla Costituzione (A.C. 916), ovvero di Costituzione e cittadinanza europea (A.C. 988), ovvero di educazione alla cittadinanza e alla Costituzione (A.C. 1166).

A tal fine, alcune di esse prevedono la modifica o l'abrogazione delle disposizioni recate dall'art. 1 del D.L. 137/2008 (L. 169/2008) – che ha introdotto l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione (v. infra) –, altre stabiliscono che le nuove disposizioni integrano quanto stabilito dalla norma citata.

 

Al riguardo si ricorda, preliminarmente, che l'insegnamento delle diverse discipline nelle scuole di ogni ordine e grado, precedentemente regolato da programmi didattici nazionali, è ora disciplinato dal Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF), predisposto da ogni istituzione scolastica, il cui perno è il curricolo, che viene redatto dalle medesime istituzioni, nel rispetto degli orientamenti e dei vincoli posti dalle Indicazioni nazionali.

In particolare, il Piano dell'offerta formativa (in precedenza, predisposto ogni anno, oggi – in base a quanto disposto dalla L. 107/2015 – con validità triennale) è subentrato ai programmi didattici nazionali a seguito del riconoscimento dell'autonomia scolastica (art. 21 della L. 59/1997 e DPR 275/1999).

Per quanto concerne i curricoli, l' art. 8 del DPR 275/1999, recante proprio disciplina dell'autonomia scolastica, ha distinto al loro interno una quota nazionale obbligatoria ed una quota riservata alle istituzioni scolastiche, affidandone la determinazione ad un decreto ministeriale.
E', dunque, intervenuto il DM 28 dicembre 2005 (le cui linee sono poi state confermate dal DM 13 giugno 2006, n. 47) che, per il secondo ciclo di istruzione, ha identificato nel 20% dei curricoli la quota oraria rimessa alle istituzioni scolastiche, da utilizzare nell'ambito degli indirizzi definiti dalle regioni. In seguito, con nota Prot. 721 del 22 giugno 2006 il Ministero ha specificato che la quota del 20% deve intendersi applicabile ad ogni ordine e grado di istruzione.
Tale scelta è stata poi confermata dall' art. 64 del D.L. 112/2008 ( L. 133/2008), che ha previsto, fra l'altro, la ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuole, anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari (v. infra).

Il quadro storico-normativo

L'insegnamento nella scuola secondaria di I e di II grado della disciplina Educazione civica è stato introdotto dal DPR 585/1958 che, a tal fine, ha previsto, dall'a.s. 1958/1959, l' integrazione dei programmi di insegnamento della storia con quelli di educazione civica ad esso allegati.
In particolare, il DPR – evidenziato che «l'espressione "educazione civica" con il primo termine "educazione" si immedesima con il fine della scuola e col secondo "civica" si proietta verso la vita sociale, giuridica, politica, verso cioè i principi che reggono la collettività e le forme nelle quali essa si concreta» – aveva designato per il suo insegnamento il docente di storia. Indicando, dunque, i programmi da seguire, rispettivamente, nella scuola secondaria di I e di II grado, aveva stabilito che, nell'ambito dell'orario fissato per l'insegnamento della storia, il docente doveva destinare due ore mensili alla trattazione degli argomenti indicati.
Lo stesso DPR aveva evidenziato che "Nulla è da dire per quanto riguarda il ciclo della scuola primaria, per la quale si è provveduto col decreto del Presidente della Repubblica 14 giugno 1955, n. 503".
Nel DPR 503/1955, recante i programmi per la scuola primaria, infatti, si era già fatto riferimento all' Educazione morale e civile.
In seguito, con l'approvazione dei nuovi programmi didattici per la scuola primaria disposta con il DPR 104/1985, a decorrere dall'a.s. 1987/1988 (per le classi prime), l'Educazione morale e civile assunse la nuova denominazione di Educazione alla convivenza democratica.
 
Successivamente, nello Statuto delle studentesse e degli studenti adottato con DPR 249/1998, la scuola è stata definita come "comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire" – per quanto qui interessa – "la formazione alla cittadinanza".
 
Ancora dopo, la L. 53/2003 – nel rimettere (art. 7, co. 1, lett. a)) a regolamenti di delegificazione l'individuazione del nucleo essenziale dei piani di studio scolastici per la quota nazionale relativamente agli obiettivi specifici di apprendimento, alle discipline e alle attività – ha stabilito:
-     all'art. 2, co. 1, lett. b), che, nell'ambito del sistema educativo di istruzione e formazione, sono promossi il conseguimento di una formazione spirituale e morale, anche ispirata ai princìpi della Costituzione, e lo sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla comunità locale, alla comunità nazionale ed alla civiltà europea;
-     all'art. 2, co. 1, lett. f), il principio secondo cui la scuola primaria ha il fine, tra l'altro, di educare ai princìpi fondamentali della convivenza civile.
In tal senso, con le Indicazioni nazionali per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo grado, di cui agli allegati B e C al d.lgs. 59/2004 – emanato in attuazione della stessa L. 53/2003 – fu introdotta l' Educazione alla convivenza civile, che comprendeva l'educazione alla cittadinanza, nonché l'educazione stradale, ambientale, alla salute, alimentare e all'affettività.
 
Ancora in seguito, l 'art. 1 del D.L. 137/2008 (L. 169/2008) ha previsto che, a decorrere dall'a.s. 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell'art. 11 del DPR 275/1999, dovevano essere attivate iniziative di sensibilizzazione e di formazione del personale al fine di favorire l'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a Cittadinanza e Costituzione, nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Ha altresì previsto che iniziative analoghe dovevano essere avviate nella scuola dell'infanzia.
Nel marzo 2009, il MIUR – facendo seguito alla C.M. n. 100 dell'11 dicembre 2008, che recava, tra l'altro, le prime informazioni sull'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, sollecitava le scuole ad approfondire temi, valori e regole a fondamento della convivenza civile e ad inserirli, per quanto possibile, nella programmazione degli interventi formativi – ha diramato il documento di indirizzo per la sperimentazione dell'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Il documento illustrava i nuclei tematici e gli obiettivi di apprendimento caratterizzanti l'insegnamento, affidando alle scuole e ai docenti il compito di distribuire i contenuti declinati nell'arco dei diversi anni di corso. In particolare:
-     per la scuola dell'infanzia, le conoscenze e le abilità specifiche da trasmettere riguardavano il  concetto di famiglia, di scuola e di gruppo come comunità di vita;
-     per la scuola primaria, si prevedeva l'insegnamento delle prime nozioni sulla Costituzione e sulla convivenza, i diritti fondamentali dell'uomo, il significato delle formazioni sociali, l'importanza della tutela del paesaggio, alcune basilari nozioni di sicurezza stradale, la salvaguardia della salute, il valore del rispetto delle regole;
-     per la scuola secondaria, si prevedeva lo studio della Costituzione, con una particolare attenzione ai diritti e ai doveri del cittadino e il diritto internazionale in materia di diritti umani. Il riferimento alla legalità era presente in vari passaggi.
 
Nello stesso anno, per il primo ciclo di istruzione, l'art. 5 del DPR 89/2009 - emanato in attuazione dell'art. 64 del D.L. 112/2008 - nello stabilire il quadro orario settimanale e annuale per l'insegnamento delle discipline nella scuola secondaria di I grado – tra cui, Italiano, Storia e Geografia, a cui sono riservate 9 ore settimanali e 297 ore annuali (per il tempo prolungato: 15 ore settimanali e 495 ore annuali) –, ha previsto che l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione è inserito nell' area disciplinare storico-geografica. Per la scuola primaria – per cui non è stato definito uno specifico quadro orario –, l'art. 4, co. 9, ha rimandato per l'acquisizione delle conoscenze e delle competenze relative a Cittadinanza e Costituzione all'applicazione dell'art. 1 del D.L. 137/2008.
Al riguardo, le vigenti Indicazioni nazionali per il primo ciclo, adottate con il DM 254/2012, sottolineano come è compito peculiare di questo ciclo scolastico porre le basi per l'esercizio della cittadinanza attiva. Obiettivi irrinunciabili dell'educazione alla cittadinanza sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un' etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole e che implicano l'impegno a elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita. Accanto a ciò, si prevede la prima conoscenza della Costituzione, attraverso cui gli alunni imparano a riconoscere e a rispettare i valori in essa sanciti e tutelati
 
Per il secondo ciclo di istruzione, l'art. 10, co. 7, del DPR 89/2010 – sempre emanato in attuazione dell'art. 64 del D.L. 112/2008 – ha disposto che, nei percorsi dei licei, le attività e gli insegnamenti relativi a Cittadinanza e Costituzione si sviluppano nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e nel monte ore complessivo in esse previsto, con riferimento all'insegnamento di «Diritto ed economia» o, in mancanza di quest'ultimo, all'insegnamento di «Storia e Geografia» e «Storia» (si tratta: per il liceo classico, di 99 ore annue per ciascun anno di corso; per il liceo scientifico, il liceo linguistico, il liceo artistico e il liceo musicale e coreutico, di 99 ore annue per ciascun anno del primo biennio e di 66 ore annue per ciascun anno del secondo biennio e nell'ultimo anno di corso; per il liceo delle scienze umane, di 66 ore annue per ciascun anno di corso).
In particolare, il DM 211/2010, recante le Indicazioni nazionali per i licei, evidenzia che "l'acquisizione delle competenze relative a Cittadinanza e Costituzione investe globalmente il percorso scolastico, su almeno tre livelli. Innanzitutto, nell'ambito della Storia e della Filosofia, lo studente è chiamato ad apprendere alcuni nuclei fondamentali relativi all'intreccio tra le due discipline e il diritto, anche nei percorsi che prevedono l'insegnamento di Diritto ed Economia (cui, in questo caso, «Cittadinanza e Costituzione» è affidata). In secondo luogo, la vita stessa nell'ambiente scolastico rappresenta, ai sensi della normativa vigente, un campo privilegiato per esercitare diritti e doveri di cittadinanza. In terzo luogo, è l'autonomia scolastica, nella ricchezza delle proprie attività educative, ad adottare le strategie più consone al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Documento di indirizzo".
Anche per gli istituti tecnici e gli istituti professionali, rispettivamente, l'art. 5, co. 1, lett. e), del DPR 88/2010 e l'art. 5, co. 1, lett. e), del DPR 87/2010 hanno stabilito che attività e insegnamenti relativi a Cittadinanza e Costituzione sono previsti in tutti i percorsi. In particolare, gli Allegati A ai DPR hanno disposto che tali attività e insegnamenti coinvolgono tutti gli ambiti disciplinari e si sviluppano, in particolare, in quelli di interesse storico-sociale e giuridico-economico.
Al riguardo, le Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti tecnici, emanate, per il primo biennio, con Direttiva 57/2010 e quelle per il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti professionali, emanate, sempre per il primo biennio, con Direttiva 65/2010, evidenziano, in particolare, che in tale biennio l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione è attuato attraverso lo studio della Costituzione Italiana, dell'Unione europea e delle grandi organizzazioni internazionali, nonché dei concetti di norma giuridica e fonti del diritto e della loro codificazione e che assume grande rilevanza anche il tema dell'educazione finanziaria e del relativo grado di "alfabetizzazione" dei cittadini (financial literacy).
Per il secondo biennio e l'ultimo anno, la Direttiva 4/2012 (istituti tecnici) e la Direttiva 5/2012 (istituti professionali), relativamente alle competenze storico-sociali, sottolineano, in particolare, che "organici raccordi tra le discipline delle Aree di indirizzo e la Storia possono essere sviluppati, inoltre, attraverso le attività e gli insegnamenti relativi a «Cittadinanza e Costituzione» che consentono di superare la separatezza disciplinare con la valorizzazione ed il potenziamento della dimensione civico-sociale delle discipline stesse".
 
Nel prosieguo, l'art. 1, co. 7, lett. d), della L. 107/2015 ha inserito fra gli obiettivi del potenziamento dell'offerta formativa lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri.
Da ultimo, l'art. 2, co. 4, del d.lgs. 62/2017 – emanato sulla base dell'art. 1, co. 180 e 181, lett. i), della stessa L. 107/2015 e recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato – ha disposto che nell'ambito del primo ciclo sono oggetto di valutazione le attività svolte nell'ambito di Cittadinanza e Costituzione. Ciò si è applicato già dall'a.s. 2017-2018.
A sua volta, l'art. 17, co. 10, ha disposto che il colloquio previsto nell' esame di Stato conclusivo del secondo ciclo accerta anche le conoscenze e competenze maturate dal candidato nell'ambito delle attività relative a Cittadinanza e Costituzione. Tale previsione si applicherà dall'a.s. in corso.
 
Per completezza, si ricorda, infine, che la L. 222/2012 ha disposto che, a decorrere dall'a.s. 2012/2013, nelle scuole di ogni ordine e grado, nell'ambito delle attività finalizzate all'acquisizione delle conoscenze e delle competenze relative a Cittadinanza e Costituzione, sono organizzati percorsi didattici, iniziative e incontri celebrativi finalizzati ad informare e a suscitare la riflessione sugli eventi e sul significato del Risorgimento, nonché sulle vicende che hanno condotto all'Unità nazionale, alla scelta dell'inno di Mameli e della bandiera nazionale e all'approvazione della Costituzione.
 
A livello europeo, si ricorda, anzitutto, che la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE), relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente, definisce le competenze alla stregua di una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto, ed evidenzia che le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e l'occupazione.
Il quadro di riferimento delinea 8 competenze chiave, tra cui le Competenze sociali e civiche. In particolare, "la competenza civica dota le persone degli strumenti per partecipare appieno alla vita civile grazie alla conoscenza dei concetti e delle strutture sociopolitici e all'impegno a una partecipazione attiva e democratica". Più nello specifico, "la competenza civica si basa sulla conoscenza dei concetti di democrazia, giustizia, uguaglianza, cittadinanza e diritti civili, anche nella forma in cui essi sono formulati nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e nelle dichiarazioni internazionali e nella forma in cui sono applicati da diverse istituzioni a livello locale, regionale, nazionale, europeo e internazionale. Essa comprende la conoscenza delle vicende contemporanee nonché dei principali eventi e tendenze nella storia nazionale, europea e mondiale. Si dovrebbe inoltre sviluppare la consapevolezza degli obiettivi, dei valori e delle politiche dei movimenti sociali e politici. È altresì essenziale la conoscenza dell'integrazione europea, nonché delle strutture, dei principali obiettivi e dei valori dell'UE, come pure una consapevolezza delle diversità e delle identità culturali in Europa".
La promozione di equità, coesione sociale e cittadinanza attiva grazie all'educazione scolastica è anche uno dei principali obiettivi individuati dalle Conclusioni del Consiglio su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione del 12 maggio 2009.
L'importanza strategica dell'educazione civica nelle scuole è stata ulteriormente sottolineata nella dichiarazione sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l'istruzione adottata durante la riunione ministeriale informale tenutasi a Parigi il 17 marzo 2015, con la quale i Ministri dell'Istruzione hanno lanciato un appello ad agire a tutti i livelli di governo per consolidare il ruolo dell'istruzione nel promuovere i valori condivisi di una cittadinanza europea attiva.
Nel 2016, a seguito degli attacchi terroristici in Europa, la Commissione ha adottato la comunicazione "Sostenere la prevenzione della radicalizzazione che porta all'estremismo violento" ( COM(2016)379) ribadendo il ruolo dell'istruzione nella prevenzione del rischio di radicalizzazione dei giovani.  E nel 2017, in vista del vertice di Göteborg, la comunicazione "Rafforzare l'identità europea grazie all'istruzione e alla cultura" ( COM(2017)673), in cui si legge che "è nell'interesse di tutti gli Stati membri sfruttare a pieno le potenzialità rappresentate da istruzione e cultura quali forze propulsive per occupazione, giustizia sociale e cittadinanza attiva e mezzi per sperimentare l'identità europea in tutta la sua diversità".
Infine, il 22 maggio 2018 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato la Raccomandazione sulla promozione di valori comuni, di un'istruzione inclusiva e della dimensione europea dell'insegnamento ( 2018/C 195/01), con cui gli Stati membri sono stati chiamati, fra l'altro, a proseguire nell'attuazione degli impegni della dichiarazione di Parigi, in particolare promuovendo l'educazione alla cittadinanza attiva e all'etica, nonché un clima di apertura in classe, per favorire comportamenti tolleranti e democratici, nonché competenze sociali, civiche e interculturali.
La Raccomandazione si prefigge, fra l'altro, di promuovere una dimensione europea dell'insegnamento incoraggiando:
  • la comprensione del contesto europeo, del patrimonio, dei valori comuni, dell'unità e della diversità sociale, culturale e storica dell'Unione e degli Stati membri;
  • la comprensione delle origini, dei valori e del funzionamento dell'Unione;
  • progetti di base per favorire e migliorare la conoscenza dell'Unione europea anche con iniziative quali la celebrazione nelle scuole, su base volontaria, di una "Giornata dell'Unione europea".
La Raccomandazione sollecita a tal fine un "uso efficace degli strumenti di finanziamento dell'UE, in particolare Erasmus+, i fondi strutturali e di investimento europei, Europa Creativa, Europa per i cittadini, il programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza e Orizzonte 2020" e guarda con favore a progetti di mobilità finalizzata all'apprendimento "a tutti i livelli d'istruzione, concentrandosi sulle scuole, i progetti transnazionali, la rete e-Twinning e le attività Jean Monnet".
In materia, si veda anche il Rapporto Eurydice, Educazione alla cittadinanza a scuola in Europa – 2017 ( qui una sintesi).
 
Alle previsioni fin qui ricordate si affiancano, infine, varie iniziative amministrative. A titolo di esempio, si ricordano:
-     i concorsi per le scuole proposti annualmente dal MIUR in collaborazione con Camera e Senato: qui il bando del Progetto-Concorso "Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione" per l'a.s. 2018/2019, rivolto agli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado con l'obiettivo di avvicinare i giovani ai valori e ai princìpi della Carta costituzionale;
-     il Piano nazionale per l'educazione al rispetto varato dal MIUR nel mese di ottobre 2017 e finalizzato a promuovere nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado azioni educative e formative volte ad assicurare l'acquisizione e lo sviluppo di competenze trasversali, sociali e civiche, che rientrano nel più ampio concetto di educazione alla cittadinanza attiva e globale.
Qui la pagina dedicata sul sito del MIUR.
 

Contenuto

Di seguito si riporta una sintesi delle previsioni recate da ciascuna delle proposte di legge in esame, limitatamente ai contenuti inerenti l'introduzione del nuovo insegnamento.

 

A.C. 682

 

L'A.C. 682 stabilisce che, "a decorrere dall'a.s. 2018/2019" – ovvero, dall'a.s. già in corso, nelle scuole primarie e secondarie è attivato l'insegnamento dell'educazione civica, con un monte ore annuale di 33 ore (corrispondente a 1 ora settimanale). A tal fine, sostituisce l'art. 1 del D.L. 137/2008.

Come già si è detto, per la scuola primaria la normativa vigente non prevede uno specifico quadro orario per le varie discipline.

Gli obiettivi del nuovo insegnamento sono indicati solo nella relazione illustrativa dove, a titolo di esempio, si fa riferimento all'avvicinamento dei giovani alla conoscenza delle istituzioni, all'inserimento nel mondo del volontariato, all'integrazione con le persone con disabilità, alla partecipazione a forme di cittadinanza attiva, all'educazione alla legalità.

L'insegnamento dell'educazione civica è oggetto di esame di fine ciclo (solo) nella scuola secondaria di primo grado.

Nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado, l'insegnamento dell'educazione civica è affidato ai docenti dell'area storico-geografica mentre, nella scuola secondaria di secondo grado, spetta ai docenti dell'area economico-giuridica.

Si prevede, inoltre, l'istituzione di un premio annuale per l'educazione civica, conferito dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, volto a individuare le esperienze migliori "per ogni ordine e grado di istruzione" (dunque, includendo, in questo caso, anche la scuola dell'infanzia), al fine di promuovere la loro diffusione. La relativa disciplina applicativa è affidata ad un regolamento da adottare con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Dall'attuazione di tali previsioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

 

A.C. 734

 

Gli artt. 1 e 2, co. 1 e 2, dell'A.C. 734 introducono, a decorrere dall'a.s. successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge, nelle scuole di ogni ordine e grado, l'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza attiva, ad integrazione di quanto previsto dall'art. 1 del D.L. 137/2008.

La finalità è quella della diffusione della conoscenza dei principi costituzionali, allo scopo di sviluppare negli studenti competenze e comportamenti responsabili di cittadinanza attiva, ispirati ai valori della legalità, della partecipazione e della solidarietà, mediante la riflessione sulle regole su cui si basa la convivenza tra le persone. Le relative attività devono tener conto della storia, delle tradizioni e della cultura del territorio in cui è inserita la singola istituzione scolastica.

Oltre alla normale attività didattica in classe, l'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza attiva può avvenire anche attraverso attività extrascolastiche. Per le scuole secondarie di secondo grado, nell'ambito delle attività di alternanza fra scuola e lavoro, tali attività possono essere svolte presso uffici pubblici, istituzioni, fondazioni e istituzioni culturali.

L'art. 1, co. 784, della legge di bilancio 2019 (L. 145/2018) ha ridenominato i percorsi di alternanza scuola-lavoro in percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento.

In ogni caso, modalità e tempi dell'insegnamento sono definiti dalle singole istituzioni scolastiche, garantendo che lo stesso abbia caratteristiche interdisciplinari e multidisciplinari.

Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono individuati i criteri per l'individuazione delle competenze acquisite e i relativi strumenti di valutazione.

Inoltre, si prevede che, nell'ambito dei progetti di educazione alla cittadinanza attiva, anche ai fini dell'apprendimento dei principi della cittadinanza digitale, le istituzioni scolastiche svolgono anche un'attività di sensibilizzazione in merito ai diritti e ai doveri connessi all'uso di internet e degli altri strumenti digitali, e attivano progetti per prevenire e contrastare il bullismo informatico.

 

A.C. 916

 

L'A.C. 916 introduce nelle scuole primarie e secondarie, a decorrere dall'a.s. 2019/2020, l'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza responsabile e alla Costituzione come disciplina autonoma cui è attribuita una propria valutazione.

Il nuovo insegnamento – introdotto "in conformità alle finalità" previste dall'art. 1 del DL 137/2008 – è inteso come processo formativo volto a favorire una consapevole partecipazione dei giovani alla vita civile e democratica, a promuovere lo sviluppo di una coscienza civica ispirata ai principi di cittadinanza attiva e solidale, nonché a promuovere la consapevolezza dei valori fondanti e dei principi ispiratori della Costituzione.

Con uno o più regolamenti da emanare su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata, sono definiti:

  • il monte ore mensile, comunque non inferiore a 4;
  • i contenuti da trattare nei diversi cicli di studio, secondo principi fissati, tra cui: studio della Costituzione; introduzione di base al diritto costituzionale; introduzione al diritto dell'Unione europea; educazione alla legalità; educazione alla cittadinanza digitale; educazione al rispetto dei beni culturali, paesaggistici e naturali; educazione ai principi di pari opportunità;
  • l'individuazione del personale docente, adeguatamente formato, per la scuola primaria, e del personale docente afferente alle classi di concorso relative all'area giuridica, letteraria, storica e filosofica per la scuola secondaria di primo e di secondo grado.

In particolare, la disciplina per le attività di aggiornamento del personale docente è definita con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Per tali attività è autorizzata una spesa di € 2 mln per il 2019 e € 5 mln annui per il 2020 e 2021, a valere sulle risorse del Fondo "La Buona Scuola" (art. 1, co. 202, della L. 107/2015).

In base al DM 31 dicembre 2018, di riparto in capitoli, per il 2019 e il 2020 non risultano allocate risorse destinate al Fondo "La Buona Scuola", mentre lo stanziamento del Fondo per il 2021 ammonta a € 26,1 mln.

Dispone, altresì, che le istituzioni scolastiche provvedono a programmare anche attività di studio, nonché viaggi di istruzione, al fine di aumentare la conoscenza delle istituzioni italiane ed europee, della loro storia e del loro funzionamento.

 

A.C. 988

 

L'A.C. 988 introduce nelle scuole primarie e secondarie, a decorrere dall'anno scolastico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge, l'insegnamento di Costituzione e cittadinanza europea, intesa come processo formativo con cui gli studenti acquisiscono la piena consapevolezza di essere soggetti attivi e protagonisti di una comunità informata ai principi e ai valori della Costituzione e delle norme dell'Unione europea.

L'insegnamento si aggiunge a quello di Cittadinanza e Costituzione previsto dall'art. 1 del D.L. 137/2008.

In particolare, nelle more della revisione organica delle Indicazioni nazionali, si stabilisce che il nuovo insegnamento – articolato su un orario di almeno 33 ore annue (corrispondenti a 1 ora settimanale) – è introdotto come disciplina autonoma cui è attribuita una propria valutazione. Il nuovo insegnamento è affidato, nella scuola primaria, a docenti adeguatamente formati, mentre nella scuola secondaria è affidato a docenti abilitati all'insegnamento delle scienze giuridiche ed economiche.

Appositi corsi di formazione e aggiornamento sono predisposti dalle regioni, d'intesa con gli uffici scolastici regionali, a valere su risorse del Fondo sociale europeo 2014-2020.

Ulteriori oneri – stimati in € 15 mln, ma per il solo primo a.s. di attivazione del nuovo insegnamento, e riferiti unicamente alle ore didattiche aggiuntive nella scuola primaria – sono posti a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione (art. 18, co. 1, lett. a), D.L. 185/2008-L. 2/2009).

Le scuole possono determinare autonomamente ulteriori iniziative extracurricolari ed extrascolastiche finalizzate alla promozione e alla valorizzazione dei comportamenti positivi aventi per oggetto lo sviluppo delle competenze di cittadinanza.

 

A.C. 1166

 

L'A.C. 1166 stabilisce che, a decorrere dall'a.s. 2019/2020, nelle scuole primarie e secondarie è introdotto l'insegnamento dell'educazione alla cittadinanza e alla Costituzione, come disciplina autonoma cui è attribuita una propria valutazione, da impartire per 2 ore settimanali, mediante rimodulazione della quota oraria attribuita all'insegnamento delle discipline storiche, filosofiche e giuridiche. L'insegnamento ha lo scopo di sviluppare negli studenti il senso della cittadinanza, mediante la conoscenza della Costituzione nei suoi aspetti giuridici, storici, culturali e morali e nella sua qualità di enunziato fondamentale dei valori comuni della vita civile collettiva della nazione.

A tal fine, abroga, tra l'altro, l'art. 1 del D.L. 137/2008.

Gli obiettivi di apprendimento relativi al nuovo insegnamento sono elaborati e proposti da una Commissione appositamente costituita con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e comprendono, fra gli altri, studio della Costituzione italiana e dei suoi principi ispiratori, istituzioni della Repubblica italiana e dell'Unione europea, educazione digitale, educazione ambientale, educazione stradale, educazione alla legalità.

Le proposte formulate dalla Commissione sono successivamente recepite con regolamento adottato con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentito il Consiglio superiore della pubblica istruzione, che integra le Indicazioni nazionali.

Relativamente al personale docente, con decreto del medesimo Ministro sono stabiliti le competenze minime necessarie per l'insegnamento della nuova disciplina nella scuola primaria e i criteri per lo svolgimento delle attività di aggiornamento. Sempre con decreto del Ministro sono individuate le classi di concorso che conferiscono l'abilitazione all'insegnamento della nuova disciplina nelle scuole secondarie, con particolare riferimento a quelle esistenti per l'insegnamento di italiano, storia, filosofia, diritto ed economia.


Relazioni allegate o richieste

Le proposte di legge sono corredate di relazione illustrativa.


Necessità dell'intervento con legge

Le disposizioni vertono in materia affidata alla competenza legislativa dello Stato.


Rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite

Le disposizioni attengono alle "norme generali sull'istruzione" che l'art. 117, secondo comma, della Costituzione affida alla competenza legislativa esclusiva dello Stato.

La Corte Costituzionale, nella sentenza n. 279/2005, pronunciandosi sulla legittimità costituzionale di numerose disposizioni del citato d.lgs. 59/2004, ha tracciato un quadro generale di riferimento per l'interpretazione del quadro delle competenze delineato dalla Costituzione in materia di istruzione.
In particolare, la Corte – intendendo preliminarmente distinguere la categoria delle "norme generali sull'istruzione", di competenza esclusiva dello Stato, da quella dei "principi fondamentali" in materia di istruzione, destinati ad orientare le regioni negli ambiti di competenza concorrente – ha precisato che "le norme generali in materia di istruzione sono quelle sorrette, in relazione al loro contenuto, da esigenze unitarie e, quindi, applicabili indistintamente al di là dell'ambito propriamente regionale". In tal senso, le norme generali si differenziano dai " principi fondamentali", i quali, "pur sorretti da esigenze unitarie, non esauriscono in se stessi la loro operatività, ma informano, diversamente dalle prime, altre norme, più o meno numerose".
La Corte è tornata sull'argomento con la sentenza n. 200/2009 – volta a stabilire la legittimità costituzionale di talune disposizioni dell'art. 64 del D.L. 112/2008 (L. 133/2008) –, con la quale ha evidenziato che "una chiara definizione vincolante, ma ovviamente non tassativa, degli ambiti riconducibili al 'concetto' di " norme generali sull'istruzione" è ricavabile, anzitutto, dal contenuto degli artt. 33 e 34 Cost.
La Corte ha inoltre rilevato che rientrano nelle norme generali sull'istruzione anche gli ambiti individuati dalla L. 53/2003, fra i quali, per quanto qui più interessa, la previsione generale del nucleo essenziale dei piani di studio scolastici per la "quota nazionale".