Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Ambiente
Titolo: Contributi del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi per l'anno 2019
Riferimenti: SCH.DEC N.129/XVIII
Serie: Atti del Governo   Numero: 129
Data: 11/11/2019
Organi della Camera: VIII Ambiente


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Contributi del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi per l'anno 2019

11 novembre 2019
Atti del Governo


Indice

Presupposti normativi|Contenuto|


Presupposti normativi

Il comma 40 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 1995, n. 549,  recante misure di razionalizzazione della finanza pubblica (collegato 1996), ha disposto l'iscrizione in un unico capitolo - nello stato di previsione di ciascun Ministero interessato - degli importi dei contributi dello Stato in favore di enti ed istituti vari (individuati in un'apposita tabella allegata alla legge).

Il citato comma 40 prevede che il riparto dei contributi tra gli enti interessati venga annualmente effettuato, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, con decreto di ciascun Ministro, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, alle quali vengono altresì inviati i rendiconti annuali dell'attività svolta dai suddetti enti.


Contenuto

Lo schema di decreto ministeriale provvede a ripartire annualmente le risorse del capitolo 1551, piano gestionale (p.g.) 2, del bilancio di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (d'ora in poi MATTM), a favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.

Il capitolo citato è collocato all'interno del programma 13 Tutela e conservazione della fauna e della flora e salvaguardia della  biodiversità e dell'ecosistema marinonell'ambito della missione 18 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente

Con legge 4 agosto 2016,.n. 163, "Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, concernenti il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'articolo 15 della legge 24 dicembre 2012, n 243" è stato, tra l'altro, abrogato l'articolo 11 della legge 196/2009, che al comma 3, lettera d), aveva previsto l'espunzione delle spese obbligatorie, dalla ex Tabella C, e, ai sensi del successivo art. 52, comma 1, aveva disposto che dette spese obbligatorie fossero determinate dalla legge di bilancio.

In applicazione di detta norma, dall'anno 2017, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha assegnato i fondi stanziati per le spese di natura obbligatoria nella tabella ordinaria, sul capitolo 1551, prevedendo due piani gestionali: il piano gestionale 1, per  le spese di personale, e il piano gestionale 2, per le spese di funzionamento, includendo, in quest'ultimo, le somme da erogare in favore di "enti, istituti, associazioni, fondazioni ed ·altri organismi".

Nel capitolo 1551 lo stanziamento complessivo di competenza per il 2019 risulta pari a 70,6 milioni di euro.


Stanziamento da ripartire

Lo stanziamento da ripartire per il 2019 è pari a circa 4,1 milioni di euro ( euro 4.102.413,00), in leggera diminuzione rispetto ai 4,3 milioni di euro ripartiti nel 2018. 


Criteri e finalità del riparto relativo a parchi e aree marine protette

La procedura per il riparto della quota destinata agli Enti Parco nazionali, ammontante ad euro 1.888.000,00 e riconducibile al criterio della complessità territoriale-amministrativa delle aree protette, secondo quanto risulta dalla relazione illustrativa, è stata elaborata sulla base di tre distinti parametri:

  • la superficie occupata da ciascun Parco (rilevata dal 6° aggiornamento dell'Elenco Ufficiale delle aree naturali protette, approvato con D.M. Ambiente 27 aprile 2010). Per i parchi dell'Arcipelago di La Maddalena e dell'Arcipelago toscano è stato utilizzato anche il dato relativo alla superficie di perimetrazione a mare;
  • le superfici delle zone naturali di riserva integrale (Zona A ovvero 1): si tiene conto pertanto dell'estensione complessiva della superfici che presentano un particolare pregio naturalistico e che risultano sottoposte a speciali vincoli per la fruizione;
  • il numero dei Comuni insistenti in tutto o in parte sul territorio di ciascun Parco, quale indicatore del grado di difficoltà nella gestione delle relazioni istituzionali che l'Ente Parco deve affrontare.

Secondo quanto risulta dalla relazione e dalla tabella allegata allo schema (v. infra), sono state assegnate quote fisse pari a 65.000,00 euro,  85.000,00 euro e 103.000,00 euro, sulla base dei valori assunti dai parametri suddetti, ai quali sono stati applicati appositi coefficienti di ponderazione, che tengono conto del livello di importanza assegnato a ciascun parametro in rapporto con gli altri. L'allegato A incluso nel presente schema di decreto reca una tabella esplicativa dei criteri per il riparto 2019 con l'indicazione dei coefficienti di ponderazione e dei valori assegnati a ciascun parametro.

Si ricorda che il MATTM ha recentemente presentato al Parlamento la Relazione sull'attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli Enti parco nazionali - anno 2018

Relativamente al riparto della quota destinata alle Aree marine protette, pari ad euro 921.000,00, la procedura è stata elaborata sulla base della distinzione in zone ASPIM (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea) e zone non ASPIM, prevedendo, per le prime una quota fissa di 53.000,00 euro e per le seconde una quota fissa di 23.000,00 euro.

Le ASPIM (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea) sono state istituite sulla base della Convenzione di Barcellona del 1978, ratificata ai sensi della legge 21 gennaio 1979 n. 30, relativa alla protezione del Mar Mediterraneo dall'inquinamento, e del Protocollo relativo alle Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo del 1995 (Protocollo ASP) che le prevede al fine di promuovere la cooperazione nella gestione e conservazione delle aree naturali, così come nella protezione delle specie minacciate e dei loro habitat. 

Le aree marine protette italiane inserite nella lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea sono 10: Portofino, Miramare, Plemmirio, Tavolara-Punta Coda Cavallo, Torre Guaceto, Capo Caccia-Isola Piana, Punta Campanella, Porto Cesareo, Capo Carbonara, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre.

I diversi importi assegnati alle aree incluse nella lista ASPIM trovano giustificazione, secondo quanto argomentato nella relazione illustrativa, nel fatto che essere in tale lista "comporta un aumento di responsabilità sul controllo dell'ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie ASPIM e gli habitat in cui le specie vivono e si riproducono", che implica quindi "un lavoro costante ed oneroso attraverso il regolare monitoraggio e la salvaguardia delle specie individuate negli elenchi ASPIM".

Con riferimento alla procedura per il riparto della quota alle Aree Marine Protette, la relazione illustrativa sottolinea che "il modello di programmazione standardizzato di cui le aree marine protette sono state dotate a partire dal 2012 consente di assicurare il monitoraggio delle politiche di settore per le diverse aree di intervento e la programmazione ai fini della gestione di finanziamenti nazionali e/o europei, in considerazione delle sempre più esigue risorse ordinarie statali stanziate. In tal modo si garantisce uniformità di programmazione, innalzamento degli standard di gestione attraverso l'individuazione degli obiettivi prioritari (cosa proteggere, minacce ambientali esistenti, strategie da adottare per ridurre gli impatti antropici), facilitazione dello scambio di buone pratiche all'interno del sistema delle aree marine protette. A ciò si aggiunge nello stesso anno 2012 la definizione e l'adozione di un metodo per l'assegnazione delle risorse loro destinate per i finanziamenti ordinari, basato sull'applicazione di 'criteri obiettivi di riparto' suddivisi nelle tre macroaree 'Tutela dell'AMP', 'Impatto antropico' ed 'Efficienza gestionale', criteri aggiornati annualmente". La relazione illustrativa continua specificando inoltre che "il modello di gestione del sistema nazionale delle aree marine protette italiane si completa con il progetto di durata quadriennale per l'eco-rendicontazione naturalistica, avviato con le risorse assegnate dalla Direttiva ministeriale del 2013 ed in prosecuzione con le successive, per l'individuazione di indicatori di efficacia di gestione rispetto aIle finalità istitutive e per la successiva applicazione sperimentale della metodologia individuata.  


Somme ripartite e soggetti destinatari

La seguente tabella mostra la ripartizione dello stanziamento per il 2019 tra le diverse categorie di spesa prevista dallo schema di decreto ministeriale in esame.

La relazione illustrativa, per quanto riguarda il cronoprogramma delle attività finanziate a valere sul capitolo 1551 per l'anno 2019, con riferimento alla quota assegnata agli Enti parco e alle Aree marine protette nazionali, stabilisce la seguente tempistica: la trasmissione della proposta progettuale entro 20 giorni dalla comunicazione della presente direttiva, la prima relazione sulle attività in corso entro il 31 maggio 2020 e la trasmissione della rendicontazione e della relazione finale entro il 30 novembre 2020. 

Per l'assolvimento degli obblighi derivanti dall'adesione dello Stato alle Convenzioni internazionali (Convenzione di Bonn sulla tutela delle specie migratorie ratificata ai sensi della legge 25 gennaio 1983, n. 42 e Convenzione sul commercio internazionale di flora e fauna minacciate da estinzione (CITES), ratificata ai sensi della legge 19 dicembre 1975, n. 874) lo schema di decreto in esame assegna complessivamente  euro 427.000,00. 

Per la voce Fondo di premialità per progetti sperimentali la relazione illustrativa sottolinea che si è ritenuto di riservare una quota pari ad euro 46.413,00, da destinare agli Enti parco che avranno rispettato termini e modalità previste e raggiunto un buono stato di avanzamento dei progetti, ovvero per la compensazione di eventuali ulteriori accantonamenti operati sul capitolo 1551 p.g. 2, ovvero ogni maggior onere o risparmio di spesa dovuto al calcolo in valuta dei trasferimenti obbligatori destinati alle Convenzioni internazionali.  

Ai tre parchi minerari - Parco tecnologico ed archeologico delle colline metallifere grossetane, Parco museo delle miniere dell'Amiata, Parco museo delle miniere di zolfo delle Marche - sono state destinate risorse pari, rispettivamente, ad euro 300.000,00, 300.000,00 e 220.000,00.

La medesima relazione illustrativa sottolinea che tali Parchi, sorti per effetto di apposite disposizioni normative, che ne hanno previsto l'istituzione con decreto ministeriale, non hanno flussi stabilizzati di risorse finanziarie, ma considerata l'esistenza e gli interventi di tutela realizzati, al fine di garantire la continuità della loro azione, a partire dall'esercizio 2004, compatibilmente con le necessità riferite agli Enti Parco nazionali e alle Aree Marine Protette, sono state individuate le quote finanziabili.


Il dettaglio degli importi attribuiti a parchi ed aree marine protette

Le due tabelle seguenti riprendono, rispettivamente, i dati esposti negli allegati A e B dello schema di decreto in esame, con riguardo al riparto della quota attribuita ai Parchi nazionali (euro 1.888.000,00) e della quota attribuita alle Aree marine protette (euro 921.000,00).