Audizione del direttore esecutivo dell'Agenzia per la difesa europea, Jiří Šedivý, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui sistemi di difesa 8 giugno 2021 |
Il Direttore esecutivo dell'Agenzia per la difesa europea
Jiří Šedivý (Repubblica Ceca) è stato
nominato direttore esecutivo dal Comitato direttivo dell'EDA, su proposta dell'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'UE, Josep Borrell, il
5 marzo 2020.
Jiří Šedivý in precedenza ha ricoperto, tra le altre, la carica di
Ministro della difesa della Repubblica Ceca (2006-2007) e di
Rappresentante permanente della Repubblica Ceca presso la NATO (2012-2019).
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L'Agenzia per la difesa europea (European Defense Agency - EDA)
L'Agenzia europea per la difesa (EDA) è stata
istituita dal Consiglio dell'UE il 12 luglio 2004, con l'
obiettivo di
sostenere gli
Stati membri e il
Consiglio dell'UE nei loro sforzi per
migliorare le capacità di difesa europee nel campo della gestione delle crisi
e
sostenere la politica europea di sicurezza e di difesa, nel suo assetto attuale e in quello futuro.
All'EDA partecipano
tutti gli Stati membri dell'UE (ad
eccezione della Danimarca). L'attività dell'EDA è attualmente disciplinata dalla
decisione (PESC) 2015/1835 del Consiglio dell'UE, del 12 ottobre 2015. Si ricorda che il
Regno Unito, in conseguenza del recesso dall'UE,
non partecipa più alla politica estera e di sicurezza (PESC) e alla politica di sicurezza e difesa comune dell'UE e quindi
non fa più parte dell'EDA. Nell'ambito dei negoziati per l'accordo relativo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra l'UE e il Regno Unito, il Governo del Regno Unito non ha espresso interesse a negoziare disposizioni relative ad una sua eventuale partecipazione alla PESC ed alla PSDC.
L'EDA
opera sotto l'autorità del Consiglio dell'UE ed è
presieduta dall'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, Josep Borrell.
Organo decisionale dell'EDA è il
comitato direttivo (Steering Board), composto dai
Ministri della difesa degli Stati membri partecipanti e da un rappresentante della Commissione.
L'EDA ha
sede a Bruxelles e conta circa
170 dipendenti (
al 31 dicembre 2019,
fonte rapporto annuale EDA 2020)
composti da: personale assunto direttamente dall'Agenzia con contratti a termine; esperti nazionali distaccati dagli Stati membri; funzionari dell'Unione distaccati presso l'Agenzia per un periodo determinato.
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Mandato dell'EDA
L'EDA, sotto l'autorità del Consiglio, ha, in particolare, il
mandato di:
Il
18
maggio 2017 il Comitato direttivo dell'EDA ha adottato delle
raccomandazioni con le quali ha convenuto di
rafforzare la missione dell'EDA, trasformandola fra l'altro
nell'operatore principale per le attività connesse alla difesa finanziate dall'UE.
L'EDA conta
3 direzioni operative: Pianificazione e supporto alla cooperazione; Capacità, armamenti e tecnologia; Sinergie europee e innovazione.
Per il
2020 l'EDA ha beneficiato per il complesso delle sue attività di un
bilancio di 106,52 milioni di euro (
fonte rapporto annuale EDA 2020).
L'EDA pubblica un
rapporto annuale sulle sue attività. Il
rapporto 2020 è stato pubblicato il 31 marzo 2021.
Di seguito una
illustrazione delle principali iniziative, nell'ambito della
cooperazione europea nel settore della difesa, che prevedono il
coinvolgimento dell'EDA ed in particolare:
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Revisione coordinata annuale in materia di difesa (Coordinated Annual Review on Defence - CARD)
Il
piano
di attuazione della Strategia globale in materia di sicurezza e difesa, presentato dall'allora Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, il 14 novembre 2016 ha avviato una
procedura di revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) da parte degli Stati membri, volta a promuovere lo sviluppo delle capacità ovviando alle carenze, e garantire la coerenza dei piani di spesa nazionali. Si tratta di una sorta di "
semestre europeo della difesa", con l'obiettivo di aiutare gli Stati membri a sincronizzare, su base volontaria, i loro bilanci per la difesa, a pianificare insieme i loro investimenti futuri e a evitare duplicazioni.
La
CARD è stata
avviata in via sperimentale a partire dall'autunno 2017 e poi in modo permanente dal
2019-2020 sulla base del
Piano di sviluppo di capacità.
Dal 2008,
l'Agenzia europea per la difesa (EDA) elabora - in stretta cooperazione con gli Stati membri, il comitato militare europeo (
EU Military Committee - EUMC) e lo Stato maggiore dell'UE (
EU Military Staff - EUMS) -
un piano di sviluppo delle capacità (
Capability Development Plan - CDP) per affrontare le sfide di sicurezza e difesa nel breve, medio e lungo termine. Il CDP è un metodo di pianificazione completo che fornisce un quadro delle capacità militari europee nel corso del tempo. Può essere utilizzato dagli Stati membri al momento di individuare le priorità e le opportunità di cooperazione. Il CDP è in continuo aggiornamento e
l'ultima versione del piano di sviluppo delle capacita è stata approvata dai ministri della Difesa dell'UE il 28 giugno 2018 e individua
11 aree di priorità: capacità di risposta nell'ambito della cybersicurezza; servizi di informazioni e comunicazioni basati sull'osservazione dallo spazio; superiorità informativa; capacità di combattimento sul terreno; capacità logistiche e di supporto medico; manovrabilità navale; controllo sottomarino per la resilienza marittima; superiorità aerea; mobilità aerea; integrazione delle capacità militari aeree nell'evoluzione del settore aereo; capacità in settori trasversali per raggiungere i livelli di ambizione dell'UE. Per maggiori informazioni si rinvia alla
nota esplicativa dell'EDA.
Sempre in tema di
pianificazione strategica, l'EDA cura inoltre l'
Agenda strategica generale di ricerca (
Overarching Strategic Research Agenda- OSRA) con l'obiettivo di fornire una visione armonizzata delle priorità della ricerca europea in materia di difesa e dei possibili percorsi per raggiungerli, tenendo conto di diversi finanziamenti e meccanismi disponibili come il Fondo europeo per la difesa e i
rapporti per l'identificazione delle attività strategiche principali (
Key Strategic Activities – KSA) che, sulla base delle priorità del CDP e OSRA, individuano le competenze, le tecnologie, le capacità produttive che l'Europa deve acquisire, salvaguardare e sviluppare per avanzare in futuro verso l'autonomia tecnologica, industriale e strategica.
Il
primo rapporto sulla CARD
, presentato dall'EDA il
20 novembre 2020 e le cui raccomandazioni sono state approvate dal Comitato direttivo, indica
55 opportunità di cooperazione multinazionale riguardanti tutti i settori militari: terra (17), aria (14), mare (12), ciberspazio (3), spazio (4) e "
Joint and Enabler" (5). La relazione conclude che molte di queste opportunità sono potenzialmente in grado di produrre un significativo impatto sulle capacità europee, offrire vantaggi operativi e sostenere l'autonomia strategica dell'UE. La relazione raccomanda anche altre
56 opportunità di collaborazione correlate nel campo della ricerca e tecnologia (R&T).
Il rapporto individua
sei capacità di prossima generazione in
aree cruciali in cui gli Stati membri possono concentrare il proprio impegno, dato che tali aree hanno un elevato potenziale di stimolare le prestazioni operative dell'UE e dei suoi Stati membri nel
breve e medio termine, oltre a garantire il
know-how industriale:
Per quanto riguarda più in generale la
situazione della difesa europea, il rapporto rileva che la situazione della difesa europea è caratterizzata da
frammentazione, incoerenza nonché da spese per la
cooperazione in materia di difesa che stanno scendendo ben
al di sotto dei parametri collettivi concordati. Tale constatazione vale per lo sviluppo delle capacità militari, gli sforzi nel campo della R&T, il sostegno all'industria della difesa e gli aspetti operativi.
Il rapporto conclude che, per poter rimediare alla costosa frammentazione e ottenere vantaggi dalle sinergie e dal rafforzamento dell'interoperabilità militare, sarà
necessario un impegno costante per un lungo periodo di tempo in termini di spese, pianificazione e cooperazione in materia di difesa.
Inoltre, il rapporto rileva che:
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Cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa (Permanent Structured Cooperation - PESCO)
L'
EDA svolge (congiuntamente al Servizio per l'azione esterna) la funzione del
Segretariato della
Cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa
(
PESCO).
La
cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa è stata istituita dal
Consiglio affari esteri dell'UE
l'11 dicembre 2017 – sulla base della proposta presentata da Francia, Germania, Italia e Spagna – con la
decisione (PESC) 2017/2315.
Alla PESCO partecipano
25 Stati membri dell'UE, tutti
tranne Danimarca,
Malta.
La decisione istitutiva della PESCO stabilisce i seguenti
impegni vincolanti:
Il Consiglio dell'UE ha approvato il
20 novembre 2020 delle
conclusioni con le quali ha approvato i risultati della
revisione strategica della PESCO 2020 che fornisce
orientamenti per la prossima fase (2021-2025). La revisione ha, in particolare, evidenziato la necessità di onorare gli impegni più vincolanti e di
conseguire risultati concreti e realizzazioni tangibili
entro il 2025 e sottolineato l'importanza di compiere progressi tangibili verso
un pacchetto di forze coerente che copra tutto lo spettro e che rafforzi la capacità di azione militare dell'UE. Inoltre, sottolinea e ribadisce obiettivi chiave come quelli connessi agli investimenti per la difesa, a un uso più sistematico degli strumenti di difesa dell'UE nei processi di pianificazione della difesa nazionale, al rafforzamento dell'efficacia operativa dell'UE e allo sviluppo delle capacità necessarie. La revisione evidenzia inoltre un elenco di
26 progetti PESCO che produrranno risultati concreti o
raggiungeranno la piena capacità operativa
prima della fine del 2025.
Tra
i 26 progetti in stato più avanzato vi è il
progetto a guida italiana relativo a
Sorveglianza e protezione marittima e dei porti.
Gli
altri progetti suscettibili di raggiungere la
capacità operativa prima del 2025 sono indicati di seguito con un
asterisco.
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I Progetti di cooperazione in ambito PESCO
Nel quadro della
PESCO sono stati avviati fino ad ora
46
progetti di cooperazione. L
'Italia
partecipa in 25 progetti dei quali
per 9 è il paese
capofila
Si tratta dei seguenti progetti:
Progetti per i quali l'Italia è il paese coordinatore
Progetti ai quali l'Italia partecipa
Progetti ai quali l'Italia non partecipa
Per una
panoramica dei
46 progetti PESCO attualmente in corso si veda il seguente
link.
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Fondo europeo per la difesa
Il nuovo Quadro finanziario pluriennale dell'Unione 2021-2027 prevede l'istituzione di un
Fondo europeo per la difesa, dotato di
risorse complessive (per sette anni) di circa 7,9 miliardi di euro, divisi tra
finanziamenti alla
ricerca (2.651 milioni) e allo
sviluppo (5.302 milioni).
Il Fondo - istituito con il
regolamento (UE) 2021/696, del 29 aprile 2021- ha
l'obiettivo di
rafforzare l'industria europea di settore,
favorire le economie di scala e la standardizzazione dei sistemi di difesa, in modo da rendere "più efficiente" la spese degli Stati membri, e favorire una
maggiore interoperabilità tra le diverse forze armate nazionali.
Il Fondo europeo per la difesa si basa su due programmi precursori, avviati nell'ambito del bilancio 2014-2020: l'
azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa (90 milioni di euro per il periodo 2017-2019) e il
programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (500 milioni di euro per il 2019 e il 2020).
Il
Fondo europeo copre tutto il ciclo produttivo dell'industria della difesa.
I
progetti finanziabili possono infatti riguardare:
Considerato il suo obiettivo (migliorare la cooperazione in ambito UE), i progetti sono finanziabili solo se coinvolgono, in un
consorzio, almeno
tre soggetti giuridici diversi (non controllati tra loro) di tre diversi Stati membri.
In linea di principio i fondi sono riservati alle imprese stabilite all'interno del territorio UE o in un paese associato, che non siano controllate da un paese terzo o da soggetti di paesi terzi. La partecipazione di aziende stabilite nell'UE ma controllate da paesi o entità terze è però ammessa (eccezione fortemente sostenuta dall'Italia nel negoziato) a certe condizioni: che il loro contributo sia necessario per raggiungere gli obiettivi dell'azione e che tale partecipazione "non metta a rischio gli interessi di sicurezza dell'Unione e dei suoi Stati membri".
Le
quote di co-finanziamento dei progetti sono differenziate a seconda delle attività. Per le
attività di ricerca il progetto può essere
finanziato anche al 100%. Per le attività di test, certificazioni e collaudi, la quota di finanziamento può invece arrivare fino all'80% delle spese complessive. Per lo
sviluppo di prototipi la quota
non può eccedere il 20% dei costi, con un incremento progressivo se il progetto è stato già approvato in sede PESCO o se coinvolge piccole e medie imprese. Una parte di
fondi, almeno il
5% del totale, deve essere destinata a sostenere le cosiddette "
tecnologie di rottura".
I progetti che rientrano nella PESCO beneficiano di un
più alto tasso di cofinanziamento da parte dell'UE nell'ambito del
Fondo europeo per la difesa, rispetto ai progetti ordinari, che può arrivare fino al
30% dei costi complessivi.
I progetti che partecipano al Fondo dovranno essere
sostenuti dai Paesi membri dal punto finanziario (per la quota non finanziata), e anche con un
impegno formale ad acquistare il prodotto finale.
Su richiesta del Parlamento europeo è stata anche inserita una clausola di "valutazione etica" dei progetti da finanziare, in base alla quale, per esempio, sarebbero escluse dai finanziamenti le
armi letali autonome (quelle che "non permettono un adeguato controllo umano sulle decisioni in materia di scelta e intervento nell'esecuzione di attacchi contro l'uomo"), con possibili eccezioni solo per i sistemi di allarme rapido e di contromisure a fini difensivi.
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Il Piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio
La Commissione europea ha presentato il
22 febbraio 2021 il
piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio i cui principali obiettivi sono:
Sulla base di tali obiettivi, il piano d'azione prevede
11 azioni mirate volte a:
Nel piano d'azione la Commissione indica che
l'ecosistema industriale aereospaziale e della difesa rappresenta un
fatturato annuale di 376 miliardi di euro, coinvolge circa
44.000 imprese e impiega circa
1,5 milioni di dipendenti. Mentre, sempre secondo i dati riportati dalla Commissione (riferiti al 2015), il
settore dell'industria della sicurezza in ambito civile in Europa realizza un
fatturato annuo di 200 miliardi di euro in oltre 20 sottosettori dell'economia europea ed impiega circa
4,7 milioni di persone.
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Bussola strategica (Strategic compass)
Tra le iniziative in materia di difesa nelle quali l'
EDA è coinvolta e che avranno un
futuro impatto sulle sue attività si segnala l'elaborazione in corso presso le istituzioni dell'UE, sulla base dei contributi degli Stati membri e con il supporto del SEAE (Servizio per l'azione esterna dell'UE), della
Bussola Strategica (
Strategic Compass).
Si ricorda, infatti, che il
Consiglio dell'UE nelle
conclusioni del
17 giugno 2020 ha
invitato l'Alto Rappresentante a
presentare, in stretta
cooperazione con gli Stati membri e basandosi sui contributi di questi ultimi,
entro la fine del 2020, un'analisi esauriente a 360 gradi di tutte le minacce e le sfide, che fornisca il contesto per l'elaborazione, da parte degli Stati membri, di un
documento sullo Strategic Compass che il Consiglio adotterà nel 2022. La
Commissione e l'Agenzia europea per la difesa sono associate in questo processo.
L'obiettivo dello
Strategic Compass è di sviluppare una "
cultura strategica condivisa", partendo da una
visione comune delle minacce che incombono sull'Europa e dei
possibili strumenti per farvi fronte e definendo
obiettivi chiari e misurabili in un orizzonte temporale di 5/10 anni nell'ambito della sicurezza e difesa.
Lo Strategic Compass dovrebbe essere articolato in
due parti.
Nella
prima parte dovrebbero essere individuate da un lato le minacce e le sfide che l'UE ha di fronte, e dall'altro le risposte che essa intende mettere in campo.
La
seconda parte dovrebbe invece essere divisa in
quattro aree:
a) gestione delle crisi: muovendo dall'identificazione degli interessi e dei valori comuni, si dovranno analizzare priorità e modalità delle missioni UE, migliorando la generazione delle forze, la prontezza e la capacità di reazione e le modalità di finanziamento;
b) resilienza: gli Stati dovranno identificare le aree di vulnerabilità dell'Unione, con una particolare attenzione alla capacità di resilienza dei cittadini e alla protezione di obiettivi strategici anche di carattere civile;
c) sviluppo capacitivo
: è l'ambito più prettamente militare, entro cui dovranno essere individuate le capacità necessarie all'Unione. Gli Stati dovrebbero individuare i
parametri per la costituzione di un pacchetto di forze coerente che copra tutto lo spettro (c.d. "
Full spectrum Force Package"), concentrandosi sui punti deboli rispetto ad una piena autonomia operativa delle forze UE. In quest'ambito si prevede anche un aggiornamento del Piano di sviluppo delle capacità dell'UE. Lo
Strategic Compass dovrà anche fornire indicazioni per stimolare lo sviluppo della base tecnologica industriale europea. Il processo dovrebbe portare alla definizione di
nuovi obiettivi in termini di capacità della difesa europea entro il 2022;
d) partenariati
: con l'obiettivo di migliorare le sinergie con le organizzazioni internazionali e regionali (Unione africana, Asean, ecc.) per promuovere approccio multilaterale e la cooperazione anche nel campo della difesa e della sicurezza.
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Conclusioni del Consiglio dell'UE del 10 maggio 2021 sulle iniziative UE nel settore della difesa
Il
Consiglio dell'UE ha adottato il 10 maggio 2021 delle
conclusioni sulla
sicurezza e la difesa, nelle quali, in particolare, si indica l'importanza di
rafforzare le iniziative dell'UE nel settore della difesa, tra cui la
cooperazione strutturata permanente (PESCO), il
programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP) e altre iniziative quali il
piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio, e di garantire contemporaneamente la
coerenza nell'utilizzo dei vari strumenti.
In particolare, il Consiglio dell'UE:
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La cooperazione tra l'UE e la NATO
Il
Segretario generale della NATO ha ribadito in più occasioni la necessità del
rafforzamento della difesa europea, della
complementarietà degli sforzi NATO ed UE e l'opportunità di
bilanciare con un crescente impegno degli Alleati continentali il
nuovo orientamento militare
americano verso i
quadranti asiatico e pacifico.
A margine del
Vertice NATO dell'8 e 9 luglio 2016 in Polonia, l'UE e la NATO hanno sottoscritto una
dichiarazione congiunta
sull'intensificazione della cooperazione pratica attraverso
iniziative di cooperazione nei seguenti settori:
Il
Consiglio dell'UE ha adottato il
5 dicembre 2017 delle conclusioni nelle quali ha
approvato nuove iniziative di cooperazione con la NATO (portando a
74 il totale delle iniziative di cooperazione pratica in corso), comprendenti aspetti quali l'antiterrorismo, la cooperazione donne, pace e sicurezza e la mobilità militare.
Il
10 luglio 2018, l'UE e la NATO hanno firmato una
nuova dichiarazione congiunta, che integra quella del 2016, e nella quale si indica che l'UE e la NATO concentreranno la propria cooperazione in settori quali:
mobilità militare; cibersicurezza; minacce ibride; lotta al terrorismo; donne e sicurezza.
Il
16 giugno 2020 la Nato e l'UE hanno pubblicato il
quinto rapporto sullo stato di attuazione delle iniziative previste dalle due dichiarazioni, nel quale in particolare si evidenzia che:
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Spesa dell'UE per la difesa
Di seguito una
tabella di raffronto tra la spesa per la difesa e la duplicazione di sistemi di arma esistenti nell'
UE e negli USA (fonte Servizio per l'azione esterna (SEAE) - dati al 2017).
Di seguito la tabella relativa alla
spesa per la difesa in percentuale del PIL 2014 e 2020 (stimata)
pubblicata dalla Nato il 16 marzo 2021.
Si evidenzia che, tra gli
Stati membri dell'UE, raggiungono l'obie
ttivo fissato in ambito NATO di una spesa per la difesa pari al 2% del PIL i seguenti paesi (in ordine di maggior volume di spesa):
Grecia, Estonia, Polonia, Lettonia, Lituania, Romania, Francia e Repubblica slovacca.
L'
Italia ha fatto registrare per il 2020 un livello stimato di
1,39%.
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