Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: Audizione del direttore esecutivo dell'Agenzia per la difesa europea, Jiří Šedivý, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui sistemi di difesa
Serie: Documentazione per le Commissioni - Audizioni e incontri in ambito UE   Numero: 35
Data: 08/06/2021
Organi della Camera: IV Difesa


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Audizione del direttore esecutivo dell'Agenzia per la difesa europea, Jiří Šedivý, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui sistemi di difesa

8 giugno 2021


Indice

Il Direttore esecutivo dell'Agenzia per la difesa europea|L'Agenzia per la difesa europea (European Defense Agency - EDA)|Revisione coordinata annuale in materia di difesa (Coordinated Annual Review on Defence - CARD)|Cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa (Permanent Structured Cooperation - PESCO)|Fondo europeo per la difesa|Il Piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio|Bussola strategica (Strategic compass)|Conclusioni del Consiglio dell'UE del 10 maggio 2021 sulle iniziative UE nel settore della difesa|La cooperazione tra l'UE e la NATO|Spesa dell'UE per la difesa|


Il Direttore esecutivo dell'Agenzia per la difesa europea

Jiří Šedivý (Repubblica Ceca) è stato nominato direttore esecutivo dal Comitato direttivo dell'EDA, su proposta dell'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'UE, Josep Borrell, il 5 marzo 2020.
Jiří Šedivý in precedenza ha ricoperto, tra le altre, la carica di Ministro della difesa della Repubblica Ceca (2006-2007) e di Rappresentante permanente della Repubblica Ceca presso la NATO (2012-2019).

L'Agenzia per la difesa europea (European Defense Agency - EDA)

L'Agenzia europea per la difesa (EDA) è stata istituita dal Consiglio dell'UE il 12 luglio 2004, con l' obiettivo di sostenere gli Stati membri e il Consiglio dell'UE nei loro sforzi per migliorare le capacità di difesa europee nel campo della gestione delle crisi e sostenere la politica europea di sicurezza e di difesa, nel suo assetto attuale e in quello futuro.
All'EDA partecipano tutti gli Stati membri dell'UE (ad eccezione della Danimarca). L'attività dell'EDA è attualmente disciplinata dalla decisione (PESC) 2015/1835 del Consiglio dell'UE, del 12 ottobre 2015. Si ricorda che il Regno Unito, in conseguenza del recesso dall'UE, non partecipa più alla politica estera e di sicurezza (PESC) e alla politica di sicurezza e difesa comune dell'UE e quindi non fa più parte dell'EDA. Nell'ambito dei negoziati per l'accordo relativo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra l'UE e il Regno Unito, il Governo del Regno Unito non ha espresso interesse a negoziare disposizioni relative ad una sua eventuale partecipazione alla PESC ed alla PSDC.
L'EDA opera sotto l'autorità del Consiglio dell'UE ed è presieduta dall'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, Josep Borrell.
Organo decisionale dell'EDA è il comitato direttivo (Steering Board), composto dai Ministri della difesa degli Stati membri partecipanti e da un rappresentante della Commissione.
L'EDA ha sede a Bruxelles e conta circa 170 dipendenti ( al 31 dicembre 2019, fonte rapporto annuale EDA 2020) composti da: personale assunto direttamente dall'Agenzia con contratti a termine; esperti nazionali distaccati dagli Stati membri; funzionari dell'Unione distaccati presso l'Agenzia per un periodo determinato.

Mandato dell'EDA

L'EDA, sotto l'autorità del Consiglio, ha, in particolare, il mandato di:
  • contribuire ad individuare gli obiettivi di capacità militari degli Stati membri e a valutare il rispetto degli impegni in materia di capacità assunti dagli Stati membri;
  • promuovere l'armonizzazione delle esigenze operative e l'adozione di metodi di acquisizione efficienti e compatibili, in particolare attraverso: a) la promozione e il coordinamento dell'armonizzazione dei requisiti militari; b) la promozione di un approvvigionamento valido ed efficiente in termini di costi mediante l'individuazione e la diffusione delle migliori pratiche; c) la messa a punto di valutazioni delle priorità finanziarie per lo sviluppo e l'acquisizione di capacità;
  • proporre progetti multilaterali per il conseguimento degli obiettivi in termini di capacità militari e assicurare il coordinamento dei programmi attuati dagli Stati membri e la gestione di programmi di cooperazione specifici;
  • sostenere la ricerca nel settore della tecnologia della difesa e coordinare e pianificare attività di ricerca congiunte;
  • contribuire a individuare e, se del caso, ad attuare misure utili a potenziare la base industriale e tecnologica del settore della difesa e migliorare l'efficacia delle spese militari;
  • sostenere i progetti nell'ambito della cooperazione strutturata in materia di difesa (PESCO), in particolare: i) facilitando iniziative comuni o europee di vasta portata in materia di sviluppo di capacità; ii) contribuendo alla periodica valutazione dei contributi degli Stati membri partecipanti in termini di capacità.
Il 18 maggio 2017 il Comitato direttivo dell'EDA ha adottato delle raccomandazioni con le quali ha convenuto di rafforzare la missione dell'EDA, trasformandola fra l'altro nell'operatore principale per le attività connesse alla difesa finanziate dall'UE.
L'EDA conta 3 direzioni operative: Pianificazione e supporto alla cooperazione; Capacità, armamenti e tecnologia; Sinergie europee e innovazione.
Per il 2020 l'EDA ha beneficiato per il complesso delle sue attività di un bilancio di 106,52 milioni di euro ( fonte rapporto annuale EDA 2020).
L'EDA pubblica un rapporto annuale sulle sue attività. Il rapporto 2020 è stato pubblicato il 31 marzo 2021.
Di seguito una illustrazione delle principali iniziative, nell'ambito della cooperazione europea nel settore della difesa, che prevedono il coinvolgimento dell'EDA ed in particolare:
  • la pianificazione strategica nell'ambito della procedura di revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD);
  • la cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa (Permanent Structured Cooperation – PESCO);
  • il nuovo Fondo europeo per la difesa;
  • il Piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio;
  • i lavori per la definizione della Bussola Strategica ( Strategic Compass), documento che dovrebbe costituire lo strumento per la definizione della futura strategia in materia di sicurezza e difesa dell'UE.

Revisione coordinata annuale in materia di difesa (Coordinated Annual Review on Defence - CARD)

Il piano di attuazione della Strategia globale in materia di sicurezza e difesa, presentato dall'allora Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, il 14 novembre 2016 ha avviato una procedura di revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) da parte degli Stati membri, volta a promuovere lo sviluppo delle capacità ovviando alle carenze, e garantire la coerenza dei piani di spesa nazionali. Si tratta di una sorta di " semestre europeo della difesa", con l'obiettivo di aiutare gli Stati membri a sincronizzare, su base volontaria, i loro bilanci per la difesa, a pianificare insieme i loro investimenti futuri e a evitare duplicazioni.
La CARD è stata avviata in via sperimentale a partire dall'autunno 2017 e poi in modo permanente dal 2019-2020 sulla base del Piano di sviluppo di capacità.
Dal 2008, l'Agenzia europea per la difesa (EDA) elabora - in stretta cooperazione con gli Stati membri, il comitato militare europeo ( EU Military Committee - EUMC) e lo Stato maggiore dell'UE ( EU Military Staff - EUMS) - un piano di sviluppo delle capacità ( Capability Development Plan - CDP) per affrontare le sfide di sicurezza e difesa nel breve, medio e lungo termine. Il CDP è un metodo di pianificazione completo che fornisce un quadro delle capacità militari europee nel corso del tempo. Può essere utilizzato dagli Stati membri al momento di individuare le priorità e le opportunità di cooperazione. Il CDP è in continuo aggiornamento e l'ultima versione del piano di sviluppo delle capacita è stata approvata dai ministri della Difesa dell'UE il 28 giugno 2018 e individua 11 aree di priorità: capacità di risposta nell'ambito della cybersicurezza; servizi di informazioni e comunicazioni basati sull'osservazione dallo spazio; superiorità informativa; capacità di combattimento sul terreno; capacità logistiche e di supporto medico; manovrabilità navale; controllo sottomarino per la resilienza marittima; superiorità aerea; mobilità aerea; integrazione delle capacità militari aeree nell'evoluzione del settore aereo; capacità in settori trasversali per raggiungere i livelli di ambizione dell'UE. Per maggiori informazioni si rinvia alla nota esplicativa dell'EDA.
Sempre in tema di pianificazione strategica, l'EDA cura inoltre l' Agenda strategica generale di ricerca ( Overarching Strategic Research Agenda- OSRA) con l'obiettivo di fornire una visione armonizzata delle priorità della ricerca europea in materia di difesa e dei possibili percorsi per raggiungerli, tenendo conto di diversi finanziamenti e meccanismi disponibili come il Fondo europeo per la difesa e i rapporti per l'identificazione delle attività strategiche principali ( Key Strategic ActivitiesKSA) che, sulla base delle priorità del CDP e OSRA, individuano le competenze, le tecnologie, le capacità produttive che l'Europa deve acquisire, salvaguardare e sviluppare per avanzare in futuro verso l'autonomia tecnologica, industriale e strategica.
Il primo rapporto sulla CARD , presentato dall'EDA il 20 novembre 2020 e le cui raccomandazioni sono state approvate dal Comitato direttivo, indica 55 opportunità di cooperazione multinazionale riguardanti tutti i settori militari: terra (17), aria (14), mare (12), ciberspazio (3), spazio (4) e " Joint and Enabler" (5). La relazione conclude che molte di queste opportunità sono potenzialmente in grado di produrre un significativo impatto sulle capacità europee, offrire vantaggi operativi e sostenere l'autonomia strategica dell'UE. La relazione raccomanda anche altre 56 opportunità di collaborazione correlate nel campo della ricerca e tecnologia (R&T).
Il rapporto individua sei capacità di prossima generazione in aree cruciali in cui gli Stati membri possono concentrare il proprio impegno, dato che tali aree hanno un elevato potenziale di stimolare le prestazioni operative dell'UE e dei suoi Stati membri nel breve e medio termine, oltre a garantire il know-how industriale:
  • carro armato da battaglia – si raccomanda, sul lungo periodo, di sviluppare e acquisire in comune un carro armato da battaglia di prossima generazione (entrata in servizio intorno alla metà degli anni 2030) e, sul breve periodo, di ammodernare e aggiornare congiuntamente le capacità esistenti. Se gli Stati membri collaboreranno all'aggiornamento o all'introduzione di mezzi nuovi, entro la metà degli anni 2030 sarà possibile ottenere una riduzione del 30 % dei tipi e delle varianti;
  • natante europeo di superficie della classe delle motovedette – si raccomanda di sostituire le motovedette costiere e d'altura entro il prossimo decennio e di sviluppare un approccio comune dell'UE alle piattaforme navali modulari. Sono state individuate opportunità di cooperazione per quanto riguarda l'approvvigionamento congiunto di prodotti disponibili sul mercato, strutture logistiche comuni per imbarcazioni simili e requisiti funzionali futuri comuni;
  • sistemi soldato – si raccomanda, sul breve periodo, di ammodernare i sistemi soldato mediante approvvigionamenti congiunti di sistemi esistenti, anche armonizzando i requisiti, e di creare un gruppo di utenti per l'addestramento e le esercitazioni congiunte virtuali con strumenti informatici comuni. Sul lungo periodo, raccomanda di definire un'architettura condivisa entro la metà degli anni 2020 per tutti i sottosistemi mediante tecnologie all'avanguardia;
  • contrasto dei sistemi aerei senza pilota (UAS), Anti accesso/Area negata – si raccomanda di sviluppare una capacità europea di contrasto dei sistemi aerei senza pilota (UAS), al fine di migliorare la protezione delle forze armate e di contribuire a stabilire uno standard europeo per l'Anti accesso/Area negata (cosiddetto A2/AD). In tale ambito si indica che gli approcci della capacità europea verso l'A2/AD si trovano chiaramente di fronte a un bivio: o tale capacità sarà sviluppata in modo collaborativo, oppure non sarà sviluppata affatto per le forze armate europee;
    Per capacita di Anti accesso/Area negata A2/AD si intende l'utilizzo di capacità o dispositivi di difesa utilizzata per impedire a un avversario di occupare o attraversare un'area di terra, mare o aria così da precludere l'avanzamento delle truppe nemiche.
  • difesa nello spazio – si raccomanda di elaborare un approccio europeo alla difesa nello spazio per migliorare l'accesso ai servizi spaziali e la protezione dei beni nello spazio. Trattandosi di un settore operativo emergente, una maggiore collaborazione contribuirebbe a un più ampio coinvolgimento dei ministeri della Difesa e al riconoscimento dei requisiti militari in programmi spaziali più vasti condotti a livello di UE;
  • mobilità militare rafforzata – si raccomanda di rendere più attiva, entro la metà degli anni 2020, la partecipazione di tutti gli Stati membri ai programmi di mobilità militare, in particolare per quanto riguarda il trasporto aereo e quello marittimo a sollevamento, le strutture logistiche e una maggiore resilienza dei sistemi e processi informatici correlati in condizioni belliche ibride.
Per quanto riguarda più in generale la situazione della difesa europea, il rapporto rileva che la situazione della difesa europea è caratterizzata da frammentazione, incoerenza nonché da spese per la cooperazione in materia di difesa che stanno scendendo ben al di sotto dei parametri collettivi concordati. Tale constatazione vale per lo sviluppo delle capacità militari, gli sforzi nel campo della R&T, il sostegno all'industria della difesa e gli aspetti operativi.
Il rapporto conclude che, per poter rimediare alla costosa frammentazione e ottenere vantaggi dalle sinergie e dal rafforzamento dell'interoperabilità militare, sarà necessario un impegno costante per un lungo periodo di tempo in termini di spese, pianificazione e cooperazione in materia di difesa.
Inoltre, il rapporto rileva che:
  • la grande diversità dei tipi di equipaggiamenti militari e i differenti livelli di ammodernamento e interoperabilità acuiscono la frammentazione e le incoerenze nel contesto europeo, determinando un imp atto negativo sulla capacità delle forze armate degli Stati membri di operare insieme in modo efficiente;
  • l'impegno profuso nelle missioni e operazioni nell'ambito della PSDC è molto basso e presenta forti disparità tra i vari Stati membri in termini di quadri d'impegno e di sforzo operativo complessivo;
  • le aree di cooperazione individuate dalla CARD comporterebbero vantaggi significativi per affrontare le priorità nazionali dichiarate degli Stati membri armonizzando i loro interessi e la loro pianificazione. A lungo termine, si otterrebbero rilevanti vantaggi operativi, specialmente quando gli Stati membri dispiegano e rendono operative le proprie forze armate congiuntamente.

Cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa (Permanent Structured Cooperation - PESCO)

L' EDA svolge (congiuntamente al Servizio per l'azione esterna) la funzione del Segretariato della Cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa ( PESCO).
La   cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa è stata istituita dal Consiglio affari esteri dell'UE l'11 dicembre 2017 – sulla base della proposta presentata da Francia, Germania, Italia e Spagna – con la decisione (PESC) 2017/2315.
Alla PESCO partecipano 25 Stati membri dell'UE, tutti tranne Danimarca, Malta.
La decisione istitutiva della PESCO stabilisce i seguenti impegni vincolanti:
  • aumentare progressivamente, nel medio termine, le spese di investimento nella difesa portandole al 20 % della spesa complessiva per la difesa (parametro collettivo);
  • aumentare la percentuale di spesa destinata alla ricerca e alla tecnologia nel settore della difesa al fine di avvicinarsi al 2 % della spesa complessiva per la difesa (parametro collettivo);
  • aumentare i progetti congiunti e collaborativi relativi alle capacità strategiche e di difesa;
  • ravvicinare gli strumenti di difesa, in particolare armonizzando l'identificazione dei bisogni militari e promuovendo la cooperazione nei settori della formazione e della logistica;
  • rafforzare la disponibilità, l'interoperabilità, la flessibilità e la schierabilità delle forze;
  • partecipare allo sviluppo di programmi comuni di equipaggiamenti.
Il Consiglio dell'UE ha approvato il 20 novembre 2020 delle conclusioni con le quali ha approvato i risultati della revisione strategica della PESCO 2020 che fornisce orientamenti per la prossima fase (2021-2025). La revisione ha, in particolare, evidenziato la necessità di onorare gli impegni più vincolanti e di  conseguire risultati concreti e realizzazioni tangibili  entro il 2025 e sottolineato l'importanza di compiere progressi tangibili verso  un pacchetto di forze coerente che copra tutto lo spettro e che rafforzi la capacità di azione militare dell'UE. Inoltre, sottolinea e ribadisce obiettivi chiave come quelli connessi agli investimenti per la difesa, a un uso più sistematico degli strumenti di difesa dell'UE nei processi di pianificazione della difesa nazionale, al rafforzamento dell'efficacia operativa dell'UE e allo sviluppo delle capacità necessarie. La revisione evidenzia inoltre un elenco di  26 progetti PESCO che produrranno risultati concreti o  raggiungeranno la piena capacità operativa  prima della fine del 2025.
Tra i 26 progetti in stato più avanzato vi è il progetto a guida italiana relativo a Sorveglianza e protezione marittima e dei porti.
Gli altri progetti suscettibili di raggiungere la capacità operativa prima del 2025 sono indicati di seguito con un asterisco.

I Progetti di cooperazione in ambito PESCO

Nel quadro della PESCO sono stati avviati fino ad ora 46 progetti di cooperazione. L 'Italia partecipa in 25 progetti dei quali per 9 è il paese capofila
 
Si tratta dei seguenti progetti:
Progetti per i quali l'Italia è il paese coordinatore
  1. centro europeo di certificazione dell'addestramento per gli eserciti europei (ETCCEA);
  2. pacchetto per il dislocamento della capacità di soccorso militare nelle emergenze (DM- DRCP);
  3. sorveglianza marittima e protezione dei porti (HARMSPRO);
  4. veicoli corazzati da combattimento per la fanteria/veicoli d'assalto anfibio/veicoli corazzati leggeri (AIFC/AAV/LAV);
  5. contrasto al sistema aereo senza pilota (C-UAS);
  6. piattaforma europea aeronavi in alta atmosfera — Capacità persistente di intelligence, sorveglianza e ricognizione (EHAAP);
  7. rete di conoscenza della sorveglianza spaziale militare europea (EU-SSA-N);
  8. corvetta di pattuglia europea (EPC);
  9. sistema globale europeo di architettura globale velivoli senza pilota (GLORIA).
 
Progetti ai quali l'Italia partecipa
  1. comando medico europeo (EMC)* (capofila Germania);
  2. sistema radio sicuro europeo definito da software (ESSOR)* (capofila Francia);
  3. rete di centri logistici in Europa e supporto alle operazioni (NetLogHubs)* (capofila Germania);
  4. mobilità militare (MM)* (capofila Paesi Bassi);
  5. funzioni operative nel settore dell'energia (EOF)* (capofila Francia);
  6. rinforzo della sorveglianza marittima (UMS)* (capofila Grecia);
  7. piattaforma per la condivisione di informazioni in materia di minaccia informatica e di risposta agli incidenti informatici*(CTIRISP) (capofila Grecia);
  8. sistema di comando e controllo strategici per le operazioni e missioni PSDC (ESC2)* (capofila Spagna);
  9. sostegno di fuoco indiretto (Euroartiglieria) (capofila Slovacchia);
  10. centro operativo EUFOR di risposta alle crisi (EUFOR CROC)* (capofila Germania);
  11. addestramento per elicotteri ad alta temperatura e ad alta quota (H3 Training)* (Capofila Grecia);
  12. sistemi aerei a pilotaggio remoto a media quota e lunga autonomia europei — (EURODRONE) (Capofila Germania);
  13. allarme e intercettazione tempestivi con sorveglianza spaziale dei teatri di operazione (TWISTER) (capofila Francia);
  14. sorveglianza chimica, biologica, radiologica e nucleare (CBRN-SaaS)* (Capofila Austria);
  15. poligono addestramento difesa chimica, biologica e nucleare (CBRNDTR)* (capofila Romania);
  16. soluzione di radionavigazione dell'UE (EURAS)* (Capofila Francia).
 
Progetti ai quali l'Italia non partecipa
  1. sistemi marittimi (semi)autonomi per contromisure mine (MAS MCM) (capofila Belgio);
  2. gruppi di risposta rapida agli incidenti informatici e mutua assistenza in materia di cibersicurezza (CRRT)* (capofila Lituania);
  3. scuola interforze di intelligence dell'UE (JEIS)* (Capofila Grecia);
  4. centri di valutazione e test dell'UE (EUTEC) (Capofila Francia e Svezia);
  5. sistema terrestre integrato senza pilota (UGS)* (Capofila Estonia);
  6. sistemi missilistici dell'UE per il campo di battaglia terreste oltre la linea di veduta (EU BLOS)* (Capofila Francia);
  7. pacchetto di capacità di intervento subacqueo modulare schierabile (DIVEPACK)* (Capofila Bulgaria);
  8. elicottero europeo da attacco ( TIGER Mark III) (Capofila Francia);
  9. posto di comando schierabile per il comando e controllo tattici delle forze per operazioni speciali per operazioni congiunte di piccole dimensioni (SOCC-FOR-SJO) * (capofila Grecia);
  10. capacità di guerra elettronica e programma di interoperabilità per la futura cooperazione in materia di intelligence, sorveglianza e ricognizione (JISR)* (Capofila Repubblica Ceca);
  11. condivisione di basi e punti di supporto militari all'interno ed all'esterno dell'UE (COBASING) (Capofila Francia);
  12. elemento di coordinamento del supporto geometereologico e oceanografico (GEOMETOC)* (Capofila Germania);
  13. centro europeo integrato di addestramento e simulazione (EUROSIM)* (Capofila Ungheria);
  14. accademia e polo di innovazione dell'UE nel settore dell'informatica (EU CAIH)*(capofila Portogallo);
  15. centro formazione medica delle forze per operazioni speciali (SMTC) (capofila Polonia);
  16. rete dei centri di immersione dell'Unione europea (EUNDC)* (capofila Romania);
  17. sistema marittimo antisommergibili senza equipaggio (MUSAS) (capofila Portogallo);
  18. attacco elettronico aeroportato (AEA) (capofila Spagna);
  19. centro di coordinamento nel settore informatico e dell'informazione (CIDCC) (capofila Germania);
  20. materiali e componenti per competitività tecnologica dell'UE (MAC-EU)* (capofila Francia);
  21. capacità di guerra collaborative (ECOWAR) (capofila Francia).
Per una panoramica dei 46 progetti PESCO attualmente in corso si veda il seguente link.

Fondo europeo per la difesa

Il nuovo Quadro finanziario pluriennale dell'Unione 2021-2027 prevede l'istituzione di un Fondo europeo per la difesa, dotato di risorse complessive (per sette anni) di circa 7,9 miliardi di euro, divisi tra finanziamenti alla ricerca (2.651 milioni) e allo sviluppo (5.302 milioni).
Il Fondo - istituito con il regolamento (UE) 2021/696, del 29 aprile 2021-  ha l'obiettivo di rafforzare l'industria europea di settore, favorire le economie di scala e la standardizzazione dei sistemi di difesa, in modo da rendere "più efficiente" la spese degli Stati membri, e favorire una maggiore interoperabilità tra le diverse forze armate nazionali.
Il Fondo europeo per la difesa si basa su due programmi precursori, avviati nell'ambito del bilancio 2014-2020: l' azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa (90 milioni di euro per il periodo 2017-2019) e il  programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (500 milioni di euro per il 2019 e il 2020).
Il Fondo europeo copre tutto il ciclo produttivo dell'industria della difesa.
I progetti finanziabili possono infatti riguardare:
  • attività per migliorare le tecnologie della difesa (comprese le cd. " tecnologie di rottura");
    Per "tecnologie di rottura" si intendono quelle la cui applicazione può cambiare radicalmente la nozione e la gestione delle operazioni inerenti alla difesa.   
  • interoperabilità e resilienza dei prodotti (compresa la protezione dei dati e degli approvvigionamenti);
  • studi di fattibilità;
  • progettazione e sviluppo;
  • collaudi, qualificazioni e certificazione;
  • tecnologie per rendere più efficiente il ciclo di vita dei prodotti.
Considerato il suo obiettivo (migliorare la cooperazione in ambito UE), i progetti sono finanziabili solo se coinvolgono, in un consorzio, almeno tre soggetti giuridici diversi (non controllati tra loro) di tre diversi Stati membri.
In linea di principio i fondi sono riservati alle imprese stabilite all'interno del territorio UE o in un paese associato, che non siano controllate da un paese terzo o da soggetti di paesi terzi. La partecipazione di aziende stabilite nell'UE ma controllate da paesi o entità terze è però ammessa (eccezione fortemente sostenuta dall'Italia nel negoziato) a certe condizioni: che il loro contributo sia necessario per raggiungere gli obiettivi dell'azione e che tale partecipazione "non metta a rischio gli interessi di sicurezza dell'Unione e dei suoi Stati membri".
Le quote di co-finanziamento dei progetti sono differenziate a seconda delle attività. Per le attività di ricerca il progetto può essere finanziato anche al 100%. Per le attività di test, certificazioni e collaudi, la quota di finanziamento può invece arrivare fino all'80% delle spese complessive. Per lo sviluppo di prototipi la quota non può eccedere il 20% dei costi, con un incremento progressivo se il progetto è stato già approvato in sede PESCO o se coinvolge piccole e medie imprese. Una parte di fondi, almeno il 5% del totale, deve essere destinata a sostenere le cosiddette " tecnologie di rottura".
I progetti che rientrano nella PESCO beneficiano di un più alto tasso di cofinanziamento da parte dell'UE nell'ambito del Fondo europeo per la difesa, rispetto ai progetti ordinari, che può arrivare fino al 30% dei costi complessivi.
I progetti che partecipano al Fondo dovranno essere sostenuti dai Paesi membri dal punto finanziario (per la quota non finanziata), e anche con un impegno formale ad acquistare il prodotto finale.
Su richiesta del Parlamento europeo è stata anche inserita una clausola di "valutazione etica" dei progetti da finanziare, in base alla quale, per esempio, sarebbero escluse dai finanziamenti le armi letali autonome (quelle che "non permettono un adeguato controllo umano sulle decisioni in materia di scelta e intervento nell'esecuzione di attacchi contro l'uomo"), con possibili eccezioni solo per i sistemi di allarme rapido e di contromisure a fini difensivi.
L'avvio concreto del Fondo è ormai imminente: nel corso del mese di giugno 2021 dovrebbe essere approvato il programma di lavoro annuale, per consentire successivamente, la pubblicazione dei bandi. La scadenza dei bandi è prevista a dicembre 2021 e l'approvazione dei progetti vincitori dovrebbe concludersi a luglio 2022 (con i primi finanziamenti entro dicembre 2022).

Il Piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio

La Commissione europea ha presentato il 22 febbraio 2021 il piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio i cui principali obiettivi sono:
  • rafforzare la complementarità tra i programmi e gli strumenti pertinenti dell'UE in materia di ricerca, sviluppo e diffusione per accrescere l'efficienza degli investimenti e l'efficacia dei risultati;
  • promuovere i vantaggi economici e tecnologici per i cittadini europei derivanti dai finanziamenti dell'UE a favore di ricerca e sviluppo, anche nei settori della difesa e dello spazio;
  • favorire l'utilizzo dei risultati della ricerca industriale e dell'innovazione in campo civile nei progetti di cooperazione europea in materia di difesa.
Sulla base di tali obiettivi, il piano d'azione prevede 11 azioni mirate volte a:
  • rafforzare l'approccio basato sulle capacità nel settore della sicurezza;
  • migliorare le sinergie tra i programmi e gli strumenti dell'UE;
  • sostenere start-up, PMI e organizzazioni di ricerca e tecnologia;
  • monitorare le tecnologie critiche per ridurre le dipendenze;
  • promuovere la standardizzazione delle norme ibride in ambito civile/di difesa;
  •  stimolare l'innovazione e il reciproco arricchimento tra le industrie civile, della difesa e dello spazio;
  • avviare tre progetti faro relativi a: tecnologie dei droni, con l'obiettivo di migliorare la competitività dell'industria dell'UE in questo settore tecnologico critico caratterizzato da una forte dimensione di difesa; connettività spaziale sicura che, basandosi sulla crittografia quantistica, dovrebbe fornire un sistema di connettività resiliente e connessioni ad alta velocità per tutti i cittadini europei; gestione del traffico spaziale, necessaria per evitare eventi di collisione che possono derivare dalla proliferazione di satelliti e detriti spaziali e, al tempo stesso, per assicurare un accesso autonomo allo spazio.
Nel piano d'azione la Commissione indica che l'ecosistema industriale aereospaziale e della difesa rappresenta un fatturato annuale di 376 miliardi di euro, coinvolge circa 44.000 imprese e impiega circa 1,5 milioni di dipendenti. Mentre, sempre secondo i dati riportati dalla Commissione (riferiti al 2015), il settore dell'industria della sicurezza in ambito civile in Europa realizza un fatturato annuo di 200 miliardi di euro in oltre 20 sottosettori dell'economia europea ed impiega circa 4,7 milioni di persone.

Bussola strategica (Strategic compass)

Tra le iniziative in materia di difesa nelle quali l' EDA è coinvolta e che avranno un futuro impatto sulle sue attività si segnala l'elaborazione in corso presso le istituzioni dell'UE, sulla base dei contributi degli Stati membri e con il supporto del SEAE (Servizio per l'azione esterna dell'UE), della Bussola Strategica ( Strategic Compass).
Si ricorda, infatti, che il Consiglio dell'UE nelle conclusioni del 17 giugno 2020 ha invitato l'Alto Rappresentante a presentare, in stretta cooperazione con gli Stati membri e basandosi sui contributi di questi ultimi, entro la fine del 2020, un'analisi esauriente a 360 gradi di tutte le minacce e le sfide, che fornisca il contesto per l'elaborazione, da parte degli Stati membri, di un documento sullo Strategic Compass che il Consiglio adotterà nel 2022. La Commissione e l'Agenzia europea per la difesa sono associate in questo processo.
L'obiettivo dello Strategic Compass è di sviluppare una " cultura strategica condivisa", partendo da una visione comune delle minacce che incombono sull'Europa e dei possibili strumenti per farvi fronte e definendo obiettivi chiari e misurabili in un orizzonte temporale di 5/10 anni nell'ambito della sicurezza e difesa.
Lo Strategic Compass dovrebbe essere articolato in due parti.
Nella prima parte dovrebbero essere individuate da un lato le minacce e le sfide che l'UE ha di fronte, e dall'altro le risposte che essa intende mettere in campo.
La seconda parte dovrebbe invece essere divisa in quattro aree:
a) gestione delle crisi: muovendo dall'identificazione degli interessi e dei valori comuni, si dovranno analizzare priorità e modalità delle missioni UE, migliorando la generazione delle forze, la prontezza e la capacità di reazione e le modalità di finanziamento;
b) resilienza: gli Stati dovranno identificare le aree di vulnerabilità dell'Unione, con una particolare attenzione alla capacità di resilienza dei cittadini e alla protezione di obiettivi strategici anche di carattere civile;
c) sviluppo capacitivo : è l'ambito più prettamente militare, entro cui dovranno essere individuate le capacità necessarie all'Unione. Gli Stati dovrebbero individuare i parametri per la costituzione di un pacchetto di forze coerente che copra tutto lo spettro (c.d. " Full spectrum Force Package"), concentrandosi sui punti deboli rispetto ad una piena autonomia operativa delle forze UE. In quest'ambito si prevede anche un aggiornamento del Piano di sviluppo delle capacità dell'UE. Lo Strategic Compass dovrà anche fornire indicazioni per stimolare lo sviluppo della base tecnologica industriale europea. Il processo dovrebbe portare alla definizione di nuovi obiettivi in termini di capacità della difesa europea entro il 2022;
d) partenariati : con l'obiettivo di migliorare le sinergie con le organizzazioni internazionali e regionali (Unione africana, Asean, ecc.) per promuovere approccio multilaterale e la cooperazione anche nel campo della difesa e della sicurezza.

Conclusioni del Consiglio dell'UE del 10 maggio 2021 sulle iniziative UE nel settore della difesa

Il Consiglio dell'UE ha adottato il 10 maggio 2021 delle conclusioni sulla sicurezza e la difesa, nelle quali, in particolare, si indica l'importanza di  rafforzare le iniziative dell'UE nel settore della difesa, tra cui la cooperazione strutturata permanente (PESCO), il programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP) e altre iniziative quali il piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio, e di garantire contemporaneamente la  coerenza nell'utilizzo dei vari strumenti.
In particolare, il Consiglio dell'UE:
  • sottolinea l'importanza di garantire che i progetti nell'ambito della cooperazione strutturata permanente PESCO in corso conseguano risultati concreti o raggiungano la piena capacità operativa prima della fine della prossima fase della PESCO (2021-2025). Conviene sulla necessità che gli Stati membri partecipanti alla PESCO migliorino la realizzazione di tutti gli impegni più vincolanti, prestando particolare attenzione all'approccio collaborativo e alla prontezza operativa, e attende con interesse, entro novembre 2021, nuovi e ambiziosi progetti PESCO che tengano conto dei risultati e delle raccomandazioni della revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) per ovviare alle carenze nel settore operativo e in quello relativo alle capacità, nonché la relazione annuale dell'Alto rappresentante sulla PESCO, che dovrà essere presentata entro luglio 2021;
  • accoglie con favore la partecipazione del Canada, della Norvegia e degli Stati Uniti a partecipare al progetto PESCO sulla mobilità militare.
    Si ricorda che con la decisione (PESC) 2020/1639 del 5 novembre 2020, il Consiglio ha stabilito le condizioni generali in base alle quali Stati terzi possono essere invitati in via eccezionale a partecipare a singoli progetti PESCO. Il Consiglio dell'UE ha adottato il 6 maggio 2021 le decisioni che autorizzano il paese che coordina il progetto – i Paesi Bassi – a invitare i tre paesi in questione. Canada, Norvegia e Stati Uniti d'America sono i primi paesi terzi a essere invitati a partecipare a un progetto PESCO. Il progetto PESCO sulla Mobilità militare è volto a consentire la  circolazione rapida e agevole di personale e mezzi militari per via ferroviaria, stradale, aerea o marittima in tutta l'UE.
  • plaude all'adozione del regolamento relativo al Fondo europeo per la difesa e attende con interesse l'adozione del programma di lavoro annuale per il 2021 che sia coerente con le priorità di sviluppo delle capacità. Il Consiglio sottolinea che il Fondo europeo per la difesa è fondamentale per sostenere la competitività, l'efficienza e la capacità di innovazione della base industriale e tecnologica di difesa europea in tutta l'Unione, la cooperazione transfrontaliera, le tecnologie di rottura e la partecipazione transfrontaliera delle piccole e medie imprese (PMI). Il Consiglio incoraggia la Commissione ad agevolare l'accesso delle PMI e dei fornitori non tradizionali nonché a promuovere gli investimenti nella catena di approvvigionamento della difesa. Invita inoltre gli Stati membri e le istituzioni competenti a proseguire i lavori volti a rafforzare e a migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento di prodotti e tecnologie della difesa;
  • invita alla rapida e piena attuazione del piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio ( v. supra), indicando che potrà aiutare l'UE a mantenere il suo vantaggio tecnologico, anche nel settore della sicurezza e della difesa, e a promuovere un ruolo più attivo delle start-up, delle PMI e delle organizzazioni di ricerca e tecnologia;
  • attende inoltre con interesse la prossima tabella di marcia della Commissione sulle tecnologie chiave per la sicurezza e la difesa, che comprende opzioni per promuovere la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione e ridurre le dipendenze strategiche dell'UE per quanto riguarda le tecnologie e le catene del valore critiche;
  • invita inoltre a rafforzare il ruolo svolto dall'Agenzia europea per la difesa nel promuovere l'innovazione, comprese le tecnologie di rottura, e invita a tal fine l'Alto rappresentante/capo dell'Agenzia europea per la difesa a presentare opzioni in tale settore entro la fine del 2021;
  • invita l'Alto Rappresentante, anche in qualità di vicepresidente della Commissione e capo dell'Agenzia europea per la difesa, a preparare una relazione sulle interazioni, i legami e la coerenza tra le iniziative dell'UE nel settore della difesa (CARD, PESCO, Fondo europeo per la difesa) prima dell'estate 2021.

La cooperazione tra l'UE e la NATO

Il Segretario generale della NATO ha ribadito in più occasioni la necessità del rafforzamento della difesa europea, della complementarietà degli sforzi NATO ed UE e l'opportunità di bilanciare con un crescente impegno degli Alleati continentali il nuovo orientamento militare americano verso i quadranti asiatico e pacifico.
A margine del Vertice NATO dell'8 e 9 luglio 2016 in Polonia, l'UE e la NATO hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta sull'intensificazione della cooperazione pratica attraverso iniziative di cooperazione nei seguenti settori:
  • contrasto alle minacce ibride, anche mediante l'elaborazione di procedure coordinate;
  • cooperazione operativa in mare e in materia di migrazione;
  • coordinamento nella cibersicurezza e difesa;
  • sviluppo di capacità di difesa coerenti, complementari e interoperabili;
  • agevolazione di un'industria della difesa più forte e di una maggiore ricerca nel campo della difesa;
  • potenziamento del coordinamento relativo alle esercitazioni;
  • supporto alle capacità di difesa e sicurezza dei partner a est e a sud.
Il Consiglio dell'UE ha adottato il 5 dicembre 2017 delle conclusioni nelle quali ha approvato nuove iniziative di cooperazione con la NATO (portando a 74 il totale delle iniziative di cooperazione pratica in corso), comprendenti aspetti quali l'antiterrorismo, la cooperazione donne, pace e sicurezza e la mobilità militare.
Il 10 luglio 2018, l'UE e la NATO hanno firmato una nuova dichiarazione congiunta, che integra quella del 2016, e nella quale si indica che l'UE e la NATO concentreranno la propria cooperazione in settori quali: mobilità militare; cibersicurezza; minacce ibride; lotta al terrorismo; donne e sicurezza.
Il 16 giugno 2020 la Nato e l'UE hanno pubblicato il quinto rapporto sullo stato di attuazione delle iniziative previste dalle due dichiarazioni, nel quale in particolare si evidenzia che:
  • il dialogo politico si è ulteriormente intensificato a tutti i livelli e contesti, anche in formati virtuali a causa della pandemia di COVID 19. Tale dialogo resta uno strumento essenziale e indispensabile per rafforzare la comprensione reciproca, rafforzare la fiducia e garantire la reciproca trasparenza nei confronti degli alleati della NATO e gli Stati membri dell'UE, nonché il loro forte impegno;
  • è proseguito il dialogo strutturato sulla mobilità militare a livello di staff militare, volto a contribuire alla condivisione delle informazioni nei settori chiave delle esigenze militari, infrastrutture di trasporto, trasporto di merci pericolose, dogane e permessi di circolazione transfrontaliera;
  • nel settore delle comunicazioni strategiche, la cooperazione si è incentrata sul rafforzamento di un sistema di allerta reciproco su incidenti di disinformazione e attività di informazione ostile, nonché sul miglioramento delle capacità relative a rilevamento, analisi ed esposizione alla disinformazione;
  • sono continuati gli sforzi per garantire la coerenza di risultato tra i processi di pianificazione della difesa in ambito UE e NATO, pur riconoscendo la diversa natura delle due organizzazioni e delle rispettive responsabilità.

Spesa dell'UE per la difesa

Di seguito una tabella di raffronto tra la spesa per la difesa e la duplicazione di sistemi di arma esistenti nell' UE e negli USA (fonte Servizio per l'azione esterna (SEAE) - dati al 2017).
Di seguito la tabella relativa alla spesa per la difesa in percentuale del PIL 2014 e 2020 (stimata) pubblicata dalla Nato il 16 marzo 2021.
Si evidenzia che, tra gli Stati membri dell'UE, raggiungono l'obie ttivo fissato in ambito NATO di una spesa per la difesa pari al 2% del PIL i seguenti paesi (in ordine di maggior volume di spesa): Grecia, Estonia, Polonia, Lettonia, Lituania, Romania, Francia e Repubblica slovacca.
L' Italia ha fatto registrare per il 2020 un livello stimato di 1,39%.