Audizione del Vicepresidente esecutivo della Commissione europea per un'economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle dinamiche del commercio internazionale e interesse nazionale 17 febbraio 2021 |
Le competenze del Commissario nell'ambito della politica commerciale dell'UE
Il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, competente per il
coordinamento degli affari economici, a
partire dal 7 ottobre 2020 è competente anche per la politica commerciale, portafoglio in precedenza attribuito al Commissario europeo Phil Hogan, che si è dimesso il 26 agosto 2020.
Per quanto riguarda la
politica commerciale, al Commissario Dombrovskis sono, in particolare, attribuite le seguenti competenze:
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La politica commerciale dell'UE nei Trattati |
Base giuridica
La politica commerciale dell'UE, ai sensi dell'articolo 3 del Trattato sul funzionamento dell'UE (TFUE), è una
competenza esclusiva dell'Unione europea.
Occorre al proposito rilevare che nel caso in cui accordi commerciali conclusi dall'UE coinvolgano anche settori di competenza non esclusiva dell'UE ed abbiano natura cosiddetta "
mista" possono
entrare provvisoriamente in vigore limitatamente ai settori di competenza esclusiva dell'UE, ma per la loro
entrata in vigore definitiva devono essere ratificati da tutti gli Stati membri.
La politica commerciale comune è disciplinata dall'
articolo 207 del TFUE e la negoziazione è condotta in conformità delle norme di cui all'
articolo 218 del
TFUE, relativo agli accordi internazionali.
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La procedura di negoziazione degli accordi commerciali dell'UE
Ai sensi delle disposizioni sopra richiamate del TFUE, il
Consiglio dell'UE autorizza la Commissione a negoziare un nuovo accordo commerciale a nome dell'UE tramite un documento comunemente definito "
mandato di negoziato". In tale autorizzazione il Consiglio impartisce le opportune direttive di negoziato, inclusi gli obiettivi, l'ambito dei negoziati, gli eventuali termini.
La
Commissione negozia quindi con il paese partner a nome dell'UE, in stretta cooperazione con il Consiglio e il Parlamento europeo, e riferisce su base regolare al Consiglio e al Parlamento sullo svolgimento dei negoziati.
Quando il
testo di un accordo è stato concordato
con i partner, redatto e tradotto in tutte le lingue ufficiali dell'UE, la Commissione trasmette al Consiglio le proposte formali di adozione.
A seguito delle discussioni in seno al
Consiglio, quest'ultimo adotta una
decisione relativa alla firma.
Decide anche se, in via provvisoria, applicare l'accordo integralmente o parzialmente - se l'accordo è di natura mista, riguarda cioè non soltanto settori di competenza dell'UE ma
anche aspetti di competenza degli Stati membri.
Il Consiglio delibera generalmente a
maggioranza qualificata. In
deroga a tale norma generale, tuttavia, il Consiglio delibera
all'unanimità nei settori degli scambi di servizi, degli aspetti commerciali della proprietà intellettuale e degli investimenti esteri diretti, qualora tali Accordi contengano disposizioni per le quali è richiesta l'unanimità per l'adozione di norme interne. Egualmente, il Consiglio delibera all'
unanimità anche nel settore degli
scambi di servizi culturali e audiovisivi (qualora tali Accordi siano suscettibili di arrecare pregiudizio alla diversità culturale e linguistica dell'UE) e nel settore degli
scambi di servizi nell'ambito sociale, dell'istruzione e della sanità (qualora tali Accordi rischino di perturbare seriamente l'organizzazione nazionale di tali servizi e di arrecare pregiudizio alla competenza degli Stati membri riguardo alla loro prestazione).
L'accordo è poi
ufficialmente firmato dalle parti. Se l'accordo riguarda
tematiche di responsabilità mista (vale a dire non soltanto settori di competenza dell'UE, ma anche aspetti di competenza degli Stati membri), è
necessaria anche la firma di tutti gli Stati membri.
Dopo la firma il Consiglio trasmette l'accordo con il progetto di decisione relativa alla conclusione al Parlamento europeo per approvazione.
Soltanto
dopo aver ottenuto l'approvazione del Parlamento europeo il
Consiglio adotta la decisione relativa alla conclusione.
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Tipologia di accordi commerciali
Gli accordi commerciali variano a seconda del loro contenuto:
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Stato di attuazione della politica commerciale |
La relazione annuale 2020 sull'attuazione degli accordi commerciali dell'UE
La
Commissione europea ha pubblicato il
12 novembre 2020 la
relazione annuale 2020 sull'attuazione degli accordi commerciali dell'UE per il periodo 1° gennaio – 31 dicembre 2019 nella cui
prefazione in particolare si evidenzia che:
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Principali negoziati commerciali tra l'UE e i Paesi terzi
Giappone - l'accordo di libero scambio (ALS) è entrato in vigore il 1° febbraio 2019; le direttive di negoziato sono state adottate nel 2012 e l'accordo è stato ratificato a fine 2018.
Singapore - sono stati negoziati l'ALS e un accordo sulla protezione degli investimenti. L'ALS è entrato in vigore il 21 novembre 2019. L'accordo sulla protezione degli investimenti entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell'UE secondo le rispettive procedure nazionali.
Vietnam - l'ALS, diviso in due parti, è stato firmato il 30 giugno 2019; il Parlamento europeo ha quindi dato la sua approvazione a entrambi gli accordi il 12 febbraio 2020 e l'ALS è stato concluso dal Consiglio il 30 marzo 2020. Gli accordi devono ora essere ratificati dall'Assemblea nazionale vietnamita, nonché dagli Stati membri dell'UE nel caso dell'accordo sulla protezione degli investimenti.
Messico - un accordo è stato raggiunto nell'aprile 2018; il nuovo accordo, una volta ratificato, sostituirà l'attuale accordo globale UE-Messico, entrato in vigore nel 2000.
Mercosur - il 28 giugno 2019 si sono conclusi i negoziati relativi a un accordo commerciale, nel quadro dell'accordo di associazione, con il blocco commerciale sudamericano formato da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay; le direttive di negoziato sono state adottate nel 1999.
Cile - sono in corso negoziati per la modernizzazione dell'ALS in vigore; le direttive di negoziato sono state adottate nel 2017.
Australia e Nuova Zelanda - sono in corso negoziati intesi a concludere un ALS; le direttive di negoziato sono state adottate nel 2018.
Cina - il
30 dicembre 2020 l'UE e la Cina hanno
raggiunto una intesa in linea di principio per un accordo globale sugli investimenti (
CAI). Il testo dell'accordo è attualmente in corso di revisione giuridica e traduzione prima di essere sottoposto all'approvazione del Consiglio dell'UE e del Parlamento europeo. L'accordo prevede l'impegno da parte della Cina a garantire: un livello più elevato di accesso al mercato per gli investitori dell'UE; un trattamento equo alle aziende dell'UE in modo che possano competere in condizioni di migliore parità in Cina, anche in termini di disciplina per le imprese di proprietà statale, trasparenza dei sussidi e regole contro il trasferimento forzato di tecnologie; il rispetto di disposizioni sullo sviluppo sostenibile, compresi gli impegni sul lavoro forzato e la ratifica delle pertinenti convenzioni fondamentali dell'OIL. Precedentemente all'intesa – raggiunta in particolare sotto la
spinta della Germania che ha esercitato la presidenza del Consiglio dell'UE fino al 31 dicembre 2020 – Jake Sullivan, il
consigliere per la sicurezza nazionale del neoeletto presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha dichiarato, alla vigilia della firma, che la
nuova amministrazione americana si sarebbe augurata
un confronto con i partner europei sulle preoccupazioni comuni circa le pratiche economiche della Cina
.
L'UE ha concluso con il
Regno Unito un
accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione che è
entrato provvisoriamente in vigore i
l 1° gennaio 2021, in attesa della pronuncia da parte del Parlamento europeo e della successiva adozione formale da parte del Consiglio dell'UE, per l'entrata in vigore definitiva.
In virtù della situazione diversa ed eccezionale in cui si trova il Regno Unito in relazione all'Unione europea rispetto ad altri paesi terzi con i quali l'Unione ha negoziato e concluso accordi, l'accordo commerciale e di partenariato tra l'UE e il Regno Unito è il primo accordo commerciale dell'UE che prevede zero tariffe e zero quote con un paese terzo. L'uscita del Regno Unito dall'Unione doganale dell'UE e dal mercato interno implica però barriere non tariffarie, sotto forma di certificazioni doganali e di origine e controlli fitosanitari per l'immissione di beni e prodotti agricoli o animali dal Regno Unito nell'UE.
Si ricorda che nel
2013 erano stati avviati negoziati per un accordo globale di libero scambio tra l'UE e gli Stati Uniti, il cosiddetto
TTIP
(
Transatlantic Trade and Investment Partnership
, TTIP) che però sono
terminati senza risultati nel 2016, all'epoca dell'elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti
.
Mappa dei Pasi con accordi commerciali in vigore, in corso di adozione/ratifica, in corso di negoziazione, sospesi e senza accordi (Fonte: Commissione europea - Direzione Generale Commercio)
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Il processo di revisione della politica commerciale dell'UE |
La consultazione pubblica della Commissione europea
La
Commissione europea ha avviato il
16 giugno 2020 una
consultazione pubblica sulla revisione della politica commerciale dell'UE, che si è
conclusa il 15 novembre 2020, in vista della
presentazione da parte della Commissione europea, nel
primo trimestre del 2021, di una
comunicazione recante proposte sulla riforma della politica commerciale europea.
La consultazione ha avuto l'obiettivo di individuare un consenso su un
nuovo orientamento a medio termine della politica commerciale dell'UE, che consenta di rispondere a una serie di nuove sfide globali e tenga conto degli insegnamenti tratti dalla crisi legata al coronavirus. In particolare, la consultazione ha riguardato i seguenti obiettivi della politica commerciale dell'UE:
La
Commissione europea ha poi pubblicato il
1° dicembre 2020 una
sintesi dei 414
contributi ricevuti nell'ambito della
consultazione nella quale in particolare si evidenziano i seguenti aspetti:
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La risoluzione del Parlamento europeo sulla revisione della politica commerciale dell'UE
Il
Parlamento europeo ha approvato il
26 novembre 2020 una
risoluzione sulla revisione della politica commerciale dell'UE nella quale in particolare:
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La riforma dell'OMC |
La riforma dell'OMC e la posizione dell'Italia (a cura del Servizio Studi)
Erede del GATT (Accordo Generale su tariffe e scambi), l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) è stata creata con gli accordi di Marrakech del 1994 che hanno concluso l'Uruguay Round, finalizzato alla più grande riforma del commercio internazionale dal secondo dopoguerra nel senso di una liberalizzazione universale degli scambi.
A tale fine le Parti negoziano la riduzione e l'eliminazione delle barriere al commercio (tariffarie e non tariffarie), vigilano sul rispetto degli impegni presi, risolvono le controversie commerciali assicurando certezza e prevedibilità al sistema, sostengono l'integrazione dei PVS e dei paesi meno avanzati nel sistema commerciale multilaterale e favoriscono ed incoraggiano il processo di accessione dei Paesi che si candidano ad entrare nell'Organizzazione.
L'Organizzazione – che riunisce tutte le più importanti economie mondiali – promuove l''apertura dei commerci mondiali ai fini della crescita economica e dello sviluppo sostenibile. Dal 15 febbraio scorso l'OMC è diretta dall'economista e leader politica nigeriana,
Ngozi Okonjo-Iweala, prima donna africana a ricoprire tale incarico.
Gli effetti della globalizzazione ed i risorgenti protezionismi hanno messo a dura prova la funzionalità dell'organizzazione, come
soggetto preposto alla gestione degli accordi multilaterali e plurilaterali che ricadono sotto la sua competenza e regolano gli scambi globali,
negoziatore di nuove regole commerciali e
risolutore delle liti tra i membri tramite il
Dispute Settlement Body (DSB).
Tra i motivi di fondo di questa crisi vi è l'incapacità dell'OMC di adattare obiettivi e procedure ai cambiamenti dell'economia globale. Negli ultimi vent'anni, la struttura stessa del commercio internazionale è profondamente mutata, con l'affermazione di nuovi attori globali (i BRICS), portatori di una propria agenda e di istanze nuove.
Tale incapacità è anche la spia del fallimento del modello decisorio che caratterizza l'OMC (e non solo), basato sul
consenso unanime tra gli Stati membri, da un lato si è dimostrato rigido e inadatto ad accogliere le trasformazioni del sistema internazionale; dall'altro ha consegnato nelle mani di un solo Stato (per quanto influente) le sorti del meccanismo di risoluzione delle controversie.
Le più recenti decisioni sulle regole che governano il commercio internazionale
sono state assunte al di fuori dell'ombrello dell'OMC, nell'ambito di accordi preferenziali bilaterali, regionali o trans-regionali (si pensi ai progetti di partenariato trans-atlantico o trans-pacifico).
Tale processo ha determinato
il frazionamento della disciplina del commercio internazionale e una crescente marginalizzazione dell'OMC. Di conseguenza, negli ultimi anni l'Organizzazione ha spostato il centro di gravità della propria azione verso la funzione giurisdizionale.
In coerenza con gli orientamenti assunti dall'UE, la posizione del Governo italiano, di fronte ai rapidi cambiamenti imposti dallo sviluppo tecnologico e dal diffondersi di politiche protezionistiche,
è favorevole ad una riforma dell'OMC, che
sappia aggiornare le regole del sistema multilaterale del commercio internazionale adeguandole ai bisogni propri del XXI secolo, come ad esempio nel settore del commercio elettronico, con un particolare focus sul contributo che potrà dare alla ripresa dalla crisi sociale ed economica causata dalla pandemia Covid-19 e all'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (negoziato sui sussidi alla pesca).
Un importante banco di prova in tal senso sarà fornito dalla
prossima Conferenza ministeriale (MC12) di Nur Sultan (Kazakistan) che, inizialmente prevista per il giugno del 2020 a Nur-Sultan, è stata rinviata a causa della pandemia al giugno 2021.
Il
nostro Paese, membro fondatore dell'OMC (ai sensi della
legge 29 dicembre 1994, n. 947) e nono contribuente dell'Organizzazione, sostiene la conclusione dei negoziati multilaterali per l'eliminazione dei sussidi alla pesca e le iniziative plurilaterali per definire nuove regole nel commercio digitale, nella facilitazione degli investimenti e dei servizi e a favore delle PMI.
Come ha ricordato il direttore generale del MAECI per l'Unione europea, ambasciatore
Vincenzo Celeste, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle
dinamiche del commercio internazionale e interesse nazionale, svoltasi presso la Commissione Affari esteri
il 16 febbraio scorso, l'Italia concentra la propria azione, in particolare,
sulla tutela e promozione dei propri specifici interessi commerciali in materia di prodotti industriali, agro-alimentare, servizi, rafforzamento della tutela della proprietà intellettuale e delle indicazioni geografiche, nonché l'accesso al mercato degli appalti pubblici per le nostre imprese. A parere dell'amb. Celeste, inoltre, il
recupero di autorevolezza dell'OMC e di una rinnovata dinamica multilaterale è legato al tipo di dialogo che si riuscirà a costruire non soltanto tra Stati Uniti ed UE, ma anche con gli altri blocchi commerciali ed alla volontà degli Stati membri di trovare nuove soluzioni negoziali che consolidino nuove modalità operative dell'Organizzazione, basate su approcci multilaterali.
Il nostro Paese è altresì impegnato per la crescita generale degli scambi internazionali, la trasparenza e la prevedibilità del sistema commerciale multilaterale e promuovendo l'allargamento a nuovi membri e l'efficienza dell'Organizzazione. L
'Italia sostiene inoltre un sistema di soluzione delle controversie in due gradi con un organo di appello.
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La posizione dell'UE
Il sostegno dell'UE ad una
strategia di modernizzazione del WTO è stato delineato in un
concept paper pubblicato dalla Commissione il
12 settembre 2018 nel quale si proponeva di
ricalibrare l'agenda dell'OMC in particolare:
L'UE insieme ad altri membri dell'Organizzazione mondiale del commercio (Australia, Canada, Cina, Islanda, India, Corea, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Singapore e Svizzera) ha poi presentato il
26 novembre 2018)
proposte di modifiche dell'accordo OMC per superare
l'impasse riguardante
l'organo di appello dell'OMC, in particolare:
Sin dal 2015
l'UE sta promuovendo l'istituzione – nel contesto delle iniziative condotte nel quadro dell'UNCITRAL (
United Nations Commission on International Trade Law) – di un
tribunale multilaterale per gli investimenti, quale organismo permanente per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti.
Il
20 marzo 2018 il
Consiglio dell'UE ha adottato le
direttive di negoziato che autorizzano la Commissione a negoziare, a nome dell'UE,
una convenzione che istituisce un tribunale multilaterale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti.
Il tribunale multilaterale per gli investimenti dovrebbe
sostituire i sistemi giurisdizionali bilaterali per gli investimenti, che attualmente sono negoziati nell'ambito dei singoli accordi commerciali dell'UE con paesi terzi in materia commerciale e di investimenti.
Secondo l'UE un unico tribunale multilaterale per gli investimenti dovrebbe:
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Dati sullo scambio dell'UE con Paesi terzi |
Scambio commerciale tra l'UE e i Paesi terzi
La tabella seguente dà conto dei
volumi dei flussi commerciali complessivi tra l'UE a 27 Stati membri e i Paesi terzi, per quanto riguarda le
importazioni, le
esportazioni e il
saldo commerciale, attualmente
positivo a favore dell'UE.
Il grafico dà conto dell'andamento su base annuale della crescita o diminuzione delle importazioni ed esportazioni
(dati Eurostat al 15 gennaio 2021), evidenziando in particolare un
calo repentino dei flussi commerciali a partire da marzo 2020 (con il primo impatto della pandemia di Covid 19) che da un
-5% su base annuale
è ulteriormente calato di circa il 10%, sempre su base annuale,
a novembre 2020. Si evidenzia che il calo è stato leggermente maggiore per le importazioni di beni dall'estero (circa - 11%) rispetto alle esportazioni (circa -9%).
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Scambio commerciale totale e bilancia commerciale per singolo Stato membro dell'UE
La seguente tabella riporta
per ciascuno Stato membro dell'UE il
valore complessivo (in miliardi di euro) e
l'andamento in percentuale (su base annuale da gennaio-dicembre 2020)
dei flussi commerciali complessivi relativi alle
esportazioni e
importazioni e della
bilancia commerciale, sia
intra UE che
extra UE. Per l'
Italia si evidenzia un valore totale delle
esportazioni pari a
433,5 miliardi di euro (-10% rispetto al periodo gennaio-dicembre 2019) e delle
importazioni di
370 miliardi di euro (-13% rispetto al periodo gennaio-dicembre 2019), con una
bilancia commerciale positiva per
63,6 miliardi di euro (in crescita rispetto ai 56,1 miliardi di euro per il periodo gennaio-dicembre 2019). (
Fonte
nota Eurostat sul commercio internazionale
dell'UE, 15 febbraio 2021).
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Principali partner commerciali per l'UE
Si riporta di seguito una tabella sui
principali partner commerciali dell'UE. Si rileva in particolare che
per la prima volta, a partire dal periodo gennaio-dicembre 2020, la
Cina è diventata il primo partner commerciale dell'UE con uno scambio commerciale complessivo di 586 miliardi di euro,
davanti a Stati Uniti con 555 miliardi di euro. Tale risultato è dovuto ad una
crescita per il periodo gennaio-dicembre 2020 sia delle
esportazioni dell'UE verso la Cina (+ 2,2%) che delle
importazioni dalla Cina (+ 5,6%) contro
un calo delle esportazioni dell'UE verso gli Stati Uniti (- 8,2%) e delle
importazioni dagli Stati Uniti (-13,2%).
Per contro l'UE registra una
bilancia commerciale positiva con gli Stati Uniti per 150,9 miliardi di euro e, invece, un
saldo commerciale negativo con la Cina di 181 miliardi di euro (
Fonte
nota Eurostat sul commercio internazionale
dell'UE, 15 febbraio 2021).
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Piccole e medie imprese dell'UE - Valore delle esportazioni e numero
Il grafico evidenzia il
valore delle esportazioni in miliardi di euro da parte delle
piccole e medie imprese (PMI) dell'UE e il loro
numero totale (in migliaia)
.
Le
PMI italiane, oltre ad essere le più numerose, sono quelle che registrano complessivamente il
maggior valore delle esportazioni.
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Fonte:"
The role of smes in extra-eu exports: key performance indicators
" Commissione europea, 2020)
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