Turismo e trasporti nel 2020 e oltre 31 luglio 2020 |
Indice |
| |Contesto|La comunicazione: i contenuti|Esame da parte delle Istituzioni dell'UE|Esame presso altri Parlamenti nazionali| |
Il
13 maggio 2020 la Commissione europea ha adottato un
pacchetto di linee-guida e di raccomandazioni, volto a favorire la ripresa in condizioni di sicurezza dei viaggi all'interno dell'UE e a riavviare gradualmente l'attività turistica a partire da questa estate.
La
comunicazione
COM(2020)550, "Turismo e trasporti nel 2020 e oltre", rappresenta la
"cornice" entro cui vengono collocati i predetti documenti, attualmente vigenti, che definiscono un quadro di riferimento coordinato, anche se non vincolante, nelle varie fasi del processo di apertura delle frontiere e di ripresa della libera circolazione delle persone.
Per quanto riguarda le risorse, il documento ricorda gli
strumenti disponibili e quelli in corso di definizione
per affrontare le crisi di liquidità e sostenere l'occupazione dei settori turistico e dei trasporti (quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, riorientamento dei Fondi strutturali, garanzie BEI, SURE).
Un'attenzione specifica è dedicata, per un verso, all'
uso delle tecnologie digitali per favorire la ripresa della mobilità e del turismo e, per l'altro, alle
azioni sul piano dell'informazione.
Sono quindi prospettate iniziative a breve termine per
promuovere il
turismo interno e, nel lungo periodo, per
rilanciare l'industria del turismo sulla base dei principi di
sostenibilità e transizione digitale.
Il Trattato di Lisbona ha attribuito all'Unione europea competenze di sostegno, coordinamento e integrazione delle azioni degli Stati membri in materia di turismo: ai sensi dell'articolo 195 del
Trattato sul
funzionamento
dell'
UE,
l'Unione completa l'azione degli Stati membri nel settore del
turismo, in particolare promuovendo la competitività delle imprese in tale settore. Ciononostante, la più recente iniziativa in merito è stata adottata nel 2010 (L'Europa, prima destinazione turistica mondiale – un nuovo quadro politico per il turismo europeo",
COM(2010)352) e non esiste una linea di bilancio dedicata.
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Contesto |
Il turismo nell'Unione europea
Il contributo del settore al PIL
Di seguito alcuni dati della
Commissione europea, che dimostrano l'importanza del settore turistico nell'Unione europea, nella sua definizione più stretta (in termini di fornitori tradizionali di viaggi e di servizi turistici), in termini di contributo al PIL e numero di imprese.
Gli
Stati membri maggiormente dipendenti dal turismo (in % del PIL) sono: Croazia (25%), Cipro (22%), Grecia (21%), Portogallo (19%), Austria, Estonia e Spagna (15%),
Italia (13%), Slovenia e Bulgaria (12%), Malta (11%), Francia (10%), Germania (9%) (Dati
Commissione europea).
L'impatto della crisi da Covid-19
L'economia del turismo è stata pesantemente colpita dalla pandemia di coronavirus (COVID-19) e dalle misure che sono state introdotte per contenerne la diffusione.
A seconda della durata della crisi, gli scenari individuati, sulla base delle stime
OCSE
, indicano che il potenziale shock dovuto al
calo dell'economia turistica internazionale nel 2020 potrebbe oscillare
tra il 60 e l'80% rispetto all'anno scorso
, a seconda della durata della crisi sanitaria e della rapidità della ripresa dei viaggi e del turismo. Sul breve termine l'aspettativa è che sia il turismo interno ad offrire la principale opportunità per avviare la ripresa e sostenere il settore turistico.
Il turismo interno, o domestico, è un turismo che coinvolge i residenti di un paese che viaggia solo all'interno di quel paese.
Come riportato nella comunicazione della Commissione, l'Organizzazione mondiale del turismo (
UNWTO) ha stimato a maggio che le
perdite economiche potranno oscillare tra gli
840 e i
1100 miliardi di euro a livello globale. L'agenzia delle Nazioni Unite sottolinea in un comunicato successivo (29 luglio) che le
perdite provocate dalla pandemia sarebbero tre volte superiori a quelli causate dalla crisi economica del 2009. Il
30 luglio la stessa agenzia registra a livello globale una ripresa delle attività turistiche con allentamenti delle restrizioni agli arrivi e agli spostamenti nel 40% delle destinazioni turistiche nel mondo.
Le imprese turistiche stanno affrontando una grave crisi di liquidità, come attestano i dati riportati dalla Commissione nella comunicazione concernenti la diminuzione delle entrate a livello europeo per i vari comparti del settore.
La Commissione calcola che siano circa
6 milioni i
posti di lavoro a rischio nell'Unione europea. Come specificato nella comunicazione, il settore è caratterizzato da un'alta percentuale di
contratti stagionali e temporanei (
23%), che interessano soprattutto
giovani (il
37% del totale degli addetti ha meno di 35 anni),
donne (
59%) e
stranieri, anche provenienti da paesi extra UE (
15%).
Questi posti di lavoro si concentrano spesso in regioni prive di altre fonti di occupazione e coinvolgono lavoratori scarsamente qualificati. In molte di queste regioni, comprese le regioni insulari, remote e ultraperiferiche, il turismo rappresenta tra il 10 % e il 50 % dell'occupazione totale, comprendendo anche una parte importante degli operatori dell'economia sociale e contribuendo all'inclusione sociale.
La tabella seguente evidenzia l'incidenza delle attività turistiche nei mesi della primavera: secondo
Eurostat, nel 2019 circa un terzo (32%) dei pernottamenti annuali in strutture ricettive è stato registrato nei mesi da marzo a giugno, con oltre 900 milioni di pernottamenti su un totale annuo di più di 2,8 miliardi nell'intera Unione europea.
La vulnerabilità regionale: più a rischio le aree caratterizzate da turismo stagionale
ll Centro comune di ricerche (JRC) della Commissione europea ha elaborato un indice di vulnerabilità regionale al turismo, che tiene conto di due indicatori: l'intensità e la stagionalità del turismo. La mappa europea della vulnerabilità del settore è riportata nella seguente figura, contenuta nella comunicazione, dove in rosso sono evidenziate le regioni nelle quali l'impatto sembra essere più importante.
La crisi da Covid-19 e il trasporto aereo
Secondo i dati raccolti da
Eurostat la stragrande maggioranza degli aeroporti dell'UE a marzo 2020 ha registrato un netto calo del numero di passeggeri gestiti rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il numero di passeggeri trasportati è diminuito di oltre un milione, tra l'altro, negli aeroporti di: Francoforte sul Meno (-3,5 milioni, -62%), Monaco (-2,5 milioni, -65%), Copenaghen / Kastrup (-1,5 milioni, -64%), e Helsinki-Vantaa (-1,0 milioni, -58%). In forte calo sono stati registrati anche i dati relativi a: Praha / Ruzyně (-0,8 milioni, -65%), Budapest / Liszt Ferenc International (-0,7 milioni, -58%), Berlino -Schönefeld (-0,6 milioni, -65%)e Köln / Bonn (-0,5 milioni, -63%).
Sebbene i dati italiani non siano disponibili in numeri assoluti, in tutti gli aeroporti italiani sono stati registrati forti cali di passeggeri in arrivo e in partenza
. I maggiori decrementi sono stati registrati a Milano Linate (-93%), Bergamo e Venezia (entrambi -90%), Milano Malpensa (-88%) e Bologna (-86%).
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Il turismo in Italia
La capacità ricettiva
Secondo
l'Istat (
Una stagione mancata, impatto del Covid-19 sul turismo, 29 aprile 2020, vedi infra), l'Italia è: il paese dell'Unione europea con il più alto numero di esercizi ricettivi (più del 30% del totale in tutta l'Unione nel 2018), seppure con un'offerta frammentata; il secondo paese per presenze straniere (2019) e tra i primi quattro nell'Unione europea per presenze negli esercizi ricettivi (2019). Alla capacità ricettiva italiana contribuiscono in ampia misura piccole strutture extra-alberghiere: circa 183.000 nel 2018 a fronte di 33.000 esercizi alberghieri. Nello stesso anno i posti letto totali erano 5,1 milioni (44,2% negli esercizi alberghieri), concentrati per metà in cinque regioni: Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia. Nel 2019 sono stati registrati in Italia 130,2 milioni di arrivi e 434,7 milioni di presenze nelle strutture ricettive, con un aumento di 42 milioni rispetto al 2015.I turisti stranieri rappresentano la componente più importante di presenze nelle strutture ricettive: il 50,6% nel 2019 con un buon ritmo di crescita negli ultimi tre anni. Le quote più alte di presenze turistiche sono riscontrate nel 2019 in Veneto (16,4%), Toscana (11%), Emilia-Romagna (9,3%), Lombardia (9,2%) e Lazio (9%). Nel Mezzogiorno nessuna regione raggiunge una quota pari al 5%, con l'eccezione della Campania (5%). Dal punto di vista del risultato economico, il comparto ricettivo registra un fatturato, nel 2017, quantificato in 25,6 miliardi di euro (di cui 20,1 miliardi per l'alberghiero), mentre ammonta a 12 miliardi di euro il fatturato per agenzie di viaggio, tour operator e servizi di prenotazione.
L'impatto della crisi da Covid-19
L'arresto dei flussi turistici a partire perlomeno da marzo ha azzerato un'attività che proprio nel trimestre marzo-maggio ha la sua fase di rilancio stagionale. Risulta quindi importante capire quale sia la dimensione della perdita associabile a tale periodo, facendo riferimento a ciò che era accaduto lo scorso anno.Secondo i dati raccolti
dall'Istat (
Una stagione mancata, impatto del Covid-19 sul turismo, 29 aprile 2020, cit.), nel 2019 il trimestre marzo-maggio 2019 ha fatto registrare in Italia circa 81 milioni di presenze, il 18,5% del totale annuale. Nel complesso, in questo periodo si concentra il 20,3% delle presenze annuali nelle strutture alberghiere e circa il 23% delle presenze di clienti stranieri, a conferma della sua importanza per il settore alberghiero e turistico.
Una indicazione interessante riguardo all'impatto economico della drastica riduzione dei flussi di turismo proviene dai dati sulla spesa turistica effettuata negli scorsi anni dagli stranieri, la cui misura proviene dall'indagine del Turismo Internazionale della Banca d'Italia secondo cui, nel 2019, la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia
ammonta a circa 44,3 miliardi euro; al suo interno di cui 9,4 miliardi
nel trimestre marzo-maggio.
(Istat, aprile 2020)
L'occupazione nel settore turistico
Sulla base di quanto risulta dalla documentazione depositata nel corso dell'audizione dei rappresentanti dell'
Istat (presso la commissione Lavoro del Senato, svoltasi il 28 maggio 2020), nel 2018 gli occupati del
settore turistico inteso in senso ampio in Italia sono
1 milione 621 mila, pari al
7% del totale degli occupati con un
trend crescente negli ultimi anni (+6.1% rispetto al 2013). In tale ambito, occorre distinguere tra gli addetti dei settori strettamente turistici (367 mila, prevalentemente nel comparto alberghiero) dagli occupati nei settori parzialmente turistici (un milione e 254mila).
L'UNWTO definisce attività
strettamente turistiche le seguenti: trasporto aereo di passeggeri; alberghi e strutture simili; alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni; aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte; attività delle agenzie di viaggio; attività dei tour operator. Sono invece
parzialmente turistiche : trasporto ferroviario di passeggeri interurbano; trasporto con taxi e noleggio di autovetture con conducente; altri trasporti terrestri di passeggeri; trasporto marittimo e costiero di passeggeri; trasporto di passeggeri per vie d'acqua interne; ristoranti e attività di ristorazione mobile; bar e altri esercizi simili senza cucina; noleggio di autovetture e autoveicoli leggeri; noleggio di attrezzature sportive e ricreative; altri servizi di prenotazione e di assistenza turistica.
Il
settore è caratterizzato da
un'alta percentuale di
impieghi a termine (il 25,4% contro il 13,1% complessivo) e di
indipendenti (29,3% a fronte del 22,9% del totale occupati
). Inoltre, è più frequente il
lavoro
part time (28,4% contro il 18,6% totale). L'incidenza del settore sul totale dell'occupazione è più elevata nel Centro-Sud (52,5% contro il 48% a livello nazionale) e tra le donne (45,1% contro il 42,1% a livello nazionale), mentre si registra una bassa percentuale di laureati (9,9% contro 23,1%) e una maggiore quota di giovani (37,9% contro il 22%).
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La comunicazione: i contenuti
La comunicazione illustra in primo luogo il pacchetto di orientamenti e raccomandazioni per la ripresa della libera circolazione e delle attività delle strutture ricettive, che l'accompagnano e che costituiscono la premessa per il riavvio delle attività turistiche.
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La ripresa della circolazione, dei trasporti e delle attività ricettive
Un approccio graduale per il ripristino della libera circolazione
La
comunicazione "Verso un approccio graduale e coordinato per il ripristino della libera circolazione e la revoca dei controlli alle frontiere interne – COVID-19" si inserisce nella cornice della tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento del coronavirus. Tra i criteri adottati: la comparabilità della
situazione epidemiologica delle zone riaperte; una sufficiente
capacità di assistenza e di cura in termini di
ospedali,
test diagnostici,
sorveglianza e tracciamento dei contatti. Ai fini della graduale revoca delle restrizioni, sono invocati i principi di
proporzionalità e
non discriminazione, per cui la revoca delle restrizioni alla circolazione, da e verso determinate regioni o zone di un altro stato membro, deve applicarsi a tutti i residenti di quel territorio, indipendentemente dalla cittadinanza.
Il
Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha avviato la creazione di una
mappa del livello di trasmissione del Covid-19 a livello nazionale e subnazionale.
La Commissione invita gli Stati membri a comunicare al Centro i dati utili all'aggiornamento della mappa e a proseguire lo scambio di informazioni e di buone pratiche anche nell'ambito del "gruppo d'informazione Covid-19 –affari interni".
Il Centro fornisce dati di sorveglianza epidemiologica sulle malattie trasmissibili utilizzando il sistema europeo di sorveglianza (TESSy);
fornisce consulenza scientifica ai governi e alle istituzioni dell'UE; coordina i
programmi europei di formazione in epidemiologia e in microbiologia per la salute pubblica;
aiuta i governi degli Stati membri del'UE alla preparazione alle epidemie.
L'11 giugno 2020 la Commissione ha adottato una
comunicazione con cui
incoraggia gli Stati membri a eliminare le restrizioni alla libera circolazione e i controlli alle
frontiere interne
entro il 15 giugno, in considerazione del miglioramento della situazione sanitaria nell'UE e dell'attuazione del distanziamento sociale e di altre misure di carattere sanitario da parte degli Stati membri. Si prospettava anche la
revoca parziale e graduale delle
restrizioni di viaggio verso l'UE dopo il 30 giugno. Gli Stati membri hanno concordato il
30 giugno la riapertura delle proprie frontiere a partire dal primo luglio a una lista limitata di 15 Paesi: Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia, Uruguay e Cina (Pechino è l'unica condizionata al principio di reciprocità). La lista è aggiornata ogni 14 giorni, in base all'
evoluzione delle condizioni epidemiologiche dei paesi terzi e alla loro risposta alla crisi sanitaria.
Il ripristino dei servizi di trasporto e della connettività
Una seconda
comunicazione reca orientamenti relativi al ripristino graduale e coordinato dei servizi di trasporto e della connettività ed è volta all'adozione di misure coordinate per proteggere passeggeri e lavoratori del settore dei trasporti e ridurre al minimo il rischio di infezioni, tra le quali:
Con specifico riguardo al trasporto aereo, l'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea (Easa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno pubblicato il 30 giugno 2020 un
protocollo congiunto che definisce le misure per garantire la sicurezza sanitaria dei viaggiatori aerei e del personale dell'aviazione.
Riaprire servizi turistici e strutture ricettive
La
comunicazione, recante orientamenti per il progressivo ripristino dei servizi turistici e la definizione di protocolli sanitari nelle strutture ricettive, raccomanda le misure per la riapertura e il mantenimento in attività nel corso della pandemia. Tra i criteri individuati:
La comunicazione sottolinea l'importanza della messa a punto di
meccanismi di coordinamento e comunicazione tra gli operatori del settore turistico e le autorità degli Stati membri, come pure tra le amministrazioni locali e nazionali o regionali per un monitoraggio del contagio.
L'atto annuncia anche la realizzazione di una
mappa del livello di trasmissione del Covid-19 a livello subnazionale da tenere costantemente aggiornata (vedi infra,
Reopen Eu)
In merito alle strutture ricettive, la comunicazione detta orientamenti non vincolanti per la definizione di
protocolli sanitari compatibili con le prescrizioni e considerazioni delle autorità sanitarie (OMS e ECDC, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), nonché con le disposizioni e gli
orientamenti per il rientro sui luoghi di lavoro. Tra gli orientamenti principali, oltre al presupposto della riduzione del contagio:
In caso di
sospetto contagio tra gli ospiti o il personale il
piano d'azione deve prevedere:
Buoni alternativi al rimborso
La
raccomandazione riguarda i
buoni offerti a passeggeri e viaggiatori come
alternativa al rimborso per pacchetti turistici e servizi di trasporto annullati nel contesto della pandemia. L'atto conferma il principio della normativa dell'Unione per cui in caso di annullamento di titoli di trasporto o pacchetti di viaggio i consumatori hanno diritto di scegliere tra buoni o il rimborso in denaro. Allo stesso tempo è volta a garantire che nel contesto della pandemia, e alla luce della crisi di liquidità che sta interessando il settore turistico e dei trasporti, i buoni costituiscano
un'alternativa valida e attraente rispetto al rimborso per i viaggi annullati.
I
buoni a carattere volontario dovrebbero essere
protetti in caso di insolvenza di chi li ha emessi, avere un periodo minimo di
validità di 12 mesi ed essere
rimborsabili
dopo al massimo
un anno, se non utilizzati. Dovrebbero inoltre offrire flessibilità sufficiente, consentire ai passeggeri di viaggiare sulla stessa tratta alle stesse condizioni di servizio o permettere ai viaggiatori di concludere un contratto per un pacchetto turistico con servizi dello stesso tipo o di qualità equivalente. I buoni dovrebbero anche essere
trasferibili a un altro viaggiatore.
In merito ai rimborsi e ai buoni, la Commissione ricorda nella comunicazione il ruolo
dei centri europei dei consumatori (ECC) che assistono i cittadini europei negli acquisti transfrontalieri e annuncia l'intenzione di valutarne l'ampliamento dei servizi, così come di sostenere lo sviluppo di capacità degli organismi per la risoluzione alternativa delle controversie tra consumatori e operatori.
In precedenza la
Commissione europea aveva pubblicato il 19 marzo 2020
informazioni sull'applicazione della direttiva sui pacchetti turistici nell'ambito della pandemia di Covid-19.
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Strumenti tecnologici per il turismo sicuro
L'atto annuncia l'adozione di strumenti tecnologici per favorire la ripresa in sicurezza dei viaggi, una mappa
online delle misure sanitarie e delle eventuali restrizioni adottate dagli Stati membri e orientamenti e specifiche tecniche per l'interoperabilità delle app di tracciamento dei contagi.
Una mappa aggiornata di misure e restrizioni: la Piattaforma Reopen Eu
Per favorire la ripresa sicura dei viaggi e del turismo in tutta Europa e per gestire i rischi collegati alla pandemia. il 15 giugno 2020 la Commissione ha inaugurato la
piattaforma
"Re-open EU"
, la cui realizzazione era stata preannunciata nella comunicazione sul turismo e i trasporti. Il sito, disponibile anche in formato
app, fornisce
informazioni in tempo reale sull'accesso alle
frontiere, sui mezzi di
trasporto e sui
servizi turistici disponibili negli Stati membri e informazioni pratiche sulle
restrizioni di viaggio, sulle
misure di sicurezza e salute pubblica (distanziamento sociale, uso di mascherine), nonché informazioni sulle restrizioni in corso nei confronti di alcuni paesi terzi. La piattaforma è sviluppata dal
Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione sulla base degli aggiornamenti degli Stati membri e del
Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
App di tracciamento interoperabili
La comunicazione annuncia l'impegno della Commissione a sviluppare ulteriormente il quadro europeo di interoperabilità delle applicazioni mobili di tracciamento dei contatti.
Nel giugno 2020 gli Stati membri, con il sostegno della Commissione, hanno concordato i
principi generali e successivamente una serie di
specifiche tecniche volte ad assicurare lo
scambio sicuro di informazioni tra le
app nazionali di
tracciamento dei contatti basate su un'architettura decentrata (cosiddetta
interoperabilità). Un protocollo di
principi per l'interoperabilità era già stato adottato il 13 maggio 2020. Utilizzate su base volontaria e operative su tecnologia Bluetooth, le app di tracciamento devono essere
trasparenti, temporanee, sicure, rispettose della privacy ed interoperabili oltre i confini e tra i sistemi operativi.
Gli Stati membri e la Commissione europea hanno collaborato a un pacchetto di
strumenti comuni dell'Unione per l'uso della tecnologia e dei dati al fine di contrastare la crisi Covid-19, in particolare per quanto riguarda le
applicazioni mobili e l'uso di
dati anonimizzati sulla mobilità.
Secondo i requisiti essenziali adottati dagli Stati membri, le app nazionali devono essere:
volontarie; approvate dall'
autorità sanitaria nazionale; in grado di rispettare la
privacy tramite dati personali crittografati in modo sicuro;
smantellate non appena non siano più necessarie.
La Commissione europea, per lo sviluppo delle nuove app ha altresì adottato
orientamenti relativi alla
protezione dei dati.
Il 23 luglio 2020 la Ministra per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, rispondendo ad un'
interrogazione
in Senato ha reso noto che l'app Immuni risulta installata da oltre 4 milioni e 300mila utenti, corrispondente al 12% della popolazione italiana fra 14 e 75 anni in possesso di uno smartphone. La ministra ha poi aggiunto che, "secondo il Ministero della salute i soggetti positivi in possesso dell'applicazione che hanno acconsentito all'invio del messaggio di notifica sono 46" e che "dal 13 luglio a oggi i soggetti allertati grazie all'applicazione risultano essere stati 23".
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Le misure economiche
La comunicazione illustra gli
interventi economici di natura generale adottati dall'Unione europea a sostegno dell'economia e dei settori colpiti dalla crisi prodotta dalla pandemia. Nonostante l'
assenza di una
linea di bilancio dedicata al turismo, questi interessano anche il comparto turistico e sono mirati a sostenere le imprese ed aiutarle ad affrontare la crisi di liquidità e a salvaguardare l'occupazione.
Il
quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, adottato il 19 marzo 2020 e modificato successivamente più volte, consente di fornire
sovvenzioni dirette fino a
800mila euro o
prestiti, o garanzie anche per importi più elevati a condizioni favorevoli. Sovvenzioni e prestiti possono essere attivati anche per compensare danni subiti a causa della pandemia. Per un approfondimento sulle misure autorizzate per l'Italia, si rinvia alla relativa
pagina web della Commissione europea.
Non è al momento possibile quantificare quante di queste risorse possano essere effettivamente destinate al settore del turismo.
Il regolamento
2020/460
sull'iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (
CRII,
Coronavirus response investment initiative), gestita in modo condiviso con gli Stati membri e con una dotazione di
37 miliardi, consente agli Stati membri di riorientare i
finanziamenti per la
coesione a favore dei settori più colpiti dalla pandemia, come
trasporti, turismo e commercio. Il regolamento autorizza (fin dal 1° febbraio 2020) la
mobilitazione dei bilanci dei fondi strutturali non utilizzati anche per finanziare le spese sostenute per l'epidemia. Nel settore del turismo i finanziamenti possono essere diretti alle
PMI per sostenerle nella preparazione della stagione turistica, nel coprire il
costo del lavoro e i costi aggiuntivi derivanti dall'adattamento alle prescrizioni sanitarie come i
protocolli di pulizia e igiene, l'adattamento degli spazi al pubblico. L'iniziativa
Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII+) ha introdotto ulteriore flessibilità nelle norme che disciplinano i fondi prevedendo la possibilità di
trasferire risorse tra i fondi della
politica di coesione e tra le diverse categorie di regioni. Inoltre
sospende temporaneamente la regola della
concentrazione tematica delle risorse.
La Commissione europea ha
sbloccato 1 miliardo di euro dal
Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) a titolo di garanzia per il
Fondo europeo per gli investimenti (FEI), parte del Gruppo Banca europea per gli investimenti. Il FEI potrà fornire garanzie speciali per incentivare le
banche e altri finanziatori a fornire
liquidità, per un importo disponibile stimabile in
8 miliardi di euro, ad almeno 100mila PMI colpite dalle conseguenze economiche della pandemia di coronavirus.
Nella comunicazione la Commissione invita gli Stati membri a elaborare
strategie di ripresa globali per il settore nell'ambito della
politica di coesione, favorendo l'accesso ai finanziamenti per le imprese. Suggerisce, inoltre, di promuovere il turismo e la mobilità sostenibile assieme alla
digitalizzazione, alla
sostenibilità e all'
aggiornamento delle competenze, mediante il
Fondo europeo di sviluppo regionale e il
Fondo sociale europeo, nell'ambito della politica di coesione.
Successivamente alla comunicazione sul turismo, è stata presentata l'iniziativa
REACT-EU (
Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), che secondo l'accordo raggiunto nel Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020, fornirebbe
47,5 miliardi di euro di fondi aggiuntivi per la politica di coesione
entro il 2022 da Next Generation EU. I fondi aggiuntivi sarebbero assegnati in funzione della gravità delle ripercussioni sociali ed economiche della crisi, incluso il livello di
disoccupazione giovanile e la
ricchezza relativa di ogni Stato membro. Verrebbero destinati ad azioni strategiche per il superamento della crisi e per una ripresa in linea con le strategie verde e digitale dell'Unione europea in diversi settori, compresi il turismo e la cultura. Potrebbero inoltre essere volti a
risanare i mercati del lavoro – compresi i
sussidi all'assunzione, i regimi di riduzione dell'orario lavorativo e le misure a favore dell'occupazione giovanile – e a sostenere i sistemi sanitari, oltre a erogare capitale per le piccole e medie imprese.
Nel corso del
Consiglio
dei ministri europei del turismo del 20 maggio, il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, avrebbe rappresentato la necessità di un Piano d'azione europeo per il settore turistico e l'inserimento del settore nei programmi di ripresa e di investimento dell'UE.
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Misure a sostegno dell'occupazione
Tra le misure economiche adottate dall'Unione europea figura il
regolamento
(2020/672) che ha introdotto il sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (SURE), adottato il 19 maggio. Si tratta di un regime temporaneo che può fornire agli Stati membri fino a
100 miliardi di euro di
prestiti a condizioni favorevoli - a partire dal 1º febbraio 2020 - per finanziare spesa pubblica nazionale mirata a coprire i costi dei regimi nazionali di
riduzione dell'orario lavorativo o di altre misure che consentano di
salvaguardare i posti di lavoro, anche di lavoratori autonomi.
Per attivare l'assistenza finanziaria prevista dal regolamento, la Commissione raccoglierà fondi sui mercati internazionali dei capitali per conto dell'UE. I prestiti concessi nell'ambito di SURE saranno sostenuti dal
bilancio dell'UE e dalle garanzie offerte dagli Stati membri in funzione della loro quota nell'RNL dell'Unione. L'importo totale delle garanzie sarà di
25 miliardi di euro. Il sostegno è a disposizione di tutti gli Stati membri ma costituirà una rete di sicurezza particolarmente rivolta alle economie più colpite. Lo Stato membro che chiede assistenza finanziaria deve dimostrare un aumento repentino e severo della spesa pubblica effettiva, eventualmente anche programmata, per finanziare
regimi di riduzione dell'orario lavorativo o misure analoghe. Le risorse di SURE saranno disponibili dopo che tutti gli Stati membri avranno fornito le loro garanzie e lo strumento sarà operativo fino al
31 dicembre 2022. Su proposta della Commissione, il Consiglio potrà prorogarne la disponibilità per ulteriori sei mesi, qualora persistano gravi perturbazioni economiche causate dalla pandemia di Covid-19.
La Commissione incoraggia inoltre gli Stati membri a elaborare strategie per favorire la riqualificazione e riconversione professionale dei lavoratori che perdono il posto di lavoro.
In questa prospettiva la comunicazione invita gli Stati membri a
impiegare fondi nazionali e dell'UE (Fondo sociale europeo, Fondo europeo di sviluppo regionale, InvestEU e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) per piani di
aggiornamento delle
competenze professionali dei lavoratori a rischio di perdita di lavoro o con basse qualifiche.
A livello di Unione europea, è stata presentata il 1° luglio
l'Agenda per le competenze, volta a favorire la ricollocazione professionale dei lavoratori nella
transizione verde e digitale, che richiederà
forza lavoro sempre
più qualificata e specializzata. Nella comunicazione la Commissione stima che le nuove competenze necessarie per orientare il turismo alla sostenibilità comprendano il
marketing online, il
riciclo e la gestione dei rifiuti, i
servizi idrici ed energetici per la transizione verso un turismo più sostenibile, come pure la
comunicazione in un contesto
interculturale e i nuovi
protocolli d'igiene.
L'Agenda dovrebbe tra l'altro sostenere le imprese
nell'innovazione tecnologica e nella
riqualificazione professionale del personale. Per il settore del turismo il documento guarda a servizi innovativi basati su una maggiore integrazione tra prestazioni rese di persona e nuove tecnologie.
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Promozione del turismo e prospettive a breve termine
Ricordando che ogni anno il 78% degli europei trascorre le vacanze nel proprio paese o in un altro paese dell'Unione(
Eurostat, 2019), la Commissione intende sostenere la promozione del
turismo nazionale e locale, rurale e costiero, e del turismo
culturale con alcune iniziative.
Tra queste:
La Commissione intende inoltre promuovere la transizione verso un
modello sostenibile di turismo costiero e marittimo, nel quadro del suo approccio strategico per un'
economia blu sostenibile e sostenere l'agriturismo sostenibile nelle zone rurali.
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Prospettive al 2050: una Convenzione e un'Agenda europea per il turismo
La Commissione europea ritiene che vada promossa l'innovazione del settore turistico nella cornice della transizione verde e climatica e di quella digitale.
Ad avviso della Commissione le politiche dell'Unione europea, nazionali e locali per il comparto dovrebbero promuovere un
turismo sostenibile in linea con gli obiettivi generali del
Green Deal europeo.
A tal fine individua alcuni obiettivi, tra cui:
Allo stesso modo, le politiche per il turismo dovrebbero, secondo la Commissione, essere agganciate a quelle per il
digitale per trarre vantaggio dallo sviluppo e dall'adozione delle
nuove tecnologie. In particolare sono sottolineate le potenzialità offerte dall'analisi dei
Big Data per una migliore gestione dei flussi turistici e per l'
analisi della domanda e delle esigenze dei viaggiatori e le misure di
cibersicurezza per l'adozione di
transazioni sicure.
Attenzione particolare della Commissione è rivolta alle
PMI per le quali, come annunciato nella
Strategia per le PMI, intende collaborare con reti come
Enterprise Europe, l'
Alleanza europea dei cluster e i
poli europei dell'innovazione digitale, per favorire la resilienza e la competitività delle imprese turistiche locali e collegare il turismo alle altre industrie come le
TIC, le
energie rinnovabili, le scienze della salute e della vita, l'a
groalimentare, i settori
marittimo,
culturale e creativo.
Le strategie di lungo termine per il settore e l'elaborazione di un'
Agenda europea per il turismo 2050 dovrebbero essere al centro di una
Convenzione europea sul turismo, che la Commissione europea intende organizzare appena le circostanze sanitarie lo consentiranno
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Esame da parte delle Istituzioni dell'UE
Il 19 giugno il Parlamento europeo ha approvato una
risoluzione sulla comunicazione in materia di turismo e sul pacchetto per la ripresa della libera circolazione e della connettività.
Esprimendosi a favore delle proposte della Commissione, il Parlamento sottolinea la necessità di ulteriori misure, in primo luogo di carattere finanziario, a sostegno del settore e delle aziende minacciate dalla crisi. Tra queste:
La risoluzione adottata dal Parlamento UE elenca una serie di modalità necessarie per
garantire sicurezza ed equità:
Nel documento si ricorda tra l'altro che risale al 2010 l'ultimo piano d'azione dell'Unione europea per il settore (L'Europa, prima destinazione turistica mondiale – un nuovo quadro politico per il turismo europeo",
COM(2010)0352) e che dall'entrata in vigore del
Trattato di Lisbona nel 2009, l'UE ha competenze di sostegno volte a
coordinare e integrare le azioni degli Stati membri in questo settore (art. 195, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,TFUE).
Infine, si sottolinea come la crisi possa costituire un'opportunità per
modernizzare il turismo nell'UE e renderlo più sostenibile, promuovendo turismo locale, rurale o fuori stagione e inserendolo nella transizione verde e digitale.
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Esame presso altri Parlamenti nazionali
Sulla base dei dati forniti dal sito
IPEX, l'esame della comunicazione COM(2020)550 risulta avviato da parte dei parlamenti di Belgio, Finlandia, del Bundestag tedesco, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia, Svezia e completato da parte della Repubblica Ceca e del Bundesrat tedesco.
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