Comunicazioni del presidente:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3
Sulla pubblicità dei lavori:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4
Audizione di Renato Di Leva:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Di Leva Renato ... 4 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Di Leva Renato ... 4 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 ,
Fornaro Federico ... 4 ,
Di Leva Renato ... 4 ,
Fornaro Federico ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 ,
Fornaro Federico ... 5 ,
Di Leva Renato ... 5 ,
Fornaro Federico ... 5 ,
Di Leva Renato ... 6 ,
Fornaro Federico ... 6 ,
Di Leva Renato ... 6 ,
Grassi Gero (PD) ... 6 ,
Fornaro Federico ... 6 ,
Grassi Gero (PD) ... 6 ,
Fornaro Federico ... 6 ,
Di Leva Renato ... 6 ,
Fornaro Federico ... 6 ,
Di Leva Renato ... 6 ,
Grassi Gero (PD) ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Fornaro Federico ... 6 ,
Liuzzi Pietro ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Di Leva Renato ... 6 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 ,
Grassi Gero (PD) ... 6 ,
Fornaro Federico ... 6 ,
Grassi Gero (PD) ... 6 ,
Fornaro Federico ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fornaro Federico ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Fornaro Federico ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Grassi Gero (PD) ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Grassi Gero (PD) ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 7 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Grassi Gero (PD) ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 8 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Fornaro Federico ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 9 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fornaro Federico ... 10 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fornaro Federico ... 10 ,
Di Leva Renato ... 10 ,
Fornaro Federico ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Grassi Gero (PD) ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Fornaro Federico ... 10 ,
Grassi Gero (PD) ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Grassi Gero (PD) ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 ,
Fornaro Federico ... 10 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Fornaro Federico ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Fornaro Federico ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fornaro Federico ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 ,
Di Leva Renato ... 11 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fornaro Federico ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fornaro Federico ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Grassi Gero (PD) ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Grassi Gero (PD) ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Fornaro Federico ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Fornaro Federico ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 ,
Di Leva Renato ... 12 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 13 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 13 ,
Di Leva Renato ... 13 ,
Fornaro Federico ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fornaro Federico ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Fornaro Federico ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Grassi Gero (PD) ... 14 ,
Fornaro Federico ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Fornaro Federico ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fornaro Federico ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fornaro Federico ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fornaro Federico ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 ,
Di Leva Renato ... 14 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15 ,
Fornaro Federico ... 15 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15 ,
Fornaro Federico ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fornaro Federico ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fornaro Federico ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fornaro Federico ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fornaro Federico ... 15 ,
Di Leva Renato ... 15 ,
Fornaro Federico ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fornaro Federico ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fornaro Federico ... 16 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fornaro Federico ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fornaro Federico ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fornaro Federico ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fornaro Federico ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fornaro Federico ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16 ,
Di Leva Renato ... 16 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fornaro Federico ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Grassi Gero (PD) ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fornaro Federico ... 17 ,
Di Leva Renato ... 17 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 17 ,
Di Leva Renato ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Di Leva Renato ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Di Leva Renato ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Fornaro Federico ... 18 ,
Lucidi Stefano ... 18 ,
Fornaro Federico ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Fornaro Federico ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Di Leva Renato ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Di Leva Renato ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Di Leva Renato ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Di Leva Renato ... 18 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 18 ,
Grassi Gero (PD) ... 18 ,
Di Leva Renato ... 18 ,
Grassi Gero (PD) ... 18 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 19 ,
Grassi Gero (PD) ... 19 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 20 ,
Grassi Gero (PD) ... 20 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 21 ,
Di Leva Renato ... 21 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Fornaro Federico ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Fornaro Federico ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Di Leva Renato ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 22 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 22 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Fornaro Federico ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Fornaro Federico ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Fornaro Federico ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 23 ,
Di Leva Renato ... 23 ,
Fornaro Federico ... 23 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Lavagno Fabio (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Fornaro Federico ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 24 ,
Fornaro Federico ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Fornaro Federico ... 24 ,
Di Leva Renato ... 24 ,
Fornaro Federico ... 24 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Fornaro Federico ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Fornaro Federico ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 25 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Fornaro Federico ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Fornaro Federico ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Fornaro Federico ... 25 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 25 ,
Di Leva Renato ... 25 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 25 ,
Fornaro Federico ... 25 ,
Grassi Gero (PD) ... 25 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 25 ,
Fornaro Federico ... 26 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 26 ,
Fornaro Federico ... 26 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 26 ,
Grassi Gero (PD) ... 26 ,
Fornaro Federico ... 26 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 26 ,
Fornaro Federico ... 26 ,
Grassi Gero (PD) ... 26 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 26 ,
Di Leva Renato ... 26 ,
Grassi Gero (PD) ... 26 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 26 ,
Grassi Gero (PD) ... 26 ,
Fornaro Federico ... 26 ,
Di Leva Renato ... 26 ,
Grassi Gero (PD) ... 26 ,
Di Leva Renato ... 26 ,
Grassi Gero (PD) ... 26 ,
Di Leva Renato ... 26 ,
Grassi Gero (PD) ... 26 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 26 ,
Fornaro Federico ... 26 ,
Grassi Gero (PD) ... 26 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 26 ,
Fornaro Federico ... 27 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 27 ,
Fornaro Federico ... 27 ,
Di Leva Renato ... 27 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 27 ,
Fornaro Federico ... 27 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 27 ,
Grassi Gero (PD) ... 27 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 27 ,
Grassi Gero (PD) ... 27 ,
Fornaro Federico ... 27 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 27 ,
Grassi Gero (PD) ... 27 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 27 ,
Grassi Gero (PD) ... 27 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 27 ,
Fornaro Federico ... 27 ,
Grassi Gero (PD) ... 27 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 27 ,
Grassi Gero (PD) ... 27 ,
Di Leva Renato ... 27 ,
Grassi Gero (PD) ... 27 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 28 ,
Fornaro Federico ... 28 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Di Leva Renato ... 28 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 28 ,
Grassi Gero (PD) ... 28 ,
Fornaro Federico ... 28 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 28 ,
Fornaro Federico ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Grassi Gero (PD) ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Grassi Gero (PD) ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Grassi Gero (PD) ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Di Leva Renato ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Di Leva Renato ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Di Leva Renato ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Fornaro Federico ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Grassi Gero (PD) ... 29 ,
Fornaro Federico ... 29 ,
Grassi Gero (PD) ... 29 ,
Fornaro Federico ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Grassi Gero (PD) ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Fornaro Federico ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 29 ,
Fornaro Federico ... 29 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 30 ,
Fornaro Federico ... 30 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 30 ,
Grassi Gero (PD) ... 30 ,
Fornaro Federico ... 30 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 30 ,
Fornaro Federico ... 30 ,
Di Leva Renato ... 30 ,
Fornaro Federico ... 30 ,
Di Leva Renato ... 30 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 30 ,
Fornaro Federico ... 30 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 30 ,
Fornaro Federico ... 30 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 30 ,
Grassi Gero (PD) ... 30 ,
Di Leva Renato ... 30 ,
Grassi Gero (PD) ... 30 ,
Di Leva Renato ... 30 ,
Grassi Gero (PD) ... 30 ,
Di Leva Renato ... 30 ,
Grassi Gero (PD) ... 30 ,
Di Leva Renato ... 30 ,
Grassi Gero (PD) ... 30 ,
Di Leva Renato ... 30 ,
Grassi Gero (PD) ... 30 ,
Di Leva Renato ... 30 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 31 ,
Fornaro Federico ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Fornaro Federico ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Fornaro Federico ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 31 ,
Fornaro Federico ... 31 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 31 ,
Di Leva Renato ... 31 ,
Grassi Gero (PD) ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 32 ,
Grassi Gero (PD) ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Grassi Gero (PD) ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 32 ,
Fornaro Federico ... 32 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Fornaro Federico ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 33 ,
Di Leva Renato ... 33 ,
Grassi Gero (PD) ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Grassi Gero (PD) ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Grassi Gero (PD) ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 34 ,
Fornaro Federico ... 34 ,
Di Leva Renato ... 35 ,
Fornaro Federico ... 35 ,
Di Leva Renato ... 35 ,
Fornaro Federico ... 35 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 35 ,
Fornaro Federico ... 35 ,
Di Leva Renato ... 35 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 35 ,
Di Leva Renato ... 35 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 35 ,
Fornaro Federico ... 35 ,
Di Leva Renato ... 35 ,
Fornaro Federico ... 35 ,
Di Leva Renato ... 35 ,
Fornaro Federico ... 35 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 36 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Di Leva Renato ... 36 ,
Fornaro Federico ... 36 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fornaro Federico ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fornaro Federico ... 37 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fornaro Federico ... 37 ,
Grassi Gero (PD) ... 37 ,
Fornaro Federico ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Fornaro Federico ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Fornaro Federico ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 37 ,
Fornaro Federico ... 37 ,
Di Leva Renato ... 37 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 38 ,
Fornaro Federico ... 38 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Grassi Gero (PD) ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Grassi Gero (PD) ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 39 ,
Di Leva Renato ... 39 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 40 ,
Fornaro Federico ... 40 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 41 ,
Fornaro Federico ... 41 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 42 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 42 ,
Fornaro Federico ... 42 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 43 ,
Grassi Gero (PD) ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Di Leva Renato ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 43 ,
Fornaro Federico ... 43 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Grassi Gero (PD) ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Di Leva Renato ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Di Leva Renato ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Di Leva Renato ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Grassi Gero (PD) ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Di Leva Renato ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Di Leva Renato ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Di Leva Renato ... 44 ,
Fornaro Federico ... 44 ,
Di Leva Renato ... 44 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Di Leva Renato ... 45 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 45 ,
Fornaro Federico ... 45 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 46 ,
Di Leva Renato ... 46 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 46 ,
Fornaro Federico ... 46 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 46 ,
Fornaro Federico ... 46 ,
Di Leva Renato ... 46 ,
Fornaro Federico ... 46 ,
Di Leva Renato ... 46 ,
Fornaro Federico ... 46 ,
Di Leva Renato ... 46 ,
Fornaro Federico ... 46 ,
Di Leva Renato ... 46 ,
Fornaro Federico ... 46 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 46 ,
Fornaro Federico ... 46 ,
Di Leva Renato ... 46 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 46 ,
Di Leva Renato ... 46 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 47 ,
Fornaro Federico ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Fornaro Federico ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Fornaro Federico ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Grassi Gero (PD) ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Grassi Gero (PD) ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Grassi Gero (PD) ... 47 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 47 ,
Grassi Gero (PD) ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Grassi Gero (PD) ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 47 ,
Grassi Gero (PD) ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Fornaro Federico ... 47 ,
Di Leva Renato ... 47 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 47 ,
Fornaro Federico ... 47 ,
Grassi Gero (PD) ... 47 ,
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 47 48
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIUSEPPE FIORONI
La seduta comincia alle 14.20.
Comunicazioni del presidente.
PRESIDENTE. Nel corso dell'odierna riunione, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di incaricare:
la dottoressa Giammaria, il sostituto commissario Ferrante e il sovrintendente Marratzu di esaminare, ai fini di una eventuale acquisizione, documentazione dei processi Moro uno e Moro bis relativa ai filoni di inchiesta che la Commissione sta seguendo, non acquisita dalle precedenti Commissioni parlamentari di inchiesta, e di presentare una relazione in merito;
il dottor Donadio e il tenente colonnello Giraudo di svolgere accertamenti relativi alle attività di polizia poste in essere immediatamente dopo il rapimento di Aldo Moro;
il dottor D'Ovidio e la dottoressa Tintisona di acquisire sommarie informazioni testimoniali da due persone al corrente dei fatti.
Comunico inoltre che:
il 14 aprile 2016 il Comando generale dell'Arma dei carabinieri ha trasmesso una nota, riservata, relativa alla fonte confidenziale che, nell'aprile 1978, rivelò che Prospero Gallinari avrebbe incontrato nel novembre 1977 un pregiudicato. In conseguenza dell'acquisizione, cessa la delega conferita su questo tema al colonnello Pinnelli;
il 18 aprile 2016, la dottoressa Picardi, il generale Scriccia e il maresciallo Pinna hanno depositato il verbale, riservato, di sommarie informazioni rese da Enrico Correale;
il 18 aprile 2016, la dottoressa Picardi, il generale Scriccia e il maresciallo Pinna hanno depositato il verbale, riservato, di sommarie informazioni rese da Ferdinando Imposimato;
nella stessa data il generale Scriccia ha depositato una nota, di libera consultazione, sul movimento «Febbraio 74»;
nella stessa data il generale Scriccia ha depositato un compendio di documentazione, riservata, sulle indagini relative alla tipografia di via Pio Foà;
il 20 aprile 2016 l'Ispettorato generale dei cappellani ha trasmesso una nota, di libera consultazione, in risposta a quesiti inviatigli a seguito dell'audizione di monsignor Fabio Fabbri;
nella stessa data il generale Scriccia ha depositato una nota, riservata, relativa a documentazione selezionata presso l'AISE, che sarà prossimamente acquisita;
nella stessa data il dottor Donadio ha depositato una nota, di libera consultazione, relativa all'odierna audizione di Renato Di Leva, e due note, di libera consultazione, contenenti proposte di accertamenti relativi ad attività di polizia effettuate immediatamente dopo il rapimento di Aldo Moro;
nella stessa data il dottor Salvini ha depositato il verbale, riservato, di sommarie informazioni rese da una persona informata dei fatti, in relazione alle modalità di scoperta della tipografia di via Pio Foà; Pag. 4
nella stessa data il dottor Allegrini ha depositato una nota, di libera consultazione, relativa a documentazione sulla vicenda Hypérion presente presso gli archivi nazionali francesi;
il 21 aprile 2016, la Direzione investigativa antimafia ha trasmesso una nota, riservata, relativa a Luciano Dal Bello.
Comunico altresì che i seguenti documenti saranno duplicati e resi disponibili come documenti liberi, previa obliterazione dei dati personali sensibili: 255/2 (segreto); 277/4 (riservato); 277/5 (riservato); 277/7 (riservato); 366/1 (riservato); 419/1 (riservato); 420/1 (riservato); 487/1 (riservato).
Il 20 aprile 2016 è pervenuta una nota, di libera consultazione, di Alberto Comastri e Salvatore Sechi, che suggerisce l'acquisizione di una serie di documenti, e il 21 aprile 2016 è pervenuta una comunicazione dell'avvocato Daniele Osnato, che ha richiesto di avere copia della «rilevante documentazione desecretata che conterrebbe, a quanto pare, informazioni sulla strage di Ustica».
Relativamente alla prima richiesta, l'Ufficio di presidenza ha convenuto di non dare corso all'acquisizione, poiché non si ravvisa una connessione diretta con l'oggetto dell'inchiesta parlamentare.
Relativamente alla seconda richiesta, l'Ufficio di presidenza ha convenuto di trasmettere la comunicazione dell'avvocato Osnato all'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, in quanto relativa a documentazione non acquisita dalla Commissione.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Audizione di Renato Di Leva.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Renato Di Leva, che ringraziamo per la sua presenza oggi.
Faccio presente a Renato Di Leva, che, ove nel corso della sua audizione lo ritenga necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta.
Renato Di Leva, ex agente di Polizia, è uno dei primi testimoni oculari della strage di via Fani. Nel marzo del 1978 faceva parte della Sezione motociclisti – Comando servizi tecnici e si trovò casualmente sulla scena del crimine.
Il 16 marzo del 1978 sottoscrisse una relazione di servizio sugli eventi, che è stata integrata dalle sommarie informazioni testimoniali rese in data 14 luglio 2015 a collaboratori della Commissione (Donadio, Siddi, Sensi e Mezzetti). Tra la relazione del 1978 e le dichiarazioni del 2015 esistono alcune differenze, che saranno oggetto di specifiche domande.
Renato Di Leva non è mai stato chiamato a deporre in sede giudiziaria.
Possiamo dare lettura di un ampio brano del verbale delle dichiarazioni rese in data 14 luglio 2015, se ne avete bisogno, altrimenti potremmo anche soprassedere, poiché i membri della Commissione lo hanno letto.
Chiedo innanzitutto al signor Di Leva se ha da aggiungere qualcosa rispetto a quanto dichiarato il 14 luglio del 2015 e, se non avesse da aggiungere altro, procedo con le domande.
RENATO DI LEVA. No, ho detto tutto al dottor Donadio.
PRESIDENTE. Quali erano le sue mansioni presso la Polizia di Stato nel marzo del 1978?
RENATO DI LEVA. Ero alla Sezione motociclisti e facevo i piantonamenti agli obiettivi politici.
PRESIDENTE. Faceva piantonamenti agli obiettivi politici.
FEDERICO FORNARO. Può specificare che cosa vuol dire «obiettivi politici»?
RENATO DI LEVA. Sì. Ero piantone a via delle Botteghe Oscure. Di solito stavo Pag. 5sempre in via delle Botteghe Oscure. Facevo i turni lì con la motocicletta di giorno e di notte.
FEDERICO FORNARO. In borghese?
RENATO DI LEVA. No, in divisa della Polizia stradale.
PRESIDENTE. Secondo le sue dichiarazioni, quando lei giunse in via Fani, era fuori servizio e stava usando l'automobile di un suo conoscente. Può dirci per quale ragione si trovava in quella zona, che ha dichiarato, poco dopo, esserle poco nota o sconosciuta?
RENATO DI LEVA. Quella zona mi era completamente sconosciuta. Avevo questa macchina di un amico mio. In realtà, era un amico di un altro amico. Mi aveva prestato la macchina perché poi dovevo raggiungere una sede là vicino, nei pressi del luogo dove abitava questa persona, che poi non so nemmeno come si chiami. Gli dovevo portare la macchina.
PRESIDENTE. Lei è passato da lì per riconsegnare la macchina che le avevano prestato?
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. Quindi, si stava recando a casa...
RENATO DI LEVA. Non a casa, sotto un palazzo, in una strada. Gli dovevo portare questa macchina. Non conosco la casa di questa persona.
PRESIDENTE. Per questo motivo passava incidentalmente lì quella mattina.
Nelle sue ricostruzioni lei ha detto di aver seguito una volante con il segnale di emergenza acceso...
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. ... e che appena giunto, seguendo quella volante, all'incrocio tra via Fani e via Stresa, (che lei, come si legge nelle dichiarazioni, non sapeva neanche che si chiamassero via Fani e via Stresa)... Lei seguiva questa volante scendendo da dove?
RENATO DI LEVA. Non mi ricordo bene la strada, ma, quando ho sentito la volante con la sirena innestata, mi sono subito affiancato. Sono andato dietro di loro e mi sono affiancato immediatamente. Loro scendevano ed ero già più... Stavamo quasi in parallelo.
PRESIDENTE. Scendeva da dove?
RENATO DI LEVA. Non so se ci fosse una strada. Se posso fare uno schizzo... . Qui c'era una macchina, allo «stop». Qui c'era un'altra macchina grande, che aveva tamponato...
PRESIDENTE. No, ora ci interessa il momento subito prima del suo arrivo. Lei poi arriva all'incrocio tra via Fani e via Stresa, questo è chiaro.
RENATO DI LEVA. Ho visto questa scena.
PRESIDENTE. Lei da dove scendeva?
RENATO DI LEVA. Non so come fosse la strada. Scendevo qui, perché qua c'era un'altra macchina.
PRESIDENTE. Quindi, lei ha affiancato la volante.
FEDERICO FORNARO. Non riesco a capire. L'incrocio di via Fani – e via Fani con le auto incidentate – lo trova, arrivando, sulla sua destra o sulla sua sinistra?
RENATO DI LEVA. Non conosco qual è la strada che si chiama via Mario Fani. Sto dicendo che...
FEDERICO FORNARO. Le rifaccio la domanda. Lei, a un certo punto, vede le tre macchine: la 128, la 130 e l'Alfetta.
Pag. 6RENATO DI LEVA. No. C'era una macchina all'incrocio. Questa l'aveva quasi tamponata, la macchina grande. Poi c'era un'altra macchina. Quando sono arrivato io, c'erano i colleghi ancora in macchina. Sono sceso immediatamente dalla macchina e mi sono avvicinato ai colleghi.
FEDERICO FORNARO. Mi perdoni, stiamo cercando solo di capire da dove lei arriva, se dal basso o dall'alto. Questo lo possiamo intuire se ci dice se le tre auto le vede sulla destra o sulla sinistra.
RENATO DI LEVA. Stavano di fronte.
GERO GRASSI. Quindi, viene dal basso.
FEDERICO FORNARO. Se le vede di fronte, allora arriva da un'altra parte.
GERO GRASSI. Veniva dal basso di via Fani.
FEDERICO FORNARO. Ha detto che è in via Stresa. È questo che non capisco.
RENATO DI LEVA. Io le vedo dal lato.
FEDERICO FORNARO. Mi perdoni, ma, se lei arriva risalendo, l'incrocio di via Fani, dove è avvenuto l'agguato, lo trova sulla sua destra. Se arriva dall'alto, lo trova alla sua sinistra. Ricorda se li vede, arrivando, sulla destra o arrivando sulla sua sinistra?
RENATO DI LEVA. Io queste macchine le ho viste quando ho «preso» l'incrocio. Ho visto queste macchine, che non stavano con il muso davanti a me, ma con le portiere. Le ho viste di fianco.
GERO GRASSI. Presidente, perché non leggiamo la relazione di Di Leva del 16 marzo 1978 e gli chiediamo se le conferma o meno?
PRESIDENTE. Questa è una cosa in più rispetto a quelle contenute nella relazione. Si tratta di capire da dove arriva.
FEDERICO FORNARO. Se poi dice che incrocia la volante, è importante capire dove la incrocia. Ragionevolmente Di Leva sta arrivando dal basso e la volante va giù a inseguire.
PIETRO LIUZZI. Se non è lunga la deposizione, che ci vuole a leggerla?
PRESIDENTE. Nel verbale del 14 luglio 2015 Di Leva ha dichiarato: «In particolare, libero dal servizio, ero a bordo della Lancia HF a me in uso quando sono stato sorpassato da una volante a sirene spiegate che procedeva nella mia direzione di marcia ad alta velocità. Mi accodai pensando di poter essere di aiuto ai colleghi in emergenza. Ricordo che la prima volante, quella cioè che mi aveva sorpassato ad alta velocità, improvvisamente si fermò al centro della strada, ricevendo da passanti segnali gestuali che facevano capire che più avanti era successo qualcosa. Nel contempo ho accostato la Lancia che guidavo e sono sceso per vedere cosa era successo».
Non c'è scritto dove stava. Vorrei capire dove stava.
RENATO DI LEVA. Ve lo sto spiegando. La zona non la conosco. Sono passati trentotto anni. Non conosco nemmeno la zona.
PRESIDENTE. La relazione di servizio scritta nel 1978, che contiene cose in parte diverse da quelle del 14 luglio 2015, dice: «Verso le ore 9 circa di oggi, mentre, fuori servizio, transitavo per via Stresa...» Qui c'è scritto che transitava per via Stresa.
GERO GRASSI. Allora. Di Leva le macchine le vede di fronte a sinistra.
FEDERICO FORNARO. Sì, ma, a questo punto, come fa a essere sorpassato, arrivando dall'alto? È questo che non quadra. Se invece lui è dalla parte sotto...
GERO GRASSI. Noi non sappiamo se arriva dalla destra o dalla sinistra di via Stresa.
Pag. 7FEDERICO FORNARO. È quel che sto dicendo: dal basso verso l'alto. Per capirci, non stiamo mettendo in dubbio quello che sta raccontando, signor Di Leva. Poiché è importante l'incontro che lei ha con la volante per capire le tempistiche, per noi credo che sia utile individuare la sua posizione. A un certo punto, lei viene sorpassato. A questo punto, potrebbe essere che lei stia scendendo ... Se però lei è già sceso da via Stresa – questo è il punto – e viene sorpassato dalla volante, vuol dire che ha già oltrepassato l'incrocio di via Fani.
RENATO DI LEVA. No. Non ho sorpassato quell'incrocio. Non l'ho sorpassato per un semplice motivo, se posso parlare.
FEDERICO FORNARO. Quindi, viene sorpassato prima dell'incrocio di via Fani.
RENATO DI LEVA. Sì, dalla volante. Si ferma immediatamente e mi...
PRESIDENTE. Viene sorpassato prima dalla volante. Secondo me, c'è anche una foto che forse potrebbe ritrarre la sua macchina, ma la vedremo dopo.
Di Leva percorre via Stresa, la volante lo supera, poi rallenta improvvisamente, lui le si accosta e si fermano, stando ad alcune foto, se è quella la macchina sua – lo vedremo poi – prima dell'incrocio.
FEDERICO FORNARO. Quindi, Di Leva sta arrivando dall'alto di via Stresa.
RENATO DI LEVA. Quando sono sceso dalla macchina...
GERO GRASSI. Per capirci, è esattamente il lato opposto a quello sul quale stava Intrevado.
PRESIDENTE. Sì. Quando capiremo chi è arrivato prima dei due, lo sapremo.
GERO GRASSI. Lo dico per capire il posto.
PRESIDENTE. Quindi, scende da via Stresa. Andiamo avanti. Appena giunto all'incrocio tra via Fani e via Stresa, ha accostato la Lancia su cui viaggiava. Si ricorda dove ha parcheggiato la macchina?
RENATO DI LEVA. Esattamente non mi ricordo, ma non all'incrocio, prima.
PRESIDENTE. Prima dell'incrocio.
RENATO DI LEVA. Prima. Poi sono sceso immediatamente dalla macchina, ho chiesto ai colleghi: «Che è successo?» e sono corso...
PRESIDENTE. Ha lasciato presumibilmente la macchina con le chiavi ancora all'interno.
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. Quindi, la lascia lì, scende e poi la sposta la macchina?
RENATO DI LEVA. Io no. Non ho il tempo di spostarla.
PRESIDENTE. La lascia lì. Era una Lancia Fulvia?
RENATO DI LEVA. Mi sembra di sì.
PRESIDENTE. La sua?
RENATO DI LEVA. No, non è mia.
PRESIDENTE. È dell'amico del suo amico. Secondo lei, potrebbe avere qualche cosa a che vedere con questa Lancia che le mostro nella fotografia? Questo è l'incrocio.
RENATO DI LEVA. Non lo so, non me la ricordo.
PRESIDENTE. C'è una foto.
RENATO DI LEVA. Non me la ricordo, perché l'ho tenuta per due ore.
PRESIDENTE. La domanda successiva è: se lei poi va via (con l'ambulanza o con la volante), la macchina resta lì?
Pag. 8RENATO DI LEVA. Penso di sì. C'erano le chiavi a bordo.
PRESIDENTE. Lei è andato a riprenderla?
RENATO DI LEVA. No, mai più.
PRESIDENTE. Quindi, è rimasta lì?
RENATO DI LEVA. Non lo so.
PRESIDENTE. L'amico del suo amico come l'ha presa, allora?
RENATO DI LEVA. Non mi ha chiamato mai più. Evidentemente se l'è andata a prendere.
PRESIDENTE. Andiamo per gradi, perché questa è una cosa che non riesco bene a capire.
Lei arriva da via Stresa, scende, viene superato, la volante rallenta, lei accosta e poi fa tutto quello che deve fare. Anticipo la parte finale: lei dice che va via (con l'ambulanza o con la volante, adesso non mi ricordo) e va al policlinico Gemelli. Quindi, la macchina, la Lancia HF dell'amico del suo amico, resta lì per strada?
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. Lei non torna a riprenderla?
RENATO DI LEVA. No, perché poi mi hanno portato in Questura.
PRESIDENTE. Lei non torna a riprenderla. Il suo amico non gliela chiede. Questa macchina qualcuno l'avrà data all'amico, speriamo.
RENATO DI LEVA. Penso di sì.
GERO GRASSI. Lei pensa?
RENATO DI LEVA. Non lo so. Non mi ricordo, perché è passato troppo tempo. Non mi ricordo, perché è veramente passato troppo tempo.
PRESIDENTE. La macchina resta qui e qualcuno l'avrà riconsegnata. Vorrei un chiarimento rispetto alle sue dichiarazioni del 14 luglio 2015, perché lei ha dichiarato: «Poiché la mia macchina era rimasta parcheggiata nei pressi di via Fani, dissi loro» – a quelli che la volevano portare in Questura – «che non li avrei seguiti senza la mia auto. I due acconsentirono a riaccompagnarmi a via Fani» – si presume dal Gemelli; non si dice da dove – «a bordo di una macchina del tipo civetta di cui non ricordo il modello e, una volta recuperata la mia auto, mi sono diretto in Questura seguito da loro».
Queste due dichiarazioni sono diverse. Lei si ricorda qui e mi ha appena detto che andò via e poi non ritornò più in via Fani. Nelle dichiarazioni dello scorso luglio invece dice che da lì ritornò a via Fani e poi andò in Questura.
RENATO DI LEVA. Può darsi che sia anche come dico lì, perché non mi ricordo. È passato troppo tempo. Sono passati quarant'anni circa. Avevo vent'a anni. Oggi ne ho sessantuno.
PRESIDENTE. Non è un rimprovero. Poiché questa, però, è una dichiarazione di pochi mesi fa...
RENATO DI LEVA. Evidentemente, la macchina me l'hanno portato loro in Questura.
PRESIDENTE. Non lo sa. Andiamo avanti.
Nella relazione del 16 marzo 1978 lei ha dichiarato che nella prima volante c'erano due agenti. È scritto testualmente: «Con due guardie a bordo».
RENATO DI LEVA. No, erano tre. Forse mi sono sbagliato.
PRESIDENTE. Nella dichiarazione resa il 14 luglio 2015 ha dichiarato più volte che gli agenti erano tre. Quindi, riguardo a quella dichiarazione del 1978, è vero che scendeva da via Stresa e che ha parcheggiato la macchina (poi capiremo com'è andata Pag. 9 via la macchina da via Stresa), ma, con riferimento al numero degli agenti sulla volante, non erano due, ma tre.
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. Bene. Ricorda se questi tre agenti, quando sono scesi dalla macchina, sono scesi tutti e tre, o uno, o due, oppure due insieme e uno dopo?
RENATO DI LEVA. Quello che è sceso prima era il capomacchina. Sono scesi subito tutti e tre. Dopo io mi sono portato immediatamente vicino alle macchine per vedere che cosa...
PRESIDENTE. Scendono più o meno tutti e tre insieme. I tre che scendono hanno qualcosa di particolare in mano, che lei ricordi? Non è obbligato a ricordare.
RENATO DI LEVA. No, non mi ricordo.
PRESIDENTE. Non ha visto qualcuno con qualcosa in mano?
RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. I tre agenti scendono. Lei si accorge che sono tre quando la superano, quando si fermano...?
RENATO DI LEVA. Quando si fermano.
PRESIDENTE. Lei ha detto che, quando arriva, loro sono un po’ più avanti. Lei scende, vede i tre agenti perché li vede tutti e tre scendere dalla macchina o vede tre che stanno intorno alla macchina?
RENATO DI LEVA. I poliziotti che sono scesi dalla macchina cercavano di capire che cosa fosse successo.
PRESIDENTE. Sì, ma li vede scendere tutti e tre dalla macchina?
RENATO DI LEVA. Il capo macchina immediatamente sì e poi gli altri due, ma non so l'autista...
PRESIDENTE. Erano in divisa tutti e tre?
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. Nelle sue informazioni testimoniali del 14 luglio 2015 lei ha dichiarato di aver parlato con i colleghi della prima volante...
RENATO DI LEVA. Sì, con l'autista.
PRESIDENTE. ...e di aver ispezionato la zona insieme a loro. Quindi, ricapitolando: lei ha visto scendere il capomacchina, poi scendono gli altri. Lei, a un certo punto, parla non con il capomacchina, ma con l'autista della volante. I due colleghi della volante, gli agenti Di Berardino e Sapuppo...
RENATO DI LEVA. Non li conosco.
PRESIDENTE. ... hanno ricordato di aver visto un poliziotto in borghese in lacrime.
FEDERICO FORNARO. Quelli sono due.
PRESIDENTE. Il nome del terzo mi diventa difficile inventarlo.
Hanno ricordato di aver visto un poliziotto in borghese in lacrime, ma non hanno mai ricordato la presenza di un collega in abiti civili che li abbia aiutati nei primi minuti della loro permanenza a via Fani. Lei si è qualificato con gli agenti della volante?
RENATO DI LEVA. Subito.
PRESIDENTE. E ha detto loro come si chiamava.
RENATO DI LEVA. Ho detto che ero un agente della Sezione motociclisti, una guardia di pubblica sicurezza.
PRESIDENTE. Si ricorda il numero della volante?
Pag. 10RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. Non si ricorda nessun riferimento somatico?
RENATO DI LEVA. Dei poliziotti? No.
FEDERICO FORNARO. Erano alti, bassi, magri, grassi?
RENATO DI LEVA. Erano tre poliziotti.
PRESIDENTE. Che le hanno detto?
RENATO DI LEVA. Non mi hanno detto niente. «Sei un collega? Va bene», mi hanno detto questo. Però erano agitatissimi e anch'io lo ero.
PRESIDENTE. Ci credo che eravate agitati.
Le hanno fatto capire da dove venivano, da dove arrivavano, se erano del commissariato di Monte Mario?
RENATO DI LEVA. Questo non l'ho chiesto. Non lo so, perché non conosco la zona. Non so nemmeno il commissariato che stava lì come si chiamava.
PRESIDENTE. Gli agenti Di Berardino e Sapuppo hanno dichiarato di non aver visto la 128 fuggire. Il figlio dell'edicolante, Paolo Pistolesi, ha visto una macchina blu fuggire prima che arrivasse la prima volante. Anche secondo il suo collega Giovanni Intrevado le macchine dei terroristi lasciarono via Fani qualche istante prima che sopraggiungesse la prima volante. Secondo le sue dichiarazioni, Invece, questa volante con cui lei arriva vede... partire i brigatisti...
RENATO DI LEVA. Quando sono arrivato sul posto, abbiamo visto quello che stava succedendo e ho visto la 128 con due persone che stavano salendo dietro e che si allontanava immediatamente.
PRESIDENTE. Si allontanava rispetto a dove stava la sua macchina?
RENATO DI LEVA. No, si allontanava andando giù.
PRESIDENTE. Quindi, giravano su via Stresa
RENATO DI LEVA. Non so come si chiama la via.
FEDERICO FORNARO. Per capirci, quando voi vedete per la prima volta le tre macchine, la 128, la 130 e l'Alfetta, lei le vede davanti? Vede il muso di queste macchina o vede il retro?
RENATO DI LEVA. Li vedo qua.
FEDERICO FORNARO. Vede il muso per primo, non il retro della macchina.
PRESIDENTE. No. Vede le portiere.
GERO GRASSI. Da dove li vede?
PRESIDENTE. Li vede da questo lato. Via Stresa alta è questa.
FEDERICO FORNARO. Quindi, lui arriva da via Stresa alta...
GERO GRASSI. Non è possibile. Via Stresa alta è l'altra.
PRESIDENTE. Onorevole Grassi, questa è una deduzione. Io faccio le domande e prendo le risposte.
GERO GRASSI. Io non sto dicendo al presidente. Sto dicendo che, se Di Leva viene da lì, lì c'è Intrevado. Quindi, dovrà venire dalla parte opposta.
PRESIDENTE. Di questo discutiamo poi. Adesso mi limito a sintetizzare quello che dice lui.
FEDERICO FORNARO. Non ce n'è solo una. Bisogna capire se sono una o due le volanti.
Pag. 11PRESIDENTE. Il problema è chi c'era e chi non c'era. È una cosa diversa, senatore Fornaro, non il numero delle volanti.
PRESIDENTE. Secondo lei, la 127 da dove parte?
RENATO DI LEVA. Da questa parte.
PRESIDENTE. Dove va?
RENATO DI LEVA. Fa questa strada, ma non so che strada era.
PRESIDENTE. Da qua la vede sfrecciare giù così. Via Stresa bassa.
FEDERICO FORNARO. Le auto in fuga vanno giù.
PRESIDENTE. Di qua l'avrebbero vista passare quelli della volante e lui. Se fossero andati in su, li avrebbero incontrati e li avrebbero seguiti.
FEDERICO FORNARO. Di Leva prima vede la 128 che sta andando...
RENATO DI LEVA. Che sta andando via con due persone in divisa.
PRESIDENTE. Perfetto. Andiamo avanti.
RENATO DI LEVA. Ero convinto che fossero due poliziotti. Poi ho visto che la divisa non era...
PRESIDENTE. ... quella dei poliziotti.
Quindi, lei vede la 128 blu dei terroristi.
RENATO DI LEVA. Non so se era dei terroristi. Lo sta dicendo lei.
PRESIDENTE. Vede la 128. Io la chiamo dei terroristi perché, nelle sue dichiarazioni, lei li descrive dicendo che prima le sembrano poliziotti, ma poi vede la divisa, che non è da poliziotti. Quindi, vede che vanno via. Lei arriva con la prima volante, su cui ci sono tre agenti.
A via Fani ha notato qualcuno che aveva la paletta in mano?
RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. Quindi, su via Fani non vede nessun uomo con una paletta in mano. Ci siete lei e i tre poliziotti scesi dalla volante. Quindi, sulla scena del crimine siete in quattro.
RENATO DI LEVA. Un attimo. Io sono sceso dalla macchina e mi sono portato immediatamente qua. Ho visto la 128 che si allontanava. I tre colleghi erano da quest'altra parte. Forse volevano passare con la volante, non lo so.
PRESIDENTE. Mi faccia capire. Lei lascia la macchina. La volante dove stava?
RENATO DI LEVA. Stava qui, da quest'altra parte.
FEDERICO FORNARO. Su via Stresa alta.
PRESIDENTE. Di Leva si ferma... Cosa fanno quelli della volante?
RENATO DI LEVA. Si mettono da quest'altra parte. Io a piedi vedo questa volante, vedo la 128 che si allontana e mi accorgo immediatamente che c'è una persona...
PRESIDENTE. Prima di andare avanti, mentre lei si muove a piedi, la volante con i tre agenti dove sta?
RENATO DI LEVA. Non l'ho vista più.
PRESIDENTE. Quindi, lei lascia la macchina e non ha più cognizione di dove stanno. Poi, però, come si accorge che sono scesi in tre?
RENATO DI LEVA. Perché l'ho visto prima.
Pag. 12PRESIDENTE. Stando a quello che dice lei, il capomacchina, quando scende, dovrebbe stare ...
RENATO DI LEVA. No, la volante si è fermata nelle vicinanze della mia macchina.
PRESIDENTE. Scendono dopo di lei o prima?
RENATO DI LEVA. Il capo macchina è sceso contemporaneamente a me.
PRESIDENTE. E il capomacchina dove va?
RENATO DI LEVA. Non so dove sia andato. Evidentemente si è portato sempre sulla scena del crimine.
FEDERICO FORNARO. Non fanno alcuna mossa per fermare la 128?
RENATO DI LEVA. No, perché la strada era bloccata.
PRESIDENTE. Come, era bloccata?
RENATO DI LEVA. Era bloccata dalle persone. Subito sono arrivate delle persone.
FEDERICO FORNARO. La 128 quanto c'è stata?
RENATO DI LEVA. Se quei poliziotti avessero saputo che quella era una 128 dei terroristi, sicuramente l'avrebbero inseguita.
GERO GRASSI. Quindi, hanno pensato che fosse qualcuno che doveva fare la spesa?
RENATO DI LEVA. No, assolutamente no, perché erano militari.
PRESIDENTE. Rimettiamo un po’ d'ordine.
GERO GRASSI. Cerchi di dirci delle cose credibili, altrimenti veramente abbiamo difficoltà a seguirla. Lei ha detto che c'era una folla e che la 128 andava via.
RENATO DI LEVA. No, c'erano le persone spaventate.
PRESIDENTE. Noi non mettiamo in dubbio. Per noi è questione di tempo. Il capannello con la 128 che va via è complicato. Non ha fatto in tempo a formarsi il capannello, quando la 128 dei terroristi va via.
FEDERICO FORNARO. Più che complicato, è in contraddizione con tutte le testimonianze, tutti i rilievi e tutti i processi. Va bene tutto: sono passati trentotto anni, la memoria... Ogni tanto, però, se facciamo il nostro mestiere, dobbiamo mettere in evidenza questo: la 128 è l'ultima auto del «corteo» dei terroristi; vuol dire che sarà partita qualche minuto dopo, al massimo, dell'auto che aveva a bordo Moro. Non è possibile...
PRESIDENTE. Qualche secondo.
FEDERICO FORNARO. Anche qualche minuto, perché aspettano che finiscano tutto e poi vanno via. Questo però è incompatibile con il fatto che ci sia già un capannello di persone.
RENATO DI LEVA. Presidente, se ho visto la macchina, perché lo devo negare?
PRESIDENTE. No, lei deve dire quello che ha visto.
RENATO DI LEVA. Ho visto la macchina. Non capisco perché i poliziotti non siano arrivati subito qui. Questo non lo so.
PRESIDENTE. Può darsi che non abbia visto.
RENATO DI LEVA. Può anche darsi che ci fossero e non li ho visti.
Pag. 13PRESIDENTE. Comunque sia, lasciano la macchina lì e vengono a piedi anche loro. Lei si sposta.
RENATO DI LEVA. No, ero sempre dalla stessa parte.
FEDERICO FORNARO. Dal lato destro?
PRESIDENTE. Via Stresa e gira a sinistra in via Fani.
Lei vede passare una moto?
RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. Lei non vede passare una moto.
RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. Non vede passare neanche una moto che va via dietro alle auto dei brigatisti? Abbiamo testimoni che vedono una moto che va via... Lei non la vede?
RENATO DI LEVA. No, non l'ho vista.
PRESIDENTE. Si tratta di frazioni di secondo. Quindi, la moto lei non la vede passare.
Andiamo avanti. Questa è un'altra domanda importante. Lei va qui dietro. Ci sono i tre poliziotti.
RENATO DI LEVA. Non so se ci sono i tre poliziotti. I tre poliziotti sono scesi, ma non so la posizione che hanno occupato.
PRESIDENTE. Comunque, c'erano i poliziotti sul posto. Le chiedo: ricorda se c'era altra gente che lei ha visualizzato?
RENATO DI LEVA. No. I curiosi? I curiosi c'erano. Chiedevano che cosa fosse successo, andavano a vedere. Io poi mi sono portato immediatamente vicino al poliziotto che stava per terra e che aveva la pistola un po’ lontano dalla mano, proprio per vedere se... C'era un collega davanti, che era ancora ferito. Me ne sono accorto perché aveva ancora la ricetrasmittente, il microfono della radio.
FEDERICO FORNARO. Abbiamo bisogno che si lavori fotogramma per fotogramma. Lei scende dall'auto da via Stresa e, quindi, la prima auto che vede è la 128 con targa Corpo Diplomatico, su cui non c'è nessuno a bordo. Dietro c'è una 130. Quindi, i primi che vede sono i due che sono sulla 130.
RENATO DI LEVA. No. La prima che vedo è questa macchina, queste due macchine.
FEDERICO FORNARO. È una 130, quella lì.
RENATO DI LEVA. Poi la 128, con due persone che si stavano allontanando.
FEDERICO FORNARO. Scusi, quella macchina bianca che è davanti all'incrocio l'ha vista o non l'ha vista?
RENATO DI LEVA. L'ho vista.
FEDERICO FORNARO. E lì non c'è nessuno.
RENATO DI LEVA. No, non c'è nessuno in quella macchina.
FEDERICO FORNARO. Perfetto. Dietro c'è la 130.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Si ricorda in che posizione era la persona accanto all'autista della 130?
RENATO DI LEVA. No. Erano due le persone a bordo.
FEDERICO FORNARO. Poi vede l'Alfetta.
RENATO DI LEVA. Poi vedo l'Alfetta con una persona per terra.
Pag. 14FEDERICO FORNARO. Esatto. E due persone nell'Alfetta.
RENATO DI LEVA. Nella macchina.
FEDERICO FORNARO. Lei non ricorda in che posizione fosse il capo scorta dell'onorevole Moro, il maresciallo Leonardi?
RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. Lei è passato vicino al finestrino di Leonardi. Dico bene?
FEDERICO FORNARO. Esatto, però non si ricorda. Vede che dentro ci sono due persone, ma è possibile che non si ricordi in che posizione fossero.
PRESIDENTE. Le ricordo, signor Di Leva, quello che ha dichiarato lo scorso luglio: «Nei momenti immediatamente successivi al mio arrivo a via Fani, quando ancora il collega Zizzi agonizzava e si lamentava all'interno dell'autovettura... L'agente Zizzi si trovava ancora agonizzante in attesa di soccorso e avrei voluto attendere almeno l'ambulanza per stare vicino al mio collega morente». Prima, però, fa pure un'altra annotazione. Leggo la relazione del 1978. Lei, riferendosi alla 130, dice: «Vi erano due persone riverse sui sedili anteriori.»
RENATO DI LEVA. Sì, due persone a bordo.
PRESIDENTE. «Il primo, quello al posto di guida, era leggermente reclinato sul lato destro. Quando gli ho chiesto cosa fosse successo, ha fatto solo un cenno con la testa senza profferire parole».
GERO GRASSI. Stiamo parlando di Ricci, per capirci?
FEDERICO FORNARO. Sì.
PRESIDENTE. «Il secondo non dava segni di vita». Di Leva si rivolge a Ricci
FEDERICO FORNARO. Non ricorda se era seduto o se era rannicchiato?
RENATO DI LEVA. No, la posizione dei due non...
FEDERICO FORNARO. Lei il giorno stesso dice che il secondo non dava segni di vita.
RENATO DI LEVA. Sì, ma la posizione in cui stava non la ricordo.
PRESIDENTE. Andiamo avanti. Secondo le sue dichiarazioni del 14 luglio 2015, una seconda volante arrivò dopo pochissimo...
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. ...per l'esattezza subito dopo che i tre colleghi erano scesi dalla volante. Per capirci, sempre su via Stresa alta, Questa nuova da dove arriva?
RENATO DI LEVA. Sempre dalla stessa parte.
FEDERICO FORNARO. Quante persone scendono?
RENATO DI LEVA. Non sono scese. Hanno parlato con il collega della prima volante. Non so con quale collega della prima volante. Gli ha detto qualcosa e si sono allontanati.
FEDERICO FORNARO. Poi è andata via?
RENATO DI LEVA. Sì, è andata via. Non so dove sia andata. Evidentemente a cercare qualcosa.
PRESIDENTE. Ricapitoliamo, perché questo lo dicono anche altri testi: arriva la prima volante e si svolge la scena che lei ha descritto. Arriva una seconda volante. Quanti minuti potranno essere passati? Pochissimi?
RENATO DI LEVA. Non so.
Pag. 15PRESIDENTE. Arrivano, parlano tra di loro e la seconda volante va via.
RENATO DI LEVA. No, non parlano tra di loro. Uno di loro parla con un collega dell'altra volante.
PRESIDENTE. Uno della prima volante parla con quello della seconda e quello della seconda...
RENATO DI LEVA. Subito scende giù.
PRESIDENTE. Potremmo pensare che vada dietro...
RENATO DI LEVA. Sicuramente.
PRESIDENTE. Ho capito. Andiamo avanti. Ha visto arrivare in quei momenti un'auto dei Carabinieri?
RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. Quindi, su quella scena vede solo, a parte i curiosi, i tre poliziotti della prima volante, nessun uomo con la paletta, nessuna motocicletta e l'arrivo di una seconda volante che va via dopo aver parlato con l'equipaggio della prima volante.
FEDERICO FORNARO. Volante, quindi, da via Stresa.
PRESIDENTE. Sì, dallo stesso lato, sempre dall'alto di via Stresa scende e va via.
FEDERICO FORNARO. Mi perdoni, signor Di Leva, ma lei ha appena finito di dirci, pochi minuti fa, che mette la macchina e va via lasciando le chiavi dentro e che la volante è affiancata alla sua macchina. Se arriva un'altra volante, da dove passa? Vola?
RENATO DI LEVA. La volante era ferma qua. Arriva un'altra volante, che si ferma vicino a quella prima volante. Scende un collega, parla...
FEDERICO FORNARO. In quel tratto di strada ci sono tre macchine affiancate?
RENATO DI LEVA. Due macchine.
FEDERICO FORNARO. E la sua?
RENATO DI LEVA. La mia è ferma lì. L'ho già messa al margine della strada.
FEDERICO FORNARO. Quindi, c'è la sua macchina...
RENATO DI LEVA. La mia è una macchina civile, non è una volante.
PRESIDENTE. In sequenza ci sono, stando alla sua memoria: l'Alfetta un po’ dietro, parcheggiata di lato, una volante più avanti e un'altra volante che le si affianca.
RENATO DI LEVA. Sì. Evidentemente gli ha detto quello che era successo e il collega della seconda volante è andato alla ricerca di qualcosa.
PRESIDENTE. La domanda del senatore Fornaro è: se la prima volante non si può muovere perché c'era già gente, ci sono curiosi che lasciano la macchina lì e vanno a piedi, la seconda volante come fa a passare?
RENATO DI LEVA. Questo non lo so, presidente. Non lo so. Quando ho visto...
FEDERICO FORNARO. Quando dice che c'era un po’ di gente, intende dire che c'erano cinque persone, dieci persone, venti persone?
RENATO DI LEVA. C'erano i curiosi e qualche macchina ferma.
La seconda volante è riuscita a passare. Forse la prima si voleva rendere conto, come mi volevo rendere conto io, di che cosa fosse successo. Quando ho visto il poliziotto per terra, da lì non mi sono mosso più.
Pag. 16FEDERICO FORNARO. Torni un attimo indietro. Provi a fare uno sforzo. Quanti curiosi c'erano? Tre, cinque, dieci?
RENATO DI LEVA. Non ricordo il numero, perché non li ho contati, però c'erano curiosi. C'era qualcuno che scappava e qualcuno che gridava.
FEDERICO FORNARO. E c'erano delle macchine. Questo è importante.
RENATO DI LEVA. Sì, c'erano delle macchine che stavano ferme lì, all'incrocio.
FEDERICO FORNARO. Che potrebbe essere Intrevado.
PRESIDENTE. La macchina dei Carabinieri, quindi, lei è certo...
RENATO DI LEVA. No, non l'ho vista. Questo lo posso giurare.
PRESIDENTE. Nelle sue dichiarazioni del 14 luglio 2015 lei ha ricordato che due agenti in borghese le hanno dato degli ordini. Mi può dire da dove sono spuntati questi due agenti in borghese?
RENATO DI LEVA. Mi hanno avvicinato e mi hanno detto di seguirli in ufficio.
PRESIDENTE. Non ricorda da che parte venissero?
RENATO DI LEVA. No. Sono venuti vicino alla macchina della scorta. Io ero lì, che guardavo il collega che aveva bisogno di aiuto. Ho detto: «No, non vengo con voi. Vado prima in ospedale».
PRESIDENTE. Prima che ci racconti quello che hanno detto, solo per capire: con la scena siamo rimasti a una volante ferma e, a un'altra volante velocissima che va via...
RENATO DI LEVA. Mi hanno chiamato in questa zona qua.
PRESIDENTE. Ma da dove sono spuntati?
RENATO DI LEVA. Questo non lo so.
FEDERICO FORNARO. Mi perdoni, ma, quando lei si avvicina all'autista dell'Alfetta, che è la persona ferita, in quel momento sul lato sinistro di via Fani che cosa ricorda?
RENATO DI LEVA. Niente.
FEDERICO FORNARO. Non ricorda se ci sono automobili?
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. Se ci sono curiosi?
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. Se ci sono persone? Non ricorda nulla?
RENATO DI LEVA. Qualche persona c'era, ma non è che... Ripeto, quando ho visto il collega per terra, ero lì, inginocchiato vicino a loro.
FEDERICO FORNARO. Quando si alza e arrivano queste due persone, non ha ricordo di un'Alfasud posteggiata per traverso...
RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. Quindi, arrivano queste due persone, ma lei non sa dirci da dove arrivino.
RENATO DI LEVA. No.
PRESIDENTE. Le dicono che per ordine del dottor Spinella deve andare in Questura. Ciò avviene prima che l'ambulanza portasse via Zizzi?
RENATO DI LEVA. Sì.
Pag. 17PRESIDENTE. Ha notato se c'era il dottor Spinella?
RENATO DI LEVA. Non lo conosco. Non l'ho mai conosciuto.
PRESIDENTE. Nella sua relazione del 16 marzo 1978 lei ha dichiarato che, mentre si trovava a via Fani, ha proceduto all'identificazione di alcuni testimoni.
RENATO DI LEVA. Questo non me lo ricordo.
PRESIDENTE. Le leggo quello che ha detto: «A questo punto, ho allontanato i curiosi che frattanto si sono radunati, mentre i colleghi della volante, via radio, hanno chiamato le ambulanze e i rinforzi. Subito dopo ho identificato alcuni testimoni che sono stati affidati agli ufficiali delle altre volanti frattanto sopraggiunte».
RENATO DI LEVA. Non me lo ricordo. Può darsi anche che l'abbia fatto, ma non me lo ricordo.
PRESIDENTE. Lo ha affermato il 16 marzo del 1978.
RENATO DI LEVA. Non me lo ricordo.
PRESIDENTE. Nelle dichiarazioni del 14 luglio 2015 lei ha dichiarato che stava accudendo l'agente Zizzi, almeno fino a quando le fu ordinato di recarsi in Questura.
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. Da quando gliel'hanno detto ci racconta che cosa ha fatto?
RENATO DI LEVA. Quando sono venute queste due persone e mi hanno detto «Devi venire in questura con noi», ho risposto: «No, voglio vedere prima il mio collega come sta, perché è ferito. Andiamo in ospedale e poi vengo». I due mi hanno seguito in ospedale, mi hanno preso e mi hanno portato in Questura.
PRESIDENTE. Quindi, lei vede arrivare l'ambulanza?
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. Al Gemelli come ci va?
RENATO DI LEVA. Questo non me lo ricordo, ma sono arrivato al Gemelli. Poi mi sono sentito male e lì mi hanno prestato le prime cure. Non so chi mi abbia accompagnato.
PRESIDENTE. Quando dice che si è sentito male, significa che ha subito uno stress...
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. ...uno shock Quindi, si ritrova al Gemelli.
RENATO DI LEVA. Non so l'ospedale come si chiama. Non lo so.
FEDERICO FORNARO. L'autoambulanza arriva dopo quanto tempo?
RENATO DI LEVA. Dopo cinque o dieci minuti. Non lo so.
GERO GRASSI. Da quando?
RENATO DI LEVA. Da quando io mi sono avvicinato alla macchina.
FEDERICO FORNARO. Il 16 marzo lei firma – a questo punto, uso volutamente questa espressione – una relazione in cui dice «dopo quindici minuti».
RENATO DI LEVA. Non mi posso ricordare quello che ho scritto tanti anni fa. Lo posso confermare. Ho detto cinque-dieci minuti, ma posso confermare quindici minuti.
PRESIDENTE. L'unica cosa certa è quando arriva l'ambulanza, tant'è vero che arriva al Gemelli alle 9.43.
Lei ha memoria l'ambulanza chi segue? Lei va al Gemelli in qualche modo, scopriremo Pag. 18 poi come. Poi c'è un'auto che la segue, con i due che la volevano portare in Questura?
RENATO DI LEVA. No, me la sono trovata lì all'ospedale.
PRESIDENTE. Non sono quei due che volevano portarla in Questura?
RENATO DI LEVA. Sempre quei due. Sono venuti in ospedale a prendermi.
PRESIDENTE. Si ricorda chi erano questi due? Secondo lei, avevano una macchina d'istituto oppure no?
RENATO DI LEVA. No. Erano poliziotti, perché mi hanno portato loro in Questura a via Genova.
PRESIDENTE. Il documento del policlinico Gemelli riporta l'arrivo dell'ambulanza alle 9.43, seguita da una volante della Polizia contrassegnata dal numero 12: «È stato qui accompagnato dall'autoambulanza della Croce Rossa Italiana targata Roma 10139 e dalla volante 12». Questo è quello che scrive l'appuntato di pubblica sicurezza presente al Gemelli. Lei nel 1978 ha dichiarato: «Dopo quindici minuti arrivava l'ambulanza e io a bordo di una volante ho fatto strada alla stessa ambulanza fino al Policlinico Gemelli».
FEDERICO FORNARO. Il documento del Gemelli specifica l'ora e dice: «I quali equipaggi unitamente soccorrevano verso le ore 9.30 di oggi in via Mario Fani incrocio via Stresa il Zizzi». Indica le 9.30 come ora di arrivo dell'ambulanza.
STEFANO LUCIDI. Alle 9.30 soccorrevano?
FEDERICO FORNARO. Alle 9.30. Se i tempi sono questi, Di Leva arriva alle 9 sul luogo. L'autoambulanza quindi arriva mezz'ora dopo.
PRESIDENTE. Il verbale del pronto soccorso lo ritengo affidabile per l'ora d'arrivo, perché è difficile che quello che sta al pronto soccorso sappia a che ora è avvenuto il soccorso.
FEDERICO FORNARO. L'ambulanza impiega un quarto d'ora: dalle 9.30 alle 9.45.
PRESIDENTE. Passo all'ultima cosa. Del malessere già le ho chiesto.
RENATO DI LEVA. È meglio che non me lo ricordi, perché mi sento male.
PRESIDENTE. Credo che questo sia normale.
RENATO DI LEVA. Vedendo i miei colleghi morti...
PRESIDENTE. Credo sia più che ovvio.
Nel prosieguo della sua attività all'interno della Polizia di Stato ha avuto successivamente problemi e vicende particolari oppure no?
RENATO DI LEVA. Problemi di che tipo?
PRESIDENTE. Problemi disciplinari, qualcosa... No?
RENATO DI LEVA. Qualche problema disciplinare, sì. Forse ho litigato con qualche mio collega. Queste sono cose avvenute internamente a noi della Polizia.
PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
GERO GRASSI. Parto dall'ultima domanda del presidente e gliela formulo in maniera diversa. Ovviamente, posso sbagliare, non lo so. Stampa Sera del 1981 parla dell'arresto di un agente Renato Di Leva. È lei o un suo omonimo?
RENATO DI LEVA. Sì, sono io.
GERO GRASSI. Perché fu arrestato?
Pag. 19 RENATO DI LEVA. Fui arrestato perché con alcuni amici ci siamo portati a Rimini e un mio collega, un certo Camelia, è entrato in una discoteca e ha avuto una discussione con un signore. Questo signore è uscito fuori. Questi due signori sono usciti fuori dalla discoteca. Noi stavamo in macchina. Stavamo aspettando Camelia per andare a Bologna. Quel signore ha detto: «Se siete poliziotti, siete capitati male». Già si erano azzuffati, il collega e questa persona. «Se siete poliziotti siete capitati male, perché io conosco il dottor Corradino e adesso vi faccio vedere che cosa succede».
Era esattamente sempre a luglio che ci hanno arrestato in cinque poliziotti.
GERO GRASSI. Perché?
RENATO DI LEVA. L'accusa era di sequestro di persona arbitrario.
GERO GRASSI. E poi il processo come è finito?
RENATO DI LEVA. È finito con l'assoluzione.
GERO GRASSI. Di tutti e cinque?
RENATO DI LEVA. Sì, di tutti e cinque.
GERO GRASSI. Quindi, sarà stato condannato chi vi ha arrestato.
RENATO DI LEVA. Io ho fatto sempre il poliziotto.
GERO GRASSI. Queste cose stanno sul giornale, ecco perché posso sbagliare. In riferimento all'arresto, lei fu preso dai colleghi e portato in carcere?
RENATO DI LEVA. Sì.
GERO GRASSI. Quanti giorni è stato in carcere?
RENATO DI LEVA. Ci sono stato 14 giorni.
GERO GRASSI. Insieme con gli altri quattro?
RENATO DI LEVA. Sì.
GERO GRASSI. Tutti e quattro per 14 giorni.
RENATO DI LEVA. Sì, eravamo quattro e uno l'hanno arrestato a Napoli, perché era in ferie.
GERO GRASSI. Quindi, siete stati arrestati fuori dalla discoteca?
RENATO DI LEVA. No, in caserma.
GERO GRASSI. Dopo?
RENATO DI LEVA. Sì.
GERO GRASSI. L'accusa era che avevate sequestrato una persona?
RENATO DI LEVA. No, era che queste due persone noi, con la forza fisica... Loro hanno detto che l'abbiamo bloccato, ma non era vero.
GERO GRASSI. Si ricorda il nome del magistrato che ha firmato il provvedimento di arresto?
RENATO DI LEVA. No.
GERO GRASSI. Va bene. Lo troverò io.
RENATO DI LEVA. Ci ha difesi l'avvocato Zoboli. Questo lo posso dire.
GERO GRASSI. Alla fine lei è stato assolto, però.
RENATO DI LEVA. Sì, perché ho continuato a fare il poliziotto.
GERO GRASSI. Il fatto che abbia continuato a fare il poliziotto non è una conseguenza. Avrebbe potuto essere condannato a una pena di altro tipo.
Il giorno prima del 16 marzo lei aveva svolto servizio?
RENATO DI LEVA. Sì.
GERO GRASSI. Di mattina o di pomeriggio?
RENATO DI LEVA. Di mattina e di notte.
GERO GRASSI. Quindi, ha smontato il 16 mattina.
RENATO DI LEVA. Sì.
GERO GRASSI. A che ora?
RENATO DI LEVA. Alle 7, almeno questo ricordo.
GERO GRASSI. Quindi, il 16 lei, essendo smontante, non doveva fare servizio?
RENATO DI LEVA. No.
GERO GRASSI. Perfetto.
Chi era il signor Giovanni Parisi, proprietario dell'auto Lancia?
RENATO DI LEVA. Non lo conosco; cioè non me lo ricordo.
GERO GRASSI. A lei la Lancia chi l'ha data?
RENATO DI LEVA. Me l'ha data un altro amico poliziotto.
GERO GRASSI. Che si chiama?
RENATO DI LEVA. Non lo so. È passato troppo tempo.
GERO GRASSI. Sì, ho capito. Guardi, però, anche qui io dico... Lei fa il poliziotto, che si prende una macchina da portare in un determinato posto, che non è di proprietà di chi gliela dà, non si ricorda chi gliela dà?
RENATO DI LEVA. No.
GERO GRASSI. Io mi ricordo tutte le macchine non mie che ho portato e non faccio il poliziotto.
RENATO DI LEVA. Presidente, mi è stata data per un paio d'ore quella macchina. Non so come si chiama il proprietario della macchina.
GERO GRASSI. Il proprietario era un altro poliziotto ed era amico del signor Parisi.
RENATO DI LEVA. Penso di sì.
GERO GRASSI. Ma il signor Parisi era poliziotto?
RENATO DI LEVA. Non lo so. Penso di no.
GERO GRASSI. Si ricorda il modello e il colore della Lancia che guidava?
RENATO DI LEVA. Il colore non me lo ricordo. La Lancia era una HF.
GERO GRASSI. Era una HF. Perché si ricorda il modello e non si ricorda il colore?
RENATO DI LEVA. Perché era una macchina piccola con due porte. Perciò me la ricordo.
GERO GRASSI. Questo significa che fosse una HF?
RENATO DI LEVA. No, c'era scritto HF dietro.
GERO GRASSI. Il colore non c'era, invece.
RENATO DI LEVA. Non me lo ricordo, ma sicuramente... Non so se fosse chiara. Non glielo posso confermare in questo momento.
GERO GRASSI. Prendo per buono quello che lei mi dice, ci mancherebbe altro.
Pag. 21Quindi, quella macchina lei l'avrà ricevuta intorno alle 8, la mattina del 16 marzo?
RENATO DI LEVA. No.
GERO GRASSI. E quando?
RENATO DI LEVA. Il collega ce l'aveva la sera.
GERO GRASSI. Del 15.
RENATO DI LEVA. Del 15. È stata lì la macchina.
GERO GRASSI. Lì dove?
RENATO DI LEVA. Vicino alla sezione, dove facevo servizio.
GERO GRASSI. Dove faceva servizio?
RENATO DI LEVA. In via Statilia.
GERO GRASSI. E stava lì. Poi lei l'ha presa dopo aver smontato.
RENATO DI LEVA. Sì. Quando ho smontato, il collega ha detto: «La vuoi portare in via tot, all'amico mio, e dargliela?».
GERO GRASSI. Quindi, l'ha presa dopo le 7 di mattina.
RENATO DI LEVA. Sì, poco dopo le 7.
GERO GRASSI. Si ricorda dove stava andando a portare esattamente la macchina?
RENATO DI LEVA. No, non mi ricordo.
GERO GRASSI. Non si ricorda.
A memoria, si ricorda che l'aggancio della volante si sia realizzato 10 metri prima dell'incontro di via Fani, o 20 metri prima o 100 metri, più o meno?
Le formulo la domanda diversamente. Poiché lei ha parcheggiato, l'aggancio è avvenuto prima che parcheggiasse. È giusto? È così?
RENATO DI LEVA. Sì. Parcheggiato... Ho buttato la macchina lì per vedere che cosa fosse successo.
GERO GRASSI. Lei ha parcheggiato. Prima del parcheggio è stato affiancato dalla volante. È giusto? Perfetto. A quanti metri dall'incrocio è stato affiancato?
RENATO DI LEVA. Non lo posso...
GERO GRASSI. Quanti minuti dopo l'affiancamento ha parcheggiato?
RENATO DI LEVA. Subito.
GERO GRASSI. Quindi, la distanza dall'incrocio sarà di 50-100 metri.
RENATO DI LEVA. Penso.
GERO GRASSI. Parliamo di decine metri, non di chilometri. È giusto? È così o no?
RENATO DI LEVA. Penso. Non lo so.
GERO GRASSI. Come, non lo sa?
RENATO DI LEVA. Non mi posso ricordare.
GERO GRASSI. Non si tratta di ricordare. In base alle cose che lei ha detto... Lei dice in sostanza: «A un certo punto, sono stato affiancato dalla volante. Poi ho parcheggiato, sono sceso e dopo pochi metri mi sono ritrovato all'incrocio». Deduco che l'affiancamento possa essersi realizzato 100 metri prima, non due chilometri.
RENATO DI LEVA. No, due chilometri no.
GERO GRASSI. Va bene. Lei poi è arrivato all'incrocio. È giusto?
RENATO DI LEVA. Sì.
Pag. 22GERO GRASSI. L'incrocio è il quadrivio di via Fani con via Stresa, la strada dove stava lei. Lei non ha visto nessuno al centro del quadrivio? Non intendo riferirmi al pubblico che stava a vedere. Al centro del quadrivio, stando alle dichiarazioni che egli ha rilasciato ci dovrebbe essere stato un altro collega suo. Lei non l'ha visto?
RENATO DI LEVA. No.
GERO GRASSI. Come ha detto il presidente, una persona con la paletta?
RENATO DI LEVA. No.
GERO GRASSI. Niente? Non ha visto uno...
FEDERICO FORNARO. In borghese.
GERO GRASSI. In borghese, ovviamente.
RENATO DI LEVA. No, non l'ho visto.
GERO GRASSI. Lei ha detto oggi che, dopo aver fatto una serie di cose, dopo essersi avvicinato e aver visto Ricci, che è spirato di fatto quando c'era lei, e dopo la tappa al Gemelli arriva in Questura. A che ora è arrivato?
RENATO DI LEVA. Appena mi ha lasciato il dottore, loro mi hanno preso e mi hanno portato in questura.
GERO GRASSI. Loro chi?
RENATO DI LEVA. Questi due poliziotti.
GERO GRASSI. In borghese.
RENATO DI LEVA. Sì, in borghese.
FEDERICO FORNARO. Sono gli stessi che in via Fani le hanno detto...
RENATO DI LEVA. Sì, gli stessi vicino alla macchina.
GERO GRASSI. Ho capito, ma lei che ne sa che erano poliziotti?
RENATO DI LEVA. Perché me l'hanno detto loro che erano poliziotti. Hanno detto: «Veniamo a nome del dottor Spinella. Devi venire con noi».
GERO GRASSI. Mi perdoni. Lei fa il poliziotto: arrivo io, le vengo a dire che vengo a nome di Papa Bergoglio, e lei ci crede?
RENATO DI LEVA. No, ma loro si sono qualificati
GERO GRASSI. Come?
RENATO DI LEVA. Hanno detto: «Siamo poliziotti».
GERO GRASSI. Io le posso dire che mi ha mandato il Papa.
RENATO DI LEVA. Lo so. Mi sono fidato. Che ci posso fare?
GERO GRASSI. Lei si è fidato?
RENATO DI LEVA. Mi hanno portato in questura, all'ufficio della DIGOS.
GERO GRASSI. Signor Di Leva, noi possiamo sentire tutto, ma dobbiamo avere reciprocamente rispetto dell'intelligenza. Lei non è al luna park...
RENATO DI LEVA. Lo so che non sono al luna park.
GERO GRASSI. Lei è in un posto nel quale si realizza la più grande tragedia del secolo scorso in Italia. Lei è un poliziotto. Stranamente, troppi poliziotti si trovano tutti là quella mattina. Va bene, questo è il fato. I greci dicevano la tyche. Qui potremmo dire diversamente.
PRESIDENTE. Sempre meno dei brigatisti, altrimenti non sarebbe successo.
Pag. 23GERO GRASSI. Dopodiché, lei viene avvicinato da due persone che le dicono di essere della Polizia e le dicono di andar via. Lei non chiede a questi due: «Scusi, il tesserino». Non lo chiede.
RENATO DI LEVA. Mi hanno detto che erano due poliziotti.
GERO GRASSI. Siamo daccapo. Potevano essere inviati del Papa, ma lei non può fidarsi di due persone che le dicono una cosa del genere. Tra l'altro, lei non è al luna park. Lei è sulla scena del crimine. E se quei due fossero stati brigatisti? Rilevo che lei è stato un poliziotto superficiale.
RENATO DI LEVA. All'ospedale sì.
GERO GRASSI. Non all'ospedale. È stato superficiale perché si è fatto portare da due persone che non conosceva e che non si sono qualificate.
RENATO DI LEVA. C'era anche la squadra volante sul posto, quando...
GERO GRASSI. No. Le due persone...
RENATO DI LEVA. Sì. Erano presenti anche i poliziotti in divisa.
GERO GRASSI. Le due persone avevano scritto «Polizia»? Le hanno dato il tesserino?
RENATO DI LEVA. No. Uno di questi ha detto: «Siamo della Questura di Roma. Siamo con il dottor Spinella».
GERO GRASSI. Ho capito.
RENATO DI LEVA. Io non conosco il dottor Spinella.
FEDERICO FORNARO. Le dicono: «Siamo “con” il dottor...»
RENATO DI LEVA. «Siamo con il dottor Spinella», cioè in ufficio. Volevano dire che loro lavoravano nell'ufficio del dottor Spinella.
GERO GRASSI. Attenzione, signor Di Leva. Da un verbale risulta che lei ha dichiarato che i due le hanno detto che il dottor Spinella aveva ordinato loro di portarla in Questura. È vero questo?
RENATO DI LEVA. Sì, che dovevo seguire loro.
GERO GRASSI. Quindi, è stato Spinella a dare l'ordine a loro due?
RENATO DI LEVA. Sì, come loro mi hanno riferito.
GERO GRASSI. Va bene.
FEDERICO FORNARO. Ci aiuti, per favore.
RENATO DI LEVA. Certo. Sono qui per questo.
FEDERICO FORNARO. Ci riferisca esattamente le parole che le dicono.
RENATO DI LEVA. «Devi venire con noi in Questura dal dottor Spinella». Questo mi hanno detto.
GERO GRASSI. È diverso. Lei ha dichiarato una cosa diversa.
RENATO DI LEVA. Forse. Non so che cosa...
GERO GRASSI. Glielo dico io. Lei ha dichiarato che le due persone le hanno detto in sostanza: «Il dottor Spinella ci ha detto che lei deve seguirci». È diverso. Se fosse vero ciò che lei ha dichiarato, vorrebbe dire che queste due persone erano state mandate lì dal dottor Spinella. Noi così leggiamo.
RENATO DI LEVA. Sì. Loro hanno detto che il dottor Spinella li aveva mandati.
FEDERICO FORNARO. Questo è importante.
Pag. 24GERO GRASSI. È importante per noi, per capire.
RENATO DI LEVA. Io sono qui per aiutarvi.
GERO GRASSI. Lei, però, non conosceva il dottor Spinella.
RENATO DI LEVA. No, non l'ho mai visto. Sapevo che era il dirigente della DIGOS di Roma.
GERO GRASSI. Lei, però, ha seguito queste due persone rassicurato dal fatto che avevano nominato Spinella. Difficilmente a lei capiterà di fare daccapo, nell'altra vita, il poliziotto, ma le consiglierei, in tal caso, di essere un tantino più prudente.
RENATO DI LEVA. Avete ragione.
GERO GRASSI. Non si segue chi non si conosce.
RENATO DI LEVA. Avete ragione, sicuramente. Mi dispiace.
GERO GRASSI. Quando lei va in Questura, con chi parla?
RENATO DI LEVA. Sempre con questi due.
FABIO LAVAGNO. Non col dottor Spinella?
RENATO DI LEVA. No.
GERO GRASSI. Ha parlato con questi due. Questi due perché la portano in Questura?
RENATO DI LEVA. Perché mi hanno fatto fare una relazione.
GERO GRASSI. Una relazione.
RENATO DI LEVA. Sì.
GERO GRASSI. Che lei ha firmato.
RENATO DI LEVA. Sì, l'ho firmata. Loro mi hanno chiesto: «Sai scrivere a macchina?». Ho risposto: «No, sono alle prime armi. Non so scrivere ancora a macchina». Mi hanno detto: «Allora adesso ti facciamo la relazione e tu la firmi».
GERO GRASSI. L'hanno scritta loro.
RENATO DI LEVA. Sì.
GERO GRASSI. E lei l'ha firmata.
RENATO DI LEVA. Sì.
GERO GRASSI. Ho una domanda. Ci sono agli atti della prima Commissione Moro due versioni della relazione firmate da lei...
FEDERICO FORNARO. Con due firme diverse.
GERO GRASSI. ...con due firme diverse.
RENATO DI LEVA. No.
GERO GRASSI. Sì.
RENATO DI LEVA. Io ne ho fatta una di relazione. Me ne hanno fatta firmare una.
GERO GRASSI. Guardi, noi abbiamo due relazioni con due firme diverse.
FEDERICO FORNARO. Lei riconosce questa firma? Questa è la sua? (Mostra un documento al signor Di Leva).
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. Questa non è la sua firma?
RENATO DI LEVA. No, non è la mia firma.
FEDERICO FORNARO. Questo è il documento che agli atti della Commissione Moro risulta del 16 marzo 1978.
Pag. 25GERO GRASSI. Esatto. Una delle due non è sua, evidentemente.
RENATO DI LEVA. Posso vedere la seconda?
FEDERICO FORNARO. Io gliene ho fatta vedere solo una.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Questa è la sua firma?
RENATO DI LEVA. No, questa non è la mia.
Mi hanno fatto firmare una relazione.
PRESIDENTE. Tra queste due qual è la sua firma?
GERO GRASSI. Risultano due relazioni e una delle due firme è diversa dall'altra.
RENATO DI LEVA. Questa non è la mia firma.
GERO GRASSI. Signor Di Leva, lei si ricorda, quando ha firmato la relazione, dove l'ha firmata, chi c'era e quante copie ha firmato?
RENATO DI LEVA. Ho firmato una sola copia di relazione e c'erano questi due poliziotti anziani.
FEDERICO FORNARO. Poliziotti anziani? Sono quelli...?
RENATO DI LEVA. Sono quelli che mi hanno portato...
FEDERICO FORNARO. Questo è importante.
RENATO DI LEVA. Sì, erano due... Potevano avere cinquant'anni.
GERO GRASSI. Lei era giovanissimo. Aveva ventun anni.
RENATO DI LEVA. Ero giovanissimo.
GERO GRASSI. Anche qui le faccio osservare, sempre per l'altra vita, che non si firma mai una sola di una relazione. Si chiede sempre per sé la seconda.
FEDERICO FORNARO. Aveva vent'anni.
GERO GRASSI. Ho capito, senatore Fornaro, ma non l'ho mandato io lì.
RENATO DI LEVA. Mi sono trovato per caso, non è che...
GERO GRASSI. No, non in via Fani.
RENATO DI LEVA. Mi scusi.
GERO GRASSI. Stavo facendo un'altra valutazione.
PRESIDENTE. Il 14 luglio lei dice: «Il terzo poliziotto più anziano, dopo aver scritto la relazione...»
RENATO DI LEVA. Quello che stava in ufficio.
PRESIDENTE. «...e avermela fatta leggere, me la faceva firmare e me ne consegnava una copia, dicendomi di portarla immediatamente al mio comandante.
Una copia della relazione è stata, invece, trattenuta dalla DIGOS». I documenti sono identici. Uno ha il protocollo 108. Sull'altro non c'è scritto 108. I documenti, però, sono identici. Una ha la firma che Di Leva riconosce come propria e l'altra ha una firma che Di Leva non riconosce, ma il documento è il medesimo di quelli che troviamo negli allegati.
FEDERICO FORNARO. Non è proprio normale; almeno questo diciamolo.
GERO GRASSI. Prendo atto che il signor Di Leva dice che una delle due firme non è sua.
PRESIDENTE. Io non so neanche perché ne esistano due.
Pag. 26FEDERICO FORNARO. Ci sono due relazioni uguali, con due firme diverse. Una è una firma falsa, apocrifa, e, guarda caso, è quella che risulta essere la prima, non la seconda.
PRESIDENTE. Sono indirizzate agli stessi soggetti.
FEDERICO FORNARO. Segnalo che ci sono due relazioni, una con firma autentica e una con firma apocrifa.
PRESIDENTE. Il documento è lo stesso, quindi...
GERO GRASSI. Ho capito. Una firma è falsa, comunque. L'ha detto adesso il signor Di Leva.
FEDERICO FORNARO. Guarda caso, è quella del 16 marzo a essere falsa.
PRESIDENTE. No, entrambe sono del 16 marzo.
FEDERICO FORNARO. Sì, ma quella che a noi risulta essere la prima, non la seconda allegata.
GERO GRASSI. È così. Ha ragione il senatore Fornaro.
PRESIDENTE. I documenti sono tutti e due del 16 marzo. Le copie sono due qui, ma ce n'è una terza che Di Leva ha portato al suo comandante. Quindi, una copia la prende.
RENATO DI LEVA. Il comandante si chiamava Marconi.
GERO GRASSI. Di Leva dice di averne firmata una.
PRESIDENTE. Ne ha firmata una. Le faccio presente che allora non c'era la stampante. Ne firma una e una se la porta. Gli dicono anche a chi la deve portare.
GERO GRASSI. Quella che si porta via, quindi, non la firma.
FEDERICO FORNARO. Ha detto che ne ha firmata solo una. Abbia pazienza. Facciamo dire le cose a lui.
RENATO DI LEVA. Quella che mi hanno dato mi hanno detto di portarla al maresciallo Marconi e io l'ho portata al maresciallo Marconi.
GERO GRASSI. Senza firmarla.
RENATO DI LEVA. Quella che ho portato al maresciallo Marconi non mi ricordo se l'ho firmata. Questo veramente non me lo ricordo. Se al maresciallo Marconi l'avessi portata senza firma, mi avrebbe fatto sedere e mi avrebbe detto: «Di Leva, firma la relazione».
GERO GRASSI. Signor Di Leva, lei ha detto di averne firmato una sola copia.
RENATO DI LEVA. Sì. Nell'ufficio della DIGOS ne ho firmata una.
GERO GRASSI. Va bene. Probabilmente ne avrà firmate due. Resta il fatto che una delle due firme è diversa da quella che lei appone...
PRESIDENTE. Una delle tre firme. Ci sono diverse copie dello stesso documento, di cui una di quelle pubblicate sugli atti della Commissione è quella che risulta da lui riconosciuta. Poi c'è una copia carta carbone che qualcuno ha firmato per tenersela come copia d'ufficio. Hanno fatto tre copie: una l'ha presa lui e l'ha portata al maresciallo Marconi...
FEDERICO FORNARO. La seconda era una copia ottenuta con la carta carbone, sono d'accordo. Era esattamente uguale, ma con firma differente.
GERO GRASSI. Oggi abbiamo ascoltato, dopo trentotto anni, che quella firma non è del signor Di Leva.
PRESIDENTE. No, onorevole Grassi, lei ha ascoltato dopo trentotto anni che la relazione l'ha fatta il dottor Di Leva e l'ha Pag. 27firmata. La seconda copia con carta carbone reca una firma che Di Leva non riconosce come la sua.
FEDERICO FORNARO. No, è il contrario. È quella sulla carta carbone la sua.
PRESIDENTE. No, scusate. Questa è quella che lui riconosce.
FEDERICO FORNARO. No. Questa non è la sua firma...
RENATO DI LEVA. Quest'altra è la mia firma.
PRESIDENTE. Questa è quella che viene dall'archivio della Questura. Quest'altra è quella che abbiamo preso alla DIGOS.
FEDERICO FORNARO. Sono pubblicate in due volumi diversi degli atti della Commissione Moro dell'VIII legislatura. Questa, infatti, è a pagina...
PRESIDENTE. Sì, perché è la seconda richiesta. È la seconda richiesta, ma la relazione è la stessa. Adesso non facciamo...
GERO GRASSI. Va bene. Non facciamo capricci, ma prendiamo atto che c'è una firma che non è sua. Almeno questo lo possiamo fare?
PRESIDENTE. Sì, prendiamo atto che la firma non è sua, ma voi vi dovete leggere... Studi di più, onorevole Grassi. Lei sa che la Commissione Moro ha due versioni della relazione perché una la chiede a una fonte, che è quella della DIGOS, e un'altra la chiede al giudice. Sono la stessa cosa.
GERO GRASSI. Presidente, io ho studiato che le firme devono essere uguali.
FEDERICO FORNARO. Le firme devono essere uguali.
PRESIDENTE. È giustissimo. Infatti, sono d'accordo sul fatto che quella mattina quei due, dopo che i brigatisti avevano ammazzato cinque loro colleghi erano leggermente sconvolti, gli hanno fatto firmare una copia, si sono dimenticati di fargli firmare la seconda e hanno dato la terza da portare al maresciallo. Propongo sempre che si possano perseguire oggi per allora per essere stati sconvolti quella mattina e non aver fatto mettere la terza firma. Su, c'è un limite a tutto. Se Di Leva dicesse che questa relazione non è la sua, ne prenderemmo atto; ma Di Leva ha detto che questa è la sua relazione e l'ha firmata.
GERO GRASSI. Noi agli atti registriamo che c'è una firma che non è del signor Di Leva.
PRESIDENTE. Della relazione vera.
GERO GRASSI. Non è firma sua.
PRESIDENTE. Della relazione vera o della reazione non vera? È questo il problema.
FEDERICO FORNARO. Della relazione identica a quella che ha firmato. Su questo siamo d'accordo, ma non è proprio perfettamente identico.
GERO GRASSI. Bisogna essere precisi. Il fatto che uno non faccia mettere la firma perché è sconvolto, presidente, è una captatio benevolentiae.
PRESIDENTE. No, quella mattina abbiamo interrotto loro la partita di cricket, capisco.
Andiamo avanti con le domande.
GERO GRASSI. Non sappiamo ancora chi siano quei due.
Lei, quindi, signor Di Leva non torna a prendere l'auto che ha lasciato là. Non torna più.
RENATO DI LEVA. Penso di non essere tornato, ma questo non posso...
GERO GRASSI. Quindi ovviamente lei si disinteressa completamente dell'auto?
Pag. 28RENATO DI LEVA. No, questo no. L'auto me l'aveva data quel collega perché la dovevo portare non so in quale strada, perché non mi ricordo. Non mi ricordo se, quando sono uscito dalla Questura, sono andato a prendere la macchina oppure no.
GERO GRASSI. Si ricorda come si svolse la pratica del premio?
RENATO DI LEVA. Del premio?
GERO GRASSI. Lei ha avuto un premio in danaro. Non si ricorda?
RENATO DI LEVA. No, ho avuto un...
PRESIDENTE. Una menzione?
RENATO DI LEVA. No, ho avuto una nota di compiacimento. Mi chiamò il colonnello Sepe e mi disse: «Di Leva, qui c'è una nota di compiacimento per te».
GERO GRASSI. Chi fece questa nota?
RENATO DI LEVA. Non lo so.
GERO GRASSI. Lei non l'ha mai chiesta?
RENATO DI LEVA. No, perché era la prima volta che ricevevo una cosa del genere.
PRESIDENTE. Non si chiedono.
GERO GRASSI. Presidente, lo so. Io cerco di fare un altro mestiere. Le domande sono per capire.
PRESIDENTE. Volevo solo spiegare che gli encomi vengono dati... Nel caso di Di Leva fu un encomio per una manifestazione di coraggio e pronto intervento.
FEDERICO FORNARO. Gliel'hanno dato con il sequestro ancora in corso. Lo segnalo.
PRESIDENTE. Sì.
GERO GRASSI. Questo premio le venne dato durante i 55 giorni.
RENATO DI LEVA. Non me lo ricordo.
GERO GRASSI. Glielo dico io.
RENATO DI LEVA. Può darsi, ma non me lo ricordo.
GERO GRASSI. Quindi, lei esclude un riconoscimento in danaro.
RENATO DI LEVA. Non me lo ricordo. Veramente non mi ricordo, presidente, se mi hanno dato i soldi. Vi giuro sui figli. Non me lo ricordo.
GERO GRASSI. Ma lei non ricorda assolutamente niente.
RENATO DI LEVA. Sono passati trentotto anni, non posso ricordare.
GERO GRASSI. Chi l'ha detto?
RENATO DI LEVA. Non me lo ricordo, scusatemi. Se ho avuto un premio in denaro... Ho preso tanti premi in denaro per le operazioni di polizia.
PRESIDENTE. Ha avuto una nota di compiacimento per essersi distinto in operazioni di polizia giudiziaria di particolare importanza. Ha avuto un compiacimento e un premio di lire 50.000.
GERO GRASSI. Quindi ha avuto il premio in danaro.
PRESIDENTE. A marzo del 1978, mi sembra.
GERO GRASSI. In quale data, presidente?
FEDERICO FORNARO. Non era marzo, ma aprile. Vado a memoria.
PRESIDENTE. Qui nel foglio matricolare non si legge chiaramente.
Pag. 29FEDERICO FORNARO. Mi pare che fosse il 16 o 18 aprile. Dovrebbe essere il 20 aprile.
PRESIDENTE. Non si legge.
GERO GRASSI. Poiché il 16 è il rapimento...
PRESIDENTE. Qui c'è una data che può essere... Non riesco a capire, onestamente, se è addirittura...
GERO GRASSI. Secondo lei, presidente, che data è scritta?
PRESIDENTE. È un 4 del 1978. Non riesco a capire se sia un 3. Questo è il foglio matricolare.
GERO GRASSI. Il mese è il 4?
PRESIDENTE. Non si capisce.
RENATO DI LEVA. Ho ricevuto tanti encomi e lodi.
PRESIDENTE. Sì. Ne ha anche un altro del 1982.
RENATO DI LEVA. Ne ho tantissimi.
PRESIDENTE. Molto probabilmente lo ha avuto per un altro motivo e poi si è mischiato tutto.
RENATO DI LEVA. Ho tantissimi encomi e lodi.
PRESIDENTE. Questo è il foglio matricolare, ma quel numero non riesco a leggerlo.
Coronas, capo della Polizia dell'epoca, il 7 novembre 1980 risponde per iscritto a una serie di quesiti della Commissione Moro, tra i quali uno riguardante Di Leva. Di questo foglio matricolare però voglio l'originale per capire che data è scritta lì, perché è diversa da quella che riferisce Coronas.
FEDERICO FORNARO. Coronas cosa dice?
PRESIDENTE. Coronas scrive: «Su proposta della Questura, la Commissione per i riconoscimenti alle Forze di polizia, nella seduta del 10 aprile 1978, ha deliberato la concessione di un premio in denaro, in considerazione dello spirito di iniziativa e dell'encomiabile senso del dovere, dimostrato nella circostanza».
GERO GRASSI. Non ha importanza la data precisa. A noi interessa semplicemente che il premio sia stato dato in corso di rapimento.
FEDERICO FORNARO. No, onorevole Grassi, è ancora peggio se quella questione non riguarda il caso Moro, se non riguarda quella vicenda di via Fani, e gli è stato dato un premio che non risulta sul foglio matricolare.
GERO GRASSI. Ha ragione.
FEDERICO FORNARO. Si fa riferimento a un'operazione di polizia giudiziaria. Non c'entra niente con la vicenda Moro.
PRESIDENTE. Siamo nel periodo in cui Intrevado non ha ancora parlato.
GERO GRASSI. No, Intrevado parla il 5 aprile. Se è il 10, ha già parlato.
PRESIDENTE. Il 10 è la concessione del premio.
FEDERICO FORNARO. Comunque, abbiamo un atto ufficiale che dice che al signor Di Leva il 10 aprile è stato dato un pubblico encomio con un premio di 50.000 lire.
PRESIDENTE. Del premio riferisce Coronas.
FEDERICO FORNARO. È un atto firmato dal capo della Polizia.
Pag. 30PRESIDENTE. Non lo metto in dubbio. Poiché, però, sul foglio matricolare non si legge bene la data...
FEDERICO FORNARO. Quella scritta potrebbe essere addirittura 1988.
PRESIDENTE. No, 1988 assolutamente no.
GERO GRASSI. No, si vede bene 1978.
FEDERICO FORNARO. Quello è precedente, però. Guarda la dicitura: parla di polizia giudiziaria. Non c'entra niente.
PRESIDENTE. Facciamo un accertamento per capire.
FEDERICO FORNARO. Lei non c'entra, signor Di Leva, salvo che dovrebbe ricordarsi, perché 50.000 lire dell'epoca non erano proprio...
RENATO DI LEVA. Presidente, prima, quando uno si arruolava nella Polizia, davano 850.000 lire di premio in danaro. Ogni tanto l'Ufficio amministrazione ci chiamava e diceva: «Questi sono per te. Questo è il premio». Quando nel 1975 si arruolava un poliziotto, il Ministero degli interni dava 850.000 lire di premio a tutti coloro che si arruolavano. Non so se questo vi risulta. Nel 1975 lo davano in tre rate.
FEDERICO FORNARO. Un premio di arruolamento?
RENATO DI LEVA. Un premio di arruolamento, sì.
PRESIDENTE. Poiché il fatto per noi, per poter avere nostra chiarezza sulle date, mi sembra rilevante, facciamo un approfondimento sullo stato di servizio per vedere quale encomio sia stato registrato in data 10 aprile 1978 e che cosa c'è scritto sopra.
FEDERICO FORNARO. Ci sono i nomi degli altri?
PRESIDENTE. L'altro è un 92. Quindi, potrebbe anche essere 88.
FEDERICO FORNARO. È questo il dubbio.
PRESIDENTE. Adesso dobbiamo vedere nel foglio matricolare.
GERO GRASSI. Posso finire con un'altra domanda? Presidente, sarà necessario un giorno capire chi sia questo signor Giovanni Parisi, dopo le opportune indagini.
Lei, signor Di Leva, dove ha lavorato negli anni successivi?
RENATO DI LEVA. Negli anni successivi, dopo Roma, ho lavorato a Salerno e poi a Nocera Inferiore.
GERO GRASSI. Lei è di Sarno?
RENATO DI LEVA. Io sono di origine napoletana. La mia mamma è di Sarno.
GERO GRASSI. Dove ha concluso la carriera?
RENATO DI LEVA. A Cava dei Tirreni. Ho fatto ventotto anni di volante e polizia giudiziaria.
GERO GRASSI. Da quanto tempo è in pensione?
RENATO DI LEVA. Dal 1° gennaio 2013.
GERO GRASSI. Quindi, da pochi anni.
Ho un'osservazione generale. In questi anni si sarà reso conto, per aver sentito giornali e televisione, che noi siamo ancora qui alla ricerca della verità sul caso Moro.
RENATO DI LEVA. Certo.
GERO GRASSI. Lei è cosciente di aver assistito come spettatore a un evento eccezionale?
RENATO DI LEVA. Non ho capito il discorso.
Pag. 31GERO GRASSI. È cosciente di essersi trovato quella mattina lì, in un posto particolare, in un evento eccezionale? Non le è capitato più di stare... Non credo che lei stesse con Borsellino o con Falcone.
RENATO DI LEVA. Con Falcone sono stato.
GERO GRASSI. Ma non a Capaci.
RENATO DI LEVA. No, ma sono il primo poliziotto che è intervenuto nel Rapido 904. Ho visto scene terribili.
GERO GRASSI. Con Falcone stava all'Addaura lei?
RENATO DI LEVA. Con Falcone facevo la scorta alla terza macchina.
GERO GRASSI. Quindi, non stava al mare quando tentarono di...
RENATO DI LEVA. No. Ci sono stato pochissimo.
GERO GRASSI. La domanda è questa: è possibile che lei in tanti anni non abbia ricostruito con maggiore precisione i dettagli di quella mattinata?
RENATO DI LEVA. Ero molto giovane. Non potevo. Dopo l'intervento non ho mai più pensato a questa storia. Aspettavo che qualcuno mi chiamasse per deporre al tribunale, ma poi non ci ho pensato più. Una volta che non mi hanno chiamato, non ci ho pensato più.
GERO GRASSI. Il nome dell'amico che le dette la macchina come facciamo a trovarlo?
RENATO DI LEVA. Questo non lo so.
GERO GRASSI. Ma vive?
RENATO DI LEVA. Non lo so.
PRESIDENTE. Non si ricorda chi è.
FEDERICO FORNARO. Il proprietario della macchina era Giovanni Parisi.
GERO GRASSI. Ha detto che era un poliziotto.
RENATO DI LEVA. No. Il proprietario della macchina non era un poliziotto.
GERO GRASSI. Giovanni Parisi non era un poliziotto?
RENATO DI LEVA. No. Era l'amico di Giovanni Parisi che era un poliziotto e mi aveva prestato...
PRESIDENTE. Non sa chi sia.
RENATO DI LEVA. Io non so chi è.
FEDERICO FORNARO. Che cosa faceva questo Parisi Giovanni?
RENATO DI LEVA. Non lo so.
GERO GRASSI. Il poliziotto?
RENATO DI LEVA. No, il poliziotto non lo faceva.
FEDERICO FORNARO. Ho domandato se lo ricorda. Era un amico di lunga data?
RENATO DI LEVA. Mio no. Era l'amico di quel mio amico poliziotto.
PRESIDENTE. La versione è che Di Leva ha smontato dal servizio e l'amico gli ha detto: «Fammi questa cortesia. Mi hanno dato questa macchina. Prendila e portarla in via X». Lui l'ha presa, è andato e si è trovato in questa situazione.
FEDERICO FORNARO. Ho capito, ma chi è il suo amico?
PRESIDENTE. Non se lo ricorda.
RENATO DI LEVA. Non me lo ricordo.
Pag. 32GERO GRASSI. Abbiamo una pista. Lei ha dichiarato che l'amico che le ha dato la macchina ha fatto la notte insieme a lei.
RENATO DI LEVA. No, non l'ho detto.
PRESIDENTE. Non l'ha detto.
GERO GRASSI. Dove ha trovato quello che le ha dato la macchina?
RENATO DI LEVA. La macchina è stata parcheggiata in via Statilia. Il collega mi ha chiamato e mi ha detto: «Renato, domani mattina, quando smonti, prendi la macchina e portala in via tot a questo amico mio». Questo mi ha detto.
PRESIDENTE. È l'unica parte del racconto a essere precisa. Non riesce a ricordarsi chi sia l'amico.
FEDERICO FORNARO. Perfetto, ma è un amico di vecchia data o un collega?
RENATO DI LEVA. Chi, quello della macchina?
FEDERICO FORNARO. Quello che le chiede di fare questa cosa.
RENATO DI LEVA. No, era un mio collega. Ci vedevamo una volta ogni tanto in via Statilia.
FEDERICO FORNARO. Sì, ma era un collega del reparto motociclisti?
RENATO DI LEVA. No, non era del reparto motociclisti. Era di un altro reparto. Nella sezione motociclisti eravamo soltanto sei o sette persone.
FEDERICO FORNARO. Non era del Reparto celere?
RENATO DI LEVA. Questo non lo so.
FEDERICO FORNARO. Qualche conoscenza con questa persona, però, doveva averla, per fargli una cortesia.
GERO GRASSI. Di Leva è una persona molto buona. Si fida sempre. Si è fidato nel prendere la macchina e portarla senza sapere chi fosse, si è fidato di quei due che gli hanno detto: «Vieni con noi perché devi andare a fare un servizio». Su questo si affida completamente.
FEDERICO FORNARO. Mi faccia capire una cosa. Se nel suo programma originario lei smonta, ha le chiavi della macchina, prende la macchina e deve portarla a questo Giovanni Parisi a un indirizzo che non ricorda in una zona che non ha mai frequentato, come pensava di tornare a casa?
RENATO DI LEVA. Forse mi accompagnava questo signore.
FEDERICO FORNARO. Non ricorda che programmi avesse?
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. Doveva riportarla lui, tornava in autobus...? Era lontana da casa sua questa zona? Era lontana da dove lei abitava?
RENATO DI LEVA. Non lo so. Non me lo ricordo. Io gli dovevo portare soltanto questa macchina...
FEDERICO FORNARO. Abbia pazienza, lei dove abitava?
RENATO DI LEVA. Io?
FEDERICO FORNARO. Sì.
RENATO DI LEVA. In via Statilia.
FEDERICO FORNARO. Rispetto a via Fani è distante?
RENATO DI LEVA. È distante, sì.
FEDERICO FORNARO. Lei doveva fare questo favore e poi sarebbe tornato a casa con i mezzi pubblici?
Pag. 33RENATO DI LEVA. Dopo sicuramente mi avrebbe accompagnato questo signore.
GERO GRASSI. Le pongo un'ultima domanda. Oggi lei ha detto che ha visto la 128 che se ne andava. La 128 era di colore scuro.
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. Questo lo definisce bene: era blu.
RENATO DI LEVA. Blu.
GERO GRASSI. Che è un po’ il colore delle 128 civetta che aveva la Polizia, o no?
RENATO DI LEVA. No. La Polizia...
GERO GRASSI. Non sto dicendo che quella 128 fosse della Polizia.
Dal posto dove stava lei e dal posto dove stavano quelli della volante al luogo nel quale è passata la 128...
PRESIDENTE. L'ha disegnato, onorevole Grassi.
GERO GRASSI. Stavano a sei metri, sette metri, cinque metri, tre metri?
PRESIDENTE. Da dove stava lui, sì. Da dove stavano i poliziotti non lo sappiamo perché non sappiamo dove stavano.
RENATO DI LEVA. Io ero a piedi.
GERO GRASSI. Quindi era visibilissima dal punto in cui stavano ed era anche facilmente raggiungibile.
PRESIDENTE. Da lui?
GERO GRASSI. No, dai poliziotti con le pistole. La domanda è: perché non hanno sparato alla 128?
RENATO DI LEVA. Questo non lo so. Questo non me lo può chiedere. Non lo so. Certo, se io fossi stato armato e avessi saputo che erano dei terroristi, avrei rischiato la vita per salvare i miei colleghi, sicuramente.
GERO GRASSI. Le credo, perché sinora sarebbe il primo.
RENATO DI LEVA. Sicuramente, lo so. Sono così. Mi scusi, ma mio padre, prima di morire, ci ha detto questo: «Grazie per aver portato avanti i valori della vita».
GERO GRASSI. Mi faccia capire, però, perché tramite lei posso arrivare a capire.
PRESIDENTE. Sì, però dobbiamo stringere sulla domanda, onorevole Grassi.
GERO GRASSI. La domanda è: perché non hanno sparato?
RENATO DI LEVA. Questo non lo so. Lo deve chiedere a loro.
PRESIDENTE. Su questo li interrogheremo.
GERO GRASSI. Presidente, lo so. Certo che Di Leva non mi può dire perché altri non abbiano sparato, ma, poiché era in quel posto, secondo lui, da dove stavano quelli alla 128, si poteva sparare? Si poteva intervenire? Perché non è successo?
RENATO DI LEVA. Non lo so. Avrebbero dovuto sapere con esattezza che quei due signori che si allontanavano con la 128 erano terroristi.
FEDERICO FORNARO. Almeno li avrebbero dovuti fermare.
RENATO DI LEVA. Lo so, ma non hanno avuto il tempo di fermarli, penso. Quando è arrivata la seconda volante, è andata giù, evidentemente alla ricerca di questa 128.
GERO GRASSI. Con Zizzi, il poliziotto che è morto al Gemelli, lei ha parlato?
RENATO DI LEVA. Gli ho chiesto chi fosse. Lui mi ha guardato, ma non ho Pag. 34capito quello che ha detto. Poi è spirato in ospedale. Non so che cosa mi ha detto, perché non era chiaro.
GERO GRASSI. Lei ha toccato Zizzi, però.
RENATO DI LEVA. No, il ricetrasmittente l'ho messo... Lui ce l'aveva in mano. Quando sono arrivati quelli dell'autoambulanza, stavo cercando di aiutarli per tirarlo fuori, per fare presto per arrivare in ospedale.
GERO GRASSI. Non è riuscito a captare nessuna parola?
RENATO DI LEVA. No, e questo mi dispiace pure.
GERO GRASSI. Anche a noi, sapesse...
FEDERICO FORNARO. Le chiedo scusa se forse le chiederò di ripetere qualcosa.
È importante capire, a mio giudizio, la tempistica della fuga della 128. Lei scende dalla sua auto, lascia le chiavi dentro, si avvicina verso l'incrocio e ha, quindi, come visuale le tre macchine dalla parte delle portiere. La 128 quindi è oltre quelle macchine.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Lei ha detto che guarda prima nella 128 ferma e che non c'è nessuno.
RENATO DI LEVA. No, non ho detto che nella 128 non c'era nessuno. Ho detto che ho solo visto i due colleghi nella 130. Poi mi sono avvicinato e ho visto una persona per terra con le mani così e la pistola...
FEDERICO FORNARO. Benissimo, non sto mettendo in discussione ciò che lei ha detto. Scusate, ma questo è un passaggio importante, secondo me: la 128 quando parte?
RENATO DI LEVA. Quella blu?
FEDERICO FORNARO. Quella blu.
RENATO DI LEVA. Subito.
FEDERICO FORNARO. È quello che sto dicendo. Allora ritorno indietro.
RENATO DI LEVA. Si sono messi dentro...
FEDERICO FORNARO. La prima macchina che vede è una 128 bianca.
RENATO DI LEVA. Quella che sta proprio all'inizio della strada, la macchina che è stata tamponata dalla macchina blu.
FEDERICO FORNARO. Quando lei è a fianco della 128 bianca, guarda dentro e non vede nessuno. Nella 128 bianca non c'è nessuno dentro. D'accordo?
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. La 128 blu non è ancora partita? È ancora lì?
RENATO DI LEVA. Stava partendo in quel momento.
FEDERICO FORNARO. Questo è importante.
RENATO DI LEVA. In quel momento stava partendo.
FEDERICO FORNARO. Praticamente, quando lei arriva all'incrocio...
RENATO DI LEVA. Anzi, forse era già partita. Quando sono arrivati all'incrocio, i due sono saliti a bordo e se ne sono andati.
FEDERICO FORNARO. I due?
RENATO DI LEVA. Quei due vestiti da militari.
FEDERICO FORNARO. Due o più di due?
Pag. 35RENATO DI LEVA. No, due. Due persone vestite da militari.
FEDERICO FORNARO. Due?
Il 16 marzo 1978 lei afferma: «Nel momento in cui mi sono avvicinato alla volante per presentarmi ai colleghi, ho notato, all'incrocio, una Fiat 128 di colore blu ministeriale con a bordo tre o quattro persone vestite con l'uniforme, mi sembra, dell'Aeronautica militare, che, a forte velocità, provenendo dalla strada, che poi ho saputo chiamarsi via Fani, ha imboccato via Stresa procedendo nel prosieguo di questa, verso l'alto».
RENATO DI LEVA. Le persone che ho visto io erano quei due che stavano fuori dalla macchina. Sicuramente l'autista era già dentro.
FEDERICO FORNARO. Mi assumo la responsabilità, da componente di questa Commissione: più vado avanti e più ho l'impressione – signor Di Leva, a distanza di trentotto anni può anche dirlo – che lei abbia firmato una relazione e punto. È chiaro quello che sto dicendo?
PRESIDENTE. No, glielo dica in modo chiaro.
FEDERICO FORNARO. Ho l'impressione che si tratti di una relazione scritta da quelle due persone, che lei poi ha sottoscritto. Ha in qualche modo confermato una versione. Lei sta continuando a dire cose diverse da quelle che ha sottoscritto nella relazione del 16 marzo 1978. È questo il punto. Ce lo può anche dire che a vent'anni, in quella concitazione, dopo il malore... È meglio che ce lo dica.
RENATO DI LEVA. Ve lo sto dicendo. Vi sto dicendo che quella 128 è partita...
PRESIDENTE. No, quello che il senatore Fornaro dice è che occorre capire se la relazione del 16 marzo 1978 è una relazione che corrisponde alle cose che lei ha detto o se è una relazione che altri hanno inventato e lei ha firmato.
RENATO DI LEVA. Quello che ho firmato è quello che è successo. Alle domande che mi fate oggi posso darvi una riconferma di quello che è successo. Mi posso sbagliare su qualcosa.
PRESIDENTE. Il senatore Fornaro le chiede come mai non si è ricordato il 16 marzo 1978 di dire che ha visto la 128 che fuggiva.
FEDERICO FORNARO. Lei sta fornendo una dinamica... Le ripeto, sintetizzando, che cosa ha dichiarato: «Nel momento in cui mi sono avvicinato alla volante per presentarmi ai colleghi, posteggio accanto all'auto della volante, vedo scendere il caposcorta e gli altri due» – quindi sono tre – «e, in quel momento all'autista, e non al caposcorta, dico che sono un collega». Questo è, in sostanza, ciò che lei ha dichiarato. Quindi, a questo punto, lei non è ancora all'incrocio. È vicino alle auto.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. «Nel momento in cui mi sono avvicinato alla volante per presentarmi ai colleghi ho notato, all'incrocio» – quindi, all'incrocio, non nella posizione parallela alle tre auto, perché è molto più avanti rispetto a questa posizione – «una Fiat 128 di colore blu ministeriale, con a bordo tre o quattro persone vestite con l'uniforme». Da quella distanza lei prima dice che potevano essere due e invece qui dichiara tre o quattro, ma è talmente...
RENATO DI LEVA. No, io quello che...
FEDERICO FORNARO. Mi lasci finire, abbia pazienza, altrimenti non riesco a finire il ragionamento. È così capace di vedere che non solo vede che sono tre o quattro, ma vede anche che sono vestiti in uniforme «mi sembra, dell'Aeronautica militare, che, a forte velocità, provenendo dalla strada, che poi ho saputo chiamarsi via Fani, ha imboccato via Stresa, procedendo Pag. 36 nel prosieguo di questa, verso l'alto».
Quello che scrive, firma e sottoscrive lei il 16 marzo 1978 ha problemi di dinamica, di numero di persone e di posizionamento della 128.
RENATO DI LEVA. Chiedo scusa, senatore. Le persone che stavano vicino alla 128 fuori dalla macchina erano due.
FEDERICO FORNARO. Allora perché qui dice che erano tre o quattro? Come fa a sapere che erano tre o quattro?
RENATO DI LEVA. Perché evidentemente erano già all'interno della macchina gli altri due. Questi sono saliti dietro...
FEDERICO FORNARO. Da quella distanza riesce a vedere quante persone fossero in macchina, essendo ad alta velocità?
PRESIDENTE. Di Leva sostiene che la distanza a cui si trovava non era molta.
RENATO DI LEVA. Glielo posso far vedere qui, se vuole. Mi posso alzare?
FEDERICO FORNARO. La vedo. Fino a lì ci arrivo a vedere. Sono invecchiato, ma fino a lì ci arrivo.
Lei era su.
RENATO DI LEVA. No, io ero già qui.
FEDERICO FORNARO. No, non può cambiare due volte la versione. Lei ha detto che arriva e posteggia vicino all'auto della Polizia. In quel momento lei si presenta. «Nel momento in cui mi sono avvicinato alla volante per presentarmi ai colleghi». Quindi, lei è lassù, non è già vicino alla 128 bianca.
RENATO DI LEVA. Quando succede un fatto criminoso, i poliziotti corrono per rendersi conto subito di che cosa sia successo. Io sono arrivato qui e ho visto quella 128, con due persone fuori dalla macchina, vestite con un'uniforme. Si sono messe dietro. Si sono sedute dietro e se ne sono andate. Certamente l'auto veniva guidata da un autista. Potevano essere tre o quattro.
FEDERICO FORNARO. «Che, a forte velocità, provenendo dalla strada...». È esattamente il contrario di quello che ha appena finito di dire.
RENATO DI LEVA. Non provenendo dalla strada.
FEDERICO FORNARO. L'ha firmata lei questa relazione, non l'ho firmata io.
RENATO DI LEVA. Le sto dicendo come è andata via la macchina.
FEDERICO FORNARO. Abbia pazienza, sto leggendo una relazione che ha firmato lei. Non l'ho fatta io. O qualcuno gliel'ha fatta firmare? Ce lo dica. Ce lo dica se questa versione non corrisponde alla verità.
PRESIDENTE. La rileggo io. Ecco che cosa dice: «Nel momento in cui mi sono avvicinato alla volante per presentarmi ai colleghi, ho notato, all'incrocio, una Fiat 128 di colore blu ministeriale, con a bordo tre o quattro persone vestite con l'uniforme, mi sembra, dell'Aeronautica militare, che, a forte velocità, provenendo dalla strada, che poi ho saputo chiamarsi via Fani, ha imboccato via Stresa».
FEDERICO FORNARO. Non sono fermi vicino all'auto né lei li ha visti entrare.
RENATO DI LEVA. No, li ho visti entrare nella macchina.
FEDERICO FORNARO. Quindi, l'auto era ferma.
RENATO DI LEVA. Sì, era ferma e li ho visti entrare in macchina.
FEDERICO FORNARO. Era ferma. Partiamo dal presupposto che la relazione del 16 marzo 1978 non corrisponde ai suoi ricordi di oggi.
Pag. 37RENATO DI LEVA. Non l'ho fatta io. Me l'hanno fatta e l'ho firmata. Ha ragione il presidente.
FEDERICO FORNARO. Questo è importante. Scusi, presidente, può far ripetere all'audito?
PRESIDENTE. Ripeta.
RENATO DI LEVA. Quando sono andato in ufficio, mi hanno chiesto se sapevo battere a macchina. Io ho detto di no, perché ero alle prime armi. Mi dissero: «Allora ti batto io la relazione e poi tu me la firmi».
FEDERICO FORNARO. Per essere chiari, ce lo dica (non rischia niente): lei non ha neanche riletto quella relazione, si è fidato dei colleghi.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Bene. Siamo a un punto. Onorevole Grassi, scusi, ma mi sembra un punto importante questo.
GERO GRASSI. Aggiungiamo che lì c'è una volante in più.
FEDERICO FORNARO. Andiamo un passo per volta. Siamo arrivati a un punto, signor Di Leva.
PRESIDENTE. Lei la 128 l'ha vista ferma e che poi va via.
RENATO DI LEVA. Sì.
PRESIDENTE. La discrepanza tra quello che firma nel 1978 e quello che dice a noi è che nel 1978 dichiara di aver visto passare la 128 che va via...
FEDERICO FORNARO. Esatto. Con tre o quattro.
PRESIDENTE. La 128 parte e va via, con tre o quattro persone a bordo. Questo sottoscrive la mattina del 16 marzo 1978. Quello che dice a noi invece è che vede che salgono su una macchina e vanno via.
FEDERICO FORNARO. È molto interessante quello che gli fanno scrivere.
PRESIDENTE. Salgono due persone, ma, come dice lei, le vede salire dietro e quindi in auto sono tre o quattro.
RENATO DI LEVA. Le persone che salgono sono due...
PRESIDENTE. Sì, questo l'abbiamo capito. Ne salgono due e vanno via in tre o quattro. L'osservazione del senatore Fornaro è un'altra. La relazione che lei ha sottoscritto nel 1978 afferma che, invece, quando lei arrivò vide la 128 che si muoveva. Le cose che i suoi colleghi scrissero nella relazione da lei sottoscritta gliele ha raccontate lei? Come hanno fatto a scriverle, visto che loro non c'erano?
RENATO DI LEVA. No, mi hanno fatto firmare.
PRESIDENTE. Sì, ma quello che scrivono glielo racconta lei? Oppure come fanno a saperlo?
RENATO DI LEVA. Mi hanno chiesto: «Che cosa è successo?» e io ho detto: «Ho visto questo, ho visto quello». Loro si sono messi alla macchina da scrivere...
PRESIDENTE. Questo è il primo punto. Scrivono una cosa senza che lei gliela racconti?
RENATO DI LEVA. No, gliel'ho raccontata.
PRESIDENTE. Quindi, lei gliel'ha raccontata.
FEDERICO FORNARO. La relazione l'ha riletta?
RENATO DI LEVA. Sì, ma visto come stavo non è che...
Pag. 38PRESIDENTE. Quindi, lei racconta e loro scrivono.
RENATO DI LEVA. L'ho raccontato e poi loro hanno scritto.
FEDERICO FORNARO. Presidente, poi faremo in altra sede alcuni rilievi. Segnalo che c'è un'ottima somiglianza con ricostruzioni successive.
Vado avanti. Lei, a quel punto, dichiara, come ci ha detto prima, che va vicino alla 130 e vede molto bene il guidatore, mentre non ricorda la posizione del povero Leonardi. Poi la sua attenzione è attirata dall'uomo che è in strada, in una posizione quasi da Cristo crocifisso, cioè con le braccia aperte. Quindi guarda dentro l'auto e vede che il guidatore è ancora vivo. Respirava, gli usciva qualcosa dal naso. A quel punto, avrà fatto il giro dell'auto.
RENATO DI LEVA. No, mi sono fermato lì.
FEDERICO FORNARO. Lei, quindi, apre lo sportello...
RENATO DI LEVA. No, lo sportello era già aperto.
FEDERICO FORNARO. Lo sportello era aperto perché l'aveva aperto il povero Iozzino, scendendo. A quel punto, al posto del viaggiatore non c'è nessuno sull'Alfetta. Giusto?
RENATO DI LEVA. Al posto del viaggiatore c'era Zizzi, il brigadiere. Seduto sull'Alfetta c'era lui, che era ferito.
FEDERICO FORNARO. Intendevo il passeggero non il guidatore, chiedo scusa. Al posto del passeggero non c'è nessuno. C'è l'autista? C'è quello che guida?
RENATO DI LEVA. No, c'era anche il brigadiere.
FEDERICO FORNARO. Ricordo che sono tre.
PRESIDENTE. C'è Zizzi, che è ferito lì. Poi c'è il guidatore dall'altra parte e c'è Iozzino che è per terra. Ha ragione Di Leva. Ci sono il guidatore e Zizzi sull'auto e lo sportello aperto è quello di Iozzino, che stava dietro ed era sceso.
FEDERICO FORNARO. Iozzino è dietro. Sto chiedendo come fa ad arrivare... Quello che viene portato via... Adesso ho un vuoto: quello che viene portato via dall'Alfetta è il guidatore o è il...
RENATO DI LEVA. È il capomacchina.
PRESIDENTE. È Zizzi.
FEDERICO FORNARO. Quindi, lei apre lo sportello...
RENATO DI LEVA. Lo sportello era già aperto.
FEDERICO FORNARO. E vede Zizzi...
RENATO DI LEVA. Sì, era vivo.
FEDERICO FORNARO. In quel momento lei dice che si inginocchia quasi. È quasi in ginocchio.
RENATO DI LEVA. Sì, mi sono abbassato perché lo volevo aiutare.
FEDERICO FORNARO. Lei in quel momento, dall'altra parte, sulla parte sinistra (guardando avanti) di via Fani non vede niente? Non si rende conto di niente, se ci siano altre persone...
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. ... o se arrivi una macchina.
RENATO DI LEVA. No. Ero troppo preso dalla...
FEDERICO FORNARO. Non vede dove e con che macchina sono arrivati quei due funzionari che si presentano a lei dicendo Pag. 39«Siamo due poliziotti. Deve venire con noi»?
RENATO DI LEVA. Erano a piedi. Io stavo giù.
FEDERICO FORNARO. Arrivano a piedi.
RENATO DI LEVA. Da dietro di me.
FEDERICO FORNARO. Da dove è arrivato lei o dall'alto?
RENATO DI LEVA. Da dietro di me. Non so che percorso abbiano fatto. Me li sono visti a fianco.
FEDERICO FORNARO. Sul lato destro.
RENATO DI LEVA. No. C'era il collega a terra e loro stavano da quest'altra parte.
FEDERICO FORNARO. Sono tra il collega a terra e lei?
RENATO DI LEVA. No. C'era il collega a terra, c'era l'Alfetta aperta, e loro stavano davanti allo sportello dell'Alfetta.
GERO GRASSI. Quindi, sono sul lato siepe.
FEDERICO FORNARO. No, non sul lato siepe. Sono dietro la macchina. Sono sul lato destro.
GERO GRASSI. Sul lato siepe!
FEDERICO FORNARO. Sono sul lato sinistro, allora.
PRESIDENTE. Bisogna vedere il punto di vista. Destra o sinistra è dal punto in cui ci si trova
FEDERICO FORNARO. La via normalmente ha una destra e una sinistra.
Dov'era lei inginocchiato?
RENATO DI LEVA. Io ero qua.
FEDERICO FORNARO. Era dalla parte destra della strada. Benissimo. Questi funzionari dove sono?
RENATO DI LEVA. Non lo so.
FEDERICO FORNARO. Intendo: dove sono quando arrivano?
RENATO DI LEVA. Qua.
FEDERICO FORNARO. Quindi, dall'altra parte, non a sinistra, dall'altra parte. Onorevole Grassi, ho ragione io. Sono dall'altra parte. Sono sulla destra. Benissimo.
Quindi, possono essere arrivati o da dove arrivava lei o da sopra. Si presentano a lei, cioè non guardano nemmeno... Per noi è importante anche la psicologia.
RENATO DI LEVA. No, hanno visto che c'erano i colleghi morti.
FEDERICO FORNARO. Quindi, hanno un po’ guardato.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. In tutto questo caos, però, si preoccupano – questa è una mia affermazione – che un collega fuori servizio, perché lei è in borghese in quel momento... Ovviamente, la prima cosa che dovrebbero fare intanto sarebbe capire se lei sia un collega o un curioso. Le fanno questa domanda?
RENATO DI LEVA. Sì. Io ho detto che ero un collega.
FEDERICO FORNARO. Ci aiuti a ricostruire. Cosa le chiedono? Le chiedono chi è lei?
RENATO DI LEVA. Sì, mi hanno chiesto chi ero e io ho detto che ero un poliziotto della Sezione motociclisti.
FEDERICO FORNARO. Ha detto che, ovviamente, era fuori servizio.
RENATO DI LEVA. Sì.
Pag. 40FEDERICO FORNARO. Benissimo. Subito dopo le dicono: «Lei deve venire con noi».
RENATO DI LEVA. Sì. «Dopo andiamo in ufficio», mi dicono. «Andiamo in ufficio dal dottor Spinella». Io ero convinto che mi volessero far parlare con questo dottor Spinella, però io non l'ho mai conosciuto. Questo, però, poi è avvenuto in ospedale, il fatto che mi hanno preso e portato in Questura.
FEDERICO FORNARO. Facciamo un passo per volta.
A questo punto lei resiste all'invito.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Dice di no.
RENATO DI LEVA. Dico di no, perché c'era questo collega...
FEDERICO FORNARO. ...perché c'era un collega che stava morendo. A questa sua prima reazione loro insistono?
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. Ne prendono atto.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Che cosa fanno, a quel punto?
RENATO DI LEVA. Poi io sono andato in ospedale.
FEDERICO FORNARO. No, si fermi, non corra.
RENATO DI LEVA. Non lo so.
FEDERICO FORNARO. «Non lo so» che cosa vuol dire? Lei che cosa fa, a quel punto?
RENATO DI LEVA. Niente. Sto sempre vicino a Zizzi.
FEDERICO FORNARO. Se ce lo dice, lo sappiamo. Lei lo sa, noi no. Abbia pazienza. Non corra, non arrivi al fondo. Noi abbiamo bisogno di mettere insieme tanti fotogrammi, che poi incrociamo con altri fotogrammi. A distanza di quasi quarant'anni, ovviamente, è anche più utile. Faccia passo per passo.
Quindi, lei è quasi in ginocchio e sta cercando di capire se può fare qualcosa per questa persona, suo collega, che sta morendo o comunque è chiaramente in fin di vita. Queste due persone le chiedono di andare, lei risponde di no e loro, a quel punto, si alzano e vanno da un'altra parte.
RENATO DI LEVA. No, restano sul posto.
FEDERICO FORNARO. Restano sul posto a guardare lei?
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. A fare che cosa?
RENATO DI LEVA. A dare mansioni ... Non lo so.
FEDERICO FORNARO. Fermo. Scusate, secondo me, è importante questo passaggio.
Vicino alle auto – lei è in una posizione da cui può vedere, perché è vicino alla terza auto – e, quindi, diciamo sul luogo del crimine, prima dell'arrivo dell'autoambulanza, ci sono sicuramente (mi corregga, se sbaglio) i tre agenti della prima volante, che non sono andati via.
RENATO DI LEVA. No, quelli sono rimasti sul posto.
FEDERICO FORNARO. Mi risponda. Cerchi solo di ricordare. Stia tranquillo, nessuno vuol farle del male.
Ci sono i tre della prima volante. Quelli della seconda volante, nella sua ricostruzione e nella sua idea, parlottano insieme e i primi arrivati probabilmente dicono loro: «Sono scappati». Come lei ha visto la 128 Pag. 41andare giù per via Stresa, l'hanno vista anche i tre poliziotti della prima volante. Eravate nella stessa identica posizione e, quindi, hanno visto scappare l'auto. Quindi, è possibile che abbiano detto: «Sono andati giù di lì». Lei ricorda – qui sono importanti i minuti – tra la prima e la seconda volante quanto tempo intercorre? Poco tempo, qualche minuto, cinque minuti, dieci minuti?
RENATO DI LEVA. Poco. Con esattezza non saprei, ma poco.
FEDERICO FORNARO. Cinque minuti, qualche minuto?
RENATO DI LEVA. Non lo so, penso. Comunque vicino.
FEDERICO FORNARO. Nel ricordo è molto vicino. Quindi, lei arriva, trova tre colleghi e si presenta. In quel momento sta guardando le macchine. Si ricorda, quando arriva questa seconda volante, lei dov'era, se era vicino alla 128, vicino alla 130 o vicino all'Alfetta?
RENATO DI LEVA. Quando è arrivata la seconda volante e ho sentito la sirena della seconda volante, ero ancora qua.
FEDERICO FORNARO. Dove?
RENATO DI LEVA. In questa zona.
PRESIDENTE. Sulla curva. Aveva fatto pochi metri.
RENATO DI LEVA. Mi sono girato e ho visto i colleghi della seconda volante che è arrivata. Gli altri colleghi, quelli che stavano già sul posto, hanno parlato con l'altra volante...
FEDERICO FORNARO. Quindi, ragionevolmente, poiché lei ci ha detto che di norma, quando ci sono cose di questo genere, i colleghi escono dalla macchina e corrono verso la scena del crimine, la seconda volante arriva qualche istante dopo, pochissimo tempo dopo...
RENATO DI LEVA. ...e subito scappa. Dopo che il collega gli ha parlato, subito scappa.
FEDERICO FORNARO. Quindi, c'è una seconda volante che arriva veramente qualche minuto dopo a dir tanto. Il tempo di scendere e correre e in un minuto o due minuti arriva l'altra volante.
PRESIDENTE. Ci sono testimonianze sull'arrivo della seconda volante, che confermano quello che dice Di Leva.
FEDERICO FORNARO. Va benissimo. Sono sicuro che sta dicendo la verità.
RENATO DI LEVA. Dovete tenere conto comunque che sono morti cinque miei colleghi, che io avevo soltanto vent'anni e che vedere una scena del genere...
FEDERICO FORNARO. No, in quel momento lei non aveva visto i cinque colleghi morti.
RENATO DI LEVA. No, avevo visto...
FEDERICO FORNARO. Adesso lo sa, ma in quel momento no. In quel momento potevano non essere colleghi.
RENATO DI LEVA. Sì, mi sono accorto che erano colleghi... Sì, questo è vero.
FEDERICO FORNARO. Ovviamente, dopo se n'è accorto.
RENATO DI LEVA. Già vedendo una persona morta...
FEDERICO FORNARO. Stiamo parlando assolutamente con grande rispetto delle persone che sono morte, ma occorre capire i passaggi.
A questo punto, la seconda volante è andata via. Nessuno, stando al suo ricordo, della seconda volante si ferma in via Fani. Questa volante, ragionevolmente, era con due persone, dal suo ricordo. Prende e va via. Va bene?
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Quindi, sul luogo del crimine continuano a esserci solo tre persone.
RENATO DI LEVA. Sì. Poi, però, sono arrivati i poliziotti in borghese...
FEDERICO FORNARO. Fermo. Poi chi arriva nel suo ricordo?
RENATO DI LEVA. I due poliziotti che mi hanno parlato, e poi c'erano altri poliziotti in borghese, ma non li conosco.
FEDERICO FORNARO. Nessuno le chiede di riconoscerli.
RENATO DI LEVA. Il presidente prima mi ha fatto una domanda e mi ha chiesto se ho visto una persona con la paletta. Evidentemente c'era, ma io non l'ho vista.
FEDERICO FORNARO. Stia tranquillo. Se le faccio queste domande – le chiedo anche scusa, non c'è alcuna aggressività – è perché sto cercando con metodo di arrivare a fissare i singoli fotogrammi, perché lei ogni tanto «strappa».
Lei è chinato; arrivano questi due. Prima dell'arrivo di questi due che le chiedono di andare in Questura, lei nota altri colleghi presenti, oltre ai tre della volante?
RENATO DI LEVA. No. Se c'erano, non li conoscevo, se erano della polizia giudiziaria.
FEDERICO FORNARO. Attorno all'auto non vede altre persone.
RENATO DI LEVA. C'erano. Penso che fossero curiosi.
FEDERICO FORNARO. Curiosi fino al punto che vanno a vedere dentro...
RENATO DI LEVA. No, questo non gliel'ho permesso.
FEDERICO FORNARO. Questo è importante. Diciamo che i curiosi erano a bordo strada, sul marciapiede. Attorno alle tre auto e, in particolare, alle due auto dove ci sono feriti in quel momento – non c'è la certezza matematica che fossero tutti morti – c'è lei e ci sono i tre colleghi. Arrivano altri due, che sono quelli che le chiedono di seguirli in Questura. Dopo – si ricordi bene – in che sequenza arrivano altri? Arrivano altre volanti? Arrivano altre persone?
RENATO DI LEVA. Non lo so. Questo non glielo posso dire.
FEDERICO FORNARO. Cerco di essere veloce per concludere, perché mi rendo conto che sto esagerando.
Arriva l'autoambulanza. Prima dell'arrivo dell'autoambulanza non ricorda di aver visto sul lato via Fani, dall'altra parte, dove c'è un bar chiuso, un'Alfasud?
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. Ricorda se erano posteggiate delle auto?
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. Arriva l'autoambulanza, che si ferma – immagino – al centro della strada.
RENATO DI LEVA. Sì, penso.
FEDERICO FORNARO. Avrà affiancato le auto con le vittime. Non penso che sarà andata sulla destra, sul marciapiede.
RENATO DI LEVA. No, ha affiancato.
PRESIDENTE. Ha affiancato da questo lato.
FEDERICO FORNARO. Per forza. È quello che sto dicendo. Non può andare sul marciapiede di là.
PRESIDENTE. C'è Iozzino per terra.
FEDERICO FORNARO. Appunto. Pag. 43
A questo punto, scendono i barellieri e le persone e lei dà una mano ai barellieri per estrarre il corpo del suo collega...
RENATO DI LEVA. Ferito.
FEDERICO FORNARO. Viene portato sull'autoambulanza, che parte. Lei, a quel punto, che cosa fa?
RENATO DI LEVA. Non mi ricordo che cosa ho fatto, ma mi sono trovato in ospedale, perché ero troppo sconvolto dalla scena.
FEDERICO FORNARO. Non ricorda se è salito sull'autoambulanza, quindi?
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. Sicuramente non è andato con la sua auto.
RENATO DI LEVA. No.
FEDERICO FORNARO. È stato accompagnato da quei due funzionari di polizia piuttosto anziani?
RENATO DI LEVA. No, nemmeno da loro.
FEDERICO FORNARO. Chi la porta?
RENATO DI LEVA. Penso che mi abbia portato la volante.
FEDERICO FORNARO. Quale volante?
PRESIDENTE. La volante n. 12. È l'unica che si è recata lì, ma non c'è il riscontro della sua presenza a via Fani. Adesso acquisiremo la presenza...
GERO GRASSI. C'è, però, il riscontro che la volante 12 alle 11 è in Questura con alcuni fermati e non sappiamo chi sono. Quindi, se alle 11 è in Questura, non sta con lui all'ospedale.
RENATO DI LEVA. A me lì hanno dato delle gocce per calmarmi.
PRESIDENTE. Alle 9.45 sono al Gemelli. Quanto è rimasto Di Leva all'ospedale?
Gli avranno dato delle gocce di Lexotan, di tranquillante.
FEDERICO FORNARO. Diciamo che lei, sotto shock, non ha memoria di come va al Gemelli. Siamo d'accordo?
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. In quel momento è sotto shock, ha un vuoto e oggi non è in grado di ricordare. Ricorda, invece – non è un'accusa; è semplicemente una constatazione – che, dopo essere stato visto da un medico del pronto soccorso del Gemelli, immagino, che le dà delle gocce per calmarsi, cosa assolutamente normale, esce e, a quel punto, rincontra i due funzionari.
RENATO DI LEVA. Sì. Non so se fossero funzionari. Erano colleghi. Mi avevano detto di essere colleghi.
FEDERICO FORNARO. Ho sbagliato io. Sono gli stessi che le avevano chiesto di seguirli in Questura.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Perfetto. Erano piuttosto anziani, diciamo oltre i cinquant'anni.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Quindi, queste due persone – questo lo dico io – invece di stare lì a dare una mano, si preoccupano di lei. Lei è un imprevisto di cui devono occuparsi. Mi sto assumendo io la responsabilità di quel che dico.
PRESIDENTE. È il primo che è arrivato, stando alle sue dichiarazioni. I due se ne occupano.
FEDERICO FORNARO. Benissimo. Non ho usato il termine «imprevisto» a caso. Pag. 44Mi assumo la responsabilità di quello che dico. C'è un imprevisto.
No, è un teste. Scusi, abbia pazienza, presidente. Il teste è un collega: lo risenti il giorno dopo, gli dici di andare in Questura con un taxi, non prendi due persone...
PRESIDENTE. Dobbiamo usare lo stesso parametro. L'onorevole Grassi giustamente gli ha chiesto come abbia potuto fidarsi del fatto che quelli fossero due colleghi? Quei due come facevano a fidarsi del fatto che lui fosse un collega?
FEDERICO FORNARO. Ha ragione. È corretto.
GERO GRASSI. È giustissimo. Questo dimostra l'inattendibilità di tutti quelli che erano lì, però.
FEDERICO FORNARO. È corretto. Va bene. Ritiro, presidente.
PRESIDENTE. Evito che andiate oltre il limite.
FEDERICO FORNARO. Diciamo che comunque sono molto attenti alla sua persona, al punto, per esempio, da essere in due e non uno solo. Presidente, almeno questo me lo concederà. In quel trambusto, in quella scena l'attenzione nei confronti di un testimone, sicuramente di primissimo piano, perché è uno dei pochi... Insieme ai tre della volante, però: non è l'unico testimone. In questa ricostruzione quello che ha visto Di Leva l'hanno visto almeno in quattro, ossia i tre della volante più lui. Sono nella stessa posizione e sono arrivati più o meno allo stesso minuto. Quindi, non è l'unico testimone. Quindi, magari bastava uno ad accompagnarlo e poi a portarlo in Questura. Invece, sono in due.
A questo punto, che cosa le dicono? «Bisogna andare in Questura».
RENATO DI LEVA. «Devi venire in Questura».
FEDERICO FORNARO. Per fare che cosa, le dicono?
RENATO DI LEVA. «Devi fare la relazione».
FEDERICO FORNARO. Di norma in casi come questi la relazione la facevate subito o la facevate il giorno dopo?
RENATO DI LEVA. Io la facevo appena rientravo in caserma.
FEDERICO FORNARO. Quindi, è prassi normale che nell'immediatezza venga fatta la relazione.
GERO GRASSI. Tenga presente che il signor Di Leva è poliziotto da pochi mesi.
FEDERICO FORNARO. Ho chiesto se fosse la prassi. Volevo sapere se di norma questa fosse una prassi normale.
A questo punto, lei va in Questura e, secondo quanto ha affermato (non ricordo esattamente in quale dichiarazione), va nell'ufficio del dottor Spinella...
RENATO DI LEVA. Me l'hanno detto loro che era l'ufficio del dottor Spinella.
FEDERICO FORNARO. Oltre alle due persone che l'avevano vista in via Fani e che poi l'hanno accompagnata c'erano altre persone presenti al suo «interrogatorio»?
RENATO DI LEVA. No. C'era solo un'altra persona che scriveva a macchina.
FEDERICO FORNARO. Un dattilografo, quindi.
RENATO DI LEVA. No, era un poliziotto, ma scriveva a macchina.
FEDERICO FORNARO. Era un poliziotto. Quindi, praticamente lei raccontava o rispondeva a domande?
RENATO DI LEVA. Prima ho raccontato tutto. Poi loro hanno battuto questa relazione sulla telescrivente o sulla macchina da scrivere.
Pag. 45FEDERICO FORNARO. Per capirci, così ci intendiamo: le fanno delle domande o è semplicemente lei che, di getto, racconta?
RENATO DI LEVA. Ho raccontato il fatto. Poi mi hanno fatto firmare la relazione. Mentre parlavo non hanno fatto domande.
FEDERICO FORNARO. Stanno zitti.
RENATO DI LEVA. Sì.
FEDERICO FORNARO. Quindi, lei racconta e loro stanno zitti. Non le fanno domande.
RENATO DI LEVA. Siamo arrivati in ufficio.
FEDERICO FORNARO. Benissimo. Lei si siede.
RENATO DI LEVA. Mi hanno chiesto: «Collega, che cosa è successo?». Ho risposto: «È successo questo, questo, e questo». Poi non mi hanno detto più niente e mi hanno fatto firmare la relazione.
FEDERICO FORNARO. Sì ma, per capirci, mentre lei parlava, c'era uno che «a domanda risponde» e quindi stava descrivendo questa situazione?
RENATO DI LEVA. Fare «a domanda risponde» in una relazione non è possibile.
FEDERICO FORNARO. No. Quindi, le hanno predisposto una relazione. Lei di getto ha detto le cose che aveva visto e loro le hanno trasformate in una relazione.
RENATO DI LEVA. Io ho firmato.
FEDERICO FORNARO. Mi faccia capire. Che abbia firmato mi sembra evidente. Sostanzialmente, la relazione non è la trascrizione di quello che lei dice. È un sunto di quello che ha detto.
RENATO DI LEVA. Che io ho raccontato.
FEDERICO FORNARO. Benissimo.
RENATO DI LEVA. Come hanno scritto loro.
FEDERICO FORNARO. Ecco, questo è un punto. Capisco anche la delicatezza. Lei può essere stato scioccato e spaventato. Aveva vent'anni, aveva capito che cosa era successo...
PRESIDENTE. Magari era sotto Lexotan...
FEDERICO FORNARO. Sotto Lexotan. Mi risponda, per favore, con assoluta tranquillità, non succede niente: è possibile, quindi, che lei abbia sostanzialmente firmato senza rileggere o correggere quella relazione?
RENATO DI LEVA. Può darsi di sì.
FEDERICO FORNARO. Va benissimo.
RENATO DI LEVA. Perché la scena della 128 con le due persone che salgono in macchina... erano due che salivano in macchina.
FEDERICO FORNARO. Infatti, questa è la parte che differisce di più.
RENATO DI LEVA. Voglio essere chiaro e non voglio essere...
PRESIDENTE. Le faccio un esempio. Rispetto alla relazione del 1978 e anche alle dichiarazioni successive, oggi lei, come si è messo seduto qui, più tranquillo, ha indicato subito – ho ancora qui il disegno che mi ha fatto...
FEDERICO FORNARO. La macchina ferma.
PRESIDENTE. ...ha messo subito la 128 che blocca l'auto di Moro. In tutte le relazioni questa non l'aveva mai evocata.
FEDERICO FORNARO. Quale macchina che blocca?
Pag. 46PRESIDENTE. Quella tamponata. Quella che sta davanti alla 130.
RENATO DI LEVA. Quella che si è fatta tamponare.
PRESIDENTE. Non l'aveva mai citata. È un dato. Se descrivo la scena del delitto e faccio una relazione, parlo delle auto che stanno lì. Di Leva ha sempre parlato di due auto, non di tre. Però, è arrivato qui sereno e ha menzionato terza.
FEDERICO FORNARO. Però – particolare importante – nel suo ricordo molto vivo...
PRESIDENTE. Anche la macchina che blocca non è un particolare irrilevante. Se uno esamina le dichiarazioni precedenti, vede che Di Leva ha sempre parlato di due macchine. Ci si potrebbe chiedere in quale scena del delitto si trovasse, tant'è vero che tutti quelli che hanno analizzato le dichiarazioni di Di Leva si chiedono come mai ometta di parlare della 128 targata Corpo diplomatico. Noi oggi abbiamo avuto la prova che, se uno è tranquillo, a trentotto anni di distanza, racconta. Dico questo perché ci rendiamo conto di tutto.
FEDERICO FORNARO. Abbiamo avuto anche la prova che a distanza di trentotto anni è viva nella sua memoria la presenza della 128 ferma con due persone che salgono e che, a quel punto, scappa via.
Non sto inventando. Sto mettendo in evidenza le differenze tra la relazione del 1978 e le dichiarazioni di oggi. Credo che le affermazioni di oggi, poiché sono così vive e sono confermate da lei in questo momento, siano più attendibili di quelle della sua relazione. Non è un'accusa. Mi sembra un dato di fatto. Non è che questa sia falsa testimonianza.
RENATO DI LEVA. Che interessi avrei di dire una cosa del genere?
FEDERICO FORNARO. Appunto, altrimenti non l'avremmo neanche ascoltata. Lei mi permette di osservare, però, che da questa cosa, che ha una sua importanza anche rispetto alle tempistiche ... A un certo punto, succede dell'altro. Quando lei è lì, da un'altra parte succedono delle altre cose. Noi dobbiamo e possiamo provare a incrociare tutte le tempistiche.
In ogni caso, c'è un altro punto di incongruenza. Non è una domanda, è un'osservazione che sottopongo ai colleghi. C'è un punto che, secondo me, è importante: rispetto ad altre ricostruzioni, la prima auto, la prima volante con i colori di istituto che arriva, ha tre persone a bordo e non due.
RENATO DI LEVA. Erano tre.
FEDERICO FORNARO. Questo è importante.
RENATO DI LEVA. Erano tre.
FEDERICO FORNARO. Fino ad oggi abbiamo testimonianze di una volante che arriva con solo due persone.
RENATO DI LEVA. No, erano tre.
FEDERICO FORNARO. Non sto dicendo che lei stia affermando un'altra cosa.
PRESIDENTE. Conferma. Lo sta dicendo dall'inizio. Non lo stressiamo. Oggi Di Leva ha sempre detto che sono tre.
FEDERICO FORNARO. Aggiungo un'ultima cosa. Lei non trova un po’ strano il ricevimento del premio e dell'encomio, essendo ancora dentro i 55 giorni?
RENATO DI LEVA. Le ripeto, senatore...
PRESIDENTE. Il senatore Fornaro le chiede se, in relazione al premio, non si è meravigliato.
RENATO DI LEVA. No, non mi sono meravigliato, perché – vi ripeto – non era forse un premio destinato a questa cosa, perché ci davano sempre soldi. Una volta mi davano 300.000 lire, una volta 250.000 lire, una volta 50.000 lire.
Pag. 47PRESIDENTE. Di Leva sostiene che, se anche gliel'hanno dato, è una cifra che non era inconsueto ricevere.
FEDERICO FORNARO. Aggiungo un'ultima cosa. Dopo questa vicenda lei non ha mai visto, in forma ufficiale o ufficiosa, il dottor Spinella, il dottor De Francesco, il capo della Polizia, ossia vertici della Polizia?
RENATO DI LEVA. Non ho mai conosciuto queste persone.
FEDERICO FORNARO. Non le hanno fatto domande?
RENATO DI LEVA. Mai.
FEDERICO FORNARO. Non è mai stato avvicinato da nessuno?
RENATO DI LEVA. Dal giorno in cui sono uscito dalla Questura di Roma non ho mai più visto nessuno e nessuno mi ha chiesto come stessi psicologicamente. Nessuno mi ha chiesto niente. Non ho mai visto nessuno. Non sono mai stato chiamato da nessuno. L'unico che mi ha chiamato a luglio dell'anno scorso è stato il procuratore Donadio.
GERO GRASSI. C'è una cosa che non ho capito. Signor Di Leva, nella relazione del 16 marzo 1978 lei dichiara di aver visto una volante. Qui ha detto che le volanti erano due...
RENATO DI LEVA. Onorevole, lei mi ha chiesto prima: «Ma in tutti questi anni lei non si è soffermato un attimo per farsi un punto della vicenda?».
GERO GRASSI. Sì.
RENATO DI LEVA. Sì. Perciò oggi vi sto riferendo qui quello che so, per aiutarvi e per avere io la coscienza pulita nei vostri confronti.
GERO GRASSI. La ringrazio. Quindi, lei oggi dice che le volanti erano due...
PRESIDENTE. La seconda è arrivata ed è andata via.
GERO GRASSI. All'epoca disse che era una. È giusto?
RENATO DI LEVA. Non mi ricordo la relazione. Come ho detto al senatore...
GERO GRASSI. Nella relazione è menzionata solo una volante.
RENATO DI LEVA. Le volanti, però, erano due.
PRESIDENTE. Nella relazione non si parlava neanche della 128 che bloccava le auto di Moro e della scorta.
GERO GRASSI. Lei all'epoca parlò di una volante. Invece, oggi ha parlato di due. È giusto? È questo il senso?
RENATO DI LEVA. Non lo so.
FEDERICO FORNARO. È vero, è oggettivo. Nella relazione del 16 marzo 1978 si cita solo la prima volante.
RENATO DI LEVA. Presidente, forse volevo dire che, quando sono arrivato sul posto, è arrivata una volante e successivamente ne è arrivata una seconda. Era questo quello che volevo dire io.
PRESIDENTE. Si pongono il problema se in quel racconto di getto che lei ha fatto in Questura ha detto di aver visto anche la seconda volante oppure no.
FEDERICO FORNARO. Non c'è traccia della seconda volante nella relazione del 16 marzo 1978.
GERO GRASSI. Quindi, in questi anni lei si è ricordato che c'era la seconda. Perfetto.
PRESIDENTE. Ringrazio il signor Di Leva e lo invito a lasciare l'aula...
Colleghi, fermatevi ancora qualche minuto. Proseguiamo in seduta segreta. Dispongo Pag. 48 la disattivazione dell'impianto audiovisivo.
(I lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica)
PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 16.55.