XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 61 di Mercoledì 30 settembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo, colonnello Giosuè Colella:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 8 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 8 
Bratti Alessandro , Presidente ... 8 
Puppato Laura  ... 8 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 9 
Puppato Laura  ... 9 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 9 
Puppato Laura  ... 9 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 9 
Puppato Laura  ... 9 
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 
Puppato Laura  ... 9 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Compagnone Giuseppe  ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 11 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 11 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 11 
Nugnes Paola  ... 11 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 12 
Nugnes Paola  ... 12 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 12 
Nugnes Paola  ... 12 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 12 
Nugnes Paola  ... 12 
Colella Giosuè , Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo ... 12 
Nugnes Paola  ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 

Audizione del sindaco di Bracciano, Giuliano Sala:
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 14 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 14 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 19 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 19 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 19 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 19 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 19 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 20 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 20 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 20 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 20 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 20 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 20 
Puppato Laura  ... 21 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 21 
Bratti Alessandro , Presidente ... 21 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 21 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 23 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 23 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 23 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 23 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 24 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 24 
Bratti Alessandro , Presidente ... 24 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 24 
Bratti Alessandro , Presidente ... 24 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 24 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 24 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 24 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 24 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Bratti Alessandro , Presidente ... 25 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 26 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 26 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 26 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 26 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 26 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 27 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 27 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 27 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 27 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 27 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 27 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 27 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 27 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 27 
Nugnes Paola  ... 27 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 27 
Nugnes Paola  ... 27 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 27 
Nugnes Paola  ... 27 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 28 
Nugnes Paola  ... 28 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 28 
Nugnes Paola  ... 29 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 29 
Nugnes Paola  ... 29 
Pepe Bartolomeo  ... 29 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 29 
Pepe Bartolomeo  ... 29 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 29 
Pepe Bartolomeo  ... 29 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 29 
Pepe Bartolomeo  ... 29 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 29 
Puppato Laura  ... 30 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 30 
Bratti Alessandro , Presidente ... 30 
Puppato Laura  ... 30 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 30 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 30 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 30 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 30 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 30 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 30 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 30 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 30 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 31 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 31 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 31 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 31 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 31 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 31 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 31 
Bratti Alessandro , Presidente ... 31 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 32 
Bratti Alessandro , Presidente ... 32 
Sala Giuliano , Sindaco di Bracciano ... 32 
Bratti Alessandro , Presidente ... 32

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 8.35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo, colonnello Giosuè Colella.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo, colonnello Giosuè Colella, accompagnato dal capitano Rosario Masdea, che ringrazio per la presenza. Ricordo che la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti e alle bonifiche. L'audizione odierna rientra nell'approfondimento in corso di svolgimento sulla situazione nella regione Lazio. In particolare, la Commissione è in questo caso interessata a conoscere l'esito delle indagini svolte dalla Guardia di finanza sulla gestione dell'impianto della discarica di Cupinoro, così come, più in generale, sulla società Bracciano Ambiente. Stiamo infatti svolgendo una serie di approfondimenti sul Lazio (abbiamo iniziato con la discarica di Borgo Montello a Latina) e stiamo verificando molte situazioni di criticità che ci vengono segnalate nella regione. Avverto il nostro ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno e consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Cedo dunque la parola al comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo, il colonnello Giosuè Colella, per lo svolgimento di una breve relazione, al termine della quale seguiranno eventuali domande da parte dei commissari. Ovviamente, il capitano che lo accompagna potrà intervenire quando e se lo riterrà opportuno. Vi ringraziamo di nuovo per essere qui.

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo. Desidero innanzitutto porgere i miei saluti e un ringraziamento per l'opportunità offerta alla Guardia di finanza di fornire un contributo ai lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta. Nel corso del mio intervento illustrerò le attività svolte su delega della procura regionale presso la sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei conti di Roma dalla dipendente compagnia della Guardia di finanza di Civita Castellana, qui rappresentata dal capitano Masdea. Quest'attività è stata svolta nei confronti della Bracciano Ambiente Spa, società costituita in house e interamente partecipata dal comune di Bracciano per la gestione della discarica sita in località Cupinoro. Gli accertamenti istruttori sono stati eseguiti in relazione a quattro vertenze erariali Pag. 4delegate dal viceprocuratore generale, dottoressa Rosa Francaviglia. Riepilogo in sintesi e distintamente per delega erariale l'attività svolta. Inizierò dalla prima vertenza, la n. 1850 del 2007. Con tale vertenza è stato accertato un danno erariale per complessivi 4.728.653 euro per tre specifiche fattispecie, di cui la prima con un danno accertato di 1.857.120 euro per il mancato pagamento degli interessi di mora dovuti dagli enti locali per ritardi nei pagamenti alla Bracciano Ambiente Spa. In particolare, 19 comuni della provincia di Roma non hanno provveduto al pagamento di fatture per addebito e interessi moratori dovuti al tardato pagamento del corrispettivo per il servizio di conferimento in discarica. Per il riconoscimento delle responsabilità derivanti dal mancato pagamento di tali oneri accessori, sono stati redatti e notificati atti di messa in mora per il pregiudizio patrimoniale arrecato all'ente stesso nei confronti di numerosi responsabili dei 19 comuni. I soggetti coinvolti sono 168 persone, responsabili a vario titolo di 19 comuni, appunto, della provincia di Roma.
  La seconda fattispecie, che ha visto accertato un danno erariale per 2.057.092 euro, nasce per il riconoscimento di debiti fuori bilancio ex articolo 194 del TUEL da parte del comune di Bracciano, derivanti sostanzialmente dalla stipula di una pluralità di contratti per servizi (igiene urbana, manutenzione strade, cura del verde e così via) commissionati dalla Bracciano Ambiente Spa, con pagamento dei corrispettivi insufficienti per la copertura delle spese di esercizio effettivamente sostenute dal commissionario. Per essere chiari, il contratto per servizi di igiene urbana e ambientale, stipulato il 6 ottobre 2004 con scadenza 31 dicembre 2009, dal comune di Bracciano con la Bracciano Ambiente Spa prevedeva, ad esempio, un corrispettivo annuo di 800.000 euro, IVA compresa: già ab origine tale corrispettivo non era comunque sufficiente a coprire i costi effettivamente sostenuti dalla Bracciano Ambiente Spa, quantificati in 1,2 milioni di euro. Sostanzialmente, c’è una sproporzione, un disvalore di 400.000 euro di differenza. In tale ambito, dunque, il danno erariale è derivato dal parziale pagamento da parte del comune di Bracciano, tra l'altro socio unico della Bracciano Ambiente Spa, dei suddetti costi aggiuntivi sostenuti dalla partecipata mediante la tecnica del riconoscimento dei debiti fuori bilancio del comune. Questo riconoscimento è avvenuto con due delibere del 2010 e del 2012, rispettivamente la n. 98 e la n. 74. Tale riconoscimento è stato considerato dalla magistratura contabile uno strumento sottrattivo di risorse finanziarie destinate alla generale destinazione pubblica in quanto, come si legge nell'atto di citazione in giudizio n. 74189 del 18 maggio 2015 a firma del procuratore regionale della Corte dei conti per il Lazio, i funzionari responsabili del servizio e gli amministratori del comune di Bracciano hanno tenuto una condotta gravemente omissiva per non aver intrapreso alcuna iniziativa atta a scongiurare il costituirsi di ingenti posizioni debitorie al di fuori dalla gestione del bilancio. In altre parole, le obbligazioni verso la partecipata sono state in modo non corretto inquadrate dal comune di Bracciano ai sensi dell'articolo 194 del TUEL tra i debiti fuori bilancio. Tale categoria, invece, ricomprende le obbligazioni formatesi secondo un iter non conforme ai princìpi giuriscontabili, che si riferiscono però ad acquisizioni di beni e servizi che comunque comportano un arricchimento dell'ente.
  In merito, nel già accennato atto di citazione il viceprocuratore generale, dottoressa Rosa Francaviglia, afferma testualmente: «Sono ravvisabili la totale carenza da parte del socio unico di un costante controllo sulla gestione della società partecipata e l'omessa adozione degli atti necessari per riportarla in equilibrio. Il ricorso alla procedura del riconoscimento dei debiti fuori bilancio, a fronte di debiti presupposti riconducibili alla medesima tipologia, ha comportato un uso alquanto distorto, anomalo e deviato del disposto normativo dell'articolo 194 del TUEL, sicché si è avuta la patologica normalizzazione dello strumento ricognitivo dei debiti fuori bilancio, che per sua natura dovrebbe Pag. 5invece avere carattere eccezionale e non ordinario ricorrente». Per tale addebito erariale i soggetti coinvolti nel periodo dal 1o gennaio 2008 al 31 dicembre 2012 sono il sindaco di Bracciano, il segretario comunale, il capoarea lavori pubblici manutenzione e ambiente, il capoarea economia e finanza.
  La terza fattispecie, che riguarda appunto la vertenza del 2007 che ho citato innanzi, ha permesso di accertare un danno erariale di 814.440 euro per le spese di cessione dei crediti a istituti di factoring sostenute dalla Bracciano Ambiente Spa per sopperire a esigenze di liquidità causate da ritardi nei pagamenti da parte degli enti locali, in alcuni casi per situazioni di cronica insolvenza. In particolare, la Bracciano Ambiente Spa ha ceduto i crediti vantati alla Banca Ifis di Venezia e alla Factorit, già Italease Factorit Spa di Milano. L'ammontare delle spese per cessione di crediti è stato considerato danno patrimoniale cagionato al comune di Bracciano quale ente socio unico.
  Al riguardo, in tema di responsabilità la partecipazione totalitaria del comune di Bracciano nella partecipata Bracciano Ambiente Spa e il mancato esercizio del controllo analogo, ex articolo 113 del TUEL, ha determinato una diretta responsabilità legale e patrimoniale dello stesso nelle scelte gestionali della società partecipata. Il danno erariale è, infatti, da imputare agli amministratori funzionari del comune di Bracciano, i quali hanno completamente ignorato la gravosa e critica situazione finanziaria in cui è venuta a trovarsi la partecipata, avendo contribuendo, pertanto, in maniera consistente e determinante, al suo aggravamento, avendo fatto diventare l'ente stesso il principale debitore. Inoltre, nonostante le esortazione del collegio dei revisori dei conti, il comune di Bracciano non ha mai esercitato alcuna attività di controllo verso la società partecipata Bracciano Ambiente Spa. Anche in questa specifica fattispecie i soggetti coinvolti per il periodo 2008-2012 sono il sindaco di Bracciano, il segretario comunale, il capoarea lavori pubblici manutenzione e ambiente e il capoarea economia e finanza. Signor presidente, in relazione alle fattispecie sopra descritte, tenuto conto delle deduzioni presentate dagli intimati, la procura regionale presso la sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei conti ha convenuto in giudizio 30 persone, con fissazione dell'udienza per il giorno 19 novembre 2015. Al riguardo, per un'eventuale consultazione di codesta onorevole Commissione, se mi è consentito, deposito, previo consenso della dottoressa Francaviglia, il citato atto di citazione in giudizio, n. 74189 del 18 maggio 2015.

  PRESIDENTE. Ha terminato ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo. Ci sono altre tre vertenze.

  PRESIDENTE. Prego.

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo. La seconda attività riguarda la vertenza n. 1471 del 2011. Con tale vertenza è stato accertato un danno erariale per complessivi 2.822.209 euro, connesso alla realizzazione di un impianto per il trattamento di percolato da parte della Bracciano Ambiente Spa. In particolare, nel 2006 la società ha presentato presso la Regione Lazio istanza per ottenere l'autorizzazione alla realizzazione di un impianto per il trattamento di percolato per la capacità giornaliera di 55-60 metri cubi circa. Il suddetto impianto, funzionante da gennaio 2011, è basato su una tecnologia che prevede l'utilizzo di energia prodotta attraverso il processo di recupero del biogas da altro impianto insistente presso la discarica di Cupinoro e gestito e realizzato dalla società Entec Srl di Roma.
  Tuttavia, la struttura di fatto non è mai stata in grado di produrre la quantità di biogas occorrente per la produzione di energia necessaria al funzionamento ottimale dell'impianto di trattamento di percolato. Di conseguenza, la Bracciano Ambiente Spa ha dovuto inviare altrove per il relativo trattamento la quantità di percolato Pag. 6non lavorata dall'impianto, con la conseguente e inevitabile sopportazione di costi extra. I costi aggiuntivi sostenuti negli anni 2011, 2012 e 2013 a causa del parziale funzionamento dell'impianto di trattamento del percolato da discarica, ammontanti a euro 939.147, unitamente al costo dell'impianto, pari a euro 1,8 milioni circa, hanno determinato il danno erariale corrispondente ai suddetti complessivi 2,8 milioni. I soggetti coinvolti sono il sindaco del comune di Bracciano e il responsabile del servizio igiene urbana dello stesso comune. In relazione a questa specifica fattispecie, con sentenza n. 367 del 6 agosto 2015, la Corte dei conti, sezione giurisdizionale per il Lazio, ha condannato il sindaco del comune di Bracciano al pagamento dell'importo di euro 900.000, stabilito in via equitativa, per il danno patrimoniale arrecato al comune di Bracciano quale socio unico della partecipata Bracciano Ambiente Spa. Al riguardo, signor presidente, anche in questo caso deposito presso codesta Commissione la sentenza richiamata. Passo ora a descrivere l'attività svolta in relazione alla vertenza n. 799 del 2014 (come detto, la precedente è la n. 1471 del 2011).

  PRESIDENTE. Mi scusi, è una condanna in primo grado o definitiva quella del pagamento di 900.000 euro ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Viterbo. In primo grado, presidente. Sulla base di questa vertenza, l'attività svolta dalla compagnia della Guardia di finanza di Civita Castellana è attualmente al vaglio della magistratura contabile. Riguarda, sostanzialmente, due fattispecie. La prima è l'utilizzo del fondo cosiddetto post mortem, che descrivo brevemente. Quelli post mortem sono fondi costituiti per sostenere gli oneri futuri necessari per il ripristino, la riconversione e la riqualificazione delle aree interessate dalla discarica, e comprendono anche i costi per la gestione post-operativa dell'impianto. In sintesi, quando la discarica non viene più utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti, ha inizio la gestione post-operativa, detta anche gestione post mortem. In questa fase il gestore della discarica svolge le attività necessarie per mantenere i requisiti di sicurezza ambientale, come richiesto dalla normativa vigente, il decreto legislativo n. 36 del 2003, ovvero il mantenimento in efficienza delle reti e delle apparecchiature degli impianti e dei presìdi, i controlli per garantire la sicurezza dell'impianto nel suo complesso, il monitoraggio e la sorveglianza degli aspetti ambientali correlati all'impianto.
  Il decreto legislativo richiamato impone, quindi, obbligatoriamente, di accantonare una quota parte dei ricavi di gestione in un fondo per il ripristino ambientale e per la gestione trentennale post-esercizio. A tal fine, la tariffa applicata per i conferimenti in discarica è comprensiva di una quota che va ad alimentare il fondo di accantonamento, che vede quindi pagato, in via definitiva, tale fondo da chi conferisce nella discarica. Gli accertamenti esperiti hanno consentito di evidenziare che all'atto della chiusura della discarica, verificatasi in data 31 gennaio 2014, la disponibilità finanziaria del fondo post mortem era la seguente: totale accantonamenti per il periodo 2005-2013, 14,5 milioni circa; disponibilità al 5 marzo 2014, 1.797.000 euro circa, quindi con una differenza in negativo di circa 12 milioni 795.000 euro. L'utilizzo della quasi totalità del fondo per scopi diversi è stato motivato dalla perdurante carenza di liquidità in cui versava la società sin dalla data di costituzione, determinata in primo luogo da una sottoscrizione con il socio unico, il comune di Bracciano, come già detto all'inizio, di una serie di contratti per servizi con corrispettivi nettamente inferiori rispetto ai costi sostenuti; in secondo luogo, dal sostenimento di ingenti costi di gestione collegati al mantenimento e alla manutenzione dell'intero sito, dalla cui volumetria totale, pari a circa 2 milioni 600.000 metri cubi, già i due terzi, pari a circa 1,8 milioni di metri cubi, dall'anno 2004 erano occupati per conferimenti effettuati durante la precedente gestione. In sostanza, la Bracciano Ambiente Spa, all'atto Pag. 7dell'assunzione della gestione del sito di Cupinoro, si è assunta la cura e la manutenzione di un'area precedentemente gestita dalla Sel, Servizi ecologici laziali, società consortile a responsabilità limitata, già satura per i suoi due terzi. Ciò ha comportato che, alla data del 31 gennaio 2014, per un totale complessivo di rifiuti conferiti in discarica pari a circa 2 milioni 400.000 metri cubi, la società ha percepito ricavi per i conferimenti pari solo a 825.900 metri cubi circa, quindi, un terzo. Di contro, essa ha dovuto contestualmente provvedere alla messa in sicurezza, manutenzione e smaltimento del percolato dell'intera area. In sostanza, la società ha garantito la gestione della discarica sostenendone, in luogo del precedente gestore, il 100 per cento dei relativi costi di post-gestione, ma con ricavi generati da meno di un terzo dell'area. Inoltre, per i lotti del sito di propria competenza, quindi quelli autorizzati dalla Regione Lazio, per un terzo, con decreto AIA n. 46 del 2007, modificato nel 2008, la Bracciano Ambiente Spa ha regolarmente prestato le garanzie finanziarie a favore dell'ente regionale per la fase operativa e il costo operativo della discarica. La quantificazione degli importi a garanzia è stata determinata sulla base delle volumetrie della discarica ancora disponibili al tempo della stipula delle polizze medesime. Il sistematico ricorrere a detti fondi è stato oggetto di segnalazione da parte nostra alla magistratura contabile in relazione all'eventuale danno patrimoniale. Le condotte descritte sono state comunicate per le valutazioni di competenza anche all'autorità giudiziaria ordinaria e alla procura della Repubblica presso il tribunale di Civitavecchia, che ha aperto un procedimento penale, n. 4036 del 2004, allo stato ancora pendente. Per tali fattispecie i soggetti coinvolti sono il consiglio d'amministrazione e il collegio sindacale della Bracciano Ambiente Spa. Altra fattispecie di questa vertenza riguarda il mancato versamento dei tributi spettanti alla regione Lazio, l'ecotassa. A decorrere dal 1o gennaio 1996 è stato istituito il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Tralascio i riferimenti normativi. Soggetto passivo dell'imposta è il gestore dell'impresa di stoccaggio, con obbligo di rivalsa nei confronti di colui che effettua il conferimento. Il tributo deve essere pagato alle regioni entro il mese successivo alla scadenza del trimestre solare in cui sono state effettuate le operazioni di deposito, ed è determinato sulla base del quantitativo espresso in chilogrammi per rifiuti conferiti. Dall'attività di indagine svolta è emerso che la Bracciano Ambiente Spa ha un debito contabile verso la Regione Lazio, per il periodo 2004-2013, pari a 17.833.767 euro. Tale debito è stato pagato per 7.371.368 euro, con un saldo contabile a debito di 10 milioni 462.000 euro ancora da pagare. Per il recupero del debito spettante, la Regione Lazio, direzione regionale programmazione economica e bilancio demanio e patrimonio, ha emesso entro i termini di prescrizione previsti appositi atti di accertamento e contestuale erogazione di sanzioni. Tali condotte sono state comunicate per le valutazioni di competenza all'autorità giudiziaria ordinaria presso la procura della Repubblica di Civitavecchia. Tale comunicazione è confluita nello stesso procedimento prima citato, allo stato ancora in corso. Tali condotte sono altresì al vaglio attualmente della magistratura contabile. Anche in questo caso i soggetti coinvolti sono i componenti del consiglio d'amministrazione e il collegio sindacale della Bracciano Ambiente Spa. Infine, abbiamo la quarta vertenza, n. 944 del 2015, anche questa attualmente ancora al vaglio della magistratura contabile. Gli accertamenti hanno evidenziato un importante decremento del patrimonio netto della Bracciano Ambiente Spa, che ha comportato una conseguente considerevole diminuzione del valore della partecipazione sociale del socio unico nella partecipata per un 1.271.409 euro. Tale decremento è stato rilevato dall'esame dei bilanci della società, che evidenziano al 31 dicembre 2011 una partecipazione sociale con un valore di 3,2 milioni di euro, che invece al 31 dicembre 2012, dopo un anno, viene ridotta a 1,9 milioni. Questo disvalore è Pag. 8pari a circa 1,2 milioni di euro. Anche quest'evidenza veniva sottoposta al vaglio della magistratura contabile e veniva sottoposta, quindi, al vaglio la condotta del sindaco del comune di Bracciano nella sua qualità di rappresentante legale del socio unico, cioè del comune, della partecipata Bracciano Ambiente Spa. Sostanzialmente, la condotta sottoposta al vaglio riguarda la mancata attivazione delle necessarie azioni per la tutela del patrimonio sociale e l'aver trascurato la vigilanza sull'amministrazione dei beni comunali, consentendo in tal modo il dissipamento delle partecipazioni sociali nella partecipata. Fondamentalmente, queste sono le attività svolte dalla compagnia della Guardia di finanza di Civita Castellana nei confronti della Bracciano Ambiente Spa e, di conseguenza, del comune di Bracciano. Come detto, le prime due vertenze hanno avuto una definizione con atto di citazione e con una sentenza, che deposito agli atti. Le ultime due sono al vaglio della magistratura contabile.

  PRESIDENTE. La prima vertenza inizia nel 2007: nel 2015 gli amministratori sono sempre gli stessi ? Il sindaco è sempre lo stesso per quello che vi risulta ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Non so risponderle su chi sono le persone, se cioè siano le stesse o altre. Penso che siano cambiate perché il periodo è abbastanza lungo.

  PRESIDENTE. Do la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA PUPPATO. La ringrazio per la delucidazione su questo tema su cui abbiamo già avuto alcune audizioni. Abbiamo ascoltato nelle audizioni che il commissario Sottile, nel 2014, ha fatto sversare rifiuti extra a Bracciano anche quando si sono chiuse le discariche di Roma, pare proprio nelle discariche di competenza del comune di Bracciano. Vorremmo comprendere se su questo avete delle informazioni. Inoltre, vi risulta per caso che nel corso degli anni di indagine cui avete accennato sono stati pagati, da parte di qualsiasi altra istituzione o ente, Regione Lazio o altri, importi consistenti al comune di Bracciano e alla Bracciano Ambiente Spa ? Eventualmente, di questi avete avuto contezza rispetto alla gestione ?
  Prima ha dato una giustificazione per i 14,5 milioni di euro del fondo post mortem. Teoricamente, risultava quello l'importo, ma dal vostro controllo sono risultati circa 1,5 milioni di euro, quindi con una sparizione di circa 13 milioni. In realtà, lei ha detto che le motivazioni per quei 13 milioni sono nell'avere effettuato servizi sotto costo e nel fatto di avere gestito, se non ho mal compreso, per conto della Bracciano Ambiente una vicina discarica, per i due terzi, appunto, già piena, con costi e oneri che non si giustificavano. La sua descrizione propone lo scenario di persone, evidentemente numerose, davvero incomprensibilmente irresponsabili o incapaci: c’è il mancato controllo, la mancata verifica, il sottocosto, quindi anche con una responsabilità da parte del consiglio d'amministrazione. Resto basita: si poteva presumere l'impunità ? Come giustificano atti continuativi di questa natura, come diceva anche il presidente, probabilmente persone diverse, peraltro assolutamente incapaci di comprendere che questi comportamenti sarebbero ricaduti su di loro per milioni di euro ? Infine, ha parlato di una vertenza del 2011 e, se non ho mal compreso, citava costi aggiuntivi sostenuti negli anni 2011, 2012 e 2013 per 939.000 euro, più 1.800.000 euro per un impianto non funzionante. Se questa è una vertenza del 2011, vuol dire che è iniziata nel 2011, altrimenti non comprendo come mai si tratti di anni successivi a quello. Immagino, poi, che il fatto che l'impianto acquistato per 1.800.000 euro non fosse funzionante, sia stato contestato o siano stati richiesti gli oneri conseguenti alla ditta produttrice di quest'impianto. In tutto quest'intreccio di questioni, davvero incredibili dal punto di vista delle responsabilità, c’è anche una Pag. 9ricaduta su soggetti terzi, che non sia il comune di Bracciano ? Siamo d'accordo che essere sindaco sia un mestiere difficile e oggi sentiremo quello di Bracciano, che onestamente – credo – avrà vita dura per i prossimi decenni: si tratta di una corresponsabilità rispetto ad altri enti o è tutto riferito allo stesso singolo comune ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Senatore, mi perdoni, ma le domande erano tante e, per mia negligenza, non le ho segnate tutte. Partirei dall'ultima. Per quanto riguarda l'ultima vertenza, quella del 2011, deposito la sentenza con cui, in via equitativa, è stato condannato il sindaco di Bracciano al pagamento di 900.000 euro per il danno erariale arrecato. Non è che l'impianto non era funzionante: non era sufficiente per smaltire tutte le quantità di percolato stoccato, quindi per trattarlo. I costi aggiuntivi erano derivanti dalla circostanza che il percolato doveva essere mandato per la lavorazione in altri siti. In sentenza ci sono tutti i dettagli. È una sentenza, come ricordava il presidente, di primo grado. Per quanto riguarda il post mortem, ovviamente possono essere molteplici le giustificazioni di questo disvalore e di questa differenza tra la quantità del denaro accantonato contabilmente e quanto effettivamente in cassa. Le ragioni della mancanza di liquidità possono essere molteplici. Da quello che abbiamo rilevato attraverso la nostra attività, ma anche da quello che ci hanno detto, le ragioni erano riconducibili a queste due ipotesi, di cui una è la sottoscrizione di contratti che già a monte prevedevano costi abbastanza onerosi da sostenere, per cui c'era necessità di liquidità; l'altra è la gestione di eventuali emergenze dell'intero sito, che si creavano anche per la parte di competenza dei due terzi già saturi. Spesso si provvedeva alla gestione di situazioni di emergenza, come fuoriuscite di percolato e così via, anche se il sito non era specificamente quello per cui erano stati autorizzati, ma sull'intera area.

  LAURA PUPPATO. Mi scusi, sostanzialmente avete escluso prelievi per altra natura che non fossero giustificati, per quanto in modo assurdo, dall'attività connessa...

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Non l'abbiamo escluso. Quest'attività, come ho detto, è ancora in corso, ancora al vaglio della magistratura contabile: è un'attività non conclusa. Le dico quello che abbiamo allo stato, tutto qui.

  LAURA PUPPATO. Immagino che le competenze per il consiglio d'amministrazione siano sempre state pagate: a quanto ammontavano ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Non so dirglielo, senatore.

  LAURA PUPPATO. Ciò, però, è importante. Vi risulta, comunque, che siano stati sversati rifiuti di altri comuni ?

  PRESIDENTE. Durante l'emergenza di Roma !

  LAURA PUPPATO. C’è stato un passaggio di denaro da altre istituzioni, che vi risulti, al comune di Bracciano o alla Bracciano Ambiente per queste ragioni ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Dai nostri atti ciò non risulta.

  PAOLA NUGNES. Per quanto riguarda il rapporto con la Sel, la società che gestiva la discarica limitrofa in precedenza, è agli atti un contratto che prevedeva questa gestione ? Questo contratto non prevedeva il passaggio di un accantonamento per questa gestione ? Su quali basi la Bracciano si è assunta l'onere e l'incarico di gestire questa discarica in Pag. 10vece della Sel ? Per quanto riguarda il procedimento penale, quali sono i capi di imputazione ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Parto dall'ultima domanda. Il procedimento penale è pendente ma, prima di venire qui, abbiamo fatto un aggiornamento e ricevuto il nulla osta a comunicare questi dati: nell'ambito del procedimento penale è stata richiesta, da quanto ci è dato sapere, l'archiviazione, in quanto i capi di imputazione erano di fatto non ritenuti sostenibili dalla procura (riguardavano ipotesi di reato che la procura ha ritenuto di archiviare). Attualmente, il fascicolo è in visione al gip.

  PRESIDENTE. Mi collego a quello che diceva la senatrice: delle quattro vertenze che ci avete ricordato, i procedimenti penali allo stato dell'arte sono...

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. È uno solo, ma è stata richiesta l'archiviazione.

  PRESIDENTE. È, quindi, uno solo ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Sì.

  PRESIDENTE. Perfetto.

  PAOLA NUGNES. Non mi ha risposto sulla Sel.

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Per quanto riguarda la Sel – chiedo scusa – risalendo gli avvenimenti al 2004, non sono stati oggetto di accertamento in quanto molto datati nel tempo.

  PAOLA NUGNES. Mi perdoni, se nell'atto di passaggio delle competenze si prevedeva un passaggio anche di fondi da parte della Sel, è un dato importante. Su che basi...

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Sì, per carità, ma non è stato oggetto di nostro accertamento.

  PRESIDENTE. Relativamente al tema della convenzione, il debito fuori bilancio, avete detto che il valore era di 1,2 milioni di euro, ma che in realtà il comune ne dava 800.000 laddove, poi, vi erano debiti fuori bilancio. Con questa convenzione il comune doveva esercitare successivamente un controllo analogo, ma ci sarà stato un consiglio d'amministrazione, un presidente della società che hanno accettato all'inizio quel contratto di servizio, dico bene ? Sono indagati anche questi ?
  O meglio, quella di danno è una richiesta solo nei confronti dell'amministrazione comunale, del sindaco e dei funzionari o anche dei vertici della società, che ha accettato di fatto quella convenzione ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Questo è stato proprio oggetto di citazione. Abbiamo il provvedimento di citazione emesso dalla procura contabile.

  PRESIDENTE. I contraenti sono due.

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Lo posso produrre agli atti: lì è ben esplicitato tutto, come le eventuali responsabilità degli amministratori e così via. L'udienza, poi, come ho detto, ci sarà verso il 9 novembre.

  PRESIDENTE. Rivolgete delle domande specifiche. Prego, senatore Compagnone.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Credo che la questione sia questa: c’è un dolo da parte dell'amministrazione, nel senso che c’è un illecito accordo sottaciuto, che faceva scattare degli interessi alla società e quindi c'era un giro di denaro ? Se così, allora, diventa un caso serio da perseguire. Oppure è solo un problema di mancanza di fondi, per cui il comune, come spesso succede, non riesce a coprire le spese ? A Pag. 11quel punto, diventa veramente paradossale tutta la faccenda. Il mio è il punto di vista dei sindaci e mi sembra pazzesco che un sindaco sia condannato a 900.000 euro di pagamento. Se c’è dolo, per far girare denaro sottobanco, si capisce anche come fare ciò: si fa scattare la differenza e sugli interessi si lucra. In quel caso, c’è dolo. Se, però, è solo un problema di mancanza di fondi...

  PRESIDENTE. C’è una serie di illeciti, comunque, perché alla fine è il cittadino che paga. Il ragionamento è chiaro: può essere più grave se è di natura dolosa, ma è comunque grave perché è comunque una prova di cattiva amministrazione, poi la si può girare come si vuole. Voglio ricordare che va sempre confermata l'ipotesi accusatoria perché siamo in fase di primo grado. Dal punto di vista penale mi sembra che non ci sia nulla al momento. È evidente che tutto l'impianto dovrà essere confermato.

  ALBERTO ZOLEZZI. In parte forse ha risposto prima. Sappiamo da notizie di stampa che il sindaco di Bracciano ha dichiarato che la Sel non ha mai lasciato le necessarie garanzie finanziarie previste dal decreto n. 36 del 2003: vi risulta ? Inoltre, quel piano economico finanziario da 800.000 euro era relativo solo a tutti gli abitanti di Bracciano ? Per quanto riguarda l'impianto del percolato, l'impianto a biogas funzionava e se sì che potenza aveva ? Vorrei capire se anche lì c’è stato un errore di calcolo o altro.

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Guardi, non so dirle se la Sel ha emesso polizze fideiussorie, dato garanzie, o comunque garantito in qualche modo con propri fondi la prosecuzione post mortem. Questo non è stato oggetto di nostri accertamenti. Quanto all'impianto di percolato, questo funzionava con l'energia prodotta attraverso un impianto che utilizzava il biogas. La questione è che l'impianto non aveva la capacità di produrre l'energia necessaria per far funzionare a pieno l'impianto di trattamento di percolato. Questo è stato oggetto di sentenza e di condanna. Nel merito, richiamo la sentenza, che può essere più dettagliata e precisa delle mie parole.

  PRESIDENTE. La società è privata, pubblica o mista ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. È una Srl.

  PRESIDENTE. Ma privata ! Non c'erano, quindi, partecipazioni dell'amministrazione pubblica.

  ALBERTO ZOLEZZI. Il piano economico-finanziario, quindi, era quello relativo a tutti e solo agli abitanti di Bracciano: lei ha fatto riferimento a un piano economico-finanziario – gli 800.000 euro che c'erano – mentre la cifra che avete stimato in 1,2 milioni si riferisce agli abitanti, è così ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Se ho inteso bene la sua domanda, ho citato a titolo d'esempio il contratto per l'affidamento del servizio di igiene urbana ambientale stipulato nel 2004 con scadenza 2009 per un corrispettivo di 800.000 euro, mentre i costi per fornire questo servizio erano di 1,2 milioni di euro. Si tratta di un contratto stipulato dal comune di Bracciano con la Bracciano Ambiente Spa, che suppongo riguardasse l'igiene urbana del comune di Bracciano. Non ho gli atti con me, ma immagino che riguardasse il comune di Bracciano.

  PAOLA NUGNES. Un chiarimento: la magistratura contabile, ossia la responsabilità contabile, si occupa soltanto del reato colposo o anche di quello doloso ? Nel reato doloso non c’è un'aggravante per Pag. 12cui si deve poi passare alla magistratura ordinaria ? È un chiarimento che le chiedo cortesemente.

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Ovviamente, se parliamo di reato, a quel punto non parliamo di magistratura contabile, ma di autorità giudiziaria ordinaria. È chiaro che, laddove nel corso delle vertenze erariali dovessero emergere ipotesi che lascino intravedere dei reati, la magistratura contabile manderà gli atti direttamente o attraverso noi che operiamo alla procura ordinaria.

  PAOLA NUGNES. Ci ha spiegato che sono state sempre anche inviate alla procura ordinaria.

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. No, in due circostanze.

  PAOLA NUGNES. Soltanto in due circostanze: in tutte e due i procedimenti hanno richiesta di archiviazione ?

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. È l'unico procedimento per il quale adesso è stata richiesta l'archiviazione.

  PAOLA NUGNES. Per l'altra segnalazione, invece, non c’è stata...

  GIOSUÈ COLELLA, Comandante provinciale della Guardia di finanza di Viterbo. Per le altre due ipotesi non c’è stata nessuna segnalazione alla procura ordinaria.

  PAOLA NUGNES. Ho capito, grazie. Mi ha chiarito tutto.

  PRESIDENTE. Vi ringraziamo per le notizie. Lasciateci tutto il materiale. Se avremo bisogno di ulteriori approfondimenti, ve lo faremo sapere. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 9.20, è ripresa alle 13.35.

Audizione del sindaco di Bracciano, Giuliano Sala.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, che ringrazio per la presenza. Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti e alle bonifiche. L'audizione odierna, che è stata richiesta dall'interessato, rientra tra gli approfondimenti in corso di svolgimento sulla situazione della regione Lazio. In questa legislatura stiamo svolgendo un ulteriore approfondimento sullo stato dell'arte relativo al ciclo integrato dei rifiuti e sulla situazione di Roma, ma anche sulle altre realtà laziali. Avverto il nostro ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno e consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Cedo, dunque, la parola al sindaco di Bracciano Giuliano Sala per lo svolgimento della sua relazione. Se vorrà lasciarci del materiale, lo terremo e lo verificheremo. Abbiamo anche ascoltato la Guardia di finanza, che ha svolto alcune operazioni contabili per conto della magistratura. Ci riserviamo di approfondire tutti i documenti che ci vengono consegnati e, eventualmente, di risentirci in futuro se ce ne sarà bisogno. Ringrazio nuovamente il sindaco Sala e gli do la parola.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Innanzitutto, vi ringrazio per avermi concesso l'opportunità di intervenire. Ho chiesto di essere invitato in primo luogo perché ritengo sia doveroso relazionare sulla tematica inerente alla discarica Pag. 13di Cupinoro e sulla Bracciano Ambiente, questioni molto complesse, che non possono essere oggetto di una semplificazione da determinare con interpretazioni che giudico distorte. Ho chiesto di essere ascoltato in questa sede anche per ribattere ad alcune dichiarazioni che giudico gravi, a tratti anche diffamatorie, rese il 13 luglio 2015 presso questa Commissione da Marco Tellaroli, che rappresenta il comitato «Cittadini di Bracciano in Movimento», ma che in realtà è un attivista politico. Sono state riportate notizie molto approssimative, con una ricostruzione della vicenda piena di inesattezze e che palesa l'assoluta mancata conoscenza del problema. Ho portato e vi consegno una significativa parte della copiosa documentazione, conservata presso il comune, relativa alla storia della discarica di Cupinoro e della Bracciano Ambiente: potete visionarla. Se poi volete altra documentazione o chiedere ulteriori integrazioni, sono a vostra disposizione. Credo che questo vi aiuti a farvi un'idea del lungo e travagliato percorso amministrativo relativo alla discarica di Cupinoro, che è provinciale ma che ha ricevuto un'attenzione particolare.
  Voglio ribadire che percorso travagliato non significa, tuttavia, percorso di illegalità amministrativa. Se così fosse, evidentemente, avrebbe dovuto occuparsene la magistratura. In realtà, se n’è occupata, ma sin dal lontano 1987, data in cui la giunta municipale ratificava in consiglio una delibera con cui veniva affidato alla società Ecopar Gas lo studio di interventi di bonifica e per l'adeguamento di quella discarica; c'era, quindi, questa volontà delle istituzioni di prevederli e realizzarli nel nostro territorio, in località Cupinoro, nella seconda parte degli anni Ottanta, con una deliberazione di giunta regionale del 1988, con cui fu costituito un consorzio di smaltimento che doveva interessare allora otto comuni. In seguito, furono emessi altri atti, molte deliberazioni di giunta municipale, del commissario prefettizio, dell'amministrazione provinciale, che aveva una competenza molto particolare, ordinanze del presidente della giunta regionale e provinciale, sino al 1990, anno in cui fu emanata una deliberazione del consiglio, fu approvato un progetto e si realizzò la discarica (cerco di sintetizzare la vicenda per giungere alla fine). Il comune ha quindi accompagnato, con una serie di deliberazioni, l'approvazione di questa realizzazione, definendo le modalità di affidamento dell'appalto, la progettazione, la bonifica, la costruzione e la gestione di questa discarica, che ripeto doveva interessare otto comuni. Fu fatta una deliberazione...

  PRESIDENTE. Mi scusi, cerco di capire (non sono del posto): questa era già una discarica prima del 1987 ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Fino al 1987 era un luogo in cui, come si usava, si sversavano i rifiuti e si bruciavano così. Fu avanzata, quindi, una richiesta di bonifica, che chiaramente sottendeva a un percorso diverso, ossia quello di ampliare...

  PRESIDENTE. Sì, dopo la normativa...

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Veniva affidata quest'attività attraverso una convenzione, una gara pubblica, a un consorzio (Silef) e fu realizzata questa discarica di prima categoria. Ci fu l'ordinanza n. 713 del presidente della giunta regionale, poi l'approvazione dell'allora presidente della provincia di Roma, che autorizzò in via provvisoria tutte le attività che si dovevano svolgere. Questa esiste, quindi, dagli anni Ottanta; il comune ha visto sorgere sul proprio territorio questa discarica comprensoriale, utilizzata non solo dagli otto comuni del bacino ma da tantissimi altri, in un periodo addirittura 90, i quali arrivavano, in un momento di emergenza particolare, dalla provincia di Roma, dalla provincia di Viterbo, dalla provincia di Rieti e anche da fuori regione, a seguito di una serie di autorizzazioni. Ci sono sempre stati, quindi, autorizzazioni, decreti, commissari per l'emergenza sui rifiuti, ordinanze regionali, strumenti attraverso cui con motivate Pag. 14ragioni di tutela della salute pubblica e dell'ambiente venivano stabilite, in base all'articolo 13 dell'allora decreto legislativo Ronchi, tutte le attività per un bacino per otto comuni. La nascita di questa discarica è avvenuta attraverso una serie di provvedimenti, che ho inserito tutti nella documentazione e sono a vostra disposizione. Nel 1991, quindi, furono rilasciate in favore di gestori privati dagli enti sovracomunali – che sono stati indicati – e dalle strutture commissariali che si sono succedute nel tempo tutte quelle autorizzazioni. Nel 2004 c'era una situazione di reiterati inadempimenti del gestore privato, Sel, che sarà dichiarato fallito nel giugno del 2006 – vi invito a seguire bene questo passaggio – dal tribunale di Roma. L'allora sindaco del comune di Bracciano emanò due ordinanze – n. 22 e n.23 – e per motivi di emergenza ambientale, per una fuoriuscita di percolato di discarica dalle aree adiacenti e per il riscontro di significative anomalie, dagli organi sovracomunali, per mezzo di queste ordinanze, di fatto, avocò a sé, cioè al comune, questa discarica. In poche parole, fu mandato via il gestore privato e fu costituita una società pubblica nel giugno 2004, la Bracciano Ambiente, al cento per cento di proprietà del comune di Bracciano, attraverso una delibera consiliare. A questa società fu affidata la gestione degli impianti e della discarica che si doveva realizzare, ma – notate bene – anche il bacino di 1.800.000 metri cubi che erano stati sversati dal privato in quel sito. Il compito della società pubblica era di risanare, mettere in sicurezza, monitorare, gestire provvisoriamente, in attesa di determinazioni regionali o commissariali che sarebbero state assunte.
  Tali compiti venivano dispiegati dalla società pubblica, che aveva un capitale di 120.000 euro, ma che non ricevette alcuna dotazione finanziaria o stanziamento destinato alla gestione per la parte relativa al periodo precedente il 2004. Di fatto, si era consolidata la situazione di una gestione post-operativa di invasi, che erano esauriti, esistenti dal 1991 al 2004. Il pubblico si prese questa bella montagna di rifiuti, che doveva andare a gestire per la parte nuova, ma già 1.800.000 metri cubi erano stati gestiti da privati, che poi se ne sono andati e hanno lasciato la discarica là. Successivamente, la stessa Bracciano Ambiente ottenne un decreto commissariale, il n. 46 del 2007: fu rilasciata dal commissario delegato per l'emergenza dei rifiuti della Regione Lazio, quindi nominato dal Governo – credo che allora fosse la Protezione civile a nominare – a firma...

  PRESIDENTE. Sottile ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. No, Sottile è venuto dopo. Arrivò, quindi, quest'autorizzazione...

  PRESIDENTE. C'era Marrazzo...

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Il commissario, che credo fosse un viceprefetto, si chiama Stefano La Porta. Questo commissario delegato per l'emergenza autorizzò la realizzazione di un lotto transitorio: l'autorizzazione n. 46 prevedeva tutta la parte che era stata gestita precedentemente dal privato e l'ampliamento con un lotto transitorio, che doveva completare questo percorso. Fu fatto tutto con una determina regionale, la A3918, che vi ho portato e potete vedere. Dal giugno 2004, quindi, in emergenza rifiuti, fu stabilito dalla regione nell'autorizzazione n. 46 del 2007, che dovessero conferire in quel sito 25 comuni. Da luglio 2004, nell'interesse collettivo, ma anche nel silenzio degli organi sovracomunali, la Bracciano Ambiente, in regime di autosufficienza, ha autorizzato i proventi derivanti dalla gestione delle proprie autorizzazioni non solo per la gestione operativa degli invasi che le erano stati assegnati e di cui era titolare, quindi per soddisfare le esigenze di 25 comuni del bacino per oltre dieci anni, ma anche per risanare, bonificare, monitorare costantemente e mantenere il sito nella sua interezza, assicurando, di fatto, una gestione post-operativa nella parte che il privato aveva Pag. 15abbandonato, o che aveva dovuto abbandonare, laddove comunque se n'era andato. Non era stato emesso, quindi, il decreto di chiusura di quella parte esaurita. Al soddisfacimento di questi interessi, quindi, giuridicamente non era obbligata la Bracciano Ambiente, ma fu fatto per la responsabilità che ne derivava e perché si trattava di un danno ambientale veramente importante. Le autorizzazioni rilasciate in favore della Bracciano Ambiente determinavano l'obbligo in capo alla stessa di provvedere alla gestione operativa, alla chiusura e al ripristino ambientale esclusivamente degli invasi in esercizio e di quelli che sarebbero stati autorizzati. Non c'erano, quindi, invasi che erano stati gestiti dal privato. C'era, però, questo decennale affidamento del sindaco di allora con delibera di consiglio, che diede, in via provvisoria, in capo alla Bracciano Ambiente la gestione di questa parte già coltivata, che perdura ancora oggi. Per questa parte già coltivata ancora non esiste, infatti, un decreto amministrativo di chiusura – che spero sarà rilasciato – richiesto dalla Bracciano Ambiente e la montagna di rifiuti è là: è finito il conferimento e qualcuno provvede. La Bracciano Ambiente, quindi, non ha avuto mai trasferita alcuna somma utile per chiudere questi invasi esauriti e procedere al ripristino ambientale, perché è una zona sottoposta a vincolo.

  PRESIDENTE. Mi scusi, intervengo solo per capire. Il privato è fallito, cioè ha piantato lì tutto poiché, quasi sicuramente, non aveva accantonato i fondi per la gestione post mortem. Nel momento in cui interviene il pubblico, si prende in carico questa situazione ma, ovviamente, non ha i quattrini per intervenire in quella parte, è così ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Gestione post-operativa in base al decreto legislativo !

  PRESIDENTE. Esatto. Per la roba vecchia, ovviamente, mancano però i quattrini, è così ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Adesso ci arriviamo.

  PRESIDENTE. Chiedevo per capire.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Questa è la situazione e lei l'ha inquadrata bene. Questi invasi, definiti esauriti in base al comma 3 dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 36 del 2003, dovevano essere sistemati da chi li aveva gestiti, perché questo dice il decreto. Il decreto è del febbraio 2003; loro sono andati via a giugno (o sono stati mandati via, scegliete voi la definizione), quindi si doveva presentare un documento, cioè, innanzitutto, l'emissione del decreto di chiusura della discarica, la progettazione per il capping per la sistemazione morfologica e, soprattutto, prima che venisse rilasciato questo, la garanzia finanziaria per la gestione post-operativa. Tutto questo non si è verificato. Pertanto, la Bracciano Ambiente ha continuato a gestire questo spazio per un discorso di emergenza abitativa; anche perché la Bracciano Ambiente era chi vi parla, era il sindaco di allora, perché c'erano problemi di carattere ambientale, danno ambientale, una situazione molto delicata. C'era un'inerzia degli enti deputati ad assumere provvedimenti in questa materia e a garantire questa sicurezza. A seguito dell'affidamento del comune, quello che segue è il percorso della Bracciano Ambiente. Il presidente ha giustamente posto una questione: quali soldi utilizzo per tenere in sicurezza quel bacino, che amministrativamente è aperto, ma di fatto è chiuso perché non possono andarci più rifiuti in quanto esaurito ? C’è l'utilizzazione di parte della quota post mortem incassata a partire dal 2004 dalla Bracciano Ambiente, quella di parte del tributo dall'ecotassa escusso dai comuni per conto della Regione Lazio e parte dei ricavi derivanti dallo smaltimento, attività caratteristica della società, che cioè gestiva una discarica in coltivazione e utilizzava risorse della regione e proprie per tenere in sicurezza quello spazio. In altre parole, la società pubblica si è assicurata per un decennio la Pag. 16gestione operativa di quegli invasi coltivati dal privato fino all'autorizzazione del 2007 e ha garantito la gestione post-operativa di 1.800.000 metri cubi di rifiuti. I proventi derivati da quella gestione erano andati al privato che era fallito. Le suddette attività sono state espletate senza alcun contributo, né statale, né regionale, né provinciale. La situazione fu comunicata nel 2008 dallo scrivente – già allora sindaco – e dal presidente del consiglio d'amministrazione alla Regione. Informavamo il presidente e l'assessore al bilancio della Regione, il prefetto di Roma e il commissario delegato all'emergenza sui rifiuti, della complessa situazione e davamo conto delle somme che stavamo spendendo e spendevamo come Bracciano Ambiente, chiedendo di utilizzare ai fini di questa bonifica, di questo monitoraggio, di questa tenuta in sicurezza della parte dismessa l'ecotassa e il post mortem. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta, non c’è stato nessun riscontro. Al fine di evitare un'ulteriore emergenza ambientale, fino ad oggi ancora provvediamo per conto nostro, con spese nostre, a mantenere il sito in sicurezza, utilizzando secondo necessità le somme incassate, in parte quelle dell'ecotassa e in parte quelle del post mortem. Dico, quindi, che a differenza di quanto viene sostenuto da qualche cittadino, tali somme non sono sparite, ma sono servite per garantire per oltre un decennio la cura, la salvaguardia, la manutenzione del sito e tutte le spese. Posso consegnarvi il dischetto con la copia di ogni fattura che abbiamo già consegnato alla Regione. Le spese sono documentate fattura per fattura, anno per anno. È superfluo aggiungere che, da quando la discarica è affidata alla gestione pubblica, nessuna emergenza ambientale o nessuna anomalia dei valori di prelievo si è verificata. Qui troverete anche un dettaglio di quanto la Bracciano Ambiente ha documentato e speso dal 2004 al 2013: 20 milioni 231.000 euro per tenere in sicurezza il sito gestito dai privati. A seguito di questo e di una serie di comunicazioni del comune e della Bracciano Ambiente, a maggio 2014 viene emessa una delibera di giunta regionale, la n. 317, che riconosce le attività poste in essere per il recupero di quella parte ambientale nell'interesse collettivo da parte della Bracciano Ambiente. Quella delibera parla di una compensazione con la parte di ecotassa che la Bracciano Ambiente doveva alla Regione e che non aveva versato, un contributo di 10 milioni 400.000 euro, per pagare lo stesso importo corrispondente dell'ecotassa non versata. Poi si è sollevato il problema della compensazione. Sembrava un istituto difficilmente perseguibile. Ci sono state delle indagini ed è intervenuta la Guardia di finanza per verificare dove fossero finiti i soldi. Un anno dopo, con la delibera di giunta regionale n. 217, si dice che in luogo della compensazione sarebbe stata utilizzata un'altra iniziativa, che si trova nell'ultima delibera regionale, del 21 luglio 2015; si prende quindi atto della relazione della direzione regionale dei rifiuti ciclo integrato, che fa una verifica di tutte le fatture che abbiamo portato e si afferma che potrebbe ritenersi congruo un importo di 10 milioni 373.000 euro. Si modifica quella deliberazione iniziale, perché si riconosce al comune di Bracciano a titolo di risarcimento – sono questi i termini – la gestione della discarica della società privata Sel; viene così riconosciuto un importo di 10.373.619 euro al comune in qualità di socio unico, perché la Bracciano Ambiente ha sostenuto per la gestione di affari altrui, come regolato dall'articolo n. 2028 del codice civile, il mantenimento in sicurezza della discarica. Dovremmo trasferire, ricorrendone le condizioni e ammesso che ci sia la determina della Regione – diversamente, è una situazione ancora molta aleatoria – questi importi chiaramente a chi materialmente li ha sostenuti, ossia alla Bracciano Ambiente. Senza la determinazione, concretamente, non c’è nessun vantaggio finanziario, soprattutto perché è cessata l'attività della discarica per esaurimento delle volumetrie il 31 gennaio 2014. Da allora la Bracciano Ambiente e il comune continuano a mantenere in sicurezza quel sito captando il biogas e portando via il percolato. Chiaramente, non avendo più nessun utile, Pag. 17capite bene che c’è una situazione improduttiva, foriera di pesanti oneri sia per il bilancio della società pubblica, sia, di riflesso, per il bilancio dell'ente locale. Lo stato attuale è questo. La discarica è chiusa dal 31 gennaio. Nel 2013 abbiamo dovuto licenziare 21 dipendenti; poi ne abbiamo messi in cassa integrazione 17 addetti alla discarica, con ripercussioni sia sul tessuto sociale sia sull'intera cittadina; poi c’è stato un intervento del Consiglio dei ministri. Quella è una zona vincolata: noi avevamo l'autorizzazione del decreto n. 46 del 2007, emesso dal commissario per l'emergenza rifiuti, che scadeva dopo cinque anni, nel 2012. Non vi dico che cosa è successo per ottenere l'autorizzazione di rinnovo. C'era l'autorizzazione di quest'AIA per la realizzazione di due impianti, uno di trattamento meccanico biologico e uno di trattamento della FORSU (frazione organica dei rifiuti urbani): situazioni di grandissima difficoltà. Tutti gli enti hanno dato parere positivo, tranne il MiBAC, il quale non si esprimeva e, praticamente, dava un parere negativo. In base alla legge n. 241, in una situazione di contrapposizione tra enti, ci siamo recati presso il dipartimento amministrativo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, dove la situazione è stata messa a nudo ed è arrivata l'autorizzazione e il rinnovo dell'AIA proprio da parte della Presidenza del Consiglio, firmata personalmente dal Presidente Matteo Renzi. La situazione, quindi, è molto complessa. È un settore molto complicato, che ha portato ad accendere molti riflettori e a una verifica costante sulla società e sugli amministratori anche da parte dell'autorità giudiziaria. In particolare, la procura della Repubblica di Civitavecchia presso il tribunale ordinario ha dichiarato, ove ne esistessero i presupposti, il fallimento della Bracciano Ambiente Spa per la sussistenza di uno stato di insolvenza di 10 milioni di euro verso l'Erario, la famosa ecotassa di cui vi dicevo, derivanti, appunto, dal suo mancato versamento. Si manifesta, pertanto, un paradosso incredibile, per cui la Bracciano Ambiente, società pubblica che ha garantito la tenuta in sicurezza e la protezione ambientale del sito di Cupinoro, dove sono stati conferiti 1.800.000 metri cubi fino al 2004 e, successivamente, 825.000 metri cubi da parte della società, si trova nella condizione di poter fallire nonostante i costi sostenuti per la tutela nell'interesse pubblico e il fatto che questi siano la causa o, comunque, come dice il giudice, la concausa determinante dello squilibrio economico del bilancio. Per far fronte alla tutela ambientale e garantire la sicurezza del sito, come riconosciuto, d'altronde, nei provvedimenti della Regione Lazio che si sono succeduti, sono stati utilizzati questi proventi, in parte del post mortem e dell'ecotassa.
  In merito alla richiesta di fallimento, la Bracciano Ambiente ha presentato una domanda di concordato preventivo con il ricorso depositato il 3 giugno in base all'articolo 161, comma 6, della legge fallimentare, con riserva di deposito della proposta del piano di prosecuzione in base al famoso decreto dell'allora Presidente del Consiglio Mario Monti. Con riferimento alla chiusura, quindi al progetto di capping, abbiamo mandato il progetto alla Regione e, il 10 agosto, si è chiusa la conferenza dei servizi: ora la situazione è chiaramente definita e dovremmo finalmente avere – i pareri sono tutti positivi – l'autorizzazione alla chiusura definitiva di questo ammasso di rifiuti, sia per la parte gestita dalla Bracciano Ambiente, sia per quella gestita dal privato. Chiaramente, per come prevede l'articolo 12 del decreto legislativo n. 36 del 2003, mentre il privato ha preso i profitti e non ha lasciato nessuna garanzia finanziaria, noi società pubblica abbiamo presentato una garanzia finanziaria di 8.076.500 euro; c’è quindi un'assicurazione per cinque anni per la gestione post-operativa; nell'eventualità che dovesse fallire la Bracciano Ambiente, ovvero se si dovesse verificare che qualcuno se la prenda in gestione, basterà escutere la polizza e si prenderanno 8 milioni per la gestione post-operativa. Il pubblico ha fatto, quindi, quello che non ha fatto il privato o che qualcuno non gli ha fatto fare. La garanzia finanziaria riguarda, ovviamente, la parte Pag. 18di coltivazione esclusiva alla gestione fatta dalla Bracciano Ambiente, cioè 825.000 metri cubi, le cui autorizzazioni fanno capo, appunto, alla Bracciano Ambiente. Per ragioni tecniche, abbiamo chiaramente presentato il progetto sull'intero invaso, perché non si può chiudere un pezzo e lasciarne aperto un altro. La parte 91-2004 è priva di garanzia finanziaria, come già vi ho detto. Appare evidente che la società non potrà certamente farsi carico ulteriormente della gestione post-operativa del vecchio invaso, così come non potrà farlo il comune. Come dicevo, il 10 agosto si è conclusa positivamente la conferenza dei servizi; dovrebbe ora arrivare la determina regionale per definire e chiudere definitivamente questo invaso. Com’è facile intuire, si tratta di una situazione piuttosto complessa, che a me mette molta apprensione per una serie di motivi che di seguito vado a evidenziare, per poi sintetizzare e concludere.
  Il comune di Bracciano, con una spesa documentata fino al 2013 di 20 milioni di euro, tramite la propria municipalizzata, si è fatto carico sin dal 2004 – ancora si fa carico – della tenuta in sicurezza e della salvaguardia ambientale del bacino, che è di metri cubi 1.800.000, abbancati e gestiti dal privato a seguito delle autorizzazioni che gli erano state concesse. In base al decreto legislativo n. 36 del 2003, articolo 13, la responsabilità della chiusura e della gestione operativa e post-operativa ricade sul gestore – in quanto titolare della relativa autorizzazione – e non a terzi estranei. La società Sel, a seguito dell'esaurimento delle volumetrie che gestiva, nel 2003 ha chiesto l'emissione del decreto di chiusura senza presentare o senza che fossero state richieste le garanzie finanziarie per la gestione post-operativa, che devono essere a favore della Regione Lazio. Così, d'altra parte, è evidenziato dalla stessa Regione Lazio con delibera n. 270, in cui si dice che effettivamente è necessario riconoscere un risarcimento al comune di Bracciano e, per esso, alla Bracciano Ambiente, per aver speso quei danari. Qualora la Bracciano Ambiente dovesse essere dichiarata fallita perché non in condizione di presentare il piano in continuità dell'azienda, anche in conseguenza dell'eventuale mancata erogazione da parte della Regione Lazio dell'importo di cui prima, cioè 10 milioni 373.000 euro, si verificherebbe la concreta possibilità che imprenditori privati che operano nel settore della gestione dei rifiuti possano acquisire – con pochi euro dico io, perché quello è un patrimonio della società pubblica – le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Lazio alla Bracciano Ambiente per la realizzazione di un impianto di trattamento meccanico biologico di 130.000 tonnellate e dell'impianto di trattamento della FORSU con digestore anaerobico pari a 30.000 tonnellate. Tenete presente che sono gli ultimi due impianti autorizzati dalla Regione Lazio per tutto il Lazio, entrambi, come ho detto, con il rinnovo dell'AIA dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, perché c'era un conflitto. In tal modo, si potrebbe concretizzare ancora una volta che i profitti derivanti dalla gestione dei rifiuti siano a esclusivo beneficio del privato, mentre le perdite derivanti dalla gestione post-operativa della discarica di Cupinoro, come sapete bene prevista per trent'anni, vadano in capo, come prevede la normativa, o al proprietario del terreno (università agraria, ente pubblico), o all'ente locale (il comune di Bracciano), ovvero, in ultima analisi, alla Regione Lazio, cioè agli enti pubblici. Pertanto, per quanto sopra evidenziato, mi sento di poter affermare che alcune battaglie, seppure magari legittime anche se confuse e portate avanti da persone che sparano solitamente nel mucchio per acquisire un vantaggio elettorale o politico e che strumentalizzano situazioni molto complesse, corrono su un binario che credo non si debba mai incontrare, ossia quello di coloro che per anni hanno fatto business nell'immondizia, realizzando enormi profitti e lasciando i costi ambientali in carico al pubblico. Per questo, recentemente ho pubblicato un comunicato stampa, in sintesi un'intervista che ho rilasciato a La7, un'ora che si ridurrà sicuramente a trenta secondi per come vanno le trasmissioni, che riporta il Pag. 19titolo «Cupinoro: a chi fa comodo far fallire la Bracciano Ambiente Spa società pubblica ?».
  Sono consapevole di trovarmi, per il ruolo che ricopro – che forse per troppi anni ho ricoperto – a prendere decisioni difficili, dalle quali non mi sono mai tirato indietro in tutti questi anni, nei quali ho avuto l'onore e l'onere di svolgere l'attività di amministratore pubblico. Sono consapevole di essere in prima persona destinatario di attacchi su tutti i fronti. Sono, inoltre, consapevole di aver sempre cercato di difendere l'interesse pubblico con trasparenza e legalità. Mi sembrava doveroso portarvi questa documentazione e consegnarvi questa relazione. Resto disponibile ad ascoltare, a tornare, a portarvi tutto quello di cui avete bisogno.

  PRESIDENTE. La ringraziamo, perché ci ha fornito un punto di vista, ovviamente, diverso. Sarà nostra cura cercare di approfondire le diverse questioni illustrate. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Ho ascoltato con attenzione la relazione del sindaco. La situazione è quanto mai complessa. Andrebbero esaminati con più attenzione tutti i documenti che il sindaco ha citato. Vorrei porre delle domande per capire alcuni passaggi. Sembra che, al di là dell'attenzione che c’è stata in questi ultimi anni dalla parte pubblica, ci sia una specie di buco nero – forse non ho capito o, comunque, vorrei capire meglio – nel periodo che va dal 2003 al 2005, cioè, sostanzialmente, con l'entrata in vigore del decreto n. 36. L'articolo 17 prevedeva che le discariche esistenti potessero continuare a ricevere i rifiuti fino a luglio dell'anno successivo, ma anche che entro sei mesi fosse presentato il piano di adeguamento; in caso di mancata approvazione, l'impianto doveva essere dichiarato chiuso dall'autorità competente. Dal punto di vista amministrativo, questi passaggi ci sono stati ? L'altra questione è relativa alle garanzie fideiussorie. È vero che il decreto n. 36 le ha previste e disciplinate anche per il post mortem ma, già nel decreto Ronchi, all'articolo 28, si prevedeva che ne rilascio dell'autorizzazione venisse determinata dalla Regione – o dalla provincia se delegata – la garanzia fideiussoria, che doveva far capo al gestore: queste fideiussioni sono state mai prestate ? Gli organi di controllo che, come mi auguro, tra il 1997 e il 2003-2004 hanno effettuato controlli hanno mai accertato se queste garanzie erano state prestate ? Eventualmente, vorremmo acquisire anche i verbali di queste ispezioni.
  Ancora, relativamente al versamento dell'ecotassa, istituita nel 1995 e che andava versata alla regione, quest'ultima si è mai accorta che il gestore, se ho ben capito, non la versava ? È mai stato sollecitato ? Ci sono stati mai controlli ? Qual è la reale situazione di questo periodo e del rapporto tra il gestore e la regione, titolata ad acquisire quel tributo ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Innanzitutto, la discarica è del 1991 e fino al 2004 è stata gestita da un privato. Lei sa che la tariffa viene formata anche con l'importo che fa parte della tariffa, per cui l'ecotassa era del 2005, ma la gestione post-operativa influiva sulla tariffa che i comuni pagavano per il conferimento in discarica anche già con il decreto Ronchi. Le fideiussioni dovevano essere fatte di volta in volta, secondo l'ampliamento. La gestione post-operativa, quindi le garanzie finanziarie prestate, sono esplicitamente dettate dal decreto n. 36 del 2003.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Per il periodo pregresso, cioè prima del decreto n. 36, ci sono....

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Non ci sono fideiussioni. La Regione ha trovato una fideiussione non escutibile in quanto scaduta e perché la società è fallita.

Pag. 20

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Nessuno ha controllato ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Le autorizzazioni per le discariche, come sa, prima erano provinciali, poi regionali, quindi il comune non beneficia...

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Le stavo chiedendo ciò per capire.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Il comune beneficia della fideiussione nel momento in cui si rilascia l'autorizzazione.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. La domanda era se ci fosse o meno la fideiussione.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Il tema è esattamente questo. Non vi era la possibilità di escutere le polizze e gestire la parte post-operativa. Lei mi insegna che per la gestione post-operativa è necessario il decreto di chiusura: si deve presentare il progetto, la tenuta delle sponde, i monitoraggi, il capping, la modificazione morfologica. Tutto questo è stato presentato a settembre 2003, da quello che mi risulta – è così perché c’è una comunicazione da parte di Sel – per arrivare poi a giugno del 2004, con la discarica praticamente «sfilata», in maniera secondo me molto leggera, soprattutto per il fatto che si pensava di poter fare un grande business come comune o come società pubblica. In realtà, si poteva anche tentare di verificare l'interesse pubblico. Attraverso la sua municipalizzata, il comune poteva sicuramente creare le premesse per una gestione pulita, come di fatto c’è stata, al di là delle difficoltà economiche. Qui nessuno ha mai sentito parlare di inquinamenti provenienti da Cupinoro, di difficoltà sul genere della Terra dei fuochi, a parte persone che vanno in giro con certe comunicazioni. Quella discarica è sempre stata in sicurezza, tanto più quando è stata gestita dal pubblico, dal 2004 fino a oggi. Ancora non c’è un problema. Il problema, semmai, è prima, ma a sopportarlo è chi viene dopo. Come dico io, sopporta ciò il pubblico perché non ci sono le garanzie. Per assurdo, un privato può comprare il patrimonio della Bracciano Ambiente perché fallisce. Purtroppo, gli anni sono troppi e ho dovuto fare di necessità virtù. Nel 1994, quando diventai per la prima volta sindaco, ci fu un decesso a Cupinoro e quindi un sequestro da parte della magistratura. Un ragazzo di venti anni che lavorava al compattatore è morto e c’è stato il sequestro. Ho una foto del 15 agosto 1994 con gli stivali e con La Repubblica aperta: c'era mezzo metro di percolato per terra e ce l'hanno sequestrata, ma la gestiva il privato. Rimettere in sesto questa situazione è stato molto complicato e difficile. Il punto fondamentale è esattamente questo. Se oggi la Bracciano Ambiente fallisse, restano due autorizzazioni importantissime. Noi paghiamo 120 euro a tonnellata per portare a Viterbo, a trattamento meccanico biologico, i rifiuti. I comuni che conferivano a Cupinoro vanno a Viterbo, al TMB, che credo che sia dell'avvocato anche quello. 120 euro a tonnellata, per 130.000 tonnellate: faccia lei il calcolo. Sono 16 milioni di euro l'anno per il trattamento meccanico biologico.
  Una linea da 130.000 tonnellate che si può realizzare a Cupinoro, un impianto da 10 milioni di euro, produce 16 milioni di ricavi all'anno. Se aggiunge la FORSU, l'organico – andiamo a Pontinia – arriviamo a 130 euro a tonnellata per l'organico. Per 30.000 tonnellate sono altri 4 milioni di euro, laddove 16 più 4 dà 20. Aggiunga che col digestore anaerobico si può fare anche la digestione aerobica: metta pure che quelli non ci sono, sono 20 milioni all'anno ! Realizzare gli impianti costa 20 milioni, la media durata dell'investimento è di 12 anni: significa che il primo anno si va a pari, ma poi, per 11 anni, si mettono in tasca 220 milioni di ricavi e il pubblico paga la bonifica della discarica. Questo è il quadro preoccupante. Infine, alla domanda sull'ecotassa, onorevole Carrescia, mi riservo di risponderle.

Pag. 21

  LAURA PUPPATO. Lei sa che la Guardia di finanza ha effettuato un'analisi relativamente alla vostra gestione e mi ha stupito il fatto per cui pare che il comune di Bracciano, al cento per cento proprietario della Bracciano Ambiente Spa, abbia ceduto sottocosto alcuni servizi a Bracciano Ambiente, una delle ragioni fondamentali per cui è andata erosa la quantità di fondo destinata al post mortem della discarica, pari a 14,5 milioni di euro, con un residuo effettivo, al momento della verifica, di poco più di 1,5 milioni: quasi 13 milioni, a quel punto, non tornavano più. Una delle ragioni sembra essere motivata dal fatto che il comune dava i servizi sottocosto alla propria società strutturata Bracciano Ambiente. Vorrei capire come sono andate le cose secondo il suo punto di vista. Un'altra questione rilevante ha a che vedere con l'impianto non funzionante, o parzialmente funzionante rispetto alle attese, relativamente al trattamento del percolato. Il costo di quest'impianto è di 1.800.000 euro: come comune o come Bracciano Ambiente, avete provveduto a contestare alla ditta produttrice il mancato funzionamento ? Quali azioni avete messo in campo per questa questione, se risulta vera ? Infine, a oggi risulta in prima istanza responsabile di un danno erariale per oltre 900.000 euro per cosiddetta mancata gestione. Bracciano Ambiente, al cento per cento comunale, sembrava essere, in realtà, altro rispetto al comune, nel senso che non veniva garantita una corretta gestione. Non credo che leggeremo tutti i libri sociali di Bracciano Ambiente Spa, per cui vorrei chiedere a lei, rispetto alle figure – che immagino anche di sua fiducia – indicate nel consiglio d'amministrazione, alla presidenza di Bracciano Ambiente Spa, quali rilievi, quali problemi, casistiche, situazioni si siano verificate per giustificare un collasso economico di queste dimensioni, senza che – presumo – il comune e lei medesimo ne avesse più di tanto la competenza o la conoscenza ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. La domanda è interessante. Se avete tempo di ascoltarmi...

  PRESIDENTE. Abbiamo tutto il tempo necessario. Magari, in risposta alle domande poste, non ci racconti di nuovo quanto già detto, ma focalizzi le questioni che sono state sollevate.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Sono stato condannato a pagare 900.000 euro per un danno derivante dal malfunzionamento dell'impianto di trattamento del percolato che, le ricordo, era obbligatorio costruire, come è scritto nel decreto n. 46 – che vi ho portato – del 2007: si doveva costruire obbligatoriamente. L'impianto di trattamento del percolato funziona attraverso la fornitura dell'energia che deve portare l'impianto di trattamento del biogas, fondamentale, altrimenti la discarica esplode. L'impianto di trattamento del biogas è stato realizzato da privati, che in realtà guadagnano moltissimo sui certificati verdi, 500.000 euro l'anno tranquillamente (noi abbiamo una royalty ed è così dal 2001); l'impianto è stato realizzato dal privato, quando la discarica era gestita dal privato. Il mancato funzionamento dell'impianto del biogas non ha permesso di fornire energia all'impianto di trattamento del percolato, che quindi ha avuto un funzionamento ridotto, ma debbo dirle una cosa fondamentale, perché quando si fanno le indagini bisogna anche vedere le carte. Oggi ho presentato il mio appello, sono stato condannato per un fatto tecnico, e lei mi insegna che la Corte dei conti non può condannare per un fatto tecnico, gestionale, ma esclusivamente per un altro problema. Ripeto che mi difenderò. Mi darete la possibilità di pensare che, siccome l'ordinamento italiano è fatto da tre gradi di giudizio, nella Corte dei conti siamo ancora a due, e vedremo come andrà a finire. Tuttavia, l'errore secondo me fondamentale che si è verificato è questo: l'impianto di trattamento del percolato è stato realizzato sul 30 per cento dell'estensione della discarica. La valutazione che la Pag. 22Guardia di finanza e con essa il procuratore della Corte dei conti hanno fatto è che ha prodotto pochissimo conferimento e trattamento del percolato nella totalità della discarica, ma l'impianto è stato costruito per la parte che doveva gestire la Bracciano Ambiente. Una società non costruisce un impianto di trattamento del percolato che copra anche il trattamento di chi doveva realizzarla in precedenza su 1.800.000 metri cubi già gestiti. Pertanto, è vero che ha funzionato male, ma per motivi di carattere gestionale. L'impianto, però, è perfettamente collaudato, la gara pubblica è stata bandita nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e vinta da una società veneta, primaria società in Italia per la costruzione di quest'impiantistica: funziona, ma non arriva energia.
  Abbiamo messo in mora la società che ha costruito l'impianto di trattamento del biogas, l'abbiamo minacciata di toglierle l'appalto, di prendercela. Chiaramente, per questo si è davanti ad un bivio: se non funziona, si è tacciati di danno erariale perché non funziona; se la si prende e si spendono 4, 5 o 6 milioni di euro, si è tacciati di danno erariale perché ci si è presi qualcosa di una società. Allora, qui siamo nella condizione in cui ci si assumono le responsabilità, e si va avanti. Certamente, quell'impianto doveva funzionare meglio e così non è stato. Relativamente a quello che dice sulla gestione post-operativa, la finanza dice che bisogna che siano accantonati in un conto dedicato gli importi del post mortem. Sicuramente siete a conoscenza della recente sentenza che c’è stata per l'arresto che si è verificato a Borgo Montello per una società pubblica: avevano messo 20 milioni di euro in un conto lussemburghese. C’è stata una sentenza molto motivata della Cassazione, che non solo li ha scarcerati, ma ha detto esattamente quello che noi diciamo sempre.
  La parte di trattamento post mortem della discarica di Cupinoro era 15,89 euro a tonnellata, non il 16 per cento, come qualcuno scrive. Parliamo dell'importo che i comuni pagavano per la gestione post-operativa. Ora, i soldi che si prendono per la gestione post-operativa sono, devono essere imputati nel bilancio della società. Onorevole, le pongo una domanda che dà la risposta alla sua: se la Bracciano Ambiente avesse avuto 20 milioni 233.000 euro, che ha speso per tenere in sicurezza la discarica gestita dai privati che non avevano dato le garanzie finanziarie, e li avesse nelle proprie casse, oggi avrebbe 10 milioni di euro di attivo. Questo è il quadro. Quanto ai servizi resi sottocosto, presumibilmente questo è vero, ma non sono quelli di discarica, bensì quelli pubblici locali, ovvero resi per conto del comune di Bracciano, che ho trovato e che comunque abbiamo cercato di adeguare portando l'affidamento a importi più elevati. Anche questo ha mosso l'interesse della Finanza, e si è finiti al danno potenziale erariale che abbiamo creato per riequilibrare esattamente quanto ha detto lei. Quella pubblica è una società trasparente, non fa profitto, ma esclusivamente, se ci riesce, l'interesse pubblico. Dico qui e in maniera molto forte che la Bracciano Ambiente all'origine è nata in maniera molto leggera ed è nata per fare marchette assuntive: noi abbiamo licenziato ! Parlo per Bracciano: manca poco che la gente non mi corra dietro perché ho licenziato 38 persone. Gli altri si sono presi i meriti perché hanno assunto gente che non serviva a niente e che noi abbiamo dovuto licenziare: 1.400.000 euro di compensi annui a dipendenti che abbiamo tagliato dal 2003. La società è nata nel 2004: ci metta 1,3 milioni all'anno e poi mi dice perché è eroso il capitale della società. Le figure inserite nell'ambito della Bracciano Ambiente sono state, nel consiglio d'amministrazione, tre persone con cui abbiamo avuto sempre un certo tipo di percorso. Ancora non è dato sapere se questa benedetta società è in house providing o di tipo commerciale. Lei sa bene che, secondo l'articolo 1 della legge fallimentare, gli enti pubblici non possono fallire. Se è una società in house providing è un ente pubblico, e solo la procura della Repubblica di Roma qualche volta fa fallire anche le società pubbliche, ma si verifica solamente qui. Nella richiesta di fallimento Pag. 23della Bracciano Ambiente è scritto che può fallire perché è una società commerciale (lo ha scritto il procuratore della Repubblica di Civitavecchia). La mia condanna è legata al discorso del controllo analogo, perché è una società in house providing. Qualcuno mi dica che cos’è e poi verificheremo. Alla fine, uno cerca di darsi delle risposte. Purtroppo, la persona che ha gestito per due o tre anni è deceduta. Io sono stato amministratore unico, molto inviso, perché ho licenziato, messo in cassa integrazione, cercato di dare risposte plausibili e tangibili a una questione molto complicata protratta negli anni. Non è nel know how delle pubbliche amministrazioni gestire le discariche. Questa è la realtà. Non ci sono le professionalità, ma se uno se la ritrova, ha la presunzione di pensare che è un amministratore, che può tenere la barra in equilibrio. Purtroppo, non ci siamo riusciti per tanti fattori.

  STEFANO VIGNAROLI. Ovviamente, la situazione è complessa. Mi sembra di aver capito che sono palesi delle responsabilità per il vecchio gestore privato, ma ha dimenticato di dire che c’è una condanna, seppure in primo grado, per danno erariale, debiti fuori bilancio e un fallimento della Bracciano Ambiente pubblica: qualcosina che non va c’è ! Noi cerchiamo di capire e – secondo le nostre competenze – di fare luce su una questione che lei stesso ha definito intricata. Ha detto che la gestione pubblica, citando un paragone con la Terra dei fuochi, non ha mai creato emergenze o criticità. Il parallelo forse non è calzante ma, in ogni caso, a me risulta che la procura di Civitavecchia si è domandata e ha imposto anche all'ARPA di verificare sul fatto che dal 2010 al 2014 non ci sono stati controlli sulla discarica: come può dire che la situazione dal punto di vista ambientale è sotto controllo visto che i controlli non ci sono stati ? Vorrei che lo chiarisse.
  Per quanto riguarda Sel, la società che c'era prima – ovviamente non è sua responsabilità – ma cosa può dirci in merito ? Ha detto anche che è stata un po’ fatta fallire: può specificare meglio questo passaggio ? In particolare mi ha colpito il fatto che Sel sia fallita due anni dopo aver lasciato la discarica: le amministrazioni pubbliche hanno fatto il loro dovere, hanno controllato ? Perché hanno reso possibile tutto questo ?
  Mi ha colpito anche un altro aspetto. Relativamente a questo buco di bilancio, i comuni versano l'ecotassa per mettere da parte dei soldi per risanare quei lotti in uso, cioè quelli gestiti da Bracciano Ambiente, non certo per quelli vecchi. Ha chiesto alla Regione se poteva cambiare destinazione a questi soldi, ma la Regione non ha risposto: questo mi meraviglia e mi domando perché non abbia risposto e perché la Bracciano Ambiente l'abbia fatto nonostante non abbia ottenuto risposta, ovvero, eventualmente, il permesso per fare ciò. Mi domando anche come questa giustificazione di qualcosa che risale a tanti anni fa venga in causa solo ora che c’è un'inchiesta in corso e perché la Regione Lazio, con la delibera n. 317, abbia riconosciuto soltanto ora questa compensazione, poi l'abbia tolta e poi ridata. Questa compensazione è stata riconosciuta soltanto adesso, per l'inchiesta in corso. Infine, non credo che a norma di legge la società di prima dovesse rilasciare fideiussioni.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Mi perdoni, ma questa è una grande fesseria che ho anche letto da qualche parte. Il decreto legislativo è del febbraio 2003; Sel se n’è andata a giugno del 2004; chiudendo la discarica, avrebbe dovuto presentare una fideiussione per la gestione post-operativa per trent'anni.

  STEFANO VIGNAROLI. Va bene, ho detto una fesseria.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Non dico che ha detto una fesseria: è una fesseria la questione.

Pag. 24

  STEFANO VIGNAROLI. Non c’è problema. Può accadere.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. So da dove ha mutuato quest'informazione.

  PRESIDENTE. È una questione pertinente.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. L'ho letto da tante parti, non ultima nell'audizione che avete svolto...

  PRESIDENTE. È giusto chiedere una precisazione: non è una fesseria, è una richiesta di precisazione.

  STEFANO VIGNAROLI. Chiedevo a lei anche se so che non è lei il responsabile: lei non è responsabile di quello che ha fatto Sel, cioè di ciò che c'era prima.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Ne è responsabile, però, il pubblico !

  STEFANO VIGNAROLI. Appunto. Chiedevo, quindi, perché secondo lei è stato fatto tutto questo e come è stato gestito questo passaggio da Sel a Bracciano Ambiente. A questo proposito, ho visto che anche la procura e la Corte dei conti sono state molto scrupolose su quanto è successo dopo, mentre vedo un po’ un buco nero per quanto riguarda quello che c'era prima. Secondo me, è importante capire, con la premessa che anche il pubblico ha e non può non avere delle responsabilità, perché sono passati decenni e c’è un buco di bilancio.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Le illustro il mio pensiero, quindi mi assumo la responsabilità di quello che dico. Parto dalla sua ultima domanda. Siccome siamo nel 2004 e sia il danno erariale, sia quelli eventuali di carattere penale sono prescritti, l'attenzione va laddove non è prescritto il danno: è tanto semplice la questione. Si deve cercare qualcuno che comunque paghi per quello che è stato fatto. Questo qualcuno, evidentemente, forse è stato identificato nel sottoscritto.
  Purtroppo, ho fatto di necessità virtù, e quindi su questa materia credo di aver approfondito abbastanza le mie conoscenze. Vedo con piacere l'onorevole Polverini. Lei ricorderà che ci siamo anche confrontati molte volte su questo grande, drammatico problema dell'emergenza dei rifiuti, che ancora – così mi pare di capire – gli italiani non hanno capito bene – o non sanno – come si debba risolvere. Il TMB va male, perché fa il CDR; se fa il CSS, va male uguale; la FORSU non va bene, perché c’è l'aerobico; se, però, fa l'aerobico, non va bene lo stesso, perché brucia. È una situazione un po’ complicata. Partiamo dalle giuste domande che lei mi ha rivolto relative al discorso delle fideiussioni. Le fideiussioni devono essere prestate. Se le avessimo avute prestate a garanzia della Regione, ovvero se la Regione avesse avuto le fideiussioni prestate che derogavano all'articolo 1994 del codice civile, quindi senza la preventiva escussione – purtroppo, sono assicuratore, quindi conosco abbastanza bene questi temi – si sarebbero escusse le somme che dovevano essere accantonate per la gestione: se avesse voluto, la Regione avrebbe potuto incaricare la Bracciano Ambiente o un privato, ma si sarebbe bonificato e messo in sicurezza tutto. Sono sindaco dal 1994 e, ahimè, purtroppo al mio quarto mandato, la mia uscita non poteva essere più rovinosa. Sono sempre stato eletto, però, dai cittadini: non sono un sindaco di quelli eletti all'interno dei consigli comunali. Sono stato eletto con la legge n. 142, per la prima volta con elezione diretta. Le dico con molta franchezza che, relativamente alla gestione di Cupinoro, la situazione è cominciata in maniera drammatica quando si è verificato il binomio: chi dà i soldi per tenere in sicurezza la discarica e perché non ci sono i soldi che qualcuno doveva accantonare. Faccia una rapida equivalenza. Abbiamo stipulato una polizza di 8 milioni 76.000 euro per una gestione post-operativa di 825.000 metri cubi gestiti.

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  STEFANO VIGNAROLI. Per questa fideiussione che cosa è stato posto a garanzia visto che c’è un buco di bilancio ? È stata data la delibera di Zingaretti che dava l'abbuono ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Lei dà 100.000 euro a una compagnia di assicurazione, che fa la fideiussione. Dopo deve escuterla, ma la compagnia di assicurazione...

  STEFANO VIGNAROLI. Può consegnarla ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. È qui ! Tenga presente che non c’è nessuna garanzia del comune, se è questo che voleva chiedermi.

  STEFANO VIGNAROLI. O della Regione, o di altri enti !

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Nessuna garanzia. La Regione è la beneficiaria: Regione Lazio, via Rosa Raimondi Garibaldi 7. La polizza costa 100.000 e dura per cinque anni, pagata con i soldi pubblici, 8 milioni 76.000 euro per 825.000 metri cubi: faccia la proporzione. Il privato doveva andare via e fare una fideiussione da 20 milioni di euro. La scopertura che abbiamo per aver utilizzato ecotassa e post mortem sono 20 milioni di euro, che abbiamo speso per tenere in sicurezza quel maledetto bacino. Questa è la realtà.

  STEFANO VIGNAROLI. C’è una differenza di preventivo tra gestione del post mortem dei vecchi invasi e quelli attuali ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. In che senso ?

  STEFANO VIGNAROLI. La Bracciano Ambiente ha considerato come gestione una cifra bella grande rispetto a quella...

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. La differenza è sostanziale. Sicuramente saprà che nella vecchia discarica il percolato, come si dice in gergo, ha un po’ maturato, quindi nasce un po’ di meno, ma sa anche che servono interventi di rimodellazione morfologica. La discarica si è abbassata e bisogna spendere dei soldi. Quei soldi nella gestione post-operativa non si appostano, però, quando la discarica è amministrativamente chiusa, ma in itinere. Il decreto n. 46 del 2007 recita che tutte le attività di controllo, di monitoraggio ambientale vanno fatte nel corso della gestione della coltivazione della discarica.
  L'ARPA è un ente che – non è il sindaco di Bracciano a controllare – è assolutamente autonomo e deve fare il suo lavoro. In base al decreto n. 46 del 2007, noi dobbiamo fare il nostro lavoro, i monitoraggi trimestrali, semestrali e annuali, che abbiamo sempre fatto. Lei sa che nella cittadina di Bracciano c’è un po’ di arsenico nell'acqua: le dico che c’è meno arsenico nei canali di scolo della discarica che nell'acqua del comune di Bracciano. Siamo sempre stati assolutamente nei margini della correttezza. Non c’è stato mai un giorno in cui i NOE...

  STEFANO VIGNAROLI. Questi sono controlli di parte.

  PRESIDENTE. Se, però, l'ARPA non effettua i controlli, il problema è dell'ARPA.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. E sono io che devo chiamare l'ARPA ?

  STEFANO VIGNAROLI. No, per carità, ma è un dato di fatto. Lei ha detto che non c’è mai stato un danno ambientale, che non c’è mai stato niente.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Secondo i nostri controlli.

  STEFANO VIGNAROLI. Secondo i vostri controlli !

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Il Nucleo operativo ecologico dei Pag. 26Carabinieri, però, va una volta al mese in discarica: se lo chiamano i cittadini, si presenta, va giù.

  STEFANO VIGNAROLI. Secondo la procura, però, l'ARPA in quattro anni non era mai andata a controllare.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. A me la procura non l'ha contestato. Non so a chi l'abbia contestato.

  STEFANO VIGNAROLI. Non lo sto contestando a lei. Era per sottolineare che, comunque, i controlli non sono stati così...

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Noi abbiamo sempre effettuato i monitoraggi ambientali. Qui trova il decreto n. 46, quindi tutto ciò che riguarda l'ambito di applicazione dei controlli con società autorizzate a farlo, per la qualità dell'aria, del gas di discarica, per l'atmosfera, le acque, le acque sotterranee, i drenaggi, la temperatura, le precipitazioni, la loro quantità, il percolato, lo stato del corpo della discarica, molto importante. Il corpo si abbassa se crolla, e se non sostiene sono dolori. Venga a visitare la discarica e mi dica se ritiene che sia messa male. È chiaro che ci sono i teli che adesso vanno messi a posto.

  STEFANO VIGNAROLI. Ho visto che sono tutti strappati.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Sì, sono strappati, ma lei sa che il percolato sicuramente viene per l'acqua. Deve, però, fare il capping, chiudere, mettere la parte finale. Per i teli, per la gestione post-operativa aspettiamo l'autorizzazione. È un mondo di vincoli il luogo in cui si trova la discarica: se lei ci mette la canna di un pomodoro, vengono giù, glielo sequestrano e le fanno una denuncia penale. Credo che dovremmo avere prima l'autorizzazione, e poi si cercherà di fare la chiusura finale. Non so chi pagherà. Vedremo come si farà per la chiusura finale. Dateci una mano a fare in modo di mettere in sicurezza questa discarica e a fare quello che si deve.

  STEFANO VIGNAROLI. Mi scusi, chiedeva se poteva utilizzare la somma che in teoria serviva ad altro ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Ho mandato la comunicazione nel 2008. Sono diventato sindaco a luglio 2007; quando abbiamo visto che c'erano dei problemi, abbiamo mandato delle comunicazioni in regione dicendo che dovevamo utilizzare dei danari perché non ce la facevamo, che si trattava di problemi che, evidentemente, provenivano da alcune situazioni particolari. In ogni caso, vorrei precisarle una cosa perché ne sia a conoscenza. Lei sa bene che, per un combinato disposto della legge nazionale e della legge regionale n. 42, il 20 per cento dell'ecotassa totale incassato dalla Regione viene utilizzato per la bonifica dei siti inquinati. Noi non abbiamo avuto regali dalla Regione: la Regione ha utilizzato una parte di quel 20 per cento che proviene dall'ecotassa totale che incassa per bonificare dei siti inquinati o che potrebbero esserlo. Quei danari, quindi, provengono dall'accantonamento che tutti i conferitori, proprietari di rifiuti, i comuni, fanno nelle discariche: pagano l'ecotassa, una parte della quale va in un fondo regionale, da cui chiaramente sono state prese queste risorse. Noi abbiamo pagato l'ecotassa. Pagavamo quello che potevamo. Lei sa che l'ecotassa, in base alla disposizione regionale, va versata entro il 10 del primo trimestre di ogni trimestre che viene incassata. Secondo lei, i comuni pagavano entro i tre mesi ?

  STEFANO VIGNAROLI. I comuni pagavano o no ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. I comuni pagavano, ma non entro i tre mesi. Qualche comune pagava dopo due anni. Io metto i problemi sul tavolo, poi sono pronto a capire. Sto cercando di farvi capire come si potrebbero risolvere, Pag. 27ma non ho la sapienza di dare delle soluzioni. Una società commerciale approfitta del factoring. La Bracciano Ambiente incassava 10 milioni di euro l'anno: se devo incassare quella cifra e i comuni alla fine del mese non mi pagano, debbo scontare le fatture, come si dice volgarmente, o fare un factoring. A seconda di dove si va, quello costa 3, 4, 5, 10 punti, 8 punti: qualche volta costava 5, qualche altra volta 4. A fronte di 10 milioni di euro che vanno incassati, si scontano le fatture che si emettono e si incassa 9 anziché 10: guardate un po’ se anche quello non è un danno erariale ? Se, però, si fa quel lavoro, non si versa l'ecotassa entro il 10 del primo trimestre successivo e così via, ma se non si fa quel lavoro, c’è il discorso della difficoltà ambientale e non si hanno le risorse per pagare le maestranze, quindi, si fermano gli automezzi, non si paga la benzina, le assicurazioni e si hanno 100.000 difficoltà. È un mondo complicato, difficile. Abbiamo cercato di muoverci al meglio secondo quello che si poteva. Forse si poteva fare meglio. Sicuramente si può sempre fare meglio. Credo che la situazione sia complicata e, soprattutto, sono preoccupato perché, se là è così, immagino che cosa possa essere nelle discariche che, anziché 3 milioni di metri cubi, di milioni ne hanno 30.

  STEFANO VIGNAROLI. Il problema delle ecotasse e delle fideiussioni riguarda tutte le discariche !

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Lei sa che l'ecotassa non sta mai nei bilanci delle regioni, perché non è certa. Nei bilanci va quando la si dichiara. Se prendo 100.000 euro di ecotassa in tre mesi e faccio la comunicazione alla Regione, la Regione la mette nel proprio bilancio. Questa è la situazione che si è creata. In ogni caso, sull'ecotassa abbiamo fatto dei ricorsi e li abbiamo vinto tutti, perché non l'abbiamo versata nei tempi previsti, dimostrando che non potevamo perché non avevamo i soldi in quanto i comuni non ci pagavano.

  STEFANO VIGNAROLI. Le risulta che, di 17 milioni di euro, ne avete versati solo 7, e che quindi 10,4 è il buco che manca ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Sì e quanto ci dà la Regione ? Ci dà 10,4, per cui la Bracciano Ambiente, in base a questo...

  STEFANO VIGNAROLI. Si è liberata !

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Non si è liberata, perché purtroppo esiste l'altro grande problema del danno erariale. È una questione di questi giorni.

  STEFANO VIGNAROLI. Comunque, pagano i cittadini alla fine !

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. È quello che ho detto prima: non so se lei c'era. Il profitto sarà dei privati, mentre il pubblico pagherà tutte quelle che sono le spese.

  STEFANO VIGNAROLI. Già è successo. Bracciano Ambiente finora ha prodotto un buco.

  PAOLA NUGNES. Mi rendo conto delle prescrizioni. Lei è stato sindaco dal 1999 al 2004.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Sono stato sindaco dal 1994 al 2002, e – spero – dal 2007 al 2017.

  PAOLA NUGNES. Nel 2004, quindi, non era sindaco, quindi le chiedo uno sforzo.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Conta poco: sempre di ente pubblico si tratta. Io non getto le responsabilità su altri.

  PAOLA NUGNES. È per avere contezza dei fatti. Abbiamo valutato che, dopo che la Sel fallì, ci sono voluti due anni per il passaggio alla Bracciano Ambiente: questa non ha ritenuto di doversi iscrivere tra i creditori del fallimento visto che comunque Pag. 28lo era, perché comunque stava mettendo un patrimonio a servizio di un servizio che doveva rendere la Sel ? Per quanto riguarda la realizzazione dell'impianto per il percolato di Cupinoro, ha spiegato molto bene che la causa del mancato buon funzionamento è l'impianto di biogas: su quello la società non ha ritenuto di doversi rivalere sulla società che ha costruito per avere un ritorno finanziario ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Lo abbiamo fatto: li abbiamo messi in mora e abbiamo contestato che funzionava male l'impianto; abbiamo detto loro che glielo avremmo tolto, ma per farlo sarebbe servito un milione di euro; come già dicevo, magari quello era un danno erariale; allora li abbiamo messi nelle condizioni – ciò è documentato – di fare dei lavori; ne hanno eseguiti per 400.000 euro, hanno creato nuove bocchette, proceduto a nuove trivellazioni e nuovi carotaggi, a nuove attività ma, purtroppo, di biogas ce n’è poco. Evidentemente, in quella discarica dal 1991 al 2004 è stata molto inferiore la parte organica che è stata messa e molto superiore la parte che magari non era organica, e che si poteva mettere. Lei sa che oggi ci sono gli impianti che trattano gli pneumatici, quindi nessun pazzo conferisce all'interno di una discarica, perché rende molto di più il trattamento (una volta gli pneumatici si buttavano in discarica). Tuttavia, lo pneumatico non fa biogas, ma solo massa, pesa parecchio e rende molti soldi al gestore, ma nient'altro che quelli. Quella sull'iscrizione è una domanda estremamente interessante. Io non sono abituato a fare denunce per mio modo di pensare. Soprattutto, nel momento in cui dovessi uscire, auspico, penso e credo che chi sarà sindaco sarà sindaco, non denunciatore di professione: io non l'ho fatto. Abbiamo fatto un esposto nel 2004, spiegando che c'erano seri problemi nella Bracciano Ambiente e che quest'operazione non andava bene. Non voglio giustificarmi: la discarica di Cupinoro è nata nel 1991, quando ero consigliere comunale, con il mio voto contro; la Bracciano Ambiente è nata nel 2004, quando ero consigliere comunale, con il mio voto contro; la Bracciano Ambiente è nata e ha dato l'affidamento diretto al comune di Bracciano per servizi pubblici locali con il mio voto contro, ma ormai sono sindaco e ho una società, che soprattutto gestisce qualche cosa di particolarmente invasivo, cioè una discarica. Già le gestiscono male i privati che hanno il know how e la professionalità, immagini lei come può farlo l'ingegnere del comune, che magari non è ingegnere, ma un geometra e che comunque non è sicuramente un ingegnere ambientale. Mi dica come fa a chiamare esternamente delle persone che possono venire a darle una mano: se lo fa, è danno erariale, inoltre, non può assumere, non può pagare consulenti, c’è un limite completo e totale sulle modalità di certe azioni. Che cosa è successo ? Le racconto la storia (qui vi ho messo anche il contratto). Con due fogli di carta, ordinanze n. 22 e n. 23 – ma a nessuno interessa – il sindaco ha preso 50 ettari, la discarica vecchia, le autorizzazioni nuove e qualcuno lo ha autorizzato a far ciò. Con quei due pezzi di carta si è creata la premessa per far nascere in tempi brevissimi la Bracciano Ambiente. Fino al 2004 è stata Sel a gestire quel sito. In tempi brevissimi è nata la Bracciano Ambiente. Non solo non le sono stati contestati soldi, ma c’è stata una transazione sul patrimonio di Sel, a cui sono stati dati 150.000 euro per dei mezzi, per altro. Chiaramente, quella che ha portato al fallimento di Sel è una procedura che è fallita nel 2006. Lei sa, infatti, che secondo il diritto fallimentare non si fallisce il giorno dopo: ci si immette nel fallimento, ma Sel non aveva niente: si è fatta il malloppo e se n’è andata. Questa è la realtà: qualcuno l'ha mandata via.

  PAOLA NUGNES. Ci ha portato l'atto di...

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Tutto quello che volete !

Pag. 29

  PAOLA NUGNES. Ho un'altra domanda. Ha detto che dei privati sarebbero interessati a subentrare alla Bracciano Ambiente: sa anche dirci chi sono...

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Ho sentito l'altro giorno, a TV7, un servizio sull'associazione «I cittadini contro le mafie e la corruzione». Hanno fatto un grande giro nella parte delle campagne di Bracciano e, siccome andavano di moda i Casamonica – c'era stata la questione a Roma – ho sentito dire che sono coinvolti. In questo servizio, che dura cinque minuti, negli ultimi trenta secondi si vede la discarica di Cupinoro: non aveva attinenza con il servizio, quindi mi sono chiesto perché. Si sosteneva che potrebbe esserci l'interesse dei Casamonica sulla discarica di Cupinoro. Io dico che ciò è assolutamente impensabile. Gestire il rifiuto è un'operazione raffinata, sia che lo si faccia bene, sia che lo si faccia male. Se lo si fa male, è un'operazione raffinata perché deve trattarsi di un delinquente di quelli veri, con uno stuolo di persone conniventi; se lo si fa bene, deve trattarsi di un professionista. Costruire un impianto di trattamento meccanico biologico, con la modalità spinta della differenziata ma non per fare il CDR, quindi la differenziata che differenzia ancora e poi vende, è un'operazione molto delicata: molto complicata, per cui servono capacità, know how, professionalità, ingegneri. Per loro, sono più facili l'estorsione, la rapina – almeno così penso – poi, magari, si sono raffinati.

  PAOLA NUGNES. Si sono raffinati: non sottovalutiamoli !

  BARTOLOMEO PEPE. Fanno degli ottimi funerali. Al di là di questo, ho una curiosità tecnica. Accennava al fatto che l'impianto di gestione anaerobica doveva produrre energia sufficiente per far funzionare l'impianto di trattamento del percolato, dico bene ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Sì, una parte.

  BARTOLOMEO PEPE. Non potevate allacciarvi al contatore dell'Enel ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Bravissimo ! Lei ha fatto una bellissima domanda. Abbiamo messo una caldaia e la Guardia di finanza è venuta a chiederci perché visto che doveva arrivarci l'energia dall'impianto di trattamento del biogas: il biogas, però, non arriva: non c’è. Abbiamo una caldaia e quindi c’è il rischio che adesso mi imputeranno per questo: sempre a me, mai agli altri.

  BARTOLOMEO PEPE. Non potevate prenderla perché pagavate la bolletta, quindi ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Nella mia condanna si dice che pagavamo Entec ma, in realtà, era Entec che pagava il comune. Entec vende l'energia estrapolando il biogas. L'energia del biogas, quella che esce dalle discariche, è definita pulita. Adesso, per assurdo, il meccanismo è cambiato e si potrebbero realizzare dei distributori di metano verde. In realtà, a loro non interessa per niente far uscire il biogas, ovvero non c’è e quindi a loro non interessa carotare, perché si spendono soldi. È molto più facile prendere i certificati verdi, che rappresentano il vero guadagno. Questo è uno dei motivi per cui non abbiamo mai tolto l'impianto alla società privata. Farlo non significa avere i certificati verdi.

  BARTOLOMEO PEPE. Per avere i certificati verdi bisogna produrre energia elettrica !

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Sì, ma il certificato verde è nominativo, quindi se lo si prendeva come Bracciano Ambiente, non glielo davano, cioè rimaneva a Entec e quindi veniva eliminato. Loro guadagnano sul certificato verde perché si paga per l'energia che si produce senza tanti sforzi. Questo è il quadro. È vero anche che là c’è molto percolato, quindi esce poco biogas.

Pag. 30

  LAURA PUPPATO. Ha diffidato i creditori di Bracciano Ambiente dal pagamento delle fratture ? Nessuno vi obbligava a inserire i rifiuti di coloro che, anche se colleghi sindaci...

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Non sa quante volte abbiamo chiesto al prefetto di non far entrare quelli che non pagano. Che cosa pensa che rispondesse il prefetto o il presidente della Regione ?

  PRESIDENTE. Non lo prendete e basta !

  LAURA PUPPATO. Come possono contestarle il danno erariale se c’è la diffida a pagare ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. La Bracciano Ambiente ha fatto quello che doveva. Adesso deve anche incassare dei crediti per interessi di ritardato pagamento dai comuni, ma il tema fondamentale e immediato sono 77 dipendenti che incidono per circa 3 milioni di euro all'anno, ergo 250.000 euro al mese: se non si incassa un centesimo dei rifiuti portati perché i comuni sono in difficoltà oggettive, si deve procedere col factoring, c’è poco da fare: non c’è un altro modo.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Vorrei precisare il senso della mia domanda. Quando parlavo del pagamento dell'ecotassa, chiedevo se tra il 1995 – quando è stata istituita – e il 2004-2005, quando Sel ha cessato l'attività, Sel l'avesse versata.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Non ne ho idea. Di sicuro, non aveva le dichiarazioni finanziarie per...

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Questo lo abbiamo capito. Se non ha versato, chi non versa deve pagare, ai sensi del decreto n. 471 del 1997, un 30 per cento di sanzioni: si è ha mai utilizzato in precedenza lo specifico fondo regionale che deriva dall'ecotassa e che può essere distribuito anche per il recupero di aree degradate per interventi relativi a questa o ad altre discariche ? Prima chiedeva di suggerirle qualche idea: mi sembra che il percorso, dal punto di vista amministrativo, sia ben chiaro. Questo fondo può essere utilizzato per bonifiche, per il recupero di aree degradate, quindi diventa una forma indiretta di compensazione, non di compensazione diretta: c’è la possibilità di trasferire queste risorse. A precisazione di quanto diceva a proposito del fatto che le Regioni non mettono in bilancio il tributo, posso assicurarle che alcune – parlo per quella che conosco meglio, le Marche, ma penso valga anche per le altre – pongono il tributo in bilancio, nella posta di entrata collegata con l'uscita. I capitoli di uscita sono utilizzati e l'autorizzazione alla spesa c’è soltanto dopo l'accertamento (la legge prevede che le province e anche la Guardia di finanza effettuino controlli sul pagamento del tributo). Il sistema, almeno astrattamente, funziona, poi, nel concreto....

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Questo è vero, ma adesso le faccio una domanda per avere una risposta. Alla nostra discarica facevano riferimento Cerveteri, Ladispoli, 80.000 abitanti ora, d'estate 300.000: a quanto ammonta l'ecotassa, stabilita in base al conferimento del rifiuto in bilancio nella Regione ? Si calcola in base alle tonnellate.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Il bilancio viene fatto sulla base delle tonnellate, della stima. Nel piano regionale è previsto un quantitativo di smaltimento anche tenendo conto degli obiettivi di raccolta differenziata: sulla base di quello viene fatta una previsione.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Parliamo, però, di situazioni precedenti, quando il rifiuto arrivava tal quale. Come fa a sapere se il rifiuto tal quale un mese arriva...

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Mi scusi, sindaco, ma i piani regionali ?

Pag. 31

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. È una bella domanda, ma qui di piani regionali ce ne sono stati pochissimi.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Tutti li hanno fatti. Penso che anche la regione Lazio dovrebbe averlo fatto.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Hanno tentato, con grandissima fatica, all'interno e all'esterno: questa è verità. La difficoltà non è solo all'interno, ma anche all'esterno. Vorrei aggiungere che non so se ci saranno dati questi 10 milioni 373.000 euro, ma un'altra grande difficoltà fa tremare le gambe a tutti i consiglieri comunali: la ricapitalizzazione di una società, che può avvenire attraverso i 10 milioni 373.000 euro che dovrebbero dare alla Bracciano Ambiente, così creando, appunto, l'obbligo di una ricapitalizzazione, passa attraverso l'articolo 194 del TUEL.
  La ricapitalizzazione è un debito fuori bilancio, appena approvato il quale la Corte dei conti ci correrebbe appresso ovunque. Certo, è un debito fuori bilancio secondo l'articolo 194 del testo unico degli enti locali. Abbiamo una messa in mora da parte della Guardia di finanza per una delibera emanata il 29 dicembre 2010, quando abbiamo riconosciuto debiti fuori bilancio. Quelli della Bracciano Ambiente sono tutti imputati a me, perché sono il socio unico. Mi difenderò e vedremo che cosa succederà. Poi ci sono i debiti fuori bilancio, quelli relativi alla ricapitalizzazione, che si becca il sindaco, della Bracciano Ambiente, che abbiamo già fatto; altri sono su sentenze per avvocati. Ci hanno messo in mora tutti: revisori, contabile, segretario comunale, tutti i consiglieri comunali. Solo quelli che hanno votato contro si sono salvati !

  STEFANO VIGNAROLI. Qui leggo che la Corte dei conti – parlava del biogas, quindi vorrei capire meglio – le imputa, per la Bracciano Ambiente, un'omissione dei controlli rispetto all'AIA. In ogni caso, il fatto che il biogas fosse relativamente poco, che l'impianto fosse bilanciato in una certa maniera era ben presente tra le carte, che all'inizio la Bracciano Ambiente contesta, ma poi le viene imputato proprio che il suo comportamento è di totale disinteresse. Le imputano, quindi, che non ha fatto quello che doveva. Leggendo ciò, ma anche avendola ascoltata, vorrei rivolgerle un'ulteriore domanda: perché il biogas, che come dice lei è una fonte di reddito per i certificati verdi, è stato dato a un privato e non al comune ? A quando risale quest'affidamento, da parte di chi e perché ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Vi ho lasciato il decreto n. 46 del 2007, dove trovate il nome della società Entec, non la gara da bandire per il biogas. L'autorizzazione per il trattamento del biogas è stata data dalla società privata Sel: loro hanno costruito l'impianto di trattamento del biogas. Tenga presente che l'operazione costa 2,5-3 milioni di euro: qui si parla e si parla, ma servono poi i soldi per fare le cose ! Abbiamo fatto questo discorso di convenzione: in base a quello che incassavano per la vendita dell'energia all'ENEL ci davano una royalty del 24 per cento. Questo era il rapporto. Abbiamo avuto, quindi, un controllo sul privato in relazione alla restituzione dei danari che doveva darci in base alla royalty. Tenga presente che pagavamo l'energia che ci fornivano, ma costava molto meno. Qualcuno ha chiesto perché non abbiamo messo una caldaia: costava molto meno che mettere una caldaia, prendere il metano o il propano. Soprattutto, è un impianto in qualche modo collegato con l'impianto di trattamento del percolato. Il sistema è molto sofisticato.

  STEFANO VIGNAROLI. L'affidamento è stato fatto da privato a privato quando ancora non c'era la Bracciano Ambiente ?

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Esattamente.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il sindaco. Abbiamo le carte. Se ci sarà la necessità, Pag. 32la ricontatteremo. Se ha dei documenti da mandarci, saremo lieti di acquisirli agli atti.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Non vi conviene che vi mandi dei documenti. Ne ho due stanze piene in comune !

  PRESIDENTE. Ovviamente, può mandarci i documenti che lei giudica importanti.

  GIULIANO SALA, Sindaco di Bracciano. Vi ringrazio moltissimo.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.