XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 59 di Martedì 22 settembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo, Domenico Seccia (Svolgimento e conclusione):
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 2 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 2 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 3 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 3 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 5 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 5 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 6 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 
Morgoni Mario  ... 6 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 6 
Puppato Laura  ... 7 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 7 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Seccia Domenico , Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE STEFANO VIGNAROLI

  La seduta comincia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo, Domenico Seccia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo, Domenico Seccia, che ringrazio per la presenza.
  Ricordo che la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti e alle bonifiche.
  L'audizione odierna rientra nell'approfondimento in corso di svolgimento sulla situazione delle bonifiche in Italia, con particolare riferimento al sito d'interesse regionale del basso bacino del fiume Chienti, dove una delegazione della Commissione si è recata in data 11 giugno 2015 svolgendo alcuni sopralluoghi.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno e consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Come dicevo, ci siamo già recati sul posto, abbiamo appurato la complessità della situazione e vorremmo conoscere, appunto, anche un po’ lo storico di tutti i procedimenti ed eventuali posizioni per quanto riguarda anche le amministrazioni. Cedo, dunque, la parola al dottor Seccia per lo svolgimento della sua relazione, al termine della quale seguiranno eventuali domande e richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Ringrazio la Commissione per quest'audizione, che profila problematiche interessanti dal punto di vista ambientale, anche per le conseguenze e gli sviluppi che si stanno conseguendo sotto il profilo investigativo. Chiederò, quindi, che queste parti più approfondite siano coperte da segretazione.

  PRESIDENTE. Basta che ce lo dica.

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Gli illeciti ambientali riguardano soprattutto la necessità della bonifica nelle aree comprese nel basso bacino del Chienti. Faccio questa ricostruzione storica, se mi permettete, perché credo serva anche per la chiarezza di tutti. Con decreto ministeriale del Ministero dell'ambiente del 18 marzo 2001 gli interventi di bonifica nell'area del basso bacino del Chienti furono classificati come di interesse nazionale. Pag. 3Le aree ricomprese nell'ambito di questo bacino comprendono un'area multi-territoriale che, purtroppo, sconta una prima carenza strutturale, ovverosia il fatto che i territori ricadono nell'ambito di cognizione e intervento, dal punto di vista giudiziario penale, di varie procure.
  Per quanto concerne esclusivamente la procura di Fermo, che mi onoro di dirigere, la questione riguarda sostanzialmente, oltre a vari terreni limitrofi, due città: Porto Sant'Elpidio e Sant'Elpidio a Mare; altre città, invece, sono in territori che rientravano nei circondari di procure diverse, come nel caso della stessa Civitanova, che rientra nell'ambito di competenza della procura di Macerata, o di Morrovalle, che mi pare rientri addirittura nell'ambito di competenza del territorio di Ascoli.

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo: c’è una sinergia, un lavoro comune ? Com’è il rapporto tra le varie procure ?

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Devo fare una premessa. Per quanto concerne il basso bacino del Chienti, per i territori di mia competenza, nel 2014, quando mi sono insediato, non c'erano denunce sul punto. Abbiamo ricostruito tutta la materia e sono emerse delle profonde anomalie che mi accingo a porgere all'interesse di questa Commissione, le quali denotano uno spaccato di particolare incidenza dal punto di vista del recupero dei terreni particolarmente caratterizzati da inquinamento ambientale, anche di una particolare gravità. Parliamo, quindi, di un complesso di recupero di queste terre che non è stato ancora attuato, se non parzialmente e solo a livello di progettazione delle bonifiche da attuare. Detto questo, la prima caratterizzazione e classificazione fu quella di interesse nazionale per la bonifica delle terre rientranti dal basso bacino del Chienti. Successivamente, quest'area è stata declassificata, e, da interesse nazionale, è passata a interesse regionale con decreto ministeriale dell'11 gennaio 2013. Perché c’è un sostanziale peggioramento delle condizioni ambientali nell'ambito di questa terra e di questo bacino ? Soprattutto per la presenza di alcuni siti industriali e produttivi calzaturieri, soprattutto, quindi, per le materie trattate, per il tipo di produzione, per la classificazione dei prodotti che si immettono sul mercato; essi producono infatti particolari sostanze nocive per l'ambiente, che hanno poi minato la sanità dei corpi recettori (soprattutto suolo e sottosuolo, corsi fluviali), nell'ambito del sito che ricomprende, appunto, il basso bacino del Chienti. In questo sito, infatti, sono stati trovati, come risulta dalla particolare documentazione tecnica che abbiamo già acquisito, composti organo-alogenati e clorurati che dimostrano un particolare tipo di inquinamento, particolarmente massivo, capace di produrre danno alle falde acquifere. Questo è il problema più grosso che si verifica. Abbiamo, quindi, una contaminazione per i terreni e le particelle ricomprese nell'ambito di questo bacino che sono classificati come tossici, per cui rappresentano, come mi insegnate, il rifiuto più grave dal punto dal punto di vista della patologia ambientale, fino al punto di inquinare i corpi recettori, ossia suolo, sottosuolo e, soprattutto, le acque. L'altra caratterizzazione, anche storica, che mi permetto di rilevare è data dalla particolare diffusività dei composti organo-alogenati e clorurati sul suolo. Questa diffusione si è caratterizzata e prodotta soprattutto per un fatto fisico, ossia per la formazione particolare dei terreni di origine alluvionale sabbioso-ghiaiosa. Con le precipitazioni tutti questi clorurati vengono espansi, per cui aggiungono danno al danno. Al danno, che può essere contenuto con un intervento di bonifica, come è stato del resto ipotizzato e come era anche incluso nell'ambito della classificazione come area di bonifica d'interesse nazionale da parte del Ministero, devono quindi aggiungersi anche le conseguenze dannosissime di questi precipitati. L'altra particolarità importante per l'indagine di Pag. 4carattere penale che l'ufficio ha avviato, riguarda la suddivisione di queste particelle di terreno in due aree: una di carattere privato, con dei siti industriali (abbiamo siti industriali che contemplano marchi particolarmente diffusi in ambito nazionale e internazionale, come Tod's, che pure rientra nell'area del basso bacino del Chienti) e una di interesse pubblico, non sottoposta a interventi industriali.
  Questa particolare patologia ambientale ha comportato tassi di inquinamento rilevanti per pozzi privati e, soprattutto, per i pozzi centrali – questo è grave – degli acquedotti di Montecosaro e di Civitanova Marche. L'effetto a espansione che si era realizzato ha toccato, quindi, le falde acquifere anche dei pozzi centrali, soprattutto quelli degli acquedotti in cui passano acque pubbliche. Con il decreto ministeriale del 2013, quindi con la classazione a livello regionale di questo bacino, si è passati innanzitutto all'individuazione dei siti. Per altro verso, poi, si è auspicato un intervento che si fondasse su quattro importanti tipi di operazione: la messa in sicurezza di emergenza, che poi tratteremo brevissimamente; la bonifica, altro intervento di carattere provvisorio permanente; la messa in sicurezza permanente; infine, il cosiddetto ripristino ambientale, cioè la restituzione a queste terre della propria qualità ambientale, rendendole idonee all'uso cui sono destinate. Che cosa si è fatto ? Qualcosa si è fatto nell'ambito del recupero di queste aree e della bonifica approntata, almeno a livello progettuale. Si è operato, devo dire degnamente – consentitemi quest'avverbio – attraverso un piano di caratterizzazione, che contempla l'analisi delle varie matrici ambientali, ovverossia dei corpi recettori. Si tratta di vedere, curare, sapere, monitorare la qualità del corpo recettore su cui il refluo o il rifiuto contaminante esercita la sua efficacia. La finalità è proprio quella di quantificare il livello di contaminazione. Poi si è proceduto, almeno a livello di normativa, cioè di programmazione di intervento – questo è molto importante poiché risponde a una tecnica idonea e giusta – con la messa in sicurezza di emergenza, cosa che concerne la messa in opera per la salvaguardia delle acque di barriere idrauliche con il sistema tecnologico più moderno, il cosiddetto pump and treat, cioè quel sistema di pozzi piezometrici con emungimento a monte e a valle. Ciò consente di monitorare le acque, trattarle e gestirle come scarico industriale. Abbiamo, quindi, già una classazione di questi rifiuti liquidi come scarico industriale. Questo è importante perché così si consente, attraverso la normativa regionale, che rievoca quella nazionale, che gli scarichi industriali depurati con il sistema pump and treat (di aspirazione, pulizia e filtraggio delle acque) siano immessi nelle acque superficiali o nella pubblica fognatura. In pratica, queste acque inquinanti vengono ripulite e trattate come acque bianche e immesse nella pubblica fognatura, ai sensi della tabella 3 dell'allegato 5 del decreto legislativo n. 152 del 2006, ovvero il testo unico dell'ambiente, la legge nazionale. Faccio ora questa premessa, ma in realtà vedremo come ciò sia attuato soltanto parzialmente, perché manca poi la parte finale: così ripulito, per andare in pubblica fognatura, il refluo deve essere necessariamente autorizzato. L'autorizzazione, infatti, consente da un lato di certificare la bontà, quindi l'igiene e la salute delle acque; dall'altro – fondamentale – di monitorarle, cioè di sapere che cosa accade, o di gestirle come rifiuto liquido da smaltire in idonei impianti. Il rifiuto liquido potrebbe cioè anche, secondo la normativa in vigore, essere preso e portato in impianti di depurazione per essere trattato, a prescindere dal sistema dell'emungimento dei pozzi con il sistema tecnologico del pump and treat. La classazione regionale prevede anche la necessità di una particolare analisi di rischio del suolo: dopo essersi occupata delle acque, si occupa anche del suolo. Siccome si ammette che può essere inquinato anche il suolo, si prevede di intervenire anche su di esso attraverso l'asportazione del terreno. Il Pag. 5terreno inquinato, cioè, viene preso e poi smaltito secondo le procedure negoziate ed individuate dalla legge nazionale.
  Successivamente, abbiamo il processo di caratterizzazione, ovvero quello di monitoraggio e di analisi del rischio, che interviene esclusivamente quando si supera la concentrazione della soglia di contaminazione, CSC, che significa che esiste una possibilità di inquinamento, ma che l'inquinamento non si sarebbe ancora realizzato. Scusate se uso il condizionale, ma siccome giochiamo sulle parole è necessario fissare questi concetti. Quando invece il sito è inquinato, abbiamo lo sfruttamento della concentrazione della soglia di rischio, quindi si applica tutta la procedura inerente ai passaggi intermedi, sino al progetto di bonifica. Qual è, allora, la situazione a livello regionale ? Abbiamo la classificazione delle aree a rischio in tre elenchi. Vi è, innanzitutto, un elenco A, che si compone di 71 siti, dove si ha soltanto il superamento della soglia di contaminazione (si tratta, cioè, di 71 siti passibili di inquinamento, ma il cui inquinamento non è stato ancora perfettamente accertato, ma che costituiscono, comunque, un pericolo per la salute pubblica e sono quindi potenzialmente contaminati). In secondo luogo, vi è un elenco B – cominciamo a salire nel livello di contaminazione – in cui abbiamo 55 siti dove è terminata la procedura di classificazione dell'inquinamento (quindi abbiamo il piano di caratterizzazione, è stata effettuata la messa in sicurezza di emergenza, così come anche l'analisi di rischio); una volta effettuata questa tipizzazione, questi siti sono riconsegnati agli usi legittimi di legge o sono in procinto di esserlo; questo significa che se il sito fosse di proprietà del privato, questo potrebbe stabilirne la finalizzazione o la destinazione che meglio ritiene, questi siti rientrando nell'ambito della più assoluta positività, cioè, non essendo più – una volta che la procedura è stata portata a compimento, con la relativa caratterizzazione, messa in sicurezza o analisi del rischio – dei siti inquinanti. Poi c’è la parte patologica, cioè l'allegato C, con 18 siti da bonificare: sono tanti. In un territorio non vasto, 18 siti da bonificare sono tanti. Le disposizioni normative prevedono la necessità del progetto di bonifica e della sua attuazione. In questo campo, soprattutto per quanto concerne il territorio del circondario che dirigo, vi sono grosse problematiche, presenti anche per l'elenco B, di cui vi dirò tra poco. Ci sono, infatti, progetti di bonifica la cui attuazione non si intravede ancora a distanza di sei o sette anni. La problematica richiede necessariamente l'effettuazione della gara d'appalto, che in sette anni, quanto meno per un sito che poi nomineremo, non è stata ancora portata a compimento.

  PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo ma, per un più proficuo svolgimento dei nostri lavori, avverto che alle 15.00 dovremo sospendere la seduta.

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Passiamo subito alle cose che non vanno. Per quanto concerne i 55 sottositi dell'allegato B, quelli che, terminata la procedura di impatto ambientale – chiamiamola così – sono restituiti ai privati, a necessitare maggiormente di approfondimento dal punto di vista investigativo è quello della Ligmar Gomma, su cui, però, chiederei la segretazione.

  PRESIDENTE. Dispongo la disattivazione dell'impianto audio video.

  (I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Prima di cedere la parola ai colleghi, vorrei sapere se sono in corso delle indagini sul comportamento storico dei vari comuni, se cioè questi abbiano messo in atto tutte le azioni possibili per fermare quest'inquinamento e risalire ai responsabili.

Pag. 6

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Con l'elevata quantità di materiale di cui disponiamo, abbiamo inteso adottare la strategia anzitutto di portare subito all'attenzione del giudice, con ulteriori accorgimenti tecnico-investigativi, la faccenda della Ligmar – quella è forse in uno stato in cui le ipotesi delittuose affiorano in maniera più evidente – e di concentrare tutta l'altra parte in un modello 44, ossia in un fascicolo contenitore con il quale poter passare al vaglio tutte le ipotesi che ho qui menzionato, così come i comportamenti da parte degli organi comunali, che dovevano curare e vigilare il settore.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARIO MORGONI. Vorrei porre alcune questioni molto sintetiche. Al di là delle iniziative assunte recentemente dalla procura, in particolare per quello che può riguardare il caso Ligmar, negli anni sono stati avviati altri procedimenti ? Che tipo di esito hanno avuto ? Sono ancora in corso ?
  Inoltre, relativamente al ruolo degli enti locali, lei ha evidenziato quantomeno delle riserve per quello che riguarda il comune: ritiene che complessivamente ci sia stata negligenza o scarsa volontà di collaborazione da parte degli enti locali nell'evidenziare questa realtà di grave inquinamento del territorio ? Le risulta che, in particolare da parte della provincia ma anche dei comuni, siano stati messi in atto provvedimenti per identificare i responsabili della contaminazione dei singoli siti ? Mi pare che questo possa essere il passo propedeutico per azioni risarcitorie, che non so se siano state avviate. Dico ciò perché, ancora oggi, i costi presi in considerazione per la bonifica sono molto elevati, anche se per alcune parti, soprattutto per la provincia di Macerata, il fenomeno può essere stato un po’ circoscritto. È evidente che i comuni hanno grosse difficoltà e oggi il sito non è più d'interesse nazionale: per le azioni di tipo risarcitorio è stato fatto qualcosa o le risulta qualcosa in questo senso ? Quali sono gli spazi possibili per recuperare risorse e provvedere all'azione di bonifica ?

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Questi accertamenti scontano una circostanza negativa: ho notato che, purtroppo, al mio ufficio non erano pervenute denunce. È stato grazie al vostro stimolo, di cui vi ringrazio tanto, che si sono avviati accertamenti approfonditi sulla situazione, che si profila negativa. Purtroppo non ci sono pervenute nemmeno denunce dell'ARPA e questo è un fatto che accerteremo. Non abbiamo nemmeno potuto avere un'evoluzione della situazione dal punto di vista del controllo giuridico-amministrativo. Abbiamo quindi scontato questa carenza. Oggi stiamo cercando di porvi rimedio, com’è nostro dovere, attraverso una squadra costituita ad hoc, che sta producendo risultati che posso dire che soddisfano, almeno sino a questo punto, ma che devono necessariamente progredire. Per quanto concerne la negligenza o la scarsa volontà di affrontare da parte dei comuni, noto che nell'ambito di queste vicende la materia scorre fino al punto finale. I piani di caratterizzazione, gli interventi per la decontaminazione, così come l'approntamento dei progetti pump and treat, sono attuati: è la parte finale che desta perplessità, cioè il rilascio dei beni nei confronti dei privati. Nel caso della Ligmar c’è stato un confronto tra varie autorità intervenute e c’è stata anche una conferenza di servizi.
  Relativamente a questa decisione – che, consentitemi, senza offesa per nessuno, mi pare inadeguata – credo che forse una maggiore meditazione sul punto avrebbe comportato un diverso interesse; tuttavia non spetta a me dire ciò, posto che mi occupo di altro. Francamente, però, credo che, a fronte di una diffida da parte dell'organo provinciale, il quale ha quanto meno la competenza ambientale, riconosciuta dalla legge costituzionale, Pag. 7un passo indietro forse si possa fare. Anche per quanto concerne i siti da bonificare, i progetti ci sono. Il problema è che non si riescono ad attuare gli appalti, forse per penuria di risorse, ma neanche questa verifica spetta a me (verificheremo relativamente a eventuali condotte dolose, omissive e così via). Per quanto concerne le azioni risarcitorie da parte del comune, non ho nulla da dire perché non conosco la situazione sul punto. Cercheremo di verificarla anche grazie al suo impulso.

  LAURA PUPPATO. In realtà, ci ha risposto nella gran parte all'ulteriore domanda integrativa del collega Morgoni, che avrei voluto farle anch'io. L'unica cosa che mi manca di sapere a questo punto riguarda la permuta a cui accennava. In genere, la permuta avviene in cambio di qualcosa: in cambio di che cosa ? Che tipo di permuta c’è stata ? Ovviamente, non è una regalia !

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Credo che siano stati ceduti altri terreni da parte del privato in altre zone. Ha ritenuto di dar luogo a questa permuta per accorpare terreni...

  LAURA PUPPATO. Altri terreni non inquinati ?

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Rientravano, però, nell'area di inquinamento.

  LAURA PUPPATO. Quelli ceduti ?

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Esatto. Rientravano nell'area ma non erano inquinati; servivano più, senatrice, per quanto concerne il progetto di riqualificazione urbanistica. Servivano, cioè, per poi...

  LAURA PUPPATO. Edificare, certo, abbiamo capito ! È chiaro che un terreno edificabile e un terreno agricolo hanno valori economici al metro quadrato molto diversi. Capisco quanto mi sta dicendo. Non siamo entrati nel merito delle indagini che condurrete, ma correttamente verificherete se ci sia o meno danno all'erario o di altra natura. I terreni ceduti dal privato in cambio degli altri, rientrano nell'elenco A, B o C ?

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Non lo abbiamo ancora appurato. Credo che quelle aree non rientrino in alcuno degli allegati, ma che siano a parte.

  LAURA PUPPATO. Dei 18 siti gravemente inquinati e da bonificare, ne ha citati esattamente...

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Due.

  LAURA PUPPATO. Tre con la discarica comunale: degli altri 15 può dirci qualcosa ?

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Stiamo accertando i fatti.

  LAURA PUPPATO. Siete, quindi, in fase di verifica.

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Certamente, sì.

  LAURA PUPPATO. Quindi, questo nastro deve ancora essere avvolto ?

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. È un lavoro immenso.

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  PRESIDENTE. A nome di tutta la Commissione, siamo ben contenti che la nostra pressione abbia agevolato e fatto scaturire una migliore analisi giudiziaria sui fatti, ma mi lascia un po’ perplesso il fatto che, pur essendo l'inquinamento noto da anni, non siano state strutturate prima delle indagini: quali sono, secondo lei, le cause di ciò ?

  DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Fermo. Dobbiamo verificare se si tratti di negligenza o di altro.

  PRESIDENTE. Ringrazio il nostro ospite per la sua disponibilità. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.