XVII Legislatura

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria

Resoconto stenografico



Seduta n. 21 di Mercoledì 29 aprile 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANAGRAFE TRIBUTARIA NELLA PROSPETTIVA DI UNA RAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE DATI PUBBLICHE IN MATERIA ECONOMICA E FINANZIARIA. POTENZIALITÀ E CRITICITÀ DEL SISTEMA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE

Audizione del presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Elvira Calderone.
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 2 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 2 
Morelli Fulvio , consigliere nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 3 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 4 
Pagano Alessandro (AP)  ... 5 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 5 
Pagano Alessandro (AP)  ... 5 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 5 
Bellot Raffaela  ... 6 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 6 
Bellot Raffaela  ... 6 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 6 
Morelli Fulvio , consigliere nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 6 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 7 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 7 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 8 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 8 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 8 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 8 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 8 
Giorgini Sergio , segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro ... 8 
Portas Giacomo Antonio , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIACOMO ANTONIO PORTAS

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione del presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Elvira Calderone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Elvira Calderone, che purtroppo oggi non può essere presente. Il Consiglio sarà quindi rappresentato dal segretario nazionale, Sergio Giorgini, e dal consigliere nazionale e coordinatore della commissione economia e fiscalità, Fulvio Morelli, che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  L'audizione si inquadra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'anagrafe tributaria nella prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria. Potenzialità e criticità del sistema nel contrasto all'evasione fiscale.
  Do la parola al dottor Giorgini, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimenti.

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Buongiorno a tutti. Ringrazio il presidente per la parola. È con piacere che abbiamo accolto questo invito. Porto il saluto della presidente Marina Elvira Calderone, che si scusa, ma per altri impegni concomitanti non è riuscita a essere presente questa mattina.
  Mi limiterò solo ad alcuni cenni, mentre sarà il collega Fulvio Morelli, coordinatore della Commissione, a entrare nello specifico. Vorrei ribadire che per noi, come categoria appartenente all'area giuridica economica dei consulenti del lavoro, è importantissimo soffermarci sulle tematiche di interesse generale, soprattutto nell'ottica di una razionalizzazione nei confronti dei contribuenti, perché è fuori di ogni dubbio che, negli ultimi anni, siamo passati a un’escalation di adempimenti, nei confronti dei professionisti, ma soprattutto dei contribuenti, che stanno compromettendo l'equilibrio sotto certi profili. Non potendo tornare indietro, perché il futuro non si ferma, è assolutamente necessario incanalare uno sviluppo informatico, telematico e anche dottrinale, che porti a un'effettiva e vera semplificazione, che non significa trasferire gli adempimenti sui contribuenti e sui professionisti.
  Ultimamente si assiste a una sorta di sistema di semplificazione additiva, per cui l'amministrazione pubblica trasferisce adempimenti ad altri soggetti, contribuenti e professionisti – additiva nel senso che, alla fine, nel trasferimento gli adempimenti si raddoppiano. L'amministrazione non si fida dei privati, dunque raddoppia i controlli e gli adempimenti, ma purtroppo sempre a carico dei contribuenti. Pensiamo che in questa autorevole sede tale aspetto vada fatto presente, perché gli Pag. 3adempimenti che il collega illustrerà nello specifico vanno proprio in questo senso.
  Ringrazio di nuovo il presidente e la Commissione per averci dato questa opportunità e cederei la parola al collega, se il presidente lo consente.

  FULVIO MORELLI, consigliere nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Signor presidente, ho il piacere di presentarvi l'elaborato che ci siamo permessi di redigere, cercando di toccare tutti i punti che, come Ordine dei consulenti del lavoro, dovrebbero suscitare l'attenzione e la sensibilità di questa Commissione e degli organi preposti. In particolare, senza entrare troppo nel dettaglio, viste le circostanze, intenderei dare sottolineatura al modello 730 precompilato; argomento che ad oggi sicuramente tocca la sensibilità di tutti. All'interno delle nuove normative che contraddistinguono il 730 precompilato, abbiamo potuto riscontrare, e in altre occasioni sottolineare, alcune storture degli automatismi, proprio in riferimento al ruolo del professionista. Sicuramente, con il 730 precompilato, per la prima volta nel nostro sistema, si è inteso addossare, ai professionisti e ai CAF, alcune responsabilità oggettive circa l'imposta che dovesse essere oggetto di ripresa da parte dell'amministrazione finanziaria; principio che ha riscontrato una difficile e unica impostazione di assicurazione, che per la prima volta si è posta all'attenzione, proprio perché si va ad assicurare un'imposta che, come meglio di me potete condividere, è sempre riferita al contribuente. In questo caso, una responsabilità che si è inteso traslare al professionista e ai CAF è quella di assicurare anche l'imposta che dovesse essere venuta meno da parte del contribuente: un aspetto estremamente importante che intendiamo sottolineare, sia per quanto riguarda il profilo professionale, ma soprattutto a tutela del cittadino. Questo meccanismo infatti potrebbe far sì che si generi un maggior costo per il contribuente perché, laddove le assicurazioni intendessero assicurare questo rischio, non farebbero altro che aumentare i costi.
  Tra gli altri punti, a completamento della memoria sottoposta alla vostra attenzione, ritengo debba essere considerato quello sugli studi di settore, argomento estremamente importante che coglie la nostra sensibilità, perché, in ossequio a quello che diceva il collega Giorgini, sulla disponibilità del nostro ordine a condividere e a farsi parte attiva del programma di modernizzazione, anche nei rapporti fra amministrazione e contribuente, intenderemmo che gli studi di settore fossero più concretizzati rispetto alla situazione attuale. Molto spesso si sbandierano gli studi di settore, però non vediamo una loro concretezza, che li porti ad essere un aspetto diretto, con riferimento alla situazione reale: a tal fine, i correttivi stabiliti risultano blandi.
  Vista la premessa, intendo rimandare ai vari punti della nostra memoria. Il primo riguarda la certificazione unica e il modello 770. Anche da questo punto di vista, vi è un aspetto innovativo, che abbiamo inteso schematizzare perché, come si può ben evincere, vi è una serie di ulteriori aggravi, con il sistema sanzionatorio che per la prima volta si è posto in essere. Peraltro, a nostro modo di vedere, la certificazione unica è anche stretta nei tempi. Come sapete meglio di me, infatti, è stato dato un termine di presentazione molto vicino a quello che era in precedenza il termine del CUD: ravvisiamo difficoltà nel poter rispettare tale termine e vi abbiamo dato rilievo. Abbiamo voluto fare un confronto fra il sistema del 2014 e quello del 2015 perché, come si può ben evincere, prima vi era soltanto un inserimento nel modello CUD di lavoro dipendente assimilato, mentre ora deve essere integrato con altre notizie molto più capillari e importanti. La trasmissione della dichiarazione non era prevista, perché essa veniva consegnata e costituiva elemento costruttivo del modello 730 o della dichiarazione dei redditi. In questo caso invece c’è l'obbligatorietà di trasmissione entro il 7 marzo. I dati 2015 per la certificazione unica sono molto più numerosi rispetto a quelli del 2014 e vanno dichiarati, per la ricezione del 730-4, sempre Pag. 4in forma telematica. Le sanzioni – un aspetto molto importante, come dicevo nella premessa – prima non erano previste, mentre oggi sono fissate a 100 euro, una sanzione estremamente importante, e i termini sono rimasti gli stessi. Ho dato precedenza al 730 perché riteniamo sia il punto più importante da portare alla vostra attenzione.
  Quanto alla fatturazione con la pubblica amministrazione, l'obbligatorietà, mentre si può ben comprendere per l'azienda strutturata e organizzata, mal si addice alle piccole e medie aziende, che probabilmente troveranno enorme difficoltà nel seguire questo adempimento. A proposito della fatturazione elettronica, mi fa piacere sottoporre alla vostra attenzione un'iniziativa lodevole cui il Consiglio dell'Ordine ha dato vita, fornendo a tutti gli iscritti la possibilità di effettuare questo adempimento, per loro e per i propri clienti, avvalendosi della gratuità del supporto elettronico per un periodo di sei mesi. Come dicevo prima, secondo noi tale adempimento dovrebbe essere scremato per alcune tipologie di contribuenti che effettivamente possono avere grosse difficoltà.
  Per quanto riguarda gli studi di settore, mi sono già permesso di portare alla vostra attenzione la nostra impostazione.
  Sul POS e la limitazione all'uso del contante, siamo fermamente convinti che si debba andare non dico verso una completa eliminazione, ma quanto meno a una riduzione del circolante; il che, però, deve essere fatto con una certa logicità, perché anche in questo caso, installare i POS per le piccole e medie aziende, e anche per i professionisti, consiste in un aggravio di costi nella gestione.
  Anche lo spesometro è un argomento estremamente importante, perché consiste, come sapete meglio di me, nella trasmissione di operazioni da portare periodicamente a conoscenza dell'amministrazione finanziaria. Tale ulteriore obbligatorio adempimento stride con norme già esistenti, come quelle che disciplinano la tracciabilità di operazioni al di sopra di mille euro, per cui l'amministrazione finanziaria ha già notizie in tal senso. Non dimentichiamoci inoltre che l'amministrazione finanziaria, in virtù degli ultimi provvedimenti, ha immediatamente notizia, accedendo alle banche dati, bancarie e di altre fonti, di tutti i movimenti del contribuente, per cui un ulteriore e generalizzato adempimento dello spesometro sarebbe sicuramente un ulteriore aggravio degli obblighi.
  L'ultimo punto concerne l'esigenza di semplificazione per i tributi comunali, ma anch'esso, sicuramente minimale rispetto all'esposizione che vi abbiamo sottoposto, è da inquadrare in una normalizzazione e organizzazione del sistema.

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Presidente, se consente, vorrei soffermarmi su un aspetto fondamentale che sta emergendo, ovvero quello del sistema delle sanzioni, cui ha accennato il collega, in particolare sotto due profili. Secondo la nostra opinione, già manifestata, riteniamo incostituzionale il trasferimento di una responsabilità dell'imposta a carico del professionista, o del CAF, a meno che non muti contestualmente il soggetto passivo di imposta. Del resto, se prima l'imposta era a carico del percettore del reddito dovrebbe esserlo anche dopo, al di là delle sanzioni e degli interessi. Sempre in ordine alle sanzioni, altro profilo molto importante è che, nella circolare 6E dell'Agenzia delle entrate, viene esclusa la possibilità del ravvedimento operoso. Orbene, a nostro avviso, una corretta lettura del decreto legislativo n. 472 del 1997 non consentirebbe tale esclusione stante l'indicazione secondo cui tutti i tributi sono ravvedibili, salvo quelli espressamente esclusi. Le ipotesi in esame non sembrano integrare un'esclusione espressa.
  Tale aspetto per noi è molto importante e teniamo a sottolinearlo in questa sede perché a nostro avviso avrà enormi riflessi. Mi permetto solo di fare un esempio pratico. Se un contribuente si accorge di non aver versato 10.000 euro di imposte, se dopo il 30 ottobre ne risponde il professionista o il CAF, quale interesse Pag. 5avrebbe a fare una dichiarazione integrativa ? Vi è qualcosa di anomalo se in assenza di versamento, dopo alcuni mesi dalla scadenza vi è un ribaltamento del soggetto responsabile dell'obbligazione. Senza entrare nel merito delle scelte del Parlamento, occorre perlomeno stabilire o ribadire, in modo espresso, che è possibile fare un ravvedimento operoso. L'Agenzia delle entrate, allo stato, sembra contraria. Talora la motivazione è stata che non c'era tempo per fare le spedizioni del 730 nei tempi tecnici necessari: mi riesce difficile comprendere che non è possibile applicare una norma, perché non c’è tempo. Occorre intervenire su questo aspetto, onde non prestare il fianco non dico a eventuali errori, ma a comportamenti poco lineari, nel caso in cui, per esempio, qualcuno si sia accorto dell'errore, non abbia versato e rimanga silente nell'attesa che trascorrano i tempi per il mutamento della responsabilità della obbligazione anche per la stessa imposta e non solo per le sanzioni e gli interessi. Anche i Lloyd's di Londra si sono chiamati fuori dalla copertura di simile responsabilità: d'altra parte, perché si dovrebbe fare un'assicurazione per assicurare le proprie imposte ? Nelle proposta che ci stanno presentando ci sono franchigie e rivalse a nostro carico per il 25 per cento; il che mette una miriade di piccoli professionisti in condizione di non procedere proprio, talmente sono alti i rischi.

  ALESSANDRO PAGANO. Il documento è ben strutturato, quindi complimenti, perché mette ordine alle questioni. Sono tutti argomenti che conosciamo bene, però sentire il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro che reitera queste tesi, in maniera chiara e con documenti ufficiali, certamente ci consente di acquisire maggiore autorevolezza rispetto ai ragionamenti fatti, perché è chiaro che in larga parte sono condivisi.
  Ad esempio, sugli studi di settore, è chiaro che abbiamo l'esigenza di intervenire sotto un profilo legislativo. Voi fate delle proposte, ma sarebbe stata interessante la presenza del vostro presidente, perché presiede anche il CUP, il Consiglio unitario delle professioni. Vorrei sapere – non so se ne siete a conoscenza e quindi se siete in grado di riferirci – se questo tipo di orientamento, che avete espresso in maniera chiara come consulenti del lavoro, sia anche quello del CUP, di tutte le professioni, e dunque di 2 milioni di professionisti, perché, voi, con il massimo rispetto, siete 27.000; mentre i commercialisti sono 100.000, e la pensano come voi. Ad ogni modo, è chiaro che il ragionamento acquisirebbe un potere contrattuale di gran lunga più ampio.

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Su questo aspetto non posso impegnare la presidente tantomeno il CUP, ovviamente. Posso solo dire che, da interlocuzioni in diverse sedi istituzionali, si tratta di un'idea trasversale a tutti, perché tutti stiamo parlando di questo studio di settore che, di fatto, sta forfetizzando il sistema del reddito...

  ALESSANDRO PAGANO. Ma poi è una forma di ricatto.

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. È una forma di «ricatto», soprattutto per le piccole realtà. Bisogna infatti sfatare un mito: i professionisti, nella stragrande maggioranza dei casi e specialmente i giovani hanno serissime difficoltà a inserirsi sul mercato. È difficilissimo potersi strutturare. Non vi è alcuna certezza che dopo il primo anno, si riesca ad avere un reddito. I primi anni, per un libero professionista che lavora sul rapporto fiduciario – non dimentichiamo mai che il rapporto tra un professionista e il proprio cliente è un intuitu personae – non sono facili. Va peraltro evidenziato che anche gli anni successivi di attività non consentono sempre di rispettare i parametri degli studi di settore. Nessuno contesta lo strumento in quanto tale, però bisogna strutturarlo e parametrarlo alla realtà effettiva del Paese. Penso che la stragrande maggioranza Pag. 6dei professionisti sia su questa linea. Ribadisco però che non ho la facoltà di impegnare la presidente.

  RAFFAELA BELLOT. Un ringraziamento anche da parte mia perché, sebbene in maniera concentrata, avete toccato i punti critici di questa riforma e di questi cambiamenti.
  Tornando alla tematica evidenziata, lo spesometro presenta criticità e difficoltà. Sta diventando – uso forse una parola pesante – una forma vessatoria di gestione e controllo delle attività e va sicuramente rimodulato; su questo credo che dovremmo anche noi fare delle valutazioni.
  C’è un passaggio in particolare, dove evidenziate, oltre alle criticità emerse in altri audizioni, come relativamente al 730 precompilato – sto tornando all'inizio del vostro intervento – vi siano difficoltà legate in particolare agli oneri che vanno a ricadere sul professionista, ma più probabilmente sull'utente che si troverà ad avere a che fare con questo carico. Questa osservazione viene fortemente portata avanti, sia per i professionisti, ma anche per i cittadini, quando dovranno rivolgersi ai professionisti stessi; tra l'altro, sarà compresa anche quella parte che prima non aveva alcun onere. Una parte dei cittadini infatti non doveva fare il controllo, poteva utilizzare gratuitamente il servizio di supporto; e questa è una cosa su cui dovremmo ancora lavorare.
  C’è un passaggio in cui credo sia concentrata tutta la risposta che date. Mi riferisco alla seguente frase: «Non essendo state facilitate le norme che determinano la tassazione di un reddito o la detraibilità/deducibilità di un costo», che si trova alla terza pagina, dopo la tabella. Quindi, secondo voi, manca a monte, ancora, una chiarezza sulla fiscalità in genere ? La frase che ho letto vuol dire, forse, che al di là del modello 730 precompilato e dei dati che vengono caricati o meno – sappiamo che una parte di dati ancora manca – non c’è ancora chiarezza sul sistema fiscale ? Dobbiamo pertanto lavorare molto a monte, al di là del cartaceo, al di là di programmi che ricevono dati e al di là del discorso telematico ?

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Ovviamente sì.

  RAFFAELA BELLOT. Mi sembra che voi impostiate il problema, a monte, su una carenza normativa di chiarezza fiscale.

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Le assicuro che da trent'anni a questa parte, per ciò che posso dire io, la chiarezza non c’è mai stata, ma oggi siamo sicuramente in una giungla normativa tale che chiunque potrebbe sostenere il contrario di quello che viene affermato. Se andiamo a scandagliare il sistema tributario, infatti, si troverà sempre qualche norma che possa smentire la precedente.
  Per il 730, è importante anche sottolineare la grande perdita economica che avranno i singoli cittadini, laddove abdicheranno ad avvalersi di determinate deduzioni per non riaprire il 730. La Svezia ci ha messo ventisei anni per mettere a punto l'acquisizione di questi dati, lascio immaginare quanti ce ne vorranno per noi. Ad ogni modo, non è pensabile che errori riguardanti, ad esempio, il certificato di residenza, il cambio di indirizzo, o il numero civico, che non incidono minimamente sul quantum del dovuto, possano creare problemi sanzionatori, almeno in questa prima fase. Peraltro, molti dei dati che arrivano alla pubblica amministrazione, acquisiti da qualsivoglia tipologia di fonti – va detto chiaramente – forse non sono perfettamente in linea o puliti, con evidenti ricadute sanzionatorie. Il collega saprà spiegare questo punto meglio di me, ma penso che si dovrà prestare significativa attenzione.

  FULVIO MORELLI, consigliere nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Mi permetto di dare un ulteriore aiuto alla sua interpretazione. Quando si sbandiera Pag. 7la semplicità del modello 730, a nostro modo di vedere bisogna esattamente inquadrare in cosa sia consistita questa semplificazione. È stato più volte posto all'attenzione che arrivava il modello precompilato a casa dei pensionati e dei dipendenti, che ne sono la maggior parte dei fruitori. Ci fa piacere sviscerare di che cosa si tratti. Ebbene, il modello non arriva a casa per posta, ma il pensionato, con tutte le difficoltà legate all'interpretazione degli strumenti moderni, si dovrebbe dotare di un PC, collegarsi all'Agenzia delle entrate, farsi fornire un PIN e scaricare il proprio modello precompilato. È dunque bene capire in concreto di cosa stiamo parlando. Non lo vediamo come uno strumento particolarmente innovativo e di grossa semplificazione. Addirittura, ci può sembrare strano che si vada a rivolgere a quella platea. Ne servirebbe una avvezza agli strumenti informatici, ma il pensionato non è sicuramente il riferimento giusto in questo senso. Non vorremmo, inoltre, che dire che una volta arrivato il 730 precompilato si procede alla sua accettazione o meno, sia interpretato come una semplificazione dell'amministrazione, nel senso che di fronte a una problematica, nel dover prendere il 730 e integrarlo con le eventuali spese mediche, sicuramente l'onere deducibile più usuale per i fruitori del 730, si lasci perdere e non si usufruisca neanche di queste agevolazioni. In definitiva, lo vediamo non come una «semplificazione», ma come un aggravio del sistema.

  PRESIDENTE. Vorrei svolgere anche io due considerazioni. In questa Commissione ci siamo occupati spesso, in questo anno, di precompilato e di fatturazione elettronica. Devo ammettere che il 730 precompilato non ci fa innamorare. Non ci è piaciuto e conosciamo tutte le difficoltà che si pongono. La più importante, insieme a tante altre, è quella che qualsiasi cittadino, piuttosto che rivedere il 730, se ha una spesa medica che equivale alla stessa cifra da pagare se si va al CAF, si comporta in una certa maniera. Penso che sia il punto nodale su cui dovremmo confrontarci e di cui dovremmo parlare con la dottoressa Orlandi, perché in questi giorni riceviamo tante doglianze su questa vicenda, in particolare il sottoscritto. Il ragionamento è banalissimo: si accetta il 730, perché se no si deve spendere per la detrazione delle spese mediche, andando a un CAF, fare la coda e prendere un appuntamento. Questo è un fatto oggettivamente da rivedere, ma bisogna anche ammettere che è la prima volta. Penso che questo sistema vada sperimentato e migliorato. Quanto alla possibilità di farlo on line, è vero che tanti anziani non riescono, ma tante altre persone ormai sono in grado di procedere. Insomma, l'informatica deve entrare per forza nel nostro uso, se vogliamo essere un Paese europeo.
  Sugli studi di settore invece non sono molto d'accordo con voi, nel senso che oggi avrete anche ragione voi e forse alcuni studi non sono così perfetti nel fotografare il sistema delle professioni, però bisogna anche essere onesti e dire che in Italia c’è stata un'evasione fiscale tale da portarci a questi livelli; e su quello tutti quanti dobbiamo pagare il conto. Non ho assolutamente nulla contro gli studi di settore o contro i giovani professionisti, però è un dato di fatto. Non sta a me dire quale sia l'evasione fiscale in Italia. Difficilmente è stata cagionata dai dipendenti pubblici, o dai dipendenti in generale, ma da qualche parte è arrivata.
  Spero che si capisca che in questo momento gli studi di settore vadano rivisti, però sarà molto difficile per uno Stato come l'Italia fotografare in maniera millimetrica la situazione. È impossibile, se non ci mettiamo qualcosa di nostro, nel senso di italiani, di umanità, di Stato civile, di senso dello Stato, per fare studi di settore approfonditi. Ci saranno anche giovani professionisti che non riescono a stare dentro questo inquadramento, ma ci sono anche tanti professionisti che sappiamo bene, da nord a sud, che cosa hanno fatto in questi anni.

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Gli studi di settore hanno una funzione di Pag. 8comportamento per così dire «spintaneo». Alla luce di quello che ha detto sono sicuramente utili, ma l'importante è tararli nella giusta misura, perché come tutte le cose standardizzate creano qualche problema.

  PRESIDENTE. Difficilmente un dipendente della Fiat avrebbe potuto evadere, mentre in questi anni il professionista ha un po’ approfittato della situazione italiana; e adesso ne paghiamo il prezzo. Quanto ai doppi lavori, alla fine dei conti avranno anche un peso, però ricordo che dieci o quindici anni fa, quando mi occupavo della materia, vi erano studi importanti che dichiaravano cifre assolutamente...

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Lo studio di settore ha una funzione di semi forfettizzazione del reddito, volta principalmente a combattere l'evasione, che tenendo conto delle limitate forze dell'amministrazione consentono comunque di livellare un certo tipo di comportamento. Dal punto di vista pratico è sicuramente utile; dal punto di vista dell'equità qualche volta un po’ meno.

  PRESIDENTE. Sul 730, lo dico anche ai componenti della Commissione, bisogna oggettivamente riparlare con la dottoressa Orlandi.

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Si pensi a un sistema sanzionatorio almeno transitorio.

  PRESIDENTE. Sento in questi giorni tante persone che fanno il 730 e sta diventando un problema.

  SERGIO GIORGINI, segretario nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. È un problema serio. Un collega mi diceva di aver sbagliato un file – perché il software non l'aveva generato – con cinquecento invii massivi. Con un errore siffatto, a cento euro ciascuno, sono 50.000 euro. L'assicurazione peraltro non copre, perché c’è una franchigia sopra i cento euro cadauno: ci si ritrova così a dover pagare 50.000 euro solo perché un software non ha generato un file: tutto ciò chiaramente crea sconcerto, comprensibile per il fatto che siano le prime applicazioni pratiche, come peraltro in maniera molto onesta ha detto il presidente. Il futuro non si ferma, però ogni novità ha bisogno del suo tempo per sedimentarsi.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.10.