Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUI FLUSSI MIGRATORI IN EUROPA ATTRAVERSO L'ITALIA, NELLA PROSPETTIVA DELLA RIFORMA DEL SISTEMA EUROPEO COMUNE D'ASILO E DELLA REVISIONE DEI MODELLI DI ACCOGLIENZ
Audizione del prefetto di Bolzano, dottoressa Elisabetta Margiacchi.
Ravetto Laura , Presidente ... 3
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 4
Ravetto Laura , Presidente ... 6
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 6
Ravetto Laura , Presidente ... 6
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 6
Ravetto Laura , Presidente ... 6
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 6
Ravetto Laura , Presidente ... 7
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 7
Ravetto Laura , Presidente ... 7
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 7
Ravetto Laura , Presidente ... 7
Brandolin Giorgio (PD) ... 7
Conti Riccardo ... 7
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 7
Ravetto Laura , Presidente ... 8
Arrigoni Paolo ... 8
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 8
Arrigoni Paolo ... 8
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 8
Arrigoni Paolo ... 8
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 8
Arrigoni Paolo ... 8
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 8
Arrigoni Paolo ... 8
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 8
Arrigoni Paolo ... 8
Ravetto Laura , Presidente ... 8
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 8
Arrigoni Paolo ... 8
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 8
Ravetto Laura , Presidente ... 9
Scibona Marco ... 9
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 9
Ravetto Laura , Presidente ... 9
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 9
Ravetto Laura , Presidente ... 9
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 9
Ravetto Laura , Presidente ... 9
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 9
Scibona Marco ... 9
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 9
Scibona Marco ... 9
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 9
Ravetto Laura , Presidente ... 9
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 9
Ravetto Laura , Presidente ... 9
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 9
Ravetto Laura , Presidente ... 10
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 10
Ravetto Laura , Presidente ... 11
Brandolin Giorgio (PD) ... 11
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 11
Brandolin Giorgio (PD) ... 11
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 11
Brandolin Giorgio (PD) ... 11
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 12
Brandolin Giorgio (PD) ... 12
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 12
Brandolin Giorgio (PD) ... 12
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 12
Brandolin Giorgio (PD) ... 12
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 12
Brandolin Giorgio (PD) ... 12
Margiacchi Elisabetta ... 12
Brandolin Giorgio (PD) ... 12
Margiacchi Elisabetta , prefetto di Bolzano ... 12
Ravetto Laura , Presidente ... 12
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA RAVETTO
La seduta comincia alle 9.15.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito).
Audizione del prefetto di Bolzano, dottoressa Elisabetta Margiacchi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del prefetto di Bolzano, dottoressa Elisabetta Margiacchi, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui flussi migratori in Europa.
Buongiorno, prefetto, grazie di essere qui tra noi. Lei conoscerà il Comitato Schengen, un Comitato bicamerale composto quindi da senatori e deputati, ci occupiamo della vigilanza dell'accordo di Schengen, quindi in particolare dei flussi migratori e naturalmente anche della vigilanza su Europol.
Nell'ambito di questa indagine conoscitiva abbiamo insistito anche sulla possibilità di applicare delle normative che determinino una reale condivisione degli oneri e delle responsabilità nell'ambito europeo, quindi abbiamo affrontato normative come il Regolamento di Dublino III, la possibilità di deroga insita nello stesso Regolamento, l'applicazione di direttive che determinino la possibilità su base volontaria degli Stati europei dell'accoglienza.
Abbiamo visto che anche il Governo sta tentando di fare degli sforzi in tal senso, naturalmente noi vogliamo contribuire con le nostre audizioni, sentire il parere di tutti e anche avere una visione sull'atteggiamento degli altri Stati europei.
Per noi, lei è quindi determinante non soltanto per il suo ruolo istituzionale, ma anche per la sua posizione territoriale. Prima di lasciarle immediatamente la parola, mi permetto di delineare alcuni punti su cui mi piacerebbe che lei ci desse delle indicazioni, punti che ho già discusso con i commissari precedentemente e che ci pervengono anche da notizie di stampa. Farò quindi forse delle dichiarazioni che non sono completamente esatte o complete, per cui la prego eventualmente di rettificarle o comunque integrarle.
Il primo punto su cui vorremmo una sua riflessione è relativo al transito dei profughi nella provincia di Bolzano e alla reintroduzione di controlli alle frontiere da parte dell'Austria.
Nell'ambito della nostra indagine conoscitiva è stata richiamata la nostra attenzione sul rispetto del principio della libera circolazione delle persone nell'area Schengen e della normativa europea relativa all'abolizione dei controlli sistematici alle frontiere interne.
Apprendiamo tuttavia da notizie di stampa, in particolare da Il Corriere della sera del 25 aprile 2015, che si sono verificati momenti di tensione alla stazione di Bolzano, dove il 24 aprile sarebbero arrivati almeno un centinaio di profughi, la maggior parte eritrei. Sarebbero stati bloccati dalle pattuglie di frontiera italo-austriache, che controllano i convogli diretti a nord, e i migranti avrebbero preso d'assalto il treno successivo, un eurocityPag. 4diretto a Monaco di Baviera (questo secondo quanto abbiamo appreso dalla stampa).
Tale situazione sembrerebbe ripetersi frequentemente lungo la linea del Brennero, tanto che le associazioni umanitarie distribuiscono generi di prima necessità nelle stazioni. Nel caso dell'Austria, inoltre, da quanto emerge nell'ambito del Comitato, sarebbe pratica costante delle autorità di polizia austriaca effettuare controlli a tappeto lungo la frontiera con l'Italia, per fermare l'esodo di profughi verso nord, con il respingimento di persone che attraversano la frontiera austriaca dall'Italia.
Sempre secondo quanto riportato dalla stampa, in particolare dal quotidiano Alto Adige del 20 settembre 2014, anche nei mesi scorsi il Governo austriaco avrebbe minacciato di uscire dall'area Schengen nel caso in cui proseguisse il flusso di profughi dall'Italia verso l'Austria.
Il Prefetto Morcone, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno che noi abbiamo audito recentemente, ci ha invece riferito che il tema sarebbe invertito, poiché sarebbe dall'Austria che arrivano attraverso Tarvisio i profughi che percorrono la rotta balcanica, dopo aver attraversato il Kosovo, la Serbia e la Slovenia.
Le chiediamo quindi, per quanto di sua competenza, di fornire al Comitato più approfonditi elementi di informazione, di fare la sintesi di queste posizioni e descriverci cosa succede.
Il secondo punto riguarda le procedure e i criteri di ripartizione utilizzati per la distribuzione dei profughi nella provincia di Bolzano. Dai dati forniti recentemente al Comitato dal Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, sempre dal Prefetto Morcone che abbiamo audito il 25 marzo 2015, risulterebbero essere stati accolti circa 80.000 profughi e rifugiati e di questi 20.500 risulterebbero assistiti dallo SPRAR degli enti locali.
Per far fronte al notevole afflusso di migranti verificatosi in questi giorni, in una situazione che vede i centri di accoglienza quasi al limite della capienza, i prefetti italiani sarebbero stati invitati a reperire nuove strutture nei territori di loro competenza. Sappiamo che la Giunta provinciale di Bolzano ha discusso di ulteriori iniziative di intervento anche a fronte di nuovi arrivi e che il problema riguarda anche l'Austria, quindi le chiediamo di fornire al Comitato – naturalmente nei limiti delle sue competenze – maggiori e dettagliate informazioni sul numero di profughi ospitati nella provincia di Bolzano, sulle procedure e sui criteri di ripartizione utilizzati.
L'ultimo punto è relativo a un tema a cui il Comitato presta particolare attenzione, che è quello dei minori non accompagnati, tema delicatissimo per i comuni perché è tutto sulle loro spalle. Abbiamo già audito il presidente dell'ANCI, Piero Fassino, che ci aveva già anticipato la presentazione di un piano ANCI relativo al tema, ora sappiamo che ha annunciato la presentazione del Piano ANCI per l'immigrazione, che prevedrebbe l'istituzione di luoghi di passaggio durante la fase intermedia tra lo sbarco e la destinazione finale nei comuni. Su questo tema le chiediamo di fornire al Comitato delle riflessioni.
Lascio la parola al Prefetto di Bolzano, Elisabetta Margiacchi.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Grazie, Presidente Ravetto, per questo invito, spero che i miei riferimenti possano essere utili per un migliore e più puntuale inquadramento del fenomeno dinanzi al quale ci troviamo.
Comincerei, se mi è consentito, dal secondo punto, il sistema di accoglienza in Alto Adige, per entrare poi in corpore vivo per quanto riguarda il transito di profughi provenienti dall'Austria.
Come è noto, l'Alto Adige ha un assetto ordinamentale specifico ed autonomo. Nel quadro dell'articolo 117 della Costituzione, che conferisce allo Stato la competenza primaria in materia di immigrazione e ordine pubblico, si innesta la normativa provinciale con lo statuto n. 670 del 1972 e le varie norme di attuazione.
La provincia, in virtù di una di queste norme, si riserva le competenze in materia Pag. 5di assistenza e beneficenza. Sgombrando momentaneamente il campo dal concetto di beneficenza, che non è quello di primario interesse in questo momento, mi concentrerei sull'assistenza. Ci sono due binari paralleli e sincronici in Alto Adige, secondo i quali la provincia garantisce assistenza a cittadini residenti in loco sia italiani che non – mi riferisco a forme di emolumenti per indennità di accompagnamento e sussidi e quant'altro –, mentre allo Stato sono riservate la gestione dell'immigrazione e tutte le attività ad essa correlate.
In virtù delle norme statutarie e delle norme di attuazione e secondo le linee che sono tracciate dal Ministero dell'interno nel piano nazionale in materia di immigrazione, si articola il sistema di accoglienza. Io lavoro in Alto Adige da circa sedici mesi e a mio parere tale sistema tiene efficacemente e risponde alle esigenze e alle richieste degli uffici centrali.
In virtù di una norma statutaria la provincia è chiamata, d'intesa con lo Stato e su richiesta dello Stato stesso (mi riferisco al decreto legislativo n. 495 del 1998) a mettere a disposizione delle strutture a titolo gratuito, strutture nelle quali accogliere i migranti, ed è quello che sta avvenendo da tempo, cioè dall'inizio dell'operazione Mare Nostrum. Da allora noi abbiamo accolto e assistito 916 migranti.
È ovvio che rispetto a molte province il numero è piccolo, ma chiaramente va rapportato all'estensione territoriale di un territorio a preponderante configurazione montuosa, e alla densità della popolazione, circa 515.000 abitanti. Apro una brevissima parentesi per evidenziare che in quest'ambito di popolazione vi sono, tra comunitari e non comunitari, soggiornanti oltre 46.000 stranieri, la maggior parte ben inserita nel tessuto sociale ed economico, in virtù anche del tenore delle norme statutarie.
Riprendendo il discorso dell'accoglienza, questa ha riguardato 916 profughi, che in prevalenza e soprattutto nella prima fase dei flussi di arrivo erano eritrei, siriani e poi gambiani. Gli eritrei e i siriani hanno un indice di permanenza sul territorio estremamente basso e tendono a spostarsi il prima possibile verso i Paesi del nord Europa (Germania e anche più a nord), dove molto frequentemente hanno parenti o comunque comunità disposte ad accoglierli.
Sono oggi assistiti dal Ministero dell'interno nelle strutture attive a Bolzano 338 migranti, che al momento – ovviamente l'immigrazione è un fenomeno in continuo movimento e analogamente noi dobbiamo adattare il dispositivo di accoglienza alle esigenze che via via si profilano – sono distribuiti fra 3 strutture insistenti in Bolzano che ne accolgono 324 e una in Merano, che ne accoglie 14.
Mi preme aggiungere che gli screening sanitari dei migranti vengono eseguiti subito al loro arrivo e che anche i foto segnalamenti avvengono con maggiore rapidità possibile, fermo restando che taluni migranti rifiutano di essere foto segnalati, in quanto il foto segnalamento comporterebbe automaticamente un obbligo di permanenza sul territorio italiano sino alla conclusione dell'iter di riconoscimento dello status di rifugiato o di una delle forme di protezione previste dalla disposizione vigente.
Il sistema si basa poi su uno strumento negoziale, un accordo che è stato stipulato, secondo le linee fornite dal mio Ministero, tra il commissariato del Governo e la provincia di Bolzano, in ragione dell'articolo di legge prima citato del decreto legislativo n. 495, in quanto la provincia mette a disposizione la struttura, noi stipuliamo la convenzione con la provincia di Bolzano, la provincia individua i gestori della struttura stessa, che però operano secondo le linee dettate dal Ministero dell'interno che attraverso i nostri uffici svolge funzioni non solo di supporto, ma anche di controllo sulla qualità dei servizi forniti.
È ovvio che il flusso di migranti nel tempo è stato esponenziale. In questo incremento esponenziale si inserisce il discorso del transito di migranti dall'Austria, accentuatosi soprattutto negli ultimi tempi. O meglio, più che di transito, parlerei di riammissioni passive dall'Austria.
Il discorso Italia-Austria si fonda su un accordo bilaterale siglato a Vienna il 7 novembre 1997 ed entrato in vigore il 1oPag. 6aprile 1998. L'accordo sancisce e descrive le dinamiche da applicare per quanto riguarda le ammissioni e le riammissioni di migranti che non hanno una posizione formalizzata sul territorio, ma sono in transito attraverso il territorio europeo.
L'accordo madre ha avuto poi due intese successive tra Governi, una il 27 ottobre 1999 tra Governo italiano e Governo austriaco, e da ultimo un verbale di intesa esecutiva del 10 maggio 2012, che è stato sottoscritto dal questore pro tempore, dal dirigente pro tempore della Quarta zona polizia di frontiera e dal rappresentante della regione Tirolo.
L'accordo bilaterale è stato costruito in maniera tale, volendo dare una sintesi, come tutte le sintesi necessariamente grossolana, da evitare massicci stazionamenti in Austria o passaggi non regolamentati in Germania. Gli articoli dell'accordo che disciplinano le riammissioni sono il 5 e il 6, e per motivi di semplificazione si parla nel nostro quotidiano linguaggio di riammissione formale e riammissione informale.
La riammissione formale, quella contemplata dall'articolo 5, prevede degli adempimenti procedurali tra Stato che richiede la riammissione e Stato che deve riaccogliere lo straniero, e ovviamente contempla anche una procedura un po’ più lunga, in virtù di questi approfondimenti istruttori sulla posizione, sui dati identificativi, sull'accertamento se lo straniero sia stato identificato in Eurodac, ed entro 8 giorni lo Stato che deve pronunciarsi sulla sussistenza dei presupposti per la riammissione deve assumere la determinazione finale.
PRESIDENTE. Scusi, facendo un esempio concreto: un migrante passato in Austria dall'Italia...
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Con questo siamo alla riammissione formale, presidente, quindi l'Austria chiede all'Italia la riammissione.
PRESIDENTE. ... Cosa chiede ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Lo straniero passato in Austria da una frontiera marittima, terrestre o ferroviaria che ad avviso delle autorità austriache è irregolare, non ha titolo, deve essere riammesso in Italia anche alla luce dell'articolo 13 del Regolamento di Dublino, quindi l'Italia accerta la sussistenza di questi presupposti ed entro 8 giorni riaccoglie lo straniero.
Ciò che si verifica più di frequente è la riammissione cosiddetta «informale», più rapida, che si dispiega nell'arco delle 24 ore. Se poi, per motivi di particolare delicatezza o eccezionalità, le 24 ore vengono superate, l'Austria deve trattenere il migrante per effettuare questi accertamenti.
È di questi giorni il caso diffuso dalla stampa locale di 70 migranti, in ordine ad alcuni dei quali vi erano delle perplessità sulle condizioni di salute per possibili casi di scabbia, e l'Austria ha correttamente svolto questi accertamenti trattenendo i migranti, quindi non ha determinato la riammissione in Italia nelle 24 ore. Qual è la ricaduta primaria di questa condizione normativa e convenzionale ?
PRESIDENTE. Scusi, se posso interromperla, è più frequente che sia l'Austria a richiedere una riammissione passiva all'Italia o il contrario, cioè quali sono i rapporti tra i due Stati rispetto alle condizioni dei migranti o degli immigrati senza titolo ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Stando ai dati che ho acquisito dall'autorità di polizia, dalla questura di Bolzano, è più frequente la riammissione passiva, quindi la riaccoglienza da parte nostra di migranti, e questo fenomeno si concentra soprattutto nei mesi estivi ed autunnali: nel 2012 652, nel 2013 1.801, nel 2014 4.515, nel 2015 297.
Per fornire qualche ulteriore elemento conoscitivo, l'accordo bilaterale e le intese successive circoscrivono anche le modalità attraverso le quali queste riammissioni avvengono e le modalità si ascrivono a due tipologie: il rintraccio nella fascia di frontiera (parlo di dieci chilometri dalla fascia della frontiera, che possano essere considerati anche sulla strada e sull'autostrada) Pag. 7e il rintraccio nelle retrovie della frontiera, cosa che amplia l'orizzonte alla regione del Tirolo e alla provincia di Bolzano.
PRESIDENTE. Mi perdoni, prefetto, ma per noi è determinante: i numeri che ci ha citato sono di migranti – è da verificare se migranti economici o profughi – che come Stato di primo approdo hanno avuto l'Italia e si sono spostati verso l'Austria che richiede la remissione passiva ? Se è così, come si concilia questa affermazione con le parole del Prefetto Morcone, che invece ci segnala che i profughi percorrono la rotta balcanica, arrivano in Austria, però vengono mandati qui ancorché l'Austria sia lo Stato di primo arrivo ? Secondo lei lo Stato di primo approdo è quasi sempre l'Italia ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Il Prefetto Morcone ha concentrato il fuoco della lente giustamente sulla zona balcanica, quindi sull'est dell'Europa. I migranti ai quali faccio riferimento provengono invece dal sud del mondo, quindi c’è questo diverso inquadramento.
PRESIDENTE. Ora lo abbiamo chiarito, ma, al di là della provenienza che sinceramente rileva relativamente trattandosi sempre di migranti, ciò che preme è l'atteggiamento degli Stati, perché mi pare di capire che per quanto riguarda la provenienza balcanica l'Austria venga meno al rispetto degli accordi bilaterali se li lascia passare o ne incentiva il passaggio verso il nostro Stato.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Io chiaramente, presidente, posso e devo riferire per il mio ambito territoriale, quindi vorrei dare una fotografia il più possibile precisa. Lascio agli atti un documento e, se sarà necessario, fornirò ulteriori integrazioni.
Ricaduta sul territorio. Come del resto si può evincere dalla stampa di questi giorni, il fenomeno comporta uno sforzo molto consistente da parte degli operatori di polizia. Più di una sigla sindacale (negli ultimi giorni il SIULP attraverso il suo segretario e il COISP) ha lamentato l'ingigantirsi di questo fenomeno, la scarsa attenzione, il termine è forte, da parte delle autorità nazionali e degli uffici centrali, poiché gli operatori sono costretti a ritmi serrati e a un impegno incisivo. Proprio domani mi è stato chiesto un incontro dal segretario nazionale del COISP, presumibilmente su questi specifici temi.
La società civile risponde invece, con estrema mia soddisfazione, con notevole sensibilità, si sono formati comitati spontanei di aiuto nei confronti di questi migranti, le associazioni di volontariato sono particolarmente sensibili e quindi anche in stazione a Bolzano, tema sul quale ho già riunito un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nella giornata di ieri e presto ne farò un altro...
PRESIDENTE. Mi perdoni. Visto che il prefetto è disponibile e i senatori purtroppo hanno l'Aula, chiederei di raccogliere le loro domande in velocità in modo che il prefetto possa replicare. Mi scusi, prefetto, è un'informalità, ma i poveri senatori hanno da correre in Aula !
GIORGIO BRANDOLIN. Noi deputati siamo i poveri...
RICCARDO CONTI. Siamo più poveri noi perché ci vogliono addirittura cancellare ! Solo una domanda ma avrei tante cose da chiedere e spero che avremo occasione di risentirla.
Lei ci ha parlato delle cose ufficiali, ma c’è una stima dei ritorni non legali dall'Austria ?
Mi riesce difficile pensare che nell'ottica dei rapporti tra noi e l'Austria, che mi sembrano tutti a nostro svantaggio francamente, ci sia così poca gente che torna indietro, quindi credo che la parte ufficiale sia quella che lei ci espone, ma in più, non dico che vengano agevolati i ritorni non ufficiali, ma ho l'impressione che ci sia più gente che torna in Italia da quelle parti.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Quello che posso dirle al Pag. 8momento è che la locale questura mi ha fornito piccoli numeri per quanto concerne le riammissioni attive, che sono 8 nel 2012, 19 nel 2013, 4 nel 2014. Mi consta dai riferimenti che ho acquisito che nessuno abbia chiesto asilo in Austria, però il dato andrebbe meglio verificato.
PRESIDENTE. La ringraziamo e lo verificheremo. Lascio la parola al senatore Arrigoni della Lega nord.
PAOLO ARRIGONI. Dei 916 migranti accolti qual è il tempo medio di permanenza nelle strutture di Bolzano e di Merano, dato che eventualmente ci farà avere...
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. È nella relazione...
PAOLO ARRIGONI. E anche i tempi medi di questi migranti in ordine all'eventuale riconoscimento dello status di rifugiato, ovvero se l'iter si sia concluso con l'esame della richiesta nella Commissione territoriale o se a fronte di un diniego abbiano fatto ricorso al giudice ordinario. Lei ha parlato di migranti che rifiutano il foto segnalamento: si possono rifiutare ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Sì, si possono rifiutare.
PAOLO ARRIGONI. Qual è la percentuale di persone che rifiutano il foto segnalamento ? Mi pare che l'attuazione della riammissione formale o informale sia attivata dal Paese...
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Dal Paese che vuole che il migrante lasci il proprio territorio.
PAOLO ARRIGONI. Lei ha parlato prima di 652 nel 2012, 1.800 nel 2013, sono persone che sono state riammesse dall'Austria ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Che sono arrivate in Austria, che ha verificato che non avevano titolo e ce li ha restituiti.
PAOLO ARRIGONI. Benissimo, erano persone che dall'Italia volevano passare di là e che l'Austria ci ha restituito, ma la procedura è stata attivata dall'Austria.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Si, certo.
PAOLO ARRIGONI. Qual è il soggetto deputato in Italia a verificare questa condizione ? Di fronte a quanto ha detto il Prefetto Morcone, ci sono molti soggetti che via terra dai Balcani attraverso la Slovenia o l'Austria arrivano nel nostro territorio, chi è il soggetto preposto a ricordare che c’è un accordo bilaterale tra l'Italia e l'Austria ?
PRESIDENTE. Così lo chiamiamo in audizione...
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. È l'altro Stato contraente, quindi l'Italia, nella figura dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza.
Come ho premesso, l'accordo bilaterale entrato in vigore nel 1998 ha visto due successive intese, una nel 1999 tra Repubblica d'Austria e Italia, e un'intesa del maggio 2012, alla quale hanno preso parte tutte le autorità di polizia, quindi il questore pro tempore di Bolzano, il dirigente della zona di polizia di frontiera e il rappresentante della regione Tirolo.
PAOLO ARRIGONI. Solo per sapere, la facoltà dell'immigrato di rifiutare il foto segnalamento da quale norma è disposta ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Il migrante può rifiutare di essere fotosegnalato, lo possiamo denunciare ai sensi dell'articolo 650 del Codice penale per inosservanza dell'autorità amministrativa, ma è ovvio che qui c’è un'attività anche di moral suasion da parte degli uffici di polizia, anche perché l'identificazione del migrante (qui il discorso sarebbe lungo e riguarderebbe l'assetto dell'Alto Adige) comporta una serie di prestazioni da parte della provincia autonoma Pag. 9di Bolzano di cui migrante può usufruire se si trova in una posizione di «regolarità».
PRESIDENTE. Il prefetto è disponibile, però questa è una competenza degli Interni, e dovremmo capire bene questo aspetto del foto segnalamento. Chiameremo in audizione i soggetti indicati dal prefetto che hanno siglato questo accordo del 2012, perché dobbiamo comprendere bene questi numeri.
MARCO SCIBONA. Molto brevemente. Abbiamo capito che c’è questo accordo Austria-Italia e che entro una fascia di dieci chilometri ci sono operatori delle Forze dell'ordine austriache in Italia che controllano. Mi chiedo se avvenga la stessa cosa al contrario, quindi vorrei conoscere le numerosità e le frequenze della sorveglianza in Italia e il corrispettivo in Austria.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. C’è un'intesa anche sul punto con pattuglie sui treni, che vedono la presenza di poliziotti italiani, poliziotti austriaci e anche poliziotti tedeschi.
È chiaro che sul nostro territorio il poliziotto straniero svolge un ruolo di osservatore, potremmo dire, che è stato oggetto di critica anche da parte delle organizzazioni sindacali di polizia, che vi hanno intravisto una sorta di lesione della sovranità nazionale.
PRESIDENTE. Noi abbiamo una polizia che può avere un ruolo di osservatore, mentre le forze di polizia austriaca hanno altre possibilità ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. No, al contrario: la nostra polizia svolge tutte le funzioni che le sono proprie, la polizia austriaca in Italia ha una funzione di osservatore.
PRESIDENTE. Allora non ho capito dove sia il problema...
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Se la polizia austriaca in Austria nei dieci chilometri individua...
PRESIDENTE. Questo ha condizioni di reciprocità ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Direi di si.
MARCO SCIBONA. Dalle notizie giornalistiche sembrava leggermente diverso, ossia che la polizia austriaca prendesse e rimandasse direttamente indietro dal treno in Italia i migranti non regolari. Questa situazione ci aveva lasciato basiti.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Si deve comunque rispettare l'accordo bilaterale, è ineludibile, quindi con gli articoli 5 e 6 per rimandare il migrante entro le ventiquattro ore occorre che la polizia austriaca lo individui, ne accerti l'irregolarità sul territorio, per esempio verifichi se il migrante ha dei biglietti che sono stati staccati in Italia, una prenotazione d'albergo o qualche altro elemento che denoti la sua presenza antecedente in Italia e poi chiede che venga riaccolto nel territorio italiano.
MARCO SCIBONA. Allora c’è un problema di definizione, perché a questo punto non sono osservatori, ma sono attori nel vero senso della parola.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. I termini a volte si discostano, io ho usato il termine osservatori per quello che riguarda le pattuglie che viaggiano sui treni...
PRESIDENTE. Ora capisco la lamentela sulla sovranità.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. I controllori/osservatori, poi ci sono i poliziotti austriaci che svolgono le attività che devono svolgere.
PRESIDENTE. A condizione di reciprocità.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. A condizione di reciprocità, anche noi facciamo quello che dobbiamo fare, ma i numeri che ho citato prima sono piccoli.
Pag. 10PRESIDENTE. Perfetto, bene. La ringrazio, prefetto, salutiamo i senatori, continui con il suo discorso e la ringrazio per questa irritualità che però per noi era necessaria.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Il fenomeno è complesso, ha tante sfaccettature, ci sono compiti puramente di polizia che non rientrano nella mia competenza esclusiva e quindi non è sempre agevole spiegarlo nel dettaglio.
Tenevo a sottolineare anche un'altra cosa. Quando all'inizio ho dichiarato che il sistema di accoglienza in Alto Adige funziona, lo dicevo in maniera convinta. Esiste un costante interscambio che non è solo interscambio, ma è condivisione, anche grazie al tenore delle disposizioni statutarie delle norme di attuazione, con i rappresentanti degli enti territoriali, in primis con il presidente della provincia e gli uffici della provincia di Bolzano che detiene una competenza fondamentale nel settore migratorio, e anche con i comuni c’è una notevole sensibilità sul tema.
Trattandosi di una regione a vocazione prettamente turistica, dove la montuosità assorbe gran parte del territorio, si profila una resistenza di fondo a concentrazioni massicce di migranti. Abbiamo eletto, d'accordo con il presidente della provincia, un'accoglienza più a piccoli nuclei che a grosse concentrazioni, i tavoli di coordinamento provinciale sono riuniti con grande frequenza, la provincia di Bolzano si è già attivata per l'individuazione e l'allestimento di un'altra struttura oltre le quattro già esistenti. I dati fondamentali sono questi.
Minori stranieri non accompagnati. Anche questo è un punto particolarmente delicato, gli attori principali della scena minori stranieri sono l'autorità giudiziaria (leggasi procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni), giudice tutelare, comuni, Ministero dell'interno che dal 1 gennaio 2015 ha avocato a sé anche il Fondo per l'assistenza ai minori, superando la frammentazione precedente con il Ministero del lavoro.
Anche questo tema è all'attenzione del commissariato del Governo, nello scorso autunno ho convocato una specifica riunione per ricondurlo a sistema in una logica di snellimento delle procedure, di evitare attese prolungate da parte dei minori. Ho quindi convocato una riunione con la presenza dei rappresentanti dell'autorità giudiziaria competente, della provincia e delle forze di polizia.
È in cantiere e sta per essere completato un protocollo operativo, non una semplice manifestazione di intenti, in cui si definisce bene chi fa cosa. Per quanto riguarda la gestione dei minori stranieri, la provincia, ai sensi di una norma statutaria che è l'articolo 8, che le conferisce poteri in materia di assistenza e beneficenza, ha delegato ai comuni con una legge provinciale, la n. 13 del 1991, la gestione dei minori.
Fotografia attuale: abbiamo 15 posti nel capoluogo di Bolzano e 60 residenze sul territorio. Il territorio dell'Alto Adige è diviso in 7 comunità comprensoriali e queste residenze sono allestite d'intesa con le comunità comprensoriali e in relazione anche alla densità di popolazione esistente in quelle zone.
Grazie alla riunione di ottobre i posti nel capoluogo di Bolzano (il colloquio con il sindaco di Bolzano è estremamente proficuo, affrontiamo insieme tutti i temi più delicati sul tappeto) sono stati aumentati di tre, e non è poco. Sono stati rilasciati ai minori stranieri 89 permessi di soggiorno. Questi minori non sono tutti alloggiati nelle strutture di cui ho appena parlato, ma anche presso famiglie in forme di affido.
In relazione all'attualità e alla delicatezza della condizione del minore e tenuto conto del fatto che alcuni minori arrivano proprio dalla frontiera del Brennero, talvolta in condizioni anche di stanchezza, provati dal viaggio, in una di queste riunioni siamo riusciti a concludere per l'allestimento (onere della provincia, che si è mostrata molto disponibile) di un centro di accoglienza a bassa soglia, un piccolo centro particolarmente utile per garantire ristoro e supporto a questi ragazzi.Pag. 11
Sono riuscita ad avere un interprete, perché molte lingue altrimenti costituiscono una barriera insuperabile, e questo centro diventa particolarmente utile anche per gli adulti cosiddetti «vulnerabili», cioè in condizioni fisiche che non permettono loro di proseguire subito il viaggio. Dalla costituzione di questo centro sono stati assistiti – sono di passaggio, non sono stanziali, possono al massimo trascorrervi una o due notti – 1.750 migranti, quindi la struttura ha funzionato.
Adesso stiamo cercando, in sintonia con la provincia e con il comune di Bolzano (è stato uno dei temi affrontati nel Comitato per l'ordine pubblico di ieri) di allestire un punto presso la stazione di Bolzano, una delle due stazioni nell'occhio del ciclone insieme al Brennero, punto in cui le forze di polizia possano procedere alle prime operazioni di identificazione e un altro sito ove la provincia, utilizzando le energie positive degli organismi di volontariato disponibili, possa assistere e ristorare i migranti.
PRESIDENTE. Grazie, prefetto, lei ha aperto per il Comitato un nuovo filone, per cui anche con gli uffici e con l'aiuto dei commissari lo approfondiremo. In particolare, cedo la parola al Vicepresidente Brandolin che conosce meglio quelle aree territoriali.
GIORGIO BRANDOLIN. Grazie, presidente. Conosco questa tematica perché sono stato amministratore in Friuli Venezia Giulia, a Gorizia, dove ho vissuto in prima persona questo problema nel 2000-2001.
La ringrazio, mi sembra di capire – lo dico al mio presidente – come funzionino bene gli austriaci, ma conosciamo i motivi e le disponibilità anche economiche, perché la provincia di Bolzano ha le disponibilità economiche e anche la titolarità normativa per creare tutte le cose che lei ci ha detto.
Quello che sottolineo, e lo dico anche al presidente perché è importante, è che lì si sono preparati con un piano, cosa che non stanno facendo le altre regioni. Ad esempio nella mia, il Friuli Venezia Giulia, non esiste questo piano, non esiste questo primo punto di accoglienza di cui lei ci ha parlato adesso, che ieri avete messo in piedi, per cui viviamo in una «continua emergenza».
Noi abbiamo due tipi di migranti, quelli che il Ministero dell'interno ci manda dal sud e quelli che entrano in Friuli Venezia Giulia dalla rotta balcanica, non gli espulsi dall'Austria ma quelli che arrivano in Slovenia, a Gorizia, a Trieste o al confine di Tarvisio attraverso l'Austria.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Due realtà contermini, ma diverse.
GIORGIO BRANDOLIN. Pur essendo anche noi una regione a statuto speciale. Questa è la prima sottolineatura che mi sento di fare, perché presumo che nelle altre regioni d'Italia non ci sia niente di tutto questo, quindi si permane in una continua emergenza con tutti gli aspetti negativi che leggiamo quotidianamente sui giornali.
Il Prefetto Morcone ci ha ricordato come a maggio e giugno del 2014 ci sia stata una «lamentela» da parte degli austriaci piuttosto che dei tedeschi per la facilitazione che noi davamo al flusso dall'Italia verso il nord, affinché avvenisse...
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Agevolmente.
GIORGIO BRANDOLIN. Mi sembra di avere capito che tutte le azioni messe in campo siano dovute anche ai problemi di un anno fa, quando davamo 5-10 euro ai migranti purché andassero in Germania il prima possibile. L'abbiamo fatto a Gorizia, quindi immagino lo facessero anche in Veneto. Adesso è stato invece definito questo lavoro.
Lei accennava ad alcune comunità di migranti (eritrei, siriani) che rimangono per un periodo molto limitato, cosa che conferma quanto detto dal sindaco di Milano Pisapia. Rimangono poco perché hanno la documentazione quindi possono transitare, oppure sanno già dove andare, quindi hanno un percorso «facilitato» ? A Bolzano avete la Commissione territoriale per i richiedenti asilo ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. No, magari l'avessimo !
GIORGIO BRANDOLIN. Il mio collega sembrava darlo per scontato, ma non è così: dove fate riferimento ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Verona.
GIORGIO BRANDOLIN. Che però è stata attivata un mese fa. Prima ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Gorizia.
GIORGIO BRANDOLIN. Quindi ritorniamo li. Le ho fatto questa domanda (se mi permette, mi sfogo rispetto ai miei politici locali) perché Gorizia era sottoposta a un flusso di persone insopportabile per la nostra piccola comunità, perché non c'erano queste Commissioni, quindi dal Trentino, dall'Alto Adige, dal Veneto arrivavano tutti a Gorizia.
Adesso, invece, con l'attivazione di Verona, da Bolzano non arrivavano più a Gorizia. L'attivazione di 9-10 Commissioni territoriali è stata una cosa molto positiva che ha smistato, quindi non siamo sotto pressione.
Oltre a questi immigrati provenienti dall'Austria e riammessi in Italia, vi arriva dal Ministero secondo le emergenze di Mare nostrum e Triton un certo numero di immigrati dal sud o gestite solo questi ? I 916 che avete adesso...
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Quelli, signor vicepresidente, sono i migranti che noi abbiamo assistito dall'inizio dell'operazione Mare nostrum, quindi da marzo 2014, non sono stanziali...
GIORGIO BRANDOLIN. Ma questo è un numero che avete concordato con il Ministero dell'interno ?
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Certo, sulla base del Piano nazionale di riparto in base alle quote.
GIORGIO BRANDOLIN. Perfetto, grazie. Io avrei tante altre cose da chiedere, ma lei ci ha chiarito molti aspetti rispetto ai flussi e alla differenza tra Friuli e Trentino Alto Adige.
ELISABETTA MARGIACCHI, prefetto di Bolzano. Spero di essere stata esaustiva. La costituzione della Commissione di Verona è fondamentale per noi (troverete nella relazione tutti i dati utili), ha iniziato il lavoro a inizio marzo ma non ha ancora cominciato, perché la pressione è forte, a lavorare sui migranti nelle nostre strutture, ma ha esaminato 22 casi di quei migranti, di cui parlavo prima, che sono assistiti dalla provincia di Bolzano al di fuori del programma nazionale per la gestione dell'immigrazione.
La presenza e il funzionamento della Commissione ci aiuteranno sicuramente a rendere più agevole il turn over degli assistiti.
PRESIDENTE. Dispongo che la documentazione fornita dal prefetto sia acquisita agli atti dell'indagine conoscitiva. Nel ringraziare il prefetto di Bolzano, Elisabetta Margiacchi, dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 10.15.