XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 45 di Giovedì 9 ottobre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione del presidente e del direttore generale dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi (ENPAP), Felice Damiano Torricelli e Massimo Muzzin.
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Torricelli Felice Damiano , Presidente dell'ENPAP ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Muzzin Massimo , Direttore generale dell'ENPAP ... 4 
Torricelli Felice Damiano , Presidente dell'ENPAP ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Torricelli Felice Damiano , Presidente dell'ENPAP ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
Torricelli Felice Damiano , Presidente dell'ENPAP ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 9 
Torricelli Felice Damiano , Presidente dell'ENPAP ... 10 
Muzzin Massimo , Direttore generale dell'ENPAP ... 10 
Torricelli Felice Damiano , Presidente dell'ENPAP ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 

ALLEGATO: Documentazione presentata da ENPAP ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8,30.
  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente e del direttore generale dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi (ENPAP), Felice Damiano Torricelli e Massimo Muzzin.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, del presidente e del direttore generale dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi, Felice Damiano Torricelli e Massimo Muzzin.
  Evidenzio subito una questione, su cui noi abbiamo necessità di avere chiarimenti, senza polemiche. Abbiamo appreso dalla stampa e da altri organi di informazione il problema riguardante un immobile che avete acquistato e per cui vi è stato un rinvio a giudizio.
  Dopo l'esposizione della vostra relazione, gradiremmo quindi avere informazioni dettagliate anche su questo aspetto.
  Do la parola al dottor Torricelli per lo svolgimento della sua relazione.

  FELICE DAMIANO TORRICELLI, Presidente dell'ENPAP. Ringrazio il presidente e gli onorevoli parlamentari intervenuti. Comincio con una breve presentazione dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi (ENPAP).
  L'ente è stato costituito nel 1997 e opera in virtù delle previsioni della legge n. 335 del 1995. Le disposizioni operative su cui siamo attestati invece sono quelle del decreto legislativo n. 103 del 10 febbraio 1996.
  L'ente gestisce la previdenza obbligatoria e l'assistenza in favore di tutti gli psicologi operanti come liberi professionisti, pur anche in regime di collaborazione coordinata e continuativa.
  La gestione dell'ente è in capo al presidente e al consiglio di amministrazione. È presente il consiglio di indirizzo generale, che in questo momento è composto da 44 consiglieri, stante la normativa che prevede che ci sia un consigliere ogni mille iscritti. Abbiamo un collegio sindacale di cinque componenti.
  Il numero degli iscritti cresce in maniera importante ogni anno (intorno all'8 per cento), per cui probabilmente, se non ci saranno variazioni normative, alle prossime elezioni nel 2016 ci troveremo ad avere un consiglio di indirizzo generale di una sessantina di componenti.
  Il collegio sindacale ha un rappresentante del Ministero del lavoro e un rappresentante del Ministero dell'economia sia tra gli effettivi che tra i supplenti.
  I dipendenti dell'ente in questo momento sono 40, compreso il direttore, con Pag. 3un rapporto che sembra molto buono nella relazione tra iscritti e dipendenti. Ci sono infatti circa 1.150 iscritti per dipendente.
  Gli iscritti sono 45.000 al termine del 2013. Le posizioni complessivamente gestite sono quasi 52.000. Ogni anno abbiamo un incremento di iscrizioni intorno all'8 per cento. Nell'ultimo anno quest'incremento si è attestato al 7,9 per cento.
  La nostra è una categoria professionale molto giovane, composta prevalentemente da donne, con livelli reddituali decisamente modesti, se non bassi. Le iscritte rappresentano circa l'82 per cento del totale degli psicologi dell'ENPAP. Il 47 per cento dei nostri iscritti ha meno di 40 anni e addirittura il 76 per cento ha meno di 50 anni. Gli iscritti già in pensione sono davvero molto pochi (2.200 in questo momento).
  Per quanto si abbia un aumento del gettito complessivo – la nostra categoria professionale, cioè la psicologia generale, fattura in maniera crescente e da quando è stata fondata la cassa abbiamo avuto un incremento pressoché costante – il reddito comunque resta tra i più bassi. Il reddito medio nel 2012 era di 13.700 euro. Peraltro, il reddito è in diminuzione leggera negli ultimi anni, in relazione alla crisi.
  La sperequazione tra Nord, Sud e Centro nei redditi è decisamente elevata. Infatti, arriviamo a una media sopra i 16.000 euro per i colleghi del Nord Italia, che pure sono una percentuale molto grande degli iscritti (il 53 per cento circa), una media di 11.800 euro al Centro Italia e una media di soltanto 9.300 euro per gli iscritti del Sud Italia.
  Le prestazioni previdenziali in questo momento sono in numero molto limitato e gli importi unitari della prestazione previdenziale sono anch'essi decisamente bassi (1.800 euro annuali in media), perché si tratta di prestazioni erogate sulla base di periodi di contribuzione piuttosto brevi, visto che l'ente sconta la fondazione recente. Gli importi delle prestazioni sono bassi anche perché i redditi che i nostri colleghi registrano sono bassi in termini assoluti.
  L'ente offre anche una serie di prestazioni di assistenza. Ci sono state 1.579 domande d'indennità di maternità nello scorso anno. Ci sono diverse altre forme assistenziali. Noi offriamo a tutti i nostri iscritti l'assistenza sanitaria integrativa di base. Offriamo una copertura di indennità di malattia e infortunio per le assenze dal lavoro superiori ai sette giorni. I nostri iscritti hanno inoltre contributi per spese funerarie e assegni di studio in caso di inabilità o disabilità dell'iscritto o dei suoi figli. Diamo contributi per anziani non autosufficienti e contributi di sostegno in caso di calamità naturali.
  Complessivamente nel 2013 abbiamo utilizzato per interventi assistenziali un importo superiore ai 3,7 milioni di euro.
  Non ci sono particolari criticità di tenuta del nostro sistema contributivo, visto che siamo legati totalmente alle regole del sistema contributivo. Il bilancio tecnico attuariale – su questo semmai il direttore può essere più preciso – ha superato positivamente le verifiche della Conferenza dei servizi e delle amministrazioni vigilanti per quanto riguarda la sostenibilità a 50 anni.
  La contribuzione integrativa solitamente viene utilizzata per meno del 50 per cento per le spese di gestione dell'ente. L'avanzo invece viene utilizzato in parte per costituire riserva e in parte per le prestazioni assistenziali che forniamo.
  Negli ultimi anni i rendimenti della gestione finanziaria sono sempre risultati superiori all'onere di rivalutazione dei montanti, in misura anche importante, visto che la rivoluzione dei montanti è legata per legge alla media quinquennale del PIL più l'inflazione. L'anno scorso i risultati di questo calcolo sono stati tali per cui abbiamo potuto rivalutare dello 0,16, arrivando addirittura a erodere in piccola parte i montanti contributivi, visto che l'inflazione è stata superiore a questo importo.
  Su questo piano, stiamo cercando di capire se, anche alla luce di sentenze recenti del Consiglio di Stato, esistono possibilità di intervenire per una rivalutazione maggiore dei montanti. A questo Pag. 4proposito, nel prossimo periodo contiamo di attivare innovazioni regolamentari.
  Come sapete, gli enti di previdenza privati sono compresi nel cosiddetto «elenco Istat» e sono stati progressivamente assoggettati alle norme di contenimento delle spese di finanza pubblica (le diverse spending review che ci sono state), oltre che alla normativa sugli appalti.
  Ciò ha determinato maggiori oneri. Da un lato, ci sono stati gli oneri a copertura della spending review e, dall'altro, ci sono stati nuovi costi relativi al personale che l'ente ha dovuto inserire per ottemperare alle previsioni normative e per adeguare la sua struttura amministrativa.
  Quello che rileviamo è che una serie di passaggi recenti legati all'inserimento nell'elenco Istat hanno intaccato l'autonomia gestionale, organizzativa e contabile del nostro ente prevista dalla legge n. 509 del 1994. Una serie di posizioni sono in sofferenza anche per quanto riguarda il personale.
  Il nuovo consiglio d'amministrazione che si è insediato circa un anno e mezzo fa, dopo le vicende che il presidente ha riportato e che purtroppo sono arrivate agli onori della cronaca (o agli oneri, in questo caso), si è impegnato subito per un'azione forte di trasparenza.
  Sono pubblicate, a partire da quest'anno, le delibere del consiglio d'amministrazione, opportunamente commentate. Chiaramente mi riferisco alle delibere pubblicabili ai sensi della normativa sulla privacy e del codice di autoregolamentazione che ci siamo dati nella forma di un vademecum pubblico. Sono accessibili agli iscritti i verbali del consiglio di indirizzo generale, mentre l'accesso è pubblico alle deliberazioni del consiglio d'amministrazione.
  Per quanto riguarda la politica di investimento, una delle prime operazioni che abbiamo compiuto come nuovo consiglio d'amministrazione è stata quella di definire un regolamento per la gestione del patrimonio. Nel dicembre 2013 abbiamo varato questo regolamento all'interno dell'ENPAP, con tutti i passaggi necessari, e siamo in attesa dell'approvazione da parte dei ministeri vigilanti.
  Questo ci crea qualche difficoltà, perché, nelle more dell'approvazione del regolamento, siamo sostanzialmente fermi con gli investimenti di maggior respiro.
  In questo periodo si è conclusa la gara che abbiamo attivato per individuare un risk advisor che ci aiuti a strutturare l'ALM e l’asset allocation strategica, su cui comunque dobbiamo necessariamente operare, perché non possiamo davvero continuare a tenere liquidità ferma come accade fino ad oggi.
  Per quanto riguarda la composizione del portafoglio, se il presidente me lo consente, lascerei la parola al direttore, visto che è un'operazione sulla quale può essere più chiaro lui. Grazie.

  PRESIDENTE. Prego, direttore generale.

  MASSIMO MUZZIN, Direttore generale dell'ENPAP. Buongiorno. Grazie onorevoli e senatori. Nel documento che abbiamo lasciato alla segreteria della Commissione e che, quindi, è disponibile per tutti i componenti della Commissione, è riepilogata la composizione attuale del portafoglio dell'ente riportata all'esercizio 2013, così come comunicata ai ministeri e da ultimo anche alla Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP).
  La composizione del patrimonio vede prevalentemente una componente obbligazionaria governativa. Negli ultimi anni e nel 2011 in particolare, anche constatando il richiamo in questo senso, l'ente ha investito forti posizioni in titoli obbligazionari governativi.
  In piccola parte, vi sono al momento presenti altri strumenti finanziari: fondi azionari solo per il 6 per cento, altri fondi obbligazionari solo per l'1 per cento, polizze assicurative a capitalizzazione solo per l'1 per cento, fondi immobiliari per il 18 per cento. Inoltre, come ricordava il presidente Torricelli, abbiamo una fortissima posizione in liquidità per circa il 25 per cento con strumenti a breve termine, Pag. 5in attesa di poter avviare la nuova asset allocation strategica e un processo di investimento dove siano definiti attori e modalità procedurali e in attesa dell'approvazione del regolamento di gestione del patrimonio.
  I rendimenti finanziari del 2013 hanno portato a un risultato del 2,4 per cento, con un risultato netto dell'1,8 per cento.
  Come ricordava il presidente, lo scorso anno la rivalutazione dei montanti per legge è stata definita nello 0,1638 per cento, e ciò ha comportato per l'ente la possibilità di accantonare la differenza tra i rendimenti finanziari effettivi e l'onere per la rivalutazione.
  Anche per il 2014 le previsioni parlano di un ulteriore gap tra i rendimenti finanziari, che sono stimati al momento per oltre il 2,8 per cento in termini lordi.
  Per quanto riguarda la parte immobiliare, l'ente, di giovane età (è stato costituito nel 1997, con decorrenza al 1996) ha solo due immobili diretti tra il proprio patrimonio: l'attuale sede dell'ente in via Cesalpino e il noto immobile che, come ricordava il presidente Di Gioia, è finito sulla cronaca per le vicende relative al suo acquisto. Per il resto, l'ente ha investito il 18 per cento del totale del patrimonio in fondi immobiliari. In alcuni sono partecipanti anche altri enti di previdenza e altri investitori istituzionali.

  FELICE DAMIANO TORRICELLI, Presidente dell'ENPAP. Se vuole, presidente, posso entrare nel merito del tema che ha introdotto lei, sul palazzo di via della Stamperia, che è un cruccio per la nostra cassa.

  PRESIDENTE. Ci farebbe piacere conoscere i dettagli.

  FELICE DAMIANO TORRICELLI, Presidente dell'ENPAP. Il 22 settembre c’è stata l'udienza davanti al GIP di Roma, che purtroppo ha rinviato a giudizio il mio predecessore, con l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dell'ENPAP e l'ipotesi di ostacolo alle funzioni di vigilanza, per non aver trasmesso a COVIP una serie di dati richiesti.
  L'ente si è costruito parte civile fin dall'udienza davanti al GIP. Seguirà il dibattimento processuale, che comincerà il 9 gennaio. In quanto parte civile, l'ENPAP si predispone ad attivarsi, qualora vengano individuate ipotesi di reato a suo danno, per tutti i risarcimenti che sarà possibile ottenere.
  Devo dire che questa vicenda ha dolorosamente segnato, oltre che l'esperienza dell'ENPAP, anche l'immagine pubblica della professione. Pertanto, siamo fortemente impegnati in un'operazione di riproposizione dell'ENPAP, che in parte sta riuscendo, proprio nell'ottica della massima trasparenza e della massima funzione di servizio agli iscritti, provando a riscattarci da una posizione nell'immaginario collettivo che è andata fissandosi intorno a questa vicenda che ancora non trova conclusione e che probabilmente dovremo attendere anni prima che si definisca strutturalmente.
  Non so se con questo ho risposto alle sue richieste, presidente, ma siamo a disposizione.

  PRESIDENTE. La ringrazio e do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIUSEPPE GALATI. Negli anni scorsi la Corte dei conti, con la sezione Controllo sugli enti, aldilà di questa vicenda ben conosciuta dalle cronache che è stata ricordata dal presidente Di Gioia, ha più volte richiamato l'attenzione dell'ENPAP sulla necessità che fosse perseguita con sempre maggiore incisività una politica di investimenti fondata su un costante monitoraggio delle scelte operative e sul tempestivo riesame dei criteri generali d'investimento, proprio per assicurare l'equilibrio fra gli obiettivi gestionali e i compiti istituzionali della vostra fondazione.
  A questo proposito, come è stato ricordato e come si legge nel bilancio al 31 dicembre 2013, l'ente ha ristrutturato l'organizzazione del suo consiglio d'amministrazione e ha operato una revisione proprio per cercare di definire procedure chiare e trasparenti.Pag. 6
  Vorrei sapere come va questo processo che voi avete iniziato e che risultati sta riportando. Mi sembra di capire che, aldilà dell'incidente di tipo giudiziario ben rilevante, il problema riguardasse più complessivamente le capacità dell'ente di rispettare una politica d'investimenti monitorata rispetto agli obiettivi.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola ai nostri ospiti affinché rispondano al collega Galati, io vorrei fare alcune considerazioni, anche per poter avviare il discorso che inizieremo nelle prossime settimane con la nuova indagine conoscitiva.
  Come abbiamo chiesto anche ad altri enti che abbiamo audito, gentilmente ci dovreste fornire i dati, non soltanto in senso macro ma in dettaglio, di tutti gli investimenti che voi avete fatto, sia dal punto di vista mobiliare sia dal punto di vista immobiliare.
  Mi permetterò di entrare in una discussione che abbiamo già affrontato in qualche convegno un po’ di tempo fa. Dalla relazione che ci avete cortesemente consegnato questa mattina, io vedo che voi avete investimenti immobiliari in molti fondi. C’è il Fondo Cartesio, costituito integralmente da ENPAP e gestito da Fabrica immobiliare SGR, che è il fondo più consistente, da quello che mi pare. C’è poi il Fondo Fedora, gestito da Prelios SGR e via discorrendo.
  Saremmo interessati a capire la costituzione societaria di tutti questi fondi e nello stesso tempo delle SGR. Perché dico questo ? Avendo fatto un'analisi molto superficiale e in virtù della prossima indagine conoscitiva, che, come dicevo, avvieremo tra qualche settimana, ci sembra che molti fondi facciano capo alla stessa SGR. Mi riferisco a Fabrica SGR, su cui voi avete investito parecchi soldini.
  Se non mi fa difetto la memoria, credo che Fabrica sia «intestata» a uno dei più grossi gruppi immobiliari della realtà capitolina. Mi riferisco a Caltagirone. Ci sembra un po’ particolare. Non ho termini per definire come mai nel sistema delle casse, in virtù degli investimenti che vengono fatti nel sistema immobiliare, c’è questa predisposizione a indirizzare gli investimenti soprattutto verso questo tipo di SGR. Probabilmente ciò dipende dalla grande esperienza nel settore oppure da condizioni particolarmente agevolanti.
  Questo è un discorso che faremo nel corso della discussione e delle audizioni delle SGR. A cascata, le SGR affidano la cosiddetta «gestione» del patrimonio immobiliare. In molti casi vi sono delle situazioni definibili giuridicamente corrette, ma che ci pongono dei dubbi.
  Chiedo questo sempre in virtù del fatto che il nostro interesse è capire quali sono le commissioni e quali sono i rendimenti e avere un quadro di riferimento chiaro che ci possa consentire, non soltanto di fare una relazione finale, ma anche di riassicurare o assicurare i vostri associati.
  Come giustamente lei sottolineava nella sua relazione, i vostri associati hanno un reddito estremamente basso, a causa di una crisi che oggettivamente c’è e che speriamo possa essere superata in tempi ragionevolmente brevi. Questa professione, per le sue specificità e per le sue incidenze per ciò che riguarda il sistema socioeconomico del nostro Paese, ovviamente potrebbe avere un grosso impatto di sviluppo.
  Io sono d'accordo con lei su una considerazione che lei più volte ha fatto: siete disponibili a investire su progetti nei quali possano essere compartecipi lo Stato o i vari ministeri, perché questo creerebbe condizioni di sviluppo nel lavoro e anche nel reddito dei vostri associati e, di conseguenza, una condizione diversa per ciò che riguarda la categoria e la professione in quanto tale.
  È chiaro che tutto questo si colloca in un quadro di riferimento di chiarezza e di trasparenza. Se non vi è un quadro di chiarezza e di trasparenza, anche per noi diventa difficile poter sostenere un impatto di questa natura, che riteniamo positivo. Si tratta di costruire i presupposti di una crescita della categoria, che, come dicevo prima, è estremamente significativa, perché, oggi più che mai, la crisi incide sulle questioni psicologiche della gente.Pag. 7
  Infine, lei ci ha parlato della vicenda che noi abbiamo sottolineato. Sappiamo che vi è un giudizio in corso, per cui non vogliamo assolutamente sostituirci agli organi giudiziari. Non è nostra competenza e tantomeno nostro volere. Tuttavia, crediamo che sia opportuno chiedervi – avete gli atti presso di voi – un'analisi un po’ più compiuta, aldilà del fatto che vi siete costituiti parte civile.
  Noi crediamo che voi abbiate della documentazione su cui avete fatto discussioni, analisi e ragionamenti. Non soltanto in seguito al rinvio a giudizio, ma anche in base alle analisi che avete fatto, avete intravisto la possibilità di costituirvi parte civile.
  Per ciò che ci riguarda, credo che sia opportuno avere conoscenza di tutto questo in modo più dettagliato. Mi rendo conto che probabilmente questa mattina non è possibile. Se ritenete, ci potete inviare una nota, che sarà ovviamente riservata alla Commissione che io mi onoro di presiedere e non sarà messa a disposizione di nessun'altro. La ringrazio.
  Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  FELICE DAMIANO TORRICELLI, Presidente dell'ENPAP. Grazie mille a lei, presidente, perché le sue riflessioni sono molto vicine a quelle che andiamo facendo noi stessi.
  Innanzitutto, provo a rispondere all'onorevole Galati. La nostra proposta di regolamento sugli investimenti per la gestione del patrimonio contiene una serie di indicazioni precise circa la possibilità di ricostruire compiutamente ogni decisione di investimento.
  Il consiglio d'amministrazione, la commissione finanza del consiglio d'amministrazione, il gruppo di lavoro finanza del consiglio di indirizzo, il consiglio d'indirizzo stesso, il risk advisor, l’advisor singolo e la funzione finanza interna all'ente sono tutte componenti che agiscono su singole parti della decisione di investimento.
  Una volta che il regolamento sarà approvato, saremo in grado di operare in termini facilmente ricostruibili, dimodoché si possa risalire alla responsabilità di una decisione, ma anche in termini che a noi sembrano particolarmente efficaci nella direzione di garantire la redditività e il buonsenso degli investimenti che vengono fatti.
  La difficoltà principale risiede nel fatto che il regolamento in questo momento è sospeso. Siamo in attesa che ci torni approvato con le indicazioni dei ministeri, ma fino a questo momento purtroppo non ne abbiamo ricevute.
  Proprio per avere un'ALM sensata, che l'ente non ha mai avuto in questi anni, abbiamo comunque deciso di attivare la gara per individuare un risk advisor. La funzione del risk advisor, secondo il regolamento che stiamo facendo, è quella di definire l'ALM e l’asset allocation strategica, da monitorare nel tempo con passaggi trimestrali. Anche in assenza del regolamento, ci siamo comunque orientati per definire questa funzione.
  Una volta entrati in carica a maggio dello scorso anno, la prima operazione che abbiamo ritenuto indispensabile fare è stata una diligence sui beni in possesso dell'ente, per conoscerne la struttura, per capire se erano sostenibili e quale senso avessero all'interno di una strategia di lungo periodo.
  In realtà, i nostri investimenti hanno una debolezza strutturale in termini di previsione di lungo periodo. Non c’è mai stata un'ALM. In passato ci si è mossi cogliendo opportunità di investimento, senza avere una prospettiva definita intorno alle scadenze che invece l'ente deve avere in mente.
  Di conseguenza, un primo intervento che abbiamo ritenuto indispensabile è stato fermare l'evoluzione di alcuni fondi immobiliari. Il Fondo Cartesio è un fondo al 100 per cento ENPAP, che è gestito in questo momento da Fabrica SGR, ma il mandato scade fra due anni, se non ricordo male. Su questo il direttore potrà essere più preciso.
  Era previsto nel business plan un incremento della consistenza di questo fondo, ma abbiamo ritenuto che non era Pag. 8il caso di procedere in questo senso, tantoché le uniche spese in termini d'investimento che abbiamo fatto sono state legate all'estinzione dei mutui aperti sugli immobili del Fondo Cartesio. La leva finanziaria era inutile, una volta che abbiamo deciso di non procedere con gli investimenti in campo immobiliare. Pertanto, abbiamo estinto i mutui e rimpinguato il fondo per le cifre sufficienti a questa estinzione, risparmiando le spese di gestione e gli interessi su mutui che non hanno il senso strategico di sostenere l'acquisizione di nuovi palazzi.
  Sugli immobili, quindi, sarà indispensabile una riflessione aggiuntiva, una volta che avremo dei tecnici coi quali confrontarci. È una cosa ormai imminente. In questi giorni si firma il contratto, visto che la gara è stata completata. Contiamo di avere per la fine dell'anno la nostra ALM e la possibilità di cominciare a fare investimenti più strutturati.
  Nel frattempo ci siamo mossi esclusivamente investendo in time deposit una liquidità che ci permettesse di cogliere quel minimo di occasioni che ci sono state in questo periodo, restando fermi dal punto di vista strategico.
  La consistenza di queste cifre comincia a essere importante. Come faceva rilevare il direttore, il 25 per cento del nostro patrimonio è in time deposit. Non abbiamo intenzione di fare altri investimenti di questo genere, ma se non abbiamo un’asset allocation il rischio è di aggiungere confusione a quella che c’è già stata. Occorre, quindi, darsi una prospettiva ragionevole.
  Per gli immobili in questo momento la posizione del consiglio d'amministrazione, condivisa con il consiglio d'indirizzo generale, è di non procedere a ulteriori acquisizioni. Se fosse possibile una razionalizzazione degli immobili che abbiamo ci farebbe molto piacere, però la condizione del mercato è tale per cui è difficile oggi pensare a riposizionare gli investimenti in questo ambito.
  Il palazzo di via della Stamperia in questo momento è affidato a una società per cercare di affittarlo, perché non abbiamo intenzione di utilizzarlo come sede dell'ENPAP, in quanto sarebbe eccessivamente dispendiosa rispetto all'ente e alla «povertà» (mi si passi il termine) dei nostri iscritti.
  Il palazzo di via della Stamperia è anche stato svalutato in bilancio, alla luce di una serie di perizie che abbiamo necessariamente dovuto raccogliere nella fase del dibattimento processuale.
  Vi possiamo fare avere queste perizie, anche se abbiamo notato che le perizie immobiliari hanno dei valori che a volte sembrano aleatori. Infatti, c’è una discrepanza molto grande tra le diverse perizie. Il valore d'acquisto del palazzo è intorno ai 44-45 milioni di euro. Abbiamo avuto perizie a 39 milioni di euro e anche perizie a 29 milioni di euro.
  Di conseguenza, è stato molto difficile orientarsi. Abbiamo chiesto chiarimenti anche alle società che abbiamo incaricato, Tecnoborsa e Borsa Immobiliare, società decisamente quotate, che ci hanno fatto rilevare che per immobili di quel genere, cioè palazzi di altissimo pregio collocati in zone centralissime, il prezzo è sostanzialmente legato alla sensibilità degli operatori.
  Ciò nondimeno, l'esistenza di un giudizio in corso ci consente di pensare che arriveremo prima o poi a definire quanto vale il palazzo. La prova delle prove per noi sarà la possibilità di collocarlo in affitto. Il valore reale di mercato si definirà nel momento in cui sarà finalmente messo a rendita. In base a quello, sarà più semplice ricostruire quanto realmente vale oggi un immobile così grande e così importante come quello di via della Stamperia acquistato nel 2011.
  Per quanto riguarda invece gli altri investimenti, in questa fase in cui sono da definire l'ALM e l’asset allocation strategica, come ha fatto notare il presidente Di Gioia, abbiamo pensato di poter fare degli investimenti, mettendo a disposizione della società le competenze professionali della nostra categoria, oltre che la disponibilità all'investimento della cassa.
  In questa fase stiamo raccogliendo progetti da parte dei colleghi, intorno ai quali sia possibile strutturare strumenti finanziari Pag. 9innovativi come i social impact bond. Si tratta di strumenti utilizzati da qualche anno nei Paesi anglosassoni, attraverso i quali le attività di prevenzione sociale vengono finanziate, non dallo Stato, ma da investitori privati o da investitori istituzionali che ricevono un rendimento dai risparmi che lo Stato invece riesce ad attivare su spese pregresse.
  Abbiamo già raccolto alcuni progetti. Alcuni sembrano particolarmente interessanti. Una delle ipotesi, per esempio, è quella di inserire in comunità terapeutiche i detenuti tossicodipendenti, con un beneficio immediato in termini di costo, perché le rette di comunità terapeutica sono decisamente più basse delle spese carcerarie, e in termini sociali, perché queste persone sarebbero aiutate a reinserirsi dal punto di vista sociale e probabilmente anche dal punto di vista riabilitativo. Non ultimo, probabilmente ciò avrebbe un beneficio anche dal punto di vista delle sanzioni europee che incombono sull'Italia, vista la numerosità dei detenuti attualmente inseriti nel sistema carcerario.
  Altre possibilità sono legate all'opportunità di affiancare ai medici di medicina generale gli psicologi per alcune ore durante la settimana. Esperimenti fatti dimostrano che la presenza dello psicologo aiuta a riformulare il bisogno dei pazienti che si rivolgono al medico di base. Possiamo pensare alle tantissime persone, soprattutto anziane, che si rivolgono al medico di base per un malessere che somatizzano in alcuni momenti ma che è più generale. La presenza dello psicologo per riformulare il disagio aiuta i medici di base a risparmiare solo nelle prescrizioni farmacologiche una cifra che va dai 50.000 ai 75.000 euro a medico all'anno. Non si è invece riusciti a conteggiare il risparmio, che probabilmente è altrettanto importante, in termini di visite specialistiche e accertamenti diagnostici.
  Ci sono una serie di possibilità per cui la psicologia può mettersi a disposizione del sistema dello Stato sociale. Stiamo lavorando su quelli che possono essere i progetti sottostanti e anche su quale può essere il meccanismo finanziario attraverso cui questa disponibilità dell'ente a investire può diventare concreta e operativa, con la garanzia, come diceva giustamente il presidente, di non far rimettere ai nostri colleghi i loro soldi della previdenza.
  Abbiamo dalla nostra sia una competenza tecnica che possiamo giocare sia uno strumentario finanziario che deve essere messo a punto e deve tener conto attentamente delle normative italiane, che sono molto diverse da quelle dei Paesi anglosassoni. Stiamo studiando queste possibilità.
  Per quanto riguarda invece le spese di gestione dell'ente e la pesantezza degli organi, abbiamo capito che non è molto sensato incrementare il numero dei componenti del consiglio d'indirizzo generale, ma purtroppo c’è una previsione di legge netta che nella legge n. 103 stabilisce che il consiglio d'indirizzo generale sia costituito da un rappresentante ogni 1.000 iscritti, il che è oggettivamente un appesantimento. Noi siamo la cassa più grande in base alla legge n. 103 in termini di numerosità e anche di capitalizzazione. Trovarsi a gestire un gruppo di 60 persone in certi momenti può immobilizzare le decisioni dell'ente.
  Su questo saremmo lieti di vedere una presa di posizione, che può essere soltanto normativa in questo momento, visto che è lì che è individuato il vincolo.
  Il presidente ha fatto una serie di considerazioni molto interessanti. Non so se ho risposto. Certamente vi faremo avere le perizie che abbiamo avuto sul palazzo e le determinazioni che abbiamo assunto.
  Ne abbiamo ridotto il valore anche in bilancio, facendo un'operazione da buon padre di famiglia, ragionando su quale poteva essere, tra le diverse perizie che abbiamo avuto, quella che ci consentiva di garantire il più possibile i soldi dei nostri colleghi. Non si poteva né ridurre troppo né valutarlo al valore di acquisto.

  PRESIDENTE. Chiedo una precisazione: il Fondo Socrate, a cui aderiscono vari enti previdenziali, non viene gestito da una SGR ?

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  FELICE DAMIANO TORRICELLI, Presidente dell'ENPAP. Il direttore può spiegarlo meglio di me tecnicamente.

  MASSIMO MUZZIN, Direttore generale dell'ENPAP. Anche il fondo Socrate è gestito da una SGR. Evidentemente c’è stata una omissione.

  FELICE DAMIANO TORRICELLI, Presidente dell'ENPAP. Il Fondo Socrate è stato quotato in Borsa a fine anno e noi abbiamo ceduto la nostra quota, nell'imminenza di quest'operazione. C’è un importo residuo in questo momento di soli 3,1 milioni. Vi trasmetteremo tutti i dati.

  PRESIDENTE. Vi ringraziamo per la vostra partecipazione, dispongo che la documentazione prodotta sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9,25.

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ALLEGATO

DOCUMENTAZIONE PRESENTATA DA ENPAP

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