XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 14 di Mercoledì 16 aprile 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Poletti Giuliano , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
Gualdani Marcello  ... 6 
Puglia Sergio  ... 7 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 7 
Di Salvo Titti (SEL)  ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 
Poletti Giuliano , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 9 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 14.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato, alla luce della recente evoluzione normativa ed organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare.
  Accompagnano il ministro Poletti il dottor Luigi Caso, capo di gabinetto, e il dottor Edoardo Gambacciani, direttore generale per le politiche previdenziali.
  Cedo quindi la parola al Ministro Poletti per lo svolgimento della sua relazione.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie e buonasera a tutti; cercherò di essere sintetico, in maniera tale che si possa avere del tempo per svolgere una riflessione comune.
  Guardando in termini generali le competenze e le responsabilità del nostro ministero rispetto alle tematiche degli enti previdenziali, abbiamo oggi un compito che fa riferimento sia agli enti previdenziali pubblici sia a quelli privati, tenendo conto che siamo di fronte a un'evoluzione normativa recente piuttosto impegnativa, sia sul versante delle problematiche riorganizzative che hanno avuto a riferimento le vicende INPS-INPDAP, sia sul versante delle vicende riorganizzative interne relativamente a INAIL.
  Abbiamo mantenuto una funzione di monitoraggio e relazione, quindi di vigilanza, nei confronti di questi istituti, con un dialogo sistematico e una verifica rispetto ai documenti che, sul piano programmatico, questi enti sono tenuti a predisporre e ad assoggettare alla verifica da parte del ministero.
  In particolare, dobbiamo oltretutto segnalare – come peraltro anche l'audizione della Ragioneria dello Stato ha evidenziato – che lo stesso intervento di razionalizzazione delle modalità e dei contenuti normativi per quello che riguarda i trattamenti pensionistici ha prodotto un'esigenza di intervento da parte degli stessi istituti ed esiti che definiamo positivi sul piano della tenuta nel tempo dello stesso sistema.
  Credo che vada anche recuperato il dato di razionalizzazione organizzativa e funzionale degli enti. A questo proposito, è particolarmente rilevante il processo di incorporazione di INPDAP ed ENPALS nell'INPS. Da questo punto di vista, credo si debba affermare in maniera precisa – sul tema ci sono state diverse discussioni Pag. 4riferite ai temi del disavanzo INPDAP e delle problematiche rispetto alla sostenibilità sui bilanci INPS di questa situazione – che con una serie successiva di interventi questi problemi sono stati risolti da una parte ripristinando l'apporto dello Stato alla gestione della cassa trattamenti pensionistici statali e dall'altra parte, con l'ultima legge di stabilità, prevedendo che le anticipazioni di tesoreria concesse negli esercizi pregressi al 2012 al fine di garantire il pagamento delle prestazioni precedentemente erogate dall'ente, si debbano intendere effettuate a titolo definitivo.
  Pensiamo di poter affermare che, attraverso questi meccanismi, si sia data garanzia di tenuta all'impianto economico-finanziario dell'INPS.
  Oggi, quindi, con INPS e INAIL pensiamo di poter dire che si sono assestati il polo pubblico della previdenza e il polo per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Da questo punto di vista, debbo solo ribadire come sia in fase di realizzazione l'intervento che riduce l'onere a carico delle imprese rispetto alla polizza INAIL, in ragione delle norme definite nell'ultima legge di stabilità. I meccanismi attuativi oggi ci consentono di dire che le imprese al pagamento della prossima rata potranno risparmiare quella quota che è stata ipotizzata all'interno della legge di stabilità.
  Rispetto al riassetto organizzativo e funzionale di questi enti dobbiamo dire che l'INAIL ha adottato il nuovo regolamento di organizzazione con una determina presidenziale, in coerenza con la precedente decisione del presidente che ha riconfigurato l'articolazione delle strutture centrali e periferiche dell'istituto. Quindi, INAIL ha assolto a questo compito. Per INPS, a seguito delle dimissioni del presidente, con un decreto ministeriale è stato nominato il commissario straordinario, con i compiti che erano attribuiti al presidente, al fine di assicurare la continuità della gestione dell'istituto.
  Debbo dare informazione che recentemente l'INPS ci ha inviato il Piano industriale triennale degli interventi di integrazione 2014-2016, che è stato appena trasmesso e quindi sarà esaminato dalle autorità vigilanti, così come previsto. Siamo dentro la dinamica ordinatamente prevista in questo senso.
  Naturalmente questo documento sarà approfondito ed esaminato con particolare riferimento agli aspetti che sono connessi alla riorganizzazione delle strutture e alla coerenza delle conseguenti ipotesi di soluzione rispetto alla dotazione organica dell'istituto, come risulta dall'esito della definizione del processo di accorpamento degli enti soppressi. Come potete immaginare, il tema dell'accorpamento degli enti ha prodotto questioni non semplici di gestione delle problematiche del lavoro, degli equilibri degli assetti e delle responsabilità. Questo è un lavoro che oggi, all'interno del piano industriale dell'INPS, è stato ipotizzato in maniera definita, quindi su questo versante si svilupperà un confronto.
  Dobbiamo anche dire che possiamo confermare che gli obiettivi che erano stati assegnati a INAIL e INPS dal punto di vista dei risparmi sono stati conseguiti e certificati. Questo è un altro passaggio importante perché, se pensiamo a INPS, abbiamo un intervento particolarmente rilevante rispetto ai costi previsti.
  Abbiamo un tema naturalmente aperto che riguarda la questione della governance degli enti previdenziali. Con specifico riferimento al tema del commissariamento dell'INPS sappiamo che abbiamo un termine e che va ricostruita o comunque discussa un'ipotesi di governance che riconsideri se confermare o modificare l'attuale assetto. A questo proposito, debbo dire che ho recuperato una parte di lavoro che il Ministro Giovannini aveva avviato, cercando di produrre un approfondimento rispetto alle modalità che in termini generali vengono utilizzate in altri Paesi e in altre situazioni per quanto riguarda queste tematiche.
  Abbiamo quindi un'esigenza di affrontare in tempi sufficientemente rapidi una riflessione, perché, non avendo come obiettivo quello di dare continuità a una situazione temporanea o transitoria che è quella del commissariamento, è necessario Pag. 5procedere prima a una ridefinizione dei modelli di governance e, a seguito di tale ridefinizione, avere le condizioni per procedere alla nomina dei soggetti interessati.
  Questo è un tema all'ordine del giorno. Noi pensiamo di procedere, all'interno della conclusione del mandato dell'attuale commissario straordinario, ad affrontare queste tematiche.
  C’è un tema che riguarda gli enti previdenziali di diritto privato. Sappiamo che nel tempo ci sono stati alcuni interventi normativi particolarmente rilevanti, finalizzati a una garanzia effettiva delle prestazioni future. Al riguardo, c’è un compito di vigilanza che il nostro Ministero deve sviluppare. Nel tempo si è progressivamente costruito un assetto solido di verifica a cui si è accompagnata una sempre maggiore attenzione del legislatore all'obiettivo dell'autosostenibilità nel lungo periodo, anche a garanzia delle generazioni future.
  In buona sostanza, noi siamo partiti da una situazione nella quale si sono costruiti, per tappe, a seguito delle definizioni normative, strumenti di verifica che hanno accompagnato una normativa tendente a definire regole più stringenti per ciò che era la sostenibilità nel tempo del compito istituzionale delle stesse Casse.
  La dimostrazione della tenuta fornita dalle proiezioni del bilancio tecnico attuariale, in un arco di tempo almeno trentennale, ha spinto le casse di previdenza dei liberi professionisti a definire percorsi previdenziali sempre più coerenti con il quadro di previdenza del sistema generale, consolidando i sistemi e aprendo la strada anche a migliori e più ampie prestazioni e protezioni assistenziali, e al bilanciamento di un maggior rigore sull'età pensionabile e sui requisiti contributivi per l'accesso alla pensione.
  In sostanza, da una parte c’è stato un miglioramento delle strutture patrimoniali finalizzate alla tutela, e dall'altra parte una riconsiderazione delle regole, quindi un chiarimento e un consolidamento e un miglioramento dei termini attraverso i quali i titolari possono accedere alla pensione.
  Dobbiamo sottolineare che in molti casi queste riforme hanno anche sancito il passaggio dal sistema di calcolo retributivo a quello contributivo, secondo il principio del pro-rata, quindi del cosiddetto «retributivo sostenibile», che ha allineato un po’ questo sistema a logiche più generali.
  Esiste un tema più generale che fa riferimento alla crescente attenzione istituzionale sull'adeguatezza del modello previdenziale privato a rispondere alle esigenze di un welfare integrato, quindi in grado di assicurare agli iscritti un concreto sostegno durante e dopo la loro vita lavorativa.
  La partecipazione al conseguimento di questo obiettivo di risparmi degli enti citati, dunque, si confronta e forse talvolta si contrappone con le istanze verso un ruolo più attivo, non solo a favore dei professionisti iscritti ma anche nei confronti del sistema Paese, a cui portare un contributo concreto e da cui trarre, attraverso l'approntamento di misure adeguate, una forte spinta alla promozione delle iniziative da assumere nella prospettiva della crescita e dello sviluppo globali.
  In buona sostanza, abbiamo un tema che si sta aprendo sempre di più, e in maniera evidente, che fa riferimento al welfare aziendale da un lato e, dall'altro, alla possibilità di impiegare in termini attivi e positivi i patrimoni delle casse rispetto alla possibilità di entrare nella dinamica economica del nostro Paese. Questi due elementi si fronteggiano: da una parte un dato di garanzia e tutela a fronte della prestazione del servizio e dall'altra parte un dato di utilizzabilità positiva di queste risorse, con un obiettivo di essere parte della dinamica economica e finanziaria del nostro Paese.
  Peraltro, questo tema oggi è ancora, in qualche misura, pendente e collegato al decreto che compete al Ministero dell'economia e delle finanze e che detta disposizioni in materia di investimento delle risorse finanziarie degli enti previdenziali privati, dei conflitti di interessi e di banca depositaria. Qui abbiamo un tema importante che ha bisogno di trovare una sua Pag. 6evoluzione e un suo sviluppo, perché ci pone o si pone dentro quella dinamica di riflessione.
  Un punto che credo vada assunto positivamente è il confronto che in questa fase si è prodotto tra i ministeri vigilanti e COVIP per quello che riguarda le attività di controllo sugli investimenti delle stesse risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio degli enti previdenziali di diritto privato, che consente oggi di sviluppare una vigilanza istituzionale utilizzando un ventaglio di informazioni complete e omogenee, acquisite attraverso la compilazione da parte degli enti di apposite schede di rilevazione su schemi che sono stati concordati con COVIP. C’è, quindi, una maturazione nel tempo della capacità di vigilanza e, dall'altro lato, attraverso questo elemento di vigilanza, si realizza la possibilità di aprire, con criteri di prudenza, un accesso al mercato di queste risorse.
  Un altro tema che sappiamo essere all'ordine del giorno da tempo riguarda la questione della tassazione dei rendimenti. Sappiamo che le Casse sistematicamente ci pongono questa domanda in forza dell'esigenza di trovare dei punti che consentano una «competitività» di questo tipo di impiego. Questo tema, naturalmente, non è nelle disponibilità del Ministero del lavoro. Esistono problemi che fanno riferimento alla finanza pubblica e ad altre logiche generali, ma noi sappiamo che questo è un tema attuale, presente, che va considerato.
  Dall'altro lato, abbiamo sempre un problema di comparabilità rispetto ad altre tipologie di investimenti finanziari che, pur non essendo di natura previdenziale o assicurativa, comunque finiscono per essere fonti di paragone. Sappiamo che questo tema del trattamento fiscale ha una sua rilevanza rispetto alle possibilità e alle prospettive future.
  Passando al tema della previdenza complementare, sappiamo che il suo sviluppo, a sette anni dall'avvio della riforma, non ha ancora raggiunto la platea degli aderenti che avremmo auspicato, anche se i livelli di adesione sono comunque rilevanti e i rendimenti finanziari positivi.
  I dati della COVIP dimostrano che nel corso del 2013 i fondi pensione negoziali hanno reso in media il 5,4 per cento a fronte dell'8,1 per cento dei fondi pensione aperti e del 12,2 per le unit linked di ramo III offerti dai PIP nuovi dello stesso periodo. Il TFR si è rivalutato dell'1,7 per cento.
  Sempre dai dati COVIP risulta che alla fine del 2013 le adesioni alle forme di previdenza complementare sono di 6,2 milioni. In particolare, 730 mila nuovi iscritti sono confluiti nei fondi negoziali, 500 mila nei fondi aperti e ben 1,9 milioni nei PIP. Sappiamo che questi temi incrociano il problema della crisi, dell'occupabilità, dei nuovi posti di lavoro e delle disponibilità dei soggetti.
  La crescita di questi numeri ha interessato soprattutto i dipendenti privati, passati da 2,2 milioni di fine 2006 a 4,4 milioni a fine 2013, mentre i lavoratori autonomi sono aumentati di circa 700 mila unità attestandosi, a fine 2013, a quota 1,6 milioni.
  Per i dipendenti pubblici si è registrata una crescita modesta in termini assoluti, passando da 115 a 160 mila persone.
  Direi che, con riferimento a ciò che pensavo utile e opportuno rappresentarvi, queste possano essere sostanzialmente le tematiche da affrontare. Naturalmente, se avete richieste di approfondimento, io e i miei collaboratori rimaniamo a disposizione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il signor Ministro e do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARCELLO GUALDANI. Signor Ministro, vorrei porre alcune rapide domande. Riguardo ai prepensionamenti nella pubblica amministrazione, alla cosiddetta «staffetta generazionale», il Ministro Madia l'ha proposta, il Ministro Giannini l'ha criticata.
  Vorrei sapere dove verrebbero attinte, eventualmente, le notevoli risorse finanziarie necessarie per realizzarla.Pag. 7
  In secondo luogo, lei ha dichiarato, in un'intervista a Repubblica, che «il Ministro del lavoro è impegnato a trovare una soluzione per gli esodati». In merito a questo tema, vorrei conoscere come le misure del Governo incideranno sulla previdenza.
  Sulla previdenza complementare, considerato il livello delle future pensioni anche degli attuali dipendenti pubblici, si intendono intraprendere azioni volte ad ampliare la diffusione di campagne di informazione su questo tema ?

  SERGIO PUGLIA. In riferimento alla previdenza complementare, esiste un fondo residuale, il fondo di previdenza integrativa dell'INPS: pur essendo un conto gestito comunque dall'INPS, anche se è un conto a parte, non sarebbe opportuno rivederne la governance ? O meglio, cosa pensa il Ministro dell'attuale governance di questo Fondinps, che mi sembra un po’ «impura» ?

  GIUSEPPE GALATI. Signor Ministro, il Commissario Cottarelli qualche settimana fa ha presentato alcune proposte che dovrebbero incidere nell'ambito del comparto previdenziale. Il piano prevede, in particolare, una riduzione percentuale da attuarsi sulle pensioni di reversibilità, in considerazione delle fasce di reddito; la revisione delle pensioni di guerra per le vittime della seconda guerra mondiale, in considerazione di una spesa che si aggira intorno a 1,5 miliardi, evidentemente giudicata eccessiva; l'allineamento della contribuzione tra uomini e donne; un contributo temporaneo su pensioni relativamente più elevate.
  Vorrei conoscere il parere suo, quindi del Governo, su queste misure e quali si intende recepire. In particolare, sull'ultimo punto relativo al contributo temporaneo sulle pensioni relativamente più elevate, come si pensa di conciliare questa ipotesi di prelievo sulle pensioni più elevate con i profili di incostituzionalità che la sentenza della Corte costituzionale del 2013 ha sancito ?

  TITTI DI SALVO. Signor Ministro, gli argomenti che lei ha toccato sono moltissimi, quindi citerò soltanto dei titoli, ma sarei molto interessata a una conversazione più intensa.
  Il primo titolo riguarda il bilancio dell'INPS e quanto lei ci ha detto sull'equilibrio finanziario dell'ente. Non so se ha avuto modo di leggere la relazione della Corte dei conti sullo stato dell'accorpamento del super-INPS e sugli effetti conseguenti. Se l'ha fatto, e comunque è una lettura sicuramente interessante, avrà notato che il giudizio sull'accorpamento espresso dalla Corte dei conti è severissimo – e, per la verità, io penso in altrettanto modo che abbiano ragione – circa una scelta che è stata compiuta più pressata da esigenze di bilancio che da un piano industriale vero.
  Lei prima ci ha annunciato l'esistenza di un piano industriale ed io sono molto curiosa di capirne la solidità. Tuttavia, questo è un punto importante. Non c’è un'intenzione malevola nel verificare in modo negativo lo stato dell'arte dell'accorpamento del super-INPS; è talmente non pregiudiziale poiché deriva dai dati della Corte dei conti.
  Mi preme sottolineare, a parte questa premessa di argomentazione, un elemento di difficoltà nei rapporti con l'INPS che lei già conosce: la difficoltà da parte del Parlamento di avere dati certi su molti aspetti. Non è un caso che sia stato fatto un tavolo tecnico, che dovrebbe partire entro aprile, sul tema degli esodati. Questo è un punto su cui il Parlamento chiede al Governo un impegno, altrimenti diventa veramente un problema.
  Il secondo importante tema riguarda la governance. C’è un accordo fra le parti, Confindustria e CGIL, CISL e UIL, per semplificare, che riassume l'equilibrio dei poteri che anche dal mio punto di vista sarebbe necessario realizzare per la governance.
  Infine, vi è un terzo punto. I risparmi previsti dalla riforma Fornero – anche questo è un punto che riguarda la certezza dei riferimenti – sono differenti a seconda che si legga la valutazione della Ragioneria, Pag. 8nella relazione di accompagnamento alla riforma stessa, o la relazione dell'INPS. Siccome la differenza è nell'ordine di 70-80 miliardi, nell'ambito di tale differenza c’è anche un tema che riguarda una eventuale riserva di riferimento a cui attingere per correggere, dentro il sistema, iniquità e problemi che vanno risolti.
  Il tema degli esodati è uno di questi, ma all'interno della riforma Fornero, per quanto mi riguarda – capisco che il mio possa essere un giudizio non condiviso – ce ne sono altri, e chiedo quindi a lei, che da poco guida questo dicastero importante, un rapporto collaborativo con il Parlamento.

  PRESIDENTE. Signor ministro, aggiungo qualche breve considerazione. La prego innanzitutto di tenerci costantemente informati in materia di riforma della governance dell'INPS, in virtù del fatto che è nostra competenza avere un quadro di riferimento su cui discutere, quindi anche confrontarci con lei.
  In secondo luogo, vi è una particolare distonia tra ciò che l'INPS afferma e ciò che la Corte dei conti sostanzialmente ci ha relazionato nell'ultima audizione. La Corte dei conti ci dice che vi è una stabilità da un punto di vista finanziario, ma l'equilibrio economico si avrà nel 2050. Ciò in virtù del superamento della fase retributiva e il completo passaggio alla fase contributiva.
  Ancora oggi quindi le pensioni vengono pagate da coloro che hanno il sistema contributivo, a beneficio dei percettori col sistema retributivo, ed è in un tale contesto che ritengo necessario che si proceda ad una opera di chiarezza, anche con riferimento ad alcune categorie particolari, ad esempio magistrati e forze dell'ordine. Non è possibile che ci siano sistemi pensionistici totalmente fuori controllo.
  Una ulteriore questione che a noi interessa in modo particolare è chiarire definitivamente se le casse dei professionisti sono da ritenersi private o pubbliche.
  Oggi siamo in un limbo, in una situazione oggettivamente difficile, che non consente di poter definire gli aspetti normativi e anche di carattere fiscale. Come giustamente diceva lei, non si può pensare che le plusvalenze delle casse vengano definite rendite finanziarie mentre i fondi pensione, quindi il secondo pilastro della riforma della previdenza, non sono invece rendite finanziarie e vengono tassate, come lei sa, all'11 per cento.
  Dobbiamo definire anche l'aspetto normativo e innescare, secondo il nostro punto di vista, un meccanismo nel quale il primo e il secondo pilastro possono trovare condizioni perché il secondo pilastro possa essere incentivato, quindi costruire una condizione positiva di crescita. Al riguardo ovviamente ci sono filosofie diverse su come considerare l'INPS nel prossimo futuro. Noi siamo di un avviso che esporremo in modo dettagliato nel prossimo futuro.
  È chiaro che dobbiamo tentare di fare in modo che le risorse complessive tra fondi negoziali, fondi aperti, fondi chiusi e via discorrendo – in Italia circolano circa 180-200 miliardi – possano e debbano essere utilizzate. Noi faremo una proposta chiara (la Commissione sta lavorando in questa direzione anche attraverso l'attivazione di uno specifico «tavolo tecnico» in materia) perché ci siamo resi conto che potenzialmente c’è una grande disponibilità a investire in Italia su asset produttivi, ma vi è una grande incertezza sulle questioni ordinamentali e fiscali.
  Credo che, avendo come interlocutore il suo Ministero, si renderà necessario intervenire anche sul MEF, perché non tutto può e deve essere ritenuto sistema dell'equilibrio di finanza pubblica.
  Cito un'ultima questione relativa all'INAIL. Non essendoci una norma specifica che definisca l'utilizzazione di 22,5 miliardi di risorse liquide che oggi sono fermi presso la tesoreria unica e che il MEF continua a sostenere vadano a copertura del fabbisogno, nel momento in cui il Governo sta facendo un'opera di spending review, quindi abbatte il fabbisogno (credo che nessuno di noi possa Pag. 9contestarlo), chiedo se non si possa usare una parte di queste risorse per lo sviluppo del Paese, quindi per mettere in moto una serie di condizioni favorevoli perché si possa rilanciare l'economia.
  Credo che anche questo possa essere oggetto di un momento di confronto e di discussione. Ritengo, altresì, che debba essere definita anche la quantità di investimento dell'INAIL. Le somme che sono «residui» di economia dell'INAIL non possono essere investite al 30 per cento, quando c’è la possibilità di investirle al 100 per cento. Ad esempio, non si può non considerare che sull'edilizia scolastica l'INAIL può investire fino a 100 milioni. Chiedo quindi un suo intervento, Ministro, per poter migliorare le condizioni e per investire più risorse in un settore che riteniamo prioritario nell'ambito del programma che il Presidente del Consiglio ha presentato in Parlamento.
  Infine, credo che dobbiamo ragionare – e su questo vorrei chiederle un parere specifico – se in queste condizioni sia ancora valido il ruolo della COVIP. Sicuramente lei ricorderà che qualche tempo fa era stata prevista l'eliminazione della COVIP, accorpandone le competenze in capo alla Banca d'Italia e altri.
  Credo che sia necessario definire questo aspetto, anche perché ritengo che attualmente per le Casse vi siano troppi controlli, probabilmente sovrapposti tra di loro, mentre ci sarebbe necessità di semplificare il sistema.
  Rinnovo i ringraziamenti al Ministro Poletti e gli cedo la parola per la replica.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La mia replica sarà necessariamente breve, tenuto conto che sono atteso in Aula per lo svolgimento del «question time». Sono ovviamente disponibile a tornare in Commissione per approfondire anche i temi che non riuscirò ad affrontare in tale occasione.
  Riguardo alle problematiche legate alla spending review e al documento Cottarelli, al momento non è previsto alcun intervento sulle pensioni. Ciò che succederà in futuro oggi non è dato sapere, ma al momento non ci sono dati in questo senso.
  Per quel che riguarda le tematiche INPS, piano industriale e rapporti con il Parlamento, naturalmente il nostro impegno è di stimolare l'Istituto a fare del proprio meglio, in modo che ci siano risposte adeguate al Parlamento, al Governo e agli altri soggetti istituzionali che sono titolati ad avere elementi. È stato a tal proposito citato il tema degli esodati, ma potremmo ragionare anche su altri aspetti sui quali è condizione imprescindibile avere elementi di conoscenza che ci consentano di immaginare gli effetti che si producono a fronte delle condizioni nelle quali ci troviamo ad agire.
  Ci sono altri elementi che mi avete proposto, relativi ad esigenze di equità e tenuta generale del sistema previdenziale. Naturalmente su questo versante abbiamo, come Ministero del lavoro, un tavolo aperto con Camera e Senato, con le Commissioni lavoro e con INPS, per lavorare ad un'ipotesi di soluzione strutturale e per evitare che continuare attraverso meccanismi di intervento specifico per particolari caratteristiche produca una sorta di catena sistematica che, risolvendo una parte del problema ma mantenendone aperte molte altre, induca sistematicamente ad avere bisogno di tornare sulla materia. Questo non è per nulla semplice, vi è anche una questione di risorse da reperire, però questo è un tema che è sul tavolo e che stiamo affrontando. È naturale che su questo tavolo e su questo versante ci sia l'esigenza di una risposta.
  Permettetemi una battuta finale, perché i tempi mi impediscono di continuare. Il tema degli investimenti, delle risorse INAIL da un lato e Casse dall'altro, è per certi versi delicato ma molto interessante. Abbiamo risorse che sono potenzialmente utilizzabili all'interno del sistema economico, ma dall'altro lato abbiamo bisogno di un bilanciamento in termini di sicurezza per cui, siccome stiamo parlando di Pag. 10risorse che fanno riferimento alla tutela e alla garanzia della pensione delle persone interessate, dobbiamo sapere che questo meccanismo può e deve essere costruito, ma sempre ponendo attenzione all'implementazione di indispensabili elementi di tutela.
  Mi trovo costretto a fermarmi qui e ribadisco l'impegno, considerando che abbiamo in sospeso anche il tema della governance INPS, di tornare in Commissione quando riterrete opportuno.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Poletti per la sua partecipazione e disponibilità, e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.