XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 11 di Mercoledì 9 aprile 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione di rappresentanti di Confindustria.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Albini Pierangelo , Responsabile dell'area lavoro e welfare di Confindustria ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 

ALLEGATO: Documentazione presentata da Confindustria ... 7

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di Confindustria.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato, alla luce della recente evoluzione normativa ed organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, l'audizione del responsabile dell'area lavoro e welfare di Confindustria Pierangelo Albini, a cui lascio la parola per lo svolgimento della sua relazione.

  PIERANGELO ALBINI, Responsabile dell'area lavoro e welfare di Confindustria. Signor presidente, onorevoli deputati e senatori, vi ringrazio. L'audizione di oggi ci offre l'occasione di affrontare una serie di questioni sul sistema previdenziale italiano che per noi sono abbastanza importanti. Poiché consegneremo il testo integrale della relazione che abbiamo predisposto per l'odierno incontro, mi soffermo solo sugli aspetti di maggiore significato.
  In premessa vorrei dire che noi siamo convinti che l'intervento fatto sul sistema previdenziale a ripartizione dal Governo Monti è stato un intervento positivo, che dà una sostenibilità finanziaria al sistema con tre ricadute molto importanti: ricadute sulle persone, perché allontana di cinque anni l'età del pensionamento; ricadute importanti sulle imprese, perché di fatto, anche in una situazione di difficoltà occupazionale blocca il turnover; ricadute molto importanti sul modello delle relazioni industriali, perché unitamente alla riforma che è stata prevista rispetto alla mobilità e agli altri ammortizzatori sociali impone per le parti sociali un forte ripensamento sul modello delle relazioni industriali.
  In sintesi, direi che il nostro giudizio su questa riforma è positivo. Bisogna resistere alla tentazione di smontarla, ma è necessario accompagnare la transizione. Questo è un elemento di grande rilevanza per noi, come dicevo prima, e deve portarci a fare almeno alcune considerazioni su come accompagnare questa transizione rispetto anche alla curva demografica del Paese, che mostra un invecchiamento. È necessario cominciare a ragionare su come si concilieranno questi aspetti, ossia un'alta disoccupazione dei giovani e un invecchiamento attivo, con una soglia della pensione che si allontana sempre di più.
  Questo è un tema per il quale noi, come leggerete nel testo della relazione, indichiamo alcune priorità sulle quali intervenire anche rispetto al sistema delle tutele e più in generale rispetto ai regimi delle opzioni, per dare un quadro di certezze. Alla fine, su questi temi è fondamentale l'elemento della certezza per Pag. 4poter costruire – lo dico nell'interesse di tutti – con la previdenza complementare e con il sistema degli ammortizzatori sociali, un quadro del mercato del lavoro e delle relazioni industriali che sia coerente con l'insieme.
  Per questo è necessario introdurre alcuni correttivi in questa riforma. Noi ne indichiamo due: quello a cui facevo riferimento prima, ovvero il tema legato all'opzione e ai regimi di tutele, e un altro che deve portare a una valorizzazione di tutte le forme di ricongiunzione dei percorsi previdenziali delle persone, che devono essere razionalizzati perché ormai sappiamo tutti che quello della discontinuità della vita lavorativa delle persone sarà un elemento caratteristico, quindi bisognerà porre grande attenzione.
  Non mi soffermo, per non perdere tempo, sull'aspetto della governance degli enti previdenziali. Nella relazione trovate molto chiaramente delineata la nostra posizione, che si richiama sostanzialmente all'accordo che avevamo fatto con CGIL, CISL e UIL nel 2012. Mi permetto solo una battuta, perché siamo in un clima nel quale è più facile lanciare uno slogan che leggere una noiosa relazione: bisogna anche dare sostanza alle governance, altrimenti è del tutto inutile. Occorre dare chiarezza, ma anche mettere gli istituti nella condizione di poter decidere e di potersi assumere delle responsabilità.
  Troverete nella relazione una lunga introduzione di tipo economico, con una serie di considerazioni sugli elementi di quadro generale rispetto alla crescita, al sistema previdenziale e alle relazioni dei due sistemi. Troverete questa parte sotto il capitolo «Sistema previdenziale in crescita», laddove sviluppiamo alcune considerazioni che devono indurci a considerare con una qualche chiarezza (e con maggior rigore, probabilmente) questo rapporto fra la crescita e il nostro sistema previdenziale.
  Sull'argomento del TFR, noi siamo convinti che la riforma del sistema di previdenza complementare debba essere accompagnata da una riflessione radicale anche sul tema del TFR. Infatti, scriviamo nella relazione che, in tempi di gravi restrizioni del credito per le imprese, andrebbe fatta una riflessione sulla scelta che fu fatta di togliere dalla disponibilità delle imprese per destinarlo al bilancio dello Stato il TFR cosiddetto «inoptato», circa 5,5 miliardi nel 2012 su 10 miliardi di flusso complessivo del TFR.
  Nella relazione trovate anche valutazioni complessive sulla condizione della previdenza complementare in Italia e proposte su ciò che noi riterremmo opportuno fare. Intanto, nella prospettiva del rilancio della previdenza complementare, su questo fronte, con le altre associazioni di rappresentanza datoriali e, in qualche misura, anche con CGIL, CISL e UIL, stiamo investendo perché indubbiamente c’è la necessità di una maggiore alfabetizzazione su questi temi della previdenza complementare, di diffondere maggiormente l'attività e di cominciare a investire, anche nelle politiche contrattuali, in maniera ordinata su questi temi del welfare complementare.
  Trovate nella relazione anche un richiamo allo sforzo che stiamo compiendo con la nostra associazione, Assofondipensione, costruita dalla bilateralità, quindi con CGIL, CISL e UIL, proprio per favorire questi processi di razionalizzazione dei fondi esistenti e anche per cominciare a dare un'impronta decisamente più aggressiva all'attività dei fondi di previdenza complementare.
  Rispetto a due temi fondamentali, trovate proposte specifiche riguardanti interventi di miglioramento normativo sulla parte fiscale e, nella parte conclusiva, una serie di considerazioni su quello che in questo momento è il tema principale di riflessione non solo in ambito di Confindustria e di altre parti datoriali, ma credo più in generale nel nostro sistema, ossia considerare la possibilità di introdurre dei meccanismi che favoriscano il fatto che i fondi di previdenza complementare, nella salvaguardia di quella che è la loro funzione principale, possano in qualche misura essere soggetti che contribuiscono, in un momento di difficoltà come questo, a Pag. 5far rientrare nell'economia nazionale delle risorse che sarebbero sicuramente utili.
  Inoltre, diamo atto del fatto che alcuni interventi sono stati compiuti e manifestiamo il desiderio che si completi questo intervento per rendere meno aleatoria per i fondi questa possibilità di operare attraverso l'operatività del fondo di garanzia per le piccole imprese sul mercato domestico, attraverso i mini bond e via dicendo.
  Formuliamo qui l'auspicio che si possa estendere l'intervento del fondo di garanzia per le piccole imprese anche a favore delle SGR che, in nome e per conto dei fondi comuni di investimento da esse gestiti, sottoscrivono obbligazioni e titoli similari emessi da piccole e medie imprese.
  Ovviamente è un processo che noi stessi avvertiamo come difficile, ma esso va in qualche modo accompagnato. I dati che vi forniamo nella nostra relazione dimostrano che spazi e possibilità ci sono, quindi, pur con tutte le cautele e le attenzioni necessarie, in quanto stiamo parlando di risparmio previdenziale.

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Albini per il suo contributo, dispongo che la relazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.50.

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