XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 59 di Mercoledì 8 febbraio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente di Adepp (Associazione degli Enti Previdenziali Privati), Alberto Oliveti.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 ,
Di Salvo Titti (PD)  ... 3 ,
Galati Giuseppe (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 4 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 ,
Oliveti Alberto , presidente dell'Adepp ... 4 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 ,
Di Salvo Titti (PD)  ... 7 ,
Misuraca Dore (AP-NCD-CpI)  ... 8 ,
Di Salvo Titti (PD)  ... 9 ,
Luciano Nunzio , vicepresidente vicario dell'Adepp ... 9 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 9 ,
Galati Giuseppe (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 10 ,
Amadasi Fausto , consigliere dell'Adepp ... 11 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 ,
Amadasi Fausto , consigliere dell'Adepp ... 11 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 14.55.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente di Adepp (Associazione degli Enti Previdenziali Privati), Alberto Oliveti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione del presidente dell'Adepp, Alberto Oliveti. Sono altresì presenti il vicepresidente vicario Nunzio Luciano, il vicepresidente Mario Schiavon, i consiglieri Walter Anedda e Fausto Amadasi.
  Abbiamo ritenuto di convocarvi in quanto abbiamo predisposto una ipotesi di proposta di legge di riordino delle Casse a vent'anni dalla vostra privatizzazione, quindi pensiamo che sia arrivato il momento di discuterne e vedere come uniformare. Successivamente audiremo i Ministeri vigilanti, ossia il Ministero del lavoro e il Ministero dell'economia e finanze, chiuderemo le audizioni e presenteremo la nostra proposta di riforma. Terremo conto ovviamente delle indicazioni che voi ci fornirete, ricordandovi che avete quindici giorni di tempo per fornirci le vostre considerazioni sulla proposta.
  Prima di cedervi la parola per esprimere le prime considerazioni sullo schema generale della nostra proposta, lascio la parola a Titti Di Salvo, che insieme al collega Galati ha elaborato questa proposta di riordino.

  TITTI DI SALVO. Grazie, presidente. Per ottimizzare i tempi abbiamo scelto il percorso che il presidente ha appena illustrato, ma ci preme fare due considerazioni sull'impianto.
  La prima. Noi abbiamo fatto un'indagine conoscitiva lunga e abbiamo pensato che fosse arrivato il momento, a vent'anni dalle privatizzazioni delle Casse dalla 509 alla 103, di avere un'ambizione: quella di trasformare le criticità emerse nel corso delle indagini conoscitive in un Testo unico che cambiasse la normativa, in modo da passare da un semplice bilancio dell'esistenza delle Casse all'ambizione di rispondere, se non a tutte le criticità, ad alcune.
  La seconda considerazione, anticipata dal presidente: il nostro percorso ha alle spalle due anni di indagine conoscitiva, molti confronti in occasioni pubbliche con Adepp e con le singole Casse, secondo l’iter annunciato ci sarà il deposito in Parlamento del Testo unico, che seguirà il percorso classico, perché quanto stiamo facendo non esaurisce il percorso parlamentare, verrà incardinata in Commissione lavoro, ci saranno le audizioni (questa è la fase propedeutica).
  In questo percorso dovremo costruire momenti pubblici di confronto, non soltanto parlamentari, perché questa nostra Pag. 4iniziativa, che ha questa ambizione (direte voi se siamo riusciti, ma l'ambizione è autentica) si inserisce in un'attenzione importante e nuova verso il mondo dei professionisti.
  Non è un caso che contemporaneamente sia in dirittura d'arrivo il disegno di legge sul lavoro autonomo, è una scelta, quindi il punto sul ruolo dei professionisti in senso lato, non solo quelli iscritti agli Ordini, ma anche le nuove professioni, quelli dell'elenco della legge n. 14 del 2003, non solo come riconoscimento pubblico di un ruolo e dei necessari diritti connessi a questo riconoscimento sociale, ma anche per porre fine a pregiudizi coltivati per anni, che raffiguravano il mondo dei professionisti come un mondo chiuso, un mondo di privilegi, anche per l'esperienza di sacche di confusione tra il vero lavoro professionistico e il finto lavoro professionistico, il vero lavoro autonomo e il finto lavoro autonomo.
  Tenevo a dire queste tre cose perché danno il senso del lavoro fatto, dell'impegno assunto, dell'ambizione coltivata; poi il percorso parlamentare avrà la sua vita, e avremo occasione per eventuali correzioni. Mi permettevo di sottolineare inoltre che c'è un discorso che tiene insieme una visione, che è quella del riconoscimento sociale e politico di questo mondo nell'economia.

  GIUSEPPE GALATI. Volevo solo ribadire lo spirito con cui abbiamo lavorato. Alla luce di un dibattito che vede crescere l'importanza degli enti, a volte indipendentemente dalla classica visione delle Casse con un forte patrimonio connesso a un'esigenza di corresponsione pensionistica, avendo vissuto in questi quattro anni un'interlocuzione con le Casse e gli enti previdenziali abbiamo sentito l'esigenza di farci autori di una proposta, perché spesso in questo Paese si interviene legislativamente con materie d'urgenza, senza guardare ad un percorso.
  Ovviamente il dibattito sarà ampio e immagino per certi versi contrastante rispetto ad alcune visioni, però crediamo che fosse necessario mettere in campo una proposta che tenesse conto del lavoro fatto in questi anni, e non a caso oggi la prima riunione si svolge con i soggetti interlocutori, per capire la vostra visione, gli elementi di condivisione o di criticità che avete riscontrato, che sono necessari all'avvio legislativo di questo lavoro, perché credo che l'obiettivo sia lavorarci insieme ed evitare che d'improvviso un Governo si trovi costretto ad agire con decretazione d'urgenza, che non sarebbe sottoposta a una riflessione come quella che oggi prende avvio.

  PRESIDENTE. Cedo quindi la parola al presidente dell'Adepp, dottor Alberto Oliveti, per esprimere le sue prime considerazioni su questa ipotesi di riforma della legge sulle Casse di previdenza.

  ALBERTO OLIVETI, presidente dell'Adepp. Grazie, presidente, ringraziamo per la convocazione. Prendiamo atto del documento che ci è stato mandato, un documento che si articola su 14 punti, qualcuno dei quali è originale rispetto al dibattito che c'è stato.
  Dal punto di vista metodologico la nostra domanda condivisa è quella di conoscere in maniera più articolata quale sarà il percorso di questa proposta di relazione, che, come è stato appena detto dal presidente della Commissione, dovrà definire una legge che riformerà l'attuale assetto normativo che regola la vita delle Casse che rappresentiamo.
  Prendiamo atto di quanto detto dalla relatrice sull'obiettivo di definire un Testo unico, obiettivo che conoscevamo, prendiamo atto dell'esigenza di trovare una via diversa alla ripubblicizzazione, passante non per la definizione giuridica o per l'operatività, ma per la condivisione con le basi professionali che rappresentiamo.
  Da questo punto di vista vorrei però ricordare che siamo Casse di previdenza del primo pilastro, che incassano contribuzione obbligatoria e devono pagare prestazioni di tipo pensionistico e assistenziale. I contributi che incassiamo servono appunto a pagare queste prestazioni, e lo fanno o in maniera diretta o mediante un accantonamento a riserva patrimoniale, che deve Pag. 5essere sempre e comunque costituita in una certa misura minima che è la riserva legale.
  Abbiamo anche un riferimento a una proiezione attuariale, che dobbiamo definire in un determinato lasso di tempo sulla base di specifiche basi demografiche ed economiche, che ci sono rappresentate con le proiezioni attuariali. Da questo punto di vista questi patrimoni a cui si fa riferimento altro non sono che contributi non usati al pagamento diretto delle prestazioni, ma accantonati come una riserva di garanzia per la tenuta del patto generazionale, che è l'asse portante di ogni nostra Cassa.
  Anche l'investimento di questo patrimonio, che – mi piace ricordare sempre – altro non è che contributi, quindi reddito differito obbligatoriamente alla previdenza obbligatoria, sono contributi che stanno lì sotto forma di patrimonio e servono per garantire il pagamento delle pensioni, quindi anche l'investimento di questa massa contributiva differita deve essere considerato come necessario a finanziare prestazioni di rango costituzionale.
  Per questo come Casse e Adepp – un'associazione libera, volontaria, che coordina l'attività delle Casse – abbiamo come obiettivo quello di definire la nostra autonomia e cercare un coordinamento che ci faccia essere a livello istituzionale e a livello di rapporti con le nostre basi abbastanza omogenei nell'attività, ferme restando le specifiche peculiarità.
  Vorrei quindi ricordare che questi patrimoni sono destinati al pagamento di prestazioni di rango costituzionale e obbligatoriamente incassati perché sono contributi, sono reddito differito, non possono essere considerati come patrimoni disponibili ad investimenti di sostegno sistemico, perché si commetterebbe un grosso errore concettuale. Entrano nell'investimento nelle logiche di mercato, ma devono anche soggiacere alle logiche del rispetto del debito previdenziale assunto, quindi devono collegarsi anche al lavoro che caratterizza poi il reddito da lavoro differito, che è la contribuzione.
  Voglio ricordare, nella logica della pubblicizzazione diversa sottolineata, cioè quella di avere un contatto maggiore con le nostre basi professionali, che noi operiamo e abbiamo una funzione rappresentativa in ogni Cassa a seguito della esecuzione di Statuti, che sono oltretutto valutati e approvati da chi è deputato per legge a vigilarci. Operiamo e rappresentiamo le categorie sulla base delle norme e degli Statuti, quindi crediamo che da questo punto di vista la nostra sia una presenza democratica e trasparente, riferita a quelle che sono le norme attuali della trasparenza.
  Nell'attività di coordinamento delle Casse abbiamo assunto dei codici: un codice etico, un codice di trasparenza e recentemente un codice di autoregolamentazione degli investimenti. Sono strumenti per poter al meglio rappresentare quel mandato istituzionale che ci è dato dalle nostre categorie e che rappresentiamo negli obiettivi istituzionali che ho detto in premessa in una maniera molto chiara e molto coerente con quelli che sono gli Statuti.
  Da questo punto di vista anche l'esigenza di comunicare è sicuramente importante, ma credo che questo sia un compito che cerchiamo di fare, che l'Adepp cerca di coordinare in maniera efficace, ma che tutto sommato non necessiti di chissà quale particolare modifica o cambiamento.
  Viviamo la nostra attività sulla base dei decreti legislativi che ci rappresentano, 509 e 103, e naturalmente qualsiasi ipotesi di cambiamento di questo riferimento normativo ci trova molto attenti, e, attenti proprio alla democraticità rappresentativa che anche in Adepp vogliamo rappresentare; per questo noi ci riserviamo di farvi le osservazioni dopo aver incontrato tutte le Casse nell'assemblea dell'Adepp.
  Le incontreremo, presenteremo il documento e anzi, se oggi riterrete di illustrare qualcuno di questi 14 punti in maniera più approfondita e puntuale, noi vi ascolteremo e riporteremo questa miglior definizione a livello della nostra assemblea, riservandoci poi di dare una risposta per iscritto, così come per iscritto ci è stato mandato il documento. Pag. 6
  Ci sono dei passaggi che ci lasciano incerti, ma solo nell'interpretazione lessicale, ad esempio alla lettera n), quando si parla di trattamento fiscale e della fase di accantonamento: «rimane la deducibilità dal reddito complessivo per un importo non superiore ad euro 5.164».Voglio ricordare che, essendo previdenza obbligatoria, o si è voluto mettere un tetto alla previdenza obbligatoria in termini di investimento oppure potrebbe trattarsi anche di un anomalo riferimento al secondo pilastro. Vorremmo chiarimenti su questi passaggi, per capire se si tratti di una nuova interpretazione.
  Alcune osservazioni per capire il testo. Il fatto che negli investimenti dell'economia reale la redditività sia tassata al 15 per cento, quando oggi sappiamo che la legge di stabilità ha fissato un azzeramento, la defiscalizzazione della redditività, vorremmo sapere se questa è una proposta che alla fine torna indietro su un percorso, che anche nel documento è riconosciuto come iniquo, di tassazione del patrimonio. Parliamoci chiaro, qui i contributi destinati a riserva vengono tassati.
  Se è vero che c'è il richiamo alle tre classiche lettere E, ET e ETT, noi diciamo che, se la lettera E vuol dire esenzione dalla tassazione nella contribuzione, se il patrimonio E è fatto da contributi accantonati a riserva, tassare questo patrimonio significa smentire la prima lettera E. Questo vorremmo che fosse molto chiaro.
  È riconosciuta l'iniquità obbligata del percorso, però vorremmo chiaramente definire che questa è una iniquità di emergenza. Sappiamo però che le emergenze devono avere un tempo, una durata, ci pare che invece qui la durata sia stata come minimo ventennale, e ci augureremmo una nuova sensibilità da questo punto di vista. Grazie.

  PRESIDENTE. Francamente, presidente, le dico con tutta umiltà che non ho ben compreso la prima parte del suo discorso per il semplice motivo che noi siamo stati sempre convinti dell'autonomia delle fondazioni, non abbiamo mai pensato che le fondazioni potessero essere «assoggettate» al potere pubblico, tanto è vero che nella nostra proposta di legge confermiamo con determinazione la questione privatistica delle fondazioni, e lo diciamo con chiarezza.
  Credo che questo vada a merito di questa Commissione, che definisce una volta per tutte con una proposta di legge gli equivoci emersi fino ad oggi, equivoci dovuti alle interpretazioni ovviamente diverse da quelle originarie nel momento in cui siete stati privatizzati con il 509 e con il 103. Mi consenta quindi con grande umiltà di non aver capito il suo intervento iniziale per quanto riguarda la vostra autonomia, i vostri Regolamenti, le assemblee, laddove nessuno mette in discussione il sistema di gestione delle vostre fondazioni.
  Mi pare anche che vi sia un'interpretazione distorta rispetto a quanto pensavamo di raffigurare in merito alla tassazione. Vede, presidente, nella lettera n) che lei ha sottolineato ci sono agevolazioni, non discriminazioni fiscali per le fondazioni. Quando facendo riferimento alla previdenza complementare aggiungiamo un'ulteriore detrazione, non vi aggiungiamo ulteriori interventi di tassazione, perché significa che sul secondo pilastro ci sono oltre 5.100 euro di deduzioni nel momento in cui si va a presentare la redditività annuale.
  Anche sulla questione E, ET e ETT questa è una considerazione che francamente non comprendo. Noi siamo partiti dall'idea base che in questo Paese non fosse possibile tassare due volte le Casse. Nel momento in cui abbiamo definito questo aspetto abbiamo anche riportato il discorso della doppia tassazione ad una tassazione unica, come esiste in tutti i Paesi d'Europa. Da questo punto di vista mi sembra (può darsi che io abbia capito male) che vi siano delle considerazioni un po’ diverse tra noi e quanto lei ha sottolineato.
  Noi abbiamo tre ipotesi principali. La prima, definire con chiarezza la privatizzazione delle Casse, non più l'attuale equivoco per cui le Casse, pur essendo state definite private, sono soggette a regole pubbliche, cosa su cui ovviamente non siamo d'accordo, e questo è chiaro e definito all'interno del testo della legge. La seconda questione riguarda le tassazioni, che noi Pag. 7riteniamo eccessive per le Casse e quindi riteniamo che debba essere determinata una tassazione unica e non una doppia tassazione.
  La terza questione è quella di agevolare ancora di più la questione della tassazione con interventi similari a quelli sul secondo pilastro. Questa proposta di legge che noi presenteremo a prima firma Titti Di Salvo e Giuseppe Galati è una proposta di legge che fa giustizia di tutto e definisce anche una questione in modo estremamente chiaro: non più le Casse del 509 o 103, ma tutte le Casse private, eliminando definitivamente il discorso del 509 e del 103.
  Vi è quindi un'impalcatura estremamente significativa, importante, che va nella direzione delle audizioni realizzate in questi anni, e ci rendiamo conto che sicuramente qualcosa dovrà essere cambiata e per questo abbiamo chiesto di inviarci in tempi rapidi le vostre considerazioni perché abbiamo anche altre audizioni da fare per definire il sistema e quindi proporlo, come giustamente diceva la collega Di Salvo, in confronti pubblici, incardinarlo nelle Commissioni di merito e cominciarne la discussione.
  L'onorevole Titti Di Salvo voleva aggiungere qualcosa, quindi le lascio la parola, poi ovviamente ognuno di voi potrà intervenire.

  TITTI DI SALVO. Grazie, presidente. Intervengo in modo puntuale su alcune domande che mi sembra di aver colto nell'intervento del Presidente Oliveti. Abbiamo deciso di non fare una illustrazione dettagliata, però forse conviene quantomeno non eludere le domande che sono state proposte.
  La prima, sul percorso: quando si fa una proposta di legge la si deposita e lì comincia un percorso parlamentare, quindi si mette all'esame del Parlamento, si incardina in una Commissione, che chiama chi ritiene, naturalmente i primi soggetti sottoposti a quella normativa oltre che l'INPS e i Ministeri. Noi abbiamo scelto un'altra strada, ossia di far precedere la definizione della norma al percorso parlamentare, quindi il percorso parlamentare è quello classico.
  Una volta che c'è il Testo unico, questo viene depositato in Parlamento, la presidenza della Camera lo assegnerà sicuramente alla Commissione lavoro e previdenza. Lì comincia la discussione.
  Abbiamo bisogno di suscitare un confronto pubblico, perché tra depositarlo e incardinarlo c'è una differenza; ci sono migliaia di proposte di legge depositate, incardinate sono quelle che hanno qualche speranza, al di là del discorso sulla legislatura, di essere esaminate in Aula. Per questo dicevo che va accompagnata da una discussione pubblica, che riporti al centro l'utilità per il Paese di un dibattito.
  Il percorso che precede in parte l'avete vissuto, l'abbiamo vissuto insieme: due anni di indagine conoscitiva, l'emersione di alcune criticità su cui vengo subito dopo, e il desiderio-decisione condiviso di passare da un bilancio accademico di quanto non andava al tentativo di affrontare le criticità.
  Il percorso che precede quello classico è questo: indagine conoscitiva, confronto in vari modi con voi, e poi da ultimo questo che vi stiamo chiedendo da qui a 15 giorni, cioè mente locale sulla possibile soluzione non soltanto nel percorso parlamentare classico, ma prima di confezionare il testo che verrà depositato. Non è quindi rispettoso soltanto di una forma o di una finzione, è autentico, con l'idea di fare una cosa che serva.
  Le criticità che abbiamo raccolto in questi due anni sono state tre. La prima è una confusione indotta dalla normativa e anche da sentenze contraddittorie che si sono succedute nel tempo, quella del TAR che ha dato ragione alla vostra richiesta di cambiamento dell'inclusione nell'elenco Istat, quella del Consiglio di Stato che l'ha annullata, fino alla sentenza della Corte di gennaio.
  Noi riteniamo che le criticità esistenti non nascano dalla privatizzazione delle Casse (qualcuno pensa legittimamente che se le Casse fossero pubbliche, essendo previdenza obbligatoria, si risolverebbero questi problemi) e che ancora oggi ci siano tutte le ragioni che hanno determinato la privatizzazione, quindi quello va bene. Quello che non va bene è continuare in Pag. 8questa ambiguità tra l'uno e l'altro, quindi nel Testo unico vorremmo agire tutti i tasti che consentano di distinguere in modo netto natura privata da funzione pubblica costituzionale, previdenza obbligatoria.
  Dalle parole ai fatti serve fare un atto in più, che non può essere l'esclusione dall'indice Istat che è previsto da Eurostat, ma dire che quella inclusione serve solo per quello, cioè per fini statistici, e non per fini di finanza pubblica, quindi scrivere nel testo che non si può applicare la spending review, che ci sembra la cosa più netta per risolvere uno dei pezzi principali di questa confusione. L'elenco Istat ci sta perché lo dice l'Europa, ma che questa inclusione possa determinare l'ampliamento della base imponibile della finanza pubblica anche a voi noi diciamo di no, e vorremmo fare un testo in cui questa cosa venga espressa. A noi sembrava un passo significativo.
  Seconda criticità, i controlli: tanti controlli. Ce lo avete detto spesso anche voi, questo è un problema, anche perché si è dimostrato che l'attuale struttura dei controlli non controlla, i problemi ci sono comunque, quindi è evidente che più controlli che si sovrappongono sono inefficaci.
  Con il Testo unico vogliamo quindi distinguere azione di vigilanza da azione di controllo, vigilanza Covip, tipizzando anche quelle funzioni, e controllo, semplificando e riducendo anche il numero dei Ministeri che agisce.
  Terza e penultima questione. Per le ragioni che dicevo prima, che sono di natura politica generale pensiamo che uno sguardo nuovo sul mondo delle professioni debba far ampliare non solo i diritti del DL sul lavoro autonomo, ma anche la platea di riferimento delle Casse, e pensiamo che l'iscrizione debba essere aperta anche alle nuove professioni. Peraltro il DL sul lavoro autonomo fa questo, però ci sono due emendamenti che fanno sì che il DL lavoro autonomo torni al Senato e non possiamo chiuderlo qua, uno riguarda il welfare erogato dalle Casse professionali e prevede una delega, un altro vale anche per gli iscritti alla gestione separata delle nuove professioni, evidentemente quel problema sarebbe risolto se la platea di riferimento delle Casse fosse già ampia.
  Questa è un'annotazione di tipo politico, cioè il fatto che noi riteniamo che il mondo delle professioni sia molto cambiato. C'è un'ostilità culturale che ho vissuto arrivando dal sindacato, come molti di voi sanno, perché a volte sotto la professione si nascondeva il finto lavoro dipendente, e questo ha creato un'ostilità che naturalmente non ha ragione d'essere, ma va anche radicato in termini normativi.
  Quarta e ultima cosa, oltre a una postilla: fisco. Dobbiamo essere chiari sull'intenzione, poi vediamo come questa intenzione vada scritta perché corrisponda: noi vogliamo fare un'imposizione fiscale che elimini la differenza, che secondo noi non ci deve essere, tra tassazione che riguarda i fondi pensione e le Casse. Noi vogliamo fare questo, perché secondo noi non c'è motivo.
  Diciamo anche che vorremmo agire sul piano europeo, cioè passare da ETT a EET, ma non riusciamo a farlo e lo denunciamo, non facciamo finta che non ci sia per ragioni di finanza pubblica, ma è l'obiettivo a cui tendere.
  Noi quindi ci muoviamo così, e, indipendentemente dal fatto che il testo di sintesi possa non essere chiaro e debba essere riscritto in modo che si capisca, l'intenzione è questa, non un'altra. In più, come voi sapete perché tutte le volte che vi ho incontrato vi ho sfinito su questo – come credo anche il collega Galati – vorremmo aiutare questo Paese a crescere in modo che il risparmio previdenziale aiuti l'economia reale.
  So che le Casse dicono di farlo già e che il problema riguardi i fondi più che le Casse, ma questa è l'intenzione perché il Paese per crescere ha bisogno di questo.

  DORE MISURACA. Grazie, presidente. Volevo ringraziare preliminarmente la collega Di Salvo e il collega Galati per lo sforzo compiuto nell'elaborare questo documento introduttivo, queste linee guida che prefigurano l'impianto che deve derivare dal lavoro approfondito svolto in questi anni, che deve comunque continuare, così come emerge. Pag. 9
  Ringrazio anche il presidente dell'Adepp per la disponibilità dimostrata oggi, ma soprattutto per la disponibilità a collaborare nei prossimi giorni. Colgo nell’incipit del presidente un'attenzione in difesa di un'autonomia che qualche volta ha subìto non una moral suasion da parte del Governo, ma anche forse ogni tanto qualcosa in più, quindi questo difendere l'autonomia delle Casse sta nelle corde, così come noi talvolta difendiamo la nostra autonomia parlamentare. Credo quindi che l'approccio debba essere considerato assolutamente positivo.
  Cercavo a questo punto di individuare un percorso che possa essere condiviso e debba tenere conto, collega Di Salvo, dell'approfondimento e dei suggerimenti, perché è vero che sono stati fatti due anni di audizioni, però abbiamo la capacità di fare sintesi nel documento predisposto dalla Commissione, da cui discenderà il disegno di legge che dovrà essere poi trasmesso al Parlamento.
  Dobbiamo quindi vedere come articolare questa osmosi fra il lavoro fatto dalla Commissione e le attente valutazioni che l'intera articolazione delle Casse dovrà esprimere in maniera approfondita su questo documento. Da quel che ho capito l'articolazione è ampia e complessa, la declinazione ancor di più, e per essere un lavoro compiuto, sebbene la Commissione non sia tenuta a recepire tutti i suggerimenti e le riflessioni degli auditi, certamente dovremo tenerne conto.
  Raccogliere i suggerimenti deve coinvolgere un pubblico ampio, la platea non si esaurisce con la presenza dei vertici dell'Adepp, che sono assolutamente legittimati, ma probabilmente hanno la necessità che la base concorra ad alcune determinazioni che dovranno essere riportate alla Commissione.
  Invito quindi la presidenza ma soprattutto i colleghi Di Salvo e Galati ad articolare un cronoprogramma tenendo conto delle nostre esigenze di pervenire in tempo ragionevole a un testo che venga poi trasmesso e calendarizzato in Parlamento, e poi le successive audizioni che debbono essere fatte, le articolazioni e tutta la rappresentazione delle osservazioni, delle quali oggi ne sono state fatte alcune. All'Adepp è stato trasmesso il testo approntato per la presentazione del disegno di legge?

  TITTI DI SALVO. No, è stata trasmessa una nota di sintesi.

  NUNZIO LUCIANO, vicepresidente vicario dell'Adepp. Essendovi già il testo di un progetto di legge e dovendo collaborare fornendovi delle indicazioni, sarebbe utile se le medesime potessero da voi essere ritenute inglobabili nel progetto ...

  PRESIDENTE. Era già nostro intento consegnare all'Adepp e quindi di conseguenza a tutte le Casse professionali il testo del progetto di legge completo. Vi abbiamo mandato una sintesi per fare le prime valutazioni.
  Ovviamente la sintesi che vi abbiamo mandato contiene i punti più importanti del progetto di legge, contenente i ragionamenti che tra noi ci siamo sempre fatti.
  Credo che nessuno possa dire che non abbiamo definito insieme la questione delle fondazioni private, quindi nella sintesi che vi abbiamo inviato è chiaramente definito che voi siete delle fondazioni private.
  Un altro problema che voi ci avete sempre sollevato è stato quello di ritenere inaccettabile che in questo Paese la tassazione nei riguardi delle fondazioni fosse estremamente elevata, portata al 20 per cento, poi al 26 per cento in un particolare periodo storico, con la previsione di un credito d'imposta che non ha funzionato. Abbiamo l'onestà di dirlo con molta chiarezza: 80 milioni di credito di imposta, utilizzati semplicemente 35-36 milioni per una serie di motivazioni, ma questo andava collocato anche in un altro ragionamento che questa Commissione aveva già fatto, perché credo che dobbiamo guardare al futuro, però non possiamo dimenticare il passato.
  Il Parlamento italiano ha approvato una mozione della Commissione, dove erano scritte con chiarezza alcune questioni che sono state riportate all'interno del progetto di legge. In quella circostanza abbiamo Pag. 10ritenuto di dover abbassare la tassazione alle fondazioni private al secondo pilastro della previdenza, perché ci sembrava eccessiva la tassazione all'11,50 per cento per quanto riguardava il secondo pilastro e nella nostra mozione avevamo proposto di ridurre gradualmente le aliquote di tassazione, fino ad arrivare addirittura alle aliquote europee, cioè in alcuni casi zero.
  Lo abbiamo detto, l'abbiamo fatto approvare in Parlamento, abbiamo inserito all'interno di questa nostra proposta di legge questo tipo di considerazione, che mi pare sia inequivocabile. Abbiamo addirittura ecceduto, nel senso che il Presidente Oliveti sottolineava che probabilmente ci siamo confusi con il secondo pilastro, ma noi abbiamo detto qualcosa in più: tutti coloro i quali si iscrivono al secondo pilastro hanno la possibilità di dedurre 5.100 euro per quanto riguarda la previdenza complementare, per l'integrativa circa 3.000 euro (non mi chiedete al centesimo perché non lo ricordo), ma noi abbiamo inserito qualcosa per agevolarvi ulteriormente.
  Abbiamo detto che c'è bisogno di riportare la tassazione al 20 per cento e abbiamo aggiunto che per coloro i quali fanno investimenti, come abbiamo sempre sottolineato investimenti di economia reale, vi è una ulteriore riduzione della tassazione.
  Proprio per stare nello spirito della privatizzazione, perché ne siamo convinti, quale Cassa riesce a detrarre l'IVA? Voi avete la detrazione dell'IVA? No. Abbiamo quindi inserito anche la detrazione dell'IVA, che quando si fanno alcune operazioni immobiliari incide notevolmente. Mi riferisco alle Casse che hanno un patrimonio immobiliare estremamente significativo.
  Nella nota che vi abbiamo inviato abbiamo quindi semplicemente inserito le parti più significative, che credo possano trovare un ampio consenso da parte vostra. Certo, nella proposta complessiva probabilmente troveremo delle possibili non condivisioni, ma questo ci pare normale, ci pare giusto, ci pare logico, ed è per questo che ci interessa in particolare la vostra opinione.
  Vi diamo quindi la nostra proposta complessiva di riforma delle Casse professionali, in modo che, come dicevo in precedenza in apertura dei nostri lavori, entro quindici giorni possiate presentarci le vostre considerazioni, sapendo che in questo lasso di tempo noi faremo altre audizioni che riguardano i Ministeri vigilanti, in modo che al momento della presentazione ufficiale e della discussione nelle Commissioni di merito il Governo abbia una posizione chiara anche con voi per accelerare al massimo l’iter dell'approvazione di questa legge. Questa è la nostra idea.

  GIUSEPPE GALATI. Io ho ascoltato il Presidente Oliveti, che nella sua funzione di Presidente dell'Adepp giustamente si è fatto portatore di una serie di questioni, e ho colto nel suo discorso una certa rigidità, che probabilmente nasce anche dal fatto che, non avendo il testo nella sua articolazione, alcune questioni possono essere fraintese. Come però ho detto all'inizio, vorrei che fosse colto lo spirito che è alla base di questo nostro lavoro di oggi.
  Noi abbiamo lavorato in uno spirito diverso dagli altri anni in cui la Commissione aveva lavorato: quello di avere la consapevolezza profonda in questo Paese che le Casse di previdenza svolgono un ruolo fondamentale ed importante non solo perché garantiscono un servizio essenziale per la comunità e per la serenità sociale e civile del Paese, ma anche perché per il lavoro svolto possono costituire qualcosa in più.
  Per questo motivo, come ricordava il Presidente Di Gioia, abbiamo avviato un'indagine conoscitiva che perseguisse due obiettivi fondamentali: l'impegno possibile – tenuto conto delle condizioni economiche – di un apporto delle Casse nella vita reale, quindi nell'economia del Paese, e il principio relativo alla tassazione.
  Sappiamo bene (qui era la preoccupazione iniziale) che a un certo punto, di fronte ad una mozione approvata da tutto il Parlamento, ci siamo trovati con una dicotomia, in quanto il Governo quell'anno alzò questi parametri.
  Questo lavoro preparatorio ci ha portato a questa consapevolezza e, come ha ricordato la collega Di Salvo, non a caso c'è scritto «Proposta di relazione», perché questa è una proposta che viene fatta prima di Pag. 11essere presentata seguendo il metodo dell'ascolto e della condivisione, ovviamente nel rispetto delle parti laddove sarebbe molto strano se si fosse d'accordo su tutto perché ci sono evidentemente altri soggetti e altre componenti coinvolti.
  La proposta affronta però alcune questioni, quella annosa dell'elenco Istat, che è sempre stata motivo di battaglia ed era una condizione fondamentale, il problema della vigilanza, il problema della tassazione, il fondo interprofessionale, la necessità di disegnare un processo corretto di accorpamento che non sminuisca le autonomie, ma nello stesso tempo garantisca una capacità di intelligente spending review da parte delle stesse Casse.
  In questo sforzo, che dovrà poi trovare nel Parlamento una fase politica particolare, ci sembrava doveroso che fossimo proprio noi insieme con voi a presentarlo, perché Parlamento e Governo in questa legislatura sappiano che c'è un lavoro definito insieme.
  Credo non che dobbiamo ricevere un plauso, perché un plauso si ha solo dopo la lettura e l'eventuale approvazione, ma che abbiamo colto lo spirito di un lavoro che abbiamo fatto pur essendo non Commissione legislativa, ma di controllo, però abbiamo vigilato e, non essendo la Covip né i Ministeri che ovviamente hanno una funzione diversa, dobbiamo avere una proiezione parlamentare e politica, altrimenti sarebbe l'ennesimo orpello alla vostra vita.
  Questo è stato lo spirito, che quindi ritengo vada ricondotto all'introduzione del presidente Oliveti, che pure capisco perché, non avendo il testo integrale, su alcuni punti l'interpretazione può essere stata indirizzata in modo diverso a seconda dell'articolato.
  Se le vostre obiezioni, le vostre considerazioni, le vostre integrazioni e i vostri suggerimenti troveranno la nostra condivisione, potremo cambiare la nostra proposta senza aspettare la fase emendativa delle Commissioni, dando alla luce una cosa che al 70 per cento sarà figlia nostra e al 30 per cento degli interlocutori tra i quali ovviamente voi siete quelli primari, in modo che quando la proposta arriverà in Parlamento sia abbastanza solida.

  FAUSTO AMADASI, consigliere dell'Adepp. Molto rapidamente, uno dei temi che purtroppo non emergeva da questa relazione è il tema importantissimo di non avere quelle intromissioni a gamba tesa che ad esempio sia il cumulo che la rottamazione delle cartelle sembrerebbero portare, ove siano declinati in un certo modo.
  Il concetto è che la legge n. 335 poneva un obiettivo, cioè che ogni cosa che va a modificare la previdenza deve essere specificatamente indirizzata; così, se stiamo parlando della previdenza delle Casse privatizzate, ogni norma deve essere tarata su quello, cioè l'estensione tout court di altri provvedimenti sta creando veramente disagi assoluti che noi abbiamo già vissuto. Non traspariva da questo documento il concetto di una protezione.
  Il Presidente Olivetti parlava di autonomia di bilanci, ed è questo il tema grosso.

  PRESIDENTE. L'autonomia sì, il controllo però...

  FAUSTO AMADASI, consigliere dell'Adepp. No, il controllo è un altro discorso.

  PRESIDENTE. Ci mancherebbe, non l'abbiamo mai messo in discussione! Adesso vi consegneremo il testo; mi rendo conto che, come dicevo prima, ci saranno sicuramente dei punti sui quali non avremo la vostra condivisione, ovviamente valuteremo tutte le vostre proposte con grande attenzione, tanto che sul testo che vi andiamo a consegnare è scritto «Bozza non corretta», quindi è chiaro che è una proposta.
  Desidero però ribadire con estrema fermezza che questa proposta nasce da tutte le audizioni che abbiamo fatto e dalla determinazione di questa Commissione nel definire una volta per tutte le difficoltà che vi sono all'interno del rapporto tra le Casse e i Ministeri vigilanti, perché siamo convinti che voi, essendo privati, non possiate essere assoggettati ad alcune regole del pubblico. Il presidente parlava dei bilanci e io credo che il bilancio non possa essere un Pag. 12bilancio pubblico, ma debba essere un bilancio privato. Queste cose sono scritte con chiarezza e determinazione in questa proposta di legge.
  Noi non abbiamo nemmeno preso in considerazione il «controllo» da parte di alcuni organi che oggi avete, li abbiamo totalmente eliminati, perché siamo sempre partiti dall'idea che siate soggetti privati e non pubblici. Giustamente lei sottolineava alcune anomalie e citava una Cassa che è ancora di primo pilastro, credo che su questo dobbiamo ragionare, perché non vi è semplicemente una Cassa, ma più Casse oggi sono all'interno del primo pilastro, ma che oggettivamente non sono primo pilastro, aspetto su cui ragioneremo e gradiremmo una vostra considerazione.
  Faccio un esempio con tutto il dispiacere possibile, ma l'ONAOSI mi pare che sia una fondazione che eroga non pensioni, ma servizi, quindi ci sembra importante avere un'idea da parte dell'Adepp anche su questo. Ci sono anche questioni che riguardano la riorganizzazione delle Casse e, laddove dovesse venire a cadere il riferimento alla 509 e alla 103, è chiaro che si parla anche di alcuni, eventuali accorpamenti, ma su questo ovviamente siamo qui ad aspettare le vostre proposte.
  Vi ringrazio della vostra partecipazione e anche del vostro approccio critico. Consegno al presidente dell'Adepp la proposta di legge non corretta con la relazione, in attesa delle vostre considerazioni che terremo in debito conto.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.