XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 21 di Mercoledì 21 ottobre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del direttore generale e della direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS), Massimo Cioffi e Rosanna Casella.
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Casella Rosanna , Direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'INPS ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Casella Rosanna , Direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'INPS ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Casella Rosanna , Direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'INPS ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Cioffi Massimo , Direttore generale dell'INPS ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Cioffi Massimo , Direttore generale dell'INPS ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
Cioffi Massimo , Direttore generale dell'INPS ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.50.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del direttore generale e della direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS), Massimo Cioffi e Rosanna Casella.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, del dottor Massimo Cioffi, direttore generale dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) e della dottoressa Rosanna Casella, direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'INPS.
  Avverto che è presente anche la dottoressa Cinzia Ferrara, coordinatrice generale del Servizio statistico attuariale dell'INPS.
  Dal momento che il collega Roberto Morassut, relatore sui bilanci INPS, non è oggi presente per un suo impedimento personale, mi permetto di porvi io alcune domande, in modo che ci possiate dare delle risposte.
  C’è una prima questione che vorremmo sottoporvi e che abbiamo già esposto la scorsa settimana alla dottoressa Di Michele. Nel corso dell'audizione che abbiamo avuto con Equitalia nel febbraio scorso ci è stato riferito che nei vostri bilanci ci sono circa 107 miliardi di residui attivi. Il problema che noi vorremmo ci venisse chiarito è soprattutto questo: Equitalia, a cui voi partecipate per il 49 per cento ci dice che il 50 per cento di questi residui attivi sono inesigibili, ma voi li riportate ancora in bilancio. Vorremmo sapere come mai Equitalia afferma che il 50 per cento di questi residui attivi sono inesigibili, mentre voi riportate comunque in bilancio tutta la somma di 107 miliardi di euro.
  La seconda questione concerne l'attribuzione delle funzioni, sia previdenziali che assistenziali, in capo allo stesso ente, che ovviamente implica una serie di situazioni anche per quanto riguarda il riassetto della governance in senso più generale.
  La terza cosa che noi vorremmo capire è come è determinata la riorganizzazione dello stesso istituto. Io e altri colleghi purtroppo non abbiamo potuto partecipare alla presentazione del bilancio sociale dell'INPS. Il presidente ha sottolineato la criticità relativa all'organico dell'INPS. Vorremmo sapere se vi sono delle situazioni nuove per quanto riguarda la possibilità di rideterminare la condizione dell'organico.
  Dalle audizioni che abbiamo sistematicamente avuto con voi e con il Ministero Pag. 3del lavoro è emerso che l'età media dei dipendenti dell'INPS, come ben sapete, è estremamente alta, e vi è una situazione di grande sofferenza in tutte le realtà regionali e provinciali, ma anche ovviamente a livello nazionale.
  C’è un'altra questione che riteniamo debba essere affrontata con determinazione. Abbiamo delle grosse sollecitazioni su questo e lo poniamo in termini abbastanza determinati. Sempre a proposito dell'organico dell'INPS, vi sono delle situazioni che noi riteniamo debbano essere sottolineate e risolte. Mi riferisco soprattutto ai comandati, per alcuni dei quali stanno emergendo delle situazioni di rientro. Mi riferisco agli enti locali, alle università e a tutti quegli enti che hanno mandato a voi questo personale, che dopo moltissimi anni si trova in una situazione di estrema delicatezza.
  Iniziamo con queste domande. Dopo l'esposizione che voi ci farete, credo che i colleghi avranno la necessità di porvi altre domande sia su aspetti contabili sia per quanto riguarda l'organizzazione in quanto tale.
  Do quindi la parola alla dottoressa Casella, direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'INPS, mentre per quanto riguarda la questione organizzativa dell'ente presumo che interverrà successivamente il dottor Cioffi.

  ROSANNA CASELLA, Direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'INPS. Grazie, presidente. Prima di passare alla questione Equitalia, darei qualche dato sulla consistenza dei crediti contributivi nel bilancio dell'istituto.
  Facciamo riferimento all'ultimo bilancio approvato, che è il rendiconto dell'esercizio 2014. I crediti sono iscritti nel medesimo bilancio per 86.640 milioni, che al netto della consistenza del fondo, che è pari a 42.937 milioni, hanno un valore di realizzo di 43 milioni e 703.000 euro. Trovano allocazione nello stato patrimoniale del bilancio tra i residui attivi, nell'ambito dei capitoli che registrano nel rendiconto finanziario l'entrata in relazione alla tipologia di contribuzione prevista dalle norme.
  Per capire quanto incidono sulla consistenza complessiva dei residui attivi, possiamo dire che nel bilancio del rendiconto dell'anno 2011 i crediti rispetto ai residui erano il 62,38 per cento, mentre nel 2014, l'ultimo esercizio approvato, sono il 60,06 per cento.
  I crediti vengono iscritti secondo i principi civilistici e in particolar modo all'articolo 2.426 del Codice civile, che è ripreso nel nostro regolamento di contabilità, che fa riferimento al decreto del Presidente della Repubblica n. 97. Pertanto, i crediti sono iscritti annualmente e valutati sotto il profilo economico e patrimoniale secondo il presumibile valore di realizzo, fermo restando l'obbligo giuridico di riscuoterne per intero l'importo.
  L'istituto non ha proceduto alla svalutazione dei crediti e alla loro eliminazione dal bilancio, perché quei crediti non hanno espletato tutte le fasi previste per poterli eliminare. In parte, sono crediti cartolarizzati per i quali sono ancora in atto le procedure di recupero, mentre la maggior parte degli 86 miliardi sono crediti che sono stati trasferiti a Equitalia, per espletare tutte le attività finalizzate al recupero.
  Pertanto, fin quando non ci saranno tutti i passaggi amministrativi e giuridici per l'abbandono, l'istituto ha l'obbligo di esporli in bilancio e di svalutarli sulla base dell'andamento dei trend e dei fatti che si sono verificati.
  Ogni anno, su valutazioni della Direzione centrale delle entrate, viene appostata al fondo una somma funzionale a garantire la tenuta del bilancio dell'istituto. L'ultima determinazione, che è stata adottata per il bilancio del 2014, è la determinazione del direttore generale n. 16 del 2015.
  Per quanto concerne i crediti, bisogna fare una distinzione importante in relazione alle gestioni. Infatti, alcune gestioni hanno l'automaticità delle prestazioni, ossia, indipendentemente dal recupero del credito, vi è l'obbligo di corrispondere le Pag. 4prestazioni all'assicurato; mentre in altre gestioni non c’è questo meccanismo dell'automaticità (mi riferisco fondamentalmente agli autonomi).
  Rispetto a queste due parti che compongono i crediti, con la Direzione delle entrate abbiamo avviato un'analisi compiuta, finalizzata a individuare quelle azioni che ci consentiranno in futuro di accelerare il processo di riscossione dei crediti e di procedere per quelli cartolarizzati, come è stato fatto nel 2012 per gli agricoli, a un'ulteriore operazione funzionale a liquidizzare al massimo l'importo che è iscritto in bilancio.
  Raccogliendo l'invito degli organi di controllo e dei ministeri vigilanti e ovviamente anche le sollecitazioni che ci sono pervenute da tutti i soggetti deputati, abbiamo avviato queste attività. Sulla base di un'analisi compiuta con l'agente della riscossione, Equitalia, speriamo di poter avviare nei prossimi mesi delle azioni funzionali a ridurre lo stock dei crediti per avvenuta riscossione delle somme.
  Per quanto riguarda gli 86 miliardi di crediti, l'istituto, negli anni dal 1999 al 2005, ha avviato le operazioni di cartolarizzazione. Degli 86 miliardi, 24 sono costituiti da crediti già cartolarizzati. La restante parte, invece, sono crediti non cartolarizzati. Rispetto a questa differenza dei crediti, come dicevo, potranno essere avviate delle operazioni mirate.
  La Commissione, durante le audizioni precedenti dei colleghi, aveva chiesto dei dati riferiti alle analisi dei crediti per area geografica. Noi siamo in grado di fornire questa analisi per i crediti da DM, ovvero dalle aziende, mentre per le altre gestioni questo dato non è disponibile, perché le attività avvengono centralmente. Solo negli anni più recenti è stata introdotta una mappatura dei dati da un punto di vista informatico, che ci consente di avere evidenza della localizzazione delle attività e, quindi, dei contributi relativi alle varie regioni italiane. Se è d'interesse, possiamo fornire questi dati alla Commissione per un'analisi compiuta su base regionale.
  Vi ho esposto sinteticamente le situazione del credito. Ribadisco che questi crediti sono iscritti in bilancio perché non è venuto meno il diritto alla riscossione, quindi non sono state espletate tutte le attività funzionali al recupero. Quando queste attività potranno dirsi concluse e, quindi, il recupero sarà stato effettuato, ovvero quel credito sarà stato dichiarato definitivamente non esigibile, potranno essere operate le eliminazioni dal bilancio. Come dicevo, l'istituto comunque accantona ogni anno una somma cospicua nel fondo, proprio per evitare che si creino degli squilibri a livello patrimoniale.

  PRESIDENTE. C’è una discrasia profonda tra quello che voi sostenete e quello che sostiene Equitalia. Oltretutto, come dicevo poc'anzi, mi pare che voi siate rappresentati con la vicepresidenza di Equitalia.
  Io le leggo testualmente quello che Equitalia ci ha detto in audizione ufficiale: «Sulla base dei dati disponibili, il carico affidato in riscossione dall'INPS dal 2000 al 31 ottobre 2014 è stato di oltre 130 miliardi di euro. Di questo ammontare, circa il 21 per cento riguarda debiti annullati dall'INPS a seguito di sgravio per indebito o sospesi. Un altro 20 per cento circa, invece, riguarda somme riferite a soggetti deceduti, falliti o nullatenenti. In questi anni, dunque, Equitalia ha riscosso e ha rate in scadenza per il 36 per cento circa del carico affidato al netto di tali evidenze».
  Mi pare una cosa contraria a quello che voi ci state dicendo.

  ROSANNA CASELLA, Direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'INPS. No, quello è il credito iscritto. Il credito iscritto in bilancio è il credito che Equitalia sta ancora trattando. Rispetto a quei dati, il credito per noi è di 86 miliardi, non di 130. Gli sgravi intervenuti chiaramente sono stati eliminati come importi dal bilancio, perché la procedura amministrativa...

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, ma non riesco a capire. Il credito che è stato trasferito a Equitalia è di oltre 130 miliardi, Pag. 5di cui il 36 per cento, in base a quello che Equitalia ci dice, è composto da rate in scadenza (carico affidato al netto di tale evidenza). Dunque, per questo 36 per cento Equitalia sta attuando una serie di procedure per il recupero.
  Il restante 64 per cento viene definito in questo modo: il 21 per cento riguarda debiti annullati dall'INPS, mentre l'altro 20 per cento concerne crediti ormai irrecuperabili, per il semplice motivo che si tratta di soggetti deceduti, falliti o nullatenenti.
  Il 36 per cento di oltre 130 miliardi è recuperabile. Voi avete estrapolato questo 36 per cento, che diventa 84-86 miliardi. Il resto dei crediti, che sono il 20 più il 21 per cento, quindi complessivamente il 41 per cento, sono quelli che voi non riuscirete più a recuperare. Lo dice Equitalia.

  ROSANNA CASELLA, Direttrice centrale bilanci e servizi fiscali dell'INPS. Formalmente ci sono delle procedure rispetto alle quali, come abbiamo evidenza nell'ultima legge di stabilità, sono stati allungati tutti i termini per il recupero...

  PRESIDENTE. Ho capito, dottoressa. Lei ha ragione. Il problema che noi ci poniamo è come mai vi sia questa discrasia enorme tra Equitalia, che voi rappresentate...

  MASSIMO CIOFFI, Direttore generale dell'INPS. In cui siamo rappresentati, è una cosa diversa.

  PRESIDENTE. Ciò che deve rendersi possibile è che l'INPS, che ha il 49 per cento di Equitalia e che è rappresentata all'interno del suo consiglio d'amministrazione con la carica di vicepresidente, chieda ad Equitalia ufficialmente quali sono le somme non più esigibili.
  Questo ovviamente vi consentirebbe – diciamolo in termini molto grossolani – di ripulire il bilancio. Non so se sono stato chiaro. Io non sto dando delle responsabilità a voi, per carità ! Sto dicendo che vi è un'oggettiva discrasia in base ai rapporti tra gli enti.

  MASSIMO CIOFFI, Direttore generale dell'INPS. Quello che afferma il presidente è chiarissimo. La dottoressa Casella, nella sua esposizione, rappresentava una situazione di consistenza a una data, mentre Equitalia in audizione ha rappresentato un flusso relativo al periodo dal 2000 al 31 dicembre 2014. C’è il tema di riconciliare, da un lato, il flusso e, dall'altro, la situazione attuale.
  Il 20 maggio scorso, quando ci eravamo visti con il presidente, avevamo rappresentato che la situazione dei crediti dell'istituto è oggettivamente critica dal punto di vista della gestione del bilancio, nel senso che l'ammontare dei crediti corrisponde a circa un terzo dei flussi d'ingresso annuali.
  Su questo, come diceva la dottoressa Casella, abbiamo avviato un approfondimento, tenendo conto del credito associato. L'automaticità delle prestazioni significa che quel credito va necessariamente tenuto alimentato e dobbiamo cercare di portare a casa il risultato, perché a quel credito è associata una prestazione obbligatoria.
  Per i crediti in cui invece non c’è un'automaticità delle prestazioni stiamo facendo dei ragionamenti dal punto di vista dell'anticipazione o riattivazione dei flussi di cassa. Questo è quello che stiamo facendo per quanto riguarda il montante.
  Per quanto concerne i flussi e l'affermazione fatta in Commissione da Equitalia, giustamente, come diceva il presidente, non si capisce come mai l'INPS non abbia richiesto un approfondimento. Noi abbiamo richiesto ufficialmente a Equitalia, con una nota indirizzata al presidente, di avere evidenza delle dimensioni che lui ha sottolineato nell'ambito dell'audizione, perché a noi non erano evidenti.
  Da questo punto di vista, abbiamo colto la sollecitazione che è venuta dalla Commissione e abbiamo chiesto delucidazioni a Equitalia, che ovviamente avrà del tempo di elaborazione per darci queste informazioni. Pag. 6
  Io credo che nel corso del mese di novembre potremmo fissare un nuovo incontro con la Commissione, per tradurre un dimensionamento di carattere complessivo basato su elementi più puntuali e procedere, quindi, anche sulla base di questa ricostruzione, a prendere eventuali decisioni che riguardino il bilancio dell'istituto.

  PRESIDENTE. Direttore, le chiedo se gentilmente ci dà una spiegazione molto veloce anche per quanto riguarda le questioni di carattere organizzativo dell'ente e il problema, che ci trasciniamo da tempo, delle persone in comando presso il vostro ente. Speriamo che ci dia una risposta risolutiva.

  MASSIMO CIOFFI, Direttore generale dell'INPS. Venendo al tema più semplice, che è quello dei comandi, noi stiamo provvedendo a prorogare tutti i comandi che ci sono in essere, perché, come giustamente diceva il presidente all'inizio, queste persone lavorano in istituto da tempo e hanno sviluppato competenze e professionalità specifiche, che per noi sono la base per riuscire a erogare un servizio all'utenza.
  I comandi oggi sono circa 400. Noi li stiamo prorogando, perché il tema è come far coincidere il dimensionamento organico, i vincoli che sono posti dal punto di vista delle assunzioni, l'esigenza di riallocare il personale delle province e i comandi.
  È chiaro che dal punto di vista molto egoistico dell'istituto l'obiettivo è quello di mantenere i comandati dell'istituto e poi di trasformare questi comandi in rapporti di lavoro stabili con l'istituto stesso.
  Ovviamente stiamo proseguendo nella conferma dei distacchi con questo tipo di obiettivo, sempre che i dimensionamenti che ci vengono dai ministeri competenti e le regole che vengono poste ci permettano di farlo. Comunque, il nostro obiettivo è assolutamente questo.
  Oggi non stiamo procedendo ad alcuna stabilizzazione, stante l'incertezza più complessiva che riguarda il tema del personale, che è stato sollevato anche ieri nell'ambito della presentazione del bilancio sociale. L'età media è di 53 anni e c’è una riduzione costante rispetto alla chiusura del 2014, che era di circa 29.800 persone (oggi siamo intorno ai 29.000).
  Ci sono professionalità sicuramente elevate, ma che non coprono tutto lo spettro delle professionalità di cui l'istituto avrebbe bisogno, per realizzare la trasformazione importante a cui abbiamo accennato nel corso del tempo, che consiste nello sviluppare una reale capacità di intercettare la domanda dell'utenza, ponendo l'utente al centro del sistema di relazione tra utente e istituto, invece che l'istituto stesso.
  Mi spiego meglio: l'obiettivo che noi dobbiamo cercare di perseguire è quello di anticipare la domanda e di capire chi abbiamo davanti nel momento in cui un soggetto si presenta da noi, in qualsiasi modo e forma, ovvero attraverso il contatto diretto in ufficio o attraverso i vari canali che abbiamo a disposizione (il contact center piuttosto che il web e così via).
  L'esempio più evidente è quello del sito internet. Se una persona si autentica sul sito internet dell'istituto, viene fuori una lista infinita di potenziali servizi a cui può accedere, che sono tutti i servizi dell'istituto, indipendentemente dal fatto che la persona che si sta autenticando sia un lavoratore dipendente o un autonomo, abbia dei collaboratori domestici o abbia una criticità dal punto di vista della propria condizione lavorativa.
  Anche in questo ambito, ci sono problemi relativi all'organico, che via via si riduce; all'invecchiamento costante della popolazione e alle professionalità che mancano.
  Da questo punto di vista, noi purtroppo siamo un po’ bloccati in termini di possibilità di intervento diretto e autonomo. Quello che servirebbe, per avviare un percorso reale di cambiamento dell'istituto, sono alcuni interventi di carattere normativo, che restituiscano all'istituto la possibilità Pag. 7di gestire in maniera flessibile le proprie attività, tenendo conto che stiamo parlando di un'organizzazione di servizi e non di un produttore di documenti.
  Organizzazione di servizi vuol dire capire l'utente, capire di che cosa ha bisogno e riattivare dei percorsi di riprogettazione del modello di servizio stesso, dell'infrastruttura informatica e dell'infrastruttura di telecomunicazioni.
  All'istituto devono essere date alcune flessibilità dal punto di vista organizzativo, per poter costruire un'organizzazione che sia funzionale ai bisogni e non già ai vincoli di carattere normativo, che riguardano, ad esempio, la dirigenza di prima fascia.
  Occorre dare la possibilità di portare all'interno dell'istituto quelle competenze che oggi non ci sono, tramite una ripresa del processo assunzionale.
  A valle di tanti interventi che hanno generato una riduzione dei costi operativi di circa 600 milioni di euro, si deve dare all'istituto la possibilità di continuare a risparmiare, dedicando i propri risparmi all'investimento per le operazioni di sviluppo per il futuro.
  In mancanza di tutto ciò, l'istituto continuerà a vivere una lenta agonia dal punto di vista delle proprie capacità e competenze, con il rischio che a un certo punto si raggiunga una situazione di criticità, laddove l'organico non sarà più sufficiente per far fronte alle risposte e laddove la qualità del servizio continuerà a essere importante sui singoli prodotti, ma certamente non risulterà importante dal punto di vista della risposta organica ai fabbisogni dei cittadini.
  Quello che serve, secondo noi, è definire il ruolo dell'istituto nell'ambito del sistema della pubblica amministrazione come un'organizzazione di servizi, che si deve confrontare con aziende che lavorano, avendo presente il mercato e l'utenza ed erogando servizi. Confrontarsi vuol dire che quello deve essere un modello a cui tendere. Non occorre certamente continuare a essere o svilupparsi come un produttore di semplici documenti o prestazioni che non vengono organicamente portate all'attenzione dei cittadini.
  Questi sono i problemi che abbiamo e che non siamo in grado di risolvere senza una diversa lettura del ruolo dell'INPS e senza alcuni interventi di carattere normativo.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore. Noi ne siamo profondamente convinti. Per questo, attiveremo tutte le iniziative possibili, perché ci possa essere un ricambio generazionale.
  Siamo anche profondamente convinti delle grandi professionalità che l'INPS ha. Abbiamo audito alcuni vostri dirigenti. Questa mattina la presenza della dottoressa Casella e della dottoressa Ferrara ci testimoniano in modo molto plastico che la professionalità è estremamente alta.
  Tuttavia, come giustamente si sottolineava, c’è la necessità di un ricambio generazionale, che mi pare sia bloccato per una serie di motivazioni che non sto qui a sottolineare. È chiaro che noi attiveremo tutto quello che è necessario perché vi possa essere un recupero dell'organico dell'INPS, per dare le risposte di cui lei parlava poco fa.
  Noi dovremo fare un'altra vostra audizione, nel momento in cui avrete una serie di documentazioni da parte di Equitalia, che noi convocheremo a breve, perché anche quest'ultima dovrà dare risposte ad alcune situazioni che ci sembrano contraddittorie.
  Le pongo già da adesso alcune ulteriori considerazioni, in modo che potremo discuterne. I temi che dovremo affrontare sono: la questione immobiliare dell'INPS, le partecipazioni che l'INPS ha, lo stato delle dismissioni, la questione dell'informatica e dei sistemi di appalto dell'INPS.
  Con riferimento a quest'ultimo aspetto, non vorremmo che accadesse quello che sta accadendo all'INAIL, dove in questi giorni, attraverso un sistema che io credo debba essere rivisto – questa è semplicemente Pag. 8una mia considerazione – si sono svolte delle gare in cui una sola ditta ha vinto una serie di appalti, ovviamente monopolizzando il mercato.
  So che l'INPS sta rivedendo il sistema. Questo ovviamente ci conforta, però vorremmo conoscere i termini degli appalti in generale e in modo particolare per quanto riguarda l'informatica.
  Questo sarà oggetto di discussione nella prossima audizione, perché, come si comprenderà, gli investimenti ovviamente agiscono anche all'interno del bilancio.
  Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.25.