XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 16 di Mercoledì 29 luglio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente della Fondazione ENPAIA, Antonio Piva.
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
Piva Antonio , Presidente dell'ENPAIA ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Morassut Roberto (PD)  ... 3 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 4 
Mongiello Colomba (PD)  ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Piva Antonio , Presidente dell'ENPAIA ... 5 
Trisciuzzi Mauro , Dirigente patrimonio immobiliare dell'ENPAIA ... 6 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'ENPAIA ... 6 
Piva Antonio , Presidente dell'ENPAIA ... 7 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'ENPAIA ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 
Piva Antonio , Presidente dell'ENPAIA ... 9 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'ENPAIA ... 9 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 
Galati Giuseppe (FI-PdL)  ... 10 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'ENPAIA ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 
Morrone Adriano , Direttore generale dell'ENPAIA ... 11 
Piva Antonio , Presidente dell'ENPAIA ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.30.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente della Fondazione ENPAIA, Antonio Piva.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, del dottor Antonio Piva, presidente della Fondazione ENPAIA.
  Avverto che il dottor Piva è accompagnato dal dottor Adriano Morrone, direttore generale, dall'architetto Mauro Trisciuzzi, dirigente patrimonio immobiliare, e dal dottor Dario Robbiano, dirigente amministrazione e finanza.
  Do la parola al dottor Piva per lo svolgimento della sua relazione.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'ENPAIA. La ringrazio, presidente. Con piacere oggi vogliamo presentare la situazione dell'ENPAIA.
  ENPAIA è uscita da una situazione alquanto tribolata, in quanto ci sono state le dimissioni del vecchio direttore generale un anno e una vacatio sulla direzione, dovuta alla ricerca di una figura professionalmente valida per la gestione dell'ente.
  Nel momento in cui ho assunto il ruolo di presidente, ho trovato una situazione di estrema tranquillità dal punto di vista gestionale, però oggettivamente c'erano parecchi aspetti da valutare e da rimettere in linea, in primo luogo il patrimonio mobiliare.
  C'era una ridda di voci e di titoli presenti nel portafoglio di ENPAIA, con anomalie varie. C'era il rischio di trovare all'interno del nostro portafoglio «titoli spazzatura». Questa ipotesi è poi rientrata, come è stato rilevato da un'attenta e opportuna verifica e valutazione da parte dell’advisor e di altre figure professionali.
  Quello di ENPAIA è un portafoglio di tutta tranquillità. Molto probabilmente era un portafoglio sbilanciato, nel senso che non c'era una forte presenza di azionariato. Di conseguenza, abbiamo provveduto, dopo un'attenta analisi, a iniziare un percorso di ribilanciamento del nostro portafoglio, che è avvenuto con qualche acquisto nell'ultimo periodo. Non nascondo che ENPAIA ha una forte liquidità, che abbiamo voluto mantenere, in quanto l'agitazione sui mercati finanziari ci ha messo in allarme. A oggi Pag. 3possiamo dire che la liquidità presente in ENPAIA in fin dei conti è una garanzia. Indubbiamente provvederemo nei prossimi mesi agli acquisti.
  Come le dicevo, abbiamo modificato la nostra asset allocation, anche in funzione del ribilanciamento del nostro portafoglio. Siamo passati da un 20 per cento a un 30 per cento di Satellite, titoli leggermente più a rischio, e abbiamo un 70 per cento di Core, titoli tranquilli.
  Il nostro obiettivo nel prossimo futuro è allocare questa liquidità ed entrare nel discorso dell'economia reale, ossia fare investimenti che vadano a sostegno del sistema Italia per un rilancio dell'economia.
  Visto che ENPAIA è l'ente del mondo agricolo, logicamente le nostre scelte saranno rivolte a investimenti all'interno del comparto agricolo e agroalimentare. Questa è una scelta che il consiglio d'amministrazione ha già formalizzato. Nel prossimo futuro individueremo forme d'investimento che vadano a beneficio dell'economia reale.
  Per quanto riguarda il settore immobiliare, l'architetto Trisciuzzi, sempre con solerzia, ha mantenuto il patrimonio immobiliare di ENPAIA in piena efficienza.
  Nei mesi scorsi abbiamo deliberato un progetto triennale di alienazione di beni immobiliari. Sei palazzi di ENPAIA a uso residenziale verranno messi in vendita. Sono palazzi al 99 per cento locati e con inquilini. Di conseguenza, daremo la possibilità agli inquilini di acquistare la propria abitazione, seguendo una metodologia di totale trasparenza nell'alienazione. Le valutazioni sono fatte dall'agenzia del territorio.
  Logicamente cerchiamo di vendere il cielo-terra. Vorremmo riuscire a vendere in toto la proprietà, evitando di avere dell'invenduto, che rappresenterebbe un problema. In tal caso, infatti, dovremmo ricorrere alla costituzione di una società di gestione del risparmio (SGR) o immettere l'invenduto sul mercato, creando problematiche di gestione al nostro interno.
  Io sono convinto che, utilizzando questa formula e sentendo la volontà degli inquilini, riusciremo a vendere il 100 per cento dell'esistente.
  Perché abbiamo fatto questa scelta ? In primo luogo, le richieste da parte dell'inquilinato sono pressanti. Sono palazzi acquistati da ENPAIA tra la metà degli anni 1960 e l'inizio degli anni 1970, dove c’è un'ottima plusvalenza. È giusto che ci sia la volontà da parte dell'ente di arrivare alla vendita, per poi reinvestire nel settore immobiliare.
  Per ciò che concerne quanto uscirà dal decreto sulle casse, il 21,5-22 per cento del capitale ENPAIA è già investito nell'immobiliare, quindi siamo già in linea con le future disposizioni.
  Rispetto ai nuovi acquisti cercheremo di spostare l'interesse sul residenziale e in maniera particolare sul commerciale.
  La mia è stata una relazione estremamente sommaria. Se il presidente la ritiene esaustiva, sono disposto a rispondere ai quesiti che vengono posti.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Credo che i colleghi abbiano parecchie domande da porle. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ROBERTO MORASSUT. Grazie dell'introduzione. Le chiedo se è possibile ricevere successivamente una relazione un po’ più dettagliata al fine di avere qualche ulteriore elemento di informazione sull'ente.
  Le mie domande sono due. La prima fa riferimento al tema del portafoglio ENPAIA, che lei ha definito oggi abbastanza tranquillo, superata una fase di preoccupazione che ha riguardato soprattutto il passato.
  Su questo naturalmente qualche informazione in più è necessaria. Dalle informazioni che noi avevamo avuto circa un anno e mezzo fa, attraverso i documenti che ci erano stati trasferiti, emergeva, se non ricordo male, un portafoglio d'investimenti su titoli cosiddetti «alternativi», cioè investimenti in fondi di Pag. 4carattere mobiliare non sempre in linea con le direttive e con le finalità dell'ente. Ci interesserebbe capire come è stata riassorbita questa operazione e dove si stanno dirigendo le nuove strategie d'investimento.
  Sul tema degli immobili, mi pare che negli anni la tradizione di trattamento del patrimonio immobiliare dell'ente sia stata una tradizione più di gestione che di vendita. Vorrei capire dove sono localizzati gli immobili che si intende vendere. Questi sei immobili sono a Roma o in altre città ? Se ho ben capito, lei parlava di una modalità cielo-terra, un po’ come la procedura, seguita dall'ENPAM, di vendita diretta a blocchi, senza trattative con gli inquilini. Vorrei capire quali sono le modalità di vendita.
  Inoltre, molte famiglie nutrono preoccupazione per la scadenza dei contratti d'affitto. Vorrei capire che prospettive ci sono per il rinnovo di questi contratti. Vorrei sapere se sono previsti aumenti delle locazioni da parte dell'ente rispetto ai contratti in scadenza.

  GIUSEPPE GALATI. Il presidente Piva nella sua introduzione ha ricordato un punto importante per quanto riguarda il suo ente: la forte liquidità che è stata tenuta al riparo, per certi versi, dalla fibrillazione dei mercati finanziari.
  Vorrei ritornare su una sua dichiarazione di qualche mese fa, che credo sia importante approfondire. C'era allo studio dell'ente l'ipotesi di un'operazione finanziaria diretta all'emissione di mini-bond, credo per un valore di un miliardo di euro, proprio a sostegno dell'attività dei piccoli imprenditori.
  Così com'era prospettata, mi sembrava un'operazione importante. Ricordiamo che stiamo parlando di una voce fondamentale del nostro PIL, ossia il settore primario. Questa operazione riguardava soprattutto progetti innovativi: acquisto di terreni e sviluppo di attività agricola.
  Ovviamente, proprio perché questo è un settore primario, il Governo dovrebbe maggiormente favorirlo. Certamente questa iniziativa può sperimentare azioni di sostegno e anche di salvaguardia dell'economia reale.
  Chiedo al presidente se ci può prospettare una maggiore articolazione di questo progetto. Vorrei sapere a che punto è e qual è la perseguibilità oggettiva di questo modello di sviluppo economico.

  COLOMBA MONGIELLO. Ringrazio il presidente Piva. Il presidente sa bene che io sono un'agricola per eccellenza. Mi sono spesso chiesta come funzionasse la cassa degli agricoltori, anche perché ci giungevano numerose critiche rispetto alla gestione sia della parte mobiliare sia della parte immobiliare.
  Io ieri ho studiato un po’ le carte che avete messo in rete. Manca la mappatura degli immobili, che io non sono riuscita a trovare da nessuna parte, mentre ci sono i bilanci e le relazioni allegate.
  La cosa che mi ha colpito è che nella relazione del collegio sindacale al bilancio d'esercizio 2014 si parla del patrimonio mobiliare e soprattutto dei titoli. Il collegio segnala ancora una volta «la presenza di alcuni titoli classificati tra le tipologie di credit derivatives come credit linked note, strumenti caratterizzati dal fatto che il pagamento del capitale a scadenza e/o degli interessi è condizionato al mancato verificarsi di un evento di credito».
  Ho trovato questo elemento anche nel bilancio d'esercizio dell'anno precedente, addirittura con una nota molto critica rispetto alla presenza di derivati all'interno del patrimonio mobiliare. Giustamente, il collegio ravvisava il rischio di trovarsi titoli spazzatura all'interno di questo portfolio.
  Siamo riusciti nel corso del tempo a eliminare tutta questa parte di titoli che evidentemente non erano proprio quelli più sicuri per l'ente ? Qual è il meccanismo di scelta rispetto a tutto il portfolio che l'ENPAIA sta effettuando ?
  A chi ha visto il bilancio non possono non saltare agli occhi alcune operazioni che sono state effettuate nel corso del tempo. Anche su questo riporto una nota Pag. 5del collegio dei sindaci al bilancio preventivo, che chiude il suo parere con l'esigenza di garantire un maggiore equilibrio finale della gestione ordinaria, bilanciando le spese istituzionali con le entrate contributive.
  Con riferimento alle spese di funzionamento, a me paiono abbastanza onerose, a fronte di un dato che risulta evidente e rispetto al quale una riflessione urge: noi abbiamo 125 persone impiegate e 54 componenti dei vari consigli di amministrazione. Questi dati sono sempre sul vostro sito.
  Nel momento in cui tutti gli enti, tra cui quelli agricoli, hanno effettuato in maniera drastica una spending review, io noto che nel corso del tempo in questo ente non c’è stata, giustamente, la stessa impostazione che il Governo si è dato da alcuni anni. Noi siamo arrivati addirittura ad accorpare alcuni enti. Mi riferisco soprattutto alle spese di funzionamento: 2,2 milioni di euro per spese di funzionamento, commissioni e comitati, a mio parere, sono un'enormità, così come le spese per le consulenze.
  Ho notato che, nonostante una attuale impostazione generale di rivisitazione degli enti, nel 2014 voi avete effettuato delle assunzioni. Vorrei sapere quali figure sono state assunte, con quali mansioni e se erano mansioni vacanti rispetto alle funzioni.
  Ribadisco che manca la mappatura degli enti e, quindi, pongo la stessa domanda del collega Morassut. Non so di che cosa stiamo parlando e qual è il patrimonio immobiliare di questo ente. Non c’è scritto da nessuna parte. Io desidererei conoscerlo.
  Infine, per ciò che concerne gli investimenti sul comparto agricolo, volete mutuare l'operazione dell'Istituto sviluppo agroalimentare (ISA), oppure si tratta di interventi sul comparto agricolo per aiutare filiere produttive ? Andate a incrociare anche con il Fondo strategico italiano, che fa lo stesso tipo di operazione ?

  PRESIDENTE. Do la parola al presidente Piva per la replica.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'ENPAIA. In seguito chiederò sia al direttore che ai due dirigenti di intervenire, per essere maggiormente esaustivi nelle spiegazioni.
  Partirei dalle domande dell'onorevole Mongiello. È vero che sono state fatte quattordici assunzioni in periodo di spending review. Purtroppo è un qualcosa che la nuova consiliatura ha ereditato.
  Io parto dal concetto che il lavoro è un diritto. Noi abbiamo un esubero di personale in ENPAIA. Oggettivamente, io sono sempre stato contro i licenziamenti. Visto che le persone sono state assunte, bisogna trovare il sistema per dar loro dignità e lavoro. Oggi effettivamente in ENPAIA questo esubero porta anche a sminuire il ruolo che parecchie professionalità, che io reputo di valore, hanno all'interno dell'ente.
  In ENPAIA non sono mai stati fatti corsi di formazione. Al direttore ho chiesto di provvedere a organizzarne. Noi abbiamo Agrifondo, il FIA e il FIS, quindi abbiamo la possibilità di sviluppare questi comparti e di far uscire parte delle nostre professionalità interne sul territorio, per promozionare e sviluppare ulteriore lavoro.
  L'obiettivo che noi ci dobbiamo porre pur in un momento di esubero di personale è quello di valutare per il futuro nuove assunzioni. Tuttavia, per fare nuove assunzioni bisogna creare lavoro. Le potenzialità per creare lavoro in ENPAIA ci sono. Questa nuova consiliatura deve andare sulla strada di agganciare il territorio.
  Sinora praticamente l'ENPAIA è stata una sorta di collettore: tutti hanno approcciato a questa struttura. Io la vedo in maniera contraria: dobbiamo essere noi che andiamo a battere il territorio.
  Per ciò che concerne le spese di funzionamento, noi abbiamo adottato una spending review interna e c’è un controllo della spesa. Abbiamo messo un tetto alle spese dei quindici consiglieri d'amministrazione. Non c’è stato nessun aumento degli emolumenti.Pag. 6
  Logicamente la nostra è una struttura onerosa. Stiamo mettendo mano al contenzioso. In virtù di convenzioni siglate nel tempo con vari studi legali, il contenzioso oggi ha dei costi decisamente alti. Io trovo corretta l'esternalizzazione dell'ufficio legale, perché altrimenti graveremmo di ulteriori costi. L'importante è stabilire delle procedure che non sono mai state codificate nel passato.
  Vorrei ricordare che per un anno noi abbiamo avuto una gestione ordinaria, in quanto è mancato il direttore. Io e l'architetto Trisciuzzi abbiamo provveduto a una gestione ordinaria, con la difficoltà di approcciare a determinati settori, perché alla fin fine entravamo nel campo dello straordinario, quindi oggettivamente oltrepassavamo una certa linea di demarcazione. Tuttavia, alla fine siamo riusciti a chiudere un bilancio che ritengo trasparente, con un giusto utile.
  La riduzione dei costi è uno degli obiettivi primari che ci siamo posti. Il direttore sta operando in questo senso e ha già approcciato a tutte le figure professionali interne, per stabilire delle linee di comportamento, che devono essere rispettate in primis dagli amministratori e poi da tutta la struttura ENPAIA. Pertanto, si evidenzierà indubbiamente un beneficio nei prossimi bilanci.
  Gli interventi che noi vogliamo fare nel campo agricolo riguardano sia il settore primario che le filiere produttive. Logicamente la parte costitutiva è formata da due organizzazioni professionali agricole e da Confcooperative, che rappresenta le centrali cooperative. La cooperazione è più interessata a un discorso di valorizzazione della trasformazione, mentre le due organizzazioni agricole indubbiamente hanno un'attenzione sulla filiera, ma in maniera particolare sul settore primario.
  Siamo in contatto con ISMEA, perché penso che questo nostro intervento debba passare attraverso quest'ultima.
  Oggi non possiamo dire che esista un progetto codificato. Abbiamo notato che non ci sono prodotti a sostegno del mondo agricolo. Oggettivamente la finanza ha lavorato su altri comparti, ma sul settore agricolo e agroalimentare non si è mossa più di tanto.
  Sarà compito nostro lavorare con professionalità e in maniera particolare con i livelli istituzionali, per trovare una linea e per allocare delle risorse a sostegno del comparto agricolo e agroalimentare.
  L'onorevole Morassut mi ha posto una domanda sui nostri immobili. Io ero convinto che ci fosse una mappatura di tutto il settore immobiliare su internet, anche perché abbiamo fatto parecchie locazioni di immobili attraverso l'utilizzo di internet. Chiedo all'architetto se c’è stato qualche problema.

  MAURO TRISCIUZZI, Dirigente patrimonio immobiliare dell'ENPAIA. Noi sul sito avevamo messo la consistenza del patrimonio immobiliare, con tutti gli indirizzi. In seguito la stavamo aggiornando, quindi è stata tolta. In questo momento sul sito c’è la mappa di tutti gli immobili disponibili per la locazione, sia per usi diversi sia per uso residenziale. Chi è interessato può cliccare sul patrimonio immobiliare e vedere le unità disponibili. Ci sono le planimetrie, i costi di locazione e la documentazione necessaria per fare la verifica e per poter chiedere in locazione l'immobile.
  In precedenza nel sito era riportato l'intero patrimonio immobiliare, ma dovevamo aggiornarlo. A settembre riproporremo tutto, compresa l'indicazione delle procedure di dismissione relative al nuovo progetto di dismissione triennale che abbiamo attivato il 20 luglio scorso.

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'ENPAIA. Forse l'equivoco è questo: sul sito ci sono gli immobili disponibili in locazione. Quello che chiedeva lei, onorevole, invece, è di indicare notizie più precise riguardanti il patrimonio complessivo. Su questo sicuramente dovremo operare in termini di maggior informazione e trasparenza sul sito.
  Mi vorrei ricollegare a due aspetti: costi di funzionamento, assunzioni e consulenze. Noi abbiamo un'ingente spesa Pag. 7per le consulenze, che stiamo cercando di abbattere. Lavoriamo con gli avvocati in convenzione e abbiamo delle tariffe non molto alte, ma comunque procederemo a un'ulteriore riduzione. È anche vero che il contenzioso è un fenomeno in aumento dappertutto e anche in ENPAIA.
  Sulle assunzioni e sul personale, il presidente affermava che abbiamo una sorta di esubero. Noi abbiamo fatto le ultime assunzioni, di cui una parte erano legate all'attività di service, che abbiamo acquisito, di alcuni fondi sanitari.
  Credo che oggi ci siano delle competenze. Ormai le casse privatizzate si devono strutturare in termini di nuovi adempimenti (Codice degli appalti, servizio finanziario o altro), che richiedono una revisione in termini di struttura organizzativa complessiva.
  Noi abbiamo un monitoraggio della spesa, che però non è ancora strutturato. Il mio compito è anche quello di portare un riassetto organizzativo, che generi una performance dell'ente e un controllo dei costi in termini di riduzione.
  Tuttavia, noi dovremo fare i conti con alcuni aumenti fisiologici. Lei faceva riferimento, ad esempio, ai costi del personale. Lo svincolo dalla spending review in materia di trattamento economico del personale avrà un impatto immediato sul costo fisso del personale.
  Per quanto riguarda il progetto di dismissione del patrimonio immobiliare, il consiglio di amministrazione ha recentemente adottato una determina, in base alla quale nel 2017 noi dismetteremo sette immobili. Il nostro patrimonio è tutto situato su Roma. Il valore complessivo dell'operazione è di quasi 150 milioni di euro. Ci sono 514 appartamenti messi in dismissione.
  Come modalità, l'idea è quella di procedere alla vendita cielo-terra. Le modalità sono quelle che hanno utilizzato gli altri enti. In parte, seguiamo la linea che hanno utilizzato gli enti pubblici, anche se non siamo soggetti a quel tipo di disciplina. L'idea è quella di favorire forme di aggregazione collettiva, che consentano comunque a noi di ottenere la quasi totalità dell'inquilinato che aderisca all'iniziativa.
  Abbiamo previsto comunque un diritto di prelazione e un abbattimento del 30 per cento del valore dell'immobile rispetto al valore che sarà fornito dall'Agenzia del territorio.
  Naturalmente questo riguarda sia i contratti in corso sia quelle situazioni dove c’è un'occupazione a oggi senza titolo, legata a mancati rinnovi o a eventuali contenziosi. Il nostro approccio consiste nel cercare una soluzione che possa sanare questo profilo. Noi riconosciamo anche a questi soggetti, una volta chiuso il contenzioso, un abbattimento del 30 per cento del prezzo stabilito dall'Agenzia del territorio.
  A grandi linee, questa è l'operazione. Naturalmente, per eventuali casi sociali, ci siamo posti due problematiche. Una è quella di lavorare per facilitare l'accesso al credito. Adesso lavoreremo con gli istituti bancari, per cercare di favorire l'accesso al credito da parte dell'inquilinato. Naturalmente l'elemento minimo è quello di essere terzo datore di ipoteca. Secondo me, gli istituti bancari dovrebbero venirci incontro, non chiedendo ulteriori garanzie, oltre a quelle legate al diritto reale sull'immobile.
  Ci siamo impegnati anche a valutare eventuali casi di natura sociale. Naturalmente non è intenzione dell'ENPAIA mettere in mezzo alla strada le persone. È anche vero, però – consentitemi di dire questo – che noi ci facciamo carico dei casi sociali, ma la problematica abitativa, prima di investire l'ENPAIA, investe altre amministrazioni. L'ENPAIA ha sempre il vincolo di assicurare una redditività del proprio patrimonio ai fini dell'autosostenibilità.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'ENPAIA. Faccio presente che per quanto riguarda il problema dei casi sociali, abbiamo persone invalide. Lo stesso consiglio di amministrazione più volte ha espresso che tutti questi casi verranno esaminati e alla fine troveranno una soluzione.Pag. 8
  Ciò è logico: ENPAIA è un ente bilaterale, dove ci sono una componente datoriale e una componente sindacale. Sarebbe assurdo in maniera particolare che la componente sindacale rinnegasse l'attenzione verso questi casi.
  So che nel passato ci sono state delle contestazioni su azioni un po’ troppo incisive da parte di ENPAIA, però con questa nuova consiliatura questi aspetti vengono tenuti in debita considerazione.

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'ENPAIA. Sempre in materia di immobili, rispondo alla domanda sulle locazioni e sugli aumenti.
  Noi abbiamo contratti scaduti e abbiamo convocato le organizzazioni sindacali rappresentative degli inquilini. Aldilà del fatto che ci hanno reso partecipi di un problema di rappresentatività che oggi loro hanno rispetto ad altre componenti sindacali, loro ritengono che l'accordo che avevamo stipulato per l'affitto a canone agevolato nel 2010 sia stato un errore, perché secondo loro è troppo oneroso.
  Anche se fossero in grado di sedersi al tavolo per i rinnovi, cosa che oggi non sono in grado di fare, la base della trattativa sarebbe addirittura al ribasso rispetto al canone del 2010. Obiettivamente questo ci pone un problema in termini di redditività del patrimonio immobiliare.
  Per quanto riguarda gli interventi sull'economia reale, come diceva il presidente, noi ci stiamo muovendo con l'ISMEA e abbiamo preso alcuni contatti con il Ministero delle politiche agricole.
  In questo settore il problema è trovare iniziative che possano sostenere le imprese agricole e, al tempo stesso, salvaguardare il capitale investito da ENPAIA e assicurare una certa redditività, che non necessariamente deve essere quella del 4 per cento, ma deve avvicinarsi alla redditività che danno, per esempio, gli investimenti in titoli di Stato.
  Oggi il portafoglio dell'ENPAIA ha un forte sbilanciamento verso la componente obbligazionaria. Questo riguarda sia la parte ENPAIA sia la parte delle gestioni separate. La componente Satellite, quella azionaria, si attesta su valori del 4 per cento, tranne per la cassa degli agrotecnici, dove invece sale al 13 per cento.
  Sull'economia reale, noi dobbiamo lavorare con gli enti come l'ISMEA e con i Ministeri, tenendo presente che sicuramente per le casse è un problema il fatto che la tassazione dei rendimenti è aumentata al 26 per cento. Noi non abbiamo visto l'ultima stesura del decreto sul credito d'imposta. Sarebbe importante che il nuovo decreto o comunque un altro strumento possa consentire di utilizzare il credito d'imposta anche per investimenti in agricoltura.
  Io ritengo che, anche sotto un profilo politico, sarebbe importante che la cassa investisse nell'economia reale, perché, se è vero che da una parte la politica agricola è finanziata attraverso fondi comunitari, da un'altra parte sappiamo che ci sono i vincoli comunitari in materia di aiuti di Stato, dove l'agricoltura è un settore sensibile. Indubbiamente questo potrebbe essere uno strumento per dare un sostegno, evitando l'impatto con la disciplina degli aiuti di Stato.
  Naturalmente bisogna però pensare a salvaguardare, come dicevo, le esigenze di redditività e di certezza del capitale.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa. Lei ci ha stimolato. L'ENPAIA, secondo il nostro punto di vista, non eroga prestazioni ricadenti nel primo pilastro, eccetto la parte che riguarda le due gestioni separate. Voi ricevete dei contributi. Tutti coloro i quali sono iscritti a ENPAIA versano delle quote. Vorremmo capire quali sono i servizi che voi effettuate, perché non mi pare che questa mattina sia stato ben esplicitato.
  In secondo luogo, vorrei capire se voi oggi fate affidamenti attraverso gare pubbliche o senza gare. A noi risulta che anche nel recente passato vi siano stati alcuni affidamenti diretti, soprattutto per quanto riguarda i servizi.
  In terzo luogo, ci pare di capire che avete un 30 per cento di valori mobiliari Pag. 9che sono a rischio e un 70 per cento che invece non lo sono. Lo diceva lei, presidente. Quando lei dice che la gestione separata ha il 13 per cento di redditività per quanto riguarda gli interventi mobiliari, mi pare normale che qualche investimento a rischio c’è, perché nel sistema generale il 13 per cento mi sembra un po’ elevato. Il 70 per cento, invece, come diceva il presidente, sono interventi non a rischio, che garantiscono la possibilità di una sostenibilità chiara.
  Come fate questi investimenti nel sistema mobiliare ? Le fate attraverso affidamenti a SGR o li fate in proprio e, quindi, scegliete voi dove investire e come investire ?
  A noi pare che sia opportuno che ci sia una chiarezza anche sugli investimenti che voi fate, anche per fare in modo di poter valutare con attenzione i vostri bilanci ed essere messi nella condizione di dare alla fine un giudizio che sia completo.
  Quello dell'ENPAIA è un mondo estremamente variopinto. Vorremmo sapere, quando si parla di un elevato contenzioso, a che cosa ci si riferisce, perché oggettivamente a oggi non siamo in grado di valutare la portata del contenzioso.
  Io non mi soffermo sulla questione delle assunzioni. Le avete fatte, e ci mancherebbe altro che noi vi ponessimo qualche problema. Tuttavia, ci sembra quanto mai contraddittorio, presidente, quando lei ci dice che sono state assunte quattordici persone e che oggi vi è un esubero del personale, ma che comunque prevedete nel prossimo futuro la possibilità di ampliare la vostra dotazione organica.
  Su tutti questi aspetti le chiedo quindi di fornirci quanti più chiarimenti, al fine di poter fare delle nostre considerazioni, estremamente chiare e puntuali.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'ENPAIA. Prima di passare la parola al direttore, rispondo sugli affidamenti e le gare.
  È vero che in ENPAIA in passato gli affidamenti erano diretti. Oggi non c’è affidamento che non passi attraverso una gara, in maniera particolare una gara di evidenza pubblica, anche per forniture minori, se non ci sono almeno tre o cinque offerte. Questa è la prassi che la struttura deve adottare. Le gare importanti (advisor, manutenzione) sono tutte pubbliche.
  Per quanto riguarda il discorso sull'esubero del personale, come ho detto nel mio precedente intervento, noi all'interno di ENPAIA abbiamo Agrifondo, il FIA e il FIS, fondi sanitari che sono stati creati, ma finora non hanno lavorato più di tanto. Anche se sono partiti e c’è già una buona base, non è mai stata avviata un'attività promozionale e non è mai stato fatto un lavoro incisivo su queste tre grosse opportunità che ENPAIA ha.
  Ho parlato di corsi di formazione, perché oggettivamente bisogna formare le persone che si occupano di Agrifondo, di FIA e di FIS. In tal modo, le opportunità si moltiplicano.
  Quando parlo di nuove assunzioni, voglio dire che mi auguro che, una volta che ci sarà stata una rivisitazione del personale ENPAIA e che ogni professionalità sarà stata collocata al posto giusto, secondo le caratteristiche – stiamo facendo una valutazione del personale – successivamente ci sarà anche il rinforzamento di queste tre opportunità.
  Mi auguro che alla fine ci sia la necessità di aumentare l'organico, perché oggettivamente coprire l'intero territorio nazionale all'interno di un sistema importante come quello agricolo e agroalimentare richiederà un certo numero di professionalità.
  Questo è il mio obiettivo finale. Mi auspico di riuscire a raggiungerlo e di creare una struttura organica che funzioni.
  Lascio proseguire il direttore.

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'ENPAIA. Confermo che effettivamente negli anni passati c'era un forte ricorso agli affidamenti diretti.

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  PRESIDENTE. Negli anni passati quando ?

  GIUSEPPE GALATI. Presidente, chiedo scusa se la interrompo. Dal tenore degli interventi, mi sembra di aver capito che ci sono state una prima vita e una seconda vita dell'ENPAIA, in termini di modalità di gestione e di approccio alle procedure. Sarebbe bene demarcare temporalmente questo tipo di impostazione. Mi sembra chiaro che le obiezioni fatte dai colleghi Morassut e Mongiello in gran parte hanno trovato attestazioni evidenti. Si tratta di capire quando c’è stata la svolta, non per fare dei processi, ma certamente per comprendere i livelli di responsabilità.

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'ENPAIA. Possiamo dire che la svolta c’è stata nell'anno 2014: a marzo si forma il nuovo consiglio di amministrazione, dopo due mesi va via il vecchio direttore e arriva un facente funzioni, e il 30 marzo 2015 subentro io come direttore generale.
  In questa fase, già nel 2014, con il facente funzioni, si è instaurata una forte attenzione verso le gare. A oggi sono aperte già diverse gare: servizi di pulizia, advisor, banca cassiera eccetera.
  Il ricorso all'affidamento diretto adesso trova giustificazione solo per appalti sotto la soglia dei 40.000 euro, così come è previsto dal codice, e sempre attraverso una procedura comparativa di valutazione delle offerte.
  Quando parlavo di una riorganizzazione e ristrutturazione, intendevo dire che noi ci dobbiamo strutturare anche al nostro interno, perché l'ente non era abituato a ragionare in questi termini rispetto alle procedure. Ci dobbiamo strutturare noi, anche con il nostro personale, attraverso la formazione e altre cose. Ci dobbiamo dotare di una struttura organizzativa che sia deputata a svolgere tutte le attività relative agli acquisti di beni e servizi.
  Come assetto organizzativo, aldilà dell'espansione delle attività legate alla sanità integrativa e alle attività di service, oggi ci si richiede una strutturazione del servizio finanziario. La stessa Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP) nelle sue relazioni aveva evidenziato delle carenze, a cui noi dobbiamo porre rimedio.
  Come dicevo, occorre una struttura che si occupi degli appalti. Sicuramente è necessaria anche una forte attenzione – ormai tutte le casse si stanno muovendo in questi termini, così come l'amministrazione pubblica – al monitoraggio dei rischi aziendali. Anche questo è un settore abbastanza tecnico, che però non può essere ignorato, per un discorso di buon funzionamento e anche di riduzione dei costi di funzionamento.
  Il presidente chiedeva quali sono i servizi erogati. Oggi l'ENPAIA, aldilà del primo pilastro delle gestioni separate, eroga prestazioni di trattamento di fine rapporto agli iscritti. C’è poi il fondo di previdenza integrativa e c’è anche la parte dell'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
  Inoltre, questa attività di service è orientata, non solo verso la previdenza complementare, ma soprattutto verso la sanità integrativa. Noi ci occupiamo della sanità integrativa in service, ma questo ormai è il nuovo fronte del welfare. Noi abbiamo anche nello statuto una norma generale che ci porta verso forme di previdenza complementare o comunque di welfare.
  Non possiamo trascurare che oggi, in un momento di crisi, c’è una visione di breve termine da parte dei cittadini. Il problema della previdenza complementare è quello di investire risorse oggi, in un momento di crisi, per avere qualcosa in un futuro che si vede un po’ lontano.

  PRESIDENTE. Mi scusi, direttore. Lei ci sta confermando che non siete assolutamente una fondazione di primo pilastro. Pag. 11Se lei ci dice che sono queste le funzioni che l'ENPAIA sta svolgendo, ci conferma senza equivoco che la stessa non è una fondazione di primo pilastro.

  ADRIANO MORRONE, Direttore generale dell'ENPAIA. Noi abbiamo il primo pilastro. Abbiamo le gestioni separate, che fanno parte dell'ENPAIA. Gestiamo anche il primo pilastro come periti e agrotecnici.
  Non sta a me entrare nel merito della natura della fondazione, però io non mi sentirei di affermare che siamo di primo o di secondo pilastro. Gestiamo anche il primo pilastro, perché per periti agrari e agrotecnici eroghiamo le prestazioni e riscuotiamo i contributi, che riguardano il primo pilastro.
  A proposito degli investimenti, il regolamento di contabilità prevede una procedura: il direttore, avvalendosi del servizio finanziario, fa una proposta, e il presidente delibera l'investimento. In seguito c’è un'informativa al consiglio di amministrazione. Inoltre, nell’iter il presidente sente la commissione investimenti, prima di prendere la decisione.
  In passato il procedimento era forse più snello tra direttore e presidente. A oggi, dopo questo anno di blocco (il 2014), il primo investimento che è stato fatto ha seguito una determinata procedura: dopo l'attività istruttoria svolta dal direttore generale, anche attraverso l'apporto fondamentale dell’advisor, partendo dall'analisi dell'attivo e passivo del portafoglio e andando a vedere rispetto alla delibera del consiglio di amministrazione quali erano le proposte di implementazione, è stata fatta la scelta degli strumenti d'investimento, che è stata portata direttamente in delibera al consiglio di amministrazione.
  Per quanto riguarda le componenti del portafoglio, come affermava il presidente, la parte Core, quella più cauta, deve essere del 70 per cento. La parte Satellite non è composta da titoli a rischio; espone leggermente di più al rischio, ma dà anche rendimenti migliori.
  Secondo l'approccio che sta assumendo l'ENPAIA, così come tutte le casse, in un momento di crisi a livello internazionale, si riduce il rischio del portafoglio, attraverso una diversificazione sia delle componenti del portafoglio sia a livello geografico e di valuta.
  In quest'ottica di diversificazione, c’è una componente Satellite del 30 per cento, che non significa che si tratti di titoli a rischio. Addirittura all'interno di questa componente l'azionario, che è quello che potrebbe essere più a rischio, è al 10 per cento, ma solo come percentuale che dobbiamo raggiungere, mentre a oggi siamo al di sotto. Aldilà della cassa degli agrotecnici, che sta al 13 per cento rispetto alla percentuale del 30, noi siamo al 4 per cento.
  La delibera del consiglio di amministrazione prevede che noi non dobbiamo scendere al di sotto dell’investment grade, o comunque sotto il valore della BBB-. Questo ci esclude la possibilità di ricorrere a titoli altamente rischiosi. È chiaro che la componente Satellite rientra in un discorso di bilanciamento del portafoglio tra rischio-rendimento.

  ANTONIO PIVA, Presidente dell'ENPAIA. Il direttore si è dimenticato di aggiungere che, sovvertendo le antiche usanze, dove il direttore propone e il presidente dispone, per aumentare la trasparenza all'interno del consiglio di amministrazione di ENPAIA, alla fine ho stabilito una modifica, nel senso che il presidente porta al consiglio di amministrazione la proposta d'acquisto e quest'ultimo delibera l'acquisto.
  Questo mi sembra giusto, anche per evitare incidenti che sono successi nel passato. C’è un'assunzione di responsabilità di tutto il consiglio di amministrazione. Penso che questo sia un cambiamento.
  Indubbiamente ciò complica la gestione dell'investimento, perché ognuno porta una sua idea e non tutto il consiglio di amministrazione è esperto di Pag. 12finanza. Di conseguenza, c’è un'ampia discussione. Tuttavia, penso che questo sia propedeutico a un buon funzionamento.

  PRESIDENTE. Grazie presidente Piva, presumo – ne parlerò con i colleghi – che ci potrà essere la necessità di un ulteriore incontro con ENPAIA al fine di approfondire alcune questioni finanziarie, mobiliari e immobiliari, finalizzate anche alla relazione sui bilanci che dovremo fare.
  Rinnovo i ringraziamenti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.