XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Mercoledì 18 dicembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 

Audizione del presidente dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), Massimo De Felice, sul polo salute e sicurezza del lavoro (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Di Gioia Lello , Presidente ... 2 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 2 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Di Salvo Titti (SEL)  ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 8 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.50.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), Massimo De Felice, sul polo salute e sicurezza del lavoro.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del presidente dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), Massimo De Felice, sul polo salute e sicurezza.
  Do la parola al presidente dell'INAIL, Massimo De Felice, per la sua relazione.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Grazie, signor presidente. Gli argomenti che mi sono stati posti come oggetto di discussione riguardano le disposizioni contenute nel disegno di legge di stabilità per il 2014, con specifico riferimento all'ipotesi di riduzione dei premi e contributi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e l'eventuale conferimento di immobili dell'INAIL nell'ambito del programma straordinario di cessione di immobili pubblici.
  Tali argomenti hanno un filo di congiunzione, che spero possa risultare evidente durante la nostra discussione. Io procederei segnalando i punti essenziali che sono, secondo me, da tenere in conto per commentare gli aspetti che sono stati sollecitati alla discussione.
  Vengo al primo punto riguardo al disegno di legge di stabilità. Gli aspetti salienti concernono la riduzione percentuale dell'importo di premi e contributi e il potenziamento delle prestazioni.
  Riguardo alla riduzione di premi e contributi, il piano prevede una riduzione di un ammontare pari a 1 miliardo di euro nel 2014, 1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2016, con un ritorno dal bilancio dello Stato verso INAIL di 500 milioni nel 2014, 600 nel 2015 e 700 nel 2016. Ciò significa che per INAIL ci sarà un impegno costante di 500 milioni l'anno.
  Questa riduzione verrà attuata, come recita il testo, nelle more dell'aggiornamento delle tariffe e premi. Si tratta quindi di un intervento che viene fatto, ma che richiederà poi un approfondimento per arrivare a una procedura strutturale di aggiornamento.
  L'altro aspetto, dal mio punto di vista addirittura più importante, è che nel 2016 ci sarà una verifica di sostenibilità economica, finanziaria e attuariale di questa situazione. Quello sulla sostenibilità è un discorso molto delicato che noi dobbiamo tenere ben chiaro, perché la gestione dell'INAIL è finanziariamente molto complessa.
  La complessità deriva dal fatto che noi ci troviamo a gestire un monte di rendite, le quali naturalmente definiscono un impegno sul lungo termine. Il valore a copertura Pag. 3di questo impegno deve essere tenuto costantemente sotto controllo, con accortezze tecniche molto precise.
  Mi piace puntualizzare questo aspetto, perché molto spesso, anche nel gergo contabile, risulta un po’ offuscato. Quando parliamo di riserva matematica, dobbiamo aver chiaro che si tratta di un numero che noi abbiamo sul fronte del passivo e che rappresenta il valore a oggi, cioè nell'istante in cui noi stiamo guardando la situazione, di tutti gli impegni che abbiamo sottoscritto con i nostri detentori di rendita.
  Quel numero, che al passivo è soltanto un numero contabile, deve avere la sua sostanza all'attivo. Ciò significa che all'attivo noi dobbiamo ritrovare degli asset – come si dice tecnicamente – che abbiano un valore almeno pari al numero che abbiamo al passivo. Questa uguaglianza deve essere monitorata nel tempo e garantita.
  Capita che gli asset all'attivo sono di grande varietà. Noi abbiamo un piccolo gruzzolo di titoli di investimento, degli immobili a copertura di questa posta passiva e anche un grande fondo di liquidità. Il problema è che il calcolo della riserva viene fatto con una tecnica che è detta «di attualizzazione». Noi, per legge, attualizziamo i valori ad un tasso convenzionale del 2,5 per cento. Partendo oggi da una situazione di equilibrio e per mantenerla strutturalmente, noi dovremmo confidare nel fatto che gli investimenti degli asset, a fronte di quella posta di passivo, rendano almeno il 2,5 per cento.
  In realtà, grandissima parte degli asset, ossia tutta la parte liquida, noi l'abbiamo depositata in Tesoreria allo 0 per cento. Questa norma, come potete immaginare, provoca un depauperamento strutturale della copertura, che quindi va garantita in altro modo. Questo è un aspetto che noi dobbiamo veramente tenere in grande conto.
  Segnalo un'altra attenzione tecnica che dobbiamo avere. Quando calcoliamo la riserva, a parte questo processo di attualizzazione, noi dobbiamo tener conto anche di un altro aspetto fondamentale: il pagamento delle rendite, ossia le poste che noi diamo come remunerazione, dipende anche da un'altra fonte di rischio, che è legata alla permanenza in vita del reddituario e a questioni di reversibilità.
  Quindi su quel valore di riserva, cioè su quel numero che noi abbiamo al passivo, pesano anche delle ipotesi di tipo demografico e dovrebbero pesare anche delle ipotesi legate alla situazione familiare del reddituario, specialmente vista la situazione contingente non di secondaria rilevanza.
  Di conseguenza quella posta di passivo è anche subordinata alle tavole di mortalità che noi utilizziamo. Dobbiamo essere abbastanza abili da tracciare delle tavole di mortalità che non siano genericamente definite sulla popolazione italiana, ma che tengano conto delle specificità della popolazione alla quale noi ci rivolgiamo. La mortalità di un infortunato oppure di un soggetto affetto da malattia professionale non è la stessa di un impiegato.
  Dico questo perché quel numero del passivo, come immaginerete, deve essere calcolato con molte accortezze e la copertura deve essere calibrata con molta attenzione.
  Comunque, il problema più rilevante che vi segnalo è quello della liquidità. All'inizio dicevo che nella lettura del bilancio si possono indurre delle ambiguità, perché la nomenclatura non fa chiarezza. Noi leggiamo che quell'importo depositato presso la Tesoreria è una disponibilità di cassa. Io metterei questa espressione fra molte virgolette, con segnalazione di attenzione. È una disponibilità per modo di dire; quella deve essere una copertura tenuta ben da conto, perché deve far fronte a degli impegni che l'istituto ha sottoscritto e deve fronteggiare.
  C’è un altro aspetto molto importante. La riserva matematica è soltanto una componente delle passività verso i reddituari, perché, per come è congegnato il sistema in Italia, tutte le rivalutazioni delle rendite sono coperte a ripartizione. Ciò significa che una parte dell'importo della rendita deve essere remunerato con i premi che vengono incassati nell'anno.
  Questo aspetto induce un'altra attenzione da tenere in conto, perché ciò significa che noi, per garantire solvibilità e Pag. 4copertura, dobbiamo dipendere anche dal flusso di raccolta premi che realizziamo.
  Si capisce molto bene che se ci fosse una riduzione dei premi dovuta a situazioni contingenti dell'economia (poiché le rendite, invece, non diminuiscono in generale nello stesso verso), potrebbero determinarsi su questa parte scompensi che colpirebbero l'equilibrio economico complessivo.
  È quindi doveroso sottolineare il fatto che per l'INAIL quella verifica che è stata posta nella legge è un atto molto importante, al quale noi diamo grande rilevanza e sul quale stiamo già da adesso lavorando.
  Io sto spingendo molto nell'ambito dell'organizzazione, tentando di proporre lo stile dei bilanci non pubblici. Sto cercando cioè di portare anche nel bilancio dell'INAIL un'informativa su quello che nelle assicurazioni private si chiama «il bilancio attuariale». A quello noi dobbiamo far riferimento come componente essenziale dell'analisi di solvibilità, perché non possiamo ragionare soltanto per cassa, come invece potrebbero fare altre entità.
  Dicevo all'inizio che il secondo problema, dato dall'eventuale conferimento di immobili nell'ambito del programma straordinario di cessione, è legato al primo problema da un filo logico che magari può apparire sottile, ma che nella sostanza è molto ben determinato. Come ho detto, parte degli asset che sono a copertura delle passività sono rappresentati da immobili. L'INAIL ha un cospicuo patrimonio immobiliare. Il patrimonio è abbastanza diversificato per qualità. Abbiamo immobili di uso abitativo, ma anche immobili di altissimo pregio.
  Deve essere chiaro che questo conferimento deve mirare soprattutto alla valorizzazione di questo patrimonio e deve avere come obiettivo, per noi primario, il raggiungimento di un certo livello di redditività. Noi sappiamo che i fondi immobiliari non possono garantire redditività certa ex ante, quindi da un certo punto di vista c’è una sorta di aggiunta di aleatorietà ai nostri problemi gestionali.
  Dobbiamo essere sicuri che la gestione del fondo – questo senz'altro lo tuteleremo – sia ispirata, oltre che a principi di redditività, anche a principi di massima prudenza, perché questo è necessario nella gestione della parte assicurativa del nostro istituto.
  Sull'organizzazione e sulla governance dei fondi ancora non posso dire nulla, perché abbiamo dei tavoli di lavoro che stanno ancora definendo gli aspetti organizzativi, ma credo che entro breve termine tutti i regolamenti saranno definiti e quindi eventualmente potremmo fare tutti gli approfondimenti che vi possono interessare.
  Per quanto riguarda un discorso nel quale gli aspetti che ho appena delineato confluiscono, cioè il discorso sull'organizzazione, noi ci stiamo lavorando molto, anche perché l'INAIL ha in atto un processo di riorganizzazione del quale forse voi avete già avuto approfondimenti. Noi abbiamo inglobato altri enti sia previdenziali che di ricerca, quindi stiamo riorganizzando in modo molto intenso tutta l'attività.
  Gli aspetti sui quali stiamo lavorando più direttamente e che sono di più diretta pertinenza con i temi che mi sono stati proposti riguardano una profonda riorganizzazione sia delle basi informative che dei processi gestionali e conoscitivi.
  Relativamente alle basi informative, che sono fondamentali per la conoscenza del fenomeno ma soprattutto per calibrare in modo opportuno le azioni di gestione, abbiamo realizzato un programma di apertura dei dati verso l'esterno, un vero programma di open data, e abbiamo già pubblicato sul nostro sito tutti i dati elementari che riguardano gli infortuni per un quinquennio, caso per caso.
  L'apertura informativa verso l'esterno è stata quindi massima. A questo proposito vorrei segnalare un fatto fondamentale: è un'apertura verso l'esterno che ha anche notevoli ricadute verso l'interno. Infatti, avere a disposizione una base informativa organizzata e agile ci consente di avere tempestivamente informazioni che noi possiamo utilizzare per rendere più efficace la gestione.
  A gennaio contiamo di arricchire la base di open data con informazioni, sempre di massimo dettaglio, pur nel rispetto della privacy, riguardanti le malattie professionali.Pag. 5
  Il terzo stadio che abbiamo programmato riguarderà invece un approfondimento degli aspetti economici di infortuni e malattie professionali. È un aspetto anche questo fondamentale, che ci servirà per mettere a punto il monitoraggio di solvibilità dell'ente.
  Vi do soltanto un numero che mi ha lasciato veramente impressionato quando abbiamo calcolato il numero di giornate di inabilità al lavoro negli anni. Nel 2012 – vi cito soltanto l'ultimo dato – per infortuni sul lavoro si sono avute in Italia un po’ più di 12 milioni di giornate di inabilità.
  Io penso che lavorare in questo ambito sia molto importante, perché quel numero, possibilmente, deve essere ridotto, o quantomeno deve essere indagato. Questo numero ci dà precise indicazioni su come gestire la solvibilità e su come gestire i conti.
  Tenete presente che con l'organizzazione che abbiamo dato alla struttura di open data, di quel numero noi possiamo fare tutte le analisi che vogliamo: analisi territoriali, analisi per genere, per età o di qualsiasi tipo. Sono tutte analisi che possono contribuire in modo molto preciso a calibrare le azioni di prevenzione.
  Io credo che il quadro che vi ho dato sia abbastanza completo. Naturalmente restano sullo sfondo problemi generali legati all'ultimo aspetto che avevo segnalato, cioè la forte razionalizzazione dei processi, che naturalmente deve essere sostenuta da una efficace governance degli istituti.
  Per quanto riguarda la razionalizzazione dei processi, voglio fare soltanto due accenni importanti. Come dicevo, noi abbiamo incorporato altri enti e quindi ci siamo trovati nell'esigenza di una forte ristrutturazione. Abbiamo avuto una fortissima riduzione di personale, e quindi abbiamo dovuto avviare un processo di razionalizzazione.
  I punti importanti sui quali io mi sono molto impegnato, perché ritenevo importante dare dei messaggi forti e per certi versi innovativi, riguardano soprattutto il senso che bisogna dare al settore che nell'ambito dell'istituzione si occupa di organizzazione.
  Io sono convinto che oggi non si possa fare organizzazione prescindendo dalle consapevolezze tecnologiche, specialmente in un'istituzione come INAIL, che deve gestire molti processi di risposta al pubblico e quindi deve tenere sotto controllo informazioni ma anche servizi per il pubblico.
  Lo sforzo forte che abbiamo fatto è stato integrare pesantemente i princìpi dell'organizzazione con la cultura tecnologica che questi princìpi devono sostenere. Non è più possibile nella pubblica amministrazione (ma ovviamente anche nelle imprese private) rispondere all'organizzazione ragionando su singole esigenze e singoli problemi. Dobbiamo mettere insieme problemi che possano avere una soluzione unitaria, perché questa è la via per avere i migliori risultati e i più grandi risparmi.
  Il secondo aspetto sul quale io ho tenuto moltissimo a lavorare riguarda l'esigenza di definire dei protocolli di comportamento che siano pubblicizzabili. Nel nostro schema di organizzazione ho chiesto e siamo riusciti a realizzare un'unità di auditing in staff alla presidenza. Ho precisato con molta chiarezza che questa unità di auditing deve essere intesa in senso moderno, così come deve essere intesa in senso moderno la vigilanza.
  Il presidente faceva riferimento alle autorità di vigilanza. C’è tutto un movimento, anche a livello europeo, per cui le autorità di vigilanza non sono più soltanto autorità di controllo ma sono autorità che definirei quasi di «consulenza ai vigilati».
  L'unità di auditing che noi abbiamo costituito deve fare prospezioni sui processi, ma nel controllo deve anche avere una funzione di consulenza verso il miglioramento o l'instaurazione degli stessi, laddove dei processi formalizzati non esistano.
  Grazie per la vostra attenzione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente per la sua ampia e dettagliata illustrazione.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

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  TITTI DI SALVO. Ringraziandola per la sua relazione, mi unisco alle parole del presidente Di Gioia nell'auspicare un suo contributo anche sui temi dell'indagine conoscitiva che stamattina abbiamo deliberato.
  Tra le varie tematiche da lei esposte, ritengo particolarmente importante quella della trasparenza, che io penso sia un elemento fondamentale nella ricostruzione della qualità e della democrazia di questo Paese, non solo nel rapporto tra stakeholder e istituto, ma anche nel rapporto con i cittadini.
  Ci tengo a esprimere la mia valutazione estremamente positiva su un percorso che l'INAIL, più di altri, ha da tempo intrapreso. Io credo che la trasparenza sia il tema vero della riforma della pubblica amministrazione, affinché la stessa non diventi un elemento che si frammette tra i cittadini e la possibilità di esercizio di un diritto. Spesso la pubblica amministrazione diventa un ostacolo, invece deve essere la via attraverso cui il diritto viene esercitato. Mi pare che sia questo il senso di una vera riforma della pubblica amministrazione, e non altri discorsi generici e talvolta poco condivisibili.

  PRESIDENTE. Do la parola al presidente dell'INAIL, Massimo De Felice, per la replica.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. La mia disponibilità per l'indagine conoscitiva è ovviamente totale, anche sulla base delle mie precedenti esperienze professionali.
  Per quanto riguarda la trasparenza, io sono assolutamente su questa posizione; infatti il primo lavoro che ho ritenuto importante avviare è stato proprio nel campo degli open data, con l'obiettivo non soltanto di realizzare la trasparenza nei confronti dell'utenza, che è comunque fondamentale, ma anche a provocare trasparenza innanzitutto all'interno dell'istituzione. Non sempre fra i diversi soggetti che operano nelle istituzioni c’è la necessaria trasparenza per fare progressi comuni.
  Io credo inoltre che questa logica dell’open data potrebbe essere tecnicamente utilissima, se realizzata anche fra istituzioni. Infatti, una delle difficoltà che noi abbiamo e che io ho segnalato nelle due relazioni annuali che ho fatto è proprio quella di dare un senso più preciso alle misurazioni che noi facciamo, soprattutto a quelle sugli infortuni. Dire che gli infortuni sono diminuiti di numero è naturalmente una cosa che ci fa piacere, perché ci sono meno infortunati, ma questa diminuzione non ci dà indicazioni sull'efficacia della prevenzione, se non riusciamo a normalizzare quel numero per il tempo di esposizione al rischio.
  Tale aspetto è importantissimo anche per il lavoro che bisognerà fare nella ricalibratura delle tariffe. Non possiamo procedere con le logiche di linearità nella ricalibratura delle tariffe; dobbiamo necessariamente far riferimento agli ambiti di rischiosità cui quelle tariffe si riferiscono, perché che un settore abbia meno infortuni di un altro non significa soltanto che c’è stata maggiore efficacia nella prevenzione. È più probabile che quel settore che ha meno infortuni sia strutturalmente meno rischioso di un altro. Di conseguenza, noi dobbiamo stabilizzare quel livello di giudizio.

  PRESIDENTE. Presidente, intenderei porle anche io delle questioni. La prima riguarda le risorse liquide detenute dall'INAIL; a quanto ammontano esattamente ?

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Circa 21 miliardi di euro.

  PRESIDENTE. E questi 21 miliardi sono depositati presso la Tesoreria unica, con un rendimento uguale a zero ?

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Esattamente.

  PRESIDENTE. E da quello che mi pare di capire, ci potrebbe essere da parte vostra una proposta per smobilizzare parte di queste somme al fine di avere rendimenti diversi. Ovviamente bisognerà vedere come il Governo si porrà a tal riguardo, perché è chiaro che questo implicherebbe il cambiamento di alcune condizioni.Pag. 7
  Vengo alla seconda questione. Lei ci ha detto che ci sono 12 milioni di giornate lavorative di inabilità. Il problema è sapere che tipi di infortuni ci sono e in quali settori in modo prevalente, al fine di avere un quadro generale dei settori più a rischio e poter fare un ragionamento non soltanto in termini di prevenzione ma di più ampia portata.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Noi su questo abbiamo pubblicato la nostra relazione statistica, per cui esiste il dettaglio sia per settore che per gravità dell'infortunio.

  PRESIDENTE. La ringrazio e le pongo un'altra questione. Le aziende sono obbligate a pagare i premi. Oggi ci sono maggiori entrate, nonostante ci sia una crisi economica e industriale in atto e, come lei sottolineava, minori infortuni.
  Detto questo, in un sistema economico che globalmente tende a privatizzarsi, siccome il mondo delle assicurazioni determina anche i premi sugli infortuni, lei non pensa che nel prossimo futuro – personalmente io mi auguro che non sia così – ci possa essere un'apertura in questo mercato, in cui, ad esempio, i premi che oggi sono obbligatori possano non essere più obbligatori ? E ove ciò possa accadere quali difficoltà potrebbero determinarsi ?
  Credo che sia una questione sulla quale cominciare seriamente a riflettere, per il motivo che alcuni segnali fanno ritenere che il mondo delle assicurazioni private stia ponendo attenzione non soltanto sulla previdenza complementare, e quindi sui fondi pensione in quanto tali, ma anche sul comparto relativo agli infortuni sul lavoro. Ovviamente la mia personale idea è totalmente contraria, ritenendo che questioni come quelle che riguardano il mondo degli infortuni sul lavoro debbano rimanere in un ambito pubblico.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Io naturalmente non prendo posizione né dal punto di vista ideologico né dal punto di vista politico. La gestione dei rischi è un problema che può rispondere a varie impostazioni. C’è chi sostiene che i rischi debbano essere gestiti a livello individuale e chi sostiene che invece certi rischi non possano che essere gestiti a livello sociale, esasperando le caratteristiche di mutualità e di solidarietà.
  A me viene sempre in mente una vecchia, ma secondo me molto illuminante, espressione di Keynes che affermava che per agire bene politicamente è molto importante preliminarmente separare quei servizi che sono tecnicamente sociali da quei servizi che sono tecnicamente individuali.
  Secondo me, bisogna partire da tale assunto per valutare tutta una serie di condizioni. L'impostazione che attualmente noi abbiamo, cioè quella del polo salute e sicurezza nel quale INAIL è grande attore, evidenzia che i principi di solidarietà e di mutualità debbono essere ben difesi. Non si tratta soltanto di fare un'assicurazione nel senso semplice e tecnico del termine. Intorno all'assicurazione sui rischi da lavoro c’è una complessità molto diversa che nella gestione del singolo rischio individuale.
  Noi facciamo anche moltissime attività di prevenzione. Molti rischi che vengono qualificati come rischi da lavoro in realtà sono veri e propri rischi sociali. Non rendo esplicito il riferimento a eventi recenti, legati all'inquinamento o ad altri fatti.
  Come sappiamo, il dibattito sull'INAIL è abbastanza carsico. Verso la fine dell'Ottocento si dibatteva già se fare un'assicurazione privata o un'assicurazione pubblica. In seguito questo dibattito è riemerso periodicamente. È un discorso che va affrontato con molta chiarezza, prendendo una posizione iniziale che sia ben definita: che cosa vogliamo gestire in termini di mutualità e solidarietà ben definita, e quali sono invece i rischi che vogliamo lasciare alla sfera puramente individuale ?
  Vi dirò la mia opinione personale, perché credo che da presidente dell'INAIL io non debba esprimere questi pareri. Personalmente, sulla base delle riflessioni tecniche che ho sviluppato attraverso gli studi che io ho condotto su questi argomenti, credo che sia molto importante mantenere l'obbligatorietà.

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  PRESIDENTE. Concordo con la sua impostazione. Tuttavia c’è una situazione problematica che purtroppo si porrà e che stiamo verificando già nell'assistenza e nella sanità, ove si sta pian piano costruendo un mondo che non è più sanità universale. Basta pensare che il pagamento del ticket di fatto non è più «garantito».

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. La nostra è una dimensione ancora più articolata. Per esempio, è molto importante gestire il fenomeno infortunistico anche facendo spinta sulla prevenzione, che spesso significa incentivazioni a miglioramenti dei processi produttivi.

  PRESIDENTE. A prescindere dalla questione del ruolo di prevenzione, le cui funzioni possono essere incrementate, come giustamente lei sottolineava, io mi pongo un problema di carattere più generale. Si sta incominciando a costruire un sistema di privatizzazione della sanità e parallelamente si sta implementando, con sempre più forza, un sistema di privatizzazione delle pensioni, che partirà con il secondo pilastro.
  Tale circostanza potrebbe influenzare anche il sistema dell'assicurazione sugli infortuni sul lavoro attualmente gestita dall'INAIL ? Ossia, all'interno di un ragionamento più complessivo a cui ovviamente dovranno partecipare le parti sociali interessate, si potrebbe determinare una condizione in cui prezzi assicurativi arriveranno ad essere gestiti direttamente dai soggetti privati ? È questo che personalmente mi preoccupa, ed è per questo motivo che anche questi aspetti dovranno essere oggetto di approfondimento nel corso dell'indagine conoscitiva che abbiamo oggi deliberato, al fine di proporre al Parlamento delle considerazioni ovviamente aperte, ma che – per quella che è la mia concezione – vadano nella direzione di un dibattito che mantenga fermi alcuni concetti base, che sono appunto le questioni di cui lei oggi ci ha parlato, e che invece purtroppo a me sembra si stiano mettendo in discussione.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Io naturalmente, se sarà auspicato, potrò dare tutti i contributi che riterrete utili. Tuttavia, nell'ambito del ragionamento svolto una questione che metterei in particolare evidenza – che non è neanche tanto ideologica ma di metodo – è l'esigenza di individuare innanzitutto quali sono i servizi tecnicamente sociali.
  In questo modo noi riusciremo a impostare in modo chiaro il problema e poi a scegliere la via che si vorrà seguire. L'importante è l'impostazione iniziale della chiarezza. Ovviamente, l'ideologia è importantissima, perché poi si tratta di fare una scelta, ma a mio parere deve entrare in un secondo momento. Facendo chiarezza all'inizio si riesce a fare una scelta che sia una scelta valoriale e che rispetti dei vincoli tecnici che altrimenti metterebbero in crisi gli esiti.

  PRESIDENTE. Certamente. Ed infatti anche sulle questioni squisitamente sociali potrebbe esserci il rischio di una impostazione di tipo liberista, circostanza questa negativa secondo il mio punto di vista.
  Riservandoci un altro incontro in occasione dello svolgimento dell'indagine conoscitiva, ringrazio il presidente dell'INAIL per la sua disponibilità e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.30.