Sulla pubblicità dei lavori:
Abrignani Ignazio , Presidente ... 2
Audizione in videoconferenza della Commissaria europea per il commercio, Cecilia Malmström, sulle politiche commerciali europee, con particolare riferimento alle pratiche di dumping e alle misure di difesa commerciale
(ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 2 del Regolamento)
:
Abrignani Ignazio , Presidente ... 2 ,
Malmström Cecilia , commissaria europea per il Commercio ... 3 ,
Abrignani Ignazio , Presidente ... 4 ,
Benamati Gianluca (PD) ... 4 ,
Malmström Cecilia , Commissaria europea per il commercio ... 5 ,
Fantinati Mattia (M5S) ... 5 ,
Malmström Cecilia , Commissaria europea per il commercio ... 6 ,
Allasia Stefano (LNA) ... 6 ,
Malmström Cecilia , Commissaria europea per il commercio ... 6 ,
Arlotti Tiziano (PD) ... 7 ,
Malmström Cecilia , Commissaria europea per il commercio ... 7 ,
Abrignani Ignazio , Presidente ... 8 ,
Malmström Cecilia , Commissaria europea per il commercio ... 8 ,
Abrignani Ignazio , Presidente ... 8
Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta civica-ALA per la costituente libera e popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Civici e Innovatori: (CI);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-UDC: Misto-UDC;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE
IGNAZIO ABRIGNANI
La seduta comincia alle 13.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione in videoconferenza della Commissaria europea per il commercio, Cecilia Malmström, sulle politiche commerciali europee, con particolare riferimento alle pratiche di dumping e alle misure di difesa commerciale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza della Commissaria europea per il commercio, Cecilia Malmström, sulle politiche commerciali europee, con particolare riferimento alle pratiche di dumping e alle misure di difesa commerciale.
Desidero ringraziare la Commissaria Malmström per aver accolto l'invito, che le è stato ripetutamente rivolto, a svolgere un'audizione sui temi dell'incontro di oggi.
La nostra richiesta si basa in primo luogo sulla disponibilità dichiarata ai più alti livelli, dal Presidente della Commissione europea Juncker e dal Primo Vicepresidente Timmermans, a garantire la presenza dei Commissari nei Parlamenti nazionali tutte le volte che sono esaminate proposte e iniziative europee di particolare rilievo. La presenza dei Commissari intende valorizzare il contributo dei Parlamenti nazionali alla definizione delle politiche europee e, come è stato sottolineato dal Presidente Juncker, deve diventare una consuetudine.
Nel caso specifico, la nostra richiesta è dettata dall'evoluzione degli scenari internazionali in questa materia.
La nuova amministrazione statunitense ha prospettato con molta fermezza un cambiamento radicale di approccio alla politica commerciale, sulla base del fatto che gli Stati Uniti registrano un deficit crescente negli scambi commerciali con i maggiori partner, a cominciare dalla Cina, ma anche con la stessa Unione europea. Il nuovo approccio statunitense si è tradotto in un blocco ad alcuni scambi commerciali recentemente conclusi e nella sospensione delle trattative per la stipula del TTIP. Si profila la prospettiva di una fase di aumento dei dazi e delle barriere all'importazione, che determinerebbe una netta inversione di tendenza rispetto alle politiche realizzate negli scorsi anni, in cui ha prevalso la tendenza alla liberalizzazione nei commerci internazionali.
D'altra parte, la stessa Unione europea subisce pratiche concorrenziali spesso sleali, attuate in particolare dalla Cina in diversi settori industriali: esemplare al riguardo è il caso del comparto siderurgico. Tali pratiche rischiano di mettere a repentaglio la sopravvivenza di settori produttivi che hanno valenza strategica per l'economia dell'Unione europea.
Allo stato, inoltre, risulta difficile poter riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato perché non sembrano rispettati i criteri previsti a tale scopo dalla normativa europea antidumping. Occorre pure valutare se il rafforzamento delle misure di difesa commerciale prefigurato dalla stessa Pag. 3Commissione europea, a cominciare dal definitivo superamento della regola del cosiddetto «dazio inferiore» non debbano essere perseguiti con maggiore forza nei negoziati in corso per evitare che l'Unione europea si trovi nella imbarazzante condizione di essere l'interlocutore più fragile in un contesto che va facendosi più difficile.
Alla luce di questi elementi e di questi scenari, si tratta di capire se la Commissione europea intenda modificare l'approccio fin qui adottato per rafforzare la politica commerciale dell'UE, al fine di proteggere gli interessi della manifattura europea esposta a pratiche commerciali aggressive e sleali.
Pregherei quindi di attivare il collegamento audio-video con la sede della Commissione europea.
Commissaria, le do la parola e la ringrazio di avere accolto il nostro invito all'audizione odierna.
CECILIA MALMSTRÖM, commissaria europea per il Commercio. Buongiorno. Grazie mille per avermi dato la possibilità di interloquire con voi. È davvero molto importante che ci sia una stretta collaborazione tra i Parlamenti nazionali e la Commissione europea. Apprezzo molto il grande impegno del Parlamento italiano in merito a questo importante dossier e spero che questa interazione consenta di chiarire alcuni punti e andare avanti con l'esame delle proposte.
Come lei ha detto, signor presidente, abbiamo proposto un nuovo metodo antidumping e l'ammodernamento degli strumenti di difesa commerciale. Come sapete, all'interno dell'OMC, siamo stati messi in discussione, quindi è molto importante portare avanti questo dossier il più rapidamente possibile, affinché si possa dare alle nostre imprese la certezza del diritto e affinché non ci troviamo in un vuoto legislativo e giuridico. Credo che le nostre proposte rappresentino una buona soluzione per ripristinare la certezza del diritto e fornire, per la difesa commerciale, una solida base giuridica. Queste proposte non riconoscono alla Cina lo status di economia di mercato: la Cina non lo è e, se lo fosse, non avremmo avuto i problemi che abbiamo con quell'economia.
La proposta rappresenta una nuova metodologia neutra in merito ai Paesi, che considera le distorsioni all'interno dei Paesi o solo in alcuni di essi. L'obiettivo è quello di mantenere strumenti di difesa commerciale forti, garantendo la nostra capacità di rispondere, e di ottemperare agli obblighi giuridici internazionali.
Questa proposta legislativa affronta la questione delle considerevoli distorsioni di economia non di mercato, legate all'intervento dello Stato in Paesi terzi. La lista dei criteri per determinare le distorsioni è una lista aperta e siamo pronti a discutere con voi e con altri la possibilità di includere altri criteri.
I criteri suggeriti oggi sono quelli che considerano l'impatto su prezzi e costi all'interno di un'economia che esporta. Considerata la situazione, ci sono imprese che operano sotto la proprietà, il controllo e la supervisione delle autorità statali all'interno di Paesi esportatori, per cui c'è una forte ingerenza dello Stato nel determinare i prezzi e i costi, attraverso politiche pubbliche o misure che discriminano, in favore dei fornitori nazionali, compromettendo le condizioni del mercato libero e naturalmente condizionando l'accesso alle strutture e ai sistemi finanziari nel processo economico.
Questa lista è sufficientemente ampia perché, se fosse troppo restrittiva, vi sarebbe la possibilità di escludere alcune situazioni di mercato, con il rischio di ricorsi legali in tribunale.
La Commissione europea preparerà alcune relazioni volte ad illustrare importanti distorsioni, in Cina o altrove, quindi l'onere della prova si costituirà in capo alla Commissione e l'industria europea potrà affidarsi a questi rapporti nel presentare eventuali denunce antidumping o antisovvenzione. Nel preparare le relazioni, analizzeremo anche i mercati del lavoro o questioni legate alla tutela ambientale e alle regole ambientali, nel caso in cui esse colpiscano i prezzi e i costi. In aggiunta a ciò, abbiamo la proposta che riguarda la modernizzazione degli strumenti di difesa Pag. 4commerciale, per poter adattare le nostre politiche e renderle più efficaci e moderne.
Riguardo alla regola del dazio inferiore, i livelli di dazi applicati oggi sono molto efficaci nella maggior parte dei casi, ma ci sono alcuni casi di distorsioni nel settore delle materie prime o per i prezzi duali e la doppia tariffazione nel settore dell'energia o per le tasse dall'importazione, che forniscono un vantaggio competitivo iniquo a chi esporta.
La Commissione ritiene che, in queste situazioni, la non applicazione della regola del dazio inferiore creerà condizioni paritarie per contrastare pratiche sleali e trovare un compromesso.
Speriamo che queste due proposte possano avere il sostegno sufficiente e possano essere adottate quanto prima. È importante poterci rivolgere alle nostre industrie per dire loro che siamo pronti a garantire che si possano continuare ad affrontare pratiche sleali dannose.
Grazie ancora per avermi concesso la possibilità di dialogare con voi. Resto in attesa delle vostre domande.
PRESIDENTE. Grazie, illustre Commissaria. Ho ascoltato con piacere le vostre determinazioni. Sicuramente, ognuno per il proprio gruppo di competenza condividerà con i propri deputati presso il Parlamento europeo tali tematiche, in modo da essere tutti compatti nella difesa e nell'uso degli strumenti che ci ha indicato.
Adesso possiamo passare alle domande dei commissari presenti sui temi oggetto dell'audizione odierna.
GIANLUCA BENAMATI. Buongiorno, Commissaria. Grazie per l'audizione.
Recentemente la nostra Commissione ha trattato il tema delle comunicazioni al Parlamento europeo e al Consiglio, in relazione alle questioni della protezione contro il dumping. Le devo dire onestamente che quella emersa nel parere inviato a Bruxelles da parte del Parlamento è una valutazione non positiva. Ci sono alcuni temi che riteniamo assolutamente prioritari e che trovano un riscontro non sufficiente all'interno del pacchetto di misure che vengono poste in atto.
Vorrei porre alcune questioni specifiche rispetto alle sue precedenti considerazioni.
Il primo aspetto riguarda, come lei ha citato, il riconoscimento dello stato di economia di mercato alla Cina. Ora, se ho ben compreso, questo riconoscimento non è stato concesso e non si intende riconoscerlo, né legalmente né di fatto, finché le condizioni, per considerarsi soddisfatte, non saranno effettivamente compiute.
Mi riferisco alle caratteristiche dell'economia cinese, all'intervento dello Stato, alla situazione del mercato e alla situazione del mercato finanziario.
In merito, riteniamo che sia molto importante – e vorrei sentire la sua opinione – aggiungere alcune questioni relative alle condizioni sociali dei lavoratori e alle condizioni ambientali della produzione, come fattori condizionanti di possibili metodologie di lavoro relative al dumping.
La seconda questione riguarda il mantenimento della regola del dazio inferiore. Nella sua proposta di mediazione, la Presidenza slovacca ha previsto un mantenimento di questa regola che, secondo noi, non è efficace. In questo caso, abbiamo una differenza di vedute con lei: questa regola non è efficace e assume caratteristiche discrezionali, se disapplicata per regole più stringenti. In buona sostanza, non si tutelano – potrei citare dei numeri rispetto, per esempio, ai dazi applicati dagli Stati Uniti sui prodotti della siderurgia e a quelli applicati dell'Europa – a sufficienza le produzioni europee, anzi si rischia di creare distorsioni nei flussi commerciali con altri Paesi.
In merito, ho sentito l'orientamento della Commissione, ma noi siamo per il superamento di questa regola, per cui vorrei conoscere quale sia la sua opinione personale al riguardo.
Vorrei infine conoscere la sua opinione in merito alla strategia che la Commissione intende adottare rispetto alle prime dichiarazioni e ai primi atti della nuova amministrazione americana.
Riteniamo ovviamente che il commercio internazionale debba basarsi sulle buone regole, quindi anche sulle sanzioni e sui dazi, per colpire i comportamenti fraudolenti, Pag. 5 scorretti e non legali. Tuttavia, se parliamo di gestione degli attivi commerciali, quindi dei bilanci commerciali fra i diversi Paesi (fra gli Stati Uniti e, per esempio, l'Unione europea o fra gli Stati Uniti e la Cina o fra l'Unione europea e la Cina), è chiaro che non stiamo parlando di questioni tecniche, ma di applicazione di dazi per riequilibri economici. Si tratta di due questioni diverse e, ricordando che ho già espresso a mia opinione e quella del mio gruppo politico sulle misure che riteniamo insufficienti per combattere i fenomeni del dumping, mi piacerebbe capire quale sia la sua opinione rispetto alla nuova proposta dell'amministrazione americana relativamente alle regole sulle importazioni e sulle esportazioni nelle diverse aree commerciali.
CECILIA MALMSTRÖM, Commissaria europea per il commercio. Onorevole, lei ha ragione sul fatto che non concediamo lo status di economia di mercato alla Cina, ma siamo obbligati giuridicamente a considerare questa questione per la scadenza del protocollo di adesione della Cina.
Stiamo attenti a non discriminare i Paesi e ci siamo concentrati sulle distorsioni nelle economie non di mercato, pur essendoci distorsioni probabilmente anche nelle economie di mercato. Ci concentriamo su distorsioni per questioni legate alla tutela ambientale o alle condizioni del mercato del lavoro, per cui alla sua domanda, in questo caso, rispondo «sì».
Per quanto riguarda la regola del dazio inferiore, come già saprà abbiamo avuto discussioni complicate all'interno del Consiglio, per cercare di trovare un compromesso, dal momento che vi sono state grandi spaccature tra gli Stati membri. C'era una maggioranza che voleva mantenere la regola, invece altri volevano abolirla e altri volevano che fosse applicata in modo più flessibile. Alla fine, abbiamo concordato sul fatto che, in alcuni casi, soprattutto quando si parla di energia o di materie prime, potremmo valutare la possibilità di non applicare tale regola, per garantire che ci siano condizioni quanto più paritarie. In generale, questa regola ci ha consentito di arrivare ai risultati che volevamo raggiungere, ma abbiamo pensato che, per il futuro, vi potrebbero essere casi in cui sarebbe meglio non usarla.
Per quanto riguarda l'amministrazione statunitense, condivido con lei le preoccupazioni che ha espresso. Non ho capito molto che cosa vogliono, perché si discute molto di alcune tasse e non sembra esserci ancora una proposta concreta. Noi siamo pronti a dialogare con la nostra controparte statunitense per poter fare di più.
Sicuramente, le misure di cui si è parlato potrebbero essere potenzialmente dannose per gli scambi tra Unione europea e Stati Uniti, per cui seguiremo da vicino la questione. Il problema è che l'amministrazione statunitense non si è ancora totalmente insediata, perché manca ancora la conferma della nomina del nostro omologo da parte del Senato, il che complica la situazione, ma stiamo seguendo da vicino la situazione e saremo in grado di riferire al vostro Ministro Calenda e a quelli di tutti gli Stati membri, appena avremo chiarezza. Grazie, signor presidente.
MATTIA FANTINATI. Grazie, Commissaria, per l'audizione. Vorrei sottoporle una questione specifica. All'interno dell'Unione europea, esistono tanti Stati, che sono di estrazione molto eterogenea: c'è chi è a forte vocazione manifatturiera, come l'Italia e c'è chi, invece, non è a forte vocazione manifatturiera e fonda la sua economia sui servizi e sul trade.
È chiaro che, su problematiche come quella del Market Economy Status (MES) China, oppure dei dazi oppure della contraffazione, chi è a forte vocazione manifatturiera e chi è dotato di un forte marchio made in è più penalizzato di altri. Questo è – ne sono sicuro – il nostro caso, quello italiano. Soprattutto per quanto riguarda la contraffazione, abbiamo in Italia un serio problema: molti prodotti contraffatti entrano soprattutto dai porti nord-europei, dove i controlli sono meno severi che nei nostri porti. Le chiedo se vi sia una volontà quantomeno di una «armonizzazione doganale», per far sì che vi siano delle regole ben definite e ben precise che possano tutelare tutti gli Stati in egual modo, sia gli Stati che vedono la loro Pag. 6economia basata sul trading, quindi magari più flessibili nel far passare la merce, sia gli Stati a forte connotazione produttiva che, essendo oggetto di possibile contraffazione, soffrono questo fenomeno.
Vorrei porre un'altra domanda, sempre sul MES Cina. In questo caso, capisco anch'io le vostre perplessità, però le chiedo – magari l'ha detto prima e non l'ho sufficientemente recepito – se sono stati fatti degli studi di impatto su quanto potrà incidere eventualmente il MES Cina, assieme ai nuovi strumenti di difesa commerciale, sulle industrie europee e soprattutto su quelle italiane. Grazie.
CECILIA MALMSTRÖM, Commissaria europea per il commercio. Grazie. Per quanto riguarda la sua seconda domanda, posso rispondere che abbiamo condotto studi di valutazione dell'impatto, all'interno della nostra proposta. Dopo quest'audizione, mi adopererò affinché tali studi possano essere trasmessi a voi e li possiate consultare.
Per quanto riguarda la domanda sulla contraffazione, le rispondo che abbiamo un grande problema con la Cina. Abbiamo cercato di imporre regole e di intervenire, in caso di prove di reati. Al momento, non prevediamo di cambiare nulla, nell'ambito del nostro sistema ma, se voi avete informazioni più dettagliate, sarò lieta di condividerle con il mio collega che all'interno dell'Unione europea si occupa di procedure doganali.
Per quanto riguarda la contraffazione e la tutela della proprietà intellettuale, queste sono questioni prioritarie nei nostri dialoghi con la Cina, perché si possa creare una serie di condizioni paritarie tra noi e la Cina. Sicuramente, in generale, queste questioni fanno parte del nostro dialogo con la controparte cinese.
STEFANO ALLASIA. Grazie, Commissaria. Le vostre proposte, che state ponendo e che ritenete un'opportunità, non sono pienamente visibili. Lo dico perché i vari settori e i vari comparti produttivi in Italia non stanno avendo questa percezione. Sicuramente mancano sistemi legislativi come strumenti di difesa, però c'è la necessità di chiarirci, anche all'interno del nostro Paese, sul fatto che manca un'effettiva competitività, nel sistema produttivo europeo, soprattutto per l'alto costo dell'energia. Lei ha toccato il sistema energetico parlando di dazi inferiori.
Dobbiamo essere anche onesti intellettualmente: ci preme dire e porre in evidenza che oggi l'Italia rappresenta in Europa una produzione non minimale, che è importante per il nostro Paese e per alcune regioni d'Italia, di un prodotto come il riso. In Italia, si contano circa 4.265 aziende, 100 industrie risiere e migliaia di addetti e operatori, per un fatturato di un miliardo. Con la produzione italiana, si tocca più di un terzo del fatturato europeo globale del prodotto. In questo settore occorre però constatare una mancanza di protezione da parte dell'Unione europea, fatto che ha determinato l'aumento dei prezzi del mercato del riso nell'Unione europea che, attualmente, sono al di sotto dei costi di produzione, con gravi danni per le imprese di riso europee, come lei ben sa.
Vorremmo quindi capire come sia possibile contrastare l'invasione di prodotti risieri, ma anche prodotti gastronomici nel complesso, e trovare successive soluzioni, per riuscire effettivamente a essere competitivi in Europa e nel mondo.
Abbiamo già descritto ampiamente i problemi, che lei conosce benissimo – e forse, meglio di noi –, però non si trova una soluzione adeguata né riusciamo a vedere una soluzione nell'ambito degli interventi legislativi che state proponendo: siete per il mercato libero imprenditoriale in Europa e, poi, continuate ad inviarci le vostre regole. Ci dovrebbero essere in realtà regole ben più chiare, che stiamo attendendo insieme a tutto il sistema produttivo italiano.
CECILIA MALMSTRÖM, Commissaria europea per il commercio. Grazie mille, onorevole. C'è un'alta richiesta di riso all'interno dell'Unione europea, per cui dobbiamo importarlo, ma dobbiamo anche essere consapevoli della delicatezza e delle sensibilità italiane all'interno di questo settore. Di quest'aspetto, teniamo conto nella negoziazione per i nostri accordi commerciali. Pag. 7
Il cibo italiano è assolutamente famoso per l'alta qualità del prodotto e per le virtù gastronomiche all'interno dell'Unione europea. Stiamo promuovendo questi prodotti, aprendo nuovi mercati all'esportazione. Per esempio, stiamo andando molto avanti in un accordo con il Giappone, che potrebbe essere un grande vantaggio dell'Italia e per altri Paesi nel settore dell'agricoltura.
In tutti gli accordi commerciali, includiamo anche decisioni che riguardano le indicazioni geografiche, cosicché si possano proteggere le produzioni di alta qualità, come nel caso di numerosi formaggi italiani o di alcuni salumi, e affinché non ci siano frodi e non ci siano prodotti contraffatti, per cui il parmigiano o il prosciutto di Parma siano sempre il Parmigiano italiano e il prosciutto autenticamente di Parma.
Tutto questo non fa che dare a noi maggiore credibilità e non fa che dare vantaggi all'industria italiana. Ecco perché stiamo cercando di promuovere l'industria alimentare sempre di più negli accordi commerciali, pur consapevoli di numerose sensibilità nel settore della carne bovina e nel settore dei cereali, per esempio. Nel negoziare, non concediamo libero accesso ad altri Paesi, ma, piuttosto, stabiliamo delle quote e delle tariffe in cooperazione con gli Stati membri, inclusi i rappresentanti del Governo italiano. Grazie.
TIZIANO ARLOTTI. Grazie. Ritorno sul tema dei dazi minori. Quello posto dal collega Benamati è un tema importante, perché, al di là dell'opinione dei singoli Paesi, è quanto mai opportuno, a nostro avviso, mettere mano alla regola del dazio minore e, possibilmente, trovare una soluzione, che possa essere, da parte della Commissione, omogenea su tutto il territorio.
L'altro aspetto che vorrei evidenziare riguarda le condizioni di lavoro e contrattuali. Ci sono situazioni che, in molti casi, creano anche dumping, soprattutto rispetto ad alcuni Paesi e, in particolar modo, rispetto ad alcuni Paesi dell'Est. Lo vediamo anche noi in alcuni settori: quando si arriva in Italia per lavorare, si creano, comunque sia, situazioni in cui c'è un impoverimento contrattuale.
Credo che il tema delle condizioni di lavoro e contrattuali – una volta, c'era la CES (Confederazione europea dei sindacati), che era molto attiva da questo punto di vista – sia non irrilevante rispetto a quello che stiamo affrontando.
CECILIA MALMSTRÖM, Commissaria europea per il commercio. Grazie mille. La regola del dazio inferiore è una questione alla quale abbiamo prestato grande attenzione. Considerato che, quando si impongono dazi a un settore che pratica dumping, si vuole raggiungere un livello in cui vengano eliminate le ineguaglianze, siamo riusciti a raggiungere in passato questo livello di parità.
Come ho già detto, potrebbero verificarsi casi in cui la regola del dazio inferiore potrebbe non essere utilizzata, perché ci sono strumenti molto più efficaci per imporre dazi al Paese che pratica dumping. A volte, bisogna raggiungere un equilibrio ed è difficile parlare di questi casi con 28 Stati membri. Credo che siamo riusciti ad arrivare a un buon compromesso e sicuramente siamo fortemente motivati nel poter decidere quando applicare la regola e quando non farlo.
Per quanto riguarda le condizioni di lavoro e il dumping in Europa, spetta agli Stati membri applicare le leggi, che sono in vigore a livello nazionale, per garantire che questo non accada. Nei nostri accordi commerciali, includiamo anche il divieto di produrre dumping sociale per conquistare e ottenere vantaggi sul mercato del lavoro.
Lo abbiamo stabilito nell'accordo commerciale col Canada, che presto entrerà in vigore, e ne abbiamo parlato anche nei negoziati, ora congelati, per il TTIP, per cui siamo in attesa di avere maggiore chiarezza da parte degli americani, ma includeremo questo divieto in tutti gli accordi commerciali. Ci sono capitoli che riguardano i diritti dei lavoratori e il divieto dello sfruttamento della manodopera minorile, in ottemperanza alle convenzioni internazionali in vigore.
PRESIDENTE. Non essendoci altre domande da parte dei commissari, la voglio ringraziare della sua cortesia e di essere intervenuta a quest'audizione.
L'augurio è che l'Europa riesca in qualche modo a dare delle linee guida in questo settore. Ad oggi, è vero che queste sono date fondamentalmente anche dagli Stati nazionali, ma l'auspicio è che l'Europa, se vuole essere quello che deve essere, ossia unione di Stati anche in questo settore, riesca a darsi delle linee comuni, soprattutto nei confronti di quei Paesi che non hanno le nostre regole e che praticano slealmente attività commerciale, contro le imprese non solo italiane, ma europee.
Da parte mia la ringrazio ancora e, con l'occasione, le formulo i migliori auguri per la prossima Pasqua.
CECILIA MALMSTRÖM, Commissaria europea per il commercio. Grazie a lei, signor presidente, e grazie a tutti i parlamentari con cui ho parlato. Auspico di poter incontrare tutti voi in altre occasioni e auguro a tutti buona Pasqua.
PRESIDENTE. Ringrazio quindi tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.05.