Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3
Audizione del Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale, Andrus Ansip, sulle strategie dell'Unione europea per il mercato unico digitale
(ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati e dell'articolo 144-quater, comma 2, del Regolamento del Senato della Repubblica):
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 ,
Ansip Andrus , Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale ... 3 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 6 ,
Fissore Elena ... 6 ,
Coppola Paolo (PD) ... 6 ,
Guerrieri Paleotti Paolo ... 7 ,
Bruno Bossio Vincenza (PD) ... 7 ,
Fauttilli Federico (DeS-CD) ... 8 ,
Biasotti Sandro (FI-PdL) ... 8 ,
Romano Paolo Nicolò (M5S) ... 9 ,
Bonfrisco Anna ... 9 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 9 ,
Ansip Andrus , Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale ... 9 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 11 ,
Ansip Andrus , Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale ... 11 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 12
Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
GUGLIELMO EPIFANI
La seduta comincia alle 14.10.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione della trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale, Andrus Ansip, sulle strategie dell'Unione europea per il mercato unico digitale.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale, Andrus Ansip, sulle strategie dell'Unione europea per il mercato unico digitale.
Naturalmente ringrazio il Vicepresidente per la sua presenza. Queste sue giornate romane sono molto intense. Quest'audizione riguarda ben sei Commissioni del Parlamento italiano, tre della Camera dei deputati e tre del Senato, che, a diverso titolo, sono competenti sui temi dell'Agenda digitale.
Nel ringraziare il nostro Vicepresidente, voglio solo fare un'osservazione iniziale. Tra tutti i temi oggetto dell'iniziativa della Commissione europea, questo è, secondo me, il più importante. Noi spesso abbiamo tante ragioni anche per critiche nei confronti dell'Unione europea, ma effettivamente quello che si sta facendo per delineare contenuti e criteri di costruzione di un mercato europeo digitale io credo che rappresenti, per quanto difficile, uno sforzo fondamentale per unire attraverso regole chiare e dare sviluppo al mercato digitale europeo.
Le nostre Commissioni, in parte, stanno affrontando questi temi. Molte delle nostre Commissioni hanno già deliberato pareri sulle proposte della Commissione europea. Inoltre, altri temi trattati sono in discussione proprio in queste ore perché cerchiamo di seguire con grande attenzione lo sforzo che sta producendo la l'Unione europea, in modo da coinvolgere i Parlamenti nazionali anche nella fase ascendente e, per quello che ci riguarda, il Parlamento italiano.
Al tempo stesso, il Vicepresidente ha un'agenda di responsabilità molto ampia, non solo per quanto riguarda il mercato digitale in senso stretto perché, nella sua funzione di Vicepresidente, coordina questioni essenziali per il presente e il futuro dell'Unione europea, dall'industria al commercio e sulle questioni radiotelevisive, di competenza di altri rappresentanti della Commissione europea.
Gli cedo dunque la parola, ringraziandolo di nuovo. Credo che sia suo intendimento non fare un discorso introduttivo, ma andare direttamente al tema dell'audizione odierna consentendo poi, attraverso le domande e le risposte, di rendere più utile questo nostro confronto.
Do la parola al Vicepresidente Andrus Ansip.
ANDRUS ANSIP, Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico Pag. 4digitale. Onorevoli senatori e deputati, è un grande piacere essere con voi, qui, per discutere di un tema così importante. Come sappiamo tutti, vent'anni fa nell'Unione europea siamo riusciti a creare un mercato unico e abbiamo abbattuto le barriere che dividevano i nostri Stati membri, ma solo in senso fisico. Il mercato unico digitale non esiste e il costo della non esistenza del mercato unico digitale è molto alto. Questo costo è pari a circa 415 miliardi di euro, anno per anno, e si tratta di un'enorme quantità di denaro che non abbiamo. Negli anni, questa quantità di denaro non farà che crescere ulteriormente.
La questione non riguarda solo il denaro, ma i diritti fondamentali. Lo dico perché, per esempio, nell'Unione europea, pur essendo nel XXI secolo, dobbiamo accettare una discriminazione sulla base della nazionalità, una volta che viene emessa una carta di credito. Credo che questa sia davvero inaccettabile come forma di discriminazione.
Nell'Unione europea dobbiamo abbattere le barriere ancora una volta per il mercato digitale unico. Questa volta si tratta di barriere digitali. Le nostre vite e le nostre economie, ogni giorno, sono state più digitali. Inoltre, possiamo vedere come queste barriere, una volta che vengono abbattute, tornino fuori, quindi dobbiamo creare davvero il mercato unico digitale.
La Commissione europea, a tal fine, ha lanciato, nel maggio scorso, la Strategia per il mercato digitale unico. La base di questa strategia consiste in due proposte che sono state presentate lo scorso dicembre, quando abbiamo avanzato la proposta per il mercato digitale. Abbiamo, al momento, 28 diverse normative di tipo protezionistico, a volte per piccole società, ed è impossibile capire perché ci sono tante regole così differenti che proteggono alcune categorie di consumatori e perché le piccole società devono trovarsi di fronte a così tante regole diverse, quindi il messaggio che mandiamo ai nostri imprenditori, oggi, è «restate a casa vostra», ma questo non è un messaggio accettabile per i nostri imprenditori.
Dobbiamo chiederci più spesso perché le nostre start-up e le nostre persone così brillanti devono uscire dall'Unione europea e spostarsi negli Stati Uniti per crescere e diventare società di tipo scale-up. Perché non lo facciamo anche nell'Unione europea? Perché Spotify che è nato in Svezia si è dovuto spostare negli Stati Uniti per poter crescere? La risposta è molto semplice. Per la frequentazione dei mercati europei, negli Stati Uniti c'è un mercato enorme con più di 300 milioni di consumatori e, nel giro di sei mesi, è facile crescere. Tuttavia, non è facile far capire come mai queste 28 diverse normative vigenti nei singoli Stati membri finiscono per creare una situazione così difficile, perché è davvero complicato da spiegare alle società, quindi dobbiamo occuparci dei contenuti digitali e dell'acquisto on line di beni materiali, ma potenzialmente abbiamo 28 diversi corpus normativi che si occupano del contenuto digitale all'interno dell'Unione europea.
Lo scorso dicembre, abbiamo parlato anche della possibilità di una portabilità dei contenuti. Oggi, il 35 per cento degli europei trascorre circa dieci giorni almeno all'anno in un altro Stato membro e vorrebbe accedere ai contenuti digitali, ma questi, quando si spostano all'esterno, non hanno l'autorizzazione per accedere a quei contenuti digitali per motivi di copyright.
Questo non è solo un problema di carattere tecnico. Il 20 per cento degli utenti di internet nell'UE accede a contenuti digitali e, attraverso il VPN, c'è il 68 per cento di utenti che ricorre a Torrent, cioè al download per accedere ai film, quindi sul piano tecnico si può ovviare a questo problema, ma le persone che utilizzano il VPN devono pagare per un certo periodo di tempo.
C'è un grande problema dal momento che i nostri autori, quindi i proprietari dei diritti, non sono remunerati. Oggi, anche grazie all'Italia, abbiamo un approccio generale sulla portabilità dei contenuti che è a vantaggio di tutti. Anche i turisti che fanno visita all'Italia, se riescono ad accedere ai loro film acquistati legalmente, alle loro serie televisive, alla musica, agli audiolibri, ai videolibri e agli eventi sportivi, Pag. 5saranno più felici e vorranno visitare di nuovo l'Italia.
Queste sono le nostre prime due proposte che risalgono allo scorso anno. Quest'anno, a febbraio, abbiamo già fatto la nostra proposta sui 700 megahertz, una questione molto complicata – lo so bene – e che sta molto a cuore all'Italia. Questa è molto importante per la tecnologia 5G, per la possibilità di connettere le carte e per il cosiddetto Internet delle cose. Possiamo chiedere a gran voce la connessione 5G, ma con gli 800 megahertz non succederà mai, quindi dobbiamo compensare le perdite per il digitale terrestre, quindi per gli operatori, se dovranno scostarsi dagli 800 megahertz ai 700 megahertz, dovremo rendere questo processo il più fluido possibile.
Tuttavia, come sappiamo, nella Corea del Sud utilizzeranno presto la connessione 5G perché lo faranno nel 2018, già durante le olimpiadi invernali. Nel 2018, a Stoccolma e a Tallin entrerà in funzione la connessione 5G. Di recente, in Giappone, ho partecipato a una riunione ministeriale sui settecento megahertz e i giapponesi hanno detto chiaramente che nel 2020, durante i giochi olimpici, utilizzeranno la tecnologia 5G.
Come sappiamo, il 5G è estremamente importante. Si tratta di una questione legata alla competitività e alla concorrenza, che riguarda l'Unione europea, ma anche l'intero scenario globale, per cui dobbiamo essere pronti. In alcuni degli Stati membri, il 2020 sarà l'obiettivo e so che è una cosa complicata accettare quella scadenza come un obiettivo.
Per quanto riguarda le piattaforme, solo il 4 per cento della capitalizzazione globale viene da investimenti europei. La questione riguarda gli Stati Uniti e la Cina, ma non l'Europa. Mi riferisco all'industria delle App e agli introiti che derivano dalle App perché il 42 per cento di questi introiti è gestito da società europee.
Posso dirvi che, quando sono stato Primo Ministro in Estonia per noi era fondamentale essere tra i primi Paesi con la rete di nuova generazione perché quelle App erano una soluzione, se funzionavano su una rete di nuova generazione, e possono essere create solo se ci sono queste reti di nuova generazione.
Di recente, il Primo Ministro del Belgio ha dichiarato che il Belgio è pronto a fornire le frequenze per i test sui 5G gratuitamente, ma a una sola condizione, cioè che le start-up locali possano e debbano essere coinvolte in questo processo.
Ecco perché alcuni pensano che i 700 megahertz non siano un argomento attraente e non vogliono parlarne, ma riguardano il nostro futuro, la nostra gente, i nostri cittadini, la nostra industria, l'industria automatizzata anche in Italia.
Di recente, abbiamo lanciato anche una proposta per il commercio elettronico. Questa sarà l'ultima che vi descriverò perché la mia doveva essere soltanto un'introduzione breve.
A proposito del commercio elettronico, si tratta di una questione davvero complessa ed impegnativa. Ci sono i cosiddetti «geoblocchi» che io ritengo ingiustificati. Secondo alcune indagini, il 2 per cento di coloro che volevano comprare qualcosa, merci o servizi, da un altro Stato membro non è riuscito neanche ad accedere ad alcuni siti perché nel Paese sbagliato o meglio il loro indirizzo IP era nel Paese sbagliato. Certo il 2 per cento non è una percentuale alta, ma il 27 per cento di quelle persone, che hanno accesso a quei siti per comperare merci o servizi da un altro Paese, non è riuscito a registrarsi perché il loro indirizzo IP era sbagliato e perché, anche in quel caso, vivevano nel Paese cosiddetto «sbagliato». Inoltre, il 32 per cento delle persone che sono riuscite a registrarsi poi ha avuto problemi nelle consegne.
Questi sono problemi ai quali occorre trovare una soluzione. Dobbiamo sicuramente affrontare il problema delle alte spese per la spedizione e, per questo motivo, abbiamo preparato una proposta.
Il 26 per cento delle persone che non ha avuto problemi con la consegna non è riuscito a pagare perché c'è la SEPA, l'area unica di pagamenti in euro, che non dovrebbe creare problemi per i pagamenti, ma il 26 per cento delle persone si è sentito recapitare un messaggio «purtroppo la vostra Pag. 6 carta (Mastercard o Visa) è stata emessa nel Paese sbagliato e soltanto il 36,6 per cento delle persone che hanno voluto comperare merci o servizi da un altro Stato membro è riuscito a concludere la transazione e il loro acquisto con successo».
Questo non è il mercato unico che noi dobbiamo avere nell'Unione europea. Abbiamo indicato sedici obiettivi nel documento sulla nostra strategia per il mercato unico digitale. Questo sarà l'anno del raggiungimento di alcuni risultati, quindi, nel corso dell'anno, le nostre proposte saranno volte a realizzare questo mercato unico digitale nell'Unione europea.
Voglio ringraziare il vostro Paese e il vostro Parlamento per il forte sostegno che ha dato alla creazione di questo mercato unico digitale.
Come sapete e come so anche io, la situazione nell'area digitale, secondo l'indice delle società digitali ed economiche in Italia, non è così buona. Vorrei dire che gli sviluppi degli ultimi anni sono stati davvero straordinari e molto promettenti. Mi riferisco alla vostra strategia per la banda larga e alle azioni che state pianificando per i servizi dell'amministrazione digitale, il cosiddetto «governo elettronico». Mi sembra di vedere nel vostro Paese iniziative molto promettenti e sono sicuro che, se questa sarà la vostra direzione, quindi la vostra strada, l'Italia potrà essere tra i primi Paesi e non tra gli ultimi.
Sono a vostra disposizione per ascoltarvi e rispondere alle vostre domande e auspico davvero di poter continuare un rapporto di stretta collaborazione col vostro Parlamento. Grazie.
PRESIDENTE. Nel dare la parola sarò attento al bilanciamento fra gli interventi dei gruppi, ovviamente, anche tra Camera e Senato.
ELENA FISSORE. Grazie, Vicepresidente Ansip e Presidenti delle Commissioni di Camera e Senato, parlando di creazione e promozione di mercato unico digitale, non si possono che rilevare con favore le recenti proposte della Commissione che lei ci ha testé ricordato.
Tuttavia, sul raggiungimento degli obiettivi fissati si notano alcune contraddizioni tra gli impegni presi dalla Commissione europea e le decisioni implementate dei singoli Stati. Questo, a mio avviso, rappresenta un rischio nel percorso di costruzione del mercato unico, come lei ha ricordato nel suo intervento.
Prendo l'esempio del mercato delle piattaforme on line per la prenotazione di hotel e altri alloggi turistici. La creazione dei questo mercato unico è minata da due fattori. Da un lato, c'è l'applicazione non coordinata del diritto comunitario da parte delle autorità garanti della concorrenza. Nel caso che ho preso come esempio di piattaforma online per la prenotazione degli hotel, mi riferisco al tema della cosiddetta «parità tariffaria», che garantisce al consumatore di trovare sempre il miglior prezzo e le migliori condizioni. Il secondo aspetto è relativo alla frammentazione, dovuta a normative nazionali che violano le regole del mercato unico. Questo è già accaduto in Francia e probabilmente accadrà anche in Italia a breve, con l'approvazione della legge che abbiamo in corso in Commissione sulla concorrenza. Tali normative nazionali introducono il divieto di applicazione della parità tariffaria.
Su questo punto, le associazioni dei consumatori hanno più volte evidenziato che tale decisione non porterà alcun beneficio ai clienti finali, ma solo meno garanzie e minore trasparenza.
In conclusione, le chiedo, tenendo conto dell'esigenza di avere regole comuni in tempi certi, in che modo la Commissione intende utilizzare al meglio l'indagine sulle pratiche business to business, prevista dalla comunicazione sulle piattaforme online? In secondo luogo, come si intende coordinare quest'indagine con le attività delle autorità garanti dei diversi Stati membri, in cui sono ancora in corso le valutazioni delle clausole di parità tariffaria? Grazie.
PAOLO COPPOLA. Cercando di essere il più breve possibile, ringrazio il Vicepresidente Ansip, cui vorrei chiedere se, per rafforzare il digital single market, è possibile sperare che la Commissione proponga e spinga verso una standardizzazione nella Pag. 7possibilità di esporre i prezzi dei beni e dei servizi nel digital single market, in modo che si aiuti il processo di indicizzazione e di ricerca, quindi di confronto, delle offerte da parte dei cittadini.
Attualmente, quest'attività esiste solo in limitati casi, ma è abbastanza evidente che, se si va verso un mercato digitale unico, forzando la standardizzazione del formato, si può rafforzare moltissimo la possibilità dell'utente di fare confronti e di ottenere la migliore offerta, dando il massimo beneficio ai cittadini.
L'ultima questione – e chiudo – riguarda la consegna delle merci. Vorrei sapere se si intende, in qualche modo, spingere sulla possibilità di utilizzare veicoli a guida autonoma per facilitare la consegna delle merci.
PAOLO GUERRIERI PALEOTTI. Voglio ringraziare il Vicepresidente Ansip per la sua introduzione.
Sono d'accordo con lei, quando dice che la creazione del mercato unico digitale in Europa è uno dei passi più importanti, se non il più importante passo, che è necessario per rafforzare il potere competitivo e la capacità di competere in un mercato globale. Sicuramente si tratta di una priorità, in questa legislatura e durante il mandato di questa Commissione.
Lei ha citato alcuni orientamenti generali per la creazione di un mercato della libera concorrenza e ha citato il problema dell'accesso alle infrastrutture che è molto importante e il commercio elettronico. Ora, se cerchiamo di semplificare la complessità del mercato unico digitale, vediamo che ci sono tre settori fondamentali. Vi sono problemi infrastrutturali legati a come creare questo accesso, che è una precondizione ovvero una condizione necessaria per competere. Poi, esiste un secondo ambito molto importante: riuscire ad utilizzare questa infrastruttura e sappiamo che questo riguarda le competenze dei cittadini, delle persone. In terzo luogo, c'è l'ambito dei servizi, cioè come fare a produrre servizi dall'utilizzo delle infrastrutture.
So che la Commissione è consapevole delle varie politiche che sono necessarie per agire in relazione a queste tre aree: le infrastrutture, i loro utilizzo, la massimizzazione dei servizi. Ci può, in generale, indicare come è possibile coinvolgere altri ambiti politici, altre politiche?
Per esempio, massimizzare l'utilizzo delle infrastrutture vuol dire non solo attuare una politica digitale, ma anche attuare una politica industriale, una politica di istruzione. Una delle cose più difficili è il coordinamento dell'azione, soprattutto in relazione al suo dipartimento, quindi all'interno delle istituzioni europee, e tradurre le politiche in azione.
Poi, si parla del mercato digitale come di una delle priorità da anni, ma sono anni che non riusciamo ad agire. Abbiamo, per esempio, la Cina con tre o quattro provider e negli Stati Uniti ne abbiamo non più di tre, mentre in Europa ne abbiamo circa più di 23-24, in un mercato segmentato. Come crede che questo sia possibile? Eppure questo sembra essere il passaggio più importante, il passaggio critico. Come crede che sia possibile arrivare non dico ad un numero così basso di concorrenti, ma a una situazione di competitività globale maggiore? Penso che questo sia il passaggio fondamentale da monitorare per i progressi futuri.
VINCENZA BRUNO BOSSIO. Vorrei ringraziare il Vicepresidente Ansip e la Commissione europea per lo sforzo che si sta facendo e la velocità con cui si sta affrontando il tema della strategia unica del mercato digitale.
Il mercato unico digitale è sicuramente qualcosa che deve andare più velocemente di come è andata in questi anni l'unificazione europea, anche perché ormai il digitale coincide sostanzialmente con l'economia e la quarta rivoluzione industriale è quella dell'economia digitale. Dentro questo discorso ci sono, rispetto alle sedici iniziative indicate, tre punti fondamentali: le infrastrutture, le competenze e l’e-commerce.
Sono convinta che il tema dell’e-commerce sia strategico. In merito, si pone la questione del geo-blocking, che noi abbiamo affrontato nel nostro parere, tra Pag. 8l'altro – questa è la domanda che vorrei rivolgere al vicepresidente Ansip – suggerendo di rivolgersi in qualche misura anche alla linguistica computazionale per cercare di risolvere le difficoltà di trasmissione fra i diversi Paesi, così come sono convita che sarebbe necessario che si adottassero rapidamente delle misure che possano allineare anche i prezzi rispetto al commercio elettronico. Questa è la prima questione.
La seconda questione riguarda le infrastrutture. Sappiamo che molto dipende dalla realizzazione e soprattutto dal salto di qualità, rispetto all'incrocio fra reti fisse e reti mobili, verso il 5G. Da questo punto di vista, la domanda in questo caso è molto puntuale. La Commissione europea sta valutando l'operazione di concentrazione tra due operatori mobili italiani, Wind e H3G, e l'offerta da parte di Iliad di entrare come nuovo quarto operatore. Abbiamo certezze sul fatto che Iliad realizzerà una rete propria con copertura ampia e non si poggerà sugli altri operatori?
La terza questione riguarda l'industria creativa, che rappresenta, per l'Italia, un'eccellenza industriale e un asset del made in Italy. Quali azioni si intende intraprendere – lo abbiamo anche espresso nel parere e lo dico perché sono relatrice per la IX Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni sul tema del mercato unico digitale – per rivedere il regime normativo sulla responsabilità dei provider di internet, al fine di contrastare quel value gap che in qualche misura, oggi, mortifica gli asset italiani? Grazie.
FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Vicepresidente. La riforma del copyright appare mirata soprattutto a promuovere l'accesso del consumatore a beni e servizi digitali. La sostenibilità di quest'accesso presenta alti costi di produzione e i prezzi di mercato sono i più soggetti a pirateria.
Allora, la prima domanda è: su quali modelli di tutela sta lavorando, oggi, la Commissione? Più che le definizioni appaiono necessari strumenti flessibili e tempestivi, per cui le chiedo quali strumenti di intervento sugli sfruttamenti di massa illegali ha intenzione di adottare la Commissione.
Uno dei modelli di business che più fatica a trovare la propria sostenibilità nel nuovo ecosistema digitale è l'informazione. Anche qui, cosa si sta predisponendo per il mantenimento di un sistema informativo democratico e plurale?
In generale sul copyright, vorrei sapere perché sia viene letto solo in chiave di facilitazione dell'accesso e non anche in termini di tutela dei modelli che stimolano la creazione e l'informazione.
SANDRO BIASOTTI. Grazie, Vicepresidente Ansip. Ho due domande da porre sul passaggio alla rete 5G. Il Parlamento e il Governo italiano si sono espressi chiedendo alla Commissione europea di fissare la data al 2022, anziché al 2020, del termine finale per il passaggio delle frequenze dai 700 megahertz al 5G.
Questo è accaduto in seguito anche a una dettagliata indagine che la IX Commissione Trasporti della Camera ha fatto sul settore televisivo ed è in linea con il rapporto Lamy, frutto di un gruppo di lavoro congiunto telco-broadcaster istituito appunto dalla Commissione, che prevedeva una flessibilità dal 2020 al 2022. Questa data è anche stata confermata dal Consiglio dei ministri delle comunicazioni europei che il 26 maggio scorso all'unanimità hanno previsto che, in casi debitamente giustificati, ci possa essere questo slittamento al 2022.
Il Governo italiano, a quanto risulta, si sta attivando anche con quello francese per stabilire un percorso comune al fine di tutelare le esigenze e gli interessi di entrambi i Paesi.
Le due domande sono le seguenti. Ai fini delle decisioni definitive sulla propria proposta di decisione, lei ritiene, quindi, che il Consiglio e il Parlamento europeo debbano tenere conto di queste considerazioni? In un'ottica di neutralità tecnologica, che si ritiene ispiri gli interventi in materia di spettro radio, è prevista e con quali modelli la valutazione costi-benefici dal lato dell'utilizzo della banda, anche con riferimento Pag. 9alle effettive necessità di utilizzo per i nuovi servizi, attualmente usata prevalentemente dalle televisioni e destinata alle nuove tecnologie mobile broadband? Grazie.
PAOLO NICOLÒ ROMANO. Grazie, Presidente e Vicepresidente Ansip. In parte la domanda che volevo fare, è stata posta dal collega Biasotti. Anch'io vorrei affrontare la questione della banda di frequenza a 700 megahertz perché, in Italia, purtroppo non siamo messi molto bene. Sono previste scadenze al 2032 per concessioni a televisioni che attualmente stanno utilizzando questa banda di frequenza.
Lei ha detto che l'obiettivo è arrivare al 2020 non al 2022, per cui vorrei capire quanto il nostro Paese possa danneggiare quelli confinanti, visto che le nostre televisioni, come è emerso dalla ricerca, danneggiano le frequenze dei nostri Paesi confinanti, e quando i nostri Paesi confinanti hanno intenzione di avviare i servizi in 5G. Grazie.
ANNA BONFRISCO. Presidente, la ringrazio per aver accolto la mia richiesta di domanda.
Ho una semplicissima domanda da porre al Vicepresidente Ansip. Non può esistere un mercato unico europeo, se non si affronta la questione fiscale unica europea. All'interno di questo contesto, l'opinione del Commissario Ansip sulla tassazione dei grandi OTT (Over-The-Top), che nel mondo, quindi anche nel nostro continente, producono e creano questo mercato, è di giungere a una complessiva tassazione dell'Unione europea, che tenga conto delle differenze sostanziali anche dei mercati? Lo chiedo perché il mercato italiano magari non è come quello di un altro Paese membro. Comunque, è arrivato il momento, visto che si va alla definizione di un mercato unico, anche di una tassazione? Grazie.
PRESIDENTE. Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti e do la parola al Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale, Andrus Ansip, per la replica alle tante domande, che devo dire riguardano tutte le questioni e gli interventi che sono già in discussione in ambito europeo.
ANDRUS ANSIP, Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico digitale. Grazie, per tutte le domande. Anche se il tempo passa velocemente, troppo velocemente, partiamo dall'ultima domanda.
Per quanto riguarda il regime fiscale unico, le tasse devono essere pagate dove le società creano i loro profitti; questo è il nostro obiettivo chiaro. Non vogliamo sognare troppo che ci possa essere una tassazione unica, ma le tasse devono essere versate e pagate nei Paesi dove si registrano gli introiti, i profitti. È inutile pensare a situazioni irreali perché è chiaro ci sono attori globali che cercano i Paesi dove si possano pagare meno tasse e che scelgono di agire e operare lì.
Per quanto riguarda il commercio elettronico, per esempio, secondo la nostra proposta di abolire i geoblocchi ingiustificati, abbiamo suggerito di utilizzare leggi simili in casi simili. I venditori devono trattare tutti i clienti su una base paritaria, a prescindere dai Paesi. Si parla di beni materiali e di servizi che vengono acquistati on line, ma consumati localmente, e penso al noleggio di automobili. Quelle tasse devono essere pagate nei Paesi, in cui vengono utilizzati i servizi o acquistate le merci, quindi nei Paesi del venditore. Tuttavia, se penso alla vendita dei software o dei servizi cloud, allora la situazione si fa più complicata. Con l'IVA, per esempio, per il Regno Unito, anche adesso non serve più a nulla, abbiamo elaborato un'esenzione, per cui c'è un regime speciale.
Per quanto riguarda i 700 megahertz tema affrontato in molte delle domande che mi sono state rivolte, posso dire che nella Commissione europea ci sono persone molto brave, non cattive. Tuttavia, se ci sono Paesi che chiedono una proroga del termine già fissato cioè, anziché al 2020, di Pag. 10arrivare al 2022, non è il commissario che deve decidere. Inoltre, se qualcuno chiede di raggiungere l'obiettivo nel 2030, va bene, ma la questione non riguarda i commissari. Non è la decisione dei commissari, ma il futuro dei nostri Paesi che è in gioco, quello dei nostri Stati membri. Dunque, se i cittadini non vedranno l'arrivo di reti di nuova generazione, allora la situazione si farà complicata. Inoltre, potrebbe essere certamente complicato creare qualcosa che sia basato sulla rete 5G, se quella rete non esiste in alcuni Paesi.
Si tratta di concorrenza globale e spetta a noi e a voi dire dove vorremmo vedere il futuro delle nostre industrie. Penso al futuro dei nostri prodotti e alle start-up che creano le App. Vogliamo creare per i nostri cittadini un ambiente competitivo, ma dobbiamo dire «dovete aspettare». Nel frattempo, i geni della Corea del Sud, della Cina, degli Stati Uniti o di un altro Stato membro creeranno nuove soluzioni basate sulla rete 5G. Si tratta di una concorrenza dura, in cui il tempo è un fattore essenziale.
In alcune città di tutti gli Stati membri, bisogna avviare la realizzazione e la creazione della rete 5G e bisogna impegnarsi al massimo per fornire reti di nuova generazione e questa nuova tecnologia ai cittadini.
In Francia, come sappiamo, hanno già organizzato aste per lo stanziamento e l'assegnazione dello spettro a 700 megahertz. Ci vorrà del tempo, prima che la Francia possa dare vita concretamente alle frequenze per coloro che le hanno acquistato, ma il processo è iniziato, con 2,8 miliardi di euro ricavati dalla vendita di quelle frequenze.
Non voglio parlare troppo oltre della questione dei 700 megahertz. Tuttavia, se in alcuni degli Stati membri o in alcuni Paesi ci saranno le SIM per la connessione 5G, vuol dire che, quando si attraversa il confine, si va in Paesi dove non c'è la rete 5G e che ci sarà un problema per la connessione.
Voglio semplicemente incoraggiarvi e spingervi a riflettere su queste questioni. Le frequenze sono una cosa importante che ha a che fare con la vita reale, per cui non si possono isolare queste questioni e la questione delle frequenze non può essere staccata dalla vita reale perché ci sono tantissime, anzi troppe, interconnessioni.
Per quanto riguarda il copyright e la pirateria, vorremmo lanciare il nostro secondo pacchetto di riforme del copyright il 21 settembre prossimo. Dobbiamo occuparci anche della questione della pirateria, ma soprattutto dobbiamo fornire accesso legale al contenuto digitale per tutti. Per questo motivo, abbiamo elaborato la proposta sulla portabilità che per noi è molto importante. A volte sembra che, con le nostre restrizioni, spingiamo la gente a rubare, cioè non fornendo accesso legale al contenuto digitale, neanche a quello acquistato legalmente in uno Stato membro. La pirateria è davvero una questione terrificante. Ci sono società che pagano molti soldi alle società che permettono il download illegale dei file. Alcuni studi hanno versato tantissimi soldi alle piattaforme che consentivano il download illegale. A volte, queste società sono società europee e la loro risposta è: «non siamo noi, ma sono dei robot che fanno girare la nostra pubblicità». A volte, secondo me, queste società lo sanno ma, se bisogna evitare i furti, dobbiamo minimizzare le perdite e dobbiamo stare attenti a consentire l'accesso a quelle piattaforme. Anche i registi, a volte, o quelli che fanno i film versano denaro a coloro che consentono il download illegale dei loro film. È terribile questa situazione. Il principio base che si dovrà guidare sarà quello del «segui il denaro».
Per quanto riguarda il mercato delle notizie e come fare a proteggere i nostri mercati delle notizie e gli editori tradizionali, come sapete, abbiamo lanciato una consultazione pubblica e abbiamo chiesto un confronto con gli editori a proposito del copyright. È difficile dire, già adesso, quale sarà il codice di condotta per il futuro, ma è chiaro che dovremmo intervenire perché troppi giornalisti e troppi editori si lamentano. Deve essere chiaro che questa Commissione non ha progetti per tassare gli hyperlink, che sono legati al principio basilare di internet libera. Pag. 11
Per quanto riguarda la quarta rivoluzione industriale, c'è un'iniziativa sul flusso libero di dati, che proporremo alla fine di quest'anno. Come sappiamo, il business digitale è un business globale, ma ci sono tendenze che cercano di isolare e di tenere i dati all'interno di alcuni degli Stati membri. Per me, questo non ha motivo di esistere. È possibile, invece, trarre vantaggio dai big data, impiegando modelli simili per i nostri cittadini che utilizzano i big data, affinché adoperino correlazioni utili attraverso i megadati. Inoltre, se in piccoli Paesi ci sono tre, cinque o sette casi di utilizzo dei mega dati, penso che siano fondamentali.
È importante ricevere una telefonata dall'ospedale per essere invitato a recarmi in ospedale perché si ritiene, da alcune analisi incrociate, che io possa avere un ictus nel giro di poche ore. Certo, questa è una telefonata che non mi farebbe piacere, ma sarei assolutamente lieto di andare in ospedale perché mi sarebbe risparmiata una serie di problemi successivi. Questo è già utile farlo oggi, per cui figuriamoci come sarebbe utile in futuro. La nostra economia si baserà sempre più sui dati, per cui dobbiamo avere quanto più accesso libero ai dati sia possibile.
Una delle domande – sto scorrendo velocemente l'elenco – riguarda il numero dei fornitori di telecomunicazioni, se debbano essere tre o quattro. Credo che la questione sia legata alla concorrenza. In questo caso, è la Commissaria per la concorrenza che deve occuparsene. Noi non abbiamo un numero magico e non possiamo dire se questo sia tre, quattro, due o cinque, perché dipende dalla situazione concreta e specifica in ogni singolo Stato, sul consentire o meno le fusioni.
Per quanto riguarda le piattaforme online, vorrei dire – vedo che il tempo scorre – che le persone hanno idee diverse sulle piattaforme online. Alcuni parlano di piattaforme, pensando a qualcosa di diverso rispetto ad altri, ma è la Commissaria per la concorrenza che può citare società specifiche, mentre altri commissari parlano di quelle stesse società forse per altre questioni di carattere politico. Non voglio fare i nomi di nessuna società, ma credo che sia fondamentale la questione della trasparenza. Anche io vorrei sapere dove quelle società promuovono i loro servizi e dove posso trovare quei servizi e da dove vengono i veri leader del mercato. Tutti vorremmo maggiore trasparenza, ma questa è una cosa ovvia.
Alcuni si preoccupano delle piattaforme per la protezione dei consumatori e dei servizi e noi dobbiamo tenere conto anche di questo, cioè dei diritti dei nostri consumatori. Anche i regimi fiscali e la tassazione sono elementi fondamentali. Per esempio, quando parlo delle piattaforme per l'economia collaborativa e del consumo collaborativo, mi riferisco a Uber, tanto per fare un nome. Uber ha un'ottima collaborazione con le agenzie dei taxi locali e ha creato un'applicazione che consente di pagare quei taxi online, chiamando gli autisti di Uber. Le soluzioni dovranno essere trovate dagli Stati membri perché l'economia collaborativa continuerà a esistere. In Giappone, è stato detto che le piattaforme di economia collaborativa verranno utilizzate anche durante i giochi olimpici perché non è ragionevole creare delle nuove strutture solo per alcuni mesi.
Credo che il tempo a mia disposizione sia scaduto e mi dispiace moltissimo che vi siano ancora tante domande alle quali non sono riuscito a rispondere. Forse la prossima volta riusciremo ad avere un incontro più lungo, in cui ripartirò proprio dalle risposte a queste domande. Grazie.
PRESIDENTE. Vicepresidente, purtroppo stanno per avere inizio votazioni in Assemblea, quindi ci scusiamo, anche con i colleghi senatori, perché dobbiamo interrompere qui i nostri lavori. Spero e credo anche che ci sarà un'altra occasione in futuro per fare il punto della situazione e, se il Vicepresidente fosse d'accordo potremmo programmare un nuovo incontro fra qualche mese.
ANDRUS ANSIP, Vicepresidente della Commissione europea per il mercato unico Pag. 12digitale. Certo, sono pronto a tornare quando vorrete invitarmi nuovamente.
Per concludere, vorrei ripetere quello che ho già detto all'inizio: auspico di poter instaurare un rapporto di piena collaborazione tra il vostro Parlamento e la Commissione europea. Vi ringrazio ancora per il forte sostegno che avete dato alla creazione del mercato unico digitale all'interno dell'Unione europea.
PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.05.