Sulla pubblicità dei lavori:
Vito Elio , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA IN MATERIA DI SERVITÙ MILITARI
Audizione di rappresentanti del Parco nazionale dell'Alta Murgia.
Vito Elio , Presidente ... 3
Veronico Cesare , Presidente del Parco nazionale dell'Alta Murgia ... 3
Vito Elio , Presidente ... 4
Duranti Donatella (SEL) ... 4
Scanu Gian Piero (PD) ... 5
Corda Emanuela (M5S) ... 6
Petrenga Giovanna (FI-PdL) ... 6
Bolognesi Paolo (PD) ... 7
Vito Elio , Presidente ... 7
Veronico Cesare , Presidente del Parco nazionale dell'Alta Murgia ... 7
Vito Elio , Presidente ... 9
Modesti Fabio , Direttore del Parco nazionale dell'Alta Murgia ... 9
Vito Elio , Presidente ... 10
ALLEGATO: Documentazione prodotta dai rappresentanti del Parco nazionale dell'Alta Murgia ... 11
Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ELIO VITO
La seduta comincia alle 10.10.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di rappresentanti del Parco nazionale dell'Alta Murgia.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di servitù militari, l'audizione di rappresentanti del Parco nazionale dell'Alta Murgia.
A nome di tutta la Commissione, do il benvenuto, ringraziandolo per la disponibilità, al presidente del Parco nazionale, dottor Cesare Veronico, e al direttore nazionale, dottor Fabio Modesti. Li ringrazio per avere dato la disponibilità a partecipare alla nostra indagine conoscitiva e anche per aver inoltrato un documento preparatorio che è stato trasmesso a tutti i colleghi della Commissione e di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione odierna.
Voi conoscete le nostre regole di ingaggio. Potete svolgere un breve intervento introduttivo. Successivamente, i colleghi che lo riterranno potranno rivolgervi delle domande, alle quali voi potrete replicare in conclusione.
L'oggetto della nostra indagine conoscitiva vi è noto. Come è tradizione della Commissione difesa nelle varie legislature, noi ci stiamo concentrando sulle esigenze delle comunità locali e anche sulle esigenze delle Forze armate in relazione alle servitù militari in diverse parti del nostro Paese.
Do ora la parola al presidente Veronico.
CESARE VERONICO, Presidente del Parco nazionale dell'Alta Murgia. Grazie, signor presidente. Grazie a tutti voi.
Il Parco nazionale dell'Alta Murgia è l'unico dei ventitré parchi nazionali a essere interessato dalle esercitazioni a fuoco in area protetta. Voi capite bene che questo è un paradosso difficilmente sostenibile.
L'altro dato importante è che l'ordinamento militare impone un accordo con l'Ente parco sui tempi, i modi e i luoghi in cui si debbano espletare le esercitazioni militari. Figlio dell'ordinamento militare è stato un protocollo di intesa che noi abbiamo sottoscritto e a cui, in realtà, non c’è stato mai seguito. Il tavolo che avrebbe dovuto verificare come fare le esercitazioni militari non si è mai insediato e, nonostante le nostre sollecitazioni, siamo tuttora in fase di redazione di un accordo che non è ancora stato siglato.
Fatto sta che noi delle esercitazioni veniamo a conoscenza – un episodio è capitato la primavera scorsa – attraverso quanto ci riferiscono gli escursionisti e le guide. Le esercitazioni vengono decise dal COMIPA, come voi ben sapete, composto da rappresentanti delle Forze armate e dei Consigli regionali, i quali decidono il calendario. Pag. 4A noi, però, fino all'anno scorso non arrivava neanche una comunicazione.
L'anno scorso il Parco nazionale ha vissuto una fase delicatissima perché proprio in primavera, a marzo, aprile e maggio, nel periodo più bello sulla Murgia, c’è stato uno spiegamento di forze senza precedenti: 3.000 uomini, esercitazioni a fuoco, mortai, esplosioni. Questo in una fase delicatissima, legata anche alla riproduzione e alle migrazioni delle specie animali, una fase oltretutto in cui è più facile trovare gente che compie escursioni sulla Murgia.
Ricordo una email ricevuta su una gita scolastica bloccata verso Castel del Monte. I partecipanti non potevano andare né avanti, né indietro, perché le strade erano bloccate. Il Parco nazionale dell'Alta Murgia è appunto il Parco di Castel del Monte.
Noi stiamo facendo un investimento forte di energie verso ipotesi che riguardano il turismo sostenibile e la qualità dei prodotti, oltre che, ovviamente, la tutela e la conservazione. Il Ministero dell'ambiente ha investito nel Parco nazionale dell'Alta Murgia sulla Carta europea del turismo sostenibile, una certificazione conclusa la quale, dopo un periodo lungo di un anno e mezzo, il Parco rientrerebbe nel meccanismo del turismo internazionale.
Abbiamo anche avuto un incontro con i rappresentanti del Ministero dei beni culturali che vuole investire nel Parco come area paleontologica di qualità. Nel Parco nazionale dell'Alta Murgia c’è, infatti, la presenza più importante di orme di dinosauri in Europa. Per trovare un luogo del genere si può andare soltanto negli Stati Uniti.
Infine, il Ministero dell'ambiente ha investito su un progetto sul lupo che ci vede capofila tra una serie di parchi nazionali.
Questo per dire semplicemente che, mentre, da un lato, ci sono i Ministeri dei beni culturali e quello dell'ambiente che investono nell'area protetta perché svolga il suo ruolo, dall'altro ci troviamo in fasi delicatissime – la scorsa primavera e anche questa – in cui un altro braccio dello Stato sostanzialmente impedisce il corretto espletamento delle funzioni che il Ministero dell'ambiente suggerisce.
Quest'anno noi siamo riusciti a spuntare una decurtazione del 50 per cento delle esercitazioni a fuoco in area Parco. Abbiamo un problema, però: non essendosi tenute tra gennaio e febbraio, le esercitazioni saranno concentrate nel periodo di aprile e maggio, ragion per cui tra l'anno scorso e quest'anno non ci sarà alcuna differenza.
Quest'anno è il decennale del Parco. Noi stiamo tenendo il secondo «Festival della ruralità», partecipiamo a un importante festival di cinema – il Bifest – che si tiene in Puglia, abbiamo in programma la Festa del parco nazionale, la Murgia a pedali e la Murgia in escursione. Nel decennale stiamo immaginando tutta una serie di eventi, ma sappiamo già che avremo seri problemi, soprattutto nel mese di maggio. A partire da giugno, invece, interverrà il periodo di sospensione per il rischio incendi.
La fase in cui siamo ora è quella della stesura di un accordo figlio del protocollo di intesa ai sensi dell'ordinamento militare. Ribadisco, però, che in questo momento l'accordo non c’è ancora. Noi riteniamo – come tutta la Federazione dei parchi italiani, la Federparchi – che ci sia incompatibilità tra esercitazioni a fuoco e aree protette. Ribadisco una volta di più che il nostro è l'unico parco nazionale a essere interessato a questa vicenda.
Io mi fermerei qui.
PRESIDENTE. Grazie, presidente Veronico.
Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
DONATELLA DURANTI. Ringrazio molto il presidente Veronico non solo per la relazione che ci ha fatto in questo momento, ma anche per il materiale molto utile che ci ha inviato.
Premetto subito – poi le farò una domanda – che penso anch'io che, poiché i poligoni di tiro riguardano circa il 17 per Pag. 5cento del territorio nazionale, forse le aree naturali protette potrebbero essere escluse da questo 17 per cento. Penso anch'io che lo sviluppo di un parco e di un'area protetta sia incompatibile con le esercitazioni militari.
In particolare lo dico anche dal punto di vista culturale, al di là della ricchezza straordinaria che questo Parco rappresenta: si tratta di un parco che per anni si è distinto per aver considerato le attività di sviluppo della pace. A maggior ragione, quindi, credo ci sia un'incompatibilità e auspico che finalmente la nuova Ministra Pinotti, possa prendere a cuore questo tema, affrontarlo e portarlo a risoluzione.
La domanda che volevo farLe, anche se penso che dalle cose che Lei ci ha detto la risposta la possiamo già prevedere, è se possa essere utile una riduzione delle esercitazioni, oppure se, visti i diversi progetti che ci sono in campo e gli investimenti importanti che i vari ministeri stanno facendo, la soluzione sia quella di interrompere completamente le esercitazioni.
Io penso che noi abbiamo un compito come legislatori e che, forse, ma questo sarà tema della discussione che faremo a seguito di quest'indagine conoscitiva, si potrebbe chiedere una modifica dell'articolo 357 dell'ordinamento militare, che prevede, invece, l'insistenza dei poligoni militari all'interno delle aree protette. Penso che quella potrebbe essere una soluzione. Anche in riferimento a questo tema vorrei sapere che cosa ne pensa.
GIAN PIERO SCANU. Anche il Partito Democratico saluta i graditi ospiti e ringrazia il presidente per la sintetica ma esaustiva relazione, che ha ulteriormente esplicitato concetti già messi a disposizione di questa Commissione.
Poiché questa non è soltanto un'audizione, ma è a tutti gli effetti anche una riunione della Commissione difesa, osservo che da ciò che Lei ha sostenuto emerge che quello dei poligoni è un problema molto serio, che diventa ancora più serio quando le regioni coinvolte dalla presenza dei poligoni – in Puglia si parla del 17 per cento del territorio, in Sardegna dell'80 per cento – non hanno neppure la sensibilità di informare – come da quanto Lei ha detto ben si capisce, perché è stato opportunamente esplicito – riguardo al calendario delle esercitazioni. Pertanto, la materia, come è agevole comprendere, non può essere trattata esclusivamente in sede di Commissione difesa, ma dovrebbe essere, prima di tutto, patrimonio dell'intera comunità politica.
Quando si propone di inserire l'individuazione di poligoni a uso dell'intera Unione europea, spesso si indugia a farlo perché è invalsa ancora in molti la logica cui anche voi nella vostra terra – penso, per esempio, a Taranto; in Sardegna potrei citare molti altri centri – avete dovuto soccombere, essendo costretti comunque a trovare dei posti di lavoro. Se poi i posti di lavoro erano elargiti a prezzi disumani, questo non sempre ha costituito un'importanza.
Io ritengo che il nostro gruppo anche in questa sede possa impegnarsi, anche con voi naturalmente, affinché questa Commissione possa, in maniera esplicita e senza tatticismi di parte, inserire all'interno delle proprie proposte quella che citavo poco fa, ossia l'individuazione in sede europea, tenuto conto del fatto che nei poligoni italiani vengono ad addestrarsi forze provenienti da tutto il mondo, di un'area di addestramento polifunzionale che garantisca la cosiddetta interoperabilità, in maniera tale da chiudere i poligoni.
Questo rispondendo non a una logica del «mai nel mio giardino», ma semplicemente a una logica del buonsenso. Con questo tipo di scelta si potrebbero risparmiare molti quattrini e restituire all'uso ordinario del territorio centinaia di migliaia di ettari.
Mi piace, dunque, sottolineare che la vostra testimonianza in questa sede ci risulta particolarmente utile, direi preziosa, proprio perché si inscrive in un capitolo aperto che noi vorremmo poter chiudere in quei termini.
Anche il fatto che, nonostante aprile e maggio siano i mesi più delicati, come dice Pag. 6Lei, si siano volute confermare le esercitazioni in quel periodo dà la cifra di un livello di debolezza negoziale da parte della rappresentanza politica, sia regionale, sia nazionale, e probabilmente di una – chiamiamola così con un eufemismo – particolare determinazione da parte degli stati maggiori della difesa, i quali evidentemente hanno ritenuto che fosse indispensabile tenere le esercitazioni in quei mesi. Io non credo che si debba essere dei grandi esperti di manovre militari per poter affermare che quello che va bene ad aprile e a maggio possa andar bene anche a gennaio o febbraio.
EMANUELA CORDA. Ringrazio il presidente. Anch'io, essendo sarda, condivido il vostro malessere, perché purtroppo anche noi abbiamo un problema di militarizzazione del territorio. In Sardegna, infatti, si trova il 60 per cento delle servitù militari che insistono sul nostro territorio a livello nazionale e, come sardi, ovviamente viviamo questa problematica con particolare preoccupazione.
Lei ha citato prima il COMIPA e diceva che c’è una mancanza totale, o pressoché totale, di informazioni. Come ricordato anche dal collega Scanu, non venite neanche avvisati, non c’è una calendarizzazione precisa delle attività all'interno del poligono, o almeno questa calendarizzazione avviene forse tardivamente e, quindi, non vi consente neanche di organizzare le attività turistiche collegate al Parco, addirittura nemmeno le gite scolastiche. Lei ha parlato di veri e propri incidenti capitati all'improvviso che vi hanno messo in difficoltà, generando anche un danno dal punto di vista dell'immagine e dello sviluppo delle attività del Parco.
Volevo chiedere come si pongono gli amministratori locali in questo contesto. Come sono i rapporti con le amministrazioni locali ? Per esempio, in Sardegna ci sono delle realtà – mi viene in mente il poligono di Teulada – in cui gli amministratori locali stanno tentando almeno di riprendersi delle porzioni di territorio, magari lavorando di concerto con il comando della base.
È ovvio, il problema è molto più ampio e immagino che sia difficilissimo raggiungere dei risultati concreti in questo senso. Come ha spiegato anche la collega Duranti, anche noi troviamo assurdo che un parco nazionale sia interessato da una servitù militare. È una questione non tollerabile. Tuttavia, pensando a migliorare la situazione – magari a piccoli step, se non si può risolvere il problema in maniera definitiva – come questo andrebbe risolto effettivamente e come pensate di porvi con gli amministratori locali ?
Inoltre, perché da parte COMIPA – sappiamo che quest'organo è composto da militari, ossia dalla parte interessata all'attività del poligono, ma anche da civili; Lei ha parlato di consiglieri regionali – vi è questa mancanza di informazione ? Perché ci sono una mancanza di informazione e una disattenzione da parte degli amministratori locali e della politica, a livello locale e non nazionale ?
GIOVANNA PETRENGA. Mi associo ai ringraziamenti al presidente e condivido tutte le difficoltà che ponevano anche i colleghi. Vi chiedo, tuttavia, come mai l'assessore regionale all'ambiente, che ha il compito di tutelare e valorizzare l'aspetto naturalistico-ambientale del nostro Paese e, in particolare, del territorio interessato, non ha fatto mai presente anche a questa Commissione questa esigenza, che diventa un'esigenza di carattere nazionale ?
Sicuramente da parte nostra io ritengo che dobbiamo sottoporre all'attenzione del Ministro Pinotti una rivisitazione di questi siti per monitorarli e per trovare una distribuzione più omogenea sui territori, in maniera da evitare che le esercitazioni vadano in contrasto con aree come quelle di cui stiamo parlando, dove in effetti non vanno a compromettere solo la tutela del patrimonio naturalistico, ma anche la valorizzazione dell'area, con una ricaduta negativa turistica. In sostanza, noi ci battiamo da un lato sullo sviluppo turistico e poi, dall'altro, dobbiamo cercare di correre ai ripari.
Pertanto, l'auspicio del mio gruppo – mi rivolgo al presidente affinché se ne Pag. 7faccia portavoce – è quello di far presente al Ministro di rivisitare questi poligoni in maniera tale da razionalizzare la distribuzione sui territori, affinché non vadano in contrasto con altre realtà che possano poi ricavarne dei danni. Da parte nostra monitoreremo attentamente la situazione.
PAOLO BOLOGNESI. Anch'io mi unisco ai ringraziamenti per l'esposizione e passo subito alla domanda: vorrei sapere se gli interessi della gestione del Parco siano in contrasto con gli interessi delle comunità locali che possono derivare dal fatto di ospitare queste esercitazioni. Non è che sia più interessante per le comunità locali il fatto che ci siano queste esercitazioni e che ci siano i militari piuttosto che il Parco ? Il Parco è sicuramente un aspetto che ha una visione nel futuro, mentre una delle ragioni per mantenere le esercitazioni potrebbe essere quella di avere in cambio un indennizzo con la formula «pochi, maledetti e subito».
Vorrei sentire la sua opinione su questa ipotesi.
PRESIDENTE. Nel darLe la parola per la replica, dottor Veronico, ricordo innanzitutto ai colleghi che noi abbiamo deciso recentemente, su richiesta dell'onorevole Duranti, di estendere i soggetti da audire nell'ambito della nostra indagine conoscitiva anche ai rappresentanti di parchi che, come nel vostro caso, fossero interessati da azioni di servitù militari.
Inoltre, la nostra indagine conoscitiva, che, come dicevo all'inizio, cerca di contemperare le esigenze addestrative delle Forze armate con le esigenze degli enti locali, è partita proprio da una ricognizione di queste esigenze. Abbiamo deciso, infatti, di iniziare l'indagine conoscitiva ascoltando i rappresentanti dei comuni e degli enti locali e ora dell'Ente parco. Successivamente ascolteremo anche i rappresentanti delle Forze armate, il Capo di stato maggiore della difesa e lo stesso Ministro Pinotti.
Abbiamo fatto tutto questo in vista della seconda conferenza nazionale delle servitù militari che dovrebbe svolgersi prima dell'estate, con l'obiettivo di individuare, come diceva anche l'onorevole Duranti, eventuali modifiche normative che dovessero emergere o una diversa possibilità di riequilibrare sul territorio la presenza delle esigenze addestrative delle Forze armate con le esigenze che sono state rappresentate dall'ultimo Consiglio europeo della difesa.
Tutto ciò premesso, Le do volentieri la parola per rispondere alle domande dei colleghi intervenuti.
CESARE VERONICO, Presidente del Parco nazionale dell'Alta Murgia. Grazie. Io vorrei fare un incipit: il nostro è l'unico parco nazionale interessato, ma ci sono anche parchi regionali su tutto il territorio del nostro Paese. Ricordo che, quando io portai la mozione in Federparchi, avevo individuato alcune regioni. Mi costrinsero, però, a cancellarle perché la questione riguarda tutto il Paese. Io, ovviamente, pongo la questione del Parco, che mi sembra ancora più eclatante, anche perché è l'unico. Prima anche il Gran Sasso, mi pare, era interessato. Adesso, però, lì hanno smesso le attività.
Rispondo per prima alla domanda dell'onorevole Bolognesi. Noi non sappiamo quanto le Forze armate destinino ai comuni e ai privati, ma Le posso dire che i privati interessati saranno al massimo una decina, mentre noi del Parco nazionale dell'Alta Murgia abbiamo fatto una convenzione da 2 milioni di euro – parliamo di economia verde – chiedendo a tutte le aziende del nostro Parco, che è un parco rurale, fortemente antropizzato, di partecipare al bando, garantendoci come requisiti la manutenzione ambientale e del territorio. Abbiamo avuto risposte da 372 aziende, le quali si divideranno questi 2 milioni di euro circa, fino a 10.000 euro ciascuna.
Ci sono, quindi, 372 aziende che attingono ai 2 milioni di euro, che rappresentano l'intero trasferimento di un anno del Ministero dell'ambiente. Come Parco nazionale dell'Alta Murgia, noi riceviamo 2 milioni di euro circa. Per stringere il rapporto con le aziende abbiamo girato Pag. 8completamente il finanziamento di un anno, come segnale forte.
Da un lato, quindi, ci sono le 6-8 aziende che destinano il loro territorio anche per le esercitazioni, che si svolgono anche su suolo privato; dall'altro, noi abbiamo fatto questo bando da 2 milioni di euro.
Che cosa ricevano i comuni, quindi, non lo so. Mi lego, così, alle parole dell'onorevole Corda, che mi chiedeva quali siano i nostri rapporti con le amministrazioni.
Io la questione l'ho portata inizialmente nella comunità del Parco. Lei sa che nella Comunità del parco siedono il presidente della regione, due presidenti di province, nel nostro caso – Bari e BAT – e i 13 comuni del Parco. È stata approvata all'unanimità.
Inoltre, io ho chiamato i parlamentari della Murgia – l'ho chiesto esclusivamente ai parlamentari murgiani; saluto l'onorevole Cariello, che è presente ed è uno dei cinque che hanno partecipato – e loro, ospiti della Comunità, hanno fatto interrogazioni.
Esattamente come sta accadendo in questa Commissione, noi abbiamo avuto una solidarietà dall'intero arco costituzionale. Non c’è stata una forza politica che si sia distinta. C’è stato il pieno sostegno, anche da parte dei sindaci. Qualcuno, a un certo punto, probabilmente ha anche iniziato a traccheggiare, ma non ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto. Non abbiamo avuto, quindi, una voce contraria tra i parlamentari, i sindaci, le province, i consiglieri regionali della Commissione ambiente e i consiglieri regionali del COMIPA, i quali hanno fatto addirittura una conferenza stampa.
Nella prima riunione del Comitato, che risale a ottobre o a novembre, i consiglieri espressero parere contrario. Difatti poi la questione è slittata ed è questo il motivo per cui i militari sono stati costretti a concentrare le esercitazioni tra aprile e maggio, non avendo fatto in tempo per partire a gennaio e avendo rinviato l'inizio a febbraio-marzo. Quando si è svolta l'ultima riunione del COMIPA, esclusivamente un consigliere regionale ha continuato a esprimere parere negativo. Gli altri o non si sono presentati o hanno votato a favore.
Per il resto, il Presidente Vendola ha scritto a Letta. Io sono stato ospite del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri insieme ai rappresentanti dei tre Ministeri (difesa, ambiente e cultura) e della Regione stessa e abbiamo discusso di questa tematica. In funzione di questo probabilmente siamo arrivati anche a una diminuzione delle esercitazioni, ma c’è il problema che vi dicevo prima, ossia che è tutto concentrato e questo non va bene.
Se l'ordinamento militare fosse rispettato – premesso che riteniamo che l'attività sia incompatibile e questo non lo dice il Parco nazionale dell'Alta Murgia, ma lo dicono tutti i parchi nazionali e lo dice anche il buonsenso – noi avremmo già una situazione nettamente migliore. Mi sembra di non avere sentito voci dissonanti neanche in questa Commissione. Rispetto all'ordinamento militare, però, dovremmo avere un tavolo, come dicevo prima, nel quale l'Ente parco e i militari decidano i tempi, i modi e i luoghi delle esercitazioni.
Nell'ambito dell'accordo che noi stiamo stendendo e che ormai è pronto, sapete qual è il punto sul quale ci siamo lasciati e per il quale non abbiamo firmato ? È esattamente questo: noi diciamo che si devono esplicitare i tempi, i modi e i luoghi e loro trovano questo argomento troppo stringente.
Io su questo tema – per così dire – ho preso cappello e ho detto: «Scusate, ma il tavolo a quello serve: a decidere i tempi, i modi e i luoghi». Ciò significa che, se io intorno a Castel del Monte svolgo delle iniziative o se in quella zona si riproduce il lupo – non stiamo parlando di sciocchezze: stiamo parlando di tutela e conservazione ai massimi livelli, nonché di turismo sostenibile – e ho questo problema, inevitabilmente dobbiamo trovare soluzioni alternative. Su questo punto noi non siamo riusciti a chiudere l'accordo giovedì scorso.Pag. 9
L'ordinamento militare impone la valutazione ambientale. Voi sapete che significa fare la valutazione di incidenza e la valutazione ambientale ? Avete idea di che cosa significhi fare la valutazione ambientale e la valutazione di incidenza delle esercitazioni a fuoco ? Lo prevede l'ordinamento militare.
Onorevole Duranti, facciamo rispettare l'ordinamento militare, tanto per iniziare, pur col presupposto che ho fatto all'inizio, ossia che noi riteniamo che questo sia un paradosso, soprattutto in questa fase di crisi dal punto di vista economico. Il Paese si trova un Ente parco che investe sul turismo sostenibile e sui prodotti con il sostegno del Governo per fare la sua parte, con il modello di sviluppo che abbiamo in Puglia, che Lei conosce fin troppo bene, e che ha riferimento proprio nell'Ilva. Noi stiamo cercando di fare il nostro, come aree protette. Ce ne dovremmo fregare. Dovremmo pensare alla conservazione e alla tutela. Ebbene, in una condizione di questo tipo è evidente che noi dobbiamo svolgere un ruolo in maniera più pregnante, partendo dal presupposto che si chieda di rispettare l'ordinamento militare.
Quanto all'assessore all'ambiente, come Le dicevo prima, in realtà la Regione, con il presidente Vendola, ha preso direttamente l'iniziativa, sollecitata da me. Il Ministro Mauro venne in Puglia due volte nel giro di quaranta giorni e la seconda volta venne proprio per comunicare che le esercitazioni sarebbero riprese.
In realtà il tessuto regionale, dal punto di vista sia mediatico, sia delle amministrazioni e delle forze politiche, è stato di grande sostegno. Questa battaglia ha avuto una forte visibilità nella nostra regione. Anche sul piano nazionale se ne sono interessati i media, da Il Fatto Quotidiano a La Stampa, al Corriere della Sera, a La Repubblica. Anche Sky è venuta a fare servizi sulla vicenda. Il caso ha avuto molta risonanza. Il Presidente Vendola ha scritto direttamente a Letta. L'assessore all'ambiente, da questo punto di vista, è stato superato fondamentalmente dal presidente.
Il problema è stato rappresentato dai consiglieri regionali del COMIPA, gli unici che hanno mollato rispetto a prima. Noi ora abbiamo da parte delle Forze armate le informazioni degli sgomberi. Noi non partecipiamo al COMIPA e loro ci inviano le comunicazioni degli sgomberi. Noi conosciamo il calendario dalle ordinanze dei comuni.
Rispetto al ragionamento dell'onorevole Scanu, io dovrei fare una valutazione politica, ossia dovrei fare la valutazione rispetto all'idea dell'esercito europeo. La sua era una valutazione politica che partiva da un presupposto, che io condivido, ma che mi consentirà di risparmiarmi, perché tengo molto al mio ruolo di presidente dell'Ente parco in questa fase.
PRESIDENTE. Grazie, dottor Veronico. Do ora la parola al dottor Modesti, direttore del Parco nazionale dell'Alta Murgia, che ha chiesto di poter integrare le risposte.
FABIO MODESTI, Direttore del Parco nazionale dell'Alta Murgia. Grazie, presidente. Vorrei semplicemente evidenziare che, dal punto di vista gestionale e, quindi, squisitamente tecnico, la situazione che viviamo nel Parco nazionale dell'Alta Murgia non è l'unica. Ci sono aree protette in tutta Europa che hanno la presenza di esercitazioni militari: in Francia, in Gran Bretagna, in Germania, proprio per la ragione che il presidente citava prima, ossia che in assenza di un esercito europeo ognuno fa più o meno come vuole.
All'estero, però, ci sono esperienze particolari. Questo è facilmente rilevabile da documenti della Commissione europea. Me ne ricordo uno in particolare che si chiama LIFE, Natura 2000 and the Military del 2005. In quei Paesi – in Italia, purtroppo, questo non avviene – il rapporto tra aree protette e finalità di conservazione, in primo luogo, ma anche attività turistiche compatibili e sostenibili comporta un approccio con le Forze armate quantomeno di collaborazione.
Nel nostro caso – il Parco è stato istituito nel 2004, ma ha iniziato a vivere, in realtà, nel 2007 – veniamo dagli anni Settanta e Ottanta in cui il territorio del Pag. 10parco era stato dato in pasto a questo tipo di attività. Infatti, quel territorio era un po’ negletto anche da parte degli stessi comuni che vivevano il territorio fuori dalle proprie mura con assoluta indifferenza, perché, così come in Sardegna, il territorio dell'Alta Murgia vi si presta per la sua conformazione e per la sua scarsissima presenza umana.
Il problema è che probabilmente, con la legislazione che ha avuto nel tempo l'ordinamento militare si era posto la questione, ma, quando è stata promulgata la legge sulle aree naturali protette, il link tra queste situazioni e gli obiettivi di tutela della legge n. 394 del 1991 non è stato fatto, così come non è stato fatto con le direttive comunitarie e gli atti di recepimento delle direttive comunitarie.
Come diceva il presidente Veronico, però, è l'ordinamento militare, che fornisce gli strumenti a noi e, in particolare, alla regione, ad avere l'autorità competente dal punto di vista delle valutazioni ambientali e a dover quantomeno mettere ordine nella situazione.
Noi abbiamo oggi calendari di esercitazioni a fuoco e in bianco fissati dal COMIPA, in cui l'Ente parco non è presente e che è paritetico tra Forze armate e regione, in cui si fissano per i semestri successivi di volta in volta i calendari esercitativi. Si violano, però, secondo noi, le norme comunitarie e nazionali, perché questi programmi di attività non vengono assoggettati ad alcun tipo di valutazione strategica e di valutazione di incidenza. Il nostro Parco è, infatti, totalmente compreso nella più grande o in una tra le più grandi zone di protezione speciale nel continente europeo.
Questo aspetto, che abbiamo sollevato in sede di tavolo tecnico con le Forze armate, oltre a quello che diceva il presidente, è probabilmente quello sul quale le Forze armate, secondo noi, si sono viste un po’ strette e scoperte allo stesso tempo.
Noi abbiamo richiamato il fatto che nel documento di accordo, che è pronto, la base legale di riferimento si rifà esattamente alle norme che ci competono per quanto riguarda la tutela, ma soprattutto alle norme dell'ordinamento militare, ossia all'articolo 357 e, in particolare, all'articolo 358 del codice, che detta alcuni obblighi dal punto di vista della compatibilità delle attività addestrative con le finalità di tutela, quanto meno nelle forme della valutazione.
Questo aspetto per noi, dal punto di vista gestionale, è fondamentale. Riuscire ad avere un approccio valutativo – congiunto ovviamente; non è che in questo momento si voglia sopraffare gli altri – è fondamentale. Concentrare a maggio tutto ciò che non è stato fatto a dicembre, gennaio e febbraio significa avere, oggettivamente, dal punto di vista naturalistico – nel documento che vi abbiamo mandato credo che la questione sia sufficientemente esplicitata – un impatto sul territorio notevolissimo che noi non riusciamo a valutare.
Tale impatto sfugge, dunque, a qualsiasi considerazione dal punto di vista tecnico e gestionale per quanto riguarda un'area protetta ed è un aspetto fondamentale che credo vada posto. Noi lo stiamo ponendo in modo molto forte in quel tavolo alla regione affinché la regione stessa si preoccupi di fare quello che deve fare. Non può dire al COMIPA: «Decidiamo» e poi le procedure di valutazione sono sistematicamente aggirate. Questo è un aspetto fondamentale, che ci vede partecipi anche in questo senso.
PRESIDENTE. Grazie a Lei, signor direttore. Ringrazio i colleghi intervenuti e i rappresentanti del Parco nazionale dell'Alta Murgia.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 10.50.
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