VII Commissione

Cultura, scienza e istruzione

Cultura, scienza e istruzione (VII)

Commissione VII (Cultura)

Comm. VII

Cultura, scienza e istruzione (VII)
SOMMARIO
Giovedì 22 settembre 2016

SEDE REFERENTE:

Istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria e dell'emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti. Procedura per l'affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale. C. 3317-3345-B, approvato, in un testo unificato, dalla Camera e modificato dal Senato (Seguito dell'esame e rinvio) ... 51

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata su questioni di competenza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) ... 53

5-09546 Borghesi: Sull'iniziativa Bellezza Governo.
5-09548 Pannarale: Sull'iniziativa Bellezza Governo ... 53

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 55

5-09547 Vezzali: Sui teatri di tradizione ... 54

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 57

5-09550 Luigi Gallo:Sui conflitti di interesse nella gestione delle gare d'appalto presso il sito archeologico di Pompei ... 54

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 58

5-09549 Coscia: Sui danni subiti dai beni culturali a seguito del terremoto del 24 agosto 2016 ... 54

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 60

VII Commissione - Resoconto di giovedì 22 settembre 2016

SEDE REFERENTE

  Giovedì 22 settembre 2016. — Presidenza del vicepresidente Bruno MOLEA. — Interviene il sottosegretario di Stato allo sviluppo economico, Antonello Giacomelli.

  La seduta comincia alle 9.35.

Istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria e dell'emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti. Procedura per l'affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale.
C. 3317-3345-B, approvato, in un testo unificato, dalla Camera e modificato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 settembre 2016.

  Bruno MOLEA, presidente, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) premette che, essendo nota la posizione del suo Gruppo sul provvedimento, si limiterà a qualche osservazione sulle modifiche che ritiene, in qualche modo, peggiorative rispetto al testo licenziato dalla Camera. La prima tra queste concerne la delegificazione prevista per reintrodurre un contributo indiretto per il sostegno delle spese per l'utilizzo dei servizi di telefonia e di connessione dati di cui non si sentiva affatto il bisogno. Ricorda, quindi, che nel corso di un suo intervento in Assemblea in fase di prima lettura del provvedimento, aveva preannunciato che il numero dei componenti del Consiglio nazionale dell'Ordine sarebbe stato sicuramente incrementato e, infatti, il Senato ha provveduto in tal senso. Ritiene che il provvedimento non possa raggiungere l'intento di tutelare il pluralismo dell'informazione perché per ottenere questo scopo, si sarebbe dovuto intaccare lo strapotere dei grandi gruppi editoriali. Conclude affermando che il Governo non ha la volontà né la libertà di farlo.

  Roberto RAMPI (PD), relatore, precisa che l'ampliamento a 60 membri del Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti fosse tutto sommato prevedibile. Al collega Brescia deve quindi far notare che – anzi – la circostanza che il Senato non abbia stravolto il testo debba essere considerata quasi miracolosa.

  Annalisa PANNARALE (SI-SEL) ritiene che il nuovo testo sia il risultato di una mediazione per alcuni aspetti non sufficiente ma, comunque, accettabile e che il Senato non abbia snaturato il provvedimento come aveva inizialmente temuto. Le modifiche che possono apparire peggiorative non le sembrano determinanti. Si compiace della diversa modulazione del contributo per le testate nazionali e quelle locali in funzione delle numero di copie vendute, l'introduzione di un tetto alle retribuzioni per gli amministratori, il personale dipendente, i collaboratori e i consulenti della RAI nonché la previsione di un anticipo del 50 per cento del contributo. L'aspetto che non è stato risolto è quello delle troppe deleghe. Si augura, a questo proposito, che il Governo dia un segnale chiaro e coerente sulle scelte successive per l'attuazione delle norme, a cominciare dalla prossima legge di stabilità. Preannuncia la presentazione di emendamenti in merito alla soppressione, all'articolo 1, comma 4, del parere delle Commissioni competenti per la ripartizione del Fondo e alla previsione della concessione di incentivi di tipo fiscale anche alle emittenti televisive e radiofoniche per investimenti pubblicitari. Ritiene infatti che le radio e le televisioni abbiano sicuramente una maggiore facilità di accesso agli investimenti pubblicitari rispetto alla carta stampata, sempre più penalizzata dalle regole di mercato.

  Bruno MURGIA (Misto) ritiene che il quadro della situazione, nel corso degli anni, sia rimasto sostanzialmente inalterato. Considera un espediente demagogico il continuo richiamo all'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria che andrebbe piuttosto meglio controllato e diversamente articolato.

  Giorgio LAINATI (Misto-ALA-MAIE) rammentati brevemente gli interventi della scorsa legislatura in materia di editoria, spiega che non aveva potuto esprimere compiutamente in prima lettura il proprio apprezzamento sul provvedimento a causa della sua appartenenza al Gruppo di Forza Italia che manteneva una posizione rigida sulla materia. Sottolinea l'importanza dell'introduzione del limite di 240.000 euro alle retribuzioni RAI che riflette la correttezza di una scelta di cui verrà dato risalto anche presso la Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi, in occasione delle imminenti audizioni del Presidente e del Direttore generale della RAI. Ricorda che diversi Gruppi parlamentari avevano da anni sollecitato una public disclosure cui era stato dato seguito con la pubblicazione degli stipendi di molti dirigenti. Rivolgendosi al sottosegretario, sottolinea il fatto che il servizio pubblico radiotelevisivo viene spesso attaccato dalle forze politiche; pertanto, la disposizione sul tetto alle retribuzioni non può che costituire un segnale positivo a tutela della sua immagine di pilastro della democrazia e della cultura italiana.

  Roberto RAMPI (PD), relatore, in merito alle osservazioni formulate dalla collega Pannarale, precisa che il parere delle Commissioni parlamentari, non più previsto per l'emanazione del decreto di ripartizione del Fondo, resta però sul DPCM con il quale sono definiti i requisiti soggettivi, i criteri e le modalità per la concessione dei finanziamenti all'editoria e all'emittenza radiofonica e televisiva locale. Inoltre il parere parlamentare è richiesto anche sullo schema di regolamento per l'erogazione del contributo per il sostegno delle spese sostenute per l'utilizzo di servizi di telefonia e di connessione dati, che sostituisce le attuali riduzioni tariffarie. Ritiene corretto che il Senato abbia provveduto a reinserire le emittenti radiotelevisive tra i soggetti beneficiari del sostegno agli investimenti, per le quali, forse, andrebbe piuttosto ripensata l'organizzazione societaria. Conclude rimarcando il lavoro di ampio respiro, che ha visto il coinvolgimento di tutte le forze politiche, svolto dalla Camera dei Deputati, senza togliere nulla a quanto fatto dal Senato e dal Governo cui spetta ora entrare in gioco con l'emanazione delle norme delegate.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI rinuncia alla replica.

  Bruno MOLEA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare del testo e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.10 alle 10.20.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 22 settembre 2016. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI. — Interviene la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo Dorina Bianchi.

  La seduta comincia alle 14.05.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata su questioni di competenza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT).

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che, secondo le recenti decisioni della Giunta del Regolamento, la pubblicità della seduta sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e attraverso la web-tv della Camera dei Deputati.

5-09546 Borghesi: Sull'iniziativa Bellezza Governo.
5-09548 Pannarale: Sull'iniziativa Bellezza Governo.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che le interrogazioni, vertendo sulla stessa questione, saranno svolte congiuntamente. Comunica al riguardo che il collega Borghesi, per il gruppo Lega Nord, ha avvisato che non potrà intervenire per illustrare la sua interrogazione. Invita quindi la deputata Pannarale, per il gruppo Sinistra Italiana-SEL, ad illustrare la propria, restando inteso che la risposta del Governo sarà trasmessa anche al collega Borghesi.

  Annalisa PANNARALE (SI-SEL) svolge la sua interrogazione.

  La sottosegretaria Dorina BIANCHI risponde nei termini riportati (vedi allegato 1).

  Annalisa PANNARALE (SI-SEL), replicando, afferma che avrebbe ritenuto utile avere maggiori elementi di precisazione da parte della Presidenza del Consiglio. La sottosegretaria, infatti, nella risposta ha confermato di essere ancora in attesa di un DPCM che definisca tutta la procedura che, di fatto, deve ancora iniziare. In sostanza, non è ancora stata nominata la Commissione, non è stato emanato il relativo decreto di nomina, non sono stati individuati i progetti per stilare una graduatoria. Il dato che emerge è che l'iniziativa ha creato numerosissime aspettative: in quindici giorni sono infatti arrivate circa 140.000 e-mail di risposta che hanno indicato quasi 8000 luoghi da recuperare. Si è trattato, ancora una volta, di un annuncio molto efficace, in termini di comunicazione, al quale però non viene dato un seguito concreto. Esattamente come è successo per le periferie urbane, alla fine del 2015, siamo di fronte ad un gioiello di sintesi della politica del Governo: annunci eclatanti, grandi attese e poi più nulla quando si tratta di passare dalle parole ai fatti. Preannuncia di ritornare quanto prima sulla questione affinché la cifra stanziata (150 milioni di euro), per quanto esigua rispetto al progetto, venga utilizzata per le finalità annunciate.

5-09547 Vezzali: Sui teatri di tradizione.

  Mariano RABINO (Misto), in qualità di cofirmatario, illustra l'interrogazione.

  La sottosegretaria Dorina BIANCHI risponde nei termini riportati (vedi allegato 2).

  Mariano RABINO (Misto) ringrazia la sottosegretaria per la risposta.

5-09550 Luigi Gallo: Sui conflitti di interesse nella gestione delle gare d'appalto presso il sito archeologico di Pompei.

  Luigi GALLO (M5S) illustra la sua interrogazione.

  La sottosegretaria Dorina BIANCHI risponde nei termini riportati e deposita documentazione (vedi allegato 3).

  Luigi GALLO (M5S), replicando, si augura che non emergano nuovi elementi che ribaltino la realtà descritta dalla sottosegretaria nella sua risposta. Ricorda che il Presidente del Consiglio si è più volte prodigato per sottolineare l'ottimo lavoro fatto a Pompei, innalzando il suo sito archeologico a «simbolo dell'Italia che riparte». Un simbolo che risulta piuttosto ammaccato a seguito del susseguirsi di ritardi, di contributi europei andati perduti, di interdittive antimafia nei confronti di aziende e di appalti. Conclude rinnovando l'auspicio che il MIBACT non venga presto smentito dai fatti.

5-09549 Coscia: Sui danni subiti dai beni culturali a seguito del terremoto del 24 agosto 2016.

  Irene MANZI (PD), in qualità di cofirmataria, illustra l'interrogazione.

  La sottosegretaria Dorina BIANCHI risponde nei termini riportati (vedi allegato 4).

  Irene MANZI (PD), replicando, ringrazia la sottosegretaria per la risposta e la dettagliata documentazione, ricca di dati ed elementi. È consapevole che la situazione sia ancora in piena evoluzione e che i sopralluoghi sono tuttora in corso, anche a causa del perdurare dello sciame sismico. Sottolinea l'importanza di un'azione di coordinamento sistematico di tutte le strutture del MIBACT, sia centrali sia periferiche, volta a consentire un'azione sinergica e non dispersiva nell'utilizzo delle risorse. Tale coordinamento consentirebbe inoltre di non ingessarsi in procedure che potrebbero ostacolare la necessaria tempestività degli interventi in zone che costituivano e devono poter continuare a costituire centri di grande interesse storico e artistico del patrimonio culturale italiano.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.40.

VII Commissione - giovedì 22 settembre 2016

ALLEGATO 1

5-09546 Borghesi: Sull'iniziativa Bellezza Governo.
5-09548 Pannarale: Sull'iniziativa Bellezza Governo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo unitamente all'interrogazione dell'Onorevole Pannarale ed altri del Gruppo Si-SEL e all'interrogazione dell'Onorevole Borghesi del Gruppo Lega Nord, entrambe relative all'iniziativa denominata bellezza@governo.it.
  Il Piano stralcio cultura e turismo, finanziato, come noto, dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, complessivamente ammonta ad 1 miliardo di euro ed è finalizzato ad un'azione di rafforzamento dell'offerta culturale del nostro Paese e di potenziamento della fruizione turistica, con interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e per la messa in rete delle risorse culturali materiali e immateriali, con particolare riguardo al Sistema museale italiano. Sono altresì previsti interventi per il consolidamento di sistemi territoriali turistico-culturali.
  Nell'ambito di tale programma di interventi il CIPE ha ravvisato anche l'esigenza di riservare 150 milioni al progetto «Bellezz@ – Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati», per il recupero dei tanti luoghi culturali dimenticati che, pur meno noti, fanno parte del patrimonio identitario e culturale diffuso del nostro Paese.
  Come correttamente segnalato dagli onorevoli interroganti, a tal fine è stato possibile candidare interventi (chiunque poteva farlo, Amministrazioni o singoli cittadini) segnalandoli, entro il 31 maggio, sul sito del Governo bellezza@governo.it e non sul sito del Ministero dei beni e della attività culturali, pur essendo il finanziamento in capo al Ministero stesso, in quanto tale procedura è interamente gestita dalla Presidenza del Consiglio.
  Sono state raccolte quasi 140 mila segnalazioni di cittadini i quali hanno indicato poco più di 7540 luoghi in cui esiste un bene culturale da ristrutturare o recuperare alla fruizione collettiva.
  Gli uffici della Presidenza del Consiglio segnalano che la fase istruttoria deve confrontarsi con l'elevatissimo numero di proposte pervenute e la loro eterogeneità.
  Sempre a livello istruttorio, è allo studio l'ipotesi di selezionare un solo sito per comune, ricordando le condizioni di procedibilità che la delibera detta per il finanziamento:
   a) che il luogo segnalato rientri tra le tipologie indicate dall'articolo 10 del d.lgs. n. 42/2004 (codice dei beni culturali e del paesaggio);
   b) che l'oggetto dell'intervento sia la valorizzazione, la tutela o il recupero del luogo indicato;
   c) che l'ente attuatore sia pubblico.

  Nell'eventualità che le risorse disponibili risultassero insufficienti, la delibera adottata dal CIPE prescrive espressamente che si dia luogo ad una selezione (la parte di un'apposita Commissione, nominata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, la quale dovrà individuare gli interventi da finanziare assicurandone la diffusione territoriale. Dopo l'espletamento della predetta selezione, con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri saranno individuati gli interventi finanziabili.
  Sempre in via di ipotesi istruttoria, la Commissione che sarà nominata:
   potrà definire, per ciascuna Regione e Provincia autonoma, una quota delle risorse disponibili in proporzione al numero di luoghi segnalati;
   potrà individuare interventi effettivamente realizzabili in relazione a un limite di contributo massimo;
   potrà collocare le richieste di finanziamento secondo un ordine crescente, così da privilegiare le richieste, di minore importo;
   potrà selezionare gli interventi privilegiando quelli che, in relazione allo stato di maturazione progettuale, possano ritenersi di immediata realizzabilità.

  Il MIBACT è in attesa della emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, per poter fornire tutta l'assistenza tecnica che verrà richiesta al riguardo. Mi impegno sin d'ora a riferire in questa sede gli opportuni aggiornamenti che ci perverranno dalla Presidenza del Consiglio.

ALLEGATO 2

5-09547 Vezzali: Sui teatri di tradizione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'On.le Vezzali, unitamente ad altri onorevoli colleghi, chiede al Governo: «cosa ritiene di dover fare anche per aiutare a sopravvivere e proteggere i Teatri di tradizione e i festival che difendono la memoria e promuovono la cultura e per il territorio rappresentano opportunità di lavoro, turismo e identità».
  Come è noto, i Teatri di tradizione ed i Festival rappresentano una risorsa importantissima per le realtà in cui operano, dando particolare impulso alle locali tradizioni artistico musicali ed assicurando la formazione e l'educazione musicale del pubblico.
  Queste importantissime realtà sono state interessate, di recente, dalla riforma del sistema di finanziamento pubblico agli organismi di spettacolo dal vivo – delineato dal decreto ministeriale 1o luglio 2014 – al fine di migliorare dal punto di vista qualitativo l'offerta culturale ed estendere il proprio raggio di azione in un ambito più vasto rispetto al territorio «provinciale».
  A tale proposito l'Amministrazione dei beni culturali ha tenuto in grande considerazione le predette realtà aumentando, ad esempio, negli ultimi anni, la quota di stanziamento del Fondo unico per lo spettacolo assegnata al settore Teatri di tradizione (ovvero l'articolo 19 del decreto ministeriale 1o luglio 2014) che è pertanto passata dai 15 milioni di euro del 2014 ai quasi 16 milioni di euro del 2015 e del 2016 e quella assegnata al settore Festival ovvero gli articoli 25 e 42 del decreto ministeriale 1o luglio 2014 che è passata da 7.323.000 del 2014 ad 8.396.006 del 2015 e del 2016.
  Quanto ho sopra evidenziato, non vuol dire, però che il meccanismo di finanziamento attualmente in vigore non sia migliorabile nell'immediato futuro. Nelle prossime settimane il Ministero dovrà necessariamente tener conto sia dei pronunciamenti giurisdizionali in merito all'applicazione del decreto ministeriale 1o luglio 2014 sia – qualunque sia l'esito dei contenziosi in atto – della concreta esperienza maturata dagli Uffici e dagli operatori del settore nell'anno e mezzo di attuazione del predetto provvedimento.
  Con riferimento, poi, ai Teatri di tradizione non si può non tener conto del fatto che, più di recente, il legislatore all'articolo 24 del decreto-legge n. 113 del 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 160/2016 ha delegato il Governo ad adottare, entro il 30 giugno 2017, uno o più regolamenti per il riordino del settore lirico-sinfonico. Tale riordino potrebbe essere l'occasione per rivedere in meglio, a margine di un intervento più ampio, gli aspetti di particolare criticità che oggi connotano i «teatri lirico-sinfonici» anche in relazione ai teatri di tradizione.

ALLEGATO 3

5-09550 Luigi Gallo: Sui conflitti di interesse nella gestione delle gare d'appalto presso il sito archeologico di Pompei.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole Gallo unitamente ad altri onorevoli colleghi, formula, nella propria interrogazione, una serie di interrogativi riferiti alla gestione di alcuni bandi di gara e di selezione da parte della Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia.
  In particolare ci si riferisce alla procedura di gara indetta dalla Soprintendenza di Pompei in data 28 novembre 2014 da aggiudicarsi con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell'articolo 55, comma 5, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e dell'articolo 2 del decreto-legge 31 maggio 2014 n. 83 (convertito con modificazioni nella legge 29 luglio 2014, n. 106) per il «Miglioramento delle modalità di visita e per il potenziamento dell'offerta culturale del Sito Archeologico di Pompei» – CIG: 6023328F7E.
  Il bando di gara è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea 2014/S 233-410766 del 3 dicembre 2014 e sulla piattaforma telematica accessibile mediante il portale www.garemibac.it (rfq 41) nonché sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – 5° Serie n. 143.
  In particolare gli onorevoli interroganti contestano la legittimità dell'aggiudicazione a favore del Consorzio «Arte'M Net» e della relativa procedura di gara.
  Appare a tale proposito opportuno precisare che tale doglianza è già stata oggetto di un apposito ricorso presentato dalla Società «Cinecittà Allestimenti Spa» dinanzi al TAR di Napoli.
  Giudizio conclusosi con la sentenza n. 1044/2016, che ha dichiarato inammissibile il ricorso introduttivo ed i connessi motivi aggiunti. La questione dunque è già stata risolta nelle sedi competenti (la sentenza infatti fa stato tra le parti e copre, come noto, il dedotto e il deducibile). Ogni ulteriore considerazione in proposito non è che frutto di mere illazioni.
  Sull'asserito rapporto di collaborazione tra l’«Erma di Bretschneider» e la casa editrice «Osanna Edizioni» di proprietà della famiglia Osanna, corre obbligo evidenziare che tale collaborazione non era null'altro che un contratto di distribuzione stipulato nel lontano 25 marzo del 1991 e conclusosi in data 18 ottobre del 2012 per esiguità del venduto (nell'anno 2010 risulta venduto un solo volume per euro 3,90).
  La pubblicazione con il Consorzio «Arte'M Net», inoltre, dell'opera della dottoressa Lagi dal titolo: «Rosantico, Natura, bellezza, gusto, profumi tra Paestum, Padula e Velia» si inserisce nell'ambito dell'attività concernente il rapporto di pubblico impiego svolto dalla funzionaria stessa presso la Soprintendenza di Salerno.
  Relativamente all'asserito conflitto d'interesse del Prof. Massimo Osanna in qualità di responsabile del procedimento e Presidente di commissione di concorso nella procedura di selezione di professionalità da destinare alla Segreteria tecnica di Progettazione del Grande Progetto Pompei, occorre rilevare che la costante giurisprudenza del Consiglio di Stato (cfr Cons. Stato, VI, n. 4015 del 2013 o, più di recente, Cons. Stato VI n. 327 del 2015) ha chiarito che «... la conoscenza personale e/o l'instaurazione di rapporti lavorativi ed accademici non sono di per sé motivo di
astensione, a meno che i rapporti personali o professionali non siano di rilievo ed intensità tali da far sorgere il sospetto che il candidato sia giudicato non in base al risultato delle prove, bensì in virtù delle conoscenze personali».
  In assenza di ulteriori elementi, dunque, allo stato degli atti non si rinvengono elementi tali da ritenere illegittimi gli atti compiuti, atteso che risulta come il Prof. Osanna abbia avuto, con uno dei candidati risultato secondo, collaborazioni scientifiche ed accademiche sporadiche e meramente occasionali.
  Vorrei quindi concludere che l'operato della Soprintendenza e del Direttore risulta essersi svolto nel rispetto della normativa vigente e che comunque il Ministero è impegnato a vigilare sul rigoroso rispetto, da parte delle varie articolazioni dell'Amministrazione, dei principi di buon andamento e di imparzialità.

ALLEGATO 4

5-09549 Coscia: Sui danni subiti dai beni culturali a seguito del terremoto del 24 agosto 2016.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Coscia, unitamente ad altri onorevoli colleghi chiede quali azioni il Ministero ha avviato e quali sta per avviare per la salvaguardia del patrimonio culturale delle aree colpite dal sisma del 24 agosto scorso.
  Vorrei rammentare che all'inizio di quest'anno, presso la Commissione semplificazione avevamo diffusamente illustrato le disposizioni operative in caso di eventi calamitosi che, negli ultimi anni, il Segretario generale ha impartito sia per armonizzare l'organizzazione e lo svolgimento delle attività interne agli Uffici del Ministero che per coordinare i rapporti con le istituzioni esterne al Ministero e presenti in sede locale ovvero con i Vigili del Fuoco, la Protezione civile e gli Enti Locali, ed era stata presentata la struttura operativa per il monitoraggio ed il coordinamento delle attività necessarie per fronteggiare le emergenze derivanti da calamità naturali.
  Il 24 agosto scorso questa macchina operativa è stata messa drammaticamente alla prova e sin dalle prime ore dopo il sisma le strutture del MIBACT, proprio in applicazione di quelle disposizioni, si sono puntualmente attivate per fronteggiare l'emergenza.
  La prima operazione è stata la partecipazione al Comitato operativo immediatamente costituito dal Dipartimento della Protezione civile, con la presenza continua garantita nei giorni 24 e 25 agosto.
  Contestualmente, seguendo la Direttiva del Ministro del 23 aprile 2015, «Procedure per la gestione delle attività di messa in sicurezza e salvaguardia del patrimonio culturale in caso di emergenze derivanti da calamità naturali», dalle ore 6.00 l'Unità di crisi coordinamento Nazionale (UCCN), in capo al Segretario generale, ha attivato le unità di crisi regionali (UCCR) delle quattro regioni coinvolte che dalle ore 8.00 della stessa mattinata si sono costituite.
  In ciascuna Unità di crisi regionale si sono organizzate le tre Unità previste nella Direttiva:
   1. Unità rilievo danni al patrimonio culturale;
   2. Unità di coordinamento tecnico di messa in sicurezza di beni immobili e spostamento beni mobili;
   3. Unità depositi temporanei e laboratorio di pronto intervento sui beni mobili.

  Il Ministro sin dalle primissime ore dopo l'evento sismico ha personalmente sollecitato ad intervenire sui luoghi danneggiati i Carabinieri del Comando tutela Patrimonio Culturale, nella formazione dei «Caschi blu della cultura» già organizzati per gli interventi in aree di crisi all'estero, come da accordo con UNESCO.
  L'Unità di crisi nazionale si è riunita il 25 agosto e il 28 agosto 2016 il MiBACT ha partecipato all'insediamento a Rieti della Direzione Comando e Controllo (DICOMAC) della Protezione civile, garantendo il presidio quotidiano della «Funzione beni culturali».
  Sin dal 25 agosto è stata effettuata la stima dei beni culturali presenti inizialmente su un'area di 20 km dall'epicentro e successivamente nei comuni del cratere.

  Successivamente L'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione e l'Istituto superiore conservazione e restauro hanno provveduto ad elaborare i dati e fornire le schede conoscitive dei beni alle unità tecniche per il rilevamento dei danni.
  I dati numerici provenienti dalle banche dati del Ministero segnalano la presenza di oltre 1.500 immobili di interesse culturale nei soli comuni del cratere e oltre 13.500 beni mobili, escluso archivi e biblioteche, ma è un numero in crescita esponenziale. Intatti alle caselle di posta dedicate arrivano segnalazioni, soprattutto dalle diocesi, di centinaia di edifici danneggiati al di fuori del cratere.
  L'azione del MiBACT, in stretto coordinamento con il Dipartimento della Protezione civile DICOMAC, con i Vigili del Fuoco e con i Carabinieri del CTPC, si è svolta seconda le tre linee di azione:
   A. Attività di ricognizione dei danni;
   B. Attività di messa in sicurezza;
   C. Attività di deposito temporaneo dei beni mobili.

  Posso dire che alla data del 20 settembre i sopralluoghi speditivi sono stati complessivamente oltre 500 nelle quattro regioni coinvolte.
  Attualmente è operativo il presidio continuativo della «Funzione Beni Culturali» della DICOMAC, costituita a Rieti; tramite personale tecnico specializzato appositamente individuato ed incaricato dalle UCCR, che si alternerà con cadenza settimanale.
  Con Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione civile n. 393 del 13 settembre l'arch. Antonia Pasqua Recchia, Segretario generale del Ministero, è stata nominata «Soggetto attuatore» delle misure di messa in sicurezza nell'emergenza dei beni culturali nelle zone colpite. Il Soggetto attuatore coordina le strutture territoriali e centrali del MiBACT impegnate nell'area.
  Il coordinatore dell'UCCN, prefetto Fabio Carapezza Guttuso ed i funzionari del Segretariato Generale operanti presso l'UCCN sono assiduamente presenti nel centro di Comando di Rieti per garantire omogeneità nelle attività e nelle procedure delle quattro Unità regionali, nonché per il pieno raccordo con le altri strutture di protezione civile presenti, in particolare i Vigili del Fuoco.
  Le attività di sopralluogo sono state finora effettuate con il personale delle UCCR inclusivo degli istituti direttamente coinvolti nel sisma e degli Istituti centrali del Mibact. Per portare avanti le attività sul campo con la celerità necessaria è stato avviato un interpello dalla nostra Direzione generale Organizzazione per il reclutamento su base volontaria di personale tecnico del Mibact per la composizione delle squadre. Gli oneri per il trattamento straordinario e di missione saranno a carico dei finanziamenti assegnati al Ministero dalle Ordinanze di Protezione civile. Sono pervenute oltre 200 istanze e i primi 40 volontari sono stati assegnati alle 4 Unità regionali del MiBACT per incrementare il numero delle squadre.
  Il Dipartimento della Protezione civile ha messo a disposizione 7 autovetture in comodato d'uso che permettono di incrementare di molto l'efficacia delle attività emergenziali site delle squadre tecniche che dei presidi presso la DICOMAC che dei tecnici che insieme ai vigili del Fuoco progettano gli interventi di messa in sicurezza dei beni immobili.
  Appaiono attività marginali ma hanno invece un'importanza fondamentale, come il tempestivo acquisto dei dispositivi di protezione individuali da utilizzare da parte del personale, e soprattutto ne va prevista la coordinazione e la gestione organica ed esaustiva da parte dei diversi Uffici.
  In strettissima collaborazione con l'Istituto del restauro, la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio ha redatto e diramato le Procedure per la rimozione e il recupero delle macerie di beni tutelati e di edilizia storica, al fine di rendere più efficienti le operazioni di rimozione nonché più affidabili i successivi interventi di recupero, anche in vista del successivo recupero della maggior
quantità possibile non solo degli edifici monumentali, ma anche di materiali lapidei, sia dell'apparato murario che di stipiti e soglie di porte e finestre, cornici, mensole, camini, eventuali elementi decorativi, balconi, ceramiche, legno lavorato, metalli lavorati, coppi ecc., affinché la futura ricostruzione possa prevedere, per quanto possibile, il ricollocamento di alcuni materiali ed elementi connotativi dei luoghi e delle diverse unità abitative, anche al fine di un riconoscimento identitario da parte della popolazione.
  Si tratta di un notevolissimo risultato anche in termini concettuali (il riuso del materiale edilizio, anche non di pregio, per la ricostruzione dov'era, com'era) che sin d'ora lascia prevedere un importante spessore culturale alla futura azione sul patrimonio danneggiato o distrutto.
  Si prevede un confronto/dibattito con i migliori esperti nazionali e internazionali per affrontare in termini storico-critici e economico-organizzativi il delicato tema del ripristino.
  Il tempo assegnatomi dal regolamento parlamentare è breve quindi lascio presso la Commissione una scheda dettagliata per ogni Regione che indica la stima dei danni, i sopralluoghi effettuato e la messa in sicurezza e lo spostamento effettuato dei beni presso i depositi temporanei.
  Concludo rammentando, a proposito del patrimonio religioso, che l'accordo del Ministero con la CEI del gennaio del 2005 prevede espressamente, all'articolo 6, che nel caso di calamità naturali che coinvolgano beni culturali ecclesiastici il vescovo diocesano trasmette al soprintendente competente ogni utile informazione ai fini del sollecito accertamento dei danni e le priorità di intervento e per garantire il deposito temporaneo degli stessi beni culturali mobili presso musei ecclesiastici, o musei pubblici presenti nel territorio, ovvero presso laboratori di restauro. Cosa puntualmente e tempestivamente avvenuta.
  E il Ministero ha allo studio ulteriori interventi a favore del patrimonio ecclesiastico colpito.

Lazio:

Danni.

  I danni maggiori al patrimonio culturale si sono registrati ad Amatrice, con numerose chiese colpite (chiese di S. Francesco e di S. Agostino, S. Antonio Abate), al museo civico, all'archivio comunale, alla Biblioteca «Gianni Fontanella», alla Torre civica, all'Icona Passatora, edificio contenente affreschi del XVI sec. di Dionisio Cappelli).

Sopralluoghi e messe in sicurezza.

  Sono stati eseguiti 104 sopralluoghi per rilievi speditivi, riguardanti prevalentemente chiese.
  Sono stati effettuati 25 sopralluoghi per la ricognizione danni di 2o livello (schede di dettaglio).
  Nella giornata di sabato 3 settembre sono stati effettuati sopralluoghi nella zona rossa di Amatrice, con l'accompagnamento dei Vigili del Fuoco.
  I sopralluoghi hanno riguardato 21 siti, in particolare:
   il complesso di s. Francesco, comprendente la chiesa omonima, l'ex convento dei francescani, la chiesa di s. Maria di Porta Ferrata;
   6 chiese (S. Agostino, Immacolata Concezione, s. Giuseppe, del Purgatorio, S. Giovanni, Chiesa e Convento del Crocefisso);
   7 palazzi;
   Porta Ferrata e Porta Carbonara;
   la Torre civica;
   la Fontana Orsini.

  È stata stilata una priorità di interventi di messa in sicurezza di immobili, tra cui la Torre civica di Amatrice, le due chiese di Sant'Agostino e San Francesco, interessate da importanti crolli, il Santuario dell'Icona Passatora. Sono in fase di progettazione le relative attività, da parte dei tecnici MiBACT d'intesa con i Vigili del Fuoco.

Spostamento dei beni e depositi temporanei.

  Il 1o settembre sono state rimosse 84 opere d'arte del Museo civico di Amatrice e messe in sicurezza nel deposito temporaneo individuato presso la Caserma della Scuola del Corpo Forestale dello Stato presso Cittaducale, messa a disposizione dal Comandante. Il 2 settembre è stato effettuato lo spostamento del patrimonio archivistico dell'Archivio storico comunale di Amatrice, collocato presso l'Archivio di Stato di Rieti. Il 6 settembre sono stati effettuati interventi di recupero di opere d'arte ad Accumoli.
  Tutte le suddette operazioni si sono svolte con la partecipazione dei tecnici MiBACT (delle Soprintendenze e degli Istituti di Restauro) in coordinamento con la DICOMAC, con l'operatività dei vigili del Fuoco e la vigilanza dei Carabinieri del CTPC.
  È stato individuato a Leonessa il deposito temporaneo di opere non danneggiate provenienti dalle chiese danneggiate.
  Nella giornata del 9 settembre è stato avviato lo spostamento del patrimonio archivistico dell'Archivio storico del Comune di Accumoli e dell'archivio Parrocchiale della Chiesa di s. Agostino di Amatrice a cura del nostro Istituto di Patologia del libro.
  Lo spostamento dei beni ha riguardato 8 chiese (5 nel comune di Amatrice e 3 nel Comune di Accumoli).

Marche:

Danni.

  Nelle Marche sono state oltre 400 le segnalazioni di danni a chiese, palazzi e monumenti.
  Numerosi i danni registrati: al Palazzo ducale di Urbino si sono rilevate lesioni alle volte.
  Danni anche ad alcuni elementi decorativi del Duomo di Urbino. Danni gravissimi alla chiesa di S. Francesco di Arquata del Tronto (da dove è stata spostata la copia della Sacra Sindone). Segnalazioni forti danni anche a S. Angelo in Pontano (MC), dove si sono verificati danni alle volte nelle chiese di S. Nicola, S. Michele Arcangelo e S. Maria della Pietà.

Sopralluoghi e messe in sicurezza.

  I sopralluoghi per rilievo speditivo sono stati 302. Sono in programma interventi di messa in sicurezza di beni mobili, tramite coperture provvisorie. Numerosi sopralluoghi hanno riguardato gli archivi parrocchiali e civici.

Spostamento dei beni e depositi temporanei.

  È stato effettuato lo spostamento dei beni mobili presenti in numerose chiese di Arquata del Tronto ed altri spostamenti sono in programma, a causa dell'aggravamento del danno alle chiese conseguente alle scosse che si stanno ripetendo. Il 2 settembre è stata spostata passo il Duomo di Ascoli la copia della Sacra Sindone, preziosa reliquia di grandissimo valore devozionale e storico.
  Il ricovero temporaneo dei beni presso i depositi della curia ha riguardato 13 chiese, quasi tutte nel comune di Arquata del Tronto.
  Per il ricovero dei beni di proprietà ecclesiastica allontananti dalle chiese è stato utilizzato, in accordo con i referenti della CEI, un deposito presso il Museo Diocesano di Ascoli Piceno.
  L'UCCR Marche ha individuato inoltre quale deposito temporaneo il «Forte Malatesta» di Ascoli Piceno, di proprietà comunale.
  Proseguono le fasi di verifica e programmazione, presso la Dicomac, dei sopralluoghi in diverse chiese della provincia di Macerata e di Ancona, finalizzati all'individuazione degli interventi urgenti di messa in sicurezza degli edifici e del patrimonio mobile presente.

Umbria:

Danni.

  In Umbria sono state circa 295 le segnalazioni di danno, con richiesta di sopralluoghi, fra gli altri, alle chiese nei comuni di Norcia, Monteleone di Spoleto, Cascia, Cerreto di Spoleto, Spoleto, alla Torre di S. Martino di Sellano. A Cascia (PG) è crollata la facciata della chiesa della Madonna della Quercia; danni anche alla chiesa di S. Francesco ed alla chiesa di S. Antonio; in corso di accertamento i danni alla Chiesa di S. Agostino. I danni sono di varie entità: da quadri fessurativi più o meno importanti, a danni ad elementi decorativi fino a crolli o gravi dissesti.

Sopralluoghi e messe in sicurezza.

  Ad oggi sono stati effettuati 125 sopralluoghi per rilievi speditivi nei comuni di Norcia, Preci (PG), Spoleto, Cascia, Foligno ecc. eseguiti prevalentemente presso chiese (a Norcia: Cattedrale di S. Maria Argentea. S. Salvatore, S. Benedetto, S. Filippo Neri, S. Antonio Abate, S. Maria Assunta di Castelluccio di Norcia, che presenta il campanile pericolante, S. Rita, S. Pellegrino etc.; a Preci (PG) in varie chiese di Norcia (PG) presso l'Abbazia di S. Cutizio di Preci (PG). Sono già in programma gli altri sopralluoghi per la ricognizione dei danni. Numerosi sopralluoghi hanno riguardato gli archivi parrocchiali e civici.
  L'intervento di messa in sicurezza del campanile di Castelluccio di Norcia è stato completato, come pure l'intervento di messa in sicurezza eseguito presso la Chiesa di S. Antonio Abate a Norcia.

Spostamento dei beni e depositi temporanei.

  Per il ricovero dei beni da allontanare dagli edifici danneggiati, è stato individuato il deposito in località Santo Chiodo di Spoleto, adatto anche al ricovero dei beni archivistici e librari.

Abruzzo:

Danni.

  In Abruzzo si è registrato un diffuso aggravamento dei danni rispetto a quelli subiti dal sisma del 2009 nelle chiese di Cagnano Amiterno (AQ), Campotosto (AQ), Crognaleto (Te), Valle Castellana, nella chiesa di S. Flaviano di Capitignano (AQ), in edifici e chiese di Campli.

Sopralluoghi e messe in sicurezza.

  I sopralluoghi per i rilievi, effettuati dai tecnici del Ministero, sono stati 47 (dato aggiornato al 7 settembre 2016) prevalentemente nelle province di L'Aquila e Teramo; sono in corso gli accertamenti ulteriori.

Spostamento dei beni e depositi temporanei.

  Non vi sono stati spostamenti di opere mobili, ad eccezione di parte dei beni presenti nella chiesa di S. Michele Arcangelo di Valle Castellana (Te), ricoverati presso la caserma dei Carabinieri. Il deposito individuato è una sede del Polo museale dell'Abruzzo in località Paludi di Celano, già attrezzato come ricovero e laboratorio di restauro a seguito del sisma del 2009.