IX Commissione

Trasporti, poste e telecomunicazioni

Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)

Commissione IX (Trasporti)

Comm. IX

Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
SOMMARIO
Giovedì 16 aprile 2015

SEDE CONSULTIVA:

Documento di economia e finanza 2015. Doc. LVII, n. 3 e Allegati (Parere alla V Commissione) (Esame e rinvio) ... 127

SEDE REFERENTE:

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul progetto del sistema ferroviario ad alta velocità. C. 1810 Airaudo ed altri (Esame e rinvio) ... 132

RISOLUZIONI:

7-00623 Coppola: Realizzazione di reti a banda ultralarga e accesso tramite sistema pubblico di identità digitale (Discussione e rinvio) ... 135

INTERROGAZIONI:

5-03097 Catalano: Inefficacia del software «Oracolo» utilizzato dalla società Poste italiane ... 135

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 140

5-04693 Cani: Chiusura dell'ufficio postale di Cortoghiana (CI) e ipotesi di ridimensionamento nei servizi offerti da Poste italiane in Sardegna ... 136

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 142

5-04695 De Menech: Chiusura di numerosi uffici postali e ipotesi di ridimensionamento del servizio offerto da Poste italiane nel territorio della provincia di Belluno.
5-04797 Rubinato: Chiusura di numerosi uffici postali e ridimensionamento nei servizi offerti da Poste italiane nella regione Veneto ... 136

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 144

5-04731 Rizzetto: Ipotesi di chiusura di numerosi uffici postali nella regione Friuli-Venezia Giulia ... 137

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 146

5-04854 Garofalo: Chiusura di numerosi uffici postali e ridimensionamento dei servizi offerti da Poste italiane nel territorio della provincia di Messina.
5-04886 Gullo: Ipotesi di chiusura di numerosi uffici postali nel territorio della provincia di Messina e generale ridimensionamento dei servizi postali offerti da Poste italiane ... 138

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 148

IX Commissione - Resoconto di giovedì 16 aprile 2015

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 16 aprile 2015. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 12.30.

Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Ivan CATALANO (SCpI), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata ad esaminare il Documento di economia e finanza 2015. Rileva che, come di consueto, il documento si articola nel programma di stabilità e nel programma nazionale delle riforme. Il programma di stabilità delinea in primo luogo il quadro macroeconomico italiano. Nel 2014 il PIL ha registrato una contrazione dello 0,4 per cento, dovuta prevalentemente alla debolezza della domanda interna, ed in particolare degli investimenti, mentre un contributo positivo al PIL è venuto dalla domanda estera. Per il 2015 il DEF prevede una fase di moderata ripresa: le stime tendenziali di crescita del PIL sono fissate allo 0,7 per cento per il 2015 e all'1,3 per cento per il 2016, al rialzo rispetto alle previsioni programmatiche indicate ad ottobre 2014. Per quanto riguarda l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, il DEF 2015 conferma per il 2014 il rispetto dell'obiettivo del 3 per cento: l'indebitamento tendenziale, a politiche invariate, è previsto del 2,5 per cento nel 2015, dell'1,4 per cento nel 2016, dello 0,2 per cento nel 2017, mentre nel 2018 si dovrebbe conseguire un avanzo di bilancio dello 0,5 per cento; gli obiettivi programmatici per l'indebitamento sono invece quelli del 2,6 per cento nel 2015, dell'1,8 per cento nel 2016, dello 0,8 per cento nel 2017, mentre per il 2018 si fissa l'obiettivo del pareggio di bilancio. Si configura pertanto per i prossimi anni una politica di bilancio espansiva, per un valore pari alla differenza tra obiettivi programmatici e obiettivi tendenziali: 0,1 per cento del PIL nel 2015, 0,4 per cento del PIL nel 2016, 0,6 per cento del PIL nel 2017 e 0,5 per cento del PIL nel 2018. In termini assoluti (rispetto al Pil nominale stimato per gli anni di riferimento) la manovra espansiva si sostanzia in circa 1,6 miliardi di euro per il 2015, 6,7 miliardi di euro per il 2016, 10,4 miliardi di euro per il 2017 e 9 miliardi di euro nel 2018. Per quanto riguarda il debito pubblico, dopo una ulteriore crescita nel 2015 che ne porta il livello al 132,5 per cento del Pil, il DEF prevede che dal 2016 si avvii la fase di discesa, con una prima riduzione di 1,6 punti percentuali rispetto all'anno precedente: la discesa prosegue nel 2017 e nel 2018, rispettivamente per circa 3,5 e 4 punti di PIL, fino a raggiungere il livello del 120 per cento nel 2019, con una riduzione complessiva nel periodo medesimo di oltre 12 punti percentuali.
  Sottolinea che, per quanto concerne i profili di interesse della IX Commissione, il programma nazionale di riforma segnala, in primo luogo, la predisposizione da parte del Governo della strategia nazionale banda ultralarga e della strategia per la crescita digitale, entrambe approvate dal Consiglio dei ministri nella riunione del 3 marzo 2015. La tabella del cronoprogramma di governo indica per il piano banda ultralarga un'attuazione nel periodo 2015-2020. Il DEF 2015 ricorda anche l'attuazione in corso delle disposizioni previste dall'articolo 6 del decreto-legge n. 133/2014 (cosiddetto decreto-legge «Sblocca Italia») in materia di riconoscimento di un credito di imposta IRES ed IRAP entro il limite massimo del 50 per cento dell'investimento aggiuntivo rispetto a quanto già previsto dai piani industriali degli operatori per quanto riguarda gli interventi infrastrutturali relativi alla rete a banda ultralarga. In particolare, il DEF ricorda che risulta in via di predisposizione il decreto attuativo del Ministero dello sviluppo economico chiamato ad individuare condizioni, criteri, modalità operative, di controllo e attuative per la fruizione del credito d'imposta, nonché il procedimento per l'individuazione, da parte del CIPE, del limite degli interventi agevolabili. Al riguardo, ritiene necessario che il rappresentante del Governo fornisca ulteriori elementi alla Commissione in ordine all'emanazione del decreto attuativo, anche alla luce delle recenti notizie di stampa che segnalavano difficoltà evidenziata dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato in ordine alla copertura finanziaria della misura.
  Nel settore dei trasporti, il programma nazionale di riforma conferma, in ambito aeroportuale, la centralità attribuita già nel DEF 2014 al piano nazionale degli aeroporti, di cui si prevede l'approvazione entro giugno 2015. Si specifica che la stesura finale del piano dovrà tenere conto delle integrazioni decise in sede di Conferenza Stato-regioni (la Conferenza si è espressa il 19 febbraio 2015). Rispetto al precedente programma nazionale di riforma viene posto l'accento sull'esigenza di realizzare alleanze di sistema e reti aeroportuali nei bacini individuati dal Piano e di promuovere il miglioramento dell'accessibilità agli aeroporti e le interconnessioni modali, con particolare riferimento ai collegamenti con l'Alta velocità ferroviaria degli aeroporti intercontinentali di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia, nonché all'inserimento delle infrastrutture di ultimo miglio nelle procedure speciali di «legge obiettivo».
  Anche in ambito portuale, è ribadita l'esigenza dell'adozione, entro giugno 2015, del piano nazionale della portualità e della logistica (la cui adozione è prevista ai sensi dell'articolo 29 del decreto-legge n. 133/2014, cd. DL Sblocca Italia). Laddove il DEF 2014 sottolineava l'esigenza dell'individuazione, nell'ambito del piano, di distretti portuali e logistici nell'ambito dei corridoi della rete transeuropea TEN-T, e, quindi, dell'individuazione di una sola Autorità portuale di interesse nazionale per ciascun distretto, ritenendo imprescindibile il superamento della «logica delle 24 autorità portuali», il DEF 2015 prevede una «gerarchizzazione della rete, l'individuazione di bacini portuali di rilevanza nazionale» e «l'individuazione e implementazione di un modello di governance che centralizzi gli indirizzi strategici», nonché una «semplificazione delle rete delle autorità portuali». In questo quadro, il programma nazionale di riforma prevede comunque che la riforma dell'ordinamento portuale conduca a «una razionalizzazione del ruolo delle autorità portuali e a una riduzione del loro numero». In questo contesto si dovrà anche provvedere al completamento dei corridoi europei e al miglioramento delle infrastrutture di collegamento stradali e ferroviarie di ultimo miglio.
  Al riguardo ricorda che il documento sugli squilibri macroeconomici italiani della Commissione europea del 18 marzo 2015 (SWD(2015)31) segnala i «progressi limitati» compiuti per quanto concerne le infrastrutture strategiche nel settore dei porti, citando anche la mancata adozione del piano strategico per la portualità previsto dal decreto-legge «Sblocca Italia»; ricorda anche che il termine (per quanto di carattere ordinatorio), fissato dalla legge, per l'adozione del piano è scaduto il 9 febbraio 2015. Più in generale ritiene opportuno evidenziare l'esigenza di garantire la coerenza e il coordinamento delle linee di programmazione definite nei diversi Piani in materia di trasporti e logistica. Ricorda in proposito che il Governo aveva accolto l'ordine del giorno in tale senso riferito al progetto di legge quadro in materia di interporti e piattaforme logistiche.
  Per quanto concerne il trasporto pubblico locale e ferroviario il programma nazionale di riforma 2015 indica la necessità (con attuazione prevista nel 2016) di un coordinamento tra la programmazione dei servizi e la programmazione degli investimenti, al fine di migliorare progressivamente gli indicatori di efficientamento e razionalizzazione del settore. Si intende anche garantire la concorrenza e la trasparenza dei servizi locali e in particolare quella del trasporto locale ferroviario, coadiuvandosi con l'Autorità dei trasporti.
  Il DEF 2015 annuncia poi la predisposizione di un disegno di legge di riforma del trasporto pubblico locale volto a razionalizzare l'erogazione dei sussidi nel settore ed a garantire che gli affidamenti avvengano con procedure competitive (mentre gli affidamenti in house dovrebbero
rappresentare una categoria residuale). Si annuncia inoltre l'intenzione di affrontare «con spirito di apertura al mercato» il tema del trasporto pubblico non di linea e dei servizi legati alla mobilità innovativa e alla Sharing Economy. Si prevede infine l'approvazione entro la fine del 2015 dei costi-standard nel settore del trasporto pubblico locale (in materia l'articolo 1, comma 84, della legge di stabilità 2014, legge n. 147 del 2013 prevede l'approvazione di un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa intesa in sede di Conferenza unificata). Segnala in proposito che il Consiglio dei ministri del 27 marzo 2015 ha approvato in via definitiva il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo alla determinazione dei fabbisogni standard dei Comuni per diversi settori, tra cui anche i trasporti. In tal senso vengono riprese alcune delle indicazioni contenute nel DEF 2014 in merito agli indirizzi della riforma del trasporto pubblico locale (tra gli altri applicazione dei costi standard; semplificazione delle procedure per la gestione del fondo nazionale per il TPL con introduzione di criteri di premialità/penalità sulla base dell'affidamento del servizio con procedure di evidenza pubblica; attivazione dei sistemi di bigliettazione elettronica integrata).
  In materia di trasporto stradale, il DEF 2015 conferma l'esigenza, già segnalata nel DEF 2014, di un superamento, per l'autotrasporto, della «logica di erogazione annuale di risorse».
  In proposito, ricorda che nel frattempo è intervenuta la riforma del settore operata con la legge di stabilità 2015 (L. n. 190/2014, articolo 1 commi da 247 a 251) che ha effettivamente ridefinito le caratteristiche generali e le condizioni del contratto di trasporto merci previste dall'articolo 83-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, con il superamento del sistema dei contratti basati sui «costi minimi», a favore di una nuova disciplina basata sul principio della libera contrattazione dei prezzi. Le disposizioni hanno inoltre modificato le definizioni di vettore e di committente nel settore dell'autotrasporto, recate dal decreto legislativo n. 286/2005, introducendo e disciplinando la figura del sub-vettore.
  Al riguardo segnala l'opportunità che nella ripartizione delle risorse si privilegino le aziende che pongano in essere iniziative per l'aggregazione in rete, la condivisione della flotta, l'utilizzo di sistemi informatici e telematici, l'acquisto di unità di carico, la dotazione a bordo di sistemi integrati e la riduzione di costi esterni ambientali, come peraltro richiesto in un ordine del giorno a propria prima firma riferito al disegno di legge di stabilità 2015, accolto dal Governo.
  Il DEF segnala inoltre l'approvazione con il DPCM 26 settembre 2014 del piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica. Il documento si impegna infine ad attuare entro il luglio 2015, la piattaforma telematica nazionale dei sistemi di trasporto intelligente (ITS) prevista dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 1o febbraio 2013.
  Ritiene che meritevole di particolare attenzione risulti l'Allegato infrastrutture. Il documento infatti individua, in maniera innovativa rispetto al passato, 25 opere prioritarie all'interno del programma delle infrastrutture strategiche. Le 25 opere hanno nel loro complesso un costo di 70,936 miliardi di euro, già coperto per 47,999 miliardi di euro. Il fabbisogno per il prossimo triennio 2015-2017 è indicato in 3,483 miliardi di euro. Per gli aspetti di competenza della IX Commissione, rileva che tra le 25 opere prioritarie sono collocati i collegamenti ferroviari della Torino-Lione, del Brennero, dell'alta velocità/alta capacità Milano-Venezia, del Terzo Valico dei Giovi, della Napoli-Bari e della Messina-Catania-Palermo, nonché le metropolitane di Torino, di Milano (M4 e M5), di Roma (linea C), di Napoli (linea 6 e linea 1), la Circumetnea, il nodo di Palermo, la Tranvia di Firenze e il servizio ferroviario metropolitano di Bologna. Tra queste opere segnala che per la Torino-Lione, indicata allo stadio di progetto definitivo, si prevede la fine dei lavori per il 31 dicembre 2029 (il costo della parte
italiana è indicato in 2.633 milioni di euro di cui risultano già disponibili 2.564 milioni di euro). Per il Brennero, già in realizzazione, la fine dei lavori è prevista per il 31 dicembre 2025 (il costo è indicato in 4400 milioni di euro, di cui risultano già disponibili 1757 milioni di euro, con un fabbisogno nel triennio 2015-2017 di 691 milioni di euro). Per il terzo valico dei Giovi, in fase di realizzazione, la fine dei lavori è prevista per il 2 febbraio 2021 (il costo è indicato in 6200 milioni di euro di cui risultano già disponibili 2187 milioni di euro). Per la linea C della metropolitana di Roma, in fase di realizzazione, la fine dei lavori è prevista per il 31 dicembre 2021 (il costo è indicato in 2665 milioni di euro, di cui risultano già disponibili 2315 milioni di euro).
  Al riguardo segnala l'opportunità che il Governo fornisca alla Commissione elementi informativi analitici e dettagliati riguardo ai criteri adottati per la selezione delle 25 opere prioritarie.

  Michele DELL'ORCO (M5S) nel sottolineare che ogni anno ci si trova di fronte a strumenti di programmazione che lasciano irrisolte le medesime questioni, osserva che il programma delle infrastrutture strategiche allegato al Documento di economia e finanza sottolinea che la rete autostradale è sostanzialmente immutata dagli anni Ottanta e ritiene che questo, a fronte degli ingenti investimenti che sono stati fatti a beneficio di tale rete, ponga interrogativi rispetto al corretto utilizzo delle risorse pubbliche per le opere infrastrutturali. Sottolinea, inoltre, i continui tagli di risorse che il Governo sta operando a danno dei comuni, con gravi conseguenze sui servizi pubblici in generale e in particolare, sul trasporto pubblico locale, ed esprime preoccupazione riguardo alla possibilità di ulteriori tagli che impedirebbero di fatto l'esercizio del trasporto pubblico da parte degli enti locali. Nel ribadire, come già fatto in precedenti occasioni, il divario – sia in termini di servizi di trasporto che di infrastrutture – esistente tra il nord e il sud d'Italia, rileva la necessità che si superino tali differenze, al fine di rendere omogenee le varie aree del territorio e a tale riguardo sottolinea la necessità che si pervenga ad una rapida risoluzione della questione della continuità territoriale con le isole maggiori, e in particolare con la Sardegna. Nel ricordare la quota assai bassa di trasporto ferroviario nel nostro Paese, richiama l'esigenza di pervenire a modalità di trasporto ecologicamente più sostenibile e a tal fine ritiene necessario che la Commissione prosegua l'esame della proposta di legge presentata dal proprio gruppo avente ad oggetto il car pooling e car sharing. Esprime apprezzamento per la scelta effettuata dal nuovo Ministro, e rispecchiata dall'allegato infrastrutture, di ridurre a 25 il numero delle opere strategiche, ma esprime la preoccupazione che le opere oggi escluse possano essere inserite nei successivi aggiornamenti del documento in esame. Auspica che il Governo possa ulteriormente ridurre il numero di tali opere, a suo giudizio non tutte strategiche, al fine di pervenire ad un recupero di risorse da impiegare in investimenti più utili per il Paese. Ritiene, quindi, indispensabile che la Commissione conosca l'orientamento politico del Governo riguardo alle opere strategiche che si intendono realizzare e auspica pertanto che ci sia una tempestiva occasione di confronto tra il nuovo Ministro e la Commissione.

  Michele Pompeo META, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 16 aprile 2015. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 13.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul progetto del sistema ferroviario ad alta velocità.
C. 1810 Airaudo ed altri.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Giorgio AIRAUDO (SEL), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata ad esaminare in sede referente la proposta di legge C. 1810 recante istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema ferroviario d'alta velocità.
  In particolare, la proposta prevede, all'articolo 2, l'istituzione di una Commissione bicamerale composta da venti senatori e venti deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari (ma comunque assicurando la presenza di almeno un componente per ciascun gruppo). La Commissione eleggerà poi al suo interno, nella prima seduta, un presidente, due vicepresidenti e due segretari. Gli ambiti di indagine della Commissione sono individuati dall'articolo 1, comma 1, nel progetto del progetto del sistema ferroviario ad alta velocità relativo alle linee nazionali passeggeri e nella linea internazionale alta velocità/alta capacità Torino-Lione. In base al comma 2 la Commissione dovrà concludere i propri lavori entro un anno dalla data della sua costituzione e presentare alle Camere una relazione finale entro i due mesi successivi. In proposito, richiama la rilevanza del tema, anche alla luce dei più recenti sviluppi che hanno visto da ultimo l'approvazione da parte del CIPE, il 20 febbraio 2015, del progetto definitivo della linea ferroviaria Torino-Lione e quindi, il 24 febbraio 2015, la firma dell'Accordo tra Italia e Francia per avviare la realizzazione dei lavori definitivi. Inoltre il 26 febbraio 2015 l'Italia ha inviato alla Commissione UE la domanda per il contributo europeo per l'Italia, pari a 720 milioni di euro, nell'ambito della prima tranche dei bandi infrastrutturali europei per le reti TEN-T; ricorda che in proposito il regolamento UE n. 1315/2013 prevede per le opere collocate, come la Torino-Lione, nel corridoio 3 Mediterraneo un contributo dell'Unione che può arrivare fino al 40 per cento nella fase dei lavori. Segnala anche che la Commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato ha avviato l'esame della proposta di legge S. 1189 che prevede l'istituzione di una Commissione bicamerale d'inchiesta sul progetto e la realizzazione della linea ferroviaria di alta velocità Torino-Lione. Da un punto di vista formale l'oggetto delle due commissioni d'inchiesta risulta non interamente corrispondente. La proposta di legge in esame considera infatti anche il sistema ferroviario d'alta velocità nel suo complesso.
  Il comma 1 dell'articolo 1 indica anche i compiti specifici della Commissione d'inchiesta. La Commissione dovrà in primo luogo verificare l'attuazione delle normative vigenti in materia e le eventuali inadempienze da parte dei soggetti pubblici e privati destinatari, nonché verificare il rispetto dei princìpi contenuti nella Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, fatta ad Aarhus il 25 giugno 1998, resa esecutiva per l'Italia con la legge n. 108 del 2001. La Commissione dovrà inoltre verificare gli oneri complessivi del progetto, dall'istituzione della società Treno ad alta velocità (TAV) Spa, alla data di entrata in vigore della legge, individuando i costi sostenuti direttamente o indirettamente dallo Stato per la progettazione, la gestione delle relazioni contrattuali e per altre opere strettamente correlate al progetto, nonché quantificare gli oneri finanziari a carico dello Stato in relazione alle garanzie per i prestiti attivati dalla società TAV Spa. Ricorda in proposito che la società TAV Spa è stata istituita nel luglio 1991 allo scopo di progettare e costruire le linee di alta velocità, con un capitale partecipato al 55,5 per cento da istituti di credito italiani ed esteri, e per il restante 45,5 per cento da Ferrovie dello Stato; la società, a far data dal 31 dicembre 2010, è stata fusa per incorporazione in Rete Ferroviaria Italiana). Al riguardo, si propone di verificare in particolare gli oneri effettivi sostenuti e da sostenere per la realizzazione di nodi, materiale rotabile e infrastrutture aeree, nonché i costi totali a carico dello Stato e degli enti locali in relazione alla diffusione di progetti ferroviari ad alta velocità nel territorio nazionale. Tra gli altri compiti della Commissione ricorda la verifica della regolarità degli appalti, nonché dei costi dell'Osservatorio tecnico Torino-Lione (osservatorio istituito con DPCM 1 marzo 2006 quale sede tecnica di confronto delle istanze interessate alla realizzazione della linea e composto dai rappresentanti dei Ministeri, della Regione, della Provincia e del Comune di Torino, degli altri Enti locali interessati, da un rappresentante della Delegazione italiana della Commissione intergovernativa italo-francese per la nuova linea e dai rappresentanti di RFI ed LTF Lyon-Turin Ferroviarie, la società di scopo costituita per la costruzione della linea). La Commissione dovrà anche verificare la rispondenza tra i progetti del sistema ferroviario ad alta velocità e ad alta capacità e le politiche infrastrutturali, le strategie organizzative e di mercato, con particolare riguardo al recupero di quote di domanda di trasporto di lunga percorrenza di passeggeri e di merci; verificare che il sistema di integrazione della rete ferroviaria garantisca la piena interoperabilità e cooperazione fra ferrovie a livello nazionale ed europeo; verificare che la realizzazione dei nodi ferroviari abbia tenuto conto delle priorità del trasporto pubblico locale e delle merci; verificare la possibilità di altre potenziali alternative alla realizzazione della nuova linea ferroviaria internazionale Torino-Lione. Ulteriori ambiti di intervento della Commissione sono rappresentati dalla verifica dell'impatto ambientale delle opere relative al progetto di alta velocità ferroviaria, nonché dall'indagine sulle effettive conseguenze ambientali e sanitarie, dirette e indirette, collegate alla realizzazione delle opere relative al progetto, tenuto conto, tra l'altro, dei problemi geologici legati alla diffusa presenza di uranio e di amianto. La Commissione dovrà infine proporre soluzioni legislative e amministrative finalizzate a rendere più coordinata e incisiva l'iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali, nonché a rimuovere le disfunzioni eventualmente accertate.
  Il comma 3 dell'articolo 1 prevede che la Commissione proceda alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria, in conformità con quanto previsto dall'articolo 82, secondo comma, della Costituzione. Inoltre, in base all'articolo 3, per le testimonianze davanti alla Commissione si applicano le disposizioni relativi ai delitti contro l'autorità giudiziaria previsti dagli articoli da 366 a 384-bis del codice penale (rifiuto di uffici legalmente dovuti, calunnia, falsa testimonianza, frode processuale, intralcio alla giustizia, favoreggiamento, rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale). In altre parole, quando necessario, ai testimoni di fronte alla Commissione d'inchiesta potranno essere contestate le fattispecie di reato ora richiamate, come se si trattasse di una testimonianza davanti a un giudice. L'articolo 4 disciplina l'acquisizione di atti e documenti, stabilendo che la Commissione possa acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti dal segreto. In tale ultimo caso la Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza. L'articolo 5 prevede che i componenti della Commissione, nonché il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di
inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio, siano obbligati al segreto per tutto ciò che riguarda gli atti e i documenti acquisiti dalla Commissione. La violazione di tale segreto, nonché la diffusione in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali è stata vietata la divulgazione, sono punite ai sensi dell'articolo 326 del codice penale. L'articolo 6 prevede che l'attività e il funzionamento della Commissione siano disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione prima dell'inizio dei lavori e di cui ciascun componente può proporre modifiche. Si prevede espressamente che la Commissione possa organizzare i propri lavori anche attraverso comitati e che si possa riunire in seduta segreta ogni volta che lo ritenga opportuno.
  Per quanto riguarda il personale e le spese di funzionamento, i commi 4, 5 e 6 dell'articolo 5 prevedono che la Commissione si avvalga del personale, di locali e di strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, d'intesa tra loro. La Commissione può inoltre avvalersi dell'opera di agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria e di altre collaborazioni che siano ritenute necessarie. Le spese per il funzionamento della Commissione, stimate in 40.000 euro annui, sono poste per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica e per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.

  Arianna SPESSOTTO (M5S) concorda, a nome del proprio Gruppo, riguardo all'istituzione di una Commissione d'inchiesta sull'alta velocità e fa presente che anche il MoVimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge analoga, avente ad oggetto tuttavia la sola tratta Torino-Lione, alla base, a suo giudizio, dell'illegale sistema di gestione delle opere pubbliche. Ritiene che la Commissione d'inchiesta oggetto della proposta in esame dovrebbe avere una durata superiore a 12 mesi, essendo chiamata ad indagare su tutte le tratte ad alta velocità ferroviaria e propone che venga esplicitato nel testo che non saranno previste indennità di carica per i componenti della Commissione medesima.

  Ivan DELLA VALLE (M5S) sottolinea l'importanza della proposta di legge in esame, dal momento che ritiene che l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sia il modo più corretto di affrontare una questione che negli anni ha visto scandali, cattive gestioni, fortissime opposizioni dei territori e gravi forme di illegalità. Auspica che il nuovo Ministro delle infrastrutture e dei trasporti manifesti un'apertura verso una diversa modalità di affrontare le questioni degli appalti pubblici, tale da segnare un cambio di passo anche rispetto ai recenti scandali. Auspica che gli altri Gruppi parlamentari possano valutare serenamente il contenuto della proposta di legge in esame, il cui argomento non costituisce una questione di bandiera per questa o quella parte politica, ma è volto ad effettuare un'indagine seria per verificare le modalità di utilizzo delle risorse pubbliche.

  Giorgio AIRAUDO (SEL) ad integrazione della relazione, fa presente che i costi per la realizzazione dell'alta velocità in Italia sono lievitati in maniera assai ingente rispetto alle previsioni originarie e ritiene quindi che l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sia un atto dovuto anche nei confronti dei cittadini contribuenti, che a suo giudizio apprezzeranno la volontà di fare chiarezza sull'utilizzo di denaro pubblico.

  Michele Pompeo META, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.20.

RISOLUZIONI

  Giovedì 16 aprile 2015. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 13.20.

7-00623 Coppola: Realizzazione di reti a banda ultralarga e accesso tramite sistema pubblico di identità digitale.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in oggetto.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Paolo COPPOLA (PD) nell'illustrare la risoluzione a propria prima firma, fa presente che gli obiettivi dell'agenda digitale sono quelli di una penetrazione della banda ultralarga entro il 2020 a 30 mbps per il 100 per cento della popolazione e a 100 mbps per il 30 per cento della popolazione. Ricorda che il Governo, in attuazione dell'agenda digitale, ha predisposto un piano strategico assai più ambizioso, suddividendo il territorio nazionale in sezioni poco più grandi di quelle relative al censimento e dividendole in quattro categorie a seconda dell'appetibilità per il mercato. Sottolinea che nella risoluzione si chiede di attribuire carattere prioritario ai progetti che abbiano ad oggetto la scuola, la sanità e il turismo, settori che hanno nei primi due casi un evidente valore di ordine sociale e nel terzo un valore di tipo economico, essendo il turismo a suo giudizio un importante volano per lo sviluppo del Paese. Inoltre ritiene che l'autenticazione mediante sistema di pubblico di identità digitale, richiesta nella risoluzione anche a favore dei cittadini stranieri, costituisca una modalità di accesso semplice e tale da permettere la profilazione e quindi l'offerta di servizi che più rispondano alle esigenze dell'utente.

  Mirella LIUZZI (M5S) nel condividere in via generale l'atto di indirizzo del collega Coppola, ritiene che sarebbe preferibile che venisse precisato che la priorità debba essere assegnata all'infrastrutturazione con reti a banda ultralarga nei settori scolastico e sanitario pubblici e che venga data priorità a quei distretti scolastici, sanitari o turistici inclusi nel cluster D, in quanto meno appetibili per il mercato. Subordinatamente a tali integrazioni, preannuncia la valutazione favorevole del proprio Gruppo sulla proposta di risoluzione in discussione.

  Paolo COPPOLA (PD) si riserva di riformulare il testo della propria proposta di risoluzione in modo da tener conto delle osservazioni svolte dalla collega Liuzzi.

  Michele Pompeo META (PD), nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.30.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 16 aprile 2015. — Presidenza del vicepresidente Ivan CATALANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Antonello Giacomelli.

  La seduta comincia alle 13.30.

  Ivan CATALANO, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

5-03097 Catalano: Inefficacia del software «Oracolo» utilizzato dalla società Poste italiane.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Ivan CATALANO (SCpI), replicando, osserva che il software Oracolo non dà alcuna informazione sull'autenticità del documento. Osserva infatti che, non avendo un collegamento con l'anagrafe e rilevando soltanto che esso non sia stato smarrito o rubato, tale sistema esegue un controllo analogo a quello effettuato dal sistema telematico del Ministero dell'interno. Fa presente, al riguardo, che l'inserimento di numeri di identità non esistenti, sperimentato per verificare la bontà del sistema, non restituisce alcun messaggio di errore da parte del sistema telematico, che consente quindi di procedere con le operazioni di pagamento. Osserva infine che dalle notizie in suo possesso si tratta di un sistema che viene autoalimentato, dal momento che vengono inseriti nella banca dati della società Poste italiane i dati dei documenti di identità smarriti o rubati sulla base delle denunce di smarrimento o furto che devono essere presentate obbligatoriamente dai clienti al fine di compiere le operazioni postali o bancarie. Rileva inoltre che nell'interrogazione si chiedeva di conoscere anche il nome del dirigente che ha affidato il contratto di consulenza per tale software, ed esprime insoddisfazione per la mancata risposta del Governo su tale punto.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI nel ribadire, come già detto in premessa, che il Ministero che rappresenta ha competenze solo in ordine al corretto esercizio da parte di Poste degli obblighi di servizio universale, ritiene le considerazioni svolte dal presentatore nel corso della replica assai rilevanti e si riserva di compiere un ulteriore approfondimento delle tematiche evidenziate, sia con la società Poste italiane, sia con chi nel Governo ha competenze in materia di sicurezza e verifica dei dati personali.

5-04693 Cani: Chiusura dell'ufficio postale di Cortoghiana (CI) e ipotesi di ridimensionamento nei servizi offerti da Poste italiane in Sardegna.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Emanuele CANI (PD), replicando, pur essendo consapevole che le decisioni prese da Poste italiane sono conformi alla normativa vigente, sottolinea la specificità del caso riportato nell'atto di sindacato ispettivo a sua firma, dal momento che la realtà urbana della provincia di Carbonia vede, oltre la zona urbana vera e propria, molti centri di dimensioni abbastanza rilevanti, che dal punto di vista urbanistico possono essere considerate entità autonome e a sé stanti. Auspica, quindi, che il piano di razionalizzazione degli uffici postali predisposto dalla società Poste possa essere riconsiderato sulla base di elementi geografici ed urbanistici, che portino a rivedere la scelta della chiusura dell'ufficio postale di Cortoghiana e a prevedere una forma di razionalizzazione che contemperi le esigenze della società con quelle dei territori.

5-04695 De Menech: Chiusura di numerosi uffici postali e ipotesi di ridimensionamento del servizio offerto da Poste italiane nel territorio della provincia di Belluno.
5-04797 Rubinato: Chiusura di numerosi uffici postali e ridimensionamento nei servizi offerti da Poste italiane nella regione Veneto.

  Ivan CATALANO, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla medesima materia, saranno svolte congiuntamente.

  Diego CRIVELLARI (PD) dichiara di voler sottoscrivere l'interrogazione De Menech n. 5-04695.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Simonetta RUBINATO (PD), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta resa, della quale si dichiara parzialmente soddisfatta. Nel ricordare infatti le competenze che il Governo e il Parlamento hanno nel settore postale, sia riguardo alla determinazione del contributo per il servizio universale, sia per quanto concerne la determinazione delle tariffe, rileva che la società Poste si è resa protagonista, negli ultimi anni, di un apprezzabile cambiamento verso il digitale, che deve però aiutare l'azienda a trovare soluzioni che contemperino le esigenze di sostenibilità della gestione con la garanzia del servizio universale da rendere ai cittadini, soprattutto a quelli più disagiati. Osserva che l'entrata in vigore del piano di razionalizzazione della rete postale è stata sospesa in attesa che si realizzassero incontri con i territori, che tuttavia in Veneto non hanno ancora avuto luogo, volti a individuare soluzioni più efficaci. Pur consapevole della necessità di razionalizzare gli uffici postali de Paese, auspica che le decisioni che verranno prese dall'azienda siano concertate con i territori e tengano conto delle esigenze specifiche degli utenti e che si mettano in campo soluzioni alternative che compensino, anche se in parte, i disagi che tali chiusure necessariamente andranno a determinare. Segnala che in Francia sono state adottate forme di sinergia tra le amministrazioni locali e la società che eroga il servizio postale universale, come ad esempio la messa a disposizione da parte dei comuni di appositi spazi, volte a consentire all'azienda un abbattimento dei costi, senza incidere sul servizio.

  Diego CRIVELLARI (PD), replicando in qualità di cofirmatario, nel concordare con le considerazioni della collega Rubinato, fa presente di aver partecipato all'audizione dell'amministratore delegato svoltasi nella giornata di ieri dalla quale è emersa la difficoltà, per la società Poste, di contemperare la sostenibilità economica dell'azienda con l'attuale struttura degli uffici postali. Ritiene opportuno che i tavoli di confronto con le amministrazioni locali annunciati dall'amministratore delegato, la cui utilità è stata ribadita da ultimo dal rappresentante del Governo, abbiano luogo quanto prima, anche in ragione della specificità territoriale di alcune zone del Paese, come il Veneto, in cui sono presenti grandi città ma anche piccoli comuni e frazioni in cui l'ufficio postale costituisce uno degli ultimi presidi di servizio pubblico rimasti.

5-04731 Rizzetto: Ipotesi di chiusura di numerosi uffici postali nella regione Friuli-Venezia Giulia.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Walter RIZZETTO (Misto-AL), replicando, ringrazia il Sottosegretario della risposta, rispetto alla quale si dichiara peraltro del tutto insoddisfatto. Ritiene che malgrado il rispetto da parte di Poste dei parametri imposti dalla normativa, cui faceva riferimento il rappresentante del Governo, bisogna tenere conto del disagio dei cittadini, soprattutto anziani, che abitano in alcuni territori, in particolare quelli montani, in cui anche pochi chilometri necessari per raggiungere il più vicino ufficio postale possono costituire una barriera invalicabile. Osserva che la società Poste sta andando verso forme sempre più spinte di privatizzazione e ricorda che il servizio postale deve essere reso ai cittadini contribuenti in forme che tengano conto delle esigenze dell'utenza più che dei profitti della società. Osserva che se si accede ad una logica di puro mercato, altre aziende possono concorrere per rendere il servizio postale universale al pari di Poste italiane, e ricevere i contributi da parte dello Stato. Sottolinea che la finalità dell'atto di sindacato ispettivo a propria firma è quella di sensibilizzare il Governo e la società Poste italiane a tenere in debito conto le esigenze dei territori e i problemi reali delle persone, soprattutto anziane, che abitano territori ortograficamente svantaggiati, dal momento che la chiusura anche di pochi presidi creerà problemi assai ingenti a fasce di popolazione svantaggiate.

5-04854 Garofalo: Chiusura di numerosi uffici postali e ridimensionamento dei servizi offerti da Poste italiane nel territorio della provincia di Messina.
5-04886 Gullo: Ipotesi di chiusura di numerosi uffici postali nel territorio della provincia di Messina e generale ridimensionamento dei servizi postali offerti da Poste italiane.

  Ivan CATALANO, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla medesima materia, saranno svolte congiuntamente.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5). Preliminarmente, anche in ragione delle repliche dei deputati interroganti, rileva che, pur comprendendo le motivazioni sottese alla presentazione di atti di sindacato ispettivo su questo specifico tema, non può non considerare il quadro normativo che ha attribuito all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni la competenza in ordine alla vigilanza sulla società Poste italiane. Sottolinea in ogni caso che, pur in assenza di una specifica competenza e di specifici poteri del Ministero dello sviluppo economico in ordine alla vigilanza su Poste italiane, il Ministero stesso ha esercitato un'azione di moral suasion nei confronti della società, convocando una riunione con i vertici societari e i rappresentanti dell'Autorità, volta a valutare con attenzione l'impatto sociale dell'intervento proposto da Poste. Fa presente che, stante la richiesta fatta a Poste di contemperare le esigenze dei territori con quelle di bilancio dell'azienda, il Governo ha chiesto alla società che si procedesse all'attuazione del piano solo dopo aver verificato la situazione dei singoli territori attraverso appositi tavoli di confronto con gli amministratori locali e valutando l'attivazione di servizi innovativi volti a compensare, anche se parzialmente, i disagi recati dalla chiusura degli uffici postali. Invita quindi i commissari a sollecitare sindaci e amministratori locali a partecipare a tali incontri, anche al fine di orientare nel senso auspicato il processo di trasformazione del servizio postale.

  Vincenzo GAROFALO (AP), replicando, pur consapevole dell'attribuzione all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza prima ascritte al Ministero dello sviluppo economico, sente il dovere, in qualità di parlamentare, di segnalare al Governo, che ritiene l'interlocutore principale del Parlamento, malfunzionamenti come quelli rilevati nell'atto di sindacato ispettivo a propria firma. Pur comprendendo che l'avvio di tutti i processi innovativi comporta qualche disagio, rileva che la situazione di generale soddisfazione enunciata dall'amministratore delegato di Poste italiano nel corso dell'audizione svoltasi nella giornata di ieri non corrisponde sempre a verità, come dimostrano i numerosissimi atti di sindacato ispettivo non solo relativi alla chiusura degli uffici postali, ma al generale senso di insoddisfazione dei cittadini rispetto ai ritardi e ai malfunzionamenti del servizio postale. Rileva che la società Poste italiane è da sempre parte della cultura collettiva del Paese, anche in ragione dello svolgimento del servizio universale e della diffusione della rete di uffici postali, e chiede pertanto che il processo di razionalizzazione degli uffici sia affiancato da un piano che accompagni l'utenza verso il nuovo assetto. Auspica altresì che l'assunzione di 8000 nuove unità di personale annunciata ieri dall'amministratore delegato di Poste italiane sia funzionale all'aumento della qualità e dell'efficienza del sistema postale e invita il Governo a continuare nel ruolo finora svolto, nell'interesse dei cittadini. Da ultimo, esprime forti perplessità per il modo con cui Poste italiane, sorprendendo perfino il Ministero, ha gestito la questione delle agenzie di recapito.

  Maria Tindara GULLO (PD), replicando, nel ringraziare il sottosegretario per la risposta resa, concorda con le considerazioni svolte dal collega Garofano.

  Ivan CATALANO, presidente, ricorda ai colleghi che la Commissione sarà tra breve chiamata ad esprimere il parere di competenza sul Contratto di programma con Poste italiane.
  Dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.30.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

INTERROGAZIONI

5-04688 Magorno: Ipotesi di chiusura di numerosi uffici postali e ridimensionamento nei servizi offerti da Poste italiane nella regione Calabria.

IX Commissione - giovedì 16 aprile 2015

ALLEGATO 1

5-03097 Catalano: Inefficacia del software «Oracolo» utilizzato dalla società Poste italiane.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei premettere che la materia oggetto dell'atto in esame esula dalle competenze del Ministero dello sviluppo economico che, come noto, ha compiti esclusivamente in materia di servizio postale universale.
  In ogni caso si è provveduto ad acquisire qualche informazione, presso la predetta società, sulla vicenda riportata nell'interrogazione oggetto di discussione.
  A tale proposito, Poste Italiane ha comunicato che il citato Sistema «Oracolo», grazie al collegamento diretto ed operativo, in tempo reale con le proprie banche dati, del Ministero degli Interni, dell'Agenzia delle Entrate e della Motorizzazione Civile, consente di accertare l'autenticità dei documenti presentati dalla clientela, permettendone il riconoscimento ed il corretto censimento.
  Il Fornitore designato del servizio universale ha evidenziato che l'utilizzo del Sistema è di fondamentale importanza per le rilevazioni riguardanti la cosiddetta «posizione anagrafica» dei singoli clienti per adempimenti normativi finalizzati alla redazione delle comunicazioni statistiche di vigilanza quali, ad esempio, quelle richieste dalla Banca d'Italia ovvero per l'adozione di iniziative connesse all'attività di antiriciclaggio.
  Lo stesso Sistema consente, inoltre, di verificare in tempo reale l'autenticità dei codici fiscali o di rilevare la presentazione di denunce riguardanti furti o smarrimenti di documenti, nonché di individuare segnalazioni già presenti nell'archivio antifrode aziendale garantendo tempestivi ed esaustivi controlli, attraverso l'attivazione di collegamenti telematici con banche dati interne ed esterne alla Società.
  Poste Italiane ha precisato che attualmente il Sistema «Oracolo», grazie alla tecnologia adottata, è anche in grado di garantire la tempestiva analisi delle segnalazioni sospette concernenti eventuali furti di identità. L'integrazione dell'operatività degli Uffici postali con l'attività svolta dal personale preposto alla rilevazione delle frodi permette altresì l'immediata attivazione delle idonee iniziative per contrastare eventuali illeciti ed offrire, al contempo, un valido strumento per l'analisi e l'approfondimento di nuovi scenari comportamentali.
  L'adozione del Sistema di verifica in argomento, ad avviso della Società, ha permesso finora di conseguire risultati significativi nelle attività di prevenzione e contrasto delle frodi e, in particolare, nella lotta a varie tipologie di illeciti legati al furto di identità, quali, ad esempio:
   apertura di conti correnti o libretti di risparmio con generalità false, per la riscossione di assegni sospetti;
   cambi per cassa di assegni clonati, utilizzando generalità autentiche, ma presentando documenti falsificati (furto di identità);
   accesso al credito (apertura di conti correnti con conseguente richiesta di prestiti) avvalendosi di documenti falsi e di generalità di cittadini ignari;
   prelievi da sportello, per monetizzare gli importi di frodi attuate mediante il cosiddetto phishing;

   richieste di finanziamenti utilizzando documentazione falsa.

  Con riferimento all'affidamento ad una società esterna delle attività di sviluppo del software «Oracolo», Poste Italiane ha confermato, infine, che tale iniziativa progettuale e le relative procedure contrattuali, in ragione dei requisiti di elevata specializzazione richiesti, sono state gestite dalle Funzioni aziendali competenti che hanno provveduto, in coerenza con quanto previsto dalla normativa vigente e dalle strategie aziendali, all'individuazione del partner tecnologico tramite regolare Gara di Appalto.

ALLEGATO 2

5-04693 Cani: Chiusura dell'ufficio postale di Cortoghiana (CI) e ipotesi di ridimensionamento nei servizi offerti da Poste italiane in Sardegna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare, il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto del decreto-legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge del 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  Il Contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste Italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS recante «Punti di accesso alla rete postale: modifica dei criteri di distribuzione degli uffici di Poste Italiane» ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, attraverso l'introduzione di specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Ciò premesso, per quanto concerne la Regione Sardegna, Poste Italiane ha precisato che rispetto ai 442 uffici postali operativi, di cui 49 attivi in modalità doppio turno, sono stati previsti 2 interventi di chiusura e 14 di rimodulazione delle giornate di apertura.
  Nella Regione sono, inoltre, presenti 223 sportelli automatici (ATM), di cui 215 disponibili 24 ore.
  La società fa inoltre presente che Carbonia, non rientra nella categoria dei comuni qualificati rurali e montani e che, nello stesso, sono presenti 5 uffici postali, di cui uno attivo in modalità doppio turno, e 5 sportelli automatici (ATM).

  Nel Piano degli interventi di razionalizzazione è inserita la sola chiusura dell'ufficio «Cortoghiana», menzionato dall'interrogante.
  In ogni caso, Poste Italiane ha assicurato che tutti gli interventi inseriti nel Piano risultano essere pienamente rispettosi della normativa sopra menzionata e che l'attuazione degli stessi avverrà solo dopo aver completato il dialogo avviato con le Istituzioni locali.
  Si auspica, quindi, nel rispetto delle esigenze dell'utenza, la massima concertazione tra Poste Italiane e le Amministrazioni locali. Al riguardo si fa presente che il 6 febbraio 2015 abbiamo inviato una lettera all'amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio e al presidente dell'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani per sollecitare un incontro per valutare quanto fosse opportuno fare nel rispettivo ambito di competenza.
  L'incontro si è tenuto al Ministero dello sviluppo economico il 12 febbraio. L'Amministratore Delegato di Poste Italiane – pur ammettendo qualche problema di comunicazione del Piano – ha escluso un impatto occupazionale e una riduzione dei servizi ai cittadini, e ha ribadito che i tagli degli uffici previsti nel 2015 sono compatibili con i criteri fissati dalla delibera Agcom di agosto 2014.
  Tale dichiarazione è stata poi confermata dalla stessa Agcom alla quale spetta verificare il rispetto degli obblighi del piano annuale fissati dal decreto 7 ottobre 2008 sulla distribuzione degli uffici postali sul territorio.
  Tuttavia, su nostra richiesta, Poste Italiane ha accettato di coinvolgere fin da subito Regioni e Comuni (attraverso le rispettive associazioni) nella fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali. In particolare l'azienda si è impegnata a spiegare come servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale per i cittadini.
  Nel corso dell'incontro abbiamo anche ricordato i termini per la firma tra il Ministero dello sviluppo economico e Poste Italiane del nuovo contratto di programma che riscriverà le regole sul servizio universale.
  La stessa Agcom ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A. e delle quali vengono segnalate puntuali e circostanziate violazioni.

ALLEGATO 3

5-04695 De Menech: Chiusura di numerosi uffici postali e ipotesi di ridimensionamento del servizio offerto da Poste italiane nel territorio della provincia di Belluno.
5-04797 Rubinato: Chiusura di numerosi uffici postali e ridimensionamento nei servizi offerti da Poste italiane nella regione Veneto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare, il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto del decreto-legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge del 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  Il Contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste Italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS recante «Punti di accesso alla rete postale: modifica dei criteri di distribuzione degli uffici di Poste Italiane» ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, attraverso l'introduzione di specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Con particolare riferimento al territorio veneto, la società Poste Italiane ha precisato che, rispetto ai 1055 uffici postali attualmente operativi, dei quali 88 aperti a modalità di doppio turno, sono stati inseriti nel Piano 49 interventi di chiusura e 5 interventi di rimodulazione delle giornate di apertura. Nel territorio regionale sono altresì presenti 532 sportelli automatici (ATM) dei quali 523 attivi h.24.

  Per quanto riguarda la provincia di Belluno, di particolare interesse dell'Onorevole De Menech, l'azienda ha evidenziato che a fronte dei 106 uffici postali al momento attivi, 7 dei quali a modalità di doppio turno, sono stati inseriti nel Piano 3 interventi di chiusura e 4 di modulazione oraria. Sul territorio provinciale, inoltre, risultano essere operativi 35 sportelli automatici (ATM) dei quali 34 attivi h.24.
  In ogni caso, Poste Italiane ha assicurato che tutti gli interventi inseriti nel Piano risultano essere pienamente rispettosi della normativa vigente in materia e che, in ogni caso, l'attuazione degli stessi, avverrà solo dopo aver completato il dialogo avviato con le Istituzioni locali.
  Si auspica, quindi, nel rispetto delle esigenze dell'utenza, la massima concertazione tra Poste Italiane e le Amministrazioni locali. Tale impegno è stato, peraltro, evidenziato anche durante l'incontro del 12 febbraio scorso avuto con l'Amministratore Delegato di Poste Italiane ed il Presidente dell'AGCOM.
  Al riguardo si fa presente che il 6 febbraio 2015 abbiamo inviato una lettera all'amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio e al presidente dell'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani per sollecitare un incontro per valutare quanto fosse opportuno fare nel rispettivo ambito di competenza.
  L'incontro si è tenuto al Ministero dello Sviluppo Economico il 12 febbraio.
  L'Amministratore Delegato di Poste Italiane – pur ammettendo qualche problema di comunicazione del Piano – ha escluso un impatto occupazionale e una riduzione dei servizi ai cittadini, e ha ribadito che i tagli degli uffici previsti nel 2015 sono compatibili con i criteri fissati dalla delibera Agcom di agosto 2014.
  Tale dichiarazione è stata poi confermata dalla stessa Agcom alla quale spetta verificare il rispetto degli obblighi del piano annuale fissati dal decreto 7 ottobre 2008 sulla distribuzione degli uffici postali sul territorio.
  Tuttavia, su nostra richiesta, Poste Italiane ha accettato di coinvolgere fin da subito Regioni e Comuni (attraverso le rispettive associazioni) nella fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali. In particolare l'azienda si è impegnata a spiegare come servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale per i cittadini.
  Per completezza di informazione si rappresenta che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sentita al riguardo, ha evidenziato che al fine di consentire una valutazione più puntuale dell'impatto del suddetto Piano sulla popolazione locale, nonché l'eventuale individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale, l'articolo 5, comma 1, della citata delibera n. 342/14/CONS ha previsto l'obbligo di notifica preventiva ai Sindaci dei Comuni interessati almeno 60 giorni prima della data prevista di attuazione dell'intervento.
  La stessa Autorità ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A. e delle quali vengono segnalate puntuali e circostanziate violazioni.

ALLEGATO 4

5-04731 Rizzetto: Ipotesi di chiusura di numerosi uffici postali nella regione Friuli-Venezia Giulia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare, il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto del decreto legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge del 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  Il Contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste Italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS recante «Punti di accesso alla rete postale: modifica dei criteri di distribuzione degli uffici di Poste Italiane» ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, attraverso l'introduzione di specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Ciò premesso, per quanto concerne il territorio friulano, Poste Italiane ha precisato che, nel rispetto dell'attuale quadro normativo di riferimento, rispetto ai 334 uffici postali retail ed i 3 uffici dedicati alle imprese attivi in tutto il territorio, sono previste 19 chiusure e, nella sola Provincia di Udine, a fronte di 181 uffici al momento operativi, sono previste 13 chiusure.
  Nel territorio friulano sono inoltre presenti 158 ATM di cui 156 disponibili h.24.
  Con particolare riferimento alla chiusura definitiva dell'ufficio postale «Ospedaletto», citato nell'atto in esame, Poste Italiane ha precisato che non essendo lo stesso ufficio ubicato in località rurale e montana e non essendo presidio unico del
Comune di Gemona del Friuli, l'intervento risulta rispettoso della normativa sopra menzionata.
  In ogni caso, Poste Italiane ha assicurato che tutti gli interventi inseriti nel Piano risultano essere pienamente rispettosi della normativa sopra menzionata e che l'attuazione degli stessi avverrà solo dopo aver completato il dialogo avviato con le Istituzioni locali.
  Si auspica, quindi, nel rispetto delle esigenze dell'utenza, la massima concertazione tra Poste Italiane e le Amministrazioni locali. Al riguardo si fa presente che il 6 febbraio 2015 abbiamo inviato una lettera all'amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio e al presidente dell'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani per sollecitare un incontro per valutare quanto fosse opportuno fare nel rispettivo ambito di competenza.
  L'incontro si è tenuto al Ministero dello sviluppo economico il 12 febbraio.
  L'Amministratore Delegato di Poste Italiane – pur ammettendo qualche problema di comunicazione del Piano – ha escluso un impatto occupazionale e una riduzione dei servizi ai cittadini, e ha ribadito che i tagli degli uffici previsti nel 2015 sono compatibili con i criteri fissati dalla delibera Agcom di agosto 2014.
  Tale dichiarazione è stata poi confermata dalla stessa Agcom alla quale spetta verificare il rispetto degli obblighi del piano annuale fissati dal decreto 7 ottobre 2008 sulla distribuzione degli uffici postali sul territorio.
  Tuttavia, su nostra richiesta, Poste Italiane ha accettato di coinvolgere fin da subito Regioni e Comuni (attraverso le rispettive associazioni) nella fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali. In particolare l'azienda si è impegnata a spiegare come servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale per i cittadini.
  Nel corso dell'incontro abbiamo anche ricordato i termini per la firma tra il Ministero dello sviluppo economico e Poste Italiane del nuovo contratto di programma che riscriverà le regole sul servizio universale.
  La stessa Agcom ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A. e delle quali vengono segnalate puntuali e circostanziate violazioni.

ALLEGATO 5

5-04854 Garofalo: Chiusura di numerosi uffici postali e ridimensionamento dei servizi offerti da Poste italiane nel territorio della provincia di Messina.
5-04886 Gullo: Ipotesi di chiusura di numerosi uffici postali nel territorio della provincia di Messina e generale ridimensionamento dei servizi postali offerti da Poste italiane.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare, il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per effetto del decreto-legge del 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge del 22 dicembre 2011, n. 214.
  Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.
  In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.
  Il Contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste Italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.
  L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.
  Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS recante «Punti di accesso alla rete postale: modifica dei criteri di distribuzione degli uffici di Poste Italiane» ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali di cui all'articolo 2 del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, attraverso l'introduzione di specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.
  Il Contratto di programma, inoltre, consente a Poste Italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.
  Con particolare riferimento al territorio della provincia di Messina menzionata negli atti in esame, preciso che, la predetta società ha precisato che, rispetto ai 217 uffici postali attualmente operativi, dei quali 26 attivi in modalità di doppio turno, sono inseriti nel Piano 15 interventi di chiusura e 6 interventi di rimodulazione delle giornate di apertura.

  Sul menzionato territorio provinciale sono altresì presenti 116 sportelli automatici (ATM) dei quali 112 attivi h24.
  In ogni caso, Poste Italiane ha assicurato che tutti gli interventi inseriti nel Piano risultano essere pienamente rispettosi della normativa vigente in materia.
  Ha evidenziato, altresì, che l'attuazione dei citati interventi, oltre che le diverse modalità di attuazione degli stessi, avverranno solo dopo aver completato il dialogo avviato con le Istituzioni locali.
  Si auspica, quindi, nel rispetto delle esigenze dell'utenza, la massima concertazione tra Poste Italiane e le Amministrazioni locali. Tale impegno è stato, peraltro, evidenziato anche durante l'incontro del 12 febbraio scorso avuto con l'Amministratore Delegato di Poste Italiane ed il Presidente dell'AGCOM.
  Al riguardo si fa presente che il 6 febbraio 2015 abbiamo inviato una lettera all'amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio e al presidente dell'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani per sollecitare un incontro per valutare quanto fosse opportuno fare nel rispettivo ambito di competenza.
  L'incontro si è tenuto al Ministero dello sviluppo economico il 12 febbraio. L'Amministratore Delegato di Poste Italiane – pur ammettendo qualche problema di comunicazione del Piano – ha escluso un impatto occupazionale e una riduzione dei servizi ai cittadini, e ha ribadito che i tagli degli uffici previsti nel 2015 sono compatibili con i criteri fissati dalla delibera Agcom di agosto 2014.
  Tale dichiarazione è stata poi confermata dalla stessa Agcom alla quale spetta verificare il rispetto degli obblighi del piano annuale fissati dal decreto 7 ottobre 2008 sulla distribuzione degli uffici postali sul territorio.
  Tuttavia, su nostra richiesta, Poste Italiane ha accettato di coinvolgere fin da subito Regioni e Comuni (attraverso le rispettive associazioni) nella fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali. In particolare l'azienda si è impegnata a spiegare come servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale per i cittadini.
  Per completezza di informazione si rappresenta che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sentita al riguardo, ha evidenziato che al fine di consentire una valutazione più puntuale dell'impatto del suddetto Piano sulla popolazione locale, nonché l'eventuale individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale, l'articolo 5, comma 1, della citata delibera n. 342/14/CONS ha previsto l'obbligo di notifica preventiva ai Sindaci dei Comuni interessati almeno 60 giorni prima della data prevista di attuazione dell'intervento.
  La stessa Autorità ha, altresì, assicurato che proseguirà nell'attività di vigilanza provvedendo a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste Italiane S.p.A. e delle quali vengono segnalate puntuali e circostanziate violazioni.