CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 febbraio 2018
953.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 126

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 7 febbraio 2018. — Presidenza del vicepresidente Bruno MOLEA, indi della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo, Antimo Cesaro.

  La seduta comincia alle 11.30.

Schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2018-2020.
Atto n. 507.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 508.

(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Pareri favorevoli).

  La Commissione inizia l'esame degli schemi di decreto.

  Bruno MOLEA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita anche dal circuito chiuso. Comunica, per completezza di informazione, che l'omologa Commissione del Senato ha reso il parere sull'atto n. 507 il 30 gennaio scorso, mentre deve ancora esprimersi sull'atto n. 508. Pur trattandosi di due schemi di decreto distinti, data l'analogia della materia e della finalità, se non vi sono obiezioni, propone di procedere all'esame congiunto, Pag. 127fermo restando che dovranno essere resi due pareri separati e, quindi, altrettanti voti.
  (Così rimane stabilito).

  Irene MANZI (PD), relatrice, riferisce sinteticamente e congiuntamente sui due atti del Governo relativi ai finanziamenti agli enti e alle istituzioni culturali. Per quanto concerne lo schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2018-2020, specifica che esso individua gli istituti culturali da ammettere a tale contributo ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 534 del 1996 per il triennio 2018-2020 e opera la ripartizione fra gli istituti, in numero di 150, dell'importo complessivo di euro 10.215.000 per il 2018. Lo stesso decreto evidenzia che l'importo stabilito per il corrente anno finanziario potrà subire variazioni a seguito delle successive leggi di bilancio. Al riguardo, ricorda che il decreto del 28 dicembre 2017, di ripartizione in capitoli delle Unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e per il triennio 2018 – 2020, ha assegnato al cap. 3671 dello stato di previsione del Mibact un importo pari a euro 12.521.174 per il 2018. Riguardo a tale importo, la premessa dello schema di decreto spiega che la Ragioneria generale dello Stato ha operato un accantonamento di euro 500.000, riducendo quindi la disponibilità da euro 12.521.174 ad euro 12.021.174. Inoltre, tale stanziamento sarà ripartito secondo le seguenti finalità: euro 10.215.000 per contributi triennali (articolo 1 della legge n. 534 del 1996) ed euro 1.806.174 per contributi annuali (articolo 8 della legge n. 534 del 1996). Con riguardo ai pregressi stanziamenti, ricorda che il decreto interministeriale 31 luglio 2000 (tabella 2000-2002) prevedeva un importo per l'anno 2000 di 20 miliardi di lire (ripartito fra 159 enti); il decreto interministeriale 18 agosto 2003 (tabella 2003-2005) prevedeva un importo per il 2003 di euro 8.761.076 (ripartito fra 166 enti); il decreto interministeriale 12 maggio 2006 (tabella 2006-2008) prevedeva un importo per il 2006 di euro 8.151.462 (ripartito fra 119 enti); il decreto interministeriale 17 novembre 2009 (tabella 2009-2011) prevedeva un importo per il 2009 di euro 5.104.356,41 (ripartito fra 121 enti). Al riguardo, rammenta che a tale somma si sono aggiunti, sempre per il 2009, euro 1.422.817,98 provenienti dal cap. 1321 (ripartiti con D.D.G. 28 settembre 2009), per un totale di euro 6.527.174,39; il decreto interministeriale 31 agosto 2012 (tabella 2012-2014) prevedeva un importo per il 2012 di euro 5.430.000,00 (ripartito tra 103 enti). Al riguardo, occorre, tuttavia, ricordare che a tale somma si sono aggiunti euro 50.000 destinati ai due enti, ammessi a seguito di pronuncia giurisdizionale, di cui si è detto in precedente paragrafo; il decreto interministeriale 30 ottobre 2015 (tabella 2015-2017) prevedeva un importo per il 2015 di euro 5.685.000 (ripartito fra 125 enti). Raffrontando le risorse attribuite agli enti per le finalità di cui all'articolo 1 della legge n. 534 del 1996 nel 2015 – primo anno di vigenza della tabella 2015-2017 – e le somme di cui si propone, con il presente schema, l'attribuzione per il 2018 – primo anno di vigenza della tabella 2018-2020 – si registra un aumento del 79,7 per cento. Sottolinea che la relazione per le Commissioni parlamentari, allegata allo schema, evidenzia che sono pervenute (nei termini) al Ministero 266 domande di ammissione ai contributi, di cui 119 da parte di istituti già presenti nella tabella 2015-2017 e 147 nuove richieste. Tra gli istituti presenti nella tabella 2015-2017, la Fondazione Museo del tessuto di Prato non ha presentato domanda. Quattro istituti presenti nella predetta tabella hanno presentato la domanda oltre il termine del 30 aprile 2017. Si tratta di: Istituto internazionale di studi liguri di Bordighera, Fondazione di studi di storia dell'arte Roberto Longhi di Firenze, Fondazione Magna Carta di Roma e Accademia Raffaello Urbino. Con riguardo Pag. 128alle 266 domande presentate nei termini, fa presente che 7 sono risultate inammissibili per mancanza dei requisiti di legge e 8 sono state escluse per documentazione incompleta. Dei restanti 251 istituti ne sono stati ritenuti idonei 150, di cui 34 di nuovo inserimento e 116 già presenti nella tabella relativa al triennio precedente. Al riguardo, la relazione illustrativa evidenzia che la Commissione costituita con determina del direttore generale 3 luglio 2017 e determina del direttore generale 2 ottobre 2017 (allegati allo schema) ha condotto l'istruttoria in conformità con i criteri indicati dalla legge n. 534 del 1996 e dalle successive circolari n. 16 del 2002 e n. 101 del 2017, all'esito della quale ha individuato 11 fasce di merito, attribuendo ad ognuna di esse una quantificazione economica. Gli istituti ammessi al contributo sono stati quindi suddivisi nelle predette 11 fasce con l'attribuzione a ciascuna di esse di un intervallo di punteggio. L'importo massimo (euro 375.000) risulta assegnato – come nella precedente tabella, rispetto alla quale il contributo registra un aumento del 78,6 per cento – alla «Giunta centrale per gli studi storici e per le deputazioni di storia patria». A differenza del decreto relativo alla tabella triennale 2012-2014, lo schema di decreto in esame non specifica se il contributo assegnato alla Giunta sarà successivamente ripartito fra gli istituti storici e le Deputazioni e società di storia patria. Al riguardo, ricorda che con decreto del presidente del Consiglio dei ministri 23 maggio 2001 era stata disposta l'unificazione strutturale della Giunta centrale per gli studi storici, di 5 istituti storici (Istituto italiano per la storia antica; Istituto storico italiano per il medio evo; Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea; Istituto per la storia del Risorgimento italiano; Istituto italiano di numismatica) e delle Deputazioni e società di storia patria. Con decreto del presidente del Consiglio dei ministri 3 maggio 2002 la citata misura di razionalizzazione è stata, altresì, applicata all'Istituto «Domus Mazziniana». Successivamente, l'articolo 5 del decreto-legge n. 250 del 2005 (legge n. 27 del 2006) ha eliminato dall'elenco degli enti unificati le Deputazioni e società di storia patria. La relazione illustrativa al disegno di legge evidenziava che le Deputazioni e società di storia patria, in ragione della natura privatistica che le contraddistingue, non erano suscettibili di essere ricomprese nelle misure di razionalizzazione di cui al decreto legislativo n. 419 del 1999. Nel frattempo, l'articolo 1 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 11 novembre 2005, n. 255, recante il Regolamento attuativo per l'unificazione della Giunta centrale per gli studi storici e degli Istituti storici, ha previsto che la Giunta centrale per gli studi storici – posta sotto la tutela e la vigilanza del MIBACT – assumesse la denominazione di Giunta storica nazionale, coordinasse l'attività degli Istituti storici e curasse i rapporti con le Deputazioni e società di storia patria. Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri citato è stato, però, impugnato dai membri della Giunta, dai Presidenti degli istituti storici e da alcuni membri dei loro Consigli. Con ordinanza del 14 febbraio 2006, il Consiglio di Stato ha accolto l'istanza cautelare, ritenendo che il regolamento impugnato, avendo disposto l'immediata decadenza dei membri in carica della Giunta centrale per gli studi storici, non era dotato, come rilevato dallo stesso organo in sede consultiva (parere n. 3100 del 2005), di un'adeguata disciplina transitoria in grado di garantire l'equilibrata formazione del nuovo organo. Sono stati quindi reintegrati i precedenti organi. Il 28 ottobre 2009 il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare lo schema di un altro decreto presidenziale per il riordino della Giunta centrale per gli studi storici e degli Istituti storici che, però, non è pervenuto all'esame delle Camere. Si è ancora in attesa della sentenza di merito. Il secondo importo più elevato per consistenza (310.000 euro) è attribuito alla Fondazione istituto Gramsci e all'Istituto Luigi Sturzo, entrambi di Roma, alla Fondazione Luigi Einaudi di Torino, al Pag. 129Museo Galileo – Istituto e museo di storia della scienza di Firenze, alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano e alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
  In merito all'atto del Governo 508, sui finanziamenti annuali, illustra che si tratta di una somma totale di 14 milioni e 817 mila 833 euro a valere sul capitolo MIBACT 3670, in lieve diminuzione rispetto all'anno passato (erano previsti nel 2017 più di 15 milioni di euro). L'importo è suddiviso in due tranches, una di 10 milioni 378 mila e 50 euro per gli enti già inseriti nella tabella allegata alla legge finanziaria per il 1996 (la n. 549 del 1995) e confermati nel 2001; e una di 4 milioni 439 mila 782 euro per gli enti che la legge n. 448 del 2001 ha aggiunto. Precisa che, nel primo insieme, sono previsti – per esempio – circa 880 mila euro per il Festival dei Due Mondi di Spoleto e circa 6 milioni 247 mila euro per la Biennale di Venezia, entrambi in lieve diminuzione rispetto all'anno passato. Sempre nel primo gruppo di finanziamenti si trovano anche i premi e le sovvenzioni per scrittori, editori, librai, grafici e traduttori. Avverte che nella documentazione trasmessa dal Ministero sono anche i verbali delle commissioni che hanno svolto le valutazioni sull'attività di quanti sono stati poi premiati e sovvenzionati. Nel secondo insieme si trovano – tra l'altro – sostegni ai Festival rossiniano e di Puccini oltre che a Italia Nostra e al FAI. Pur in periodo di prorogatio delle Camere, sottolinea l'opportunità che le Commissioni esprimano il parere onde assicurare agli enti la disponibilità di risorse previste dai due atti. Propone, pertanto, l'espressione di pareri favorevoli.

  Bruno MOLEA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, pone in votazione le proposte di parere favorevole della relatrice.

  La Commissione, con distinte votazioni, le approva.

Proposte di nomina a componenti del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale per il dramma antico dell'ingegner Pier Francesco Pinelli, con funzioni di consigliere delegato, e della professoressa Margherita Rubino.
Nomine nn. 124 e 125.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Pareri favorevoli).

  La Commissione inizia l'esame delle proposte di nomina.

  Mara CAROCCI (PD), relatrice, premette che la Commissione cultura è chiamata ad esprimere un parere sulla nomina di due componenti del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto nazionale del dramma antico (INDA) da parte del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. L'Istituto nazionale del dramma antico opera come fondazione culturale dal 1998. Con il decreto legislativo 29 gennaio 1998, n. 20, l'Istituto, già ente pubblico disciplinato dalla legge 20 marzo 1975, n. 70, è stato trasformato in fondazione e persegue le seguenti finalità: coordinare a livello nazionale, anche mediante accordi con le regioni e gli enti locali, l'attività teatrale presso i teatri greco-romani, promuovendo la rappresentazione del teatro classico greco e latino, nonché di altre attività culturali ed artistiche ad esso relative; provvedere alla produzione ed alla rappresentazione dei testi drammatici greci e latini nel teatro greco di Siracusa, in altri teatri ed in ambienti di particolare rilievo culturale; curare la pubblicazione dei testi classici, delle monografie, degli studi specializzati e della rivista dell'Istituto; curare la biblioteca dell'Istituto ed incrementarne le acquisizioni; provvedere alla costituzione del Museo dell'Istituto, con sede in Siracusa; provvedere all'organizzazione di convegni ed altre attività di studi e di ricerca sui temi della classicità greca e latina; provvedere al mantenimento ed allo sviluppo della scuola di teatro «Giusto Monaco» in Siracusa; attivare le iniziative necessarie al coinvolgimento degli istituti scolastici per Pag. 130la realizzazione di spettacoli del teatro classico greco e latino, anche attraverso apposite rassegne, tra le quali il Festival internazionale dei giovani di Palazzolo Acreide; promuovere, anche in coordinamento con le università, lo studio dei testi teatrali della classicità greca e latina. Ricorda, quindi, che sono organi dell'Istituto il presidente, il consiglio di amministrazione, il collegio dei revisori dei conti. La durata degli organi collegiali è di quattro anni. Ciascun componente può essere riconfermato per non più di due volte e, se è nominato prima della scadenza quadriennale, resta in carica fino a tale scadenza. Il consiglio di amministrazione è nominato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali. Esso è composto dal Sindaco di Siracusa, presidente dell'Istituto; da un consigliere designato dal Ministro per i beni e le attività culturali, con funzioni di consigliere delegato; da un consigliere designato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca; da un consigliere, designato dalla Regione siciliana; da un consigliere, designato dalla provincia di Siracusa; da un consigliere, designato dalla Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; da un consigliere, in rappresentanza di partecipanti privati, qualora questi raggiungano una partecipazione al patrimonio dell'Istituto non inferiore al 15 per cento; tale misura è ridotta al 5 per cento nei casi in cui i partecipanti sono costituiti dai soggetti che già partecipavano all'Istituto. Lo statuto può prevedere un ulteriore componente del consiglio di amministrazione, qualora gli apporti dei partecipanti superino il 25 per cento del patrimonio. Evidenzia che il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, in data 23 gennaio 2018, ha comunicato che, attesa la necessità di provvedere alla costituzione del Consiglio di amministrazione, è sua intenzione procedere alla nomina dell'Ing. Pier Francesco Pinelli, in qualità di consigliere delegato ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lettera b) dello Statuto della Fondazione, in considerazione della sua profonda e qualificata esperienza e competenza professionale e delle comprovate capacità organizzative e gestionali, attestate dai risultati ottenuti in qualità di Commissario straordinario dell'Istituto. Ha altresì comunicato che è inoltre sua intenzione procedere, su designazione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, anche alla nomina della Prof.ssa Margherita Rubino quale componente del C.d.A., in considerazione dell'elevato profilo culturale e della competenza nel settore. Il Ministro Franceschini ha chiesto, pertanto, che la competente Commissione parlamentare esprima il prescritto parere. Segnala che la 7a Commissione del Senato ha già espresso parere favorevole sulle proposte di nomina nella seduta del 30 gennaio scorso. Sottolinea che i candidati proposti, hanno un elevato profilo professionale e d'esperienza e ne riassume brevemente i curricula che sono in distribuzione. Propone quindi l'espressione di un parere favorevole su entrambe le nomine.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la deputata Pes è in missione e che i deputati Ascani, Bonaccorsi, Coccia, D'Ottavio, Iori, Malpezzi, Nicchi e Rampi sono sostituiti, rispettivamente, dai deputati Ermini, Sereni, Misiani, Marchi, Pilozzi, Librandi, Albini e Cenni. Nell'indire la votazione, invita i deputati segretari ad approssimarsi alla presidenza per effettuare la chiama. Preso atto dell'assenza della deputata Marzana, avverte che ne farà le veci la deputata Ventricelli.

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole formulata dalla relatrice sulla nomina n. 124 (ing. Pier Francesco Pinelli).

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, comunica il risultato della votazione:

   Presenti  26   
   Votanti  24   
   Maggioranza  13   
   Astenuti   2   

Pag. 131

    Hanno votato  23    
    Hanno votato no   1    

  (La Commissione approva).

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Adornato, Albini, Blazina, Carocci, Cenni, Coscia, Crimì, Dallai, Ermini, Lainati, Librandi, Malisani, Manzi, Marchi, Misiani, Molea, Narduolo, Nesi, Piccoli Nardelli, Pilozzi, Rocchi, Sereni, Sgambato, Ventricelli. Si sono astenuti i deputati: D'Uva e Luigi Gallo.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole formulata dalla relatrice sulla nomina n. 125 (prof. Margherita Rubino).

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, comunica il risultato della votazione:

   Presenti  26   
   Votanti  24   
   Maggioranza  13   
   Astenuti   2   

    Hanno votato  24    
    Hanno votato no   0    

  (La Commissione approva).

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Adornato, Albini, Blazina, Carocci, Cenni, Coscia, Crimì, Dallai, Ermini, Lainati, Librandi, Malisani, Manzi, Marchi, Misiani, Molea, Narduolo, Nesi, Piccoli Nardelli, Pilozzi, Rocchi, Sereni, Sgambato, Ventricelli. Si sono astenuti i deputati: D'Uva e Luigi Gallo.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

Proposta di nomina del Gen. B. Maurizio Cipolletta a Direttore generale di progetto del Grande Progetto Pompei.
Nomina n. 126.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina.

  Camilla SGAMBATO (PD), relatrice, riferisce in merito alla proposta di nomina, sulla quale la Commissione è chiamata ad esprimere un parere, prevista dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, del Direttore generale del Grande Progetto Pompei. Ricorda che già, in data 13 gennaio 2016, la Commissione ha espresso un parere favorevole alla nomina del generale Luigi Curatoli, collocato in congedo con decorrenza 31 dicembre 2017. Ad assumere il medesimo incarico, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo propone che sia oggi il Generale di Brigata, Mauro Cipolletta. Riassume, quindi, brevemente il contenuto degli interventi normativi per Pompei. Il decreto-legge 91 ha come titolo «Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo». All'area archeologica di Pompei è dedicata una sezione specifica e una serie di interventi. L'articolo 1 è riservato proprio alle disposizioni urgenti per la realizzazione del Grande Progetto Pompei. Tale articolo – come modificato dall'articolo 2 del decreto-legge n. 83 del 2014 –, al fine di accelerare la realizzazione del Grande Progetto Pompei, ha previsto la nomina di un Direttore generale di progetto, coadiuvato da una struttura di supporto, e di un Vice Direttore generale vicario. Al Direttore generale di progetto sono stati affidati specifici compiti, prevedendo che gli stessi dovessero essere svolti in stretto raccordo con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, della Pag. 132quale lo stesso decreto-legge ha previsto la costituzione e della quale rimanevano fermi compiti e attribuzioni in ordine alla gestione ordinaria del sito. Nello specifico, il Direttore generale di progetto deve definire e approvare i progetti degli interventi di messa in sicurezza, restauro e valorizzazione previsti nel «Grande Progetto Pompei», assicurare l'efficace e tempestivo svolgimento delle procedure di gara per l'affidamento dei lavori e l'appalto dei servizi e delle forniture necessari, nonché seguire la fase di attuazione ed esecuzione dei relativi contratti. Fra l'altro, il Direttore generale di progetto ha assunto le funzioni di stazione appaltante; assicurare supporto organizzativo e amministrativo alle attività di tutela e valorizzazione di competenza della Soprintendenza; informare ogni sei mesi il Parlamento sullo stato di avanzamento dei lavori e su eventuali aggiornamenti del cronoprogramma (la settima relazione semestrale al Parlamento, aggiornata al 30 giugno 2017, è stata trasmessa con lettera del 5 settembre 2017); collaborare per assicurare la trasparenza, la regolarità e l'economicità della gestione dei contratti pubblici, anche al fine di prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose, nel quadro del Protocollo di legalità stipulato con la Prefettura. Inoltre, il Direttore generale di progetto è stato preposto all'Unità «Grande Pompei» – della quale lo stesso decreto-legge n. 91 del 2013 ha previsto la costituzione per consentire il rilancio economico sociale e la riqualificazione ambientale e urbanistica dei comuni interessati dal piano di gestione Unesco «Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata», dotandola di autonomia amministrativa e contabile –, e ne ha assunto la rappresentanza legale. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 dicembre 2013, il Generale Giovanni Nistri era stato nominato Direttore generale di progetto, mentre il ruolo di Vice Direttore generale vicario era stato affidato al dott. Fabrizio Magani, direttore regionale dei beni culturali e paesaggistici d'Abruzzo e responsabile del progetto l'Aquila. La nomina del Vice Direttore generale vicario è stata poi revocata, con decorrenza dalla medesima data di nomina, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 17 ottobre 2014. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 febbraio 2016 il Generale di divisione Luigi Curatoli è stato nominato Direttore generale di progetto fino al 31 dicembre 2016, in sostituzione del Generale Nistri, promosso ad altro incarico. Successivamente, l'articolo 16, comma 1-bis), lett. b), del decreto-legge n. 78 del 2015 ha aggiunto il comma 5-ter nell'articolo 2 del decreto-legge n. 83 del 2014, stabilendo che lo svolgimento delle funzioni del Direttore generale di progetto è assicurato fino al 31 gennaio 2019 e che, dal 1o gennaio 2016, lo stesso Direttore, con le competenze attribuitegli, doveva confluire nella Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, che dalla stessa data avrebbe assunto la denominazione di Soprintendenza Pompei. Ancora in seguito, l'articolo 5, comma 1-bis, del decreto-legge n. 210 del 2015 ha stabilito il nuovo termine del 1o gennaio 2017 per la suddetta confluenza e ha previsto che è assicurato fino al 31 gennaio 2019 lo svolgimento delle funzioni della struttura di supporto. Da ultimo, l'articolo 11, comma 1, del decreto-legge n. 244 del 2016 ha prorogato al 1o gennaio 2018 il termine per il trasferimento delle funzioni del Direttore generale del Grande Progetto Pompei alla Soprintendenza speciale di Pompei, e al 31 gennaio 2019 le funzioni relative all'Unità Grande Pompei e al Vice Direttore generale vicario. Inoltre, ha esteso da 24 a 36 mesi la durata massima degli incarichi di collaborazione dei componenti della segreteria tecnica di progettazione che era stata costituita presso la Soprintendenza speciale al fine di rispettare i termini per l'attuazione del Grande Progetto Pompei e di accelerare la progettazione degli interventi ivi previsti. Ricorda, inoltre, che il 29 marzo 2012, la Commissione europea, con decisione n. C(2012) 2154, lo ha finanziato quale Grande Progetto Comunitario a valere su risorse del Programma Operativo Interregionale «Attrattori culturali, naturali e Pag. 133turismo» FESR 2007-20013 (POIn)». In particolare, il progetto è stato finanziato con 74,2 milioni di fondi Ue e 29,8 di fondi nazionali. Successivamente, con decisione C(2016) 1497 final del 10 marzo 2016 – che ha modificato la decisione C(2012) 2154 – accedendo alla richiesta presentata dall'Italia il 28 dicembre 2015 di dividere il Grande Progetto Pompei tra i due periodi di programmazione 2007-2013 e 2014-2020, la Commissione europea ha deciso che lo stesso Grande Progetto è articolato in due fasi: la fase I, a valere sulle risorse del Programma operativo interregionale «Attrattori culturali, naturali e turismo» – FESR 2007-2013; la fase II, a valere sulle risorse del PON «Cultura e sviluppo» – FESR 2014-2020. La data prevista per il completamento è il 31 dicembre 2018. Il «portale della trasparenza», consultabile sul sito Internet della struttura operativa, evidenzia i diversi stati di avanzamento dei lavori e delle procedure di assegnazione degli interventi. In sintesi, per la fase I (POIn 2007-2013), dai dati è possibile rilevare che, al 31 dicembre 2015, sono stati banditi 76 interventi, di cui 42 risultano conclusi, 23 sono in corso, 9 in attesa di cantiere e 2 in fase di gara. Per la fase II (PON 2014-2020), la situazione al 7 novembre 2017 evidenzia che gli interventi in prosecuzione sono 34, di cui 26 risultano conclusi, 5 sono in corso e 3 in attesa di avvio cantiere. Evidenzia, quindi, che il Ministro dei beni e attività culturali e turismo, Dario Franceschini, con lettera del 5 gennaio 2018, ha rappresentato al Presidente del Consiglio dei ministri la necessità di procedere, in considerazione degli ottimi risultati conseguiti dagli Uffici Generali che sinora hanno operato e, dunque, in continuità di funzioni, alla nomina del Generale di Brigata, dott. Mauro Cipolletta il cui curriculum appare adeguato e coerente con le complesse funzioni demandategli, per peculiari capacità gestionali, professionalità e senso istituzionale. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha trasferito alla Camera dei deputati, per l'espressione del parere delle Commissioni parlamentari, la proposta di nomina e il curriculum vitae del Generale di Brigata Mauro Cipolletta, che è in distribuzione e che illustra sinteticamente. Sostiene, quindi che, pur dentro una proposta discrezionale del governo, egli sembra possedere in partenza i requisiti per agire in un ambito complesso dove si è già scelto di avvalersi di ufficiali dell'Arma dei Carabinieri per sottolineare anche la necessità di vigilare non solo su celerità e qualità dei lavori ma anche su requisiti morali, alzando argini rispetto a sempre possibili infiltrazioni della criminalità. Sottolinea che il profilo proposto è sicuramente di alto livello e di indubbia competenza e per questo, alla luce del curriculum fornito e di quanto detto nella relazione, ritiene di proporre alla Commissione l'espressione di un parere favorevole.

  Luigi GALLO (M5S) si meraviglia che, nell'arco di meno di cinque anni, si siano già avvicendati al vertice del Grande Progetto Pompei tre alti ufficiali dell'Arma dei Carabinieri: il generale Nistri, indi il generale Curatoli e oggi il generale Cipolletta, delle cui capacità non ha, peraltro, motivo di dubitare. Rimarca però che sarebbe opportuno dare continuità all'incarico di direttore generale del Grande Progetto, poiché il contrasto dell'illegalità sul territorio e l'esigenza di una gestione equilibrata del sito richiedono tempi lunghi e la coltivazione di delicate e complesse relazioni economiche e istituzionali, le quali rischiano di sfaldarsi in occasione di ogni cambio di vertice. Per tali motivi, il gruppo Movimento 5 Stelle si asterrà dalla votazione.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la deputata Pes è in missione e che i deputati Ascani, Bonaccorsi, Coccia, D'Ottavio, Iori, Malpezzi, Nicchi e Rampi sono sostituiti, rispettivamente, dai deputati Ermini, Sereni, Misiani, Marchi, Pilozzi, Librandi, Albini e Cenni. Nell'indire la votazione, invita i deputati segretari ad approssimarsi alla presidenza per effettuare la chiama. Preso atto dell'assenza della deputata Marzana, avverte che ne farà le veci la deputata Ventricelli.

Pag. 134

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole della relatrice.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, comunica il risultato della votazione:

   Presenti  26   
   Votanti  24   
   Maggioranza  13   
   Astenuti   2   

    Hanno votato  24    
    Hanno votato no   0    

  (La Commissione approva).

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Adornato, Albini, Blazina, Carocci, Cenni, Coscia, Crimì, Dallai, Ermini, Lainati, Librandi, Malisani, Manzi, Marchi, Misiani, Molea, Narduolo, Nesi, Piccoli Nardelli, Pilozzi, Rocchi, Sereni, Sgambato, Ventricelli. Si sono astenuti i deputati: D'Uva e Luigi Gallo.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  La seduta termina alle 12.30.