ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 2 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145
Giovedì 16 febbraio 2017. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Francesco Saverio GAROFANI. — Intervengono il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi e il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Benedetto Della Vedova.
La seduta comincia alle 14.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
Francesco Saverio GAROFANI, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali adottata il 14 gennaio 2017.
Doc. CCL, n. 1.
(Seguito dell'esame e conclusione).
Le Commissioni proseguono l'esame della deliberazione in titolo, rinviato nella seduta del 14 febbraio 2017.
Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che nella precedente seduta le Commissioni hanno votato gli emendamenti presentati fino all'emendamento Artini Pag. 943.3. Con riferimento a quelli che restano da votare, ricorda che i relatori e il Governo hanno espresso parere favorevole sull'emendamento Zanin 45.1, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), contrario sull'emendamento Del Grosso 45.2, favorevole sugli emendamenti Spadoni 45.3 e Altieri 46.1, purché riformulati nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), contrario sull'emendamento Artini 48.1, favorevole sull'emendamento Spadoni 49.1 e favorevole sull'emendamento Artini 49.2, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Avverte, infine, che i relatori hanno ritirato l'emendamento 46.200.
Giorgio ZANIN (PD), intervenendo sull'emendamento 45.1, a sua prima firma, accetta la riformulazione proposta dai relatori.
Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento Zanin 45.1 (nuova formulazione) (vedi allegato 1) e respingono l'emendamento Del Grosso 45.2.
Maria Edera SPADONI (M5S) chiede chiarimenti al Governo e ai relatori in merito alla proposta di riformulazione del suo emendamento 45.3. Dichiara, infatti, di non comprendere il motivo per cui è stata espunta la seconda parte dell'impegno, che fa riferimento alla vigente legge n. 125 del 2014 in materia di cooperazione internazionale.
Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA conferma il parere favorevole del Governo sull'emendamento Spadoni 45.3, come riformulato dai relatori, considerando pleonastica la seconda parte dell'impegno contenuto nella proposta avanzata dalla deputata Spadoni.
Maria Edera SPADONI (M5S), alla luce dell'intervento del rappresentante del Governo, chiede la votazione per parti separate del suo emendamento 45.3, nel senso di votare disgiuntamente l'impegno su cui il parere dei relatori e del Governo è favorevole rispetto all'impegno su cui il parere dei relatori e del Governo è contrario.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) auspica un ripensamento della collega Spadoni rispetto alla richiesta di votazione per parti separate del suo emendamento 45.3. Motiva l'invito affinché la collega accolga la proposta di riformulazione dell'emendamento ritenendo che il secondo impegno in esso contenuto sia piuttosto generico e pleonastico, considerato che la legge n. 125 del 2014 in materia di cooperazione allo sviluppo rappresenta il contesto normativo di riferimento per gli interventi di natura civile previsti dalla deliberazione in esame.
Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA ribadisce che l'impegno essenziale e condiviso recato dall'emendamento Spadoni 45.3 è contenuto nella prima parte, ossia quella relativa alla separazione, in due differenti schede, delle iniziative afferenti alla cooperazione in senso stretto e delle altre, soprattutto quelle relative allo sminamento umanitario. Ritiene, invece, che la seconda parte dell'emendamento sia generica e anche potenzialmente fuorviante ai fini dell'attuazione della legge n. 125 del 2014.
Maria Edera SPADONI (M5S) chiede l'accantonamento del suo emendamento 45.3, al fine di trovare un accordo con i relatori e con il Governo per un'ulteriore riformulazione. Ritiene, infatti, che sia un profilo fondamentale nell'economia della legge n. 125 del 2014 quello della valutazione dell'efficacia degli interventi ai fini della cosiddetta accountability.
Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, si associa all'intervento del sottosegretario Della Vedova, ritenendo che, se si inserisce un riferimento specifico, ma parziale alla legge n. 125 del 2014, si rischia di depotenziare la portata complessiva della stessa legge.
Pag. 10Maria Edera SPADONI (M5S) insiste per la votazione per parti separate del suo emendamento 45.3.
Francesco Saverio GAROFANI, presidente, chiarisce che l'emendamento Spadoni 45.3 consta di due parti, recanti due impegni distinti per il Governo, e che la riformulazione proposta dai relatori e non accettata dalla presentatrice tende a sopprimere la seconda parte dell'emendamento, e quindi il secondo impegno. Avverte quindi che le due parti dell'emendamento saranno poste in votazione separatamente.
Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano la prima parte dell'emendamento Spadoni 45.3 (vedi allegato 1) e respingono la seconda.
Trifone ALTIERI (Misto-CR), intervenendo sul proprio emendamento 46.1, accetta la riformulazione proposta dai relatori.
Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento Altieri 46.1 (nuova formulazione) (vedi allegato 1); respingono l'emendamento Artini 48.1; e approvano l'emendamento Spadoni 49.1.
Massimo ARTINI (Misto-AL-P), intervenendo sull'emendamento 49.2, accetta la riformulazione proposta dai relatori.
Le Commissioni approvano l'emendamento Artini 49.2 (nuova formulazione) (vedi allegato 1).
Francesco Saverio GAROFANI, presidente, avverte che si è concluso l'esame delle proposte emendative riferite alla proposta di relazione all'Assemblea e che i relatori hanno presentato una nuova versione della loro proposta, che, oltre ad alcune modifiche e integrazioni di varia natura nelle premesse, tiene conto degli emendamenti approvati e del dibattito svolto (vedi allegato 2). Avverte, inoltre, che sono state presentate proposte alternative di relazione all'Assemblea da parte dei gruppi del Movimento 5 Stelle (vedi allegato 3), di Sinistra italiana – Sinistra ecologia libertà (vedi allegato 4) e dal gruppo Misto componente Alternativa Libera-Possibile (vedi allegato 5).
Donatella DURANTI (SI-SEL) preannuncia il voto contrario da parte del gruppo di SI-SEL, precisando che, in caso di reiezione della relazione proposta dai relatori, il voto del gruppo sarà favorevole soltanto sulla proposta alternativa presentata dallo stesso.
Evidenzia, quindi, che la relazione di cui è prima firmataria prevede l'autorizzazione di un minor numero di missioni (cioè venticinque) rispetto a quelle deliberate dal Governo, in quanto il suo gruppo propone di non autorizzare le missioni che – a suo avviso – sono in contrasto con i principi dettati dall'articolo 11 della Costituzione e che più sono prive del carattere di interventi di cooperazione internazionale.
Più nel dettaglio, sottolinea come il suo gruppo non condivida l'impostazione che vede l'Italia – un Paese innegabilmente medio-piccolo – impegnarsi militarmente in ben 22 Paesi del mondo, con il coinvolgimento di oltre 7.600 unità di personale, tra militari e Forze di polizia, di 1.300 mezzi terrestri, 54 aerei e 13 navi, per un complessivo impegno finanziario che risulta in aumento rispetto agli anni passati. In particolare, esprime un giudizio negativo sulle missioni in Iraq e in Afghanistan, che vedono una consistente presenza di militari italiani, tanto più che la missione in Afghanistan sta cambiando natura e va perdendo il carattere di missione non di combattimento. Aggiunge che il suo gruppo non può condividere missioni in Paesi dove passati interventi della comunità internazionale non basati su nessun progetto condiviso con i soggetti politici locali hanno provocato soltanto danni e peggiorato le condizioni di stabilità politica e di sicurezza.
Evidenzia che nel Mar Mediterraneo sono attive più operazioni e nel complesso risultano dislocati 10 navi, 9 aerei e 1.644 unità di personale. È vero che al momento Pag. 11le operazioni hanno carattere «umanitario», essendo incentrate sulle attività di pattugliamento e controllo delle acque e di soccorso dei barconi dei migranti, ma ritiene che potrebbero rapidamente cambiare natura, con il passaggio alla terza fase dell'operazione Sophia, caldeggiato dalla presidenza maltese dell'Unione europea, che prevede azioni nello spazio territoriale libico. Condanna l'utilizzo delle Forze armate nel Mediterraneo per creare una frontiera a Sud dell'Europa, come pure il rafforzamento della presenza della NATO ai confini orientali dell'Europa, che crea quello che molti chiamano «fronte orientale» e viola gli accordi di stipulati a suo tempo con la Russia con l'obiettivo di facilitare la distensione nei rapporti tra Est ed Ovest. Per tutte queste ragioni, ribadisce il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta dei relatori, rinviando per il resto alla proposta formulata dal suo gruppo.
Luca FRUSONE (M5S), illustrando la proposta di relazione formulata dal suo gruppo, esprime un giudizio critico sulle linee di fondo della politica estera di difesa degli ultimi anni, esprimendo l'avviso che l'Italia abbia fatto ricorso all'uso dello strumento militare nelle missioni all'estero come a una modalità di gestione delle relazioni internazionali, come se non avesse altro modo di sedersi a un tavolo di trattative se non partecipando alle missioni. Lo dimostra la scelta di partecipare con poche unità di personale alle missioni NATO sulla frontiera orientale dell'Alleanza: scelta che si spiega solo con il fatto che gli alleati lo hanno chiesto. Ciò ha portato a un incremento della spesa per le missioni militari, la cui tendenza era decrescente. Senza contare che spesso non si registrano progressi nei teatri delle missioni. La missione in Afghanistan, ad esempio, da sempre avversata dal suo gruppo, vede presenti gli italiani da anni, ma non ha portato a niente, si assiste anzi a un fallimento del tentativo di garantire il rispetto dei diritti umani e Amnesty International denuncia gravi abusi di ogni tipo.
Per quanto riguarda, poi, la Libia sottolinea come le missioni deliberate dal Governo tentino di riparare con l'azione militare a quanto non si è riusciti a fare con la diplomazia, a causa del fallimento della linea perseguita dall'ONU e appoggiata anche dall'Italia. Ne è derivato un enorme impegno in termini sia di numero di militari, sia di finanze pubbliche, per cercare di fronteggiare i problemi derivanti dalla mancanza di uno Stato libico.
Passando alle missioni in Iraq, il suo gruppo giudica negativamente l'utilizzo delle Forze armate per servizi di protezione di un'impresa privata, anche se italiana, ossia quella impegnata nei lavori di consolidamento della diga di Mosul. Ritiene inaccettabile impiegare le Forze armate come una gendarmeria privata facendo ricadere su tutti i contribuenti il costo di un'operazione che non ha nessun legame con la lotta contro Daesh e che frutta soltanto un vantaggio privato all'impresa.
Dopo aver rilevato che il giudizio del suo gruppo non è negativo su tutte le missioni, osserva che, ad ogni modo, occorre riflettere su ciascuna di esse, per verificare se ha senso proseguirle, a cominciare da quella in Libano, che dura da anni. Occorre cominciare a capire e a far capire che l'Italia non potrà restare lì in eterno.
Preannuncia, in conclusione, il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di relazione dei relatori.
Massimo ARTINI (Misto-AL-P) osserva che la relazione proposta dai relatori non affronta per nulla il tema – a suo avviso fondamentale, come emerso anche nelle audizioni informali svolte dalle Commissioni – del necessario ripensamento della presenza italiana nelle missioni internazionali: ripensamento che si rende necessario per non disperdere le risorse, evitando quindi «polverizzazioni», per concentrare l'impegno in un numero minore ma più selezionato di teatri, limitandosi a quelli di effettivo interesse nazionale. Osserva che il contributo dato Pag. 12dall'Italia alle missioni internazionali comuni è tra i maggiori, ma poi, a fronte di questo ingente investimento, il Paese non riesce a capitalizzare risultati importanti nelle relazioni internazionali. In particolare, ritiene indispensabile una riflessione sull'opportunità di proseguire l'impegno in Afghanistan, che non sta dando i frutti sperati. Ricorda poi che i militari italiani sono riconosciuti a livello internazionale essere tra i migliori addestratori di altre forze armate. È un bene, ma è anche necessario poi verificare che fine facciano le forze straniere che vengono addestrate, quali effetti porta questa attività di addestramento. Conclude preannunciando il proprio voto contrario sulla proposta dei relatori e favorevole unicamente sulla propria proposta, qualora messa in votazione.
Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) annuncia il voto favorevole del suo gruppo alla relazione all'Assemblea presentata dai relatori, della quale apprezza, principalmente, tre aspetti: il riferimento al fatto che il rispetto dei diritti umani è un elemento che deve essere presente in tutte le missioni internazionali, e meglio precisato in riferimento al contesto libico; nella valutazione dell'approccio integrato, civile e militare, ai contesti di crisi, la valorizzazione del ruolo delle donne e del genere nelle missioni; infine, il riferimento alla risoluzione delle Nazioni Unite n. 1325 e a quelle successive e integrative.
Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, riguardo al metodo, rivendica le novità recate dalla legge n. 145 del 2016. Rispetto ai precedenti procedimenti in tema di missioni internazionali, che consistevano nella conversione di un decreto-legge presentato periodicamente dal Governo, la possibilità di presentare oggi relazioni alternative rispetto a quella dei relatori permette ai gruppi di mettere in luce le diverse posizioni presenti all'interno dello schieramento parlamentare, i cui spunti possono trovare spazio nelle successive fasi di esame presso l'Assemblea. Nel merito, dichiara di essere in disaccordo su una posizione che sembra scaturire da certe dichiarazioni dei colleghi, ossia quella per cui l'Italia dovrebbe partecipare solo alle missioni che rientrano nella sua sfera di interessi nazionali specifici. Sottolinea che utilizzare questo approccio potrebbe essere rischioso, soprattutto rispetto agli obiettivi che le organizzazioni internazionali a cui l'Italia partecipa decidono di perseguire. Come presidente della Delegazione italiana presso la NATO, rivendica il successo rappresentato dalla nuova attenzione che tale organismo sta ponendo all'area del Mar Mediterraneo e sostiene che, allo stesso modo, l'Italia non può ignorare la situazione del confine orientale dell'Unione europea solo perché non rientra nella sfera dei suoi più specifici interessi, e al riguardo rimarca come la delegazione italiana abbia a suo tempo votato contro la sospensione del tavolo NATO-Russia. In conclusione, ritiene di intravedere una certa contraddizione al riguardo nelle dichiarazioni di alcuni colleghi che da un lato danno enfasi all'approccio multilaterale, ma, dall'altro, lo indeboliscono ammettendo un fattore arbitrario di selezione degli impegni decisi in sede internazionale sulla base di una valutazione fondata sull'interesse nazionale.
Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che le Commissioni passano ora alla votazione conclusiva sulla proposta di relazione all'Assemblea formulata dai relatori (vedi allegato 2). Avverte che le proposte alternative saranno poste in votazione solo nel caso di reiezione della proposta dei relatori.
Le Commissioni approvano la proposta di relazione all'Assemblea formulata dai relatori (vedi allegato 2).
La seduta termina alle 15.10.
Pag. 13ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 766 del 14 febbraio 2017, a pagina 17, seconda colonna, trentunesima riga, dopo le parole «forze armate libanesi», aggiungere le seguenti: «, anche attraverso la facilitazione e la collaborazione con attori del settore della difesa nazionale, con particolare riferimento al settore addestramento».
Pag. 14