SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 8 febbraio 2017. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il Viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.
La seduta comincia alle 14.40.
Trattati internazionali, basi e servitù militari.
C. 2-A.
(Parere all'Assemblea).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione – Parere su emendamenti).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di ieri.
Il Viceministro Enrico MORANDO rinvia preliminarmente alle considerazioni svolte nel corso della seduta precedente in relazione alle criticità finanziarie riconducibili agli articoli da 5 a 13 del provvedimento, posto che le disposizioni di cui ai predetti articoli appaiono suscettibili di determinare, da un lato, nuovi o maggiori oneri privi di idonea quantificazione e copertura, Pag. 136dall'altro, risparmi solo eventuali e come tali allo stato non concretamente misurabili. In tale quadro, precisa che gli articoli da 5 a 13, individuando, nel loro complesso, specifici adempimenti relativi all'impiego operativo di basi, caserme e installazioni militari, volti tra l'altro ad incidere sulle strutture in essere con conseguente obbligo di riconversione a scopi esclusivamente civili di tutte le strutture militare dopo un determinato lasso di tempo, sono comunque suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Ciò premesso, in relazione agli specifici profili di competenza della Commissione bilancio, dichiara la disponibilità del Governo a dare ulteriore corso all'esame parlamentare del provvedimento, a condizione che vengano soppresse, per le ragioni dianzi esplicitate, le disposizioni di cui ai citati articoli da 5 a 13.
Giampiero GIULIETTI (PD), relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 2-A, recante Trattati internazionali, basi e servitù militari;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che gli articoli da 5 a 13, individuando, nel loro complesso, specifici adempimenti relativi all'impiego operativo di basi, caserme e installazioni militari, volti tra l'altro ad incidere sulle strutture in essere con conseguente obbligo di riconversione a scopi esclusivamente civili di tutte le strutture militari dopo un determinato lasso di tempo, sono suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
esprime sul testo del provvedimento in oggetto:
PARERE FAVOREVOLE
con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione:
Sopprimere gli articoli da 5 a 13».
Il Viceministro Enrico MORANDO concorda con il parere del relatore.
La Commissione approva il parere del relatore.
Giampiero GIULIETTI (PD), relatore, avverte che l'Assemblea ha trasmesso, in data odierna, il fascicolo n. 2 degli emendamenti. Al riguardo, con riferimento alle proposte emendative la cui quantificazione o copertura appare carente o inidonea, segnala le seguenti:
Pili 6.50, che prevede che anche per tutte le basi, poligoni, strutture militari esistenti sul territorio nazionale sia elaborato il progetto di riconversione civile, che contiene il riassorbimento di tutti lavoratori civili e militari dislocati nel territorio di competenza della struttura oggetto della riconversione;
Pili 11.50, che prevede che il piano di riconversione ad usi civili di cui all'articolo 11 debba contemplare il completo riassorbimento anche dei militari residenti da almeno tre anni nella regione interessata all'insediamento delle basi medesime.
Con riferimento alle proposte emendative per le quali ritiene invece opportuno acquisire l'avviso del Governo, segnala le seguenti:
Pili 7.50, che prevede che la chiusura delle basi militari avvenga anticipatamente qualora siano stati riscontrati danni ambientali in aree e siti di massima tutela ambientale e sottoposti a vincolo di siti di interesse comunitario o equiparati nonché previo puntuale e obbligatorio piano di risanamento ambientale, anche per quelle aree dove siano stati utilizzati armamenti nocivi per la salute umana a partire dal torio e dall'uranio impoverito. Al riguardo, considera opportuno acquisire l'avviso del Governo in merito agli eventuali effetti finanziari derivanti dalla proposta emendativa;Pag. 137
Pili 12.050, che dispone il riconoscimento automatico del nesso causale tra l'esposizione a particolari fattori di rischio connessi per militari e civili all'attività militare di ogni genere e il decesso, le infermità invalidanti, le patologie tumorali e quelle connesse, prevedendo che ai predetti soggetti che abbiano contratto menomazioni all'integrità psicofisica permanentemente invalidanti o a cui è conseguito il decesso, in seguito all'esposizione ai particolari fattori di rischio, siano corrisposti i livelli massimi dei benefici delle normative vigenti e stabilendo altresì a tal fine l'istituzione di un apposito ufficio denominato «Servizio nesso causale automatico». Al riguardo, reputa opportuno acquisire l'avviso del Governo in merito agli eventuali effetti finanziari derivanti dalla proposta emendativa.
Propone inoltre di esprimere parere favorevole sull'emendamento 5.100 della Commissione, che riproduce integralmente la condizione dianzi approvata dalla Commissione bilancio nel parere deliberato sul testo del provvedimento.
Segnala, infine, che le restanti proposte emendative trasmesse non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario.
Il Viceministro Enrico MORANDO esprime parere favorevole sull'emendamento 5.100 della Commissione per le ragioni testé rilevate dal relatore. Esprime inoltre parere contrario sulle proposte emendative Pili 6.50, 11.50, 7.50 e 12.050, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e nulla osta sulle restanti proposte emendative trasmesse.
Giampiero GIULIETTI (PD), relatore, preso atto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, propone pertanto di esprimere parere favorevole sull'emendamento 5.100 della Commissione, in quanto volto a recepire la condizione posta dalla Commissione bilancio nel parere favorevole approvato sul testo del provvedimento, nonché di esprimere parere contrario sugli emendamenti Pili 6.50, 7.50 e 11.50 e sull'articolo aggiuntivo Pili 12.050, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura. Propone, infine, di esprimere nulla osta sulle restanti proposte emendative trasmesse.
Il Viceministro Enrico MORANDO concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 14.45.
ATTI DELL'UNIONE EUROPEA
Mercoledì 8 febbraio 2017. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il Viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.
La seduta comincia alle 14.45.
Programma di lavoro della Commissione per il 2017 – Realizzare un'Europa che protegge, dà forza e difende.
COM(2016)710 final.
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017.
Doc. LXXXVII-bis, n. 5.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame dei documenti in oggetto.
Marco MARCHETTI (PD), relatore, ricorda che il 25 ottobre 2016 la Commissione europea ha presentato il proprio programma di lavoro per il 2017, che consta di una comunicazione (COM(2016)710), accompagnata da cinque allegati relativi, rispettivamente: alle nuove iniziative da presentare (allegato I); alle iniziative connesse Pag. 138al programma della Commissione di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT), che fanno dunque seguito a un riesame dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (allegato II); alle proposte prioritarie in sospeso (allegato III); alle proposte legislative pendenti che la Commissione intende ritirare nell'arco di sei mesi, dunque entro il mese di aprile (allegato IV); alle disposizioni legislative in vigore da abrogare in quanto superate o obsolete (allegato V). In relazione ai suddetti documenti, fa presente quanto segue. Nelle premesse della comunicazione, la Commissione evidenzia un quadro difficile e in evoluzione, contraddistinto da una ripresa economica ancora in fase iniziale, che «deve ancora portare vantaggi a tutti nelle nostre società, in particolare per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro per i giovani e la riduzione delle disparità». Restano da affrontare le sfide connesse ai flussi migratori, che hanno messo a dura prova le frontiere esterne dell'Unione europea, alla persistente minaccia terroristica, all'instabilità del vicinato orientale e meridionale, all'incertezza che ha fatto seguito al referendum del Regno Unito. Pur rivendicando alcuni, importanti risultati ottenuti nel corso del 2016 – dall'attivazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici alla rapida attivazione della Guardia di frontiera e costiera europea –, la Commissione è consapevole di dover produrre un impegno ulteriore e significativo, lavorando nell'ambito delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici presentati all'inizio del proprio mandato, «per realizzare un'agenda positiva e mirata che porti risultati concreti al fine di proteggere, difendere i cittadini e dare loro forza».
Tale impegno intende, tra l'altro, contribuire «al processo di rinnovamento in vista del 60mo anniversario della firma dei trattati di Roma, nel marzo 2017», che culminerà nella pubblicazione di un Libro bianco sul futuro dell'Europa. Come ricordato dal Governo nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, il rilancio del processo di integrazione politica rappresenta una priorità indifferibile, tanto più nel quadro di incertezza apertosi dopo la Brexit. Il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, il 25 marzo 2017, si legge nella Relazione, rappresenterà l'occasione per una serie di eventi e celebrazioni «il cui approdo finale, d'intesa con la presidenza maltese di turno del Consiglio dell'Unione europea, sarà un vertice in cui i 27 Paesi membri si riuniranno a Roma per il rilancio del processo di integrazione europea partendo proprio da iniziative concrete come quelle a favore della crescita economica e dell'occupazione, sulle prospettive per i giovani, sulla sicurezza interna ed esterna, nonché su una politica migratoria efficace e di lungo termine». Per quanto riguarda le linee portanti dell'azione dell'Unione europea nel 2017, intende soffermarsi su quelle che presentano maggiore interesse per le competenze della Commissione bilancio.
In proposito, osserva che, con riferimento alla crescita e agli investimenti, la Commissione europea dichiara di considerare prioritaria l'approvazione, tra le altre, delle seguenti proposte. Si tratta, in primo luogo, della proposta di regolamento «FEIS 2.0» (COM(2016) 597), con cui si vuole raddoppiare la durata e la capacità finanziaria del Fondo europeo per gli investimenti strategici. La relativa proposta di regolamento è stata presentata dalla Commissione europea il 14 settembre 2016: copre il periodo del vigente quadro finanziario pluriennale (fino al 2020) e si prevede che generi in totale almeno 500 miliardi di euro di investimenti. Nel contempo la Commissione ha preannunciato la propria intenzione di presentare «le necessarie proposte per il periodo successivo al 2020, al fine di assicurare la prosecuzione degli investimenti strategici a un livello sostenibile». Le negoziazioni sul testo sono state condotte a ritmo serrato; un orientamento generale è stato approvato dal Consiglio Ecofin nel dicembre 2016. In secondo luogo, si tratta delle proposte di regolamento di revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (COM(2016) 604) e sulle regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione Pag. 139(COM(2016) 605). Le relative proposte comportano, tra l'altro, l'adozione di regole più semplici e flessibili che contribuiscano ad accelerare l'attuazione dei fondi strutturali e di investimento europei; l'integrazione della dotazione iniziale dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile e di altri programmi compresi nella rubrica competitività, la proroga della durata del FEIS e l'individuazione delle risorse atte a coprire le spese previste in materia di immigrazione.
In tema di politiche di coesione ed utilizzo di fondi strutturali, evidenzia come la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferisce sul confronto già in atto sulla politica di coesione post 2020, segnalando che la Commissione considera essenziale intervenire per: trovare il giusto equilibrio tra la prevedibilità a medio termine e la flessibilità necessaria per far fronte a circostanze impreviste; introdurre elementi di condizionalità, subordinando il finanziamento alla modifica delle politiche nazionali; aumentare l'effetto leva e sinergie, tra l'altro attraendo finanziamenti pubblici e privati. Il Governo, dal canto suo, preannuncia la propria intenzione di sostenere un rafforzamento della politica di coesione per favorire la convergenza delle regioni dell'UE. Le aree prioritarie individuate a tal fine riguardano: creare le condizioni per rispondere alle nuove sfide; assicurare la coesione economica, sociale e territoriale; valorizzare le potenzialità dell'Unione; promuovere una crescita sostenibile e un utilizzo coerente delle risorse naturali; migliorare strumenti e procedure per facilitare il perseguimento delle priorità dell'Unione europea.
Dalla Relazione programmatica emerge altresì l'impegno a sostenere il completamento del sistema di governance al livello nazionale quale delineato dall'articolo 10 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, che ha ripartito le funzioni tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e l'Agenzia per la coesione territoriale. Si conta anche di sviluppare ulteriormente OpenCoesione, portale sull'attuazione dei progetti finanziati in Italia, che assicura trasparenza e partecipazione diffusa. Dovranno, infine, essere individuate le risorse aggiuntive per cofinanziare le proposte di programmazione aggiuntiva che la Commissione ha riconosciuto all'Italia. Queste saranno destinate all'iniziativa giovani, alla specializzazione intelligente, alla migrazione, alla competitività delle PMI e ad iniziative di ricostruzione e prevenzione nell'Appennino centrale.
Per quanto riguarda un mercato interno più profondo e più equo con una base industriale più solida, secondo la Commissione europea, la libera circolazione delle merci, delle persone e dei capitali rappresenta la base della potenza economica dell'Europa. Il rafforzamento del mercato unico rimane, pertanto, un obiettivo centrale nell'agenda della Commissione anche per il 2017. Con la strategia per il mercato unico, presentata nell'ottobre 2015 (COM(2015)550), la Commissione, infatti, mira a liberare appieno il potenziale del mercato unico e, insieme ad altre strategie, a creare le giuste condizioni per la competitività sostenibile dell'economia, agenda per l'innovazione, la digitalizzazione e la trasformazione industriale.
La Commissione europea, nell'ambito della tabella di marcia stabilita nella strategia per il mercato unico, ha già presentato un pacchetto servizi per affrontare gli ostacoli sul mercato dei servizi. Le iniziative concrete, adottate il 10 gennaio 2017 (COM(2016)820; COM(2016)821; (COM (2016)822); (COM(2016)823); (COM(2016) 824), prevedono in particolare: una nuova e-card europea dei servizi, la valutazione della proporzionalità delle norme nazionali sui servizi professionali, gli orientamenti per le riforme nazionali in materia di regolamentazione delle professioni e una migliore notifica dei progetti di norme nazionali sui servizi.
Inoltre, nell'ambito delle misure per aiutare le PMI e le start-up a crescere, il 22 novembre 2016 la Commissione ha presentato la comunicazione «Le nuove imprese leader dell'Europa: l'iniziativa Start-up e Scale-up» COM(2016)733, con la quale annuncia l'intenzione di adottare Pag. 140una serie d'iniziative per favorire la nascita e la crescita di start-up e di scale-up.
Per quanto riguarda un'Unione economica e monetaria più profonda e più equa, nel programma legislativo la Commissione preannuncia la presentazione, a marzo 2017, di un «Libro bianco sul futuro dell'Europa», che dia seguito alla relazione dei cinque Presidenti sul completamento dell'Unione economica e monetaria (UEM), presentata il 22 giugno 2015. La relazione traccia un percorso di rafforzamento dell'Unione economica e monetaria, che si dovrebbe realizzare entro il 2025, e di cui sono stati già attuati alcuni obiettivi, tra cui l'istituzione del Comitato europeo per le finanze pubbliche, incaricato di valutare la conformità dei bilanci nazionali con le raccomandazioni approvate a livello UE, e dei Comitati nazionali per la competitività, incaricati di valutare i progressi conseguiti da ciascuno Stato membro con le riforme strutturali.
Nella Relazione programmatica il Governo auspica che il nuovo Comitato europeo per le finanze pubbliche adotti, nelle proprie attività di analisi, un punto di vista paneuropeo e formuli raccomandazioni sulle politiche fiscali per l'area dell'euro nel suo insieme. Questo atteggiamento è ritenuto cruciale per sviluppare una politica di bilancio aggregata e una strategia di crescita a livello europeo che vada oltre la semplice somma dei risultati nazionali. Inoltre, il Governo ritiene opportuno evidenziare la necessità di promuovere una politica fiscale di bilancio responsabile e, allo stesso tempo, in grado di rispondere adeguatamente alle sfide del ciclo economico e di stimolare maggiormente la crescita a livello nazionale ed europeo.
Per quanto riguarda i Comitati nazionali per la competitività, il Governo ne auspica l'introduzione entro il 30 giugno 2017, ritenendo importante che essi contribuiscano all'analisi delle possibili opzioni di policy e non si limitino a un ruolo di mera diagnosi. Essi dovrebbero proporre iniziative strutturali, capaci di stimolare la produttività, e dovrebbero essere impegnati, soprattutto, nel monitoraggio dei fattori strutturali della competitività, più che nell'evoluzione dei fattori di costo.
Gli ulteriori obiettivi contenuti nella relazione dei cinque Presidenti riguardano: il completamento dell'Unione bancaria, con l'istituzione del fondo per la risoluzione delle crisi e il sistema comune di garanzia dei depositi; l'istituzione di un Presidente permanente dell'Eurogruppo, laddove attualmente esso ha un mandato di due anni e mezzo; l'integrazione nell'ordinamento dell'Unione europea del Fiscal Compact, del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (European stability mechanism, ESM, cd. Fondo salva-Stati) e del Trattato intergovernativo che istituisce il Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie; l'istituzione di un sistema di stabilizzatori comuni per reagire agli shock, cui potranno accedere i Paesi che avranno fatto le riforme; l'istituzione di una «tesoreria della zona euro»; la rappresentanza unificata dell'UE nell'ambito del Fondo monetario internazionale (FMI), della Banca mondiale e delle altre istituzioni finanziarie internazionali, su cui la Commissione europea ha presentato una proposta di decisione (COM(2015)603).
Per quanto riguarda le proposte pendenti la cui adozione è ritenuta prioritaria dalla Commissione europea segnala le seguenti.
In primo luogo, la proposta di regolamento che istituisce un sistema europeo di assicurazione dei depositi (COM(2015)586). Il negoziato appare molto complesso, avendo alcuni Stati membri (tra cui Germania, Finlandia e Austria) chiesto che l'approvazione del sistema comune di assicurazione dei depositi sia subordinata, tra le altre cose, all'introduzione di requisiti prudenziali sui titoli di Stato detenuti dalle banche. Su quest'ultimo punto, il Consiglio ECOFIN del 17 giugno 2016 ha concordato di attendere i risultati del Comitato di Basilea, che opera all'interno della Banca per i regolamenti internazionali (BRI). Nella Relazione programmatica il Governo sottolinea di voler sostenere la creazione di un sistema comune di assicurazione dei depositi, che contribuirebbe ad allentare il legame fra le banche e Pag. 141gli Stati sovrani, garantendo a tutti i depositanti lo stesso livello e garanzia di protezione. Ad avviso del Governo, le due dimensioni di condivisione e riduzione dei rischi dovrebbero procedere in parallelo rinforzandosi a vicenda, ma senza condizionamenti reciproci quanto a tempi e modalità.
In secondo luogo, la proposta di regolamento che istituisce il Programma di sostegno alle riforme strutturali per il periodo 2017-2020 (COM(2015)701), il cui esame da parte del Parlamento europeo è atteso per il 4 aprile 2017. Nel programma di lavoro per il 2017, la Commissione europea ribadisce l'impegno dell'UE a favore di un sistema commerciale aperto e regolamentato, essenziale per la crescita, l'occupazione e la competitività. La Commissione europea indica le seguenti priorità: il proseguimento dei negoziati commerciali in corso con gli Stati Uniti, il Giappone, il Mercosur (Mercato comune dell'America meridionale), il Messico, la Tunisia e i paesi dell'ASEAN (Associazione delle nazioni del Sud est asiatico); la definizione di nuovi mandati per avviare negoziati commerciali con la Turchia, l'Australia, la Nuova Zelanda e il Cile; il proseguimento dei lavori a livello multilaterale in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC); la rapida ratifica dell'accordo economico e commerciale globale (CETA) con il Canada; l'aggiornamento e la modernizzazione degli strumenti europei di difesa commerciale; lo svolgimento di un ruolo di primo piano nell'ambito dei lavori del forum mondiale sull'eccesso di capacità produttiva di acciaio, sotto l'egida del G20.
Nella Relazione programmatica, il Governo – oltre a sottolineare l'importanza dei negoziati in materia di politica commerciale già indicati come prioritari nel programma di lavoro della Commissione europea – indica l'intenzione di stimolare una riflessione sul futuro della politica commerciale dell'Unione europea e sulle modalità con le quali rispondere alle preoccupazioni dell'opinione pubblica e mantenendo l'efficacia e la credibilità dell'azione dell'UE. Il Governo sottolinea, inoltre, le ulteriori seguenti priorità nell'ambito delle relazioni con i Paesi terzi: il rilancio del partenariato strategico tra l'UE e la Russia, che resta fortemente condizionato dalla crisi ucraina; il consolidamento delle relazioni tra UE e Svizzera, attraverso il negoziato per un nuovo accordo sul quadro dei rapporti istituzionali tra UE e Svizzera. Occorrerà, inoltre, trovare una soluzione alla questione posta dall'esito del referendum federale che ha imposto l'adozione di misure volte a limitare la libera circolazione delle persone, che sia compatibile con l'Accordo sulla libera circolazione delle persone tra UE e Svizzera e che non risulti penalizzate per i lavoratori italiani frontalieri o residenti in territorio svizzero; il consolidamento del partenariato con la Cina, sostenendo l'impegno negoziale della Commissione europea per una positiva e rapida conclusione dell'Accordo sugli investimenti UE-Cina, nonché dell'accordo sulla tutela delle indicazioni geografiche.
Il Governo intende inoltre promuovere la partecipazione dell'Italia ai progetti infrastrutturali e alle iniziative di investimento nell'ambito del progetto «One belt One road», che mira a stabilire un network di infrastrutture che colleghi l'Asia e l'Europa, unendo lo storico percorso della Via della Seta alla via marittima concepita nel XXI secolo; la ripresa dei negoziati per la conclusione dell'accordo di libero scambio UE-India; la rapida ratifica dell'accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo dell'Afghanistan; la conclusione di accordi di libero scambio con quattro paesi della riva sud del Mediterraneo, Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania, prestando particolare attenzione al capitolo della liberalizzazione commerciale dei prodotti agricoli; il dialogo politico e la cooperazione con i Paesi africani.
Tanto premesso, si riserva di predisporre, in occasione della prossima seduta, una proposta di parere sugli atti medesimi.
Il Viceministro Enrico MORANDO si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame dei documenti in oggetto.
Pag. 142Francesco BOCCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.50.
ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 8 febbraio 2017. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il Viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.
La seduta comincia alle 14.50.
Schema di decreto legislativo recante riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione.
Atto n. 377.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).
La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in titolo.
Paola BRAGANTINI (PD), relatrice, ricorda che lo schema di decreto legislativo in esame reca disposizioni in materia di riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria e che il provvedimento è adottato in attuazione dell'articolo 1, commi 180, 181, lettera b), e 182 della legge n. 107 del 2015. Segnala che il testo è corredato di relazione tecnica, che dà conto della neutralità finanziaria del provvedimento.
Con riferimento agli articoli da 3 a 7 e all'articolo 18, comma 1, in materia di accesso ai ruoli a tempo indeterminato e procedure concorsuali, rileva preliminarmente che le ipotesi della relazione tecnica relative alla numerosità delle domande di accesso ai concorsi appaiono coerenti rispetto ai precedenti bandi. Pertanto, prende atto della quantificazione fornita, anche in considerazione del fatto che – per ragioni prudenziali – non vengono contabilizzate le entrate derivanti dai diritti di segreteria che si prevedono di incassare. Ciò premesso, appare peraltro utile, a suo avviso, acquisire elementi di dettaglio circa le voci riportate nella tabella, con particolare riferimento ai soggetti coinvolti nell'attività delle commissioni – segretari, membri del comitato di vigilanza – che non sono esplicitamente elencati nella relazione tecnica.
Ritiene altresì necessario acquisire chiarimenti circa la ragione contabile per cui – a fronte di concorsi da tenere a cadenza biennale – è imputato ad ogni esercizio finanziario, a decorrere dal 2018, il 50 per cento degli oneri stimati – euro 5.561.700 a fronte di oneri complessivi stimati in 11.123.365,47 euro – anziché prevedere l'onere in misura intera, ma riferito ad annualità alterne. Osserva infine che l'onere appare definito quale limite massimo di spesa – essendo indicato, nella norma di copertura di cui all'articolo 18 e nella relazione tecnica, in misura «pari a» euro 5.561.700 –, ma tale configurazione non si evince dal tenore letterale delle disposizioni. Con riguardo alla Commissione nazionale di esperti, segnala infine che andrebbe acquisita conferma che l'istituzione e lo svolgimento dell'attività possa effettivamente avvenire senza oneri per la finanza pubblica, tenuto conto che il testo non esclude espressamente la corresponsione di emolumenti, ivi compresi i rimborsi spese, nei confronti dei suoi membri.
In merito agli articoli da 8 a 14 e all'articolo 18, commi 2 e 3, concernenti il percorso di formazione iniziale e tirocinio, osserva preliminarmente che la quantificazione degli oneri relativi ai tre anni di formazione e tirocinio è congrua rispetto ai parametri forniti dalla relazione tecnica. Appare peraltro necessario, a suo avviso, acquisire chiarimenti circa la decorrenza di detti oneri, con particolare riferimento a quelli relativi al contratto triennale retribuito di formazione iniziale e tirocinio, di cui all'articolo 8, comma 2, Pag. 143la cui clausola di copertura è introdotta all'articolo 18, comma 2. Infatti, mentre detta clausola prevede la riduzione del Fondo «La Buona scuola» a decorrere dall'annualità 2021, gli oneri appaiono, viceversa, imputabili già al primo anno di contratto il cui svolgimento dovrebbe tenersi nel 2020, contestualmente all'attività di specializzazione, di cui all'articolo 9. Peraltro, per gli oneri connessi alla specializzazione la clausola di copertura, di cui all'articolo 18, comma 3, prevede appunto la riduzione del Fondo «La Buona scuola» a decorrere dal 2020. Evidenzia come tale apparente incoerenza sembrerebbe confermata da quanto disposto al successivo articolo 17, comma 1, che fissa l'entrata in vigore delle disposizioni relative al percorso triennale di formazione e tirocinio dall'anno scolastico 2020/2021. Sul punto ritiene necessario acquisire l'avviso del Governo. Riguardo agli oneri di funzionamento di cui all'articolo 9, rileva che esso appare definito come limite massimo di spesa – essendo indicato, nella norma di copertura di cui all'articolo 18 e nella relazione tecnica, in misura «pari a» euro 5.067.000 – ma tale configurazione non si evince dal tenore letterale delle disposizioni.
Con riferimento alle commissioni di valutazione, di cui all'articolo 9, comma 6, nonché alla Conferenza nazionale per la formazione iniziale e l'accesso alla professione, di cui all'articolo 14, fa presente che andrebbe acquisita conferma che lo svolgimento delle attività possa effettivamente avvenire senza oneri per la finanza pubblica. Rileva inoltre che le norme escludono la corresponsione di compensi solo con riferimento alle predette commissioni di valutazione, di cui all'articolo 9, e alla Conferenza nazionale, di cui all'articolo 14, mentre in relazione alle commissioni di valutazione di cui all'articolo 13 non è espressamente prevista tale esclusione, di cui fa invece menzione la relazione tecnica.
Segnala che le disposizioni di cui all'articolo 17, recante disciplina transitoria, tra l'altro, prevedono la possibilità di bandire un ulteriore corso di tirocinio formativo attivo e la relazione tecnica, in proposito, specifica che gli oneri sono già scontati a legislazione vigente e coperti con appositi stanziamenti iscritti nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. In proposito appare utile, a suo avviso, una conferma riguardo all'effettiva disponibilità delle necessarie risorse per le finalità in esame.
Rileva che, sulla base dell'articolo 18 dello schema di decreto, recante copertura finanziaria, e come confermato dalla Relazione tecnica, agli oneri derivanti dall'articolo 3, commi 5 e 6, pari a euro 5.561.700 annui a decorrere dal 2018, agli oneri derivante dall'articolo 8, comma 2, pari a euro 117.000.000 annui a decorrere dall'anno 2021 e ai maggiori oneri di funzionamento derivanti dall'articolo 9, pari a euro 5.067.000 annui a decorrere dal 2020, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo «La Buona scuola», istituito dall'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015, con una dotazione di 104,043 milioni di euro per l'anno 2017, di 69,903 milioni di euro per l'anno 2018, di 47,053 milioni di euro per l'anno 2019, di 43,490 milioni di euro per l'anno 2020, di 48,080 milioni di euro per l'anno 2021, di 56,663 milioni di euro per l'anno 2022 e di 45 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2023. Segnala che il Fondo sembrerebbe pertanto recare le necessarie disponibilità per far fronte ai maggiori oneri derivanti dal provvedimento, come sopra indicati, anche tenendo conto degli impegni, a valere sul medesimo Fondo «La Buona scuola», recati dagli altri schemi di decreto legislativo di attuazione della legge n. 107 del 2015 sinora presentati. Evidenzia come sul punto sia comunque necessaria una conferma da parte del Governo.
Il Viceministro Enrico MORANDO si riserva di fornire i chiarimenti richiesti.
Francesco BOCCIA, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
Pag. 144Schema di decreto legislativo recante norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività.
Atto n. 382.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).
La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in titolo.
Simonetta RUBINATO (PD), relatrice, ricorda che il provvedimento – adottato in attuazione di una delega conferita nella legge n. 107 del 2015 – reca disposizioni dirette a promuovere la cultura umanistica, a valorizzare il patrimonio e le produzioni culturali e a sostenere la creatività degli studenti e segnala che il testo è corredato di relazione tecnica.
In merito ai profili di quantificazione prende atto, preliminarmente, che – ai sensi dell'articolo 1, comma 4 – all'attuazione del provvedimento in esame «si provvede nell'ambito degli assetti ordinamentali, delle risorse finanziarie e strumentali nonché delle consistenze di organico disponibili a legislazione vigente». Peraltro un'analoga clausola di invarianza è prevista, limitatamente all'articolo 12, dall'articolo 17, comma 1, secondo il quale «dall'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 12 non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Infine, all'articolo 6 si prevede un'analoga clausola in merito ai compiti dell'INDIRE. Andrebbero quindi acquisiti, a suo avviso, chiarimenti riguardo al coordinamento delle predette disposizioni.
Con specifico riferimento alla previsione di invarianza di carattere generale, di cui all'articolo 1, comma 4, ritiene che andrebbero acquisiti ulteriori elementi volti a confermare l'effettiva possibilità di far fronte ai nuovi adempimenti previsti dal provvedimento in esame con le risorse già disponibili a legislazione vigente; ciò con riferimento, in particolare, all'articolo 2, che attribuisce nuovi compiti alle istituzioni scolastiche, che dovranno – sulla base delle indicazioni della relazione tecnica, non riportate nel testo della norma – essere svolte dalle istituzioni scolastiche nell'ambito delle risorse disponibili nonché delle consistenze di organico previste a legislazione vigente.
Osserva altresì che la clausola di invarianza generale di cui all'articolo 1, comma 4, non esclude espressamente le disposizioni di cui all'articolo 5 concernenti il Piano delle arti, in relazione alle quali l'articolo 17, comma 2, istituisce un apposito fondo con una dotazione di 2 milioni annui a decorrere dal 2017. In merito, ritiene che andrebbe acquisita conferma che le misure del Piano possano effettivamente essere realizzate nel limite delle disponibilità del Fondo.
Segnala inoltre che per la promozione dei temi della creatività è previsto l'impiego di docenti facenti parti del contingente dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa. Poiché ai sensi dell'articolo 17, comma 3, a tale finalità è destinato il 5 per cento del predetto contingente senza alcun esubero di personale o ulteriore fabbisogno di posti, segnala come andrebbe chiarito se risulti effettivamente possibile realizzare il progetto in tutti gli istituti interessati ovvero se, in assenza delle necessarie disponibilità di docenti, gli istituti possano rinviare l'applicazione delle disposizioni in esame.
Riguardo ai contenuti della relazione tecnica, rileva altresì che: relativamente agli articoli 9 e 10, la relazione tecnica si limita a ribadire il contenuto delle norme senza chiarire i relativi effetti finanziari; relativamente all'articolo 14, invece, la relazione tecnica afferma la natura programmatica della norma, la quale però, ai commi 2 e 3, detta disposizioni sull'istituzione di nuove cattedre e sulle compresenze che – dal tenore testuale – appaiono di natura precettiva, sia pure con la previsione di un'attuazione progressiva, per taluni istituti scolastici. Sui predetti punti, considera necessario acquisire chiarimenti dal Governo.
In merito ai profili di copertura finanziaria, con riferimento alla clausola di neutralità relativa all'intero decreto, recata dall'articolo 1, comma 4, rileva, in aggiunta Pag. 145a quanto già segnalato in merito al coordinamento con le ulteriori clausole di cui agli articoli 6 e 17, comma 1, e all'opportunità di escludere espressamente le disposizioni onerose di cui all'articolo 5, che la clausola medesima potrebbe essere più precisamente formulata mediante il riferimento alle risorse umane, oltre che a quelle finanziarie e strumentali. Tale integrazione renderebbe inoltre coerente la disposizione normativa con quanto indicato nella relazione tecnica. Sul punto ritiene comunque opportuno acquisire l'avviso del Governo.
In relazione all'articolo 17, comma 2, evidenzia che la copertura dell'onere di cui all'articolo 5, pari a 2 milioni di euro a decorrere dal 2017, è effettuata mediante riduzione del Fondo «La Buona scuola», istituito dall'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015, con una dotazione di 104,043 milioni di euro per l'anno 2017, di 69,903 milioni di euro per l'anno 2018, di 47,053 milioni di euro per l'anno 2019, di 43,490 milioni di euro per l'anno 2020, di 48,080 milioni di euro per l'anno 2021, di 56,663 milioni di euro per l'anno 2022 e di 45 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2023. Ricorda in proposito che il Fondo «La Buona scuola» (capitolo 1285 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca) è stato recentemente rifinanziato dalla legge di bilancio per il 2017 (legge n. 232 del 2016) per un importo di 300 milioni di euro per il 2017, di 400 milioni di euro per il 2018, di 500 milioni di euro per il 2019 e di complessivi 40 miliardi di euro per gli anni 2020 e successivi. Conseguentemente, il decreto 102065 del 27 dicembre 2016, recante ripartizione in capitoli delle unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e per il triennio 2017-2019, prevede stanziamenti pari a 391,343 milioni di euro per il 2017, a 460,890 milioni di euro per il 2018 e a 520,853 milioni di euro per il 2019. Il Fondo sembrerebbe pertanto recare le necessarie disponibilità per la copertura dell'onere di cui all'articolo 5 del provvedimento in esame, pari, come già riportato, a 2 milioni di euro a decorrere dal 2017, anche tenendo conto degli impegni, a valere sul medesimo Fondo «La Buona scuola», recati dagli altri schemi di decreto legislativo di attuazione della legge n. 107 del 2015 sinora presentati (si tratta degli schemi 377, 378, 379, 380, 381, 383 e 384). Sul punto ritiene comunque necessaria una conferma da parte del Governo. Sempre in merito all'articolo 17, comma 2, si osserva che la copertura dell'onere di cui all'articolo 5 dovrebbe essere effettuata mediante riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015 e non mediante riduzione del medesimo articolo, come indicato nel testo del provvedimento. Reputa opportuno, sentito il Governo, inserire tale precisazione.
Il Viceministro Enrico MORANDO evidenzia preliminarmente come la legge di delega n. 107 del 2015 – di cui il provvedimento in titolo costituisce, assieme agli ulteriori schemi di decreto legislativo attualmente all'esame delle Camere, attuazione – ha istituito nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il fondo «La Buona scuola» che presenta una dotazione finanziaria assai cospicua, peraltro rideterminata in aumento dalla legge di bilancio per il 2017. In tale quadro, il citato Fondo reca pertanto le risorse sufficienti ad assicurare l'attuazione delle diverse deleghe conferite, nell'ambito di un più generale processo di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione incentrato sulla valorizzazione dell'organico dell'autonomia, inteso come il complesso delle risorse umane, strumentali e finanziarie che presso ciascun istituto scolastico sono preposte alla realizzazione del Piano triennale dell'offerta formativa.
Tanto premesso, precisa quindi che, come previsto dalla clausola di invarianza finanziaria di carattere generale di cui Pag. 146all'articolo 1, comma 4, le amministrazioni interessate svolgeranno le attività previste dal provvedimento in oggetto con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Segnala, in particolare, che le attività relative alla promozione dell'arte e della cultura umanistica da parte delle istituzioni scolastiche, di cui all'articolo 2, saranno realizzate nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, e pertanto la norma non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Osserva infatti che il Piano triennale dell'offerta formativa indica il fabbisogno di posti comuni e di sostegno dell'organico dell'autonomia, dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa, nonché la definizione delle risorse occorrenti, e che pertanto per l'attuazione del suddetto piano l'istituzione scolastica non potrà sostenere oneri superiori alle risorse complessivamente disponibili a legislazione vigente, sia per quanto concerne la dotazione organica da impiegare sia per quello che riguarda le risorse finanziarie necessarie.
Precisa inoltre che l'importo di 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2017 previsto dall'articolo 17, comma 2, per la realizzazione del Piano delle arti di cui all'articolo 5 costituisce il limite di spesa per l'attuazione della predetta disposizione.
Rileva altresì che le istituzioni scolastiche coinvolte nella realizzazione delle attività di promozione dei temi della creatività, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, saranno le stesse che prevedono nel proprio Piano triennale dell'offerta formativa l'attivazione dei relativi progetti, e che pertanto le attività in questione potranno essere effettivamente realizzate, mediante l'impiego di docenti facenti parti del contingente dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa, in tutte le istituzioni scolastiche interessate.
Osserva inoltre che le attività previste dagli articoli 9 e 10, relative alla promozione della pratica artistica e musicale nella scuola dell'infanzia, nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado, saranno inserite dalle istituzioni scolastiche, nell'ambito della propria autonomia scolastica, all'interno del Piano triennale dell'offerta formativa, che esplicita la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa e organizzativa, nonché l'indicazione delle risorse umane e finanziarie necessarie per realizzare tali attività.
Chiarisce altresì che le disposizioni di cui all'articolo 14, relative ai licei musicali e coreutici, hanno natura programmatica e pertanto la loro attuazione avverrà secondo un principio di progressività nell'ambito della dotazione organica prevista dalla normativa vigente.
Conviene inoltre circa la necessità di formulare più correttamente la clausola di invarianza finanziaria di carattere generale di cui all'articolo 1, comma 4, da una parte escludendo espressamente le disposizioni onerose di cui all'articolo 17, comma 2, relative al Piano delle arti di cui all'articolo 5 e, dall'altra, mediante il riferimento alle risorse umane, oltre che a quelle finanziarie e strumentali.
Assicura che il Fondo «La Buona scuola», istituito dall'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015, reca le necessarie disponibilità per la copertura dell'onere di cui all'articolo 17, comma 2 – per l'attuazione del Piano delle arti previsto dall'articolo 5 del provvedimento in esame – pari a 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2017, anche tenendo conto degli impegni a valere sul medesimo Fondo recati dagli altri schemi di decreto legislativo di attuazione della legge n. 107 del 2015 sinora presentati (si tratta degli schemi 377, 378, 379, 380, 381, 383 e 384).
Concorda infine con l'opportunità, sempre all'articolo 17, comma 2, di specificare che la copertura dell'onere per l'attuazione del Piano delle arti previsto dall'articolo 5 viene effettuata mediante riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 202, della legge n. 107 del 2015 e Pag. 147non mediante riduzione del medesimo articolo, come indicato nel testo del provvedimento.
Simonetta RUBINATO (PD), relatrice, anche alla luce degli elementi di informazione forniti dal rappresentante del Governo, si riserva di predisporre una proposta di parere sul provvedimento in discussione.
Francesco BOCCIA, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.
COMITATO DEI NOVE
Mercoledì 8 febbraio 2017.
Il comitato dei nove si è svolto dalle 15 alle 15.50.
AVVERTENZA
Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:
SEDE CONSULTIVA
Modifiche in materia di decadenza dai benefici in caso di dichiarazioni non veritiere.
Nuovo testo C. 3824.