CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 maggio 2016
645.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 19 maggio 2016. — Presidenza della vicepresidente Daniela SBROLLINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luigi Bobba.

  La seduta comincia alle 10.05.

Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.
C. 2617-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 18 maggio 2016.

  Daniela SBROLLINI, presidente, avverte che, oltre ai pareri del Comitato per la legislazione e delle Commissioni II e IV, di cui si è già dato conto nelle sedute precedenti, sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni I, VI, VIII, X, XI, XIV e il parere favorevole, con un'osservazione, della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  La III Commissione (Affari esteri) ha comunicato che non esprimerà il proprio parere, mentre la V Commissione (Bilancio) esprimerà il parere di competenza direttamente all'Assemblea.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Daniela SBROLLINI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Disposizioni concernenti l'impiego delle persone anziane da parte delle amministrazioni locali per lo svolgimento di lavori di utilità sociale.
C. 104 Binetti, C. 171 Bobba, C. 266 Fucci, C. 670 Biondelli, C. 693 Grassi e C. 3538 Patriarca.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame delle proposte di legge in titolo.

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  Edoardo PATRIARCA (PD), relatore, ricorda che la XII Commissione avvia nella seduta odierna l'esame della proposta di legge C.104 Binetti, recante «Disposizioni concernenti l'impiego di persone anziane da parte delle amministrazioni locali per lo svolgimento di lavori di utilità sociale», e delle abbinate proposte di legge C. 171 Bobba, C. 266 Fucci, C. 670 Biondelli, C. 693 Grassi, C. 3538 Patriarca.
  Rileva preliminarmente che i dati Istat ci consegnano un Paese – del tutto simile ad altri Paesi a sviluppo avanzato – con una struttura per età fortemente squilibrata: nel 2015 le persone over 65 costituiscono il 21,7 per cento della popolazione, quelle fra 0 e 14 anni il 13,8 per cento. Il numero di anziani e’ destinato ancora a crescere tanto che l'indice di vecchiaia della popolazione, ossia il rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni), è destinato a salire da 1,58 a 2,58 tra il 2015 e il 2065.
  Ciononostante, dai dati ISTAT si evince come attraverso forme di impegno volontario e gratuito la risorsa anziana contribuisca fortemente al benessere sociale. Nel 2014 è stato rilevato per la prima volta il numero di persone che offrono gratuitamente e volontariamente il loro tempo agli altri o a beneficio della comunità. La percentuale di volontari tocca il massimo nella classe di età 55-64 anni (15,9 per cento) per poi iniziare a scendere già nella classe di età 65-74 anni (13,1 per cento ) e ridursi ulteriormente per gli ultrasettantacinquenni (5,9 per cento ). Il tasso di volontariato totale della classe delle persone di età compresa fra 65 e 74 anni (13,1 per cento) è comunque superiore al valore medio nazionale (12,6 per cento) e vicino a quello delle persone di età compresa fra 35 e 44 anni (13,7 per cento).
  È indubbio che il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione nel nostro Paese ha prodotto negli ultimi decenni conseguenze sia sul piano culturale sia per quanto riguarda gli aspetti economici e sociali. Ciononostante si ritiene che i cambiamenti demografici siano da assumere come sfida positiva.
  La risorsa costituita dagli anziani resta in fondo una delle principali ricchezze di una società evoluta, soprattutto per la vastità di conoscenza e di capacità e per la possibilità di utilizzare tali conoscenze per educare le giovani generazioni. Le attività socialmente utili in cui è possibile impegnare la popolazione anziana possono variare dalle attività di tutoraggio e di insegnamento, alle iniziative di carattere culturale, del recupero del territorio e della tutela dei beni culturali, fino alla assistenza dei soggetti svantaggiati.
  Su questa base si può ben sostenere che l'invecchiamento della popolazione apre scenari inediti con i quali è necessario misurarsi in modo innovativo. È necessario costruire una diversa idea di vecchiaia, all'altezza del mutamento intervenuto nelle speranze di vita, che ravvisi nella stessa vecchiaia una straordinaria conquista di civiltà.
  In particolare, il tema dell'invecchiamento deve uscire dall'approccio emergenziale con cui lo affrontano le istituzioni, nonché dal modo in cui lo promuovono le organizzazioni che operano sul mercato in un'ottica esclusivamente consumistica. Proprio partendo dalla popolazione anziana, nella quale le diverse criticità e le tante forme della nuova esclusione sociale assumono specifico rilievo, si possono ricostruire legami sociali tesi a ridare speranza e senso al futuro per tutte le età, promuovendo l'incontro tra memoria del passato, nuove dinamiche sociali e permanenti esigenze di relazione.
  Passando al contenuto delle singole proposte di legge, precisa che farà riferimento alla prima in ordine di presentazione, ovvero la proposta C. 104 Binetti, segnalando poi, sinteticamente, analogie ed eventuali difformità rispetto alle altre proposte di legge, indicate con il nome del primo firmatario.
  L'articolo 1 della proposta Binetti prevede come destinatari del provvedimento le persone anziane definite come quelle che hanno compiuto i sessantacinque anni di età e che non svolgono attività professionali regolarmente retribuite. Come finalità indica la facoltà, per le amministrazioni Pag. 139locali, di valorizzare le abilità le conoscenze e le competenze degli anziani, consentendo loro di mantenere un ruolo sociale tramite la collaborazione con cooperative sociali, organizzazioni di volontariato ed associazioni senza scopo di lucro operanti nel campo sociale e culturale.
  Segnala che la proposta Bobba include tra i destinatari anche i titolari di trattamento di quiescenza a prescindere dall'età, prevedendo l'utilizzo degli anziani da parte di una pluralità di soggetti, pubblici e del Terzo settore. La proposta Fucci istituisce la figura dei nonni vigili, indicando, oltre alla partecipazione ad attività di natura socio-assistenziale, una casistica definita di attività di vigilanza. La proposta Biondelli propone l'istituzione di un progetto nazionale «Anziani valore aggiunto nella società civile», prevedendo l'impiego di anziani per attività promosse dai comuni e da soggetti del Terzo settore. La proposta Grassi considera le persone che hanno compiuto 60 anni, titolari di pensione o casalinghe, per un utilizzo da parte di una ampia platea di soggetti anche con la finalità di sostegno al reddito. La proposta di cui egli stesso è primo firmatario si apre con un elenco molto dettagliato di finalità e principi e reca, all'articolo 2, le definizioni di «invecchiamento» e «invecchiamento attivo» senza specificare in maniera puntuale un requisito anagrafico.
  L'articolo 2 della proposta Binetti prevede che lo svolgimento delle attività di interesse sociale da parte degli anziani avviene mediante la stipulazione di un contratto di diritto privato che comporta l'instaurazione di un rapporto di collaborazione e non di lavoro subordinato. Il successivo articolo 3 prevede compensi adeguati all'attività svolta corrisposti in modo forfettario, anche mediante la concessione di strumenti quali i buoni pasto o la concessione di abbonamenti per il trasporto pubblico locale. In ogni caso tali compensi non concorrono alla determinazione dei redditi ai fini delle prestazioni previdenziali, assistenziali, sociali e sanitarie. La proposta Biondelli e quella a sua prima firma, prevedono esclusivamente compensi o incentivi di natura non monetaria. La proposta Bobba precisa (articolo 2, comma 4) che i contratti per gli anziani non devono essere in contrasto con iniziative volte a favorire l'occupazione giovanile o di categorie protette e fissa (articolo 5) un limite dell'assegno di 450 euro mensili esente da imposte o da contribuzioni, precisando che l'assegno è a carico del soggetto presso cui si svolge l'attività dell'anziano. La proposta Grassi prevede, all'articolo 5, che i compensi corrisposti non possono superare l'importo dell'assegno sociale di cui alla legge n. 335 del 1995 e costituiscono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Tali compensi non concorrono alla determinazione del reddito in presenza di specifiche condizioni.
  L'articolo 4 della proposta Binetti prevede l'obbligo per le amministrazioni locali che ricorrono all'impiego di persone anziane, di stipulare una polizza contro i rischi di infortunio, nonché di responsabilità civile nei confronti dei terzi a causa dell'attività svolta. Analoghi strumenti sono previsti nella maggior parte delle proposte di legge abbinate.
  L'articolo 5 della proposta Binetti definisce i lavori di utilità sociale, stabilendo che sono tali i lavori: di carattere sociale, consistenti in attività socio-assistenziali e socio-sanitarie; di carattere civile, consistenti in attività per la tutela e la sicurezza degli studenti presso gli istituti scolastici, per la vigilanza del decoro urbano e per prevenire possibili episodi di vandalismo; di carattere culturale, consistenti in attività per la tutela, la valorizzazione, la promozione e lo sviluppo della cultura, del patrimonio storico, artistico e ambientale, anche attraverso la vigilanza di musei e biblioteche comunali; di carattere ricreativo, turistico o sportivo, consistenti in attività quali il controllo dei flussi di spettatori in occasione di eventi e manifestazioni pubblici.
  Gli ambiti delle attività svolte dagli anziani sono indicati, in molti casi in maniera sostanzialmente analoga, anche Pag. 140agli articoli 3 delle proposte Bobba, Biondelli e Grassi e all'articolo 4 di quella a sua prima firma.
  L'articolo 6 della proposta Binetti dispone che l'affidamento dei lavori di utilità sociale alle persone anziane avvenga mediante delibera dell'amministrazione locale, con criteri resi noti con avvisi pubblici e con finanziamento a carico della stessa amministrazione. Il finanziamento dei lavori di pubblica utilità è a carico delle amministrazioni locali, che sono tenute a provvedervi con le disponibilità esistenti negli appositi capitoli di bilancio e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. La proposta Grassi prevede un contributo statale ai soggetti che impiegano anziani con uno stanziamento nel primo triennio di 25 milioni di euro complessivi. La proposta a sua prima firma istituisce un fondo con una dotazione annua di 25 milioni di euro.
  L'articolo 7 della proposta Binetti reca disposizioni programmatorie. Strumenti di programmazione sono previsti anche dalla proposta Grassi, a livello regionale (articolo 6) e da quella a sua prima firma, a livello di comuni singoli o associati (articolo 3).
  Segnala, infine, alcune specifiche disposizioni derivanti dalle diverse impostazioni delle singole proposte di legge. La proposta Bobba prevede l'istituzione di registri del servizio civile delle persone anziane in cui sono elencati i soggetti che intendono utilizzare tale forma di collaborazione. La proposta Fucci propone l'introduzione del reato di offesa al «nonno vigile» nell'esercizio delle sue funzioni. La proposta a sua prima firma reca (articolo 6) disposizioni relative alla formazione permanente, incentivando la mutua formazione inter e intra generazionale, sostenendo le attività dell'Università della Terza età e valorizzando la trasmissione dei saperi alle nuove generazioni. Il successivo articolo 7 introduce misure volte a promuovere azioni tese a mantenere il benessere delle persone anziane, sostenendo anche la diffusione di corretti stili di vita e l'educazione motoria e fisica.

  Daniela SBROLLINI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento in titolo ad altra seduta.

Istituzione della «Giornata della lotta contro la povertà».
C. 197 Pisicchio e C. 3397 Marazziti.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame delle proposte di legge in titolo.

  Pino PISICCHIO (Misto), relatore, segnalando preliminarmente che in Italia il rischio di povertà riguarda circa un terzo della popolazione e, ad eccezione del 2014, negli ultimi anni ha registrato una continua crescita, ricorda che nel 1992 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, accogliendo con favore il fatto che alcune organizzazioni non governative, su iniziativa di una di esse (Movimento Internazionale ATD Quarto Mondo), celebrassero, in molti Stati membri, il 17 ottobre come Giornata mondiale per il superamento della povertà estrema, ha dichiarato tale data Giornata internazionale per l'eliminazione della povertà. Il rispetto di questa Giornata mira a promuovere la consapevolezza sulla necessità di sradicare la povertà e la miseria in tutti i paesi, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Si tratta di una necessità che è diventata una vera e propria priorità per lo sviluppo.
  Passando al contenuto delle proposte in esame, rileva che l'atto C. 197, a sua prima firma, composta da un unico articolo, istituisce la «Giornata della lotta contro la povertà» da celebrarsi il 17 ottobre di ogni anno, in coincidenza con la Giornata mondiale delle Nazioni Unite per l'eliminazione della povertà. Viene poi stabilito che, in occasione della Giornata della lotta contro la povertà, la bandiera nazionale e quella dell'Unione europea sono esposte all'esterno degli edifici sedi di uffici pubblici.
  La proposta di legge A.C. 3397, a prima firma del presidente Marazziti, composta da 4 articoli, istituisce anch'essa la «Giornata Pag. 141nazionale della lotta contro la povertà» e detta alcune norme organizzative. In particolare, l'articolo 1 istituisce la «Giornata nazionale della lotta contro la povertà» da celebrarsi il 17 ottobre di ogni anno, in coincidenza con la Giornata mondiale delle Nazioni Unite per l'eliminazione della povertà, con l'obiettivo di stimolare la riflessione e accrescere la consapevolezza circa il bisogno di eliminare la povertà e l'indigenza in tutte le loro forme e in tutti gli Stati. Viene poi stabilito che la giornata nazionale è considerata solennità civile ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 260 del 1949 (Disposizioni in materia di ricorrenze festive) e non determina riduzione dell'orario di lavoro negli uffici pubblici né, qualora cada in giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge n. 54 del 1977.
  L'articolo 2 prevede che in occasione della Giornata nazionale sono organizzati nel territorio nazionale iniziative ed incontri per sensibilizzare l'opinione pubblica ai valori della solidarietà civile, al rispetto della dignità umana, all'inclusione sociale e all'accoglienza e che le istituzioni della Repubblica nell'ambito delle rispettive competenze, promuovano iniziative nelle scuole di ogni ordine e grado ai fini di sensibilizzare e formare i giovani ai temi del contrasto alla povertà e all'esclusione sociale.
  L'articolo 3 attribuisce alle Regioni la facoltà di promuovere nell'ambito della propria autonomia e delle proprie risorse finanziarie, la predisposizione di piani di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale per l'individuazione di azioni innovative ed originali e per la diffusione di buone pratiche in materia. L'articolo 4 reca la clausola di invarianza degli oneri finanziari.

  Daniela SBROLLINI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento in titolo ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.45 alle 13.10.