ALLEGATO
Indagine conoscitiva sui minori «fuori famiglia».
PROGRAMMA
La Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo, ratificata e resa esecutiva in Italia dalla legge n. 176 del 1991, prevede all'articolo 20 che ogni fanciullo il quale è temporaneamente o definitivamente privato del suo ambiente familiare oppure che non può essere lasciato in tale ambiente nel suo proprio interesse ha diritto a una protezione e ad aiuti speciali dello Stato, in conformità con la propria legislazione nazionale. Tale protezione sostitutiva può concretizzarsi per mezzo dell'affidamento familiare, della Kafalah di diritto islamico, dell'adozione o in caso di necessità, del collocamento in adeguati istituti per l'infanzia.
Nel nostro Paese la legislazione vigente in materia di minori fuori famiglia ha subìto nel corso degli anni una significativa evoluzione: si è passati infatti dall'accoglienza presso gli istituti di assistenza pubblici o privati per minori, cd. orfanotrofi, al collocamento presso comunità di tipo familiare, cosiddette «case-famiglia», e all'affido come possibile fase transitoria verso l'adozione vera e propria.
La legge n. 184 del 1983 che disciplina l'adozione e l'affidamento del minore, come modificata dalla legge n. 149 del 2001, ha sancito definitivamente il «diritto del minore alla propria famiglia». La normativa richiamata ha portato a compimento il delicato processo di chiusura e trasformazione dei vecchi orfanotrofi, prevedendo l'istituzione delle cd. «comunità familiari», proprio per garantire al minore la convivenza in un ambiente che sia il più possibile simile a quello della famiglia propriamente detta.
L'indagine conoscitiva deliberata dall'Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza intende approfondire le criticità relative alla normativa vigente in materia di minori fuori famiglia, nell'ottica di un suo possibile miglioramento.
In particolare la Commissione si pone l'obiettivo di effettuare una sorta di censimento del numero e delle caratteristiche delle strutture di accoglienza presenti nel nostro Paese – anche al fine di verificarne l'adeguatezza – del numero dei minori che vi transitano, del relativo periodo di permanenza, volgendo lo sguardo non solo ai bambini italiani ma anche e soprattutto ai minori stranieri non accompagnati. Molti di questi, infatti, circa 3707, secondo gli ultimi dati in possesso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali al 31 dicembre 2014, recentemente diffusi dal Ministro dell'interno, una volta giunti nel nostro Paese, non riescono nemmeno a transitare presso tali strutture di accoglienza, divenendo irreperibili.
L'indagine intende altresì acquisire elementi di conoscenza concernenti il sistema dei controlli, dei finanziamenti, nonché circa le eventuali disfunzioni e carenze di molte case-famiglia, essendo giunte in tal senso alla Commissione numerose segnalazioni, che appare doveroso approfondire.
L'indagine dovrebbe articolarsi secondo il seguente ciclo di audizioni:
Presidente del Consiglio – Dipartimento delle politiche per la famiglia;
Ministro dell'interno;
Ministro della salute;
Sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, con delega al terzo settore, alle formazioni sociali e alle politiche per la famiglia;Pag. 169
Esponenti di organismi internazionali ed europei impegnati nel settore dell'immigrazione;
Rappresentanti di enti ed associazioni attivi nella difesa e protezione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza;
Assistenti sociali;
Rappresentanti di regioni, province e comuni;
Rappresentanti dei Tribunali dei minorenni;
Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza;
Rappresentanti dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza.
A tale programma di audizioni potrebbero aggiungersi eventuali missioni, da sottoporre di volta in volta all'autorizzazione dei Presidenti delle Camere, dirette ad effettuare sopralluoghi o a partecipare ad incontri inerenti l'oggetto dell'indagine.