SEDE LEGISLATIVA
Martedì 24 febbraio 2015. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.
La seduta comincia alle 14.30.
Variazioni nella composizione della Commissione.
Elio VITO, presidente, comunica che il deputato Andrea Cecconi, appartenente al gruppo del MoVimento 5 Stelle, ha cessato di far parte della Commissione.
Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di limiti all'assunzione di incarichi presso imprese operanti nel settore della difesa da parte degli ufficiali delle Forze armate che lasciano il servizio con il grado di generale o grado equiparato.
C. 2428 Carlo Galli.
(Discussione e rinvio – Adozione di un testo base).
La Commissione inizia la discussione.
Pag. 104 Elio VITO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del regolamento, la pubblicità delle sedute per la discussione dei provvedimenti in sede legislativa è assicurata, oltre che con resoconto stenografico, anche tramite la trasmissione attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. Ne dispone quindi l'attivazione.
Ricorda che la Commissione ha già esaminato la proposta di legge in titolo in sede referente, apportandovi alcune modifiche; che in quella sede sono stati acquisiti i pareri favorevoli delle Commissioni Giustizia, Attività produttive e Lavoro, nonché il parere favorevole con un'osservazione della Commissione Affari costituzionali e il parere favorevole con un'osservazione della Commissione Bilancio; e che, dopo la conclusione dell'esame in sede referente, si sono perfezionati i presupposti per richiedere, ai sensi dell'articolo, 92, comma 6, del regolamento, il trasferimento del provvedimento alla sede legislativa, che l'Assemblea ha poi disposto nella seduta del 20 febbraio 2014.
Dichiara quindi aperta la discussione sulle linee generali.
Giorgio ZANIN (PD), relatore, dopo aver espresso soddisfazione per il conseguimento delle condizioni necessarie per il trasferimento della proposta di legge alla sede legislativa, introduce la discussione riepilogando brevemente il contenuto del provvedimento e delle modifiche apportatevi dalla Commissione in sede referente e rinviando per il resto alla più ampia relazione introduttiva da lui svolta il 17 settembre 2014 nell'ambito dell'esame in sede referente. In conclusione, esprime l'avviso che la Commissione debba adottare come testo base per il seguito della discussione il testo risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente.
Elio VITO, presidente, preso atto che il rappresentante del Governo rinunzia ad intervenire e che nessuno chiede di parlare, dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
Propone di adottare come testo base per il seguito della discussione il testo risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente (vedi allegato 1).
Intervengono, per dichiarazione di voto, i deputati Tatiana BASILIO (M5S), Donatella DURANTI (SEL) e Marco MARCOLIN (LNA).
Il sottosegretario Domenico ROSSI conferma che il Governo valuta favorevolmente il testo risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di adottare come testo base per il seguito della discussione il testo risultante dagli emendamenti approvati in sede referente.
Elio VITO, presidente, chiede quale sia l'orientamento del relatore in merito al termine per la presentazione di emendamenti.
Giorgio ZANIN (PD), relatore, ritiene che il termine per la presentazione di emendamenti potrebbe essere stabilito a lunedì 2 marzo.
Elio VITO, presidente, nel preannunciare che, in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, proporrà che il termine per la presentazione di emendamenti al testo base sia stabilito a lunedì 2 marzo, ricorda che, ove la Commissione intendesse modificare il testo base, sarebbe necessario acquisire il parere delle Commissioni competenti per materia; diversamente, si potrebbe procedere nella prossima seduta direttamente alla votazione finale per l'approvazione del provvedimento. Rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.40.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.
Pag. 105SEDE CONSULTIVA
Martedì 24 febbraio 2015. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.
La seduta comincia alle 14.40.
DL 1/2015: Disposizioni urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto.
C. 2894 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni riunite VIII e X).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizione e osservazioni).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Elio VITO, presidente, ricorda che la Commissione deve esprimere il proprio parere nella seduta odierna.
Giuditta PINI (PD), relatore, introducendo l'esame del provvedimento, riferisce che il decreto-legge in titolo reca disposizioni urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto. Nello specifico, il decreto riguarda principalmente le vicende legate al salvataggio dello stabilimento ILVA S.p.A ed al risanamento ambientale della città di Taranto. In particolare, per quanto riguarda lo stabilimento dell'ILVA, prevede il commissariamento straordinario al fine di garantire che la prosecuzione dell'attività produttiva sia funzionale alla conservazione della continuità aziendale. Inoltre, stabilisce la destinazione prioritaria delle risorse aziendali alla copertura dei costi necessari per gli interventi di risanamento ambientale.
Rileva, poi, che il testo iniziale del provvedimento è stato rivisto in più parti durante l'esame presso l'altro ramo del Parlamento, ed ora – oltre a numerose altre modifiche – presenta due articoli ulteriori: l'articolo 2-bis, che reca misure per il sostegno alle imprese fornitrici di società che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale soggette ad amministrazione straordinaria, e l'articolo 4-bis, che – con una novella alla disciplina per la partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea – autorizza il Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie ad anticipare gli oneri derivanti dalle sentenze di condanna a sanzioni pecuniarie inflitte dalla Corte di giustizia europea.
Ciò premesso, segnala che le disposizioni del provvedimento riguardanti le competenze della Commissione difesa sono racchiuse all'interno degli articoli 5 e 8.
In particolare, l'articolo 5 prevede che, in considerazione della peculiare situazione dell'area di Taranto, l'attuazione degli interventi che riguardano detta area – affidata dal successivo articolo 6 al Commissario straordinario per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto previsto dal decreto-legge n. 129 del 2012, attraverso la predisposizione di un programma di misure a medio e lungo termine – sia disciplinata dal contratto istituzionale di sviluppo denominato «CIS Taranto». Inoltre, dispone che il CIS Taranto sia sottoscritto da tutti i soggetti istituzionali, tra cui anche il Ministero della difesa, chiamati a far parte di un apposito Tavolo istituzionale permanente per l'Area di Taranto, costituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con compiti di coordinamento e concertazione delle azioni da intraprendere e di definizione delle strategie per lo sviluppo del territorio tarantino.
L'articolo 8, invece, definisce alcuni strumenti di intervento per la riqualificazione e la valorizzazione della cosiddetta «città vecchia» di Taranto e dell'Arsenale militare marittimo della città.
Nel dettaglio, la norma oltre a prevedere che il Comune di Taranto adotti – ad integrazione del progetto presentato per il Piano nazionale delle città – un Piano di Pag. 106interventi per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della città vecchia di Taranto, dispone anche che i Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo e della difesa, previa intesa con la Regione Puglia e il Comune di Taranto, predispongano, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, un progetto di valorizzazione culturale e turistica dell'Arsenale militare marittimo di Taranto, ferme restando la prioritaria destinazione ad arsenale del complesso e le prioritarie esigenze operative e logistiche della Marina militare. L'approvazione di tale progetto avviene con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
Come evidenziato anche dalla relazione illustrativa che accompagna il provvedimento, l'Arsenale di Taranto occupa un'area di oltre 90 ettari insistente sul demanio dello Stato in uso all'Amministrazione della difesa ed è, storicamente, una realtà di rilevante importanza sociale, culturale ed economica che ha costituito e costituisce il principale fattore di sintesi fra le componenti militare e civile della città. Si tratta di un Arsenale di grande potenzialità sia per la quantità e qualità del personale impiegato, sia per la consistenza e funzionalità delle infrastrutture, degli impianti e dei mezzi ed attrezzature di lavoro in dotazione. Esso fa parte dell'area tecnico-industriale della difesa, di cui rappresenta – con i suoi 2300 dipendenti civili – l'ente anche numericamente più importante, ed i suoi compiti consistono principalmente nell'assicurare il supporto e l'efficienza delle unità navali, secondo un programma annuale di soste lavori e di interventi che viene proposto dallo Stato maggiore della difesa, concordato ed approvato dall'Ispettorato navale logistico. Per i particolari compiti ad esso devoluti, l'Arsenale, oltre a rappresentare uno stabilimento di lavoro vero e proprio, costituisce una struttura tecnico-logistica di grande rilievo. Infatti, dovendo assicurare la disponibilità e la prontezza operativa delle navi della Marina militare, non solo interviene per la manutenzione e la riparazione di apparati e impianti dal contenuto tecnologicamente elevato, ma provvede anche al supporto necessario ai lavori (erogazione di aria compressa, acqua, energia elettrica, disponibilità di mezzi di trasporto e di sollevamento, bacini di carenaggio, eccetera), al controllo delle lavorazioni eseguite a bordo dall'industria privata (assicurando che le stesse rispondano ai requisiti di qualità previsti dagli standard Marina militare) e all'acquisto di materiali e componenti non a controllo centralizzato destinati direttamente alle unità navali. Oltre ai compiti istituzionali, l'Arsenale è chiamato a svolgere, nei limiti e con le modalità previste dai regolamenti e dalle leggi in vigore, anche altre attività quali assistenza alla Protezione civile, interventi nelle calamità naturali, supporto alle unità navali appartenenti ad altre Forze armate ed alla marina mercantile, assistenza ai barotraumatizzati.
Evidenzia, da ultimo, come sia il Piano per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della città vecchia di Taranto, sia il progetto di valorizzazione culturale e turistica dell'Arsenale militare marittimo di Taranto siano sottoposti al CIPE ai fini dell'approvazione e assegnazione delle risorse finanziarie a valere sul Fondo di sviluppo e coesione di cui al decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88.
In conclusione, nel sottolineare come il complesso arsenalizio di Taranto non è solo un'importante realtà produttiva, ma anche un importantissimo patrimonio storico e di archeologia industriale per l'intero Paese da tutelare e valorizzare, rendendolo fruibile per la collettività, propone di esprimere parere favorevole.
Tatiana BASILIO (M5S), nel ringraziare la relatrice per l'esaustivo lavoro svolto, evidenzia la necessità che la Commissione, nel parere che esprimerà, tocchi alcune questioni a suo avviso di grande importanza. Cita, ad esempio, il problema della tutela della salute dei lavoratori militari e civili che prestano la loro opera presso le strutture dell'Arsenale di Taranto, nonché quello del monitoraggio degli agenti inquinanti, Pag. 107con particolare riferimento alle polveri sottili.
Per tali ragioni, ritenendo che un parere favorevole senza condizioni non sia sufficiente, presenta, a nome del proprio gruppo, una proposta alternativa di parere, con condizioni, che illustra (vedi allegato 2).
Donatella DURANTI (SEL) ritiene che la proposta di parere della relatrice dovrebbe essere rafforzata attraverso una condizione tendente alla valorizzazione dell'Arsenale di Taranto. In particolare, evidenzia che la risoluzione approvata dalla Commissione la scorsa estate (n. 8-00077) ha impegnato il Governo a dare piena attuazione al cosiddetto Piano Brin; osserva che non sarà possibile procedere ad alcuna valorizzazione dell'Arsenale senza mantenere l'iniziale finalità degli stabilimenti e senza che il citato Piano venga scrupolosamente rispettato.
Reputa, inoltre, condivisibili le considerazioni svolte dalla collega del Movimento 5 Stelle e sottolinea che il tema delle bonifiche non riguarda solamente gli stabilimenti dell'ILVA, ma interessa anche il braccio di mare antistante l'Arsenale di Taranto, denominato Mar Piccolo.
Aggiunge, infine, che sarebbe opportuno inserire nel parere un'osservazione finalizzata ad assicurare la tutela del sito dell'Arsenale di Taranto anche sotto il profilo del patrimonio architettonico.
Alla luce di quanto evidenziato, invita la relatrice a valutare se si possa arrivare ad un parere il più possibile condiviso.
Il sottosegretario Domenico ROSSI concorda con il rilievo dell'onorevole Duranti, finalizzato a richiamare nella proposta di parere gli impegni riguardanti il Piano Brin, mentre non ritiene di potersi pronunciare circa l'ipotesi di prevedere una tutela del patrimonio architettonico dell'Arsenale, in quanto si tratta di un profilo che esula dalle competenze del dicastero della difesa.
Sottolinea, poi, che la salute di tutto il personale militare e civile che opera nelle strutture della difesa è sempre stata perseguita dal Ministero come obiettivo di importanza primaria, come dimostra il fatto che il personale è costantemente sottoposto a controlli e visite mediche.
Giuditta PINI (PD), relatore, chiede una breve sospensione della seduta, per valutare la possibilità di addivenire ad una proposta di parere che possa essere approvata dalla Commissione in modo unanime.
La seduta, sospesa alle 15, riprende alle 15.30.
Giuditta PINI (PD), relatore, presenta e illustra una proposta di parere favorevole con una condizione e due osservazioni (vedi allegato 3).
Il sottosegretario Domenico ROSSI valuta favorevolmente la nuova proposta di parere della relatrice.
Tatiana BASILIO (M5S), pur apprezzando lo sforzo della relatrice, ritiene troppo tenue il passaggio riguardante il monitoraggio delle emissioni degli agenti inquinanti. Pertanto, pur ritirando la proposta alternativa di parere del suo gruppo, preannuncia che questo si asterrà dalla votazione, anche in considerazione del giudizio complessivamente negativo sul provvedimento.
Donatella DURANTI (SEL) ringrazia la relatrice, ma esprime l'avviso che le osservazioni avrebbero dovuto essere formulate con più forza, e quindi come condizioni, soprattutto quella relativa alle bonifiche, anche perché è già stata acclarata la presenza degli agenti inquinanti nelle aree interessate. Preannuncia pertanto che il suo gruppo si asterrà dalla votazione.
Gian Piero SCANU (PD) manifesta apprezzamento per il lavoro della relatrice, che, seppure non ritenuto completamente soddisfacente dai colleghi di SEL e del Movimento 5 Stelle, è stato comunque proficuo e ha consentito di avvicinare posizioni dapprima più distanti.Pag. 108
Ringrazia anche il rappresentante del Governo per la disponibilità e preannuncia il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.
Rosanna SCOPELLITI (AP) preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere presentata dalla relatrice da ultimo.
La seduta termina alle 15.35.
SEDE REFERENTE
Martedì 24 febbraio 2015. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.
La seduta comincia alle 15.
Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nano particelle di minerali pesanti prodotte dalle esposizioni di materiale bellico e a eventuali interazioni.
Doc. XXII, n. 9 Duranti e Doc. XXII, n. 39 Lorefice.
(Seguito esame e rinvio – Abbinamento del Doc. XXII, n. 39).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 27 gennaio 2015.
Elio VITO, presidente, avverte che è stato assegnato alla Commissione, in sede referente, il Documento XXII, n. 39 dell'onorevole Lorefice che, vertendo sull'identica materia del documento già all'ordine del giorno, è stato ad esso abbinato.
Gennaro MIGLIORE (PD), relatore, riferendo in merito alla proposta da ultimo abbinata, riferisce che anch'essa prevede l'istituzione di una Commissione monocamerale d'inchiesta con il compito di indagare sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno.
Rispetto al documento il cui esame è stato già avviato, una prima differenziazione tra le due iniziative si rinviene nei compiti assegnati alla Commissione.
In particolare, entrambi i documenti prevedono che alla Commissione spetti indagare, tra l'altro, sulle modalità della somministrazione dei vaccini al personale militare, nonché sul monitoraggio delle condizioni immunitarie dei soggetti osservati. Tuttavia, la proposta Lorefice specifica che occorre anche tenere conto dei risultati del progetto di ricerca SIGNUM, commissionato nel 2004 dal Ministero della difesa al fine di identificare possibili fattori di rischio nella popolazione militare impegnata nell'operazione «Antica Babilonia» in Iraq.
Sempre con riferimento all'attività della Commissione, a differenza di quanto precisato dalla proposta Duranti, la proposta Lorefice non prevede che la Commissione, nell'esercizio della sua attività, si adoperi per attuare le indicazioni contenute nelle relazioni conclusive approvate nel corso della XV e XVI legislatura dalle Commissioni monocamerali d'inchiesta del Senato istituite sulla medesima materia. Segnala che quest'ultimo è un punto essenziale, in quanto le conclusioni delle precedenti inchieste sono essenziali per non dover nuovamente costruire da zero.
Inoltre, segnala che sempre la sola proposta Duranti dispone che la Commissione monitori il funzionamento del servizio sanitario nazionale per le attività concernenti l'ambito di lavoro della stessa Commissione, nonché il funzionamento del servizio sanitario militare.Pag. 109
Quanto alla composizione della Commissione, il documento del gruppo del Movimento 5 Stelle prevede che essa sia composta non già da ventuno, bensì da venti deputati, nominati dal Presidente della Camera. Inoltre, mentre la proposta Duranti conferisce al Presidente della Camera dei deputati il potere di nominare il presidente della Commissione, la proposta Lorefice prevede che sia la stessa Commissione ad eleggerlo in sede di elezione dell'ufficio di presidenza.
Le due iniziative sono poi sostanzialmente simili per quanto concerne la disciplina dell'organizzazione interna, mentre differenze sostanziali si evidenziano con riguardo al regime di pubblicità dei lavori e degli atti. La proposta Duranti prevede, infatti, che la Commissione deliberi, di volta in volta, quali sedute possono essere considerate pubbliche e quali documenti possono essere divulgati. Quindi, il regime generale cui sono assoggettati gli atti, i documenti acquisiti nel corso dell'inchiesta e le sedute della Commissione appare essere quello della segretezza. Al contrario, il regime generale previsto dalla proposta Lorefice è quello della pubblicità degli atti e delle sedute della Commissione, poiché viene attribuito alla Commissione il compito di stabilire quali atti e documenti non devono essere divulgati. Peraltro – sempre con riferimento alla segretezza dei lavori – la sola proposta Lorefice dispone che i verbali della Commissione, nonché gli atti e i documenti acquisiti dalla Commissione vengano pubblicati nel rispetto del regime di segretezza degli atti, salvo diversa decisione della Commissione.
Quanto alla durata della Commissione, entrambe le proposte prevedono un termine biennale per la conclusione dei lavori, che decorre dalla data di costituzione della Commissione; tuttavia esse differiscono con riguardo sia alle relazioni che la Commissione può produrre nel corso del lavori e al termine degli stessi, sia al contenuto delle medesime. La proposta Lorefice, infatti, prevede che la Commissione riferisca sui risultati della propria attività non solo al termine dei lavori, con la relazione finale, ma anche alla scadenza del primo anno, con una relazione intermedia, prevedendo espressamente la possibilità di presentare relazioni di minoranza.
Anche con riferimento ai poteri d'inchiesta entrambi i documenti si presentano omogenei e prevedono che la Commissione possa procedere alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria, secondo quanto previsto dall'articolo 82 della Costituzione, stabilendo che essa possa ottenere copie di atti, documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organi inquirenti (sia pure garantendo, come puntualizzato dalla sola proposta Lorefice, il mantenimento del regime di segretezza). Il solo documento Lorefice dispone, inoltre, che per i fatti oggetto dell'inchiesta non siano opponibili il segreto d'ufficio, il segreto professionale e il segreto di Stato, mentre sia sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato e che per le testimonianze davanti alla Commissione si applichino le relative disposizioni del codice penale, in quanto compatibili.
Osserva, tuttavia, che con riguardo alla previsione dell'inopponibilità del segreto di Stato, di ufficio e professionale ed alla sanzione penale prevista per i componenti della Commissione e per il personale che vi collabora, va tenuto presente il fatto che, trattandosi di una proposta di inchiesta di una Commissione monocamerale e, dunque, di un atto monocamerale, la stessa non può recare discipline differenti o derogatorie rispetto a quanto disciplinato dalla legge. Si tratta, in altre parole, di previsioni che possono essere disposte solo con legge.
Quanto infine alle spese per il funzionamento della Commissione – poste a carico del bilancio interno della Camera dei deputati – mentre la proposta Duranti le stabilisce in 100.000 euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014, aumentabili dal Presidente della Camera fino ad un massimo del 30 per cento, la proposta Lorefice definisce il limite massimo e complessivo in 150.000 euro.Pag. 110
Tutto ciò considerato, alla luce di quanto evidenziato nella seduta odierna e di quanto emerso nel corso del dibattito fin qui svolto sul documento Duranti, si riserva di presentare nella prossima seduta un testo unificato delle due proposte da poter adottare come testo base.
In conclusione, auspica che il dibattito di oggi permetta al relatore di acquisire elementi di valutazione, ai fini della presentazione di un testo unificato da proporre come testo base, in merito alle questioni su cui le due proposte di inchiesta differiscono.
Marialucia LOREFICE (M5S) sottolinea che è senz'altro importante che la nuova Commissione d'inchiesta riprenda il lavoro svolto dalle precedenti Commissioni istituite al Senato nelle precedenti legislature. Sottolinea che la proposta di istituire una commissione di inchiesta nasce dalla considerazione che ci sono ancora aspetti oscuri, sui quali è necessario fare luce, e non dalla volontà di mettere in discussione i risultati raggiunti dalla precedenti inchieste parlamentari. Auspica pertanto che la Commissione possa essere istituita in tempi rapidi, con la massima condivisione possibile.
Elio VITO, presidente, prende atto che la deputata Lorefice ha risposto al relatore in modo chiaro su uno dei principali punti di divergenza tra le due proposte in esame.
Il sottosegretario Domenico ROSSI ribadisce la disponibilità del Governo a collaborare con la Commissione in ogni fase dell'esame.
Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.15.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.15 alle 15.30.
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