ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 20 novembre 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla giustizia Giuseppe Berretta.
La seduta comincia alle 15.10.
Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 4 maggio 1998, n. 187, concernente la disciplina dei procedimenti relativi alla concessione ai comuni di contributi per le spese di gestione degli uffici giudiziari.
Atto n. 30.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 19 novembre 2013.
Donatella FERRANTI, presidente, ricorda che ieri il relatore ha presentato una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni (vedi Bollettino delle Giunte e delle Commissioni del 19 novembre 2013).
Franco VAZIO (PD), relatore, fa presente di avere in parte riformulato la proposta di parere presentata ieri, che rimane invariata nella sostanza sia pure con alcune integrazioni. Presenta, quindi, e illustra la nuova proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni (vedi allegato).
Pag. 102Gaetano PIEPOLI (SCpI) ritiene opportuno che sia prevista nel provvedimento una clausola che tenga in considerazione l'efficienza o inefficienza dei comuni nell'affrontare le situazioni di emergenza degli uffici giudiziari, con particolare riferimento all'edilizia giudiziaria. Sottolinea, infatti, come in caso di grave inefficienza si possano creare delle situazioni di increscioso disagio, come quella del tribunale di Bari. Chiede quindi come il Governo intenda affrontare simili situazioni.
Tancredi TURCO (M5S) ritiene che il provvedimento sarebbe inaccettabile anche se modificato nei termini indicati dal relatore nella sua proposta. Preannuncia quindi il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore.
Il sottosegretario Giuseppe BERRETTA dichiara di condividere le considerazioni dell'onorevole Piepoli e lo rassicura circa la grande attenzione con la quale il Governo sta seguendo la vicenda specifica di Bari affinché si possa giungere al più presto ad una sua definizione, attraverso l'adozione di scelte ponderate che dovranno comunque tenere conto delle ristrettezze della finanza pubblica. Sottolinea quindi come con il provvedimento in esame si intenda introdurre un elemento di razionalizzazione della spesa e chiarire i rapporti tra enti locali, uffici giudiziari e Ministero della giustizia.
Franco VAZIO (PD), relatore, sottolinea come l'adozione del criterio dei costi standard non venga introdotto con lo scopo di una generalizzata riduzione delle risorse destinate agli uffici giudiziari, bensì con la finalità di individuare il costo ragionevole, le risorse adeguate per ciascun ufficio giudiziario al fine di evitare sprechi.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la nuova proposta di parere del relatore (vedi allegato).
Donatella FERRANTI, presidente, sospende la seduta dedicata all'esame degli atti del Governo per consentire lo svolgimento delle sedute in sede consultiva e referente.
La seduta, sospesa alle 15.25, è ripresa alle 15.40.
Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative, correttive e di coordinamento delle disposizioni di cui ai decreti legislativi 7 settembre 2012, n. 155, e 7 settembre 2012, n. 156, tese ad assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari.
Atto n. 36.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 19 novembre 2013.
Nicola MOLTENI (LNA) ribadisce la contrarietà del proprio gruppo alla logica alla base della riforma della geografia giudiziaria e, conseguentemente, alle relative modalità di attuazione che, infatti, stanno comportando enormi problemi pratici.
Esprime l'auspicio che i pareri della Commissione giustizia della Camera e della Commissione giustizia del Senato sul provvedimento in esame possano essere convergenti, per evitare che nessuno dei due sia preso in considerazione dal Governo, come è accaduto per i pareri sugli schemi di decreto legislativo relativi alla riforma in questione.
Ritiene che il provvedimento in esame possa essere lo strumento per salvare alcuni importanti uffici giudiziari, sulla base di parametri oggettivi. Cita, in particolare, i casi dei tribunali di Sanremo-Chiavari, Vigevano, Voghera, Crema, Bassano del Grappa, Tolmezzo e alcuni tribunali del Piemonte.
David ERMINI (PD) sottolinea come, per quanto la Commissione per monitorare il procedere della riforma istituita presso il Ministero della giustizia stia compiendo le proprie valutazione, ciò non debba far dimenticare il ruolo e l'importanza Pag. 103delle valutazioni e delle verifiche che debbono compiere le Commissioni parlamentari, che hanno il dovere di identificare e segnalare le criticità. Evidenzia, in particolare, come sia del tutto incomprensibile la soppressione della sede distaccata del tribunale di Livorno a Portoferraio.
Francesca BUSINAROLO (M5S), nel richiamare l'intervento svolto nella seduta di ieri, ribadisce come la riforma in questione rappresenti per l'intera collettività un grande rischio di paralisi della giustizia ed un costo enorme per i cittadini e per il territorio e come con questo ulteriori atto normativo il Governo sopprima presidi di legalità e crea il rischio di indebolire la presenza dello Stato.
Quella in itinere, così come strutturata e portata avanti, deve essere considerata come una operazione di depotenziamento della giustizia; la riforma in oggetto sta sostituendo la giustizia di prossimità con la «giustizia a debita distanza» che renderà di fatto il servizio giustizia come un «bene di lusso» anche e soprattutto per gli alti costi necessari per accedervi.
Ribadisce la necessità di una indagine conoscitiva che preveda la partecipazione anche di rappresentanti delle categorie che operano e che sono coinvolte nella giustizia (dipendenti delegati degli uffici interessati, cittadini, società civile) oltre ad avvocati ed operatori del settore.
Il punto senza dubbio più dolente dell'intero provvedimento normativo riguarda l'istituzione del nuovo tribunale di Napoli Nord, sul quale si è soffermata diffusamente ieri, così come sulla soppressione della sezione distaccata di Chioggia del tribunale di Venezia e sulla soppressione del Tribunale di Bassano del Grappa.
Altra grave deficienza del provvedimento de quo è quella di continuare nell'indirizzo di voler sopprimere alcune sezioni distaccate del distretto di Bari e, più precisamente, quelle di Altamura, Bitonto, Modugno, Monopoli, Putignano, Rutigliano, Cerignola, Manfredonia, San Severo, Trinitapoli, Lucera, Apricena, Rodi Garganico, Andria, Barletta, Canosa di Puglia, Molfetta e Ruvo di Puglia.
Altrettanto problematica è la soppressione della sezione distaccata del tribunale di Ancona a Jesi.
A partire dal 13 settembre 2015, le sedi di Sulmona ed Avezzano saranno accorpate al tribunale de L'Aquila che acquisirà così gli atti degli 11.350 procedimenti presenti ad Avezzano (8.303 civili e 3.047 penali) e dei 5.349 procedimenti pendenti presso il tribunale di Sulmona (3.464 civili e 1.885 penali) il che ovviamente comporterà un collasso per il Tribunale subentrante;
Avezzano, con i suoi circa quarantamila abitanti, è il comune di riferimento dell'intero territorio della Marsica che conta circa centomila abitanti. Avezzano risulta essere il terzo tribunale d'Abruzzo, sia per il volume di attività sia per il numero di contenziosi pendenti. La sua importanza deriva anche dalla posizione geografica, dal momento che attraverso la Marsica fanno il loro ingresso in Abruzzo quanti provengono dal basso Lazio e dalla Campania, aree tradizionalmente critiche in termini di criminalità organizzata;
Per via della sua collocazione, la sezione distaccata di Sulmona permette invece ai comuni dell'Alto Sangro e dei più distanti territori dell'Abruzzo montano di accedere alle sedi giudiziarie. In quest'ottica il tribunale di Sulmona copre un'area di servizio molto vasta, di circa 7.000 Kmq, ed assicura una vantaggiosa contiguità territoriale tra struttura penitenziaria e giudiziaria, visto che all'interno della propria struttura penitenziaria è ubicato uno dei più grandi e importanti carceri del centro-sud.
Con la soppressione del tribunale di Chiavari il Governo sembra dimenticare che lo Stato ha già speso, per la costruzione del nuovo Tribunale 8,7 milioni di euro di soldi pubblici (dei contribuenti), accanto ai 4,6 milioni aggiunti dal Comune di Chiavari. Così facendo per il futuro si è assicurato gratuitamente 8.000 mq. di superficie e 70 posti auto destinati esclusivamente al servizio «giustizia».
Si è in totale disaccordo con la soppressione di altri Tribunali quali: Pisticci, Pag. 104Sala Consilina, Modica ed Empoli nonché Saluzzo, Mondovì, Nicosia, Mistretta, Montepulciano e Tolmezzo.
Inoltre, ai sensi del comma 4 dell'articolo 6 del d.lgs. n. 155/12 le eventuali nuove destinazioni – ottenute ai sensi del precedente comma 1 e 2 – sono considerate come trasferimenti a domanda a tutti gli effetti e, in particolare, agli effetti previsti dall'articolo 13 della legge 2 aprile 1979, n. 97, come sostituito dall'articolo 6 della legge 19 febbraio 1981, n. 27, salvo quanto previsto dall'articolo 5, comma 2, secondo periodo, del decreto in esame.
Si ritiene non possa definirsi di «nuova destinazione» il posto assegnato, in via residuale, al magistrato che abbia esercitato l'opzione di cui alla lettera c) del comma 2 dell'articolo 6 e quindi abbia manifestato l'intenzione di essere assegnato alle «funzioni svolte prima del conferimento dell'incarico nell'ufficio in cui prestava precedentemente servizio», ovvero al magistrato che, non avendo esercitato nessuna delle opzioni riconosciutegli dai commi 1 e 2 dell'articolo 6, sia stato destinato d'ufficio ad esercitare le funzioni di giudice o di sostituto nell'ambito della nuova circoscrizione scaturita dall'operazione di accorpamento e pertanto si ritiene che solo in questi ultimi due casi il periodo di legittimazione ai trasferimenti successivi sarà calcolato a far data dalla presa di possesso nell'ufficio occupato prima del conferimento dell'incarico direttivo o semidirettivo.
Risulta quindi necessario inserire all'interno dell'atto normativo in oggetto una precisazione che vada nel senso di esprimere il seguente concetto «devono essere considerate nuove destinazioni ai fini della legittimazione triennale soltanto le ipotesi in cui il magistrato direttivo/semidirettivo perdente posto abbia esercitato le opzioni di cui alle lett. A e B dell'articolo 6 D.lgs 155/2012, e ne va escluso il caso di cui alla successiva lett. C, ovvero in tutti i casi in cui il magistrato è tornato a ricoprire l'ufficio di provenienza».
Assunta TARTAGLIONE (PD) condivide l'intervento del collega Ermini e sottolinea l'esigenza di tenere conto delle peculiarità delle isole, soffermandosi sulla situazione di Ischia.
Alfonso BONAFEDE (M5S) ritiene di fondamentale importanza che, preliminarmente, si chiarisca se vi è la reale disponibilità del Ministro ad apportare delle sostanziali modifiche alla riforma.
Donatella FERRANTI, presidente e relatore, fa presente che la Commissione ha il dovere di esprimere il parere in tempi rapidi, entro la prossima settimana, per superare la grave situazione di stallo in cui si trovano gli uffici giudiziari. Il decreto, infatti, contiene disposizioni la cui efficacia non può essere ritardata e, in un simile contesto, non ritiene utile svolgere un'indagine conoscitiva.
Preannuncia, quindi, che al più presto presenterà una proposta di parere. I colleghi potranno, quindi, presentare delle proposte di modifica che saranno valutate dalla Commissione ai fini di una eventuale trasformazione in condizioni e osservazioni.
Matteo BIFFONI (PD) si sofferma sulla situazione degli uffici giudiziari di Pisa, Lucca e Livorno.
Walter VERINI (PD) sottolinea le enormi criticità scaturenti dalle operazioni di accorpamento degli uffici giudiziari. Sulle situazioni specifiche, ritiene che sia necessaria una preliminare valutazione dei decreti ex articolo 8 del d.lgs. n. 155 del 2012. Dichiara, quindi, di non comprendere l'ostinazione del Governo nel rifiutare la proposta di trasformare i tribunali soppressi in presidi equiparati a sezioni distaccate.
Il sottosegretario Giuseppe BERRETTA chiarisce come il Governo abbia adottato questo primo decreto correttivo per fare fronte alle assolute priorità. Fa presente come la Commissione di monitoraggio, presieduta dalla dottoressa Annamaria Palma, stia valutando attentamente situazioni molto complesse, e come il Governo Pag. 105sia soddisfatto di ciò che si è fatto e di ciò che si sta facendo. Rileva come le criticità delle zone insulari siano oggettive e richiedano una valutazione supplementare. Assicura, peraltro, che tutte le situazioni segnalate saranno attentamente analizzate.
Alessia MORANI (PD) ritiene che la riforma della geografia giudiziaria fosse necessaria ma che, in concreto, sia stata fatta male. Condivide l'esigenza di accelerare i tempi di esame del decreto correttivo, però ritiene paradossale che ancora non esista un documento consultabile sullo stato di attuazione della riforma. Sottolinea quindi come molte sedi accorpanti si trovino in difficoltà e stiano chiedendo finanziamenti per adeguare i locali. Si sofferma, infine, sulla situazione del Tribunale di Camerino, accorpato al tribunale di Macerata.
Anna ROSSOMANDO (PD) ritiene che nell'attività di monitoraggio si debba tenere attentamente in considerazione la questione del congestionamento dei tribunali metropolitani. Si sofferma, quindi, sulla situazione di Pinerolo.
Donatella FERRANTI, presidente e relatore, fa presente alla collega Morani che una seria attività di monitoraggio non si potrebbe concludere in due mesi e che la relazione della Commissione ministeriale è attesa per la fine dell'anno. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
Sui lavori della Commissione.
Donatella FERRANTI, presidente, avverte che è in distribuzione una lettera del dottor Alfonso Sabella, Capo della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, relativa a talune affermazioni del Prefetto Angelo Sinesio, in occasione dell'audizione svoltasi presso questa Commissione il 22 ottobre scorso, che si riferiscono all'attività svolta dal dottor Sabelli quando svolgeva le funzioni di Soggetto attuatore del Piano carceri.
La seduta termina alle 16.15.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 20 novembre 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla giustizia Giuseppe Berretta.
La seduta comincia alle 15.25.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona, fatto a Bruxelles il 13 giugno 2012.
C. 1619 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Matteo BIFFONI (PD), relatore, osserva come il Protocollo del 13 giugno 2012 sulle preoccupazioni del popolo irlandese nei confronti del Trattato di Lisbona, all'esame della Commissione Affari esteri, è stato sottoscritto in esito ai risultati del referendum irlandese del 12 giugno 2008 che respinse la ratifica del Trattato di Lisbona.
In particolare, per porre rimedio a tale situazione, che impediva l'entrata in vigore del Trattato, il 20 luglio 2011 il Governo irlandese presentava un progetto di modifica dei Trattati in forma di Protocollo, contenente le preoccupazioni nazionali sul trattato di Lisbona, soprattutto nei campi del diritto alla vita, della famiglia, dell'istruzione, della fiscalità, e della sicurezza e difesa. Pag. 106
Successivamente il Consiglio europeo consultava il Parlamento e la Commissione sulle modifiche proposte dall'Irlanda, modifiche la cui limitata entità aveva peraltro fatto sì che non venisse convocata una Convenzione per esaminarle, e su tale mancata convocazione il Consiglio europeo chiedeva comunque l'approvazione del Parlamento.
Il 18 aprile 2012 Parlamento europeo si pronunciava favorevolmente sulle modifiche proposte da Dublino ed approvava la decisione di non convocare una Convenzione per esaminarle.
Dopo il parere favorevole della Commissione, pervenuto nel maggio 2012, il Consiglio europeo stabiliva di indire una Conferenza dei rappresentanti degli Stati membri per esaminare le modifiche proposte dall'Irlanda.
In esito alla Conferenza intergovernativa il Protocollo è stato sottoscritto a Bruxelles il 13 giugno 2012.
Il Protocollo si compone di un preambolo e di cinque articoli.
Per quanto concerne gli ambiti di competenza della Commissione giustizia, segnala, in particolare, l'articolo 1, che riguarda il diritto alla vita e alla famiglia (oltreché il diritto all'istruzione).
In base ad esso – per rispondere, appunto, alle preoccupazioni del popolo irlandese – si precisa che nessuna disposizione del Trattato di Lisbona, che conferisce status giuridico alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, così come nessuna disposizione del Trattato di Lisbona concernente lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia può pregiudicare in alcun modo l'applicabilità della tutela del diritto alla vita come prevista nella Costituzione irlandese, né tantomeno della protezione della famiglia (e dei diritti in materia di istruzione) quali previsti in detta Costituzione.
L'articolo 1 menziona espressamente le sezioni della Costituzione irlandese che vengono in questione.
Il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica del Protocollo si compone di tre articoli dal contenuto tipico e non rilevante ai fini dell'esame di questa Commissione
Propone quindi di esprimere parere favorevole.
Alfonso BONAFEDE (M5S) osserva come il provvedimento all'esame della Commissione, valutato favorevolmente da parte del Gruppo del M5S, rappresenta una peculiare eccezione ad un processo di integrazione europea che ha sin qui trovato nella ratifica – e successivo recepimento – del Trattato di Lisbona la sua via maestra.
Il Protocollo segna infatti una significativa deviazione dal percorso tracciato dal Trattato, poiché individua, avvalendosi degli strumenti previsti dalle stesse istituzioni comunitarie, i termini di una possibile coesistenza, finanche una convivenza, delle disposizioni vincolanti per i Paesi aderenti, sancite nel Trattato, con talune asserite specificità politiche, sociali e culturali di un Paese, in questo caso l'Irlanda.
Il Protocollo concernente «le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona», afferma in sostanza il primato delle norme costituzionali irlandesi sull'ingerenza delle politiche europee in materia di famiglia, di diritto alla vita e all'istruzione, sulle norme della Carta dei diritti fondamentali, nonché in materia di politica fiscale e di sicurezza e difesa.
Ancor prima di un'analisi nel merito della bontà delle questioni poste dall'Irlanda come conditio sine qua non all'adozione del Trattato di Lisbona, risulta assai più interessante, considerando la questione dal punto di vista italiano, valutare come estremamente positivo l'utilizzo stesso dello strumento del Protocollo.
Un Protocollo che, se per alcuni rappresenta una vera e propria battuta d'arresto al dispiegamento degli effetti del Trattato di Lisbona, a nostro avviso, nel sottolinearne la valenza fortemente simbolica, indica altresì la via più efficace da perseguire al rafforzamento di un'integrazione Pag. 107europea rispettosa degli assetti politico istituzionali, laddove autenticamente distintivi, di ciascun Paese membro.
Il MoVimento 5 Stelle, com’è noto, propone da sempre nel proprio programma un approccio alle questioni europee, dall'adesione all'Unione alla permanenza nell'area euro, di tipo consultivo, rimettendo laicamente alla volontà dei cittadini la pienezza di un scelta che, con la giusta ponderazione ed un opportuno approfondimento, può e deve essere rinegoziata.
In questo senso e secondo questa chiave di lettura, il parere favorevole al Protocollo «concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al trattato di Lisbona», includendo in prospettiva analoghe preoccupazioni nutrite dal popolo italiano in particolare sulle questioni economico-fiscali derivanti dagli obblighi comunitari assunti dal precedente Governo con l'avvallo di tutte le forze politiche costituenti l'attuale maggioranza parlamentare, è pertanto da considerarsi come un atto dovuto.
Preannuncia quindi il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 15.35.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 20 novembre 2013. — Presidenza del presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla giustizia Giuseppe Berretta.
La seduta comincia alle 15.35.
Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali.
C. 631 Ferranti, C. 980 Gozi e C. 1707 Cirielli.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 novembre 2013.
Carlo SARRO (FI-PdL), relatore, fa presente che i relatori stanno completando un esame particolarmente approfondito delle proposte emendative. Osserva, in particolare, come vi siano molti emendamenti animati da una logica comune, traendone l'auspicio che l'esame del provvedimento possa proseguire in un clima di costruttiva collaborazione fra tutti i gruppi.
Donatella FERRANTI, presidente, dopo avere avvertito che l'esame degli emendamenti inizierà la prossima settimana, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.40.
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