SEDE CONSULTIVA
Martedì 2 luglio 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Roberta Pinotti.
La seduta comincia alle 13.05.
DL 69/2013: Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia.
C. 1248 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e V).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.
Federica MOGHERINI (PD), relatore, osserva, in primo luogo, che il provvedimento in esame ha per cornice generale di riferimento la Raccomandazione del Consiglio sul programma nazionale di riforma 2013 dell'Italia, che ha formulato un parere sul programma di stabilità dell'Italia per gli anni 2012-2017, ed è finalizzato all'adozione di un ampio ventaglio di misure urgenti, utili a favorire la crescita economica, la semplificazione in ambito amministrativo e fiscale, nonché l'efficienza del sistema giudiziario.
Rileva, in secondo luogo, che in questa finalità complessiva si inserisce la norma di competenza della Commissione, recata all'articolo 48, che novella il Codice dell'ordinamento militare al fine di inserirvi un nuovo articolo 537-bis in materia di cooperazione con altri Stati per i materiali di armamento prodotti dall'industria nazionale.
La nuova disposizione, suddivisa in tre commi, disciplina la possibilità per il Ministero della Difesa, anche per il tramite delle sue articolazioni, di svolgere per conto di Stati esteri, con cui sussistano accordi di cooperazione o di reciproca assistenza tecnico-militare, d'intesa con la Pag. 125Farnesina e nel rispetto della legge n. 185 del 1990, attività di supporto tecnico-amministrativo ovvero contrattuale, per l'acquisizione di materiali di armamento prodotti dall'industria nazionale, anche in uso alle Forze armate italiane, e per le correlate esigenze di sostegno logistico e assistenza tecnica, richiesta dai citati Stati, nei limiti e secondo le modalità disciplinati negli accordi.
Evidenzia, poi, che la norma rinvia ad un regolamento, da adottare ex articolo 17 della legge n. 400 del 1988, su proposta del Ministro della difesa, di concerto con quello degli affari esteri e dell'economia e delle finanze, per la definizione della disciplina esecutiva e attuativa delle nuove disposizioni.
Infine, viene anche precisato che i proventi che deriveranno da tale cooperazione saranno versati all'entrata del bilancio dello Stato per essere integralmente riassegnati sui fondi, di cui all'articolo 619 del Codice stesso, vale a dire i fondi in conto capitale e di parte corrente per la riallocazione di funzioni svolte presso infrastrutture in uso al Ministero della difesa individuate per la consegna all'Agenzia del demanio.
Ritiene, quindi, opportuno sottolineare che l'attività di supporto svolta dal Dicastero della difesa non potrà che svolgersi nel pieno ed assoluto rispetto dei principi, delle norme e delle procedure vigenti in materia di esportazione di materiale d'armamento, ai sensi della legge 9 luglio 1990, n. 185, una delle più rigorose in materia. A tale scopo, infatti, è prevista l'intesa con il Ministero degli affari esteri, quale ulteriore elemento di garanzia per il pieno rispetto delle normative vigenti.
Peraltro, proprio le disposizioni di cui alla richiamata legge n. 185 del 1990 – che ritiene essere tra le migliori leggi vigenti in materia a livello internazionale – pongono numerosi e concreti limiti alla facoltà di esercizio di utilizzo della norma che, infatti, comporterà che le operazioni di esportazione, importazione, transito, trasferimento intracomunitario, intermediazione di materiale di armamento, cessione delle relative licenze di produzione e delocalizzazione produttiva discendenti dai citati accordi siano conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia; siano consentite solo se effettuate con Governi esteri o con imprese autorizzate dal Governo del paese destinatario; siano vietate ove risultino contrarie ai principi fondamentali della Costituzione o in contrasto con gli impegni internazionali dell'Italia, con gli accordi concernenti la non proliferazione, con i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato, della lotta contro il terrorismo e del mantenimento di buone relazioni con gli altri Paesi. Inoltre, la norma comporterà il divieto di tali operazioni se effettuate verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere; verso i Paesi la cui politica contrasti con i principi dell'articolo 11 della Costituzione; verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dell'Unione europea; verso i Paesi i cui governi risultino responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell'Unione europea o del Consiglio d'Europa; verso i Paesi che, ricevendo dall'Italia aiuti ai sensi della legge n. 49 del 1987, destinino al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del Paese; in assenza, infine, di adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali d'armamento.
Inoltre, sono vietati dalla medesima legge la fabbricazione, importazione, esportazione e transito di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia. Il divieto si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificamente progettate per la costruzione delle suddette armi, nonché a quelle idonee alla manipolazione dell'uomo e della biosfera a fini militari.
Oltre ai severi parametri fissati dalla legge del 1990, un ulteriore cornice di regolazione è rappresentata dai numerosi Pag. 126accordi bilaterali di cooperazione internazionale nel settore della difesa siglati dall'Italia con Paesi terzi. Inoltre, un terzo punto di riferimento è rappresentato dal Trattato sul commercio internazionale delle armi (ATT – Arms Trade Treaty), aperto alla firma dalle Nazioni Unite il 3 giugno 2013, già siglato ma non ancora ratificato dall'Italia, la cui futura entrata in vigore aggiungerà un'ulteriore quadro di regolazione nella materia. Al riguardo, rammenta che sul tema sono state già presentate iniziative legislative e che la Commissione affari esteri della Camera ha di recente approvato la risoluzione n. 8-00005 che impegna il Governo, tra l'altro, a presentare nel più breve tempo possibile il disegno di legge di ratifica del citato Trattato.
Circa la ratio della norma in esame, su cui la relazione illustrativa è chiarificatrice, essa è da valutare almeno sotto tre profili di vantaggio rispetto al complessivo provvedimento sul versante delle misure di crescita e semplificazione.
Il primo concerne l'esigenza di creare condizioni di piena trasparenza nel settore delle transazioni internazionali aventi ad oggetto materiali d'armamento, nell'intento primario di scongiurare meccanismi di intermediazione non evidenti e di prevenire casi di corruzione. Tale esigenza corrisponde, peraltro, ad un obbligo giuridico derivante dal corpus normativo italiano, innovato anche di recente, volto ad improntare a legalità l'azione amministrativa, secondo un indirizzo inequivoco che giunge anche dall'Unione europea, come conferma la direttiva 2009/81/CE in materia di appalti pubblici nel settore della difesa e della sicurezza, recepita con decreto legislativo n. 208 del 2011, che prevede espressamente la vendita Governo-Governo come una delle tipiche modalità attraverso le quali si realizza la cooperazione tra Paesi nell'ambito della difesa.
Il secondo profilo di vantaggio è connesso al fatto che il rapporto Governo-Governo si traduce in una riduzione sensibile dei costi fissi, connessi al cosiddetto «rischio Paese», che gli operatori del settore sopportano nel rapporto con le banche al fine di assicurare il credito o garantire flussi di cassa costanti, e che rappresentano un fattore di alterazione della competizione internazionale.
Il terzo profilo è connesso al recupero di competitività. Come documenta la relazione illustrativa, «per diversi Stati esteri trattare con un altro Stato e non con società private è condizione necessaria e indispensabile» per realizzare il massimo controllo dell'operazione di trasferimento dal punto di vista della conformità con le norme nazionali ed internazionali. Pertanto la nuova norma consente di attrarre Paesi che, diversamente, orienterebbero le proprie scelte verso realtà industriali non italiane.
Evidenzia, tuttavia, che sarebbe utile ricevere da parte del Governo chiarimenti in merito ad alcuni elementi, anche al fine di presentare – una volta terminato il dibattito – una più compiuta proposta di parere.
Innanzitutto, con riferimento alla possibilità per il Ministero della difesa, anche per il tramite delle sue articolazioni, di svolgere attività di supporto tecnico-amministrativo, ovvero contrattuale, per l'acquisizione di materiali di armamento prodotti dall'industria nazionale, ritiene che vi sia un margine interpretativo da svolgere rispetto alla portata del termine «contrattuale».
Il secondo chiarimento riguarda, invece, il riferimento ai proventi derivanti dalle attività previste dalla norma. In particolare, sarebbe utile sapere se i proventi si riferiscano esclusivamente alle attività di natura tecnico-amministrativa oppure anche ad altre tipologie di attività di intermediazione.
Infine, ritiene auspicabile che il regolamento attuativo, cui fa cenno il terzo comma dell'articolo 48, sia preventivamente sottoposto al parere delle Commissioni competenti, anche alla luce della rilevanza e delicatezza delle questioni che è destinato a regolare.
Il sottosegretario Roberta PINOTTI, ringraziando l'onorevole Mogherini per l'esaustivo lavoro svolto, fornisce – riservandosi Pag. 127di approfondire ulteriormente le questioni poste nel prosieguo dell'esame – alcuni elementi di risposta alle richieste di chiarimento testé formulate.
Innanzitutto precisa che l'aggettivo «contrattuale» si riferisce ad una fattispecie la cui possibilità di concretizzazione risulta assai remota. Concorda, inoltre, che tale termine possa generare confusione e che, pertanto, possa essere espunto dal testo senza particolari difficoltà. Sottolinea, inoltre, che la finalità della norma è del tutto coincidente con quella della richiamata legge n. 185 del 1990, relativa alla necessità di assicurare piena trasparenza al commercio internazionale di armamenti.
Conviene anche sulla proposta volta a contemplare il parere delle Commissioni competenti sul regolamento attuativo, dal momento che giudica positivamente un pieno coinvolgimento del Parlamento in un ambito di competenza così delicato.
Infine, fa presente che la norma ha previsto il meccanismo della riassegnazione dei proventi poiché si potrebbe verificare l'ipotesi in cui l'Amministrazione della difesa debba sostenere dei costi per lo svolgimento delle citate attività tecniche, ad esempio per la realizzazione di missioni di naura tecnica, anticipandoli per conto di altri Stati. Osserva, pertanto, che il termine «proventi» potrebbe essere sostituito da formulazione più appropriata.
Gian Piero SCANU (PD) ringrazia l'onorevole Mogherini, cui esprime, anche a nome del gruppo del Partito Democratico, pieno apprezzamento per la validità delle richieste di approfondimento formulate al Governo, e il sottosegretario Pinotti per avere manifestato già da questa seduta introduttiva ampia disponibilità a fornire tutti i chiarimenti richiesti su questioni che, peraltro, ritiene siano dirimenti.
Ritiene, infine, condivisibile la proposta del relatore di utilizzare il tempo disponibile per approfondire le questioni emerse e, pertanto, si riserva di esprimersi in una successiva seduta.
Michele PIRAS (SEL) esprime forti perplessità sul provvedimento e sull'articolo che interessa direttamente la competenza della Commissione. Ritiene, infatti, che la nuova norma trasformi di fatto lo Stato italiano in un intermediario nel traffico di armi per conto dell'industria privata. Richiama, inoltre, preoccupanti indiscrezioni apparse sui mezzi di stampa che denunciano come tale attività, ancorché non prevista dalla legislazione vigente, sia invece già ampiamente praticata.
Alla luce delle profonde perplessità non esclude, pertanto, la possibilità che il suo gruppo presenti presso le Commissioni di merito un emendamento soppressivo dell'articolo 48.
Condivide, infine, le richieste di chiarimento formulate dal relatore riguardo la genericità della formulazione letterale della norma, che appaiono dettate da esigenze di assicurare una maggiore trasparenza.
Domenico ROSSI (SCpI) si associa ai ringraziamenti espressi dai colleghi finora intervenuti alla collega Mogherini per l'esaustiva relazione. Manifesta pieno sostegno alla proposta, da lei avanzata, finalizzata alla previsione del parere delle Commissioni competenti ai fini dell'adozione del regolamento attuativo in funzione di promozione del grado di trasparenza del settore. Rappresenta, infine, la necessità che sia meglio chiarita la tipologia di fondi, cui fa riferimento il terzo comma dell'articolo in esame.
Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.25.
ATTI DELL'UNIONE EUROPEA
Martedì 2 luglio 2013. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Roberta Pinotti.
La seduta comincia alle 13.25.
Pag. 128Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati.
COM(2012)629 final.
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014.
17426/12.
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013.
Doc. LXXXVII-bis, n. 1.
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Parere favorevole con una osservazione).
La Commissione prosegue l'esame degli atti in titolo, rinviato nella seduta del 25 giugno 2013.
Massimo ARTINI (M5S) ritiene che l'esame dei documenti in titolo avrebbe potuto rappresentare l'occasione per prospettare una nuova e diversa politica della difesa, da mettere in campo nell'ambito della dimensione europea. Sottolinea, invece, come la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e i programmi di lavoro della Commissione e del Consiglio europeo non rechino elementi di novità rispetto alla politica di difesa finora adottata, appiattendosi su decisioni già prese, alla stregua di quanto accaduto, ad esempio, con riguardo agli obblighi di bilancio. Nel ribadire, dunque, la necessità di ripensare la politica di difesa – anche alla luce delle recenti iniziative intraprese dal presidente Obama in materia di disarmo nucleare e del fatto che le spese per gli armamenti hanno inciso molto pesantemente su diversi Paesi europei con un elevato debito pubblico – presenta una proposta di parere alternativo a quello del relatore (vedi allegato 1), di cui auspica l'approvazione.
Michele PIRAS (SEL) ritiene che la proposta di parere presentata dal relatore nella precedente seduta dovrebbe maggiormente evidenziare il rafforzamento dell'impegno italiano nel settore civile. Inoltre, in vista della riunione del Consiglio europeo di fine anno, dedicato alla difesa europea, reputa fondamentale che la Commissione sia adeguatamente informata dal Governo – anche in occasione di un'audizione ad hoc del Ministro della difesa – sul quadro organico della politica del nostro Paese nel settore della PSDC.
Carlo GALLI (PD), relatore, prende atto con rammarico del fatto che il Movimento Cinque Stelle abbia presentato una proposta di parere alternativo a quella da lui presentata nella precedente seduta. Con riguardo alla richiesta dell'onorevole Piras, evidenzia che nelle premesse è già esplicitato il riferimento agli strumenti civili. Tuttavia, ritiene che l'osservazione apposta al parere favorevole possa essere integrata inserendo, dopo le parole «impegno complessivo», l'inciso «sia civile sia militare».
Il sottosegretario Roberta PINOTTI manifesta condivisione sulla proposta di parere come riformulata.
Michele PIRAS (SEL) dichiara il voto di astensione da parte del gruppo di SEL.
Elio VITO, presidente, pone quindi in votazione la proposta di parere così come riformulata dal relatore, avvertendo che, in caso di approvazione, si intende preclusa la votazione della proposta alternativa.
La Commissione approva la proposta di parere favorevole con un'osservazione, come riformulata dal relatore (vedi allegato 2).
La seduta termina alle 13.35.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.35 alle 14.10.
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