SEDE REFERENTE
Giovedì 27 giugno 2013. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. – Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Luigi Casero.
La seduta comincia alle 10.10.
Disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.
C. 282 Causi, C. 950 Zanetti e C. 1122 Capezzone.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato nella seduta del 26 giugno scorso.
Itzhak Yoram GUTGELD (PD) desidera concentrare innanzitutto le sue considerazioni sulle norme di delega in materia di monitoraggio dell'evasione fiscale contenute nell'articolo 2, commi 4 e 5, delle proposte di legge C. 282 e C. 1122, sottolineando come l'indisponibilità di stime ufficiali ed affidabili sull'ammontare dell'evasione, confermata del resto anche dalle recenti audizioni dell'Agenzia delle entrate e del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'economia e delle finanze, risulti assai preoccupante. Tale lacuna rappresenta, tuttavia, anche un'opportunità da cogliere, al fine di realizzare un'analisi adeguata delle cifre che attualmente circolano su tale tematica. A tale riguardo evidenzia come, secondo i dati reperiti dal gruppo del Partito Democratico, tra il 2009 ed il 2012 il gettito tributario di competenza dell'Agenzia delle entrate è passato da 414 a 431 miliardi, di cui circa 8 miliardi ascrivibili all'incremento del PIL nominale registratosi in tale periodo: pertanto, laddove si consideri che, nel frattempo, sono stati introdotte circa 38 miliardi di nuove entrate, ritiene che manchi ancora all'appello un ammontare Pag. 70rilevante di gettito e che, contrariamente a quanto molto spesso affermato, negli ultimi anni non si sia assistito ad un calo dell'evasione, ma, bensì, ad un suo aumento. Peraltro, le entrate derivanti dal recupero dell'evasione nel corso di questi anni sono state a volte ottenute con misure fin troppo invasive, tali da indurre la Commissione Finanze ad approvare, il 22 maggio scorso, una risoluzione che impegna il Governo ad attenuare il rigore di alcune previsioni, ad esempio per quanto riguarda il pignoramento sulle case di prima abitazione, e che l'Esecutivo ha prontamente attuato, inserendo talune norme in tale materia nell'articolo 52 del decreto-legge n. 69 del 2013.
I predetti dati rafforzano inoltre le affermazioni contenute nel Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica, predisposto dalla Corte dei conti, nel cui ambito la Corte sottolinea l'esigenza di rivedere la strategia complessiva di contrasto all'evasione, passando da un'azione di recupero delle somme non versate dopo che l'evasione si è prodotta, a misure che possano favorire maggiormente l'emersione spontanea delle basi imponibili e l'acquisizione delle relative imposte attraverso un uso più efficace delle moderne tecnologie informatiche e telematiche, nonché mediante un ruolo attivo degli enti finanziari coinvolti.
In tale contesto il Partito Democratico ritiene che il Governo si debba occupare con urgenza di queste tematiche, anche in considerazione dell'evidente difficoltà a reperire risorse finanziarie per qualsiasi iniziativa. Occorre dunque, a suo giudizio, che l'Esecutivo assuma iniziative incisive su questo versante con la medesima velocità con la quale, ad esempio, si è ritenuto di intervenire sulla questione dei pignoramenti sulla prima casa di abitazione nell'ambito dei procedimenti di riscossione coattiva.
Esprime pertanto il pieno sostegno del suo gruppo rispetto alle indicazioni fornite dalla Corte dei conti, nonché relativamente alle indicazioni contenute nel Piano di azione per rafforzare la lotta alla frode fiscale e all'evasione fiscale elaborato dalla Commissione europea.
In particolare, il Partito Democratico considera prioritarie, al fine di recuperare risorse indispensabili per ridurre il prelievo fiscale sui contribuenti onesti, una serie di misure, da adottare indipendentemente dall'istituzione della Commissione ministeriale per la misurazione dell'evasione, tra le quali segnala in particolare:
l'introduzione dell'obbligo di fatturazione elettronica e di trasmissione telematica dei corrispettivi;
l'introduzione dell'obbligo di tracciabilità delle transazioni per tutte le operazioni intercorse tra soggetti IVA, indipendentemente dai limiti di importo di queste ultime;
la promozione di una piattaforma informatica tra gli uffici territoriali dell'Agenzia delle entrate e gli enti locali, al fine di condividere un sistema informativo per il monitoraggio e controllo del pagamento delle imposte erariali e locali;
l'introduzione dell'obbligo di riscuotere i compensi professionali mediante sistemi di pagamento tracciati, utilizzando conti correnti dedicati;
l'abbassamento a 500 euro del limite all'utilizzo del contante.
Michele PELILLO (PD), nell'esprimere apprezzamento per il fatto che, nella seduta di ieri, tutti i gruppi hanno manifestato la volontà di cogliere l'occasione del dibattito odierno per affrontare alcune delle tematiche relative alle proposte di legge per la riforma del sistema fiscale, evidenzia come, anche per perseguire il fondamentale obiettivo di ridurre al minimo il fenomeno dell'evasione fiscale, attraverso strumenti più efficaci e più incisivi di quelli attualmente previsti, occorra tenere presente che in uno Stato di diritto come il nostro le esigenze di riscossione dell'Erario debbono necessariamente essere contemperate con l'esigenza Pag. 71di garantire una tutela giurisdizionale piena al contribuente.
In tale contesto evidenzia come le proposte di legge C. 1122 e C. 282 prevedano entrambe, al comma 12 dell'articolo 3, una delega al Governo per l'introduzione di norme volte al rafforzamento della tutela giurisdizionale del contribuente, lamentando tuttavia come tale condivisibile affermazione di principio non sia seguita da princìpi e criteri direttivi idonei, essendo questi ultimi limitati a due profili, dei quali il primo è relativo all'ampliamento dell'istituto della conciliazione giudiziale, che, essendo uno strumento deflativo del contenzioso, non incide sul processo tributario, ed il secondo riguarda la ridistribuzione territoriale del personale giudicante delle commissioni tributarie, misura che non necessariamente deve essere realizzata attraverso un atto avente forza di legge.
A tale riguardo ritiene che si possa ovviare alla lacunosità dei predetti principi e criteri direttivi, tenendo conto di un pregevole studio condotto dal CNEL, attraverso una complessa istruttoria alla quale hanno partecipato numerosi, illustri professori ed esperti di diritto tributario, confluito nella redazione di un progetto di legge, presentato al Senato, recante una delega al Governo per razionalizzare e codificare l'attuazione e l'accertamento dei tributi e per la revisione delle sanzioni amministrative e del processo tributario, che potrebbe integrare il contenuto delle proposte di legge in esame, con specifico riferimento alla parte relativa alla riforma del processo tributario. Chiede pertanto alla Presidenza quali potrebbero essere le forme di collaborazione più idonee con il CNEL a questo scopo, anche alla luce del fatto che tale organo sta organizzando proprio in questi giorni un'apposita iniziativa per illustrare il contenuto di tale proposta.
Daniele CAPEZZONE, presidente e relatore, con riferimento alle considerazioni svolte dal deputato Pelillo, sottolinea come uno dei temi sui quali occorrerà svolgere un particolare approfondimento sia quello delle sanzioni penali tributarie, ritenendo inoltre che il contributo elaborato dal CNEL potrà risultare certamente utile per i lavori della Commissione.
Il Viceministro Luigi CASERO sottolinea preliminarmente come, nella predisposizione delle norme di delega per la revisione del sistema fiscale, occorra certamente affrontare il problema dell'interconnessione tra le norme tributarie e i principi sanciti in materia dallo Statuto dei diritti del contribuente per quanto riguarda i rapporti tra il fisco ed i singoli contribuenti.
Per quanto riguarda invece i temi della giustizia tributaria, oggetto dell'intervento del deputato Pelillo, ricorda che la Commissione Finanze ha approfondito a lungo, anche con l'apporto del Governo, tali questioni nel corso delle precedenti legislature, ritenendo opportuno dedicare uno specifico spazio di discussione a tale problematica. Al riguardo, rileva, comunque, come il principale elemento di fatto da cui occorre partire è costituito dall'elevatissimo numero di processi tributari avviati ogni anno, che in Italia è pari a circa 380.000, laddove in altri Paesi europei, quali la Spagna e la Francia, esso risulta notevolmente inferiore. Ritiene dunque necessario ridurre tale mole di contenzioso, nonché risolvere il problema dei conflitti di interesse a volte sussistenti in capo ai giudici tributari, valutando in tale contesto le modalità attraverso cui affrontare una tematica che, in ogni caso, il Governo ritiene indispensabile risolvere in termini strutturali.
Con riferimento alle questioni della fatturazione elettronica e, più in generale, degli strumenti per il contrasto all'evasione fiscale, sottolinea come uno degli obiettivi strategici dell'azione del Governo sia quello del recupero di basi imponibili, da realizzare soprattutto attraverso un più diffuso utilizzo degli strumenti telematici, sia in termini di fatturazione elettronica, sia attraverso la tracciabilità delle transazioni. A tale riguardo occorre comunque tener conto dei limiti imposti dalla normativa comunitaria, che non consente il Pag. 72ricorso a misure coercitive, introducendo comunque misure, di carattere opzionale, che prevedano vantaggi per i contribuenti che assicurino la trasparenza e la tracciabilità delle transazioni, in particolare riducendo in loro favore gli adempimenti e controlli attualmente previsti.
Per quanto attiene invece all'utilizzo dei dati concernenti il recupero dell'evasione, invita alla massima attenzione su questi temi, al fine di non dare segnali ambigui ai cittadini e di non rendere opaco il dibattito pubblico su questi temi, tenendo presente che non è stato dimostrato in termini certi il legame tra incremento del PIL e maggior gettito e che spesso i dati riportati dalla stampa in materia risultano confusi, ad esempio per quanto riguarda la quantificazione in circa 540 miliardi di euro dei crediti statali relativi ad entrate da riscuotere che, in buona parte, riguardano ruoli non più esigibili.
Itzhak Yoram GUTGELD (PD), richiamando le considerazioni del Viceministro Casero, sottolinea come l'assenza di dati contabilmente certificati circa l'andamento dell'evasione fiscale e della relativa azione di contrasto non possa precludere il dibattito su questi temi, evidenziando come spesso i numeri forniti circa l'attività di recupero dell'evasione rischiano di costituire una forma di depistaggio politico e di disinformazione nei confronti del pubblico. In tale contesto rileva come, mentre i risultati degli sforzi di recupero dell'evasione stessa riflettono l'azione dell'Agenzia delle entrate, l'incremento dell'ambito dell'evasione derivi, a suo giudizio, da alcune decisioni che, in particolare nel 2008, all'inizio della passata Legislatura, hanno portato ad abolire alcuni utili strumenti di contrasto a tale fenomeno introdotti nella XV Legislatura, i quali avevano consentito di fare emergere circa 25 miliardi di evasione.
Considera pertanto particolarmente urgente intervenire sul tema, anche negoziando con determinazione, in sede europea, la possibilità di utilizzare in Italia alcuni strumenti che in altri Stati membri non risultano invece necessari, assicurando al riguardo il pieno appoggio del suo gruppo.
Federico GINATO (PD) richiama l'attenzione su un tema particolarmente delicato, ancora non emerso nel corso dibattito, relativo al settore dei giochi, sul quale fa presente che sono state presentate, fino ad oggi, ben ventitré progetti di legge, a dimostrazione dell'ampia sensibilità su tale tema da parte di tutte le forze politiche presenti in Parlamento. A tale riguardo, prospetta l'opportunità di realizzare una sintesi delle diverse proposte, raccogliendo gli stimoli e i contributi da esse offerte, in vista dell'elaborazione dei principi e criteri direttivi ai quali il Governo dovrà attenersi nell'esercizio della delega in materia di giochi. Evidenzia, inoltre, come sia emerso, nel corso dell'audizione del Direttore dell'agenzia delle dogane e dei monopoli, recentemente svolta dalla Commissione Finanze, un dato preoccupante: a fronte di un incremento di raccolta molto ingente, non è stato registrato, infatti, un corrispettivo aumento delle entrate, bensì una loro flessione, il che potrebbe significare che i giocatori si stanno spostando verso tipologie di gioco che assicurano un ritorno più alto in termini di premi o sulle quali è più bassa l'imposizione, aspetto su cui quale ritiene necessaria una riflessione della Commissione.
Sempre con riferimento alla materia dei giochi, segnala come sia necessario che il legislatore e il Governo assumano una posizione più forte nella lotta e nella prevenzione degli ormai diffusi fenomeni di ludopatia, anche attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni locali, il cui ruolo dovrebbe essere rafforzato, prevedendo una loro compartecipazione al gettito derivante dai giochi, poiché gli enti locali sono i primi soggetti ad essere gravati dagli oneri sociali derivanti da tali fenomeni.
Da ultimo, rileva come molti passi avanti siano stati compiti in questo settore per contrastare i fenomeni di infiltrazione da parte delle organizzazioni mafiose e Pag. 73della criminalità organizzata, ritenendo peraltro necessario verificare se l'aumento della raccolta dei giochi sia dovuto all'ampliamento dell'area della legalità o, invece, all'introduzione di nuove tipologie di gioco.
Marco CAUSI (PD), in relazione alle considerazioni svolte dal Viceministro Casero, ed al fine di avviare una proficua interlocuzione con il Governo, evidenzia la possibilità che, sui temi dell'evasione fiscale siano compiuti alcuni passi avanti rispetto al testo approvato dalla Camera nella scorsa Legislatura, richiamando a tale proposito le numerose proposte contenute nella risoluzione n. 7-00041, a sua prima firma, la quale sintetizza le proposte programmatiche del Partito Democratico in materia.
In tale contesto ritiene necessario approfondire l'analisi sui circa 540 miliardi relativi all'andamento della riscossione nel periodo 2000-2012, quantificati dalla Corte dei conti e risultanti dalla somma di tutti i ruoli esecutivi emessi in tale periodo. Rileva, infatti, come, sempre secondo i dati della Corte dei conti, rispetto a tale ammontare risultino riscossi effettivamente solo poco più di 51 miliardi, pari a meno del 10 per cento del totale, con un tasso di riscossione media pari all'1-2 per cento dell'ammontare dei ruoli consegnati in ogni anno. Tali cifre portano a concludere che il sistema della riscossione non sia caratterizzato da estrema efficienza, nonché a rilevare che molti dei ruoli consegnati agli agenti della riscossione siano caratterizzati da una scarsa qualità, pur non essendo certamente tutti inesigibili, come sembra indicare il Viceministro nella sua precedente dichiarazione.
Sottolinea, quindi, la necessità di chiarire quale sia l'effettivo grado di esigibilità di tale ammontare e quali iniziative si intendano assumere per migliorare l'efficienza complessiva della riscossione.
A tale ultimo riguardo, ritiene che uno specifico elemento di difficoltà per l'azione di riscossione svolta da Equitalia sia costituita dall'assenza di adeguate forme di raccordo tra la medesima Equitalia e tutte le amministrazioni per le quali quest'ultima esercita l'attività di riscossione, soprattutto per quanto riguarda i discarichi dei ruoli operati dagli enti impositori. In proposito sottolinea l'esigenza di migliorare il contesto normativo nel quale sono chiamati a muoversi i funzionari responsabili, ai fini del discarico dei ruoli stessi in via di autotutela.
Un altro aspetto che necessita, a suo giudizio, di essere ritoccato rispetto alle soluzioni normative individuate nel corso della precedente Legislatura, riguarda l'organizzazione delle Agenzie fiscali e dell'intero sistema della riscossione, rilevando in merito come pesi ancora su Equitalia il fatto che essa deriva dalla fusione di più realtà private, di natura bancaria, operanti nel settore della riscossione, e che, pertanto, la cultura aziendale del gruppo Equitalia non si sia ancora affrancata da tale origine. In questa prospettiva ritiene, ad esempio, che, in considerazione della sua natura di società pubblica in house, da un lato, sia necessario, come del resto stabilito dalla normativa che troverà attuazione a decorrere dal 30 settembre prossimo, eliminare l'aggio riconosciuto ad Equitalia, alla quale deve essere semplicemente garantito l'equilibrio tra costi e ricavi e che deve quindi essere invece remunerata in base ai costi industriali sostenuti per la lavorazione dei ruoli, come previsti in sede di convenzione con la medesima Equitalia, e, dall'altro, che sia necessario valutare l'opportunità di rivedere la governance del gruppo.
Passando ad un altro aspetto, sottolinea come le tematiche attinenti al settore dei giochi pubblici rivestano un'importanza dirimente per il Partito Democratico, sottolineando al riguardo l'esigenza di non considerare tale settore, come si è sempre fatto in occasione dei dibattiti presso la Commissione Finanze, esclusivamente dal punto di vista delle entrate erariali, ma in un'ottica più ampia. Infatti, l'introduzione, negli ultimi anni, di molte nuove tipologie di gioco, nonché la previsione di regimi tributari differenziati sui vari giochi ha determinato conseguenze molto negative anche a livello territoriale, suscitando la Pag. 74forte reazione di molti sindaci, i quali non considerano più tollerabile che, attraverso tali scelte e senza alcun coinvolgimento delle amministrazioni locali, si modifichino intere configurazioni sociali ed urbanistiche delle realtà territoriali, con effetti spesso pericolosi ed inaccettabili in termini di sicurezza ed ordine pubblico. Pertanto, sebbene ritenga che le norme di delega definite in materia nel corso della precedente Legislatura rappresentino un equilibrio molto avanzato, occorre a suo giudizio rafforzare ulteriormente tali previsioni, indicando l'esigenza che il Governo, una volta ottenute le deleghe previste dal provvedimento, eserciti prioritariamente quella concernente il settore dei giochi, inserendo inoltre, nel circuito normativo in materia, anche gli enti locali.
Daniele CAPEZZONE, presidente e relatore, ricorda di aver presentato un'interrogazione a risposta in Commissione concernente le tematiche relative alla quantificazione in circa 540 miliardi del complesso dei ruoli emessi a partire dal 2000, ritenendo che il Governo avrà modo di fornire al Parlamento specifiche informazioni in merito, chiarendo, voce per voce, quanta parte di tali ruoli sia ancora esigibile. In tale contesto considera, peraltro, discutibile, che funzionari pubblici indichino l'ammontare dei crediti che lo Stato deve ancora incassare, sostenendo, immediatamente dopo, che tali somme non sono più esigibili.
Il Viceministro Luigi CASERO, in riferimento alle questioni concernenti la quantificazione dei crediti erariali di natura tributaria, ribadisce l'esigenza di prestare in materia la massima attenzione quando si forniscono informazioni in merito. In tale contesto precisa, anche a chiarimento delle osservazioni da lui svolte nel corso della seduta, come la citata somma di circa 540 miliardi non indichi un gettito aggiuntivo per lo Stato e non possa, pertanto, essere considerato come una sorta di «tesoretto» da cui attingere per qualsivoglia iniziativa.
Carla RUOCCO (M5S) evidenzia come, dall'analisi del complesso fenomeno dell'evasione fiscale, emerga un quadro sconcertante, caratterizzato, da una parte, da un'enorme quantità di basi imponibili evase e, dall'altra, dalla presenza di un fisco oppressivo nei confronti dei contribuenti onesti, richiamando, in tale contesto, i contenuti della risoluzione n. 8-00002, recentemente approvata dalla Commissione Finanze, volta proprio ad indirizzare l'attività del Governo in materia verso interventi mirati ad una maggiore flessibilità dei meccanismi di riscossione coattiva dei tributi. Nel rilevare come sia necessario impostare la lotta all'evasione fiscale in un'ottica più generale di lotta alla corruzione, anche attraverso la previsione di norme più stringenti sui bilanci societari, evidenzia l'opportunità di introdurre nel nostro sistema fiscale alcune misure premiali per i contribuenti che intendano sottoporsi volontariamente ad obblighi di trasparenza come la fatturazione elettronica, stimolando in tal modo l'attivazione di un circolo virtuoso.
Osserva, inoltre, come un altro dato sul quale si rende necessaria un'attenta riflessione da parte della Commissione sia quello relativo all'eccessivo divario tra l'accertato ed il riscosso, evidenziando come l'Italia si collochi, in tale contesto, completamente al di fuori delle medie europee, soprattutto a causa dell'impostazione di fondo dell'ordinamento tributario e del sistema di accertamento. Rileva quindi la necessità di rivedere gli investimenti in uomini e mezzi relativamente all'attività di accertamento, segnalando altresì come il suo gruppo sia favorevole al rafforzamento degli strumenti, già previsti dal decreto-legge n. 78 del 2010, che favoriscano il coinvolgimento degli enti locali nell'attività di riscossione, attraverso una compartecipazione degli stessi al gettito incassato dallo Stato.
Francesco RIBAUDO (PD), con riferimento all'ultimo aspetto affrontato dalla deputata Rocco, fa presente che tale sistema di coinvolgimento degli enti locali Pag. 75nell'attività di riscossione non ha finora funzionato.
Carla RUOCCO (M5S), in dissenso con quanto appena affermato dal deputato Ribaudo, evidenzia come i risultati sul piano pratico della disciplina in materia di compartecipazione degli enti locali alle attività di accertamento dipendano dall'efficienza delle singole amministrazioni locali e varino, pertanto, da comune a comune, ribadendo a tal proposito la bontà del principio sotteso a tali norme, che possono incentivare pratiche virtuose da parte degli stessi enti, i quali troppo spesso si limitano a lamentare insufficienti risorse economiche.
Girolamo PISANO (M5S) sottolinea in primo luogo come la proposta di legge C. 282 contenga, segnatamente all'articolo 2, comma 4, lettera d), alcuni spunti interessanti per quanto riguarda l'introduzione di forme di contrasto di interessi tra i contribuenti, rilevando, tuttavia, come altri punti della predetta proposta di legge, nonché della proposta di legge C. 1122, si pongano in qualche modo in contraddizione con tale impostazione, laddove si attribuisce enfasi al mantenimento del sistema delle detrazioni.
Più in generale, ritiene che il meccanismo del contrasto d'interessi debba essere attentamente analizzato, in quanto esso, oltre a costituire un utile strumento di lotta all'evasione, rappresenterebbe un incentivo per i consumi, che potrebbe risultare fondamentale per il rilancio dell'economia nazionale. In tale modo, inoltre, si ribalterebbe la logica attuale del sistema, che privilegia l'aspetto repressivo, attribuendo invece al soggetto che effettua l'acquisto del bene o del servizio, il ruolo di «innescare» l'azione di contrasto del fenomeno evasivo, consentendo altresì di ridimensionare il contenzioso tributario. Evidenzia, inoltre, come, in tale ambito, si potrebbero incrociare una miriade di dati già a disposizione dell'Amministrazione finanziaria, costituendo un'imponente base informativa, la quale verrebbe comunicata in forma automatizzata all'Agenzia delle entrate ai fini della determinazione dei redditi prodotti, nonché per operare valutazioni sulla qualità delle spese effettuate che sarebbero fondamentali per l'applicazione delle agevolazioni previste dall'ordinamento. Ritiene, infatti, a tale ultimo proposito, che il legislatore debba selezionare quali siano le voci di spesa da incentivare fiscalmente per sostenere la ripresa dell'economia. In questo senso, anche la fatturazione elettronica potrebbe costituire uno strumento importante, in quanto consentirebbe di sgravare i contribuenti di molteplici adempimenti e di ridurre i conflitti con l'Amministrazione finanziaria.
Sottolinea quindi l'esigenza di approfondire maggiormente tale specifica tematica, sulla quale sembra registrarsi un ampio consenso delle forze politiche e che, nella valutazione del Movimento 5 Stelle, potrebbe costituire uno strumento di equità sociale. Invita pertanto ad ascoltare, su tale questione, i rappresentanti di Lottomatica, i quali potrebbero fornire importanti informazioni sulle modalità attraverso le quali collegare in via telematica i registratori di cassa degli esercizi commerciali con l'Amministrazione finanziaria, sottolineando inoltre l'esigenza che il Ministero dell'economia e delle finanze fornisca in merito i dati richiesti dal suo gruppo, che risultano fondamentali ai fini della valutazione degli effetti di gettito di tale misura.
Per quanto riguarda invece la quantificazione dei ruoli erariali, indicata complessivamente in circa 540 miliardi, evidenzia come spesso lo strumento dell'iscrizione a ruolo sia stato utilizzato, in modo strumentale, per assicurare fittiziamente la tenuta dei bilanci di molti enti locali. Ritiene pertanto necessario verificare attentamente gli attivi indicati nei predetti bilanci, pur comprendendo come il numero dei ruoli che occorrerebbe verificare sarebbe gigantesco.
Enrico ZANETTI (SCpI), con riferimento alle tematiche dell'evasione fiscale, considera fondamentale disporre finalmente di dati più affidabili in materia, in Pag. 76particolare per quanto riguarda la stima dell'evasione, la dimensione delle maggiori imposte accertare, l'ammontare delle somme effettivamente riscosse, nonché circa gli esiti del contenzioso tributario, al fine di fare chiarezza sull'effettiva efficacia dell'azione svolta in merito dall'Amministrazione finanziaria.
In tale contesto, pur ritenendo indubbio che sussistano notevoli spazi per aumentare ulteriormente il recupero di gettito, e sebbene consideri ancora insufficiente la quota di 12 miliardi recuperata nel 2012, sottolinea come negli ultimi anni sia stato certamente ridotto l'ambito dell'evasione e come, pertanto, non sia immaginabile che l'emersione di ulteriori basi imponibili possa costituire una miniera inesauribile per il bilancio pubblico. In tale prospettiva, è necessario avere la consapevolezza che un certo tasso di evasione risulta fisiologico e che occorre altresì evitare il rischio di passare da una fase in cui tale fenomeno era colpevolmente tollerato ad una, in cui, all'estremo opposto, ci si illude di poter adottare misure miracolistiche in tale settore. Esprime, quindi, forti perplessità sulle proposte, emerse nel corso del dibattito, di estendere l'obbligo di tracciabilità delle transazioni, di ridurre ulteriormente la soglia di utilizzo del contante, nonché di introdurre l'obbligo di riscossione dei compensi professionali attraverso sistemi di pagamento tracciati. Rileva, infatti, come, in forza delle norme in materia di ritenuta d'acconto e di detraibilità delle spese pagate per molti servizi professionali, tale ultima categoria di contribuenti si caratterizzi, generalmente, per un grado di infedeltà fiscale minore. Ritiene, al contrario, che occorra perseguire una logica diversa, rendendo maggiormente costoso l'uso del contante, senza invece imporre misure coercitive ed onerose sul piano degli adempimenti, che creerebbero problemi soprattutto ai contribuenti onesti.
Si riserva quindi di presentare un atto di sindacato ispettivo sulla questione relativa alla quantificazione dei ruoli erariali ancora da riscuotere, al fine di ottenere informazioni dettagliate in materia, esprimendo comunque fin d'ora notevoli perplessità circa l'utilizzo politico che è stato fatto di tale questione, che ha l'evidente obiettivo di lanciare alla pubblica opinione il messaggio secondo cui le norme recentemente introdotte in materia di riscossione potrebbero pregiudicare l'incasso dei crediti erariali. Considera, a tale riguardo, che tale atteggiamento, di per sé censurabile, sia tanto più inaccettabile, in quanto posto in essere da soggetti che non rivestono ruoli politici.
Daniele PESCO (M5S) sottolinea l'importanza che assumono le norme di delega per la revisione del catasto dei fabbricati contenute nei progetti di legge in esame, evidenziando come il sistema che ne deriverà inciderà sul valore dei fabbricati, e dovrà quindi essere il più possibile equo, semplice, trasparente, comprensibile a tutti. In tale contesto ritiene necessario stimare preventivamente gli eventuali costi per la finanza pubblica di tale riforma, procedendo pertanto ad una loro esatta quantificazione.
Gian Mario FRAGOMELI (PD), con riferimento alle osservazioni emerse nel corso del dibattito sulle problematiche concernenti l'iscrizione dei residui attivi nel bilancio degli enti locali, fa presente come tale iscrizione debba essere effettuata a consuntivo, quindi al momento della chiusura dell'anno finanziario, sia corredata della firma del segretario comunale, sottoposta alla verifica di una società di revisione e successivamente sottoposta al vaglio della Corte dei conti, la quale, in particolare in tal caso, procede ad ascoltare i sindaci interessati in merito. Invita quindi chiunque sia a conoscenza di prassi distorte o illegittime in materia a formulare precise denunce, non limitandosi a lanciare accuse indiscriminate.
Daniele CAPEZZONE presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 11.20.
Pag. 77ATTI DELL'UNIONE EUROPEA
Giovedì 27 giugno 2013. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. – Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Luigi Casero.
La seduta comincia alle 11.20.
Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati.
(COM(2012)629 final).
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013 – 30 giugno 2014.
(17426/12).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013.
(Doc. LXXXVII-bis, n. 1).
(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Parere favorevole con condizioni e osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta del 26 giugno scorso.
Daniele CAPEZZONE, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore, Pelillo, aveva illustrato i documenti in esame ed aveva già formulato una proposta di parere con condizioni ed osservazioni (vedi allegato).
La Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore e nomina il deputato Pelillo quale relatore presso la XIV Commissione.
La seduta termina alle 11.25.
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