PAGINA: 0001 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)
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PAGINA: 0001 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
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PAGINA: 0001 La seduta comincia alle 10,05.
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PAGINA: 0001 CLAUDIA MANNINO, Segretario (Vedi RS). Legge il processo verbale della seduta di ieri.
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PAGINA: 0001 CLAUDIA MANNINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
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PAGINA: 0001 Sul processo verbale. (Vedi RS)
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PAGINA: 0001 Sul processo verbale (ore 10,15).
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PAGINA: 0001 Intervengono sul processo verbale i deputati FILIPPO GALLINELLA (M5S) (Vedi RS), MARIA EDERA SPADONI (M5S) (Vedi RS), GIUSEPPE BRESCIA (M5S) (Vedi RS), MASSIMILIANO BERNINI (M5S) (Vedi RS), SILVIA GIORDANO (M5S) (Vedi RS), GIUSEPPE L'ABBATE (M5S) (Vedi RS), DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS), RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), MATTEO MANTERO (M5S) (Vedi RS), MARIA MARZANA (M5S) (Vedi RS), RICCARDO NUTI (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA VACCA (M5S) (Vedi RS), SIMONE VALENTE (M5S) (Vedi RS), MANLIO DI STEFANO (M5S) (Vedi RS), ALBERTO ZOLEZZI (M5S) (Vedi RS), SILVIA CHIMIENTI (M5S) (Vedi RS), CHIARA GAGNARLI (M5S) (Vedi RS), FEDERICO D'INCÀ (M5S) (Vedi RS), DALILA NESCI (M5S) (Vedi RS), CLAUDIO COMINARDI (M5S) (Vedi RS) e PAOLO PARENTELA (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0001 FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. Ieri, come lei ben sa, abbiamo avuto poco tempo per discutere sugli emendamenti. Io sono intervenuto sull'emendamento a mia firma, il 31.509, e ho avuto solo poco tempo per esporlo e, quindi, mi piacerebbe utilizzare questi cinque minuti proprio per chiarire un po’ il concetto relativo a questo emendamento.
Con quella piccola modifica all'articolo 117 – lo ripeto – noi avremmo voluto passare in capo al Parlamento, alla decisione del Governo, quelle che sono tutte le strategie in materia di politica agricola e della pesca, anche perché noi abbiamo venti regioni agricole in Italia, con venti assessori diversi, che, purtroppo, tirano l'acqua al proprio mulino, perché si parla di diversi miliardi di euro che si dividono tra le regioni; questo impedisce un po’ la possibilità di avere una strategia agricola comune, comune della nazione, che si trova, come una piccola nazione, a competere contro un mondo sempre più globalizzato e non si riesce, in questa maniera, a esportare quelle che sono le eccellenze e le peculiarità.
Ora, io non so se con questo messaggio di chiarimento magari il Governo voglia in qualche modo intervenire successivamente, perché ci pare quanto mai inopportuno che non si possano sfruttare, appunto, tutte le potenzialità che il nostro settore agroalimentare può avere e che ha, ma che non riesce a esprimere nel mondo.
Questo è stato anche un travaglio che abbiamo subito in Commissione agricoltura, perché ci siamo trovati ad affrontare, anche con i colleghi della maggioranza, il tema della PAC, divisa tra i pagamenti diretti e il PSR, e, nonostante in quell'assise avessimo tutti trovato un accordo sulla necessità di lavorare per una strategia nazionale per fare un piano agricolo nazionale, ieri per l'appunto, anche con rammarico, abbiamo visto che i colleghi della maggioranza non hanno votato favorevolmente su quell'emendamento.
Ora, io posso capire gli altri, ma i colleghi della Commissione agricoltura un po’ mi hanno deluso, anche perché abbiamo visto quello che è successo poi nella pratica. Non si è riusciti – e lo dico per i più tecnici – ad avere il contributo accoppiato al massimo, ovvero quelle risorse che vengono destinate alle produzioni particolari, privilegiate. Noi volevamo fare un piano agricolo nazionale per quanto riguarda tutta la parte cerealicola, delle proteine vegetali, per poterci riprendere anche un po’ di sovranità dal punto di vista della produzione mangimistica, perché, non avendo terreni a sufficienza, non incentivando la produzione di mangimi, occorre comprarli da fuori, con il rischio anche del sottobanco – diciamo @pagina=0002@così –, perché comunque non è possibile al momento che qualcuno semini OGM oppure, purtroppo, che possano entrare in Italia mangimi OGM. Quindi, noi volevamo comunque costruire un piano agricolo nazionale e dare una possibilità, quanto più concreta, di diventare indipendenti rispetto agli altri Paesi, agli altri competitor.
Poi abbiamo incontrato, appunto, il problema relativo alla distribuzione delle risorse, così come non abbiamo potuto ottimizzare le risorse sul latte. Abbiamo visto dividersi le risorse per accontentare le regioni. Chi voleva il pomodoro, chi voleva più l'ulivo e, quindi, l'olio, senza ricordarsi che noi abbiamo la stessa produzione, per quanto riguarda l'olio d'oliva, degli anni Sessanta. Dunque, abbiamo perso quote di mercato.
Quindi, io volevo spiegare questo emendamento che, purtroppo, è stato bocciato dalla maggioranza e dal Governo e non riesco a capire il motivo, quando adesso c’è un evento – sebbene noi lo critichiamo per le modalità con cui è stato concepito – cioè l'Expo, che privilegia il cibo, il pianeta, che fa vedere quanto siamo bravi come italiani e poi, invece, ci frazioniamo in mille rivoli.
Io concludo, Presidente, perché esprimo rammarico anche per le modalità con cui si stanno portando avanti queste riforme costituzionali, con questa prepotenza, chiamiamola così, della maggioranza e del Governo. Io non so se la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di oggi consentirà di trovare un po’ di morbidezza e di ragionevolezza nell'affrontare, da qui in avanti, il percorso. Mi auguro anche che la stessa solerzia, la stessa decisione, la stessa impulsività – diciamo così – vengano utilizzate anche per affrontare i problemi reali.
Questa mattina, venendo qui, mi sono trovato davanti persone che, purtroppo, mi hanno chiesto un bicchiere di latte e io gliel'ho offerto, come penso tutti voi avreste fatto.
Questi sono i problemi reali da affrontare e mi auguro che questa decisione, questa impulsività, venga anche utilizzata dal Governo per risolvere questi problemi, e non solo per schiacciare le opposizioni quando si vuole discutere sulle riforme costituzionali.
Presidente, faccio appello a lei. PAGINA: 0002 MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, ieri ho fatto un intervento e vorrei specificare meglio il mio pensiero. Ieri ho chiesto quale fosse l'iter per sottoscrivere un emendamento, in quanto non si capiva esattamente, visto che noi non avevamo più i tempi per poter parlare. La Presidente Sereni non ci ha concesso il tempo aggiuntivo e ha costantemente bloccato gli interventi del gruppo del MoVimento 5 Stelle, non permettendo al gruppo di esprimere la propria opinione, e, dulcis in fundo, la Presidente Sereni non ha permesso ad alcuni colleghi, tra cui la sottoscritta, di votare, dato che ci avevano indicato un iter per riuscire a sottoscrivere o a togliere la firma ad un emendamento e la Presidente Sereni ha deciso di chiudere la votazione.
Ora, la maggioranza non deve essere un ventricolo pronto a trangugiare l'opposizione, né un pugno per strangolarla, né un piede per schiacciarla... PAGINA: 0003 GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, ieri sono intervenuto quando un collega del Partito Democratico ha cominciato ad elencare i fallimenti del Partito Democratico e del Governo Renzi in materia di istruzione. Vorrei intervenire questa mattina per sottolineare e rimarcare questi fallimenti e, quindi, per chiarire a cosa mi riferivo quando facevo riferimento all'intervento del collega Meloni.
Mi riferivo al calo delle immatricolazioni universitarie, che sono passate a poco più del 50 per cento dei diplomati, mentre erano oltre il 70 per cento appena dieci anni fa. L'Italia ha bisogno di avere molti più giovani laureati – lo dice Horizon 2020 – ossia dovremmo arrivare al 40 per cento, quando ne abbiamo soltanto il 20 per cento in questo momento... PAGINA: 0003 MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, anch'io intervengo per chiarire il mio pensiero nell'ambito di un intervento fatto ieri.
Sul piano delle scelte agricole e agroalimentari, che riguardano, più in grande, la questione della nutrizione, ricordo che l'accesso al giusto nutrimento è uno dei diritti fondamentali dell'essere umano. Ecco, chiarisco in questo modo: le regioni non possono essere lasciate da sole. Per questo, lo Stato deve tornare ad essere centrale nella pianificazione delle scelte agricole ed alimentari del nostro Paese. Erano questi i propositi dell'emendamento Gallinella 31.509, che, purtroppo, ieri è stato bocciato da questa maggioranza e dal Governo. PAGINA: 0003 SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, rileggendo il resoconto stenografico, mi sono resa conto di avere detto una fase obiettivamente sbagliata. Quando, ieri, sono intervenuta per argomentare un emendamento del MoVimento 5 Stelle per aumentare le competenze esclusive dello Stato e aggiungere, in particolare, i trattamenti sanitari, ho detto: «Infatti, vi sono determinati trattamenti che non si capisce perché in determinate regioni funzionino e in altre regioni no – mi ricordo ancora adesso proprio una discussione fatta con il Ministro Madia sull'ossigeno, perché in alcune regioni, non so perché, non è previsto, non è ben regolamentato (...)».
Bene, «non è previsto» è sbagliato, sarebbe addirittura reato. È regolamentato così male e in modo così differente dalle regioni che non permettono di farlo arrivare ai pazienti, però, in realtà, è previsto, e quello che chiedevamo con l'emendamento era, appunto, di uniformarlo tra tutte le regioni. Quindi, volevo correggere questo inciso. PAGINA: 0003 GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, ieri sono intervenuto su un emendamento e vorrei correggere una parte del mio intervento, perché era errata.
Ieri citai il decreto sull'olio alta qualità, che è fermo nella Conferenza Stato-regioni dal 2012, invece è fermo dal 2013. Quindi, vorrei che fosse corretta questa piccola parte e comunque sia la sostanza non cambia, perché il Parlamento dovrebbe avere maggiore possibilità di scelta sulla pianificazione nazionale degli interventi in agricoltura. PAGINA: 0004 DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente, intervengo perché questa mattina mi sono svegliato con il cruccio di non essere stato sufficientemente chiaro nell'espressione di un mio intervento di ieri, di un pensiero, limitatamente al mio rifiuto di spiegare un emendamento che avevo presentato. Questo rifiuto, ovviamente, Presidente, non significa che io non avevo la volontà di spiegarlo, ma un minuto, per il sottoscritto, non era sufficiente, vista la portata normativa di quell'emendamento, per poterlo spiegare. Per me è importante dire che la volontà c'era e il rifiuto non era per questo motivo, ma era perché non ero in grado, per il tempo troppo limitato, di poterlo esprimere. PAGINA: 0004 RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente, il cruccio ha attanagliato molti di noi questa mattina, evidentemente, perché probabilmente ieri i toni erano così accesi che si sono dette frasi e parole, forse, poco opportune per quest'Aula. Però, evidentemente, io vorrei spiegare il motivo per cui si è arrivati, anche dalla mia parte, a questa situazione.
Il problema che ho cercato di spiegare – e la contingenza del momento, forse, non mi ha permesso di essere particolarmente chiaro – è che non si deve, secondo me, accettare un precedente come quello di ieri, ossia che si utilizzino i tempi intercorrenti tra due Conferenze dei presidenti di gruppo, che non avevano ancora risolto un problema, per derogare a una situazione ordinaria relativamente alla concessione dei tempi, perché si potrebbe verificare la situazione che, su un emendamento particolarmente sensibile o grave per l'opposizione, si utilizzi la Conferenza dei presidenti di gruppo per derogare... PAGINA: 0004 MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente, intervengo per precisare un concetto che ho espresso solo parzialmente ieri, in merito alle differenze tra i servizi sanitari regionali. Io ho fatto l'esempio di un farmaco per l'epatite C, ma sono stato un po’ impreciso.
Il farmaco in questione, il Sofosbuvir, che apparentemente in dodici settimane porterebbe alla guarigione completa dalla malattia, in questo momento, come ricordavo ieri, è disponibile a carico del Servizio sanitario regionale solo in alcune regioni d'Italia, per la precisione il Veneto, il Lazio e la Lombardia. Questo per spiegare che, quindi, c’è una differenza di trattamento, essendoci ventuno servizi sanitari regionali diversi, e quindi una diversa possibilità per i malati, in questo caso, di epatite C di guarire, perché in queste tre regioni hanno... PAGINA: 0004 MARIA MARZANA. Grazie, Presidente, intervengo per risollecitare al sottosegretario la risposta alla domanda che facevo ieri: cosa si intende per disposizioni comuni ? Mi piacerebbe che il sottosegretario prestasse attenzione e chiedo anche di recuperare eventualmente questo tempo nell'attesa di avere l'attenzione del sottosegretario.
Vorrei poi chiarire meglio il mio pensiero quando mi riferivo alla contribuzione volontaria obbligatoria. So, signor Presidente, che le può sembrare un ossimoro, ma questa è la realtà dei fatti in ambito scolastico, cioè le famiglie sono obbligate a contribuire al funzionamento delle istituzioni scolastiche. Tanto per fare qualche esempio, a fronte di un finanziamento @pagina=0005@da parte delle famiglie di 20 mila euro, lo Stato investe solo 11 mila euro, a fronte 60 mila euro di contributi... PAGINA: 0005 RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente, nel verbale non ho letto e non ho ascoltato quella che è stata la denuncia, ieri, della collega Castelli, ovvero del comportamento del sottosegretario Bressa, che, avvicinandosi ai deputati del partito del Südtirol, ha detto: visti i numerosi subemendamenti da voi presentati e quindi la poca serietà dimostrata, l'incontro di Arno salta.
Ecco, questo è un comportamento vergognoso, che dimostra la mentalità con la quale si affrontano i lavori di quest'Aula, cioè un comportamento di minacce e di ricatto da parte di un membro del Governo ai membri del Parlamento.
Inoltre, tengo che sia messo a verbale il comportamento di alcuni funzionari della Presidenza che, in maniera scoordinata rispetto alle indicazioni date dalla Presidente Sereni, ci rimbalzavano dalla Presidenza al tavolo dell'emiciclo, prendendoci anche in giro e mancandoci di rispetto, cosa che non deve accadere mai più. PAGINA: 0005 GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente, innanzitutto sono contento di vederla qui e spero che lei possa restare a lungo a presiedere quest'Aula, considerando il trattamento vergognoso che abbiamo ricevuto ieri dalla sua collega Sereni.
Detto questo, vorrei precisare il mio discorso di ieri, perché stavo presentando un emendamento a mia prima firma, ma, avendo soltanto un minuto, non sono riuscito a spiegare bene la ratio, che è stata interrotta appunto a metà.
L'emendamento proponeva di fatto di lasciare immutata la lettera n) dell'articolo 117 della Costituzione, ovvero quello che parla d'istruzione. La modifica del Governo introduce l'istruzione universitaria come nuova competenza esclusiva dello Stato. Noi non siamo d'accordo per una questione di metodo e di merito. Nel merito, non perché siamo tendenzialmente contrari ad una centralizzazione dell'università, sulla quale si potrebbe discutere, ma perché non se ne è discusso abbastanza e non se ne è parlato in Commissione. Oltretutto la norma, così come prevista dal Governo, potrebbe invece confliggere con l'articolo 33 della Costituzione, che prevede la libera e totale autonomia dell'università. Io ponevo questo problema e, quindi, ritenevo opportuno non... PAGINA: 0005 SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente, come ieri vorrei sottolineare un problema di metodo di questo Parlamento, perché questo Parlamento è schizofrenico. Ci sono settimane in cui si lavora uno o due giorni e settimane come questa in cui si lavora dal lunedì al sabato, dalle 9 di mattina alle 23 di sera. Il problema, quindi, è la qualità del lavoro che, come al solito, non produce delle buone leggi per i cittadini.
In più c’è il problema della dignità di questo Parlamento, perché un Parlamento politicamente illegittimo, eletto con una legge incostituzionale, dove siedono condannati e indagati, cerca di riformare la Costituzione. In più questa maggioranza e questo Governo portano avanti queste riforme in maniera dittatoriale, non volendo un confronto, non ascoltando le proposte, ma semplicemente dimostrando una prova di forza tra Renzi e Berlusconi per far vedere ai cittadini italiani che uno si impone sull'altro. PAGINA: 0006 MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente, ieri nei miei interventi fuori microfono ho voluto semplicemente sottolineare che la rabbia che vedevate nelle proteste del MoVimento 5 Stelle era una rabbia sana, una rabbia dei cittadini che si vedono tappare la bocca davanti a quel processo di riforma costituzionale che dovrebbe essere il momento più alto di un Parlamento.
Non so se vi siate tutti chiesti quanto sia bella quest'opportunità che avete, nonostante la stiate rovinando, di riscrivere la Costituzione. Avremmo voluto farlo anche noi, certo con altri parametri. Ma quello che state facendo è svilire questo processo e la rabbia che avete visto è esattamente questo, è la rabbia di chi, invece – visto che per forza dobbiamo farlo perché la maggioranza siete voi –, vorrebbe farlo in modo dignitoso, con i tempi giusti, con il giusto modo di parlare. E invece ci vediamo schiacciati dalla maggioranza. Questo non è accettabile e noi crediamo che forse oggi qualcosa si potrà muovere, se avrete il buon senso... PAGINA: 0006 ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, ieri non mi sono credo espresso bene. Volevo appunto dire che il Presidente della Repubblica Mattarella è stato fautore della soppressione del servizio militare in Italia. Per la visita militare era necessario dimostrare la maturità concettuale, mentre invece, a mio parere, queste riforme costituzionali sono assolutamente immature da un punto di vista concettuale.
L'immaturità concettuale ai tempi del servizio militare portava – quella sì – a una riforma; quindi non si poteva svolgere e non si doveva svolgere il servizio. Quindi, davvero, chi ha scritto queste riforme, a mio parere, deve essere riformato. Quindi, bisogna parlarne con il Presidente Mattarella, che di servizio militare se ne intende. PAGINA: 0006 SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, ieri sono intervenuta per commentare l'emendamento fondamentale del collega Toninelli, in cui, dopo le parole: «ordinamento scolastico», si aggiungevano le parole: «nel pieno rispetto e nella salvaguardia della continuità didattica a tutela della dignità della persona e di ogni alunno portatore di disabilità». Io appunto dicevo che il MoVimento 5 Stelle ha depositato una proposta di legge che finalmente garantirebbe la qualità e la continuità della didattica a tutti gli allievi d'Italia e in particolare a quelli disabili e a quelli che hanno bisogni educativi speciali. A questo ho dimenticato di aggiungere che c’è anche un'altra proposta di legge del MoVimento 5 Stelle, già depositata alla Camera, che è volta ad assumere tutti i docenti, i maestri precari della scuola italiana che, come lei sa, attualmente sono costretti... PAGINA: 0006 CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, ieri sono intervenuta sull'emendamento del collega Gallinella per quanto riguarda il piano agricolo nazionale. Sono @pagina=0007@qui a ribadire l'importanza che aveva quell'emendamento, in quanto è fondamentale avere un'uniformità della visione agricola in Italia. Abbiamo visto in Commissione agricoltura, quando c’è stato da intervenire sulla PAC, che il Ministero era tirato per la giacchetta da vari assessori regionali, impedendo di fare quello che dovrebbe essere il lavoro del Ministro, quindi di dare una visione organica all'agricoltura e di ottimizzare le risorse a disposizione, ad esempio i fondi europei. Oggi poi su Il Sole 24 Ore leggo che il Viceministro Olivero ha parlato dell'intenzione di costruire un coordinamento nazionale per le politiche forestali, parlando del settore dei forestali. Quindi è allo studio un decreto di coordinamento nazionale, proprio per l'esigenza di... PAGINA: 0007 FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, volevo intervenire sul processo verbale e sul fatto che forse non si era capito abbastanza quando ieri nell'emendamento della Commissione affari sociali e sulla parte della sanità abbiamo fatto un dibattito sulla presenza di 21 sistemi sanitari diversi nel nostro Paese e sul fatto del centralismo renziano all'interno del sistema Governo. Oltre a questo, volevo far presente anche l'incapacità di tenere l'Aula ieri sera da parte della Vicepresidente Sereni e l'incompatibilità con il Regolamento del suo atteggiamento, che ha impedito a molti miei colleghi di poter intervenire su temi importanti nella discussione degli emendamenti riguardanti le riforme costituzionali. Mi auguro che oggi lei abbia la capacità e la forza di mantenere il giusto dibattito politico e l'autorità per poter far sì che le minoranze abbiano i loro spazi all'interno della discussione su un tema così importante... PAGINA: 0007 DALILA NESCI. Signor Presidente, volevo chiarire più che mai oggi il mio pensiero, perché mi sveglio e per l'ennesima volta la mia provincia è la provincia più povera d'Italia, ossia quella di Vibo Valentia. Oggi ancora la Corte dei conti assegna alla Calabria un altro triste primato: è la regione con la maggiore spesa irregolare, oltre 7,7 milioni di euro. Devo, quindi, maggiormente spiegare quello che ho detto ieri. Infatti, ieri, riferendomi alla Vicepresidente Sereni ho detto: «Presidente, siamo parlamentari alla stessa stregua io e lei, però lei ha un'aggravante, è il Vicepresidente della Camera, quindi in qualche modo rappresenta tutti, tutta la Camera, non solo la sua parte, il suo partito, ma dovrebbe anche garantire le opposizioni». Ma la Presidente Sereni non si è fermata qui. Addirittura tratta con sufficienza e sarcasmo qualsiasi atto o azione portata avanti dal MoVimento 5 Stelle. Questo è inaccettabile e vorrei capire se anche per il Presidente Giachetti questo comportamento... PAGINA: 0007 CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, innanzitutto credo sia doveroso rilevare quanto sia stato difficile ieri avere una discussione pacata e civile con una Presidenza di questo tipo, proprio per niente imparziale. Poi vorrei precisare un ragionamento fatto rispetto all'emendamento che riguardava un po’ la questione della sanità a livello regionale. Si parla, quindi, di autonomie. Noi non siamo centralisti, per carità, però vogliamo portare più omogeneità e soprattutto vogliamo rifarci – questa è una cosa che non avevo detto nello specifico – a dei principi costituzionalmente riconosciuti, cioè la parità @pagina=0008@di dignità e di diritti di tutti i cittadini italiani. È ovvio, quindi, che quando un farmaco può essere distribuito in una regione, piuttosto che in un'altra, questo principio viene meno. Se viene meno un principio costituzionale, è chiaro che qualcosa non va... PAGINA: 0008 PAOLO PARENTELA. Grazie Presidente, anch'io volevo intervenire sul processo verbale. Ieri sono intervenuto sull'emendamento a prima firma Gallinella, che, appunto, prevedeva di inserire in Costituzione il Piano agricolo nazionale, e ho spiegato le ragioni di tale emendamento. Oggi volevo specificare meglio il fatto che l'Italia vanta di avere 264 marchi e mi riferisco alle DOP, alle IGT, alle IGP, per non parlare poi dei prodotti agroalimentari territoriali.
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PAGINA: 0002 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)
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PAGINA: 0008 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 10,40)
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PAGINA: 0002 Dopo ulteriori interventi dei deputati EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS), MASSIMO ENRICO BARONI (M5S) (Vedi RS), LUCA FRUSONE (M5S) (Vedi RS), DIEGO DE LORENZIS (M5S) (Vedi RS), EMANUELE PRATAVIERA (LNA) (Vedi RS), STEFANO BORGHESI (LNA) (Vedi RS) e LUIGI GALLO (M5S) (Vedi RS) il processo verbale è approvato.
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PAGINA: 0008 EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, volevo aggiungere al mio intervento di ieri il fatto che, quando si discute nel merito degli emendamenti, qualche volta il Governo cambia il parere e ci dispiace che, purtroppo, componenti della maggioranza debbano ritirare i loro emendamenti. Questo Governo, quindi, non accetta neanche le proposte della propria maggioranza. Ieri abbiamo assistito a un miracolo: è stato votato un emendamento della maggioranza che è stato rimesso in gioco grazie alla minoranza. Questo dimostra che le prove di forza e di muscoli della maggioranza non servono perché in Parlamento si dovrebbe discutere nel merito degli emendamenti. Invito, quindi, per la giornata di oggi e per i giorni a seguire a rivedere casomai eventuali pareri. PAGINA: 0008 MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, solo per esplicitare in maniera più corretta vari interventi che ho fatto nella giornata di ieri in quanto stiamo parlando sul processo verbale e non sul resoconto stenografico. Intanto, volevo chiarire meglio il pensiero per quanto riguarda l'intervento in cui spiegavo il perché sull'articolo 117 della Costituzione noi eravamo contrari a tutti gli emendamenti che avrebbero dato ulteriori competenze allo Stato centrale. Era per spiegare la nostra concezione, che è di dire che nello Stato centrale devono andare il minor numero di competenze esclusive e veramente solo per le grandi tematiche. Invece, dal nostro punto di vista, le regioni devono avere tutte le altre competenze e le relative risorse.
Vi è stata anche una discussione, a dire il vero non in Aula, ma in Commissione, e non durante la Commissione ufficiale, ma durante una pausa della Commissione, in cui alcuni colleghi mi dicevano che l'impianto di questa riforma è centralista e che ci sono delle problematiche oggettive, che magari alcuni cittadini di alcune @pagina=0009@regioni non riescono ad avere i servizi perché alcune regioni non sono pronte o alcune regioni non hanno le risorse o, grazie a questa riforma, non avranno più la capacità fiscale per seguire alcune iniziative e alcuni servizi (ovviamente, non stiamo parlando di LEA o LEP).
Dobbiamo dare la possibilità allo Stato di intervenire direttamente, ad esempio, per risolvere la problematica della povertà o, ad esempio, per risolvere la problematica di alcune politiche sociali e infatti la discussione era sulle politiche sociali. Questo a mio avviso – e siamo contrari – non perché non vogliamo che ci sia la possibilità di dare una mano veramente ai cittadini ma perché in questo modo non andiamo a risolvere veramente il problema. Noi riteniamo che la disgrazia di questo Stato è che c’è stata molte volte la deresponsabilizzazione degli amministratori locali, sia a livello comunale sia a livello regionale, che non hanno risolto i problemi perché tanto sapevano che prima o poi arrivava lo Stato centrale. Un esempio che ho utilizzato ieri era quello delle scuole. Adesso il Governo centrale ha detto: ci sono molte scuole fatiscenti e non a norma, interveniamo direttamente e diamo noi i soldi alle scuole che non sono in regola. A mio avviso questo è un comportamento per certi versi diseducativo perché è indubbio che sia importante sistemare le scuole dei nostri bambini e dei nostri ragazzi ma il concetto è che, se negli enti locali che sono stati virtuosi facendo mille sacrifici sono riusciti a sistemare le scuole, questi sono penalizzati perché non avranno le risorse aggiuntive che lo Stato centrale adesso dà. Infatti per questo io lo dico e ho tirato fuori più d'una volta il ragionamento quando ci sono questi provvedimenti: benissimo che lo Stato centrale intervenga perché bisogna risolvere un problema ma deve intervenire dando le risorse anche a quegli enti locali che negli ultimi cinque anni precedenti hanno utilizzato le risorse per sistemare le stesse problematiche degli edifici scolastici. Infatti in questo modo riusciamo a far partire un percorso virtuoso. Altrimenti continuiamo una spirale di inefficienza e tutti gli enti locali dicono: ma perché devo sistemare la scuola quando tanto, se comincerà a crollare il tetto o ad esserci infiltrazione d'acqua, chiediamo allo Stato centrale, a mamma Roma di darci un po’ di soldi ? Questo è un percorso non virtuoso. Il percorso virtuoso, invece, è dare competenze e risorse. Se qualcuno non utilizza in maniera efficace ed efficiente queste risorse anzitutto spero che i cittadini si sveglino e non votino più questi amministratori locali che non sono efficienti ed efficaci e poi è utile trovare allora sì delle soluzioni per commissariare queste persone in modo che chi non ha utilizzato i soldi pubblici in maniera efficiente ed efficace divenga ineleggibile e non possa neanche andare a ricoprire incarichi dirigenziali o incarichi di fiducia negli enti pubblici o nelle partecipate. In questa maniera riusciremo veramente a far partire un percorso magari non breve ma un percorso virtuoso e finalmente riusciremo a rendere efficace questo Stato. PAGINA: 0009 MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, ieri sono intervenuto in un intervento di fine seduta e non le ho citato l'autore del testo che le ho letto: il testo che le ho letto, Presidente, è un testo di Piero Calamandrei e le ho ribadito l'importanza di un'opposizione non tanto in questioni di legge che ben conosciamo ma soprattutto parlando sulla riforma costituzionale. È una riforma che ho già definito una riforma costituzionale ad alta velocità in cui una maggioranza senza un'identità ben chiara, perché urla in un silenzio assordante il pensiero di questa maggioranza commissariata dal Governo Renzi e dalla sua figura ipnotica nei confronti dei parlamentari della maggioranza, che questa opposizione intende l'importanza istituzionale della sua funzione... PAGINA: 0010 LUCA FRUSONE. Grazie Presidente, ieri sono intervenuto su un emendamento estremamente importante considerato che andava a toccare non direttamente ma indirettamente l'articolo 32 della Costituzione, il diritto alla salute, e ho parlato di una situazione che abbiamo qui nel Lazio che molti magari non conoscono tranne chi è di questa regione.
Prima c'era il Vicepresidente Giachetti, anche lui laziale di provenienza, non gli voglio attribuire fedi calcistiche che non gli piacciono, però essendo di questo territorio, diciamo così, conosce la situazione di questa regione e conosce, appunto, il commissariamento che è in atto. Quindi, una situazione del genere, quella che ho spiegato ieri, voglio ribadire che è riferita a questa regione... PAGINA: 0010 DIEGO DE LORENZIS. Signora Presidente, intervengo perché ieri ho usato un'espressione molto dura; ho detto, rivolgendomi alla Presidenza, che lei si stava comportando come una dittatrice, allora vorrei chiarire i motivi per cui ho detto questo. Lei successivamente ha fatto riferimento a una delibera della Giunta del Regolamento del 24 ottobre del 1996 che recita: gli interventi incidentali del Regolamento sono, in linea generale, ammissibili soltanto quando i richiami al Regolamento o per l'ordine dei lavori vertono in modo diretto o univoco sullo svolgimento e sulle modalità di discussione. Quindi, il mio riferimento al suo comportamento era proprio dovuto al fatto che avevo preso parola per un richiamo al Regolamento, volevo affrontare un tema che non era stato affrontato fino a quel momento e avevo cominciato a fare una premessa sull'intervento di chi mi aveva preceduto e lei, presupponendo quello che io stavo per dire, ha sospeso... PAGINA: 0010 EMANUELE PRATAVIERA. Signora Presidente, mi scuso innanzitutto per la voce, purtroppo più di così non riesco a fare, cercherò comunque di rendermi comprensibile all'Aula e ai colleghi. Vorrei intervenire sul processo verbale in merito all'emendamento 31.74 e pregherei anche i colleghi a contenere la loro ilarità nella difficile condizione in cui mi trovo. Chiederei di rivedere il resoconto stenografico, spiegando meglio che tutto ciò che ho portato come ragionamento si riferisce a una logica che è quella del federalismo. Quindi, chiederei di poter integrare con questa premessa che è quella di rivedere la sanità in chiave federalista, per dare concretamente delle risposte ai nostri concittadini. L'unica soluzione è poi... PAGINA: 0010 STEFANO BORGHESI. Signora Presidente, intervengo per esplicitare meglio il mio intervento di ieri sulle competenze del commercio estero che tramite questa riforma verrebbero date esclusivamente allo Stato. Quindi, vorrei sottolineare come competenze di questo tipo debbano essere, quanto meno, concorrenti con le regioni, in quanto, se questa riforma dovesse passare @pagina=0011@così com’è, e quindi il commercio estero dovesse essere di completa competenza statale, ci sarebbe un ulteriore aggravio per quello che riguarda il nostro sistema produttivo e la nostra economia. Sicuramente, in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, un accentramento anche di una funzione di una simile strategicità non aiuterebbe assolutamente la nostra economia e il nostro sistema produttivo a cercare, quanto meno, di superare questa crisi che, da troppo tempo, sta attanagliando le nostre imprese. PAGINA: 0011 LUIGI GALLO. Signora Presidente, pensavo che l'avessero avvisata del fatto che mi fossi prenotato. Annunciavo ieri il motivo per cui il MoVimento 5 Stelle voleva attribuire un maggiore intervento da parte dello Stato nel campo dell'istruzione. Qui ci dobbiamo legare a dei dati, dove, su 34 Paesi OCSE, osserviamo una riduzione della spesa pubblica in Italia del 4 per cento e dal 1995 al 2011 la spesa per gli studenti è diminuita di questa cifra, ma questa riduzione sarebbe più alta se non fosse intervenuto il finanziamento privato, cioè quello anche delle famiglie che, in pratica, nella scuola superiore è raddoppiato e il contributo volontario, quello che viene chiamato così, è diventato un contributo obbligatorio, richiesto dalle istituzioni in maniera quasi coercitiva...
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PAGINA: 0002 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0011 Missioni.
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PAGINA: 0002 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono ottantanove.
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PAGINA: 0011 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Artini, Bindi, Boccia, Bonavitacola, Bonifazi, Michele Bordo, Boschi, Bratti, Brunetta, Caparini, Carbone, D'Alia, Dadone, Dambruoso, De Girolamo, De Menech, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Lotti, Manciulli, Mannino, Merlo, Portas, Rampelli, Ravetto, Rossomando, Rughetti, Sanga, Scalfarotto, Speranza e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0003 La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11,30.
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PAGINA: 0003 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)
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PAGINA: 0012 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
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PAGINA: 0003 Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale S. 1429: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-A ed abbinati progetti di legge costituzionale). (Vedi RS)
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PAGINA: 0012 Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-A); e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'iniziativa popolare; D'iniziativa popolare; Vignali; Cirielli; Cirielli; Cirielli; Causi; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Giachetti; Scotto; Francesco Sanna; Peluffo ed altri; Lenzi; Lauricella ed altri; Bressa e De Menech; Caparini ed altri; Caparini ed altri; Vaccaro; Laffranco e Bianconi; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Giancarlo Giorgetti ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; La Russa ed altri; Abrignani ed altri; Toninelli ed altri; Gianluca Pini; Laffranco e Bianconi; Ginefra ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Migliore ed altri; D'iniziativa del Governo; Bonafede e Villarosa; Pierdomenico Martino; Brambilla; Giancarlo Giorgetti ed altri; Cirielli e Giorgia Meloni; Valiante; Quaranta ed altri; Lacquaniti ed altri; Civati ed altri; Bossi; Lauricella e Simoni; Dadone ed altri; Giorgis ed altri; La Russa ed altri; Rubinato ed altri; D'iniziativa del consiglio Regionale dell'Emilia-Romagna; Matteo Bragantini ed altri; Civati; Francesco Sanna ed altri (A.C. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458 2462, 2499).
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PAGINA: 0003 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la Presidenza concederà ai gruppi che abbiano già esaurito i tempi a loro disposizione un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originario.
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PAGINA: 0012 PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, n. 2613-A: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione; e degli abbinati progetti di legge costituzionale nn. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458 2462, 2499.
Colleghi, per favore, vorrei riferire all'Assemblea in merito alle decisioni della nostra Conferenza dei presidenti di gruppo, se è possibile prendere posto e avere un po’ di attenzione, anche perché è un esito che interessa tutti i colleghi.
Avverto che, come già annunciato nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, la Presidenza concederà, ai gruppi che abbiano esaurito i tempi a loro disposizione e che ne facciano richiesta, un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello inizialmente attribuito. Ciò evidentemente nell'auspicio di favorire una discussione sul merito del provvedimento e di agevolare il raggiungimento di un'intesa tra i gruppi parlamentari che consenta di proseguire e di concludere i lavori in modo ordinato e costruttivo.
Come è stato precisato nella medesima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, essendo esauriti anche i tempi aggiuntivi previsti per gli interventi a titolo personale – esauriti anche i tempi aggiuntivi a titolo personale – non saranno più consentiti interventi a tale titolo, cioè interventi a titolo personale.
Avverto, inoltre, che alla componente politica del gruppo Misto-Alternativa Libera, costituitasi lo scorso 5 febbraio, la Presidenza, al fine dell'esame del presente provvedimento e come da prassi, ha attribuito un tempo specifico.
Avverto, infine, che entro un'ora prima dell'inizio della seduta sono stati presentati @pagina=0013@175 subemendamenti: dopo che la Presidenza ne avrà valutata la ricevibilità e l'ammissibilità, saranno posti in distribuzione.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato respinto da ultimo l'emendamento Toninelli 31.86.
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PAGINA: 0003 (Ripresa esame dell'articolo 31) (Vedi RS)
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PAGINA: 0013 (Ripresa esame dell'articolo 31 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0003 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ROBERTO SPERANZA (PD) (Vedi RS), GIANCARLO GIORGETTI (LNA) (Vedi RS), RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), IGNAZIO LA RUSSA (FdI-AN) (Vedi RS), DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS), LORENZO DELLAI (PI-CD) (Vedi RS), WALTER RIZZETTO (Misto-AL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS) e PINO PISICCHIO (Misto) (Vedi RS).
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PAGINA: 0013 ROBERTO SPERANZA. Presidente, io ritengo che la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che abbiamo svolto stamattina possa rappresentare un momento importante in questo percorso assolutamente centrale di discussione delle riforme costituzionali.
Voglio esprimere l'opinione del gruppo Partito Democratico, che è un'opinione positiva e assolutamente favorevole rispetto alla lettura che lei ha voluto fare ora e che concede ai gruppi di minoranza, ai gruppi che ne faranno richiesta, un tempo aggiuntivo.
Stamattina, come è noto a tutti i presidenti di gruppo, io per primo ho espresso parole di apertura rispetto a questa ipotesi, nonostante il mancato rispetto di alcuni accordi che c'erano stati nella Conferenza dei presidenti di gruppo e nonostante, Presidente, la presenza di circa tremila subemendamenti fotocopia, che non servono a null'altro se non a fare incomprensibile ostruzionismo.
Siamo dell'opinione che fosse e che sia giusto dare ai gruppi di minoranza i tempi aggiuntivi, perché riteniamo che, su una materia così delicata come le riforme costituzionali, sia assolutamente sbagliato immaginare riduzioni dei tempi. Questo è il nostro punto di vista e voglio replicarlo in maniera convinta qui in Aula.
Ma con la stessa fermezza voglio lanciare un messaggio a tutti i gruppi di opposizione: perché c’è un diritto giusto e sacrosanto dei gruppi di opposizione di poter dire la loro, confrontarsi ed esprimere punti di vista; e, anzi, magari in quest'Aula riuscissimo, nelle ore che restano, a confrontarci un po’ meglio e un po’ di più sul merito. Ma poi, così come c’è quel diritto, c’è anche un diritto della maggioranza a poter vedere i procedimenti che vanno avanti.
E io voglio esprimerle, Presidente, una grande preoccupazione: in questo momento il nostro Regolamento prevede una potenzialità, e cioè che possano essere presentati subemendamenti ogni mattina in modo infinito, in maniera tale da trasformare quel diritto delle minoranze in una, in qualche modo, soppressione del diritto della maggioranza di vedere andare avanti questo provvedimento.
Allora, io stamattina in modo incondizionato e in modo unilaterale, ho voluto subito dire sì: sì a non perdere quest'ultima occasione, l'ultima occasione di trasformare il dibattito in quest'Aula sulla riforma della Costituzione in un dibattito vero di cui dobbiamo andare orgogliosi. Io personalmente dei disastri, delle risse, delle urla di questi giorni mi sono vergognato, da deputato della Repubblica, e penso che non abbiamo fatto un servizio al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
E voglio chiuderla così: c’è ancora un margine, ma questo margine è molto stretto. E voglio chiedere ai gruppi di opposizione di riflettere, di riflettere ancora per qualche ora, perché rispetto alla discussione della minoranza, che può trasformarsi sostanzialmente in una capacità di veto vero e proprio, e quindi di fermo alle riforme, il Partito Democratico non accetterà. Io riunirò il mio gruppo nelle prossime ore e proverò ad individuare tutte le soluzioni possibili, perché noi @pagina=0014@siamo disponibili a ragionare nel merito. Ma se qualcuno pensa, chiunque esso sia, di avere potere di veto e di poter bloccare il percorso di riforma che serve al Paese, noi diciamo «no» e siamo pronti alla più forte battaglia politica in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! PAGINA: 0014 GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, io voglio rispondere al presidente Speranza.
Il ragionamento che lui ci chiede aveva portato il gruppo della Lega Nord a presentare in origine al progetto di riforma costituzionale 70 emendamenti su 40 articoli della Costituzione. Credo che questa sia la prova più lampante che non ci fosse una volontà ostruzionistica: al contrario, la volontà di contribuire, come si dovrebbe fare in una situazione normale, al miglioramento di un testo che noi consideravamo e consideriamo profondamente sbagliato.
Quando nascono centinaia, migliaia di subemendamenti ? Quando prendiamo atto che una discussione vera non ci può essere. Non ci può essere perché in origine, in virtù di patti stipulati non lontano da qui, bisognava correre nel modo più veloce possibile, non tanto per fare una buona riforma, quanto per chiudere una cattiva riforma e permettere che l'elezione del Presidente della Repubblica potesse andare in un certo modo.
A quel punto, preso atto che il nostro intento, cioè di contribuire a migliorare il testo... perché è vero, collega Speranza, che c’è il diritto della maggioranza di potere portare fuori il testo dall'Aula, ma c’è il dovere dell'opposizione e della minoranza di cercare di migliorare quel testo.
Di fronte all'impossibilità di farlo, avevamo allora presentato i subemendamenti. Ci auguravamo che, alla ripresa dei lavori, l'atteggiamento di chiusura e di velocità all'impazzata che era originato dalla volontà di chiudere prima dell'elezione del Presidente della Repubblica venisse a cadere, perché non c'era più questo tipo di necessità, e che ci fosse, al contrario, la volontà di fare una discussione vera, certamente non di approvare i nostri emendamenti, ma quanto meno di discuterli.
Perché, allora, continuano a lievitare e lieviteranno – almeno questa è l'opinione del gruppo che rappresento – i subemendamenti ? Perché, se questa possibilità non c’è, se l'intervento inevitabilmente si scontra contro un muro e rimbalza indietro, la possiamo buttare così, non dico in rissa, ma si ridicolizza un percorso di riforma che si trasforma inevitabilmente in un votificio, in migliaia di voti senza senso per non dare un senso, in questo modo, al merito di quello che stiamo discutendo.
Allora, collega Speranza, lei chiede a noi, in qualche modo, di ridurre i subemendamenti per fare una discussione nel merito. Questa è musica per le nostre orecchie. Vorrei soltanto, rispetto alla tirata di orecchie che fa a noi delle opposizioni, fare una piccola tirata di orecchie anche al gruppo del PD, che ha molto tempo a disposizione: è diritto nostro chiedere tempi aggiuntivi, ma è dovere vostro usare i vostri tempi per difendere questa riforma e non lo state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà) ! Anche questo è un sintomo di qualcosa che non va.
Concludo il mio intervento, la disponibilità del gruppo della Lega Nord c’è, perché nella serata di ieri, ieri lei non c'era, signora Presidente... PAGINA: 0015 RENATO BRUNETTA. Grazie signora Presidente, colleghi, anch'io ricordo quella mezz'ora di ieri sera in cui in quest'Aula è sceso lo spirito costituente e la ricordo come l'unico momento positivo della giornata di ieri, in mezzo a tanti momenti negativi.
Io auspico che quello spirito costituente si riproduca a partire dalle prossime votazioni e dal prossimo dibattito. Però, leggendo i giornali questa mattina, ho visto dichiarazioni inquietanti del Presidente del Consiglio che erano di tutt'altro segno rispetto a quello spirito costituente e cioè: andremo avanti comunque, faremo i canguri, taglieremo i tempi, si deve approvare subito e immediatamente.
Allora, mi chiedo, collega Speranza, dov’è la verità ? È quella delle sue parole o è quella delle parole del Presidente del Consiglio ? Non vorrei che si riproducesse in quest'Aula la doppiezza togliattiana, vale a dire: si dice una cosa e se ne fa un'altra.
Ho informazioni dal Comitato dei nove che siano in corso manovre tendenti a limitare il diritto emendativo da parte delle opposizioni: spero che queste voci non siano vere, perché contraddirebbero completamente le serie indicazioni del collega Speranza.
Allora, si vuole veramente che in quest'Aula riprenda lo spirito costituente di quella mezz'ora di ieri sera, quando anche il Governo ha cambiato parere ? E do atto alla Ministra Boschi di un'intelligenza del momento che ha stemperato anche il clima.
Vogliamo che torni quello spirito costituente ? E allora si faccia una seria programmazione dei tempi, si eliminino le forzature, le violenze inquietanti evidenziate, ieri sera, nelle dichiarazioni del Presidente Renzi e si eliminino anche i trucchi e gli imbrogli nel Comitato dei nove, in maniera tale che tutti noi possiamo percorrere questo tratto di strada, nei tempi necessari e nei modi necessari.
La gente ci sta guardando, signora Presidente, sta guardando quest'Aula che sta cambiando profondamente la nostra Costituzione. Non ci saranno remore, non ci saranno sconti per chi violenterà questo Parlamento, per chi violenterà quest'Aula.
Per questa ragione, io sono pronto a tendere una mano alla proposta del collega Speranza per una programmazione seria, non parossistica, non violenta, non legata a quel premio di maggioranza dichiarato incostituzionale dei centotrenta deputati che ha in più il Partito Democratico e sui quali basa spesso la sua protervia, e a che ritorni lo spirito costituente. Noi siamo pronti, noi siamo disponibili, senza trucchi e senza inganni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ! PAGINA: 0016 ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Ho ascoltato le parole del presidente Speranza. Le ho ascoltate questa mattina in Conferenza dei presidenti di gruppo e ovviamente ho apprezzato la posizione che lui ha assunto. È una posizione che ha aiutato a sbloccare la situazione, anche se vorrei correggerlo amichevolmente. I tempi aggiuntivi noi non li consideriamo una concessione. Li consideriamo un atto dovuto, perché abbiamo il diritto di parlare in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) senza doverci chiudere la bocca.
Onorevole Speranza, noi siamo per costruire una programmazione corretta e abbiamo l'interesse a poter argomentare le nostre posizioni. Abbiamo novanta minuti, quelli che ci erano dovuti; giocheremo la partita fino in fondo in questi novanta minuti.
Tuttavia, vorrei anche ascoltare qualche parola diversa. Noi siamo entrati, come la Lega Nord, come il MoVimento 5 Stelle, in questa discussione senza pregiudizi. Avremmo potuto attuare altre tecniche e invece abbiamo presentato quegli emendamenti di merito che avrebbero potuto modificare in meglio il provvedimento. Lo voglio dire così, perché lo sappiano tutti. Quei subemendamenti che si stanno depositando non vengono da questa parte; vengono dalla parte con cui voi avete sigillato il patto del Nazareno e il processo delle riforme (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
Avete la possibilità di fermarvi o avete anche la possibilità di fare politica e fare politica significa ascoltare parole diverse rispetto a quelle utilizzate dal Presidente Renzi, da cui dovrebbe venire ogni tanto anche qualche autocritica rispetto alle scelte che fa. Non si possono fare troppe parti in commedia e, quando si hanno nove ore a disposizione nella discussione, si prova ad utilizzarle, perché la maggioranza ha il diritto e il dovere di provare a convincere tutto il Parlamento delle sue ragioni e non mettere le mani avanti dicendo che l'opposizione è ostruzionistica a prescindere.
Provate a convincerci, provate a fare un lavoro nel merito, provate in democrazia ad utilizzare quello che vi è dovuto ! Proviamo tutti insieme, dunque – e concludo –, a fare un lavoro sul merito. Noi lo faremo in tutti gli interventi che svolgeremo nel corso dei prossimi giorni sulle questioni che ci stanno a cuore. Ci auguriamo che qualche volta prevalga lo spirito costituente anche nella maggioranza. Lo auspichiamo e lavoreremo per questo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0016 PRESIDENTE. Una piccola precisazione. Concedere i tempi aggiuntivi è una decisione discrezionale della Presidenza e, in questo caso, sono stati concessi tempi aggiuntivi proprio perché si voleva favorire la discussione nel merito e anche, come ho detto prima, agevolare il raggiungimento di un'intesa tra i gruppi.
Quindi, io dico all'intera Assemblea che questo deve essere chiaro, perché ognuno poi ha i propri ruoli. PAGINA: 0016 IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. La discussione che stiamo facendo parte da un dato inconfutabile: non vi è, da parte dell'opposizione, il tentativo di far saltare un provvedimento e, quindi, gli atteggiamenti della maggioranza, tesi a impedire quello che definisce ostruzionismo, non sono, come avviene normalmente quando vi è in atto una pur legittima attività ostruzionista, legittima difesa, perché non scade niente. E, allora, il sospetto che noi abbiamo avuto, noi di Fratelli d'Italia, che non abbiamo presentato subemendamenti, che non abbiamo fatto attività ostruzionistica di alcun genere, è che sia in atto un braccio di ferro tra chi era d'accordo su un percorso e improvvisamente, siccome non lo è più, vuole dimostrare all'altro che sbaglia a interrompere questo percorso.@pagina=0017@
Non si tratta, quindi, di un abituale confronto tra chi vuole fare ritardare i lavori, affinché non si giunga entro il termine al voto definitivo di quel provvedimento, e, per contrasto, la maggioranza che accelera perché il provvedimento raggiunga la fine, ma di un qualcosa che è extraparlamentare. Ecco perché, Presidente, ci siamo stupiti dell'atteggiamento della Presidenza, e non solo sul far dipendere – perché questo è, lei me lo consentirà – i tempi aggiuntivi dalla volontà unilaterale di un partito, perché questo stiamo leggendo, cioè che lei ha cambiato idea solo dopo che un partito di maggioranza ha deciso, bontà sua, che questi tempi aggiuntivi avremmo potuto averli, altrimenti non li avremmo avuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
Io, comunque, prendo atto e apprezzo l'atteggiamento dell'onorevole Speranza. Dico, però, lasciando stare il passato, quando eravate all'opposizione, ma anche nei giorni scorsi, quando abbiamo chiesto di non rinviare un articolo, cioè di rinviare un articolo insieme dal 10 al 20, che c’è stata una chiusura preconcetta, non nel merito, ma addirittura nelle forme, mentre oggi ci chiedete un atteggiamento, che vi daremo, di collaborazione, affinché il provvedimento vada in porto, senza però che sia forzata la normale tempistica dell'Aula.
E allora, Presidente, concludo. Lei adesso ci dice che, bontà sua o bontà loro, qualche tempo in più l'avremo. Ma perché siamo sequestrati qui dalle 9 alle 23 ? Perché stiamo stravolgendo i normali ritmi del lavoro parlamentare ? Forse qualcuno spera che si determini una sindrome di Stoccolma e che improvvisamente da sequestrati ci innamoriamo di un provvedimento che non ci piace ? Non saremo figli della sindrome di Stoccolma. Continueremo a sostenere, nei limiti del Regolamento parlamentare, la nostra posizione su quella che consideriamo una pessima riforma costituzionale, con i tempi e con i modi possibili.
La invito, perciò, Presidente, motu proprio stavolta, senza aspettare che glielo suggerisca un partito, a fare rientrare i tempi del dibattito nella normale tempistica dell'Aula. Non è necessario, non c’è nessuna giustificazione politica, che si discuta da oggi a sabato dalle 9 alle 23, togliendo altri provvedimenti dall'ordine del giorno, magari più urgenti, e comunque impedendo ai parlamentari di svolgere anche altre legittime attività. È su questa richiesta che io misurerò, che noi misureremo, la sua libertà, la sua indipendenza, la sua capacità di assolvere all'alto incarico a cui è chiamata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0017 DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Se il collega Speranza pensa che, offrendoci quello che ci è dovuto, cioè quel terzo in più di tempo, noi gli rispondiamo con un «grazie», penso che il collega Speranza e tutto il PD commettano un enorme errore.
A noi la discussione interessa, certamente; abbiamo dimostrato, in queste settimane e in questi mesi, un'enorme serietà. Siamo rimasti in Aula: avremmo potuto non farlo, perché contestiamo totalmente l'impianto della riforma. Siamo rimasti comunque in Aula, ma, più che la discussione, ci interessa la vostra volontà di ascoltarci.
Al Senato, nel mese di luglio, non abbiamo presentato 20 mila emendamenti: ne abbiamo presentati duecento, tutti bocciati ! Nel mese di luglio, abbiamo fatto un confronto in diretta streaming con il Presidente del Consiglio, al quale abbiamo presentato una richiesta chiara – ci ascolti – su determinate richieste sulle riforme costituzionali. Una sacrosanta porta in faccia abbiamo ricevuto !
Però alla Camera abbiamo fatto la stessa cosa: in Commissione abbiamo presentato trecento emendamenti ed in Aula @pagina=0018@meno di cinquecento e, se pensate che state riformando quaranta articoli, credetemi che sono veramente pochi e tutti di contenuto.
Che cosa abbiamo ricevuto ? Abbiamo ricevuto violenza e vi spiego il perché (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo ricevuto violenza e vi spiego perché la richiesta oggi è tardiva. È troppo tardi, perché, quando una persona o un gruppo parlamentare riceve violenza, si difende e quella difesa è legittima, perché quella è difesa della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Noi abbiamo partecipato, signora Presidente, a tutti i lavori della Commissione. Abbiamo dibattuto su ogni singolo punto, nostro e vostro. Abbiamo ricevuto il silenzio di una Commissione che si interrompeva, vi riunivate in una stanza segreta e, se trovavate un accordo al vostro interno, la modifica passava. Una volta questa cosa è capitata: quando la minoranza del PD ha accettato una riforma su quei cinque membri inutili dei senatori a nomina del Presidente della Repubblica. Sapete cosa avete fatto ? Avete risposto con la violenza, perché in quest'Aula siete tornati indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E a questa violenza noi rispondiamo che la richiesta di essere buoni e bravi la rimandiamo al mittente, perché dalla violenza noi ci difendiamo.
Ma mi permetto anche di dire una cosa al collega Speranza: mi permetto di dire che un episodio di questo genere è già capitato nel 1998, quando, nella Bicamerale D'Alema, a un certo punto un certo signor Silvio Berlusconi si staccò. E sapete cosa disse D'Alema, che io non stimo per nulla ? Disse che una maggioranza relativa non può portare a casa una riforma. Voi siete una maggioranza relativa incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Voi potete approvare una riforma con una parte dei vostri eletti, che sono stati eletti in maniera incostituzionale !
Quello che vi chiediamo è: fermatevi ! Fermatevi, non solo in una calendarizzazione differente, perché, ahimè, di notte si rubano le pecore, signora Presidente, di notte si ruba in casa, non si riforma una Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Lo vogliamo dire questo ai cittadini. Noi non vogliamo rubare niente: siete voi che siete dei ladri di democrazia. Ci impone di stare in Aula inutilmente. Noi ci abbiamo provato e ci avete detto di no. Ora ridiciamo noi «no» a voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0018 LORENZO DELLAI. Grazie, Presidente. Penso, a differenza del collega Toninelli, che, come diceva il maestro Manzi, una volta, a proposto dell'imparare, non sia mai troppo tardi per introdurre elementi di ragionevolezza; a meno che lo scenario peggiore che si sta profilando, ahimè, come conclusione di questo iter di riforme – che io personalmente e il mio gruppo temiamo –, non sia invece auspicato, come mi è parso di capire nell'intervento precedente.
Penso, Presidente, che ciascuno di noi, se dovesse dire quale può essere il percorso migliore per una riforma costituzionale di questa portata, immaginerebbe qualcosa di molto diverso da quello che è accaduto. Abbiamo alle spalle un percorso certamente anche carico di difficoltà e di passi non propriamente felici.
Ed è vero che anche lo scenario politico, dal quale è partito questo processo di riforma, è cambiato nelle ultime settimane, come sappiamo; tuttavia, noi pensiamo che una conclusione pessima di un processo di riforma, dal punto di vista del clima e del metodo, non è una possibile risposta a passi falsi che si sono compiuti, magari, anche in questo percorso.
Del resto, questa è partita come una legislatura anomala e complessa e tutti gli atti che si sono prodotti sicuramente ne risentono. Ecco perché noi crediamo che oggi occorra da parte di tutti uno sforzo @pagina=0019@sincero per evitare lo scenario peggiore che si sta profilando, quello cioè che dovesse vedere, non il Presidente del Consiglio, che non è suo compito – è giusto –, ma la maggioranza, nella pienezza delle sue funzioni, richiedere l'applicazione di tutti gli strumenti del Regolamento per evitare che il legittimo diritto dell'opposizione si trasformi in un veto rispetto alla legittima volontà della maggioranza di chiudere questa operazione.
Per questa ragione noi, Presidente, apprezziamo innanzitutto la sua decisione, assunta in piena responsabilità, di accogliere la richiesta di un surplus di tempo avanzata dalle opposizioni. È vero che è una sua prerogativa e lei l'ha esercitata giustamente alla luce anche delle speranze, che lei ha espresso, che questo suo atto provocasse un accordo tra maggioranza e opposizione; noi abbiamo apprezzato questa sua decisione.
Inoltre, aggiungo che, allo stesso modo, noi ci associamo assolutamente alle parole, all'appello, che prima il collega Speranza ha rivolto all'Aula: più tempo, assolutamente più tempo, a disposizione di tutti per discutere nel merito della riforma, ma nel contempo tempi assolutamente certi per la chiusura di questo percorso. A me pare che questo appello abbia avuto una risposta – e mi stupisco – assolutamente negativa nelle parole poco fa del collega Toninelli, una risposta più aperta, più interlocutoria, da parte di altri colleghi, in particolare della Lega e di SEL. Io penso che nelle prossime ore bisogna lavorare su queste disponibilità.
Tuttavia, ritengo che dovrebbe essere chiaro che questo appello alla mediazione e alla ragionevolezza, che il collega ha rivolto anche a nome di tutti gli altri gruppi della maggioranza, comporta risposte altrettanto certe e credibili da parte dell'opposizione, che passino attraverso il ritiro dei subemendamenti presentati non per discutere nel merito, ma solo a scopo ostruzionistico, e attraverso l'impegno, che sia esigibile da parte del Presidente della Camera, a non presentarne più, fino alla conclusione di questo iter.
Questo, al di là del merito, al di là delle valutazioni che ciascuno può fare su come siano andate le cose in questo iter di riforma costituzionale, che è avvenuto in un clima certamente poco costituente, è l'unico margine – io credo – per riportare un po’ di ragionevolezza in questa vicenda. Al di fuori di questo, inevitabilmente e nostro malgrado, penso che ci sia solo una conclusione negativa, una conclusione sicuramente peggiore, ma in qualche modo, comunque, una conclusione che consenta alla maggioranza di vedere ascoltato il proprio diritto a poter portare avanti un provvedimento di riforma (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico). PAGINA: 0019 WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente, per suo tramite, e come componente di Alternativa Libera, vorrei rispondere in primis al presidente Speranza, che ringraziamo per questa apertura di credito nei confronti delle opposizioni di cui Alternativa Libera fa parte.
Bene Presidente, se volessimo ampliare il dibattito parlamentare rispetto alle riforme costituzionali – ringraziando ulteriormente il presidente Speranza – la maggioranza dovrebbe dare a quest'Aula la possibilità, come prima detto da qualche altro collega, di potere portare avanti una normale tempistica parlamentare rispetto alle riforme costituzionali. Addirittura noi saremmo d'accordo con un ritorno nelle Commissioni della riforma costituzionale.
Infatti, colleghi e Presidente, quello che è avvenuto stamani, ovvero quest'apertura di credito in termini di tempi aggiuntivi che lei, Presidente, e l'Ufficio di Presidenza @pagina=0020@ci avete voluto accordare, è soltanto una soluzione rispetto ai tumulti e rispetto alle pretese che le opposizioni ieri sera hanno dimostrato in maniera ampia ed in maniera forte, qui in Aula. Se le opposizioni ieri sera, Presidente, fossero state silenti rispetto a questo percorso, probabilmente saremmo andati avanti con il famoso minuto ad emendamento.
Il problema, collega Speranza, non è tanto di Regolamento, ma è di merito in questo frangente. Dopodiché io sono perfettamente d'accordo con il collega del MoVimento 5 Stelle che ci ha preceduto, quando dice – e me lo sono segnato – che quando si riceve violenza, ci si difende con la violenza. Noi assolutamente siamo d'accordo con questa frase in questo frangente. Dopodiché, quando diciamo e quando dicono che noi tutti siamo rimasti in Aula a votare emendamento per emendamento e a fare opposizione entro le riforme costituzionali, ebbene noi c'eravamo, Presidente ! Qualcun altro ieri sera, invece, era in RAI, a qualche trasmissione, al posto che essere in Aula a votare le riforme costituzionali. Noi ci eravamo, qualcun altro non c'era.
Quindi, Presidente, ringraziando ulteriormente per quest'apertura di cui abbiamo ascoltato le motivazioni, siamo a dire che la Costituzione non deve essere toccata entro qualche ora ed entro qualche giorno, piuttosto che entro qualche settimana. Apprezziamo l'invito e siamo disposti ad un ampio ragionamento che vada a toccare tutto l'arco parlamentare rispetto a questa riforma. Ricordiamo, Presidente, che la Costituzione non è di proprietà del Parlamento, ma è di proprietà di tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera). PAGINA: 0020 PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, giusto per specificare quanto da lei detto, la misura di un minuto a voto, come ieri è stato fatto presente chiaramente dalla Presidenza, era una misura ponte che ci doveva portare alla Conferenza dei presidenti di gruppo di questa mattina. Dunque non era una stranezza o una stravaganza: era una misura ponte che ci doveva portare poi ad una soluzione più strutturata come quella di questa mattina.
Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà. PAGINA: 0020 ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, il gruppo di Area Popolare concorda con la decisione che lei ha preso. Mi sembra saggia. Ieri noi abbiamo cercato di rappresentare un fatto. La scelta di non concedere tempi aggiuntivi, a termini di Regolamento, ricade nelle prerogative della Presidenza, perché il Regolamento in materia di tempi aggiuntivi non dice assolutamente nulla. I tempi aggiuntivi sono in qualche modo un'invenzione nata nella prassi parlamentare. Chi decide di ampliare questi tempi ha anche la potestà di ridurli. Forse non era inopportuno aprire una riflessione su questo.
Ci è sembrato, invece, poco felice la scelta del momento, del tempo e del modo. Se si vuole cambiare la prassi parlamentare in attesa di un'auspicata ed auspicabile riforma del Regolamento, la quale potrebbe fare moltissimo per migliorare la qualità del nostro lavoro, se si vuole dunque cambiare la prassi, non è bene farlo in occasione della discussione di un progetto di legge costituzionale. È bene, probabilmente, su questo investire di una riflessione la Giunta per il Regolamento, in modo da ottenere da essa qualche indicazione per una prassi nuova ma concordata tempestivamente insieme con tutti. Teniamo presente che il Regolamento non è un fine: il Regolamento è un mezzo.
Il fine è che funzioni all'interno dell'Aula la dialettica parlamentare, che comprende due lati: un lato è il diritto di chi è minoranza di far sentire la propria voce; l'altro lato è il diritto di chi è maggioranza di arrivare al voto dei provvedimenti. Io mi auguro che nei prossimi giorni, cominciando da oggi, si torni a questa normale dialettica parlamentare, in cui si espongono le proprie ragioni con la finalità di convincere e di arrivare a miglioramenti del testo normativo. Ieri, in un caso almeno, sull'emendamento Quintarelli, uno @pagina=0021@sforzo corale ci ha consentito di ottenere questo risultato.
Mentre credo che tutti noi dovremmo rinunciare a un altro tipo di opposizione, che è quella che mira a far perdere tempo per non arrivare al voto e, quindi, per privare la maggioranza del suo diritto di votare. Tenere in equilibrio il diritto della minoranza a parlare e il diritto della maggioranza ad arrivare all'espressione del voto è un compito difficilissimo. Io non la invidio, signora Presidente, perché le tocca di esercitarlo. Tuttavia, credo che queste siano le due stelle polari e credo che tutti noi dovremmo aiutare a recuperare la funzionalità del Parlamento.
Diceva molto bene, poco fa, l'onorevole Giorgetti della Lega Nord: pochi emendamenti, sensati, importanti, rilevanti; non centinaia, migliaia di emendamenti che hanno chiaramente soltanto la funzione di ritardare la decisione. Non è compito della minoranza ritardare la decisione. È compito della minoranza migliorare la decisione. Lo dico indipendentemente dal fatto di essere oggi in maggioranza o in minoranza.
Le democrazie non vengono mai assassinate dai regimi totalitari. Le democrazie si suicidano quando si mostrano incapaci di decidere. A volte io vedo che alcuni aspetti di questa riforma costituzionale, la quale certamente mira a rafforzare l'Esecutivo, vengono criticati come totalitari, autoritari, dittatoriali. Attenti ! Una democrazia incapace di decidere, con un Esecutivo troppo debole, è quella l'anticamera di regimi autoritari. Restituiamo alla democrazia la capacità di decidere cominciando da noi, cominciando da una modalità di svolgimento della nostra funzione nel rispetto sempre e comunque gli uni degli altri.
Vedete, certi insulti, certi comportamenti in Aula sono un'offesa non al deputato avverso, che magari si merita il mio insulto, ma al popolo italiano. Io onoro ciascuno di voi perché ciascuno di voi è stato eletto dal popolo italiano. Questa è la grande dignità di ogni parlamentare e del Parlamento, non dimentichiamolo mai. PAGINA: 0021 PINO PISICCHIO. Grazie, onorevole Presidente. Svolgerò un intervento molto breve, solo per dare atto pubblicamente, formalmente in quest'Aula alla Presidenza di aver svolto e di continuare a svolgere ogni utile attività volta a creare un clima adeguato, un clima di civiltà dialettica all'interno di quest'Aula. Intervengo solo per dare atto alla Presidenza di questo ed anche per registrare questa mattina un'apertura importante, significativa che è stata avanzata nel corso della Conferenza dei capigruppo da parte del gruppo che rappresenta il partito di maggioranza relativa.
Io credo, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, che non possano cadere nel vuoto l'invito alla moderazione e l'invito alla ricerca di un punto di equilibrio in questa fase così difficile del nostro lavoro parlamentare, che si sta svolgendo. Non va dimenticato: le statistiche sono ancora incomplete, ma, onorevole Presidente, mi pare che nella storia del Parlamento italiano non si siano mai fatte tante sedute d'Aula quante ne abbiamo fatte noi nell'ultimo biennio, da che è cominciata la legislatura. Di questo va dato atto evidentemente alla organizzazione dei lavori, ma anche alla capacità di lavoro di tutti i colleghi.
E, dunque, il ripristino delle condizioni minime di dialettica democratica all'interno di un percorso complesso e importante qual è quello della riforma costituzionale va garantito. Io credo che possano ancora esistere quelle condizioni. Ho usato un'espressione, questa mattina, in Conferenza dei presidenti di gruppo, ossia quella di una sorta di disarmo bilaterale. Dalla parte della maggioranza io ho visto compiere un gesto importante quest'oggi. Io credo che il percorso dell'ostruzionismo – e concludo – organizzato nel modo che certamente il nostro Regolamento consente, debba, però, essere abbandonato dando un'indicazione di volontà di trovare un'intesa. Possiamo insieme decidere @pagina=0022@quando chiuderemo questo importante provvedimento, lasciando evidentemente ognuno all'interno del convincimento, all'interno della valutazione politica, legislativa e tecnica che ha già maturato.
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PAGINA: 0003 PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto delle proposte emendative ritirate dai presentatori.
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PAGINA: 0022 PRESIDENTE. Avverto che, fuori seduta, sono state ritirate dai presentatori le seguenti proposte emendative: Matteo Bragantini 0.32.2.8, 0.32.4.6, 0.32.12.6, 0.34.9.1, 0.34.6.3, 0.35.501, 0.35.2.18, 0.35.502.7, 0.35.503.8, 0.35.503.5, 0.35.504.5, 0.45.504.19, 0.35.504.2, 0.35.4.2, 0.35.505.12, 0.35.01.1 e 0.35.01.5; Cozzolino 0.34.0501.1; Brunetta 0.34.6.10, 0.35.502.15 e 0.35.502.17.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 31.204. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 31.204, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle non ha espresso il parere.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0004 Interviene sull'emendamento Matteo Bragantini 31.130 il deputato CRISTIAN INVERNIZZI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0023 CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Presidente, questo è un emendamento che punta ad escludere che una competenza secondo noi fondamentale e sulla quale le regioni hanno il diritto e il dovere di poter esercitare la propria potestà legislativa – come le disposizioni generali e comuni sul governo del territorio, sistema nazionale e, soprattutto, coordinamento della protezione civile – non sia affidata alla competenza esclusiva dello Stato.
Ormai, purtroppo, ad ogni cambio di stagione assistiamo, direi sicuramente, come anche è giusto, preoccupati, a tutta una serie di eventi atmosferici che gettano ampie zone del territorio italiano in situazioni, lo sappiamo tutti, drammatiche. Sarebbe opportuno interrogarsi una volta per tutte, magari, sulle motivazioni che stanno alle spalle di questi drammi che ormai accadono con cadenza quasi mensile.
Interrogarsi su queste questioni significa chiedersi quale sia lo strumento più opportuno, lo strumento necessario per far sì che non ci si trovi mensilmente, appunto, di fronte a emergenze di questo tipo, dovute, sicuramente, alla furia degli @pagina=0024@elementi ma, dove – lo sappiamo tutti, anche noi, soprattutto quelli che hanno avuto in passato esperienze di gestione diretta del territorio all'interno degli enti territoriali –, sicuramente, vi sono anche errori che partono da una mancata, quando non c’è stata, o da una sbagliata programmazione degli interventi sul territorio. Soprattutto, quando avvengono fenomeni di questo tipo, la necessità di una risposta pronta, ferma di aiuto, di conforto alle popolazioni colpite è sempre più necessaria.
Noi interroghiamo pertanto l'Aula chiedendo se ricondurre alla potestà esclusiva dello Stato interventi riguardanti la gestione, la pianificazione del territorio e della protezione civile, consentirebbe alle organizzazioni pubbliche di intervenire con prontezza quando questi avvengono, oppure di essere maggiormente efficaci nella pianificazione. Riteniamo di no. Anche in questo caso il ruolo delle regioni è fondamentale, è imprescindibile, a nostro avviso. E le mancanze o gli errori, fatti magari anche da amministratori locali nel passato non possono comunque eliminare il principio che, per intervenire in modo chiaro, diretto, veloce a sostegno delle popolazioni colpite o per evitare che queste cose avvengano, sia sufficiente eliminare appunto il contributo delle regioni.
Quando si parla di questioni di questo tipo l'ideologia non ha senso, può anzi essere solo un ostacolo. Quando si parla di problemi del territorio, di morti, di vittime e, soprattutto, quando eventi di questo tipo accadono con una cadenza che sta ormai assumendo i toni di una emergenza costante, noi che sediamo in quest'Aula dobbiamo chiederci quale sia effettivamente il bene delle nostre popolazioni.
Per questo, signora Presidente, ci siamo permessi di presentare un emendamento di questo tipo. La pianificazione unica che fa capo solo ed esclusivamente a Roma, alle sue articolazioni, ai suoi ministeri, a nostro avviso, non è in grado di dare una risposta ad una situazione variegata com’è quella che esiste nello Stato italiano.
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PAGINA: 0004 Interviene sull'emendamento Matteo Bragantini 31.129 il deputato DAVIDE CAPARINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0025 DAVIDE CAPARINI. Presidente, è evidente questo tentativo di accentramento e di cancellazione di tutto quel percorso di devoluzione e di costruzione di uno Stato federale che ha contraddistinto gli ultimi anni e che ha anche contraddistinto l'azione politica della maggioranza di 15 anni fa, che è molto simile, come composizione, all'attuale, che aveva previsto le materie di energia e trasporti tra quelle concorrenti. Allora si arrivò a questa decisione, che anche il gruppo della Lega Nord appoggiò, a fronte di alcune valutazioni che oggi mantengono inalterata la loro attualità. Ovvero, l'energia come materia concorrente consente e ha consentito a tante regioni italiane di sviluppare una serie di progetti, anche a livello internazionale, che in alcun modo avrebbero potuto esistere se la visione fosse stata, come quella precedente, assolutamente Italia-centrica e, quindi, governata da un solo ministero con regole molto rigide.
Questo ha consentito di dare il via, di dare corpo, di concretizzare una serie di progetti sul territorio che, in altro modo, non avrebbero potuto essere realizzati, e ha anche consentito alle nostre imprese di ritrovare competitività, non solo a livello nazionale. Infatti, sappiamo che il mercato nazionale è piuttosto depauperato e, quindi, a maggior ragione in un periodo di crisi come quello attuale, non consente quegli sbocchi che le nostre imprese hanno saputo trovare sui mercati internazionali proprio grazie alla leva che una diversa normativa a livello regionale ha consentito.
Sappiamo benissimo che sono diverse le realtà, di grandissimo pregio a livello nazionale ed internazionale, che hanno tratto degli enormi benefici da questa misura. Allora, bisogna prendere atto di quella che è stata l'esperienza maturata in questi 15 anni, in cui certo ci sono stati molti contenziosi proprio dettati dalla spinta che molte aziende, in molti settori, in particolar modo quello energetico, @pagina=0026@hanno impresso a livello locale proprio per superare dei vincoli nazionali.
Ma proprio per questo motivo, proprio registrando questi contenziosi, bisognerebbe avere il coraggio di compiere l'ulteriore passo e rimuovere i limiti: non fare come oggi stiamo facendo, ovvero ritornare indietro di 15 anni, facendo sprofondare questo settore industriale strategico nella preistoria, e ritornando ad una visione per cui i limiti non sono più quelli delle regioni, quindi una visione glocal, locale per essere sui mercati internazionali, ma quelli di un confine nazionale assolutamente virtuale. E purtroppo questo è un dato di fatto, che è cifra di un'esperienza ormai consolidata: i confini nazionali sono assolutamente inadeguati per dare alle nostre imprese quella capacità di competizione internazionale, che è indispensabile.
Quindi, noi siamo fortemente contrari a questa decisione; siamo fortemente contrari ad una visione dirigista che, inevitabilmente, imbriglierà le nostre imprese, inevitabilmente imbriglierà il mercato dell'energia, inevitabilmente costituirà un ulteriore limite, un odioso limite allo sviluppo e alla capacità di fare economia di un sistema che, in questi anni, ha saputo crescere e competere anche a livello internazionale.
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PAGINA: 0004 Interviene sull'emendamento Ferraresi 31.711 il deputato VITTORIO FERRARESI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0027 VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente, con questo emendamento si vuole scardinare la concordanza completa che di fatto ha creato il partito unico, quello delle lobby, quello dei costruttori, dei cementificatori, delle trivelle selvagge. Vedete, questo è fatto tutto in nome dell'interesse, del progresso, idee degli anni Sessanta, forse. La leva per scardinare il diritto del potere decisionale delle regioni si chiama infrastrutture strategiche. Cosa @pagina=0028@vuole fare questo emendamento ? Alla lettera z) dell'articolo 31, comma 2, di proposta di modifica dell'articolo 117 della Costituzione, si prevede infatti che sulle infrastrutture strategiche lo Stato abbia legislazione esclusiva, basta con la scocciatura delle intese con le regioni. Infrastrutture strategiche però vuol dire tutto, Presidente, dal momento che qualsiasi Governo può definire tale ogni opera che voglia realizzare, dal TAV al ponte sullo stretto, dalla più piccola e inutile autostrada come la Cispadana alle trivelle per la coltivazione e le estrazioni di idrocarburi ai depositi di gas metano. La recente legge di stabilità, al comma 554, modificando lo «sblocca Italia», stabilisce che le attività di prospezione e ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestono carattere di interesse strategico e sono di pubblica utilità, urgenti e indifferibili.
Per i Governi che si susseguono, l'interesse strategico nazionale ovviamente non è la tutela del territorio, non è il contrasto al dissesto idrogeologico, non è la salvaguardia dell'ambiente, né tantomeno quella dell'agricoltura o le piccole e medie imprese. L'unico interesse strategico nazionale che ha questo Governo sono le trivellazioni per estrarre una misera quantità di idrocarburi e fare dell'Italia un hub del gas in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poco importa se siamo in un Paese sismico a rischio idrogeologico e che queste opere mettano ancora più in pericolo quella che è la situazione e l'interesse veramente strategico e nazionale del Paese ad avere un ambiente sano, salubre e anche una sicurezza. Questi vogliono addirittura modificare la Costituzione per metterlo dentro.
La proposta di modifica dell'articolo 117, alla lettera z), che si fa con questo emendamento, al fine di preservare il diritto regionale all'ultima istanza, vuole sopprimere queste due parole: «infrastrutture strategiche».
Chiudo guardando negli occhi i deputati del PD, i deputati emiliani in generale, ma soprattutto quelli del PD, che si sono sempre spesi a parole per rassicurare i cittadini che fin quando ci sarà il PD a governare la regione Emilia Romagna, il deposito a gas di Rivara, 3,5 miliardi di metri cubi di gas, mai sarebbe stato realizzato perché la regione lo avrebbe impedito facendo mancare l'intesa.
Ebbene, colleghi, questa è la volta buona per schierarvi e dare atto alle vostre affermazioni con coraggio, a difesa di ciò che sempre avete proclamato, ovvero difendere il territorio e lasciare alle regioni questo potere. L'emendamento c’è e vedremo cosa avrete il coraggio di votare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0004 Interviene sull'emendamento Costantino 31.117 il deputato STEFANO QUARANTA (SEL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0029 STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente. Visto che siamo tornati quest'oggi in un clima un po’ più consono alla nostra discussione, vorrei riprendere una questione fondamentale attraverso questo emendamento, che è il senso della riforma dell'articolo 117 della Costituzione.
Vede, noi abbiamo affrontato questioni di dettaglio importanti – ieri la questione dei servizi informatici e dei servizi sociali – però vorrei che non perdessimo di vista il ragionamento generale che riguarda la riforma dell'articolo 117.
Io penso che intanto ci sia una contraddizione di natura politica. Io vorrei capire come stanno insieme la riforma del Senato, che diventa Senato delle autonomie, con il fatto che l'articolo 117 della Costituzione, così come riformato, sottrae dei poteri alle regioni. Mi pare che sia una contraddizione e vorrei che qualcuno mi spiegasse questa contraddizione. Cioè, stiamo facendo diventare il Senato una sorta di Conferenza Stato-regioni ? Bene ! Allora diciamocelo, ma non parliamo di Senato delle autonomie.
Il secondo punto, invece, è più tecnico. Ora, è vero che in questi anni abbiamo avuto tutta una serie di contenziosi costituzionali nello stabilire i confini tra potestà dello Stato e potestà delle regioni. Ma, questo non avveniva tanto sulla legislazione concorrente quanto su quella esclusiva. Ora è del tutto evidente che in uno Stato che è costruito o sulle regioni o con impianto federalista la legislazione concorrente è ineliminabile. Cosa fa invece questa riforma ? Elimina, appunto, la legislazione concorrente e fa due elenchi di materie, di competenza le une dello Stato e le altre delle regioni. Peccato, però, che il tema del contenzioso e del confine tra competenza dello Stato e delle regioni si ripropone, perché molte delle potestà che vengono date in maniera esclusiva allo Stato riguardano i principi generali mentre le norme di dettaglio tornano alla competenza regionale. Allora, perché questo crea un pasticcio ? Perché le varie sentenze della Corte costituzionale, che avevano stabilito quali erano i limiti e che avevano aiutato in questi anni a dirimere il contenzioso e che avrebbero potuto, in un ragionamento serio, essere riportate in Costituzione mantenendo l'impianto attuale, verranno totalmente rimesse in discussione e questo aprirà un nuovo contenzioso.
Senza dire – e concludo su questo punto, ma anche questa mi sembra una cosa singolare – che si è deciso da un lato di stabilire l'elencazione dei poteri dello Stato, dall'altro l'elencazione dei poteri delle regioni. Poi, però, si dice, rendendosi conto che i due elenchi non possono essere esaustivi, che ciò che non è normato è di competenza delle regioni. Poi, però, c’è la clausola di salvaguardia, che dice che lo Stato può assumersi tutti i poteri che vuole, anche quelli assegnati alle regioni.
Allora, io vorrei che pacatamente, serenamente, con spirito costituente, ci rendessimo conto che stiamo facendo un pasticcio e che su queste cose si potesse tornare a ragionare in maniera seria, perché @pagina=0030@mi pare che un punto fondamentale come l'articolo 117 stia passando un po’ troppo in cavalleria, mentre rischiamo davvero di complicare le cose. Altro che efficienza del sistema, come ci dice il Premier Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
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PAGINA: 0005 Intervengono sull'emendamento Russo 31.39 i deputati PAOLO RUSSO (FI-PdL) (Vedi RS) e FILIPPO GALLINELLA (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0030 PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Questo emendamento consta di tre parti e affronta tre questioni. La prima è quella di affidare alle regioni medesime la programmazione delle risorse finanziarie destinate alla coesione territoriale in ambito regionale, infraregionale, ossia attribuire la responsabilità e la potestà nell'individuare politiche di programmazione finanziaria alle regioni sulla materia della coesione territoriale.
Mi pare non solo ragionevole, ma normale, che così dovesse essere; né possiamo pensare che le politiche di coesione territoriale infraregionale debbano essere attribuite alla potestà legislativa in capo allo Stato. Se vi è la necessità di un'azione di coesione sociale in un ambito infraregionale, è evidente che la potestà programmatoria non può non essere che in capo alla regione medesima.
Vi è un secondo aspetto di questo emendamento che vorrei offrire alla valutazione dell'Assemblea e riguarda una questione che da sempre sento esprimere @pagina=0031@da più parti, e cioè «le regioni si devono occupare soltanto di programmazione, non devono gestire». Mi riferisco, soprattutto e in modo particolare, alla sanità, per esempio. E, allora, perché non prevedere, perché non cogliere questa opportunità, questa occasione, e quindi prevedere, sì, che la programmazione dei servizi sanitari e sociali sia di competenza delle regioni, ma non l'organizzazione di quei servizi ?
È, insomma, un modo per riportare le regioni allo spirito originario, a quello spirito che voleva le regioni come strumento di programmazione, a quello spirito che voleva che le regioni non si mettessero a cincischiare sul fronte della gestione, ma, viceversa, indicassero quelle linee guida sul fronte della programmazione. E poi, il terzo aspetto che proviamo a sollecitare, vorremmo introdurre un elemento attraverso il quale le regioni stesse, con una votazione a maggioranza qualificata, possano valutare, di volta in volta e anche per periodi temporanei, di devolvere allo Stato alcune funzioni legislative loro attribuite.
Insomma, trovare un modo garbato, ma anche funzionale, un modo tale che consenta alle regioni stesse, non con un'azione autoritativa dall'alto, ma con una possibilità dal basso, in determinate condizioni, magari anche soltanto per periodi limitati di tempo, di valutare la possibilità di devolvere allo Stato le funzioni legislative proprie delle regioni stesse. PAGINA: 0031 FILIPPO GALLINELLA. Grazie Presidente, ho cinque minuti ?
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PAGINA: 0005 Intervengono sull'emendamento Costantino 31.121 i deputati STEFANO QUARANTA (SEL) (Vedi RS), ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS), ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS), DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS) e BRUNO TABACCI (PI-CD) (Vedi RS). Interviene sull'ordine dei lavori il deputato BARBARA SALTAMARTINI (Misto) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0034 STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente, qui parliamo appunto della clausola di supremazia che consente al Governo di decidere se una competenza deve tornare allo Stato oppure rimanere alle regioni. Intanto, noi siamo contrari a questa clausola di supremazia. Soprattutto laddove si va a normare puntualmente i poteri dello Stato e delle regioni, non si capisce perché ci debba essere questo istituto. Secondo, siamo contrari al fatto che appartenga al Governo. Perché deve appartenere al Governo ? Soprattutto laddove si fa un Parlamento fortemente caratterizzato dalle autonomie, facendo il Senato della autonomie, perché questo potere deve appartenere al Governo ?
Allora, vede, Presidente, io ho preso per buono l'invito dell'onorevole Speranza, che faceva all'inizio di questa seduta, che iniziava una fase nuova di disponibilità e di dialogo. Mi piacerebbe che su qualcuno di questi punti ci fosse un'interlocuzione e una risposta così sappiamo quali sono le idee della maggioranza e ci possiamo confrontare in maniera corretta e diamo un senso a questa «pseudo» Assemblea costituente (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0034 ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, intervengo sul tema della clausola di supremazia che viene introdotta all'articolo 117, potenzialmente idonea a superare tutte le competenze regionali, ma che non è nient'altro che un ritorno di un forte centralismo perché non è contenuta, proprio all'articolo 117, alcuna possibilità di differenziazione per quelle realtà regionali che, invece, dimostrano di aver usato in modo efficace e responsabile la loro autonomia. Voglio ricordare, inoltre, che questa riforma, oltre alla clausola di supremazia all'articolo 117, presenta già all'articolo 120 un ampio potere sostitutivo del Governo rispetto alle regioni. Forza Italia si occuperà di questo aspetto della clausola di supremazia all'articolo 10 laddove si parla del procedimento legislativo. Abbiamo presentato un emendamento nel quale noi chiediamo che la clausola di supremazia non venga utilizzata e strutturata così com’è contenuta all'articolo 117, ma che sia soggetta ad un procedimento bicamerale sostanzialmente, proprio per il ruolo del Senato rappresentativo delle autonomie locali. PAGINA: 0034 ANDREA GIORGIS. Grazie Presidente, non vorrei introdurre eccezioni a una procedura regolamentare che deve essere sempre naturalmente seguita. Io vorrei che noi, prima di procedere alla votazione definitiva dell'articolo 117, trovassimo il tempo per tornare a riflettere su un aspetto che a me sembra rilevante e che forse c’è ancora modo di correggere senza particolari difficoltà. Alludo a questo: il testo che noi abbiamo in esame prevede che la clausola di supremazia possa essere attivata solo ed esclusivamente su iniziativa del Governo. Noi, cioè, stiamo introducendo una limitazione alla prerogativa che spetta a ogni singolo parlamentare in @pagina=0035@quanto rappresentante della nazione e che consiste nel poter presentare disegni di legge. Il testo, che è stato approvato al Senato, invece esclude questa possibilità perché prevede, appunto, espressamente che solo il Governo abbia l'iniziativa legislativa sulle leggi che tutelano l'interesse nazionale. A me sembra che questo non corrisponda a nessun interesse generale. In altre parole, mi è difficile capire quale sarebbe il vantaggio per il buon funzionamento della nostra democrazia rappresentativa.
Perché mai un parlamentare non dovrebbe poter proporre una legge se ritiene che quella legge sia a tutela dell'interesse nazionale e che un'iniziativa di quel tipo sia riservata al solo Governo ?
Credo sinceramente che sia una di quelle piccole questioni che possiamo correggere anche in sede di Comitato dei nove, ad esempio, aggiungendo qualcosa. Noi abbiamo escluso l'ipotesi della soppressione: oramai quella è esclusa e va rispettato. Però, in sede di Comitato dei nove, possiamo aggiungere altri soggetti legittimati ad esercitare l'iniziativa legislativa. Chiederei da questo punto di vista – ho concluso, Presidente – al Governo di motivare almeno in Aula il perché di codesta contrarietà. Perché mai – non lo capisco sul serio – perché mai un parlamentare non dovrebbe poter proporre una legge in quanto rappresentante dell'intera nazione ?
Vorrei che almeno il Governo mettesse agli atti, in modo che sia noto quando si tratterà di interpretare il significato del testo, la ragione per la quale ha espresso parere contrario e, nel metterlo agli atti e prima ancora di metterlo agli atti, chiarisse perché ritiene che non sia ragionevole riconoscere ai parlamentari l'iniziativa legislativa e valutasse se, in sede di ultima riformulazione, non è possibile correggere questo articolo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0035 DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Sono piacevolmente stupito dell'applauso che il collega Giorgis ha ricevuto da parte del suo partito. Ieri abbiamo visto, signora Presidente, quello che in realtà dovrebbe capitare molto più di frequente e che dovrebbe rappresentare il significato che ha questo Parlamento, cioè che un dibattito aperto e condiviso porti alla creazione di un'idea, la migliore per il Paese. L'abbiamo visto su un emendamento che riguardava il settore informatico e spero che ci possa essere il medesimo dibattito con la medesima onestà intellettuale riguardo a qualcosa di molto più importante, signora Presidente.
Lei si ricorderà che io qualche settimana fa, descrivendo l'impianto di questa riforma del Governo combinato con l'Italicum, parlavo di «governismo assoluto». Bene, è sufficiente leggere questo passaggio perché siamo di fronte ad uno dei passaggi cruciali di tutto l'impianto... PAGINA: 0036 BRUNO TABACCI. Signora Presidente, considero questa parte dell'articolo 117 congrua, perché pone rimedio a questioni alquanto delicate che si erano innescate con quella sbagliata riforma del Titolo V e, quindi, gli interventi su professioni, turismo, energia e trasporti pongono rimedio a delle condizioni che avevano fatto passare il federalismo all'italiana per una sorta di «vestito di Arlecchino».
Detto questo, però, sul punto specifico, laddove si richiede la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica e, quindi, la tutela dell'interesse nazionale, credo che sia molto onesto che si riconosca il fatto che non può essere un compito esclusivo del Governo e che questa parte debba essere valutata in maniera più approfondita. Infatti, vorrei ricordare ai colleghi che restiamo in una Repubblica parlamentare, non siamo fuoriusciti da questo schema, e scrivere una Carta costituzionale con dentro questo elemento mi sembra una forzatura oggettiva. Quindi, credo che quello che è stato detto da altri colleghi risponda a un criterio di saggezza. Invito il Governo a riflettere su questo punto specifico (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico). PAGINA: 0036 BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, intervengo innanzitutto sull'ordine dei lavori, perché devo, purtroppo, constatare un fatto: in quanto deputata appartenente al gruppo Misto, essendo una parlamentare singola e non iscritta ad una componente del Misto, io non potrei più prendere la parola in quest'Aula, in quanto il gruppo Misto ha esaurito tutti i tempi, anche quelli a titolo personale. Io credo che in questo caso, soprattutto nel momento in cui noi stiamo riformando la Costituzione italiana, per una parlamentare che è passata al gruppo Misto – laddove, tra l'altro, il presidente del gruppo Misto, che dovrebbe rappresentare anche la sottoscritta, rappresenta solo una parte della sensibilità di chi è iscritto a quel gruppo, e quindi, in questo caso, una parte che esprime la maggioranza parlamentare e non l'opposizione – in questo momento... PAGINA: 0036 PRESIDENTE. Onorevole Saltamartini, lei ha finito il suo tempo e comunque non avrebbe diritto a parlare.
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PAGINA: 0006 Intervengono quindi per richiami al Regolamento i deputati DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS) e ARCANGELO SANNICANDRO (SEL) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0037 DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Intervengo ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento. Avevo già segnalato alla Presidenza nelle settimane passate questa situazione incresciosa, per cui, come è stato detto poco fa, un deputato appartenente al gruppo Misto non potrebbe esprimere, se non iscritto in una delle componenti politiche raggruppate sotto una denominazione, i propri pareri sulle riforme costituzionali, perché... però mi deve ascoltare, Presidente, scusi... PAGINA: 0038 MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, ai sensi dell'articolo 24 del Regolamento. Le faccio presente che il caso della deputata Saltamartini, che è appena intervenuta, è un caso nel quale oltretutto i tempi non è in grado di gestirli lei in qualità di gruppo. Se per i tempi aggiuntivi lei aveva sottolineato che i gruppi inizialmente sapevano il tempo che avevano a disposizione, i tempi che avrebbe avuto a disposizione la deputata Saltamartini, nella sostanza, sono stati utilizzati da altri, perché i tempi a titolo personale sono utilizzati da tutti. Adesso non si può pensare di aspettare una Giunta per il Regolamento per permettere ad un deputato – che ha lo stesso diritto di tutti gli altri deputati appartenenti a qualsiasi gruppo, gli stessi identici diritti in quanto deputato – di poter intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle e della deputata Saltamartini).
Invito lei, in qualità di Presidente, come ha fatto in modo saggio nella giornata odierna concedendo tempi aggiuntivi, visto che oltre tutto ciò non andrebbe a toccare minimamente l'economia dei lavori, a pensare per esempio per questi casi che sono eccezionali – perché sono casi del gruppo Misto che non appartengono a nessuna componente – di assegnare perlomeno un minuto ad intervento, così da poter esprimere la propria opinione liberamente e garantire gli stessi diritti degli altri deputati. Nulla di più e nulla di meno. Ma sarebbe, dal nostro punto di vista, assolutamente illegittimo che un deputato avesse un trattamento diverso. Grazie. PAGINA: 0038 ARCANGELO SANNICANDRO. Articolo 85. PAGINA: 0039 PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, qui stiamo appunto in una fase in cui il gruppo può fare dichiarazioni di voto. La dichiarazione di voto è una per gruppo. Per gli interventi a titolo personale non abbiamo più tempo a disposizione; i tempi sono già stati estesi. E la dichiarazione di voto non si può scorporare, è una per gruppo. Quindi, il tempo destinato alla dichiarazione di voto lo può utilizzare, per massimo cinque minuti, un deputato. Prima della dichiarazione di voto si può intervenire se c’è il titolo personale, ma i tempi per gli interventi a titolo personale sono esauriti, anche gli aggiuntivi, che sono stati già concessi a tale titolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Mita. Ne ha facoltà.
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PAGINA: 0006 Interviene sull'emendamento Costantino 31.121 il deputato GIUSEPPE DE MITA (AP) (Vedi RS), che ritira altresì il suo emendamento 31.70. Intervengono quindi sull'ordine dei lavori il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS) e il relatore per la maggioranza EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), che chiede l'accantonamento dell'emendamento Costantino 31.121; interviene altresì il deputato ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0039 GIUSEPPE DE MITA. Presidente, intervengo nel merito dell'emendamento. La nostra discussione ogni tanto riesce ad avere qualche sussulto e ad entrare nel merito delle questioni, come è accaduto ieri sera. E mi pare che anche la discussione su questo punto, sull'emendamento Giorgis, per le motivazioni che sono state esposte dall'onorevole Giorgis, ponga a tutti una questione vera e molto delicata, perché riconoscere solo al Governo la possibilità di assumere iniziativa legislativa, invocando l'interesse nazionale e sottraendo la materia alla competenza regionale, è un'oggettiva compressione delle prerogative parlamentari e va oltre l'ambito di ragionevolezza costituzionale. Una previsione di questo tipo, involontariamente – credo, temo – ci porta all'interno di un regime diverso da quello parlamentare, perché, proprio laddove si interviene con una legge che invoca l'interesse nazionale, è propriamente il Parlamento e ogni singolo deputato che interpreta l'interesse della nazione a dovere avere questa responsabilità. Allora, io credo che, come ieri, occorra un sussulto di razionalità e di ripensamento, perché questa non è una previsione banale che può essere messa da canto, come dire, e travolta dalla velocità con la quale stiamo affrontando una riforma molto seria.
Devo riconoscere che la formulazione adottata dall'onorevole Giorgis e dagli altri firmatari per affrontare questa questione è molto più precisa ed interpreta meglio le preoccupazioni che sono state espresse dai colleghi intervenuti, di quanto abbia fatto il sottoscritto con l'emendamento 31.70, che poneva lo stesso problema, che credo che nella formulazione da me adottata venisse risolto in una maniera impropria.
Per cui volevo segnalare, a conclusione del mio intervento alla Presidenza, che ritiro, per le motivazioni dette, l'emendamento 31.70, e sottoscrivo l'emendamento Giorgis 31.62. PAGINA: 0039 RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, è evidente che siamo di fronte ad un emendamento estremamente rilevante, perché determina o meno un impianto di ragionevolezza costituzionale. PAGINA: 0040 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, le chiedo di accantonare momentaneamente questo emendamento. PAGINA: 0040 ROCCO PALESE. Signora Presidente, non ho alcuna obiezione, anzi, ritengo che sia un fatto estremamente positivo, così come è successo ieri sera: che la discussione del Parlamento ha consentito, sulla situazione del digitale, l'inserimento all'interno della Costituzione, a seguito di una riflessione di alcuni colleghi autorevolissimi, su questo aspetto, che è uno dei punti più delicati di questa riforma, al di là se viene condivisa o non condivisa alla fine del percorso, è estremamente importante che il relatore con il Governo si pongano questo problema, che è un problema molto serio e che riguarda gli equilibri rispetto alle competenze, ma anche dei poteri territoriali e centrali.
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PAGINA: 0006 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che, non essendovi obiezioni, l'esame dell'emendamento Costantino 31.121 deve intendersi accantonato.
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PAGINA: 0040 PRESIDENTE. Colleghi, se non ci sono obiezioni, noi lo accantoniamo. Sì, so che il deputato Manlio Di Stefano voleva intervenire, gli chiedo un attimo di pazienza e poi gli darò la parola. Quindi, accantoniamo questo emendamento. Allora, adesso noi dobbiamo passare ad un altro punto, prima di passare a un altro punto dell'ordine del giorno c'era il deputato Manlio Di Stefano che voleva fare un intervento.
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PAGINA: 0006 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato MANLIO DI STEFANO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0040 MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente, vede, proprio mentre noi stiamo parlando in quest'Aula di riforme costituzionali, @pagina=0041@che dal nostro punto di vista sono fatte male e non servono a nessuno, annegano nel canale di Sicilia oltre trecento migranti, una strage che probabilmente si prevederà più dura di quella che abbiamo tanto pianto un annetto fa, una strage che come sempre ci affretteremo a dire che non ha responsabili diretti perché non sappiamo come sia possibile che questi migranti arrivino nei nostri mari, una strage che però dei colpevoli ce li ha, e non voglio davvero «politicizzare» in questo caso. I colpevoli ce li ha e sono esattamente quelli che non attuano le proposte di legge che vengono approvate in quest'Aula, gli emendamenti che vengono approvati, le mozioni che vengono approvate. Io mi chiedo cosa abbia fatto il Ministro Alfano dal giorno in cui è stata approvata fra le tante la mia mozione su Dublino, approvata all'unanimità da quest'Aula, che aveva due punti fondamentali: il primo sull'istituzione di punti di richiesta di asilo direttamente sul territorio di partenza dei migranti e il secondo su come concordare con i Paesi di provenienza e transito un piano comune per la gestione dei flussi. Questi due punti oltre agli altri servono proprio a evitare che dei migranti possano morire in mare, perché gli diamo la possibilità di partire in sicurezza avendo già ottenuto i documenti che gli servono. Io non vorrei che questa mozione, alla quale erano associate anche altre di altri gruppi politici, rimanesse in quel calderone del 98 per cento di atti legislativi approvati in quest'Aula che non trovano mai conversione in decreto attuativo. Io chiedo che il Ministro Alfano ci venga a dire ancora una volta a che punto siamo con queste riforme, che il Ministro della giustizia Orlando faccia lo stesso, perché non è più possibile tollerare centinaia di morti in mare, vedere i minuti di silenzio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e poi avere la soluzione già approvata dall'Aula e non vederla mai trasformata in legge. Questa è una questione che fa davvero male a chi crede che il diritto umanitario sia fondamentale prima ancora di queste riforme e a chi crede che quest'Aula debba tornare a essere il centro dell'attività legislativa del popolo italiano. Chiediamo che venga convertita in legge la nostra mozione e crediamo che non è più possibile aspettare e vedere ancora morire in mare dei migranti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0006 PRESIDENTE (Vedi RS). Rinvia il seguito del dibattito al prosieguo della seduta.
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PAGINA: 0041 PRESIDENTE. L'esame della riforma costituzionale riprenderà alle 16,30.
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PAGINA: 0006 Trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge. (Vedi RS)
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PAGINA: 0041 Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 13,53).
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PAGINA: 0006 PRESIDENTE (Vedi RS). Propone il trasferimento alla II Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2719, recante «Divieto di concessione dei benefici ai condannati per il delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale»
(Così rimane stabilito).
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PAGINA: 0041 PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la II Commissione (Giustizia) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
S. 1344. – Senatore PALMA: «Divieto di concessione dei benefìci ai condannati per il delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale» (Approvata dal Senato) (2719).
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PAGINA: 0007 La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.
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PAGINA: 0007 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)
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PAGINA: 0041 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
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PAGINA: 0007 Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. (Vedi RS)
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PAGINA: 0041 Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
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PAGINA: 0007 FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione Gianluca Pini n. 3-01288 (Vedi All. A) concernente chiarimenti in ordine all'utilizzo di uno slogan in lingua inglese nell'ambito della campagna promozionale per il concorso per l'ammissione alla prima classe del corso normale della Marina militare.
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PAGINA: 0042 FABIO RAMPELLI. Thank you, Speaker, dear colleagues, dear Minister Pinotti... Se proseguissi questo intervento in inglese, il Presidente della Camera mi toglierebbe la parola...
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PAGINA: 0007 ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0042 ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, la campagna di comunicazione lanciata dalla Marina militare, a cui fa riferimento l'onorevole interrogante, realizzata in house dalla Forza armata, si rivolge principalmente ad un pubblico giovane e ha come obiettivo quello di promuovere la partecipazione al concorso per l'ammissione all'accademia navale, come lei ha ricordato.
Il nodo focale è costituito dall'uso dell'espressione «be cool» traducibile in italiano come «essere giusto e fiducioso delle proprie capacità». Nella parte bassa del manifesto, vi è inoltre un rimando al sito istituzionale della Marina, dove gli interessati possono acquisire informazioni e approfondire i compiti e le funzioni della Forza armata.
La scelta della lingua inglese è stata fatta dalla Marina perché rappresenta un fattore di differenziazione rispetto agli slogan tradizionali, con l'obiettivo di richiamare, con un linguaggio semplice di uso comune, l'attenzione dei giovani rispetto ad un'odierna figura di marinaio che richiede la voglia di mettersi alla prova in un contesto moderno, altamente tecnologico e internazionale.
Lo slogan utilizzato e ampiamente diffuso nel linguaggio corrente ha la sua ragion d'essere nella consapevolezza che i giovani a cui oggi ci rivolgiamo sono ragazzi cresciuti in un contesto sempre più aperto, parte di un mondo globalizzato, dinamico e senza frontiere, che si confrontano in rete con i coetanei di tutto il mondo impiegando un linguaggio ormai universale diffuso da Internet.
Se la bontà di una campagna di comunicazione si valuta dai risultati, va detto che quest'anno le domande di partecipazione al concorso per l'accademia navale sono aumentate del 20 per cento rispetto a quelle dell'anno passato.
Gli esperti della comunicazione direbbero che il fatto stesso che se ne parli e che il Ministro della difesa sia oggi qui alla @pagina=0043@Camera a rispondere a un'interrogazione parlamentare evidenzia il successo dell'iniziativa e l'efficacia del messaggio trasmesso, che peraltro dimostra la capacità delle Forze armate di rinnovarsi e di essere in sintonia con i tempi.
Vorrei concludere dicendo che l'uso della lingua inglese non sottrae certo all'immagine della Marina militare il valore delle sue tradizioni che sono radicate nella storia e che possono essere declinate in forma moderna proprio per renderle condivisibili con le nuove generazioni.
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PAGINA: 0007 FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS). Sottolineata l'evasività della risposta del Governo, richiede un tempestivo intervento volto ad interrompere l'utilizzo della lingua inglese nella campagna promozionale per l'ammissione al corso normale della Marina militare.
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PAGINA: 0043 FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, Ministro, la risposta era prevedibilmente evasiva. La lingua si dà il caso che sia strumento insostituibile per la diffusione della propria identità nazionale. La campagna in lingua inglese della Marina militare ci fa venire in mente la metafora di una squadra sportiva che sveste la propria maglia per indossare quella di una squadra diversa, magari persino potenzialmente avversaria. Le Forze armate italiane devono essere tenute al vincolo dell'identità e non soltanto a quello – ci mancherebbe altro – della fedeltà che non è in discussione.
Delle due l'una: o si comunica in un'altra lingua per tentare di colonizzare un altro popolo, o lo si fa perché si subisce la subalternità e la colonizzazione per conto terzi. Purtroppo, temiamo che il caso denunciato risponda ad una colonizzazione subita e a noi, a Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale, non sta bene.
Chiediamo, caro Ministro, che il Governo intervenga e sospenda questa campagna, che noi giudichiamo vergognosa. Questa campagna deve essere ritirata, perché se è vietato parlare in una lingua diversa dall'italiano nel Parlamento italiano, deve essere, per analogia, vietato alla Marina militare e alle Forze armate italiane di fare delle campagne di arruolamento in lingue diverse rispetto all'idioma italiano che, peraltro, noi abbiamo chiesto fosse tutelato nelle riforme costituzionali entrando nella Costituzione italiana, dove ancora, purtroppo, non v’è scritto che la lingua ufficiale e unica dello Stato italiano è l'italiano.
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PAGINA: 0007 MARCO MARCOLIN (LNA) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-01289 (Vedi All. A) concernente chiarimenti in merito all'annunciata partenza della fregata Grecale verso le acque prossime alla Somalia, in relazione alle procedure previste per la partecipazione italiana alle attività di contrasto alla pirateria nell'Oceano Indiano.
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PAGINA: 0043 MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il 30 gennaio la Difesa ha annunciato per il 1o febbraio seguente la partenza della fregata Grecale verso le acque antistanti la Somalia, precisando che la nave avrebbe sostituito il cacciatorpediniere Andrea Doria nella conclusione del semestre in cui la Marina militare italiana ha esercitato il comando relativo alla missione antipirateria dell'Unione europea denominata «Atalanta». È giunta in effetti solo ieri, quaranta giorni dopo lo spirare del precedente termine di proroga, ed abbiamo potuto prenderne atto, la scelta del Governo di andare avanti con la missione.
Quindi, noi chiediamo praticamente come mai il Parlamento non è stato reso edotto di quella che era una decisione presa con il decreto-legge n. 109 del 2014, che subordinava anche ad una valutazione concernente l'evoluzione del caso dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che secondo noi doveva essere...
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PAGINA: 0008 ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0044 ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Signor Presidente, in merito alla partenza della fregata Grecale per la missione antipirateria dell'Unione europea «Atalanta», desidero confermare in questa sede quanto evidenziato nel comunicato stampa del Ministero della difesa dello scorso 30 gennaio.
In particolare, in quella data l'unità era nel Mediterraneo, in fase di addestramento e di approntamento per lo svolgimento di attività di sorveglianza marittima sotto catena di comando nazionale.
Rispetto a tale situazione va ora evidenziato che nel Consiglio dei Ministri di ieri, come lei ha ricordato, è stato esaminato ed approvato il decreto di proroga – abbiamo atteso la nuova elezione del Presidente della Repubblica – delle missioni internazionali, che seguirà ora il previsto iter parlamentare di conversione in legge.
Il Governo, tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 3, comma 4, della legge n. 141 del 2014, ovvero che la partecipazione italiana alle missioni di antipirateria deve essere valutata in relazione agli sviluppi della nota vicenda dei due fucilieri di Marina, ha ritenuto opportuno continuare ad assicurare, per ora, la sola partecipazione del nostro Paese alla missione dell'Unione europea denominata «Atalanta», anche alla luce del rinnovato impegno assunto dall'Unione con la risoluzione n. 2015/2512 dello scorso 15 gennaio sul caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Ovviamente, questa è la proposta che il Governo ha fatto nel decreto. Ci sarà una discussione parlamentare e se ci saranno orientamenti diversi nel Parlamento ne prenderemo atto e seguiremo quelli che sono questi orientamenti. Però, non si è contravvenuto a quanto stabilito ed è ovviamente importante che ci sia anche la discussione parlamentare.
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PAGINA: 0008 MARCO MARCOLIN (LNA) (Vedi RS). Dichiara di non potersi ritenere soddisfatto della risposta del Governo.
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PAGINA: 0044 MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, speriamo di no perché qui ormai togliere la parola è una cosa di moda.
Io ringrazio la Ministra per la sua risposta. Chiaramente non mi ritengo soddisfatto, anche perché credo che le priorità erano e sono i nostri due fucilieri, i marò, dei quali uno è a casa, purtroppo per le note vicende di salute, mentre l'altro è ancora in India. Chiaramente avremmo potuto portarli a casa, chiaramente avremmo potuto instaurare un rapporto con l'India un po’ diverso, ancora in tempi passati quando, invece, si è preferito agire in maniera diversa.
Io credo che con la stessa solerzia, visto che era nel Mediterraneo e che io mi accingerò fra breve a fare magari il sindaco di Agrigento, che è la porta nel Mediterraneo dell'Africa verso l'Europa, questo cacciatorpediniere fosse più idoneo a sorvegliare questo mare, a sorvegliare e ad aiutare chiaramente al ritorno quegli esuli che sono costretti, come abbiamo visto in questi giorni, ad imbarcarsi sotto pagamento.
Quindi, diciamo così, fan sì che tutti sfruttino queste disgrazie a loro piacimento, a seconda del colore politico. Noi rimandiamo veramente a chi dice di noi che siamo persone che non hanno cuore e che non hanno sentimenti. Noi li abbiamo veramente alti e penso che un'azione che nel Mediterraneo si dovrebbe compiere sia proprio quella di tutelare sia le nostre coste sia chi parte profugo, esule, da terre diverse per venire qui con la speranza di un'accoglienza, mentre sono costretti a salire, e dovremmo sì curarli, ma riportarli a casa.
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PAGINA: 0008 ANNALISA PANNARALE (SEL) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-01290 (Vedi All. A) concernente elementi ed iniziative in merito ai lavoratori ricompresi nella cosiddetta «quota 96».
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PAGINA: 0045 ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, Ministra Madia, oggi raccontiamo una lunga storia di violazione di diritti dei lavoratori e delle lavoratrici: «quota 96», il più clamoroso errore della riforma Fornero. Se fosse una medaglia, avrebbe due facce: da un lato, quella dell'ingiustizia, dall'altro, quello dell'incapacità. E quest'ultima faccia è indubbiamente quella del Governo.
Per ragioni di tempo salterò i passaggi sulle innumerevoli iniziative parlamentari di questi anni; ricorderò, invece, alcune sue dichiarazioni. Estate 2014: l'aver escluso dal decreto sulla pubblica amministrazione tali pensionamenti non è una rinuncia del Governo, inseriremo la norma in un provvedimento organico più ampio, il ricambio generazionale mi sta a cuore.
Siamo a febbraio 2015, le do l'occasione di rispondere oggi, Ministra. Qual è il numero effettivo di questi lavoratori, visto che ci risulta che la platea si sia ridotta di oltre 1.300 unità, quando e con quale provvedimento ad hoc consentirete a questi lavoratori di andare in pensione il 1o settembre 2015 ?
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PAGINA: 0008 MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. (Vedi RS)Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0045 MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, sulla cosiddetta questione «quota 96», per diverse ragioni, anche rispetto a delle scelte complessive del Governo, non si sono verificate le condizioni per un intervento unico.
Si tratta – lei, onorevole, mi chiede i numeri – di circa quattromila docenti. Questi sono dati INPS aggiornati, confermati dal MIUR, ai quali però possiamo sottrarre circa mille insegnanti, che verranno tutelati dalla sesta salvaguardia e ai quali nei prossimi giorni arriverà dall'INPS la comunicazione del diritto a pensione, con la quale potranno presentare domanda di cessazione entro il 2 marzo.
Rimarrebbero quindi circa 3 mila insegnanti che, a seguito della riforma Fornero e per effetto, come ricordava, dei tempi di pensionamento dettati dall'articolazione dell'anno scolastico, hanno subito un aumento della loro permanenza al lavoro.
La politica del Governo è ora, prima di tutto, incentrata sull'obiettivo di concentrare le risorse per favorire il lavoro di chi un lavoro non ce l'ha, in particolare dei giovani, di chi è rimasto escluso o rischia di rimanere escluso dal mercato del lavoro, anche in conseguenza della crisi economica che dura da anni e per uscire dalla quale, come Governo, concentriamo ogni sforzo. Importanti ad esempio – con soddisfazione voglio sottolinearlo oggi – sono gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, che abbiamo approvato con la legge di stabilità per i prossimi tre anni e che già stanno dando risultati incoraggianti.
In questo quadro di priorità, ci impegniamo anche in un imminente provvedimento legislativo del Governo a far uscire dalla precarietà i tanti insegnanti con contratti a termine che lavorano nella scuola.
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PAGINA: 0008 ANNALISA PANNARALE (SEL) (Vedi RS). Ritiene estremamente vacua la risposta fornita dal Governo, auspicando interventi tempestivi volti a risolvere definitivamente la questione evocata nell'atto di sindacato ispettivo.
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PAGINA: 0045 ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, Ministra Madia, la sua risposta è imbarazzante, perché incredibilmente vacua. Lei non ha neanche provato a raccontarci, ad esempio, che ne «La buona scuola» si potrebbe provare a risolvere finalmente la questione dei «quota 96». Lei oggi non ha neanche parlato di buone intenzioni. Ci ha detto in maniera chiara che questa vicenda non si risolverà più. Io non so se lei ha mai provato ad immaginare @pagina=0046@una docente di sessantaquattro anni, che la mattina, invece di occuparsi dei suoi desideri e dei suoi cari, prende il treno per i pendolari e va in una classe sovraffollata, dove magari trova ventinove-trenta bambini che hanno tra i tre e i sei anni.
E non so se, al tempo stesso, ha provato a immaginare nella stessa situazione una giovane insegnante che viene finalmente stabilizzata su questa cattedra grazie all'uscita di questi insegnanti e che prova a consolidare un suo progetto di vita. Questi lavoratori non stanno questuando un privilegio, una gentile concessione da parte del Governo: questi lavoratori stanno rivendicando un loro diritto che è stato maturato nel corso del tempo e che continua ad essere negato, come lei ci ha confermato poco fa, dal Governo.
L'unico atto chiaro che questo Governo è riuscito a fare è la costituzione in giudizio contro questi lavoratori, perché, a fronte della recentissima sentenza del tribunale di Salerno, che aveva, peraltro, ridato speranza a 42 lavoratori, il MIUR ha deciso di ricorrere in appello, uccidendo anche questa fioca speranza. Qui stiamo parlando di lavoratori ai quali un giorno è stato detto: « è vero, abbiamo sbagliato», non in una lettera privata, ma in un atto del Governo, e però non possiamo risolvere la situazione, perché le compatibilità economiche vengono prima della scuola e dei diritti.
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PAGINA: 0009 WALTER RIZZETTO (Misto-AL) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-01291 (Vedi All. A) sulle iniziative per il collocamento degli idonei di concorso attraverso lo scorrimento delle graduatorie, in attuazione del decreto-legge n. 101 del 2013.
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PAGINA: 0046 WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente, Ministro, sarò sicuramente più breve...
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PAGINA: 0009 MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. (Vedi RS) Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0046 MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, l'azione di Governo è concentrata su una serie di riforme, tra le quali un punto qualificante è l'attuazione rapida della legge n. 56 del 2014 sul superamento delle province, la cosiddetta legge Delrio. A tale fine, noi, come Governo, concentriamo ogni sforzo sull'esigenza di ricollocare, in base alle loro competenze e in uffici dove ce ne è bisogno, tanti dipendenti pubblici. Un esempio che mi sta particolarmente a cuore è quello di colmare le carenze di @pagina=0047@organico degli uffici giudiziari attraverso proprio la mobilità dei dipendenti delle province.
Tutto questo nulla toglie ai vincitori di concorso: il Governo riconosce l'assoluta priorità a chi ha vinto un concorso pubblico e la legge di stabilità, proprio nel percorso di mobilità che ho menzionato, ha fatto salvi i vincitori di concorso.
Credo che non sia ammissibile che una pubblica amministrazione bandisca un concorso per determinati posti e poi non assuma i vincitori di quel concorso, e, anche per evitare questo effetto, che abbiamo avuto negli anni passati, nel decreto-legge n. 90 del 2014 ho voluto semplificare le procedure di assunzione, eliminando la doppia autorizzazione, quella che c'era prima del decreto-legge n. 90. Prima, per assumere, vi era un'autorizzazione a bandire e una ad assumere; oggi vi è un'unica autorizzazione a bandire e ad assumere, successivamente al decreto-legge n. 90, approvato a giugno dal Consiglio dei ministri.
Ho parlato, però, finora, di vincitori di concorso, che si trovano in una situazione diversa e di maggiore diritto rispetto agli idonei. Anche gli idonei – voglio sottolinearlo – meritano un'attenzione, soprattutto dopo che, come giustamente ha ricordato l'onorevole Rizzetto nella sua interrogazione, recenti leggi, la legge D'Alia, sentenze, hanno chiesto alle amministrazioni di ricorrere alle graduatorie in corso di validità prima di bandire nuovi concorsi, ma questa attenzione non si può tradurre, come per i vincitori – infatti, hanno una denominazione diversa –, in un diritto, in una certezza.
Vogliamo tutelare anche le aspettative degli idonei, ma questa tutela non può andare a danno di persone che andando in mobilità, o avendo vinto un concorso, appunto, un concorso pubblico lo hanno vinto.
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PAGINA: 0009 WALTER RIZZETTO (Misto-AL) (Vedi RS). Nel dichiararsi insoddisfatto della risposta del Governo, sottolinea come la soluzione individuata dallo stesso presenti probabili profili di incostituzionalità.
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PAGINA: 0047 WALTER RIZZETTO. La ringrazio Ministro, sono assolutamente d'accordo con lei, con l'ultima parte del suo intervento, nel senso che vanno tutelati sicuramente i vincitori di concorso, ma, secondo noi, vanno tutelati anche gli idonei, perché hanno passato un concorso pubblico, non l'hanno vinto, come da lei giustamente ricordato, ma erano stati dichiarati idonei. Quindi, se l'etimologia del termine non mi sfugge, sono idonei a fare un certo tipo di lavoro. Sono ufficialmente 84.040, ma, come ricordato prima, il Governo con un emendamento in seno alla legge di stabilità e la conseguente, come da lei ricordato, abolizione delle province, si è ritrovato con circa 20 mila persone da riallocare, bloccando di fatto il turn-over. Per questi 80 mila e passa idonei, il posto si è quindi volatilizzato di fatto, si è volatilizzato forse per sempre, in quanto – lei lo sa – le graduatorie scadranno alla fine del 2016. Ci saranno, quindi, un boom di ricorsi alla magistratura, appesantendola evidentemente, e l'intento chiaro dell'Esecutivo, secondo noi, è quello di arrivare alla scadenza naturale delle graduatorie, ovvero al 2016, senza dare alcun tipo di possibilità di subentro. L'emendamento di cui lei parlava, tra l'altro, è frutto di una legge che, prevedendo l'eliminazione delle province, potenzialmente è incostituzionale e, quindi, a cascata questi provvedimenti sono incostituzionali. Gli idonei rivendicano, evidentemente, soltanto i loro diritti e c’è gente che è a casa e che sta aspettando da sette, otto o dieci anni. La soluzione era quella individuata dal decreto-legge n. 101 del 2013, dell'ex Ministro D'Alia, che prevedeva che per tutte le amministrazioni dello Stato, l'attingimento dalle graduatorie avvenisse prima di bandire dei nuovi concorsi, mentre oggi lei Ministro sconvolge di fatto – mi dispiace – incostituzionalmente, questo impianto.
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PAGINA: 0009 MARIA CHIARA GADDA (PD) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione Borghi n. 3-01292 (Vedi All. A) sugli obiettivi e priorità di finanziamento con riguardo a progetti volti alla tutela del suolo e al riassetto idrogeologico.
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PAGINA: 0048 MARIA CHIARA GADDA. Grazie Presidente, signor Ministro, il nostro Paese si trova, con sempre maggiore frequenza, a dovere affrontare le emergenze e a gestire i danni, spesso ingenti, provocati da calamità naturali. È chiaro, signor Ministro, che non è più derogabile un concreto programma di prevenzione che riguardi, da un lato un piano pluriennale di manutenzione ordinaria del territorio, dall'altro la necessità di risolvere a monte il tema dell'uso e del degrado del suolo. Quando sono in gioco la qualità della vita delle persone e la loro salute, la possibilità di sviluppo delle nostre imprese e delle nostre competenze, è evidente che il suolo non può essere salvaguardato solo attraverso strumenti urbanistici. La Commissione europea nel 2006 ha proposto la strategia tematica per la protezione del suolo, misure che purtroppo non hanno ancora avuto concretizzazione.
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PAGINA: 0009 GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0048 GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie Presidente, prima di tutto ringrazio gli interroganti che pongono un'esigenza vera all'attenzione oggi del Ministero. Noi abbiamo da tempo l'esigenza di interventi organici e programmati nel tempo per la messa in sicurezza del territorio. In questa direzione ci siamo attivati nell'ultimo periodo, da un lato – lo ricordo – con la predisposizione di un piano pluriennale che prevede un impegno economico di 7 miliardi in sette anni per affrontare le maggiori criticità che abbiamo oggi sul Paese, dall'altro, e non sottovalutiamolo, con il varo della strategia nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici, che vede nella manutenzione del territorio uno dei suoi elementi cardine nel lungo periodo.
Colgo anche quest'occasione per ricordare al Parlamento l'urgenza di approvare un altro provvedimento, che io ritengo chiave in questa materia, e cioè il disegno di legge sul consumo del suolo, che rappresenta un nuovo punto di partenza, soprattutto culturale, nella gestione del nostro Paese.
Nella programmazione comunitaria 2014-2020 dei fondi strutturali comunitari, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è coinvolto in vari programmi (programma nazionale città metropolitane, imprese e competitività, infrastrutture e reti, ricerca e innovazione, cultura, istruzione e governance). L'accordo di partenariato tra il nostro Paese e la Commissione europea stabilisce che gli interventi saranno finanziati a valere sui POR (Programmi operativi regionali) e sul Programma nazionale di sviluppo rurale, quest'ultimo di competenza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. È stato anche previsto che un'adeguata quota del Fondo sviluppo e coesione sia destinato proprio alla realizzazione di interventi di riduzione del rischio derivante @pagina=0049@dal dissesto idrogeologico (bonifiche, infrastrutture idriche ed ambientali strategiche), specificando in questo caso la «territorialità» diretta delle amministrazioni centrali, con particolare riferimento proprio al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nell'indirizzo e nella gestione di queste risorse. Tali risorse, come già previsto nella legge di stabilità 2015, dovranno essere destinate – lo ricordo – ad obiettivi strategici relativi ad aree tematiche nazionali e saranno ripartiti dal CIPE entro il prossimo mese di aprile.
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PAGINA: 0009 ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS). Nel ringraziare il Ministro per la risposta, si dichiara parzialmente soddisfatto, auspicando interventi più incisivi da ipotizzare già nel prossimo provvedimento denominato Green Act.
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PAGINA: 0049 ENRICO BORGHI. Grazie Presidente, innanzitutto desideriamo esprimere un ringraziamento al Ministro Galletti per la risposta che ci soddisfa parzialmente. La nostra iniziativa vuole sostanzialmente mettere al centro un tema, il tema di lavorare in una logica proattiva rispetto alla questione del dissesto e non in una logica di intervento a valle. Su questo l'impegno che il Governo assume in quest'Aula, di poter impegnare le risorse nel quadro comunitario di sostegno nella prossima programmazione, è un elemento importante.
Chiediamo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di svolgere un'azione di coordinamento più marcata e più consistente, in considerazione anche dei contenuti di un provvedimento che è in fase di definizione – pensiamo al tema del collegato ambientale che il Senato sta per varare – e sulla base di un altro provvedimento che il Presidente del Consiglio ha annunciato, il cosiddetto green act, che dal nostro punto di vista deve inserire, per così dire, le concretizzazioni degli elementi che oggi il Ministro ha qui dettagliato nelle sue linee generali.
In questo ambito si tratta di dare corpo e sostanza a quella strategia di mitigazione del cambiamento climatico a cui lei ha fatto riferimento e per la quale riteniamo che il nostro Paese, in occasione dell'appuntamento di Parigi di fine anno, come già abbiamo avuto occasione di esprimere in altre circostanze, si debba presentare con degli elementi molto concreti. Quindi, in questo senso, crediamo che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare debba e possa svolgere una funzione più marcata.
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PAGINA: 0010 PIERPAOLO VARGIU (SCpI) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-01293 (Vedi All. A) sulle iniziative di competenza in merito alla destinazione dell’«ex Ospedale Marino» di Cagliari, presso la spiaggia del Poetto.
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PAGINA: 0049 PIERPAOLO VARGIU. Signor Presidente, signor Ministro, una data, il 1982: viene abbandonato lo stabile dell'ex Ospedale Marino di Cagliari. Sono 6 mila metri cubi sulla spiaggia del Poetto, sottratti ad ogni sviluppo economico e turistico della nostra città. Nel 2006 finalmente un bando di gara. Nel 2007 il bando di gara viene aggiudicato. A bando aggiudicato interviene la sovrintendenza con un vincolo, che aiuta a fare scappare il vincitore. E si arriva alla schizofrenia che, laddove c'era un ospedale sulla spiaggia di Cagliari, rischia di esserci una casa di cura privata. Finalmente nel 2015 la regione sembra accorgersene e parla di revoca del bando.
Trentatré anni di sfregio della spiaggia del Poetto. Cagliari è una città esausta. Con il vincolo della sovrintendenza ci sono due rischi: il primo che non si possa portare buttare giù il bene, che è vincolato; il secondo che la ristrutturazione rischi di non essere economicamente sostenibile.
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PAGINA: 0010 DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. (Vedi RS)Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0050 DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, devo dire che la visione degli atti e dei procedimenti di questo periodo lungo, troppo lungo, dimostra, però, che gli uffici territoriali del Ministero hanno cercato un'interlocuzione, sia con gli altri enti coinvolti, che con le ditte aggiudicatrici. È stato espresso un parere favorevole, nel dicembre 2010, in sede di conferenza dei servizi, poi formalizzato dalla sovrintendenza competente, a condizione che si fornissero alcune integrazioni con tavole dettagliate, poi ribadito, senza particolari ulteriori prescrizioni, da due differenti note del novembre e del dicembre 2013, sia per le competenze relative all'applicazione della parte seconda del Codice dei beni culturali, che per le competenze in materia di paesaggio. Per questo, non pare imputabile a questo Ministero un rallentamento, né un blocco delle procedure di approvazione.
Il progetto è relativo alla riqualificazione appunto dell’«ex Ospedale Marino», presentato dalla società Prosperius e dall'istituto Prosperius, in qualità del costituendo raggruppamento di imprese, che è stato aggiudicatario dopo una serie di ricorsi. Tale progetto riguarda l'intero intervento sull'edificio e sulle aree contermini, finalizzato alla costituzione di un centro specializzato nel recupero motorio e nella riabilitazione. Il complesso immobiliare, che è già sottoposto a tutela ope legis, in quanto di proprietà pubblica e costruito da oltre cinquant'anni ed è stato riconosciuto di interesse culturale con decreto del settembre 2007 e successivamente dal prescritto accordo per la verifica dell'interesse culturale del patrimonio regionale tra la regione Sardegna e la direzione del Ministero dei beni culturali, che non ha pregiudicato in alcun modo l'eventuale riuso e valorizzazione a fini sociali, così come evidenziato da tutti i pareri favorevoli degli organi preposti alla tutela. Gli uffici del territorio mi hanno informato che l'assessore all'urbanistica della regione Sardegna ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a dicembre 2014, che l'annullamento dell'intero iter della gara d'appalto per la rifunzionalizzazione dell’«ex Ospedale Marino» è stato determinato per irregolarità procedurali, però agli uffici non risulta alcun atto formale da parte della regione Sardegna a seguito di quella conferenza stampa.
Detto questo, il Ministero è ovviamente disponibile, nel rispetto delle regole e nel rispetto delle diverse competenze, come avvenuto in passato anche attraverso interlocuzioni con gli enti preposti e con le diverse competenze degli enti territoriali, per trovare una soluzione, ma lo può fare soltanto nell'ambito delle proprie competenze e non andando oltre queste.
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PAGINA: 0010 PIERPAOLO VARGIU (SCpI) (Vedi RS). Ritiene necessarie tempestive azioni volte a rimuovere quello che si configura come un rudere sulla spiaggia del Poetto, nel territorio di Cagliari.
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PAGINA: 0050 PIERPAOLO VARGIU. Signor Presidente, signor Ministro, purtroppo devo integrare alcune considerazioni che forse non le sono state fornite nel dettaglio. Nel 2006, quando la regione fece il bando, il bene non era sottoposto a vincolo. Il vincolo intervenne quando il bando era già stato aggiudicato e questo contribuì a far scappare il vincitore che aveva accettato la destinazione turistica. Il successivo vincitore voleva farci una casa di cura privata con letti accreditati e convenzionati ed è quello che ha determinato che, alla fine del 2014, la regione annunciasse che ci sarebbe stata la revoca del bando. Siccome nel 2007 il sovrintendente disse che l'errore che aveva fatto la regione era che non gli aveva parlato preventivamente di che cosa fare nell’«ex Ospedale Marino» altrimenti avrebbero potuto lavorare insieme, noi vorremmo che quando la regione @pagina=0051@formalizzerà la revoca del bando, cosa che dovrebbe essere imminente, la sovrintendenza sia parte attiva a contattare immediatamente, sia la regione, che il comune, perché la città di Cagliari, esausta e disperata, com’è disperata la regione Sardegna, non può permettersi altri trentatré anni di un rudere sulla spiaggia più bella d'Italia, che è utilizzata come spiaggia immagine di Expo 2015. Chiediamo, quindi, al suo Ministero un intervento attivo.
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PAGINA: 0010 RAFFAELE CALABRÒ (AP) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-01294 (Vedi All. A) concernente elementi e iniziative in merito ai programmi e ai lavori di restauro e messa in sicurezza del sito archeologico di Pompei.
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PAGINA: 0051 RAFFAELE CALABRÒ. Grazie Presidente, signor Ministro, come lei sa le piogge della scorsa settimana hanno determinato lo smottamento di una parte del terreno della casa di Severus a Pompei. Il cedimento del terreno ha fatto ulteriormente franare una porzione anche del muro di contenimento del giardino. Peraltro, siamo in un'area, l'area interessata da questo smottamento, che è compresa nel programma di messa in sicurezza previsto dal «Grande progetto Pompei». Va detto pure che la sovrintendenza sta avviando una convenzione con i vigili del fuoco proprio per intervenire su queste aree frequentemente. Ma ormai sono più di trenta i crolli verificatisi a Pompei negli ultimi cinque anni. E tra gli episodi mi riferisco ai cedimenti del Tempio di Venere, della Tomba di Lucius Publicius Syneros e di una bottega di via di Nola. La richiesta, signor Ministro, è che vorremmo sapere quando partono sul serio i programmi, i lavori di restauro, la messa in sicurezza di tutto il sito di Pompei che, senz'altro, è considerato un bene dell'umanità.
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PAGINA: 0010 DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. (Vedi RS) Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0051 DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, in effetti nei giorni scorsi, come hanno riportato i giornali, c’è stato uno smottamento di una porzione di terreno nel regio VIII. Questo giardino è sorretto da un muro di terrazzamento, che è stato costruito su un banco roccioso irregolare, e, vista la particolare pendenza del sito, le piogge con una grande quantità d'acqua sono state la causa del cedimento.
I lavori di messa in sicurezza del regio VIII – lei ha fatto riferimento al «Grande progetto Pompei» – interessano l’insula 1 e una porzione dell’insula 2, ma non interverranno al momento in questo luogo perché si aspettava ed è arrivata la progettazione. Sarebbe stato possibile soltanto, ora che è stato eseguito con un intervento del «Grande progetto Pompei», il rilevamento del fronte meridionale della collina. La sovrintendenza ha attivato un accordo con i vigili del fuoco e una apposita convenzione per vigilare il più possibile sulla situazione di emergenza. Inoltre, grazie all'accordo che abbiamo stipulato un anno fa con Finmeccanica, tutta l'area è sottoposta al controllo satellitare per verificare gli smottamenti di terreni ma, rispetto a questo episodio, nemmeno il satellite di Finmeccanica ha rilevato possibili cedimenti, a dimostrazione che è stato un fatto improvviso.
Ora, secondo quello che è stato riportato in Parlamento, nella relazione prevista dalla legge e nelle audizioni del generale Nistri, che è il direttore del «Grande progetto Pompei», gli interventi si stanno facendo e si stanno facendo in modo consistente, rispettando le regole europee e rispettando ad oggi i tempi europei. Sono stati banditi interventi per un totale di 96,2 milioni di euro. Il piano della @pagina=0052@conoscenza è stato interamente bandito (8 milioni di euro). Sono 3 i cantieri conclusi; sono 9 i cantieri aperti; sono 6 le gare aggiudicate; sono 13 le gare con la procedura di affidamento in corso e 6 le progettazioni in corso. È avviato il piano della sicurezza e quindi stiamo seguendo, anche sulla base di un accordo firmato con il Commissario europeo nel luglio scorso che prevede il rispetto di questi tempi per accedere ai finanziamenti europei. La sovrintendenza speciale e il «Grande progetto Pompei» stanno facendo tutto il massimo possibile. Vorrei però che fosse chiaro e colgo questa occasione per sottolinearlo, che talvolta pare che, una volta spesi i 105 milioni di euro dei finanziamenti europei, sia risolto il problema di Pompei. Non è così. Sarà sempre un cantiere aperto. Sono 66 ettari, di cui 44 già scavati e 22 da scavare, esposti a cielo aperto. È evidente che questo tipo di sito, di queste dimensioni, comporterà sempre un lavoro continuo di manutenzione, per cui stiamo intervenendo sul personale, e che non si completerà, nel senso che sarà costantemente necessario prevenire, con interventi di prevenzione, che sono quelli che stiamo portando avanti, fare interventi di restauro ma fare sempre di più interventi di manutenzione.
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PAGINA: 0010 RAFFAELE CALABRÒ (AP) (Vedi RS). Ritiene fondamentale incrementare l'attività di monitoraggio sui lavori di restauro e messa in sicurezza del sito archeologico di Pompei.
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PAGINA: 0052 RAFFAELE CALABRÒ. Signor Ministro, lei stesso si rende conto da quello che riferisce come tali fenomeni stanno avvenendo con una frequenza eccessiva e notevole. Non abbiamo certamente timore del cantiere continuo. Ci rendiamo conto e lei ha perfettamente ragione nel dire che il cantiere c’è, ci sarà, e continuerà ad esserci, ma abbiamo paura dei danni che si possono determinare al sito di Pompei. I vigili del fuoco rappresentano quello che può servire in un'emergenza. Però evidentemente da quello che è successo è chiaro che il monitoraggio che è stato messo in atto non è adeguato né sufficiente ed io credo, come lei stesso dice, che sia meglio prevenire che curare. Quindi forse bisogna curare meglio il livello di monitoraggio.
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PAGINA: 0011 IGNAZIO ABRIGNANI (FI-PdL) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-01295 (Vedi All. A) sulle iniziative di competenza al fine dell'effettivo avvio della riforma dell'Enit.
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PAGINA: 0052 IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, signor Ministro, l'articolo 16 del decreto-legge n. 83 del 2014 prevedeva la trasformazione di ENIT in ente pubblico economico e la liquidazione di Promuovi Italia Spa. Nello stesso articolo era previsto il commissariamento dell'ente fino all'insediamento degli organi dell'ente trasformato. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge il commissario avrebbe dovuto provvedere all'adozione di un nuovo statuto dell'ENIT, da approvare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Avrebbe dovuto adottare un piano di riorganizzazione e individuare la dotazione organica dell'ente e le unità di personale e sottoporre Promuovi Italia a liquidazione.
Ad oggi non si ha conoscenza se sia stato sottoposto al Presidente del Consiglio il nuovo statuto dell'ente, per cui chiediamo al signor Ministro di farci sapere cosa si può fare per porre rimedio ad una situazione di stallo, che non permette di avviare la riforma reale dell'ente ENIT e di realizzare la struttura che serve al turismo.
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PAGINA: 0011 DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. (Vedi RS) Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0053 DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie Presidente. L'onorevole Abrignani ha ricordato che il processo necessario di trasformazione e di modernizzazione dell'ENIT, come contenuto nel decreto cosiddetto «Art bonus» e poi nel testo migliorato dai lavori parlamentari in sede di conversione, ha disposto la trasformazione dell'ENIT, agenzia nazionale del turismo in ente pubblico economico. La stessa disposizione ha stabilito che fino all'insediamento degli organi dell'ente trasformato, tutte le funzioni dell'organo collegiale fossero svolte da un commissario straordinario. Con decreto del 16 giugno 2014 è stato nominato l'ingegner Cristiano Radaelli commissario straordinario dell'ENIT fino all'insediamento degli organi. In base ai disposti della legge si prevedeva che, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge, si sarebbe dovuto approvare lo statuto dell'ENIT. In anticipo rispetto a quella scadenza, il commissario straordinario – lo ringrazio per questo – ha adottato il nuovo statuto dell'ente con deliberazione consiliare del 10 novembre 2014 e l'ha trasmesso al Ministero dei beni e delle attività culturali quale autorità vigilante. Naturalmente, nella fase successiva alla trasmissione ci sono stati contatti tra la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell'economia e il Ministero dei beni culturali che hanno portato ad alcuni affinamenti. Il commissario dell'ENIT ha adottato il nuovo testo il 23 dicembre 2014. In quella stessa data, cioè il 23 dicembre 2014, il mio Ministero ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio per la firma lo statuto dell'ENIT. Questo è lo stato delle cose. Quindi, attualmente, lo statuto dell'ENIT è dal 23 dicembre 2014 alla firma della Presidenza del Consiglio. Sapete – perché questi elementi sono stati riportati più volte dalla stampa – che è in corso una riflessione sulla possibile integrazione, fusione o comunque raccordo tra ICE ed ENIT. Naturalmente, essendo questa una competenza che riguarda più Ministeri, per sua natura rientra nelle competenze della Presidenza del Consiglio, quindi ritengo che il rallentamento nella firma derivi da una riflessione sull'ipotetica fusione ICE-ENIT.
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PAGINA: 0011 IGNAZIO ABRIGNANI (FI-PdL) (Vedi RS). Apprezzate le misure sinora adottate dal Governo, ritiene tuttavia indispensabile procedere tempestivamente al fine di completare la riforma dell'ente richiamato nell'atto di sindacato ispettivo.
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PAGINA: 0053 IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie Presidente. Signor Ministro, io apprendo e apprezzo l'operato del commissario Radaelli nei suddetti termini. Apprezzo anche il sollecito con cui il suo Ministero ha inviato alla Presidenza del Consiglio il testo, però io considero il Governo un unicum e, ad oggi, questa trasformazione dell'ENIT, al di là di tutte le riflessioni che vogliamo fare, non c’è stata e non c’è. Io adesso non voglio tirare per forza in mezzo l'Expo, ma direi che in questo momento il turismo in Italia dovrebbe essere, come qualcuno ha dichiarato, un anno felix. Tuttavia, senza quello che è l'ente principale che dovrebbe occuparsi di turismo, fermo al palo, sicuramente non so quanto questo potrà avvenire, per cui quello che le chiedo da questo banco e a nome del mio gruppo, è di sollecitare il più possibile questo tipo di riflessione, in maniera tale che possa partire col piede giusto, integrato o non; insomma ci auguriamo che il turismo venga finalmente posto in condizione di svilupparsi, posto che è sempre stato considerato un bene, l'oro, il petrolio del Paese, ma poi è sempre rimasto fermo. Quello che stiamo vedendo oggi sull'ENIT ci conferma ancora che tutti parliamo di turismo, che serve al nostro Paese, ma poi, quando si tratta di fare qualcosa, le cose rimangono ferme. Quindi, l'augurio è che il sollecito che ha avuto il commissario e che ha avuto il suo Ministero venga in qualche modo raccolto dalla Presidenza del Consiglio e finalmente l'ENIT possa ripartire.
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PAGINA: 0011 MILENA SANTERINI (PI-CD) (Vedi RS). Illustra la sua interrogazione n. 3-01296 (Vedi All. A) sulle iniziative volte alla riapertura del padiglione italiano del Museo di Auschwitz e alla memoria della Shoah.
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PAGINA: 0054 MILENA SANTERINI. Grazie Presidente. Signor Ministro, come lei sa, negli anni scorsi abbiamo piuttosto trascurato nel museo di Auschwitz la presenza italiana in memoria delle vittime deportate dall'Italia. Quest'anno abbiamo approvato in legge di stabilità un contributo al museo. Sono in corso una serie di azioni.
Io vorrei chiedere a che punto siamo e come ci stiamo occupando di questo aspetto che è fondamentale, perché, come lei sa, noi abbiamo un'opera, un'opera d'arte degli anni Settanta che, però, non è stata approvata, non è approvata dal museo e dobbiamo sostituirla con altre installazioni. Vorrei, appunto, chiedere come valorizzare e proteggere sia l'opera d'arte che esporteremo che quella che dovremo realizzare.
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PAGINA: 0011 DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. (Vedi RS) Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0054 DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, l'onorevole Santerini ha ricordato la situazione dell'allestimento museografico del «Blocco 21» ad Auschwitz che, secondo la direzione del museo, non è più congruente rispetto agli standard adottati dal museo da diversi anni. Su questo, il Governo da diversi mesi si è attivato. L'opera d'arte, che è un'opera d'arte multimediale di grande impatto emotivo, che però riflette l'atmosfera dell'epoca in cui fu realizzata, è di proprietà dell'ANED, l'Associazione nazionale ex deportati, che ha acconsentito, dopo una riflessione, al suo trasferimento in Italia.
Il Governo si è adoperato per le modalità di trasporto dell'opera, un'opera molto grande, per programmare il restauro e, poi, la ricollocazione. Ci sono state diverse ipotesi di collocazione in città italiane: la scelta finale è caduta, con condivisione e sollecitazione dell'Associazione nazionale ex deportati, su Firenze. Per questo si sta predisponendo una convenzione tra l'ANED, il comune di Firenze, la regione Toscana ed il MIBACT, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, a cui spetterà la responsabilità tecnica e scientifica dello smontaggio, il trasporto, il restauro e, poi, per la conservazione e il restauro interverrà l'Opificio delle pietre dure di Firenze prima della ricollocazione dell'opera.
Poi, sarà responsabilità, in questo caso, della Presidenza del Consiglio di disporre, anche mediante un concorso internazionale di idee, come procedere al nuovo allestimento del «Blocco 21» del museo di Auschwitz, affinché risponda a criteri più moderni, più attuali, sia dal punto di vista storico che museografico. Vorrei anche precisare che la previsione di spesa di un milione di euro disposta dalla legge di stabilità per il 2015 a favore della Fondazione Auschwitz-Birkenau rappresenta, invece, il contributo italiano al fondo perpetuo della Fondazione, che è costituito da tutti i Paesi per il mantenimento di tutto il complesso museale e non soltanto del singolo blocco museale.
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PAGINA: 0012 MILENA SANTERINI (PI-CD) (Vedi RS). Prende atto della rinnovata attenzione nei riguardi delle opere volte a preservare la memoria della Shoah e si dichiara soddisfatta.
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PAGINA: 0054 MILENA SANTERINI. Signor Presidente, la ringrazio, signor Ministro, perché vedo veramente una concreta attenzione ed anche una rinnovata attenzione ai luoghi della memoria, non solo a quello di Auschwitz, ma, naturalmente, anche a quelli in Italia. Io ricordo il prossimo, il futuro, speriamo, museo della Shoah di Roma, quello di Ferrara, il memoriale della Shoah di Milano, alla stazione centrale di Milano, il cosiddetto «Binario 21».
Sono soddisfatta della risposta, perché vedo che, appunto, c’è attenzione sia per l'opera che va spostata, va protetta e va valorizzata – e, quindi, su questo ci aspettiamo che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dia il supporto specifico proprio di competenza – sia per la nuova installazione, perché la nuova installazione dovrà essere fatta non solo in modo più moderno, ma dovrà, in qualche modo, rendere giustizia alle principali @pagina=0055@vittime di Auschwitz e, cioè, agli ebrei, che, quindi, hanno diritto ad essere raccontati, narrati e la loro memoria trasmessa alle giovani generazioni: mi riferisco alle famiglie, ai bambini, agli adulti, agli anziani, che hanno trovato la morte ad Auschwitz.
Trovo questo molto importante e trovo altresì importante che, lasciando ogni ideologia, invece di fare la guerra delle memorie, diciamo così, tra i deportati politici e le comunità ebraiche, noi, invece, troviamo il modo di narrare quella che è stata una delle più grandi tragedie del nostro tempo.
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PAGINA: 0012 DANIELE PESCO (M5S) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione Sorial n. 3-01297 (Vedi All. A) concernente intendimenti del Governo in merito alla costituzione di parte civile nell'ambito dei processi in corso presso il tribunale di Trani nei confronti di alcune agenzie di rating.
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PAGINA: 0055 DANIELE PESCO. Grazie, Presidente, intervengo su fatti gravissimi che sono successi a Trani. Ebbene, a Trani è in svolgimento un processo dove le agenzie di rating, le due tra le più famose, sono accusate di aver costruito e manipolato dei giudizi negativi a carico del nostro Paese negli anni tra il 2010 e il 2012. Ricordiamo tutti cosa è successo in quel periodo: il nostro rating è sceso, i tassi di interesse sui nostri titoli sono saliti vertiginosamente. Il fine sappiamo tutti che era quello di insediare il Governo Monti.
Ebbene, cosa vuol dire ? Vuol dire che i nostri cittadini hanno subito un danno gravissimo, ma la cosa ancor più grave è che questo Governo non si è costituito parte civile in questo processo, il che vuol dire che i cittadini non potranno essere risarciti, e questa è una cosa gravissima. Soprattutto è grave il fatto che siano palesi due cose, una che vi è complicità tra questo Governo e le agenzie di rating, probabilmente perché vi è uno stretto rapporto, probabilmente perché non riescono a resistere al ricatto...
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PAGINA: 0012 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Risponde all'interrogazione.
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PAGINA: 0055 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ovviamente il quesito è rivolto al Ministro dell'economia e delle finanze che oggi è impegnato all'estero per appuntamenti istituzionali e, quindi, rispondo sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze che aveva la valutazione in ordine alla costituzione in giudizio rispetto al processo citato nel quesito.
Respingo, in via preliminare, ogni ipotesi di connessione tra lo Stato, il Governo italiano, ovviamente, e le agenzie di rating. Ciò detto, lo Stato italiano valuta la propria costituzione in giudizio in ambito penale laddove ritenga che sussista un danno e, quindi, ci sia la possibilità di chiedere un risarcimento del danno stesso e ciò a prescindere dal fatto che possano essere lesi gli interessi dei consumatori che, per quanto interessi giuridicamente rilevanti, non attengono alle valutazioni dell'amministrazione statale.
Nel caso specifico non si sono rilevate prove evidenti di una connessione tra l'annuncio pubblico del declassamento della Repubblica italiana e, quindi, del downgrading operato da queste società di rating a mercati aperti e l'andamento dei @pagina=0056@titoli, sia perché, appunto, l'andamento dei titoli è determinato da molteplici fattori sul mercato e, quindi, non c'era una stretta evidenza, sia perché nei giorni immediatamente successivi non ci sono state collocazioni di titoli di Stato, quindi, non si è potuto verificare un impatto negativo né un particolare andamento negativo conclamato dei titoli italiani, del sistema bancario e, quindi, del debito pubblico in generale. Valutazioni analoghe, peraltro, hanno portato anche Banca d'Italia a non costituirsi nell'ambito dello stesso giudizio, proprio perché ha ravvisato che non ci fossero gli estremi di un danno e che non ci fosse uno stretto collegamento tra le agenzie di rating e, quindi, quanto pronunciato dagli esponenti di questa agenzia di rating e l'andamento complessivo del mercato di diversi Paesi appartenenti alla zona euro in quei giorni e, quindi, le ha considerate variabili indipendenti.
Non ci sono, peraltro, riscontri della denuncia presentata dalla Adusbef che, invece, viene citata nel quesito e, quindi, delle eventuali quantificazioni da parte della Corte dei conti non ci sono ritorni, fermo restando che, ovviamente, lo Stato, laddove nell'ambito del giudizio penale venisse accertato un danno, potrà intentare in ambito civile una causa autonoma per chiedere il risarcimento del danno se, invece, dovesse emergere.
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PAGINA: 0012 GIRGIS GIORGIO SORIAL (M5S) (Vedi RS). Sottolinea il gravissimo danno economico arrecato all'Italia dalle azioni delle principali agenzie di rating.
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PAGINA: 0056 GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente, vi è un danno di 120 miliardi, quantificato dalla Corte dei conti e legato a questa manipolazione. Ma abbiamo qui la dimostrazione che le agenzie controllate dalle multinazionali della finanza fanno il loro interesse: controllori succubi dei controllati. E il Ministro ha semplicemente preferito fare l'ossequioso di fronte a questa gente piuttosto che tentare di incassare un grosso risarcimento da girare sugli investimenti produttivi e sul welfare. Ricordiamolo: nel 2011-2012, la manipolazione sul rating ha sottratto sovranità sui conti e democrazia nelle scelte politiche. C’è un danno di 120 miliardi di euro, ma voi non ve ne rendete conto. Non vi rendete conto di quanti redditi di cittadinanza si possono fare con 120 miliardi di euro. Semplicemente il MEF non vuole riparare; e sapete perché non vuole riparare ? Perché non vuole assolutamente e non tiene alla sovranità e alla democrazia in questo Paese; sono principi lontani da questo Governo. Allora, mentre il Governo italiano sta fermo, in Spagna, nel 2011, le tre agenzie di rating internazionali vengono denunciate da una decina di studi legali spagnoli con l'accusa di aver alterato i prezzi dei mercati nella crisi del debito. Nel 2011, in Portogallo, vari economisti hanno presentato alla procura generale della Repubblica una denuncia penale contro le agenzie di rating per un presunto reato di manipolazione dei mercati. Persino Obama, recentemente, la Casa Bianca, gli Stati Uniti, hanno denunciato Standard & Poor's per aver contribuito alla crisi dei mutui subprime del 2008, e l'agenzia di rating sta patteggiando un risarcimento da 1 miliardo e mezzo. Allora, anche fosse solo un patteggiamento da 1 miliardo di euro, il Ministro dell'economia e delle finanze, non costituendosi parte civile, dimostra la sudditanza nei confronti delle agenzie di rating, a danno dei cittadini italiani, con una gravissima – gravissima ! – responsabilità del Ministro Padoan, che non può rappresentare in alcun modo i cittadini italiani e la situazione di crisi dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0013 La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,35.
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PAGINA: 0013 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0057 Missioni.
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PAGINA: 0013 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono novantadue.
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PAGINA: 0057 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Merlo, Pisicchio, Realacci, Sanga, Speranza, Tabacci e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0013 Nomina di un vicepresidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. (Vedi RS)
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PAGINA: 0057 Nomina di un vicepresidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.
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PAGINA: 0013 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che il Presidente della Camera, di intesa con il Presidente del Senato, ha nominato vicepresidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale il senatore Vincenzo Gibiino.
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PAGINA: 0057 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 5 maggio 2009, n. 42, in data 11 febbraio 2015, si è proceduto, d'intesa con il Presidente del Senato, a nominare un vicepresidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, il senatore Vincenzo Gibiino.
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PAGINA: 0013 Si riprende la discussione. (Vedi RS)
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PAGINA: 0057 Si riprende la discussione.
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PAGINA: 0013 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Chiede una sospensione della seduta per consentire al Comitato dei nove di concludere i propri lavori.
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PAGINA: 0057 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, è in corso la riunione del Comitato dei nove sull'emendamento che era stato accantonato in chiusura della seduta e abbiamo necessità di chiedere un quarto d'ora ulteriore, anche perché nel frattempo è in corso l'assemblea di partito e la riunione è iniziata più tardi del previsto.
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PAGINA: 0013 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta fino alle 17.
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PAGINA: 0057 PRESIDENTE. Onorevole Fiano, scusi se la Presidenza si permette, siamo sicuri che possiamo fare un quarto d'ora, o è necessario più tempo, onde evitare un andazzo che è successo altre volte ? No ? Stiamo tranquilli.
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PAGINA: 0014 La seduta, sospesa alle 16,37, è ripresa alle 17.
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PAGINA: 0014 PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto di proposte emendative ritirate dai presentatori.
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PAGINA: 0057 PRESIDENTE. A questo punto la Presidenza aggiunge due minuti, la seduta riprenderà alle ore 17.
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PAGINA: 0014 Intervengono sull'emendamento Costantino 31.121 il relatore per la maggioranza EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), che conferma il parere contrario e il deputato ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0057 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Sì, Presidente, lo riprendiamo @pagina=0058@all'esito della discussione che si è testé svolta in sede di Comitato dei nove, riunitosi per l'emendamento accantonato, l'emendamento Costantino 31.121, che riguarda le competenze e l'iniziativa sulla clausola di salvaguardia. Questo emendamento proponeva di sopprimere l'iniziativa del Governo e di sostituirla unicamente con quella del Parlamento. Voglio qui riferire, in pochissime parole, la discussione, perché ci sono stati oggi degli interventi che hanno apprezzato il clima che si è instaurato ieri sera nella discussione e nel recupero di un parere che il Governo ha modificato sull'emendamento che ieri sera l'Assemblea ha approvato, una discussione molto seria che abbiamo fatto, non semplice, che fa seguito a numerosi interventi che si sono succeduti prima dell'interruzione dei lavori di questa mattina sulla validità o meno di contemplare l'iniziativa del Governo, ovvero quella del Parlamento o di tutti e due sulla proposta di legge per la clausola di supremazia.
Io tolgo – come ho già comunicato al Comitato – l'accantonamento che avevo proposto su questo emendamento e mantengo il mio parere contrario. PAGINA: 0058 ROCCO PALESE. Presidente, nel ricevere la parola, per la quale la ringrazio, volevo chiederle se è aperta la discussione su questo emendamento.
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PAGINA: 0014 Intervengono sull'ordine dei lavori il Presidente e il deputato DANIELA GARNERO SANTANCHÈ (FI-PdL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0059 DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Grazie, Presidente (Deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie indossano una maglietta recante la scritta: «Io sto con Stacchio, con chi difende il territorio»)... PAGINA: 0059 PRESIDENTE. Colleghi della Lega, io non penso che questo sia un modo serio di affrontare i problemi che abbiamo in questo dibattito, mettendo il Presidente nelle condizioni di intervenire sul piano regolamentare su una questione che non c'entra nulla, di grande dignità – rispetto molto quello che voi scrivete là sopra – ma non possiamo caricare in questo momento delle sedute già molto complicate con altre questioni. Ve lo chiedo davvero ai fini del lavoro di tutti, che deve essere il più possibile, nei termini possibili, concentrato @pagina=0060@sulle cose che stiamo affrontando. Quindi, onorevole Santanchè, le chiedo davvero di darmi una mano, grazie.
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PAGINA: 0014 Intervengono sull'emendamento Toninelli 31.100 i deputati ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS), DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS) e CRISTIAN INVERNIZZI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0060 ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia su questo emendamento. Così @pagina=0061@come abbiamo già detto sia in Aula sia nel Comitato dei nove, riteniamo, sostanzialmente, che, in relazione alla clausola di supremazia, così come viene delineata nell'articolo 117, lasciando esclusivamente al Governo l'iniziativa di applicare la clausola di supremazia, sostanzialmente si venga a creare un potere disequilibrato rispetto a tutto quello che è il sistema dell'intera Costituzione.
Voglio ricordare, come ha anche ricordato il presidente Sisto poco fa in Commissione, durante il Comitato, che l'articolo 71 della nostra Costituzione, al primo comma, ricorda che l'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, ma anche a ciascun membro delle Camere e agli organi e agli enti ai quali sia data da legge costituzionale. Quindi, volendo mantenere sostanzialmente questo sistema di equilibrio complessivo della Costituzione, non possiamo accettare una deroga così come viene delineata all'interno della clausola di supremazia nell'articolo 117. PAGINA: 0061 DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Ho partecipato al Comitato dei nove di pochi minuti fa, in cui vi è stato un dibattito, prima interno alla maggioranza e al Governo e poi ampliato a tutto l'arco parlamentare, e non ho trovato, nonostante il dibattito che, grazie al cielo, almeno in questa occasione vi è stato, una volontà di apertura; apertura su un argomento che parte del Parlamento, ma anche illustri costituzionalisti, hanno definito essere molto pericoloso.
Infatti, una clausola di supremazia sull'attività legislativa data esclusivamente al Governo, che pone una deroga totale, formale e sostanziale nel riparto di competenze tra Stato e regioni, significa dare al Governo il potere assoluto dell'iniziativa legislativa. Su questo, mi stupisco fortemente riguardo ai colleghi della Lega, che oggi indossano una maglietta i cui contenuti hanno una certa importanza, possono essere ascoltati e possono essere dibattuti; ma avrei voluto vedere, invece, i colleghi leghisti con una maglietta che diceva: «Il regionalismo è morto, il federalismo è stato seppellito».
Questo comma, questo passaggio, seppellisce la loro idea di regionalismo e la loro battaglia di vent'anni sul federalismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ciò prova il fallimento di questo partito che in vent'anni non ha mai realizzato un solo passaggio di quello che è il sogno che vendono al loro elettorato, di un federalismo che oggi non ha fatto altro che aumentare i centri di spesa, @pagina=0062@aumentare le spese e la corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0062 CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, innanzitutto vorrei ricordare al collega Toninelli che non è un emendamento della Lega che cerca di inserire la clausola di salvaguardia all'interno della Costituzione, ma è una iniziativa presa da alcuni partiti, in particolar modo dal Partito Democratico, e, almeno fino all'altro ieri, da Forza Italia e dagli attuali partiti che in questo momento compongono la maggioranza. L'hanno inserita all'interno della nuova Costituzione, segno che probabilmente, se qualcuno ha parlato inutilmente di federalismo per vent'anni, sono proprio questi i soggetti sui quali bisognerebbe puntare il dito.
Non vorrei entrare nella polemica, però oggi ritenevamo fondamentale per noi manifestare, dal punto di vista anche umano, collega Toninelli, la vicinanza a un cittadino di una comunità particolarmente provata, motivo per cui indossiamo questa maglietta.
Per quanto riguarda la clausola di salvaguardia, ne approfitto anche per informare tutti, in particolar modo il collega Toninelli che sembra particolarmente interessato, che noi voteremo sicuramente a favore del suo emendamento e faremo la battaglia con i pochi minuti che ci sono rimasti e con i pochi voti su cui possiamo contare in questo Parlamento, contro proprio l'introduzione di una clausola di salvaguardia di questo tipo.
La clausola di salvaguardia, onorevole Presidente – lo dico a lei e mi riferisco a tutta l'Assemblea – esiste anche in altre Costituzioni europee, cito ad esempio una Costituzione sicuramente federalista e funzionante, che magari il Governo avrebbe dovuto prendere ad esempio, sia per quanto riguarda la fine del bicameralismo perfetto, sia per capire come obiettivamente...
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PAGINA: 0014 Intervengono sull'emendamento Costantino 31.125 i deputati PIERO LONGO (FI-PdL) (Vedi RS) e RUDI FRANCO MARGUERETTAZ (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0063 PIERO LONGO. Signor Presidente, signore e signori della Camera, non sfugge a nessuno che la clausola di supremazia è contenuta, secondo questa proposta di legge costituzionale, all'articolo 117 della Costituzione, cioè nel Titolo V della Costituzione, ma riguarda la formazione delle leggi, che come sappiamo e come è già stato ricordato fa parte della sezione seconda del Titolo I, che è «Il Parlamento» e che tratta subito dopo la formazione delle leggi.
C’è un problema a mio parere. Se questa modifica fosse stata apposta nel primo comma dell'articolo 71, vi sarebbe una certa coerenza, quantomeno formale. Si leggerebbe così: l'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. E solo al Governo per questa norma di supremazia.
Nasce così il problema, ampiamente trattato dai costituzionalisti, del conflitto interno tra norme. A mio parere, l'introduzione di questa norma è incostituzionale. Attraverso quale sistema ? Attraverso il sistema previsto dall'articolo 139 della Costituzione, il quale, come è noto e sappiamo, dice che la forma repubblicana non è emendabile dalla Costituzione. E fino a qua si potrebbe dire: ma cosa c'entra ? C'entra molto, perché le elaborazioni giurisprudenziali della suprema Corte costituzionale e dei giuristi costituzionalisti hanno ampliato moltissimo il concetto di sistema repubblicano ed hanno esteso il concetto di sistema repubblicano al cosiddetto zoccolo duro della Costituzione, la prima parte, e verosimilmente anche al momento creativo delle leggi.
Quindi, si rischia che un domani la Corte costituzionale, ex articolo 139 della Costituzione, dichiari incostituzionale questo @pagina=0064@comma che non si è voluto modificare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0064 RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Grazie Presidente, io credo che questo e gli emendamenti che seguono sono un'ultima possibilità per il Governo, per il Comitato dei nove, di riflettere su questo punto.
Com’è chiaro ai colleghi, sono degli emendamenti a decrescere nei contenuti. Tuttavia, credo che quello che stiamo dibattendo adesso sia il più centrale tra tutti in quanto permette di mettere mano a due questioni che rimangono sul tappeto.
La prima questione, alla quale appunto si cerca di rimediare con questo emendamento, è la presenza di eventi eccezionali. Io credo che sarebbe quanto mai opportuno almeno inserire nel testo costituzionale questa dicitura perché c’è un rischio, che tutti temiamo, almeno coloro che sono attenti alle regioni e ai territori, che si ispirano al regionalismo o al federalismo. Qual è questo rischio ? Vi è il rischio, ovviamente, non vi è la certezza, ma la possibilità sì, che questa norma di supremazia diventi un po’ come la decretazione d'urgenza, nel senso che quando il Governo, che in questo caso rimane il primo attore dell'iniziativa di legge, riesce a intravedere la necessità di intervenire in questo senso, propone alla Camera questa decisione e la Camera che, come sappiamo tutti, è una Camera politica, di fatto dà la fiducia su questo atteggiamento del Governo. Ecco, quindi, il rischio, per carità, successo con Governi di tutti i colori, che si abusi un po’ di questa norma, che il Governo abusi un po’ di questa norma, così come, lo dico sommessamente, talvolta sembra abusare della decretazione d'urgenza.
Seconda questione alla quale si cerca di porre rimedio è il previo parere vincolante del Senato. Questo è un altro passaggio, a mio avviso, che aiuterebbe tutto l'impianto della riforma ad avere più credibilità perché, come sappiamo, almeno per molti colleghi, al di là degli schieramenti politici e partitici, questo mi sembra chiaro, uno dei punti più deboli di questa riforma è proprio il ruolo che viene dato al Senato. Ma c’è un assunto chiaro a tutti: il Senato vuole essere rappresentativo dei territori, delle autonomie e delle regioni. Bene, è impensabile che non gli si dia un ruolo importante, quale appunto quello che propone questo emendamento, in una materia che tocca direttamente le competenze legislative delle regioni.
In questo caso, mi auguro che, se non questo, almeno gli emendamenti che seguono, là dove si tolgono i casi di eccezionalità, là dove si toglie il vincolo del parere del Senato, almeno uno di questi, possa essere davvero accolto per dare uno spirito diverso a questa riforma così com’è stato presentato.
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PAGINA: 0015 Intervengono sull'emendamento Quaranta 31.124 i deputati STEFANO QUARANTA (SEL) (Vedi RS) e MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0065 STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, premesso che continuo a non capire perché l'esercizio della clausola di supremazia sia riservato esclusivamente al Governo e non al Parlamento – ne abbiamo discusso anche in Commissione con ragionamenti che a me sono sembrati poco convincenti e poco rispettosi del dettato della stessa Costituzione che attribuisce appunto a diversi soggetti l'iniziativa parlamentare e legislativa – tuttavia intervengo sul merito di questo emendamento perché appunto, come si diceva prima, noi abbiamo provato a graduare la possibilità di limitare il potere del Governo nell'esercizio della clausola di supremazia. Ora, per stessa iniziativa di chi propone questa riforma, il Senato è il luogo della compensazione tra le regioni, gli enti locali e il livello nazionale. Ora su un tema come questo, dove appunto occorre esercitare una clausola di supremazia sui poteri assegnati alle regioni, perché non si vuole utilizzare il Senato che nasce proprio con la funzione di compensazione tra i diversi livelli istituzionali ? E perché non si vuole inserire comunque la dicitura: per «eventi eccezionali» ? Questo potere di supremazia, oltre ad essere assegnato al Governo, ha dei limiti oppure no ? Credo che questa sia una questione abbastanza fondamentale che ci fa capire quanto i regionalisti, i federalisti rischino di essere messi davvero sotto scacco rispetto ad una norma che a me pare senza né capo né coda, che attribuisce un potere al Governo assolutamente incontrollato e incontrollabile e nemmeno limitabile, nemmeno accettando il fatto che soltanto il Governo possa esercitare questa prerogativa. Davvero francamente non riesco a capire. Siccome ho sentito nella discussione precedente che da parte dei regionalisti si temeva che, se il Parlamento al posto del Governo esercitasse questo potere, ci potrebbero essere dei problemi, allora invito gli stessi regionalisti almeno a schierarsi a favore di questo emendamento, considerato che vuole limitare nella loro direzione una potestà che altrimenti sarebbe assegnata soltanto al Governo. PAGINA: 0065 MATTEO BRAGANTINI. Stiamo esaminando l'emendamento Quaranta 31.124, giusto ?
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PAGINA: 0015 Interviene sull'emendamento Toninelli 31.101 il deputato DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0067 DANILO TONINELLI. Grazie Presidente. A dimostrazione della volontà del MoVimento 5 Stelle del voler dialogare, di voler dibattere nel merito del provvedimento, c’è questo emendamento, dove noi, nonostante dissentiamo totalmente dal testo del Governo, che dice che è la proposta del Governo a dare a se stesso – cioè al Governo – la supremazia nella produzione delle leggi, anche in deroga alla competenza legislativa delle regioni, cerchiamo di annacquare un po’ questo strapotere, cerchiamo di limitarlo mettendo un contropotere, un controlimite, e lo mettiamo dicendo: prima il parere favorevole del Senato. Perché del Senato ? Perché il Senato dovrebbe rappresentare le istanze del territorio e, di conseguenza, nel momento in cui queste istanze possono essere lese da un intervento unilaterale del Governo, forzato, di forza da parte del Governo nei confronti del potere delle regioni, senza il parere favorevole del Senato il Governo non può acquisire questo potere di supremazia. A me piacerebbe, anche se in merito il relatore si è già espresso ed ha affermato, a mio parere senza alcuna giustificazione, la volontà di mantenere ferma questa impostazione del Governo, sentire una giustificazione nel merito da parte del Governo – ma continuo a non vedere neanche il Ministro – del perché un parere favorevole da parte del Senato non vada quanto meno a controbilanciare lo strapotere del Governo. Grazie Presidente.
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PAGINA: 0015 Intervengono sull'emendamento De Mita 31.70 il deputato FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS), cui il PRESIDENTE (Vedi RS) precisa che l'emendamento De Mita 31.70 era stato ritirato, nuovamente il deputato FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS) e ANGELO CERA (AP) (Vedi RS).
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PAGINA: 0067 FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, resto e sono convinto, e più volte l'ho affermato, che la riforma della Costituzione esige cautela, ma esige anche rispetto, umiltà, ma, soprattutto, rispetto del sistema costituzionale. La Costituzione è un telaio, non è una singola norma, non è un emendamento: ha una sua aritmetica, ha un suo equilibrio. Io credo che, con questa norma, questo equilibrio possa dirsi non rispettato, e voglio essere chiaro.
L'articolo 71 più volte citato della Costituzione stabilisce che l'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun @pagina=0068@membro delle Camere e agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Io credo che questo articolo 71 abbia un valore assolutamente generale e che, quindi, la deroga all'articolo 71 debba essere motivata da una ragione assolutamente speciale, nel senso che, quanto più è importante il bene giuridico protetto, tanto più deve essere assicurata la garanzia di intervento al Governo, ma, soprattutto, al Parlamento.
Questa, Presidente, è una democrazia parlamentare, non una democrazia governativa, questo va ricordato. E nel momento in cui noi ci accingiamo a scegliere soltanto il Governo come unico legittimato per alterare gli equilibri di natura costituzionale, perché la clausola di supremazia interviene per modificare delle scelte costituzionali, mi chiedo: è giusto limitare le garanzie di intervento al solo Esecutivo, eliminando il Parlamento, in una democrazia parlamentare, in un settore in cui il bene in gioco non è un bene ordinario, ma è un bene di genesi, di matrice e di natura costituzionale ? Cioè noi, anziché aumentare le garanzie per intervenire su una querelle di carattere costituzionale, le diminuiamo a favore dell'Esecutivo, mortificando il Parlamento. A me sembra questo veramente un disequilibrio costituzionale.
Questa non è una riforma della Costituzione: è una scelta di merito che nulla ha a che spartire con quello che noi stiamo facendo. Dobbiamo avere gli equilibri, rispettare l'esistente, essere attenti nel fare in modo che quello che noi tocchiamo non vada a distruggere l'esistente. A me sembra che questo emendamento, che vuole dare al Governo un potere di supremazia assolutamente non giustificabile, vada accolto, perché questo emendamento a firma dell'onorevole De Mita stabilisce almeno una cautela, Presidente: la cautela della delibera a maggioranza qualificata della Camera. Almeno la tutela di questa, un minimo di cautela. Credo che l'emendamento meriti l'accoglimento e daremo parere favorevole. PAGINA: 0068 PRESIDENTE. Onorevole Sisto, le chiedo scusa, chiedo scusa a lei, chiedo scusa all'Assemblea, il Presidente ha commesso un errore, me lo hanno segnalato gli uffici, non me ne ero accorto, ero distratto: questo emendamento è stato ritirato dall'onorevole De Mita, perché aveva sottoscritto l'emendamento dell'onorevole Giorgis (Commenti del deputato Palese). Onorevole Palese, le chiedo scusa, un attimo. Un attimo, sto semplicemente spiegando che io non avrei dovuto dare la parola... PAGINA: 0068 FRANCESCO PAOLO SISTO. Lo faccio mio ! PAGINA: 0069 ANGELO CERA. Signor Presidente, mi perdoni, effettivamente è così perché l'emendamento De Mita era identico a quello su cui si è speso... però voglio ricordare che De Mita aveva in qualche maniera firmato questo, perché identico, diceva lui...
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PAGINA: 0015 Interviene sull'emendamento Nicchi 31.205 il deputato FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0069 FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, l'intervento per relationem non è ovviamente consentito nell'ambito dei lavori parlamentari, per cui, molto brevemente, mi limiterò a ribadire che in questo emendamento, sposando esattamente il disequilibrio che questo quarto comma dell'articolo 117 propone, cioè una clausola di supremazia a stampo e a matrice governativa, in rotta di collisione con la democrazia parlamentare garantita dal primo comma dell'articolo 71, almeno si prevede che vi sia la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. Cioè si limita per qualità, anche qui, con un gioco almeno di selezione dei beni che possono essere intaccati da questa iniziativa esclusivamente governativa, la possibilità del Governo di ingerirsi in materia di rango costituzionale.
Inviterei l'Aula a riflettere su questo passaggio. È mai possibile che riformando la Costituzione noi affidiamo al potere esecutivo un'iniziativa che incide su diritti costituzionalmente protetti che noi stiamo riformando ? Si tratta di una contraddizione in termini di carattere normativo, di carattere qualitativo e, se mi consentite, di carattere costituzionale. È come se noi violassimo l'articolo 71 con il nuovo articolo 117, quarto comma. Questa paradossale violazione della Costituzione a mezzo della riforma della Costituzione mi sembra che debba essere, come posso dire, segnalata e confermata dal voto favorevole dell'Aula a questo emendamento Nicchi 31.205.
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PAGINA: 0015 Interviene sull'emendamento Matteo Bragantini 31.141 il deputato MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0070 MATTEO BRAGANTINI. Presidente, questo emendamento riguarda sempre la norma di salvaguardia, in cui si prevede che ci possa essere la possibilità che una legge dello Stato stabilisca discipline differenziate per determinate regioni. Questo, appunto, per andare incontro alle esigenze e all'opportunità di differenziare regione per regione quando viene utilizzata la norma di supremazia. Infatti, sarebbe assurdo dire che si adotta una legge, utilizzando la norma di supremazia e togliere a tutte le regioni le loro competenze esclusive. A nostro avviso, se ci fosse veramente questa necessità, saremmo più contenti che si seguisse un percorso ordinario e si facesse una riforma costituzionale. Se proprio la maggioranza del Paese e la maggioranza di Governo ritengono di dovere cambiare le competenze delle regioni, a questo punto, se proprio non si può fare con una riforma costituzionale, che si utilizzi questo sistema: facciamolo solo differenziato. In questo modo andiamo a garantire quelle regioni che utilizzano le loro competenze esclusive in maniera efficiente ed efficace e non togliamo, per colpa di qualche regione, quelle poche competenze che sono rimaste, grazie alla vostra Costituzione, a tutte le regioni in maniera indiscriminata ed indifferenziata. Anche perché, come ribadivo prima e come hanno ribadito anche altri colleghi, come il collega Sisto, questa è una Repubblica parlamentare; dunque dovrebbe essere il Parlamento e non il Governo a decidere quali competenze riallocare allo Stato centrale, togliendole alle regioni senza passare attraverso un provvedimento parlamentare e costituzionale. A mio avviso, sempre per il principio che dicevamo prima, è un emendamento che va a limitare i danni su questa norma assurda, questa norma centralista di questo progetto ipercentralista e iperantidemocratico.
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PAGINA: 0016 Intervengono sull'emendamento Locatelli 31.300 i deputati PIA ELDA LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS), ADRIANA GALGANO (SCpI) (Vedi RS), MARIA EDERA SPADONI (M5S) (Vedi RS), ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS), ROBERTA AGOSTINI (PD) (Vedi RS), che preannunzia il ritiro del suo emendamento 31.51, e MARA MUCCI (Misto-AL) (Vedi RS). Dopo precisazioni del PRESIDENTE (Vedi RS), intervengono sull'ordine dei lavori i deputati BARBARA SALTAMARTINI (Misto) (Vedi RS), cui rende ulteriori precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), e GIANCARLO GIORGETTI (LNA) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS); intervengono quindi per richiami al Regolamento i deputati MAURIZIO BIANCONI (FI-PdL) (Vedi RS), IGNAZIO LA RUSSA (FdI-AN) (Vedi RS), DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS), FILIBERTO ZARATTI (SEL) (Vedi RS) e CINZIA MARIA FONTANA (PD) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0072 PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, vorrei chiedere un po’ di attenzione ai colleghi e alle colleghe perché questo emendamento introduce nel testo di questa riforma un contenuto che è già stato compreso nella legge elettorale che è stata appena approvata al Senato e introduce il concetto di democrazia paritaria che è quella forma di democrazia che consente a uomini e donne di partecipare paritariamente alla formazione delle politiche e alla loro implementazione ai diversi livelli istituzionali, in questo caso il livello regionale.
L'attuale testo, il settimo comma dell'articolo 117, dice: «Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive». Questo testo fu introdotto nella Costituzione tredici anni fa, con una legge costituzionale che è nata dal lavoro trasversale soprattutto di donne di diversi schieramenti politici. Era allora Ministra delle pari opportunità Stefania Prestigiacomo e presidente della commissione nazionale di parità alla Presidenza del Consiglio Marina Piazza. Quindi, donne di diversi schieramenti. Questo lavoro trasversale due anni dopo consentì di cambiare anche l'articolo 51 della Costituzione, rendendo quella stagione particolarmente ricca di elaborazioni.
Da allora sono trascorsi rispettivamente tredici e undici anni e la consapevolezza dell'importanza del contributo delle donne in tutti gli ambiti e i campi della vita, compresa la politica, si è arricchita e abbiamo anche fatto delle elaborazioni nuove e definito concetti più avanzati e più stringenti. Oggi parliamo di democrazia paritaria, allora si parlava di quote.
È per questa ragione che noi chiediamo di far compiere un passo in più a questo settimo comma dell'articolo 117, mantenendo la prima parte, quella relativa alla rimozione degli ostacoli, ma sostituendo la promozione della parità di accesso alle cariche con le parole: «(...) l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza».
Questo noi chiediamo e questo è quanto chiedono gli emendamenti successivi, che verranno dopo il mio. E voglio sottolineare che questo concetto è già stato scritto nella legge elettorale appena approvata e, quindi, non facciamo altro che mettere in Costituzione quello che abbiamo già scritto nella legge elettorale. Ce lo chiedono tante donne, comprese le donne dell'Accordo di azione comune per la democrazia paritaria... PAGINA: 0072 ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Anche io mi associo alla richiesta dell'onorevole Locatelli. Chiediamo al Governo di riconsiderare la questione, anche alla luce del fatto che il testo di questo emendamento è già contenuto nella legge elettorale approvata al Senato. Quindi, non si vede veramente perché non si voglia fare questo in Costituzione.
Chiedo a tutte le colleghe di appoggiare la nostra battaglia e di votare a favore di questo emendamento. PAGINA: 0073 MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Anche io intervengo in appoggio a questo emendamento. Chiediamo che il Governo riformuli appunto il parere su questo emendamento e chiaramente preannuncio che il gruppo del MoVimento 5 Stelle appoggerà questo emendamento. PAGINA: 0073 ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Il mio intervento è a titolo personale. Ho sottoscritto... PAGINA: 0074 ROBERTA AGOSTINI. Grazie Presidente, intervengo anche io su questo importante argomento. Il lavoro che si è fatto su questi temi nell'ambito della discussione della riforma, in particolare al Senato, credo sia stato un lavoro molto importante e molto positivo. Noi, infatti, nella discussione al Senato abbiamo modificato l'articolo 55, nel quale abbiamo introdotto una previsione molto vincolante – io credo – per quanto riguarda la predisposizione delle leggi elettorali per la Camera e per il Senato, cioè, nel nuovo articolo 55 che ci arriva dal Senato, si dice che le leggi elettorali promuovono l'equilibrio di genere per la Camera e per il Senato.
Questo, combinato con l'articolo 51 della Costituzione sul quale il Parlamento – lo ricordava l'onorevole Locatelli – ha fatto una grande discussione negli anni passati ed è stato modificato introducendo un principio importante di democrazia paritaria per quanto riguarda l'accesso delle donne alle cariche pubbliche e istituzionali, fornisce un quadro costituzionale da questo punto di vista, io penso, piuttosto avanzato. Ed è questo quello che ci dicono anche i costituzionalisti e le costituzionaliste che sono venute in audizione in Commissione durante la discussione della riforma costituzionale.
Ora, il punto aperto, secondo me, che noi abbiamo è un punto che riguarda in particolare le nostre regioni. Nell'articolo 117, in questo settimo comma, è indicato un principio di parità, di democrazia paritaria, e l'emendamento che anche io avevo presentato per modificare la seconda parte di questo settimo comma intendeva rendere più aderente la formulazione dell'articolo 117 con la formulazione del nuovo articolo 55. Diciamo un principio di razionalità interna, usavamo le stesse parole. Io penso che l'obiettivo e il significato non cambino di molto, ma usavamo le stesse parole.
Allora, io prendo atto della richiesta di ritiro che ci viene dal relatore su questo emendamento, e quindi, pur rimanendo convinta che dal punto di vista della razionalità interna sarebbe meglio usare lo stesso lessico, la stessa terminologia, ritiro l'emendamento che avevo presentato, però mi permetto di insistere con il relatore, con l'onorevole Fiano, e con il Governo, chiedendo loro di prestare attenzione ad un altro gruppo di emendamenti su questo stesso tema, che abbiamo presentato insieme ad altre forze politiche, sull'articolo 122.
Perché l'articolo 122 contiene... PAGINA: 0075 MARA MUCCI. Signor Presidente, questo emendamento è sottoscritto da tutto il gruppo di Alternativa Libera, che ritiene importante ed impellente la questione. Viene richiesto di sostituire la parte della promozione della parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive con l'assicurazione dell'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
Per noi questa è una questione importante, soprattutto a livello regionale, dove a tutt'oggi ci sono dei consigli regionali che vantano una rappresentanza femminile nulla, penso ad esempio alla regione Basilicata o, di recente, alla regione Calabria, che ha eletto soltanto una consigliera donna o ad altri esempi in Italia, come nella regione Molise o la regione Puglia, che vantano percentuali risibili di rappresentanza femminile.
Vi faccio un altro esempio: nel consiglio regionale veneto, di recente, addirittura, non si è raggiunto il quorum per inserire nella legge regionale la doppia preferenza di genere, cioè in sostanza i consiglieri sono usciti, sono andati a casa prima, e di fatto non sono riusciti a votare la doppia preferenza di genere per il consiglio regionale del Veneto, sotto un silenzio assordante del governatore Zaia. Quindi, riteniamo opportuna ed impellente questa modifica e lo dico a lei, soprattutto, relatore Fiano, che so essere attento al tema. Magari accantoniamo l'emendamento, o pensiamo anche agli emendamenti successivi, perché è incredibile che in Italia ci siano regioni dove la rappresentanza femminile è nulla. Siamo nel 2015 ed è incredibile questa situazione. Siamo anche contenti che oggi il MoVimento 5 Stelle appoggi questi emendamenti, per noi è importante che tutto il Parlamento si esprima in favore e che capisca l'importanza della rappresentanza di genere all'interno delle istituzioni. PAGINA: 0075 PRESIDENTE. Lei sa che il presidente del suo gruppo, il gruppo Misto, ha scritto all'onorevole Boldrini, la quale sta valutando quanto scritto dal presidente Pisicchio. Lei capisce perfettamente che il Presidente di turno non può cambiare una decisione che è stata presa dalla Presidente precedentemente. Auspico che nel giro di breve tempo io possa, in qualche modo, venire incontro alle sue esigenze, ma non le posso dare la parola. PAGINA: 0076 BARBARA SALTAMARTINI. La ringrazio Presidente per quello che lei ha detto, so che lei è molto cortese di solito e, quindi, gliene do atto. Però sull'ordine dei lavori vorrei che rimanesse agli atti che nel frattempo, mentre la Presidente Boldrini nega ad una parlamentare una prerogativa fondamentale nel momento in cui si discutono le riforme costituzionali; e nel frattempo che la Presidente Boldrini decide con molta calma, malgrado qualcuno in quest'Aula abbia già evidenziato che sono due settimane che è stato posto alla Presidente Boldrini il problema, l'onorevole Saltamartini, malgrado si occupi da quindici anni di pari opportunità, e che su questo tema sempre è intervenuta in Aula, oggi non lo potrà fare, perché la Presidente Boldrini ha deciso di censurare una parlamentare su questo tema (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0076 PRESIDENTE. Onorevole Saltamartini, le vorrei semplicemente dire che la Presidente della Camera applica il Regolamento e lei sa cosa prevede il Regolamento (Commenti). Non intendo minimamente aprire un dibattito su questo, glielo dico collega Giancarlo Giorgetti. È del tutto evidente che se vuole la mia opinione personale, probabilmente sarà utile che la Giunta per il Regolamento prenda in considerazione questo argomento, perché il tema, a mio avviso, c’è, ma la Presidente della Camera non l'ha censurata, la Presidenza della Camera, in questo momento, non poteva fare altro che applicare il Regolamento che c’è. PAGINA: 0076 GIANCARLO GIORGETTI. Presidente, non intendo contestare la decisione assunta, però anche in qualità di membro della Giunta per il Regolamento, io credo che la Presidente Boldrini debba convocare immediatamente, o quantomeno urgentemente, entro la giornata di oggi, la Giunta per il Regolamento, perché se il Presidente non può cambiare l'interpretazione del Regolamento e aspetta il parere della Giunta per il Regolamento, convochiamo la Giunta per il Regolamento che esprime il suo parere, in modo che si risolva questa situazione che oggettivamente è incresciosa. È oggettivamente increscioso che un membro del Parlamento non possa intervenire su un provvedimento, in particolare su un provvedimento così importante.
Per questo motivo il problema è posto. Già la Presidente ha detto che la Giunta per il Regolamento se ne dovrà occupare. Credo che prima se ne occupi, meno imbarazzo avrà il Presidente di turno a fare una cosa contro natura. Contro natura, perché non si può impedire ad una persona di intervenire in Parlamento se è eletta dal popolo. PAGINA: 0077 PRESIDENTE. Onorevole Giancarlo Giorgetti, chiariamoci bene. Qualunque, deputato, essendo terminati i tempi a titolo (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti)... però, onorevole Giorgetti, lei ha parlato, può darsi pure che il Presidente dica delle sciocchezze, però mi consenta di replicare.
Qualunque deputato, come lei sa perfettamente, non può utilizzare il titolo personale perché sono finiti i tempi per gli interventi a titolo personale. La differenza sostanziale, come lei sa, è che i deputati dei gruppi parlano a nome del gruppo, e che sono stati concessi tempi per i gruppi che ne hanno anche la disponibilità. Se non ci fossero i tempi dei gruppi non potrebbe parlare ovviamente più nessuno.
È chiaro come sia esploso il caso dell'onorevole Saltamartini, perché l'onorevole Saltamartini non è neanche iscritta a una componente e, quindi, c’è il problema di quella parte del gruppo Misto che non appartiene a delle componenti.
Io non ho detto che è necessario convocare la Giunta per il Regolamento. Ho detto che probabilmente è una questione che potrebbe anche essere affrontata dalla Giunta per il Regolamento. È anche possibile che la Presidenza possa decidere di risolvere il problema autonomamente, senza minimamente convocare la Giunta per il Regolamento. Quindi, chiedevo semplicemente la pazienza, atteso che la Presidente sta valutando, di prendere atto di questo. Tutto qui. PAGINA: 0077 MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, sugli articoli 8 e seguenti del Regolamento. Il Presidente della Camera assicura l'osservanza del Regolamento e il buon andamento dei lavori della Camera dei deputati. Io ritengo, ma non è che ci voglia tanta fantasia, che buon andamento del lavoro della Camera dei deputati sia la garanzia di diritti inalienabili dei deputati, quali il diritto di parola.
Quindi, non può dire, la Presidente Boldrini: con tutto il rispetto non posso darle la parola. Infatti, elide un diritto costituzionale sacrosanto di un deputato che, per un disguido regolamentare, rimane senza diritto di parola. Per assicurare il buon andamento dei lavori il deputato ha diritto di parola ! Non c’è nessun bisogno della Giunta per il Regolamento, che è organo facoltativo. C’è soltanto bisogno di una buona direzione dei lavori di questa Camera.
Le ricordo, infine, che si può anche dire summum ius, summa iniuria, cioè è il diritto portato all'eccesso che fa l'ingiustizia massima, ma qui siamo di fronte ad una norma regolamentare di un Regolamento, unico caso in Italia, che va per precedenti. Questo Regolamento è un regolamento che è battuto e sconfitto sistematicamente dai precedenti costituiti e questo, se non si fosse mai verificato, poteva essere benissimo un precedente costituito nell'interpretazione del buon andamento dei lavori. Non siamo a scuola e non siamo nella meccanicistica valutazione di norme regolamentari. Io sono un po’ stanco – glielo dico con tutta sincerità – di una Presidenza che non si assume responsabilità, che si rimette al voto dell'Aula e che conculca continuamente in questo difficile stato di cose i diritti delle opposizioni (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0077 IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, ho bisogno della sua attenzione, perché mi rivolgo a lei, ma posso aspettare, quando lei ha finito. PAGINA: 0078 DAVIDE CRIPPA. Presidente, credo che l'appello di questa mattina abbia fatto e farà la fine di quello che due settimane fa avevamo già posto perché, se non viene presa una decisione immediata, questa problematica si continua a trascinare. Se si decide di convocare la Giunta per il Regolamento, lo si faccia con dei tempi certi e rapidi, ma si può anche utilizzare – e credo questa sia una proposta – un criterio di buonsenso temporaneo: fino a quando eventualmente la Giunta per il Regolamento non si esprime, basta fare una semplice media dei tempi tra le varie componenti del gruppo Misto costituite politicamente e un'altra, chiamata «altri Misto», ovvero quei componenti non costituiti politicamente. Basta fare una semplice media aritmetica dei tempi assegnati. Tra l'altro, il gruppo Misto non ha utilizzato tutti i tempi a sua disposizione. Allora, sarebbe in questo caso anche utile poter attingere da quei tempi e far parlare i deputati che vogliano portare il loro contributo utile allo svolgimento dei lavori.
Io credo sia necessario fare chiarezza sul punto, ma farla con dei tempi rapidi, altrimenti la questione che noi abbiamo sollevato due settimane fa dovrà essere ripresentata ancora una volta e una volta ancora perché credo che qualcuno non abbia ben chiaro quale sia il criterio di urgenza che questa cosa riveste. Anche perché una volta l'abbiamo segnalata come a noi sembrava, ossia quantomeno irrituale, cioè che uno parlasse e il suo tempo venisse scomputato dai titoli personali, quando, in realtà, c’è una quota parte dei tempi destinati al gruppo Misto. Allora, la proposta era proprio questa: destiniamo una quota parte, in base al numero delle persone, di quella componente del gruppo Misto sotto la dicitura «altri Misto» e viene diviso il tempo anche per loro in maniera efficace. PAGINA: 0079 ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, io sono convinto che lei, nella sua saggezza, troverà il modo di garantire la possibilità di esprimersi all'onorevole Saltamartini. La proposta dell'onorevole Crippa mi sembra di buonsenso. Perché ? Perché contempera due esigenze fondamentali. Una, quella che ogni deputato si possa esprimere, e l'onorevole Saltamartini si è venuta a trovare in una zona d'ombra in cui questo suo diritto di fatto non è realizzato. L'altra, però, di non accedere a quello che ho sentito pure in qualche intervento, per il quale esiste una libertà di parola totale e indiscriminata.
Libertà di parola non significa libertà di parlare più degli altri. Libertà di parola non significa libertà di travolgere la ripartizione dei tempi che è stata stabilita. La Presidenza esiste proprio per regolare e disciplinare la libertà di parola in modo che tutti possano esprimersi ma senza prevaricare gli altri. Allora no a qualcosa che ho sentito per la quale sembra che chiunque sempre abbia il diritto di prendere la parola in quest'Aula: questo contraddice l'essenza stessa del Regolamento. Sì alla ricerca di una ragionevole soluzione la quale salvaguardi nei limiti e nei modi opportuni il diritto dell'onorevole Saltamartini.
Infine la invito a convocare una riunione della Giunta per il Regolamento: mi sembra opportuno perché questo Regolamento non regge più. Da tempo si parla di riforma del Regolamento e non è mai stata fatta. Perché non si convoca una Giunta per il regolamento quantomeno per mettere ordine nella giungla delle interpretazioni perché buona parte delle norme che regolano oggi di fatto la nostra attività non sono contenute nel Regolamento ma sono il risultato dello stratificarsi di interpretazioni ? Se ci fosse una chiarificazione su questo, certamente aiuterebbe. PAGINA: 0079 FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, credo che il diritto costituzionale di un deputato di esprimersi in quest'Aula sia assolutamente prevalente rispetto ad una mera applicazione di quanto dice il Regolamento della Camera. Penso che lei, Presidente, abbia il dovere per così dire di garantire in primo luogo il fatto che i deputati si possano esprimere. Il caso dell'onorevole Saltamartini è eclatante, ma io credo che sarebbe giusto anche contemplare la possibilità di tutti i deputati di potersi esprimere anche se limitatamente nel tempo. È obbligo della Presidenza regolare il dibattito. Non è necessario quindi che ognuno parli quando vuole e come vuole ma credo che nel regolare il dibattito si debba dare anche la possibilità di articolare il proprio pensiero. L'emergenza è quella di risolvere immediatamente il caso dell'onorevole Barbara Saltamartini. PAGINA: 0079 CINZIA MARIA FONTANA. Signor Presidente, per dire che il PD è favorevole a trovare in questa fase una soluzione di ragionevolezza e di buonsenso che permetta di dare una risposta immediata e temporanea nel momento in cui stiamo affrontando la riforma, demandando poi a una successiva convocazione della Giunta per il Regolamento l'affrontare poi nel merito approfonditamente una questione e @pagina=0080@un tema posto che effettivamente dobbiamo valutare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0080 PRESIDENTE. Colleghi, vorrei dire che questa discussione, che io non considero assolutamente inutile, ha bisogno di una risposta da parte della Presidenza con riferimento alle considerazioni che sono state avanzate dai diversi gruppi. Vorrei anzitutto dire all'onorevole La Russa – ovviamente poi tutte le opinioni sono assolutamente rispettabili – che quello che è stato fatto dalla Presidente questa mattina è assolutamente conforme a ciò che è previsto dal Regolamento e ciò che è previsto dalla prassi costante in quest'Aula. Qui non c’è nulla che ha deviato rispetto a quello che è sempre accaduto. Peraltro, onorevole La Russa, è inutile che ritorni sul fatto che sono venuti meno i tempi per gli interventi a titolo personale, altrimenti l'argomento non si sarebbe posto. Vorrei però dirle una cosa e indurla ad una riflessione, insieme a me, che vale per tutti. Lei ovviamente può avere qualunque opinione sul Presidente di turno che non si assume le sue responsabilità. C’è un confine però, onorevole La Russa, perché anzitutto noi dobbiamo garantire sempre il fatto che la Presidente è la titolare della Presidenza e i Vicepresidenti devono attenersi anche a quella che è l'interpretazione che la Presidente dà al Regolamento, soprattutto a tutela, onorevole La Russa, delle opposizioni, perché noi dobbiamo garantire l'univocità delle decisioni della Presidenza.
Perché se ciascun Presidente ritenesse, quando siede qui, di interpretare a suo modo il Regolamento, addirittura entrando in contraddizione con ciò che è stato fatto alcune ore prima, innanzitutto per le opposizioni ci sarebbe un problema reale. Quindi, credo che sia stata utile questa discussione anche da questo punto di vista. Però, onorevole Saltamartini, in via del tutto eccezionale, consentirò un tempo pari alla metà del tempo attribuito alla componente più piccola del gruppo Misto, da mettere a disposizione di tutti i deputati non iscritti alle componenti – questo, ovviamente, per decisione della Presidente della Camera – in attesa di una riflessione che sia più decisiva e strutturale sull'argomento (adesso, ovviamente, l'autorizziamo per cercare, anche nell'economia dei nostri lavori, di rendere il più agevole possibile, nei limiti del possibile, la vicenda). Tuttavia resta che è una decisione in via eccezionale e che bisognerà poi trovare – penso che sia utile trovare – una correzione a un problema che nel corso della nostra attività parlamentare può diventare – ci siamo resi conto di ciò – anche un problema politico. Grazie, possiamo proseguire.
Non essendovi altri interventi sull'emendamento Locatelli 31.300, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Locatelli 31.300, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, ed il parere favorevole dei relatori Bragantini e Quaranta.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0016 Intervengono sugli identici emendamenti Scotto 31.109 e Centemero 31.211 i deputati PIERO LONGO (FI-PdL) (Vedi RS), MARA MUCCI (Misto-AL) (Vedi RS) e PIA ELDA LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS).
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PAGINA: 0080 PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Signori e signore della Camera, la pretesa di assicurare l'equilibrio tra donne e uomini, di cui all'emendamento Locatelli @pagina=0081@31.300, che è stato testé bocciato dall'Assemblea, era eccessiva, nella differenza ontologica tra promuovere un equilibrio e assicurare l'equilibrio. Per quanto riguarda, invece, i residui emendamenti di oggi in discussione, mi riferisco agli emendamenti Scotto 31.109 e Centemero 31.211, intanto la mia sorpresa è sulla circostanza che l'emendamento Agostini 31.51 sia stato ritirato. In realtà, questi emendamenti sono di carattere esclusivamente formale, perché non possiamo dimenticare che all'articolo 55 della Costituzione, che è stato già votato, si parla esattamente di promozione dell'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza. Questo per la rappresentanza nelle Camere. Io non comprendo perché nella rappresentanza regionale si debba adoperare un'altra espressione e non la stessa espressione identica adoperata per le Camere. Creiamo una sorta di schizofrenia leggermente descrittiva tra l'articolo 55, secondo comma, e l'articolo 117, settimo comma.
Si riporta, esattamente, secondo questi emendamenti – e giustamente secondo chi vi parla – la stessa espressione dell'articolo 55, che ci è piaciuta, nell'articolo 117. Tutto è molto semplice. PAGINA: 0081 MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Io cerco di interpretare quello che è stato appena detto perché qui, tra chi parla e chi vorrebbe parlare, il risultato è il medesimo: non si sente nulla.
Quindi, dato che è stato introdotto nella legge elettorale il concetto di parità di genere, non vediamo per quale motivo non debba essere inserito in Costituzione, per quanto riguarda le leggi regionali, il medesimo concetto.
Questo emendamento è un po’ più morbido rispetto a quello precedente perché si parla di sostituire alla promozione della parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive la promozione dell'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
Per cui invito tutti a riflettere su questo emendamento che è votabile e che, anche in relazione al percorso che sta avvenendo in seno alla legge elettorale, potrebbe essere preso in considerazione. Il gruppo Misto-Alternativa Libera lo sottoscrive. PAGINA: 0081 PIA ELDA LOCATELLI. Io non voglio essere insistente, in particolare con le colleghe del Partito Democratico, che stimo e con le quali abbiamo fatto tante battaglie comuni, in particolare proprio con le colleghe firmatarie di questo emendamento.
L'emendamento a prima firma Roberta Agostini non coincide esattamente con l'emendamento precedente chiaramente, e però lo considero un passo avanti rispetto al testo attuale. E, allora, nella disponibilità di tutti a rinunciare ad una parte di sé, chiedo davvero di ripensare all'atteggiamento e alla decisione riguardante questo voto, e invito i colleghi e le colleghe di tutti gli schieramenti a votare a favore di questo emendamento.
Non è il massimo della mia predilezione, però costituendo un passo avanti rispetto al testo in vigore e di fatto utilizzando anche nel linguaggio la stessa formulazione dell'articolo 55, io davvero vi chiedo, colleghi del PD, in particolare, ma lo chiedo a tutti, di votare a favore di questo emendamento.
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PAGINA: 0016 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0082 RENATO BRUNETTA. Oggi, in Commissione finanze, il presidente della Consob Vegas ha tracciato e dato alcune informazioni a nostro avviso inquietanti riguardo la vicenda del decreto-legge sulle banche popolari...
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PAGINA: 0016 Intervengono sull'emendamento Dellai 31.73 i deputati LORENZO DELLAI (PI-CD) (Vedi RS) e ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS).
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PAGINA: 0082 LORENZO DELLAI. Signor Presidente, le ruberò pochissimi minuti, ma penso che, nonostante il clima un po’ particolare nel quale affrontiamo questa partita costituzionale, ci possano essere dei temi sui quali un deputato, al di là anche dei propri ruoli, intenda lasciare il proprio pensiero ed è ciò che io intendo fare su questo emendamento con il quale propongo che la legge costituzionale possa approvare intese fra regioni, province autonome e enti di area vasta interamente montani, allo scopo di dotare questi enti di particolari forme di autonomia. Lo faccio più che altro, naturalmente, per futura memoria, visto il parere contrario del Governo e del relatore di maggioranza ai quali rispettosamente dico che non capisco, però, questa contrarietà. Ad ogni buon conto, con grande rispetto, intendo lasciare questo breve pensiero su questo argomento.
Questa è una riforma che, oggettivamente, al di là dei punti di vista, rafforza i poteri dello Stato in ogni ambito che abbia a che vedere, soprattutto, con la dinamica finanziaria e della spesa; introduce clausole molto dure, addirittura, di supremazia statale e di possibilità di avocazione allo Stato di compiti inerenti materie affidate dalla Costituzione alle regioni. È una riforma che riporta allo Stato numerose competenze prima affidate a un ambito condiviso con le regioni. Non voglio in questo momento dare giudizi di merito su questo, ma rilevo che c’è una oggettiva concentrazione di potere in capo allo Stato e, dunque, la mia opinione è che, riarmato con questi potenti strumenti, lo Stato potrebbe anche non avere preoccupazione, non temere un principio che io chiamo di «biodiversità» istituzionale.
Credo che ci sia un limite in questa fase di riforma costituzionale che pure naturalmente è molto importante e che noi sosteniamo come gruppo, e questo limite è non avere, a monte, una seria @pagina=0083@discussione su un punto cruciale e cioè su come coniugare la spinta oggettiva alla concentrazione e alla verticalizzazione con il principio di tutela delle diversità e della sussidiarietà responsabile e solidale. Credo che anche il dibattito confuso e molto emotivo sulla crisi, pur vera, ahimè, del regionalismo in Italia stia a dimostrare questo limite. È un dibattito così confuso che porta taluni ad immaginare che lo si possa risolvere, questo problema del regionalismo, accorpando le regioni, ritenendo cioè che il dato quantitativo possa supplire un deficit che è invece, semmai, un deficit di senso, di rapporto con i cittadini e di rapporto armonico con il resto dell'apparato istituzionale.
È confuso sino al punto da ritenere che il problema sia il fallimento delle regioni, che pure in gran parte c’è, e non invece l'incapacità, talvolta la latitanza, dello Stato centrale che avrebbe dovuto, con le sue competenze che nessuno gli ha mai tolto, garantire la cornice politica e strategica che, invece, non ha messo in campo. Dunque, c’è un tema non banale, e il tema non banale è che non c’è vera democrazia senza tutela delle diversità. Tra queste diversità vi è quella che riguarda i territori interamente montani.
Queste terre alte, che non sono né migliori né più meritevoli delle aree di pianura o delle metropoli, sono semplicemente diverse e, in quanto diverse, esigono dunque modelli di governance diversi rispetto ad altre realtà, perché dalla tenuta sociale, territoriale, culturale e anche istituzionale – io aggiungo – delle terre alte dipende molto anche la qualità della vita delle pianure. PAGINA: 0083 ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo per appoggiare questo emendamento dell'onorevole Dellai – al quale chiedo di poter apporre la mia firma su questo emendamento – e per proporre una brevissima riflessione. Noi viviamo in un contesto europeo in cui un'importanza crescente hanno gli accordi transfrontalieri, le cooperazioni fra regioni vicine, la formazione di aggregati di regioni che collaborano fra di loro: Lombardia e Baden-Württemberg, Kärnten e Friuli. Questa dimensione dell'Unione europea ci chiede di considerare l'autonomia regionale, soprattutto nelle aree di frontiera, con un occhio diverso. Il problema che solleva l'onorevole Dellai è anche più ampio di quello che è contenuto materialmente in questo emendamento: è il problema di una soggettività delle regioni all'interno del contesto europeo – delle regioni e degli enti locali, ma credo in modo particolarmente premiante delle regioni, all'interno del contesto europeo – e la possibilità di costruire relazioni di area vasta che attraversano le frontiere, fra regione e regione, ma anche le frontiere fra Stati nazionali. Se noi riduciamo il tema dell'Europa semplicemente al riferimento a Bruxelles io capisco – non condivido ma capisco – alcuni furori dei miei amici leghisti. Se noi ricordiamo che l'Europa è prima di tutto autogoverno del territorio che si collega secondo tradizioni culturali, secondo opportunità economiche, secondo necessità infrastrutturali, diamo anche all'Europa una concretezza diversa. Questa dimensione dell'Europa è forse troppo poco presente in questa riforma costituzionale e questo emendamento, se approvato, aiuterebbe invece a darne una qualche consistenza, che è assolutamente necessaria.
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PAGINA: 0017 (Esame dell'articolo 32) (Vedi RS)
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PAGINA: 0084 (Esame dell'articolo 32 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0017 Interviene sul complesso delle proposte emendative presentate il deputato RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0084 RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, a partire dagli anni Novanta il nostro Paese è stato protagonista di un complesso processo riformatore che, almeno sulla carta, ha profondamente mutato il volto della Repubblica, tentando di sviluppare appieno le potenzialità del principio autonomistico di cui all'articolo 5 della Costituzione. Tale processo, culminato con la riforma del titolo V del 2001, ha prodotto nell'ordinamento giuridico italiano e in primo luogo nel rapporto tra i vari livelli di Governo che lo costituiscono – comuni, province, città metropolitane, regioni e Stato – dei cambiamenti radicali, con l'obiettivo di giungere ad un sistema più efficiente e responsabile, inserendo nel nostro sistema istituzionale alcuni principi ed istituti tendenzialmente propri della forma di Stato federale. Si pensi, in particolare, al nuovo criterio di riparto della competenza legislativa per materia basato sulla competenza enumerata dello Stato e quella generale e residuale delle regioni, completato dal venir meno dei controlli governativi preventivi sulle leggi regionali ma anche sull'ampia autonomia finanziaria delle regioni, sia sul versante della spesa e sia dell'entrata. Eppure, dopo diversi anni di dibattito e di tentativi falliti di revisioni costituzionali miranti a rafforzare ancor di più le autonomie @pagina=0085@regionali e locali, l'intervento riformatore del 2001 si è dimostrato fallimentare e comunque ben lontano da un processo di riforma compiuto e funzionante, dati i limiti ed i veri e propri vuoti presenti nel testo costituzionale. Uno dei limiti più grandi mostrati dal legislatore nella riscrittura del titolo V della Costituzione è stato quello di aver interpretato il termine federalismo come una mera e semplice devoluzione di poteri e competenze dal centro del sistema alla sua periferia. In particolar modo, è mancata la previsione di adeguate strutture di raccordo tra centro e periferia che soddisfino le esigenze di cooperazione fra i vari livelli di Governo ma soprattutto una chiara ripartizione delle materie legislative fra Stato e regioni.
Inoltre, alla luce dei recenti sviluppi normativi, la legge n. 56 del 2014, cosiddetta «legge Delrio», risulta del tutto inadeguata nel dare attuazione a quella Repubblica delle autonomie, sancita dall'articolo 114 della Costituzione, che in realtà non è mai concretamente nata.
Risulta, dunque, evidente che il legislatore del 2001 ha definito in modo poco chiaro il modello di federalismo che intende perseguire, così come nei meccanismi di finanziamento e di perequazione degli enti territoriali nell'articolo 119 della Costituzione, contenendo affermazioni oggettivamente contraddittorie che, a seconda dell'interpretazione offerta, possono dare adito a modelli di federalismo totalmente diversi.
La modifica del Titolo V della Costituzione del 2001 ha prodotto competenze che spesso costituiscono duplicazioni di quelle dello Stato e aggravano la complessità e i tempi degli atti amministrativi. Apparati pesanti per dotazioni di mezzi e di personale, che sviluppano un enorme numero di enti strumentali e società partecipate e con un consistente aumento della spesa pubblica, provocato in gran parte da questi fattori.
A questo caotico intervento riformatore ha fatto seguito il progetto di riforma costituzionale varato nella XIV legislatura dal Governo Berlusconi, incentrato principalmente sul federalismo e volto a mettere ordine tra le competenze delle regioni e quelle dello Stato. La maggiore novità riguardava la cosiddetta «devoluzione dei poteri» e, cioè, la potestà legislativa esclusiva delle regioni, introdotta in materia di sanità, scuola e polizia locale...
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PAGINA: 0017 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 32.
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PAGINA: 0086 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli a pagina 21.
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PAGINA: 0017 DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS) e STEFANO QUARANTA (SEL) (Vedi RS), Relatori di minoranza. Esprimono il parere di competenza sulle proposte emendative riferite all'articolo 32.
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PAGINA: 0087 DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Dieni 0.32.2.1, Dadone 0.32.2.2 e 0.32.2.3, Cozzolino 0.32.2.4, 0.32.2.5, 0.32.2.6 e 0.32.2.7. Esprimo inoltre parere favorevole sull'emendamento Scotto 32.2. PAGINA: 0088 MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Siamo sul fascicolo n. 6, giusto ? PAGINA: 0088 STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, parere favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Parere favorevole sui subemendamenti Dieni 0.32.2.1, Dadone 0.32.2.2 e 0.32.2.3, Cozzolino 0.32.2.4, 0.32.2.5, 0.32.2.6 e 0.32.2.7.
Parere favorevole anche sull'emendamento Scotto 32.2.
Parere favorevole sui subemendamenti Cozzolino 0.32.4.1, Matteo Bragantini 0.32.4.2, 0.32.4.7 e 0.32.4.8.
Il parere è, invece, contrario sul subemendamento Marco di Maio 0.32.4.100.
Parere favorevole sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.4.3, 0.32.4.9, 0.32.4.4, 0.32.4.10, 0.32.4.11, 0.32.4.12, 0.32.4.13, 0.32.4.14 e 0.32.4.5.
Parere altresì favorevole sugli identici emendamenti Russo 32.4 e Costantino 32.13.@pagina=0089@
Parere altresì favorevole sui subemendamenti Brunetta 0.32.8.9, Fraccaro 0.32.8.1, Matteo Bragantini 0.32.8.6, Fraccaro 0.32.8.2, Cozzolino 0.32.8.3 e Matteo Bragantini 0.32.8.7.
Parere altresì favorevole sugli identici subemendamenti Toninelli 0.32.8.4 e Matteo Bragantini 0.32.8.8.
Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Dorina Bianchi 32.8.
Parere favorevole sui subemendamenti Lombardi 0.32.7.1, Matteo Bragantini 0.32.7.3 e 0.32.7.2.
Mi rimetto all'Aula invece sull'emendamento Mazziotti Di Celso 32.7.
Parere altresì favorevole sui subemendamenti D'Ambrosio 0.32.5.1, Matteo Bragantini 0.32.5.2 e 0.32.5.3.
Parere favorevole sull'emendamento Quaranta 32.5 e sul subemendamento Brunetta 0.32.10.2.
Il parere è altresì favorevole sugli identici subemendamenti Dadone 0.32.10.1 e Matteo Bragantini 0.32.10.3.
Parere favorevole sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.10.5 e 0.32.10.4.
Parere favorevole anche sull'emendamento Costantino 32.10 e sul subemendamento Dadone 0.32.9.1.
Il parere è, invece, contrario sull'emendamento Bianconi 32.9.
Parere favorevole sui subemendamenti De Menech 0.32.12.100, Nuti 0.32.12.5 e 0.32.12.1, Brunetta 0.32.12.12 e 0.32.12.10, Matteo Bragantini 0.32.12.8 e Brunetta 0.32.12.14.
Parere favorevole sugli identici subemendamenti Fraccaro 0.32.12.4, Matteo Bragantini 0.32.12.7 e Brunetta 0.32.12.13.
Parere favorevole sul subemendamento Toninelli 0.32.12.2 e sugli identici subemendamenti Cozzolino 0.32.12.3 e Brunetta 0.32.12.11.
Parere favorevole anche sui subemendamenti Brunetta 0.32.12.15 e 0.32.12.17, Matteo Bragantini 0.32.12.9 e Brunetta 0.32.12.16.
Parere, infine, contrario sull'emendamento Dorina Bianchi 32.12.
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PAGINA: 0017 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0089 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0018 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS) , cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), RICCARDO NUTI (M5S) (Vedi RS), ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS) e ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS).
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PAGINA: 0091 MATTEO BRAGANTINI. Chiudi Presidente ! PAGINA: 0091 PRESIDENTE. Chiudo quando hanno votato tutti, onorevole Bragantini: che devo fare, abbia pazienza !
Pilozzi... PAGINA: 0092 RICCARDO NUTI. Grazie Presidente, solo per dirle che la spiegazione che lei ha @pagina=0093@dato al collega della Lega Nord sa molto di scusa. Prendiamo semplicemente atto, visti i fatti che sono stati raccontati, che il personale che è accanto a lei, che è degli uffici della Presidenza della Camera, non è indipendente. PAGINA: 0093 ETTORE ROSATO. Signor Presidente, essendo stato chiamato in causa, semplicemente per rispetto nei confronti del collega Matteo Bragantini che è un collega serio, gli rispondo dicendo che ha capito male. Invece, noi avevamo capito che c'era un misunderstanding rispetto al subemendamento che stavamo votando e io, francamente, non avevo capito quale fosse l'emendamento che stavamo votando e in quel momento abbiamo dato un cambio di indicazione di voto ai nostri colleghi, perché pensavo che stessimo votando su un'altra questione. Quindi è una questione interna al Partito Democratico, nulla a che vedere con gli uffici che fanno il loro lavoro indipendentemente dal nostro. PAGINA: 0093 ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere solidarietà e confermare stima e amicizia al personale tecnico della Camera. In tanti anni, in vent'anni che frequento queste Aule li ho trovati sempre inappuntabili nel compimento del loro dovere, professionalmente preparati, competenti e disponibili. Credo che non meritino un certo tipo di attacchi (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare, Partito Democratico, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia, Per l'Italia-Centro Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
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PAGINA: 0018 PRESIDENTE (Vedi RS). Dispone la ripetizione della votazione del subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.5.
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PAGINA: 0093 PRESIDENTE. Onorevole Fiano, non se la prenda, ma io non le posso dare la parola perché ha parlato l'onorevole Rosato, e lei non ha più neanche i tempi come relatore. Comunque, la ringrazio, abbiamo capito il senso del suo intervento.
Colleghi, allora, come detto, dobbiamo annullare la votazione del subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.5 che, quindi, adesso, rivotiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Matteo Bragantini 0.32.4.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0018 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)
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PAGINA: 0094 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 19,55)
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PAGINA: 0018 Interviene sugli identici emendamenti Russo 32.4 e Costantino 32. 13 il deputato PAOLO RUSSO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0094 PAOLO RUSSO. Grazie Presidente, proviamo a vedere se siamo più fortunati. Come dicevamo, questo emendamento ha la finalità di evitare che il nostro Paese si trasformi, dal punto di vista istituzionale, in una sorta di Arlecchino e consentire, viceversa, alle autonomie locali una pienezza di funzioni con un ruolo assolutamente chiaro e ben definito. Soprattutto, ha la finalità di evitare che lo Stato possa esercitare direttamente o indirettamente funzioni attribuite, viceversa, alle autonomie locali. Insomma, è un emendamento che mira a un doppio risultato: da una parte la definizione chiara, anche dal punto di vista nosologico, dei livelli di autonomie locali, definitivamente cancellando le province, ma consentendo un ruolo intermedio, con una chiara definizione di comunità autonoma di area vasta, impedendo in questo modo un articolarsi di livelli istituzionali intermedi variopinto, un articolarsi da Arlecchino, un articolarsi diverso e soprattutto talvolta confliggente tra regione e regione.
L'altro aspetto è quello di chiarire quali sono le potestà ineludibili delle autonomie locali ed evitare che lo Stato, in qualche misura, o le regioni possano, direttamente o indirettamente, esercitare funzioni e ruoli che sono in questo modo attribuiti agli enti locali.
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PAGINA: 0018 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato FILIBERTO ZARATTI (SEL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0094 FILIBERTO ZARATTI. Presidente, le volevo chiedere se la Presidenza poteva valutare, ad un certo momento della serata, di fare una pausa tecnica, perché siamo qui dalle quattro e mezzo. Decida lei. PAGINA: 0094 PRESIDENTE. Credo che sia una richiesta sensata. Adesso magari sento i gruppi che cosa ne pensano, perché so che ci sono in corso contatti tra i gruppi anche sul prosieguo dei nostri lavori. Cerchiamo di dare una risposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 32.4 e Costantino 32.13, con il parere contrario della Commissione, del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà e con il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle che si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0018 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0095 MATTEO BRAGANTINI. Presidente, intervengo per chiedere quando è stato ritirato, perché oggi abbiamo dato i pareri. Se è stato ritirato durante i lavori d'Aula, lo facciamo proprio.
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PAGINA: 0018 Interviene sull'emendamento Mazziotti Di Celso 32.7 il deputato ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) (Vedi RS).
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PAGINA: 0095 ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, questo emendamento noi lo abbiamo presentato per segnalare l'importanza di intervenire sul tema delle partecipate pubbliche perché è un tema sul quale avremmo voluto che ci fossero nella Costituzione degli interventi per assicurare un maggiore controllo da parte dello Stato e un maggiore coordinamento. Abbiamo ritirato già il precedente emendamento all'articolo 31 riguardante appunto l'inserimento tra le competenze statali delle norme generali in materia di organizzazione degli enti locali e delle loro società partecipate; ritiriamo questo emendamento ma vogliamo segnalare il nostro continuo impegno per la riduzione del numero di queste partecipate e per l'aumento dei controlli sull'attività degli enti locali in quanto riteniamo che il proliferare di queste società e l'inattività che finora c’è stata di tutti i partiti e di tutta la politica su questo argomento debba essere corretta. Si tratta di uno dei principali centri di sprechi del nostro Paese e Scelta Civica continuerà a combattere su questo argomento. Ritiriamo l'emendamento ma continueremo a lavorarci nei prossimi provvedimenti.
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PAGINA: 0019 Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0096 DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, scusi ma io fatico a comprendere un attimo come si stanno svolgendo i lavori. Nel momento in cui è stato approvato, se non erro, un subemendamento, come facciamo a ritirare l'emendamento dopo che è stato approvato il subemendamento ?
Credo che la domanda abbia una risposta scontata, cioè il collega Mazziotti Di Celso non può ritirare gli emendamenti a cui sono stati presentati dei subemendamenti, perché credo che non si possa fare: o lo ritira prima che vengano messi in votazione o che almeno vengano esaminati i subemendamenti. Nel momento in cui ci sono dei subemendamenti credo che sia difficile poterlo ritirare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0096 PRESIDENTE. L'onorevole Crippa ha ragione, per cui, anche se la volontà del proponente era di ritirarlo, a questo punto, noi lo possiamo porre in votazione, come modificato dal subemendamento approvato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
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PAGINA: 0019 Interviene sull'emendamento Mazziotti Di Celso 32.7 il deputato ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0096 ELENA CENTEMERO. Presidente, avevo chiesto di intervenire per fare mio l'emendamento dell'onorevole Mazziotti Di Celso.
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PAGINA: 0019 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0097 MATTEO BRAGANTINI. Presidente, lei dice che sono preclusi i subemendamenti Matteo Bragantini 0.32.10.5 e 0.32.10.4, ma i subemendamenti approvati vanno a sopprimere le parole: «per lo Stato». Questi, invece, vanno ad aggiungere, dopo le parole: «per lo Stato», che non esistono più, le parole: «e le amministrazioni». Pertanto, ovviamente, il testo, se subemendato, risulterebbe con le parole: «e le amministrazioni». Dunque, a mio avviso, non sono preclusi. PAGINA: 0098 PRESIDENTE. Onorevole Matteo Bragantini, siccome è breve, glielo leggo. Noi abbiamo soppresso le parole: «per lo Stato», ma le parole: «in materia di tutela dei beni culturali» sono rimaste; se togliamo le parole: «per lo Stato», le parole: «e le amministrazioni» non si attaccano più. Quindi, non ha più senso e, pertanto, i suddetti subemendamenti sono preclusi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 32.10, nel testo subemendato, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0019 Intervengono sul subemendamento De Menech 0.32.12.100 i deputati ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS), NUNZIA DE GIROLAMO (AP) (Vedi RS) e ALBERTO ZOLEZZI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0098 ROCCO PALESE. Presidente, intervengo per esprimere il parere contrario da parte di Forza Italia a questo subemendamento, perché peraltro ci preclude la possibilità di esaminare poi l'altro emendamento 32.12 a firma della collega Centemero e di altri colleghi, in riferimento a quelle che sono le proposte. Quindi, noi esprimiamo netta contrarietà a questa proposta emendativa. PAGINA: 0099 NUNZIA DE GIROLAMO. Presidente, intervengo solo per annunciare il voto contrario a questo subemendamento poiché sopprime il nostro emendamento 32.10, che voleva introdurre un principio banalmente liberale: nel caso in cui ci siano delle partecipate a gestione pubblica che non producono efficienza, che non hanno una riduzione dei costi, si lasci gestire ai privati e non sempre alla mano pubblica quindi alle partecipate.
Ricordiamo che con il piano Cottarelli, il Premier Renzi ha annunciato spesso la riduzione delle partecipate, ma non abbiamo mai visto in un provvedimento come questo un fatto concreto che desse un segnale chiaro ai cittadini, che dalle partecipate gestite dagli enti pubblici vorrebbero dei servizi e meno poltronifici per i bocciati della politica.
Ci auguriamo che questo principio e questa proposta emendativa, che è conforme anche a quanto previsto dall'Unione europea, possano essere approvati e quindi voteremo contro il subemendamento che sopprime un emendamento che noi riteniamo giusto per la società e soprattutto giusto per un risparmio efficiente ed efficace, che dia vantaggio ai cittadini e non un vantaggio alle partecipate gestite da qualche trombato della politica. PAGINA: 0099 ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente, il problema delle società che in parte sono pubbliche, in parte sono private, è importante anche a livello comunicativo. Il 13 febbraio ci sarà l'iniziativa «mi illumino di meno» per il risparmio energetico, peccato che a partecipare a questa iniziativa sia anche ENI, una società che è in gran parte a capitale pubblico, che però si occupa di trivellazioni, di aumentare il consumo di energia, di spingere per l'energia fossile. Quest'anno purtroppo sarà molto più difficile aderire a quest'iniziativa «mi illumino di meno» sarebbe però il caso che gli speaker decidessero, visto che fanno un servizio pubblico, di essere almeno chiari nella loro trasmissione, dicendo che questa iniziativa sarà solo per aumentare trivellazioni, terremoti, inquinamento, devastazioni del nostro mare.
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PAGINA: 0019 Intervengono sull'emendamento Dorina Bianchi 32.12 i deputati ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS), PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS), DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), il relatore di minoranza MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS) e nuovamente il deputato PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS).
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PAGINA: 0101 ELENA CENTEMERO. Presidente, è stato approvato il subemendamento De Menech 0.32.12.100, che sostanzialmente toglie la prima parte, dove si inseriva all'interno della Costituzione un principio, come è stato ricordato prima, un principio liberale, per cui si possono gestire i servizi pubblici a mezzo di società partecipate, solo qualora il fine pubblico non possa essere conseguito in un altro modo.
Quello che vorrei sottolineare è che ancora una volta questo Governo tiene valida la seconda parte dell'emendamento, nella quale si dice una cosa molto semplice, ovvero che il Parlamento è esautorato del proprio ruolo e che sarà il Governo ancora una volta a dare vita e a dettare con una legge d'iniziativa del Governo quelli che saranno i criteri per il riordino della disciplina delle società partecipate da amministrazioni pubbliche, al fine appunto di garantire il rispetto dei principi di sussidiarietà degli altri. Quindi noi qui contestiamo ancora una volta, come abbiamo fatto fino adesso, un metodo, il metodo che questo Governo continua ad usare. PAGINA: 0101 PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, vorrei un chiarimento perché, sicuramente per colpa mia, non mi è chiara una questione. Nel subemendamento De Menech 0.32.12.100, che è stato approvato, si dice: «sopprimere la parte principale». Io sinceramente da qualche anno faccio il legislatore e non ho mai visto una proposta emendativa formulata così. Qual è la parte principale dell'emendamento in questione ? Lo potrebbe chiarire, perché, insomma, non è così immediatamente percepibile. PAGINA: 0101 DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, vorrei segnalare solo che, anche a mio avviso, la «parte principale» è dubbia. Vorrei comprendere se la parte principale di un presentatore di un emendamento è la seconda o la prima. Credo che possa essere a discrezione di chi ha presentato l'emendamento la parte principale.
Però vado oltre. Immaginando che possa essere accettata la parte iniziale del subemendamento De Menech, vorrei comprendere come, essendo stato di fatto soppresso il primo periodo, rimane se non sbaglio in vigore dal «conseguentemente» in poi. Quando noi chiedevamo le votazioni per parti separate ove c'erano, all'interno di uno stesso emendamento, due periodi, con il primo periodo che andava magari a sopprimere o a modificare e la seconda parte era un «conseguentemente», gli uffici ci dicevano, a mio avviso giustamente, che erano legati uno con l'altro e, quindi, non poteva essere scisso in due parti, non poteva essere fatta una votazione per parti separate. Adesso, essendo stata soppressa la prima parte, io mi chiedo come facciamo a votare questo emendamento che c’è un «conseguentemente». Conseguentemente a che cosa, visto che è stata soppressa la prima parte ? Io credo che qua dobbiamo un attimino fermarci a riflettere perché, o quando noi chiedevamo la votazione per parti separate si poteva fare, ma non credo, o credo che @pagina=0102@in questo caso dobbiamo riflettere come andare avanti perché è un problema. PAGINA: 0102 PRESIDENTE. Allora, rispondo ad entrambi. La parte principale dell'emendamento, quando c’è una parte consequenziale, si intende la prima parte. La formulazione è chiara: la lettera f) è la parte principale, il «conseguentemente», nelle intenzioni dei proponenti, era la parte consequenziale della parte principale. All'osservazione dell'onorevole Crippa, rispondo che, ovviamente, non è un fatto puramente tecnico, ma è un fatto sostanziale. In alcune situazioni il consequenziale è talmente consequenziale che non regge senza la parte principale. In questo caso, se lei va a vedere l'articolo 39, l'aggiunta di un ulteriore comma all'articolo 39 è perfettamente comprensibile anche senza la parte principale e questo è già accaduto molte volte. Ci sono molti precedenti, quindi, sia in un senso, sia in un altro, di votazioni per parti separate. La motivazione per cui si può fare o non si può fare è sostanziale, non è solamente formale. La modifica dell'articolo sta in piedi anche senza la parte principale che è stata abrogata con il subemendamento De Menech. PAGINA: 0102 MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, intervengo come relatore di minoranza semplicemente per cambiare la dichiarazione di voto e dare parere favorevole. PAGINA: 0102 PAOLO TANCREDI. Presidente, sì, faccio una dichiarazione di voto a questo punto, alla luce della spiegazione data. Siccome secondo me e secondo il nostro gruppo, non solo è coerente dal punto di vista del drafting, ma è anche giusto quello che andiamo a inserire in norma, noi voteremo favorevolmente all'emendamento.
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PAGINA: 0020 Intervengono per dichiarazione di voto sull'articolo 32 i deputati PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS) e ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0102 PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, noi voteremo a favore dell'articolo 32 sulla riformulazione dell'articolo 118 della Costituzione, che è meno importante di quello che abbiamo appena votato, l'articolo 31 cioè la riforma dell'articolo 117, vero nucleo dell'allora riforma del Titolo V della Costituzione cosiddetta federale-regionalistica. Ma abbiamo modificato in maniera importante l'articolo 117 rivoltando le attribuzioni ed elencando tra l'altro le attribuzioni regionali, mentre @pagina=0103@nella versione attuale dell'articolo 117 tali attribuzioni sono date in maniera generica: tutto quello, cioè, che non è attribuzione dello Stato viene lasciato alle regioni. Quindi un ribaltamento fondamentale anche con la cosiddetta clausola di supremazia su cui si è molto discusso.
La mia preoccupazione sulla formulazione dell'articolo 118 che verrebbe fuori dall'approvazione della legge costituzionale è che noi non abbiamo coinvolto le attribuzioni amministrative, che fondamentalmente rimangono in capo ai comuni, ed eliminiamo giustamente le province, perché intendiamo sopprimerle, ma rimangono i comuni e le città metropolitane e via dicendo e vi può essere l'equivoco dell'attribuzione delle funzioni attualmente in capo alle province quando nella legge ordinaria è presente l'orientamento di darle in alcuni casi alle regioni. Questo sarebbe incoerente con l'architettura che abbiamo costruito tra attribuzioni legislative e attribuzioni amministrative, anche se poi vige il principio di responsabilità amministrativa che nell'articolo 118 noi comunque ribadiamo. Da questo punto di vista credo che vi sia una preoccupazione legittima su quello che andremo a fare nell'attribuire poi i poteri delle province, in futuro soppresse, alle regioni o ai comuni, a seconda di come deciderà il legislatore. Da questo punto di vista credo che ci sia un piccolo vuoto nell'architettura costituzionale che stiamo costruendo. PAGINA: 0103 ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, annuncio il voto contrario di Forza Italia all'articolo 32 e lo motivo. Il contenuto di questo articolo si segnala, infatti, più per le conferme rispetto all'attuale testo dell'articolo 118 che per le novità, con la conseguenza che il legislatore della riforma dimostra che di non aver voluto farsi carico delle perplessità manifestate dalla dottrina in sede di formulazione e di applicazione della precedente riforma del 2001 che, vorrei ricordare, essere stata approvata dalla sinistra da sola per pochissimi voti.
In primo luogo la riforma in discussione, questo testo, conferma il primo comma dell'articolo 118 che ha alimentato non pochi dilemmi interpretativi in ordine alla tipologia delle funzioni amministrative: le funzioni attribuite ai comuni, le funzioni amministrative proprie, senza mettere poi le funzioni fondamentali degli enti locali di cui all'articolo 117. Si ha l'impressione di essere davanti ad un guazzabuglio terminologico se si confronta questo testo col testo del 2001, con quello originario della Costituzione del 1948.
Allo stesso modo il testo dell'articolo 118 conferma la previsione del terzo comma la quale, pur mossa dall'intento di favorire l'affermazione di modalità di raccordo tra lo Stato ed il sistema delle autonomie, aveva sollevato proprio a margine della riforma del 2001 perplessità tali da appannare l'effettiva portata di quella riforma, ma anche qui non si è voluto modificare niente. Si era, infatti, affermato che vincolando il legislatore statale a disciplinare forme di intese e di coordinamento in alcuni specifici settori, essa non perviene ad un appagante riconoscimento del principio di leale collaborazione quale pilastro del modello autonomistico prescelto dal dettato costituzionale. Questa lacuna è avvertibile anzitutto sul versante soggettivo in quanto i momenti di raccordo che sono contemplati non coinvolgono gli enti locali, veri protagonisti della vita amministrativa e, inoltre, quanto all'autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati per il perseguimento di interessi generali, che è stato inserito nella riforma del 2001, avrebbe dovuto comportare la trasformazione dello Stato dal modello di Stato sociale a quello di comunità.
Ma neanche qui vi è traccia in questa riforma di questo passaggio. Quella che doveva sembrare la novità più significativa della riforma dell'articolo 18, riguardante l'inserimento di una disposizione aggiuntiva, che appunto diventa il nuovo secondo comma nell'articolo 118, fa riferimento alle modalità di esercizio delle funzioni @pagina=0104@amministrative. In particolare, è stabilito che le funzioni amministrative sono esercitate in modo da assicurare la semplificazione e la trasparenza dell'azione amministrativa, secondo criteri di efficienza e di responsabilità degli amministratori. Certo, è un principio condivisibile ma, anche qui, non è affatto una novità: questo articolo non ha per niente una portata innovativa. Tale disposizione, infatti, non innova in modo significativo la disciplina delle funzioni amministrative, in quanto i principi accolti nel testo erano già oggetto di elaborazione da parte della giurisprudenza costituzionale e i criteri di economicità, di efficienza, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza, oltre ad essere principi del diritto comunitario, erano stati accolti nella legge n. 241 del 1990. Si tratta, quindi, di una mera costituzionalizzazione di principi e criteri già vigenti nel nostro ordinamento, con la conseguenza di porsi una valutazione, rispetto al risultato, di un inutile e pleonastico appesantimento del testo della riforma, a meno che non si voglia rinforzare la funzione comunicativa ed espressiva della riforma stessa esclusivamente verso l'esterno.
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PAGINA: 0020 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta fino alle 21,45.
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PAGINA: 0104 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Centemero. Nessun altro chiedendo di intervenire, prego i colleghi di prendere posto – c’è stato un po’ di movimento – così non teniamo aperta troppo a lungo la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0021 La seduta, sospesa alle 20,45, è ripresa alle 21,55.
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PAGINA: 0021 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)
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PAGINA: 0104 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
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PAGINA: 0021 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0104 Missioni.
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PAGINA: 0021 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono novantatré.
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PAGINA: 0104 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, De Girolamo, Di Gioia, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Mannino, Merlo, Pes, Portas, Rampelli, Realacci, Speranza e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0021 Si riprende l'esame. (Vedi RS)
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PAGINA: 0104 Si riprende la discussione.
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PAGINA: 0021 PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto delle proposte emendative presentate dalla Commissione e di quelle ritirate.
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PAGINA: 0104 PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente ha esaurito i tempi originariamente previsti dal contingentamento.
Avverto che anche il gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale sta per esaurire i tempi originariamente previsti dal contingentamento.@pagina=0105@
Come preannunciato, essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tali gruppi un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 33.900 che è in distribuzione e con riferimento al quale il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato per oggi alle ore 22,45.
La Commissione ha altresì presentato il subemendamento O.39.32.500.
Avverto che il deputato Matteo Bragantini ha ritirato tutti i suoi subemendamenti ad eccezione di quelli riferiti all'emendamento 10.900 della Commissione.
Avverto altresì che il deputato Brunetta ha ritirato tutti i suoi subemendamenti.
Avverto che prima della sospensione è stato da ultimo approvato l'articolo 32.
Adesso, colleghi, credo che dovrò chiedervi una breve sospensione che si deve al fatto che noi dobbiamo annotare sul fascicolo il ritiro degli emendamenti, perché io non so più, a questo punto, quali emendamenti siano rimasti e quali emendamenti siano stati ritirati. Quindi, gli uffici hanno bisogno di dieci minuti di tempo per potere ordinare il fascicolo, dopo di che darò la parola a chi già me ne ha fatto richiesta.
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PAGINA: 0021 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0105 MASSIMILIANO FEDRIGA. Signora Presidente, la ringrazio del suo annuncio, però per fare edotti tutti i colleghi dell'Aula che naturalmente abbiamo preso una posizione di carattere politico e la Lega Nord ha ritirato tutti i subemendamenti non riferiti ad emendamenti dei relatori (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, penso possa essere utile anche per una riflessione in questi dieci minuti.
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PAGINA: 0021 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende brevemente la seduta.
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PAGINA: 0105 PRESIDENTE. Quindi, se siete d'accordo, colleghi, io sospendo per dieci minuti, il tempo di riorganizzare il fascicolo. Vi ringrazio, la seduta è sospesa.
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PAGINA: 0022 La seduta, sospesa alle 22, è ripresa alle 22,20.
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PAGINA: 0022 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata; sospende pertanto la seduta.
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PAGINA: 0105 PRESIDENTE. Colleghi, siccome ho ricevuto la richiesta di riunire la Conferenza dei presidenti di gruppo, visto che ancora siamo alle prese con il dato tecnico di aggiornare il fascicolo, direi che la cosa più utile da fare sia quella di fare una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo immediatamente al piano Aula. La seduta è sospesa.
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PAGINA: 0022 La seduta, sospesa alle 22,21, è ripresa alle 22,35.
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PAGINA: 0022 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ROBERTO SPERANZA (PD) (Vedi RS), che propone di deliberare la prosecuzione ininterrotta dei lavori dell'Assemblea fino alla conclusione dell'esame degli articoli del provvedimento, ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), FABIANA DADONE (M5S) (Vedi RS), ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS), SERGIO PIZZOLANTE (AP) (Vedi RS), nel corso del cui intervento il Presidente richiama all'ordine i deputati Stefano Allasia (LNA), Nicola Molteni (LNA) e Cosimo Latronico (FI-PdL). Intervengono per richiami al Regolamento i deputati DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), FILIBERTO ZARATTI (SEL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), ARCANGELO SANNICANDRO (SEL) (Vedi RS), nuovamente DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), nel corso del cui intervento il Presidente richiama all'ordine il deputato Paolo Tancredi (AP).
Dopo precisazioni del Presidente, la Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, approva la proposta di prosecuzione ininterrotta dei lavori dell'Assemblea fino alla conclusione dell'esame degli articoli del provvedimento – deputati dei gruppi MoVimento Cinque Stelle gridano reiteratamente «serva !».
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PAGINA: 0105 ROBERTO SPERANZA. Presidente, chiedo la parola, a nome del gruppo del Partito Democratico, affinché venga posta ai voti la nostra proposta che venga deliberata la «seduta fiume» limitatamente agli articoli e agli emendamenti del provvedimento in discussione, immaginando che, nei prossimi giorni, una Conferenza dei presidenti di gruppo possa decidere una data per la votazione finale del provvedimento, per quanto ci riguarda anche nella prima decade o nella prima settimana di marzo, data in cui vi sarebbero sia la votazione degli ordini del giorno sia il voto finale.
Dico queste cose e avanzo questa richiesta con due sentimenti: un sentimento di forte determinazione, perché, per il Partito Democratico, le riforme sono assolutamente indispensabili, sono un punto centrale del nostro programma politico e, al tempo stesso, con amarezza e con rammarico, perché oggi è stata una giornata @pagina=0106@utile, positiva; vi è stato un lungo scambio tra i gruppi e penso che, per poco, sia mancata un'intesa finale completa che potesse portarci ad evitare questo strumento.
Ma, come è noto, il Regolamento della Camera prevede la potenzialità che ciascun deputato tutte le mattine, all'inizio di una nuova seduta, possa presentare un numero altissimo di subemendamenti, come purtroppo è avvenuto in questi giorni, e noi non avremmo più una certezza. E, quindi, il legittimo diritto delle minoranze a poter discutere, a potersi confrontare, si trasformerebbe in un potere di veto al percorso di approvazione delle riforme costituzionali, che per noi è totalmente inaccettabile.
Nell'avanzare questa richiesta voglio aggiungere che oggi è stata, dal mio punto di vista, comunque una giornata proficua e il dialogo positivo che c’è stato tra i gruppi io penso che non debba essere disperso. E voglio dirlo sin da subito: nonostante la seduta fiume, nonostante, diciamo, una seduta più complessa, che ci vedrà impegnati con ritmi maggiormente serrati, io mi auguro che il clima positivo di dialogo tra le forze politiche possa mantenersi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e che, anche nel merito, ci possano essere le condizioni per ulteriori miglioramenti e per ulteriori intese su questo testo.
Io voglio concludere con un punto che a me pare decisivo. Noi siamo quanto mai convinti che l'Italia abbia bisogno di fare vedere la luce a questo provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, proprio per questo motivo, oggi chiediamo la «seduta fiume». Mi auguro che il clima possa restare sereno e che il confronto tra le forze politiche possa restare positivo. PAGINA: 0106 ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Abbiamo avuto una giornata lunga, che era iniziata bene con la scelta di evitare che le opposizioni non avessero i tempi giusti e dovuti per potere intervenire, ma la finiamo male, molto male. Lo voglio dire con amicizia al collega Speranza: la proposta che lui avanza questa sera è un atto senza precedenti nella storia della Repubblica e della democrazia italiana (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Qui non stiamo cambiando il codice della strada, stiamo cambiando la Costituzione italiana !
E lo dico con molta franchezza: noi non siamo parlamentari, deputati, signora Presidente, solo in questo mandato, solo per quello che rappresentiamo qui ora.
Noi abbiamo un dovere verso quelli che saranno qui domani mattina, verso quelli che verranno qui tra dieci anni, e costruire un campo minato sulle riforme costituzionali determina un vulnus per il futuro. Le pratiche ostruzionistiche, signora Presidente, si misurano sulle migliaia di emendamenti. Qui stiamo dichiarando una seduta fiume preventiva – perché i colleghi di Forza Italia e i colleghi della Lega hanno ritirato gli emendamenti ostruzionistici, SEL non ne aveva presentati, come è noto a tutta l'Aula – prima ancora che accadano le cose (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). SEL resterà qui a difendere la democrazia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non vi consentiremo di cambiare la Costituzione come i ladri di notte (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E lo dico con amicizia al collega Speranza: eviti di utilizzare il termine serenità. A qualcuno non ha @pagina=0107@portato bene, e voi avete praticato questa strada (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0107 MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, parlo a nome di un gruppo e come presidente di un gruppo che ha cercato e ha trovato, anche a livello politico, una strada, non a caso, malgrado queste riforme non ci soddisfino su quasi tutti i fronti, anzi direi su tutti i fronti, che ci ha portato a ritirare tutti quei subemendamenti che avevamo presentato nelle giornate precedenti. Adesso, che con duecento subemendamenti, che dovremmo trattare nella giornata odierna, la maggioranza chieda una seduta fiume, e parlo delle stesse affermazioni che ha fatto il presidente Speranza, perché potenzialmente nei prossimi giorni qualcuno potrebbe presentare dei subemendamenti, non è mai successo. La maggioranza, cioè, sta chiedendo una seduta fiume su qualcosa che non esiste e non c’è, ed è ovviamente improponibile con queste premesse che si auspichi una seduta serena e tranquilla. L'abbiamo visto nei primi minuti, dopo le affermazioni del presidente Speranza. È chiaro che si vuole trattare in questo modo – ed è una responsabilità politica che hanno in capo tutta la maggioranza e il Governo – delicate riforme istituzionali, non in un clima di collaborazione tra le forze politiche, che giustamente e normalmente hanno idee diverse, però perlomeno il clima di collaborazione dovrebbe esserci, ma in un clima di scontro totale. Evidentemente, infatti, ormai – e questa è una nostra forte preoccupazione – prima dell'interesse che una riforma sia buona e serva ai cittadini di questo Paese, ho fortemente paura che la riforma debba essere solo spettacolare e che il cammino debba essere spettacolare, perché così domani, dopodomani, fra tre giorni, il Presidente del Consiglio possa andare in TV a dire: ho i muscoli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Purtroppo, però, Presidente i muscoli durano un giorno, la Costituzione dura una vita, e noi abbiamo la responsabilità di mettere sulle spalle dei cittadini, non di questo Parlamento, ma di tutti i cittadini di questo Paese, una riforma, anche quelle riforme che nascono e vengono partorite in modo negativo. Dunque, se questo senso di responsabilità manca in quest'Aula, è una preoccupazione che esprimiamo ai colleghi ed esprimiamo a lei. Ci auguriamo che magari, con questi interventi dei diversi gruppi, qualcuno possa ravvedersi e capire che magari la via è quella di fare le cose bene e non di fare le cose di fretta, perché, se si fanno di fretta e male, è meglio non farle (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). PAGINA: 0107 FABIANA DADONE. Grazie Presidente, devo dire che in questa Aula si respira uno «spirito» di Assemblea costituente non da poco. Questa è la prima volta nella storia della Repubblica che si chiede una seduta fiume sulle riforme costituzionali.
È un orrore spaventoso, la prima volta; quindi, chiunque voterà a favore si renderà complice di questo precedente e se ne assumerà oneri e onori e poi ne risponderà. Vorrei chiedere tramite lei al presidente Speranza quale sarebbe il motivo di questa fiume, perché il senso di prevedere una seduta fiume è quando c’è un provvedimento in scadenza e si deve arrivare ad una data certa, ma lui ha appena detto chiaramente che non ci sarà una data certa per la conclusione dei lavori ma che sarà da concordare. Quindi, è un controsenso che deambula questa richiesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Motivi non ce ne sono. Lei oggi in Capigruppo, ma in varie occasioni, ha chiesto senso di responsabilità ai gruppi ma di senso di responsabilità da parte dell'opposizione ce ne è stato infinito. In Commissione (noi personalmente, ma tutte @pagina=0108@le opposizioni) abbiamo presentato pochissimi emendamenti e non si è discusso nel merito.
Avete voluto prevederne la calendarizzazione a dicembre con il contingentamento e non abbiamo presentato tantissimi emendamenti e in Aula non si è discusso sul merito. Si è voluto forzare la mano e allora noi, per legittima difesa (sarà eccesso di legittima difesa), vi abbiamo ricoperto di subemendamenti. Ci mancherebbe altro, compete alle opposizioni difendere la Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ma lo facciamo anche per voi perché un giorno potreste essere opposizione di qualcuno. Presidente, chiedere tra l'altro degli accordi per la conclusione di una riforma costituzionale, di una proposta quanto meno indegna, vergognosa, e che di Assemblea costituente, di quello spirito, non ha assolutamente nulla.
Questa è una riforma presentata dal Governo nei confronti dell'organo che dovrebbe essere legittimato a modificare la Carta costituzionale, che ci ha spinto a contingentare i tempi, a non discutere. Noi addirittura abbiamo proposto di inserire come atto di responsabilità (questa bellissima parola di cui vi riempite la bocca) dieci emendamenti di democrazia diretta. Orrore, Santo Dio, i cittadini possono intromettersi nella vita politica. No, piuttosto una seduta fiume sulle riforme costituzionali.
Abbiamo proposto addirittura di ritirare i 200 subemendamenti perché la notte portasse consiglio al collega Speranza e al Ministro Boschi. Nemmeno da questo punto di vista c’è stata disponibilità, ma noi che cosa dovremmo fare a questo punto. Non ho capito Presidente ? Praticamente chiedere al PD di votare i loro emendamenti al posto nostro: vengano qui, mettano le impronte digitali, a questo punto tanto vale. Se questa è la loro idea di democrazia, questa riforme continuino a farsele da soli come hanno fatto finora. Sappiate però che ne pagherete le spese perché oggi siete maggioranza e un giorno sarete all'opposizione di qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0108 ROCCO PALESE. Signor Presidente, è fin troppo evidente: il percorso di questa riforma costituzionale evidenzia, ancora una volta, ammesso che ce ne fosse bisogno, che il Paese, sì, ha bisogno di queste riforme e, in particolare, ha bisogno di questa riforma costituzionale fin dal 1983, con la bicamerale Bozzi (non ripercorro tutti i tentativi che ci sono stati) senza che però ci sia stato mai veramente un risultato fruttuoso per il Paese con riforme condivise. Ciò, per un motivo molto semplice: perché si continua a sbagliare. Sbagliano tutti, perché, se il Paese ha bisogno di ristrutturazioni così profonde della Costituzione, ma non c’è dubbio e io vorrei capire se il Padreterno un giorno illuminasse un po’ chi decide e li aiutasse un po’ tutti, l'unico organo che può decidere per bene al fine di ristrutturare la Costituzione madre è lo stesso organo che l'ha prodotta, l'Assemblea costituente. Purtroppo, però di necessità bisogna far virtù.
È stata utilizzata in maniera non propria, non opportuna, così come è stato per la modifica del Titolo V nel 2001, che è stato un vero e proprio disastro per il Paese. Dopo venti anni, tutti si sono accorti di questo grande disastro, di risultati cattivi, di obiettivi falliti completamente, di risultati opposti a quelli prefissati, addirittura. Così poi c’è stato il tentativo sbagliato del 2005 del centrodestra, non nel merito ma nel modo, e infatti il referendum ha dato il risultato che ha dato, Arriviamo poi a questo tipo di proposta. Ve l'abbiamo detto in tutti i modi durante questo dibattito, mi riferisco alle parti che non ci convincono nella maniera più assoluta. Non ci convincono tanto meno le modalità rispetto alla situazione del contingentamento.
Non solo una riforma così profonda non viene fatta in maniera opportuna da un'Assemblea costituente, non solo non @pagina=0109@viene fatta con un largo consenso, ma addirittura anche con il contingentamento e adesso arriviamo addirittura anche alla seduta fiume. Io penso che così non è veramente possibile andare avanti. Riteniamo che, al di là del merito, questo della seduta fiume sia un percorso che non ci vede per niente d'accordo e riteniamo che come ulteriore motivo di riflessione possa essere comunque utile quello di differire l'approvazione finale nella prima decade di marzo e questo poi si vedrà. Nel frattempo riteniamo che sia un percorso sbagliato quello di proporre la seduta fiume sulla riforma costituzionale, e per questo motivo noi voteremo contro la seduta fiume (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0109 SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente, noi voteremo a favore della seduta fiume e voglio dire ai colleghi che hanno sollevato dubbi e critiche dure e pesanti su questa possibilità, che non si tratta di nessun attentato alla democrazia, ai Regolamenti parlamentari. È uno strumento consentito, previsto dai Regolamenti parlamentari che noi pensiamo in questo momento possa e debba essere usato per consentire una discussione più regolare, più nel merito, con tempi più certi (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti). Devo dire che chi urla all'attentato e allo stravolgimento delle regole, sta nella scia di coloro, di tanti, che in questi trenta anni hanno impedito qualsiasi riforma e qualsiasi modifica della Costituzione. Noi non stiamo tra quelli, noi pensiamo che questa riforma debba essere fatta nei tempi certi e più veloci possibili. Ricordo a tutti che questa riforma è stata mesi in Commissione, è stata mesi al Senato, è venuta alla Camera, l'abbiamo profondamente cambiata, dove è cambiato il processo legislativo e l'abbiamo molto migliorata, tornerà al Senato, per molti mesi ancora sarà discussa, e questa questione sarà dibattuta, quindi non c’è alcun attentato alla democrazia, è soltanto uno strumento per impedire speculazioni di bassa lega (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) e dico lega non a caso, non a caso. Di bassa lega ! Di bassa lega ! E dico Lega non a caso. PAGINA: 0110 DAVIDE CRIPPA. Articolo 8, Presidente. Io credo che non sia ammissibile il comportamento da lei mantenuto sino a questo momento. Le ricordo che un nostro deputato per avere preso un telefonino e avere fatto così verso i banchi del Governo è stato espulso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E qui, in questo momento, lei sta permettendo violenze fisiche e verbali da parte del collega Pizzolante senza prendere un provvedimento, che sia uno ! Non ha preso un provvedimento nonostante le offese verbali e fisiche ! Che cosa sono ? Due pesi e due misure o sbaglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? PAGINA: 0110 FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, lei ha richiamato gli articoli 41 e 45 per quanto riguarda la seduta fiume. Non mi consta che il Regolamento preveda la seduta fiume. In nessun articolo del nostro Regolamento è prevista la seduta fiume. Quindi in questo caso si tratta di cambiare il calendario dell'Aula e, da Regolamento, il calendario dell'Aula si può cambiare soltanto in Conferenza dei presidenti di gruppo. Quindi mi pare che non sia possibile da nessun punto di vista procedere al voto dell'Aula sulla seduta fiume (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0110 PRESIDENTE. Sì, questa è una proposta sull'ordine dei lavori e c’è una prassi consolidata su questo, onorevole Zaratti, quindi questa è una prassi consolidata. PAGINA: 0110 RICCARDO FRACCARO. Presidente, voglio fare un richiamo al Regolamento, perché anche io ritengo che, pur essendo forse questa una prassi consolidata, questo non è un momento consolidato e lo dimostrano anche le situazioni poco edificanti a cui abbiamo appena assistito.
Le vorrei ricordare, Presidente, che questa è una riforma costituzionale e in questo momento lei sta accettando, da Presidente della Camera, che una maggioranza, tra l'altro eletta con una legge elettorale incostituzionale – ma questa è una cosa accertata –, decida autonomamente di tenerci qui la notte, per votare delle proposte emendative che modificheranno la Carta costituzionale per cui mio nonno è morto, Presidente. Allora, io le dico questo... PAGINA: 0111 ARCANGELO SANNICANDRO. La questione invece è un'altra. PAGINA: 0111 DAVIDE CRIPPA. Presidente, articolo 8. Io le ricordo che, nella seduta del 9 ottobre 2014, il sottoscritto ha chiesto alla Presidenza di turno Baldelli, sulla proposta di legge del conflitto di interessi, di deliberare una seduta fiume.
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PAGINA: 0022 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta.
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PAGINA: 0111 PRESIDENTE. Onorevole Tancredi ! Onorevole Tancredi, la richiamo (Scambio di apostrofi tra deputati del gruppo della Lega Nord e Autonomie e deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Onorevole Attaguile !
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PAGINA: 0023 La seduta, sospesa alle 23,10, è ripresa alle 23,35.
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PAGINA: 0023 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)
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PAGINA: 0113 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI
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PAGINA: 0023 Intervengono per un richiamo al Regolamento il presidente della I Commissione FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS), sull'ordine dei lavori il deputato DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), per un richiamo al Regolamento il deputato MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), sull'ordine dei lavori il deputato FILIBERTO ZARATTI (SEL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0113 FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signora Presidente, per essere preciso è un richiamo al Regolamento ai sensi dell'articolo 41. Credo che nel momento in cui noi ci accostiamo, in quest'Aula, come politici, come legislatori, abbiamo degli obblighi, ma se siamo in quest'Aula come costituenti, la qualità del nostro dovere stare in Aula cresce. La Costituzione ha bisogno, dicevo, di cautela, di umiltà e di rispetto. Allora, se l'articolo 41 non prevede una strutturazione della seduta fiume è evidente che la seduta fiume può essere disposta e questo è il primo atto dopo la votazione, per prassi giurisprudenziale precedente di questa Camera, al primo atto dopo la votazione è possibile ingerirsi nella qualità e nella modalità della stessa. Io devo dire che la seduta fiume, cosiddetta, può essere disposta certamente se vi è una scadenza, se vi è un termine, e in questo caso i tempi sono addirittura contingentati, ma soprattutto deve avere una sua ragione, cioè deve avere una sua finalità, cioè qualche cosa che non si può fare se non con la seduta fiume e che deve essere fatto.
Presidente, io della Costituzione ho rispetto e parlo più come giurista che come parlamentare, noi dobbiamo rispettare la Costituzione; quello a cui io ho assistito in quest'Aula, non voglio dare responsabilità a nessuno, ma dico che non è degno di un Parlamento che deve riformare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Lo dico con tutto il rispetto per ciascuno e credo che le forzature politiche personali, le urla e le grida non abbiano fatto onore, oggi, a chi deve riformare la Costituzione.
Presidente, io penso che noi possiamo, con buona volontà di tutti, cercare di recuperare la dignità dei costituenti, di quel De Gasperi che ha sottoscritto nel 1947 quella Carta costituzionale e di cui noi siamo, volenti o nolenti, eredi in questo momento, ma nessuno se lo ricorda. Allora, si chiede una seduta notturna con una «prova muscolare» che io trovo inopportuna per la Costituzione, si reagisce in modo inopportuno a questa inopportunità e non c’è legittima difesa nei confronti della Costituzione, ci sono dei discorsi che io reputo assolutamente provocatori e ingiustificati, allorquando ci si occupa di un tema così delicato per cui @pagina=0114@tutti, come Machiavelli, dovremmo indossare l'abito buono dei parlamentari, prima di occuparci della Costituzione. Io trovo che questa mancanza di rispetto e di dignità verso la Carta costituzionale sia l'amarezza che io, in questo momento, manifesto, e sia il segnale più forte che io vorrei dare a questo Parlamento. Noi riforniamo la Costituzione, quella per cui i nostri padri si sono battuti cambiando la storia. E noi sembra che non cambiamo la storia, noi la stiamo distruggendo.
Allora, Presidente, credo che una Costituzione by night cioè che approfitti della stanchezza dei parlamentari, che li metta alla dura prova di cultura e di resistenza, non è una Costituzione scritta come i nostri padri avrebbero voluto che fosse scritta. Questo lo devo dire, perché a me sembra doveroso richiamare il Governo su questa scelta, perché non c’è nessuna scadenza, e allora la mia richiesta è questa: revocare, rectius, annullare questa votazione, perché assunta in spregio della prassi regolamentare sulla seduta fiume che deve avere una sua giustificazione che in questo caso non ha; è stata introdotta, a mio avviso, e cerco di salvare lo spirito dei costituenti con questa richiesta e me ne assumo la piena responsabilità, perché ho l'obbligo, in quest'Aula, di segnalare quello che noi stiamo facendo e di cui non ci rendiamo conto. Non è una prova mediatica, non è una prova parlamentare, è una prova di altissima responsabilità.
Quindi, le chiedo di valutare la revoca o l'annullamento della votazione, essendo questo il primo atto successivo alla stessa votazione. Ma soprattutto, le chiedo di rimuovere la mortificazione inaccettabile che in quest'Aula si è consumata verso un testo nei cui confronti noi dovremmo essere, credo, più rispettosi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie). PAGINA: 0114 DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, io e tutto il mio gruppo sposiamo una buona parte di quanto appena affermato. Sicuramente sposiamo la parte del discorso del presidente della I Commissione, Sisto, relativa al metodo. Ovviamente sposiamo anche la parte relativa alla responsabilità che la maggioranza ha in questa prova di forza muscolare, di muscoli che evidentemente non sono muscoli costituzionali ma che sono dei muscoli incostituzionali, nei confronti delle opposizioni, che sono state obbligate – e qua dissento dal presidente Sisto – per legittima difesa, propria e della medesima Costituzione, a reagire nella maniera in cui hanno reagito. Ma mi permetto anche di dirle, e tramite lei spero di arrivare al partito di maggioranza, in particolare al suo presidente, Speranza, che il gruppo che in questo momento io rappresento è il gruppo di opposizione che ha presentato il minor numero di subemendamenti, è il gruppo di opposizione che ha affermato di voler ritirare questi subemendamenti e che, di conseguenza, ha dato alla maggioranza la possibilità di scegliere se portare avanti un dibattito nel merito oppure un dibattito che ci costringe a difenderci dalla violenza che stanno facendo nei confronti delle opposizioni e della Costituzione.
Per questi motivi, Presidente, la richiesta che è stata appena fatta dal collega Sisto è una richiesta assolutamente plausibile, che ci potrà portare a ragionare sul fatto di presentare o meno in futuro nuovi subemendamenti; ma che potremo fare solo se ci sarà una risposta di dialogo e di apertura come solo in una democrazia sana e normale può essere, cosa che purtroppo, fino ad oggi, non c’è stata. Quindi, aspettiamo una risposta, una risposta che speriamo arrivi subito e in base a quella risposta noi ci comporteremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0114 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Toninelli. Se ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori, concederò, se lo richiederanno, un intervento per gruppo.@pagina=0115@
Io mi sento di condividere, a nome della Presidenza ovviamente, la preoccupazione e l'amarezza espressa dal collega Sisto. D'altra parte, credo siate tutti testimoni, per primi i colleghi della I Commissione, i capigruppo e i facenti funzioni capigruppo, che per tutta la giornata si è lavorato, anche con l'impegno della Presidenza, per cercare di evitare questo approdo, che non era un approdo auspicato dalla Presidenza. Sto parlando a nome della Presidenza e non mi faccio carico delle questioni politiche che sono state sollevate legittimamente, alle quali non è compito mio rispondere. Tuttavia, non è stato raggiunto un accordo tra i gruppi, cosa che la Presidenza aveva ampiamente auspicato e per la quale si è ampiamente spesa. Abbiamo poco fa fatto una votazione e io ricordo a me stessa e ai colleghi che, una volta deliberata la seduta continuata, sono da ritenere inammissibili richieste volte a determinare con voto dell'Assemblea sospensioni a vario titolo della seduta stessa. Altra cosa, come invece era stato già detto poco fa dalla Presidente, è la determinazione di pause tecniche e di sospensioni utili sia per lo svolgimento dei lavori sia per la preparazione delle carte utili a questi lavori. PAGINA: 0115 MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, mi ricollego allo stesso articolo richiamato dal presidente Sisto. Non voglio entrare adesso in considerazioni politiche, però la richiesta del presidente Sisto non era una richiesta che andasse a rivedere il voto, ma una richiesta di annullamento del voto in quanto illegittimo. Quindi, vorrei sapere dalla Presidenza intanto su quali provvedimenti che non prevedevano un termine, come per esempio i decreti, è stata deliberata la seduta fiume e su quali provvedimenti di carattere costituzionale è stata deliberata la seduta fiume.
Ricordo che da Regolamento i provvedimenti di modifica costituzionale hanno delle norme a parte che li tutelano proprio per l'importanza delle norme che si vanno a modificare. Non si possono considerare come un decreto, ma nemmeno come un disegno di legge o una proposta di legge, sono riforme costituzionali. Quindi il presidente Sisto ha chiesto di annullare una votazione illegittima, cosa che la Presidenza può tranquillamente fare essendo illegittima la stessa votazione. Non è che ormai si è votato, perché se si è votato qualcosa che non si poteva votare, esattamente come è avvenuto più volte in precedenza in quest'Aula, la votazione non era valida in quanto non poteva avvenire. Quindi invito la Presidenza a riflettere perché una scelta di questo tenore sono convinto aiuterebbe anche questa Camera e questa Costituzione a mantenere una dignità che altrimenti ho la seria preoccupazione, visto come sono andati i lavori, verrebbe meno, e mantenere questa dignità dei lavori dell'Aula e tutelare la Costituzione è compito in questo momento esclusivo della Presidenza. PAGINA: 0115 FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, io sposo pienamente lo spirito dell'intervento del presidente Sisto, che credo abbia colto il nocciolo della vicenda. Noi dobbiamo avere rispetto della Carta costituzionale che oggi è in vigore perché non dobbiamo dimenticare che noi stiamo riformando la Costituzione, ma che intanto una Costituzione è ancora in vigore, quindi noi dobbiamo rispetto a quella Carta costituzionale e credo che dobbiamo avere rispetto anche per le istituzioni, per queste istituzioni, perché quello che noi abbiamo visto in questa serata francamente non fa onore né al nostro ruolo di parlamentari e di rappresentanti dei cittadini, né alla storia di quest'Aula e di queste istituzioni. Quindi noi sposiamo pienamente lo spirito di quell'intervento. Anch'io voglio ricordare, Presidente, che il presidente Sisto non ha chiesto una sospensione @pagina=0116@rispetto alla seduta fiume, ma ha chiesto l'annullamento di quella votazione e io ritengo, signora Presidente, che ci siano tutte le condizioni per arrivare all'annullamento di quella votazione, perché io le vorrei ricordare, vorrei ricordare a tutti quanti noi, in quale clima si è svolta quella votazione, con i banchi del Governo pressati da molti colleghi che inveivano e moltissimi altri colleghi e gruppi che in quella confusione non hanno neanche espresso il voto, perché basta andare a rivedere le modalità con cui si è concluso quel voto e si vedrà che tantissimi colleghi di tantissimi gruppi non hanno espresso neanche il voto in quella confusione che si era creata. Quindi io penso che ci siano tutti gli elementi per annullare la votazione. Io vorrei fare anche un appello ai colleghi di maggioranza: il presidente Speranza nel suo chiedere la seduta fiume ha utilizzato termini come serenità del confronto, apprezzamento per quello che era accaduto nella giornata di oggi. Ecco, io credo che quello è il metodo che noi dobbiamo cercare di recuperare nelle prossime ore, dobbiamo recuperare quel clima che c’è stato nella giornata di oggi, che ha visto credo dodici o tredici emendamenti delle opposizioni approvati, che ha visto un confronto sulle idee, sui contenuti. Poi chiaramente prevarrà la posizione della maggioranza, ma noi abbiamo avuto in vigore la nostra Costituzione per settant'anni, e se questa Costituzione rimarrà in vigore settant'anni e una settimana non credo che cambi la storia del nostro Paese. Noi dobbiamo ricordare che i costituenti hanno previsto nella Costituzione... (e anche nel nostro Regolamento è previsto) che quando si interviene sulle questioni costituzionali, mentre normalmente il deputato in teoria ha venti minuti di tempo per intervenire, per le riforme costituzionali ne ha quaranta, questo a significare che noi diamo un'importanza significativa e particolare alla riforma costituzionale. Ora, non possiamo sminuire questa nostra discussione e anche la fatica dei colleghi della maggioranza, che vogliono portare – forse a ragione – a conclusione un processo, non possiamo sminuire tutto questo in un clima di rissa, di confronto che non è di idee ma di altro genere. Per questo io penso che la proposta e la considerazione fatta dal presidente Sisto di arrivare all'annullamento in ragione di una grande confusione in quel momento dell'Aula sia la soluzione più consona e più giusta per tutti noi. PAGINA: 0116 PRESIDENTE. Ci sono altri interventi ? Io non posso che riprendere il filo del ragionamento che facevo prima. Un conto è la politica, che non spetta a me trattare e che ha avuto, in varie forme e in vari modi, una lunga possibilità di espressione nel rapporto tra i gruppi e anche tra i gruppi e il Governo in queste ore; un altro conto è la votazione che abbiamo poco fa fatto, che non può essere considerata una votazione illegittima.
Ci possono essere valutazione politiche del tutto legittime, invece, sulla opportunità o meno di procedere in quella direzione, ma la votazione, dal punto di vista del Regolamento e della prassi, è totalmente legittima. Non ci sono solo precedenti sui decreti, onorevole Fedriga, ci sono molti precedenti su disegni di legge...
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PAGINA: 0023 Intervengono per richiami al Regolamento i deputati DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), MAURIZIO BIANCONI (FI-PdL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), GIULIO MARCON (SEL) (Vedi RS), PIERO LONGO (FI-PdL) (Vedi RS), RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS), ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS), GIANNI MELILLA (SEL) (Vedi RS), RICCARDO NUTI (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0117 DAVIDE CRIPPA. Presidente, io credo che, se lei magari, visto che ha auspicato di non urlare, ma di poter parlare, mi fa esprimere, posso esprimere il concetto e, se mi fa una censura preventiva, credo che io debba urlare per forza e in ogni caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0118 MAURIZIO BIANCONI. Presidente, lei ha detto che per lei il discorso è chiuso. Secondo me non è chiuso. Da un punto di vista tecnico e giuridico e di garanzia, lei ha detto che la prassi precedente giustificava il ricorso alla votazione per la seduta fiume. Questo è obbiettivamente non rispondente al vero, perché lei stessa ha detto che la prassi precedente non contemplava alcun caso relativo a leggi di natura costituzionale (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle). Allora, se lei intende chiudere i discorsi su presupposti non veri facendoli passare per veri, è inutile stare qui, prendiamoci in giro in altra sede e in altro orario, non qui svolgendo questo alto compito.
Il secondo punto è che noi siamo dietro a questo Regolamento, che è un Regolamento mai rivisto ampiamente, ma sicuramente tanto carente in molte parti, e tutte le volte che ne viene sollevata eccezione i suoi, i nostri, capacissimi uffici la inondano di precedenti, lei o chi sta lì a presiedere.
Tanto è vero che in genere si muove una contestazione regolamentare, la Presidenza giustamente non è attrezzata e dopo qualche minuto arriva il foglino nel quale si dice che nel 1982 è stato fatto questo, nel 1987 è stato fatto questo, nel 1989 è stato fatto quest'altro. Il che significa Presidente... Tanto ascolta che non si è accorta che avevo smesso di parlare... PAGINA: 0118 PRESIDENTE. Onorevole Bianconi lei è simpatico, però mi sono girata proprio per rassicurarla che la stavo ascoltando. PAGINA: 0120 MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, le faccio un esempio, se la Presidenza mettesse in votazione un emendamento che per errore non era stato segnalato quale inammissibile, la Camera vota, quella votazione non è valida; esattamente come in questo caso. Quindi è una scelta della Presidenza, non il risultato del voto. Mettere al voto una cosa illegittima: è questa la scelta e la responsabilità della Presidenza, e lei stessa ci ha confermato. PAGINA: 0121 GIULIO MARCON. Presidente, intanto vorrei dire che in uno stesso discorso non si può dire che c’è la prassi e c’è la prima volta: o c’è l'una o c’è l'altra, altrimenti è un ossimoro senza alcuna ragione di esistere. Quindi vorrei che una valutazione su questo ci fosse anche da parte di quest'Aula.
Poi vorrei dire che c’è un secondo motivo, se mi ascolta, signor Presidente, perché la riguarda, per l'illegittimità del voto di questa sera, Lei si ricorda che ieri sera presiedeva l'Aula e avevamo in discussione l'emendamento Pellegrino. Io lo ho illustrato e alle 23 esatte lei ha sospeso l'Aula senza che si potesse votare l'emendamento Pellegrino. Qui forse l'onorevole Giachetti vorrebbe sollevare qualche rilievo su questa decisione. Però è stata sospesa l'Aula alle 23 precise e non abbiamo votato l'emendamento di Sinistra Ecologia Libertà.
Questa sera erano passate le 23 e comunque è stata messa in votazione la proposta del collega Speranza. Allora, non si possono applicare due pesi e due misure: ieri sera, emendamento dell'opposizione alle 23 e si stoppa tutto e non si vota; questa sera, proposta del Partito Democratico e invece si va oltre le 23. Le @pagina=0122@regole devono essere le stesse, sia per l'opposizione che per la maggioranza, e la Presidenza non può essere e non può avere una posizione partigiana a favore della maggioranza di questo Parlamento. Questo è inaccettabile. PAGINA: 0122 PIERO LONGO. Signora Presidente, ella ha detto cose assai gravi, e sono già state ricordate dai colleghi che hanno parlato. Si è riferita a una prassi che sappiamo non esiste. Questo, quindi, è un ragionamento fazioso, nel senso tecnico del termine, e dunque fuorviante. Nel corso degli ultimi decenni è stato elaborato dalla dottrina e dalla giurisprudenza il cosiddetto abuso del diritto (anche l'abuso della parola). L'abuso del diritto, che sembra una contraddizione, sta proprio a significare e a stigmatizzare quei casi in cui l'esercizio di un diritto va oltre i termini per i quali quel diritto è stato voluto dal legislatore e poi attribuito a qualcuno.
Ora, che cosa è successo, a prescindere dalle giuste osservazioni che sono già state fatte ? Che il partito di maggioranza ha chiesto che potesse essere messa in votazione una seduta fiume. La richiesta era legittima e, come tale, non era un abuso del diritto. L'abuso del diritto l'ha fatto la Presidenza, quando ha consentito, senza una prassi, che la votazione potesse aver luogo. Questo è il punto, non ce n’è nessun altro. La Presidenza ha abusato del diritto e lei abusa della nostra pazienza. Lo dico con la massima calma e con la massima sincerità. Dopodiché, volete continuare così ? Benissimo, ma io do un avvertimento, per quanto mi riguarda, di carattere politico: è stato detto esattamente che perdere è una questione di metodo. Continuate così e perderete la maggioranza che avete in Parlamento e prima nel Paese. Continuate così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0122 RENATO BRUNETTA. Presidente, arrivati a questo punto penso che l'unica soluzione possibile sia quella di addivenire a una pausa tecnica lunga che ci consenta di arrivare a domani, in maniera tale che la Giunta per il Regolamento possa esprimersi sulle richieste, che da più parti in quest'Aula sono venute, circa la congruità della richiesta di seduta fiume a partire dalla richiesta del presidente Sisto. Io credo che andare avanti così non serva al Paese, non serva all'istituzione parlamentare, non serva alla maggioranza; certamente, può servire all'opposizione, però noi non siamo per il tanto peggio, tanto meglio. Le suggerisco, quindi, e le chiedo, signora Presidente, di addivenire immediatamente a una pausa tecnica lunga fino a domani mattina, di investire la Giunta per il Regolamento circa i quesiti che le sono stati posti in maniera assolutamente chiara e assolutamente autorevole e, poi, ricominciare, dopo il parere della Giunta per il Regolamento, a valutarne gli esiti in quest'Aula. Procedere così non avrebbe alcun senso e si sottoporrebbe ad altre decisioni, da parte almeno di una porzione consistente di quest'Aula, che io non auspico, ma che sarebbero inevitabili. Grazie, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0122 ETTORE ROSATO. Signor Presidente, solo perché sono state dette alcune cose che meritano una precisazione da parte nostra. La prima è quella che noi siamo nella piena legittimità dei comportamenti e delle scelte fatte da quest'Aula, fatte in base all'applicazione di regole (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e fatte sulla base di un confronto che è durato tutta la giornata e che, come ha @pagina=0123@detto il capogruppo Speranza nel suo intervento prima, è stato teso tutto il giorno a cercare la costruzione di un accordo per arrivare alla definizione di questo percorso sulle riforme più sereno possibile.
La seconda questione sta nel motivo per cui noi abbiamo fatto questa scelta e lo dico in particolare rivolgendomi a quei colleghi del mio gruppo e di maggioranza che sono qui con la consapevolezza che la decisione di fare una seduta fiume sulle riforme è una decisione difficile, che a noi è costata.
È una decisione che è stata motivata da un atteggiamento di un gruppo parlamentare legittimo, che è il MoVimento 5 Stelle, che anche in Conferenza dei presidenti di gruppo ha ribadito di voler depositare domani mattina – lo ha riportato il Segretario generale nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo – 650 emendamenti che erano già stati depositati e che, considerando che oggi ne abbiamo affrontati 107, avrebbero quintuplicato il numero degli emendamenti rispetto a quelli che noi oggi abbiamo risolto e affrontato. Allora, rispetto a questo, ritengo che il diritto della maggioranza di vedere un percorso definitivo e l'approvazione delle riforme sia un diritto da tutelare.
Poi, rispetto al percorso che noi oggi vogliamo fare, non abbiamo obiezioni rispetto alle pause tecniche e a tutte le richieste che si vogliono proporre con l'intenzione e l'interesse a procedere. Ho letto nelle parole del presidente Brunetta solo l'interesse a fare un passo avanti e non quello di bloccare le cose. Quello che non possiamo accettare è mettere in discussione la ragionevolezza e la correttezza delle scelte che fin qui sono state fatte. Quindi, ribadisco che non vi è la necessità – per quanto ci riguarda poi la disponibilità è nelle mani della Presidenza – di convocare la Giunta per il Regolamento o meno perché la prassi è chiarissima, le decisioni sono state assunte nell'assoluta certezza del diritto ma offriamo la nostra totale disponibilità alla Presidenza, come abbiamo sempre fatto, per capire quali sono i modi più equilibrati per poter completare questa seduta fiume che comunque si completerà per volontà di chi ha fatto questa scelta e si concluderà con l'esaurimento degli emendamenti e la votazione di tutti gli articoli. PAGINA: 0123 GIANNI MELILLA. Presidente, mi richiamo all'articolo 23, Capo VI, del Regolamento con una piccolissima premessa. La mia esperienza di molti anni di presidente del consiglio regionale dell'Abruzzo e del consiglio comunale di Pescara mi dà questo insegnamento. Stanotte non possiamo fare niente. Il buon senso consiglierebbe di fermare le macchine e tornare domani mattina alle 9, e questa è una richiesta che rivolgo alla Presidenza dell'Assemblea perché non mi sembra che ci sia il clima adatto per poter sviluppare una discussione proficua che riprenda un po’ il filo della matassa.
Secondo: si cita la prassi. Quando si cita la prassi bisogna citarla. Chiedo alla Presidenza quali sono le fattispecie che hanno visto nel passato adottare questa procedura straordinaria ? Dove sono ? Perché nel Regolamento non esistono, allora noi le dobbiamo vedere e studiare per questo è necessario che ci sia una Giunta per il Regolamento che analizzi... PAGINA: 0124 RICCARDO NUTI. Grazie, Onorevole Rosato (Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle)... PAGINA: 0124 PRESIDENTE. La Presidenza è convinta che la procedura seguita per la votazione, ai sensi dell'articolo 41, sia legittima, che vi sia una prassi consolidata e consuetudinaria che ci consenta di proseguire nell'esame del provvedimento.
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PAGINA: 0024 (Esame dell'articolo 33) (Vedi RS)
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PAGINA: 0125 (Esame dell'articolo 33 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0024 Interviene sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 33 il deputato SIMONETTA RUBINATO (PD) (Vedi RS) – Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle gridano reiteratamente «vergogna !».
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PAGINA: 0125 SIMONETTA RUBINATO. Presidente.. (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0024 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta.
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PAGINA: 0125 PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, Manlio Di Stefano, Di Battista, Tofalo, vi richiamo all'ordine (Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si scandisce: Serva, Serva !)... Ho dato la parola alla collega Rubinato ! Ho dato la parola... onorevole Tofalo, onorevole Tofalo, ho dato la parola... (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Colleghi... onorevole Gallinella, onorevole Parentela, onorevole Di Benedetto, onorevole Vacca, onorevole Fantinati, vi prego... onorevole Lombardi... Vi prego di consentire alla collega Rubinato di svolgere il suo intervento (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
È nel suo diritto fare il suo intervento ! Colleghi, possiamo valutare una sospensione della seduta per ragioni tecniche solo quando avremo ripreso l'esame di questo provvedimento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Onorevole Rubinato, provi a parlare ! Provi a fare il suo intervento sul complesso degli emendamenti (Vive proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
Onorevoli colleghi, state impedendo ad una collega di esprimere il suo pensiero: questo non è accettabile ! Onorevoli colleghi avete espresso più volte e in tutti i modi possibili – e anche meno possibili – il vostro punto di vista: colleghi (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
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PAGINA: 0024 La seduta, sospesa alle 0,35 del 12 febbraio 2015, è ripresa all'1,55.
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PAGINA: 0024 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)
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PAGINA: 0126 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
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PAGINA: 0024 PRESIDENTE (Vedi RS). Ribadisce la piena legittimità della procedura seguita per la deliberazione della seduta-fiume.
Ritiene inoltre di poter accedere alla richiesta di una sospensione tecnica della seduta.
Sospende pertanto la seduta fino alle 9.
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PAGINA: 0126 PRESIDENTE. Colleghi, prima di ogni altra considerazione sulle modalità con le quali procedere nei nostri lavori, in particolare con riferimento alla richiesta fatta da alcuni gruppi di prevedere delle pause tecniche, credo che sia necessario ribadire quanto è accaduto in quest'Aula e la piena correttezza della procedura che è stata seguita per la deliberazione della «seduta fiume» e, quindi, anche la piena validità del voto espresso dall'Aula. E vengo a darvi delle informazioni più dettagliate anche dal punto di vista più tecnico, meramente tecnico, procedurale. L'istituto della «seduta fiume» è fondato sull'articolo 41 del Regolamento. Si tratta di un istituto di origine consuetudinaria – è stato già detto in quest'Aula – così qualificato dalla Presidenza della Camera nella riunione della Giunta per il Regolamento del 4 ottobre del 2006. In tale sede, la Presidenza ha rilevato come consuetudini, prassi e precedenti concorrano a costituire il diritto parlamentare insieme alle fonti scritte. Quindi, a pieno titolo, siamo in presenza di consuetudini e questo costituisce diritto parlamentare.
Come è già stato chiarito dalla Presidente, vi sono numerosi precedenti, ripetuti in pressoché tutte le legislature repubblicane, di deliberazione da parte dell'Assemblea di «sedute fiume» per l'esame non solo di disegni di legge di conversione di decreti-legge, ma anche di disegni di legge ordinaria, oltre alla legge finanziaria e di bilancio, provvedimenti sull'interruzione di gravidanza, finanziamento pubblico dei partiti e trattamento di fine rapporto e pensioni. Ciò testimonia il fatto che l'istituto è applicabile a tutti i procedimenti legislativi e non solo a quelli relativi a provvedimenti per i quali, come è stato qui detto, è previsto un termine di approvazione.
Nell'ambito di questi procedimenti legislativi devono senz'altro ritenersi compresi anche quelli relativi all'esame di progetti di legge costituzionale o di revisione della Costituzione, ai quali si applicano in prima deliberazione – e questo ai sensi dell'articolo 97, comma 1, del Regolamento – le procedure stabilite per i progetti di legge ordinaria. Quindi, alla luce di ciò, la Presidenza non ritiene che vi possano essere dubbi sulla piena legittimità della deliberazione adottata dall'Assemblea.
Quanto alla richiesta, che è stata avanzata da più parti, di prevedere una sospensione tecnica della seduta fino a domani mattina, la Presidenza ritiene di poter accogliere tale richiesta, al fine di favorire – ripeto: di favorire – ancora una volta, nel corso della sospensione, il raggiungimento di intese di natura politica – ripeto: politica – sulle quali ben poco può la Presidente, nonostante tutta la giornata di oggi la Presidenza si sia spesa per facilitare queste intese tra i gruppi sulla prosecuzione dei nostri lavori. Ciò detto, adesso io sospendo la seduta che riprenderà domani alle ore 9. La seduta è sospesa.
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PAGINA: 0025 La seduta, sospesa alle 2, è ripresa alle 9,05.
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PAGINA: 0025 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)
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PAGINA: 0126 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
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PAGINA: 0025 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0126 Missioni.
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PAGINA: 0025 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa della seduta sono ottantotto.
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PAGINA: 0126 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, @pagina=0127@i deputati D'Ambrosio, Ferrara, Tofalo, Valeria Valente, Villecco Calipari e Vitelli sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0025 Si riprende la discussione. (Vedi RS)
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PAGINA: 0127 Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.
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PAGINA: 0025 (Ripresa esame dell'articolo 33) (Vedi RS)
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PAGINA: 0127 (Ripresa esame dell'articolo 33 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0025 Intervengono sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 33 i deputati SIMONETTA RUBINATO (PD) (Vedi RS), che completa l'intervento iniziato prima della sospensione, e ALAN FERRARI (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0127 SIMONETTA RUBINATO. Grazie, Presidente. L'articolo 33 modifica l'attuale articolo 119 della Costituzione, cui la riforma costituzionale del 2001 aveva apportato significative innovazioni in ordine all'assetto dei rapporti finanziari tra lo Stato e gli enti territoriali, ponendo le basi per uno sviluppo in senso federale del sistema fiscale italiano, con l'obiettivo di superare il sistema della finanza derivata, in base alla quale gran parte dei tributi viene riscossa dallo Stato, che provvede, poi, a ridistribuirne il gettito agli enti locali attraverso l'applicazione di due principi essenziali, fatti propri dall'articolo 119 nella riforma del 2001.
Il primo è l'autonomia finanziaria di entrata e di spesa e la disponibilità di risorse autonome per gli enti territoriali anche mediante la potestà di istituire tributi ed entrate proprie da parte delle regioni. Il secondo è la fissazione di principi e strumenti di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.
In realtà, in effetti, il sistema relativo all'autonomia impositiva degli enti territoriali e del federalismo fiscale è rimasto sin qui sostanzialmente inattuato e le regioni hanno funzionato come meri enti decentrati di spesa: lo conferma un'analisi sul gettito fiscale pubblicata qualche giorno fa da CGIA Mestre. La distribuzione del gettito tra i vari livelli di governo dimostra la netta prevalenza ancora oggi della finanza derivata: l'80,7 per cento del gettito pro capite finisce, infatti, nelle casse dello Stato, il 10,2 per cento alle regioni e solo il 9 per cento nelle casse degli enti locali costituiti da comuni, province e comunità montane.
Ne consegue che lo Stato ha operato sin qui una rilevante redistribuzione di risorse agli enti territoriali sulla base della cosiddetta spesa storica, colpita, peraltro, negli ultimi anni da rilevanti tagli lineari, senza attivare meccanismi di premialità, ma, anzi, ripianando a piè di lista le gestioni fallimentari.
Ora la riforma interviene sull'articolo 119 con due modifiche: la prima, decisamente positiva, al terzo comma, ove si prevede la garanzia per gli enti locali del finanziamento integrale delle funzioni pubbliche loro assegnate... PAGINA: 0129 ALAN FERRARI. Signor Presidente, l'articolo 119 della Costituzione rientra, come i precedenti, nel Titolo V, ovvero quel Titolo della nostra Costituzione che disegna i rapporti tra le competenze dello Stato centrale e gli enti periferici, in particolare le regioni, i comuni e le città metropolitane.
E faccio questa precisazione in funzione del fatto che una delle modifiche che vengono apportate in questo articolo sta nella soppressione dell'espressione «provincia», con tutto il significato che questo ha assunto anche grazie al decreto-legge n. 66 dello scorso anno.
Questo è un articolo che sostanzialmente ci dice che i comuni, le città metropolitane e le regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa nel rispetto dell'equilibrio dei relativi bilanci, ma concorrono ad assicurare l'osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea.
Successivamente si stabiliscono e si applicano tributi alle entrate proprie e si dispongono compartecipazioni, però a patto che questo sia fatto in armonia con la Costituzione e secondo quanto disposto dalla legge dello Stato, al fine, appunto, del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Cioè, sostanzialmente, si tende – come dire – a ribadire un concetto che cerca di tenere insieme il bisogno complessivo del Paese di avere un'armonia di bilancio e di rispettare i vincoli di bilancio con un tema, che è quello della responsabilità che ogni ente locale deve avere rispetto alle imposte che pone e rispetto alla propria modalità di gestione delle proprie risorse finanziarie.
Si è discusso molto, anche nei giorni scorsi, sulla riforma del Titolo V e sono state espresse e si ritrovano queste preoccupazioni anche in una serie di emendamenti che riguardano l'articolo 119, e vi sono una serie di dubbi sull'efficienza di questo ridisegno.
Io vorrei ricordare che il Titolo V, nella sua articolazione e complessità, e anche quindi questo articolo 119 in realtà muovono da due obiettivi: il primo è quello di porre rimedio a una situazione che si è venuta a creare dopo la riforma del 2001, ovvero una situazione che ha, ahimè, determinato una serie di sovrapposizioni e di difficoltà di interpretazione di competenze tra i diversi livelli dello Stato; l'altro obiettivo è quello inevitabilmente – come dire – di porre l'attenzione sul tema della responsabilità finale.
Le preoccupazioni che si sono espresse, sia per gli articoli precedenti sia su questo, riguardano le decisioni che sono state assunte dal Governo e dalla maggioranza, e cioè di prevedere che ci sia un più rigido controllo o addirittura un accentramento di competenze verso il centro dello Stato, e sono preoccupazioni legittime, che io penso debbano essere gestite e interpretate con grande lucidità.
E non uso a caso la parola «interpretate», perché, vedete, io credo che, nel momento in cui tra il 1946 e il 1948 c’è stata consegnata una Costituzione che diceva che l'Italia, come primo Paese nel mondo, si affidava al funzionamento di un grande Stato che garantiva servizi universali in tema di assistenza, di sanità e di scuola, nel momento in cui si è fatta quella scelta, da quella scelta deriva, ahimè, un fatto, cioè che è necessario che prima di tutto lo Stato, nelle sue articolazioni, ma prima di tutto lo Stato, organizzi le proprie @pagina=0130@istituzioni e le metta nelle condizioni di avere l'ultima responsabilità verso i cittadini. Cosa voglio dire ? Voglio dire che lo Stato si è assunto la responsabilità, in una regione del Sud come in una del Nord, di garantire in modo universale la stessa qualità dei servizi e gli stessi servizi a italiani provenienti da regioni differenti.
Ebbene, quello che è accaduto con l'approvazione del 2001, ma più in generale in questa lunga fase, che possiamo anche estendere a molto più di un decennio, è stato che ci si è alternati tra fasi che seguivano una logica di decentramento ad altre che hanno seguito, invece, una logica di accentramento dei poteri, in un'alternanza quasi sinusoidale, che io mi auguro che questo Governo, nell'interpretare questa riforma, una volta che sarà approvata, sarà capace di dismettere.
Allora, dove sta la preoccupazione ? La preoccupazione sta proprio nel fatto che questa riforma va nella direzione di rimettere la responsabilità finale al centro, rispetto al fatto che gli italiani abbiano tutti gli stessi servizi, siano questi erogati e organizzati direttamente dagli enti locali o dallo Stato. Queste preoccupazioni richiedono un'azione di interpretazione di un certo tipo. E perché nel 1946-1948, in realtà nel dibattito che ha preceduto la Costituzione, si è scelto di fare così e di organizzare lo Stato garantendo servizi universali a tutti gli italiani ? Perché si immaginava che questo Paese, per la sua conformazione e per la sua cultura, che è una cultura fatta da tante diversità geografiche e culturali, assumesse...
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PAGINA: 0025 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 33.
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PAGINA: 0132 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. No, li leggo io, perché c’è la nuova stampa del fascicolo. Glieli leggo uno per uno, per controllare, visto che la nuova edizione, ovviamente, non riporta i ritirati.
Allora, a pagina 9 del nuovo fascicolo, l'emendamento...
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PAGINA: 0025 DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS) e MATTEO BRAGANTINI (LNA), Relatori di minoranza. Esprimono il parere di competenza sulle proposte emendative riferite all'articolo 33.
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PAGINA: 0132 DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
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PAGINA: 0025 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0135 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Un pochino sì, Presidente, devo ammettere che comincio a pensare di sì. Comunque, ci rifaremo !
I pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore Fiano.
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PAGINA: 0025 PRESIDENTE (Vedi RS). Indice la votazione nominale elettronica sull'emendamento Nuti 33.1.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0135 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 33.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0026 La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,50.
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PAGINA: 0026 Intervengono per un richiamo al Regolamento il deputato DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), e sull'ordine dei lavori il deputato ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS). Intervengono altresì per richiami al Regolamento i deputati RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS), che chiede la convocazione della Conferenza dei presidenti dei gruppi e della Giunta per il Regolamento e al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS), che si associa alla richiesta avanzata dal deputato Brunetta, MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS) e ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS), ai quali rende ulteriori precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0136 DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, un richiamo al regolamento, articolo 8, per chiarire quanto è successo ieri sera e quanto oggi stiamo, o meglio state, visto che noi non abbiamo preso parte alla votazione, portando avanti. Leggo quanto riportato dallo stenografico, quanto alla richiesta che è stata avanzata da più parti di prevedere una sospensione tecnica della seduta fino a «domani mattina». Questo è quanto letto e verbalizzato dalla Presidente Boldrini sullo stenografico. Peccato però che la seduta è stata sospesa alle 2, «domani mattina» vorrebbe dire che noi ci dovremmo trovare venerdì e non giovedì, perché la seduta, alle 2 del mattino, è stata dichiarata eletta dalla Presidente Boldrini poco prima delle 2 e, avendo riportato nello stenografico, non «ci vediamo tra sette ore» durante la sospensione, ma dando come tempistica quella riferita al domani, la definizione che dà la Treccani di domani è il giorno che dovrà venire. Alle 2 del mattino (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) – credo che anche i colleghi del PD abbiano capito così ed è per questo che è venuto meno il numero legale stamani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega Nord e autonomie e Forza Italia – Il Popolo delle libertà – Berlusconi presidente). Però, adesso, al di là della ilarità che può suscitare, io credo ci sia una ragione fondante in quello che sto dicendo. Il fatto che venga riportato un concetto chiaro come quello di domani, che è il giorno successivo a quello in cui vengono pronunciate le parole, se la Presidente Boldrini lo ha pronunciato all'1.30, 1.40, 1.50, quello che era, ovvero già nel giovedì 12 febbraio, per me il concetto di domani è venerdì 13 febbraio. A questo punto, o serve una capigruppo che vada a rettificare questa decisione, o altrimenti stiamo facendo una violazione.
Ci deve essere in qualche modo una presa d'atto che un'indicazione della Presidenza venga disattesa dall'andamento dei lavori dell'Aula. Credo che sia un errore, per carità, ma nel momento in cui è stato commesso bisogna porvi rimedio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E visto che è stato commesso, a questo punto conviene convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo per stabilire il calendario reale di cosa intendesse la Presidenza con il concetto di «domani». Per intanto la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0136 PRESIDENTE. Onorevole Crippa, non le nascondo che la polemica è arguta e anche a tratti divertente, per le motivazioni, quindi sicuramente non posso che cogliere lo spirito del suo intervento. È del tutto evidente che lei ha anche presente qual era la situazione questa notte, non particolarmente semplice. Al momento del rinvio – tant’è che la seduta è stata sospesa –, non sono state poste obiezioni e la seduta è stata sospesa e rinviata a questa mattina. D'altra parte, questa mattina (Commenti del deputato Crippa)... Onorevole Crippa, le chiedo scusa, io le sto rispondendo ma non apriamo un dibattito su questo, ovviamente. Non a caso, poi, lei giustamente ha osservato che non ve n'erano tanti quanto necessario per evitare la mancanza del numero legale e su questo ha perfettamente ragione, però è chiaro che la Camera è riconvocata, tant’è che stiamo tutti qui stamattina per proseguire i lavori della Camera. Quindi, è assolutamente evidente che ci si riferiva a questa mattina. Quindi, ho raccolto il suo intervento @pagina=0137@sul richiamo al Regolamento, le ho anche risposto e non apriamo adesso un dibattito su questo, perché credo di averle risposto anche in base a quello che è nel resoconto stenografico. PAGINA: 0137 ROCCO PALESE. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché mi sembra che, stamattina, dopo che c’è stata la mancanza del numero legale, si stiano riprendendo i lavori come se nulla fosse successo. Non è così. Chiariamo, non è così, perché c'era stato un programma all'interno della Capigruppo – l'ultima che è stata svolta – che poi è stato per vari motivi completamente disatteso. Inoltre, anche nel mio gruppo, c’è una serie di colleghi parlamentari che sposano totalmente quello che ieri è stato posto come problema dall'onorevole Marcon, nel senso che, avendo avuto notificato in Aula, non da altri, un calendario con degli orari, cioè fino alle 23, la proposta che poi è stata avanzata e votata è stata formalizzata oltre le 23. Io non ricordo il minuto esatto, però sicuramente dopo le 23, e da calendario precedentemente notificato, che non aveva subito alcun tipo di variazione, molti colleghi, tra cui l'onorevole Marotta, che è dietro di me, contestano formalmente questo fatto, perché avrebbero voluto essere presenti. Davanti a una situazione di questo genere – e chiudo qui, subito – penso che, al di là del merito del problema posto dal collega Crippa, ciò sia veramente ragionevole, al fine anche di cercare di creare un clima un po’ diverso rispetto a quello che è successo nella nottata. Ritengo, quindi, che sia salutare e auspicabile la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo per determinare poi un aggiornamento sia dell'evoluzione che c’è stata nella nottata sia anche in riferimento al prosieguo dei lavori. Forse sarebbe pure più produttivo per la stessa maggioranza e per il Governo. PAGINA: 0137 PRESIDENTE. Onorevole Palese, rispondo a lei così lo dico anche agli altri colleghi che eventualmente sull'argomento volessero intervenire: il tema iniziale che lei solleva è stato risolto da un intervento di ieri sera del Presidente, nel quale afferma la piena correttezza della procedura che è stata seguita della deliberazione della seduta fiume e quindi anche la piena validità del voto espresso dall'Aula. Su questo speech non ci sono state, peraltro, contestazioni. Vi è stata prima una polemica, ma questa è la risposta ufficiale del Presidente. Onorevole Palese, rispetto a ieri oggi è accaduto un fatto nuovo. Su questo io sono disponibile se uno per gruppo intende intervenire, perché il fatto che è successo oggi è che è mancato il numero legale.
È sicuramente un elemento politico sul quale, se si vuole fare una polemica, è pienamente legittima in quest'Aula, perché è accaduto. Su ciò che è accaduto ieri sera non ci ritorniamo, perché l'argomento è chiuso. PAGINA: 0137 RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, ieri, quando ho avanzato la proposta della pausa tecnica, ho anche detto di @pagina=0138@chiedere un parere alla Giunta per il Regolamento e poi una valutazione in Conferenza dei presidenti di gruppo. La Presidente Boldrini, in maniera assolutamente autoreferenziale, ha dichiarato, auto-dichiarato, la correttezza delle prassi seguite, salvo non rispondere in nulla e salvo alcune affermazioni da Wikipedia di diritto parlamentare, invero banali, che potevamo trovare anche noi su Google, su cosa era la seduta fiume e quant'altro. Allora, non mi pare che quest'Aula, in queste condizioni, in questa congerie, si possa accontentare di quel banale speech della nostra Presidente, che non ha risolto alcun problema. Per cui, le ribadisco, dopo tutto quello che è successo ieri e quello che è successo anche questa mattina: urge una Conferenza dei presidenti di gruppo e urge un coinvolgimento della Giunta per il Regolamento per verificare quanto è successo, altrimenti, signor Presidente, possono maturare in quest'Aula decisioni diverse che, come dicevo ieri, potrebbero portare a conseguenze assolutamente negative per i lavori di questi giorni. Non è bene scrollare le spalle o scrollare la testa, altrimenti noi ci scrolliamo la democrazia da quest'Aula. Non è assolutamente bene, signor Presidente. Per questa ragione la invito ancora una volta, visto che anche altri colleghi l'hanno chiesto, ad interrompere questa seduta, sempre per una pausa, in questo caso per consentire una Conferenza dei presidenti di gruppo che analizzi quanto è successo nei giorni scorsi e definisca un percorso all'interno di quanto deciso e porti ad un clima positivo e costruttivo nei lavori parlamentari. Glielo chiedo con grande umiltà ma anche con grande determinazione. PAGINA: 0138 PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, io chiaramente non sospendo la seduta, però trasferirò al Presidente, che ieri ha ritenuto che non vi fosse necessità di riunire la Giunta per il Regolamento. Ovviamente non sono io che posso decidere, trasferirò al Presidente la sua richiesta e attenderemo la risposta del Presidente. PAGINA: 0138 DANILO TONINELLI. Signor Presidente, io penso che vi siano due questioni importanti che quest'Aula deve considerare e trattare: la prima l'ha posta giustamente il collega Brunetta relativamente ad una questione di natura procedurale che non può non interessare, per l'organizzazione dei lavori d'Aula, la Conferenza dei presidenti di gruppo e che, altrettanto, non può non interessare la Giunta per il Regolamento rispetto a quanto è accaduto ieri in merito alla deliberazione sulla seduta fiume. Quindi, noi rinnoviamo e confermiamo quanto detto già stanotte e quanto confermato adesso della Conferenza dei presidenti di gruppo e della Giunta per il Regolamento. Ma, a margine, Presidente, c’è anche un'altra questione di natura non procedurale ma politica, e questo è importante e le chiedo di ascoltarmi come certamente farà con attenzione. Lei sa che i gruppi parlamentari stanno dialogando; anche il mio gruppo parlamentare sta dialogando con le forze di maggioranza per cercare di ottenere, seppur nella contestazione dell'impianto generale della riforma, qualche punto richiesto di pertinenza del MoVimento 5 Stelle. Questo dibattito sta andando avanti: non ha trovato questa notte e ieri sera nessun punto di incontro, ma questa mattina sembra essersi riaperta questa possibilità. Stando in Aula e continuando a votare, sicuramente un risultato non è raggiungibile; quindi, le chiediamo per questo motivo di natura politica, ma soprattutto, Presidente, per rendere i lavori d'Aula lavori fattibili e gestibili e non «non lavori», come è accaduto stanotte, che non permettono evidentemente all'Aula di trattare nel merito, perché le reazioni che ci sono state sono la conseguenza di azioni che sono avvenute, azioni di forza che hanno dall'altra parte avuto un'azione di difesa altrettanto forte, le @pagina=0139@chiedo e le formalizzo, Presidente, quanto meno per questo secondo punto, di permetterci di continuare a dialogare proprio al fine di migliorare i lavori d'Aula e magari anche limitarli a livello temporale, a limitarne il tempo della nostra permanenza in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0139 MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 23 e mi richiamo anche, ovviamente, all'articolo 77 della Costituzione, per quanto riguarda la discussione e la conversione dei decreti-legge. In questo momento ci troviamo a discutere una riforma costituzionale che non ha termini o scadenze, ovviamente, per la sua approvazione, mentre abbiamo da discutere, al contempo, diversi decreti-legge per i quali i termini ci sono e che dobbiamo anche trasmettere al Senato, normalmente in 30 giorni, così che anche il Senato possa avere il tempo di discuterli e convertirli. È chiarissimo, e lo dico ufficialmente in quest'Aula, che l'utilizzo di procedure forzose da parte della Presidenza per la conversione di uno qualsiasi di questi decreti-legge sarebbe assolutamente illegittimo, in quanto i tempi decisi dalla maggioranza nella Conferenza dei presidenti di gruppo, comportano la scelta di non trattare gli stessi decreti, altrimenti si creerebbe un precedente gravissimo nel quale la maggioranza decide, per esempio, di discutere i decreti in un giorno e la Presidenza sarebbe legittimata a mettere la ghigliottina se il giorno è a ridosso della scadenza. Quindi, è chiaro che in questo caso, con la scelta della maggioranza di discutere prima le riforme costituzionali, forzature di questo tipo non potrebbero esserci e questo penso sia evidente a tutti, ovviamente anche alla Presidenza. Quindi, io chiedo come la stessa Presidenza intende decidere, e lo deve comunicare all'Aula nella sua autonomia e nella sua potestà di sciogliere queste criticità che si sono venute a creare, e come crede di poter organizzare i lavori dopo la discussione in Commissione, che non può chiaramente avvenire in due ore per scelte della maggioranza, perché deve essere data disponibilità a tutti, anche ai partiti di opposizione di poter discutere o perlomeno di leggere degli emendamenti che addirittura, in alcuni casi specifici, ancora non sono stati letti e non sono stati discussi in Commissione. Chiedo come la Presidenza, dopo i lavori in Commissione, intende far lavorare l'Aula ? In questa situazione tutto ciò è un problema gravissimo perché non dovremmo, e non vorremmo, trovarci in nuove situazioni di impasse parlamentare. Quindi, chiediamo un chiarimento, ovviamente nel più breve tempo possibile, perché questa discussione è strettamente vincolata alla conversione dei decreti-legge. Non è che viviamo in un mondo parallelo quando facciamo le riforme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! PAGINA: 0139 ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, ovviamente, non voglio riaprire discussioni sulle scelte di ieri, penso che sarebbe utile seguire anche le parole pronunciate dall'onorevole Brunetta e dall'onorevole Toninelli e provare a fare una pausa di riflessione; su cosa ? Sulla possibilità prevista ieri, alla sospensione dei lavori, di trovare un accordo tra i gruppi e provare a produrre un fatto nuovo che eviti ulteriori fratture che non sarebbero utili e nessuno. PAGINA: 0139 PRESIDENTE. Vi sono altri che intendono intervenire prima che io provi a tirare le fila di questa discussione ? No. Io cercherei di raccogliere alcuni elementi per vedere se possiamo trovare intanto, temporaneamente, una soluzione. Riguardo all'ordine dei nostri lavori, abbiamo @pagina=0140@di fronte a noi la possibilità di passare al voto solo su sessantuno emendamenti, perché sugli altri si deve poi riunire il Comitato dei nove per formulare i pareri. Quindi, saremo costretti, necessariamente, presumo in un range che può essere di un'ora, un'ora e mezza, seguendo come vanno le cose – non lo so, vediamo – a dover interrompere la seduta. A quel punto potremo valutare, magari se adesso i gruppi trovano su questo un'intesa, di dare al Comitato dei nove un tempo congruo per formulare i pareri e per andare avanti nel seguito dei nostri lavori e quel tempo può essere anche utilizzato, contemporaneamente, per proseguire il dialogo, che io ritengo assolutamente utile se può arrivare da qualche parte.
Tanto noi comunque dovremo interrompere per l'espressione dei pareri. Per quanto riguarda, onorevole Fedriga, invece il tema dei decreti-legge, è del tutto evidente che, al momento, c’è una programmazione fatta dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e io penso, ma questo lo stabilirà ovviamente il Presidente, perché, sulla base anche di come proseguiranno i nostri lavori, sarà da rifare un punto per capire se, effettivamente, quel programma può essere portato avanti oppure se va in qualche modo modificato. Non è una risposta che le posso dare io. Ovviamente, trasferirò anche questa sua richiesta alla Presidente.
Se non vi sono obiezioni e siamo d'accordo così, io procederei con queste votazioni, poi sospendiamo per un tempo che valutiamo anche in ragione di quanto sarà necessario al Comitato dei nove.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0026 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0141 MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, solo trenta secondi tornando sulla discussione che avevo introdotto prima ma non entro nel merito: le chiedo soltanto e lo chiedo ufficialmente come gruppo della Lega la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo durante la pausa così da dirimere la questione decreti che riteniamo vincolante anche per il prosieguo di questi lavori perché, ripeto, c’è anche una Commissione che non si può convocare durante la seduta fiume.
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PAGINA: 0027 Intervengono, sull'emendamento Matteo Bragantini 33.2, il deputato CRISTIAN INVERNIZZI (LNA) (Vedi RS) e, sull'ordine dei lavori, i deputati FABIANA DADONE (M5S) (Vedi RS), che preannuncia l'intenzione del gruppo MoVimento 5 Stelle di non prendere parte alle successive votazioni, a cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), e MAURIZIO BIANCONI (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0142 CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, con questo emendamento noi intendiamo riscrivere l'articolo 119, cercando di definire meglio i concetti basilari fondamentali che vorremmo fossero inseriti e sottolineati all'interno di questa riforma costituzionale, quali la funzione del Fondo perequativo e il concetto di fabbisogni e costi standard. Riteniamo, infatti, che siano concetti sicuramente presenti in nuce all'interno del testo così come è stato ridisegnato sia al Senato sia all'interno della Commissione affari costituzionali ma, proprio per dare un senso ad una riforma che ha degli accenni, non sicuramente contestabili, almeno dal punto di vista formale, eccessivamente centralistici, riteniamo sia fondamentale ribadire certi concetti nella riscrittura della Costituzione, in un momento nel quale lo Stato italiano, insieme a tutti gli altri partner, si trova all'interno di una crisi economica internazionale che obbliga i vari sistemi ad adeguarsi al mutato scenario internazionale.
In seguito a tutto questo, è necessario anche attribuire quel valore alle regioni e alle autonomie locali, che, purtroppo, in questa riscrittura della Costituzione, vengono eccessivamente sviliti, per non dire massacrati. Se vogliamo effettivamente dare senso compiuto a quei principi che tutti noi abbiamo sempre sostenuto, almeno dal punto di vista formale, quale la compartecipazione tra le diverse parti dello Stato al fine di dare maggiore efficienza, finalizzata nient'altro che al benessere delle nostre comunità, dobbiamo anche finalmente prendere per le corna il vero problema dello Stato italiano, che è quello degli eccessivi sprechi.
Eccessivi sprechi che vengono determinati anche da una spesa pubblica non controllata, sia a livello centrale – molte volte questo si dimentica – che a livello periferico, e, per fare questo, bisogna chiarire una volta per tutte il concetto fondamentale di un sistema effettivamente capace di rispondere ai cittadini e capace anche, comunque, di mantenere un equilibrio economico fondamentale nel sistema in cui oggi siamo.
Bisogna capire cosa si intenda per costo standard; bisogna capire cosa si intenda per fabbisogno, bisogna anche, ovviamente, concentrarsi sul concetto di fondo perequativo, che non può essere il cavallo di Troia rispetto ad un concetto – ormai noi speriamo appartenente al passato – in base al quale qualunque tipo di spesa fatto da regioni o enti locali assolutamente non responsabili sarebbe poi coperto a fondo, a piè di lista, dallo Stato.
Il fondo perequativo è chiaramente necessario per far sì che quella parte del territorio italiano gestito – diciamolo anche in modo aperto e franco – in modo disinvolto, in alcuni casi in modo truffaldino, anzi criminale, nel corso degli ultimi decenni, non possa guardare comunque all'intervento dello Stato come a una sorta di panacea di ogni incapacità amministrativa. PAGINA: 0143 FABIANA DADONE. Signor Presidente, il mio gruppo non prenderà parte a queste votazioni. Saremo in Aula, fermi e tranquilli, ma non vogliamo votare i subemendamenti e andare avanti, perché significherebbe avallare la gravissima votazione che c’è stata ieri sulla seduta fiume; una votazione che, lo ribadisco, è stata assolutamente posta in maniera illegittima, e votare e andare avanti, in questo momento, significa avallare e accettare il fatto grave che è successo ieri.
Prima volta nella storia e un precedente che sarà gravissimo ! Sono in corso delle trattative tra i gruppi: noi siamo stati più che disponibili, continuiamo ad esserlo, ma, finché non otteniamo risposta, non prendiamo parte a questa pagliacciata, perché è offensivo verso l'intelligenza critica delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0143 PRESIDENTE. Onorevole Dadone, io ovviamente, in quanto Presidente di turno, mi rammarico del fatto che il gruppo MoVimento 5 Stelle non prenda parte alla votazione: può essere un fatto marginale o meno, però è quello che intendo esprimere. Ovviamente io debbo ribadire che la decisione di ieri, per quanto riguarda la Presidenza e per quanto riguarda l'Aula e i nostri lavori, è assolutamente legittima e in base ad esse stiamo andando avanti. Mi auguro che nel corso delle ore sia possibile recuperare una questione che secondo me comunque non fa bene. PAGINA: 0143 MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, lei dice che la decisione è legittima: io mi permetto di contestarle questa legittimità. E le ricordo, come Ufficio di Presidenza e come Presidenza, che ieri sera io ho posto dei problemi precisi in punto di diritto, ai quali ho chiesto una risposta scritta, che sicuramente avallerà la vostra pretesa legittimità, ma con la quale mi vorrei recare dal Presidente della Repubblica per chiedere se anche lui è d'accordo con noi o con voi.
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PAGINA: 0027 Interviene sugli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.9 e Rubinato 33.511 il deputato GIANCARLO GIORGETTI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0144 GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, io credo che siamo arrivati al momento decisivo, al colpo al cuore di ogni prospettiva, non dico di federalismo, ma di autonomia e responsabilità che oggi è contenuta nella Costituzione.
Con questo emendamento noi cerchiamo di eliminare l'intenzione dichiarata per cui lo Stato si riserva la possibilità di intervenire in ogni fase dei processi di reperimento delle risorse da parte degli enti locali e delle regioni. Dico «colpo al cuore», perché è chiaro che abbiamo discusso sulle competenze, ma, nel momento in cui lo Stato si riserva in esclusiva la possibilità di determinare le soglie e i margini di autonomia e di eliminarli alla radice, non sì potrà più parlare in alcun caso né di federalismo, declinato con tutti gli aggettivi possibili e immaginabili, né di autonomia.
Dico questo perché ? Perché la situazione attuale – che già da chiunque in quest'Aula è biasimata quantomeno nei territori, rispetto a dei patti di stabilità che con l'attuale Costituzione strangolano comuni, regioni, province, quello che ne è rimasto, sostanzialmente –, ecco, quel Patto di stabilità lì, che oggi tutti in qualche modo criticano, viene edificato come fondamenta della nostra Costituzione.
Noi non lo possiamo accettare ! Non lo possiamo accettare perché già il sistema costruito in questa riforma ha dei presidi che in qualche modo garantiscono completamente il Governo, presidi che risiedono nel fatto che la competenza, già concorrente sul coordinamento della finanza pubblica, è diventata competenza esclusiva dello Stato.
È un presidio il fatto che quella competenza esclusiva dello Stato, con la procedura dell'articolo 70, non contempla di fatto nessuna possibilità per il Senato cosiddetto delle autonomie – cosiddetto delle autonomie – di intervenire su questa materia. Un presidio che, non contenti di questi due chiavistelli messi a tenuta del sistema, risiede anche nella clausola di supremazia nazionale che ieri abbiamo approvato. Infatti, nella misura in cui la competenza esclusiva di questa Camera, senza l'intervento del Senato, va a stabilire quali sono i limiti all'autonomia di comuni e regioni, lo Stato si riserva comunque la possibilità, nel momento in cui questi vanno a insidiare la possibilità di garantire i vincoli che abbiamo stipulato in sede europea, di essere richiamati in qualche modo dalla clausola di supremazia nazionale.
No, non basta ! Non basta. Si deve andare a stabilire che lo Stato si riserva la possibilità di intervenire fino alle misure di dettaglio di comuni, regioni e per quanto rimarrà delle province. È per questo motivo che noi abbiamo proposto questo emendamento. Abbiamo proposto questo emendamento per tornare, quanto meno, alla situazione formale di riconoscimento di autonomia e responsabilità, altrimenti sarebbe più onesto e responsabile eliminare totalmente l'articolo 119 e dire chiaramente che, in questo Paese, il federalismo e l'autonomia e responsabilità non si possono applicare, perché gli Italiani sono immaturi e non possono fare quello che fanno i tedeschi, gli svizzeri e i canadesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !@pagina=0145@
Gli italiani sono immaturi, questo è quello che sta scritto dietro a questa impostazione, e lo dico anche a tutti i rappresentanti qui che hanno avuto esperienze di sindaco, di amministratore locale, coloro che rappresentano le autonomie speciali in quest'Aula. Quello che sta avvenendo e quello che capiterà inevitabilmente nell'interpretazione che la Corte costituzionale darà di questo indirizzo, che è esplicito e chiarissimo, è qualche cosa che oggi riguarda tutti i comuni e tutte le regioni, ma domani, neppure dopodomani, riguarderà anche voi.
La Lega rimane forse sola a fare questa battaglia in quest'Aula, ma sappiamo che siamo dalla parte della ragione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
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PAGINA: 0027 Intervengono sugli identici emendamenti Giancarlo Giorgetti 33.15 e Rubinato 33.504 i deputati MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS), BRUNO TABACCI (PI-CD) (Vedi RS) e ROBERTO OCCHIUTO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0145 MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, questo è un emendamento molto semplice. È un emendamento che, dopo quello che è stato già illustrato dal collega presidente Giorgetti... PAGINA: 0146 BRUNO TABACCI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per far osservare al collega Giancarlo Giorgetti, del quale ho stima ed amicizia, che la ricostruzione che lui fa del tema della finanza locale non è coerente con la storia di questi anni, né la Lega ha portato un contributo decisivo su questo campo.
Non è tanto un problema di che cosa si scrive nella Costituzione. La questione di fondo è quello che si fa. Vorrei ricordare che negli anni Settanta, prima dell'introduzione della cosiddetta «spesa storica», la competenza fiscale dei comuni, attraverso l'imposta di famiglia, copriva dal 70 al 75 per cento dei bilanci comunali.
Ora, poiché si è scambiata autonomia per libertà di spesa, senza avere la responsabilità di procurarsi le entrate, siamo arrivati al punto in cui oggi siamo arrivati. E stiamo ancora discutendo dell'IMU ! Quindi vuol dire che siamo molto lontani.
Nell'imposta di famiglia era incorporata la proprietà immobiliare e anche quella agricola. L'idea che si possa prescindere dalla proprietà immobiliare è un inno all'irresponsabilità. Quindi, vogliamo scrivere in Costituzione una cosa che appare in tutta la sua ambiguità ? Ma dove sono i tributi comunali ? Di che cosa parliamo ? Oggi coprono una parte minoritaria del bilancio comunale. C’è una rivoluzione culturale da fare, se vogliamo riportare il principio della responsabilità e, ahimè, Giancarlo Giorgetti, da parte della Lega Nord, in questi anni, è venuto un richiamo generico ad un federalismo che spesso ha portato confusione. Ora stiamo raccogliendo i cocci delle cose che abbiamo seminato male (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) e di deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0146 ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente, intervengo, senza impegnare il mio gruppo in ordine alla decisione che il gruppo stesso assumerà su questo argomento, @pagina=0147@per dichiarare il mio personale voto contrario a questi identici emendamenti. Infatti, con questi emendamenti si va a modificare l'articolo 119 della Costituzione, laddove si stabilisce che, non solo i comuni e le città metropolitane, ma anche le regioni, hanno risorse autonome e si stabilisce che le risorse delle regioni rimangono alle regioni.
Ora, io non ho nulla in ordine alle questioni poste dall'onorevole Giancarlo Giorgetti, che stimo e che apprezzo, che riguardano la necessità di continuare sulla strada della definizione dei costi standard e, prima ancora, dei fabbisogni standard. Ma emendamenti del genere, scritti in questo modo, discussi nell'Aula in questo modo, rischiano di minare profondamente il principio della perequazione contenuto all'articolo 119 della Costituzione, perché rischiano di limitare la possibilità di fare fronte alla minore capacità impositiva delle regioni più povere del nostro Paese. Non credo che sia questa la strada maestra per recuperare alla discussione del nostro Paese il principio legittimo di conferire autonomia e di proseguire sulla strada del federalismo rispetto all'articolazione istituzionale del Paese stesso. Ma emendamenti del genere sono scritti per mettere a serio rischio il principio della perequazione e credo che non meritino di essere approvati.
Per cui, a titolo personale, senza impegnare il mio gruppo, preannunzio il mio voto contrario su questi identici emendamenti (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
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PAGINA: 0028 Intervengono sull'emendamento Bianconi 33.17 i deputati GIANCARLO GIORGETTI (Vedi RS), BRUNO TABACCI (PI-CD) (Vedi RS) e ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0147 GIANCARLO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Mi rivolgo a lei, ma ovviamente, mi rivolgo, con simpatia, anche all'onorevole Tabacci, che, giustamente, ha raccolto @pagina=0148@la sfida. Io mi compiaccio del fatto che si possa almeno discutere un attimo di federalismo e di autonomia.
Non voglio fare l'avvocato difensore, ma voglio difendere una vicenda ed una storia politica. Che la Lega non abbia fatto nulla in questi anni non è vero, lo sa anche l'onorevole Tabacci. Abbiamo contribuito, in modo determinante, ad approvare una riforma costituzionale, quella della devoluzione, che, purtroppo, non è stata confortata dal voto del referendum confermativo del popolo italiano. Abbiamo approvato – questo sì – la legge delega sul federalismo fiscale: l'abbiamo approvata a larghissima maggioranza, praticamente all'unanimità.
Certo, nel giro di pochi anni poi le idee possono cambiare. E anche partiti, come il Partito democratico, che è nato e ha costruito anche una storia sul federalismo e sulle autonomie, oggi probabilmente, anche per la composizione dei suoi parlamentari – che, contrariamente al passato, molto spesso non arrivano da esperienze amministrative –, hanno abbandonato questo tipo di contesa.
Quella legge sul federalismo fiscale, di fatto, non è stata attuata. Non è stata attuata sicuramente in relazione alle emergenze finanziarie che si sono scatenate nel mondo, e che – tutti quanti siamo ne consapevoli – hanno limitate responsabilità nazionali.
Detto ciò, però è anche vero che se oggi, faticosamente, siamo arrivati alla definizione di fabbisogni e costi standard dopo tre anni studi e ricerche, non è colpa certamente dei sindaci. Se i LEA ed i LEP, previsti dalla legge sul federalismo fiscale, lo Stato non li ha mai definiti, non è certamente colpa dei sindaci e dei governatori delle regioni.
Insomma, purtroppo di federalismo si è molto parlato. Abbiamo anche prodotto le norme, ma molto spesso, come succede in questo Paese, le norme esistono, ma non vengono attuate e implementate. Un onesto dibattito di tipo politico su quello che è successo in questi anni, prima o poi, quando la polvere in qualche modo decadrà e si adagerà, si potrà fare.
Al collega Tabacci volevo anche osservare che l'imposta di famiglia – io ero piccolo, però ne ho sentito parlare – aveva certamente un suo senso. Quello che è avvenuto in tutti questi anni è stato un fenomeno che conosciamo tutti benissimo. Sono state trasferite agli enti locali, in particolare ai comuni, numerose competenze, e quindi possibilità di spesa. È stata sottratta, invece, la possibilità di gestire le entrate, violando fondamentalmente, in questo modo, quell'elementare principio che presume qualsiasi tipo di responsabilità, cioè la possibilità di determinare entrate e spese. Anzi, in questi ultimi anni, i sindaci sono stati gravati, di fatto, della responsabilità di contribuire, in qualche modo, al raggiungimento dei risultati di bilancio definiti in sede europea. PAGINA: 0148 BRUNO TABACCI. Signor Presidente, non intendevo tediare l'Assemblea, né replicare al collega Giancarlo Giorgetti.
Io non disconosco i meriti che la Lega ha avuto sul campo nel corso di questi anni. Vorrei però evidenziare il fatto che una predicazione sul tema del federalismo, talvolta disancorato dalla realtà, ha portato il Paese nella direzione sbagliata. Cos’è il Titolo V, che è stato costruito nel 2001, se non il tentativo di far propri i temi della Lega in maniera sbagliata ? Oggi @pagina=0149@lo stiamo correggendo, ed è inevitabile che lo si corregga, perché nel Titolo V abbiamo affidato alle regioni delle materie che le regioni, in quanto tali, non potevano gestire, dal tema delle libere professioni al tema dell'energia. Pensi, onorevole Giorgetti, che si sono fatti i Piani energetici provinciali, tra un po’ si faranno i Piani energetici familiari. Avremmo bisogno di un Piano energetico europeo e stiamo discutendo di come sminuzzare l'atomo. Questo è sbagliatissimo. Questa non è un'idea federale, questa è un'idea pasticciona. Bisogna correre ai rimedi.
Dopodiché, per quanto riguarda la finanza locale, lei giustamente ha citato il tema della spesa storica e i tentativi che voi avete fatto, io queste cose le condivido. Ma in questi anni gli amministratori locali non hanno voluto gestire i tributi propri. Hanno preso sì le competenze, ma hanno voluto essere parte del disegno fiscale dello Stato senza assumersi le responsabilità, e alla fine sono usciti bastonati perché sono stati costretti a fare gli esattori. Un po’ di autocritica sul punto forse non guasterebbe. Diversamente, facciamo una discussione che può servire tra di noi, ma non va molto fuori di qui (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro democratico). PAGINA: 0149 ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Io chiedo la parola perché questo è uno degli aspetti e dei profili più interessanti e più qualificanti. E il Parlamento, secondo me, dovrebbe dedicare molto più tempo di quello che sta dedicando per discutere di un problema molto grave, sia per il presente che per il futuro del Paese. Dal punto di vista dell'ordinamento, ma anche in riferimento alle norme costituzionali, e non solo costituzionali, il federalismo amministrativo e il federalismo costituzionale, negli ultimi venti anni...
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PAGINA: 0028 Interviene sugli identici emendamenti Invernizzi 33.18 e Rubinato 33.505 il deputato CRISTIAN INVERNIZZI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0151 CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente. Non è per convincere qualcuno all'interno di quest'Aula sulla bontà di emendamenti di questo tipo, perché mi pare ormai evidente che non vi sia né la volontà di accettarli, e questo è assolutamente legittimo, ma, salvo pochi lodevoli eccezioni, nemmeno la volontà di confrontarsi su temi di questo tipo. Questo sicuramente già spiace di più.
Lo ribadiamo con forza, forse perché sarà anche una delle ultime occasioni all'interno di quest'Aula di cercare di porre l'attenzione su concetti fondamentali necessari all'interno di qualunque Stato, quali appunto quelli dei costi standard e fabbisogno standard o di fondo perequativo, sulla cui effettiva funzione ci sarebbe probabilmente da spendere qualche parola in più.
Noi con questo emendamento non cerchiamo di far altro che chiarire quello che si intende per fondo perequativo e di chiarire, appunto, che l'applicazione di qualunque tipo di fondo perequativo non può assolutamente alterare la capacità contributiva media dei cittadini, perché altrimenti verrebbe meno sicuramente alla sua funzione.
Signor Presidente, è veramente, per noi della Lega, un momento triste, perché avremmo voluto parlare di riforme costituzionali in modo molto più approfondito, avremmo voluto confrontarci sul merito di tutte le nostre proposte, non per cercare di convincere coloro che non credono, appunto, in una struttura federale dello Stato per motivi ideologici, ma quanto meno con le forze di sinistra, che hanno sempre rivendicato con orgoglio le loro radici anche autonomiste, le loro radici effettivamente federaliste, e che purtroppo con questa riforma costituzionale sicuramente, come è già stato prima osservato dal presidente Giorgetti, stanno dando un colpo di grazia definitivo, o meglio se non definitivo sicuramente importante, a qualunque tipo di misura federale da inserire all'interno di una Costituzione.
È un peccato, perché, come è già stato ricordato prima, molti di voi provengono anche da esperienze di amministrazione diretta all'interno di enti locali. Sapete perfettamente anche come la parte buona della politica, se c’è ed è rimasta in questo Paese, in questo sistema, molte volte alberga anche proprio all'interno degli enti locali. Io so, e lo sapete anche voi meglio di me, che vi sono sindaci, vi sono amministratori locali che svolgono quel tipo di servizio proprio in un'ottica quasi di missione nei confronti della propria realtà locale. Lo fanno perché ci credono, lo fanno perché amano la comunità in cui vivono e dalla quale hanno avuto l'affidamento di una responsabilità diretta. Affermare che le migliaia di amministratori locali, amministratori delle autonomie, sono sostanzialmente incapaci di ragionare in termini più ampi del loro piccolo orticello, così come si sta facendo con questa riforma agli articoli 116 e seguenti della Costituzione, sicuramente è un insulto nei confronti di queste persone, un insulto nei confronti soprattutto, permettetemi di dirlo, della storia, della vostra storia personale.
Ed è paradossale che il colpo definitivo alle autonomie locali venga dato proprio – e concludo – da un Presidente del Consiglio che, soltanto fino a pochi mesi fa, o meglio fino a poco meno di un anno fa, era ancora il sindaco di un'importante realtà cittadina italiana, come appunto quella di Firenze. È un peccato vedere che l'omicidio di qualunque impulso federale provenga proprio per mano di chi conosce perfettamente la gestione degli enti locali e l'importanza di questo all'interno di qualunque tipo di organizzazione.
Noi sappiamo che la battaglia che stiamo facendo non è finita, è soltanto rinviata, perché cercare comunque di schiacciare in modo direi quasi autoritario qualunque impulso che proviene dalle autonomie locali non farà altro che produrre l'effetto opposto, vale a dire quello di creare maggiore pressione da parte di quei @pagina=0152@territori, da parte di quegli amministratori che invece sanno perfettamente quello che potrebbero dare alla loro collettività in termini di servizi e in termini di maggiore efficienza, se fossero posti dalle autorità centrali nella possibilità di farlo. Ecco perché presento tutti questi emendamenti, che sicuramente crolleranno sotto il voto contrario da parte della maggioranza di quest'Aula, ma che pongono comunque con forza le esigenze che ancora oggi ci sono e che ancora oggi esistono all'interno della nostra comunità. Io la ringrazio, Presidente, che parlando al telefono mi dà sicuramente la possibilità di sforare anche oltre il termine previsto di cinque minuti. La ringrazio veramente e approfitto di ogni secondo che viene ulteriormente concesso.
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PAGINA: 0028 Interviene sull'emendamento Scotto 33.6 il deputato ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0152 ELENA CENTEMERO. Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia su questo emendamento, perché sostanzialmente va a modificare l'articolo 119 nel comma quarto, là dove si fa riferimento agli indicatori di riferimento di costo e di fabbisogno che promuovono condizioni di efficienza, quindi sostanzialmente i costi standard. Voglio sottolineare come la battaglia dei costi standard sia una battaglia che ci ha visti impegnati soprattutto in regione Lombardia ma anche in altre realtà territoriali, per la quale abbiamo presentato due emendamenti all'articolo 31, a firma Gelmini e Centemero, nei quali si inseriva lo stesso principio all'interno appunto di quell'articolo. L'articolo 33 è un articolo molto importante, perché disciplina...
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PAGINA: 0028 Intervengono sull'emendamento 33.900 della Commissione i deputati ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS) e TERESA PICCIONE (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0152 ELENA CENTEMERO. Disciplina, come dicevo, l'autonomia finanziaria degli enti territoriali e chiaramente, rispetto a quanto è stato modificato all'articolo 117, è evidente che questa autonomia finanziaria legata agli enti territoriali con il fatto che appunto nell'articolo 117 la materia di coordinamento della finanza pubblica e il sistema tributario sono state riportate alle competenze esclusive dello Stato – attualmente, invece, è materia di legislazione concorrente – trova ovviamente una sua diminutio capitis, ancora suffragata dal fatto che è stato modificato anche il procedimento legislativo all'articolo 70.@pagina=0153@
Noi invece riteniamo che l'autonomia finanziaria degli enti territoriali, così come viene delineata dall'articolo 119 e così come avrebbe dovuto trovare una sua attuazione con la legge sul federalismo fiscale, la legge n. 42 del 2009, che fu approvata proprio quando noi eravamo al Governo, possa trovare una sua dignità e una sua applicazione proprio grazie al comma 4, proprio grazie al riferimento agli indicatori di costo e di fabbisogno standard che dovrebbero promuovere livelli di efficienza su tutto il territorio nazionale e che indubbiamente vanno anche a toccare i principi fondamentali del sistema di finanziamento delle autonomie territoriali, vanno a invertire anche dei diritti fondamentali della cittadinanza quali appunto la sanità, l'assistenza e l'istruzione per i quali, voglio ricordare, ad esclusione della sanità, non sono ancora stati delineati i livelli essenziali di prestazione sul territorio nazionale. PAGINA: 0154 TERESA PICCIONE. Signor Presidente, intervengo perché credo che la riformulazione della Commissione, che io trovo saggia...
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PAGINA: 0028 Interviene sull'emendamento Piccione 33.19 il deputato TERESA PICCIONE (PD) (Vedi RS), che lo ritira.
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PAGINA: 0154 TERESA PICCIONE. È una riformulazione...
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PAGINA: 0028 Intervengono per dichiarazione di voto sull'articolo 33 i deputati FABIANA DADONE (M5S) (Vedi RS), PAOLO TANCREDI (AP) (Vedi RS) e CRISTIAN INVERNIZZI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0155 FABIANA DADONE. Grazie Presidente, ci tengo a fare questa «dichiarazione di non voto» nei riguardi di questo articolo. C’è stato da parte nostra una notevole apertura, in questi giorni, su questa riforma, anche se in realtà forse non tutta l'Aula, e i colleghi, ne sono a conoscenza. Sono state avanzate dieci proposte emendative, siamo scesi a sette, siamo arrivati a tre. Io voglio che sia chiaro a tutti i colleghi dell'Aula (perché questa è una riforma costituzionale per cui è importante che ciascuno, con la propria coscienza, sappia che cosa sta andando votare) che le nostre proposte sono di amplissimo respiro, sono il minimo sindacale che bilancerebbe molto questa riforma che per noi diventerebbe troppo governativa e non concederebbe, in alcun modo, alle minoranze e ai cittadini di partecipare. Ciò che chiediamo sono tre emendamenti: l'emendamento Dadone 11.300, che riguarda l'esame obbligatorio, a data certa, delle proposte di legge di iniziativa popolare da parte delle Camere, quelle che le Camere costantemente ignorano, tenute nei cassetti, nonostante i sacrifici dei cittadini per chiedere di discutere degli argomenti che per loro sono di vera importanza, non le «fuffate» di cui si discute qua dentro spesso; l'emendamento Fraccaro 15.2 che riguarda la proposizione di referendum, senza quorum, che siano abrogativi e propositivi, perché dobbiamo dare una possibilità ai cittadini di dire qualcosa, perché vi garantisco che spesso sono migliori legislatori di quanto non lo siamo noi e voi soprattutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); la proposta emendativa Toninelli 37.01, che prevede il ricorso da parte delle minoranze parlamentari nei confronti degli atti votati alle Camere alla Corte costituzionale. Non stiamo chiedendo la luna, non stiamo chiedendo un Senato elettivo, non ci sogniamo di chiedere un dimezzamento dei parlamentari o del vostro stipendio, noi lo facciamo, ma chiaramente va a buon cuore di ogni parlamentare. Non vi chiediamo di cacciare i condannati, non stiamo chiedendo niente di incredibile, stiamo chiedendo di dare la possibilità ai cittadini di intervenire nella vita politica del Paese, perché questo è per noi il concetto di sovranità che appartiene al popolo. È il minimo sindacale e a queste proposte ci è stato risposto un secco «no». Questo è il concetto di dialogo che ha il Partito democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0156 PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Area Popolare all'articolo 33, che modifica l'articolo 119 della Costituzione, e anche per prendere un minuto di tempo, per fare qualche considerazione di carattere critico. Io non sono d'accordo con quello che ha detto il collega Tabacci. Il dibattito che vi è stato oggi sull'articolo 119, è stato un dibattito sul merito, io lo trovo un dibattito serio, al contrario di quello che forse è successo in altri passaggi di questa lettura della legge costituzionale alla Camera. Noi abbiamo rivoluzionato (come detto ieri, perché le considerazioni che faccio sull'articolo 119 potrebbero essere mutuate da quelle fatte già sull'articolo 118) l'articolo 117 della Costituzione, che era il cuore della riforma del Titolo V del 2001.
L'abbiamo rivoluzionato in senso statalista e abbiamo «girato» l'attribuzione delle competenze, la famosa attribuzione regionale che comprendeva tutto quello che non era già elencato nelle attribuzioni statali. Concetto molto forte che viene rovesciato. E, poi, c’è la famosa clausola di supremazia intestata al Governo nazionale. Io lo dico con una certa amarezza, anche avendo sentito quello che, legittimamente e pure apprezzabilmente, hanno detto il collega Giorgetti e altri colleghi della Lega Nord. Sono uno che, nel 2000, era consigliere regionale e ha partecipato con entusiasmo alla stagione dell'autonomia statutaria delle regioni e delle assemblee legislative regionali. Ma, tant’è, era l'obiettivo che il dibattito pubblico di questi anni, che il Governo si era dato, e, quindi, l'articolo 117 credo sia in linea con quanto ci siamo dati come obiettivo alla vigilia di questo passaggio di riforma della Costituzione. Io credo che gli articoli 118 e 119 dovessero seguire questo cambio di struttura, questo ribaltamento e, invece, secondo me, hanno un'impostazione debole da questo punto di vista. In particolare, ho sentito anche e approvo le considerazioni fatte dalla collega Centemero. Io penso che a proposito dell'articolo 119 ci siamo limitati a togliere le province dalla norma perché naturalmente intendiamo abolirle, così com’è vero che abbiamo previsto la legge dello Stato come soggetto autore del coordinamento auspicato. Questo è un passo in avanti naturalmente in quella logica. Io credo, però, che doveva partire dallo Stato il discorso dell'equilibrio della finanza pubblica a proposito dell'articolo 119. Da questo punto di vista, lo considero un passaggio incompleto. Detto questo, comunque, voteremo, come detto, favorevolmente sull'articolo 33 di questa riforma. PAGINA: 0156 CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente...
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PAGINA: 0029 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ANNALISA PANNARALE (SEL) (Vedi RS), che chiede un'informativa urgente del Ministro dell'interno.
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PAGINA: 0158 ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Non può passare inosservata la presenza del Ministro Alfano in Aula, questa mattina. Il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà chiede un'informativa urgente sull'ennesima strage nel Mediterraneo; non una fatalità, ma una tragedia prevedibile. A solo un anno e mezzo di distanza, era ottobre 2013, altri morti e altra vergogna. Presidente, chiediamo, attraverso lei, che il Ministro riferisca immediatamente in Aula, perché o le vite umane contano qualcosa oppure questo Paese, Ministro, ha smesso di essere civile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
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PAGINA: 0029 PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto degli ulteriori emendamenti ritirati dai presentatori.
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PAGINA: 0158 PRESIDENTE. Onorevole Pannarale, la ringrazio. Terminata la «seduta fiume», eventualmente si può prendere in considerazione la sua richiesta.@pagina=0159@
Avverto che gli emendamenti Russo 35.500 e Rubinato 39.25 e 39.500 sono stati ritirati dai presentatori.
Ha chiesto intervenire sull'ordine dei lavori il relatore per la maggioranza, Emanuele Fiano, perché, a differenza di quello che aveva sostenuto il Presidente, prima di concludere i voti che abbiamo all'ordine del giorno, vi è bisogno comunque che si riunisca il Comitato dei nove. Quindi, sentiamo cosa ci chiede l'onorevole Fiano, aggiungo una cosa e poi, eventualmente, le comunicazioni. Prego, onorevole Fiano.
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PAGINA: 0029 Intervengono quindi il Ministro dell'interno ANGELINO ALFANO (Vedi RS) e sull'ordine dei lavori i deputati NICOLA MOLTENI (LNA) (Vedi RS),ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S) (Vedi RS), TITTI DI SALVO (PD) (Vedi RS), ANDREA VECCHIO (SCpI) (Vedi RS), NUNZIA DE GIROLAMO (AP) (Vedi RS), MASSIMO ARTINI (Misto-AL) (Vedi RS) e ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS). Dopo precisazioni del PRESIDENTE (Vedi RS), intervengono inoltre sull'ordine dei lavori i deputati CLAUDIO FAVA (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS) e MARIO MARAZZITI (PI-CD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0159 ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Ringrazio l'onorevole collega di Sinistra Ecologia Libertà per avere posto la questione. Il Governo è, ovviamente, come sempre, pronto a riferire in Aula, compatibilmente con i lavori parlamentari (ma queste sono scelte che competono alla Conferenza dei presidenti di gruppo).
Sceglieremo, come Governo, chi verrà a riferire in Aula, perché la tragedia, come è stato sottolineato da tutte le agenzie di stampa e come risulta in modo evidente, è avvenuta in acque internazionali, e quindi investe un profilo prevalente di politica estera, e investe, per altri aspetti, le politiche della difesa. Certamente, come il Presidente del Consiglio ha affermato, è un tema da Capi di Stato e di Governo.
Quindi, sceglieremo chi verrà a riferire in Aula, anche perché la funzione del Ministro dell'interno, come è noto, sta nel dare accoglienza ai vivi e, purtroppo, drammaticamente, nel dare degna sepoltura ai morti. Noi siamo pronti a riferire e faremo sapere attraverso chi. PAGINA: 0159 NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, ovviamente interveniamo portando innanzi tutto la solidarietà alle 330 vittime, alle nuove purtroppo 330 vittime del Mediterraneo. L'intervento del Ministro però non mi esime dal fare una considerazione, unendomi alla richiesta dei colleghi di SEL, nel chiedere alla Presidenza che l'informativa venga però fatta dal Ministro dell'interno. Perché ? Perché abbiamo assistito ieri all'ennesimo fallimento, al fallimento prima di Mare Nostrum, e Mare Nostrum se l’è intestata all'epoca il Ministro Alfano; ieri abbiamo assistito al fallimento, dichiarato in maniera unanime anche da parte di alcuni colleghi del Ministro Alfano (cito ad esempio il Ministro Gentiloni) dell'operazione Triton, operazione che il Ministro Alfano anch'essa qualche mese fa si è intestata come grande successo da parte del Governo italiano in collaborazione con l'Unione europea.
Poiché noi abbiamo sempre sostenuto che Mare Nostrum e Triton siano due facce dello stesso fallimento, poiché ieri abbiamo ascoltato delle parole con cui veniva richiesta la possibilità di instaurare un nuovo Mare Nostrum 2 e quindi il terzo ennesimo fallimento nella gestione dei fenomeni immigratori da parte del Governo,... PAGINA: 0160 ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, ricordando al ministro Alfano che lo aspettiamo dal 14 dicembre – sono qui, Ministro, qui –, dal 14 dicembre, in Commissione affari costituzionali per parlare del riordino delle forze dell'ordine, le comunichiamo che, dato che lei si fa vedere in Aula esclusivamente per le mozioni di sfiducia, oggi il MoVimento 5 Stelle depositerà l'ennesima mozione di sfiducia nei confronti di un Ministro dell'interno indecoroso e indegno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... PAGINA: 0160 TITTI DI SALVO. Signor Presidente, abbiamo ascoltato le parole del ministro Alfano, e il gruppo del Partito Democratico ritiene particolarmente importante che il Governo, nella figura del Ministro o della Ministra che verrà individuata, venga in Aula a parlare di questa ennesima tragedia.
Presidente, noi siamo convinti che l'Italia fino ad oggi, al contrario di quanto ho sentito da chi continua a speculare sui morti e sulle tragedie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), abbia avuto un ruolo molto importante, prima con Mare Nostrum e oggi con Triton. Naturalmente Triton, l'abbiamo detto, è insufficiente: noi chiediamo con forza all'Europa di assumere una responsabilità ancora maggiore. Ma dimenticare, speculando sui morti, il ruolo importante che fin qui l'Italia ha svolto è un'offesa al Paese, è un'offesa a quei morti, ed è un impedimento invece a che, unitariamente, il Parlamento si unisca con una voce sola per essere più autorevole e forte nel chiedere all'Europa un ruolo maggiore.
Poi, Presidente, io le chiedo di verificare con la Presidenza, se, come noi pensiamo, e quando si può, in quest'Aula dedicare un momento alla commemorazione di quel che è successo: non perché le commemorazioni risolvano i problemi, perché è importante anche dare un senso alle tragedie con un impegno unitario del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Io concludo, dicendo: un impegno unitario del Parlamento di fronte a queste tragedie è la scelta vera per sostenere un Governo che qui ha appena sostenuto di volersi impegnare ancora di più, non solo per affrontare il problema nel Mar mediterraneo, in modo che non sia il cimitero dei migranti, ma perché sia invece il Paese all'avanguardia nel richiedere all'Europa un intervento di maggiore forza.
Quindi, invito veramente i colleghi e le colleghe del Movimento 5 Stelle a lasciar perdere la strumentalità delle campagne elettorali e a sostenere lo sforzo che stiamo tutti insieme facendo e che dobbiamo @pagina=0161@fare con maggior forza da qui in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0161 ANDREA VECCHIO. Grazie, signor Presidente. Io ho ascoltato gli improperi del collega del Movimento 5 Stelle.
Io credo che un Ministro sia il parafulmine del lavoro del suo Ministero ed è giusto che sia lui a risponderne ed è giusto anche fare degli appunti al comportamento del Ministro e del Ministero, ma da qui ad usare toni irriguardosi e vocaboli offensivi, mi pare che ce ne voglia tanto.
Io credo che questa sia la cartina di tornasole della qualità di questa Camera e io mi vergogno di stare qua dentro ad ascoltare questi vocaboli e questi improperi.
Chiedo scusa, io, personalmente al Ministro Alfano per le parole che il collega – scusatemi il termine, collega forse è abusato – ha utilizzato nei confronti del signor Ministro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). PAGINA: 0161 NUNZIA DE GIROLAMO. Grazie, Presidente, intervengo solo per dire che noi siamo i primi a volere un dibattito serio su quanto è accaduto a Lampedusa e sulla tragedia di questi giorni, di questi mesi. Vorremmo, però, un dibattito ovviamente molto più articolato e non strumentale, come quello che viene fatto in questa occasione, perché mi sembra che ci sia qualche gruppo che approfitta di una tragedia immane, come quella che si è verificata, solo per fare campagna elettorale e per speculare sui morti. Noi questo non lo accettiamo.
Vorremmo che si parlasse seriamente del ruolo dell'Europa e dei problemi che ci sono e che ovviamente non riguardano l'Italia, ma riguardano vicende molto più grandi, di cui tutti siamo consapevoli, e ci piacerebbe che, in quest'Aula, almeno quei temi così delicati, che riguardano la vita delle persone, fossero affrontati con serietà dovuta ad un parlamentare.
Ci rendiamo conto che, purtroppo, qualcuno in quest'Aula preferisce fare propaganda sui morti e non interessarsi veramente della difesa di questo Paese e dei confini (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)). PAGINA: 0161 MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Entrando anche un po’ nel merito e dandole anche degli spunti, signor Ministro, per un'eventuale informativa che sia decente, io credo indicativamente che qui dentro, in quest'Aula, sappiamo tutti che né Triton né Mare Nostrum sono la soluzione al problema dell'immigrazione. Lo abbiamo segnalato sia in Comitato di Schengen, sia nelle varie sedi, soprattutto quando si è trattata tutta la parte riguardante l'immigrazione anche nella Commissione difesa. Io le faccio presente che lei, due giorni fa, Ministro, ha fatto una conferenza stampa sul «decreto missioni». Nel «decreto missioni» ci sono esattamente 5 milioni e 400 mila euro per la Libia, per la collaborazione con la Guardia costiera libica, perché noi stiamo trattando questo problema sia dal lato che riguarda la salvaguardia del mare del Mare Nostrum, sia dall'altro lato, che dovrebbe essere la parte fondamentale, cioè come evitare questo.
Noi dobbiamo anche ragionare che queste tragedie, su cui noi ragioniamo tutte le volte che abbiamo informative su persone che muoiono qui nel canale di Sicilia, poi non vengono trattate mai, e affrontarle solamente parlando di nomi come Mare Nostrum o Triton non risolve il problema.
Noi vogliamo che lei ci venga anche a dire – lei o chi per lei – quei 5 milioni e @pagina=0162@400 mila euro a cosa servono, visto che le navi che dovrebbero essere utilizzate in aiuto alla Guardia costiera libica sono ora a Genova da un anno in riparazione. Quindi, quei soldi a cosa servono ?
Quindi, la domanda è: quando effettivamente ci vogliamo mettere ad affrontare questo problema, che non è esclusivamente di salvaguardia, ma è organico ? Ormai è già la quarta volta che trattiamo questo argomento, è già la quarta tragedia che trattiamo in quest'Aula e sempre si propone nella stessa maniera (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera). PAGINA: 0162 ROCCO PALESE. Signor Presidente, io rivendico che il mio gruppo su queste tragedie non ha mai fatto speculazione, né ne farà tanto meno oggi. Quindi, penso che sia una cosa fondamentale e importante, intanto, esprimere tutto il dolore nei confronti di queste tragedie, che ormai sono a ripetizione.
Detto questo, non c’è dubbio che c’è un'importanza dal punto di vista umano, perché ormai il Mediterraneo è diventato una tragedia continua, un cimitero, così come ribattezzato dalla stampa. Questo, però, non significa che il Governo sia esente da responsabilità. Noi riteniamo che la responsabilità principale sia quella di non avere alcuna incidenza sull'Europa in riferimento al problema di tutto l'assetto del Mediterraneo e in riferimento a tutte queste situazioni di tragedia.
Si è passati da Mare Nostrum – un'operazione che ha un valore umano, ma anche che ha costi enormi, drammi incredibili, tragedie incredibili – all'attuale operazione ribattezzata Tritone, così come la definisce, come viene declarata dal Presidente Renzi.
Noi riteniamo che il Presidente in persona debba venire qui in Parlamento e debba rendere noto, insieme ai ministri che riterrà. Ma a questo punto, visto che il Ministro Alfano demanda ad altri ministri e non si riesce a capire, alla fine che venga il Presidente del Consiglio ! Se le cose stanno in questa materia, cioè se ci sono diverse competenze in campo, tra quelle internazionali ed estere a quelle della difesa, le più disparate, venga il Presidente del Consiglio qui ad illustrare e a informare il Parlamento, non solo sulle iniziative che il Governo vorrà assumere in questo senso, ma anche e soprattutto sul livello di coinvolgimento dell'Europa su un problema che si aggrava giorno dopo giorno.
Io penso che questo sarebbe un atto di correttezza, ma anche un atto di rispetto, non solo nei confronti delle vittime, ma anche nei confronti del Parlamento e nei confronti di tutti. PAGINA: 0162 PRESIDENTE. Onorevole Palese, lo dico anche per coloro che devono intervenire adesso, in questo caso funziona così: il Governo deciderà chi far venire e il Ministro per i rapporti con il Parlamento comunicherà chi è il rappresentante del Governo che verrà a riferire, che sia il Presidente del Consiglio, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia ovvero il Ministro degli esteri. PAGINA: 0162 CLAUDIO FAVA. Signor Presidente, premettendo che non vedo nessuna ombra di strumentalità nella richiesta che, di fronte a una tragedia, il Governo venga a riferire in quest'Aula, noi vorremmo sollevare il Governo da questa conventio ad excludendum per decidere quale Ministro non dovrà riferire. Anche se spetta, come lei ci ricordava, al Governo, l'intenzione di questo gruppo è di richiedere che sia personalmente il Presidente del Consiglio dei ministri a riferire, ma non perché c’è una questione irrisolta di competenze tra diversi ministri, ma perché pensiamo che sia un atto dovuto: un atto dovuto sul piano del rispetto umano nei confronti di un numero tragicamente alto di vittime e un atto dovuto anche sul piano delle @pagina=0163@responsabilità politiche. Noi riteniamo che esse non si assumano soltanto da parte di questo Parlamento e di questo Paese, ma che chiamino in causa anche l'Europa, ragione in più perché sia direttamente il Presidente Renzi a venire a confrontarsi con quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0163 MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, l'aspetto sempre meno attraente della politica è quello di utilizzare questioni reali a volte per altre ragioni. Quindi, io non entrerò nel dibattito su qual è il Ministro più adatto per venire a riferire, ma convengo con il collega che mi ha preceduto sul fatto che questo tema, non solo il tema delle vittime nel Mediterraneo, ma il tema dei grandi stravolgimenti, che vanno dalla Siria alla Libia, alla parte del Nord Africa da cui preme questa massa di profughi, è questione tale che coinvolge dalla politica estera alla sicurezza, a tutto ciò che di umano c’è nell'essere europei, che forse potremmo anche sperare in una rappresentanza sicuramente al massimo livello, ma in ogni caso nel fatto che non sia solo un'informativa, ma che possa essere l'occasione per questo Parlamento per vedere delle soluzioni e delle decisioni che possano anche essere innovative su questo tema.
Signor Ministro, lei sa bene che chi parla, noi siamo stati contrari e avevamo avvertito dei rischi di una sospensione o di un annullamento dell'operazione Mare Nostrum, mentre abbiamo salutato comunque con favore l'avvio di una corresponsabilità europea con l'operazione Triton. Noi non siamo per i tifosi di Triton o di Mare Nostrum. Noi riteniamo che vadano messe sul tappeto più soluzioni, perché il problema è drammatico, ha più cause e deve essere affrontato in più modi.
Mare Nostrum è stata sospesa anche perché una parte dell'opposizione, in maniera molto vocale, ha detto che non bisognava spendere soldi per salvare quelle vite umane. Sono stati spesi 100 milioni di euro per 170 mila persone che sono state salvate, di cui più di 100 mila direttamente dalla Marina militare italiana. Ebbene, sono 1.000 euro a persona, sono meno di due abbonamenti a sky TV. Io credo che una vita umana valga quei soldi, sia che ce li metta l'Italia, sia che ce li metta l'Europa, sia che ce li mettano dei privati che fanno delle collette.
Allora, in conclusione, credo che noi oggi dobbiamo mettere in campo nuove misure, nuove misure che riducano il rischio di morte per il viaggio nel Mediterraneo. Comunico a quest'Aula che 3.500 sono state le vittime durante l'operazione Mare Nostrum, nonostante le 170 mila salvate, e che oggi siamo a circa 530 vittime dall'inizio dell'operazione Triton, con circa 20 mila arrivi. Siamo più o meno, purtroppo, allo stesso numero di vittime, ma siamo in inverno e, quindi, sappiamo che queste vittime potranno crescere.
Allora, dobbiamo per forza cominciare a immaginare alternative e, mentre si attacca il problema della Libia e del disordine libico, dell'ISIS, del Daesh e del califfato, dobbiamo comunque creare dei viaggi sicuri. E qui rinnovo l'invito a riflettere, prima dell'informativa in quest'Aula, sul tema di avviare la richiesta di protezione internazionale dall'altra riva del Mediterraneo e nei Paesi di transito, per creare i primi viaggi sicuri e ridurre il traffico umano e i vantaggi economici proprio per il terrorismo jihadista.
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PAGINA: 0029 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Chiede una sospensione della seduta per consentire al Comitato dei nove di completare l'espressione del parere su talune proposte emendative.
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PAGINA: 0163 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, vorrei rappresentare a lei e all'Aula l'esigenza tecnico-politica di una convocazione del Comitato dei nove, che peraltro spetta al presidente della Commissione, perché sono in corso delle valutazioni su alcune proposte emendative – sulle quali era già @pagina=0164@stato dato il parere e sulle quali, quindi, si potrebbe addivenire ad una modifica del parere dato dalla Commissione – e anche per comunicare al Comitato dei nove i pareri su altri articoli sui quali ancora non sono stati dati.
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PAGINA: 0029 FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS), Presidente della I Commissione. Prospetta l'opportunità di sospendere la seduta per due ore.
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PAGINA: 0164 FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Grazie, Presidente, la legittima esigenza manifestata dall'onorevole Fiano credo che possa trovare eco complessiva, per così dire, in un paio di ore, fino alle 15 magari.
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PAGINA: 0029 Dopo precisazioni del PRESIDENTE (Vedi RS), intervengono per un richiamo al Regolamento i deputati ALBERTO ZOLEZZI (M5S) (Vedi RS) e SETTIMO NIZZI (FI-PdL) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS). Interviene quindi sull'ordine dei lavori il deputato CLAUDIA MANNINO (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), che sospende la seduta.
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PAGINA: 0164 PRESIDENTE. Bene, tra l'altro, ho parlato con la Presidente della Camera, la quale ovviamente è disponibile a riunire la Conferenza dei presidenti di gruppo nel momento in cui si dovessero registrare delle novità e, quindi, in funzione anche di un'eventuale programmazione.
Nel frattempo, però – anche se prima darò la parola all'onorevole Zolezzi per un richiamo al Regolamento e poi all'onorevole Mannino –, avviso i colleghi che la seduta verrà sospesa per due ore per consentire al Comitato dei nove di dare il parere sulle proposte che abbiamo da affrontare nel prosieguo della seduta.
Onorevole Zolezzi, su che articolo del Regolamento chiede di parlare ? PAGINA: 0164 ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, sull'articolo 8. PAGINA: 0164 SETTIMO NIZZI. Grazie, Presidente. Mi scusi se la disturbo. PAGINA: 0164 PRESIDENTE. No, io sto qua per questo, si figuri ! PAGINA: 0165 CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Intanto resto allibita, perché comunque le avevo già preannunciato stamattina il motivo del mio intervento in Aula e ho pazientemente aspettato fino a che praticamente l'Aula si è svuotata. Intervengo per condividere con quest'Aula che questa notte, intorno alle 2,30, il nostro candidato sindaco del comune di Carini, Ambrogio Conigliaro, ha subìto quella che è la più palese delle intimidazioni nel nostro territorio: ha subìto l'incendio dell'autovettura sotto casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Intervengo in Aula per dare il nostro supporto come gruppo MoVimento 5 Stelle a tutti i livelli – Camera, Senato ed anche regionali – e mi auguro che tutte le parti politiche che pensano o si vantano di fare sempre una buona politica diano a questi cittadini, che stanno semplicemente lottando per avere un comune decente, un comune normale, un comune amministrato da gente normale, tutto il loro supporto e la loro vicinanza.
Intervengo, quindi, per dire che questi cittadini, comunque, non si fermeranno, continueranno ad andare avanti e si presenteranno alle elezioni amministrative che si svolgeranno nei prossimi mesi nel territorio di Carini. Mi auguro, appunto, che questi atti intimidatori, vergognosi, infami, che sono veramente il frutto della peggiore politica di questo Paese, non si manifestino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0165 PRESIDENTE. Onorevole Mannino, io la ringrazio. Ovviamente, la Presidenza della Camera si associa alla solidarietà nei confronti di chi è stato vittima di un atto di questo tipo. Per quanto riguarda il momento, onorevole Mannino, io purtroppo devo gestire l'Aula in funzione anche delle priorità: se mi viene chiesta la parola per un richiamo al Regolamento, devo dare prima la parola per il richiamo al Regolamento e poi posso dare la parola sull'ordine dei lavori.
Detto questo, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.
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PAGINA: 0030 La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 15,05.
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PAGINA: 0030 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)
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PAGINA: 0165 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI
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PAGINA: 0030 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0165 Missioni.
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PAGINA: 0030 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono novantuno.
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PAGINA: 0165 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Boccia, Bratti, Brunetta, Caparini, Antimo Cesaro, Dambruoso, De Girolamo, Di Lello, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Merlo, Nicoletti, Pes, Pisicchio, Realacci, Rossomando, Speranza e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0030 Si riprende la discussione. (Vedi RS)
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PAGINA: 0165 Si riprende la discussione.
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PAGINA: 0030 FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS), Presidente della I Commissione. Prospetta l'opportunità di sospendere la seduta per un'ora per consentire al Comitato dei nove di completare l'esame di talune proposte emendative.
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PAGINA: 0165 FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Presidente, la riforma della Costituzione esige indubbiamente anche dei momenti di riflessione. Il relatore, il collega Fiano, mi chiede di poter verificare taluni pareri su determinati emendamenti e, per tale finalità e quindi, anche per l'eventuale convocazione, poi, del Comitato dei nove di seguito a questa riflessione, un'ora di tempo. Io pregherei la Presidenza di valutare con favore questa richiesta, perché, come @pagina=0166@siamo stati contrari all'accelerazione dei lavori, non possiamo che essere favorevoli alla riflessione che il relatore chiede su determinati passaggi.
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PAGINA: 0030 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato GUIDO GUIDESI (LNA) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), che successivamente sospende la seduta.
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PAGINA: 0166 GUIDO GUIDESI. Presidente, intervengo per una questione che credo si leghi anche alla valutazione e alla calendarizzazione della «seduta fiume» rispetto alle riforme. Chiedo un intervento della Presidenza rispetto ad una questione che riguarda il «decreto milleproroghe», che, come sappiamo, deve essere valutato ancora all'interno delle Commissioni riunite I e V. La seduta delle Commissioni è stata sospesa, evidentemente per altre scelte di priorità che noi non condividiamo, da parte della maggioranza e del Governo, però chiedo cortesemente, per rispetto della dignità e delle regole, della dignità dei commissari di quelle Commissioni, che non ci arrivino dalla stampa le notizie relative agli emendamenti dei relatori e del Governo che ancora le Commissioni devono valutare e che ancora debbono essere presentati. La trovo una cosa di estrema scorrettezza, soprattutto rispetto alla calendarizzazione che avete scelto. PAGINA: 0166 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Guidesi. Naturalmente la Presidenza si farà carico formalmente di trasmettere questa raccomandazione, ma sono presenti sia il Governo sia i relatori del «provvedimento milleproroghe», quindi mi sembra che la sua sottolineatura sia stata ascoltata direttamente.
Io mi sento di accogliere, come Presidenza, la richiesta del presidente Sisto, quindi sospendo la seduta per un'ora. Riprenderà alle ore 16,10.
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PAGINA: 0031 La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16,15.
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PAGINA: 0031 (Esame dell'articolo 34) (Vedi RS)
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PAGINA: 0166 (Esame dell'articolo 34 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0031 PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto di talune proposte emendative ritirate dai presentatori.
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PAGINA: 0166 PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
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PAGINA: 0031 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati FABIANA DADONE (M5S) (Vedi RS), ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS) e RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0166 FABIANA DADONE. Signor Presidente, speravo che questa pausa potesse concedere al gruppo soprattutto del Partito Democratico una riflessione sulla nostra apertura molto larga con riferimento alla democrazia diretta e all'inserimento della stessa in questo provvedimento; purtroppo, la pausa non ha portato buoni frutti. Noi ci siamo tenuti in maniera decisamente ampia nella disponibilità della maggioranza a discutere ma vi è stato un nulla di fatto, quindi io sicuramente non posso... siamo scesi da dieci a sette, da sette a tre, da tre a zero; a questo punto, non posso garantire un andamento del tutto istituzionale dell'Aula. Questo non significa assolutamente che faremo nulla di inaspettato, sicuramente non voteremo tutti gli emendamenti uno per uno perché le nostre proposte, lo ribadisco perché non voglio sembrare eversiva o chissà cosa, erano semplicemente tese all'introduzione di referendum propositivi e consultivi con zero quorum, anche con riferimento alla possibilità da parte di una minoranza parlamentare di sollevare una questione di fronte alla Corte costituzionale e all'obbligatorietà, entro un termine determinato, di discutere le leggi di iniziativa popolare. Quindi, la parola è: democrazia diretta, questo era il riassunto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento @pagina=0167@5 Stelle), una cosa che si poteva benissimo accettare, perché non stravolgeva l'impianto, ma non l'avete voluto; io alzo le mani e auguro una buona giornata ai miei colleghi, buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0167 ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io ho molto apprezzato lo stile con cui la collega Dadone ha rappresentato a quest'Aula le cose che sono accadute; credo che abbia fatto bene perché è giusto che i colleghi sappiano che cosa abbiamo fatto non nelle segrete stanze ma in un dibattito trasparente tra gruppi politici. Voglio rappresentare che per noi la discussione è stata seria e abbiamo valutato con grande attenzione le proposte del MoVimento 5 Stelle, ma vi è un confine in ogni discussione tracciato tra le cose condivisibili, anche quelle che non sono di nostra iniziativa, e le cose non condivisibili. Tra le cose non condivisibili per quanto ci riguarda in questa fase, in questo momento, con un emendamento che attraversa questa discussione nel punto finale, sicuramente non c’è un emendamento che possa modificare il quorum sui referendum con l'impostazione che loro hanno proposto. Noi siamo invece molto disponibili ad accogliere – glielo abbiamo detto e lo ribadiamo – altre forme di partecipazione, di condivisione. Mi spiace che ci sia qualche collega del MoVimento 5 Stelle che affronti così le cose, perché abbiamo fatto un confronto molto serio con colleghi del MoVimento 5 Stelle molto preparati e seri. Io penso che invece quel confronto è stato un confronto di merito, che io credo si svilupperà anche nelle prossime ore, e sono convinto che il dialogo sia la strategia migliore che noi possiamo utilizzare per affrontare anche i prossimi punti che abbiamo davanti. Per quanto riguarda il Partito Democratico, nessuna strada è preclusa, c’è solo questo confine fra le cose condivisibili e le cose non condivisibili e il confine non può essere superato per evitare l'ostruzionismo. Le cose non condivisibili restano non condivisibili a prescindere. PAGINA: 0167 ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, io francamente vorrei capire. Ho ascoltato le parole dei colleghi Dadone e Rosato e ho appreso che c'era un confronto, una trattativa.
Non vorrei che passassimo da patti di serie A a patti di serie B. Una cosa è certa: Sinistra Ecologia Libertà non si è associata a nessuna trattativa perché noi abbiamo deciso di fare una battaglia di principio sul tema dei tempi e non abbiamo subordinato alle nostre idee nessun emendamento. Le riforme non si fanno nelle stanze, si fanno in quest'Aula e, per farle in quest'Aula, bisogna parlare. Noi diremo le cose che non vanno e le cose che vogliamo cambiare e sfidiamo, per l'ennesima volta, il Parlamento e il partito di maggioranza relativa ad affrontare nel merito i nodi cruciali senza «scambi,» ma dicendo le cose come stanno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0167 RICCARDO FRACCARO. Sì.
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PAGINA: 0031 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 34.
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PAGINA: 0168 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti e i subemendamenti presentati all'articolo 34.
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PAGINA: 0031 DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) e STEFANO QUARANTA (SEL), Relatori di minoranza. Esprimono il parere di competenza sulle proposte emendative riferite all'articolo 34.
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PAGINA: 0168 DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Dieni 34.1, sul Testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, sugli emendamenti Costantino 34.5 e 34.7, Lombardi 34.2, sui subemendamenti Cozzolino 0.34.6.8 e 0.34.6.9, sugli emendamenti Quaranta 34.6, Costantino 34.8 e 34.3 e Nuti 34.9 nonché sul subemendamento Cozzolino 0.34.503.1.
Esprimo parere contrario sull'emendamento Rubinato 34.503, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Cozzolino 0.34.700.1 e contrario sull'emendamento Centemero 34.700.
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PAGINA: 0031 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0169 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0032 Interviene sull'emendamento Centemero 34.700 il deputato ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0172 ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, volevo solo fare un piccolo appunto. Stiamo parlando, nell'articolo 34, del potere sostitutivo del Governo rispetto all'azione delle regioni. Voglio ricordare, come ho già fatto sull'articolo 117, comma 4, che all'interno di questa riforma è presente una doppia clausola di supremazia. Infatti, in aggiunta alla previsione di un ampio potere sostitutivo del Governo rispetto alle regioni, che è proprio presente qui nell'articolo 34, che va a novellare l'articolo 120, comma 2, della Costituzione, che viene mantenuto, viene inserito, al comma 4, dell'articolo 117, della Costituzione, così come viene novellato, il potere di supremazia dello Stato nell'ambito dell'unità giuridica ed economica della Repubblica. Vorrei sottolineare che non è dato riscontrare un ordinamento composto in cui la stessa clausola di supremazia sia presente ben due svolte, così come invece sarà nel nostro ordinamento dopo questa revisione costituzionale che vi apprestate a votare. Voglio sottolineare come i voti di Forza Italia, rispetto agli emendamenti che hanno preceduto l'emendamento a mia firma, sono voluti andare a togliere, rispetto al testo del Governo, il riferimento «salvo i casi di motivata urgenza».
Sostanzialmente qui si dice che il Governo può ricorrere al potere sostitutivo rispetto a quello delle regioni, acquisito – secondo noi – il parere del Senato della Repubblica. Il parere del Senato della Repubblica va acquisito sempre, non solo nei casi di particolare e motivata urgenza. Questo perché, nella riforma che state delineando, il Senato dovrebbe essere rappresentativo delle autonomie locali, quindi delle regioni. Riteniamo perciò necessario che nel caso del potere sostitutivo del Governo, il parere del Senato venga acquisito sempre e non solo nei casi di urgenza.
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PAGINA: 0032 Interviene per dichiarazione di voto sull'articolo 34 il deputato DANIELE CAPEZZONE (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0173 DANIELE CAPEZZONE. La ringrazio, signora Presidente vorrei dichiarare il mio voto contrario a questo articolo, motivato con una ragione particolare, tra le altre, cioè la bocciatura di un emendamento non nostro, un emendamento di una collega del Partito Democratico, un emendamento che, a mio avviso, andava invece valorizzato.
Vede, signora Presidente, in questa seduta fiume che non ha giustificazione costituzionale – e questo mi consenta è un grave vulnus che la Presidenza continua ad arrecare, senza aver fornito pezze d'appoggio credibili – ha ragione l'amico Rocco Palese, la seduta fiume sta diventando «seduta palude» –, ecco in questa seduta fiume che diventando «seduta palude», uno degli effetti collaterali, uno dei danni collaterali è che non riusciamo neanche a discutere adeguatamente nel merito. Ed io voglio ringraziare la collega Rubinato del Partito Democratico che ha presentato un emendamento che abbiamo votato – era il terzultimo, il 34.503 – a favore del quale noi abbiamo votato, mentre la maggioranza ha votato contro, a mio avviso erroneamente, bocciandolo – ed era un emendamento coraggioso che diceva: non si richiamano da parte dello Stato gestioni malaccorte, disavanzi allegri da parte degli enti territoriali, se contestualmente non c’è anche il commissariamento. Si trattava di un emendamento – per me è un complimento, spero non risulti sgradito alla collega – thatcheriano, dunque serio e coraggioso, un emendamento di buona gestione che a mio avviso sfidava sia di chi è di cultura centralista sia chi è di cultura federalista, esaltando il compito dello Stato di assumersi le proprie responsabilità e anche esaltando il compito degli enti territoriali di rivendicare non la spesa allegra, ma la gestione buona, se se ne è capaci.
Invece la bocciatura di questo emendamento, colleghi della maggioranza, la bocciatura frettolosa, senza dibattito – tocca a me, a un rappresentante dell'opposizione, diciamo a babbo morto, recuperarlo almeno perché resti nella nostra discussione – a mio avviso è un grave errore. E ringrazio ancora la collega che lo ha presentato.
Perché è un grave errore la bocciatura ? Perché a mio avviso fa vedere che resta una riserva mentale in questo Parlamento e probabilmente anche negli enti territoriali, di una vigliaccheria incrociata, la vigliaccheria della politica nazionale – che continuerà a consentire l'innalzamento della pressione fiscale a livello locale, per dire: «noi non lo abbiamo fatto, è colpa del sindaco, è colpa del presidente della regione» – e la vigliaccheria incrociata del sindaco e del presidente della regione, che ben volentieri alzeranno le tasse e diranno: «ma mica è colpa mia, è colpa della legge di Roma !».
È un meccanismo perverso che non ha né la serietà centralista né la serietà federalista, ma ha solo ipocrisia federalista e centralista ai danni del cittadino e contro sia i Governi seri che gli amministratori locali seri.
Quindi, grazie alla collega Rubinato. Mi dispiace che non si sia potuta fare una discussione che era challenging, che era @pagina=0174@sfidante per tutti, per la destra, per la sinistra, per i riformatori veri dell'una e dell'altra parte dello schieramento. Anche per questa ragione, per la reiezione ingiusta, a mio avviso, di questo emendamento annuncio il voto contrario a questo articolo 34 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
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PAGINA: 0032 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), che chiede una sospensione della seduta, cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0174 DAVIDE CRIPPA. Vorrei far presente all'Aula – non so se i colleghi lo hanno notato – che il gruppo del MoVimento 5 Stelle non ha effettuato alcuna votazione da questa mattina e non le sta ancora effettuando. Il motivo lo ha rispiegato dieci minuti fa la collega Dadone, che ha segnalato l'esito negativo delle nostre proposte a seguito della non approvazione dei nostri emendamenti segnalati dal PD.
Io ricordo che 3 su 600 fa nemmeno lo 0,5 per cento delle proposte emendative consegnate su ben 40 articoli della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io vorrei comprendere qual è il problema di approvare tre emendamenti, anche perché il collega Rosato prima mentiva dicendo che non era il momento di inserire la questione dei referendum e di andare a toccare la questione dei referendum. Io segnalo, come già detto dal collega Fraccaro, che questo non è vero perché quello che ci è arrivato dal Senato in qualche modo andava ad intaccare e modificare questo aspetto. Pertanto lo avevate già imparzialmente scritto voi. Noi oggi vi chiediamo che quella tematica diventi prioritaria.
Qual è il problema ? Noi oggi e adesso vi stiamo chiedendo, con l'ultimo atto di estrema cortesia – si immagini la difficoltà mia personale di dover esprimere una ulteriore cortesia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) –, quale sia il problema per il Partito Democratico su questa nostra richiesta di voler far partecipare i cittadini alla vita politica, di concedere che i cittadini possano partecipare attivamente alla vita politica di un Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io vorrei capire innanzitutto quali interessi stanno difendendo i colleghi del PD su un tema così caldo e così necessario. Infatti, è inutile che ci lamentiamo che i cittadini sono lontani, sono schifati dalla politica, se non gli diamo neanche gli strumenti per poter partecipare alla vita politica di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Quali interessi state difendendo ? Forse quelli di Banca Etruria ? Forse quelli di Davide Serra, consulente di Renzi ? Forse quelli di Civati, quello finto di sinistra ma con il portafoglio a destra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? La lista Falciani oggi rappresenta la chiara fotografia del Paese ormai, quella che tutti da tempo segnalavano. Però anche in questo caso dobbiamo dare una risposta a quei cittadini che indignati vedono quella lista e dirgli che c’è una speranza in questo Paese di poter partecipare alla vita politica, ovvero far sì che i referendum siano propositivi, abrogativi, senza quorum (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Sono anni che c’è chi da questa parte ci consigliava di andare al mare anziché votare i referendum. Questo oggi ha creato un solco tra i cittadini e la vita politica che è diventato un canale insormontabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
L'altra questione a cui teniamo – chiudo, Presidente, un minuto è più che sufficiente – è il fatto di dire che anche sui referendum su cui i cittadini si sono espressi (sull'acqua, sul nucleare, sul finanziamento ai partiti) c’è stata una risposta della politica a riccio, di chiusura totale.
Noi oggi questo lo vogliamo scardinare e permettere ai cittadini di partecipare. E attenzione: delle vostre leggi eventualmente costituzionali successive non ci fidiamo, caro collega Rosato, per un semplice motivo. Le faccio un esempio: si ricorda il famoso decreto sulle compensazioni @pagina=0175@delle cartelle esattoriali ? Abbiamo dovuto lottare un anno e mezzo per un diritto che le imprese devono veder rispettato, perché altrimenti questo Paese diventa il Paese dei balocchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Noi vi chiediamo – ed è l'ultimo appello che facciamo – una sospensione di quattro ore per riuscire a dipanare questo punto, secondo noi fondamentale, un punto cardine: quello della partecipazione dei cittadini alla vita politica.
Allora, vi chiedo quattro ore di sospensione per approfondire questo tema e finalmente inserirlo nella Carta costituzionale in modo tale che sia già scritto nero su bianco. Se non ci date questa sospensione, credo che ce la prenderemo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! PAGINA: 0175 PRESIDENTE. Eravamo in fase di votazione sull'articolo 34 (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Se i colleghi me lo consentono, io risponderei alla questione della sospensione, ma avendo dato la parola al collega Capezzone in dichiarazione di voto, siamo in fase di dichiarazione di voto sull'articolo 34; poi c’è una richiesta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
Siamo in una condizione diversa. Voi sapete che, avendo iniziato una «seduta fiume», noi non possiamo sottoporre al voto dell'Aula richieste di sospensione. Durante la «seduta fiume» la Presidenza ha la prerogativa e la possibilità di concedere delle sospensioni tecniche, come è stato fatto ripetutamente questa mattina e anche oggi pomeriggio. Ora, la Presidenza, come ha dimostrato questa mattina, ieri sera e oggi pomeriggio, non ha nulla in contrario a concedere delle sospensioni tecniche quando ci siano le ragionevoli prospettive che le sospensioni tecniche abbiano una finalità. Non siamo in presenza di una condizione di questo genere (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Mi potete far concludere per favore ? Vi chiedo, per favore, onorevole Crippa, la cortesia di ascoltare la mia risposta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, se voi non mi fate parlare, io concludo il mio ragionamento anche sopra le vostre urla: la Presidenza non ritiene che in questa fase ci sia la possibilità o la necessità di una sospensione tecnica. Sappiamo, invece, che il Comitato dei nove tra breve chiederà – come ci è stato anticipato per le vie brevi – un'ulteriore sospensione. Allora, io credo che sia di buon senso e anche un modo per venire incontro ad una legittima richiesta, alla quale però la Presidenza può dare solo una risposta in termini di procedura, perché poi la politica spetta ai gruppi e spetta al lavoro che state facendo nel merito del provvedimento. La Presidenza ritiene che questa sospensione tecnica, che tra breve chiederà il Comitato dei nove, possa essere eventualmente utilizzata per ulteriori approfondimenti sul tema che ha posto il collega Crippa (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Altrimenti la mia risposta è semplicemente (Proteste del deputato De Lorenzis)... onorevole De Lorenzis, la mia risposta è che semplicemente la Presidenza non ritiene in questa fase che si possa sospendere la seduta (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Onorevole Bianconi...
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PAGINA: 0032 PRESIDENTE (Vedi RS). Richiama all'ordine il deputato De Lorenzis.
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PAGINA: 0175 PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, non le consento più di usare quella parola ! La richiamo all'ordine per la prima volta. Ripeto: la richiamo all'ordine per la prima volta. Se lei usa di nuovo questa parola sarà espulso dall'Aula, glielo dico subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.
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PAGINA: 0032 Intervengono, sull'ordine dei lavori, il deputato MAURIZIO BIANCONI (FI-PdL) (Vedi RS) e, per dichiarazione di voto sull'articolo 34, il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0175 MAURIZIO BIANCONI. Al netto delle intemperanze, Presidente, lei ha usato una parola magica che si chiama buonsenso, ma io non vedo perché da questa parte si debba usare il buonsenso quando da codesta @pagina=0176@parte si usa tutto meno che il buonsenso rinchiudendosi dentro una seduta fiume illegittima, non trovando il sistema di uscire da questo tunnel (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0176 RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, ho alzato la mano prima !
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PAGINA: 0033 Intervengono sull'ordine dei lavori il deputato CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS) e, per un richiamo al Regolamento, il deputato DANIELE CAPEZZONE (FI-PdL) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS). Intervengono quindi, per un richiamo al Regolamento, il deputato MASSIMO ENRICO CORSARO (FdI-AN) (Vedi RS) e sull'ordine dei lavori, i deputati MAURIZIO BIANCONI (FI-PdL) (Vedi RS) e RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0177 CARLO SIBILIA. Signor Presidente, mi perdoni, il MoVimento 5 Stelle ha fatto una richiesta sull'ordine dei lavori. Al mio Paese, quando (Commenti)... scusate, è possibile parlare in un clima sereno ? PAGINA: 0178 DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, all'articolo 8, comma 2. PAGINA: 0179 PRESIDENTE. Allora, onorevole Capezzone e onorevole Sibilia, sulla prima questione... Vengo in ordine inverso: sulla questione posta dall'onorevole Capezzone, c’è stata una risposta molto precisa e molto chiara della Presidente Boldrini ieri. Non c’è nessuna risposta scritta da dare, e comunque, se qualcuno la vuole scritta, la trova nel resoconto stenografico del giorno precedente (Commenti del deputato Bianconi).
Nella risposta della Presidente della Camera è chiaro che siamo di fronte ad una scelta che la Camera ha fatto nell'ambito del Regolamento, con la correttezza indiscutibile che il Regolamento prevede per la decisione sulla «seduta fiume». In questa sede, come per tutte le «sedute fiume», rileggo le parole che sono state dette ieri: «Essendo stata approvata la proposta di “seduta fiume” nei termini sopraindicati, la seduta stessa proseguirà ininterrottamente fino alla conclusione dell'esame degli articoli e degli emendamenti. La Presidenza, secondo prassi, si riserva di stabilire le sospensioni @pagina=0180@di natura tecnica ritenute necessarie. Ricordo che, una volta deliberata la seduta continuata, sono da ritenere inammissibili le richieste volte a determinare con voto dell'Assemblea sospensioni a vario titolo della seduta stessa». Ciò non significa – e lo ripeto – che la Presidenza non sia disponibile a decidere altre sospensioni tecniche – come abbiamo fatto questa mattina e come abbiamo fatto alla ripresa pomeridiana – se riteniamo di apprezzare delle condizioni che ci fanno ritenere la sospensione tecnica necessaria, cioè utile. Io ho già detto, e lo ribadisco ora, poi non lo ripeterò più, che non è questo il momento in cui la sospensione tecnica appare alla Presidenza necessaria. Quindi, proseguiamo con il nostro lavoro. PAGINA: 0180 MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento. PAGINA: 0181 MAURIZIO BIANCONI. Signora Presidente, intervengo perché lei ha detto che la risposta per iscritto la posso leggere nel resoconto stenografico della Presidente Boldrini. Signora Presidente, Lei può fare tutto, ma una cosa non la può fare: prendermi in giro. PAGINA: 0182 RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, io ho sentito l'ultimo suo speech, l'ultima sua dichiarazione e vorrei precisare che ho trovato una sua parola inaccettabile. Non so se l'ha letto, se ha letto la dichiarazione della Boldrini o se è una sua intuizione, ma ha detto che quella decisione che è stata presa e che ha creato un precedente nell'iter di discussione di una riforma costituzionale – che è un precedente gravissimo, che tutte le opposizioni riconoscono come grave, tutte, Forza Italia, SEL, MoVimento 5 Stelle, tutte le opposizioni, la Lega stessa, ci sarà un motivo – lei ha dichiarato che quella posizione è una posizione indiscutibile. Così ha detto, andiamo a rivedere tutti lo stenografico, ma è così che lo ritenete, la vostra posizione dall'alto della Presidenza, che tappa, che chiude a ogni possibile discussione nel merito di questa riforma e che costringe le opposizioni a votare quello che voi volete quando voi volete, è una decisione indiscutibile, in quest'Aula c’è qualcosa che è indiscutibile. Questo è stato detto oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) come per esempio Giorgio Napolitano, è la stessa cosa, non si può discutere di Giorgio Napolitano, non si può discutere delle decisioni della Presidente Boldrini e della Presidente Sereni, qui non si può discutere di nulla, nemmeno delle riforme costituzionali, vi rendete conto di quello che state facendo ? Ecco allora Presidente, lei ha anche detto che addirittura secondo la indicazioni della Presidente non si può mettere in voto quello che noi chiediamo, le richieste nostre di sospensione, non possiamo accedere alle richieste del MoVimento 5 Stelle. Poteva anche scrivere, Presidente, che quelli con meno di trent'anni che non hanno più di una legislatura alle spalle non possono esprimere un voto, poteva scrivere questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o che gli incensurati non possono esprimere voto. Poteva dire questo e avevamo risolto il problema, ce ne andiamo tutti a casa e vi fate le vostre cose senza nemmeno l'opposizione. Questo volete, lo so che l'opposizione in questo Paese non è un costume, lo so che non siete abituati, ma una volta che entra in Parlamento un'opposizione andate a spolverare quelle pagine del Regolamento che tutelano l'opposizione e applicatele, per una volta nella nostra vita applicatele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, Presidente, chiedo che lei rettifichi la sua dichiarazione, la decisione non è indiscutibile perché per me in Parlamento non c’è nulla di indiscutibile, se no entriamo in un regime (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le chiedo, Presidente, di rivedere la sua dichiarazione, perché sarebbe anche questo un precedente molto grave che si somma a quelli che già conosciamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0033 (Esame dell'articolo 35) (Vedi RS)
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PAGINA: 0182 (Esame dell'articolo 35 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0033 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 35.
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PAGINA: 0182 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, la Commissione si rimette all'Aula sul subemendamento Ferrari 0.35.2.150, mentre esprime parere contrario sui subemendamenti Cozzolino 0.35.2.2, Toninelli 0.35.2.1, Fraccaro 0.35.2.3, Nuti 0.35.2.4 e Dadone 0.35.2.5. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Schullian 35.2, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Lombardi 35.502, Nuti 35.503 e Dadone 35.504.@pagina=0183@
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Brunetta 35.6, sul subemendamento Dieni 0.35.5.1, sugli emendamenti Bianconi 35.5 e Quaranta 35.4, sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9 e sul subemendamento Crippa 0.35.7.1.
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Fraccaro 35.505 e Cozzolino 35.506 e sui subemendamenti Cozzolino 0.35.01.7, Dadone 0.35.01.8, Cozzolino 0.35.01.9, Toninelli 0.35.01.11, Dieni 0.35.01.10, Crippa 0.35.01.13 e Cozzolino 0.35.01.12. Il parere è altresì contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01, sugli identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7, sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1, sugli identici subemendamenti Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 e sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200.
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PAGINA: 0033 DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS) e STEFANO QUARANTA (SEL) (Vedi RS), Relatori di minoranza. Esprimono il parere di competenza sulle proposte emendative riferite all'articolo 35.
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PAGINA: 0183 DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sui subemendamenti Ferrari 0.35.2.150, Cozzolino 0.35.2.2, Toninelli 0.35.2.1, Fraccaro 0.35.2.3, Nuti 0.35.2.4 e Dadone 0.35.2.5 e sugli emendamenti Schullian 35.2, Lombardi 35.502, Nuti 35.503 e Dadone 35.504. Esprimo parere contrario sull'emendamento Brunetta 35.6, mentre il parere è favorevole sul subemendamento Dieni 0.35.5.1. Sugli emendamenti Bianconi 35.5 e Quaranta 35.4 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9 e sul subemendamento Crippa 0.35.7.1.
Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Fraccaro 35.505 e Cozzolino 35.506 e sui subemendamenti Cozzolino 0.35.01.7, Dadone 0.35.01.8, Cozzolino 0.35.01.9, Toninelli 0.35.01.11, Dieni 0.35.01.10, Crippa 0.35.01.13 e Cozzolino 0.35.01.12. Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01. Esprimo parere favorevole sugli identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7. Esprimo parere contrario sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1. Mi rimetto all'Assemblea sugli identici subemendamenti Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 ed esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200. PAGINA: 0183 MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, l'emendamento Russo 35.500 è stato ritirato ? PAGINA: 0184 STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sui subemendamenti Ferrari 0.35.2.150, Cozzolino 0.35.2.2, Toninelli 0.35.2.1, Fraccaro 0.35.2.3, Nuti 0.35.2.4 e Dadone 0.35.2.5. Sugli emendamenti Schullian 35.2. e Lombardi 35.502 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Nuti 35.503, Dadone 35.504 e Brunetta 35.6. Esprimo parere favorevole sul subemendamento Dieni 0.35.5.1, sugli emendamenti Bianconi 35.5 e Quaranta 35.4, sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9, sul subemendamento Crippa 0.35.7.1, sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8, sugli emendamenti Fraccaro 35.505 e Cozzolino 35.506, sui subemendamenti Cozzolino 0.35.01.7, Dadone 0.35.01.8, Cozzolino 0.35.01.9, Toninelli 0.35.01.11, Dieni 0.35.01.10, Crippa 0.35.01.13 e Cozzolino 0.35.01.12. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01, sugli identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7, sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1, sugli identici subemendamenti Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 e sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200.
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PAGINA: 0033 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0184 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore Fiano.
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PAGINA: 0034 PRESIDENTE (Vedi RS). Prende atto che il gruppo Lega Nord e Autonomie fa proprio l'emendamento Schullian 35.2, ritirato dal presentatore.
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PAGINA: 0184 PRESIDENTE. In questo momento è stato ritirato l'emendamento Schullian 35.2, quindi, se non c’è più questo emendamento, decadono i subemendamenti.
Prendo atto che il deputato Matteo Bragantini intende far suo l'emendamento Schullian 35.2, però, onorevole Bragantini, lo deve fare il rappresentante del gruppo o un delegato d'Aula. Va bene, onorevole Fedriga.
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PAGINA: 0034 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ANGELO ATTAGUILE (LNA) (Vedi RS) e GIULIA GRILLO (M5S) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0184 ANGELO ATTAGUILE. Presidente, ho visto in Aula poc'anzi il Ministro della salute e desidero un'informazione immediata, perché stamattina a Catania è morta una bambina per crisi respiratoria, che nessun ospedale, dei tre ospedali che ci sono a Catania, ha potuto ricevere, e nel tragitto per andare a Ragusa la bambina è morta. È una cosa vergognosa per la sanità italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle). Desidero immediata comunicazione e informazione da parte del Ministro. PAGINA: 0184 GIULIA GRILLO. Presidente, vorrei solo intervenire sull'argomento sollevato dal collega, anche perché c’è il Ministro in Aula... PAGINA: 0184 PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Grillo, siccome non è esattamente una @pagina=0185@questione sull'ordine dei lavori, il tema è molto serio e non lo vorrei far diventare una questione di polemica politica.
Se il Governo ci fa sapere se e quando può portare eventualmente un'informativa...
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PAGINA: 0034 Interviene sull'emendamento Bianconi 35.5 il deputato MAURIZIO BIANCONI (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0187 MAURIZIO BIANCONI. Presidente, l'emendamento è molto semplice. Significa ricondurre la decisione alla sua originaria volontà, ossia quella di contenere il costo dei consiglieri regionali. Se si dice emolumento significa che c’è l'indennità più tutti i benefit e i benefit di un sindaco sono enormi. Sicché quando si va a fare la traduzione monetaria, nummaria degli emolumenti dei sindaci, ogni consigliere regionale prenderebbe un'infinità di denaro, mentre è l'indennità che deve essere uguale a quella del sindaco, poi i benefit sono sicuramente molto, ma molto minori di quelli di cui gode un sindaco di una grande città: non ha la macchina, non ha l'autista, non ha gli impiegati, non ha il telefono a disposizione eccetera. Sicché se lei dice emolumento, ognuno si può sbizzarrire a piacimento. Se dice indennità, i contenimenti poi sono d'obbligo. È tutto qui.
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PAGINA: 0034 Interviene sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2 il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0188 RICCARDO FRACCARO. Presidente, io vorrei utilizzare questo tempo per spiegare un po’ un punto di questa riforma che secondo me è molto grave. Infatti, è partita mediaticamente l'esigenza di questa riforma sostenendo la necessità di tagliare i costi della politica. Si è basato tutto sulle spese che rappresentano i senatori e i consiglieri regionali, così come anche sottolineato dall'articolo 35 che stiamo emendando e subemendando.
Però come spesso è successo in passato, da parte del centrodestra si dicono cose giuste come alibi per fare cose sbagliate. Si criticano giustamente delle situazioni, dei cancri di questo Paese per poter modificare e peggiorare addirittura la situazione, per avere la scusa per peggiorare ancora la situazione. Ed è la stessa cosa che è avvenuta con il Senato e con la modifica che stata apportata al Senato. Si è detto di voler togliere i senatori perché costavano troppo, per risparmiare.
Questo ci aveva detto Renzi all'inizio di questo percorso di riforma costituzionale. E cosa ha fatto mentre toglieva i senatori ? Ci ha messo i consiglieri regionali, che dovranno svolgere quindi anche il compito di consiglieri regionali per cui sono stati eletti e ha previsto che coloro che avranno il diritto di sedere nella Camera alta, come si dice in alcuni Paesi, saranno indicati dal capo partito. Ma la cosa peggiore è che questa riforma dà ai consiglieri regionali l'immunità. È questo lo scopo ultimo della riforma del Senato: sostituire i senatori con i consiglieri regionali a cui dare l'immunità che quindi saranno tutelati mentre commettono degli illeciti come consiglieri regionali perché siedono in Senato. È questa un'esigenza della politica, di salvaguardare il posto e la poltrona perché la metà dei consiglieri regionali in questo paese, più di cinquecento, sono oggi indagati e, anziché fare norme contro la corruzione preferite salvaguardare quei posti, quei poteri, quei potenti, dandogli l'immunità. Avete preso i senatori, li avete tolti, li avete resi consiglieri regionali, avete consentito che continuassero ad essere consiglieri regionali, donando loro l'immunità. Era la stessa cosa se aveste donato l'immunità direttamente ai consiglieri regionali, ma non potevate farlo per l'opinione pubblica, quindi avete costruito questa strada contorta ma difficile da comprendere per un cittadino disinformato. Cittadini disinformati che voi avete creato con mezzi di comunicazione che non sono liberi, come testimoniato dalle organizzazioni internazionali che si occupano della questione. Ora dire di porre un limite alle retribuzioni dei consiglieri regionali è una favola, è un trucco semantico, state vendendo qualcosa che non avete, che non avete creato. State vendendo forma e non sostanza. Consiglieri regionali che, ad esempio, nella mia regione, il Trentino Alto Adige, hanno intascato i vitalizi in anticipo; consiglieri regionali che dopo due legislature sono andati a casa con milioni di euro, dopo dieci anni di lavoro, lavoro fatto spesso male. Quindi adesso è il momento di dire a tutti i cittadini che ci stanno seguendo, che saranno pochi perché li state distraendo con tante altre cose, e spesso queste riforme costituzionali servono solamente per distrarre come ha dichiarato anche il sottosegretario Lotti il cui video in questi giorni imperversa su Internet, che parlava con il senatore; e diceva il senatore che era il momento di farli giocare questi parlamentari con le @pagina=0189@riforme per nascondere i veri problemi di questo paese (Applausi dei deputati del gruppo M5S). Allora, nel momento in cui i vostri capi bastone vi stanno dando il giochetto per distrarvi, abbiamo la possibilità di fare qualcosa di buono tutti insieme e rispondere a quel sottosegretario che vi dà dei bambocci a cui lanciare un bastone da rincorrere e fare qualcosa di buono che coinvolga quei cittadini che oggi sono lontani dalla politica e sono disinformati, che non sanno le leggi che li stanno regolando, che non sanno chi sta facendo quelle leggi: gente in conflitto di interessi, proprio come il Ministro Boschi; abbiamo la possibilità di fare qualcosa di buono, di non rincorrere il bastone che ci hanno lanciato, ma di prendere in mano il futuro di questo paese e di farlo insieme. Questa è la possibilità che vi dà oggi il M5S.
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PAGINA: 0035 Intervengono per richiami al regolamento i deputati DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS) e GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), sull'ordine dei lavori i deputati FILIBERTO ZARATTI (SEL) (Vedi RS), MASSIMO ENRICO CORSARO (FdI-AN) (Vedi RS), nuovamente DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S) (Vedi RS) e MAURIZIO BIANCONI (FI-PdL) (Vedi RS). Intervengono quindi, sulle questioni sollevate, IVAN SCALFAROTTO (Vedi RS), Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, e il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0189 DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, due questioni sul Regolamento. La prima: mi dissocio ovviamente dalla incomprensibile scelta della Presidenza per cui, ai fini di determinati tempi, non sia possibile dissentire da un collega appartenente allo stesso gruppo e questo vorrei che venga messo una volta ancora di più agli atti.
L'altra osservazione consiste nel fatto che volevo segnalare una questione di moralità e di etica all'interno di quest'Aula. Visto che, ai fini del conteggio del numero legale, vengono computati i deputati in missione, vorrei comprendere come, da un punto di vista etico, il sottosegretario Scalfarotto si mantenga costantemente in missione da questa mattina, pur essendo sostanzialmente in Aula. È vero che non sta partecipando alla votazione, ma sarebbe meglio che partecipasse alla votazione perché in quel modo alzerebbe il quorum. Quindi, evidenzio il giochino che state facendo anche con vari personaggi del Governo che vengono, fanno un'apparizione e in qualche modo non votano, ma stanno pronti ad intervenire, qualora magari il delegato del Partito Democratico si accorga di una difficoltà numerica e, in quel caso, possono procedere alla votazione. Credo che, dal punto di vista etico, sia quanto meno irresponsabile per un esponente del Governo venire in Aula, essere in missione e in qualche modo alzare di fatto il numero legale.
Ritengo che questa situazione debba essere regolamentata in un'altra maniera e tutti – è passato ad esempio il Ministro Lorenzin, è passato il Ministro Madia, è passato il Ministro Boschi, è passato il Ministro Alfano – sono membri del Governo oggi computati in missione. Vengono in momenti critici, magari su determinati tipi di emendamenti, pronti ad intervenire e a votare nel caso in cui sia necessario.
Allora, credo che o non si fanno vedere, e quindi mantengono la loro missione giusta per la funzione governativa, o, altrimenti, se sono in aula, come il deputato Scalfarotto di cui ormai ricordiamo soltanto le parole «concordo con il relatore di maggioranza», vorremmo che venisse messa agli atti quanto meno questa pratica che, a nostro avviso, è totalmente scorretta da un punto di vista etico. Probabilmente il Regolamento lo consentirà anche, perché ovviamente ci saranno precedenti illustri @pagina=0190@che credo gli uffici siano già andati a rispolverare, tuttavia veramente è una vergogna vedere il sottosegretario, che comunque ha seguito insieme a noi tutto il profilo delle riforme, essere in missione e di conseguenza abbassare il quorum della votazione. Questo è un punto su cui gradirei una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0190 GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo sempre sull'ordine dei lavori e sullo stesso argomento per chiederle un chiarimento. Prima di prendere la parola, ho voluto fare anche una verifica direttamente con uno dei diretti interessati. Infatti non so come si spieghi, probabilmente c’è un problema nel sistema di conteggio o evidentemente c’è un meccanismo che a noi è sconosciuto, perché siamo più avvezzi magari ad entrare nei temi specifici del dibattito parlamentare piuttosto che nei meccanismi di conteggio. Però, durante la votazione n. 107, ho chiesto quanti deputati erano in missione e risultano in missione 71 persone tra cui il collega Giachetti. Nella votazione n. 107 risulta votante il collega Giachetti. Questo più e più volte.
Allora, ho chiesto a lui, vista anche la sua esperienza e la sua onestà intellettuale, che tutti quanti gli riconosciamo, se c'era qualcosa che non quadrava e se fosse stato (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... no, no, no, non prendetevela con lui, probabilmente c’è un problema di calcolo che tuttavia poi diventa dirimente per il numero legale. Allora, ho chiesto a lui se la votazione n. 107 fosse stata la prima che faceva e mi ha detto molto onestamente che era dalle tre di pomeriggio che votava.
Allora, mi chiedo: è l'unico caso, non è l'unico caso ? Perché poi ho visto anche la presidente Ferranti votare ma essere contemporaneamente in missione. Allora, mi chiedo cosa sta succedendo nel numero dei conteggi, perché c’è qualcosa che chiaramente deve essere chiarito. Magari ci sbagliamo noi, però, onde evitare che gli animi, che già sono abbastanza caldi, si scaldino troppo, se può essere così gentile da darci una risposta sarebbe molto, molto gradita. PAGINA: 0190 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Gallo, che succede ? È stata posta sia dall'onorevole Crippa che dall'onorevole Pini una questione giusta che ha una sua rilevanza.
Distinguo la questione dei Vicepresidenti di turno da tutte le altre, perché i Vicepresidenti di turno sono in missione automaticamente, ma entrano ed escono dalla missione automaticamente. Cioè, se votano, escono e poi rientrano in missione perché sono di turno. Questa è una condizione che riguarda solo i Vicepresidenti nelle giornate in cui sono di turno di Presidenza e non la presidente di Commissione la quale, quindi, se è in aula e non vota rimane in missione, se vota decade dalla missione. Questo deve essere il sistema di calcolo.
È possibile che alcuni colleghi siano in aula – come ha fatto notare il collega Crippa – e per scelta rimangano in missione, magari perché – come è il caso dei ministri – stanno un po’ in aula e poi se ne debbono andare; quindi, non riuscendo a votare per tutta la seduta, decidono di rimanere (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... un attimo, io sto dando una spiegazione sul meccanismo tecnico.
Nel momento in cui – ad eccezione dei Vicepresidenti di turno – deputati che sono in missione per ruoli istituzionali votano, la missione decade; e, quindi, automaticamente, il sistema di conteggio fa decadere quel determinato deputato, chiunque esso sia, dalla missione.
È possibile che ci siano colleghi che sono in aula, che sono in missione e che decidano per ragioni proprie, perché magari non possono rimanere in aula tutto il tempo, di non votare. PAGINA: 0191 FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, io volevo porre alcuni quesiti perché mi risulta che normalmente alla Camera ci siano settanta, ottanta o novanta missioni giornaliere. Ora, ovviamente non sta a me confutare e discutere i motivi di queste missioni, ma certo, nel momento in cui si fa una forzatura, anche regolamentare, rispetto alla seduta fiume e poi durante la notte, nella quale si dovrebbe lavorare, ci sono ottanta o novanta colleghi in missione, io vorrei sapere a che cosa serve questa missione nelle ore notturne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Chiederei che, in un momento nel quale noi abbiamo una seduta fiume di questo genere, anche controversa, diciamo così, su un argomento importantissimo, nelle ore notturne i Ministri – che non lavorano al Ministero di notte – vengano qui e che i colleghi in missione vengano qui a fare il numero legale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0192 MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo perché, pur ringraziandola per la puntualità e la precisione delle risposte e delle argomentazioni che lei ha voluto addurre in replica agli interventi che l'hanno preceduta, c’è un vulnus che, come dire, sorge spontaneamente dall'analisi di quanto detto.
È capitato, nella giornata di oggi e probabilmente anche in quella di ieri, che l'Assemblea si trovasse plasticamente nella stessa esatta situazione in cui si trova in questo momento in cui sto parlando: i banchi del Governo vedono come unico rappresentante dell'Esecutivo il sottosegretario Scalfarotto. La domanda è: posto che il sottosegretario Scalfarotto è in missione – il che significa che non c’è – noi a quale Governo ci rivolgiamo ? Chi rappresenta il contraddittorio nell'Assemblea nel momento in cui, nella formulazione dei pareri e nell'espressione degli stessi, comunque il Governo deve essere, a termini di Regolamento, rappresentato ? Come fa in questo momento il Governo ad essere rappresentato dal deputato Scalfarotto che è in missione, e quindi non c’è ? O il deputato Scalfarotto è uno e bino – e ci piacerebbe, per utilità di tutti, che ci spiegasse quale sia il sistema per il quale riesce ad essere contemporaneamente in due posti – oppure, se riconosciamo la circostanza che il deputato Scalfarotto è in missione e che quindi non c’è, non possiamo riconoscere che tra i banchi del Governo ci sia qualcuno che quel Governo rappresenta. Pertanto, non è pensabile poter andare avanti in questo senso. PAGINA: 0192 DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, soprattutto anche per la sensibilità con la quale vogliamo approfondire un attimo questa questione. Vorrei aggiungere alcune considerazioni agli elementi che lei ha apportato al dibattito: mi ha chiarito il concetto sui Vicepresidenti, però in qualche modo ha detto che se un deputato non partecipa all'attività dell'aula... ebbene, mi chiedo se a questo punto il sottosegretario Scalfarotto, quando prende parola e dice «conforme al relatore», non stia prendendo parte ai lavori dell'Assemblea, visto che poi lo ritroviamo citato soprattutto nello stenografico della seduta successiva. Noi domani troveremo Scalfarotto che era in missione e che però figura nello stenografico della Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Questa questione, secondo me, deve essere dipanata in tempi rapidi, perché chiediamo anche di verificare, visto che all'articolo 46, comma 2, i deputati che sono impegnati per incarico avuto dalla Camera fuori dalla sua sede sono computati come presenti per fissare il numero legale. Io vorrei comprendere, invece, come alcuni presidenti di Commissione siano qua presenti e non stiano oggi votando – cito a titolo di esempio: poco fa era presente, adesso è uscita, la collega Bindi – i quali, in qualche modo, figurano in missione. Allora, io credo che, se la missione è dovuta ad impegni istituzionali del ruolo, non possa essere ammissibile che mantenga la presenza all'interno di quest'Aula.
Come anche – cito un altro esempio – il Questore Fontana, che da ieri sera presidia i lavori della Camera ed anche tutto oggi è in missione, ed è sempre qui; e lo salutiamo, perché è qui di fianco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Aggiungo anche, ad esempio, il collega Dellai, che è capogruppo di una forza di maggioranza e figura in missione, ma è qui con noi ! Fino ad un minuto fa era qui con noi, ora non c’è più, e ci chiediamo già il perché.
Io credo che questa questione debba essere approfondita, perché, al di là di tutto, c’è anche un aspetto di natura economica dietro queste missioni, questione che avevamo già sollevato, per le quali, ad esempio, la Presidente Boldrini, su un'altra segnalazione – ovvero quei @pagina=0193@deputati che votavano al mattino in Commissione, e poi venivano in Aula e si mettevano in missione. Allora lì, la circolare della Presidente Boldrini chiarì quell'aspetto.
Anche in questo caso, credo che ci sia da chiarire quell'aspetto, perché ci sono anche dei profili economici legati a quella faccenda, ovvero che i deputati che sono in missione prendono l'intera indennità.
Io credo che debba essere analizzato questo tema, perché, se poi uno fisicamente è qui, allora, a quel punto, deve esercitare il suo ruolo qui. Non ha la funzione della missione essere seduti in Aula ed eventualmente votare se manca il numero legale. Questo aspetto ha delle complicazioni anche di natura economica. Io le chiedo, pertanto, di convocare la Giunta per il Regolamento, perché questo punto deve essere risolto; ma soprattutto, prima di andare avanti con qualsiasi passo successivo, vorrei chiarire la posizione del deputato Scalfarotto su quanto ha fatto fino adesso, se la funzione che ha esercitato fino adesso di membro del Governo ma in missione sia compatibile o meno con gli andamenti dei lavori dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché, a mio avviso, non può essere che il deputato sia in missione e nello stenografico figuri come presente, perché o ha una duplice veste, o altrimenti credo che dobbiamo chiarirlo. La ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0193 ALESSANDRO DI BATTISTA. Solo un'aggiunta di dieci secondi, Presidente, anche perché se il collega Scalfarotto in questo momento si trovasse in missione, chiaramente non sarebbe presente il Governo durante le riforme costituzionali. Questo è molto semplice: se è in missione, non c’è il Governo, per cui chiamate qualche rappresentante del Governo non in missione che si sieda nei banchi del Governo durante le riforme costituzionali. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! PAGINA: 0193 MAURIZIO BIANCONI. Io volevo semplicemente dire che sarà dove sarà, l'onorevole Scalfarotto, ma questa Camera dovrebbe ringraziarlo, perché non si è mosso un minuto da lì, mentre tutti quegli altri «girellavano». È sette giorni che è lì e fa il suo dovere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), quindi è un esempio, ed un minimo di ringraziamento io mi sento di farglielo, nonostante le precisazioni. PAGINA: 0193 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ringrazio l'onorevole Bianconi (Commenti)... PAGINA: 0193 PRESIDENTE. Adesso forse c’è, visto che parla... !
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PAGINA: 0035 Intervengono altresì per richiami al Regolamento i deputati ALFONSO BONAFEDE (M5S) (Vedi RS), DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS) e MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0195 ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 8 e sull'ultima sua dichiarazione.
Signor Presidente, il primo punto è che lei dice che il collega Scalfarotto viene considerato decaduto dalla missione ed è importante capire da quale momento è decaduto dalla missione. Il secondo punto è che lei non può dire, signor Presidente, che «per me l'argomento è fondato, sono personalmente d'accordo con voi», perché mi può fare piacere sul piano personale, ma non me ne frega niente da un punto di vista politico, perché lei per ora rappresenta la Presidenza.
Quindi, se lo ritiene fondato, se il problema evidentemente è ostativo per la prosecuzione regolare dei lavori parlamentari, lei deve sospendere i lavori, perché visto che lei dice che non può immediatamente convocare la Giunta per il regolamento perché lo deve fare la Presidente Boldrini, allora o la Presidente Boldrini viene e si presenta personalmente, oppure lei sospende fino a quel momento. Infatti, delle due l'una, signor Presidente: o consideriamo il problema fondato e quindi agiamo di conseguenza o se il problema non è fondato allora non può dire che è fondato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0195 DAVIDE CRIPPA. Presidente, mi fa piacere che alla fine concordi nel considerare i rilievi fatti dai colleghi dei gruppi della Lega Nord e Autonomie e del MoVimento 5 Stelle come fondati. Quello che non comprendo però, Presidente, è come si possa adesso considerare, giustamente, decaduto perché di fatto è intervenuto nel merito della discussione alle 17,30 di Giovedì 12 febbraio, e sostanzialmente il deputato Scalfarotto ha espresso i pareri da questa mattina ed è sempre stato in missione. Nel momento in cui viene accertato che questo oggi sia una violazione ovvero che, di fatto, il deputato Scalfarotto avendo preso la parola figura non più in missione per la Presidente della Camera – apprezzo le sue doti di ascoltare due persone contemporaneamente – volevo a questo punto chiedere, perché a me sembra importante stabilire da che punto il deputato Scalfarotto non è più in missione e soprattutto, visto che abbiamo detto che non è più in missione per un motivo e lei concorda sul motivo, vorrei comprendere come questa decisione non debba inficiare retroattivamente quanto è stato fatto tutto il pomeriggio. Infatti, a mio avviso, se questo è un errore di valutazione, allora è un errore di valutazione che ci siamo trascinati dal mattino ad oggi, da quando, cioè, il deputato Scalfarotto, anche stamani, sicuramente, era in missione e ha in qualche modo votato. Di conseguenza, andiamo a vedere come, in alcuni casi è successo e le ricordo soltanto questo precedente, Presidente. Alla prima votazione è mancato il numero legale per due voti e se il deputato Scalfarotto si fosse tolto dalla missione e secondo la sua prerogativa, giustissima, non avesse esercitato il suo diritto di voto sarebbero stati magari tre. Si immagina lei se quel limbo di voti fosse stato uno solo, cosa avremmo fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Io credo che qui si debba ragionare nel merito e vorrei che immediatamente la Presidente Boldrini se ne facesse carico, perché a mio avviso deve essere approfondito quello che retroattivamente si deve fare.
Quindi, non è che si può dire: fino ad adesso è tutto regolare, da adesso in poi non è più in missione. Non è una questione personale tra noi e il deputato Scalfarotto, ma è una questione di Regolamento @pagina=0196@e il Regolamento prevede che se lei pochi minuti fa ha detto che avete ragione e la questione è fondata e da adesso in avanti il deputato non è più in missione, se è fondata allora anche precedentemente c’è qualche problema. Noi vorremmo che la Presidente Boldrini si facesse carico immediatamente della questione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0196 ALESSANDRO DI BATTISTA. Articolo 8 comma 1 Presidente, glielo leggo. Una domanda. PAGINA: 0196 GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Telegrafico sia per la risposta sia per l'invito a riportare la questione alla Giunta per il Regolamento. Mi chiedevo solo questo. Visto che, giustamente, viene dichiarato decaduto dalla missione il collega Scalfarotto in quanto presente da questa mattina ed è intervenuto e ha dichiarato la conformità dei pareri rispetto al relatore, se non sia il caso di ritenere decaduti tutti i membri del Governo che sono intervenuti durante la seduta, perché a questo punto è si, per un fatto anche di correttezza, perché se uno viene e interviene nella fase appunto di formazione normativa, tra l'altro di una riforma costituzionale, è intervenuto a tutti gli effetti all'interno del dibattito dell'Aula quindi se e vero com’è vero, e di quello mi ha dato mi ha dato una risposta tecnica assolutamente esaustiva, che i Presidenti i vice Presidenti di turno effettivamente gli altri vicepresidenti e non sono nell'elenco, entrano e escono dalla missione perché in qualsiasi momento potrebbero dover appunto presiedere la seduta, è altrettanto vero che come non si capisce quale differenza ci sia tra un intervento sistematico del collega Scalfarotto e un intervento sporadico di un altro membro del Governo. PAGINA: 0196 MATTEO BRAGANTINI. Allora, a precisazione, la circolare che lei ha letto afferma che i membri del Governo si @pagina=0197@palesano alla Presidenza con la presenza. Ovviamente ciò non vuol dire un passaggio qua davanti, ma se chiedono la parola e dunque la Presidenza dà la parola a un Ministro o sottosegretario vuol dire che si palesa in quel momento la presenza, almeno questo è il dubbio, dei componenti del Governo. E dunque da quel momento lì non sono più in missione, come è successo con il collega Scalfarotto. Ma io faccio un ragionamento aggiuntivo. Normalmente le missioni sono la mattina, dopo la pausa pomeridiana di pranzo e alla sera dopo la pausa serale. Questo per le sedute normali. Qui siamo in seduta fiume, dove non ci sono pause se non come pause tecniche. Dunque, come ci viene calcolata la diaria con i 160, 170 voti, da questo momento anche per le missioni, per analogia, possono essere considerate valide solo quelle che sono state date all'inizio della seduta fiume e che non sono mai state interrotte. Questo è un problema che sollevo, non ho io il Vangelo in mano, però anche questo è un problema, ma è normale perché la seduta fiume non è una seduta ordinaria, dove c’è una pausa e c’è di nuovo un ri-inizio, ma è una seduta che ha semplicemente delle pause tecniche, tanto è vero che si chiamano pause tecniche e non c’è scritto: seduta antimeridiana o seduta pomeridiana. Questo è molto importante andarlo a chiarire in maniera trasparente il prima possibile, non alla fine di questa riforma o di questa seduta fiume, anche per i colleghi.
Infatti se un collega deve o vuole andare via la domenica, quando saremo ancora in seduta-fiume (perché dice: tanto ho già fatto 400 voti, domenica ne faremo solo 50), può andare tranquillamente via perché la diaria viene calcolata su un'unica seduta, perché è un'unica seduta dal momento che le votazioni sono uniche. E se la seduta è una, come risulta dalle votazioni, sono valide solo le missioni iniziali, che non sono mai state interrotte perché non c’è una pausa regolamentata, ma c’è una pausa tecnica. Questo è il mio dubbio e ritengo che la Giunta per il Regolamento debba fare chiarezza e normare in maniera chiara questa decisione.
Probabilmente ci saranno dei precedenti, ma a mio avviso nessuno ha mai sollevato la questione in questa maniera, dunque sarebbe meglio andare a dare un'interpretazione autentica in modo che non ci siano più dubbi e non ci siano neanche più discussioni. PAGINA: 0197 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bragantini. Allora, nell'ordine, ribadendo e mantenendo ferma l'idea che la Presidente possa convocare in tempi abbastanza ristretti una Giunta per il Regolamento per approfondire il tema, sulla questione della presenza per alcuni momenti di membri del Governo, io non mi sento di accogliere questa richiesta. C’è un rappresentante del Governo che ha garantito la continuità, che è il sottosegretario Scalfarotto (tanto che avete fatto notare come sia stato, in alcuni momenti della giornata, l'unico rappresentante del Governo), e ci sono stati altri rappresentanti del Governo che sono entrati e usciti dalla nostra discussione e che sono legittimamente in missione e legittimamente – credo – dobbiamo mantenere in missione, perché quando non erano in Aula hanno svolto in altra sede e in altro modo la loro funzione.
Per quanto riguarda la questione posta dal collega Bragantini, su questo la Giunta per il Regolamento si è già pronunciata, in relazione alle obiezioni per il fatto che la Presidenza alla ripresa della seduta abbia dato annuncio di nuove missioni. Non so se lei lo ha notato, anche io l'ho domandato, perché mi sono trovata il foglio con le nuove missioni e ho scoperto – perché i precedenti si scoprono sempre quando servono – che c’è stato un precedente. In relazione alle obiezioni per il fatto che la Presidenza, alla ripresa della seduta, abbia dato annuncio di nuove missioni, a decorrere dalla medesima ripresa, rilevo che la Presidenza si è attenuta ai principi regolamentari e alla costante e consolidata prassi applicativa. Infatti, l'integrazione delle missioni è normalmente effettuata, oltre che all'inizio della seduta – come lei ha giustamente rilevato – anche in caso di @pagina=0198@ripresa pomeridiana e notturna della stessa, nonché in caso di ulteriori sospensioni, salvo che queste non dipendano dalla mancanza del numero legale. In caso di «seduta fiume», si applicano i medesimi criteri. Ovviamente l'annuncio delle nuove missioni è possibile soltanto nei limiti in cui il Presidente abbia disposto una sospensione della «seduta fiume», così com’è avvenuto in questa circostanza. Tale prassi, la cui validità è stata confermata dal Presidente della Camera in occasione della riunione della Giunta per il regolamento del 4 ottobre 2006, è assai risalente nel tempo. Quindi c’è una pronuncia, l'ultima, più recente, del 4 ottobre 2006, ma ce ne erano precedentemente, quindi questo tema è già stato risolto dalla Giunta per il regolamento.
Ora, vi devo chiedere di tornare al voto di un emendamento, perché in un momento... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) onorevole Bonafede, su cosa chiede di parlare ? Mi scusi, ma io ho già risposto alle questioni che mi avete posto: dal momento in cui ho letto le nuove missioni, perché è evidente che abbiamo fatto una ripresa nel pomeriggio in cui ho dato le nuove missioni. In quel momento noi dobbiamo considerare il deputato Scalfarotto non più in missione.
Allora, prima nelle votazioni c’è stato un momento di incertezza... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Bonafede, ho dato una risposta. Vuole ancora parlare, ma su cosa ?
Non può rispondere alla risposta, perché la risposta della Presidente è data e, quindi, non può rispondere di nuovo...
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PAGINA: 0036 Interviene per un richiamo al Regolamento, nuovamente, il deputato ALFONSO BONAFEDE (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0198 ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Se mi fa motivare il mio intervento lei poi lo potrà dichiarare anche inammissibile.
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PAGINA: 0036 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che sarà posto in votazione l'emendamento Dadone 35.504, che per un mero errore materiale non era stato posto in votazione precedentemente.
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PAGINA: 0198 PRESIDENTE. Ora dobbiamo tornare ad un emendamento che per un errore degli uffici, per la verità, e non della Presidente – ma ogni tanto tocca a tutti – avevamo omesso nelle votazioni.
Avverto che, per un mero errore materiale, in occasione della votazione n. 106 è stato posto in votazione l'emendamento @pagina=0199@Brunetta 35.6, prima e in luogo dell'emendamento Dadone 35.504, che dobbiamo, pertanto, porre ora in votazione.
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PAGINA: 0036 Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0199 MATTEO BRAGANTINI. Presidente, ovviamente non c’è nessuna preclusione, ma è ovvio che bisogna annullare tutte le votazioni successive e ritornare ad effettuarle – perché c’è un ordine, altrimenti perché li avete messi in quell'ordine ? –, perché se uno avesse approvato o bocciato l'emendamento Dadone 35.504 avrebbe potuto prendere altre decisioni sugli emendamenti successivi, che insistono sempre sull'articolo. Anche ieri il Presidente Giachetti ha annullato una votazione. È vero che in quell'occasione si trattava di subemendamenti, ma in questo momento noi dovremmo, a mio avviso, annullare tutte le votazioni successive a questo emendamento, che andava a cambiare l'articolo precedentemente a questo emendamento.
Dunque, chiederei di ripetere le votazioni, tanto sono solo tre voti. Non penso che non si debbano neanche riaprire i termini per le dichiarazioni di voto, ma se vogliamo – e non penso che per tre voti facciamo una forzatura – dovremmo annullare tutte le votazioni successive. Era successo anche in altre fasi e i precedenti, di cui onestamente non ho la memoria storica dei nostri bravissimi funzionari... però, ritengo inutile tirare la corda per tre o quattro votazioni, senza – e su questo sono d'accordo – riaprire i termini per le dichiarazioni di voto, che sono già state effettuate. Dunque, le votazioni si potrebbero annullare e poi ripeterle senza effettuare le dichiarazioni di voto, perché sono già state fatte. Ciò perché questo è un emendamento precedente che andrebbe a cambiare gli altri emendamenti che sono stati poi votati.
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PAGINA: 0036 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0200 CARLO SIBILIA. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Siccome il gruppo del MoVimento 5 Stelle, all'inizio di questa seduta, dopo la sospensione tecnica che ha dovuto far riunire il Comitato dei nove, aveva richiesto semplicemente un'altra pausa tecnica per poter ridiscutere le questioni in corso sulla riforma, vorrei capire, siccome lei aveva detto che in un frangente di questa giornata avrebbe disposto questo tipo di sospensione o di pausa tecnica – la chiamo come lei preferisce – quando ciò avverrà, se è possibile sapere l'orario, oppure se vogliamo continuare ad escludere una forza politica dalle riforme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la domanda che vogliamo fare, perché un atteggiamento del genere ci sembra assolutamente antidemocratico. PAGINA: 0200 PRESIDENTE. Le mie informazioni – mi rivolgo ai colleghi del Comitato dei nove e al relatore Fiano – sono che il Comitato dei nove è in grado di esprimere i pareri fino all'articolo 36 compreso e poi chiederà un aggiornamento, una sospensione, per ragioni tecniche, che riguardano la preparazione dei pareri sugli articoli successivi. Quindi, io credo che una pausa tecnica utile per tutti, che comprenda la possibilità di riprendere eventualmente una discussione, un dialogo politico, tra le forze che siedono in Parlamento, si possa fare al termine dell'esame dell'articolo 36.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Fraccaro 0.35.9.2 (Proteste dei deputati del MoVimento 5 Stelle). Onorevole Fraccaro, ha già parlato sull'emendamento.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0036 Intervengono per richiami al Regolamento i deputati RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), ROBERTA LOMBARDI (M5S) (Vedi RS), nonché nuovamente il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0200 RICCARDO FRACCARO. Scusi Presidente, lei non mi ha concesso di fare l'intervento sul mio emendamento di cinque minuti, dicendo che l'avevo già fatto. PAGINA: 0201 ROBERTA LOMBARDI. Per richiamo al Regolamento, articoli 8 e seguenti. PAGINA: 0201 RICCARDO FRACCARO. Per richiamo al Regolamento, articoli 8 e seguenti. PAGINA: 0201 PRESIDENTE. Lei cortesemente mi chiede di ripetere la votazione, io cortesemente le devo rispondere che non è possibile. Quindi, andiamo avanti con l'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino.
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PAGINA: 0037 Interviene sull'emendamento Mazziotti Di Celso 35.9 il deputato MARIANO RABINO (SCpI) (Vedi RS).
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PAGINA: 0201 MARIANO RABINO. Presidente, grazie.
Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, guardate, con questo emendamento Scelta Civica, così come già nella precedente occasione, per quanto concerneva i deputati @pagina=0202@e i senatori, non vuole lanciare una sfida populistica e demagogica.
Vuole lanciare un appello al buonsenso e alla ragionevolezza. Noi vogliamo, con questo emendamento, stabilire che il trattamento pensionistico, eventualmente riconosciuto dalla legge ai consiglieri regionali, sia conforme in ogni tempo, in qualsiasi momento, ai principi di contribuzione, ragionevolezza e proporzionalità alla durata della permanenza in carica.
Vedete, io ho rinunciato, qualche giorno fa, qualche settimana fa, ad un vitalizio irragionevole, non proporzionale (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia), fuori dal buonsenso. Un vitalizio che io avevo maturato, avendo fatto il consigliere regionale dal 2005 al 2010, in Piemonte. Un vitalizio che avrei maturato al compimento del sessantacinquesimo anno, sino alla data, lontanissima nel tempo naturalmente, della mia dipartita. Ora, i contributi effettivamente versati da me, nei cinque anni di mandato, non corrispondevano in nessun modo ad un vitalizio ragionevole, equo e sostenibile, soprattutto per aver compiuto il ruolo di consigliere regionale soltanto per cinque anni. Questo emendamento consente, nel caso in cui le regioni legiferino in senso più equo, che non si scatenino le corse ai ricorsi alla Corte costituzionale per rivendicare i cosiddetti diritti acquisiti. C’è un grande dibattito nel nostro Paese su che cosa sono i diritti acquisiti, io credo che quando un diritto acquisito è un diritto acquisito e fondato sull'ingiustizia, non sia un diritto da difendere come diritto acquisito.
Quindi, Scelta Civica ha fatto di questo appello, che facciamo naturalmente a tutto il Parlamento, alla destra, alla sinistra, a tutti i colleghi, una battaglia che consideriamo una battaglia di civiltà. Non è una rincorsa al populismo, io personalmente sono convinto che sui costi della politica si faccia, spessissimo, molta demagogia, sono convinto che abbiamo approvato una legge sul finanziamento pubblico ai partiti che va rivista, perché la politica costa ed è giusto chiedere ai cittadini, chiedere agli elettori, un contributo dello Stato all'attività politica dei partiti. È giusto riconoscere a chi svolge l'attività politica, a chi rinuncia al lavoro, a chi rinuncia alla carriera, di ricevere emolumenti adeguati, ma questa cosa dei vitalizi va disciplinata in un modo nuovo, in un modo equo, in un modo ragionevole (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
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PAGINA: 0037 Interviene sul subemendamento Crippa 0.35.7.1 il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0202 RICCARDO FRACCARO. Presidente, io purtroppo non sono riuscito ad alzare la mano per poter intervenire dopo il collega Rabino, perché pensavo che intervenisse un altro mio collega, non l'ha fatto, volevo dargli spazio.@pagina=0203@
Mi permetto in questo momento di esprimere le mie considerazioni relative all'emendamento precedente senza volere ovviamente far perdere tempo, chiedendo di tornare all'emendamento precedente... non c’è nessuna volontà ostruzionistica.
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PAGINA: 0037 Intervengono sugli identici emendamenti Quaranta 35.7 e Roberta Agostini 35.8 i deputati ROBERTA AGOSTINI (PD) (Vedi RS), ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS), BARBARA SALTAMARTINI (Misto) (Vedi RS) e MARA MUCCI (Misto-AL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0204 ROBERTA AGOSTINI. Grazie Presidente. Intervengo per spiegare il senso degli emendamenti. Io do atto alla Commissione e al Governo di aver ascoltato e accolto la richiesta di tante di noi, che ieri abbiamo rivolto, per l'accoglimento di un principio di democrazia paritaria, in questo punto della nostra discussione sulla riforma. Io sottolineo il valore positivo dei passaggi che abbiamo già compiuto, a partire dall'impostazione del nuovo articolo 55, che prevede che nelle leggi elettorali per Camera e Senato si promuova l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
In questo caso parliamo di sistemi di elezione regionali, che sono evidentemente di competenza regionale, ma che devono essere definiti nei limiti di alcuni principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica.
Quindi con l'emendamento in questione, con gli emendamenti in questione – perché sono emendamenti che abbiamo presentato insieme, uguali con il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà e che sono stati sottoscritti anche da colleghi di altri gruppi politici – introduciamo la previsione che con legge della Repubblica si stabiliscano anche i principi fondamentali per promuovere l'equilibrio tra donne e uomini nelle leggi elettorali regionali.
Ci rendiamo perfettamente conto che questa possibilità già esiste, è stata discussa anche nella legge n. 215 qualche anno fa. Però il punto è quello di rafforzare la previsione costituzionale, rafforzare la copertura costituzionale, a fronte di una situazione nelle regioni molto difficile per la competizione nelle elezioni regionali tra uomini e donne. Nel nostro Paese il dato 2013 vedeva la presenza femminile solo al 13 per cento nei consigli regionali. Ci sono regioni che hanno situazioni più avanzate, perché hanno anche regole e leggi e sistemi elettorali più avanzati. Ci sono regioni senza regole che, infatti, non eleggono neppure una consigliera nei consigli regionali: penso, da ultimo, alla Calabria.
Quindi introdurre una copertura costituzionale più forte, più stringente, da questo punto di vista, e più impegnativa per il legislatore nazionale, quindi anche per il legislatore regionale, può – io penso – aiutare a promuovere anche competizioni elettorali più aperte, più inclusive e più eque, quindi anche una rappresentanza migliore, più avanzata e più adeguata rispetto ad una società più moderna.
Nelle regioni c’è un problema. Io credo che il segnale politico che noi mandiamo anche in questa discussione deve essere quello di un adeguamento delle leggi elettorali regionali. Purtroppo negli ultimi mesi abbiamo visto che, invece, le regole per la parità nella discussione nei consigli regionali vengono bocciate. Io credo che sia importante, invece, che da qui, dal Parlamento arrivi un messaggio molto chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0205 ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente. Parlo in quanto firmataria dell'emendamento Roberta Agostini 35.8. Ringrazio il Governo per aver accolto la sollecitazione che è stata fatta in Aula ieri con una serie di emendamenti, anche un mio emendamento, nel quale si chiedeva sostanzialmente di coordinare la previsione al comma secondo dell'articolo 1 di questo disegno di legge, che va a novellare l'articolo 55, che, parlando della composizione delle leggi che stabiliscono la modalità di elezione delle Camere, promuovono l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza.
Ora questo principio è stato inserito all'interno di questo articolo, con particolare riferimento alle leggi per l'elezione dei consigli regionali. Noi sappiamo appunto che i consiglieri regionali andranno a costituire, con un'elezione di secondo livello, la rappresentanza nel nuovo Senato.
Non è un principio pleonastico rispetto a quella che è una legge già esistente, la legge n. 65 del 2004, che abbiamo approvato quando c'era il nostro Governo, che tra i criteri per la composizione per le leggi elettorali riguardanti le regioni aveva posto proprio la promozione, alla lettera 5-bis, della parità tra uomini e donne nell'accesso alle cariche elettive. Voglio ricordare, come ho ricordato ieri, che questo principio in Costituzione è stato inserito proprio nel 2003 con la legge costituzionale n. 1 del 2003, dall'allora ministro Stefania Prestigiacomo che attualmente siede in questo Parlamento. Credo che rimarcare questo principio proprio qui dove si parla di una legge statale che riguarda l'elezione per i consigli regionali sia particolarmente importante perché la presenza media delle donne nei consigli regionali in Italia è estremamente bassa, attestandosi intorno al 15 per cento, quindi sensibilmente al di sotto anche rispetto a quelli che sono i dati nazionali. Questa scarsa presenza delle donne nelle assemblee rappresentative, lo dico come rapporteur del Consiglio d'Europa proprio per la democrazia paritaria, è un problema estremamente diffuso, ma anche là dove stanno emergendo delle democrazie, la democrazia paritaria viene considerata proprio dal Consiglio d'Europa come un elemento importante proprio nel processo di democratizzazione. Nei processi di democratizzazione molti dei Paesi che stanno affrontando questo percorso pongono nelle loro leggi costituzionali, ed è questa una delle indicazioni che viene dal Consiglio d'Europa, il riferimento alla pari rappresentanza di uomini e donne, all'equilibrio nella rappresentanza tra uomini e donne all'interno sia delle assemblee rappresentative nazionali, ma anche di quelle locali, come in questo caso. Credo quindi che questo sia un passaggio estremamente importante che però non deve farci dimenticare che nel nostro Paese sono necessari altri passaggi che devono precedere e animare questo che è uno strumento sicuramente importantissimo di cambio di passo, come abbiamo fatto già in tutta questa legislatura, ma anche nella legislatura precedente. Ricordo, sempre per gli enti locali, la legge n. 215 del 2012, ma il passaggio fondamentale deve essere un passaggio di mentalità, un passaggio culturale che purtroppo manca ancora nel nostro Paese. PAGINA: 0205 BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, userò sicuramente molto meno tempo. Anzitutto, sottoscrivo anch'io gli emendamenti in questione e ricordo ancora una volta che il tema della pari rappresentanza uomo-donna nelle istituzioni non può e non deve essere un argomento da affrontare nelle nostre aule solo ed esclusivamente dalle donne, come ancora una volta viene fatto oggi in questa Assemblea. Credo che la cosa migliore sia @pagina=0206@continuare a far sì che nella nostra Costituzione sempre più, come già abbiamo fatto nella prima parte della Costituzione, ci sia la possibilità di rafforzare il tema come viene fatto attraverso i due emendamenti. Qui nessuno crede che la rappresentanza uomo-donna debba essere garantita con delle quote precise. Ci deve essere uno scatto culturale e ci può essere solo e soltanto se il problema di una democrazia paritaria verrà affrontato in ugual misura dagli uomini e dalle donne. Io credo che la Costituzione sia lo strumento migliore per poter fare questo salto di qualità. Ecco perché io annuncio il voto favorevole ai due emendamenti. PAGINA: 0206 MARA MUCCI. Grazie Presidente. Il gruppo di Alternativa Libera sottoscrive l'emendamento. Per noi è importante sancire in Costituzione questo principio secondo cui è la legge della Repubblica a stabilire i principi fondamentali per promuovere l'equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza. Io mi rendo conto che non basta inserire questo principio in Costituzione perché nemmeno il buonsenso porta i consigli regionali a votare leggi che permettano comunque un equilibrio di genere all'interno dei consigli regionali. L'abbiamo detto ieri e lo ribadiamo oggi. Ci sono regioni dove la rappresentanza femminile è nulla ed ultimamente anche nella regione Veneto è mancato il quorum per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge regionale del Veneto. Quindi ci chiediamo se sia sufficiente scriverlo in Costituzione. Dobbiamo essere tutti più inclini a capire, a comprendere l'importanza della rappresentanza femminile nelle istituzioni. Rafforzare questo principio, che ribadisce una cultura dell'esercizio politico da parte delle donne, che consenta anche di esercitare questo diritto, di avere delle strutture che consentano a una donna di coniugare il lavoro con la famiglia: neanche questo è scontato. Noi ribadiamo di condividere questo emendamento e invitiamo tutti a valutare l'opportunità di avere una rappresentanza congrua delle donne all'interno delle istituzioni. Grazie.
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PAGINA: 0038 Interviene sull'emendamento Fraccaro 35.505 il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0206 RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente. Questa seduta è paradossale, illegale, illegittima, autoritaria. Cerco di parlare del contenuto se riesco, anche se trovo che sia difficile viste le condizioni in cui ci @pagina=0207@fa lavorare, Presidente. Vorrei portare all'attenzione dell'Aula un'istituzione che si chiama la commissione di Venezia. Una Commissione, un'assemblea che trae il suo nome dalla città in cui si riunisce. È un organo consultivo del Consiglio d'Europa che ufficialmente si chiama Commissione europea per la democrazia e il diritto. Ne fanno parte soggetti provenienti da tutta l'Europa occidentale e anche Stati del Nord America, Sud America, Sudafrica, Russia.
Insomma rappresenta, secondo le dichiarazioni degli intenti ufficiali di cui noi facciamo parte – anzi il presidente della Commissione di Venezia è un italiano – un'istituzione che ha lo scopo di fornire ai Paesi membri una consulenza giuridica in tema di armonizzazione delle Costituzioni dei vari Paesi europei in base alle varie tendenze internazionali in termini di diritti umani, in termini di democrazia e in termini di pubblica amministrazione.
Questa Commissione ha lavorato notevolmente, soprattutto con i Paesi dell'est Europa, nella transizione verso l'area europea appunto, per modificare le Costituzioni. È diventata un'esperta di diritto costituzionale e di diritti fondamentali e si è occupata notevolmente anche delle norme e dei principi in materia referendaria ed in materia elettorale, tanto da produrre dei vademecum, dei testi che debbono essere di ispirazione per tutti gli Stati membri – tra cui l'Italia che annovera anche il presidente – in modo da guidare i Paesi in una direzione di sempre maggior democrazia, condivisione e partecipazione.
Io mi sono ispirato alle buone pratiche in materia referendaria sancite dalla Commissione di Venezia. Infatti l'emendamento – leggo – prevede che la legge regionale che disciplina il sistema di elezione della regione non trovi applicazione nelle elezioni immediatamente successive alla sua approvazione. Traducendo in maniera spicciola, la Commissione di Venezia suggerisce a tutti gli Stati che si vogliono definire democratici di non approvare leggi elettorali in un momento immediatamente antecedente ad una nuova elezione. Ciò perché evidentemente le forze politiche di maggioranza possono modificare la legge elettorale per favorire se stesse e non la rappresentanza della volontà popolare. Quello che è stato fatto con il Porcellum, Presidente, e quello che verrà fatto e che il Governo sta facendo con l'Italicum, il «superporcellum».
Si modifica una legge elettorale, tra l'altro in maniera unilaterale in questo momento, perché prima almeno avevate la scusa di avere un interlocutore, un accordo politico con una forza delle opposizioni; oggi non l'avete e, nonostante questo, state modificando una legge elettorale che per me, per il benessere della nazione, deve avere la stessa importanza della Costituzione...
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PAGINA: 0038 Intervengono sull'emendamento Cozzolino 35.506 i deputati EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS), ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS), nonché sull'ordine dei lavori il deputato DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0208 EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, questo è un emendamento di buonsenso che, però, in quest'Aula forse non c’è. Si chiede semplicemente di scrivere nella Costituzione che le leggi elettorali delle regioni entrino in vigore trascorsi diciotto mesi dall'approvazione. Questo perché, come sta avvenendo, qualche mese prima delle elezioni viene modificata la legge elettorale; ce ne sono tanti esempi: penso al Veneto che l'ha modificata recentemente, o alla Calabria che l'anno scorso ha introdotto uno sbarramento al 10 per cento che non c’è neanche in Turchia e che non ha permesso al MoVimento 5 Stelle di entrare neanche con un consigliere.
Noi diciamo che non possono esser modificate le regole del gioco se non c’è un congruo tempo di anticipo: questo perché una forza di maggioranza, magari, si modifica la legge elettorale come vuole e si inventa un meccanismo per potersi garantire la rielezione.
Questo è rispetto nei confronti dei cittadini; lo avete scritto anche nei vostri intenti, l'Italia di domani, sul vostro sito: chiarezza dopo le elezioni. E, allora, perché andare a modificare una legge elettorale a due mesi dalle elezioni ? Inseriamo il termine dei 18 mesi così non si corre il rischio che si vada a modificare la legge sotto le elezioni. È capitato anche per le elezioni europee !
Si tratta, quindi, solo di un emendamento di buonsenso che non cambia la struttura di questa riforma che noi non condividiamo: potete tranquillamente votarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0208 MATTEO BRAGANTINI. È veramente incredibile come il Governo non comprenda un principio che dovrebbe essere nella normalità; può capitare a chiunque, ma quando si fanno le riforme non si deve dire «siamo in maggioranza e siamo noi che decidiamo», ma bisogna fare le riforme anche per il futuro. Una garanzia maggiore per tutti, maggioranza e minoranza (che, ovviamente, possono cambiare nel tempo), è che le regole del gioco non si facciano due o tre mesi prima delle votazioni.
Penso si tratti veramente di un principio democratico che in questo Stato, magari, non è stato applicato spesso ma che forse converrebbe inserire nella Costituzione, perché se adesso il partito democratico magari non lo fa e cambia la Costituzione a maggioranza da solo, senza coinvolgere un maggior numero di colleghi, e fa lo stesso anche con la legge elettorale, magari facendone una sul proprio vestito, legittima in futuro qualsiasi maggioranza a cambiare la legge elettorale a proprio uso e costume. Siccome non penso che questo faccia bene alla democrazia noi voteremo a favore di questo emendamento. PAGINA: 0209 ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, il gruppo di Forza Italia voterà invece contro questo emendamento perché riteniamo che, nel momento in cui un consiglio regionale approva una legge elettorale che disciplina il sistema di elezione della regione, questo sistema elettorale, questa legge elettorale debba entrare in vigore immediatamente nel momento in cui viene approvata e, quindi, per la prima data utile per il voto e non a 18 mesi dalla sua approvazione. PAGINA: 0209 DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Al di là del fatto che avevo già segnalato la necessità di poter parlare – se ancora una volta non lo avesse segnalati, lei avrebbe messo in votazione l'emendamento senza dare la parola al MoVimento 5 Stelle –, io intervengo sull'ordine dei lavori per segnalare il fatto che, per noi, questa rappresenta un'ennesima presa in giro.
Noi abbiamo fatto un intervento sull'ordine dei lavori verso le quattro e mezza, segnalando la necessità di avere una pausa – che si chiami pausa tecnica o quel che si voglia – durante le sedute fiume, ma ci era stato risposto che era comunque prevedibile una interruzione dei lavori, segnalata dal Comitato dei nove. Siamo arrivati alle 20 e, secondo me, quella pausa tecnica si è totalmente trasformata in quella che è una pausa fisiologica, perché, poi, credo fondamentalmente che avremmo comunque sospeso un'oretta, verso le 20, per espletare almeno delle funzioni vitali.
Io credo che sia l'ennesima presa in giro, che non fa altro che aumentare un clima di tensione all'interno di quest'Aula e, pertanto, Presidente, se ne deve assumere un minimo le responsabilità. Perché o ci prende costantemente in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come ha fatto, perché sono di fatto le 19 e mezza o le 20, e questa cosa francamente non è più accettabile !
Io le chiedo di porre subito la questione, che abbiamo posto, della necessità di sospendere, affinché i gruppi lavorino nel merito; altrimenti, le conseguenze, come purtroppo sarà, non saranno prevedibili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0209 PRESIDENTE. Onorevole Crippa, io avevo proposto – e avevo sentito in questo senso il Comitato dei nove – di concludere con la votazione dell'articolo 36, per poi fare una pausa, magari non brevissima (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
Allora, guardate, la pausa tecnica, come avete capito, la decide la Presidenza, quando la ritenga necessaria; altrimenti, questa non si chiamerebbe una seduta fiume. La pausa tecnica io l'avevo immaginata un po’ prima, perché non potevo immaginare che avremmo avuto un lungo dibattito su un tema non del provvedimento, ma su un tema collaterale, che pure ci stava. Io immaginavo potesse essere alla fine dell'articolo 36.
Comunque, adesso, intanto finiamo l'articolo 35, diamo i pareri sulle proposte emendative presentate all'articolo 36 e poi apprezziamo, vediamo qual è l'andamento dei nostri lavori (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
La Presidenza ritiene che si arrivi alla conclusione dell'articolo 36.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 35.506, con il parere contrario di Commissione e Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0038 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ALFONSO BONAFEDE (M5S) (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), IGNAZIO LA RUSSA (FdI-AN) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS) e FILIBERTO ZARATTI (SEL) (Vedi RS). Intervengono altresì per richiami al Regolamento i deputati MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS). Interviene quindi sull'ordine dei lavori il deputato MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS). Il PRESIDENTE (Vedi RS) rende ulteriori precisazioni ed interviene sull'ordine dei lavori il deputato GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0210 ALFONSO BONAFEDE. Presidente, lei ci ha poc'anzi spiegato che aspettiamo che ci sia la voce o l'ordine del collega, del relatore Fiano, per capire se la sospensione dei lavori è necessaria o meno. Infatti, lei dice che la decisione è della Presidenza, ma la Presidenza ritiene che sia necessaria quando lo dice il relatore, per capire quando si deve riunire il Comitato dei nove.
Presidente, noi dobbiamo un attimino riportare il Parlamento ad un minimo – non dico tanto, ma a un minimo – di dignità istituzionale, che lei ha il dovere non solo morale ma anche istituzionale di difendere.
Lei non può avere questo tipo di atteggiamento nei confronti dell'Aula, perché è un atteggiamento servile nei confronti della volontà del relatore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Presidente, io mi rendo conto che lei dica e ritenga – e posso anche accettarlo – che la sospensione per consentire alle parti di dialogare debba coincidere in qualche modo con la necessità del Comitato dei nove di riunirsi, ma lei non può applicare questa regola a quel livello di dettaglio. Ha anche lei una capacità decisionale, lei non è un notaio né lo scriba del relatore.
Nel momento in cui siamo arrivati all'articolo 35, lei può tranquillamente dire: visto che il collega Fiano aveva detto @pagina=0211@che il Comitato doveva riunirsi giunti all'articolo 36, un articolo non cambia il mondo e quindi, per venire incontro all'Aula e contemporaneamente al collega Fiano, si preferisce che ci sia la sospensione adesso, anche perché sono le 20.
Tra l'altro, Presidente, vorrei capire qual è il concetto di necessità tecnica che la Presidenza vuole applicare. Infatti, mi spieghi un attimo: ai fini del migliore svolgimento dei lavori parlamentari, perché è necessità tecnica quella espressa dal relatore per riunire il Comitato dei nove e non è necessità tecnica quella espressa dalla maggiore forza di opposizione al fine di poter parlare con la prima forza di maggioranza ed eventualmente, a quel punto, agevolare notevolmente – direi molto – l'andamento dei lavori ?
Io vorrei che lei mi spiegasse qual è il criterio in base al quale un dialogo tra forze politiche che può addirittura snellire i lavori parlamentari di uno o due giorni non è necessario tecnicamente e, invece, Fiano che si deve riunire con il Comitato dei nove diventa necessità tecnica per l'andamento dei lavori. PAGINA: 0211 MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, intervengo sullo stesso argomento. Userò ovviamente parole molte caute, però ho da chiedere un chiarimento alla Presidenza. È palese che le richieste anche del Comitato dei nove e dei relatori di riunirsi non sono una pausa tecnica. Questo penso sia chiaro a tutti, non si può parlare di pausa tecnica.
Dal momento che la Presidenza ha concesso, invece, una sospensione perché il Comitato dei nove potesse riunirsi, a questo punto è interpretabile che qualsiasi tipo di sospensione possa essere chiesto in quanto è stata ammessa una pausa che non è tecnica.
Quindi, vorrei capire gli intendimenti della Presidenza, perché se ad oggi volete fare passare la richiesta di riunirsi del Comitato dei nove come pausa tecnica, io credo che andiamo fuori da qualsiasi tipo di precedente, signor Presidente. Dunque la invito a riflettere per usare lo stesso metro di misura. Capisco la situazione eccezionale in quanto è stata concessa una seduta fiume su una riforma costituzionale, cosa che non è mai successa precedentemente, quindi posso capire che una applicazione dei precedenti possa essere diversa, però è altrettanto vero che deve essere diversa anche rispetto a questo punto e alle richieste di altri parlamentari che chiedono sospensioni per altri motivi. Altrimenti usciamo da qualsiasi tipo di seminato e arriviamo in una soggettività di pausa tecnica che è inqualificabile: se si deve riunire maggioranza e opposizione, se si deve riunire il Movimento 5 Stelle con il PD, se si deve riunire il Comitato dei nove, cosa è tecnico ? Le pause tecniche sono quelle per svolgere le funzioni umane, come si è usato più volte, per esempio l'ora di sospensione perché i deputati possano andare a mangiare nelle antecedenti sedute fiume, ma come Comitato dei nove mi sembra eccessivo definirlo come pausa tecnica. PAGINA: 0211 IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, immagino che la sua valutazione sugli interventi che si sono appena succeduti sarà quella di cercare di snellire i lavori e di far coincidere le due cose: sembra assolutamente ragionevole. Peccato che io faccia parte del Comitato dei nove e voglio anche io la mia pausa tecnica. Quindi, le due cose, almeno per il Comitato dei nove, non possono coesistere. Per cui la invito a tenere separate le due vicende perché anche i componenti del Comitato dei nove hanno diritto alla pausa tecnica. PAGINA: 0211 PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la pausa tecnica, ovviamente, comprende più cose. C’è una esigenza fisiologica dei colleghi, c’è una esigenza tecnica, in questo @pagina=0212@senso, legata ai lavori dell'Aula, del Comitato dei nove, la cui attività è naturalmente collegata, funzionale, all'attività dell'Aula. So che il Comitato dei nove è in grado di dare pareri e quindi di farci concludere l'esame anche dell'articolo 36 e avevo ragionato su un andamento dei lavori... se i colleghi qui intorno e i funzionari possono urlare meno, io lavoro con meno fatica, meglio è difficile.
Avevo calcolato che con un andamento dei lavori piuttosto snello, come sembrava essere all'inizio della ripresa dei lavori della nostra Aula, si potesse far coincidere la pausa tecnica per tutti quanti più il Comitato dei nove che deve riunirsi per dare i pareri dall'articolo 37 in poi. I lavori non sono stati snelli quanto auspicavo e mi aspettavo per l'andamento iniziale. Faccio presente a tutti noi che abbiamo fatto una pausa tecnica dalle 12,30 alle 16,10, oggi, e quella pausa tecnica era legata a più fattori. Quindi, abbiamo già tenuto presente più fattori, sia legati all'attività del Comitato dei nove che legati all'attività dei singoli gruppi parlamentari.
Quindi vi propongo di andare comunque avanti per concludere intanto l'esame dell'articolo 35, perché si sta concludendo, poi chiederei i pareri ai relatori sull'articolo 36, quindi verifichiamo, perché ovviamente capisco che c’è anche una esigenza fisiologica. Però, volevo far coincidere le due cose, perché altrimenti siamo costretti a fare due sospensioni e le due sospensioni sono meno razionali e forse anche meno gradite alle esigenze di tutti i colleghi. PAGINA: 0212 MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, intervengo solo per capire: all'inizio della settimana noi della Prima Commissione avevamo l'Aula fino alle 11 di mercoledì, ad esempio, e poi Commissioni congiunte dalle 11 in poi, probabilmente fino alla mattina per dopo ritornare in Aula di nuovo con le riforme costituzionali. Non vorrei che la pausa tecnica per il Comitato dei nove sia ancora pausa tecnica per il Comitato dei nove. Dunque sono contento per i colleghi, io ho una buona riserva per quanto riguarda il mangiare, però magari qualche mio collega un po’ più magro ha bisogno anche di avere quella mezz'ora, quei quarantacinque minuti per riuscire a rilassarsi un attimo per ragionare e dopo capire se il Comitato dei nove farà l'esame dall'articolo 37 ai seguenti dunque fino al 37 e 41 e quando daremo i pareri dal 10 al 20 ? Perché c’è anche quello... PAGINA: 0212 PRESIDENTE. Questo lo dovete decidere voi, non spetta alla Presidenza. PAGINA: 0212 DAVIDE CRIPPA. Tenga pure conto. Quello che le volevo segnalare è il fatto che di pause tecniche verso le cinque del pomeriggio, Presidente... so che è sempre multitasking, però gradirei, grazie... Le pause tecniche verso le cinque del pomeriggio, rispetto alle deliberazioni di ieri sera... su 17 ore di seduta fiume ne abbiamo votate tre e mezzo. Allora io credo che 14 ore di pause tecniche debbano @pagina=0213@far riflettere su un concetto base, cioè si tratta di seduta fiume o, probabilmente, c'erano delle necessità di tempistiche diverse, per cui la deliberazione della seduta fiume non può essere considerata tale, visto che su 17 ore ne abbiamo lavorate solo tre ? È questo il concetto che le volevo porre e soprattutto anche in relazione al fatto che io le ribadisco che per noi è una presa in giro che lei ci venga a dire che sono arrivate le otto di sera, pertanto la nostra richiesta di pausa tecnica alle 4, motivata da motivi politici, che lei bellamente non ha tenuto in considerazione per quattro ore, con la seconda forza del paese che ha deciso di non esprimere alcun voto sino a questo momento. Io credo che lei questo lo debba analizzare bene e soprattutto anche per il prosieguo poi dei lavori, perché dobbiamo veramente dare il tempo di approfondire quelle questioni politiche che non possono essere sempre differite di 4 ore secondo quella che è la convenienza della Presidenza. Io le ribadisco la necessità che lei mostri un lato di imparzialità e, soprattutto, di considerazione verso le minoranze. La ringrazio. PAGINA: 0213 FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, no, per avere un chiarimento. Il chiarimento è questo: quando la Camera decide di modificare il suo Regolamento, ci sono delle procedure atte alla modifica di questo strumento. Quando si richiama, invece, per l'ordinamento normale dei lavori, la prassi parlamentare, la domanda che sorge è: come si modifica la prassi parlamentare ? Perché altrimenti noi ci troveremmo di fronte al paradosso che è più stringente la prassi parlamentare di quanto non lo sia il Regolamento. Allora mi pare che la prassi parlamentare applicata alla fattispecie che stiamo vivendo sia assolutamente inadeguata, diciamo così, ad affrontare i problemi che, di momento in momento, sorgono, tant’è vero che noi dobbiamo fare, come dire, la cosiddetta pausa tecnica per permettere anche al Comitato dei nove di pronunciarsi. È evidente che noi ci troviamo di fronte ad una inadeguatezza della prassi parlamentare rispetto alla riforma costituzionale. Come si modifica la prassi parlamentare ? Con una innovazione, diciamo così, che viene fatta dalla Presidenza della Camera. Quindi io penso che, vista l'inadeguatezza dello strumento che stiamo utilizzando per affrontare questo tipo di problema, è necessario modificare la prassi.
Per creare questo nuovo precedente è la Presidenza stessa che può procedere alla sospensione della seduta, per le necessità che sono state espresse dal punto di vista politico, procedurale e del lavoro che devono fare i commissari del Comitato dei nove per permettere alla Camera di esprimersi con compiutezza. Per questo noi le chiediamo, Presidente, di innovare la prassi parlamentare alla nuova fattispecie che stiamo discutendo. PAGINA: 0213 MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, articoli 36 e seguenti del Regolamento. Mi ricollego a quanto ha appena detto il collega di SEL, rassicurandolo che la Presidenza ha già introdotto questa innovazione. Proprio nella giornata odierna, per la pausa tecnica la seduta doveva ricominciare alle 15: è intervenuto il presidente di Commissione (non per riunire il Comitato dei nove, come è stato esplicitato dallo stesso presidente) e la Presidenza ha concesso un'ora aggiuntiva. Quindi non era pausa tecnica, perché la pausa tecnica era già finita e non era una pausa per riunire il Comitato dei nove, perché lo stesso presidente ha detto che serviva per approfondire una discussione, quindi non c'entra il Comitato dei nove. Quindi mi domando: se lo chiede il presidente della Commissione si può fare qualsiasi tipo di pausa e se lo chiede un deputato non si può fare ? Vorrei perlomeno che la Presidente @pagina=0214@usasse lo stesso metro di misura rispetto a tutte le richieste. Nel caso di questo pomeriggio non si rientrava palesemente nella pausa tecnica che era già finita, né tantomeno in una pausa per la richiesta di convocazione del Comitato dei nove, perché il presidente non lo aveva richiesto, aveva chiesto solo un'ora aggiuntiva. Vorrei quindi avere un chiarimento su tale tema e se anche questo è da considerarsi come precedente e dunque si possa sospendere la seduta anche per circostanze diverse da quelle che lei ha appena enunciato. PAGINA: 0214 RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, la seduta-fiume è stata deliberata per una ragione, una ratio che è a tutti nota, quella di impedire all'opposizione di presentare dei subemendamenti al fine di fare ostruzionismo. Per questa ragione chiara ed evidente a tutti è stata deliberata la seduta-fiume in deroga alla prassi parlamentare. Benissimo. Una volta appurato questo, al di là delle nostre lamentele e della nostra posizione rispetto a questa decisione della Presidenza, mi chiedo una cosa. Lei, Presidente, ha scongiurato con questa decisione, la Presidenza e la maggioranza hanno scongiurato con questa decisione, l'ostruzionismo; ma allora, Presidente, mi chiedo: qual è l'utilità di imporre all'Aula dei ritmi eccessivamente serrati ? Le spiego perché. Ieri sera abbiamo terminato alle 2, siamo dovuti tornare a casa, abbiamo dovuto anche dormire, svegliarci e tornare a Montecitorio. Abbiamo ripreso la seduta alle nove, incontrato il Ministro Boschi alle otto e mezza – quindi abbiamo dormito ancora meno, vero Ministro ? Vedo che annuisce – e adesso abbiamo fatto in tutto il giorno soltanto tre ore di pausa. Benissimo, stiamo riformando la Costituzione. L'ostruzionismo è scongiurato, lei ha la possibilità di decidere delle pause tecniche, non c’è nessun motivo per non rispettare i ritmi fisiologici di lavoro, che sono di otto ore di lavoro, per poter poi ristorarsi, alimentarsi, dormire ed essere lucidi il giorno successivo per affrontare le riforme costituzionali, che penso necessitino di lucidità.
Bene, perché, Presidente, non sta facendo questo in maniera dichiarata ? Non vorrei mai che la sua decisione, la decisione della Presidenza di imporre un certo ritmo, fosse legata alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio di terminare i lavori entro una certa data. Se fosse vero, lei, Presidente, dovrebbe immediatamente presentare le sue dimissioni, perché non imparziale e succube di una decisione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se non è così, e mi auguro che non sia così, Presidente, lei ci dia la motivazione per cui non ci possa essere, nella decisione che prende relativamente all'andamento dei lavori di quest'Aula – che, lo ricordo, è in seduta-fiume per non permetterci di presentare dei subemendamenti che il Regolamento invece ci dà come possibilità e come diritto – di fare una seduta fisiologicamente utile ai lavori in quest'Aula, lucidi, riposati e costruttivi.
Se non ci dà una motivazione ragionevole, Presidente, io le chiedo immediatamente le dimissioni, perché l'unica altra spiegazione è che lei stia rispondendo a una richiesta del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, le ricordo, è vincolato – lui ! – alle decisioni di questo Parlamento e non noi alle decisioni del Governo, finché questa sarà una Repubblica parlamentare. Finché non modifichiamo la Costituzione, io mi atterrei alla Costituzione che abbiamo, Presidente, e spero concordi con me.
Quindi, le chiedo una motivazione del suo comportamento e delle sue decisioni ed eventualmente le dimissioni. PAGINA: 0214 PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, sulle dimissioni rifletterò sicuramente. Per quanto riguarda la «seduta fiume», io ho ascoltato tutti i colleghi, tutti gli interventi. Non c’è nessuna specificazione nella definizione di «pausa tecnica», ovviamente, e vi comunico che ci sono, nella prassi, @pagina=0215@decisioni insindacabili della Presidenza su quanto e su come decidere le pause tecniche.
In questo caso specifico, noi abbiamo deliberato una seduta continuata fino al termine dell'esame degli emendamenti e degli articoli. Questo significa che non possiamo interrompere i lavori, a meno di fatti politici talmente nuovi da richiedere una Conferenza dei presidenti di gruppo che deliberi un diverso calendario dei lavori.
Le pause tecniche, la pausa tecnica, che questo pomeriggio, per esempio, ha chiesto il collega Sisto, era stata motivata dall'esigenza del relatore di un approfondimento che poteva anche portare ad una riunione del Comitato dei nove. Poi, non è stato così e, quindi, abbiamo ripreso i nostri lavori, con il lavoro che era già stato esaminato dal Comitato dei nove.
La mia posizione l'ho già espressa. Io, intanto, voglio concludere l'articolo 35, perché stiamo per finire l'articolo 35. Avevo immaginato, perché i lavori andavano avanti con una certa speditezza, che potessimo interrompere al termine dell'articolo 36, per il quale il Comitato dei nove è già pronto con i pareri. Poi, però, poiché molti di voi hanno legittimamente utilizzato il tempo per porre questioni di ordine procedurale, sull'ordine dei lavori, sulle missioni e così via, il tempo che noi abbiamo utilizzato nel pomeriggio non è stato tutto dedicato all'esame degli articoli. Non c’è nessun problema, ma la Presidenza decide le pause tecniche sulla base dell'andamento dei lavori e sulla base del fatto che la pausa tecnica, come ha giustamente detto poco fa il collega Crippa, mediamente in una «seduta fiume» non è molto lunga. Noi in questi giorni, invece, proprio per «stemperare», proprio per aiutare la riflessione tra i gruppi, abbiamo avuto delle pause tecniche abbastanza lunghe.
Allora, delle due l'una, colleghi: o andiamo avanti con il lavoro abbastanza speditamente, e allora poi ragioniamo diversamente sulle pause tecniche, oppure è chiaro che la Presidenza deve portare a termine la seduta con le votazioni che sono state deliberate dentro la «seduta fiume» e, cioè, tutti gli emendamenti e tutti gli articoli (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0215 MATTEO BRAGANTINI. Presidente (Dai banchi dei deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: Dimissioni, Dimissioni !)... PAGINA: 0215 PRESIDENTE. Stanno chiedendo le sue dimissioni ! Prego, parli. Colleghi, lasciate parlare il collega Matteo Bragantini. Prego, collega Bragantini. PAGINA: 0216 GIANLUCA PINI. Presidente, solo per significarle che, da parte del nostro gruppo, la sua proposta è ben accetta.
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PAGINA: 0039 Interviene sull'articolo aggiuntivo Russo 35.01 il deputato MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0217 MATTEO BRAGANTINI. Semplicemente per motivare il perché del voto negativo. Perché in questo emendamento si prevede che lo statuto delle regioni, che viene approvato dalle singole regioni, dopo debba essere approvato con una legge costituzionale dal Parlamento. Noi riteniamo che gli statuti delle singole regioni debbano essere approvati semplicemente ed esclusivamente dalle regioni e che non debbano certamente, come già prevede adesso, avere il vaglio del Governo o una legge costituzionale che confermi lo statuto deciso dai vari popoli di questo Stato da uno Stato centralista. Per questo motivo noi votiamo contro.
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PAGINA: 0040 Intervengono sugli identici subemendamenti Famiglietti 0.35.0200.5 e Dorina Bianchi 0.35.0200.7 i deputati PAOLO ALLI (AP) (Vedi RS), ELENA CENTEMERO (FI-PdL) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS) e DONATA LENZI (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0218 PAOLO ALLI. Grazie Presidente, intervengo su questo emendamento, che però va visto insieme all'articolo aggiuntivo a mia prima firma 35.0200 e all'altro subemendamento, sempre a firma Dorina Bianchi. Io credo che non si debba essere grandi statisti, e mi scuso con i numerosi che sono presenti in quest'Aula, per capire che i sistemi federali veri sono tali perché hanno, non soltanto un forte equilibrio di poteri, ma hanno negli Stati che li compongono (mi riferisco agli Stati Uniti, alla Germania con i Länder, ma anche al Brasile, all'India e potremmo dirne altri) dei soggetti che hanno la capacità di gestire situazioni complesse e di governarle. I limiti del regionalismo italiano sono evidenti e sono di due motivi sostanzialmente. Il primo è legato alla cattiva distribuzione dei poteri e su questo si sta lavorando.
Ma vi è un altro elemento che rende debole il nostro regionalismo e cioè che le realtà regionali italiane non sono paragonabili tra di loro. Vi sono regioni che se fossero Stati potrebbero avere il decimo PIL dell'Unione europea e regioni che valgono un rione di una grande città in termini di abitanti e di prodotto interno lordo. Questa è una delle ragioni, credo non secondaria, del modello federalista in Italia voluto dalla lega di Bossi, che oggi sembra avere anche un po’ abbandonato questa ispirazione, perché evidentemente non sembra più molto interessato a questi temi. Il tema del federalismo che è una declinazione della sussidiarietà in senso verticale richiede non soltanto una distribuzione di poteri, ma anche quello che viene chiamato il principio di adeguatezza, cioè la capacità di chi riceve questi poteri, queste deleghe di esercitarle. Ora, al di là del fatto che le regioni troppo spesso sono state cause dei propri mali, con governi incapaci di fare veramente il proprio lavoro, con comportamenti che tutti quanti sappiamo, le regioni vanno anche messe in condizione di poter essere adeguate.
Allora, il problema, come dicevo, non è soltanto di capire quali poteri esercita lo Stato, quale poteri esercitano le regioni, ma anche che queste regioni siano soggetti importanti dal punto di vista dimensionale e delle capacità di Governo. Credo che dopo tante chiacchiere demagogiche, oggi noi abbiamo la possibilità di avviare all'interno di questo percorso di riforma costituzionale un serio ragionamento sull'accorpamento delle regioni, sulle macroregioni. Noi avevamo inteso con la nostra proposta emendativa proporre uno po’ una provocazione: l'istituzione di cinque macroregioni sui confini delle attuali circoscrizioni elettorali per il Parlamento europeo. Poi con i due subemendamenti abbiamo, in realtà, proposto un'altra cosa, cioè la semplificazione dell'articolo 132 della Costituzione che attualmente non rende, nei fatti, possibile un percorso di accorpamento di regioni. La semplificazione che si propone con questi due subemendamenti è tale invece da aprire questa possibilità per il futuro, non diciamo da domani dobbiamo fare le macroregioni, ma dobbiamo creare le possibilità per farle. Noi riteniamo molto negativo il cambio di linea che il Governo ha avuto nella giornata di oggi e sono contento che ci sia qui il Ministro Boschi.
Non riusciamo a capire a cosa sia dovuto se non evidentemente a un prevalere di una minoranza interna, non so se rappresentata dal capogruppo o cosa, che di fronte ad una posizione che era già stata di accettazione di questa impostazione moderna e innovativa, ha fatto marcia indietro, riconvocando il Comitato dei nove e facendo cambiare i pareri. Io non so se, appunto, le minoranze interne del PD hanno altri ragionamenti, io credo che questo sia una battaglia di retroguardia e capisco il timore delle piccole regioni, ma le piccole regioni devono anche capire che qua l'alternativa non è tra regioni piccole e grandi, ma è tra «regioni ancora regioni» e «regioni mai più», perché se si va avanti così il regionalismo sarà spazzato via, a meno che questo sia il modello verso la quale ci si vuole indirizzare. Quindi, noi voteremo a favore di questo andamento, credo e sono convinto che ci siano molti colleghi in quest'Aula che condividono l'idea di modernizzare finalmente l'architettura istituzionale del nostro Paese e @pagina=0219@spero che questi colleghi e anche il Primo Ministro Renzi abbiano la saggezza di votare a favore di questo emendamento. PAGINA: 0219 ELENA CENTEMERO. Grazie, signor Presidente. Intervengo su questo subemendamento, riguardo al quale condivido pienamente tutte le parole espresse dal collega, l'onorevole Alli. Va letto contemporaneamente ai subemendamenti a firma Richetti 0.35.0200.6 e Dorina Bianchi 0.35.0200.8 e insieme soprattutto all'articolo aggiuntivo 35.0200, su cui poi interverrà il collega, l'onorevole Paolo Russo.
Questi subemendamenti andavano a modificare l'articolo aggiuntivo presentato dall'onorevole Alli. Su questi subemendamenti il Governo, nel Comitato dei nove, aveva espresso pareri diversi, aveva dato cioè parere favorevole, così come all'articolo aggiuntivo Alli 35.0200, che riguarda un nuovo sistema di regionalismo, con l'accorpamento di più regioni aventi minimo un milione di abitanti, e andando soprattutto a modificare quella parte dell'articolo 132 della Costituzione che semplifica sostanzialmente il processo di fusione tra le regioni e la creazione di nuove regioni, eliminando proprio quella parte che rende così farraginoso questo procedimento, quando appunto ne facciano richiesta tanti consigli comunali che rappresentino almeno un terzo della popolazione interessata e la proposta sia approvata con un referendum dalla maggioranza della popolazione.
Ci chiediamo come mai improvvisamente, nell'arco di una giornata, il Governo abbia cambiato parere su questi subemendamenti e sull'articolo aggiuntivo presentato dall'onorevole Alli e ci chiediamo se questo non dipenda da un diktat della minoranza interna del Partito Democratico, che mal sopporta e mal vede questa nuova forma di regionalismo, probabilmente perché tocca qualche regione che non arriva ad un milione di abitanti. PAGINA: 0219 MATTEO BRAGANTINI. Grazie, signor Presidente. Noi siamo contrari a questo subemendamento perché intanto va a cambiare l'articolo aggiuntivo Alli 35.0200 nei primi due commi, dove già si individuavano queste nuove regioni. Ci può anche star bene, perché tanto l'articolo aggiuntivo Alli 35.0200 non ci piace, ma manterrebbe in vita l'ultimo comma, che cambia la Costituzione e praticamente prevede che le regioni possono costituirsi nuove regioni se avranno almeno cinque milioni di abitanti. Attualmente la Costituzione dà già questa possibilità, basta che diventino almeno superiori a un milione. Dunque si andrebbe a creare un limite per cancellare le piccole regioni, che non sono quelle da un milione e mezzo o da quattro milioni, ma forse sono quelle da due o trecentomila abitanti. Dunque se già la Costituzione permette la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d'abitanti – ma potrebbero diventare anche sei o sette milioni – non vedo perché istituire un sistema ancora più restrittivo.
Per questo motivo voteremo contro il subemendamento, non perché siamo favorevoli ai primi due commi – perché hanno creato delle regioni nuove senza nessun criterio, considerando solo il numero degli abitanti, senza considerare la cultura, la tradizione, la viabilità, le infrastrutture e via dicendo –, ma soprattutto perché il terzo comma andrebbe a rendere ancora più difficoltoso chiudere o accorpare le regioni piccole. Quella sì, una riforma che si doveva fare e che si dovrebbe fare tutti insieme, con coraggio. PAGINA: 0219 DONATA LENZI. Grazie Signor Presidente. Io pregherei i colleghi di prendere l'elenco degli emendamenti e guardare a pagina 31 di che cosa stiamo parlando. @pagina=0220@Stiamo parlando di costruire delle macro regioni con degli accorpamenti sulla cui composizione probabilmente ciascuno dei colleghi delle varie regioni, se lo leggono, hanno qualche cosa da dire o vorrebbero matrimoni diversi.
Io ho tre obiezioni a questa proposta, tre obiezioni.
La prima: è una questione di democrazia. Se noi spostiamo un comune da una regione all'altra, a quei cittadini chiediamo di esprimersi con un referendum. Qui accorpiamo regioni l'una all'altra e non gli diamo nessuna possibilità di scelta.
La seconda è una ragione di coerenza: noi abbiamo votato una riforma che è costruita su un Senato rappresentativo delle autonomie regionali, dopo di che abbiamo costruito su quello un riparto di elezioni, di rappresentanza, discutendo quanti ne spettavano all'uno o all'altro, dopo di che mettiamo tutto questo lavoro da parte e impostiamo le regioni in un altro modo. Sempre per coerenza noi abbiamo con il 117 votato nella giornata di oggi una forte ripresa di un ruolo centrale dello Stato. A fronte di macro regioni l'autonomia dovrebbe essere diversa (Commenti dei deputati del gruppo della Lega Nord e Autonomie).
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PAGINA: 0040 Intervengono sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1 i deputati SANDRA SAVINO (FI-PdL) (Vedi RS) e MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0220 SANDRA SAVINO. Grazie Signor Presidente. Questo subemendamento, così come altri subemendamenti che ho depositato a mia firma, si colloca all'interno delle proposte emendative che riguardano il tema più generale delle macro regioni, presentate da diversi colleghi appartenenti ai gruppi di NCD, al PD e, in particolare, dallo stesso gruppo di Forza Italia a cui appartengo, che da tempo sostiene una @pagina=0221@battaglia per portare all'attenzione del Parlamento il tema della revisione del sistema territoriale regionale.
Pur condividendo l'esigenza, fatta propria in particolare dal mio gruppo, di superare l'attuale assetto regionale che non si è mostrato all'altezza delle sfide del nuovo regionalismo, delineato dal Titolo V della Costituzione, attraverso la definizione di aree più funzionali alle esigenze di governo del territorio, sostengo in ogni caso di mantenere il territorio della regione Friuli Venezia Giulia nei suoi confini attuali e con le prerogative ad oggi vigenti.
E questo per una serie di ragioni storiche e amministrative che fanno di questa area del Paese una singolarità in termini geopolitici che si confronta con due Paesi dell'Unione Europea ad essa confinanti. PAGINA: 0221 MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Solo per cambiare il parere in favorevole.
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PAGINA: 0040 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che il subemendamento Richetti 0.35.0200.6 è stato ritirato dai presentatori.
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PAGINA: 0221 PRESIDENTE. Grazie.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sandra Savino 0.35.0200.1 con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e il parere favorevole del Relatore Lega Nord e Autonomie.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0040 Intervengono sul subemendamento Dorina Bianchi 0.35.0200.8 i deputati PAOLO RUSSO (FI-PdL) (Vedi RS), PAOLO ALLI (AP) (Vedi RS) e MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0221 PAOLO RUSSO. Grazie Presidente. Perché non cogliere questa occasione per riordinare lo Stato da un punto di vista territoriale ? Perché non cogliere l'occasione di un'idea non troppo lontana che fu di Miglio ? O ancora quella ipotizzata mesoregionale della fondazione Agnelli. Perché non ragionare qui – non un altro giorno, forse mai – della possibilità di considerare che le nostre regioni sono troppe, sono tante e spesso sono anche foriere di sprechi e disuguaglianze ? Guardate, non è nessuna azione preclusiva nei confronti di alcuno, ma pensare che due regioni, per esempio la Valle d'Aosta e la Basilicata, non me ne vorrà alcuno, la Valle d'Aosta e il Molise, perdonatemi. Ebbene, queste regioni hanno poco più 400.000 abitanti. E poi otto comuni italiani hanno più di 400.000 abitanti. E ancora, altre due regioni, importanti e strategiche, l'Umbria e la Basilicata non raggiungono il milione di abitanti ed altre sette non raggiungono i due milioni di abitanti. E allora rispetto a questa riflessione che, credo, con serenità ma anche con responsabilità, si pone un tema di carattere europeo e non solo nazionale. Quale è la strada per agevolare un percorso del genere ? Sono due le strade. Una è rappresentata da un tratto di penna costituzionale che di un colpo, attraverso la modifica dell'articolo 131, individua nuovi modelli regionali. È la strada che noi prediligiamo ? Assolutamente no.
Crediamo che questa questione possa essere discussa, e possa essere un elemento nel dibattito, anzi ben venga questa occasione di dibattito !
Altra strada è la soluzione cosiddetta funzionale, quella che sinora è stata seguita @pagina=0222@attraverso un meccanismo che privilegia dal basso una scelta consapevole delle regioni, dei consigli regionali ed ovviamente, in coda, anche un giudizio referendario.
Queste sono le due strade – non ce ne sono altre – che possono portare a rendere più funzionale, più organico il sistema delle dimensioni regionali nel nostro Paese.
Certo sinora si poteva già fare qualcosa a Costituzione vigente utilizzando l'istituto delle intese ex comma 8 dell'articolo 117. Forse andavano alimentati i meccanismi di incentivazione, ad esempio sul modello francese dei comuni. Capisco e capiamo che è un modello complesso, di cooperazione orizzontale, che è naturalmente più utilizzato per funzioni amministrative che non per quelle funzioni di programmazione che noi vorremmo fossero attribuite alle regioni, ma è evidente che una qualche riflessione su quel testo va fatta ed è evidente che questa è l'occasione, non domani.
Guardate, il fatto che i criteri territoriali della Carta vigente siano stati corretti in chiave politica, mi pare più che evidente. La stessa nascita del Molise nel 1963 ne è la prova evidente. Allora perché i confini che ci sono... Mortati non oggi, nella fase costituente... PAGINA: 0222 PAOLO ALLI. Signor Presidente, sono sinceramente sorpreso che i colleghi della Lega Nord abbiamo già prematuramente dimenticato la lezione di Miglio. Ci aspettavamo che la Lega cogliesse l'opportunità di una riforma costituzionale per porre questi problemi, ma non è stato così.
Sono anche sorpreso dell'intervento del collega Bragantini che adesso sta discutendo di altre cose, quindi evidentemente non può ascoltare le mie parole.
Il collega Bragantini cui io mi rivolgo per il suo tramite, signor Presidente, forse non ha letto il combinato disposto dei due subemendamenti – quello appena bocciato e questo – che avrebbero modificato la proposta emendativa a mia firma 35.0200, togliendo le prime due parti e riportando ad un milione quei 5 milioni di abitanti.
L'unico effetto che l'approvazione dei due subemendamenti avrebbe avuto sarebbe stato quindi quello di togliere dall'articolo 132 della Costituzione la clausola per la quale, per poter fare una legge costituzionale al fine di aggregare le regioni è necessario che ci sia un certo numero di consigli comunali, molto alto, ed un referendum confermativo. Cose che – e qui mi rivolgo sempre per il suo tramite all'onorevole Renzi – io capisco la democrazia, la partecipazione, ma ci sono processi in cui bisogna essere realistici e con questo vincolo sappiamo benissimo tutti che l'aggregazione delle regioni non si farà mai.
Quindi, io ribadisco che voteremo a favore di questo emendamento ed auspichiamo che nel successivo passaggio al Senato si possa ragionare su modalità che non ci facciano perdere – e qui mi rivolgo @pagina=0223@al Ministro Boschi perché possa anche riferire questa mia modesta considerazione al Presidente del Consiglio – la vera occasione di modernizzazione dell'architettura istituzionale del nostro Paese. PAGINA: 0223 MATTEO BRAGANTINI. Vedo che il collega Alli mi ha ascoltato molto bene per quanto riguarda l'intervento sul subemendamento dell'articolo precedente; ovviamente, se si applicavano tutti e due i subemendamenti, si arrivava a quanto appena detto, dunque intanto a eliminare quell'assurdità di aver già costruito delle regioni solo in base alla popolazione, come prevedono i primi due commi; secondo punto: riportava il numero di abitanti da 5 milioni ad 1 milione. Ma a me non va bene lo stesso, perché dire che se dobbiamo far partire questo processo devono esserci tot consigli comunali che devono fare richiesta e un referendum consultivo, io ritengo che, se si vuole giungere all'evento che tutti auspichiamo, deve esserci il consenso dei cittadini.
Io credo nella democrazia, se no è come dire: siccome io non penso che i cittadini siano così intelligenti, non do loro la possibilità di decidere e decido io. Stiamo attenti che ragionamenti di questo tipo, se portati all'estremo, in altri periodi storici hanno portato ad altre conseguenze. Si diceva: il cittadino non è abbastanza acculturato, non è abbastanza preparato per decidere i suoi rappresentanti e, pertanto, possono votare solo quelli che sono di un certo ceto dal punto di vista economico o culturale; oppure qualcuno diceva: sono l'unico che può cambiare questo Stato, mettetemi come dittatore e deciderò io per il bene di tutti. Questa non è democrazia.
Noi auspichiamo che ci siano queste fusioni, soprattutto di alcune regioni che sono troppo piccole: deve però esserci il consenso dei cittadini. È come la grande tematica dei consigli dei comuni: sono il primo a dire che ci sono comuni troppo piccoli, ma dobbiamo far partire dal basso, come sta partendo in molte regioni, la consapevolezza dei cittadini che si devono unire per fare dei comuni che abbiano un'ampiezza ottimale per essere efficienti e dare ai propri concittadini i servizi ai costi corretti.
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PAGINA: 0040 Intervengono sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200 i deputati GIANPIERO D'ALIA (AP) (Vedi RS), GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS) e PAOLO RUSSO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0223 GIANPIERO D'ALIA. Signora Presidente, io credo che la riflessione che è stata introdotta da queste proposte emendative non possa essere accantonata perché il tema non è le macroregioni o meno che hanno interessato il dibattito di vent'anni fa.@pagina=0224@
La questione penso che sia legata proprio a come, con questa riforma costituzionale, noi stiamo riorganizzando il sistema del regionalismo italiano ed il rapporto tra Stato e regioni. Con questa riforma, noi sopprimiamo le province. Non abbiamo potuto farlo, se non attraverso la legge Delrio, in forma indiretta, perché avevamo il vincolo costituzionale. La soppressione delle province determina un ruolo diverso, che va riscritto dal legislatore – e, quindi, da noi – anche delle città metropolitane. La soppressione delle province e un ruolo diverso, previsto da questa riforma costituzionale, per le città metropolitane, determina anche un nuovo modello di regione.
Anche perché, se noi non facciamo questo, e non immaginiamo una dimensione ottimale di regioni e città metropolitane, la riscrittura del rapporto tra Stato e regioni – che ha determinato, in questa riforma, l'eliminazione della legislazione concorrente – significa sostanzialmente una cosa: che noi dobbiamo riscrivere tutte le funzioni amministrative dello Stato, delle regioni, dei comuni e delle città metropolitane. Infatti, noi abbiamo riportato in capo allo Stato una serie di materie e di competenze, che determinano la necessità, per poter dare piena attuazione a questa riforma, di compiere una grande riforma amministrativa. Dobbiamo contemporaneamente, se vogliamo far funzionare questa nuova riforma amministrativa, prevedere organi di decentramento, oltre che di potere proprio – come le regioni, le città metropolitane e i comuni –, ancorati ad un nuovo sistema.
Quindi, abbiamo la necessità di rivedere la dimensione e l'organizzazione territoriale delle regioni e delle città metropolitane, perché anche il tema delle città metropolitane dovrà essere obiettivamente rivisitato. Ciò perché credo che le città metropolitane, che sono ad oggi province sotto altra forma, debbano invece diventare delle regioni secondo la vecchia configurazione delle stesse.
Le proposte che il nostro gruppo parlamentare ha presentato – che, peraltro, sono oggetto di una discussione che riguarda tutti i colleghi parlamentari, e non solamente noi –, sostanzialmente consentivano, attraverso una riscrittura dell'articolo 132 della Costituzione, di dire sostanzialmente una cosa: che nel nostro Paese non possono esistere regioni con meno di un milione di abitanti. Tutto questo non avviene attraverso una costrizione, come ho sentito dire in quest'Aula, ma avviene attraverso una legge costituzionale e, quindi, con le procedure previste dall'articolo 138 della Costituzione, che sono aggravate, nel senso buono del termine, dal coinvolgimento delle regioni interessate. PAGINA: 0224 GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Il nostro gruppo apprezza la decisione del Governo e del relatore di esprimere parere contrario all'articolo aggiuntivo che stiamo esaminando. Noi siamo convinti che il tema dell'eventuale accorpamento delle regioni sia un tema certamente molto serio, ma siamo altrettanto convinti che esso non possa essere affrontato inserendolo in modo surrettizio – quasi «di striscio», diciamo così – all'interno di un tema, come quello che stiamo esaminando in questi giorni, quale la riforma costituzionale.
Esso, infatti, come è stato già richiamato da alcuni interventi che mi hanno preceduto, è un tema che richiederebbe certamente una discussione molto più ampia, una discussione che coinvolga le popolazioni, i comuni, le regioni.
Una discussione mirata alla ricerca e magari anche all'incentivazione – come è @pagina=0225@già stato richiamato – di un consenso, e non certamente un esercizio a tavolino che, in base a criteri puramente di tipo ragionieristico, miranti a un equilibrio dei numeri di popolazione delle varie regioni, vada a creare dei mostri che non solo non avrebbero alcuna corrispondenza ad esigenze di carattere funzionale e nemmeno alle infrastrutture che le sostengono, ma ancor meno sarebbe rispettoso delle esigenze della storia e della geografia e delle esigenze della cultura che sta dietro a questa storia e a questa geografia: la cultura delle popolazioni.
Alcune delle cose che sono state sentite su questo tema sono addirittura bislacche. Abbiamo sentito parlare di regioni appenniniche, di regioni adriatiche, di regione tirreniche: sono esperimenti di rivisitazione territoriale che meriterebbero veramente di essere accoppiati a quello che fecero i giacobini all'epoca della Rivoluzione francese.
In ogni caso, una cosa va detta fin d'ora, perché certamente questa discussione la riprenderemo, perché sarà oggetto di una legge costituzionale che probabilmente tornerà in onda dopo che avremo terminato questo lavoro che stiamo oggi portando a termine: il discorso sulle macroregioni certamente non potrà interessare le regioni autonome a statuto speciale. Non le potrà interessare almeno per un motivo: perché la definizione del territorio delle regioni autonome a statuto speciale è parte integrante dello statuto di queste regioni e, come tale, richiederebbe una rivisitazione del regime pattizio, che non può essere effettuata semplicemente sulla base di un voto del Parlamento. PAGINA: 0225 PAOLO RUSSO. Presidente, proviamo a continuare il ragionamento. Quindi, quali erano le ragioni dei confini ? Le ragioni dei confini, erano ricchezza, erano carichi tributari, erano capacità economica ? Se fossero stati questi elementi probabilmente non avremmo avuto le regioni che abbiamo avuto. Erano criteri che spesso hanno subìto una sollecitazione forte sul piano politico.
E si pone una questione, che è la vera questione di un dibattito serio su questo fronte, che, guardate, non sarebbe né surrettizio né un'iniziativa di striscio, ma è semplicemente un'iniziativa tesa ad affrontare una delle questioni centrali del sistema delle opportunità e degli sprechi nel nostro Paese. E qual è una questione centrale che riguarda l'accorpamento delle regioni ? La questione rispetto alle regioni speciali.
Attenti studiosi del diritto costituzionale rilevano come uno dei punti di debolezza delle nostre regioni è rappresentato proprio dall'essere regioni paradossalmente troppo uguali ed insieme troppo ordinarie e, allo stesso tempo – e non è una contraddizione –, troppo speciali. Le specialità potrebbero essere misurate alle nuove esigenze, ma legate ai territori e non agli enti. Rimanere, cioè, quelle specialità riferite ai territori. Certo, la natura autonomistica e rivoluzionaria, per esempio, della Sicilia degli anni Quaranta mi pare diversa dalle legittime esigenze diverse di questi tempi; diverse quelle della Sardegna di oggi, ma tutte legate squisitamente ai territori.
La vicenda – è evidente – è complessa, ma proprio perché è complessa probabilmente più ambiziosa dovrebbe essere la nostra prospettiva. La sfida verso le macroregioni deve comprendere le nuove dinamiche globali, perché si affrontino in chiave di adeguatezza, di responsabilità e di differenziazione.
La riforma del Titolo V, quella del 2001, si ispirò al nefasto principio della uniformità: regioni diverse, problemi diversi, strumenti e norme uguali, sovrapponibili. E se vi è una ragione che spiega l'aumentato divario tra nord e sud è proprio quello scellerato disegno, come costruito: egualitarismo normativo che ha frenato le efficienze ed impigrito le deficienze.
Guardate, i LEA in sanità stentano a farsi strada, i LEP non sono stati mai definiti e i tagli lineari hanno fatto il resto, @pagina=0226@privando del giudizio del libero arbitrio politico le classi dirigenti, con il risultato di ridurre i servizi per qualità e per numero, alimentando ancora oggi – è il caso del riparto del fondo asili – la spesa né sulla efficienza, né sulla efficacia, né sui LEA e nemmeno sui LEP, ma soltanto sulla spesa storica.
Il doppio binario scelto per comodità, convenienza e scarsa lungimiranza per cui le regioni a statuto ordinario perdono competenze e quelle a statuto speciale le mantengono alimenterà, con la norma che andiamo approvando, una asimmetria difficilmente tollerabile.
Interveniamo ora, in modo ragionevole per evitare che questa asimmetria provochi ulteriori disastri e soprattutto allontani ulteriormente dal sentimento generale le nostre regioni.
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PAGINA: 0040 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta fino alle 22,30.
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PAGINA: 0226 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Alli 35.0200, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0041 La seduta, sospesa alle 21, è ripresa alle 22,30.
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PAGINA: 0041 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)
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PAGINA: 0226 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
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PAGINA: 0041 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0226 Missioni.
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PAGINA: 0041 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa della seduta sono ottantasette.
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PAGINA: 0226 PRESIDENTE. Comunico che ai sensi dell'articolo 46 comma 2 del Regolamento i deputati Alfreider, Amici, Boccia, Michele Bordo, Boschi, Brunetta, Caparini, Dambruoso, Damiano, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Losacco, Manciulli, Merlo, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Rossomando, Sani, Schullian, Speranza e Tabacci sono in missione a decorre dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantasette come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0041 Si riprende la discussione. (Vedi RS)
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PAGINA: 0226 Si riprende la discussione.
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PAGINA: 0041 (Esame dell'articolo 36) (Vedi RS)
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PAGINA: 0226 (Esame dell'articolo 36 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0041 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 36.
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PAGINA: 0227 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario e invita al ritiro sugli identici emendamenti Quaranta 36.1 e Fraccaro 36.2, nonché sugli emendamenti Costantino 36.3, Scotto 36.4; esprime parere contrario sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.7, sui subemendamenti Dadone 0.36.06.5, Cozzolino 0.36.06.1, D'Ambrosio 0.36.06.6; esprime parere contrario o invito al ritiro sull'emendamento Quaranta 36.06; esprime parere contrario sui subemendamenti D'Ambrosio 0.36.07.7 e 0.36.07.6 e Dadone 0.36.07.5; esprime parere contrario sull'emendamento Sannicandro 36.07, (versione corretta), la Commissione esprime parere contrario inoltre sui subemendamenti Dieni 0.36.08.13, Cozzolino 0.36.08.10, Dieni 0.36.08.11 e 0.36.08.12 e Dadone 0.36.08.14.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Scotto 36.08, sui subemendamenti Cozzolino 0.36.012.12, D'Ambrosio 0.36.012.11, 0.36.012.9, 0.36.012.7, 0.36.012.10 e 0.36.012.8 e Sandra Savino 0.36.012.1, nonché sull'emendamento Russo 36.012, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.014.1, sull'emendamento Russo 36.014, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.013.1, sull'emendamento Russo 36.013, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.017.1, sull'emendamento Russo 36.017, sul subemendamento Sandra Savino 0.36.04.1, sugli emendamenti Gelmini 36.04 e 36.03 e Russo 36.018.
La Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo 36.0200 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli) e sull'articolo aggiuntivo 36.0201 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), nonché sui subemendamenti Cozzolino 0.36.0503.2, 0.36.0503.1 e 0.36.0503.3.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Brunetta 36.0503, sui subemendamenti Cozzolino 0.36.01.2, 0.36.01.4 e 0.36.01.3, Dieni 0.36.01.1 e sugli identici emendamenti Scotto 36.01 e Russo 36.019.
La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 36.0202 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli), 36.0203 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli) e sui subemendamenti Toninelli 0.36.09.21 e 0.36.09.20. Finito.
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PAGINA: 0041 DANILO TONINELLI (M5S) (Vedi RS), MATTEO BRAGANTINI (LNA) e STEFANO QUARANTA (SEL), Relatori di minoranza. Esprimono il parere di competenza sulle proposte emendative riferite all'articolo 36.
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PAGINA: 0227 DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie Presidente, mi dica lei se sbaglio. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti...
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PAGINA: 0041 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0229 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Esprimo parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0042 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), che avanza la richiesta di accantonare l'esame dell'articolo 15, al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), ROBERTO SPERANZA (PD) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS), BRUNO TABACCI (PI-CD) (Vedi RS) (Il Presidente richiama all'ordine il deputato Melilla), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS), NUNZIA DE GIROLAMO (AP) (Vedi RS), EDMONDO CIRIELLI (FdI-AN) (Vedi RS) e ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0230 RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, sull'ordine dei lavori, se mi permette. È abbastanza triste trovarci ad affrontare questa riforma della Costituzione contandosi sulle dita di una mano e sperando che ci sia il numero legale per far approvare un emendamento o bocciare un emendamento.
Quando siamo tornati dopo la pausa politica, o tecnica, come la vogliamo chiamare, che la gentile Presidente Sereni ci ha concesso, abbiamo tutti assistito ad un'Aula che sembrava un campo di battaglia, anche nel dare i pareri, Presidente: svogliatezza, tristezza, un campo di battaglia in cui non ci sono vincitori, ma solo sconfitti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Essendo noi i rappresentanti del popolo italiano, oggi in realtà, ad essere sconfitto è il popolo italiano stesso. E in questa pausa che ci siamo dati, che noi abbiamo anche chiesto per trovare un incontro tra le forze politiche, un incontro che tutti hanno sempre detto di auspicare e di voler cercare, a parole, abbiamo dato la possibilità di trovarlo questo incontro. La nostra richiesta, Presidente, quello che forse non è mai successo in questo Parlamento, non lo so, una trattativa, un dialogo trasparente, pubblico, di fronte ai cittadini italiani. Noi abbiamo chiesto di tradurre concretamente quello che era stato solo scritto come un principio in Costituzione dal Partito Democratico, cioè di introdurre concretamente il referendum propositivo e abrogativo senza quorum all'interno della Costituzione e non demandare ad una futura legge costituzionale e a una legge ordinaria applicativa che avrebbe necessitato di dieci o vent'anni. Non c’è stato nessun incontro, nessuna possibilità, nessuna apertura dal Partito Democratico, il partito che ha scritto questa riforma costituzionale insieme a Verdini, insieme a Forza Italia, insieme a Berlusconi e che oggi, che non c’è più il patto del Nazareno, non ha più alibi per non aprirsi alla cittadinanza e alle altre forze politiche. Nonostante questo, nonostante non abbia più alibi di fronte alla cittadinanza, si è chiuso un'altra volta a riccio.
Allora, Presidente, io vorrei provare a mettere ancora in difficoltà il Partito Democratico, una difficoltà che però va nel senso di aiutare una riforma costituzionale che arranca lungo i binari della dittatura (Commenti dei deputati del gruppo Partito democratico)... per cercare di riequilibrare i poteri che sono così sconclusionati all'interno della riforma disegnata da Verdini, Renzi, Boschi e Berlusconi. Allora, Presidente, io vorrei avanzare una proposta, che attraverso di lei avanzo al Partito Democratico, quella di provare a prenderci un po’ di tempo, ma non per la votazione degli emendamenti: noi proponiamo di votare durante questa farsa di seduta fiume, provare a votare tutti insieme gli emendamenti e accantonare semplicemente un articolo, l'articolo 15, che parla dei referendum, per votarlo insieme al voto finale a marzo, insieme agli ordini del giorno, per prenderci tutti quanti insieme un periodo di tempo, che credo una riforma costituzionale necessiti... PAGINA: 0230 PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, la prego di concludere. PAGINA: 0231 ROBERTO SPERANZA. Grazie, signor Presidente. Abbiamo passato una giornata a discutere delle missioni dei sottosegretari e penso che questo sia stato veramente umiliante. Così come io ritengo che sia stato abbastanza privo di dignità il dibattito che abbiamo svolto in questi giorni; solo in alcuni momenti – voglio dirlo senza retorica – stamattina, per esempio, per un'ora abbiamo discusso seriamente del rapporto Regioni-Stato. Ho ascoltato un intervento che apprezzo, anche se non condivido in pieno, del collega Giorgetti.
Il Partito Democratico – e lo dico a nome del Gruppo chiaramente – non si vuole mai sottrarre alla discussione di merito e per questo noi abbiamo aperto, abbiamo voluto che si ampliassero i tempi senza alcuna discussione, senza far riferimento ad accordi politici che erano stati presi e non rispettati. Voglio esprimere la mia opinione. È stata fatta una proposta che noi non banalizziamo, ma rispetto alla quale legittimamente abbiamo un'opinione diversa. Io voglio dirlo alla luce del sole agli italiani, come dite voi, io penso – opinione di Roberto Speranza – che i referendum senza quorum siano un errore. Provo a spiegarlo in un istante, perché penso che un referendum in cui votano 200 mila persone non può mutare la decisione democratica di un Parlamento eletto dai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Questa è la mia opinione, ma ho rispetto per le opinioni diverse da quella che ho io voluto riportare, e penso che la forza del dibattito costituzionale e del dibattito parlamentare sia esattamente quella di far confrontare punti di vista diversi e oggi c’è un vulnus nel nostro testo perché, come è noto, oggi ci vuole il consenso del 50 per cento più uno dei cittadini italiani perché un referendum abbia validità. Non è un tema che scopriamo in questo dibattito. Nel dibattito al Senato un emendamento a prima firma del Partito Democratico ha infatti fatto fare un passo in avanti; oggi non c’è più solo quella proposta, ma un sistema a due binari: se si raccolgono 500 mila firme si resta sull'obiettivo del 50 per cento più uno dei cittadini, se invece si raccolgono 800 mila firme questo quorum scende e diventa il 50 per cento più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche. Questo cambiamento, che ritengo vada nella direzione delle cose che voi legittimamente avete posto si è fatto a nome e per conto del Partito Democratico. Allora, io dico che per me che quel passo avanti è ottimo, sufficiente e importante. C’è ancora da discutere, bene, il Parlamento serve a questo, ma voglio dirlo con chiarezza: no ricatti ! Per me è inaccettabile tenere sotto ricatto un Parlamento, immaginando o che accettiamo una proposta di merito che non condividiamo oppure (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... difendere i lavori del Parlamento... PAGINA: 0232 ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, io penso che quest'Aula sia il luogo dove bisogna discutere e bisogna parlare alla luce del sole. Penso che sia un fatto positivo che ci stiamo parlando così e che stiamo evitando di lavorare nel retrobottega, che non è mai un fatto positivo e non è mai un fatto leggibile all'esterno.
Qui nell'Aula è arrivata una proposta. Ora, il mio punto di vista sul merito probabilmente è molto più simile a quello del collega Speranza, piuttosto che a quello del collega Fraccaro, ma riconosco l'apertura politica che il collega Fraccaro stasera ha fatto al Partito Democratico e a tutti quanti noi. E se c’è un'apertura politica, se c’è la possibilità di aprire un varco dentro una discussione che è stata bloccata fino ad oggi per colpa del patto del Nazareno, io penso che bisogna coglierla e bisogna provare a portarla fino in fondo. In che senso ? E concludo davvero. Nel senso che noi abbiamo diversi giorni davanti estremamente complicati, che rischiano di determinare un'ulteriore difficoltà sul piano del clima e sul piano politico. Credo che dovremmo provare a fare uno sforzo. Per me il tema non è il referendum, per me il tema è la riforma e, se questo è l'impianto, è quasi tutta sbagliata. Ma se posso aprire la possibilità di evitare uno scontro frontale io sono per lavorarci ed è questo l'invito che faccio al Partito Democratico. Se invece queste condizioni non ci fossero, il ricatto, Presidente, non viene solo da una parte. Esistono i ricatti della minoranza ma esiste anche la testardaggine incomprensibile di una maggioranza che non sta vedendo cosa è diventata quest'Aula e cosa è diventato @pagina=0233@questo dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0233 BRUNO TABACCI. Signor Presidente, non era per determinare una concorrenza all'interno dello stesso gruppo. E poi mi è capitato così raramente di parlare in questo dibattito. Era semplicemente per dire che il fatto che i colleghi del MoVimento 5 Stelle pongano l'attenzione in particolare sull'articolo 15 è un elemento molto riduttivo di una riforma che ha un impianto ampio, su cui si può discutere, ma che ha molti argomenti sui quali ci si potrebbe attenere.
Io credo nella democrazia parlamentare, che vuol dire in maniera molto semplice che ci sono delle cose di cui si deve fare carico questo Parlamento. Non credo nella democrazia referendaria. Ci sono delle cose che competono a noi, di cui è nostro dovere farci carico. Trasferirle ad altri, i quali, magari con difetto di informazioni, sono indotti a prendere delle decisioni non del tutto consapevoli, non è una grande prova di capacità democratica. Per cui l'idea di fissare un referendum senza quorum è profondamente sbagliata (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... PAGINA: 0233 MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Scusi, solo che non riesco... PAGINA: 0235 ROCCO PALESE. Grazie, Presidente, penso che il Parlamento – che più volte, da parte di molti colleghi in questi giorni, è stato richiamato e che, nei fatti, agisce nella fattispecie come Assemblea costituente – arrivati a questo punto della discussione su una riforma molto corposa della Costituzione, abbia il sacrosanto dovere di cercare di indirizzare la discussione, forse, su un binario plausibile, il binario della responsabilità.
Noi, Presidente, non abbiamo dato, non certo per colpa del mio gruppo, una buona visione della discussione sia di merito e sia dei lavori, in questi giorni, per una riforma della Costituzione così profonda e così importante per il Paese: un clima molto teso, con molti scontri, si è parlato spesso e volentieri, pochissimo del merito, non c’è stata una grande qualità del dibattito. Per colpa di tutti, a iniziare da me, per primo.
Davanti a una situazione di tensione così forte, indipendentemente dalle posizioni e dal giudizio su questa riforma che ogni gruppo esprimerà, come voto finale e come valutazione, mi pongo una domanda – fermo restando che questa riforma piaccia o non piaccia, sarà poi sottoposta anche questa a referendum, guarda caso c’è un motivo proprio centrale in riferimento a quello che sarà lo sbocco e il giudizio finale della riforma stessa da parte dei cittadini – e ciò al fine, e solo al fine, di agevolare anche i lavori ed eventualmente, anche, di sbloccare le attività del Parlamento, perché riteniamo che davanti agli occhi di tutti l'attività del Parlamento è totalmente bloccata da questo punto di vista. Il Governo reclama anche la scadenza di decreti-legge ritenuti importanti che sono fermi nelle Commissioni. Ed è fin troppo evidente che anche @pagina=0236@il nostro gruppo che ritiene questo argomento, per quanto non confacente alle posizioni dei 5 Stelle nel merito... ma abbiamo anche noi presentato degli emendamenti proprio nella fattispecie sul referendum che intendiamo discutere e discutere con calma.
Mi chiedo: in questa legislatura – e mi riferisco a questa perché in questa ho l'onore e il piacere di essere presente – mille volte è successo che noi abbiamo accantonato le sciocchezze; abbiamo accantonato le sciocchezze continuamente – per non parlare delle migliaia di accantonamenti nelle Commissioni – per poter raggiungere che cosa ? Una mediazione ? Un obiettivo ? E davanti al risultato – insperato per come sono andati i lavori e le tensioni – di arrivare a sabato, come da calendario fissato dalla Capigruppo finora alle ore 15, a concludere i lavori su questa riforma che noi non condividiamo, ma che la maggioranza e il Governo vogliono portare per forza a termine per poi portarla all'esame dell'altro ramo del Parlamento, del Senato, e poi eventualmente ancora della Camera e poi al giudizio degli elettori con il referendum, dire di no alla conclusione dei lavori, di tutti gli articoli, di tutti gli emendamenti, degli ordini del giorno e del voto finale con il solo differimento e accantonamento dell'articolo 15 sul referendum, è veramente una decisione insensata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !
Sono molto sorpreso di questa risposta del Partito Democratico perché si tratta solamente di accantonare per qualche giorno un argomento importante su cui tranquillamente si può discutere. Proprio sul referendum nel nostro Paese si sono consumate battaglie di ogni genere che dobbiamo richiamare. A partire da quello importante tra monarchia e repubblica da cui origina la storia repubblicana per non parlare del divorzio, dell'aborto e di tanti altri. Non è mica uno strumento nuovo o che comporti chissà quale rivoluzione.
C’è chi, come il MoVimento 5 Stelle, è per una visione molto larga ritenendolo uno strumento partecipativo indispensabile e c’è invece chi, come il mio gruppo, ritiene che debba rientrare in un contesto di regole. Questa discussione, tuttavia va fatta e se veramente si vogliono portare a termine in maniera ordinata i lavori, io penso che il Partito Democratico, la maggioranza ed il Governo debbano cogliere questa occasione per rispetto a quest'Aula, agli italiani, agli altri lavori e per rispetto di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Sinistra Ecologia Libertà). PAGINA: 0236 NUNZIA DE GIROLAMO. Signor Presidente, mi sembra di assistere a un dibattito surreale e vorrei dire con chiarezza, tanto al MoVimento 5 Stelle quanto al partito di maggioranza e, quindi, al presidente Speranza, che non vorrei che, mentre stiamo discutendo e stiamo cambiando la Costituzione, ci fosse qualche tentativo in atto di sostituire il patto del Nazareno con il patto della seduta fiume. Infatti, è vero che non si fanno i patti nelle segrete stanze, ma è anche vero che ci sono delle forze di maggioranza – come ha detto l'onorevole Tabacci – che con coerenza, trasparenza e nel rispetto di questo Parlamento e dei parlamentari, in questi mesi stanno lavorando per cambiare la Costituzione. E non vorrei che qualche ricatto di qualcuno ci faccia assistere al quarto cambio di schema di Governo o di maggioranza.
Diciamo, quindi, subito chiaramente che non siamo d'accordo, che non siamo d'accordo nel merito di questo emendamento perché sui referendum non vorremmo prestarci all'attitudine populistica di qualcuno che, attraverso i referendum, crede di fare qualcosa che non è assolutamente democratica in un momento nel quale, tra l'altro, vige abbastanza demagogia tra alcuni gruppi che sono in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) - Commenti della deputata Castelli). PAGINA: 0237 EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, molto onestamente, anche per un'esperienza ampia in Parlamento, non si può dire che non ci siano stati dati i tempi con attenzione rispetto a quello che si è impostato all'inizio.
Allo stesso tempo, non si può negare che tante volte sono stati presi degli impegni nel corso della discussione parlamentare da parte delle opposizioni e poi questi impegni non sono stati mantenuti. Lo dico con la massima sincerità e onestà rispondendo al collega Speranza ed è in parte anche comprensibile, da una analisi superficiale, valutare che la maggioranza potrebbe avere tutti i diritti di proseguire in maniera... PAGINA: 0238 ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non voglio ricominciare la discussione che abbiamo fatto, per molti giorni, su questo provvedimento, e cioè di chi è la colpa di questa situazione, perché continueremo a ricordare gli accordi non rispettati da una parte, le forzature dall'altra. La realtà è che oggi siamo in questa discussione e stiamo cercando di svolgere una discussione nel merito. Essendo in questo tipo di seduta, è quello che dovremmo cercare di fare di qui in avanti.
Io credo che quello che ha detto l'onorevole Fraccaro poco fa, la proposta che ha fatto, in astratto non sia una cosa inconcepibile. Il problema è precisamente il merito, perché il merito di cui stiamo discutendo non è qualcosa di cui non abbiamo parlato. Il MoVimento 5 Stelle ha discusso. In Commissione abbiamo discusso, ed è stata forse una delle cose di cui abbiamo parlato di più, perché è uno degli argomenti preferiti e più importanti da sempre, quello della democrazia diretta, del referendum e dell'iniziativa popolare.
Il problema è che questo tipo di posizione, che è una posizione che il MoVimento 5 Stelle porta avanti da sempre, legittimamente, non è la posizione del resto del Parlamento, ma, soprattutto, non è la posizione della maggioranza... PAGINA: 0238 PRESIDENTE. Onorevole Spadoni, sta parlando un collega, gentilmente ! Grazie ! Prego, concluda, onorevole Mazziotti Di Celso.
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PAGINA: 0042 Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato ALFONSO BONAFEDE (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0240 ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, prima ho notato che lei ha richiamato gentilmente tutti gli altri deputati, mentre io sono santo richiamato all'ordine, quando ha fatto l'intervento il collega Tabacci. È stato (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle )... PAGINA: 0240 PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Dobbiamo intenderci: abbiamo una lunga parte di seduta ancora davanti. Se l'affrontiamo così, non la affrontiamo proprio. Quindi, cerchiamo di sintonizzarci tutti quanti. Prego, onorevole Bonafede.
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PAGINA: 0042 Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato ALBERTO ZOLEZZI (M5S) (Vedi RS), al quale il PRESIDENTE (Vedi RS) toglie la parola.
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PAGINA: 0241 ALBERTO ZOLEZZI. Presidente articolo 12 comma 3, che riguarda l'accesso alla Camera, perché vede io vorrei capire questa sera chi è qui a votare, chi è missione, perché sappiamo che chi è in missione.. PAGINA: 0241 PRESIDENTE. Onorevole Zolezzi le tolgo la parola, abbiamo già affrontato l'argomento l'abbiamo risolto, andiamo avanti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 36.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo, parere favorevole del relatore Bragantini, del relatore Toninelli e del relatore Quaranta.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0042 Interviene per dichiarazione di voto sull'articolo 36 il deputato CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0242 CARLO SIBILIA. Presidente in realtà non è neanche un richiamo al Regolamento, io non lo so, mi dica lei quale è...
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PAGINA: 0043 Intervengono per un richiamo al Regolamento il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS) e, sull'ordine dei lavori, il deputato GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS); dopo precisazioni del PRESIDENTE (Vedi RS), interviene sull'ordine dei lavori il deputato ARCANGELO SANNICANDRO (SEL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0243 RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo agli articoli 8 e seguenti del Regolamento, perché, Presidente, lei sta gestendo l'Aula in maniera non conforme, non degna per un momento così importante come le riforme costituzionali. Le spiego il motivo. Io ho fatto un intervento politico di apertura prima e ho ricevuto numerose risposte, risposte in base alla quali, secondo me, spesso sembrava che gli interlocutori non avessero compreso il mio messaggio, tanto che si appellavano al quorum zero che non è un quorum che condividono, quando sanno benissimo che quest'apertura politica era un'apertura per tradurre in qualcosa di concreto un principio che è scritto nell'articolo 11 del testo che ci è pervenuto dal Senato. È stato consegnato dal Senato, voluto dalla Boschi e dal suo Presidente del Consiglio.
Ora, in particolare nell'intervento del collega Speranza, e in quel momento non è intervenuto a difesa delle minoranze e delle opposizioni in quest'Aula, il collega Speranza si è lamentato di una dittatura, di un'imposizione della minoranza sulla maggioranza. Ora, Presidente, lei sa benissimo che se noi sommiamo le percentuali di voti alle elezioni politiche di SEL, Forza Italia, Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle, più la Lega Nord, arriviamo al 57 per cento del consenso popolare. Allora, chi è che sta abusando del suo potere in questo momento ? Una minoranza nel Paese, che ha il 43 per cento del consenso del Paese, sta imponendo delle riforme costituzionali al 57 per cento dell'altra parte del Paese (Applausi dei deputati del @pagina=0244@gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E mi venite anche a fare lezioni sul quorum e su cosa significano le percentuali in questo Paese, voi che siete minoranza di fatto ? Tra l'altro, potete comandare in quest'Aula attraverso una legge incostituzionale. E lei non ha detto niente, Presidente ! Ma, cosa fa nella gestione dell'Aula ? Cerca di fare votare velocemente, non vede le mani alzate, mentre stiamo cercando di discutere le riforme costituzionali.
Allora, la prego, Presidente, di essere un po’ più attento, nella gestione dell'Aula, alle esigenze di una parte politica che non è la sua, Presidente, che è delle opposizioni, perché quella di garantirci in questo momento dovrebbe essere la sua più importante funzione. Le chiedo anche, Presidente, in questo momento, perché noi, per quale ragione, per quale ragione, siamo qui, a mezzanotte, a discutere, anzi a votare velocemente, senza poterci confrontare di fatto, perché non ci dà neanche la possibilità di fare interventi in dissenso, perché non ci dà nemmeno la possibilità di fare interventi aggiuntivi rispetto a quelli del primo interveniente ? Perché siamo qui a votare, a mezzanotte, quando non c’è un termine necessario per finire la discussione e la votazione ? Per quale ragione ? Non c’è nessuna ragione al mondo !
Noi chiediamo un minimo di buon andamento di quest'Aula per affrontare le riforme costituzionali degnamente. Chiediamo al partito, che è minoranza nel Paese ma maggioranza qui in Aula, a causa di una legge incostituzionale, semplicemente di tradurre in un testo immediatamente applicativo un principio che io leggo, che voi avete scritto al Senato.
Al fine di favorire la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche pubbliche, la legge costituzionale stabilisce condizioni ed effetti di referendum popolari propositivi. Voi non potete dire di essere contro il referendum propositivo, perché l'avete scritto in Costituzione. Semplicemente state dicendo che sarà una futura legge costituzionale a disciplinarne il contenuto. Noi vi stiamo chiedendo di farlo adesso e di confrontarci sul quorum, come abbiamo fatto in Commissione. La vostra risposta non è pertinente. Voi ci dovete semplicemente dire perché non possiamo farlo adesso e dobbiamo rinviare ad un tempo che non è dato sapere quando si realizzerà. Quando possiamo pensare, infatti, che il prossimo Governo, la prossima maggioranza parlamentare, applicherà questo principio ? Non ci è dato sapere. Chiediamo semplicemente delle certezze da questo punto di vista e chiediamo delle certezze di garanzia delle minoranze a lei, Presidente, che non le sta per nulla garantendo in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0244 GIANLUCA PINI. No, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori, Presidente. PAGINA: 0245 PRESIDENTE. Onorevole Fico, le chiedo scusa perché anche l'onorevole Sannicandro ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento, quindi devo dargli la parola prima per questioni regolamentari. Però prima, nel dare la parola all'onorevole Sannicandro, così magari può fare riferimento anche ad una risposta, vorrei dire che il Presidente – devo dare atto all'onorevole Fiano – ha chiesto all'onorevole Fiano di attendere, atteso che la decisione, se non vogliamo prenderci in giro, ha una valenza politica. La proposta che ha fatto l'onorevole Fraccaro aveva suggerito di approfittare del voto sugli emendamenti all'articolo 36, affinché il relatore potesse valutare con i rappresentanti delle forze politiche la possibilità di prendere un tempo congruo per rispondere, alla fine dell'esame degli emendamenti all'articolo 36, alla proposta dell'onorevole Fraccaro di accantonare l'articolo 15 e, quindi, di prendere un tempo politico minimo per fare delle consultazioni e per poter dare una risposta.
Quindi si trattava di questo, non avevo minimamente eluso la proposta, che per me è una proposta formale avanzata dall'onorevole Fraccaro, alla quale io devo dare una risposta, anzi alla quale il relatore deve dare una risposta. Avevo solo differito la risposta del relatore ai fini di una valutazione politica che, non essendo una sciocchezza, ha una rilevanza e forse è bene valutarla nei termini giusti onde evitare... Quindi, ho solo differito di un attimo la risposta. Prego, onorevole Sannicandro. PAGINA: 0245 ARCANGELO SANNICANDRO. Il mio è un richiamo ai sensi dell'articolo 41 sull'ordine dei lavori. È più che altro comunque una richiesta di spiegazione, voglio verificare se ho capito bene. È stata deliberata una seduta fiume, io per fiume intendo un qualcosa di dinamico che arriva senza soluzione di continuità fino al mare. Se ho ben capito, lei ha riferito che questo fiume ad un certo punto, dopo che siano stati votati una certa serie di articoli, si inabisserà e diventerà un fiume carsico, per riapparire nel mese di marzo, credo per il voto finale più gli ordini del giorno. Allora io sono preoccupato che lei mi risponda che io ho capito bene, perché se lei dice che ho capito bene io resterò soltanto qui a divertirmi di fronte a questa farsa che si sta consumando in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0043 Interviene sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.7 il deputato ROBERTO FICO (M5S) (Vedi RS) (il Presidente richiama all'ordine il deputato Baroni).
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PAGINA: 0245 ROBERTO FICO. Grazie Presidente. Io lo voglio dire qui e lo voglio dire con molta sincerità e schiettezza: io non avrei mai, mai pensato che questo fosse il clima, il modo, l'atteggiamento per cambiare la Costituzione italiana. Nei miei sogni non c'era questo, non era così (Applausi dei @pagina=0246@deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A febbraio 2013 noi abbiamo preso oltre il 25 per cento dei voti, più o meno come il Partito Democratico, ma per una legge che si chiama Porcellum, incostituzionale e con voi che avete fatto l'alleanza con SEL, avete preso un premio di maggioranza che oggi vi consente di cambiare, ai danni di quest'altro 25 per cento che è entrato qui in Parlamento con tutte le buone intenzioni, la Costituzione italiana. E quindi la state cambiando con un Parlamento incostituzionale e SEL è stata la stampella di questo partito, e con Scelta Civica è arrivata proprio in questo partito e Forza Italia si è tramutata in Nuovo centrodestra, che è entrata nel Governo con Alfano, e prima c'era Letta e poi Monti e Renzi. Non ci sono le condizioni per cambiare la Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non ci sono. E ci sono solo per voi, perché dovete portare lo “sventolino”, la Costituzione a Renzi che sabato, domenica, lunedì dovrà fare una conferenza stampa, come ci ha abituato da un anno. Chiacchiere e conferenze stampa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma state giocando sulla pelle dei cittadini italiani, state giocando con il senso della vita e della Costituzione dei cittadini italiani. Perché non siete voi le istituzioni, sono tutti i cittadini insieme che formano le istituzioni e formano lo Stato. E oggi qui mi sembra che lo stiamo calpestando, lo stiamo calpestando ! Non è il modo e il senso di cambiare la Costituzione questo, non è il modo onesto, intellettualmente onesto, di fare le cose. Speranza fa questi discorsi, io lo dico, ma voglio dire schiettamente, lo sa che adesso si offenderà e voi fischierete, ma io penso che sia un bugiardo: io penso che Speranza sia un bugiardo perché rivolta sempre la frittata da due anni in ogni intervento per avere i titoli sui giornali e dice bugie e mente sapendo di mentire ed è disonesto intellettualmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché ? Perché gira sempre la frittata; prima che cosa ha detto ? ha detto che noi minoranza qui, opposizione teniamo in scacco la maggioranza quando il Parlamento e il suo partito delibera la seduta fiume e siamo qui a mezzanotte a parlare di Costituzione, a cambiare la Costituzione, quando potremmo discutere insieme dialogando, condividendo su tutti temi, su tutti gli articoli e quando si parla di referendum senza quorum propositivi e deliberativi e si dice che ci vuole per forza il quorum perché 200 mila persone non possono decidere per tutti e allora quando anche quando ci sono le elezioni regionali comunali, parlamentari e c’è più della metà della popolazione che non va più a votare, allora questo Parlamento non è legittimo e ci dobbiamo levare il 50 per cento dei seggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non è il ragionamento, il ragionamento vero è la paura dei cittadini che possono scegliere, la paura dei cittadini che possono condividere, la paura dei referendum che voi non volete mai rispettare come quello sull'acqua pubblica, come quello sui rimborsi elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La paura (Il deputato Baroni espone un cartello)...
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PAGINA: 0044 La seduta, sospesa alle 0,10 del 13 febbraio 2015, è ripresa alle 0,15.
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PAGINA: 0044 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS) e ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS) (Deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà entrano in contatto fisico).
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PAGINA: 0248 ROCCO PALESE. Signor Presidente, qui non si riesce a parlare ! PAGINA: 0249 ARTURO SCOTTO. Calma, calma...
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PAGINA: 0044 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta.
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PAGINA: 0249 PRESIDENTE. Onorevole Scotto, provi ad aiutarmi anche lei.
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PAGINA: 0045 La seduta, sospesa alle 0,20, è ripresa alle 0,30.
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PAGINA: 0045 PRESIDENTE (Vedi RS). Esclude dall'Aula i deputati Minnucci e Airaudo.
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PAGINA: 0250 PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Colleghi ! Colleghi, per favore ! Sospendo la seduta.
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PAGINA: 0045 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS) nonché, dopo precisazioni del PRESIDENTE (Vedi RS), i deputati GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI (FI-PdL) (Vedi RS), CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS) ed ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0250 ROCCO PALESE. Presidente, intervengo per ripetere a me stesso e a tutti i colleghi – perché io non lo so quanti avevano acquisito l'informazione dell'accordo che si stava per costruire – che l'accordo verteva su una richiesta, fatta per il tramite dell'onorevole Fraccaro, di accantonamento e conseguente differimento di discussione dell'articolo 15 e dei relativi emendamenti a marzo, quando si sarebbe fatto questo provvedimento, l'esame degli ordini del giorno e il voto finale.
Lei, Presidente, giustamente ha richiamato lo stato dell'arte rispetto all'iter procedimentale che bisognava seguire. L'Assemblea in questo momento è solo in condizioni... ove il relatore decidesse di accogliere questa istanza di accantonamento dell'articolo 15, questo ci sarebbe però limitato all'interno del calendario fissato per sabato alle ore 15. Per poter differire l'esame, la discussione e l'eventuale approvazione o bocciatura dell'articolo 15, occorre la Conferenza dei presidenti di gruppo e via dicendo. Presidente... PAGINA: 0251 ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, prendo la parola perché non sono riuscito a terminare un ragionamento. Purtroppo abbiamo avuto un momento estremamente delicato e molto grave. Quello che è accaduto non dovrebbe più ripetersi e, devo dire la verità, il mio cuore stasera è sanguinante quando vedo che tra compagni ci si picchia (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E non è possibile.
Ora io volevo fare un ragionamento e volevo fare anche una proposta che era quella di dire: fermiamoci. Io penso che siamo ancora in tempo, perché quello che abbiamo visto stasera è, come dire, dal punto di vista politico, irripetibile all'esterno e, quindi, faccio questo appello. PAGINA: 0251 PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Scotto. Onorevole Palese, è sul resoconto stenografico quello che il Presidente ha cercato di rispondere, quando vi è stata la proposta dell'onorevole Fraccaro, e abbiamo fatto un intero giro di interventi. Sto cercando di dire come, nell'ambito delle decisioni che abbiamo assunto, la Presidenza può proporre, e ascolteremo qual è la disponibilità del relatore, una soluzione che sta dentro una decisione che l'Assemblea adotta.
Ciò non toglie che, se noi dovessimo decidere di accantonare alla fine degli emendamenti l'articolo 15 dentro la «seduta fiume» – da qui a quel giorno, la Presidente della Camera sta perorando un accordo politico da parecchi giorni, come lei sa, facilitandolo in tutti i modi possibili, fino a rendersi disponibile a convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo ad horas, qualora fosse possibile registrare un accordo politico, che non metta in discussione la legittimità di una decisione che è legittima, ma che manifesti la volontà politica di superare quella decisione, quindi questa disponibilità della Presidente della Camera è continuamente in campo ed è tuttora in campo – è del tutto evidente che questa possibilità si può prospettare se c’è un accordo unanime tra le forze politiche.
Allora – e mi sembrava di essere venuto incontro a una richiesta, ovviamente in modo parziale, perché solo nei limiti di quello che può fare il Presidente su una decisione di cui l'Assemblea è sovrana – avevo proposto, intanto, di chiedere al relatore se fosse disponibile a posticipare alla fine di tutti gli emendamenti l'articolo 15, cosa che avrebbe consentito un eventuale ulteriore dialogo, mediazione, chiamiamolo come vogliamo, su questo argomento, che mi pare il punto centrale delle richieste del MoVimento 5 Stelle, cosa che ci consentirebbe di andare avanti su una parte degli emendamenti che non c'entrano nulla con questo e ci consentirebbe, alla fine degli emendamenti, di stabilire e di rimandare eventualmente se c’è un accordo politico, non lo può certo stabilire la Presidenza, a dopo la fine degli emendamenti l'articolo 15. È chiaro che se noi, adesso, centriamo tutto @pagina=0252@il dibattito su questo, ci impantaniamo, perché, ovviamente, continuiamo a girare a vuoto sulla stessa cosa.
Quindi, la proposta che aveva fatto il Presidente non era la reiezione, anche perché non sarebbe nelle facoltà della Presidenza, perché semmai è l'Aula che dovrebbe decidere. Io suggerivo, semplicemente, se il relatore fosse d'accordo, intanto di accantonare, spostando alla fine di tutti gli emendamenti l'articolo 15 e, quindi, procedendo con gli altri, cosa che ci dà tempo di fare tutto quello che è possibile.
Rivolgendo una scusa a tutti i colleghi, se anche il Presidente ha avuto degli eccessi in questa conduzione, ma potete immaginare come non sia semplice, rivolgo l'auspicio di volgere la pagina di questa sera a una condizione migliore, in modo tale da poter fare le cose che non sono contestate... PAGINA: 0252 GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, ho chiesto la parola perché al di là dell'intervento «camomilla» del nostro caro responsabile del gruppo Rocco Palese penso che quello che è successo non possa certamente passare inosservato.
Ritengo però che l'unico o il maggior responsabile di ciò che accaduto sia lei, perché lei attraverso il suo modo di fare, attraverso la conduzione dei lavori, attraverso le parole che ha proferito, ritengo che lei non abbia più la serenità per poter presiedere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle).
Arrivare a chiedere scusa, dopo che lei è stato l'effettivo provocatore di questa conduzione e di questa serata, penso che sia tardivo. Pertanto ritengo che sia giusto, nel rispetto di tutti, che la Presidente Boldrini venga a presiedere (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) in quanto lei... PAGINA: 0253 CARLO SIBILIA. Signor Presidente, mi rincresce dover intervenire in questo momento perché mi sembra quasi che in quest'Aula non sia accaduto niente. Si sta tranquillamente continuando a discutere con una semplicità e una serenità che non è di quest'Aula in questo istante. I fatti di pochi minuti fa veramente infangano il nome della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti). PAGINA: 0254 ETTORE ROSATO. Grazie, Presidente. Intanto, intervengo per esprimerle parole di apprezzamento per la difficilissima gestione (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
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PAGINA: 0045 Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato PATRIZIA TERZONI (M5S) (Vedi RS),cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0255 PATRIZIA TERZONI. Sì, grazie, Presidente. Voglio solo raccontarvi quello che è successo alcuni minuti fa, ma che non ho avuto tempo di dire – mi richiamo agli articoli 8 e 10 – e che riguarda una piccola vicenda che si è venuta a creare, proprio in questo angolo dell'Aula, mentre la nostra collega Carla Ruocco stava uscendo da quest'Aula.
Un suo collega, con le facce compiaciute di altre deputate del PD, ha fatto delle osservazioni alla nostra collega Carla Ruocco, e spero che lei che non le condivida, perché si tratta di un comportamento, quello sì, fascista. Ha dato più e più volte della donna di strada – per non dire altre parole – alla mia collega (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi sono qui per chiederle di portare la questione in Ufficio di Presidenza e all'esame dei Questori d'Aula. L'onorevole di cui parlo, che di onorevole ha ben poco, si chiama Sanna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0255 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Terzoni. Ovviamente trasferiremo ciò ai Questori, che dovranno fare una valutazione di tutto, anche di questo episodio, per il quale non c’è alcun motivo per cui non venga preso in considerazione, anzi, deve essere preso in considerazione. Se voi consentite, onorevole D'Incà, onorevole Sibilia, onorevole Castelli. Onorevole Chiarelli, tenterei di darle una risposta, che le devo, anche se ovviamente rispetto molto la sua opinione. Io sono abituato, che se ho la sensazione – e ho avuto la sensazione in un contesto generale – di aver probabilmente esagerato in alcune frasi, di dirlo pubblicamente e chiedere scusa. Questo non significa che la mia personale responsabilità non sia a disposizione della Presidente Boldrini non soltanto per venire a sostituirmi in questo momento, se ritiene che la mia presidenza si inadeguata, ma anche definitivamente, onorevole Chiarelli. Quindi, le posso garantire che per me il problema non esiste. Io sto qui in una situazione nella quale, in generale – e il tema lo riverso a tutti i colleghi di tutta l'Aula –, non possiamo lontanamente consentire che, per alcuna ragione al mondo, ci sia qualcuno che possa arrogarsi il diritto di ritenere di avere la ragione di non consentire a qualcun altro di parlare qui dentro. Io ho cercato di difendere questo diritto. Probabilmente l'ho fatto in malo modo, in modo maldestro e sono assolutamente pronto a trarne tutte le conseguenze che lei ritiene, ma rivendico fino in fondo – e lo rifarei altre 50 mila volte, onorevole Chiarelli – che si garantisca ciascuna delle 630 persone che stanno qui dentro... Oggi è toccato all'onorevole Palese, domani potrebbe toccare tranquillamente a uno qualunque dei colleghi del MoVimento 5 Stelle o a qualunque altro collega... Sarebbe bene che tutti si ponessero il problema che chi sta qui ha innanzitutto il dovere di garantire a ciascuno di coloro che ha di fronte a sé di poter parlare. Se questo non viene garantito, io ho il dovere di intervenire. L'avrò fatto male, ma, ripeto, ne risponderò alla Presidente, all'Aula e, laddove si siano evidenziati dei miei comportamenti sbagliati, comunque, a prescindere da qualunque cosa, chiedo scusa. Ma quello era esclusivamente il mio intento.
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PAGINA: 0045 Intervengono quindi il relatore per la maggioranza EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), che annuncia un orientamento favorevole alla proposta di accantonamento dell'esame dell'articolo 15, e il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), nonché, sull'ordine dei lavori, i deputati ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS), CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS) e ROBERTO FICO (M5S) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS). Interviene quindi per un richiamo al Regolamento il deputato MAURIZIO BIANCONI (FI-PdL) (Vedi RS); dopo precisazioni del PRESIDENTE (Vedi RS), interviene sull'ordine dei lavori il deputato GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), che sospende la seduta.
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PAGINA: 0256 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, io ovviamente parlerò nel merito. Ho ascoltato parole interessanti – su un tema che avevamo già dibattuto in Commissione – a partire dall'intervento dell'onorevole Fraccaro, seguito dall'intervento, che secondo me ha aperto una prospettiva diversa, del capigruppo del Partito Democratico, Speranza, e poi da molti altri interventi nel merito degli altri gruppi: Lega Nord, Forza Italia, SEL e Scelta Civica. Si è svolto un dibattito che ha aperto un ragionamento politico nel merito diverso, una sorta di dibattito sui limiti e le dimensioni della democrazia parlamentare nel confronto del un tema della democrazia referendaria. Quindi, penso che sia utile la proposta, che qui è stata avanzata dal MoVimento 5 Stelle, di sospendere il giudizio sull'articolo 15, che contiene questi temi riguardanti lo strumento del referendum, la loro applicazione e la modalità con cui si giunge alla proposta referendaria e con cui si vota.
Ovviamente, l'articolo 15, come qui è già stato già detto, non ha ancora avuto, da parte del relatore, nel Comitato dei nove, la comunicazione dei pareri e quindi noi non stiamo parlando di un accantonamento che avviene adesso, ma voglio qui comunicare all'Aula che personalmente sono favorevole al ragionamento sull'accantonamento di quell'articolo, che può venire alla fine del lavoro che stiamo facendo sugli altri articoli, proseguendo ancora ma questo non è competenza del relatore, in quanto deciderà la Presidenza. Alla fine del lavoro emendativo e di discussione degli altri articoli, prima però degli articoli delle norme transitorie e finali e quindi nella prima riunione del Comitato dei nove, che il Presidente della Commissione riterrà di dover chiedere alla Presidenza della Camera di riunire, io proporrò che l'articolo 15 venga discusso e su quell'articolo i pareri sugli emendamenti vengano dati alla fine della discussione sugli altri articoli, salvo le norme transitorie e finali, 38, 39 e 40, perché penso che, al di là di altre questioni che si sono svolte nell'Aula, ma rimango al merito del compito che mi compete, che è quello del ragionamento sul merito delle questioni che qui sono state sollevate, questa sera si sia aperto un dibattito sul tema, tutti noi abbiamo ascoltato il silenzio con cui si è dibattuto su questo aspetto del rapporto tra democrazia referendaria e democrazia parlamentare.
Quindi, annuncio a lei, come da lei richiesto, in risposta ad alcune sollecitazioni, che proporrò alla prima riunione del Comitato dei nove, l'accantonamento di quell'articolo (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico). PAGINA: 0256 RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, grazie al relatore per il suo intervento, però non ho voglia a quest'ora, dopo tutto quello che è successo, dopo la vergogna a cui abbiamo assistito, di essere preso in giro un'altra volta (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle). Lei non ha capito nulla di quello che abbiamo voluto dire e della proposta che abbiamo fatto, o meglio, ha capito fin troppo e ci sta prendendo in giro.
Non accetteremo nessuna ulteriore presa in giro del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle). Rispettate la maggioranza in questo Parlamento che è rappresentata dalle opposizioni. Rispettatela perché, altrimenti, qui non si andrà più avanti come prima (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0256 ROCCO PALESE. Signor Presidente, nel precedente intervento avevo fatto una esplicita richiesta. Noi lo sapevamo già che in linea di massima il relatore, onorevole @pagina=0257@Fiano, poteva esprimere quello che ha detto, né può fare altrimenti. Attendiamo, con pazienza, la fissazione dell'ora di convocazione della conferenza dei presidenti di gruppo di domani mattina per stabilire che l'articolo 15 viene differito a marzo, quando si dovrà dare il voto finale sul provvedimento e anche sulle norme transitorie, da quello che attendiamo. È questo quello che noi aspettiamo, altrimenti ha ragione Fraccaro, che è una presa in giro che noi non possiamo accettare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Questo è ! PAGINA: 0257 CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, mi perdoni ma evidentemente sono costretto a ripeterle un ragionamento che è stato fatto poc'anzi. Io non sono sicuro che in questo momento ci siano le condizioni e le sue espressioni, diciamo, di sofferenza me lo confermano. PAGINA: 0258 ROBERTO FICO. Presidente, telegrafico. Le volevo dire che il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle, glielo dico anche con dispiacere, in questo momento non si sente garantito dalla sua Presidenza, perché lei ha urlato, in modo aggressivo e violento, «fascisti» a noi in un modo forte e ha scatenato la violenza di PD e SEL, che si sono presi a cazzotti. Adesso io le dico possiamo anche... PAGINA: 0258 PRESIDENTE. Colleghi per favore. Onorevole Duranti, onorevole Palazzotto, onorevole Blazina, un attimo per favore. PAGINA: 0259 MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, per un richiamo al Regolamento, articolo 8, relativo al buon andamento dei lavori. Non mi pare che ci sia il clima per garantire il buon andamento dei lavori. È vero che quanto ha chiesto l'onorevole Palese è tecnicamente inaccettabile, per i motivi che sappiamo, ma una pausa tecnica può essere sempre data.
Voglio ricordare, Presidente, che se non si adopera un attimo di buonsenso e non si esce da questo vicolo cieco, da questo tunnel, da questo errore che è stato fatto e che ha scatenato tutte queste reazioni, noi, di questa riforma, faremmo una brutta pagina. È una brutta pagina come contenuti, ma questo è un altro discorso che attiene al merito, qui è il metodo. Non può dire l'onorevole Rosato che di qui ci sono provocazioni di qualsiasi tipo. Io non sono d'accordo spesso su quello che fa e dice il MoVimento 5 Stelle, ma smettete di provocare, perché la prima provocazione l'avete fatta voi imponendoci questa cosa ridicola, di questa seduta fiume. Voi non vi rendete conto della ferita che avete creato nel sistema. Siamo qui all'una di notte a parlare di Terracini e di Calamandrei, che si rivolteranno nella tomba, perché a forza di essere nominati così staranno anche male la dove sono, perché qui siamo, poco più o poco meno, mi scusi l'irrispettosità, una rissosa assemblea di condominio, in cui tutti si urlano. Il buon andamento non richiede di andare avanti; il buon andamento richiede di tornare indietro da questa sciagura e da questa provocazione. Il buon andamento richiederebbe anche, visto che la rissosità ha raggiunto questi limiti e questi vertici, che forse si ricorresse a qualche mano superiore che ci mettesse un pochino d'accordo su tutto. Non mi riferisco all'Altissimo, con il quale ho poca dimestichezza, ma c’è un Colle qui vicino, dove forse qualcuno un pochino di buonsenso in più di noi e di voi potrebbe averlo. Ma piantiamola qui, perché questa è diventata una sciarada. Io infatti vado letto e vi saluto. PAGINA: 0259 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bianconi. Onorevole Fico, volevo semplicemente dirle – questo potrà vederlo dal resoconto stenografico – che io non ho detto che siete fascisti, io ho detto che era un comportamento fascista. È un'affermazione forte, però per me è diverso, non mi permetterei mai. Io ho anche spiegato e ho detto che per me dire che un comportamento è fascista è diverso dal dire che siete fascisti.
Onorevole Bianconi, visto che lei se ne sta andando, sappia comunque che la Presidente Boldrini è informata. Io immagino che ci sarà un momento in cui scenderà (Commenti del deputato Bianconi)... La ringrazio, onorevole Bianconi. PAGINA: 0259 GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Ci riprovo, sempre sull'ordine dei lavori. Mi permetta di richiamare un attimo quello che ha detto lei, in maniera un po’ inesatta. Lei ha detto: «Io ho l'obbligo di continuare con i lavori». No ! Lei prima di tutto ha l'obbligo di garantire il regolare svolgimento dei lavori all'interno di quest'Aula e non sembra, apprezzate le circostanze, che questo stia avvenendo. Non @pagina=0260@per colpa sua, ma per un clima che si è venuto a creare che mediamente, normalmente non garantirebbe l'esame neanche dell'ultima della ratifiche più inutili che ogni tanto si trascinano all'interno di questo Parlamento. Invece, stiamo parlando – parlando: stiamo litigando, utilizzando metodi che non sono assolutamente propri della democrazia, probabilmente – di riforme costituzionali, cioè della riscrittura della Carta fondamentale di questo Paese.
Se per lei questo è il clima giusto per garantire l'ordinato svolgimento dei lavori dell'Aula, mi permetta di dire che evidentemente abbiamo visioni molto diverse su quello che è un clima sereno in cui si possono discutere, appunto, quelle che sono questioni delicate come le riforme costituzionali.
Però, cercando di ricomporre un attimo, al netto dei rumori che ci sono nell'Aula, mi sembra che sia arrivata inizialmente un'apertura – e ribadisco: un'apertura – da parte del presidente Speranza rispetto a una richiesta fatta dal MoVimento 5 Stelle, che poi non so se ritiene superata o meno. Mi sembra che sia arrivata da parte del relatore Fiano, che adesso non vedo in Aula (no, è qui, scusatemi). Non c’è stato un pronunciamento da parte del presidente della Commissione, però mi pare di capire, alla fin fine, che il tutto sia nelle mani della volontà del Governo, che tiene in qualche modo in ostaggio una maggioranza, evidentemente per volontà più mediatiche che di sostanza, nell'andare a cogliere quella che è una riforma costituzionale condivisa. Però, ripeto, non mi sembra che ci siano assolutamente le condizioni, mentre qualche passettino in avanti, nonostante il caos che si è venuto a creare, probabilmente è stato fatto.
Ora, faccio mie le parole di qualche collega. Non ricordo chi negli ultimi minuti lo ha detto, però come gruppo avanziamo la stessa proposta. Visto che mi pare di capire che a minuti dovrebbe presentarsi la Presidente Boldrini – queste sono le voci che girano in corridoio –, chiedo se si potessero sospendere per qualche minuto i lavori dell'Aula e attendere la presenza della Presidente Boldrini, non per sminuire il suo lavoro, che è stato difficilissimo e le posso dire, al netto di alcune difficoltà, che lo abbiamo comunque apprezzato, almeno da parte mia.
Però, penso sia utile sospendere un attimo, lasciare che magari i presidenti dei gruppi in maniera informale, insieme ai rappresentanti del Governo, cerchino di trovare una soluzione che non penso sia così lontana, nonostante quello che possa apparire, e magari riaggiornarci in un clima un po’ più sereno, che sia fra qualche ora o che sia domani, perché non vedo assolutamente – e lo ripeto: anche per un fatto di dignità politica e istituzionale – il clima sufficientemente sereno per potere proseguire. Questo lo lascio alla sua decisione. Potrebbero essere anche solo pochi minuti.
Un'ultima cosa. Sarebbe interessante capire perché, sempre dalle sue parole, lei ha detto che la Presidente Boldrini in questo momento sta avendo degli incontri. Ci piacerebbe capire con chi, visto che tutti i rappresentanti istituzionali e parlamentari sono all'interno di quest'Aula. Quindi, se li sta avendo con il Presidente Renzi non lo sappiamo, però dovrebbe interloquire prima di tutto con il Parlamento prima che con il Governo. PAGINA: 0260 PRESIDENTE. Onorevole Pini, scusi, forse non ci siamo intesi. Io non ho detto che l'onorevole Boldrini sta scendendo. Io ho detto che, sulla base di una richiesta esplicita che è stata fatta dal gruppo di Forza Italia, il Presidente della Camera non solo ha il diritto ma anche il dovere di intervenire e sostituire i Vicepresidenti quando lo ritiene e, soprattutto, se ritiene che la conduzione dei Vicepresidenti non sia adeguata a garantire quanto previsto dall'articolo 8.
Quindi, non vorrei che fosse inteso male il fatto che sta per scendere l'onorevole Boldrini.
L'onorevole Boldrini potrà decidere di scendere o meno, quello che è certo è che ovviamente l'onorevole Boldrini sta seguendo quello che sta accadendo in Aula. I Vicepresidenti ci sono per condurre @pagina=0261@l'Aula in questo momento. Vengo anche alla sua questione: è del tutto evidente, se vogliamo uscire dall'ipocrisia, onorevole Pini, che ci saranno tutte le responsabilità del Presidente. È chiaro che il clima si crea se c’è una disponibilità a fare in modo che ci sia un clima, ma se c’è una costante indisponibilità a fare in modo che ci sia un clima, noi non è che possiamo procedere... (Commenti del deputato Gianluca Pini). Aspetti, sto cercando di darle la mia risposta. Non possiamo procedere di sospensione in sospensione e farla diventare una «sospensione fiume», perché è una «seduta fiume». Dopodiché, io intanto raccolgo la sua proposta, se non ho capito male, di una breve sospensione di un quarto d'ora per un caffè, per riposare, e su questo non c’è assolutamente problema. Io non posso decidere di sospendere la seduta fino a domani mattina. Quindi, se non ci siamo capiti, volevo semplicemente dirle questo. Quindi, a questo punto la seduta... posso procedere, onorevole Sorial, o vuole intervenire ? Vuole intervenire ? Sto sospendendo la seduta.
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PAGINA: 0046 La seduta, sospesa all'1,15, è ripresa all'1,40.
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PAGINA: 0046 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)
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PAGINA: 0261 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
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PAGINA: 0046 Intervengono sull'ordine dei lavori il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), ed il relatore per la maggioranza EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), nonché, per un richiamo al Regolamento, il deputato DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0261 RICCARDO FRACCARO. Io speravo, Presidente, che il suo intervento in Aula in questo momento fosse volto (Il deputato Fico si avvicina ai banchi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)... PAGINA: 0261 PRESIDENTE. Mi scusi un secondo. Onorevole Fico, per favore, adesso cerchiamo di collaborare. Mi scusi un secondo, onorevole Fraccaro. Allora, io prego tutti i colleghi... Grazie, grazie, onorevole Fico. Allora, onorevole Fraccaro prego. PAGINA: 0262 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, con piacere, se vuole, ripeterò quello che già ho comunicato. Per quanto riguarda il momento in cui si svolgerà la riunione del Comitato dei nove, non posso dire nulla, perché è il presidente della Commissione che decide quando convocarlo.
Rispetto alla richiesta che qui è stata avanzata e che è stata oggetto di un dibattito su un tema specifico contenuto nell'articolo 15, nel Comitato dei nove proporrò – ovviamente proseguendo prima i lavori sugli articoli per i quali ho già espresso i pareri nel Comitato dei nove, concludendo quindi il nostro lavoro – che l'esame dell'articolo 15 possa essere differito all'interno del lavoro che noi stiamo conducendo prima delle votazioni sulle norme transitorie e finali. La decisione di posticiparlo può essere presa solo all'interno del Comitato dei nove, la cui convocazione è fatta dal presidente della Commissione. PAGINA: 0263 DAVIDE CRIPPA. Presidente, avevo già sollevato in passato questa problematica, relativa al fatto che, qualora manchi un presidente di Commissione, questo tipo di lavori non possano andare avanti. Mi era stato risposto che in realtà debbono restare. Allora, visto che il presidente Sisto girava qui fuori, o lo recuperiamo oppure una vicepresidente venga a svolgere le funzioni... PAGINA: 0263 PRESIDENTE. D'accordo, la vicepresidente Agostini sta prendendo posto.
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PAGINA: 0046 Intervengono quindi sull'ordine dei lavori i deputati MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS), ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS), ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS), il PRESIDENTE (Vedi RS) per talune precisazioni, CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), cui rende ulteriori precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS) e ALBERTO ZOLEZZI (M5S) (Vedi RS), cui il PRESIDENTE (Vedi RS) toglie la parola.
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PAGINA: 0264 MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, sull'ordine dei lavori. Lei avrà seguito in modo molto puntuale ed in modo molto attento il dibattito che è avvenuto in Aula anche se non stava presiedendo lei. Però mi è sembrata molto chiara una prima offerta del MoVimento 5 Stelle ovvero quella – e lo dico anche personalmente – estremamente mite rispetto alle proposte avanzate di modifica del testo, che il PD non si sentiva di accettare in quanto non condivisibili secondo il partito di maggioranza relativa, di modifica del tempo stesso, semplicemente di spostare il voto dell'articolo 15 con i relativi emendamenti nel mese di marzo insieme agli ordini del giorno e al voto finale.
Mi è sembrato altrettanto di aver capito un'apertura da parte del presidente Speranza che si era detto disponibile a discutere sul tema.
È chiaro però che, se non prendiamo in un brevissimo tempo una decisione e quindi una risposta, non si può pensare che sugli altri emendamenti tutto proceda liscio e normale, e si possa votare normalmente, ed intanto rimane appesa la decisione sull'unica richiesta che ha portato avanti il MoVimento 5 Stelle.
Come ho detto prima, parliamo in modo assolutamente estraneo agli interessi. Noi non abbiamo partecipato alla trattativa tra il PD ed il MoVimento 5 Stelle, però pensiamo che, per discutere una modifica di una riforma costituzionale, bisogna e sia necessario quel buonsenso che riporta anche un po’ di dignità, visto quello che abbiamo visto quest'oggi, all'interno della istituzione della Camera dei deputati. E questa responsabilità, Presidente, principalmente, non esclusivamente, ma principalmente, indipendentemente da chi vuole avere ragione o torto, non mi interessa, ma la responsabilità principalmente è di chi ha i numeri in quest'Aula e non possiamo far finta di nulla.
Dunque, sorprende che all'unica richiesta fatta, devo dire, dal gruppo MoVimento 5 Stelle – con il quale ci dividono magari anche molti temi specifici nel merito – si voglia dire o proporre o rispondere dicendo: vedremo più avanti. Senza nemmeno dire quando più avanti, senza sapere quando verrà fatto il Comitato dei nove o se verrà fatta una Conferenza dei presidenti di gruppo e in che modo si decide quindi di proseguire, perlomeno dando una certezza. Infatti sarebbe palese e risulterebbe evidente che non si tratterebbe, quindi, di un'apertura, ma semplicemente di una presa di tempo, nella speranza di buttare su qualche articolo e qualche votazione.
Dunque, se ovviamente questi tempi non è in grado di darli adesso, si pone la proposta di prendere una pausa tecnica di qualche tempo, al fine di addivenire ad una risposta certa, visto che esiste un precedente, che è quello della giornata di ieri, quando eravamo nella stessa medesima condizione: eravamo durante una seduta fiume ed è stata fatta una pausa tecnica di sette ore. Quindi, non è vero che non esistono precedenti, non è vero che non si può prendere una decisione in tal senso: è già stato fatto. Dunque, invitiamo la Presidenza a fare un ulteriore sforzo rispetto a quelli che noi riconosciamo ha già fatto per addivenire ad una soluzione condivisa.
Le chiediamo di farlo perché la Presidenza della Camera è organo istituzionale, è terza carica dello Stato – ricordo che il Governo viene dopo la terza carica dello Stato – e le chiedo di farlo anche perché noi dobbiamo confrontarci – e vado a concludere, Presidente – con una situazione estremamente particolare. Si sta modificando la Costituzione con dei numeri che rappresentano il 27 per cento @pagina=0265@della forza elettorale del 2013. Non si può prescindere da questo, non si può fare finta di niente, non si può dire che c’è una maggioranza normale. È una maggioranza forzata da una legge elettorale che la stessa Corte costituzionale, da cui proviene oltretutto il Presidente della Repubblica, ha definito incostituzionale nei numeri.
E dunque, per questo, chiediamo a lei di cercare di alleggerire un clima, che sarebbe altrimenti irrispettoso prima di tutto verso il Paese e verso i cittadini, se si andasse avanti come abbiamo visto fino adesso. E dunque le chiediamo o di dare adesso una risposta di quando verrà fatto il Comitato dei nove e la Conferenza dei presidenti di gruppo o, se non in grado di farlo, di prenderci il tempo necessario. Infatti l'alternativa non è andare avanti con il lavoro: l'alternativa è umiliare questa Camera e la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0265 ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, lei non era in Aula, ma abbiamo avuto momenti difficili. È stata una serata dura, è stata una serata che ha visto anche episodi molto gravi, a tratti incresciosi, che ovviamente non hanno aiutato il dialogo e che rischiano di incrinare definitivamente anche i rapporti politici.
Ho ascoltato con molta attenzione quello che lei ha detto, Presidente, anche a proposito della seduta fiume. Noi non abbiamo mai utilizzato parole pesanti, come sono state utilizzate in quest'Aula nei suoi confronti, e pensiamo che i termini che ieri alcuni colleghi hanno rivolto nei suoi confronti siano di una gravità estrema. Ma, tuttavia, vogliamo dire anche una cosa. È vero che in democrazia i numeri contano, ma se valgono solo quelli, una forza come Sinistra Ecologia Libertà in questo momento potrebbe alzarsi e andarsene, perché il suo ruolo non serve a nulla.
E, invece, io credo nella democrazia, credo nel conflitto all'interno della democrazia, ma credo anche nel dialogo all'interno della democrazia. In questo momento e in questi giorni, anche attraverso le sedute fiume che sono un atto senza precedenti nella storia democratica di questo Paese sulle riforme costituzionali, si sta determinando un clima dove il dialogo non ha più nessuna possibilità di emergere e di vivere. O ci rendiamo conto di questo o se ne rende conto anche il Governo – e mi fa piacere che qui c’è il Presidente Renzi – oppure potrete anche votarvi questa riforma costituzionale, ma il sospetto dentro quest'Aula e dentro il Paese che si è fatta una forzatura e che si è giocato a nascondino con la Costituzione e con le regole non lo cancellerà nessuno, oggi e nella storia di questo Paese.
Guardate. L'ho detto ieri. Noi siamo parlamentari. Abbiamo una funzione che dobbiamo svolgere. Dobbiamo avere rispetto dell'Aula nella quale sediamo. Dobbiamo avere rispetto dei cittadini che tentiamo di rappresentare. Rappresentiamo quelli che oggi ci hanno votato. Quelli che oggi sono governati da lei, Presidente Renzi, e quelli che oggi sono rappresentati da questo Parlamento. Però guardi, noi abbiamo anche un obbligo, un dovere, nei confronti di quelli che verranno dopo, di quelli che verranno governati da altri dopo di lei e di quelli che saranno rappresentati da altri dopo di noi. E quello che stiamo consumando ora lascerà una ferita anche per quelli che saranno dopo di noi. Di questo vi dovete assumere la responsabilità. (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0265 ETTORE ROSATO. Grazie Presidente. Solo poche parole per dire che noi abbiamo tutto l'interesse che questo percorso di riforme vada avanti anche con le diversità di vedute, le diverse posizioni, in @pagina=0266@un confronto con tutte le forze di opposizione che ci stanno. E noi, lo dico senza retorica, abbiamo apprezzato la collaborazione reale, vera, di chi ha voluto partecipare a questo nostro lavoro, a partire dal gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, della Lega, da Forza Italia, che aveva una posizione diversa, e abbiamo anche apprezzato, lei lo sa, perché ha tentato anche di aiutare un dialogo tra i gruppi, abbiamo anche tentato e continueremo fino in fondo ad avere un dialogo con il gruppo del Movimento 5 Stelle sul merito delle questioni. Detto questo, senza ripercorrere le cose che sono avvenute oggi, perché credo che abbiamo parlato numerose ore su questo e forse dobbiamo tornare al merito, noi condividiamo la proposta che è stata fatta dal relatore di proseguire i lavori su tutti gli articoli che hanno i loro emendamenti già valutati dal Comitato dei nove per poi fissare, come anche lei ha suggerito all'inizio del suo speech in apertura, come diceva il Presidente Speranza prima, nel Comitato dei nove di domani mattina avremo l'occasione di discutere anche la proposta del Movimento 5 Stelle su cui le cose anticipate dal collega Fiano che, naturalmente, noi condividiamo tutte, per restare sul merito delle vicende e per consentire che comunque le riforme vadano avanti con la tempistica che insieme, mi sembra, abbiamo già stabilito. PAGINA: 0266 ROCCO PALESE. Si. Grazie Presidente. Io sono qui come prima legislatura, Presidente. E sono molto rammaricato e deluso dell'andamento dei lavori della giornata di oggi. Una pagina certamente non esaltante per il paese e per le istituzioni. E senza entrare per nulla nel merito della proposta di modifica molto corposa della Costituzione, ne abbiamo parlato in lungo e in largo, nelle commissioni e in Aula. Mi limito esclusivamente a individuare quale era il percorso che in questa Aula, in maniera trasparente, era stato pure trovato per cercare di uscire fuori dall'impasse.
Non commento le cose già note, sulla seduta fiume, sulla circostanza che mi sembra quanto meno anomalo che una riforma costituzionale molto, molto, molto complessa e molto delicata per il Paese e per le istituzioni, per il presente e il futuro delle istituzioni, sia stata inserita in un tour de force non solo di seduta fiume, ma anche in corrispondenza di orari molto, molto, molto impegnativi rispetto a quella che può essere poi la qualità del prodotto della Costituzione stessa che si sta per modificare. Abbiamo avuto una serie enorme di proposte in un contesto di dialogo che è avvenuto all'interno dei gruppi, sia rispetto alla formulazione del calendario nell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo che c’è stata, sia rispetto a un accordo politico che poi si è trasformato nel contesto formale, superando anche i regolamenti e gli altri aspetti.
Penso, in maniera inequivocabile, che possa essere accettata la proposta formalizzata in maniera trasparente in quest'Aula da parte del collega del MoVimento 5 Stelle questa sera che ha chiesto due cose: innanzitutto l'accantonamento dell'articolo 15 che riguarda i referendum e, successivamente, che questo articolo venga differito nella discussione, in riferimento all'integrazione dell'accordo che era stato trovato nell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo, alla prima decade di marzo insieme agli ordini del giorno e al voto finale. Poi il relatore ha chiarito che ci sono le norme transitorie che andrebbero raccordate in questo contesto. Non mi sembra veramente una proposta che non possa essere accettata. Trovo enormi difficoltà a capire e comprendere i motivi del perché non si accetti la possibilità di avere il rispetto degli impegni assunti da calendario entro sabato qui alle ore 15, sabato prossimo, e cioè la conclusione dell'esame di tutti gli articoli di questa riforma proposta e anche degli emendamenti e quant'altro, con il differimento dell'articolo 15, delle norme transitorie, degli ordini del giorno e il voto finale.
Il relatore formalmente ha formalizzato la disponibilità, a seguito anche dell'apertura che ci era sembrata esserci da @pagina=0267@parte del collega Speranza, per lo meno quello che può formalizzare, ma quello noi lo sapevamo già. O qui, ora e non dopo, si trova l'impegno politico – poi lo formalizziamo, ma dobbiamo trovare l'impegno politico, perché è questa risposta che noi aspettiamo e attendiamo, Presidente, un impegno politico, e ove non ci fosse questa disponibilità politica ad accettare questa proposta, legittimamente può accadere questo, lo si dica chiaramente – oppure non mi sembra che ci si debba formalizzare prima, dopo e quant'altro, ma adesso noi vogliamo sapere dalla maggioranza, dal Governo, perché c’è il Presidente del Consiglio presente, se questa proposta finalizzata a varare in tempi certi la riforma, e senza risse e senza cazzotti, che non riguardano certamente il gruppo che io rappresento, senza niente, debba essere accettata oppure no. Perché qui c’è una responsabilità delle istituzioni. PAGINA: 0267 PRESIDENTE. Grazie anche per aver riassunto i punti. Adesso c’è stato per le vie brevi uno scambio con la vicepresidente Agostini per cui il Comitato dei nove può essere fissato domani mattina alle 9. Quindi, questa è una cosa che già pone una caduta, domani mattina alle 9 c’è la riunione del Comitato dei nove.
Adesso colleghi, non ho molta scelta, devo continuare nei lavori, perché siamo in una «seduta fiume».
Allora colleghi vi prego di continuare con questo clima di collaborazione (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). PAGINA: 0267 CARLO SIBILIA. Signor Presidente, a me sembra che lei sia scesa dal primo piano di palazzo Montecitorio, non da Marte. Qui in Aula si stanno verificando dei fatti che mai si sono verificati in questa legislatura. A chi ci accusa, il deputato di cui non ricordo il nome Causi... Causio, non ricordo... PAGINA: 0267 PRESIDENTE. Scusate, onorevoli colleghi, dovete liberare il banco del Governo perché ci sono degli interventi in corso. Prego deputato Sibilia. PAGINA: 0268 MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, intervengo solo proprio trenta secondi, solo per confortarla che, nel caso decidesse di attivare adesso la pausa tecnica fino a domani alle 9, non prenderebbe le parti di un gruppo: ha fatto votare una seduta fiume su una riforma costituzionale e quindi penso che le esigenze del PD siano ampiamente rispettate. Se concedesse alle opposizioni una pausa tecnica fino a domani alle 9, prima della riunione del Comitato dei nove, ciò sarebbe assolutamente un punto di caduta, più che di mediazione, sicuramente maggiormente a favore del Partito Democratico, trovandoci in uno stato attuale di seduta fiume. Quindi, non si può pensare che se si fa una pausa tecnica fino alle 9 questa sarebbe una vittoria o una resa della maggioranza verso l'opposizione. Siamo in una seduta fiume su delle riforme costituzionali, credo che sia doveroso almeno cercare di arrivare a quella mediazione necessaria, perché altrimenti da qui non ne usciamo. È una preoccupazione che ho non come gruppo ma come cittadino di questo Paese – e come parlamentare, ovviamente – che sta discutendo delle modifiche costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). PAGINA: 0269 ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, faccio anche presente tre punti. Sono senza voce, mi scusi. Qui è presente l'onorevole Scalfarotto, che oggi era in missione... PAGINA: 0269 PRESIDENTE. No, su questo abbiamo già parlato, onorevole Zolezzi ! Questo no, perché su questo abbiamo già esaurito questa mattina ! Ho seguito quanto è accaduto questa mattina in quest'Aula: la prego, non riapriamo questo discorso. Quindi, a questo punto io vi chiedo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
No ! Su questo punto, no. Colleghi, su questo punto, no. Presidente Giachetti, per favore, liberi il banco del Governo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È possibile che se parlo con lei non vedo Giachetti sotto ? Non l'avevo visto. Colleghi, scusate, è possibile trovare un accordo per cui continuiamo con le votazioni e poi facciamo pausa tecnica ?
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PAGINA: 0046 Intervengono altresì sull'ordine dei lavori i deputati ROBERTO FICO (M5S) (Vedi RS) e GIANCARLO GIORGETTI (LNA) (Vedi RS), che prospetta altresì l'opportunità di convocare immediatamente il Comitato dei nove. Interviene al riguardo il presidente della I Commissione FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS), il quale non ritiene vi siano le condizioni per convocare subito il Comitato dei nove e che pertanto spetti al Presidente della Camera di valutare le modalità con le quali proseguire i lavori dell'Aula. Interviene inoltre sull'ordine dei lavori il deputato BARBARA SALTAMARTINI (Misto) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0269 ROBERTO FICO. Presidente, mi unisco a ciò che ha detto Sibilia a nome del mio gruppo parlamentare e a ciò che ha detto il deputato Fedriga. PAGINA: 0269 GIANCARLO GIORGETTI. Presidente, io credo che, allo stato dell'arte, forse un punto di caduta – e mi rivolgo al presidente Sisto, che ho visto tornare in Aula – potrebbe essere quello di anticipare la questione dirimente. Cioè, il Comitato dei nove, a questo punto, invece che essere convocato domani mattina alle 9 potrebbe essere convocato al più presto, subito, in modo che la questione in qualche modo possa essere risolta.
Mi rivolgo, però, anche ai colleghi del gruppo del MoVimento 5 Stelle nel senso che capisco le loro ragioni e le condivido anche tantissimo. Non ho condiviso e non condivido la scelta che la maggioranza, in forza dei numeri, ha fatto di arrivare alla seduta fiume. È chiaro che nel momento in cui la seduta fiume è stata deliberata, credo che ci si debba muovere all'interno delle regole della seduta fiume. Allora, @pagina=0270@bisogna capire quelli che sono gli obiettivi praticabili e quelli che sono non praticabili.
Senza che questo possa costituire una sconfitta per nessuno, credo che la scelta di convocare, immediatamente, se possibile, il Comitato dei nove, per dirimere questa questione possa essere la soluzione che non significa la sospensione tecnica richiesta dalle opposizioni, che non significa di procedere in votazioni particolarmente complesse, come particolarmente auspicato dal Governo e dalla maggioranza e che ci permetta di riprendere poi i lavori in un'ora da convenire, di fronte alla prospettiva chiara di una seduta fiume – veramente fiume, se a questo punto la maggioranza riuscirà a sostenerla –, oppure la soluzione politica che tutti auspichiamo e che stiamo auspicando da almeno tre giorni.
Quindi, signor Presidente, invito lei e anche il presidente Sisto a valutare questa mia proposta e credo che possa essere una ragionevole mediazione e un ragionevole punto di caduta. PAGINA: 0270 FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, come è noto, non ho l'abitudine di sottrarmi né a responsabilità, né a decisioni. Tuttavia, credo che a questo punto il Comitato dei nove deve sempre avere una sua giustificazione e una sua ragione d'essere e non deve essere un espediente per risolvere una situazione che è nell'Aula.
Chiedo a lei, signor Presidente, di valutare – mi scusi se mi permetto di dare a lei questa responsabilità – se la situazione dell'Aula in questo momento richiede un provvedimento diverso da quello che può essere una eventuale sospensione tecnica e una eventuale valutazione. Il Comitato dei nove dovrebbe riunirsi per cosa ? Per valutare se ci sono delle soluzioni per superare questa empasse ? Non è il compito del Comitato dei nove ? Non è il Comitato dei nove che può valutare la disciplina dell'Aula, ma si riunisce per... PAGINA: 0271 BARBARA SALTAMARTINI. Signora Presidente, ascoltando attentamente le parole del presidente Sisto, vorrei capire.
Se non si intravedono ora le necessità della convocazione del Comitato dei nove, non capisco perché si dovrebbero intravedere domani mattina alle 9. Sulla stessa, diciamo, motivazione espressa e richiesta dai gruppi parlamentari, se non ci sono ora non ci sono neanche domani mattina; quindi rispetto a questo vorrei capire da lei, signora Presidente, ed eventualmente dal presidente della commissione, qual è la differenza tra le due convocazioni. PAGINA: 0271 PRESIDENTE. Allora, io penso che su domani c’è stato già un accordo perché ci sarà tempo... allora, no, no, no, no, calmi, è stato detto che alle ore 9 di domani c’è il Comitato dei nove, ci sarà... (Proteste)... l'abbiamo detto prima, con la Vicepresidente, il Comitato dei nove si riunisce domani alle 9. Allora, va bene se non volete ascoltare la risposta perché non vi piace, io non so che dire. Ragazzi, però non funziona così, abbiate pazienza. Allora, colleghi, deputato Palese io le ho dato già la parola: se è sull'ordine dei lavori non ne usciamo, perché abbiamo capito come è la situazione. L'abbiamo capito. Sì. C’è una richiesta che viene fatta da un gruppo, forse da più gruppi, e c’è però anche una risposta del Comitato dei nove. Quindi, una richiesta di un altro gruppo di andare avanti: non c’è nulla di nuovo sull'ordine dei lavori, onorevole Palese. Allora, colleghi, onorevole Palese, sull'ordine dei lavori non posso ridarle la parola perché lei ha già parlato su questo tema, lei ha anche ricordato tutte le tappe, io la ringrazio per questo. Ma a questo momento non abbiamo altre... Chiede di intervenire l'onorevole Crippa per richiamo al Regolamento: mi dica l'articolo, e la prego di stare sull'articolo.
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PAGINA: 0047 Intervengono per richiami al Regolamento i deputati DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS), cui rende ulteriori precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), e ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS), nonché, sull'ordine dei lavori, il deputato STEFANO QUARANTA (SEL) (Vedi RS). Interviene altresì il presidente della I Commissione FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0271 DAVIDE CRIPPA. Guardi, Presidente, è sempre l'8, perché è il ruolo della Presidenza. Io credo che le mie orecchie abbiano sentito cose diverse da quelle che hanno sentito le sue, ma quanto pronunciato dal presidente Sisto è difforme da quello che le è stato riferito dalla vicepresidente del PD della Commissione, perché il presidente Sisto ha detto che non vede margine di discussione. PAGINA: 0271 PRESIDENTE. Chiaramente, non capisco io, ci mancherebbe altro. PAGINA: 0272 ROCCO PALESE. Grazie per il complimento, Presidente, ne sono onorato. Io avevo chiesto la parola per un motivo molto semplice. Sul problema formale avevamo già tutti cognizione e certezza che le risposte non potevano essere quelle che ci ha dato prima l'onorevole Fiano e quelle che ci ha dato poi l'onorevole Sisto. Io ho chiesto una risposta politica e questa risposta politica può avvenire subito, noi abbiamo la necessità di averla. Anche lei, signora Presidente, quando durante l'ultima Conferenza dei capigruppo è stato raggiunto un punto di caduta politica di accordo, le opposizioni tutte ci hanno impiegato zero secondi a venire qui dentro e a ritirare quattromila subemendamenti. Ora noi chiediamo che ci sia la stessa formalizzazione politica rispetto a quella che è stata un'esigenza.
Onestamente, non riesco a comprendere perché davanti al possibile raggiungimento di un'approvazione matematica di questa riforma in tempi certi e senza problemi di tempistica, non ci sia una risposta positiva davanti all'impegno da parte di tutti gruppi di opposizione di tempi certi rispetto a sabato, ore 15, in riferimento a tutti gli articoli e a tutti gli emendamenti, di non presentazione di emendamenti integrativi o subemendamenti per quello che riguarda l'articolo 15 se riferito... (Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie)... PAGINA: 0272 STEFANO QUARANTA. Presidente, lei sa che io in queste settimane ho sempre cercato di fare lo sforzo di intervenire nel merito delle questioni. Abbiamo affrontato diversi articoli, abbiamo provato ad evitare ostruzionismi inutili, ma di stare nel merito delle questioni. Ora mi pare che qui oggi si stia facendo una discussione sbagliata, perché ci stiamo rimpallando le responsabilità tra Presidente della Camera, presidente della Commissione e gruppi parlamentari.
Qui c’è una persona che dovrebbe spiegarci perché siamo qui a discutere di riforma della Costituzione quando ci è stato detto che il voto finale deve essere a marzo, senza che ci sia alcuna urgenza, ed è il Presidente Renzi, che è qui ed è l'unico che sta zitto (Applausi dei deputati dei @pagina=0273@gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie). Se qui c’è qualcuno che può sbloccare questa situazione con un minimo di senso di responsabilità, questo è il Presidente del Consiglio. Visto che ci ha fatto l'onore di essere qui presente in mezzo a noi e già che lei è qui presente, le dico anche un'altra cosa: noi abbiamo posto molte questioni di merito con spirito costruttivo in queste settimane, ma la sua Ministra e i suoi sottosegretari mai ci hanno dato risposta, non so se per incapacità o per non volontà di dialogo. Visto che lei è qui presente, se vuole dirci due parole sul perché stiamo superando in questo modo il bicameralismo perfetto, un modo per noi assurdo. Noi siamo d'accordo sull'obiettivo, ma il merito ci sembra ridicolo. Se poi ci vuole dire se è in grado di ricreare in quest'Aula un clima che non c’è, anche per le forzature che lei e il suo Governo avete fatto inutilmente, perché parliamo di una riforma che dovrebbe essere del Parlamento e non del Governo, forse in questo caso può darci una mano a dirimere questa questione. Se la sua presenza qui serve a questo, sarò il primo a ringraziarla, ma forse lei è il vero interlocutore di questa discussione, altrimenti tra di noi colleghi ci stiamo prendendo in giro, perché ci rimpalliamo delle responsabilità che sono del signor Presidente Renzi, qui di fronte a noi (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie). PAGINA: 0273 FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Qualche volta uno si chiede se nella vita si può trovare in una situazione di questo genere. Si, ci si può trovare e si deve assumere le sue responsabilità, come è giusto che sia.
Presidente, io ribadisco ovviamente quello che ho prima riferito: il Comitato dei nove non è uno strumento di superamento dell’impasse che c’è nell'Aula. Quindi, se dovessi pensare ad una funzione puramente, come posso dire, ortodossa della riunione del Comitato, direi che non è certamente quella la sede per risolvere il problema che si chiede di risolvere.
Però, devo dire, con molta serenità, che ho l'impressione che si voglia utilizzare questa riunione, in qualche maniera, per provare a risolvere il problema dell'Aula. Io opterei, Presidente, per una soluzione di mezzo, che può essere quella che, in qualche modo, va incontro a tutte le esigenze. Io non so quante votazioni ci siano ancora sull'articolo che stiamo votando. Non ho idea di quanti ce ne siano, se sono tanti o se sono pochi. Quanti ? Tre, quattro votazioni...
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PAGINA: 0048 Intervengono, per un richiamo al Regolamento, il deputato GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI (FI-PdL) (Vedi RS) e sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.06.6 il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0274 GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, faccio riferimento sempre all'articolo 8 del Regolamento. Le chiedo di non farci rimpiangere Giachetti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle). Abbiamo sostanzialmente chiesto a Giachetti, perché era stato abbastanza nervoso stasera, dovuto anche al fatto che stava poco bene, perché devo riconoscere che ha sempre condotto quest'Aula, tranne stasera, in maniera normale.
Presidente, io le voglio chiedere una cosa proprio in ordine ai lavori. Lei dice: indico la votazione se non ci sono interventi; io chiedo di intervenire e lei, invece, @pagina=0275@mette in votazione. Giusto per capire perché, siccome è la prima legislatura, è giusto per adeguarmi un po’ all'andamento dei lavori. PAGINA: 0275 RICCARDO FRACCARO. Intervengo, Presidente, per spiegare il mio non voto su questo subemendamento. Visto che sono in dichiarazione di voto, vorrei spiegare perché non mi sento di votare questo subemendamento. Non mi sento di votarlo, perché, Presidente, lei non ha fatto parlare il mio gruppo parlamentare precedentemente in dichiarazione di voto su un emendamento e, in questo momento, deve essere molto sensibile alle nostre esigenze, alle esigenze dell'opposizione. Forse, Presidente, sarebbe più agevole per lei svolgere il suo ruolo se uscisse da quest'Aula il Presidente del Consiglio. Forse si sente succube della sua presenza, e dico questo Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... PAGINA: 0275 PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, il Presidente del Consiglio ha diritto di stare in quest'Aula. Ha semplicemente diritto ed io mi sento a mio agio, glielo posso assicurare.
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PAGINA: 0049 La seduta, sospesa alle 2,55, è ripresa alle 3,35.
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PAGINA: 0049 Interviene sull'articolo aggiuntivo Quaranta 36.06 il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS); interviene quindi per un richiamo al Regolamento il deputato ANTONIO DISTASO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0275 RICCARDO FRACCARO. Perfetto, ho detto questo, Presidente, in quanto la situazione che si è creata in quest'Aula è nata dopo che dal Governo è arrivato un diktat, quello di finire le votazioni entro sabato.@pagina=0276@
Non c'era nessun motivo per deliberare la seduta fiume. Non c'era alcun motivo, perché sa benissimo che lei ha introdotto questa innovazione all'interno dell'applicazione del Regolamento della Camera: la seduta fiume in discussione sulle riforme costituzionali, quando sa benissimo che la fiume viene posta in presenza di una scadenza. Le riforme costituzionali non hanno scadenza. L'unica scadenza che è stata posta è quella del Presidente del Consiglio Renzi.
E, allora, Presidente la verità è che qui non stiamo difendendo semplicemente l'applicazione o meno di un articolo del Regolamento, ma stiamo cercando di difendere la democrazia parlamentare, perché in democrazia parlamentare il Parlamento decide e il Governo esegue (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E qui oggi non ci troviamo di fronte ad un esecutore: il Presidente del Consiglio Renzi non è seduto qui come un esecutore della volontà del Parlamento, è seduto qui come un dittatore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che sta imponendo ai suoi tirapiedi (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) di votare una Costituzione che sta calpestando i diritti fondamentali. Il Presidente del Consiglio... PAGINA: 0278 ANTONIO DISTASO. Grazie Presidente. Io ho chiesto la parola per un richiamo al Regolamento, in particolare sull'articolo 8. Il mio delegato d'Aula, onorevole Palese, mi informa che sarebbe stato raggiunto un accordo sull'andamento dei lavori quanto meno per questa notte. Se così è, rinuncio ovviamente al mio intervento purché si sia sbloccata la situazione. Quindi, in questo caso rinuncio se no richiederò la parola. Grazie.
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PAGINA: 0049 Interviene sul subemendamento D'Ambrosio 0.36.07.7 il deputato RICCARDO FRACCARO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0279 RICCARDO FRACCARO. Presidente Boldrini, la ringrazio della parola. Io sono entrato nel merito come spesso lei ha chiesto. Silenzio assoluto come sempre, Presidente. Come da mesi a questa parte, non so se se ne è accorta. Vado avanti. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). No, perché siamo sempre in Italia dove non c’è ragione per fare le proteste, dobbiamo aiutarla a essere arbitro. Poi, noi lo facciamo, silenzio totale. E stiamo parlando delle riforme della Carta costituzionale. Benissimo. Ci riprovo ! Ci riprovo. Discutiamo con tutti, con tutti, poi solo con Verdini. Discutiamo con tutti. Vero Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Altro punto che non capisco, che riguarda sempre il Senato e anche la Camera, in questo caso. Lei arriva a un punto di svolta. Chiede di passare dal bicameralismo al monocameralismo e, per tutelare i diritti degli enti locali, per tutelare gli interessi degli enti locali, pensa a un Senato delle autonomie. Con i limiti che le ho illustrato prima e a cui non ha ancora risposto.
In ogni caso, Presidente, questo Senato delle autonomie deve incidere, perché possa tutelare i propri interessi, nell'iter legislativo, magari proprio nell'ambito delle leggi che più gli interessano come quelle finanziarie e così via. Ma proprio con riferimento a quelle leggi che sono più importanti per le regioni, andiamo a vedere che poteri ha, il Senato, Presidente. Il Senato, in realtà, ha la possibilità, sostanzialmente, di esprimere un parere, di chiedere delle modifiche alla Camera. Una volta che raggiunge la necessaria maggioranza – che comunque è un'operazione complessa – per chiedere le modifiche alla Camera, la Camera si può esprimere su queste modifiche, ma con che maggioranza ? Quando va bene con la maggioranza semplice, quando va male con la maggioranza assoluta. Ma lei sa meglio di me che con la legge elettorale che ha proposto, con l'Italicum, la maggioranza assoluta è garantita a una sola forza politica che magari è una minoranza all'interno del Paese come consenso, perché con la legge elettorale, è paradossale, magari non succederà mai, ma teoricamente può succedere che una forza politica che ha il 5 per cento può avere il 54 per cento dei seggi. Ditemi se sbaglio; Presidente Renzi, mi dica se sbaglio. Allora una decisione presa a maggioranza, anche iperqualificata da parte del Senato, può essere, in qualsiasi momento, sorpassata, ignorata da quella forza politica, da un solo partito.
Allora, che garanzie diamo al Senato ? Nessuna; quali poteri diamo nelle materie in cui ha interesse ? Nessuno. Dovrà chiedere, chinarsi, chiedere qualcosa magari in cambio alla forza di maggioranza in quel momento e quindi le regioni diventeranno succubi, non avranno un potere reale, saranno, anche queste, delle serve del padrone, per poter ottenere quello che chiedono. Infatti non ci sarà bisogno per la forza politica di minoranza nel Paese, @pagina=0280@ma maggioranza alla Camera, di interloquire con le altre forze politiche che, magari, hanno interessi diversi nelle regioni. Allora, su questo punto, Presidente, che mi sembra irragionevole in maniera abbastanza evidente – io non riesco a capire sinceramente la logica che sta dietro questa scelta – le chiedo con un atteggiamento, come vede, Presidente Boldrini, estremamente positivo e propositivo, di dialogare con le forze politiche di opposizione che, le ricordo, in realtà sono maggioranza assoluta all'interno del Paese, rispetto alle ultime elezioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
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PAGINA: 0050 Interviene quindi sull'articolo aggiuntivo Russo 36.012 il deputato PAOLO RUSSO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0284 PAOLO RUSSO. Presidente, devo dire la più vivida e fervida o se volete perversa immaginazione non mi avrebbe potuto suggerire che avremmo ragionato di macro regioni a quest'ora del mattino, alle 4 del mattino. Ma tant’è: questo è il desiderio e noi ci adeguiamo.
Avevamo detto che le due ipotesi sulle quali si lavorava o si poteva lavorare per una ridefinizione degli ambiti regionali erano o, la prima, una soluzione autoritativa dall'alto, strutturale, e cioè una modifica tout court dell'articolo 131 della Costituzione, o, l'altra soluzione, l'abrogazione dell'articolo 131, e siamo in questa fattispecie, e la riformulazione dell'articolo 132, portando a 10 milioni di cittadini il limite per ricostruire dal basso, partendo da una volontarietà dei territori e quindi delle regioni e quindi dei consigli regionali, sottoposta poi, quella valutazione, alla proposta referendaria successiva.
È evidente che il meccanismo che noi privilegiamo con questo articolo aggiuntivo è proprio quello che promana dal basso, non quello che con un tratto di penna costituzionale, con un'ascia costituzionale, chiude la partita ridefinendo i limiti territoriali, ma piuttosto attraverso un'azione di coinvolgimento, di partecipazione dei territori perché quei territori giungano a soluzioni condivise.
E guardate, vi è una condizione che io rilevo in questa riforma costituzionale e che avrei già suggerito in un precedente intervento. È evidente che siffatta riforma determina la condizione per la quale le regioni a Statuto ordinario perdono ruolo, potestà e funzioni a vantaggio dello Stato, mentre queste funzioni non sono perse dalle regioni a Statuto speciale, alimentando cioè una sorta di asimmetria che diventa difficilmente tollerabile. Penso, per esempio, al sistema dei costi standard, che varrà per la Lombardia, per la Calabria, per la Campania, ma per esempio non varrà per la Sicilia o per la Valle d'Aosta; andrà, insomma, pur posta una questione che riguarda le province autonome che godono di una straordinaria legislazione di favore, unica in Europa. E provo qui a fare un esempio. Nonostante il PIL pro capite più alto d'Italia, 39.800 euro, il PIL della provincia di Bolzano, nonostante quel PIL il più alto d'Italia, più del PIL della Lombardia, più del PIL della Toscana, quasi tre volte quello della Campania, ebbene, lì si è esonerati sul fronte della solidarietà. Viceversa, il Veneto confinante, pur avendo un PIL pro capite di 30 mila euro l'anno, si sobbarca dell'onere della solidarietà.
Quindi, mi pare più che evidente che una qualche mano, in questa fase, andrebbe messa. Capisco che non si può lavorare sulle ipotesi delle macroregioni senza pensare a un nuovo disegno degli aspetti dell'autonomia finanziaria, ma pur bisogna iniziare e qui e questa è l'occasione utile per iniziare.
Vorrei offrire alla vostra valutazione che 13 regioni sono andate al voto nel 2010. Di queste 13 regioni, 6 hanno terminato con largo anticipo il mandato. Pur significherà qualcosa ! Dieci regioni, cioè la metà, sono sottoposte al piano di rientro dal debito sanitario; di queste, cinque sono state commissariate e solo la maggiore capacità di entrate fiscali ha evitato un percorso analogo per altri enti territoriali.
Per queste ragioni crediamo che questa sia l'occasione per cominciare a metter mano ad una iniziativa non dall'alto, ma che parta dal basso, che coinvolga i territori, @pagina=0285@che sia valutata dai consigli regionali e che sia sottoposta ad ulteriore azione referendaria. Per questa ragione votiamo a favore dell'articolo aggiuntivo.
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PAGINA: 0050 Interviene sul subemendamento Dieni 0.36.01.1 il deputato EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0289 EMANUELE COZZOLINO. Si sta discutendo nel merito, ringrazio la maggioranza di aver approvato un subemendamento che non cambia assolutamente niente, semplicemente per poi magari domani vendersi che avete approvato, uno o anche qualcuno di più, emendamenti dell'opposizione o del M5S, semplicemente perché precludevano altri subemendamenti. Questa è l'idea di riforme costituzionali condivise. Grazie.
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PAGINA: 0050 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato EMANUELE COZZOLINO (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0290 EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente. Vorrei ricordare al Presidente Renzi che questo non è il bar, ma è la Camera dei deputati e quindi, se vuole stare qua, stia seduto oppure vada alla buvette a divertirsi con la propria maggioranza. Questo è il rispetto che ha il Presidente del Consiglio per il Parlamento dell'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi del MoVimento 5 Stelle, della Lega Nord e Autonomie e di Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Grazie.
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PAGINA: 0050 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta fino alle 10,30.
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PAGINA: 0290 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, dell'articolo aggiuntivo 36.0202 (Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0051 La seduta, sospesa alle 4,35, è ripresa alle 10,50.
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PAGINA: 0051 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (Vedi RS)
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PAGINA: 0291 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI
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PAGINA: 0051 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0291 Missioni.
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PAGINA: 0051 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono novanta.
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PAGINA: 0291 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Boccia, @pagina=0292@Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Carbone, D'Alia, Dambruoso, Fedriga, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giachetti, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Molea, Pisicchio, Portas, Sani, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0051 Si riprende la discussione. (Vedi RS)
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PAGINA: 0292 Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.
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PAGINA: 0051 (Esame dell'articolo 37) (Vedi RS)
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PAGINA: 0292 (Esame dell'articolo 37 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0051 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS), CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), IGNAZIO LA RUSSA (FdI-AN) (Vedi RS), FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS), presidente della I Commissione, cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), nuovamente RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS) e DAVIDE CRIPPA (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0292 MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, chiederei un attimo di attenzione anche dei colleghi, tramite lei, ovviamente, se me lo consente, perché... PAGINA: 0292 RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, l'Aula ieri è stata sospesa per consentire al Comitato dei nove di riunirsi, con poi il differimento per quanto riguarda l'inizio dei lavori a questa mattina. Nel dibattito di ieri, nel difficile e concitato dibattito di ieri, il Comitato dei nove era collegato poi ad una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo per verificare se fosse possibile o se c'erano le condizioni politiche per la ridefinizione del calendario dei lavori dell'Aula.
Io sono qui a chiederle, signor Presidente, sulla base dei risultati del Comitato dei nove, positivi o negativi che siano, di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo per verificare se ci sono le condizioni di ridefinizione del calendario. In caso contrario, sarà molto difficile, anche per il mio gruppo politico, poter continuare i lavori dell'Aula. Quindi, mi @pagina=0293@associo a quanto richiesto dal collega Fedriga, e la prego di valutare con estrema attenzione quanto le ho espresso. PAGINA: 0293 ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, l'esito del Comitato dei nove sembra non aver prodotto risultati che auspicavamo, per cui per quello che ci riguarda è necessaria, come hanno chiesto gli altri colleghi dell'opposizione, una Conferenza dei presidenti di gruppo per ridefinire il calendario e per provare a ripartire.
Se non fosse possibile, io credo che sarebbe un errore molto grande e si determinerebbe un clima di difficile gestione per tutti. PAGINA: 0293 CARLO SIBILIA. Signor Presidente, anche noi del MoVimento 5 Stelle interveniamo perché, a seguito, di fatto, della riunione del Comitato dei nove e quindi delle considerazioni e del seguito che si è avuto, vorremmo come minimo un confronto con tutti gli altri gruppi e credo che la scelta di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo sia la scelta più giusta e noi ci associamo alla richiesta delle altre opposizioni. PAGINA: 0293 IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, credo che la richiesta motivata dal presidente Fedriga debba e possa essere tranquillamente accolta. Io comunque mi associo a questa richiesta e credo che veramente e plasticamente si sia capito in queste ore come il percorso per una riforma costituzionale non debba e non possa essere quello che è stato imposto a quest'Assemblea. PAGINA: 0293 FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, giusto perché ieri sera – ho sbagliato: ieri mattina, anzi questa mattina – ci si era lasciati... PAGINA: 0293 PRESIDENTE. Ormai, nella seduta fiume, fa poca differenza, Presidente Sisto. Diciamo poche ore fa... PAGINA: 0294 RENATO BRUNETTA. Presidente, le avevamo chiesto, come opposizioni, di farsi parte diligente per definire subito la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo, non di far proseguire i lavori dell'Aula in attesa di avere una risposta sulla Conferenza dei presidenti di gruppo. Probabilmente lei ieri sera non ha visto o non ha partecipato ai lavori di questa Assemblea, ma questo era il merito del problema di ieri sera, come è stato esplicitato poi dal presidente Sisto.
Quindi, noi le chiediamo, signor Presidente, di dirci se questa Conferenza dei presidenti di gruppo si può fare, e subito, oppure se c’è un «no» rispetto ad essa, perché, rispetto a questa determinazione, le opposizioni di quest'Aula prenderanno delle decisioni molto precise e molto chiare. Quindi, non ci può essere un differimento: ci deve essere una determinazione immediata, lo dico con tutto il garbo di cui sono capace.
Per cui le stiamo chiedendo, signor Presidente, che ci dica «sì» o «no» alla Conferenza dei presidenti di gruppo: se ha bisogno di parlare con qualcuno, sospenda per cinque minuti, dieci minuti, i lavori dell'Aula e, poi, ci comunichi la decisione della Presidenza sulla convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Non ci possono essere differimenti.
Le dico un'altra cosa, signor Presidente, che, qualora non fosse concessa la Conferenza dei presidenti di gruppo, le opposizioni uscirebbero dall'Aula. PAGINA: 0294 DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, io volevo farle presente che ieri sera... però, se mi ascolta... so che è multitasking, però...
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PAGINA: 0051 PRESIDENTE (Vedi RS). Con riferimento alle questioni sollevate sull'ordine dei lavori, avverte che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle 12.
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PAGINA: 0294 PRESIDENTE. Sì, ho capito, però...
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PAGINA: 0051 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 37.
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PAGINA: 0295 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sull'articolo 37 i pareri sono tutti contrari sugli emendamenti e mi rimetto all'Assemblea su tutti i subemendamenti. Se lei ha un'altra esigenza, li leggo.
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PAGINA: 0051 MATTEO BRAGANTINI (LNA) (Vedi RS) e STEFANO QUARANTA (SEL), Relatori di minoranza. Esprimono il parere di competenza sulle proposte emendative riferite all'articolo 37.
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PAGINA: 0296 MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere sugli identici emendamenti Bianconi 37.1 e Toninelli 37.2 è contrario. Sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, il parere è contrario, come pure sugli emendamenti Toninelli 37.9, 37.14 e 37,13. Parere favorevole sul subemendamento Toninelli 0.37.15.3, sull'emendamento Centemero @pagina=0297@37.15, sul subemendamento Toninelli 0.37.10.3 e sull'emendamento Scotto 37.10.
Mi rimetto all'Aula sull'articolo aggiuntivo Toninelli 37.01 e sull'articolo aggiuntivo 37.0200, Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, mentre il parere è favorevole sull'articolo aggiuntivo 37.0201, Parte del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, e sugli articoli aggiuntivi Fraccaro 37.04 e 37.03.
Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Bianconi 37.06, sui subemendamenti Cozzolino 0.37.05.6 e 0.37.05.1 e sul subemendamento Toninelli 0.37.05.5. Il parere invece è favorevole sul subemendamento dell'onorevole Cozzolino, scusi, del cittadino Cozzolino, 0.37.05.2. Il parere, infine, è contrario sui subemendamenti Cozzolino 0.37.05.3 e 0.37.05.4 e sull'articolo aggiuntivo Lauricella 37.05.
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PAGINA: 0052 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0297 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.
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PAGINA: 0052 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS).
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PAGINA: 0298 GIANLUCA PINI. Signor Presidente, solo per sapere di quanto siamo «sopra» rispetto al numero legale.
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PAGINA: 0052 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato COSIMO LATRONICO (FI-PdL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS)
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PAGINA: 0299 COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, ha ragione, anche perché la nostra voce è stata messa a dura prova. Volevo dirle, posto che questa è una seduta fiume e io avrei da chiarire qualcosa sul verbale perché ho letto il resoconto e mancano alcune questioni che mi riguardano, volevo sapere da lei se posso intervenire per mettere a verbale alcune precisazioni. PAGINA: 0299 PRESIDENTE. Questo non è possibile, onorevole Latronico, perché la seduta, essendo fiume, non si è ancora conclusa e, quindi, il processo verbale si leggerà nella seduta successiva. Quindi, avremo occasione, ma in una ulteriore seduta.
Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Toninelli 37.13.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 37.13 (Commenti del deputato Bianconi)... onorevole Bianconi, per favore si contenga... con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0052 Interviene sull'articolo aggiuntivo Lauricella 37.05 il deputato GIUSEPPE LAURICELLA (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0302 GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie, Presidente. Chiaramente, l'articolo aggiuntivo 37.05 è stato ora modificato dal subemendamento Cozzolino, quindi, diventerebbe così: «con i principi fondamentali sui quali si fonda la presente Costituzione».
Vorrei fare subito un breve ragionamento per capire qual è l'essenza di questo articolo aggiuntivo. Esso non fa altro che riportare una sentenza – la n. 1.146 del 1988 – della Corte costituzionale con @pagina=0303@la quale finalmente si sanciva, anzi veniva stabilito dalla stessa Corte, che, al di là del limite alla revisione costituzionale dell'articolo 139 – limite espresso –, dovevano essere considerati limiti, altrettanto, della Costituzione, quindi alla revisione costituzionale, impliciti – questa volta – tutti quelli che appartengono appunto e che riguardano l'essenza dei valori supremi sui quali si fonda la nostra Costituzione.
Ora, cambiandola con i principi fondamentali, sostanzialmente, è la stessa cosa, perché la Corte si riferiva a tutti quei principi che noi abbiamo nella parte iniziale della nostra Carta costituzionale, che quindi rappresentano valori supremi, valori fondamentali, punti di riferimento immodificabili se noi vogliamo mantenere l'assetto democratico. Allora, il punto è questo, cioè è come dire: approviamo un emendamento in cui si dice che esiste l'acqua calda. Se anche questo non è possibile, non capisco di che cosa dobbiamo ragionare.
Quindi, io chiedo, sostanzialmente, che venga approvato, venga cambiato magari il parere del relatore e del Governo, perché si tratta soltanto di un aggiustamento per cui l'articolo 139 prevederebbe, in questo caso, non solo il comma 1, con il limite alla forma repubblicana, ma anche questa frase, che comporta l'introduzione nella Costituzione, soltanto come razionalizzazione, di questo principio, che già esiste e fa parte del nostro ordinamento.
Quindi, non chiedo la luna, ma chiedo soltanto una razionalizzazione di un principio che mi pare sacrosanto. Se volete dire di no anche a questo, vuol dire che non abbiamo nessuna speranza.
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PAGINA: 0053 Intervengono sull'ordine dei lavori il relatore per la maggioranza EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), ed i deputati MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS), CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS) e FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS).
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PAGINA: 0303 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, io posso solo segnalarle che in Comitato dei nove, dopo questo articolo, abbiamo già dato i pareri sull'articolo 10 e, se vuole, posso comunicarli all'Aula e con questo proseguire. PAGINA: 0303 MASSIMILIANO FEDRIGA. Intervengo per segnalare che tra un quarto d'ora c’è @pagina=0304@la Conferenza dei capigruppo. Ovviamente dando i pareri si perderebbe tutto il tempo necessario per arrivare alla Conferenza dei capigruppo. Penso che sospendere i lavori, prima di iniziare gli articoli accantonati, possa essere utile per arrivare in modo decente alla Conferenza dei capigruppo. Quindi, potrebbe essere una soluzione di buon senso sospendere adesso la seduta, in attesa della Conferenza dei capigruppo. PAGINA: 0304 ARTURO SCOTTO. Condividiamo la richiesta avanzata dal collega Fedriga. PAGINA: 0304 CARLO SIBILIA. Mi perdoni, Presidente, però, come lei avrà notato, io le annuncio anche che il nostro gruppo si sta vedendo, quindi dare i pareri mi sembra anche una cosa che ci fa perdere tempo e fuori luogo.
Quindi, adesso potremmo tranquillamente sospendere la seduta per i prossimi dieci minuti, così potremmo magari arrivare a una deliberazione in Conferenza dei capigruppo così da lasciare anche la possibilità agli altri relatori di minoranza che in questo momento non stanno partecipando all'espressione dei pareri e magari sbloccare la situazione e concedere anche a loro la possibilità di dare i pareri sull'articolo 10. A me sembra che questo sia un atteggiamento di buon senso. Dialogo ne abbiamo visto poco, però sono piccolezze, magari cominciamo da queste. PAGINA: 0304 RENATO BRUNETTA. Mi associo alla richiesta di sospensione in attesa della Conferenza dei capigruppo. PAGINA: 0304 FABIO RAMPELLI. Anche Fratelli d'Italia chiede la sospensione in vista della Conferenza dei capigruppo, che ormai è imminente.
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PAGINA: 0053 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta fino al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
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PAGINA: 0304 PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Romele ? Il suo gruppo è già intervenuto. Il suo gruppo è già intervenuto sull'ordine dei lavori, onorevole Romele. Stiamo affrontando un tema preciso, non si tratta di interventi sull'ordine dei lavori generici.
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PAGINA: 0054 La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 15,10.
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PAGINA: 0054 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (Vedi RS)
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PAGINA: 0305 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
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PAGINA: 0054 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0305 Missioni.
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PAGINA: 0054 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono novantacinque.
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PAGINA: 0305 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Amici, Artini, Bindi, Michele Bordo, Boschi, Brunetta, Caparini, Causin, Di Gioia, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Portas, Rampelli, Realacci, Rughetti, Sani, Speranza, Tabacci e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0054 Si riprende la discussione. (Vedi RS)
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PAGINA: 0305 Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.
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PAGINA: 0054 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati MASSIMILIANO FEDRIGA (LNA) (Vedi RS), RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SEL) (Vedi RS) e FABIANA DADONE (M5S) (Vedi RS) – I deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie, Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente Sinistra Ecologia e Libertà, MoVimento 5 Stelle escono dall'Aula. Intervengono altresì sull'ordine dei lavori i deputati ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) (Vedi RS), ROBERTO SPERANZA (PD) (Vedi RS), LORENZO DELLAI (PI-CD) (Vedi RS), ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS), PINO PISICCHIO (Misto) (Vedi RS), FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS) – I deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale escono dall'Aula. Intervengono quindi sull'ordine dei lavori i deputati WALTER RIZZETTO (Misto-AL) (Vedi RS) – I deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera escono dall'Aula e CLAUDIO FAVA (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS).
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PAGINA: 0305 MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, noi attendevamo, finita la Conferenza dei presidenti di gruppo – e abbiamo atteso –, la riunione del Partito Democratico e, come da accordi alla Conferenza dei presidenti di gruppo, un'eventuale chiamata della Presidenza se la situazione fosse mutata e avessimo potuto riportare il dibattito, all'interno di quest'Aula, in un clima costituente, in un clima dove è il Parlamento sovrano e non l'Esecutivo.
Purtroppo, constatiamo, non avendo ricevuto nulla di ciò, e la Presidenza ovviamente lo può confermare, che tale soluzione, per volere della maggioranza e del Governo, non si è voluta trovare.
Si è preferito privilegiare uno scontro a favore della visibilità mediatica del Presidente del Consiglio, invece che buone riforme a favore dei cittadini. Io lo dico ai colleghi della maggioranza, anche a quelli che, magari, hanno ancora qualche dubbio: noi mettiamo davanti i cittadini al Presidente del Consiglio. Sembrerà strano, in un periodo di servilismo bieco, ma noi siamo servi della democrazia e del Paese e non dal Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Dunque, Presidente, per quanto ci riguarda, prendiamo atto che, ormai, quest'oggi, la democrazia parlamentare, per volere politico, viene meno e che non ha senso continuare a fare un triste teatro all'interno di quest'Aula. Per questo, a malincuore e con tutta quella responsabilità che abbiamo dimostrato in questi giorni, anche verso delle modifiche costituzionali sulle quali siamo profondamente contrari – e lo abbiamo annunciato più volte –, però, con questo malincuore, la Lega abbandona i lavori dell'Aula. Grazie dell'attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Ovviamente, il Presidente del Consiglio si diverta da solo a fare gli show televisivi: noi andiamo a rispondere e a parlare con i cittadini (I deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie escono dall'Aula). PAGINA: 0305 RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, ci eravamo lasciati nella riunione @pagina=0306@della Conferenza dei presidenti di gruppo con un grande appello al senso di responsabilità. Il Partito Democratico aveva chiesto tempo ed una sospensione tecnica per poter dibattere all'interno del proprio gruppo. Non ho sentito alcun esito, quindi, penso che la riflessione sia stata, tra virgolette, negativa, nel senso che tutto procede come da programma e, quindi, non ci possa essere, perché questo era stato convenuto, una nuova Conferenza dei presidenti di gruppo che ridefinisca il calendario. Se questo non è, evidentemente, vuol dire che non c’è nessuna novità.
A questo riguardo, la nostra posizione è già stata esplicitata in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, il nostro grande rammarico per non poter addivenire ad un risultato condiviso che portasse a lavorare fino a sabato per esaurimento degli emendamenti, per poi chiudere questa lettura della riforma costituzionale entro la prima decade di marzo, con o senza l'articolo 15 sul referendum.
Questo, ovviamente, per noi è un grande rammarico, un grande dolore, e su questo le comunico che ho convocato una riunione del mio gruppo parlamentare, da qui a pochi minuti. Quindi, noi discuteremmo sul da farsi, per quanto riguarda il nostro gruppo politico, nella nostra riunione di gruppo che abbiamo convocato per le 15,15.
Le comunico, signora Presidente, senza chiedere nulla, che noi ci assenteremo per discutere all'interno del nostro gruppo, in una riunione apposita, stante le valutazioni che ho già avuto modo di fare all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo, e le comunicherò poi, al più presto, gli esiti della decisione del nostro gruppo parlamentare. Grazie, signora Presidente. PAGINA: 0306 ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, abbiamo avuto giorni molto difficili. L'asprezza della discussione ha prodotto anche incidenti, rotture e anche rapporti politici che si sono incrinati.
Avevamo valutato già ieri l'ipotesi di abbandonare l'Aula anche perché consideravamo e consideriamo lo «strappo» della seduta fiume un atto che segnerà per molti anni la cifra della democrazia parlamentare di questo Paese (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
Ho ascoltato le parole del Presidente Renzi, leggendole dalle agenzie, durante la riunione del Partito Democratico di qualche minuto. Avrei volute ascoltarle ieri, in quest'Aula, quando è venuto qui, più che da Presidente del Consiglio, da capo di una tifoseria. Leggo che: «c’è l'opposizione che vuole bloccare – vuole bloccare – un processo riformatore, vuole bloccare la riforma della Costituzione».
Vede, qui nessuno vuole bloccare niente, noi non abbiamo trattato su nulla, se non pretendere che avessimo la possibilità di esprimere le nostre opinioni. Abbiamo scelto questo profilo perché volevamo che quest'Aula fosse il luogo, ad esempio, dov'era possibile discutere alla luce del sole di quanto il pareggio di bilancio, che fu votato tre anni fa, segnava, segna, e rischia di segnare per i prossimi mesi, un'idea di politica economica restrittiva e segnata dall’austerity.
Avremmo scelto quest'Aula per spiegare le ragioni per cui noi consideravamo il superamento del bicameralismo paritario utile, ma non nella direzione che era stata interpretata dalla maggioranza.
E avremmo voluto discutere anche di un tema, quello richiamato dal Presidente della Repubblica in quest'Aula, quando ha detto che l'Italia ripudia la guerra per promuovere la pace (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) e, invece, non avremo la possibilità di parlare su quell'articolo che prevede la proclamazione dello stato di guerra a maggioranza.
Mi auguro che questa svista, anche senza di noi, venga corretta, perché io @pagina=0307@auspico sempre il buonsenso. Nessuno vuole bloccare, siete voi che vi siete bloccati da soli, perché avete trasformato la seduta fiume in una «palude» e in quella palude continuerete a navigare nelle prossime ore e anche nei prossimi giorni.
Non c’è nessuna rendita di posizione da difendere, chi sta difendendo una rendita di posizione è Palazzo Chigi nel rapporto con questo Parlamento, provando a trasformarlo in un soprammobile.
Noi siamo affezionati alla cultura liberale. Crediamo profondamente nella separazione dei poteri e pensiamo che in questo momento essa non sia garantita, nel momento in cui il potere Esecutivo prova a mettere sotto scacco il potere legislativo. Siccome qui dentro non abbiamo più la possibilità di difendere questo principio, lo faremo qua fuori abbandonando quest'Aula. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – I deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà escono dall'Aula). PAGINA: 0307 FABIANA DADONE. Grazie Presidente, l'opposizione che io rappresento è stata, nell'esame di queste riforme, estremamente collaborativa, nonostante quello che si è detto in quest'Aula.
Lo siamo stati fin dall'inizio; lo siamo stati in Commissione affari costituzionali presentando un numero limitato di emendamenti, seppur non ve ne fosse vincolo alcuno. Abbiamo tentato di discutere, soprattutto con la minoranza del PD, nel merito di questi provvedimenti, ma non c’è stato modo di avere un riscontro, se non in parti limitate, che poi si è perso in Aula. Su certi argomenti addirittura ci è stato detto: questa parte è troppo delicata, bisogna discuterne in Aula, come se in un'assemblea di 630 persone fosse più facile trovare un punto di discussione nel merito di singoli emendamenti su una riforma di 40 articoli della Carta costituzionale, piuttosto che in un'assemblea di 40 commissari in un clima decisamente diverso. Non c’è stato modo perché in Commissione il Ministro nemmeno ha partecipato.
Siamo arrivati alla calendarizzazione in Aula. Eppure, tutte le opposizioni, non solo noi, abbiamo chiesto di evitare una calendarizzazione a dicembre. No, avete voluto la calendarizzazione a dicembre, consci che si sarebbero contingentati i tempi e, quindi, ovviamente, raffreddati... anzi scaldati gli animi, magari raffreddati.
Siamo arrivati al contingentamento, che lei ha definito di ampio respiro: ottanta ore per una discussione di quaranta articoli della Carta costituzionale, un terzo di tutto l'articolato. Abbiamo chiesto un'estensione dei tempi ? No, abbiamo dovuto ottenerla sommergendovi di subemendamenti. Perché l'abbiamo fatto ? Perché avete deciso di deliberare la seduta fiume, una seduta fiume sulle riforme costituzionali. Questo è veramente un precedente gravissimo ed è un precedente che peserà sulle vostre coscienze, le vostre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) !
Siamo stati propositivi, vi abbiamo proposto semplicemente di dare un'impronta per aiutare, la maggioranza del PD soprattutto, ad uscire da questa impasse. Vi abbiamo proposto di mantenere la nostra posizione contraria al provvedimento, perché non ci appartiene, ma perlomeno di riequilibrarlo introducendo degli elementi di democrazia diretta, quindi partecipazione dei cittadini, le persone che vi votano per essere qui.
Vi abbiamo chiesto di introdurre: il ricorso, da parte delle minoranze parlamentari, alla Corte costituzionale; l'esame delle proposte di iniziativa popolare – avete presente il popolo, quello che vi paga per stare qua ? – entro una certa data; in ultimo, ma non certo per importanza, referendum propositivi e abrogativi senza quorum.
Infatti, è fondamentale, rispetto a questo tipo di impianto, garantire degli equilibri e garantire alle persone che sono al @pagina=0308@di fuori di quest'Aula chiusa, buia, che non riescono a percepire che cosa non viene fatto realmente per il Paese, di entrare a far parte della vita politica. Voi vi riempite la bocca di scollamento tra la classe politica e i cittadini, poi quando vi proponiamo uno strumento, la risposta è stata sempre, solo ed esclusivamente di no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
L'abbiamo riproposto stamattina in una Conferenza dei presidenti di gruppo chiesta nonostante una seduta fiume. Strano, perché non avrebbe dovuto ridisegnare il calendario dell'Aula in quanto c'era una seduta fiume e si sarebbe dovuto andare avanti. Eppure, l'ha richiesta la maggioranza e, quindi, ci siamo ritrovati. Di fronte all'ennesima presa in giro ci siamo ritrovati, Presidente, perché abbiamo sentito, da un lato, il Governo e, dall'altro, il presidente Speranza dirci, uno: «no, non c’è margine»; e, l'altro: «sì, sì, ci potrebbe essere ancora un margine».
Mi pare evidente e lampante che questo margine non ci sia. Abbiamo discusso, in delle ore che sono veramente imbarazzanti, tra le quattro del mattino e le otto della medesima giornata, di come modificare la Carta costituzionale. Di alternativa non ne avete lasciata e non a questa opposizione, ma a tutta l'opposizione, salvo quella del presidente Brunetta che deve valutare se ancora sia in opposizione in questo particolare frangente.
Altra alternativa non ci lasciate, se non farvi votare da soli questo obbrobrio di riforma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – I deputati del gruppo Movimento 5 Stelle escono dall'Aula). PAGINA: 0308 ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. È evidente che la situazione che si è venuta a creare in queste ultime ore è una situazione grave, come l'eventualità di discutere la riforma della Costituzione nell'assenza di una parte significativa, per il momento, delle opposizioni.
Apprezzo il fatto che Forza Italia non abbia preso decisioni: auspico che il gruppo prenda decisioni sagge, soprattutto considerando la riforma costituzionale che oggi discutiamo, anche in alcune parti che sono state da noi accettate proprio perché la maggioranza di chi le portava avanti e cioè il Partito Democratico e Forza Italia le sosteneva... ecco, quel partito che ha inciso moltissimo sulla gran parte della riforma che abbiamo già votato, non credo potrebbe decidere di restare fuori dall'Aula.
E non credo che si possa e ci si debba arrendere di fronte all'ipotesi magari di trovare un'intesa che consenta il rientro in Aula delle opposizioni. In particolare, trovo che la posizione di chi oggi esce dopo quello che è successo ieri sia particolarmente ingiustificata. Perché ieri abbiamo avuto una discussione su un argomento di merito. Il rinvio dell'articolo 15 non era infatti un tema procedurale, come si è cercato di farlo passare: era il tentativo, da un lato, di bloccare la riforma e, dall'altro, di imporre una scelta di merito, quella della democrazia diretta, che il MoVimento 5 Stelle porta avanti e che noi non condividiamo. Loro vogliono portare lo scontro politico fuori dal Parlamento, noi no. È una scelta, sono entrambe legittime, ma ieri si parlava di merito.
Quello però che è successo ieri è che su una posizione di merito si è impedito al Parlamento di lavorare e alle persone di parlare. E allora a sentire l'onorevole Fedriga che dice che esce dall'Aula perché il mancato accordo su questi temi è la morte della democrazia parlamentare, rispondo che la morte della democrazia parlamentare è quando una serie di persone batte sui banchi e impedisce a qualcuno di parlare. Quella è la morte della democrazia parlamentare (Applausi dei deputati @pagina=0309@dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico) ! Ed è evidente che per noi di Scelta Civica, che abbiamo sostenuto la riforma, ma che in alcune parti l'abbiamo subita in alcuni aspetti perché c'era l'accordo tra Forza Italia e il Partito Democratico, non è piacevole oggi trovarsi a votare da soli la riforma in maggioranza senza l'opposizione.
Ripeto: spero che Forza Italia si assuma le sue responsabilità e torni in Aula. Non è affatto piacevole. Ma è molto facile decidere di uscire dall'Aula per prendersi poi il vantaggio mediatico di dire: «Noi non partecipiamo a questa scelta !» È molto più difficile restare in Aula, sostenere le proprie posizioni, sostenere la riforma, magari prendersi le critiche, ma difendere l'istituzione parlamentare da quelli che, se non si accettano le loro posizioni, prendono a pugni i banchi e non lasciano parlare (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).
Quindi Scelta Civica resterà qui a votare. Magari si pagherà pure un prezzo mediatico, ma credo che di quel prezzo mediatico noi ci dobbiamo completamente disinteressare, perché non si può in nessun modo assecondare chi rifiuta gli accordi e impedisce ai suoi colleghi di parlare. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico). PAGINA: 0309 ROBERTO SPERANZA. Signora Presidente, devo ammettere che vivo con grandissima sofferenza umana e personale questo passaggio, senza alcuna retorica. Mai avrei voluto arrivare ad un momento del genere.
Voglio ancora rivolgere un appello perché penso che ci sia ancora una possibilità di provare ad evitare lo scenario che in qualche modo si è profilato nella seduta di oggi.
Abbiamo svolto una discussione lunga a partire dal mese di settembre con un confronto in Commissione, poi qui in Aula abbiamo iniziato a votare dall'8 gennaio da posizioni politiche diverse. Negli ultimi giorni avevamo raggiunto l'intesa con la stragrande maggioranza, direi con tutti i gruppi di opposizione, tranne uno, e io penso che noi dobbiamo provare a lavorare ancora nelle prossime ore per capire se, sul punto decisivo che ha provocato una rottura e che per un vulnus che c’è nel nostro Regolamento, Presidente, ci ha portato alla richiesta della seduta fiume... Io voglio dire in modo particolare ai deputati del MoVimento 5 Stelle, che, nella riunione dei presidenti di gruppo di oggi così come nella riunione che abbiamo tenuto nel Comitato dei nove, l'atteggiamento del Partito Democratico non è stato di chiusura. Abbiamo detto che siamo disponibili ad accantonare l'articolo 15 sui referendum; abbiamo spiegato che la nostra idea è diversa rispetto alla loro, abbiamo spiegato come, nel passaggio al Senato, si siano fatti importanti passi avanti e abbiamo anche detto che siamo disponibili ancora a confrontarci. Voglio dir loro perché no, perché non ancora un tavolo, perché non sederci ancora e provare a trovare una soluzione possibile. Il prezzo che si paga è enorme e riguarda, dal mio punto di vista, l'incrocio tra due diritti essenziali: un diritto legittimo della minoranza di esprimere il proprio punto di vista, un diritto di potersi confrontare, di avere tutti i tempi necessari, temi su cui noi non abbiamo mai tentennato e abbiamo dato la massima disponibilità, da una parte c’è quel diritto, ma, dall'altra, c’è il diritto della maggioranza di poter, alla fine di questo percorso di confronto, veder completato il percorso che vede appunto l'attuazione delle riforme costituzionali. Allora, non voglio rassegnarmi e penso che noi tutti, a partire dai gruppi di minoranza, ma voglio dire a partire anche dai gruppi di maggioranza, e voglio chiederlo anche al Governo, dobbiamo provare ancora a discutere e a riflettere. Oggi il Ministro Boschi nella Conferenza dei presidenti di gruppo ha detto parole che mi @pagina=0310@sembra aprano delle possibilità. Noi non siamo soddisfatti, non siamo soddisfatti, l'Aula con i banchi vuoti sarà anche un'Aula più calma ma non è un'Aula più democratica, non è l'Aula che noi vogliamo. Esprimo un giudizio assolutamente negativo su come il MoVimento 5 Stelle ha svolto la propria funzione di opposizione: opposizione non è alzare cartelli o muovere banchi o far rumore e immaginare che così si possa fermare la nostra democrazia. Noi abbiamo i numeri per andare avanti anche da soli ma io penso che questo sia un errore, per noi, per la democrazia italiana, per le opposizioni. E per questo voglio fare un ultimo vero sentito e profondo appello: risediamoci immediatamente, non ci lasciamo andare all'impossibilità, non ci lasciamo andare all'inequivocabilità delle questioni che si sono sviluppate nelle ultime ore. Qui ci sono segretari d'Aula del MoVimento 5 Stelle, di Forza Italia, della Lega. Io vi chiedo di riaprire un confronto possibile, siamo arrivati a 1 millimetro dal risultato; noi siamo disponibili e per quanto riguarda il Partito Democratico con questa consapevolezza faremo ogni sforzo, anche dentro una nostra discussione. Il nostro gruppo non si è concluso, c’è ancora una discussione aperta, faremo ogni sforzo possibile per aprire a nuove possibili intese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0310 LORENZO DELLAI. Signora Presidente, benché in assenza di larga parte dei colleghi di opposizione, io penso che questo passaggio comporti, per tutti i gruppi parlamentari, l'obbligo di dire delle cose molto chiare e molto sincere. A nostro giudizio, l'inghippo nel quale ci troviamo deriva dall'intreccio di tanti fattori che vanno oltre l'assenza di quel buonsenso del quale abbiamo parlato anche alla Conferenza dei presidenti di gruppo. Per onestà, inizio da casa mia, dalla casa che sento anche mia come capogruppo di un gruppo di maggioranza: certamente c’è, anche, una sottovalutazione, che si è manifestata da parte del Governo e della maggioranza, circa la complessità di questo processo di riforma costituzionale e, forse, anche, invece, per converso, la sopravvalutazione della questione dei tempi entro la quale realizzarla, pur non essendo rilevanti i tempi.
Noi avevamo suggerito, in particolare, prima e dopo l'elezione del Capo dello Stato, anche l'opportunità di una riarticolazione dei calendari dei lavori. Il PD come forza di maggioranza relativa di Governo ha deciso diversamente, se ne sono presi evidentemente la responsabilità, e noi, con lealtà, ne abbiamo preso atto; in secondo luogo, si aggiunge l'uso strumentale della riforma costituzionale per una battaglia politica dentro e fra alcuni partiti. Anche noi siamo interessati a capire che cosa deciderà, alla fine, Forza Italia, ma pare proprio di capire che vogliano dimostrare che, senza Berlusconi, non si fanno riforme e ora si oppongono a testi che sono stati scritti a quattro mani, ove due erano, appunto, le loro. Con tutto il rispetto del collega Brunetta, che oggi ha detto delle cose alla Conferenza dei presidenti di gruppo, devo dire che, quando Brunetta dice che il patto del Nazareno sanava il vulnus di un Parlamento eletto con un premio di maggioranza, che altrimenti avrebbe modificato la Costituzione solo a maggioranza, e aggiunge che oggi quelle norme che avevano condiviso, sarebbero norme autoritarie, vorrei dire che ora è chiaro che quelle stesse norme erano state scritte anche dai colleghi di Forza Italia. A noi risulta che questo sia un passaggio del tutto discutibile. Anzi, risulta che i punti più discutibili di quella proposta, sul piano proprio dei modelli democratici e costituzionali e della legge elettorale, che magari qualcuno di noi aveva in qualche modo sottoposto a giudizio critico, ebbene, erano stati imposti proprio da Forza Italia. Noi riteniamo che se un regime è autoritario non è che lo diventa meno se si apparecchia il tavolo con un posto in più.@pagina=0311@
A parte questo, riesce veramente difficile capire come, in pochi giorni, si possa passare dal presunto ruolo di padre della patria a partecipe di una sorta di «para Aventino» sull'onda di posizioni radicali e assolutamente estremiste (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico e Partito Democratico).
Si aggiunge poi a questo, come terzo elemento, e mi avvio a concludere, quello che possiamo definire come cedimento strumentale delle regole parlamentari, regole di un sistema politico che non c’è più. Ora i nostri Regolamenti sono strumenti inadeguati alla tutela dell'esercizio effettivo della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico). Ed è da qui che è nata la decisione irrituale, presa a malincuore, della seduta fiume.
Vorrei dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che corrono il rischio di dare il loro contributo a quella che ho definito una sorta di eutanasia del Parlamento. Eutanasia del Parlamento non è in questo senso un paradosso, perché ciò che può apparire una forzatura da parte della maggioranza, cioè di procedere comunque, è, in realtà, la via stretta per evitare questa eutanasia del Parlamento che sarebbe certificata dall'inagibilità e dall'incapacità del Parlamento di decidere. PAGINA: 0311 ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, il gruppo di Area Popolare rimane in Aula e continua a dare il suo contributo per le riforme istituzionali. Lo facciamo per quel senso di responsabilità verso la maggioranza, il Governo ed il Paese che abbiamo esercitato nel corso di tutta la legislatura. Invitiamo tutti a non dimenticare che, prima il Governo Letta, poi questo Governo, nascono per una preoccupazione fondamentale: impedire che si riavviti su se stessa la crisi economica, sociale e morale del Paese, trascinando l'Italia nel baratro in cui oggi minaccia di affondare un Paese a noi vicino ed a noi caro. È per quella responsabilità che è nata questa maggioranza – questo Governo e già il Governo precedente – che noi abbiamo difeso quando altri la misero in crisi, evidentemente sottovalutando i rischi a cui il Paese era esposto ed è tuttora esposto. C’è una ripresa economica che, finalmente, si delinea e che l'irresponsabilità di una crisi parlamentare o, peggio ancora di Governo, ci impedirebbe di agganciare. Credo che questa dovrebbe essere la prima preoccupazione di tutti coloro che rappresentano il popolo italiano in quest'Aula.@pagina=0312@
Rimaniamo, dunque, e diamo il nostro contributo, ma con grande amarezza. Signora Presidente, due anni fa, all'inizio di questa legislatura, noi avremmo dovuto mettere mano immediatamente – mi consenta se io ricordo di averlo suggerito – alla riforma regolamentare, perché questi regolamenti sono regolamenti consociativi, fatti per rendere impossibile al Governo di governare e all'opposizione di fare l'opposizione. Se l'opposizione usa fino in fondo i diritti che le danno questi regolamenti, il Governo non può governare; il Governo, se vuole governare, deve ricorrere qua e là a delle forzature. Non aver affrontato tempestivamente questo tema – mi fa piacere averlo risentito adesso dalle parole del collega Dellai – è forse la causa prima delle nostre difficoltà.
Va detto anche che il MoVimento 5 Stelle ha portato in quest'Aula una lettura del Regolamento, una lettura delle regole di funzionamento di una democrazia, che è propria di una democrazia assembleare, ma non di una democrazia parlamentare. E su questo nuovamente non siamo stati capaci né di avviare un dialogo né di prendere tempestivamente le misure opportune. In una democrazia parlamentare l'ostruzionismo è un'eccezione, non la regola. Quando l'ostruzionismo diventa la regola, il funzionamento delle assemblee con questi regolamenti diventa impossibile e i tentativi tardivi che sono stati fatti di riprendere in mano le prerogative che i regolamenti davano alla Presidenza sono stati fatti probabilmente fuori tempo massimo e nel momento sbagliato, e anche nel modo sbagliato. Consenta, signora Presidente, che io le esprima questa mia opinione, che non è rivolta contro di lei, ma contro tutti noi, che abbiamo la responsabilità di gestire insieme i lavori del Parlamento.
Non è ammissibile un'opposizione, la quale miri non ad ottenere un voto contrario su riforme che non sono condivise, ma ad impedire che si arrivi alla discussione, che la discussione possa avere termine e che si arrivi al voto. Se infatti è diritto della minoranza discutere, è diritto della maggioranza arrivare al voto e vedere se l'opposizione sia riuscita a convincere una parte della maggioranza, quindi ad ottenere un voto secondo la sua visione, oppure no.
Noi abbiamo sperimentato qui un'opposizione, la quale non è interessata a convincere: è interessata ad impedire che si arrivi al voto e, magari, a condurre un'agitazione propagandistica centrata su questo tentativo di impedire che si arrivi al voto. PAGINA: 0312 PINO PISICCHIO. La ringrazio, onorevole Presidente. Come è noto, il gruppo Misto non ha un idem sentire da un punto di vista dell'orientamento politico, e quindi ogni componente ed ogni singolo membro del gruppo Misto sceglierà di comportarsi @pagina=0313@in quest'Aula seguendo la propria ispirazione e la propria coscienza. Tuttavia, Presidente, mi permetto di fare una piccolissima chiosa in questo momento complesso della nostra vita parlamentare, perché non so se abbiamo tutti la piena consapevolezza del fatto che noi stiamo compiendo un gesto costituente.
Noi stiamo modificando la Carta costituzionale, la Carta fondamentale della nostra Repubblica. Avrei voluto rivolgermi ai colleghi che in questo momento non sono più in Aula, desideravo intervenire in tempo per dire loro: fermiamoci. Fermiamoci, perché questa fotografia dell'Aula, che, da un lato, consegna questa immagine di vuoto, che trasformerà, da questo momento in poi, l'Aula stessa in una macchina per il voto, e, dall'altro, evoca immagini che questo nostro Paese, la nostra democrazia, ricorda sempre con grandissimo dolore – Aventino vuole dire qualcosa –, queste immagini non stanno bene in un dibattito costituzionale.
Ho avuto la ventura, Presidente, appena laureato, di lavorare sui testi dell'Assemblea costituente. Ho lavorato sulle 8 mila pagine dei resoconti parlamentari, dei resoconti dell'Assemblea costituente. Non ho mai trovato parole fra i costituenti che non fossero di grande civiltà, anche in una dimensione di scontro molto forte delle ideologie, che all'epoca erano forti.
Noi, invece, che cosa stiamo facendo ? Noi non parliamo all'Aula, non parliamo all'istituzione: noi tutti parliamo solo per una platea, per gli spettatori, per una dimensione mediatica. Tutto questo altera i rapporti all'interno di questo Parlamento. Allora, Presidente, voglio concludere, avendo condiviso alcuni interventi molto importanti che sono stati fatti da ultimo dai presidenti Speranza, Dellai e anche da Mazziotti Di Celso.
Vorrei dire che quest'Aula deve imparare la fatica della ricerca di un metodo di convivenza istituzionale, cui lei, Presidente, ci spinge con grande senso di responsabilità, ma che non è sempre nel nostro agire. Infatti, fare democrazia non significa registrare un digrignamento di denti, non significa registrare un andare via, non significa registrare un'indisponibilità.
Significa entrare nella dimensione dialogica, entrare nel rapporto con le altre sensibilità e le altre culture per trarre un punto di convergenza. Seppero farlo i nostri costituenti. Certo noi non possiamo paragonarci a loro, ma noi stiamo compiendo lo stesso gesto che loro hanno compiuto nella grande epopea, nella grande stagione dell'Assemblea costituente, quindi facciamolo con umiltà. Grazie (Applausi di deputati del Gruppo Misto). PAGINA: 0313 FABIO RAMPELLI. Cari colleghi, era prevedibile che si arrivasse a questo tipo di soluzione. Lo abbiamo già detto nel corso della riflessione avuta nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Penso che ciascuno, più o meno, aveva ben presente che questo rischio si stava avvicinando giorno dopo giorno.
Le forzature vi sono state, inutile negarlo, e sono state, a mio giudizio, gravi, soprattutto quelle che sono state, peraltro, ricostruite punto per punto, dal desiderio di calendarizzare le riforme costituzionali e divenuto realtà fin dal mese di dicembre, con il conseguente contingentamento. Poi, addirittura, è stata messa in discussione la possibilità dell'ampliamento dei tempi.
Quindi, questa discussione, che doveva essere una discussione ariosa e di merito, si è piano piano trovata ad incattivirsi, apparentemente sembrerebbe per futili motivi; ma, siccome non voglio offendere l'intelligenza di questo Parlamento e delle forze politiche che sono rappresentate e degli elettori che essi rappresentano attraverso le forze politiche, è più facile immaginare, o più nobile pensare, che qualcuno abbia voluto questa confusione, che non c’è stata una distrazione, non si è @pagina=0314@scivolati su una buccia di banana, si è andati decisamente verso questo obiettivo che, da un certo punto di vista, viene stigmatizzato perché è come se, dal punto di osservazione dell'opposizione, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi avesse incontrato la bocciatura agli esami di maturità.
Passato dal ruolo importante di sindaco di Firenze, una bellissima ed importantissima città di meno di 380 mila abitanti, a quello di Premier di un popolo intero con 60 milioni di abitanti al seguito, io penso che non abbia calibrato la propria sensibilità istituzionale su una dimensione diversa e su diverse responsabilità.
Quindi, cerchiamo anche di essere corretti e concreti. Certo, se avessimo rimodulato, anche con l'iniziativa più importante che avrebbe potuto prendere la Presidenza della Camera, il calendario, probabilmente non saremmo arrivati a questa conclusione in maniera così violenta, dove l'ostilità è diventata arroganza, è diventata insopportabilità reciproca, con tutto quello che è accaduto di devastante negli ultimi due giorni o, se preferite, nelle ultime due notti.
Però, io penso che il problema sia di metodo e di contenuti, non di calendario. Il metodo. Noi, Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, quindi un movimento nuovo, fresco, nato due anni fa, siamo stati convocati dal Presidente del Consiglio per avere dei suggerimenti o, comunque, almeno per ascoltare il nostro parere in ordine all'importante scadenza dell'elezione del Capo dello Stato, il successore di Giorgio Napolitano. È un gesto che abbiamo apprezzato. Nessuno ci ha mai chiesto – e molte altre forze politiche sono state escluse e con loro milioni e milioni di cittadini – che cosa avremmo gradito che fosse rappresentato all'interno della riforma della Costituzione rispetto alle tante battaglie e ai tanti emendamenti formalizzati.
Nessuno ce lo ha chiesto, neanche sulle cose apparentemente meno importanti, come l'elettorato passivo di 18 anni al Senato, o quelle più importanti, come l'introduzione del principio di equità generazionale, per evitare che il debito pubblico fatto dalle generazioni precedenti ricada sulle generazioni future con il crollo delle garanzie e anche della qualità della vita che gli si aggancia, e il tetto alle tasse in Costituzione, un'altra proposta che sembrava potesse avere qualche tipo di convergenza.
La norma antiribaltone: quante volte ne abbiamo parlato ! Addirittura, è girato sul circuito dei social network, nelle ultime settimane, un video ricostruttivo della posizione del Presidente del Consiglio, Renzi – direi risoluta – contro i cambi di partito e di schieramento. Ci è stato bocciato anche l'emendamento che introduceva la norma antiribaltone: ciò si capisce, anche perché interi partiti sono di fatto diventati delle correnti interne al Partito Democratico.
Non cito il presidenzialismo, l'accorpamento delle regioni, con esito sempre negativo, non solo verso Fratelli d'Italia; molte di queste proposte sono state comunque condivise anche da altri gruppi dell'opposizione: zero assoluto ! È su questo che forse andava sfidata questa discussione... PAGINA: 0315 WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente. Colleghi, Ministri, sottosegretari, Presidente, io ho ascoltato con attenzione il dibattito che, sino ad ora, si è svolto all'interno di quest'Aula e ho ascoltato con altrettanta attenzione le parole del presidente Speranza. I latini ricordavano spesso la locuzione, la frase nomen omen, il nome è un presagio.
Bene, signori della maggioranza, questa speranza non esiste più: non esiste di fatto più ! Noi non possiamo permetterci, Presidente, di vivere, dentro quest'Aula, una riforma costituzionale – il presidente Pisicchio prima ricordava che noi in questo frangente siamo costituenti – nel modo nel quale l'abbiamo vissuta nelle ultime settimane. Abbiamo visto tumulti, abbiamo visto prese di posizione ampie, prese di posizione che non si potevano sopportare. Non è pensabile, deputati, che la riforma costituzionale sia approcciata in questo modo.
Per quanto riguarda le aperture, non le abbiamo viste, Presidente. Di apertura abbiamo visto qualche pausa, in seno all'esame di questa riforma costituzionale, fatta di qualche ora, fatta di qualche mezz'ora, per convocare delle riunioni delle Conferenze dei capigruppo farsa, per poi non arrivare, di fatto, a quello che negli intenti era nelle more della Conferenza dei capigruppo, era nelle more dei deputati che vi sedevano e, in questo contraddittorio, in Aula è stato fatto esattamente il contrario.
Non condividiamo, quindi, né il merito, né tantomeno il metodo che è stato utilizzato. Lo scontro, di fatto, è stato troppo ampio, troppo forte per non arrivare a questo punto di non ritorno.
Non serviva, signori, esasperare a tal punto le opposizioni. Attenzione: opposizioni responsabili, quale Alternativa Libera, che si è presa la responsabilità di restare in Aula e di votare, a differenza di altre opposizioni becere, che sono restate in Aula ma non hanno avuto neanche il coraggio di votare contro questa riforma costituzionale; opposizioni becere, Presidente, che anche nelle ultime due settimane hanno dimostrato il poco valore politico, che per due anni non sono riuscite a dimostrare, incidendo politicamente all'interno della Camera dei deputati con il 25 per cento dei voti del Paese; opposizioni becere, che, anche questa mattina, con un attacco strumentale e vigliacco nei confronti di una nostra deputata – strumentale e vigliacco nei confronti di una nostra deputata – hanno dimostrato il proprio valore, un valore che è prossimo allo zero, Presidente ! (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa Libera, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia, e Per l'Italia Centro Democratico).
E io prendo questa possibilità di intervento, Presidente, per dire a tutta l'Aula che Alternativa Libera sarà opposizione, ma sarà un'opposizione responsabile. Noi dialoghiamo con chi ci sta, Presidente. Non possiamo farlo, evidentemente, in seno a questa riforma costituzionale che, come prima ho detto, non condividiamo.
Non dialogheremo, però, Presidente, con nessuno che invia squadracce per non fare passare, attraverso le strade, le persone. Non dialogheremo con nessuno, Presidente, che in modo strumentale riesce, come prima detto, e lo ripeto, a non valere assolutamente nulla all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa Libera, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e per l'Italia – Centro Democratico).
Presidente, tutti questi passaggi – non siamo nati ieri – sono volti, in maniera assolutamente dittatoriale, a cercare di spegnere ogni alito, ogni alito e ogni sussulto di parola all'interno di un gruppo @pagina=0316@parlamentare, che non è più quello che è stato fino a tre o quattro anni fa e a cui noi avevamo creduto.
Presidente, noi ci allontaneremo dall'Aula in questo momento, rinnovando il fatto che, rispetto ai temi, Alternativa Libera c’è, e c’è nei confronti di coloro che vogliono dialogare con noi. Purtroppo Presidente, e chiudo veramente questo intervento, durante la seconda guerra mondiale Goebbels affermava e scriveva: «Menti, menti e menti. Qualcosa resterà». Chi questa mattina e in queste settimane ha mentito in maniera subdola si prenderà le responsabilità di tutto quello che ha fatto. Grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Alternativa libera). PAGINA: 0316 CLAUDIO FAVA. Grazie Presidente. Mi rendo conto che in una discussione, spesso tagliata a colpi di accetta, in cui le posizioni debbono essere, quasi per necessità, antagoniste l'una all'altra, quello che dirò io si pone un po’ fuori da questo clima.
Io credo che noi stiamo commettendo un errore grave, perché questa riforma costituzionale lascerà lividi non soltanto sulla discussione di questi giorni, ma anche sulle modalità con cui si va concludendo. Sarà una riforma costituzionale discussa e votata nelle ombre della notte e, da oggi, anche con quasi metà del Parlamento assente. Non è un buon viatico per queste riforme.
Detto questo, io resto in Aula. Per due ragioni. Perché credo che, proprio per l'impoverimento di questa discussione, se occorre lasciare il segno del dissenso su alcuni passaggi di questa riforma, è bene che questo segno venga lasciato. Io resterò qui, perché ci sia segno della mia opinione sugli emendamenti che verranno votati, ma anche perché credo che un dissenso vada espresso nei confronti di chi, una parte di opposizione, ha utilizzato questo dibattito come una clava, contro il Parlamento, contro la Presidenza, contro un principio elementare della democrazia che pretende anzitutto che questo sia il luogo della discussione e dell'ascolto. Così non è stato.
Io vorrei anche ringraziare lei, Presidente, e con lei i Vicepresidenti, perché è stato difficile gestire la discussione in questi giorni, anche come atto di solidarietà nei confronti della Presidenza. Credo che, pur marcando la propria opinione contraria, sia un segno utile, e forse anche utile a restituire un altro clima a questa discussione, restare in Aula.
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PAGINA: 0055 Intervengono quindi i deputati CRISTIAN IANNUZZI (Misto) (Vedi RS) e BARBARA SALTAMARTINI (Misto) (Vedi RS). Interviene infine per considerazioni sull'andamento dei lavori il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0316 CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, un paio di giorni fa, la collega che è uscita da Scelta Civica, scusi da NCD, adesso non ricordo il nome, dopo un dibattito ha avuto la possibilità di intervenire per un minuto. Adesso, in un momento del genere, un deputato della Repubblica non può intervenire per un minuto, per dire la sua posizione riguardo alle riforme costituzionali ?
In questo momento io credo che sia incostituzionale, sia incoerente, non sia giusto e corretto nei confronti miei, come deputato della Repubblica. Se mi permette di intervenire un minuto sarò brevissimo e dirò la mia, la ringrazio. PAGINA: 0317 BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, annuncio anch'io che uscirò dall'Aula e, pur ringraziando una parte del Partito democratico, e soprattutto le sagge parole del presidente Speranza, purtroppo, queste parole credo siano state rese vane dall'atteggiamento del Presidente del Consiglio che, già da ieri sera, a tarda notte, entrando in quest'Aula con un atteggiamento quasi a deridere il lavoro che per un'intera giornata aveva fatto questo Parlamento, di fatto, ha reso impossibile confrontarsi nel merito delle riforme costituzionali, imponendo, come al solito, il suo metodo e di fatto rendendo, come ha dichiarato alle agenzie, un vero e proprio derby le riforme della Costituzione italiana. Grazie. PAGINA: 0317 PRESIDENTE. La ringrazio. Allora, colleghi, prima di passare ai nostri lavori, esprimo anch'io un rammarico per quanto accaduto in quest'Aula negli ultimi due giorni.
Non credo che sia tollerabile in un'Aula parlamentare di un Paese democratico arrivare a quello che noi abbiamo visto, tutti qui testimoni diretti, svolgersi nei giorni scorsi.
Quindi prego, esorto, tutti i colleghi e le colleghe a fare una riflessione seria su come noi andremo avanti, perché non fa onore a questa Camera aver vissuto questa brutta pagina di vita parlamentare.
Mi rammarico anche della situazione che si è venuta a creare e che le opposizioni abbiano lasciato quest'Aula. Io mi auguro che ci sia un reale spazio per trovare un terreno comune, per cui possano fare rientro in quest'Aula quanto prima i nostri colleghi delle opposizioni.
Detto questo, io non ho altra possibilità che prendere atto... (Applausi dei deputati dei gruppi del Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e per l'Italia Centro Democratico)... prendere atto della situazione e dunque riprendere i nostri lavori laddove li avevamo lasciati.
Avverto che tutte le proposte emendative presentate dai deputati appartenenti ai gruppi di opposizione sono state sottoscritte da tutti i deputati appartenenti al gruppo MoVimento 5 Stelle.
Siamo all'articolo 10.
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PAGINA: 0055 Interviene per fatto personale il deputato MARIANO RABINO (SCpI) (Vedi RS).
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PAGINA: 0317 MARIANO RABINO. A titolo personale. Lo avevo manifestato alla Presidenza prima dell'inizio della seduta.
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PAGINA: 0056 (Esame dell'articolo 10) (Vedi RS)
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PAGINA: 0318 (Esame dell'articolo 10 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0056 Intervengono sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 10 i deputati STEFANO FASSINA (PD) (Vedi RS), che annuncia altresì l'intenzione di non partecipare ai lavori dell'Aula, ARCANGELO SANNICANDRO (SEL) (Vedi RS), GIUSEPPE CIVATI (PD) (Vedi RS), che annuncia altresì l'intenzione di non partecipare ai lavori dell'Aula, BRUNO TABACCI (PI-CD) (Vedi RS) e CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0318 STEFANO FASSINA. Sì, grazie Presidente. Voglio dire che non partecipo al voto su questi emendamenti, su questo articolo e sul resto degli emendamenti, perché credo che il fatto politico che si è verificato in questo momento con l'abbandono dell'Aula da parte di tutte le opposizioni sia un fatto politico molto grave.
Chiedo al Governo e al mio gruppo di sospendere i lavori, di non riprendere i lavori, per riuscire ad andare nella direzione indicata dal presidente Speranza. Perché siamo di fronte all'approvazione della revisione della Costituzione che, come sapete tutti voi, insieme alla legge elettorale costituisce le regole del gioco.
Siamo di fronte a comportamenti inaccettabili di una parte dell'opposizione, ma tutte le opposizioni sono uscite dall'Aula e, a mio avviso, questo è un fatto che richiede la sospensione dei nostri lavori. PAGINA: 0318 ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, solo perché rimanga agli atti che io e il collega Melilla siamo rimasti in Aula allo scopo ovvio di non far decadere i nostri emendamenti, ma comunque in sintonia con il resto del gruppo che ha abbandonato i lavori. PAGINA: 0318 GIUSEPPE CIVATI. Grazie Presidente, in realtà, sulla falsariga di quanto pronunciato dal collega Stefano Fassina, anch'io ritengo che non parteciperò alle votazioni degli emendamenti. Lo faccio, pur avendo apprezzato molto l'appello di @pagina=0319@Roberto Speranza, che mi pare sinceramente un po’ tardivo rispetto a quello che è successo nelle ultime ore. Lo faccio in relazione ad un mio dissenso sul merito della riforma più volte espresso e anche sul metodo che è stato seguito in queste ore.
Quindi, anch'io mi appello a tutte le forze che sono rimaste in quest'Aula per aprire una fase diversa, nel qual caso io sarei il primo a scusarmi di questa dichiarazione e a felicitarmi per l'apertura di un dialogo. PAGINA: 0319 BRUNO TABACCI. Signor Presidente, c’è di che restare senza parole, perché la sintesi estrema di fronte alla quale ci troviamo è la seguente: il Partito Democratico ci ha portato fin qui... PAGINA: 0319 CARLO SIBILIA. Grazie Presidente. Anche io volevo dichiarare, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle...
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PAGINA: 0056 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 10.
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PAGINA: 0320 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, io darei i pareri in forma sintetica, veda lei se posso riassumerli. La Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 10.900, a pagina 44 del fascicolo. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli altri emendamenti all'articolo 10. La Commissione si rimette all'Aula su tutti i subemendamenti all'articolo 10.
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PAGINA: 0056 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0320 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente. I pareri del Governo sono conformi ai pareri espressi dal relatore Fiano.
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PAGINA: 0056 Intervengono sugli identici emendamenti Sannicandro 10.1 e Nuti 10.2 i deputati ARCANGELO SANNICANDRO (SEL) (Vedi RS), GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS) e FRANCESCO SAVERIO ROMANO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0320 ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, mi è consentito ? PAGINA: 0321 GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente, io vorrei chiederle, e mi chiedo personalmente, il significato di alcuni degli interventi che abbiamo appena ascoltato, con i quali alcuni parlamentari dell'opposizione ci hanno spiegato che restano in Aula perché non decadano i loro emendamenti.
Posto che i loro emendamenti non decadono in ogni caso, adesso abbiamo anche ascoltato questo interessantissimo intervento dell'onorevole Sannicandro, per carità in parte anche condivisibile, e che, tuttavia, mi rinforza nella domanda che stavo facendo: cioè, vorremmo capire se l'Aventino, con tutto il rispetto per i tempi che furono, oggi paventato e messo in atto dalle opposizioni è, in realtà, un Aventino a scartamento ridotto, perché allora ci stiamo prendendo in giro. A che titolo siamo qui in Aula ? Per carità, libero ognuno di restarci, ma, forse, dovremmo assumere un atteggiamento più serio. PAGINA: 0321 FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, intervengo perché mi appresto a votare contro questi identici emendamenti, ma non sarebbe una novità, se non fosse che il mio gruppo si appresta a non partecipare ai lavori d'Aula e non mi trova d'accordo. È già capitato una volta che questa scelta fosse da me stigmatizzata negativamente, perché l'unico Aventino che io ricordi, nel 1994, non portò bene al nostro Paese.
Allora, io sono convinto che queste riforme, così come sono state proposte dalla maggioranza, vadano contestate nel merito, così come stiamo facendo a testa alta, spiegando perché siamo contrari a questa riforma che viene proposta anche con forzature da parte della maggioranza sui lavori parlamentari. Ma trovo che la nostra difesa rispetto all'offesa sia sproporzionata, perché andare fuori dall'Aula e, cioè, non rappresentare il proprio mandato elettorale e farlo nelle piazze diventa un modo per rifuggire dalle proprie responsabilità.
Noi abbiamo il dovere di spiegare gli italiani perché queste riforme non sono un bene per il Paese, abbiamo il dovere di spiegare perché, a colpi di maggioranza, si sta cambiando la Costituzione, ma abbiamo il dovere di farlo nella sede dove gli italiani ci hanno mandato, che è il Parlamento italiano, che vale molto di più di ogni posizione politica, seppure autorevole, che viene espressa stando qui dentro. Allora, io starò al mio posto, continuerò a condurre la mia battaglia in solitario e, però, non rinuncerò alle mie convinzioni e alla mia adesione alle istituzioni della Repubblica italiana.
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PAGINA: 0057 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. (Vedi RS) Esprime parere favorevole sull'emendamento Giorgis 10.22, come subemendato.
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PAGINA: 0323 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.Grazie Presidente, intervengo soltanto per dirle che, considerato l'emendamento Giorgis 10.22, così come subemendato dagli ultimi tre subemendamenti, considerato il testo risultante dalle modifiche, il Governo desidera modificare il proprio parere, da contrario a favorevole.
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PAGINA: 0057 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Si rimette all'Assemblea sull'emendamento Giorgis 10.22, come subemendato.
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PAGINA: 0323 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione si rimette all'Assemblea.
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PAGINA: 0057 Intervengono sull'emendamento Giorgis 10.22 i deputati FRANCESCO SANNA (PD) (Vedi RS), MARA MUCCI (Misto-AL) (Vedi RS), cui il PRESIDENTE (Vedi RS) toglie la parola, DORINA BIANCHI (AP) (Vedi RS) e GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0323 FRANCESCO SANNA. Grazie Presidente, colleghi, signori del Governo, è una proposta emendativa che dà l'occasione di una lettura differente rispetto a quella normalmente ironica, denigratoria a volte, del sistema legislativo che verrà fuori dalle modifiche che noi diamo alla Costituzione su questo punto. Stiamo definendo delle competenze del Senato e della Camera insieme, competenze differenziate rispetto all'abitudine che avevamo di considerare entrambe queste Camere come due rami dello stesso Parlamento che facevano esattamente la stessa cosa. Voglio dire all'onorevole Sannicandro che è chiaro che è molto più semplice – ed è un compito che i nostri costituenti avevano svolto egregiamente – descrivere il lavoro e le competenze delle Camere che fanno lo stesso tipo di lavoro legislativo, rispetto a due che fanno cose diverse. Basta, nel primo caso, come era originariamente nel nostro articolo 70, dire che il Parlamento fa le leggi. Il Parlamento fa le leggi, ma noi vogliamo fare un Parlamento diverso da quello del passato. Noi vogliamo fare un Parlamento, le cui competenze sono differenziate, in cui il Senato della Repubblica interviene solo nel momento in cui noi abbiamo, da parte del Senato della Repubblica medesimo, un richiamo di una legge che quel ramo del Parlamento nuovo, composto dai legislatori regionali e dai sindaci, avrà interesse a sviluppare; oppure, che interviene quando ci saranno leggi di importanza fondamentale, come le leggi elettorali, le leggi costituzionali o quelle che riguardano le funzioni fondamentali dei comuni e delle città metropolitane. In questo caso, ci sarà una competenza legislativa piena, che somiglierà a quella che conosciamo già da ora. Nel dialogo tra il Senato nuovo delle autonomie e la Camera dei deputati arriveremo ad un punto in cui non vi sarà più la possibilità di una navette continua tra l'una e l'altra Camera, ma ci sarà la possibilità che la Camera dei deputati ponga la parola fine al dialogo con l'altro ramo del Parlamento, o con un voto a maggioranza semplice, o con un voto a maggioranza particolarmente qualificata, quella assoluta, nel momento in @pagina=0324@cui il Senato si esprimesse in un confronto molto deciso e molto duro nei confronti dell'altra Camera, quindi con una maggioranza assoluta.
Sarà più complesso ? Sarà meno complesso ? Sicuramente sarà meno complesso di oggi perché il corretto modo di guardare al lavoro della seconda Camera, cioè del Senato delle autonomie, sarà un modo completamente differente, non generalista, specializzato, rispetto a come oggi invece accade. E, dall'altra parte, la Camera dei deputati dovrà svolgere il suo lavoro in una maniera del tutto diversa da quella con cui lo svolge oggi, molto puntuale, perché deve sapere che sarà possibile che essa faccia l'unica lettura di una legge che il Senato non richiamerà.
Questo emendamento, sottoscritto come primo firmatario dal collega Giorgis, interviene nella definizione e nella riscrittura della funzione legislativa esercitata collettivamente dalle due Camere. Ed è un emendamento che noi sosteniamo perché è una riscrittura positiva; è una riscrittura che in qualche modo mette nelle condizioni di garantire la possibilità di una migliore lettura delle materie e di una maggiore capacità di intervenire nel richiamo da parte del Senato. Vi è, infatti, la previsione per la Camera, qualora il Senato approvi modifiche del testo a maggioranza dei tre quinti dei componenti, di un potere di conformarsi solo pronunciandosi, nella votazione finale, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Io credo che l'applicazione di questi sistemi sarà capace di svelare una modalità nuova e non quella ridicolizzata che in qualche modo abbiamo sentito nel nostro dibattito molto spesso. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). PAGINA: 0324 MARA MUCCI. Grazie, signora Presidente. Intervengo nell'ambito della funzione legislativa di cui parla questo emendamento e che volevo svolgere in serenità e in trasparenza.
Capiamo che a qualcuno dia fastidio che se ne siano andati dieci parlamentari in una volta e che, dall'inizio della legislatura, trentasei parlamentari abbiano lasciato il MoVimento 5 Stelle. Da quando siamo qui, se ne sono andati oltre cinquanta consiglieri comunali, un costante stillicidio di abbandoni che dimostra quanto il MoVimento 5 Stelle abbia tradito gli ideali ed i propositi che si era preposto. Dalla Valle d'Aosta alla Sicilia ci arrivano di continuo richieste di gruppi, spinti dai veri valori fondanti sbandierati da Grillo nelle piazze e morti nei corridoi della Casaleggio e associati: trasparenza, meritocrazia, partecipazione e competenza. Stamattina, signora Presidente, mi sono svegliata dopo una nottata passata in Aula nel tentativo di discutere gli emendamenti sulla riforma costituzionale in un clima reso surreale, e mi ritrovo messa alla berlina da un blog ! Cari 5 Stelle, potete anche continuare con la macchina del fango, cercando di stravolgere la realtà, ma la verità è che il Movimento 5 Stelle incassa dallo Stato per il funzionamento dei gruppi oltre sei milioni di euro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) ! Con questi soldi riescono ad essere, come produttività, alla Camera, soltanto il quinto gruppo, mentre al Senato... PAGINA: 0324 PRESIDENTE. Scusate, però... no, no, deputata Mucci, lei non sta entrando nel merito. Questo non è corretto ! L'ho già detto al suo compagno di gruppo, non è corretto. Dunque, le devo togliere la parola.
Ha chiesto di parlare la deputata Dorina Bianchi. Sul merito, per favore, siamo sull'emendamento. Ne ha facoltà. PAGINA: 0324 DORINA BIANCHI. Grazie, signora Presidente. Intervenivo sull'emendamento Giorgis su cui voteremo favorevolmente perché, anche alla luce dei subemendamenti e dell'emendamento della Commissione, è completamente cambiato nel suo significato. @pagina=0325@
Volevo anche rivendicare il lavoro che è stato fatto in Commissione anche dal nostro Gruppo, soprattutto per quanto riguarda il procedimento legislativo. Ricordo all'inizio di questa discussione la mia critica seria al procedimento legislativo così com'era uscito dall'Aula del Senato, e devo dire che questa Commissione e quest'Aula hanno svolto un lavoro importante e abbiamo avuto pienamente ragione sulla necessità di semplificare un procedimento legislativo che era troppo farraginoso e prevedeva degli iter diversi in base alle materie. Quindi, da parte del Nuovo Centrodestra, vi è soddisfazione per il lavoro che è stato fatto, soprattutto in relazione proprio all'articolo 10. PAGINA: 0325 GIAN LUIGI GIGLI. Anche il nostro Gruppo aveva sottolineato a suo tempo in dichiarazioni di voto la farraginosità del procedimento legislativo così com'era stato originariamente delineato. Prendiamo atto quindi anche noi, con soddisfazione, dei passi avanti che si sono compiuti su questo tema e che ci autorizzano quindi a sperare che quella paura dei contenziosi che potessero poi realizzarsi anche davanti alla Corte costituzionale, possa cadere per il tipo di approccio che è stato seguito e che ha sensibilmente migliorato il testo.
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PAGINA: 0057 Interviene sull'emendamento Bianconi 10.71 il deputato MARA MUCCI (Misto-AL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0326 MARA MUCCI. Signor Presidente, Alternativa Libera ha votato in Aula responsabilmente contro questa riforma, vogliamo parlare di Senato. Al Senato lo scorso anno un gruppo parlamentare ha speso oltre 100 mila euro per case di dipendenti della comunicazione.
Per quanto riguarda la Camera, non abbiamo mai saputo, perché il movimento della trasparenza neanche riesce a pubblicare un bilancio. Mi date della venduta, perché parlavo con un deputato di un altro gruppo, per riuscire a strutturare un ufficio legislativo per cercare di impiegare le risorse che abbiamo, non per scrivere un po’ sul blog, ma per l'attività parlamentare, per produrre atti normativi per questo Paese.
Noi non ci stiamo; cari 5 Stelle, potete anche continuare con la macchina del fango, non minerete la nostra integrità, noi siamo qui per lavorare per il bene del Paese e produrre atti normativi, non per mera pubblicità (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alternativa Libera, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) !
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PAGINA: 0058 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati GIOVANNI CUPERLO (PD) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), FRANCESCO SAVERIO ROMANO (FI-PdL) (Vedi RS), FABRIZIO CICCHITTO (NCD) (Vedi RS), LORENZO DELLAI (PI-CD) (Vedi RS), ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) (Vedi RS) e CATERINA BINI (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0330 GIOVANNI CUPERLO. Signora Presidente, vorrei chiederle se mi è consentito intervenire sull'ordine dei lavori. PAGINA: 0330 PRESIDENTE. Onorevole Cuperlo, prendo atto della sua richiesta. Lei sa che c’è stata una Conferenza dei presidenti di gruppo, lei sa anche l'esito di quella Conferenza, @pagina=0331@dunque, a me adesso resta molto difficile non tener conto di quell'esito. Adesso ho altre richieste di intervento, quindi darò la parola anche ad altri colleghi che lo chiederanno, però, per quanto riguarda la pausa, io non ho motivo tecnico per concederla, a meno che non vi sia un parere unanime di tutti i gruppi presenti ancora in quest'Aula che lo chiedano. Prego, un intervento per gruppo. PAGINA: 0331 FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Grazie signor Presidente, l'onorevole Cuperlo, con l'eleganza che gli è solita, ha posto una questione rilevante dibattuta in questi giorni dall'Aula e forse, purtroppo, l'ha posta fuori tempo, perché se avesse posto questa questione all'interno del suo partito e all'interno del suo gruppo, quando si sono verificate le condizioni per la rottura che è sotto gli occhi di tutti – quasi metà dell'arco parlamentare non è presente – forse avrebbe modificato anche il parere del suo capogruppo in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.
Non è accaduto e adesso, mi permetta onorevole Cuperlo, lei commette un altro errore che è quello di rivolgersi al Presidente della Camera, anziché rivolgersi al suo capogruppo, perché è paradossale che in questo momento alcuni, pochi, deputati dell'opposizione ritengono di manifestare il loro dissenso a questa riforma e al metodo col quale viene approvata da quest'Aula, in questa sede, e nel vostro gruppo ancora non ci sia una posizione chiara su come intendiate procedere e, cioè, se volete fare a meno dell'altra metà o quasi del Parlamento, che rappresenta anche l'altra metà e più dell'elettorato del nostro Paese, oppure, in un momento di resipiscenza, rimettendo un attimo in discussione ciò che ha deliberato la Conferenza dei presidenti di gruppo, proprio perché eccezionale e grave è la condizione in cui ci troviamo, si trovi una nuova intesa per arrivare alla fine, alla conclusione, di questo iter.
Io sono d'accordo a che si trovi un momento di sospensione per fare in modo che in Parlamento si svolga l'esame di questa legge e non lo si faccia fuori, però mi pare di capire che questo sia un problema soprattutto tutto interno al Partito Democratico. PAGINA: 0331 FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, mi rifaccio a cose dette, poco fa, dall'onorevole Buttiglione, dall'onorevole Tabacci e adesso dall'onorevole Francesco Saverio Romano. Credo che non si possano fare due cose contemporaneamente, un dibattito parlamentare e un dibattito del gruppo del Partito Democratico. Il Partito Democratico deve fare il suo dibattito e deve avere rispetto sia per quelli che stanno fuori da quest'Aula, sia per quelli che stanno in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Area popolare (NCD-CDU) ) e che mantengono una posizione. Quindi deve sciogliere questo nodo.
Io credevo, ma evidentemente questo fa parte di un'altra epoca di alcuni secoli fa, che un gruppo parlamentare fa la riunione del gruppo e poi in Aula porta le decisioni di quel gruppo.
Invece, noi sentiamo che c’è un dibattito permanente, senza soluzione.
A questo punto, la risposta è al gruppo del Partito Democratico, perché noi siamo disponibili sia ad andare avanti, sia ad interrompere, ma evidentemente ci veniamo a trovare in una situazione assolutamente paradossale, che è tutta a carico di chi ha scelto un percorso e che, evidentemente, poi ha dubbi, esitazioni, rimorsi e angosce nel portarlo completamente avanti.
Quindi, bisogna sapere se noi ci troviamo in una Assemblea parlamentare o siamo una derivata dell'Assemblea del gruppo del PD, che non ha mai soluzione, mai scioglimento e mai conclusione (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)). PAGINA: 0332 LORENZO DELLAI. Grazie Presidente. La nostra opinione è questa. Prima, non molto tempo fa, abbiamo espresso con grande senso di responsabilità e grande sincerità una decisione motivata col fatto che la democrazia parlamentare esige talvolta anche dei passaggi duri e difficili. Noi abbiamo espresso con grande lealtà la nostra posizione a favore della prosecuzione di questi lavori.
Ora, io penso che sia più che giusto, rispettando ovviamente il dibattito che c’è in tutti i gruppi parlamentari, che noi siamo coerenti con questa decisione. Dunque, la nostra opinione non è favorevole alla sospensione immediata della seduta. Siamo però convinti che sia opportuno utilizzare la pausa tecnica, che comunque era prevista, ipotizzata – ed è nella facoltà della Presidenza – verso la fine della serata – a l'ora che lei deciderà, naturalmente – non tanto per una riflessione di natura generale, che secondo noi è già stata fatta, nel senso di proseguire o meno questa discussione, ma per cercare intanto di recuperare il più possibile margini di dialogo anche con l'opposizione che se ne è andata.
Tuttavia, vorrei anche cogliere l'occasione per dire che forse una pausa tecnica collocata più tardi nella serata potrebbe essere utile per un passaggio al quale noi attribuiamo grande importanza. Mi riferisco al fatto che c’è una questione interna ad ogni gruppo, compreso il gruppo del PD – e noi la rispettiamo, lo ripeto – ma c’è anche una questione che riguarda la maggioranza, perché la responsabilità che ci siamo assunti è una responsabilità collettiva della maggioranza.
Dunque, noi vediamo bene, accanto ad ambiti interni ai gruppi di riflessione, anche un momento collettivo della maggioranza, nel quale ovviamente i gruppi parlamentari che sostengono il Governo e che sostengono responsabilmente, nonostante accenti e sensibilità diversi su questo o su quel punto, ovvero sul metodo, questo passaggio delle riforme, possano riunirsi e riconfermare la propria visione. Credo che questo sarebbe anche un passaggio che rafforzerebbe la coesione, la stabilità e la prospettiva del Governo. PAGINA: 0332 ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente. Su questo punto sono assolutamente d'accordo a nome del gruppo Scelta Civica con quello che è stato detto. Noi non possiamo avere un dibattito che si sviluppa su una serie di canali, uno dei quali, che poi determina l'andamento dei lavori, è quello del dibattito interno al Partito Democratico.
Ha parlato il capogruppo del Partito Democratico prima, abbiamo fatto una scelta, che è quella di andare avanti: adesso si deve andare avanti. Dopodiché, ci saranno le pause tecniche, è giustissimo discutere internamente, ma voglio solo aggiungere che è evidente che, essendo ormai questo un momento, come appena sottolineato dal presidente Dellai, in cui la maggioranza si sta assumendo una responsabilità importante su questa riforma, noi, come Scelta Civica, non accetteremo un dibattito che si svolge esclusivamente all'interno del Partito Democratico, perché abbiamo avuto una discussione ampia, approfondita su moltissimi temi (direi su tutti i temi fino a questo punto).
Quindi, capiamo, ovviamente, che ci possano essere visioni diverse all'interno del Partito Democratico, ma non siamo disposti, in una situazione come questa, a subire, lo dico da ora, eventuali modifiche, cambiamenti di posizione, eventuali variazioni che arrivino in corsa, senza essere stati discussi all'interno della maggioranza.
È una dinamica che abbiamo vissuto su vari altri provvedimenti. Ma su questo, anche per le responsabilità che ci stiamo assumendo – quella di andare avanti, pur in una situazione davvero difficile, e di cui abbiamo già parlato prima – richiediamo che ci sia una conferma di tutte le intese raggiunte e che si possa procedere come si è concordato fino ad ora.@pagina=0333@
Per cui, liberissimi naturalmente di tenere tutti i dibattiti interni che ci saranno all'interno del Partito Democratico, ma è evidente che qualsiasi ulteriore intervento su questa riforma dovrà essere condiviso con tutta la maggioranza che ha dimostrato una responsabilità talvolta maggiore di quella dimostrata dall'interno, da parte di alcune componenti del Partito Democratico che hanno scelto persino di unirsi a chi è uscito dall'Aula; un comportamento che sembra quasi giustificare, lo ripeto, quello che è successo ieri. PAGINA: 0333 CATERINA BINI. Grazie Presidente, noi vogliamo cercare di definire meglio questa situazione, questa discussione che si è venuta a creare, esprimendo la posizione e confermando quella che è stata l'espressione del nostro capogruppo Roberto Speranza, che ha espresso il sentimento del gruppo del Partito Democratico, credo con chiarezza, che ha espresso quelle che sono le preoccupazioni ma anche le nostre volontà nella fase politica che stiamo vivendo.
Per tali ragioni, noi ci atteniamo alla posizione del capogruppo, riconfermiamo quella posizione politica e, ovviamente, ci rimettiamo a lei, nell'organizzazione dei lavori. Riconfermando, però, che gradiremmo andare avanti per un po’, fino a che lei non riterrà di fare una pausa tecnica e ovviamente in quel solco, nella pausa tecnica che lei prevederà, noi ci atterremo nel fare la nostra assemblea di gruppo che, come è stato detto, dovrà proseguire.
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PAGINA: 0058 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0333 RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, dovevo a lei, e dovevo a quest'Aula, una spiegazione. Avevo chiesto di poter riunire il mio gruppo parlamentare, cosa che ho fatto. Abbiamo aperto una grande discussione al nostro interno, abbiamo votato, e abbiamo deciso di abbandonare l'Aula.
Di abbandonare l'Aula per tutto quello che è successo in questi giorni, in questi mesi: dai tempi contingentati, alla seduta fiume; di abbandonare l'Aula come segno estremo di responsabilità, di democrazia parlamentare. Altro che Aventino, come qualcuno pensa di dire !
Di abbandonare l'Aula come segno estremo di richiesta al Partito Democratico di ripensarci, come richiesta al Governo di ripensarci. Per l'amore di Dio, ripensateci (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)... Per l'amor di Dio, ripensateci !@pagina=0334@
Quello che sta avvenendo in quest'Aula, guardando l'emiciclo violentato (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), vedendo il dibattito all'interno del Partito Democratico e le sue lacerazioni (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)...
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PAGINA: 0058 (Esame dell'articolo 11) (Vedi RS)
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PAGINA: 0335 (Esame dell'articolo 11 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0058 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 11.
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PAGINA: 0335 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, sugli emendamenti riferiti all'articolo 11 i pareri sono tutti contrari mentre sui subemendamenti mi rimetto al parere dell'Aula.
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PAGINA: 0058 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0335 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. I pareri sono conformi a quelli del relatore.
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PAGINA: 0058 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato RENATO BRUNETTA (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0335 RENATO BRUNETTA. Grazie Presidente, non voglio abusare della sua pazienza, solo per un elemento di chiarezza. Ho delegato a rimanere in Aula l'onorevole Centemero e l'onorevole Palese al fine di controllare la regolarità del processo di @pagina=0336@voto. Siccome ci sono (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... Si fa così in democrazia !
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PAGINA: 0059 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)
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PAGINA: 0336 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 17,30)
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PAGINA: 0059 Intervengono per dichiarazione di voto sull'articolo 11 i deputati FRANCESCO SANNA (PD) (Vedi RS), ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) (Vedi RS) e GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0346 FRANCESCO SANNA. Grazie Presidente, colleghi, una breve dichiarazione di voto sull'articolo 11 che riscrive l'articolo 71 della Costituzione. Sempre in garbatissima polemica con chi, giustamente, è innamorato delle forme belle della Costituzione – una tra le più belle del mondo, direi, nella parte dei principi supremi e un po’ meno in quella del funzionamento dello Stato e delle Camere – riconosco che certamente noi allunghiamo l'articolo 71, ma dico che lo miglioriamo nei contenuti, che sono a favore del riconoscimento dell'iniziativa politica dei cittadini.
Infatti, non ci fermiamo semplicemente a stabilire a chi spetta l'iniziativa delle leggi, ma nel nuovo sistema bicamerale precisiamo che la nuova Camera, il Senato costituito dalle rappresentanze dei consigli regionali e delle autonomie locali, può pretendere, a maggioranza assoluta dei suoi membri, che la Camera di indirizzo politico, quella che pone la parola fine alla navette e al dialogo che caratterizza il nuovo bicameralismo differenziato, deve procedere all'esame e alla pronuncia, cioè deve dire un «sì» o un «no», rispetto ad una proposta legislativa del Senato, entro sei mesi dalla data di deliberazione del Senato della Repubblica.
Vorrei che portassimo attenzione, nel votare a favore, come voteremo a favore, di questo nuovo testo dell'articolo 71, guardiamo come miglioriamo la previsione dell'esercizio dell'iniziativa legislativa popolare che è un istituto, direi, andato quasi in desuetudine nel raggiungimento degli scopi che il costituente voleva attribuirgli, perché, semplicemente, tutti i progetti di iniziativa parlamentare e di Governo precedono sempre, con la forza che hanno dall'attivismo dell'uno e dall'altro, organo costituzionale da una parte, gruppi parlamentari e singoli parlamentari dall'altra, alle leggi di iniziativa popolare.
Noi eleviamo il numero di firme necessarie, perché si proponga l'iniziativa legislativa del popolo, ma la discussione e la deliberazione conclusiva della proposta di legge d'iniziativa popolare deve avvenire entro termini certi, e attraverso passaggi sicuramente definiti da una previsione costituzionale, dei Regolamenti parlamentari. Questa è una norma di indirizzo stringente, che noi faremmo bene, questa è la mia opinione, ad anticipare nella riscrittura del Regolamento della Camera e di quello del Senato che, secondo me, anche prima dell'ultima lettura delle riforme costituzionali, sarebbe opportuno approvare.
Così come, e questo è un istituto del tutto nuovo rispetto alla previsione costituzionale del 1948, prevediamo che la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche pubbliche trovi una propria capacità di sviluppo e di indirizzo anche con l'indizione di referendum popolari propositivi e di indirizzo, nonché con altre forme di consultazione delle formazioni sociali.
Qui dovremo lavorarci ancora, perché la previsione non è di dettaglio, è una previsione che rimanda a una legge costituzionale; c’è lo spazio – lo voglio dire, anche, a chi è andato via dall'Aula in una legittima, anche se sbagliata, opzione di contestazione politica – c’è tutto lo spazio, nell'elaborazione della legge costituzionale, @pagina=0347@di riprendere questo tema e di decidere come, nel tempo moderno, rapportare la democrazia rappresentativa alla democrazia diretta, che è l'altro grande tema che ci siamo posti in questa revisione costituzionale, insieme a quello del rapporto tra la democrazia di investitura e la democrazia di indirizzo.
Questa norma – l'ultimo comma dell'articolo 71 – completa il disegno, prevedendo che la legge costituzionale specifichi come il referendum di indirizzo condizioni l'attività di Governo e Parlamento e come procedere a rendere immediatamente pronte ed efficaci nell'ordinamento giuridico le disposizioni recate dal referendum propositivo.
Per ultimo, la legge, questa volta definita e approvata da entrambe le Camere, dovrà spiegarci come le modalità di attuazione si dispiegheranno nel rendere concreto e operativo lo strumento che noi, per la prima volta, prevediamo. PAGINA: 0347 ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, questo intervento unisce anche qualche considerazione generale sul procedimento legislativo, perché avevo chiesto la parola sull'articolo precedente e non mi aveva visto.
Io credo che il passaggio e la riforma del bicameralismo paritario che abbiamo in questi due articoli sia l'elemento fondamentale di tutto l'impianto costituzionale che andiamo a modificare, che sono fermamente convinto costituisca un miglioramento rispetto alla situazione attuale. Si semplifica il sistema, si lasciano naturalmente delle competenze paritarie, ma si identificano in modo molto specifico, per evitare di ripetere i problemi della legislazione concorrente. Si creano delle procedure più semplici e si introducono, come ha segnalato adesso anche l'onorevole Sanna, delle previsioni, come quelle sulla legge costituzionale, in materia di democrazia diretta, visto che ne abbiamo sentito parlare così tanto in questi giorni, che sicuramente avranno un valore e che richiederanno un esame approfondito, non singoli emendamenti approvati in Aula, come era stato proposto.
Questi articoli sono molto importanti, anche perché sono stati lungamente discussi, ed è significativo che siano stati lungamente discussi con un partito che oggi è uscito dall'Aula, con un partito che oggi ha deciso di sottrarsi al dibattito, che ha lasciato una rappresentanza a controllare il numero legale. Mi dispiace che non ci sia più l'onorevole Brunetta e mi dispiace che nessuno abbia risposto alle sue parole, perché credo che andare a presentarsi al Presidente della Repubblica, dicendo che il percorso che si è svolto, che tutto quello che è successo, che l'impianto della legge possa portare ad una deriva autoritaria, sia abbastanza singolare per chi quella proposta l'ha scritta, l'ha condivisa, ne ha forzato, con il peso dei suoi voti, alcuni elementi specifici, per esempio alcuni che noi consideriamo sbagliati.
La formazione del Senato noi la vedevamo in un modo diverso. Chi non ha voluto i rappresentanti dei governi nel Senato è stata Forza Italia e abbiamo approvato la composizione del Senato quando erano ancora della partita.
Oggi, perché non si è ceduto alle pretese di ieri del MoVimento 5 Stelle, escono dall'Aula. Ho sentito definire questo come Costituzione o democrazia violentata. Se si usano termini così, non so cosa sia stato fatto alla coerenza, perché le stesse persone che fino a ieri difendevano il procedimento, che hanno determinato tutte le forzature con il loro consenso – quelle che oggi vengono definite forzature sono tutte passate per Forza Italia che, devo dire, con una partecipazione un po’ riluttante dell'onorevole Brunetta, ha concorso in pieno a tutto il percorso – oggi si presentano dal Presidente della Repubblica – addirittura c’è una conferenza stampa congiunta – per dire che questa legge non va bene, che il percorso non va bene, sostanzialmente per dire che ieri si doveva cedere.
Ecco, io questo lo trovo inaccettabile, perché, se si parla ancora una volta di democrazia violentata, per quello che è @pagina=0348@successo e per una «seduta fiume» prevista dal Regolamento, non so come debba essere definito quello che è successo ieri, quando non siamo stati nemmeno in grado di parlare, perché un gruppo ha deciso di impedirci di farlo.
Io credo che Forza Italia dovrebbe tornare in Aula, perché altrimenti passerà alla storia come un partito che ha deciso di partecipare ad un processo di riforma, ha deciso di partecipare alla scrittura di questo processo, anche con un patto che era stato da noi criticato fuori dalle mura parlamentari.
Ha condizionato i lavori parlamentari per moltissimo tempo, ha avuto il relatore, che ha seguito il provvedimento fino a pochissimi giorni fa, e poi, d'un tratto, ha scoperto che il Presidente della Repubblica non andava bene e su queste basi ha deciso di cambiare schema di gioco. Mi domando – probabilmente non lo farà – se il Presidente Mattarella farà delle domande a Forza Italia su questo tema.
Credo che avrà il garbo di non farlo, per non mettere in difficoltà chi sarà davanti a lui, ma dovrebbe farlo, perché è assurdo che un partito esca dall'Aula con queste motivazioni, quando è stato uno dei principali promotori e sostenitori della riforma e oggi sta votando contro cose che abbiamo discusso per ore in Commissione, nel Comitato dei nove e in varie sessioni di discussione politica. Ha votato contro per un paio di giorni, oggi sono usciti dall'Aula e, ripeto, questa costituisce una giustificazione di quello che è successo ieri.
Quello che trovo sconvolgente, da un certo punto di vista, non è tanto che vi sia stato un cambiamento di politica... PAGINA: 0348 GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, questo articolo 11, che ci accingiamo a votare, è un articolo importante, non soltanto per il fatto che consente ai senatori di attivare con certezza un iter legislativo per provvedimenti di interesse presso la Camera dei deputati, ma, a mio parere, ancor più perché crea gli strumenti per ridurre lo iato, troppe volte lamentato e spesso lamentato a ragione, tra il popolo e le istituzioni che lo rappresentano.
È stato già detto nei precedenti interventi del mio gruppo sul tema che noi abbiamo qualche perplessità, e ne riparleremo nell'articolo 15, a proposito dello strumento referendario; uno strumento che, per sua natura, è soggetto anche al rischio dell'emotività, del condizionamento emotivo e della disinformazione. E invece crediamo profondamente nell'altro strumento, quello delle leggi di iniziativa popolare, per le quali è stato qui elevato il numero di firme richiesto per l'attivazione dell'iter, appunto, di iniziativa popolare.
Su queste legge di iniziativa popolare si può determinare il meglio, se vogliamo, da un lato, della rappresentazione diretta dei bisogni da parte del popolo e, dall'altro lato, però, della ponderazione dell'esame da parte del Parlamento. Ma perché questo avvenga è necessario che quegli strumenti di cui ora ci si rende conto è necessario dotarsi vengano effettivamente messi in opera, perché noi abbiamo visto nel passato, troppe volte, proposte di legge di iniziativa popolare che avevano anche superato il milione di firme – voglio ricordarlo – che sono state completamente disattese dal Parlamento, nemmeno prese in considerazione. Ne ricordo, in particolare, una che era stata promossa dal Movimento per la vita italiano.@pagina=0349@
E allora credo che questa previsione di dotarsi, appunto, degli strumenti perché siano dati tempi, forme e limiti certi all'esame delle leggi di iniziativa popolare debba essere assunta oggi nel votare questo articolo 11 con particolare senso di responsabilità da questa Camera dei deputati affinché, come ha già detto l'onorevole Sanna, prima ancora che si passi alla seconda lettura di questa legge di riforma costituzionale, questi strumenti, attraverso la modifica dei Regolamenti, siano già messi in opera, siano già realizzati e possano permettere al popolo, nel raccogliere le firme portate a 150 mila per le leggi di iniziativa popolare, di esser certo che esse verranno prese nella dovuta considerazione e che nella libertà di esame da parte del Parlamento, nella rivendicazione da parte del Parlamento della sua potestà legislativa, tuttavia, almeno di una cosa il cittadino potrà essere certo: che la raccolta di firme, la sua raccolta di firme, non sarà stata inutile e non si sarà tradotta in una presa in giro da parte delle Camere.
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PAGINA: 0059 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle 19.
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PAGINA: 0349 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gigli.
Intanto che i colleghi prendono posto per la votazione dell'articolo 11, comunico che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 19 in relazione alla calendarizzazione del decreto recante proroga dei termini.
In concomitanza con tale riunione sarà disposta una pausa tecnica di due ore e mezza, fino alle ore 21.30, durante la quale potrà anche, eventualmente, aver luogo la riunione del Comitato dei nove.
Allora, invito i colleghi a prendere posto per la votazione...
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PAGINA: 0059 Interviene per dichiarazione di voto sull'articolo 11 il deputato ADRIANO ZACCAGNINI (SEL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0349 ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, signor Presidente, non l'avevo avvertita proprio per cercare di avere un ascolto maggiore perché mi esprimerò non tanto come membro del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, ma come parlamentare indipendente della Repubblica.
Mi esprimo, in particolare, sull'articolo 11 che era quello che mi era stato affidato per discutere nel merito. Però devo fare una premessa, ossia che mi trovo in uno stato non proprio sereno. Lo definirei «sotto shock» perché mi rendo conto che quello che si sta facendo in quest'Aula è qualcosa di grave.
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PAGINA: 0060 Interviene per un richiamo al Regolamento il deputato ADRIANO ZACCAGNINI (SEL) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0349 ADRIANO ZACCAGNINI. È qualcosa di grave e questa gravità è la stessa sensazione che ho percepito ad inizio legislatura quando mi sono reso conto della antidemocraticità del MoVimento 5 Stelle e l'ho abbandonato. In questo momento ho la stessa sensazione di grave antidemocraticità che si sta perpetrando in quest'Aula.
Però, voglio comunque ringraziare il Vicepresidente Giachetti per ieri sera, non per aver portato avanti la seduta fiume, ma perché comunque in un frangente della seduta mi sono ritrovato in lui nella difesa della democrazia e lo devo ringraziare per questo, perché ho rivissuto in quei momenti, quando i 5 Stelle non lasciavano il diritto di parola agli altri deputati, lo stesso mobbing parlamentare che ho vissuto io in quel gruppo ad inizio legislatura.
Ma, a parte questa considerazione, entrando brevemente nel merito dell'articolo 11, avrei voluto dire alcune cose che ora lasciano il tempo che trovano, però. In particolare, quando si affronta il tema della democrazia diretta e partecipativa bisogna confrontarsi con la propaganda del MoVimento 5 Stelle che ha svilito e svuotato queste sacrosante proposte di partecipazione. Io, riferendomi, tramite lei, comunque, ai 5 Stelle vorrei ricordare che hanno parlato di nominati, di parlamentari nominati, ma non nominano mai il loro direttorio.@pagina=0350@
Un gruppo di soldatini nominati, fedeli e sudditi del blog. PAGINA: 0350 PRESIDENTE. Onorevole Zaccagnini, però la sua è una dichiarazione di voto sull'articolo 11 !
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PAGINA: 0060 (Esame dell'articolo 12) (Vedi RS)
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PAGINA: 0351 (Esame dell'articolo 12 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0060 Interviene sul complesso delle proposte emendative riferiti all'articolo 12 il deputato ADRIANO ZACCAGNINI (SEL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0351 ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, io credo che quando trattiamo della democrazia, è importante che in un processo di revisione costituzionale, in questo momento storico, non si può ignorare il modo in cui si istituisce questo rapporto democratico fra i cittadini e le istituzioni.
Non dovremmo essere più arretrati del Trattato di Lisbona, che all'articolo 10 ribadisce il principio della democrazia rappresentativa, e all'articolo 11 fa un'apertura alla democrazia partecipativa attraverso l'iniziativa dei cittadini europei.
Quello che volevo aggiungere, è che questi non sono soltanto strumenti compensativi, ma una strutturale articolazione della democrazia, che altrimenti, se ignorata, determinerebbe sempre una più forte contrapposizione tra istituti di democrazia diretta e istituti di democrazia rappresentativa.
Quindi, il mio invito vero, genuino è quello di integrare questi strumenti e di tradurre lo spirito del nostro tempo in possibilità concrete.
È questo il nostro compito. E per non definirsi conservatori nel 2014 è un impegno che dobbiamo prenderci e portare avanti. E io vorrei chiedere ai colleghi del PD se possono fare riferimento alla propria coscienza e il mio è un appello alla coscienza, appunto. Perché credo che, anche se nel merito è legittimo modificare la Costituzione, nel merito è possibile farlo, ma non credo che il modo in cui viene fatto sia legittimo. E questo shock che è stato provocato io non riesco a digerirlo, ed è per questo che sono intervenuto, comunque in dissenso da quella che è stata la modalità del gruppo a cui appartengo in questo momento. Questo mio profondo sconforto io lo porterò domani in piazza, lo porterò nella manifestazione che ci sarà qui a Roma contro l’austerity, contro politiche economiche che finanziarizzano le nostre vite. Politiche antidemocratiche che sono rispecchiate in varie modalità che vengono portate avanti in questo momento dalle istituzioni europee e che, allo stesso modo, stiamo portando nella nostra Costituzione e incamerando nel nostro ordinamento. Io mi auguro di svegliarmi da questo incubo democratico, da questo horror, da questo killeraggio democratico e che torni la luce della democrazia nella forma e nella sostanza. La ringrazio, Presidente.
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PAGINA: 0060 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 12.
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PAGINA: 0351 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Stavo commentando l'intervento del collega.
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PAGINA: 0060 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0351 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. I pareri sono conformi a quelli espressi dal relatore Fiano. Grazie.
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PAGINA: 0060 Interviene sull'emendamento Vitelli 12.701 il deputato ROBERTA OLIARO (SCpI) (Vedi RS).
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PAGINA: 0355 ROBERTA OLIARO. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, le modifiche che stiamo apportando alla nostra Costituzione consentiranno di dare anche una maggiore efficienza alle nostre istituzioni, rendendo il processo legislativo più snello ed efficace. Non perdiamo questa occasione di correggere uno dei mali che affligge il nostro Paese: la scarsa qualità delle leggi che produciamo.@pagina=0356@
In Italia abbiamo un numero enorme di leggi, spesso molto poco chiare, talvolta anche incomprensibili e quasi sempre di difficile interpretazione. Per contro, la chiarezza delle leggi è essenziale e questo ci permetterebbe di garantire la certezza del diritto, ridurre il contenzioso derivante da errate interpretazioni, promuovere e attirare investimenti esteri, permettere ai semplici cittadini di interpretare le leggi senza la necessità di esperti.
Per questo il nostro gruppo, Scelta Civica, propone a quest'Aula di approvare l'emendamento che prevede di inserire esplicitamente nella nostra Costituzione il principio che i Regolamenti delle Camere debbano stabilire procedimenti per verificare che ciascun disegno di legge risponda a criteri di chiarezza e proprietà della formulazione, disciplinando poteri, organizzazione e funzionamento di un organismo di controllo dei disegni di legge e del testo finale delle leggi.
Intendiamo, quindi, esplicitare nel testo costituzionale la circostanza che la legge, pur essendo espressione di un indirizzo politico, perciò libera nel fine che intende perseguire, debba essere espressione chiara e che, in sede di formazione della legge, non si possa prescindere dal rispetto del vincolo della certezza del diritto, espressione di principi e valori fondamentali dell'ordinamento costituzionale.
Colleghi, il Regolamento della Camera attualmente in vigore, la cui revisione si dimostra ogni giorno sempre più urgente – e i fatti di questi giorni lo hanno dimostrato ancora una volta –, ha previsto dei meccanismi di controllo della qualità della legislazione: si pensi al ruolo del Comitato per la legislazione. Ma tali meccanismi si sono, tuttavia, rivelati insufficienti. Con l'introduzione nella Costituzione della norma proposta sarà, invece, possibile realizzare un rafforzamento e un ruolo più forte ed incisivo di un organismo interno di garanzia che comprenda la fase finale del testo da attuarsi con i nuovi Regolamenti.
Chiediamo, pertanto, il voto e auspichiamo che Governo ed il relatore per la maggioranza possano cambiare opinione su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
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PAGINA: 0061 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato FRANCESCO SAVERIO ROMANO (FI-PDL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0362 FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Grazie Presidente, il mio intervento riguardava proprio la sospensione e la riunione del gruppo che è stata annunciata, soprattutto del gruppo del Partito Democratico. Infatti, oggi sono accadute due cose che non possiamo sottacere. Innanzitutto, una parte cospicua dell'opposizione, quasi tutta, ha abbandonato l'Aula. Inoltre, la maggioranza ha dimostrato di avere, sia il numero legale, sia i numeri, per poter approvare questa riforma. Adesso, si pone un solo problema: oltre ad avere la possibilità di farlo, ha anche una responsabilità e questa responsabilità è tutta dentro le decisioni che il gruppo del Partito Democratico prenderà tra qualche minuto.
Io chiedo, per suo tramite Presidente, al capogruppo e ai dirigenti di quel partito, posto che così stanno le cose e posto che, comunque, avendo approvato un iter procedurale che prevede la seduta fiume, non si possa andare oltre un certo limite, se non sia opportuno che questa riunione serva a modificare la determinazione di quella Conferenza dei presidenti di gruppo perché, stando così le cose, noi avremmo per la prima volta nel nostro Paese una riforma costituzionale approvata in assenza delle opposizioni.
Avete avuto modo di ascoltare quali sono le ragioni che mi tengono in quest'Aula e proprio perché ho espresso queste ragioni intendo avanzare una richiesta, che non è una supplica, ma è una richiesta a una parte importante della classe dirigente di questo Paese, ossia di avere un momento di resipiscenza e disponibilità nei confronti di coloro che magari hanno utilizzato uno strumento che non condivido, ma che hanno tutte le buone ragioni per stare in Aula insieme a voi e condividere questo processo legislativo.
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PAGINA: 0061 PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta essendo imminente la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
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PAGINA: 0362 PRESIDENTE. Come preannunciato, essendo giunti alle ore 19, orario per il quale è convocata la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 21,30. La seduta è sospesa.
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PAGINA: 0062 La seduta, sospesa alle 19,05, è ripresa alle 21,40.
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PAGINA: 0062 Missioni. (Vedi RS)
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PAGINA: 0362 Missioni.
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PAGINA: 0062 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa della seduta sono novantuno.
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PAGINA: 0362 PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bobba, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti dell'Acqua, Boschi, Bratti, Carbone, Catania, Cicchitto, D'Alia, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Dellai, Di Gioia, Ferranti, Fioroni, Fontanelli, Giacomelli, Gozi, Losacco, Lotti, Madia, Meta, Pes, Pisicchio, Portas, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu e Zanetti sono in missione a decorrere dalla ripresa della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell’Allegato A al resoconto della seduta odierna.
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PAGINA: 0062 Si riprende la discussione. (Vedi RS)
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PAGINA: 0363 Si riprende la discussione.
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PAGINA: 0062 Intervengono per dichiarazione di voto sull'articolo 12 i deputati TERESA PICCIONE (PD) (Vedi RS) e GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0363 TERESA PICCIONE. Grazie, signora Presidente. Questo articolo 12 ha un valore particolare. La modifica si inserisce infatti all'interno del processo di formazione delle leggi, al Titolo I, alla Sezione II della nostra Carta costituzionale, e introduce una modifica di particolare significato e rilievo sulla quale ha lavorato con grande sapienza, secondo me, anche la Commissione Affari costituzionali. Introduce infatti la modifica del cosiddetto voto «a data certa». Inizialmente, quando il testo è pervenuto dal Senato... PAGINA: 0364 GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, questo articolo per quella che è stata la mia esperienza durante l'esame prima in Commissione e poi in Aula di questo provvedimento è uno di quelli che hanno dato maggiore risalto all'attività che il Parlamento ha svolto, che la Camera ha svolto in modo intelligente per migliorare e per perfezionare il disegno così come ci era arrivato dal Senato. Mi riferisco in particolare anch'io a questo tema del voto a data certa. Uno degli aspetti di più critici, sui quali più frequentemente nel passato si erano appuntate le lamentele era l'abuso della decretazione d'urgenza che era stato oggetto anche di strali pressanti più volte ripetuti anche dalla stessa Presidenza della Repubblica, decretazione d'urgenza che finiva per essere abusata sia dal punto di vista delle tematiche sia dal punto di vista soprattutto anche della eterogeneità dei temi stessi. Bene, io credo che il voto a data certa, così come si è sviluppato soprattutto durante il passaggio in Commissione, superando del tutto l'aspetto di esame bloccato in qualche modo che avrebbe determinato una minore valenza del Parlamento, ma salvaguardando l'esigenza dell'azione governativa di poter vedere riconosciuto in tempi rapidi e certi l'esame di provvedimenti particolarmente significativi per l'azione di Governo e come tali già elencati nel programma con il quale il Governo chiedeva la fiducia, credo che sia effettivamente uno dei punti più qualificanti di questa azione di miglioramento che abbiamo apportato dapprima in Commissione e adesso in Aula. Così come uscirà dalla Camera oggi questo articolo 12 appare significativamente migliorato, porterà – ripeto – a salvaguardare le necessità di esame in tempi certi da parte del Governo ma non svuoterà il Parlamento della possibilità di esaminare nel dettaglio e di correggere adeguatamente le proposte del Governo stesso. I tempi di settanta giorni sono ragionevoli, anche questi sono stati estesi, come è stato detto, da sessanta con cui era stato trasmesso a noi dal Senato a settanta così come è stato esaminato in Commissione, mi permetto solo di correggere una cosa, se posso dirlo, all'onorevole Piccione che correttamente ha riepilogato l'iter di questa materia durante il passaggio alla Camera: non è stata solo l'azione del Partito Democratico ad aver portato a questo, credo che sia stata concordemente l'azione di tutta la maggioranza che convintamente ha portato a questo risultato. Per questo il nostro gruppo Per l'Italia voterà convintamente a favore di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).
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PAGINA: 0062 (Esame dell'articolo 13) (Vedi RS)
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PAGINA: 0365 (Esame dell'articolo 13 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0062 Interviene sul complesso delle proposte emendative presentate il deputato ALFREDO D'ATTORRE (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0365 ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, intervengo semplicemente per esprimere la decisione di ritirare tutti gli emendamenti a mia prima firma. Ritengo che la ragione sia abbastanza evidente, ed è relativa alle condizioni che si sono determinate con l'abbandono dell'Aula da parte delle forze di opposizione. È una condizione del tutto anomala, che naturalmente interroga in profondità la coscienza di ciascuno di noi e che rende molto, molto più difficile, se non impossibile, quel tentativo che tanti di noi avevano auspicato, di una compiuta parlamentarizzazione del confronto sulle riforme. È evidente che nel quadro in cui siamo ciò non è possibile. Ci aspetta una lunga maratona notturna in cui dovremo votare in successione tutta una serie di emendamenti per arrivare a raggiungere l'obiettivo che ci eravamo prefissati, di chiudere il voto su tutti gli articoli entro la giornata di domani.
In coerenza con la decisione assunta dal mio gruppo, pur non condividendola, pur considerando un errore la scelta di proseguire con queste modalità, senza riaprire un confronto politico di merito con tutte – ripeto, con tutte – le forze di opposizione, prendo atto della decisione del mio gruppo, mi adeguo, sarò qui in Aula a garantire il numero legale – di questo si tratta – ma è evidente che sono venute meno le condizioni per una discussione di merito su questa riforma costituzionale e per questa ragione ritiro tutti gli emendamenti.
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PAGINA: 0062 PRESIDENTE (Vedi RS). Prende atto che il deputato D'Attorre ritira tutti gli emendamenti a sua prima firma.
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PAGINA: 0365 PRESIDENTE. Onorevole D'Attorre, se ho capito bene, ritira tutti gli emendamenti, e non soltanto quelli riferiti all'articolo 13
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PAGINA: 0062 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 13.
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PAGINA: 0365 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, darò un parere sintetico...
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PAGINA: 0062 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0365 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0062 PRESIDENTE (Vedi RS). Prende atto del ritiro dell'emendamento Piccione 13.500.
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PAGINA: 0366 PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0063 Interviene sull'emendamento Giorgis 13.502 il deputato ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS), che lo ritira.
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PAGINA: 0369 ANDREA GIORGIS. Grazie, Presidente. È stata prima dichiarata dall'onorevole D'Attorre l'intenzione di ritirare emendamenti che sono stati presentati e che, purtroppo, in questo contesto, diventa difficile discutere ed approfondire, come pure sarebbe stato invece opportuno fare.
La stessa considerazione vale anche per questo emendamento. Ritiro questo emendamento. Però vorrei lasciare agli atti una considerazione, che in qualche misura mi consente anche di ritornare sul tema più generale, cioè sul modo attraverso il quale siamo arrivati al testo che tra poco approveremo dell'articolo 13. Infatti, questo emendamento prevedeva una innovazione molto semplice: l'abbassamento del quorum per poter attivare il controllo preventivo da un terzo a un decimo.
La ragione di questa proposta è molto semplice e, devo dire la verità, mi è del tutto incomprensibile il motivo di merito per il quale, nonostante quello che è stato detto, alla fine il Governo ha dato parere negativo. Infatti, io vorrei che ci ricordassimo che il senso del controllo preventivo, che noi introduciamo, è quello di evitare che si possa ripetere una situazione analoga a quella che si è verificata in relazione alla legge Calderoli dopo la sentenza n. 1 del 2014.
Io credo che noi molto saggiamente in questa riforma abbiamo previsto che la Corte costituzionale sulle sole leggi elettorali possa essere chiamata a pronunciarsi prima che le leggi elettorali applicate, in modo tale da evitare che una legge elettorale non conforme a Costituzione sia dichiarata illegittima dopo che è stata applicata e, a quel punto, abbia prodotto effetti che non sono rimovibili.
Ora, la ratio è questa e per questo motivo l'articolo 13 prevede il ricorso preventivo alla Corte. Però se la ratio è quella di scongiurare il rischio di applicare una legge illegittima, è evidente che questo controllo dovrebbe avvenire o in via automatica, @pagina=0370@come emendamenti presentati dall'onorevole D'Attorre e ritirati ipotizzavano, oppure dovrebbe avvenire da parte di una minoranza esigua. Cosa intendo per esigua ? Quella minoranza che eventualmente possa essere danneggiata da un accordo su di una legge elettorale che, facciamo il caso, prevede una soglia di sbarramento del 15 per cento. Io credo che siamo tutti d'accordo nel ritenere che una legge elettorale che preveda una soglia di sbarramento del 15 per cento sia una legge di dubbia legittimità, una legge non solo inopportuna, ma una legge che solleva dei profili di incostituzionalità.
Chi è che deve poter presentare ricorso alla Corte se la legge prevede questo tetto, questo limite ? Chi eventualmente ne rimane danneggiato, cioè chi rappresenta, in ipotesi, il 15 per cento dei parlamentari. Il 15 per cento della Camera equivale a 95 deputati. L'ipotesi che noi ci accingiamo ad approvare è un'ipotesi che non consente a 95 deputati di adire la Corte. Quindi, che cosa succederà ? Succederà che la minoranza, che dovesse essere penalizzata illegittimamente dalla legge elettorale, non potrà rivolgersi alla Corte senza la disponibilità di una parte di quei parlamentari che magari hanno votato la legge, ma che ritengono comunque, per ragioni di precauzione, di evitare che la Corte si pronunci dopo che la legge è stata applicata.
Io credo che, da questo punto di vista, noi si stia facendo un passo avanti importantissimo, perché introdurre il controllo preventivo è un passo avanti importantissimo, ma è certo che potevamo farlo in maniera più ragionevole e coerente, in modo tale da fare sì che funzionasse senza bisogno che chi vota la legge sia poi in qualche misura indotto a consentire il controllo preventivo, firmando esso stesso la richiesta di giudizio della Corte.
Speriamo che nel prosieguo dell'iter, come pure è stato detto, al Senato ci sia questa ulteriore riconsiderazione e, quindi, si riduca il quorum in modo da depoliticizzare il ricorso e consentire a quella minoranza che fosse esclusa dalla rappresentanza politica di poter chiedere un pronunciamento della Corte prima che le elezioni si svolgano (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
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PAGINA: 0063 Intervengono sull'emendamento Gasparini 13.550 i deputati FABRIZIO CICCHITTO (NCD) (Vedi RS), ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) (Vedi RS), DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI (PD) (Vedi RS) e GAETANO PIEPOLI (PI-CD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0371 FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, intervengo anche a nome del mio gruppo. È una radicale contrarietà al fatto che vi sia una subordinazione delle decisioni che il Parlamento prende sulla legge elettorale riferite alla Corte costituzionale. Voi sapete benissimo che già in via generale ci fu nell'Assemblea costituente – e proprio da parte di Palmiro Togliatti – una forte obiezione di principio, secondo me radicata, sul fatto che un Parlamento eletto potesse vedere le sue decisioni smontate da una struttura esterna. Ma che adesso questo Parlamento, che prende queste decisioni anche con una tensione politica di questo tipo, in partenza dica che è dimezzato rispetto alle sue decisioni nei confronti di un nodo fondamentale, qual è la legge elettorale, per cui immediatamente si mette nelle mani della Corte costituzionale, significa sostanzialmente dire che c’è un Parlamento bambino, che deve chiedere il parere di una tecnocrazia superiore, che esprime il suo parere dopo che questo Parlamento è arrivato a queste deliberazioni, per di più con la tensione politica che noi stiamo vivendo.
Questa decisione, al di là dei quorum, ma in linea di principio e di fatto, secondo noi, rappresenta un errore politico gravissimo, per cui noi vi preghiamo in sede di Comitato dei nove di riflettere su questa decisione, perché questa è la decisione della subalternità, dell'accettazione del fatto che questo è un Parlamento dimezzato, non sicuro di sé stesso, con un grande complesso di inferiorità, per cui si mette nelle mani della Corte costituzionale, di cui accetta già in principio il fatto che, magari, le cose che questo Parlamento deciderà verranno a priori rimesse in questione. Sappiamo benissimo che ci stanno dei meccanismi normali, consueti, per cui per le leggi ci si rivolge alla Corte costituzionale. Lasciamo questi meccanismi e non ci diamo la zappa sui piedi fino a questo punto (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). PAGINA: 0371 ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, io mi rendo conto delle difficoltà e delle questioni che ha sollevato l'onorevole Cicchitto e in parte le condivido. Noi le avevamo inizialmente sollevate. Di fronte all'indisponibilità a tornare indietro su questa soluzione, abbiamo presentato un emendamento invece, una volta che questo rimedio c’è, per applicarlo anche alla prossima legge elettorale. Infatti sarebbe stato singolare prevedere questo meccanismo e poi non applicarlo alla prima legge entrata in vigore dopo la dichiarazione di incostituzionalità di una legge elettorale. Per cui la scelta poteva essere di non avere affatto questo sistema ed era una cosa. Avere questo sistema e dire che non lo applichiamo la prima volta sarebbe stato strano.
Invece, rispondendo all'onorevole Giorgis sul tema dei quorum, io credo che, invece, sia giusto tenere dei quorum sufficientemente alti, perché, come è stato già segnalato, ci sono già oggi i modi per ricorrere alla Corte. Io credo che questo tipo di ricorso dovrebbe essere limitato a dei casi clamorosi, a dei casi nei quali una grande parte dell'Assemblea è convinta di una violazione significativa. Segnalo anche che è vero che ci potrebbe essere una soglia di sbarramento troppo alta, però @pagina=0372@che, ad esempio, tutte le ragioni di incostituzionalità del Porcellum non avevano niente a che vedere con la dimensione piccola o grande della minoranza, avevano a che vedere con un meccanismo di elezione, con il tema dei famosi nominati e delle preferenze, avevano a che vedere con il premio di maggioranza che era stato introdotto, in quel caso, dalla maggioranza che approvò la legge. Quindi, io sono convinto che questo tipo di ricorso, per le ragioni anche che ha indicato l'onorevole Cicchitto, dovrebbe essere limitato e che dovrebbe essere una grande parte del Parlamento a proporre il ricorso, in tutti gli altri casi ci sono i rimedi ordinari. PAGINA: 0372 DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Presidente, prendo la parola in quanto l'onorevole Cicchitto è intervenuto sulla base di un emendamento a mia prima firma, e di altri colleghi. Di fatto, volevo evidenziare che questo emendamento non introduce questa norma, perché è stato il Senato che ha introdotto un nuovo comma in Costituzione che permette questo percorso di verifica preventiva da parte della Corte costituzionale. Questo emendamento, sostanzialmente, va incontro un po’ alle cose che evidenziava prima l'onorevole Giorgis. Se uno strumento preventivo di questo tipo deve essere utilizzato, deve essere utilizzato certo con attenzione, ma è sicuramente uno strumento che dà maggiori sicurezze alle minoranze. Quindi, il Senato ha licenziato un testo dove si prevedeva che un terzo dei parlamentari potessero fare richiesta, con il mio emendamento è stato portato ad un quarto. Questo per andare incontro, a questo punto, alla possibilità che le minoranze possano, anche se la maggioranza non è d'accordo per un ricorso preventivo, comunque accedere a questo istituto che è un istituto che sicuramente garantisce il Parlamento, ma garantisce anche, e soprattutto, coloro che comunque hanno una minore possibilità di incidere. PAGINA: 0372 GAETANO PIEPOLI. Grazie Presidente, volevo semplicemente dire che, a prescindere dalle soluzioni tecniche che qui abbiamo adottato, quindi anche dal ritiro dell'emendamento, questa materia va conservata, perché c’è una tendenza inarrestabile in Europa, l'ho già detto in altre occasioni, in particolare in Germania, di un controllo della Corte costituzionale sul cosiddetto conflitto di interessi politico, in particolare il conflitto di interessi del Parlamento con se stesso rispetto alle scelte legislative soprattutto in materia elettorale ovvero quando vengono fatte in considerazione della prospettiva di chi deve vincere e di chi deve perdere. Quindi, questo credo che per il futuro ci deve aiutare ad illuminarci almeno in una prospettiva di autodisciplina e di autolimitazione rispetto ad una certa bulimia sempre possibile (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).
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PAGINA: 0063 Interviene per dichiarazione di voto sull'articolo 13 il deputato GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0375 GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, premetto che il sottoscritto non è mai stato di quelli teneri verso le invasioni di campo della magistratura – di una certa magistratura – tese a sostituirsi all'attività del legislatore, ma ciò premesso, non ritengo che corrisponda all'esattezza il timore paventato dall'onorevole Cicchitto, nel senso che qui non si dà nessuna carta libera, nessuna cambiale in bianco alla magistratura, ma si dà la facoltà, invece, al Parlamento, a una porzione consistente del Parlamento, di poter sottoporre eventualmente a giudizio preventivo della Corte costituzionale – sottolineo l'eventualmente – la possibilità di eccepire appunto elementi di incostituzionalità nelle leggi elettorali che si andranno a produrre da parte delle Camere. In questo non vedo alcun pericolo di mettere il Parlamento in una condizione di subordinazione ma ci vedo, invece, un grande vantaggio. Il vantaggio è che, in un sistema che si avvia a diventare di tipo ipermaggioritario, in considerazione della legge elettorale che tra poco ci troveremo a riesaminare in questa Camera, si vogliono tutelare le minoranze e permettere loro di ravvisare eventuali dubbi di forzatura dal punto di vista della corrispondenza al dettato costituzionale nelle leggi elettorali future. Da questo punto di vista, reputo quest'articolo 13, in realtà, una clausola di salvaguardia; e ritengo che il lavoro emendativo che è stato fatto in questa sede lo abbia ulteriormente migliorato, nel senso che, da un lato, ha previsto un lieve abbassamento del quorum richiesto per sottoporre a giudizio preventivo della Corte da parte della Camera dei deputati, riducendolo da un terzo ad un quarto dei membri, ma, dall'altro lato, l'ha differenziato, con l'emendamento Gasparini, riguardo al quorum richiesto per i senatori, i quali, con una platea più bassa, più contenuta di membri, dovranno, invece, per chiedere il giudizio preventivo della Corte, poter disporre di almeno un terzo di firmatari. Ma trovo interessante anche l'ultima modifica che abbiamo poco fa votata, quella dell'emendamento Giorgis, perché introduce una clausola ulteriore, una limitazione temporale di dieci giorni, da un lato, per poter attivare la procedura presso la Corte costituzionale, che fa sì che non possa essere agitata la paura dell'incostituzionalità come una sorta di spauracchio da tenere a futura memoria e da agitare quando lo si ritenga opportuno per motivi politici.
Cioè se c’è un effettivo timore di incostituzionalità, questo deve essere subito eventualmente rappresentato alla Corte, e viceversa però libera chi volesse ricorrere dalla necessità di essere lui a precisare quali sono gli esatti profili di incostituzionalità, perché questo in realtà sarebbe stato limitativo per la Corte stessa.
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PAGINA: 0064 (Esame dell'articolo 14) (Vedi RS)
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PAGINA: 0376 (Esame dell'articolo 14 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0064 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 14.
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PAGINA: 0376 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza, Non ci sono pareri favorevoli. È contrario sull'emendamento e mi rimetto all'Aula sul subemendamento
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PAGINA: 0064 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0376 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Conforme al parere del relatore.
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PAGINA: 0064 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Propone di accantonare l'esame dell'articolo 15.
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PAGINA: 0377 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, come da mia precedente dichiarazione, io vorrei invece darle parere sull'articolo 16, accantonando l'articolo 15.
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PAGINA: 0064 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che l'esame dell'articolo 15 deve pertanto intendersi accantonato.
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PAGINA: 0377 PRESIDENTE. Va bene, grazie.
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PAGINA: 0065 (Esame dell'articolo 16) (Vedi RS)
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PAGINA: 0377 (Esame dell'articolo 16 – A.C. 2613-A )
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PAGINA: 0065 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 16.
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PAGINA: 0377 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cozzolino 16.1, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, sugli emendamenti Bianconi 16.3, Sannicandro 16.4, D'Ambrosio 16.7, Palazzotto 16.200, Lauricella 16.600, Lombardi 16.11, Dadone 16.13, Bianconi 16.14, Scotto 16.17, Cariello 16.700, Scotto 16.16, Toninelli 16.300, Brunetta 16.601, sugli identici emendamenti Brunetta 16.602 e Famiglietti 16.606 e sugli emendamenti Dieni 16.24, Brunetta 16.603, Fratoianni 16.201, Scotto 16.8. Dieni 16.29, Dieni 16.30 e 16.19.
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PAGINA: 0065 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0377 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
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PAGINA: 0065 Interviene sull'emendamento Lauricella 16.600 il deputato GIUSEPPE LAURICELLA (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0379 GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie Presidente. Scusi per il disguido. Anzitutto parlo perché, al contrario dei miei colleghi che hanno ritirato gli emendamenti, considerato che stiamo andando avanti tranquillamente e velocemente, preferisco parlare, o almeno esprimere quello che potevano essere o potrebbero essere le modifiche da apportare. Questo emendamento riguarda la delega legislativa proprio perché già fin dalla Commissione si è ritenuto che, tenuto conto anche della prassi e del modo in cui non solo ora ma negli ultimi tempi è stata gestita la delega legislativa, magari aggravata pure dalla fiducia del Governo, si è ritenuto che si dovesse – questo già in Commissione – prevedere una norma che limitasse la questione di fiducia nel senso che vietasse la questione di fiducia nel caso di una legge delega sul disegno di legge governativo. Già in Commissione mi è stato eccepito che questo sarebbe stato un modo di costituzionalizzare la questione di fiducia che, invece, da noi è prevista soltanto nei Regolamenti parlamentari, previsione che si sarebbe potuta introdurre perché, tutto sommato, in Germania è così. L'idea dunque è stata cambiata e viene qui espresso il fatto che, nella delega legislativa, l'iniziativa viene affidata soltanto al Parlamento. Questo per evitare quell'ingorgo, quella logica della sovrapposizione tra chi delega e chi è delegato. Cioè, signori, il problema è di fondo – ovviamente capisco che sto parlando per così dire accademicamente – però il problema è quello di evitare che il delegato si scriva la delega e poi costringa pure il delegante, con la questione di fiducia, a votare un contenuto di fatto già prestabilito dal Governo. Ora questo... (Commenti del deputato Palese).
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PAGINA: 0066 (Esame dell'articolo 17) (Vedi RS)
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PAGINA: 0383 (Esame dell'articolo 17 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0066 Intervengono sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 17 i deputati CARLO GALLI (PD) (Vedi RS), MILENA SANTERINI (PI-CD) (Vedi RS), MARILENA FABBRI (PD) (Vedi RS), ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS), FEDERICO MASSA (PD) (Vedi RS) e IVAN CATALANO (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS).
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PAGINA: 0383 CARLO GALLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli emendamenti relativi a questo articolo provengono da varie parti politiche; alcuni sono trasversali e coinvolgono una parte del Partito Democratico, SEL, il MoVimento 5 Stelle ed il gruppo dei parlamentari per la pace.
Questi emendamenti affrontano un problema che nasce intorno all'articolo 78 – quello che recita: «il Parlamento delibera dello stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari» – per la concomitanza della riforma della legge elettorale e della riforma della Costituzione. Il problema sta nel fatto che il combinarsi di queste due riforme fa sì che la deliberazione dello stato di guerra sarà a disposizione di una maggioranza parlamentare che non corrisponderà alla maggioranza reale dei cittadini votanti. Prima di chiarire questo problema bisogna ricordare che la guerra della quale qui stiamo parlando non è né la lotta al terrorismo, né consiste nelle missioni internazionali, né nella partecipazione alle operazioni della NATO e neppure è la risposta militare immediata ad un attacco.
È invece, la guerra di cui si sta parlando, una precisa condizione di diritto internazionale fra Stati sovrani, una condizione che ha anche importanti effetti giuridici interni. La Camera conferisce al Governo i poteri necessari. Si può impedire, con legge, il rinnovo delle Camere, cioè si bloccano le elezioni politiche, ed il codice penale militare di guerra non è ricorribile in Cassazione.
Dobbiamo inoltre ricordare che, per l'Italia, secondo l'articolo 11 della Costituzione, primo comma, la guerra può essere soltanto difensiva, o può derivare dall'appartenenza dell'Italia ad un'organizzazione difensiva. Quindi, sotto il profilo pratico, quello di cui stiamo parlando è un caso raro; e tuttavia, è una importantissima questione di principio: infatti, la deliberazione sullo stato di guerra è uno degli aspetti fondamentali dell'esercizio della sovranità popolare.
Tutto ciò premesso, il problema lo si affronta sciogliendo un dilemma: se la guerra sia materia di Governo o sia materia di Parlamento. Se è materia di Governo, non c’è alcun problema; se invece non è materia di Governo, il problema nasce. Allora, una semplice analisi dell'articolo 78 ci fa capire che il Governo non è il soggetto propositivo della deliberazione dello stato di guerra. L'articolo 78 non dice che il Parlamento delibera lo stato di guerra sentito il Governo. Il Governo compare, nell'articolo 78, esclusivamente come destinatario di poteri speciali, ancorché indeterminati.
Il significato di questo meccanismo è il seguente. Il Parlamento delibera lo stato di guerra e il Governo conduce la guerra, dopo che il Capo dello Stato l'ha dichiarata ex articolo 87. Dunque, in quanto materia autonoma del Parlamento, la deliberazione dello stato di guerra significa che questo stato di guerra è parte della sovranità del popolo. Questo è evidentissimo nella Carta sotto il profilo storico, in quanto i Costituenti stavano reagendo alla dittatura fascista e all'assoluta autocrazia con la quale l'Italia era entrata in guerra e stavano reagendo contro lo Statuto Albertino che nel suo articolo 5 dava al Re, in quanto Capo dell'esecutivo, il potere di dichiarare la guerra. Dunque era una scelta, quella dei Costituenti, quella di dire che la guerra appartiene alla sovranità del @pagina=0384@popolo e il Parlamento delibera su di essa. Dunque, abbiamo il principio di sovranità popolare, il principio di rappresentanza – il popolo non delibera la guerra tramite un plebiscito ma attraverso il Parlamento – e il principio di maggioranza. É necessaria la maggioranza del popolo per dichiarare la guerra. È evidente, infatti, ed è noto sino dagli inizi degli anni Cinquanta alla dottrina che la Costituzione italiana incorpora implicitamente, ma chiaramente, il sistema elettorale proporzionale. Ora, e siamo venuti al punto, quando la nuova legge elettorale sarà a regime, la maggioranza di Governo non rappresenterà la maggioranza dei cittadini, ma soltanto, eventualmente, il 40 per cento. Ora, noi possiamo accettare che, per l'ordinaria opera di legislazione e per consentire al Governo di implementare il proprio programma elettorale, si dia una prevalenza all'elemento della governabilità rispetto all'elemento della rappresentanza, purché questa prevalenza sia moderata, sulla base di quanto dice la sentenza della Corte costituzionale del gennaio dell'anno scorso. Ma, è questo il punto, qui non si tratta della ordinaria legislazione, né di conferire al Governo la possibilità di realizzare il proprio programma elettorale. La guerra, questa guerra informa, è un evento straordinario, un vero e proprio caso di eccezione. E allora, in quanto esercizio, benché mediato della sovranità popolare, è evidente che in questo caso deve prevalere il principio di rappresentatività, e che il Parlamento, per deliberare sullo stato di guerra, deve farlo attraverso un quorum che implichi, almeno teoricamente, la maggioranza dei cittadini. Sotto il profilo dell'esecutivo, poi, faccio notare che nei casi di guerra classici che noi conosciamo del XX secolo nelle democrazia le guerre vengono condotte da gabinetti di guerra che comprendono tutti i partiti. Dunque è questo il motivo per il quale il quorum della deliberazione deve andare oltre il 55 per 100 degli aventi diritto che è garantito al Governo dalla nuova legge elettorale; ed è quindi questo motivo anche per il quale mi pare che non risolva nulla, se non esclusivamente sia un segno simbolico, concedere che la deliberazione sullo stato di guerra avvenga non a maggioranza semplice ma a maggioranza assoluta degli aventi diritto.
Detto in altro modo, insomma, quello che si tratta di evitare è che la maggioranza di Governo sia il dominus della guerra. Del resto lo stesso tema si è posto per l'elezione del Capo dello Stato, sulla quale in effetti i quorum necessari sono stati innalzati proprio in previsione dell'entrata in vigore della nuova legge elettorale. Questo sotto il profilo, per così dire, teorico e storico.
Sotto il profilo pratico poi forse sarebbe bene ricordare che in un futuro – auguriamoci remoto – la maggioranza di Governo potrebbe anche non prevedere la presenza al Governo del Partito Democratico. Dunque nel complesso meccanismo di riforme che noi abbiamo posto in essere con questo meccanismo, che ha come tratti fondamentali il rafforzamento dell'Esecutivo, la speditezza della vita politica e la forza decisionale del Governo, non sta per niente male un elemento di garanzia, non tanto per i partiti politici, quanto per il popolo, un elemento di garanzia che la dichiarazione formale dello stato di guerra non sia nelle mani di un partito, ma sia nelle mani della parte maggioritaria dei cittadini della Repubblica italiana.
Del resto – e mi avvio alla conclusione – è un'affermazione di Kant, in Per la pace perpetua, uno dei testi classici dell'illuminismo, che in una Repubblica la deliberazione sullo stato di guerra può avvenire soltanto con il consenso della popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0384 MILENA SANTERINI. Grazie Presidente, l'Italia ripudia la guerra, ma l'articolo 78 della Costituzione prevedeva che le due Camere potessero esercitare quella grave responsabilità politica, che è invece dichiarare la guerra.@pagina=0385@
Con questa riforma, non solo sarà la sola Camera a potere esercitare questa gravissima responsabilità, ma grazie alla nuova legge elettorale potrà farlo in teoria anche un solo partito, che avrà vinto le elezioni e che avrà il premio di maggioranza. Per questo noi condividiamo l'idea che sia necessario un innalzamento del quorum, proprio per fare corrispondere questa decisione il più possibile alla reale maggioranza dei cittadini. Non bisognerebbe neanche contemplare l'idea che l'Italia entri in conflitto con un altro Paese, ma in ogni caso questa responsabilità, ripeto gravissima, va quantomeno condivisa e soprattutto deve potere essere espressa in nome della maggioranza il più ampia possibile dei cittadini.
Certo la dichiarazione di guerra sembra ormai appartenere ad un'altra epoca: è anacronistica. Apparteneva all'epoca di quando le guerre erano fatte dagli eserciti con dichiarazioni formali, quando il confine era netto tra il prima del conflitto ed il dopo. Oggi, lo sappiamo, sono guerre asimmetriche, che contrappongono spesso gli Stati a dei gruppi organizzati; sono guerre che coinvolgono sempre più i civili, che prendono la forma del terrorismo diffuso; sono guerre a distanza, insomma sono guerre liquide. Ma rimangono forme di violenza, anche se le facciamo in nome della pace. Per cui noi dobbiamo lavorare culturalmente e politicamente perché i cittadini possano sempre di più ripudiare la violenza in tutte le sue forme. Ma occorre dare ai cittadini stessi una più ampia rappresentanza per poterla scongiurare in tutti i modi possibili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0385 MARILENA FABBRI. Grazie Presidente, intervengo solo per precisare che sul fascicolo è rimasta la mia prima firma sull'emendamento Fabbri 17.312, dove si indica la maggioranza assoluta per la dichiarazione dello stato di guerra. Vorrei precisare che avevo ritirato la firma, ma è rimasta nel fascicolo, mentre ho sottoscritto l'emendamento Carlo Galli 17.705 e sottoscrivo ora l'emendamento Lauricella 17.310. PAGINA: 0385 ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente, credo che su questo articolo sia opportuna una riflessione attenta dell'Assemblea. L'Italia è un Paese che per due volte nella sua storia è stato trascinato in guerre che il popolo non voleva da maggioranze trascinate da un'ondata emozionale o, in un caso, senza nessuna maggioranza democraticamente verificata e verificabile. L'articolo che stiamo discutendo non tocca gli obblighi che derivano all'Italia dall'articolo 5 del Trattato istitutivo dell'Alleanza del Nord Atlantico, in questo caso le misure seguono automaticamente e credo che questa interpretazione sia un'interpretazione largamente accettabile e condivisa. Non tocca il caso di un'aggressione diretta al territorio italiano, in questo caso la difesa della patria è sacro dovere del cittadino e le misure conseguenti avvengono anche senza formale dichiarazione dello stato di guerra. Questo articolo non tocca la partecipazione italiana alle missioni internazionali che si svolgono sotto l'egida della NATO. Questo articolo viene a toccare qualcosa di diverso. Certo si potrebbe dire «gli emendamenti che vengono proposti all'articolo non sono del tutto soddisfacenti, perché sarebbe più opportuno se ci fosse una riformulazione dell'articolo che, con chiarezza, indicasse tutti questi limiti», e forse siamo ancora in tempo se il relatore lo ritiene opportuno o ad accantonare o formulare rapidamente un emendamento adeguato. Tuttavia, la necessità di un rafforzamento del quorum per confermare che il popolo italiano è un popolo che non vuole la guerra, un popolo che si decide la @pagina=0386@guerra solo davanti a circostanze così evidenti da aggregare un'ampia, un'amplissima maggioranza, che non può essere la maggioranza di una sola Camera eletta con un sistema maggioritario che potrebbe in fare modo che una minoranza nel Paese sia maggioranza nella Camera. Questo può andar bene per governare, ma non è sufficiente per portare l'Italia in uno stato di guerra. Per tutte queste ragioni, io credo che una riflessione si imponga e che un qualche innalzamento dei quorum, in una delle formule proposte o, magari, in un'altra con una riformulazione più complessiva, sarebbe opportuno. PAGINA: 0386 FEDERICO MASSA. Presidente, scusi, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'emendamento Lauricella 17.310 e all'emendamento Carlo Galli 17.705. PAGINA: 0386 IVAN CATALANO. Grazie Presidente, la componente del Partito Socialista Italiano – Liberali per l'Italia vuole sottoscrivere gli emendamenti Marcon 17.200, Piras 17.204, Ferrara 17.201, Bindi 17.311, Dadone 17.301 e 17.302 e Basilio 17.701. Volevo, inoltre, svolgere anche un intervento sul complesso degli emendamenti in quanto anch'io sono dell'avviso che la deliberazione dello stato di guerra non possa essere affidata ad una sola Camera, e tanto meno ad una sola Camera quando questa Camera viene eletta con una legge elettorale maggioritaria oppure da una legge elettorale che garantisce a una minoranza di avere la maggioranza assoluta dell'Assemblea. Quindi, auspico che durante le votazioni degli emendamenti venga aperto un dibattito in merito alla questione e che la maggioranza possa rivedere il testo della riforma, affinché venga esteso almeno ai due terzi della Camera il minimo per votare la deliberazione dello stato in guerra.
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PAGINA: 0066 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 17.
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PAGINA: 0386 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Fabbri 17.312 e Basilio 17.702, mentre esprime parere contrario su tutti gli altri emendamenti. Se ci sono subemendamenti, la Commissione si rimette all'Assemblea.
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PAGINA: 0066 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0386 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0066 Intervengono sugli identici emendamenti Lauricella 17.310 e Basilio 17.701 il deputato BARBARA POLLASTRINI (PD) (Vedi RS), il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento MARIA ELENA BOSCHI (Vedi RS), i deputati FRANCESCO SANNA (PD) (Vedi RS), CLAUDIO FAVA (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS), MASSIMO ARTINI (Misto-AL) (Vedi RS), FABRIZIO CICCHITTO (AP) (Vedi RS) e GIAN LUIGI GIGLI (PI-CD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0388 BARBARA POLLASTRINI. Grazie, Presidente, e mi scuso se rubo alle colleghe e ai colleghi un minuto di attenzione. Devo dire intervenendo su questi emendamenti, e sosterrò l'emendamento presentato dall'onorevole Lauricella, che riassume anche l'emendamento illustrato dall'onorevole Galli con parole molto limpide, efficaci, pochi minuti fa. Noi entriamo, siamo, in un sistema maggioritario e presto verrà la legge elettorale alla Camera, che consegnerà agli esecutivi maggiori responsabilità. Ci si potrebbe trovare nella situazione di consegnare, per questo, la deliberazione dello stato di guerra a una minoranza del Paese. Parlo, come diceva il professor Galli, della scelta più drammatica e difficile che un Governo può essere chiamato a compiere.
Lo dico quando la cronaca non ha espunto dalla storia quella guerra che la nostra Costituzione all'articolo 11 ripudia come mezzo di risoluzione delle controversie. @pagina=0389@Anzi, mai come ora studiosi e pensatori, oltre che le tragedie del mondo, ci richiamano al fatto che i conflitti fanno del nostro secolo il secolo che ripropone all'attenzione di governi e parlamenti quello che è un dilemma dei più irrisolvibili, la cui soluzione è in sé imperfetta.
Io voterò gli emendamenti che sono stati sottoposti all'attenzione di quest'Aula per questo motivo, perché ritengo che per nessuna altra materia come questa, anche simbolicamente, debba valere uno spirito di cautela in più, debba valere quella garanzia costituzionale che era prevista nella nostra Carta e che oggi deve essere riprevista e attualizzata innanzi al fatto che il Senato, proprio perché ha diverse competenze, non avrebbe il potere di determinare e deliberare lo stato di guerra, e che questa scelta competerebbe esclusivamente alla Camera, come Camera politica, e come tale eletta con un sistema elettorale maggioritario.
Quindi in questo caso noi abbiamo il dovere, io credo, davvero il dovere di avere uno sguardo lungimirante e saggio che invochi un principio di cautela in più e che riconosca al Parlamento una funzione tale da accompagnare le scelte che gli esecutivi dovrebbero poter fare in un momento particolarmente drammatico per la loro scelta.
Tutto qui. Per quanto mi riguarda, il mio appoggio – e credo l'appoggio di altre colleghe e colleghi – è dettato esclusivamente da quello sguardo di lungimiranza che è contenuto nello spirito della nostra Carta costituzionale nella parte che attiene ai suoi principi che rimangono, credo per tutto il gruppo del Partito Democratico, anzi ne sono certissima, una bussola e un punto di riferimento essenziale (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0389 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente, ho ascoltato con interesse non soltanto l'intervento dell'onorevole Pollastrini ma anche quelli degli altri deputati che sono intervenuti precedentemente sul complesso degli emendamenti, a cominciare dall'onorevole Galli che ha illustrato in modo approfondito la questione. Sicuramente anche nel lavoro in Commissione abbiamo avuto modo di confrontarci su questo tema. La scelta, nel testo che è stato approvato dal Senato e che è oggi all'esame della Camera, di individuare nella maggioranza semplice, quindi senza modificare il testo attuale della Costituzione, la maggioranza parlamentare prevista per la dichiarazione dello stato di guerra... PAGINA: 0390 FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, devo riconoscere che sulla deliberazione dello stato di guerra la discussione della Commissione affari costituzionali è stata tale da portare alla decisione di mantenere aperta la discussione, la determinazione del punto di caduta, sino ai lavori dell'Aula. Ben conoscendo il lavoro svolto da molti dei sottoscrittori dell'emendamento a prima firma del collega Galli, essendomi appassionato a questo tema e avendo avuto anche l'opportunità di discutere con molti altri colleghi – che invece erano d'accordo nel mantenere l'impostazione della originaria determinazione dell'attuale articolo 78 della Costituzione (quindi una dichiarazione dello stato di guerra che il Parlamento delibera senza necessità di individuare un quorum minimo) – vorrei esporre le ragioni della mia opzione, che credo che sarà poi quella di tanti altri deputati. Mi riferisco principalmente all'argomento che è stato portato, cioè alla possibilità dell'introduzione nel nostro sistema istituzionale incidente sulla forma di governo, di una legge elettorale @pagina=0391@maggioritaria. Infatti, l'articolo 78 è stato pensato in un tempo in cui il sistema di legge elettorale non fu volontariamente costituzionalizzato, dal momento che quello proporzionale puro, con qualche sbarramento di fatto, si intendeva come un sistema «naturalmente costituzionale» o implicitamente adeguato a quel tema, che la Costituzione aveva scelto di non disciplinare.
Quindi è giusto il ragionamento di un rafforzamento del principio di trasferimento della sovranità popolare, nella decisione del Governo e della decisione del Parlamento con l'individuazione del quorum. Ritengo che un quorum dei due terzi siano troppo alti, i due terzi sono il quorum estremo che la Costituzione richiede per scelte che hanno il tempo di una ponderazione molto lunga, il mutamento per esempio di una regola costituzionale. Una legge costituzionale che voglia evitare il referendum, quindi un tempo minimo di discussione, la doppia lettura delle Camere, i tre mesi per raccogliere le firme per un referendum, ha i due terzi come soglia, superata la quale non si procede a referendum e si va a avere un testo costituzionale immediatamente efficace. Qui stiamo parlando di un campo opposto stiamo parlando di un tempo in cui non si dà un'iniziativa militare italiana di aggressione perché è vietata dall'articolo 11 della Costituzione; non si dà quindi una guerra di aggressione italiana perché saremmo fuori dal contesto costituzionale e saremmo quindi dentro uno stravolgimento della forma costituzionale italiana, saremmo davanti a un colpo di Stato. Non si dà nemmeno un tema di ordine pubblico interno. Mi fa piacere che si ci sia il Ministro dell'interno, nella nostra discussione abbiamo chiarito che non esiste possibilità di azionare l'articolo 78 della Costituzione per motivi di ordine pubblico interno, non è questa la guerra di cui parla l'articolo 78 della Costituzione.
Quindi noi – qui mi fa piacere lasciare una traccia interpretativa – perché ascoltando l'intervento molto bello del collega Galli ho trovato un possibile baco nel suo ragionamento, nel rapporto tra voto del Parlamento e iniziativa del Governo. Io ritengo che siamo nel campo opposto: una dichiarazione di guerra che consegue ad un atto di aggressione e oggi gli atti di aggressione possono essere di una rapidità tale, come è stato detto, da rendere complicata la convocazione del Parlamento o il raggiungimento del luogo, fisicamente espresso in quest'Aula (perché il Senato non sarà più coinvolto nella deliberazione dello stato di guerra). Essendo tutti d'accordo che bisogna reagire ad un esercito straniero aggressore, e ingiustamente aggressore, potrebbe accadere che semplicemente manchi il numero legale. Noi questa cosa dobbiamo evitarla e la evitiamo raccogliendo l'invito a rafforzare l'articolo 78 con un quorum e al tempo stesso però mantenendo questo quorum nella ragionevolezza. La stessa ragionevolezza che viene poi confermata nel testo dell'articolo 78, che come dicevano i nostri costituenti conferisce al Governo non più i pieni poteri per la gestione della manovra militare ma solamente i poteri necessari. E qui il Parlamento potrà sia graduarli, sia delimitarli, sia escluderli laddove non li ritenesse per l'appunto utili alla risposta militare derivante da un'aggressione esterna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0391 CLAUDIO FAVA. Signor Presidente, io apprezzo il contributo che ha voluto offrire la Ministra Boschi e anche la franchezza con cui ci ha parlato, lo apprezzo ma non lo condivido perché è la storia dell'articolo 78 della nostra Costituzione che non condivide quell'intervento. La Ministro Boschi parla nella necessità di trovare un punto di mediazione, che è uno sforzo di buona volontà politica, naturalmente la parola mediazione quando parliamo della riforma della Carta costituzionale @pagina=0392@e una parola azzardata, ma se il punto di mediazione riguarda la guerra, l'azzardo è insostenibile.
Io vorrei ricordare ai molti amici e colleghi che credo condividano lo spirito dell'emendamento che andiamo a votare che non è un caso che l'articolo 78 non sia mai stato applicato in Italia. Come è stato ricordato da molti colleghi, non è stato utilizzato per risolvere il tema della partecipazione dell'Italia a missioni militari, non è stato utilizzato per combattere eversione e terrorismo e, quindi, i temi di ordine pubblico interno. Non è stato utilizzato perché è una norma eccezionale, perché riguarda un evento eccezionale che si chiama guerra. Capisco che alcune norme mai utilizzate possano avere soltanto la funzione e la virtù di essere principi, ma sono quei principi che rappresentano le fasi di una Costituzione e della democrazia che quella Costituzione tutela, perché attraverso quei principi raccogliamo il passato e preveniamo il futuro.
Come è stato detto da altri colleghi, la nostra Costituzione ha affidato alla maggioranza del Parlamento il compito di deliberare lo stato di guerra. Tale maggioranza del Parlamento, con un principio elettorale proporzionale, rappresentava la maggioranza reale dei cittadini. Non possiamo sfuggire al dato di fatto che c’è una congiuntura politica che oggi ci porta ad approvare una riforma della Costituzione e una legge elettorale che attribuirà, che lo vogliamo o meno, al 40 per cento degli elettori la possibilità di determinare il 55 per cento dell'unica Camera che determinerà questi eventi.
Credo che queste pratiche eccezionali pretendano vie e procedure eccezionali anche dal punto di vista della cautela e della prudenza politica comprendente un principio di esercizio democratico. Lo pretende anche – su questo credo che siamo tutti d'accordo, Ministra Boschi e signora Presidente – la necessaria coerenza che questo articolo deve rappresentare rispetto a ciò che sta scritto nell'articolo 11 della nostra Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano-Liberali per l'Italia). PAGINA: 0392 MASSIMO ARTINI. Presidente, anzitutto non mi addentro nelle valutazioni sulla parte dell'articolo 78 riguardante quello che è stato uno stravolgimento della legge elettorale e che quindi porterà una minima maggioranza nel Paese ad approvare o comunque a deliberare lo stato di guerra con una maggioranza ampia in Parlamento. Ha avuto molto più titolo l'intervento del collega Galli che indubbiamente per merito e per qualità è sicuramente migliore del mio. Mi viene tuttavia da valutare l'intervento della signora Ministro Boschi perché questa valutazione e questo mantra è stato ripetuto più volte anche in Commissione difesa. Quello che ci fa preoccupare è che tutto si basa su delle supposizioni. Anche l'intervento del collega Sanna mi preoccupava. Si suppone cioè che, essendo la delibera dello stato di guerra solo in caso di difesa, non si abbia il tempo materiale di convocare le Camere e allora ci si ritrovi a non poter fare questo atto, perché tutte le amministrazioni (il Ministero della difesa e tutta la parte di intelligence) non avvertirebbero nessuno di quegli organi per allertare una situazione in modo che si possa riuscire ad avere un preavviso, per così dire.
Dunque l'aspetto che veramente mi preoccupa di questi supposizioni è il fatto che dobbiamo tenere per «educazione» l'articolo 78, dobbiamo tenerlo nella Costituzione perché la rende più bella ma in realtà non ce n’è bisogno perché corriamo il rischio di non poter trovare 630 persone o comunque il numero legale giusto per poter approvare questa delibera. Sinceramente rimango allibito da questo tipo di valutazione e da chi l'ha pensata perché, come diceva prima il collega Fava, lo spirito di quell'articolo era che la corrispondenza proporzionale della maggioranza del Paese con la maggioranza dei parlamentari deliberasse quello stato di guerra che è una situazione estremamente particolare. Invito veramente i colleghi del Partito Democratico a ragionare su questo @pagina=0393@punto: non hanno assolutamente alcun senso le supposizioni poste alla base del mantenimento dell'articolo 78 in questi termini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera). PAGINA: 0393 FABRIZIO CICCHITTO. Presidente, credo che l'errore più grave che noi potremmo commettere sarebbe quello di impostare una discussione di questo tipo in termini ideologici e storicamente retrodatati.
Nel senso cioè che, nella realtà di questo Paese, sappiamo benissimo che non c’è alcuna forza politica che ipotizzi una guerra di aggressione. Quindi, il nodo vero sarebbe quello di essere in condizione di dare risposte rapide e, nello stesso tempo, rappresentative da parte di un Governo responsabile, in modo tale da fare i conti con aggressioni che possono ormai stare nell'ordine delle cose reali. Per questa ragione, dico francamente che sono favorevole al mantenimento della maggioranza semplice perché, a mio avviso, una maggioranza semplice, rappresentativa di un Governo responsabile, è in grado di affrontare una situazione che non è quella di chi va a fare una guerra guerreggiata – perché ciò è al di fuori di ogni ipotesi e di ogni contesto – ma è quella di chi deve dare una risposta immediata ad una aggressione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Questo è il nodo che noi abbiamo davanti. E se diamo a questo nodo una risposta fondata su un confronto ideologico «guerra-pace» che noi conosciamo, su un confronto retroattivo, di tanti anni fa, secondo me non facciamo i conti con una situazione reale, che è quella con la quale ipoteticamente dovremo fare i conti. PAGINA: 0393 GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, ho ascoltato con estremo interesse il dibattito che ha avuto luogo in quest'Aula, dibattito che peraltro era stato già vivace in commissione. Certamente molte delle cose che sono state dette, pur contraddittorie tra loro, sono vere. Innanzitutto è vero che – rispetto a quello che è il sentire di persone come me, che hanno avuto la fortuna di nascere e di vivere tutta la loro vita in tempo di pace – oggi ci troviamo in una situazione nella quale l'ipotesi guerra è entrata nel novero delle cose possibili. È anche vero tuttavia che l'Italia non considera in alcun modo l'ipotesi di una guerra offensiva; noi ci troveremmo soltanto a valutare le esigenze di una guerra difensiva, esigenze che potrebbero porci – è stato rilevato anche questo, in particolare dal ministro – di fronte a problemi di natura pratica. Tali problemi potrebbero arrivare anche a rendere più difficile – a causa per esempio del possibile disastro delle vie di comunicazione – la convocazione stessa in numeri adeguati dei membri del Parlamento. Tuttavia, detto tutto questo, credo che il nodo della rappresentatività attorno ad un tema così importante resti ineludibile: il tema della rappresentatività non può non tener conto di una legge di tipo maggioritario o ipermaggioritario come quella che si va a determinare.
Allora, se da un lato certamente dobbiamo apprezzare lo sforzo di mediazione che è stato già fatto e che ha portato all'emendamento Rosato – uno sforzo di mediazione che parla non più di una maggioranza semplice, ma della maggioranza dei componenti della Camera –, dall'altro lato credo che un ulteriore sforzo potrebbe essere fatto alla ricerca di un equilibrio più avanzato. Da questo punto di vista, se un quorum di tre quinti – vale a dire del 60 per cento – può sembrare elevato, tuttavia se una riformulazione del Governo o del relatore permettesse di trasformarlo dai tre quinti dei componenti – che potrebbe essere difficile convocare – nei tre quinti dei votanti forse noi salveremmo al tempo stesso l'efficacia della risposta e la rappresentatività della @pagina=0394@decisione. E allora, di fronte a questa possibilità, cadrebbe anche l'obiezione di chi dice che una decisione di questo genere non dovrebbe essere messa nelle mani di una diatriba di carattere politico.
Infatti, sono convinto che oggi non siamo più, per fortuna, nel 1948 e che, di fronte a un'aggressione sul suolo della patria, non ci sarebbe più una decisione a prendere tra maggioranze e minoranze, ma sono convinto che si troverebbe agilmente, tra maggioranza e minoranza, una possibilità di avere tre quinti di voti a favore della difesa del suolo della patria. Per cui, invito il Governo e i relatori, se possibile, a fare uno sforzo in questa direzione.
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PAGINA: 0067 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato FRANCESCO SAVERIO ROMANO (FI-PDL) (Vedi RS) cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0394 FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Presidente, voglio intervenire sull'ordine dei lavori, non sull'emendamento. PAGINA: 0394 PRESIDENTE. Allora, guardi, facciamo prima questa votazione, perché siamo in una serie a scalare e finiamo questo gruppo di emendamenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti intermedi della serie a scalare, gli identici Lauricella 17.310 e Basilio 17.701, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0067 Intervengono sugli identici emendamenti Rosato 17.312 e Basilio 17.702 i deputati GIAN PIERO SCANU (PD) (Vedi RS), ROCCO BUTTIGLIONE (AP) (Vedi RS), il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento MARIA ELENA BOSCHI (Vedi RS) e il deputato ROSY BINDI (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0395 GIAN PIERO SCANU. Grazie, Presidente. Anche a mezzanotte, ognuno canta messa con il proprio strumento spartito; e quindi, oltre che come uomo, come democratico e come parlamentare pro tempore, mi sento tenuto a parlare anche nella mia veste di capogruppo del Partito Democratico in Commissione difesa. Per quanto, in occasione del voto espresso nel passaggio in Commissione, io avessi maturato non poche difficoltà, pur sostenendo e votando il parere della nostra relatrice, dopo la proposta odierna, illustrata dal Ministro Boschi, ritengo di potermi ritenere rincuorato nelle preoccupazioni che avevo e che mi sono portato, in quest'Aula, anche nel corso della giornata.
Dunque, io voterò l'emendamento sostenuto dal Governo. Lo voterò, naturalmente, anche come atto di fiducia, così com’è normale, oltre che doveroso, che sia. Il riferimento allo spartito per cantare messa riguarda tutte le altre attività, che mi auguro siano le sole che, in qualche modo, possano odorare, o puzzare per meglio dire, di guerra, nel presupposto che noi non dichiareremo mai una guerra preventiva, non esporteremo mai la democrazia, non saremo mai un Paese belligerante.
Lo spartito al quale mi riferisco che cosa significa ? Significa la certezza, signori Ministri e signori del Governo, che nel lavoro ordinario che la Commissione svolgerà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, possa contare, in maniera convinta, sul sostegno non acritico, ma dialettico e pur sempre informato al pieno rispetto delle norme vigenti, delle prerogative del Parlamento. Io sono sicuro che, a questa manifestazione aperta e convinta di fiducia nei confronti di una proposta dell'Esecutivo, corrisponderà, in tutti i passaggi che seguiranno, altrettanta volontà da parte dell'Esecutivo medesimo nel riconoscere, se non addirittura nell'incoraggiare l'esercizio delle prerogative del Parlamento, perché questa è una Repubblica parlamentare. Grazie (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). PAGINA: 0396 ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Sono lieto che il Governo dia un parere favorevole a questo emendamento, che, in qualche misura, viene incontro alle esigenze espresse da molti in questa Aula.
Mi consenta però, soprattutto dopo l'illuminante intervento della signora Ministro, di dire che io trovo un grave difetto di tecnica legislativa in tutto l'articolo 17. Un Paese simile all'Italia, con una storia ancora più dolorosa della storia italiana, a questo tema dedica una sezione della Carta costituzionale, una sezione la quale determina, intanto, che lo stato di guerra si dichiara con la concordanza delle due Camere e lì c’è una legge elettorale interamente proporzionale, ma vuole la concordanza delle due Camere con quorum qualificato, per cominciare. In secondo luogo, giustamente si pone il seguente problema: e se non è possibile convocare le Camere ? E prevede che, in tal caso, lo stato di guerra può entrare sulla base di una procedura particolare che fa fronte al caso di necessità indicato dal signor ministro e determina anche tutti gli altri mutamenti della struttura costituzionale che derivano dal fatto che ci troviamo in uno stato di guerra. Possibile che la nostra Costituzione debba determinare tutto questo in un articolo così scarno, tanto che poi la grande questione è il quorum: un po’ più o un po’ meno ci salva l'anima, se mettiamo che il quorum è un po’ più alto. Io sono veramente preoccupato, davanti a quella che mi sembra una evidente insufficienza, perché, in qualunque modo, l'articolo 17 per un verso conterrà un quorum a mio avviso troppo basso ed escluderà inutilmente il Senato dalla codecisione, ma non conterrà nemmeno tutte le prescrizioni che potrebbero rendersi necessarie nel nostro tempo, davanti ai casi infiniti che si possono presentare. E io affido queste considerazioni a lei, signor Presidente suo tramite al signor Ministro ed al Governo, per una Costituzione all'altezza della civiltà giuridica del popolo italiano ed all'altezza delle sfide che, purtroppo, il futuro potrebbe presentarci. Infatti, non viviamo in un tempo interamente pacifico, perché sentiamo cose preoccupanti che arrivano dall'Ucraina, perché ne vediamo che arrivano dalla Libia e dell'altra sponda del Mediterraneo e su questo una riflessione costituzionale più approfondita sarebbe veramente necessaria. PAGINA: 0396 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Rispetto a quanto appena esposto dall'onorevole Buttiglione, ritengo che chiaramente il riferimento al modello tedesco possa avere sicuramente valore comparativo, ma sappiamo bene che ci muoviamo nell'ambito di due ordinamenti molto diversi, in quanto, ovviamente, non essendo uno Stato federale, la seconda Camera che andiamo a definire con questa riforma, che pure è rappresentativa delle regioni, non essendo rappresentativa di Stati federali, chiaramente non ha il coinvolgimento che ci immaginiamo, che ha in realtà in Germania. Però, volevo appunto soprattutto replicare all'intervento dell'onorevole Scanu per ringraziarlo rispetto a questa attestazione di fiducia nei confronti del Governo e anche del ruolo che ha cercato di svolgere insieme al relatore, insieme ai membri della Commissione, per individuare un punto che potesse essere un passo in avanti per coloro che, appunto, ritenevano la maggioranza semplice insoddisfacente, ma, non nell'ottica di una mediazione meramente politica, per questo non vorrei essermi espressa male nell'intervento precedente, visto poi alcune repliche che ci sono state da parte di alcuni colleghi deputati, ma una mediazione tra esigenze contrapposte e valori contrapposti che abbiamo cercato di contemperare rispetto alle esigenze di difesa e di pronta difesa del nostro Paese, dei nostri cittadini e le garanzie che dobbiamo assicurare attraverso il coinvolgimento del Parlamento e dei parlamentari che rappresentano la nazione.
In questo senso mi sono espressa prima, parlando di mediazione. Non mi @pagina=0397@riferivo semplicemente ad una trattativa politica tra forze politiche della maggioranza che, come abbiamo visto negli interventi, hanno opinioni diverse in merito o rispetto alle singole sensibilità dei deputati. Mi auguro che con il lavoro svolto, appunto, attraverso questi mesi in Commissione, attraverso gli approfondimenti che ci sono stati e anche attraverso i contributi che sono arrivati dalla Commissione difesa, possiamo comunque fare un passo in avanti con questa nuova formulazione dell'articolo 78. PAGINA: 0397 ROSY BINDI. Signor Presidente, colleghi, su questo punto in Commissione abbiamo fatto il lavoro partendo da un emendamento, che abbiamo respinto, che chiedeva che questa materia della dichiarazione dello stato di guerra fosse deliberata sia nella Camera dei deputati che nel Senato delle regioni.
In un'ottica di superamento del bicameralismo, che assegna alla Camera delle regioni una competenza nelle materie relative alle autonomie territoriali, abbiamo ritenuto di lasciare questa materia alla sola competenza della Camera dei deputati, ma introducendo il tema del rafforzamento della maggioranza che deve deliberare lo stato di guerra, nell'ottica illustrata molto bene dal collega Carlo Galli, che io qui voglio riprendere.
Nella nostra Costituzione la dichiarazione dello stato di guerra non è materia di Governo, perché oltre che l'articolo 11 (l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo per la risoluzione delle questioni internazionali), si accompagna l'articolo 78: le Camere deliberano lo stato di guerra («deliberano» !) e conferiscono al Governo i poteri necessari. Lo stato di guerra lo dichiara il Presidente della Repubblica, come autorità garante di un potere che è dello Stato, ma non del Governo. Non a caso lo delibera in quanto Presidente del Consiglio supremo di difesa. Quindi non è materia di Governo. E una Costituzione nata sulle macerie della seconda guerra mondiale, che usa la parola «ripudia», non poteva che fare questa scelta, coerente nell'affidamento delle competenze e delle funzioni agli organi costituzionali.
Allora, se non è materia di Governo ed è materia parlamentare e del Presidente della Repubblica, non è che siamo ideologici, onorevole Cicchitto, ma sappiamo che le leggi si fanno buone, anche a tutela di uomini e di donne o di forze politiche, perché sempre buone non potrebbero non essere (Applausi del deputato Francesco Saverio Romano). Tanto più in un tempo come questo, nel quale i venti di guerra ci circondano.
Francamente mi fa un po’ impressione sentire dire oggi dal nostro Ministro per gli affari esteri che siamo pronti a combattere in Libia, senza che questo Parlamento ne abbia parlato, ancorché nel quadro della legalità delle Nazioni Unite. Allora non è ideologia questa: questo è il rispetto dello spirito costituente. Nel momento in cui si passa da una legge proporzionale ad una legge maggioritaria, occorre una maggioranza per deliberare lo stato di guerra superiore a quella che consente ad un Governo di avere la fiducia per le materie della fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Area Popolare NCD-UDC).
Questo è il tema ! E non basta una maggioranza assoluta con una legge maggioritaria, che darà comunque il 54-55 per cento a chi vince, per di più un'unica lista. Infatti si prevede o il 62 o il 60 per cento degli emendamenti che abbiamo presentato. Allora io ringrazio la mediazione del Governo e ho visto che, anche in questo, è stata materia sulla quale abbiamo discusso. Ringrazio il Ministro che è intervenuto due volte su questo tema. Però la ragione è questa, non è né ideologica né si può accampare – e mi avvio alla conclusione – la velocità della decisione. Infatti, a chi ripudia la guerra, persino di fronte ad un'offesa ricevuta, occorre una fase deliberativa da parte delle Camere che rappresentano la sovranità popolare.@pagina=0398@
Pertanto questi identici emendamenti, che vi accingete a votare, non sono sufficienti a garantire che in futuro ci sia il rispetto della Costituzione, che non dà al Governo, ma alle Camere e al Capo dello Stato, la dichiarazione dello stato di guerra (Applausi).
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PAGINA: 0068 (Esame dell'articolo 18) (Vedi RS)
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PAGINA: 0398 (Esame dell'articolo 18 – A.C.2613-A)
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PAGINA: 0068 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 18.
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PAGINA: 0398 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bianconi 18.2 e Lombardi 18.3.
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PAGINA: 0068 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)
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PAGINA: 0398 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 00,15)
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PAGINA: 0068 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS)
Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0398 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, i pareri sono conformi a quelli del relatore.
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PAGINA: 0069 (Esame dell'articolo 19) (Vedi RS)
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PAGINA: 0399 (Esame dell'articolo 19 – A.C.2613-A)
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PAGINA: 0069 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 19.
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PAGINA: 0399 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti, mentre si rimette all'Assemblea su tutti i subemendamenti dell'articolo 19.
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PAGINA: 0069 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0399 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0069 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato GIUSEPPE LAURICELLA (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0400 GIUSEPPE LAURICELLA. Signor Presidente, ci dovrebbe dare il tempo di mettere il dito dove si mette l'impronta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
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PAGINA: 0069 Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ROSY BINDI (PD) (Vedi RS) e PAOLA CARINELLI (M5S) (Vedi RS).
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PAGINA: 0401 ROSY BINDI. Presidente, siccome sentiamo che la sua voce risente dei lavori di questi giorni e anche dell'influenza, potrebbe limitare l'uso della voce senza leggere il cartellone, che tanto lo leggiamo tutti, lo vediamo, e dice solo «respinto» o «approvato» ? È per lei. PAGINA: 0401 PAOLA CARINELLI. Presidente, l'onorevole Bindi mi ha preceduto, ma in realtà volevo chiedere la cosa esattamente opposta. Noi siamo appena arrivati e stiamo cercando almeno di seguire, visto che, come sa, non possiamo intervenire, però, almeno seguire penso che ci sia concesso. Per cui, viceversa, noi volevamo chiederle la gentilezza almeno di leggere i risultati del cartellone, perché sta fuori talmente poco tempo che non riusciamo neanche a segnarci niente (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sappiamo che verranno fuori e rimarranno agli atti ma stiamo andando talmente veloci che non credo che sia un grosso problema anche per lei sprecare qualche secondo nel leggerci i risultati.
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PAGINA: 0069 Intervengono sull'emendamento Lauricella 19.7 i deputati GIUSEPPE LAURICELLA (PD) (Vedi RS) e ERMETE REALACCI (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0402 GIUSEPPE LAURICELLA. Presidente, intervengo solo per dire che ritirerò il mio emendamento, perché me l'hanno falcidiato i subemendamenti. Questo emendamento serviva solo a rafforzare la partecipazione popolare in ordine alle leggi che autorizzano la ratifica dei trattati riguardo all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Cioè, ci siamo accorti, nel tempo, che il popolo non è mai stato coinvolto nella ratifica dei trattati dell'Unione europea – non parlo dei trattati internazionali, ovviamente –, e questo sarebbe stato il modo per raggiungere tale scopo, tra l'altro con un meccanismo mutuato dall'articolo 138, con dei referendum eventuali da richiedere da parte di alcuni cittadini per richiedere appunto l'espletamento di un referendum partecipativo. Anche questo non è stato possibile fare, perché noi dobbiamo andare avanti tranquillamente. Grazie. PAGINA: 0402 ERMETE REALACCI. Presidente, avendo votato i subemendamenti, non è possibile ritirare l'emendamento. Abbiamo approvato dei subemendamenti, quindi dobbiamo porlo in votazione per forza.
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PAGINA: 0070 Intervengono sull'articolo aggiuntivo Lauricella 19.0500 i deputati GIUSEPPE LAURICELLA (PD) (Vedi RS) e ROCCO PALESE (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0406 GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie Presidente, mi scuso con tutti per i miei ricorrenti interventi ma i miei interventi sono tutti collegati all'ultima parte della riforma. D'altronde l'orario non l'ho scelto io. L'intervento sulla proposta emendativa di modifica dell'articolo 81 della Costituzione vi inviterei a seguirlo, dal momento che tratta di un problema che verrà pensato e ripensato anche in seguito. La proposta mira a eliminare il pareggio di bilancio ed è frutto di una riflessione in ordine all'atteggiamento del Governo, sia con riguardo all'equilibrio di bilancio che al patto di stabilità. È nota la posizione assunta fin dall'inizio del suo incarico dal Presidente del Consiglio nei confronti della politica dell'austerità e del rigore perseguita dall'Unione europea e dai precedenti Governi, fino ad affermare il «basta austerità» e a chiedere di considerare gli investimenti fuori dal patto di stabilità e dunque dal calcolo del 3 per cento.
Tutto ciò per intraprendere la nuova via della politica della domanda e degli investimenti. È noto altresì che da quando la nuova normativa costituzionale è entrata in vigore si è sempre fatto ricorso alla deroga in essa contenuta attesa l'eccezionale crisi economica.
È altrettanto noto che si è cercato di renderlo più elastico il patto di stabilità interno. Allora mi chiedo perché il governo e il relatore, direi incoerentemente con le posizioni assunte dal Presidente del Consiglio in Italia e in Europa, continuano ad esprimere un parere contrario all'emendamento, non consentendo di fatto che la deroga torni ad essere la regola, cioè il normale strumento di politica economica, eliminando uno strumento che ha determinato politiche sbagliate. Da ogni parte giungono inviti al cambiamento sapendo, come diceva Keynes, che in fase di crisi e di recessione la politica di austerità porta al taglio della spesa, quindi dello stato sociale, all'aumento delle tasse, al calo della domanda e dell'occupazione.
E non traggano in inganno i dati economici di questi giorni, dovuti a misure che non collimano con il pareggio, frutto del lavoro che abbiamo votato anche a fine anno. Perfino uno studio pubblicato dal Fondo monetario internazionale ha suggerito di rimandare il consolidamento fiscale dopo che l'economia sia tornata a crescere. L'idea che si è fatta passare è che la spesa degli Stati europei sia diventata eccessiva rispetto a ciò che ciascun Paese può permettersi. Quindi, la cura sarebbe il pareggio di bilancio. Peccato che ormai è dimostrato che la contrazione della spesa pubblica e l'aumento delle tasse deprimono i redditi, il PIL, i posti di lavoro proprio se applicati in tempi di recessione, con gravi danni economici e morali per i cittadini. Persino Papa Francesco ha affermato che è scandaloso che ci preoccupiamo più delle banche che delle persone. Tutto ciò significa andare verso un modello economico, politico, sociale e solidale che pone al centro l'uomo e la sua dignità e non il profitto. Quindi, significherebbe proseguire nella logica dei Governi passati e, se così fosse, comprendere la ratio delle nuove adesioni di questi giorni. Pertanto chiedo al Governo e ai relatori di modificare il parere e a tutti di votare un emendamento che ritengo coerente con ciò che diciamo o almeno diciamo di pensare. PAGINA: 0406 ROCCO PALESE. Signor Presidente, derogo a quelle che sono state le indicazioni date dal presidente del mio gruppo sul problema forse più importante di questa riforma nel merito chiaramente delle proposte che sono state avanzate e di quello che ho ascoltato. Dico subito che non sono d'accordo con quanto affermato adesso dal collega Lauricella. Tuttavia, non è un disaccordo nel contesto e nel merito. Qui bisogna cercare di mettersi d'accordo sull'articolo 81 della Costituzione perché, se guardiamo all'evoluzione della finanza @pagina=0407@pubblica all'interno del nostro sistema rispetto a quello che è contemplato nell'articolo 81 e poi ciò che è successo negli anni con l'adesione del nostro Paese all'Europa e con la nascita della moneta unica, il quadro cambia completamente. Allora penso che in un contesto peraltro negli ultimi tempi... se per favore, Ministro Alfano, non riesco nemmeno a parlare... se noi riflettiamo su un aspetto importante in tutto questo contesto della spesa pubblica e considerato che sugli atti della pubblica amministrazione sono stati già completamente aboliti i controlli, noi possiamo renderci conto di quanto sia grave la situazione. L'evoluzione della spesa pubblica nel nostro Paese ha visto in un contesto di finanziamento con il quale negli anni si è alimentata la possibilità di poter avere entrate da parte dello Stato e poi successivamente investimenti...
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PAGINA: 0071 (Esame dell'articolo 20) (Vedi RS)
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PAGINA: 0409 (Esame dell'articolo 20 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0071 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 20.
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PAGINA: 0409 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sull'articolo 20 il parere su tutti gli emendamenti è contrario, mentre sui subemendamenti la Commissione si rimette all'Assemblea.
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PAGINA: 0071 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0409 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0071 PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto delle ulteriori proposte emendative ritirate dai presentatori.
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PAGINA: 0409 PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bianconi 20.1 e Nuti 20.3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 20.1 e Nuti 20.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0071 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Chiede una breve sospensione della seduta per consentire al Comitato dei nove di riunirsi.
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PAGINA: 0413 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ho necessità di chiedere una convocazione rapida del Comitato dei nove, sia perché dovrò dare i pareri sull'articolo 15 che, come lei sa, abbiamo finora accantonato, sia perché devo presentare una riformulazione. Chiedo, pertanto, 15 minuti di sospensione.
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PAGINA: 0071 PRESIDENTE (Vedi RS). Accedendo alla richiesta del relatore, sospende la seduta.
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PAGINA: 0413 PRESIDENTE. Allora, la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 1,20.
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PAGINA: 0072 La seduta, sospesa alle 1,05 del 14 febbraio 2015, è ripresa alle 1,20.
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PAGINA: 0072 PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.39.509.100.
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PAGINA: 0413 PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.39.509.100, che è in distribuzione.
Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Civati 20.0200.
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PAGINA: 0072 (Esame dell'articolo 15) (Vedi RS)
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PAGINA: 0413 (Esame dell'articolo 15 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0072 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 15.
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PAGINA: 0413 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere è contrario sull'emendamento Toninelli 15.1.
Il parere è, altresì, contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli e sull'emendamento Fraccaro 15.2.
Mi rimetto, invece, all'Aula sui subemendamenti Fraccaro 0.15.200.1, Nuti 0.15.200.2, Fraccaro 0.15.200.3, Cozzolino 0.15.200.4, Palese 0.15.200.6 e Dieni 0.15.200.5@pagina=0414@
Il parere è contrario sugli emendamenti Civati 15.200, Fraccaro 15.300, Agostinelli 15.301, Fraccaro 15.3 e Palmizio 15.700.
L'emendamento Dorina Bianchi 15.6 esiste, Presidente, o è stato ritirato ?
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PAGINA: 0072 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0414 IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, i pareri sono conformi a quelli del relatore.
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PAGINA: 0072 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (Vedi RS)
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PAGINA: 0418 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 1,40)
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PAGINA: 0073 Interviene sugli identici emendamenti Lauricella 15.15 e Quaranta 15.201 il deputato ENZO LATTUCA (PD) (Vedi RS) che ritira l'emendamento Lauricella 15.15.
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PAGINA: 0419 ENZO LATTUCA. Presidente, l'articolo 15 è stato protagonista del dibattito in quest'Aula quando, in realtà, eravamo agli articoli 34, 35 o 36: ora che siamo arrivati all'articolo 15 c’è poco tempo per intervenire. Ricordo che questo articolo interviene in maniera già positiva sull'attuale articolo 75 della Costituzione, che disciplina il referendum abrogativo, creando un doppio binario: viene mantenuta la soglia delle 500 mila firme per chiedere il referendum abrogativo con il quorum attuale, che è quello parametrato agli aventi diritto al voto, e viene poi introdotta una seconda opportunità, quella di raccogliere un numero superiore di firme, 800 mila, per ottenere l'abbassamento del quorum alla metà più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche della Camera. Questo è già, nelle intenzioni, un risultato positivo, perché va incontro a quello che è stato uno dei problemi, dei limiti che ha caratterizzato la vita dell'istituto referendario negli ultimi vent'anni. In effetti, se si guarda a quello che è stato l'andamento dell'istituto referendario negli ultimi vent'anni, a parte l'ultimo episodio che ricordiamo, dei quattro quesiti referendari che hanno trovato il loro risultato positivo grazie al raggiungimento del quorum, per via della strumentalizzazione dell'astensione che viene fatta dalle forze politiche e da coloro che sono contrari all'oggetto del referendum abrogativo, di fatto si è, in questi ultimi vent'anni, sempre vanificata quella che era la portata del referendum.
Ora cosa prevedeva l'emendamento in questione ? Prevedeva di risolvere un problema collaterale a questo nuovo articolo 75, ovvero il doppio binario. Noi ci potremmo trovare di fronte, in una domenica tra aprile e giugno, a diversi quesiti referendari sottoposti a diversi quorum di validità. Già il fatto che al referendum, essendo abrogativo, bisogna votare «sì» per dire «no» alla legge in questione crea una certa confusione; immaginare che la stessa domenica si possa votare su quesiti diversi con quorum diversi non credo che sia un risultato di sistema così auspicabile.
L'emendamento in questione faceva una cosa molto semplice: manteneva in 500 mila il numero delle firme necessarie per indire il referendum e abbassava il quorum alla metà più uno dei votanti all'ultima elezione della Camera. Devo dire che, a mio modo di vedere, sarebbe stato un emendamento che poteva anche andare incontro alle esigenze e alla volontà di altri gruppi che avevano segnalato su questo punto un interesse a discutere, ma da quello che abbiamo capito, anche dopo l'ultimo Comitato dei nove, non c’è la disponibilità ad accogliere questa proposta: ce ne rammarichiamo. Ci auguriamo che questa nuova formulazione dell'istituto referendario con il doppio binario non metta ancora ulteriormente in crisi questo importante istituto di democrazia diretta. Per queste ragioni, con dispiacere, ritiro l'emendamento.
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PAGINA: 0074 (Esame dell'articolo 38) (Vedi RS)
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PAGINA: 0424 (Esame dell'articolo 38 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0074 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 38.
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PAGINA: 0424 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, se mi conferma che l'emendamento Brunetta 38.500 è stato ritirato, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Gasparini 38.501, a pagina 70. La Commissione esprime, invece, parere contrario sugli altri emendamenti all'articolo 38, mentre sui subemendamenti la Commissione si rimette all'Assemblea.
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PAGINA: 0074 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0424 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0075 (Esame dell'articolo 39) (Vedi RS)
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PAGINA: 0426 (Esame dell'articolo 39 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0075 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 39.
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PAGINA: 0427 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, all'articolo 39 esprimo parere favorevole sull'emendamento Giorgis 39.509. Ho presentato prima un subemendamento nel Comitato dei nove con il quale propongo di riformulare la parte principale del subemendamento Marco Di Maio 0.39.509.1, sostituendo nell'emendamento Giorgis 39.509 le parole: «un decimo dei componenti di una Camera» con le seguenti: «un quarto dei componenti della Camera dei deputati o un terzo dei componenti del Senato della Repubblica». Esprimo parere favorevole sul subemendamento 0.39.32.500 della Commissione e sull'emendamento Gigli 39.32, come subemendato.
Per gli altri emendamenti presentati all'articolo 39 esprimo parere contrario, per i subemendamenti mi rimetto all'Assemblea.
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PAGINA: 0075 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0427 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0075 Interviene sull'emendamento Lauricella 39.511 il deputato GIUSEPPE LAURICELLA (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0428 GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie, Presidente. L'emendamento riguarda, ancora una volta, i senatori a vita, che abbiamo trattato già in Commissione riguardo all'articolo 2. Ma quella categoria di senatori è quella introdotta con la riforma che riguarda i senatori a vita, che saranno nominati per sette anni e «gratuitamente». Qui si chiede di modificare la norma, perché, ancora una volta, nel tenore della riforma, soprattutto con riguardo alla struttura del Senato – che ricordo essere di natura territoriale –, a questo punto, fermo restando i senatori a sette anni che verranno nominati, non si capisce per quale motivo noi dovremmo tenere ancora «in vita» i senatori in carica oggi.
Quindi, si prevede che i senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica permangono nella carica ad ogni effetto quali membri del Senato fino all'entrata in vigore della presente legge costituzionale. Sostanzialmente – ma questo è un tema @pagina=0429@che verrà ripreso anche con un successivo emendamento – verrebbero a cessare con l'entrata in vigore della legge costituzionale i senatori a vita in carica, che ricordo continuerebbero a percepire un'indennità quale quella prevista oggi per i senatori, in un contesto, quale il Senato, che ormai è assolutamente lontano dalla natura dei senatori a vita e dei consiglieri regionali che, invece, ricopriranno la carica di senatori un domani.
Quindi, mi pare, qui sì di buon senso, se vogliamo. Capisco che non si è fatto e si è voluto reintrodurre anche in Aula, grazie a un emendamento del mio collega Rosato, quell'emendamento per evitare di sconvolgere l'articolo 2. Ma qui siamo fuori dall'articolo 2. Quindi, non capisco quali giustificazioni possano esserci oggi per mantenere in vita, diciamo, una figura che non ha più senso, grazie.
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PAGINA: 0075 Interviene sull'emendamento Bindi 39.504 il deputato ROSY BINDI (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0429 ROSY BINDI. Io vorrei invitare il relatore e il Governo a ripensare il parere su questo emendamento perché, francamente, non riesco a capire il motivo del parere contrario. Provo a spiegarlo. Introduciamo, con la riforma della Costituzione, il voto a data certa, che verrà applicato secondo le norme del Regolamento. In fase transitoria, non ci sono norme di Regolamento per applicarlo. Ora, l'esperienza ci dice che, prima di approvare i regolamenti, o prima di riuscire a modificarli, si impiega un sacco di tempo e il timore è che la maggioranza stessa che sostiene il Governo non abbia alcun interesse a mettere dei limiti all'esercizio di questo potere da parte del Governo.
Allora si cerca di introdurre nella norma transitoria, almeno per analogia un criterio, per analogia con i decreti-legge, il criterio dell'omogeneità di materia: i provvedimenti sui quali il Governo chiede data certa devono almeno avere l'omogeneità di materia. E ciò anche prima che arrivi l'approvazione del Regolamento, che mi auguro – semmai arriverà – che prevedrà questo criterio. È il criterio che per analogia è quello dei decreti-legge. Sarebbe stato quello dei decreti-legge ! Adesso, grazie a Dio, costituzionalizzando i principi della legge n. 400 del 1988, forse riusciremo ad ottenerla.
Siccome è un potere in più dato al Governo, sarebbe un ulteriore vincolo imposto dal Governo e dalla maggioranza di Governo alle Assemblee parlamentari. Io ritengo che se nella fase transitoria, sui provvedimenti sui quali il Governo chiede data certa, si introduce almeno che debbano avere la caratteristica di omogeneità di materia in attesa di regolamento, saremmo tutti più tranquilli che, se il regolamento arriva tardi, il Governo non approfitterà con provvedimenti omnibus sui quali voglia la data certa.
Mi sembra una richiesta di buonsenso. Mi chiedo il motivo per il quale si dica di no. Infatti è talmente... basta, non aggiungo altre parole ed invito il relatore per la maggioranza e il Governo a ripensare il parere.
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PAGINA: 0075 Interviene sull'emendamento Giorgis 39.510 il deputato ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS).
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PAGINA: 0430 ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, ora è tardi, quindi, capisco che ogni intervento suoni per certi versi come eccessivo...
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PAGINA: 0075 Interviene sull'emendamento Bindi 39.512 il deputato FRANCESCO PAOLO SISTO (FI-PdL) (Vedi RS).
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PAGINA: 0431 FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, il fato qualche volta aiuta anche le ragioni dell'intervento, perché questo emendamento, a prima firma Bindi, che fa riferimento all'omogeneità dei disegni di legge è un forte richiamo costituzionale che, in qualche modo, ci costringe a rileggere il testo che si discute in quest'Aula sulla scorta dell'impianto già esistente della Costituzione, come se questo intervento fosse stato, veramente del tutto casualmente, costituzionalmente orientato. Io sono qui, Presidente, con molta umiltà, rispetto e cautela, che sono le tre categorie che ho invocato allorquando ci siamo avvicinati alla Costituzione, perché la Costituzione la si rispetta anche con le modalità di intervento e di approccio. È una struttura nobile che noi abbiamo pensato di modernizzare non per «graffiarla», ma per adeguarne i contenuti ad una realtà che è diventata sempre più complessa e, quindi, va semplificata per evitare che la complessità si sovrapponga alla necessità che il procedimento legislativo sia fluido. Ma io sono qui, Presidente, e intervengo in quest'Aula non per la parola, non per l'Aula, ma soprattutto per i miei occhi, perché non mi sono voluto privare dello spettacolo e voglio che rimanga nei miei occhi questo spettacolo, questa percezione visiva. Mai potevo pensare che la vista potesse essere così utile per capire che cosa può non essere la democrazia, che cosa può significare un'Aula in cui una grande parte è in modo desolante... vedete anche la parola non accompagna il pensiero ed è per me molto difficile, vi assicuro, è molto difficile che la parola non accompagni il pensiero... un'Aula che trovo in modo desolante vuota. Lo dico con molta serenità e con molto garbo, ma ritengo che un'Aula orba, un'Aula che abbia un solo occhio, una mancanza di stereofonia parlamentare sia un fatto non positivo, indipendentemente dai «perché» e dai «ma», perché qui non è un problema di cause è un problema di effetto (Commenti). Capisco voi sorridete, io personalmente non riesco a sorridere.
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PAGINA: 0076 Interviene sull'emendamento Giorgis 39.29 il deputato ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS) che lo ritira unitamente al suo emendamento 39.28.
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PAGINA: 0434 ANDREA GIORGIS. Presidente, ho chiesto la parola solo per annunciare, anzi per dichiarare il ritiro dei miei emendamenti 39.29 e 39.28, prendendo atto che purtroppo non sono maturate le condizioni politiche per affrontare un tema che in realtà andrebbe affrontato, quello della tuttora persistente ragione che giustifica un trattamento speciale per cinque regioni italiane. Io credo che sarebbe stato desiderabile che le condizioni politiche avessero consentito di riconsiderare il permanere di queste ragioni. Purtroppo, in questa ridefinizione del Titolo V, non possiamo superare neanche condizioni di particolare privilegio che tuttora purtroppo vengono consolidate.
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PAGINA: 0077 (Esame dell'articolo 40) (Vedi RS)
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PAGINA: 0435 (Esame dell'articolo 40 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0077 EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza. Esprime il parere di maggioranza sulle proposte emendative riferite all'articolo 40.
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PAGINA: 0435 EMANUELE FIANO, Relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole all'emendamento 40.2 Famiglietti, mentre sugli altri emendamenti il parere è contrario. Mi rimetto all'Aula per quanto riguarda i subemendamenti.
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PAGINA: 0077 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. (Vedi RS) Concorda con il parere espresso dal relatore per la maggioranza.
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PAGINA: 0435 MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Il parere è conforme a quello del relatore.
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PAGINA: 0077 (Votazione dell'articolo 41) (Vedi RS)
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PAGINA: 0437 (Esame dell'articolo 41 – A.C. 2613-A)
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PAGINA: 0077 Interviene per dichiarazione di voto sull'articolo 41 il deputato ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS). Interviene altresì il relatore per la maggioranza EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) per un ringraziamento al personale della Camera, cui si associa il PRESIDENTE (Vedi RS).
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PAGINA: 0437 ETTORE ROSATO. Signor Presidente, in situazioni ordinarie, in questo caso, ci sarebbe stato un grande applauso da parte del gruppo del Partito democratico e – credo – anche degli altri gruppi, che hanno contribuito in maniera rilevante e hanno sostenuto questa grandissima fatica di questi mesi, con un impegno costante di tutti i colleghi del gruppo. In questo caso, naturalmente, sappiamo che abbiamo un grande rammarico, per il fatto che quest'Aula non è completamente piena, atteso che alcuni gruppi hanno ritenuto di non partecipare. Questo è un punto che a noi lascia una ferita istituzionale, che noi abbiamo compensato con un lungo lavoro di ascolto e di attento confronto nel merito, caratterizzato da settimane di sedute di Commissione e di Assemblea, durante le quali ci siamo incontrati su tutti i punti. Credo che sia giusto – ringraziando veramente tutti quanti coloro che hanno contribuito – prendere atto che il percorso di questa riforma costituzionale è ancora lungo, e siamo convinti che riusciremo ad allargare il consenso intorno ad essa, affinché tutti la sentano propria, così come la devono sentire gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Partito democratico e Scelta Civica per l'Italia). PAGINA: 0437 EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, volevo ringraziare tutto il personale, i funzionari degli uffici, della Commissione e della Camera, che con la solita dedizione, competenza e professionalità hanno contribuito al lavoro di noi parlamentari; senza il loro aiuto noi non potremmo svolgere un compito così difficile (Applausi dei deputati del gruppo Partito democratico e Scelta Civica per l'Italia). PAGINA: 0437 PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano. Credo che la Presidenza debba ringraziare in maniera particolare il personale del Servizio Assemblea – complessivamente inteso – tutti gli assistenti parlamentari, tutti i nostri collaboratori, che sono stati preziosissimi in queste giornate, nelle quali vi è stata anche un po’ di tensione e di fatica. Infatti, abbiamo fatto una scelta @pagina=0438@che ha avuto delle ripercussioni non solo sugli aspetti politici, ma anche sul lavoro del personale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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PAGINA: 0077 PRESIDENTE (Vedi RS). Rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
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PAGINA: 0077 Interviene sull'ordine dei lavori il deputato GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI (SCI) (Vedi RS).
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PAGINA: 0438 GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Signora Presidente, membri del Governo, colleghi, intervengo per fare una precisazione in ordine alla seduta precedente, in cui è stato approvato il mio emendamento all'articolo 117, comma secondo, lettera r) della Costituzione in materia di coordinamento informatico della pubblica amministrazione.
Voglio precisare che il mio ritiro era relativo solo al parere contrario del Governo, per lealtà al Governo, come ho precisato nel mio intervento, in cui ne ho sostenuto con convinzione i contenuti. Pertanto, dato il mutato parere del Governo, non disconosco la paternità dell'emendamento, che anzi rivendico.
Colgo l'occasione per annunziare ai colleghi che, in conseguenza della sua approvazione, insieme ai colleghi Coppola e Buttiglione, abbiamo provveduto a depositare un ordine del giorno che intende impegnare il Governo a dare immediata attuazione a provvedimenti che, sfruttando le opportunità offerte dal coordinamento informatico della PA, sfruttino la leva tecnologica per attuare politiche di contenimento della spesa, di realizzazione di un coordinamento nazionale dell'anagrafe della popolazione residente, di definizione di sistemi di notificazione e identificazione documentale come previsti nella strategia del Governo per la crescita digitale nell'ambito del progetto Italia Login.
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PAGINA: 0078 Sul calendario dei lavori dell'Assemblea. (Vedi RS)
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PAGINA: 0438 Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.
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PAGINA: 0078 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica le determinazioni assunte a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo relativamente all'articolazione dei lavori dell'Assemblea nelle prossime sedute.
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PAGINA: 0438 PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che l'esame, con votazioni, del disegno di legge n. 2803 – Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (da inviare al Senato – scadenza: 1o marzo 2015), già previsto da lunedì 16 febbraio, avrà luogo da martedì 17 febbraio, alle ore 18,30, con prosecuzione notturna e nelle giornate successive.
Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 12 di martedì 17 febbraio.
Il seguito dell'esame della proposta di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, anch'esso già previsto nella giornata di lunedì 16 febbraio, sarà iscritto in calendario da martedì 17, sempre dopo il disegno di legge di conversione n. 2803.
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PAGINA: 0078 Approvazione in Commissione. (Vedi RS)
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PAGINA: 0438 Approvazione in Commissione.
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PAGINA: 0078 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che, nella seduta di giovedì 12 febbraio 2015, la II Commissione ha approvato, in sede legislativa, la proposta di legge n. 2719, recante «Divieto di concessione dei benefici ai condannati per il delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale».
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PAGINA: 0438 PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di giovedì 12 febbraio 2015, la II Commissione permanente (Giustizia) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: Sen. PALMA: «Divieto @pagina=0439@di concessione dei benefici ai condannati per il delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale» (Approvata dal Senato della Repubblica) (A.C. 2719).
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PAGINA: 0078 Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. (Vedi RS)
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PAGINA: 0439 Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
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PAGINA: 0078 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica di aver chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro il deputato Roberto Occhiuto in sostituzione del deputato Rocco Palese, dimissionario.
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PAGINA: 0439 PRESIDENTE. Comunico che la Presidenza della Camera in data 12 febbraio 2015 ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro il deputato Roberto Occhiuto in sostituzione del deputato Rocco Palese dimissionario.
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PAGINA: 0078 Ordine del giorno della prossima seduta. (Vedi RS)
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PAGINA: 0439 Ordine del giorno della prossima seduta.
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PAGINA: 0078 PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta:
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PAGINA: 0439 PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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PAGINA: 0078 La seduta termina alle 2,55.
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