PAGINA: 0001

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (Vedi RS)

PAGINA: 0001

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

PAGINA: 0001

  La seduta comincia alle 9.

PAGINA: 0001

Missioni. (Vedi RS)

PAGINA: 0001

Missioni.

PAGINA: 0001

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono centodiciassette.

PAGINA: 0001

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Gioacchino Alfano, Alfreider, Artini, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Brescia, Burtone, Caparini, Capelli, Catania, Dambruoso, Di Gioia, Luigi Di Maio, Fontanelli, Garofani, La Russa, Locatelli, Lorefice, Manciulli, Antonio Martino, Pagano, Palazzotto, Piccoli Nardelli, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rosato, Rossomando, Ruocco e Sanga sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodiciassette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

PAGINA: 0001

Annunzio di petizioni. (Vedi RS)

PAGINA: 0002

Annunzio di petizioni (ore 9,10).

PAGINA: 0001

  CATERINA PES (PD) (Vedi RS), Segretaria. Dà lettura del sunto delle petizioni pervenute alla Presidenza.

PAGINA: 0002

  CATERINA PES, Segretaria, legge:
   LUCA MARCO COMELLINI, da Cerveteri (Roma), chiede norme per la revisione del servizio di assistenza spirituale al personale delle Forze armate e di altre amministrazioni dello Stato (1126)alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IV (Difesa);
   VINCENZO BROCCO, da Roma, chiede di aumentare l'importo delle pensioni minime e altri interventi per garantire equità e giustizia sociale nei confronti dei pensionati (1127) – alla XI Commissione (Lavoro);
   MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede misure a favore dei cittadini che si avvalgono delle prestazioni sanitarie di strutture private a causa degli eccessivi tempi di attesa nelle strutture pubbliche (1128) – alla XII Commissione (Affari sociali);
   MARINO SAVINA, da Roma, e altri cittadini chiedono che sia posto a carico dello Stato il risarcimento dei danni procurati da cittadini nullatenenti a seguito della violazione dell'articolo 190 del codice della strada, in materia di comportamento dei pedoni (1129) – alla IX Commissione (Trasporti);
   LUCA RAMELLO, da Frisanco (Pordenone), chiede la procedibilità d'ufficio per i danni arrecati ai cittadini dagli assistenti sociali e da altri incaricati della pubblica amministrazione (1130) – alla II Commissione (Giustizia);
   RENATO LELLI, da San Pietro in Cariano (Verona), chiede:
    l'indizione di un referendum per l'uscita dell'Italia dall'euro (1131) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    modifiche alla legge n. 400 del 1988 in materia di decretazione d'urgenza e apposizione della questione di fiducia dinanzi alle Camere (1132) – alla I Commissione (Affari costituzionali);@pagina=0003@
    l'abolizione del sistema dei voucher per il pagamento dei lavori occasionali (1133) – alla XI Commissione (Lavoro);
    la reintroduzione del servizio militare di leva obbligatorio (1134) – alla IV Commissione (Difesa);
   MASSIMILIANO VALDANNINI, da Roma, chiede:
    l'introduzione di un sistema di voto elettronico per tutte le consultazioni elettorali (1135) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    il rafforzamento dei sistemi di rilevazione automatica della velocità sul grande raccordo anulare di Roma e sulla strada statale 148 Pontina (1136) – alla IX Commissione (Trasporti);
norme contro i ritardi amministrativi nella definizione dei procedimenti di competenza dell'Amministrazione della difesa (1137) – alla IV Commissione (Difesa);
    GIOVANNI CAFAGNA, da Milano, chiede nuove norme in materia di concessione della nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego (NASPI) ai lavoratori stagionali per l'anno 2016 (1138) – alla XI Commissione (Lavoro);
   FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede:
    interventi diversi in materia di regolamentazione dell'immigrazione (1139) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
iniziative per la chiusura delle moschee non autorizzate (1140) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    misure per garantire l'erogazione gratuita dei nuovi farmaci antitumorali (1141) – alla XII Commissione (Affari sociali);
    provvedimenti a favore dei senza tetto (1142) – alla XII Commissione (Affari sociali);
    nuove norme per contrastare l'abbandono scolastico e l'impiego di minori nell'accattonaggio (1143) – alla II Commissione (Giustizia).

PAGINA: 0002

  La seduta, sospesa alle 9,15 è ripresa alle 9,35.

PAGINA: 0002

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Cirielli ed altri; Duranti ed altri; Garofani ed altri; Artini ed altri: Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (A.C. 45-933-952-1959-C). (Vedi RS)

PAGINA: 0005

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Cirielli ed altri; Duranti ed altri; Garofani ed altri; Artini ed altri: Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (A.C. 45-933-952-1959-C) (ore 9,35).

PAGINA: 0002

(Esame di una questione pregiudiziale) (Vedi RS)

PAGINA: 0005

(Esame di una questione pregiudiziale – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0002

  PRESIDENTE (Vedi RS). Ricorda che è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità Gianluca Pini ed altri n. 1.

PAGINA: 0005

  PRESIDENTE. Ricordo che è stata presentata, a norma dell'articolo 40, comma 1, ultimo periodo, del Regolamento, la questione pregiudiziale di costituzionalità Gianluca Pini ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-C ed abbinate).
  Ricordo, inoltre, che i tempi per l'esame delle questioni pregiudiziali sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione generale.
  Avverto che, norma del comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento, la pregiudiziale di costituzionalità può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà, altresì, intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
  L'onorevole Gianluca Pini ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

PAGINA: 0002

  GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS). Illustra la questione pregiudiziale di costituzionalità.

PAGINA: 0005

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Il testo unitario risultante dai provvedimenti abbinati in esame, che recano @pagina=0006@disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, incide su aspetti basilari dei rapporti intercorrenti tra Governo, Parlamento e Presidenza della Repubblica, concernendo, tra l'altro, le modalità di deliberazione dell'uso della forza militare all'estero da parte dello Stato. Noi riteniamo, in particolare, che sussistano all'interno di questo testo delle incompatibilità sostanziali con il dettato costituzionale in rapporto ad alcuni suoi contenuti specifici che sono stati inseriti nel provvedimento durante l'esame nell'altro ramo del Parlamento, cioè nel Senato.
  Abbiamo rilevato, in particolare, come vi sia stato un forte indebolimento del ruolo delle Commissioni parlamentari di merito, che subiscono una sostanziale, pesante e profonda compressione della propria capacità di concorrere alle decisioni concernenti l'entità e le dotazioni dei singoli contingenti inviati all'estero. Ciò per noi costituisce una grave alterazione dell'equilibrio che attualmente esiste tra i poteri dello Stato, nell'ambito di un delicatissimo esercizio della sovranità nazionale.
  Sottolineiamo che rappresentano, sotto questo punto di vista, un problema soprattutto le disposizioni introdotte nella parte terminale del comma 3 dell'articolo 2 e in quella del comma 3 dell'articolo 4, che neanche le Commissioni esteri e difesa della Camera hanno saputo o voluto risolvere.
  Quindi, chiediamo di non procedere all'esame del testo unificato delle proposte di legge, perché, contrariamente a quanto era uscito da questo ramo del Parlamento in termini di proposta unitaria di testo unificato, non vi è più un sistema di equilibrio tale da garantire l'effettivo controllo da parte del Parlamento di quelle che sono le dotazioni, gli scopi e, soprattutto, le regole di ingaggio date ai vari contingenti che noi distribuiamo e dislochiamo nei vari scenari internazionali.
  C'era, all'inizio, lo ripeto, una capacità di incidere dando dei pareri vincolanti da parte delle Commissioni di merito, quindi, sia esteri che difesa; questo parere vincolante, di fatto, è stato cancellato e, quindi, torna totalmente nelle mani del Governo la discrezionalità di dislocare senza avere un parere vincolante da parte dei due rami del Parlamento o, comunque, delle Commissioni competenti. Si torna, quindi, a uno scenario stile Kosovo, dove, in maniera assolutamente subdola, fu, di @pagina=0007@fatto, dichiarato lo stato di guerra da parte di questo Paese nei confronti di un altro Stato sovrano. Questa è quella che, di fatto, sarebbe la risultanza dall'approvazione di un testo totalmente stravolto rispetto a quelli che erano gli intendimenti iniziali.
  Abbiamo chiarito in maniera specifica quali sono i punti che, secondo noi, vanno a ledere il rapporto fra i vari organi dello Stato, ma, soprattutto, vanno a ledere quelle che sono le garanzie costituzionali previste in una materia così delicata, come quella dell'utilizzo della forza militare in campo internazionale. Quindi, ribadiamo per questo motivo la necessità di deliberare il non procedere all'approvazione del testo unificato, di tornare magari in Commissione per rifare una valutazione più puntuale di quelli che devono essere i poteri assegnati alle Commissioni, perché questa continua cedevolezza da parte del Parlamento nei confronti di un Esecutivo che, fra l'altro, è sempre più debole e sempre più isolato sul campo internazionale, è una pericolosa deriva verso quella che a tutti gli effetti ormai sta diventando una dittatura (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PAGINA: 0002

  Intervengono sulla questione pregiudiziale presentata i deputati VINCENZO D'ARIENZO (PD) (Vedi RS), ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) (Vedi RS), PAOLO ALLI (AP) (Vedi RS) e MASSIMO ARTINI (Misto-AL-P) (Vedi RS).

PAGINA: 0007

  VINCENZO D'ARIENZO. Presidente, colleghi, Governo, relativamente a questa pregiudiziale di costituzionalità, che riguarda un provvedimento che è frutto di diversi provvedimenti abbinati, voglio innanzitutto osservare che nella questione di pregiudizialità proposta non viene fatto un riferimento a quello che poi è il fulcro della discussione, cioè la Costituzione. Vengono dette altre cose, ma è una pregiudiziale che, non entrando nel merito dei principi costituzionali, è nel merito: quindi la discussione proseguirà successivamente nella discussione generale.
  Questo provvedimento – che peraltro, come è noto, il Parlamento rincorre da anni, la legge quadro sulle missioni – è di squisita iniziativa parlamentare, e finalmente colma un vuoto: tante volte ci siamo detti che con i decreti-legge si esautorava il Parlamento nell'autorizzazione delle missioni internazionali. Quei decreti-legge erano prendere o lasciare: è @pagina=0008@vero, andavano nelle Commissioni, si discuteva, ma il grado di incidenza era minimo, e tante volte in quest'Aula abbiamo ripetuto che era meglio approvare una legge quadro che non singoli provvedimenti più volte nel corso di un anno. Finalmente con la legge quadro diamo maggiori garanzie non solo al Paese, ma a coloro che agiscono negli scenari internazionali: diamo certezza del diritto alle migliaia di uomini e di donne che sotto la bandiera italiana agiscono in tante parti difficili del mondo.
  Vengo al punto di merito. Il collega Pini faceva riferimento all'indebolimento del ruolo delle Commissioni; in realtà questo provvedimento dimostra esattamente il contrario, ovvero parlamentarizza una materia rilevante come la politica estera, espressa attraverso le missioni internazionali. Con questo provvedimento noi riportiamo la normale fisiologia dei rapporti Governo-Parlamento in un ambito decisivo della nostra vita democratica, appunto quella della politica estera e della difesa. Una volta entrata in vigore questa legge, il Parlamento non sarà più messo di fronte al fatto compiuto, come dicevo prima, ma sarà in grado di costruire la linea di intervento orientandone le scelte strategiche, attraverso l'espressione dei pareri: la stessa cosa che oggi fanno le Commissioni parlamentari, e quindi il Parlamento, sui vari decreti delle missioni internazionali. Faccio notare da questo punto di vista l'innovazione nel fatto che, come è noto, possiamo attraverso le Commissioni controllare maggiormente l'operato dell'Esecutivo, che sarà obbligato – finalmente, oserei dire – a presentare una relazione annuale sull'andamento delle missioni internazionali.
  Non finisce qui, perché come tutti sappiamo al Senato è stato introdotta un'importante novità, ovvero che il Governo dovrà con scadenza annuale chiedere l'autorizzazione al Parlamento per proseguire nella missione internazionale. A mio modo di vedere, a nome del Partito Democratico, questi due cardini sono molto di più di quanto non avevamo con i decreti, che erano appunto «prendere o lasciare».
  Siamo di fronte quindi ad un provvedimento che di fatto parlamentarizza come mai prima d'ora la politica estera e di difesa del nostro Paese, esattamente il contrario di quello che è stato detto poc'anzi. Stupisce anzi che dalle stesse forze che @pagina=0009@fino a ieri ci hanno chiesto di evitare decreti e di andare avanti con la legge quadro, si pone una questione di pregiudizialità proprio sulla legge quadro per le missioni internazionali. Io ritengo che, alla luce delle cose che sono state dette – i cardini fondamentali, il ruolo del Parlamento nei rapporti con il Governo sulle politiche estera e di difesa, così importante per il nostro Paese –, si è fatto un passo avanti, e si è concesso di fatto al Parlamento di entrare molto di più nel merito e nei dettagli delle questioni: quindi ci restituisce autorevolezza. Per queste ragioni, a nome del Partito Democratico, esprimo il voto contrario alla questione di pregiudizialità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0010

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Presidente, la questione pregiudiziale di costituzionalità oramai è diventata un passaggio routinario, che tanto varrebbe includere come obbligatorio nei regolamenti, perché vengono presentate su tutti i provvedimenti che discutiamo. Questa è particolarmente strana, perché non c’è neanche una norma costituzionale richiamata, neanche per sbaglio: si fa un generico riferimento ai rapporti tra Governo, Camere e Presidente della Repubblica, che non si capisce bene cosa c'entri, in una materia che la Corte costituzionale ha già regolamentato, affermando che sulle missioni il Parlamento si deve esprimere, e qui è previsto che si esprima; e sostanzialmente chiarendo che ovviamente non si applica la disciplina che regolamenta nella Costituzione lo stato di guerra, perché di guerre non si tratta.
  Quindi, dal punto di vista costituzionale, la pregiudiziale non è infondata: semplicemente non dice neanche quali sono i problemi. Quello che però è veramente schizofrenico, è che il gruppo della Lega ha votato questo provvedimento quando non prevedeva l'obbligo del Governo di motivare alle Camere e riportare alle Commissioni parlamentari i propri decreti sulle risorse, nel caso in cui decidesse di non conformarsi alle prescrizioni delle Commissioni parlamentari; adesso lo prevede, e su queste basi, cioè su un ulteriore passaggio, un'ulteriore informativa in Parlamento, un ulteriore parere, che non è ovviamente vincolante perché si chiamano pareri proprio perché non sono vincolanti, quelli delle Commissioni, la Lega cambia opinione e vota contro.
  Ancora più strano è che sia stata presentata una questione di costituzionalità ieri sul decreto, che, se fosse passata, avrebbe bloccato la legge di conversione; oggi sulla legge quadro, che se passasse bloccherebbe la legge quadro. Quindi la posizione che ha espresso in quest'Aula in questi due giorni la Lega Nord è quella che le nostre missioni non vadano rifinanziate, e che si debba andare avanti con la situazione @pagina=0011@attuale di proroga di fatto delle missioni senza regolamentazione: esattamente quella situazione che ieri c’è stata contestata in Aula dall'onorevole Pini, quando si parlava del decreto. Scelta Civica ovviamente è favorevole a questa legge, che finalmente regolamenta un aspetto importante come le missioni in via definitiva attraverso una legge quadro; e voterà ovviamente contro questa questione di costituzionalità, che non è fondata ma non è neppure spiegata nel testo.

PAGINA: 0011

  PAOLO ALLI. Presidente, il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà contro la pregiudiziale presentata al progetto di legge «Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali». Il provvedimento reca una serie di disposizioni volte a definire una normativa di carattere generale applicabile alle missioni internazionali: nel nostro ordinamento giuridico non esiste una normativa di carattere generale di questo tipo, con particolare riferimento ai profili concernenti il trattamento economico e normativo del personale impegnato in queste missioni. Molteplici peculiari profili amministrativi che caratterizzano le missioni stesse sono disciplinati da decreti-legge che hanno un'efficacia limitata nel tempo, e necessitano di essere continuamente reiterati; quindi, come detto, la disciplina anche di carattere generale è inserita di volta in volta nei decreti-legge che finanziano le missioni.
  Abbiamo detto molte volte che la mancanza di una disciplina generale comporta rischi di difetti di coordinamento normativo, e anche di incertezza circa le disposizioni applicabili nei diversi teatri operativi; un'ulteriore incertezza normativa riguarda anche le procedure interne in forza delle quali è possibile pervenire all'adozione della decisione riguardante il coinvolgimento delle truppe italiane nell'ambito delle missioni militari oltre confine. Quindi l'introduzione di una disciplina di carattere generale è richiesta da molto tempo, in modo che si possa contare su una legge con princìpi certi ed applicabili per tutte le missioni internazionali: ciò consente di avere un quadro normativo sistematico ed applicabile, appunto, a tutte le missioni internazionali, lasciando alla disciplina dei decreti-legge il relativo finanziamento delle missioni, che può variare @pagina=0012@in relazione alle diverse missioni. Non si tratta, pertanto, di una sottovalutazione o di una diminutio delle Commissioni o dell'Assemblea parlamentare, che comunque potranno intervenire per modificare e approvare i decreti-legge secondo i principi di cui agli articoli 70 e 76 della Costituzione.
  In sostanza, si tratta di approvare, e dare quindi sistematicità a una serie di misure normative simili, che venivano ripetute nei decreti-legge. Molte volte le opposizioni parlamentari si sono lamentate, nell'ambito, ovviamente, di una dialettica democratica, di dover esaminare in tempi brevi decreti-legge di molti articoli, con rinvii normativi spesso non esplicitati in modo chiaro e preciso. Oggi, approvando questo progetto, si contengono anche gli effetti di lunghe discussioni sui decreti-legge relativi alle missioni internazionali, che potranno essere esaminati con maggior precisione e attenzione da parte del Parlamento.
  In questo contesto, relativamente ai pareri espressi dalle Commissioni parlamentari in sede consultiva, occorre rilevare che la Commissione affari costituzionali ha evidenziato la violazione della riserva di legge in materia penale in quanto attribuisce al Governo il potere di decidere quale codice applicare al personale in missione. Non si può respingere una disciplina sistematica di 26 articoli attesa da molto tempo e che dà ordine e certezza ad una materia complessa e articolata. Pertanto, nel ribadire il voto contrario alla pregiudiziale, confermiamo l'importanza di un progetto di legge che deve essere approvato definitivamente in tempi rapidi proprio per fornire al nostro personale impegnato nelle missioni internazionali un quadro certo su molti aspetti, come, ad esempio, l'indennità di missione, il compenso forfettario di impiego, l'indennità di impiego operativo, eccetera.

PAGINA: 0012

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto contrario alla pregiudiziale, ma per un semplice motivo. Vorrei far ragionare: in prima lettura questa Camera ha approvato questa legge, che al Senato ha avuto alcuni passaggi. In particolare, non ravvedo un peggioramento: poteva essere fatta, per certi versi, in maniera migliore, ma, quando è stata @pagina=0013@licenziata in questa Camera, questo Parlamento non aveva fatto una parte di, come dire, parere rafforzato sulla parte di profilo finanziario. In più mi viene da pensare che un'unica eccezione, che era stata introdotta al Senato, che poteva avere una incostituzionalità, dovrebbe essere sanata stamani, per quanto riguarda la parte di decisione su quale tipo di codice penale applicare.
  L'altro spunto che mi viene da fare è che un passaggio così parlamentarizzato quest'Aula non lo ha mai avuto. In più, un punto dirimente è il fatto che il Governo dovrà, quando avrà deciso di fare una missione, comunque deliberarla e comunque portarla in Parlamento. Attualmente, questa cosa non succede, e quindi io non ravviso questo tipo di problema di costituzionalità. Quindi, la nostra volontà è votare contrario.

PAGINA: 0002

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che ai sensi dell'articolo 70, comma 2 del Regolamento non saranno posti in votazione gli articoli 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 14, 15, 17, 18, 22, 23 e 25 in quanto non modificati dal Senato.

PAGINA: 0013

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale di costituzionalità.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di costituzionalità Gianluca Pini ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PAGINA: 0003

(Esame dell'articolo 1) (Vedi RS)

PAGINA: 0014

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0003

(Esame dell'articolo 2) (Vedi RS)

PAGINA: 0015

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0003

  ANDREA MANCIULLI (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Esprime il parere sulle proposte emendative presentate.

PAGINA: 0015

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Grazie, Presidente. I pareri sono tutti contrari.

PAGINA: 0003

  GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), Relatore di minoranza. Esprime il parere sulle proposte emendative presentate.

PAGINA: 0015

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Sì, buongiorno, Presidente.

PAGINA: 0003

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. (Vedi RS) Concorda con il relatore per la maggioranza.

PAGINA: 0016

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Grazie, Presidente. Conforme al relatore per la maggioranza.

PAGINA: 0003

  Il deputato MASSIMO ARTINI (Misto-AL-P) (Vedi RS) interviene sugli identici emendamenti 2.51 Gianluca Pini e 2.54 Artini, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0016

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Solamente per appuntare: questo emendamento punta a dare ancora più potere alle Commissioni, ovvero, decorso comunque il termine, il Governo è obbligato e vincolato al parere delle Commissioni. Questo sarebbe stato un bello spunto per fugare ogni tipo di dubbio anche sulla parte di profilo finanziario, senza nemmeno cambiare i termini di tempo, cioè l'obbligo sarebbe stato per il Governo un vincolo che avrebbe portato a uno spunto diverso nella parte di profilo finanziario.

PAGINA: 0003

  La deputata DONATELLA DURANTI (SI-SEL) (Vedi RS) interviene sull'emendamento 2. 4 Duranti, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0017

  DONATELLA DURANTI. Presidente, intervengo solo per dire che questo emendamento serve a dare più tempo per l'espressione dei pareri definitivi delle Commissioni competenti, perché, a mio giudizio, i dieci giorni di termine previsti sostanzialmente corrispondono a una sorta di silenzio assenso da parte delle Commissioni. In dieci giorni, evidentemente, non si riesce neppure a cominciare la discussione per poi eventualmente esprimere nuovamente un parere. Quindi, chiedo che si sposti almeno a 30 giorni la scadenza per l'espressione del parere delle Commissioni.

PAGINA: 0003

  I deputati GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS) e MASSIMO ARTINI (Misto-AL-P) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 2. 52 Andrea Maestri, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge. Con successiva votazione nominale elettronica, la Camera respinge gli identici emendamenti 2.8 Duranti, 2.50 Gianluca Pini e 2.53 Artini.

PAGINA: 0018

  GIANLUCA PINI. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento del collega Maestri, ribadendo brevemente gli stessi concetti che ha espresso il collega Artini sulla necessità assoluta di dare un senso e un potere reale al lavoro delle Commissioni di merito su una materia così delicata. Lo abbiamo sottolineato prima, durante l'illustrazione della questione pregiudiziale, che qualcuno ha ritenuto di merito, ma non è solo di merito il fatto che un equilibrio previsto dalla Costituzione sia di fatto spezzato da un meccanismo che non era quello previsto inizialmente.
  Già nel passato si erano viste collaborazioni che avevano portato alla produzione di norme assolutamente equilibrate, come quelle previste nel 2007 riguardo al Comitato parlamentare per l'informazione e la sicurezza della repubblica, il cosiddetto Copasir. Questa volta, invece, si è partiti con ottime intenzioni e poi si è arrivati a riaccentrare nelle mani del Governo qualsiasi tipo di potere, lasciando solo in maniera residuale la possibilità di incidere da parte del Parlamento e delle Commissioni di merito.
  Come diceva giustamente prima il collega Artini, cerchiamo, almeno sulla parte della copertura finanziaria, vista anche l'attenzione che giustamente ogni singolo cittadino pone sulle spese di natura militare, soprattutto se sono missioni di dubbia rilevanza o di scarsa efficacia, non solo sul piano pratico ma anche su quello di risvolto internazionale, di ridare alle Commissioni quello che è il loro potere di dire se una missione necessita effettivamente di un certo tipo di copertura, se deve essere ridotta o, nel caso, essere anche aumentata, soprattutto se si parla di contrasto al terrorismo.

PAGINA: 0019

  MASSIMO ARTINI. Presidente, ringrazio il collega Maestri per questo emendamento, perché non solo implica il parere rafforzato sul decreto finanziario che la legge prevede, ma ne dà uno spunto ancora più ampio di validità, per quanto riguarda la condizione in cui ci si troverebbe qualora le Commissioni esprimessero due volte un parere negativo rispetto all'intendimento finanziario del Governo, cioè volendolo riportare in Aula. Questa valutazione sarebbe molto interessante. Infatti, immaginiamoci cosa succederebbe politicamente in quel caso: una Commissione si esprime in un primo momento in modo contrario all'intendimento finanziario del Governo, nel secondo parere ancora in modo contrario: senza recepire la volontà della Commissione si sarebbe portato in Aula quel passaggio. Ciò sarebbe stata una cosa che avrebbe reso ancora più merito a questo tipo di proposta di legge. Credo che una valutazione su questo sarebbe stata opportuna, anche per dipanare i dubbi di molte forze politiche su questo testo, che per me rimane comunque un buon testo, ma questo sarebbe stato un passaggio ulteriore sicuramente migliorativo.

PAGINA: 0003

  GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), Relatore di minoranza. Chiede una breve sospensione della seduta.

PAGINA: 0019

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.52 Andrea Maestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PAGINA: 0004

  La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,25.

PAGINA: 0004

  PRESIDENTE (Vedi RS). Ricorda che erano stati accantonati gli emendamenti 2.100 e 2.101 delle Commissioni e avverte che sono stati presentati i subemendamenti 0.2.101.1 e 0.2.101.2 Gianluca Pini.

PAGINA: 0021

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Parere contrario.

PAGINA: 0004

  ANDREA MANCIULLI (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Esprime il parere sulle proposte emendative accantonate e sui relativi subemendamenti.

PAGINA: 0021

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sui miei due subemendamenti 0.2.101.1 e 0.2.101.2 e sull'emendamento 2.100 delle Commissioni, e parere contrario sull'emendamento 2.101 delle Commissioni.

PAGINA: 0004

  GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), Relatore di minoranza. Esprime il parere sulle proposte emendative accantonate e sui relativi subemendamenti.

PAGINA: 0021

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Conforme al relatore per la maggioranza, così come chiarito.

PAGINA: 0004

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. (Vedi RS) Concorda con il relatore di maggioranza.

PAGINA: 0022

  GIANLUCA PINI. È quello a firma del relatore di minoranza, giusto ?

PAGINA: 0004

  I deputati GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), MASSIMO ARTINI (Misto-AL-P) (Vedi RS) e PIERO LONGO (FI-PdL) (Vedi RS) intervengono sul subemendamento 0.2.101.1 Gianluca Pini, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0025

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare su questo emendamento la nostra volontà di rimetterci all'Aula, non tanto perché non ne capiamo lo spunto, peraltro corretto, ma potrebbe essere migliorata la parte dell'emendamento fatto dalle Commissioni introducendo entrambe le diciture ovvero sia disegno di legge che decreto-legge invece che, come lasciato qui, solo decreto-legge. Tutto ciò darebbe comunque più chiarezza al testo e disponibilità ad entrambi. In questo senso su questo emendamento ci rimetteremo all'Aula.

PAGINA: 0025

  PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. il subemendamento 0.2.101.1 Gianluca Pini è tecnicamente molto ben strutturato. Mi pare di poter capire, nel contempo, che l'emendamento 2.101 della Commissione, a cui afferisce questo subemendamento, sia praticamente inefficace. È certo che, se si deve applicare un codice penale militare di guerra, ci siano i presupposti tipici, questa volta ci sarebbero, della necessità ed urgenza.@pagina=0026@
  Quindi, il parere mio tecnico e fondato è che Gianluca Pini, in questo caso, abbia ragione e che la Commissione abbia torto.

PAGINA: 0005

(Esame dell'articolo 3) (Vedi RS)

PAGINA: 0028

(Esame articolo 3 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0005

  ANDREA MANCIULLI (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Esprime il parere sulle proposte emendative presentate.

PAGINA: 0028

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la maggioranza per la III Commissione. I pareri sono tutti contrari.

PAGINA: 0005

  GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), Relatore di minoranza. Esprime il parere sulle proposte emendative presentate.

PAGINA: 0028

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti 3.50 e 3.51 Andrea Maestri il parere è favorevole.

PAGINA: 0005

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. (Vedi RS) Concorda con il relatore di maggioranza.

PAGINA: 0028

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PAGINA: 0005

  Il deputato MASSIMO ARTINI (Misto-AL-P) (Vedi RS) interviene sull'emendamento 3.50 Andrea Maestri, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0028

  MASSIMO ARTINI. Mi scusi, Presidente, se arrivo proprio sul filo di lana. Parlando di entrambi gli emendamenti, si va a introdurre uno spunto aggiuntivo, rispetto alla relazione che il Governo deve fare quando trasmette le deliberazioni, che è quello di indicare quello che è, nella parte di valutazione annuale, l'ammontare delle spese e le previsioni di spesa, perché così almeno si abbia una valutazione ancora più ampia @pagina=0029@da parte del Parlamento che va a deliberare quelle missioni in maniera più dettagliata anche sul profilo finanziario e non solamente di mandato o di attività.

PAGINA: 0005

(Esame dell'articolo 4) (Vedi RS)

PAGINA: 0031

(Esame articolo 4 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0005

  ANDREA MANCIULLI (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Esprime il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 4.

PAGINA: 0031

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la maggioranza per la III Commissione. I pareri sono tutti contrari.

PAGINA: 0005

  GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), Relatore di minoranza. Esprime il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 4.

PAGINA: 0031

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Sugli identici emendamenti 4.51 Gianluca Pini e 4.54 Artini, sull'emendamento @pagina=0032@4.52 Andrea Maestri e sugli identici emendamenti 4.4 Duranti, 4.50 Gianluca Pini e 4.53 Artini il parere è favorevole.

PAGINA: 0005

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. (Vedi RS) Concorda con il relatore di maggioranza.

PAGINA: 0032

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PAGINA: 0006

  Il deputato MASSIMO ARTINI (Misto-AL-P) (Vedi RS) interviene sugli identici emendamenti 4.51 Gianluca Pini e 4.54 Artini, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0032

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Solamente per far presente che la legge prevede due ambiti in cui il Governo dovrà presentare dei decreti di profilo finanziario. Anche in questo caso, come per l'articolo 2, l'idea è di introdurre un obbligo e un vincolo, da parte del Governo, nel recepire i pareri da parte delle Commissioni, anche in caso siano difformi da quella che è la volontà del Governo.

PAGINA: 0006

(Esame dell'articolo 5) (Vedi RS)

PAGINA: 0034

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0006

(Esame dell'articolo 13) (Vedi RS)

PAGINA: 0035

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0006

(Esame dell'articolo 16) (Vedi RS)

PAGINA: 0035

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0006

(Esame dell'articolo 19) (Vedi RS)

PAGINA: 0036

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0007

(Esame dell'articolo 20) (Vedi RS)

PAGINA: 0036

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0007

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che gli emendamenti 20. 2 e 20.3 Monchiero sono stati ritirati dal presentatore.

PAGINA: 0036

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-C ed abbinate).
  Ricordo che gli emendamenti 20.2 e 20.3 Monchiero sono stati ritirati dal presentatore.@pagina=0037@
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni sull'emendamento soppressivo 20.1 Tofalo.

PAGINA: 0007

  ANDREA MANCIULLI (PD) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Esprime il parere sull'unica proposta emendativa riferita all'articolo 20.

PAGINA: 0037

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la maggioranza per la III Commissione. Presidente, sull'emendamento 20.1 Tofalo, le Commissioni esprimono parere contrario.

PAGINA: 0007

  GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), Relatore di minoranza. Esprime il parere sull'unica proposta emendativa riferita all'articolo 20.

PAGINA: 0037

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PAGINA: 0007

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. (Vedi RS) Concorda con il relatore di maggioranza.

PAGINA: 0037

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza per la III Commissione.

PAGINA: 0007

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che, essendo stata presentata una sola proposta emendativa interamente soppressiva, sarà posto in votazione il mantenimento dell'articolo.

PAGINA: 0037

  PRESIDENTE. Essendo rimasto soltanto l'emendamento soppressivo eDessendo stati ritirati gli altri emendamenti, votiamo il mantenimento dell'articolo 20.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PAGINA: 0007

(Esame dell'articolo 21) (Vedi RS)

PAGINA: 0038

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0007

(Esame dell'articolo 24) (Vedi RS)

PAGINA: 0038

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0008

(Esame degli ordini del giorno) (Vedi RS)

PAGINA: 0039

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0008

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. (Vedi RS) Esprime il parere sugli ordini del giorno presentati.

PAGINA: 0040

  GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Grazie, Presidente. Cercavo di dare i pareri sugli emendamenti e leggere gli ordini del giorno.
  Presidente, sull'ordine del giorno n. 9⁄45–C⁄1 (Vedi All. A) Borghese, il parere è favorevole.

PAGINA: 0009

(Dichiarazioni di voto finale) (Vedi RS)

PAGINA: 0040

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 45-C ed abbinate)

PAGINA: 0009

  Intervengono per dichiarazione di voto finale i deputati PIA ELDA LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS), IGNAZIO ABRIGNANI (Misto-ALA-MAIE) (Vedi RS), MASSIMO ARTINI (Misto-AL-P) (Vedi RS), EDMONDO CIRIELLI (FdI-AN) (Vedi RS), FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (DeS-CD) (Vedi RS), GIANLUCA PINI (LNA) (Vedi RS), PIERPAOLO VARGIU (SCpI) (Vedi RS), ANDREA CAUSIN (AP) (Vedi RS), DONATELLA DURANTI (SI-SEL) (Vedi RS), ELIO VITO (FI-PdL) (Vedi RS), TATIANA BASILIO (M5S) (Vedi RS), DANIELE MARANTELLI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0041

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Nella discussione sulle linee generali il relatore Manciulli si è giustamente limitato a segnalare le modifiche introdotte dal Senato e ha fatto riferimento all'articolo 1, comma 3, che richiama la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – la n. 1325 dell'ottobre 2000 – su donne, pace e sicurezza.
  Nel passaggio al Senato, il testo era stato modificato preferendo riassumere, in forma generica, le sei risoluzioni che hanno fatto seguito alla prima rispetto ad una indicazione puntuale delle stesse, banalizzando, a mio parere, la materia.
  Le Commissioni della Camera sono nuovamente intervenute, ripristinando il testo approvato in prima lettura, in quanto più consono a valorizzare la proposta specifica di ogni risoluzione rispetto ad una questione diventata di rilievo essenziale per la soluzione delle crisi internazionali.
  Per evidenziare la portata del tema in questione, uso le parole di Margot Wallström, per anni Rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i crimini sessuali in situazioni di conflitto, ora Ministro degli esteri del Governo svedese: «È diventato più pericoloso essere una donna che va ad attingere acqua o che va a raccogliere la legna da ardere, che essere combattente al fronte». La stragrande maggioranza delle vittime odierne nei conflitti si riscontra tra i civili, per lo più donne, bambini e bambine. In particolare, le donne sono esposte a gravi forme di violenza sessuale, a volte o, direi, spesso, messe in atto in modo sistematico per ottenere obiettivi militari o politici. Gli stupri etnici dell'ex-Jugoslavia, per ricordare una tragedia a noi geograficamente vicina, ne sono l'esempio emblematico. Questa è la ragione della riproposizione dell'emendamento e ancora una volta ringrazio le colleghe, i colleghi e il relatore Manciulli per averlo accolto. Le sintesi, in questo caso, sono fuori luogo; ovviamente la componente socialista voterà a favore della legge quadro.

PAGINA: 0041

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che oggi ci apprestiamo a varare contiene @pagina=0042@disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali ed ha un obiettivo ambizioso: fornire una cornice normativa unitaria per l'invio di contingenti italiani all'estero nel quadro delle missioni dell'ONU e delle altre organizzazioni a cui partecipa l'Italia, in primo luogo la NATO e l'Unione europea. In questo quadro si rende necessario che anche il nostro Paese, come i maggiori Stati europei, provveda a dotarsi di uno strumento normativo utile ad offrire solidi punti di riferimento, sia sul piano del rispetto del rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento, sia su quello dei delicati profili di natura giuridica ed economica riguardanti il personale civile e militare coinvolto. Ci tengo a sottolineare come il passaggio da un ramo all'altro del Parlamento in questo specifico caso ha comportato un miglioramento sostanziale rispetto all'impianto originario del testo, andando a coprire tutte le tipologie di missioni che si sono man mano andate definendo negli ultimi anni, da quelle di peacekeeping, mantenimento della pace, a quelle di peace enforcement, conseguimento della pace, fino agli interventi umanitari. Come è noto, la Costituzione italiana non contiene previsioni che disciplinino l'impiego dello strumento militare all'estero, ad eccezione delle disposizioni sullo stato di guerra; neanche a livello legislativo, al di là di alcune previsioni di principio contenute nella legge sull'ordinamento delle Forze armate, esiste una disciplina organica, né per quanto riguarda il procedimento di autorizzazione, né per quanto riguarda il trattamento economico e normativo del personale impegnato. La conseguenza, come tutti sappiamo, è che, oggi, il quadro giuridico per la partecipazione alle missioni viene definito essenzialmente con lo strumento del decreto-legge. Questo comporta una provvisorietà e disorganicità delle disposizioni, soprattutto di quelle ordinamentali, e una grande precarietà, anche dal punto di vista finanziario, delle missioni; caratteristiche che non giovano, certo, alle esigenze di programmazione operativa e di credibilità internazionale del nostro Paese.
  L'esigenza di una legge organica in materia è ampiamente condivisa; dobbiamo sottolineare, inoltre, che il disegno di legge è di iniziativa parlamentare e che già in prima lettura alla Camera è stato approvato all'unanimità, senza alcun voto contrario; un ampio consenso che si è evidenziato anche nel @pagina=0043@corso dell'esame da parte delle Commissioni riunite in sede referente. La partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali è stata negli ultimi trent'anni una delle componenti qualificanti della nostra politica estera. Si è trattato e si tratta di un impegno oneroso, ma essenziale, sia perché abbiamo contribuito ad importanti risultati di stabilizzazione in tante parti del mondo, ma anche perché abbiamo migliorato il nostro strumento militare con addestramento e rafforzamento della componente operativa. Le nostre Forze armate sono particolarmente apprezzate non solo per le capacità militari, ma anche per la modalità di conduzione delle missioni, contraddistinte da una forte imparzialità fra le parti in causa e una particolare attenzione e sensibilità alle esigenze della popolazione civile e, soprattutto, agli aspetti umanitari che esse riguardano. Con il nostro esempio abbiamo fatto sì che l'elemento di cooperazione assumesse un ruolo sempre più significativo.
  Sottolineare questi successi, non significa negare che qualcosa si possa e si debba cambiare, anche in considerazione del nuovo quadro delle crisi globali e della crisi economica che costringe a selezionare in maniera più rigorosa gli impegni. Da oggi in poi si tratterà di valutare in maniera più strategica le modalità e, soprattutto, gli ambiti regionali della nostra partecipazione alle missioni, concentrando, in particolar modo, l'attenzione sul Mediterraneo e sul Medio Oriente.

PAGINA: 0044

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Devo ammettere che non era naturale arrivare a questo passaggio parlamentare in questa modalità, con questo percorso che è stato lungo e volutamente lungo nella fase iniziale, dove ci siamo presi la briga, come Parlamento, di voler portare avanti questa proposta di legge che erano quattro legislature che tentava di vedere la luce. È stato fatto un lavoro e devo ringraziare, particolarmente, i relatori, perché ci sono stati momenti di discussione anche più aspra, più difficile, ma ci siamo sempre ritrovati, poi, nella volontà di portare avanti un testo che fosse il più possibile, veramente, unificato. Questo risultato, al netto di alcuni errori fatti dal Senato, purtroppo, effettivamente è un buon risultato. È un buon risultato perché ha una logica deliberativa completamente diversa; mai nella nostra storia parlamentare, da quando esistono missioni internazionali, si è avuto o si avrà la possibilità di poter trattare in Parlamento di politica estera come in questo caso, perché ? Perché si passa da una logica in cui il Governo aveva completamente mani libere nella gestione delle missioni internazionali e chiedeva al Parlamento solamente un'autorizzazione di spesa, successiva a quella che è l'effettiva implementazione della missione, a una @pagina=0045@fase in cui anche solo nella fase iniziale il Governo dovrà pubblicamente deliberare la missione. Quindi, prendo un esempio del decreto missioni approvato proprio ieri, «Active Fence», che è una missione di cui noi abbiamo solamente potuto parlare da un punto di vista finanziario, doveva essere prima deliberata, poi approvata dalle Camere con delle risoluzioni e, poi, successivamente trattata da un punto di vista finanziario con dei decreti di ripartizione del Fondo che viene creato in questa legge. Questo passaggio è fondamentale, stravolge completamente i passaggi e dà al Parlamento, in maniera molto chiara, la possibilità di autorizzare o negare, come è espressamente scritto e come è stato espressamente richiesto in fase finale di audizione nelle Commissioni parlamentari da professori di diritto costituzionale, questo tipo di passaggio, cioè la chiara possibilità di dare dal Parlamento un indirizzo netto al Governo di autorizzazione o di negazione. Questo era raro, perché arrivando a parlare dei decreti missioni, difficilmente, sarebbe stato possibile, se non con una riformulazione o, comunque, con una parte di impegno completamente diverso, arrivare a questo.
  Questo tipo di passaggio, unito al fatto che si riorganizza e si riforma anche la parte di informativa che viene resa direttamente alle Camere e non più alle Commissioni, dà un passaggio completamente diverso a quella che era la discussione politica sul testo.

PAGINA: 0046

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, il gruppo di Fratelli d'Italia esprime grande soddisfazione per l'approvazione di questa proposta di legge parlamentare e ringrazia la maggioranza ed il Parlamento del lavoro svolto e anche della tenacia nel voler portare avanti questa proposta di legge.
  Siamo soddisfatti innanzitutto perché riteniamo che sia un importante strumento legislativo per dare unitarietà di azione alla politica estera, e soprattutto alla politica di pace e di sicurezza del mondo che l'Italia svolge, per dare certezza e forza ai nostri militari impegnati. È un grande passo in avanti, perché l'Italia sistemizza in questa maniera vent'anni, trent'anni di interventi all'estero, con una legge che finalmente dà centralità al Parlamento e riesce ad inquadrare perfettamente l'azione dei nostri militari nel quadro dell'articolo 11 della Costituzione, anche rispetto a tante polemiche che sono avvenute, secondo noi spesso a vanvera, sul ruolo dei nostri militari impegnati all'estero.
  Noi siamo anche soddisfatti perché la proposta di legge porta la mia prima firma; ma allo stesso tempo voglio ricordare che la mia proposta di legge, già svolta nella scorsa legislatura, non era altro che la proposta di legge presentata dall'allora presidente di Commissione, oggi Ministro, l'onorevole Pinotti: io ho raccolto un lavoro svolto dalle Commissioni, e come presidente dell'allora Commissione difesa nella scorsa legislatura ho ritenuto di dare coerenza ed unitarietà ad un'azione molto importante ed equilibrata per la nostra politica nazionale; d'altro canto il lavoro svolto da questa Commissione e dal presidente Garofani, così come dai relatori, conferma che mai come questa volta il Parlamento è riuscito a raccogliere al meglio esperienze di vari Governi e di varie @pagina=0047@maggioranze che si sono succedute, e per la prima volta penso che l'Italia fa una bella figura portando avanti in maniera coerente una legge che sia una legge con la «l» maiuscola.
  Voglio anche ringraziare, anche se è irrituale, la struttura dirigenziale della Camera, che in questi ultimi anni è stata più volte attaccata: questa è una proposta di legge che è stata portata avanti nel corso delle legislature con il ruolo determinante dei dirigenti della Camera, il dottor Somma, la dottoressa Piazza, la dottoressa Coppi; e lo dico proprio perché penso che si debba sapere, debba rimanere al verbale che il ruolo della dirigenza della Camera svolge un lavoro preziosissimo, di alta qualità, alta professionalità, ed è giusto che abbia riconoscimenti importanti in Parlamento, nell'ambito della struttura della dirigenza pubblica nazionale. Grazie davvero a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) !

PAGINA: 0047

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, finalmente arriva al voto finale il provvedimento che reca una norma organica per le missioni internazionali, come più volte auspicato in quest'Aula e come auspicato anche nelle scorse legislature. Il testo unificato delle proposte di legge atto Camera n. 45 ed abbinate al nostro esame è composto da 26 articoli; contiene disposizioni concernenti la partecipazione delle Forze armate e delle forze di polizia ad ordinamento militare o civile e dei corpi civili di pace a missioni internazionali: quindi con l'approvazione di questo testo si ha un quadro chiaro e definito in cui operare per l'invio di personale nell'ambito delle missioni all'estero, e si pone fine a quella serie di provvedimenti di proroga delle missioni di cui abbiamo avuto un esempio anche ieri. Si tratta quindi di uno strumento importante per il nostro Paese, affinché sia in grado di affrontare le questioni poste dalla situazione geopolitica mondiale all'interno di un impegno sotto egida ONU, NATO ed Unione europea.
  Le missioni sono ormai diventate numerose, circa 24, missioni in ben 18 Paesi, e si ha necessità di uno strumento in grado di assicurare un quadro giuridico certo, con regole @pagina=0048@di ingaggio definite ed adeguate tutele, superando una frammentata ed incerta disciplina giuridica della materia: un gesto di riconoscimento e gratitudine doveroso soprattutto verso i nostri militari impegnati in teatri difficili, e che fanno onore all'Italia. Viene affrontata la questione del trattamento economico dei partecipanti alle operazioni, il regime assicurativo, assistenziale e previdenziale, la retribuzione e l'orario di lavoro. Sottolineo che all'articolo 15 viene individuata la figura di un consigliere diplomatico del comandante militare italiano del contingente internazionale nell'ambito delle missioni internazionali: un aspetto che ritengo importante in termini di strategia di queste missioni; mentre all'articolo 7, che definisce il trattamento assicurativo del personale impegnato nelle missioni internazionali, si dispone che il personale delle Forze armate che abbia subito danni fisici connessi all'espletamento delle proprie funzioni acceda agli stessi benefici previsti per le vittime del terrorismo.

PAGINA: 0049

  GIANLUCA PINI. Presidente, benvenuta al Ministro Pinotti finalmente in quest'Aula: non è polemica, ma voglio dire, in questi giorni si sono svolti importanti dibattiti, soprattutto sull'ultimo, speriamo veramente ultimo decreto-legge missioni, e sono emerse tutta una serie di criticità, che mi auguro lei abbia tempo e voglia di poi visionare attraverso i resoconti stenografici della Camera. È un invito che le rivolgo, ripeto, non polemico, ma assolutamente costruttivo.
  Questa legge quadro – che io vorrei chiamare, anche per il contributo che ha dato il collega, legge Artini, visto che pur stando all'opposizione devo dire che ha svolto un lavoro encomiabile di cucitura dei vari testi, insieme chiaramente ai relatori, ai presidenti delle Commissioni – è partita da quest'Aula con le migliori intenzioni: quella di dare finalmente un quadro complessivo, quindi dare una concretezza a quella che era la famosa risoluzione Ruffino del 2001, votata quindi ben 15 anni fa all'interno di questa Camera, che prevedeva determinati ambiti di competenza, prevedeva l'effettivo potere delle Camere di andare ad analizzare ed incidere sulle singole missioni, in modo che non ci fosse un unico calderone nel quale, per ragion di Stato, si doveva comunque sempre votare, diciamo con un francesismo, «il rusco e il brusco», cioè tutto @pagina=0050@quello che c'era di buono ma anche quello che di buono non era. Come abbiamo visto ieri, ad esempio, la missione dell'unico carabiniere che va a fare il consigliere per la sicurezza per la polizia ugandese: ecco, quelle non sono missioni, quelle magari sono questioni che devono essere derubricate a rapporti internazionali, ma non sicuramente a missioni internazionali.
  Dicevo, è partita con le migliori intenzioni, perché effettivamente ogni singola missione richiamata ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, posta voi al vaglio delle Camere attraverso le Commissioni di merito, quindi esteri e difesa, è di assoluto buonsenso e di rottura, come dicevo, rispetto al meccanismo del passato, dove c'era un unico contenitore all'interno del quale era comunque difficile fare spostamenti o fare valutazioni sulle singole missioni. Il problema però è che nel passaggio al Senato questo testo è stato stravolto, perché il potere delle Commissioni... E di conseguenza delle Camere, perché è una questione di merito, non tanto di competenza generale: quando si parla delle Camere, si parla di chi è eletto dai cittadini; ormai gli unici rimasti eletti dai cittadini, se togliamo i sindaci e i presidenti delle regioni, perché più saliamo poi in Europa e meno troviamo gente eletta. Questo potere è stato compresso in una maniera assolutamente inaccettabile ! Siamo tornati agli anni antecedenti alla risoluzione Ruffino, siamo tornati al periodo del Kosovo, quando addirittura ci siamo ritrovati in una situazione dove di fatto questo Stato è entrato in guerra in maniera non dichiarata e senza passare da un voto delle Camere. Perché ? Perché adesso il Governo può, senza tener conto del parere delle Commissioni, che non è più vincolante, disporre qualsiasi tipo di intervento militare, certamente, nel perimetro di quello che è previsto dall'adesione alle varie istituzioni a livello internazionale, che sia la NATO, che siano altri contenitori, diciamo così, di alleanze più o meno militari.
  Però, sta di fatto che esautorare totalmente il vincolo del parere delle Commissioni va a svilire quello che era il principio iniziale della stessa risoluzione Ruffino. Cioè, al di fuori degli articoli 78 e 87 della Costituzione è previsto effettivamente l'uso della forza militare al di fuori del nostro territorio. Benissimo, deve essere regolamentato, ma deve @pagina=0051@essere il Parlamento che decide se le proposte del Governo sono effettivamente efficaci da un punto di vista di equilibri internazionali, da un punto di vista di peacekeeping, da un punto di vista anche di tutela di determinate popolazioni che si ritrovano, loro malgrado, in scenari di guerra.
  Questo non avviene più, cioè avviene, ma, non essendo più vincolante il parere, di fatto il potere torna totalmente nelle mani di un Governo che è sì un Governo che nasce in una Repubblica parlamentare, ma è un Governo che, in qualche modo, disattende quella che è la volontà popolare, perché, se arriva un parere contrario da parte delle Commissioni o un parere parzialmente sfavorevole da parte delle Commissioni su una determinata missione... Faccio l'esempio della missione – ieri l'ho citata più volte, Ministro – in Afghanistan: lei, un anno fa, ci disse che ci saremmo disimpegnati pesantemente da quella missione, in quest'Aula, perché non più strategica. I nostri stessi alleati all'interno della NATO ci dissero che quella missione non aveva più, non dico un senso, ma una rilevanza così importante nello scacchiere internazionale.
  Bene, lei – non so se lei direttamente o, comunque, il Governo di cui lei fa parte – ha disatteso totalmente quello che ha detto lei, invece, un anno fa, qui, perché abbiamo aumentato l'impegno finanziario, non abbiamo disimpiegato assolutamente nessun tipo di risorse o di mezzi, anzi, abbiamo aumentato, in qualche modo, qualche risorsa umana sul territorio. Ora, se le Commissioni, sulla scorta di quella che è l'idea generale di leggi quadro, avessero mantenuto il potere decisionale che era all'inizio della legge quadro, è chiaro che, in sua presenza, in audizione, su quel tema specifico dell'Afghanistan, le avrebbero detto: guardi, Ministro, che lei l'anno scorso ha detto una cosa ben diversa da quello che è la missione di oggi.
  Con questo testo qui, che è il nocciolo della questione, possono sicuramente continuare a dirle e farle presente che il Governo ha smentito ciò che lei ha detto un anno fa, però lei può anche continuare, onestamente, a fregarsene di quello che dicono le Commissioni, e questo non è corretto, perché tradisce lo spirito con il quale è nato il testo unitario, tradisce lo spirito con il quale è nata la legge quadro. Mi auguro che, visto che le leggi sono fatte dagli uomini, e quindi, in quanto @pagina=0052@uomini, fallibili, ci si renda conto nell'immediato, magari già nel passaggio al Senato, che questa distorsione, questa compressione dei poteri delle Commissioni, non fa bene a nessuno. Non fa bene alla serenità della valutazione della reale efficacia e reale necessità delle varie missioni che abbiamo all'estero e non fa bene neanche ai rapporti fra il Parlamento il Governo, e che quindi, in quella fase lì – visto che ci si è messo quindici anni, ci si può mettere anche qualche mese in più per arrivare a compimento – ci sia un ripensamento.
  Noi, che abbiamo votato sempre favorevolmente a questo processo di legge quadro, in questa fase, proprio per questi motivi, così come abbiamo presentato una eccezione di costituzionalità perché riteniamo che si sia rotto un equilibrio, che con la rimozione del vincolo del parere delle Commissioni si sia rotto un equilibrio fra Parlamento e Governo, non voteremo contro, ci asterremo, dando una sorta di piccolo credito, non tanto e non solo al Governo, ma ai nostri colleghi del Senato, sperando che abbiano l'accortezza e l'intelligenza di riparare al guasto che hanno fatto a quello che era un impianto di legge molto ben fatto e del quale ringrazio nuovamente tutti gli attori, ma in particolar modo il collega Artini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PAGINA: 0053

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Anch'io unisco il voto favorevole del gruppo di Scelta civica a quello dei colleghi che lo hanno già espresso, volendo sottolineare come la legge che noi stiamo andando ad approvare di ritorno dal Senato rappresenti un importantissimo passo avanti per il settore di cui si occupa. Un importante passo avanti – forse, è la sottolineatura che noi vorremmo fare – che parte dalla riflessione su quale debba essere il ruolo delle missioni internazionali e quale il ruolo della partecipazione a queste missioni da parte del nostro Paese. Noi siamo convinti che non ci sia più nel mondo qualche cosa che succede e che non riguarda, perché succede lontano dall'Italia, gli interessi del nostro Paese.
  Anche gli eventi che noi andremo a commentare nelle prossime ore, quando assisteremo all'informativa sui fatti di Dacca da parte del Ministro Gentiloni, confermano che gli interessi dell'Italia, in un mondo globale, sono sparsi in tutto il mondo e che gli interessi della civiltà, gli interessi della pace, gli interessi del progresso sociale non sono mai estranei agli interessi complessivi della comunità del nostro Paese. Quindi, il nostro atteggiamento non può essere un atteggiamento che crea o tira su steccati rispetto a ciò che succede altrove. È giusto che noi abbiamo un atteggiamento collaborante, che lo abbiamo all'interno delle istituzioni internazionali, che lo abbiamo all'interno dell'ONU, dove l'Italia rappresenta un Paese contribuente assai importante nella geografia politica dell'ONU, che conferisce prestigio alle politiche del nostro Paese. Lo siamo all'interno delle missioni europee, lo siamo, comunque, in un contesto in cui è evidente che riteniamo che – lo ribadiamo – gli interessi del nostro Paese non si chiudano nelle Alpi e nei nostri confini nazionali.
  Gli interessi del nostro Paese di tipo economico, ma anche di tipo sociale, di tutela della pace, di creazione della pace, di rafforzamento delle istituzioni, laddove queste istituzioni, in Paesi diversi dal nostro, devono essere rafforzate, o, addirittura, di accompagnamento dei percorsi di democrazia, perché il nostro giudizio su ciò che è diverso rispetto alla democrazia @pagina=0054@e alla libertà non è un giudizio neutro. Il nostro giudizio è un giudizio che tutela la dignità del singolo individuo, della singola persona in tutti i posti del mondo. Quindi, l'impegno dell'Italia non è un impegno a fingere di non vedere laddove la democrazia non esiste, laddove la libertà non esiste, laddove i diritti della persona sono conculcati, ma è un impegno ad essere presente in tutti gli scenari, non solo perché in questo modo tutela complessivamente la pace in tutto il mondo e non solo perché tutela interessi vitali del nostro Paese in tutto il mondo, ma perché tutela la persona, tutela l'individuo, perché crede nei diritti di libertà di ciascun individuo.
  E, forse, da questo punto di vista, c’è anche una sottolineatura da fare sul ruolo che le nostre forze normalmente esercitano nei teatri in cui vengono impegnate; un ruolo che ci viene accreditato insieme a quelli che sono considerati i limiti storici della presenza italiana all'interno dei teatri di guerra o di teatri, comunque, con difficoltà di stabilita. Il ruolo delle forze di interposizione italiane, delle forze di peacekeeping italiane è sempre stato un ruolo estremamente attento ai contesti sociali nei quali si è trovato ad operare, molto vicino alle popolazioni, molto prossimo alla tutela e agli interessi di libertà e di difesa dei diritti civili delle stesse popolazioni nell'ambito delle quali le nostre forze hanno agito.
  Credo che queste due peculiarità della presenza italiana, una presenza che si apre all'idea che l'intero nostro mondo sia un pezzo d'Italia, anche quando è fuori dai nostri confini, e che vuole significare la peculiarità dell'intervento che gli italiani sono in grado di portare, siano la sottolineatura di fondo rispetto al testo di legge che approviamo. Testo di legge – ed entro nel merito – che sicuramente è un passo avanti importante rispetto a quello a cui noi siamo abituati. Noi siamo abituati alla decretazione d'urgenza, che, spesso, all'interno dei Parlamenti, diventa una specie di corrida, perché, anche su temi su cui bisognerebbe essere molto uniti, si riesce a fare polemica politica e si riesce a trovare delle divisioni, che, qualche volta, sono più capziose che realmente derivanti dai fatti concreti. Quindi, avere un testo di legge che sia di compendio generale rispetto alle normative che regolano le regole di ingaggio e di partecipazione dell'Italia nei teatri in cui è richiesta la sua presenza è, dal nostro punto di vista, @pagina=0055@importantissimo. Ed è questo un testo di legge che riesce ad avere ben chiari i due punti cardine su cui questa azione, dal nostro punto di vista, deve essere espletata: il primo è la garanzia dei diritti delle nostre forze che partecipano alle missioni. Credo che oggi abbiamo impegnati nelle missioni oltre 4.500 persone. con uno spiegamento di forze che va dall’intelligence alle forze di logistica, quelle militari, a quelle di polizia, quindi figure professionali estremamente differenti tra di loro che hanno necessità di un quadro di omogeneità di diritti garantiti e costanti nel tempo, che sono amministrativi, economici, di tutela giuridica e penale e, vorrei aggiungere, perché è un tema che spesso torna l'attenzione, anche di salute.
  È un tema che spesso può essere sottovalutato, perché in realtà la pericolosità delle missioni è quasi intrinseca rispetto all'affermazione stessa del senso della missione, però la tutela delle condizioni di salute delle persone che mandiamo nei vari teatri dove è richiesta la nostra presenza è fondamentale, anche ad evitare che pullulino Commissioni d'inchiesta sui disastri che eventualmente sono legati non tanto all'ingaggio militare o all'ingaggio di attività armate contro le nostre presenze a livello dei teatri quanto a effetti collaterali della partecipazione alle missioni da parte degli italiani che vi partecipano e che rientrano in Italia e magari devono far fronte ad altre battaglie, altrettanto importanti quanto quelle che hanno combattuto nei teatri in cui hanno partecipato, contro malattie contratte per effetto di contaminazioni che si sono realizzate durante le nostre missione.
  Il secondo elemento che per noi è fondamentale all'interno di questo testo è quello della capacità – da dimostrare, ma sicuramente presente all'interno del testo stesso – di compendiare l'organicità degli interventi che vengono scelti dal Governo e dal Parlamento italiano con due elementi che apparirebbero in contrasto tra di loro e che anche da qualche collega intervenuto prima di me sono stati riscontrati forse ancora in parte in contrasto, cioè la rapidità della decisione e il controllo parlamentare sulla decisione. Noi crediamo che questo provvedimento riesca a compendiare in modo equilibrato, ha l'obiettivo di equilibrare sicuramente queste due necessità, che sono entrambe fondamentali, cioè la rapidità di @pagina=0056@decisione, per cui nell'imminenza di una scelta che deve essere fatta in tempi rapidi ci sia qualcuno che è investito della responsabilità della scelta e che abbia la possibilità di farlo nei tempi più rapidi possibili, e contemporaneamente la possibilità che ci sia da parte del Parlamento un controllo complessivo sulla scelte, cosa che è fondamentale per garantire che ci sia sempre una democraticità e una rapporto tra un popolo che elegge il Parlamento, quindi che è responsabile in definitiva della scelta che viene fatta, e la necessità di un Governo che in modo rapido, efficace e appropriato rispetto alla situazione possa in tempi rapidissimi decidere l'intervento.
  Quindi, siamo convinti che il testo di legge, probabilmente perfettibile e, appunto perché perfettibile, non esente da critiche, sia un grande passo avanti rispetto al passato. Voteremo con convinzione favorevolmente rispetto al testo che viene proposto.

PAGINA: 0056

  ANDREA CAUSIN. Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, l'approvazione della legge quadro è importante, perché supera un periodo di provvisorietà che ha caratterizzato un susseguirsi di decreti-legge di rifinanziamento delle missioni internazionali. In questo tempo, in questi dieci, quindici anni in cui si è agito in questo modo, la presenza italiana all'estero delle nostre Forze armate è comunque aumentata, ed è aumentata come conseguenza di una situazione internazionale che si è progressivamente deteriorata: i conflitti sono aumentati, le situazioni di instabilità sono aumentate, molti Paesi hanno conosciuto una fortissima destrutturazione dal punto di vista istituzionale, militare e civile.

PAGINA: 0059

  DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Comincio questa mia dichiarazione di voto intanto spiegando il nostro voto a favore della questione pregiudiziale presentata dai colleghi della Lega: era l'ultimo tentativo per provare a fermarci ancora un attimo, qui in questa Camera, e provare a modificare alcuni aspetti della legge quadro che, come proverò @pagina=0060@sinteticamente a dire dopo, non ci vedono assolutamente d'accordo. È peraltro vero che ci sarà un ulteriore passaggio al Senato. Lo dico con il rispetto dovuto al Governo, al sottosegretario e alla Ministra che sono qui presenti questa mattina, noi continuiamo ad avere qualche seppur flebile speranza nel Parlamento, non certo nel Governo, perché penso che il Governo abbia in qualche modo già deciso in riferimento a questa legge che, come ho già avuto modo di dire nella discussione generale, ma anche nella dichiarazione di voto in prima lettura qui alla Camera, non ci soddisfa assolutamente.
  Intanto, voglio ricordare che il gruppo di Sinistra Italiana, già a maggio 2013, ha depositato una proposta di legge per una legge quadro sulle missioni internazionali, a mia prima firma, ma sottoscritta anche da altri colleghi e colleghe del gruppo, perché ritenevamo necessario inserire nel nostro ordinamento giuridico una disciplina che potesse in qualche maniera regolamentare il tema delicato delle missioni internazionali, una disciplina però che avesse rango primario, che venisse da un provvedimento di legge. Lo abbiamo fatto perché credevamo che fosse arrivato il tempo, in questo nostro Paese, per regolamentare in maniera differente e per restituire al Parlamento le prerogative su un tema delicato come quello della partecipazione alle missioni e alle operazioni internazionali. Lo dico per rivendicare un ruolo che abbiamo avuto e per rivendicare una sorta di primogenitura da questo punto di vista. Noi abbiamo creduto nella possibilità che il Parlamento finalmente sanasse un vulnus. Quello della decretazione d'urgenza sul rifinanziamento delle missioni, per noi, era un vulnus che si operava rispetto alle prerogative del Parlamento.

PAGINA: 0063

  ELIO VITO. Signor Presidente, la ringrazio e ringrazio i colleghi che mi hanno preceduto. Si tratta di una legge importante, probabilmente una delle più importanti di questa legislatura, attesa, evocata ed invocata da anni. In occasione di ogni dibattito sui decreti-legge di proroga e di rifinanziamento delle missioni internazionali, c'era il rito di dire: ci vorrebbe una legge quadro. Ora finalmente ce l'abbiamo, io personalmente mi sono molto impegnato già durante la presenza in Commissione difesa, l'abbiamo voluto, credo che sia un buon testo, che sia un testo moderno, che concilia le esigenze di governo dell'Esecutivo, al quale tocca la decisione iniziale, e @pagina=0064@credo che rispetti le competenze fondamentali del Parlamento su questa materia, competenze che, tra l'altro, sono sancite anche dalla nostra Costituzione.
  Nel corso, poi, dell'esame, nella pratica della concreta attuazione della legge, che partirà dal prossimo anno, naturalmente poi sarà possibile adottare dei correttivi, ma noi possiamo dire che con quello votato ieri siamo di fronte all'ultimo decreto-legge sulla proroga delle missioni internazionali e finalmente anche il nostro Paese si dota di una disciplina organica su una materia così delicata e, ahimè, sempre più attuale.
  Lo dobbiamo soprattutto, poi, ai nostri militari, che sono i principali destinatari di questo provvedimento e che hanno quanto mai bisogno di garanzie e di certezze sul loro operato all'estero, che spesso sono mancate; basti pensare – lo dicevamo ieri – che l'ultimo decreto-legge di rifinanziamento e proroga delle missioni internazionali è stato adottato dal Governo con ben quattro mesi – quattro ! – di ritardo rispetto alla scadenza. Questo ha significato lasciare nel vuoto normativo, giuridico, politico ed economico i nostri militari impegnati in delicate missioni all'estero.
  Forza Italia, quindi, voterà a favore di questo provvedimento, che ha voluto e per il quale si è battuta, convinta che si tratti di un bon testo che rispetta quelle che sono le competenze fondamentali del Parlamento, del Governo e del Presidente la Repubblica in una materia così importante.

PAGINA: 0067

  TATIANA BASILIO. Grazie, Presidente. Colleghi, ringrazio anche il Ministro Pinotti per la sua presenza in Aula, perché stiamo discutendo e, finalmente, licenziando in questa Camera una proposta di legge molto importante per la Commissione difesa e per la Commissione affari esteri.
  Diciamo che il cuore di questo provvedimento lo possiamo trovare sicuramente nell'articolo 1, a nostro avviso, come gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, in quanto vediamo che le operazioni militari, finalmente, avverranno secondo il rispetto dell'articolo 11 del dettame della Costituzione italiana, del diritto internazionale, dei diritti umani e del diritto penale internazionale.
  Perché ci siamo ostinati così tanto nel volere questa legge quadro ? Per avere la possibilità, finalmente, Ministro di votare, missione per missione – lo chiediamo, ormai, da tre anni che sediamo in questi scranni –, in quanto, a nostro avviso e come abbiamo sempre citato in tutti i nostri interventi, le missioni internazionali non sono tutte uguali. Noi siamo favorevoli ad alcune missioni, ad altre missioni, come abbiamo ribadito più volte, ad esempio, quelle Afghanistan: pensiamo che ci dobbiamo assolutamente ritirare, come avevamo già promesso e come anche lei ci aveva già detto l'anno scorso, credo, nel provvedimento che abbiamo licenziato a marzo; che, ormai l'Italia non aveva più questa volontà così forte di rimanere come presenza militare in Afghanistan. Quindi, ci sono missioni e missioni. Quindi, finalmente, speriamo che, dal 31 dicembre 2016, i «decreti missione» @pagina=0068@andranno in pensione e dal 1o gennaio 2017 potremo finalmente trattare missione per missione.
  Questa non è una vittoria del Movimento 5 Stelle, ma, a nostro avviso, è una vittoria di tutto il Parlamento, perché riporteremo finalmente la centralità al Parlamento, alle decisioni parlamentari, in quanto non ci saranno più queste benedette decretazioni d'urgenza. Questa legge interromperà questo vizio, perché, ormai, si era creato quasi un vizio di forma decennale della marginalizzazione del Parlamento in merito alle decisioni sulle missioni internazionali. Parlamento che fino ad ora aveva, purtroppo, solo svolto la funzione di certificatore nei confronti delle decisioni del Governo sulle missioni e sull'invio delle truppe all'estero e ci obbligava a vedere e passare dei decreti che erano sfuggevoli, perché non c’è mai stata data la possibilità, ufficialmente e in maniera importante, di incidere sui «decreti missioni», tranne che per qualche emendamento marginale o qualche ordine del giorno che è stato approvato.
  Il provvedimento è stato – come ho già ribadito – più volte da noi richiesto ed auspicato, con una formulazione che riporta il ruolo del Parlamento centrale; porrà fine alla prassi dei «decreti omnibus», un tassello di rinforzo del mosaico della nostra democrazia e per la nostra Repubblica, che è parlamentare e non governativa; e riportiamo centralità a questo Parlamento, perché, ormai, non si legifera più, ma si portano modifiche a leggi già in vigore, ultimamente, solo attraverso i decreti.
  La proposta di legge, sempre a nostro avviso, era nata sotto una migliore scrittura, modificata nel suo impianto durante la discussione nel Comitato ristretto, creando un'ombra sul voto alle Camere. Anche io vorrei soffermarmi, come alcuni colleghi – la collega Duranti e il collega Pini – proprio su questo benedetto voto alle Camere: in più occasioni, abbiamo chiesto alla maggioranza di specificare che questo voto alle Camere fosse riferito ad un voto all'Aula, nelle Aule parlamentari – Camera e Senato –, finché ci sarà un Senato.

PAGINA: 0071

  DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, signora Ministra, colleghi, oggi il Parlamento scrive una pagina importante di questa legislatura. Nessuna enfasi, nessun trionfalismo, ma la giusta soddisfazione per l'approvazione di una legge quadro sulle missioni internazionali che, perseguita da quattro legislature, non aveva mai raggiunto il traguardo. Il provvedimento in esame, oggi, ci permette, infatti, di dotarci di uno degli strumenti legislativi più importanti della nostra politica estera e di difesa. Invece di valorizzare il ruolo del PD e della maggioranza, come pure sarebbe giusto, con il lavoro della Ministra Pinotti, del presidente Garofani e di Manciulli, preferisco rivolgere un appello a tutti i colleghi, affinché, in questo tempo così gravido di incognite, ci possa essere un larghissimo sostegno da parte della Camera dei deputati a questa legge. In questo momento storico, segnato da conflitti internazionali, guerre e terrorismo, le forze democratiche devono dar prova di coesione in difesa della pace e della libertà. La politica è decidere, mediare, ascoltare, ma è anche combattimento, battaglia delle idee. Il grado di fiducia dei cittadini, nei confronti del Parlamento e dei partiti, è basso, molto basso; trovo, pertanto, giusto rivendicare con orgoglio il raggiungimento di un risultato dove prima altri avevano fallito; penso, quando ci sono le condizioni, come in questo caso, sia necessario reagire ad una rappresentazione macchiettistica: fuori di qui una società civile, virtuosa, produttiva, laboriosa, qui, qualche centinaio di perdigiorno inconcludenti; non è così, non è davvero così, perché, oggi, ad esempio, diamo al nostro Paese e ai nostri militari l'opportunità di definire un quadro giuridico e normativo in materia di missioni che dà finalmente certezze. In questi anni abbiamo navigato nella massima precarietà, molte volte abbiamo dovuto rincorrere la decretazione d'urgenza, lasciando a volte i nostri militari scoperti nel corso delle missioni, anche dal punto di vista assicurativo ed economico. E proprio ieri, in Aula, mentre si discuteva @pagina=0072@sull'approvazione dell'ultimo, speriamo ultimo, decreto missioni, i colleghi del MoVimento 5 Stelle e di SEL più volte si sono lamentati, credo giustamente, di questa modalità legislativa.
  Bene, oggi con il nostro voto abbiamo la possibilità di superare quella modalità, di avere un quadro giuridico diverso che ci permette una maggiore capacità di programmazione, anche grazie a una più precisa e stabile definizione delle risorse a disposizione.
  Vengo al cuore della legge; una volta all'anno il Parlamento discute strategie di missioni internazionali, liberandosi da condizionamenti permanenti di natura finanziaria e financo ragionieristici. La legge assume finalmente il respiro e il peso che ogni anno attribuiamo al DEF, restituendo grande dignità politica al confronto fra i gruppi. Uno dei temi che hanno più suscitato l'interesse è stato il rapporto Governo-Parlamento, naturalmente. Questo provvedimento rende più incisivo il contributo del Parlamento, consentendo un maggior controllo sulla coerenza operativa delle singole missioni con le priorità della politica estera italiana e con le politiche delle organizzazioni multilaterali che costituiscono il riferimento dell'Italia in campo internazionale. Inoltre, il Parlamento avrà la possibilità di verificare attentamente l'andamento dei singoli interventi e gli stessi eventuali progressi maturati e compiuti sul terreno. Sarebbe, tuttavia, un errore imperdonabile ignorare il contesto in cui si svolge la partita. La globalizzazione ha fatto uscire dalla povertà, in molti continenti, oltre un miliardo di persone, ma ha accentuato disuguaglianze insopportabili nelle società occidentali, e non solo, diffondendo paure, acuendo fratture sociali e generazionali. Forse non è in corso una terza guerra mondiale, ma le sfide che ci troviamo ad affrontare sono davvero molteplici e insidiose. Lo scacchiere internazionale brulica di crisi regionali anche alle porte del Mediterraneo e dei confini europei. Sul fronte della minaccia terroristica, l'Islamic State è in grado di agire su due terreni differenti, disponendo di una capacità simmetrica e asimmetrica e dei foreign fighters, i nostri concittadini partiti dalle periferie europee alla volta della Siria e dell'Iraq.

PAGINA: 0009

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato CARLO SIBILIA (M5S) (Vedi RS), a cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

PAGINA: 0075

  CARLO SIBILIA. Presidente, intervengo per sottolineare il fatto che questa legge parte anche dall'iniziativa del gruppo MoVimento 5 Stelle. Purtroppo però, come spesso accade, le iniziative dell'opposizione poi vengono edulcorate e diluite dalla maggioranza parlamentare, che fa un po’ quello che vuole, il bello e il cattivo tempo, anche con delle leggi che forse potevano essere una vera occasione per cambiare questo strumento che è la decretazione di urgenza continua: oggi siamo all'ottavo decreto d'urgenza, che abbiamo votato proprio ieri, per quanto riguarda la struttura e il proseguio e la programmazione delle nostre missioni internazionali, che evidentemente doveva cambiare, e questo strumento ne dà la possibilità.

PAGINA: 0075

  PRESIDENTE. Concluda.

PAGINA: 0010

Trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge. (Vedi RS)

PAGINA: 0078

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 3651 (ore 12,22).

PAGINA: 0010

  PRESIDENTE (Vedi RS). Propone il trasferimento alla XI Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 3651, recante modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 228, in materia di modalità di pagamento e criteri di calcolo e di decorrenza degli interessi sulle somme dovute per gli aiuti di Stato dichiarati incompatibili con la normativa europea, concessi sotto forma di sgravio, nel triennio 1995-1997, in favore delle imprese operanti nei territori di Venezia e Chioggia.

PAGINA: 0078

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
  Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la XI Commissione (Lavoro) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

PAGINA: 0010

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Settimo Nizzi. (Vedi RS)

PAGINA: 0078

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Settimo Nizzi.

PAGINA: 0010

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che il deputato Settimo Nizzi ha comunicato, con lettera inviata alla Presidenza, di optare per il mantenimento della carica di sindaco di Olbia e di voler quindi rassegnare le dimissioni dalla carica di deputato: trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto di tale comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Settimo Nizzi dal mandato parlamentare.

PAGINA: 0078

  PRESIDENTE. Comunico che, in data 6 luglio 2016, è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Settimo Nizzi: «Gentile Presidente, facendo seguito alla mia precedente comunicazione del 30 luglio 2016, le comunico di aver optato per il mantenimento dell'incarico di sindaco del comune di Olbia, rinunciando pertanto all'incarico di parlamentare. Molto cordialmente, Settimo Nizzi».
  Trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Settimo Nizzi dal mandato parlamentare.

PAGINA: 0011

Proclamazione di un deputato subentrante. (Vedi RS)

PAGINA: 0079

Proclamazione di un deputato subentrante.

PAGINA: 0011

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che, dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Settimo Nizzi, la Giunta delle elezioni ha accertato che il candidato che, nell'ordine progressivo della stessa lista n.  20 – Il Popolo della Libertà nella XXVI Circoscrizione Sardegna, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Bruno Murgia.
  Dà atto alla Giunta di questo accertamento e proclama deputato per la suddetta Circoscrizione Bruno Murgia.

PAGINA: 0011

Sull'ordine dei lavori. (Vedi RS)

PAGINA: 0079

Sull'ordine dei lavori (ore 12,24)

PAGINA: 0011

  Interviene sull'ordine dei lavori la deputata LAURA CASTELLI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0079

  LAURA CASTELLI. Presidente, chiediamo a Padoan che venga a riferire in Aula sullo stato di salute del sistema bancario italiano: in particolare sulla situazione di MPS, del Fondo Atlante, della Popolare di Vicenza, di Veneto Banca, e del ruolo che in tutto questo ha Cassa depositi e prestiti, anche in relazione alle ultime posizioni prese da Consob sulle banche quotate in borsa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se ne parla ovunque tranne che in questo posto, che era la casa di vetro dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAGINA: 0011

  La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 12,30.

PAGINA: 0011

Informativa urgente del Governo sull'attentato terroristico di Dacca. (Vedi RS)

PAGINA: 0080

Informativa urgente del Governo sull'attentato terroristico di Dacca.

PAGINA: 0011

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica la prevista articolazione del dibattito.

PAGINA: 0080

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sull'attentato terroristico di Dacca. Onorevole Palese !
  Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

PAGINA: 0012

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. (Vedi RS) Rende all'Assemblea l'informativa urgente all'ordine del giorno.

PAGINA: 0080

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, l'informativa di oggi credo che sia prima di tutto per noi l'occasione per rendere un ulteriore omaggio dell'Aula della Camera a Nadia Benedetti, a Claudio Cappelli, a Vincenzo D'Allestro, a Claudia D'Antona, a Simona Monti, a Adele Puglisi, a Maria Riboli, a Cristian Rossi e a Marco Tondat (L'Assemblea si leva in piedi – Applausi).
  Sono nove nostri concittadini, nove vittime del terrorismo, che l'Italia non dimenticherà. Venerdì scorso, alle 21,10, la nostra ambasciata è stata informata dell'attacco in corso all'Holey Artisan Bakery. A chiamare era Gian Galeazzo Boschetti, il marito di Claudia D'Antona. Boschetti informava, dopo essersi allontanato dal tavolo verso il giardino che era davanti al locale, di aver visto irrompere nel ristorante quattro o cinque individui armati. Una mezz'ora dopo si metteva in contatto con l'ambasciata un altro connazionale, Jacopo Bioni, chef di cucina, che, attraverso la scala dietro alla cucina, aveva raggiunto il tetto e da lì il giardino, ed era riuscito ad allontanarsi e a trovare rifugio presso un'abitazione privata.
  Il primo intervento della polizia si era concluso con un fallimento, con l'uccisione di due ufficiali e il ferimento di una @pagina=0081@ventina di altri poliziotti, per effetto di un lancio di granate. Successivamente, Boschetti comunicava che dalla posizione in cui si trovava, nascosto in giardino, vedeva due o tre membri del commando terroristico sorvegliare l'area, sia dal terrazzo del secondo piano che dalla sala del piano terreno, dove erano stati raccolti gran parte degli ostaggi, e sentiva, dalla sua posizione, ad intervalli irregolari, raffiche di mitra. Alle 7,42 del mattino seguente, sabato 2 luglio, è scattata l'operazione condotta dall'esercito, con il dispiegamento di ben quindici mezzi corazzati, due dei quali hanno sfondato la rete di recinzione e la parete d'ingresso del locale, e questa operazione è durata una decina di minuti, mentre l'operazione nel suo insieme, che ha comportato anche la bonifica, con il brillamento degli esplosivi, del teatro dell'attacco terroristico e della presa degli ostaggi, è durata circa quaranta minuti.
  Il giorno stesso, sabato 2 luglio, alle 18, ore locali, è avvenuto il riconoscimento delle nove vittime italiane, oltre che delle sette vittime giapponesi e delle altre tre vittime di altre nazionalità. Questo riconoscimento confermava, anche in questa primissima fase, quello che è poi emerso anche dall'autopsia, cioè che alcune vittime erano decedute per colpi di arma da fuoco, mentre per le altre il decesso era dovuto a colpi di machete, inferti al collo, alla nuca e al volto.

PAGINA: 0012

  Intervengono sull'informativa urgente resa dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale i deputati MARIA CHIARA CARROZZA (PD) (Vedi RS), ANGELO TOFALO (M5S) (Vedi RS), MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI-PdL) (Vedi RS), ARTURO SCOTTO (SI-SEL) (Vedi RS), FABRIZIO CICCHITTO (AP) (Vedi RS), GIOVANNI MONCHIERO (SCpI) (Vedi RS), GIANCARLO GIORGETTI (LNA) (Vedi RS), ROBERTO CAPELLI (DeS-CD) (Vedi RS), FABIO RAMPELLI (FdI-AN) (Vedi RS), MAURO OTTOBRE (Misto-Min.Ling.) (Vedi RS) e ORESTE PASTORELLI (Misto-PSI-PLI) (Vedi RS).

PAGINA: 0086

  MARIA CHIARA CARROZZA. Onorevole Ministro, cari colleghi, nel rappresentarle la condivisione del gruppo del Partito Democratico per l'operato del Governo nella ferma reazione al barbaro attentato terroristico di Dacca che si è distinto per efferatezza e violenza, desidero esprimere ancora una volta il cordoglio del gruppo del PD e la vicinanza commossa alle famiglie delle vittime, alle vittime italiane e alle vittime degli altri Paesi, che si sono trovate coinvolte con noi in questa circostanza. Vorrei anche trovare le parole per esprimere i nostri sentimenti, le motivazioni della nostra azione politica, e le nostre convinzioni, che possano essere le basi per una reazione razionale a quanto abbiamo visto sui nostri schermi e sui nostri giornali.
  Non ci sono parole per descrivere l'orrore e il disorientamento di fronte a tali atti e il desiderio di trovare una risposta razionale che si trasformi in un rafforzamento della strategia per combattere questa guerra mondiale contro il terrorismo globale, che dagli Stati Uniti, passando per l'Europa e per il martoriato Medio Oriente, si dimostra ora forte anche in Asia, dandoci quasi una sveglia. Sia pure con connotazioni sociali e politiche, che lei ha messo in evidenza, completamente diverse, il terrorismo di matrice fondamentalista islamica si sta manifestando con un'unica regia di disseminazione del terrore e @pagina=0087@della guerra in un mondo che rappresenta anche un modo di vivere, la libertà di viaggiare, di spostarsi, di divertirsi in concerti, le opportunità per tutti indipendentemente dal genere, indipendentemente dalle scelte personali, dalla religione e dalle condizioni sociali. Dobbiamo chiedere pertanto la collaborazione e la solidarietà della comunità mussulmana che devono combattere con noi questa battaglia, come giustamente lei ha ricordato. In certi casi, in certe città, come nella mia città, a Pisa, abbiamo manifestato insieme all'indomani dei fatti di Dacca, in piazza, con i rappresentanti della comunità musulmana.
  Questo attentato di Dacca colpisce la libertà e la voglia di impiantare e crescere imprese in altri Paesi e in altri luoghi, secondo uno spirito tutto italiano di libera iniziativa, che però deve tenere conto del contesto, della povertà, del disagio, della disuguaglianza sociale che è aumentata a scapito anche delle nostre volontà, nonostante l'innovazione tecnologica e la globalizzazione. Quante volte nei miei diversi ruoli professionali da ricercatrice, da Ministro, da parlamentare, ho potuto vivere le atmosfere delle cene e delle riunioni sociali intorno alle ambasciate italiane all'estero, in Cina, in Asia, in Africa, in cui si riuniscono scienziati, ricercatori, volontari delle ONG, e imprenditori, forti in una comunità che si riconosce in uno spirito italiano, ma anche aperti e attenti a radicarsi culturalmente dei Paesi ospitanti. Per questo mi sono sentita colpita nel profondo e non posso dilungarmi su tutti gli aspetti tragici e terribili di questo attentato, come il profilo degli attentatori, la loro identità culturale, il Paese da cui provengono e, anche in questo caso, le loro radici. Però vorrei concludere con una parola fondamentale che è quella dell'unità politica, della volontà di dare una reazione tecnica in termini di cooperazione e di intelligence, di rafforzamento dell’intelligence internazionale, ma anche di riconoscimento nei nostri valori. Ed è per questo che invito tutti a rileggersi, questa notte io me lo sono riletto in preparazione di questo intervento, e non ve lo posso citare fino in fondo, la parola finale della preghiera a Dio di Voltaire nel Trattato sulla tolleranza che parla proprio al Dio di tutte le religioni e di tutti gli uomini, che ci possa aiutare in questo momento. Un Dio di tutti, laico, un Dio che ci coinvolga nel combattere e nel reagire, sulla base dei nostri @pagina=0088@valori e della nostra cultura, con democrazia, a questi fatti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

PAGINA: 0088

  ANGELO TOFALO. Grazie Presidente. Ministro lei ha iniziato il discorso omaggiando le vittime, omaggio al quale noi ci siamo uniti, però crediamo che il vero omaggio lo si faccia lavorando seriamente affinché queste cose non accadano più. Lei ha anche detto che questi assassini, questi terroristi, sparano nel mucchio, ed è vero il più delle volte.

PAGINA: 0091

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Signor Presidente, signor Ministro, ho ascoltato con molta attenzione la sua informativa e con commozione ho seguito la terribile cronaca degli eventi che lei ha raccontato nelle Aule parlamentari. Siamo grati per questa occasione, perché ci consente di esprimere, ancora una volta, il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai familiari delle vittime di Dacca. I nostri connazionali sono stati uccisi, torturati e uccisi, perché occidentali, italiani, perché cristiani. Forza Italia raccoglie il suo appello all'unità e, come sempre è accaduto in occasioni come questa, offre la sua disponibilità ad ogni forma di collaborazione, come è giusto che sia quando ci troviamo di fronte a un attacco al cuore del nostro popolo, alla nostra anima, prima ancora che al nostro Stato.
  E dunque sosteniamo tutte le iniziative internazionali che hanno come obiettivo quello di annientare e di sconfiggere il Daesh. Sollecitiamo la predisposizione di misure di sicurezza adeguate, sollecitiamo il monitoraggio del web, dei siti, dei forum, ventiquattro ore su ventiquattro, per stanare i fiancheggiatori e per intercettare i reclutatori e gli adescatori. Promuoviamo azioni di solidarietà concreta a favore dei familiari delle vittime, ma facciamo anche alcune considerazioni, considerazioni sicuramente amare, ma non strumentali. @pagina=0092@Lei ha ricordato il nostro cooperante italiano, Cesare Tavella, che è stato ucciso a settembre dell'anno scorso da tre colpi di arma da fuoco e l'azione è stata poi rivendicata dall'ISIS. Due mesi dopo, il 18 di novembre, un missionario italiano, Pietro Parolari, è stato bersaglio di un'aggressione, è miracolosamente sopravvissuto e l'attacco è stato rivendicato da un gruppo islamico che ha definito il nostro missionario come un crociato italiano.
  Allora ci chiediamo, signor Ministro, se siano state predisposte veramente misure di sicurezza adeguate ed efficaci per gli italiani che risiedono in Bangladesh. E ci chiediamo se non sia il caso di potenziare, tra tutte le altre azioni, anche quelle di informazione delle nostre ambasciate nei confronti dei cittadini italiani, delle comunità italiane, delle imprese che vivono, operano e lavorano, non solo in Bangladesh, ma anche nei territori considerati a rischio.
  E poi un'altra riflessione: nei mesi scorsi, fondamentalisti islamici hanno torturato, mutilato, aggredito, ucciso islamici coraggiosi che si opponevano alla Jihad e a ogni forma di estremismo, a testimonianza del fatto – lo diciamo sempre – che non tutti gli islamici aderiscono e sostengono il fondamentalismo. Mi domando, però, perché in Italia non abbiamo visto spontanee manifestazioni di solidarietà dei bengalesi islamici e della comunità islamica organizzata. Ci preoccupa, perché questo non è il momento del silenzio, noi abbiamo bisogno di sapere chi sta dalla nostra parte. Chi scende in piazza, chi condanna il terrorismo, chi aderisce ai nostri valori, sta dalla nostra parte. Chi resta a casa, chi sta in silenzio, noi non sappiamo da che parte sta, e noi abbiamo bisogno di saperlo perché la guerra contro Daesh si combatte non soltanto con gli strumenti della repressione e della cooperazione, ma anche attraverso una battaglia culturale forte, che possa contare anche e soprattutto su quel miliardo e mezzo di musulmani nel mondo che non vogliono essere ostaggio di una minoranza che utilizza l'Islam per seminare morte.
  E poi, signor Ministro, dobbiamo renderci conto che siamo in guerra. È vero, la Costituzione italiana ricorda che l'Italia ripudia la guerra, ma non possiamo far finta di non vederla e, soprattutto, non possiamo subirla. E allora io credo che i @pagina=0093@fatti di Dacca impongano una seria riflessione sulle priorità della nostra sicurezza, non un tavolo tecnico, non un gruppo di studio, ma una rivisitazione profonda delle priorità di questo Paese, di questo Governo e di questo Parlamento, a partire dalla prossima legge di bilancio, altrimenti la lotta al terrorismo verrà relegata a convegni, a dibattiti parlamentari, a commemorazioni, e le vittime del fondamentalismo questo non lo meritano. Forza Italia c’è, è pronta a fare la sua parte, non intendiamo arretrare di un millimetro, non permetteremo a nessuno di distruggere la nostra civiltà e di spezzare altre vite innocenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0094

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, le sue parole di dolore, di sgomento, di orrore, nei confronti di quello che è accaduto sabato scorso a Dacca sono parole sagge, di buonsenso. Sono le parole di chi, il giorno dopo, si è riscoperto più fragile, più impaurito, più debole, e si è cominciato a fare anche delle domande di fondo. La domanda che credo tutti gli italiani si siano fatti: eravamo noi, l'obiettivo ? Noi siamo sempre un obiettivo, perché il terrorismo di matrice fondamentalista punta, innanzitutto, a mettere in discussione la nostra quotidianità, a indebolirla, a renderci più esposti, e questo è un tema che dovremo affrontare nel tempo, dovranno affrontarlo le classi dirigenti, i cittadini, dovrà affrontarlo chi si dovrà occupare inevitabilmente di mettere in campo una politica che punti, innanzitutto, alla deradicalizzazione.
  Ora, lei prima citava il fatto che quei miliziani che hanno ucciso barbaramente ventidue persone, di cui nove connazionali, facevano parte della classe dirigente in quel Paese, erano figli della buona borghesia. Non è una novità. Lo abbiamo visto l'11 settembre, lo abbiamo visto in tanti altri episodi che hanno insanguinato l'Occidente, ma, badate, hanno insanguinato innanzitutto quei Paesi di religione musulmana che sono tutti i giorni vittime del Daesh, di Al Qaeda, di Boko Haram, di quelle organizzazioni fondamentaliste. Perché accade questo ? Perché l'Islam radicale e fondamentalista è un progetto politico. O noi siamo in grado di mettere in campo un progetto politico alternativo, fondato sull'umanesimo integrale e sulla lotta spietata a ogni forma di diseguaglianza e di sottosviluppo, oppure sarà molto difficile vincere questa guerra, che va fatta attraverso strumenti diversificati.
  Daesh perde terreno militare, senza dubbi, ma quello che noi sappiamo, e questo è un punto da mettere nell'agenda del nostro Paese, che da ottobre presiederà il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, signor Ministro, chiudere definitivamente i rubinetti finanziari, economici e militari, che @pagina=0095@continuano ad alimentare il terrorismo di matrice islamista. Siccome i Paesi che lo hanno perpetrato e che a un certo punto si sono bruciati le mani perché vittima delle loro macchinazioni sono noti a tutti, occorre che la comunità internazionale li isoli e metta in discussione quell'impianto.
  È una risposta fondamentale quella che dobbiamo dare, così come c’è un tema che riguarda anche la frontiera interna, definiamola così, e dentro la frontiera interna c’è il tema di un nuovo Patto repubblicano con l'Islam, che è il tema di un coinvolgimento delle comunità nella vita democratica, il tema di un rapporto nuovo, che metta innanzitutto al centro l'obiettivo di prosciugare i giacimenti d'odio. Li abbiamo visti anche all'opera nel nostro Paese, rispetto a vicende drammatiche che sono accadute anche ieri nella città di Fermo.
  Io penso che questa sia la funzione di un grande Paese come l'Italia, occorre coraggio, determinazione, forza. Occorre seppellire i nostri morti e occorre anche sapere che in tanti altri Paesi del globo sono i musulmani le vittime principali del fondamentalismo e su questo terreno occorre una nuova capacità di ricostruire un ordine fondato sulla pace e contro il terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

PAGINA: 0095

  FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevole Ministro degli esteri, dobbiamo dirci una verità a proposito della la solidarietà che stiamo esprimendo rispetto a nove cittadini italiani che erano andati in Bangladesh per lavorare e che non sono stati solo vittime di un attentato, sono stati massacrati nel modo più barbarico e questo ci colpisce in un modo ancor più intenso rispetto a tutto il resto. Io però vorrei cogliere quest'occasione per esprimere altre solidarietà, che danno il senso però di quello che sta avvenendo, una solidarietà ai 213 sciiti uccisi qualche giorno fa in un attentato a Baghdad e la solidarietà alla bambina israeliana di tredici anni accoltellata mentre dormiva e dimenticata totalmente dalle solidarietà che sono state espresse. E anche la solidarietà al giovane nigeriano Emmanuel, ieri colpito da un razzista italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare (NCD-UDC), Partito Democratico @pagina=0096@e Scelta Civica per l'Italia). Sono queste le solidarietà che io voglio esprimere nel momento stesso in cui il nodo fondamentale è il nostro dolore, perché nove italiani che lavoravano in Bangladesh sono stati non uccisi ma torturati e uccisi, però ci dà il senso del quadro con il quale noi ci dobbiamo confrontare, perché – in questo ha ragione l'onorevole Scotto – il fondamentalismo islamico è uno o più soggetti politici, ideologici e culturali. Che cosa stanno colpendo ? Colpiscono contemporaneamente l'occidente, laddove esprimer impegno lavorativo o laddove, colpendo l'occidente, si colpisce il turismo in una serie di Paesi e colpiscono anche altri musulmani e islamici, a testimonianza che tanti paradigmi e schemi che usiamo sono totalmente sbagliati. È sbagliata l'espressione asettica per cui si parlava, si è parlato fino a poco fa di terrorismo non aggettivandolo, perché un terrorismo espresso dal fondamentalismo islamico è un paradigma altrettanto fuorviante quello di dire quel terrorismo è un terrorismo perché islamico e gli islamici sono tutti i terroristi. No, questo terrorismo è un terrorismo che colpisce l'occidente e colpisce e massacra in numeri quantitativamente ancora superiori anche il mondo islamico. Quindi è questa la realtà drammatica con la quale noi dobbiamo fare i conti e rispetto a questa realtà è giustissimo e sacrosanto chiedere alla comunità islamica italiana di farsi sentire in modo più forte di quanto non si sia fatta sentire e dall'altro lato avere la piena consapevolezza che non c’è una risposta, ma un complesso di elementi che dovrebbero tutti andare in campo, quel piano, chiamiamolo così Marshall, che noi abbiamo espresso rispetto alla necessità di intervenire sul piano economico, la necessità di un intervento militare, la necessità di una interazione fra tutti i meccanismi che intervengono nel mondo dal punto di vista dell'informazione, ma dobbiamo sapere quindi che il nostro impegno deve essere a 360 gradi e che la partita è molto complessa perché appunto, come lei diceva e concludo, da un lato questo nemico sta indietreggiando nei posti in cui si era insediato e allora allarga la sua area di intervento perché è un soggetto politico che come tale va colpito e contrastato (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare (NCD-UDC) e Partito Democratico).

PAGINA: 0097

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, desidero innanzitutto esprimere il compiacimento mio personale e del nostro gruppo per la consueta lucidità e serietà con la quale lei è venuto oggi ad informare il Parlamento. L'analisi dei fatti che lei ci ha rappresentato, peraltro ampiamente nota, è stata espressa anche con una partecipazione umana adeguata al momento che stiamo vivendo. Quello che è accaduto è purtroppo chiarissimo; è evidente che le vittime di quest'ultimo attentato, che ci colpisce come cittadini italiani, sono state scelte solo in quanto occidentali e che questo è uno dei due fronti sui quali si muove il movimento terroristico di matrice islamica, che ha due obiettivi di fondo: il mondo occidentale, la cultura dell'Occidente e vari regolamenti di conti con altri islamici o più moderati o appartenenti ad altre confessioni. Entrambi gli obiettivi vengono trattati sostanzialmente alla medesima maniera, con un'uniformità di mezzi che sinceramente noi troviamo disumana, che appartiene ad altri secoli, ad altri momenti della storia dell'uomo, quando fare a pezzi il proprio avversario, reale o presunto che fosse, era concepito quasi come un dovere morale. Si tratta, quindi, di lavorare per incidere contro questa mentalità; si tratta di mettere in atto delle azioni politiche.
  Ora se è facile essere concordi nel momento del lutto, quando dal momento del lutto si passa alle proposte concrete è, a mio avviso, inevitabile che si manifestino anche opinioni diverse. Nel prospettare soluzioni può esserci diversità di opinioni. Tuttavia, io trovo che, pur nel rispetto dovuto a chiunque manifesti un'opinione diversa, usare termini come «poltrone» stamattina sia stata una cosa grave, una caduta di gusto di cui personalmente mi vergogno davanti a questo Paese. Se neanche in un momento come oggi noi non riusciamo a mantenere almeno la compostezza del linguaggio, io credo che davvero diamo un cattivo esempio e non agevoliamo per nulla quel ripensamento culturale che solo può portarci ad un diverso atteggiamento verso il terrorismo.@pagina=0098@
  È stato detto questa mattina che occorre ricostruire solidarietà all'interno delle nostre nazioni, all'interno delle nostre comunità occidentali, che i milioni di immigrati che hanno una visione culturale diversa dalla nostra devono essere coinvolti nella condivisione dei nostri valori. Su questo terreno noi abbiamo certamente molto da fare e credo che abbiamo anche dei torti: che non sempre abbiamo saputo parlare adeguatamente, con fermezza ma anche con attenzione, alle diverse istanze di cui ogni cultura è portatrice e che davvero dobbiamo guardare un pochettino anche alla nostra incapacità di costruire solidarietà.
  Detto questo, però certi silenzi ci offendono questa mattina e certi silenzi ci preoccupano per quanto riguarda l'immediato futuro. Per questo io suggerirei a questo Parlamento di dare un segnale immediato di risposta positiva, accelerando l'iter di una proposta di legge che ha come primo firmatario il collega Dambruoso e che si propone, appunto, di fare degli interventi in materia di deradicalizzazione, cioè cerca di intervenire su quegli ambiti sociali che nelle nostre comunità e nelle nostre città occidentali possono essere terreno di cultura del terrorismo. Noi non pretendiamo di avere la primogenitura di quest'azione, né pensiamo che la nostra proposta di legge sia assolutamente intangibile. Però, noi chiediamo che portare a termine questo iter, con tutte le modifiche che il Parlamento riterrà necessario, sia un segno attivo in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

PAGINA: 0098

  GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, il gruppo dalla Lega Nord si stringe attorno ai familiari delle vittime del barbaro attacco in cui a Dacca sono morti nove nostri concittadini, anche se siamo ben consapevoli che non esistono parole in grado di consolare chi abbia perduto, in modo tanto drammatico, i propri cari e sia ora esposto alle tristi formalità legate al riconoscimento di corpi tanto straziati. Come politici spetta però a noi oggi anche un altro compito, che consiste nel capire cosa sia successo, quali ammaestramenti ne vadano tratti e che cosa noi dobbiamo preparare. Abbiamo ascoltato, in questi giorni, la ricostruzione @pagina=0099@dell'accaduto da parte dei media, anche le modalità efferate con cui è stato eseguito l'eccidio, incredibili, per qualsiasi persona di normale ragionevolezza; ma la nostra impressione è che la gran parte dei commenti non abbiano colto il senso profondo di quanto accaduto. A Dacca non sono stati attaccati né l'Italia in quanto tale né il Giappone in quanto tale, anche se vi è chi lo crede, in buona fede, e non è neppure la consueta strage di cristiani chi avviene quotidianamente e nel silenzio generale nel mondo. I nostri connazionali e noi tutti stiamo certamente soffrendo per quanto è successo, ma la strage di Dacca non reca con sé alcuna speciale intimidazione per i cittadini del nostro Paese; per spaventarci e per condizionarci ci vorrebbe ben altro, come a Parigi, a Bruxelles, qualcosa che colpisca le persone qualunque nella vita quotidiana di tutti i giorni.
  Non è questo il caso, il Bangladesh è lontano e lontanissimo resta per il comune cittadino della strada; è successa, invece, un'altra cosa; sono stati attaccati gli stranieri che investono in Bangladesh, al verosimile scopo di danneggiarne a medio e lungo termine l'economia, mentre si incentivano i reclutamenti delle organizzazioni di tipo jihadista che vogliono provocare il rovesciamento del Governo locale. Da questa diagnosi, dobbiamo discernere alcune conseguenze; la prima: il Ministro degli esteri deve elevare in tempo reale il livello di sorveglianza e d'allarme dove occorre, in modo tale da rendere più aderenti al vero le valutazioni di rischio e di minaccia concernenti ciascun Paese dove si recano i nostri connazionali, da turisti o da investitori. La seconda: occorre mettere in preventivo delle conseguenze a casa nostra, qualora il tentativo di provocare una insurrezione jihadista in Bangladesh abbia successo. Noi abbiamo, infatti, nel nostro Paese, una folta diaspora di bengalesi che finora ha fatto poco parlare di sé, ma che comincia ad accrescere la propria visibilità anche tramite il finanziamento della costruzione di madrase e mosche, una, pare, proprio qui a Roma. Dovremo forse iniziare a considerare anche quella bengalese una minoranza a rischio; meglio, quindi, alzare la guardia, prevenire è meglio che curare. La terza: di fronte all'uso della violenza nei confronti dei nostri cittadini non è possibile conciliare un messaggio di determinazione e fermezza con le lacrime delle @pagina=0100@istituzioni. Occorre evitare di dare segnali di debolezza. Signor Ministro, lei due volte nel corso del suo intervento ha parlato di terrorismo fondamentalista, poteva aggiungere terrorismo fondamentalista islamico. Io non conosco al mondo un caso di terrorismo fondamentalista cristiano e questo deve essere chiaro e chiaro a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, infine, una sensazione, potrei sbagliarmi, ma la strage di Dacca, con le sue efferate modalità che oggi leggiamo su tutti i quotidiani, non hanno colpito l'opinione pubblica italiana come, forse, ci si aspettava; c’è una sorta di assuefazione a questi accadimenti dell'opinione pubblica italiana e anche un'apatia da parte delle comunità islamiche che qui vivono, che meritano scuse, rispetto, solidarietà, ma che non hanno proferito parola per quanto è accaduto. Ecco, di questa apatia noi siamo molto preoccupati ed è un motivo in più per cui noi tutti quanti dobbiamo tenere ben alta la guardia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PAGINA: 0100

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, signor Ministro, ci uniamo, come gruppo di Democrazia Solidale Centro Democratico, alle parole di cordoglio, al dolore dei familiari delle vittime italiane, al dolore dei familiari di tutte quelle persone che hanno trovato la morte in quel ristorante di Dacca. Voglio dire, però, una cosa, signor Ministro, io mi ritrovo pienamente nelle sue parole di cordoglio, di richiamo alla determinazione, nel prudente richiamo alla determinazione e a una corretta risposta per i fatti di Dacca, del Bangladesh, dell'Iraq e del terrorismo in generale.

PAGINA: 0012

Sull'ordine dei lavori. (Vedi RS)

PAGINA: 0012

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato RAFFAELLO VIGNALI (AP) (Vedi RS).

PAGINA: 0012

Ordine del giorno della seduta di domani. (Vedi RS)

PAGINA: 0012

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta/della seduta di domani:

PAGINA: 0012

  La seduta termina alle 13,40.