338.
martedì 25 novembre 2014

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Missioni. ... 1
Presidente ... 1

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39). ... 1
Presidente ... 1

(La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10) ... 2

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 18 novembre 2014, n. 168, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica (A.C. 2727). ... 2

(Esame e votazione di una questione pregiudiziale) ... 2
Presidente ... 2 3 6 7 8 9 10 12 13 14 15 16 19
Bueno Renata (Misto-MAIE-ApI) ... 17
Garavini Laura (PD) ... 10 12
Garofalo Vincenzo (NCD) ... 13 14
Marcolin Marco (LNA) ... 9
Picchi Guglielmo (FI-PdL) ... 7 8
Sannicandro Arcangelo (SEL) ... 15 16
Sibilia Carlo (M5S) ... 2 3 6

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1428 – Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro (Approvato dal Senato) (A.C. 2660-A) (ore 10,43). ... 19
Presidente ... 19

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2660-A) ... 20
Presidente ... 20 22 23 24
Airaudo Giorgio (SEL) ... 21
Ciprini Tiziana (M5S) ... 20
Cominardi Claudio (M5S) ... 23
Crippa Davide (M5S) ... 23 24

(La seduta, sospesa alle 10,50 è ripresa alle 11,20) ... 24

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2660-A) ... 24
Presidente ... 24 26 27 28 31 32 33 34 36 37 39 40 44 45 46 47 49 50 51 52 53
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 25 26 27 28 31 32 34 37 38
Bordo Franco (SEL) ... 48
Duranti Donatella (SEL) ... 44 45
Farina Daniele (SEL) ... 39 40
Gribaudo Chiara (PD) ... 33
Marcon Giulio (SEL) ... 54
Melilla Gianni (SEL) ... 52
Nicchi Marisa (SEL) ... 39
Pannarale Annalisa (SEL) ... 51
Piras Michele (SEL) ... 47
Polverini Renata (FI-PdL) ... 33
Quaranta Stefano (SEL) ... 49 50
Ricciatti Lara (SEL) ... 41
Sannicandro Arcangelo (SEL) ... 53
Zaccagnini Adriano (SEL) ... 34 36

Missioni. ... 1
Presidente ... 1

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39). ... 1
Presidente ... 1

(La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10) ... 2

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 18 novembre 2014, n. 168, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica (A.C. 2727). ... 2

(Esame e votazione di una questione pregiudiziale) ... 2
Presidente ... 2
Sibilia Carlo (M5S) ... 2
Presidente ... 3
Sibilia Carlo (M5S) ... 3
Presidente ... 6
Sibilia Carlo (M5S) ... 6
Presidente ... 7
Picchi Guglielmo (FI-PdL) ... 7
Presidente ... 8
Picchi Guglielmo (FI-PdL) ... 8
Presidente ... 9
Marcolin Marco (LNA) ... 9
Presidente ... 10
Garavini Laura (PD) ... 10
Presidente ... 12
Garavini Laura (PD) ... 12
Presidente ... 13
Garofalo Vincenzo (NCD) ... 13
Presidente ... 14
Garofalo Vincenzo (NCD) ... 14
Presidente ... 15
Sannicandro Arcangelo (SEL) ... 15
Presidente ... 16
Sannicandro Arcangelo (SEL) ... 16
Presidente ... 16
Bueno Renata (Misto-MAIE-ApI) ... 17
Presidente ... 19

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1428 – Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro (Approvato dal Senato) (A.C. 2660-A) (ore 10,43). ... 19
Presidente ... 19

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2660-A) ... 20
Presidente ... 20
Ciprini Tiziana (M5S) ... 20
Presidente ... 20
Ciprini Tiziana (M5S) ... 20
Presidente ... 20
Airaudo Giorgio (SEL) ... 21
Presidente ... 22
Cominardi Claudio (M5S) ... 23
Presidente ... 23
Cominardi Claudio (M5S) ... 23
Presidente ... 23
Cominardi Claudio (M5S) ... 23
Presidente ... 23
Cominardi Claudio (M5S) ... 23
Presidente ... 23
Cominardi Claudio (M5S) ... 23
Crippa Davide (M5S) ... 23
Presidente ... 23
Crippa Davide (M5S) ... 24
Presidente ... 24
Crippa Davide (M5S) ... 24
Presidente ... 24

(La seduta, sospesa alle 10,50 è ripresa alle 11,20) ... 24

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2660-A) ... 24
Presidente ... 24
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 25
Presidente ... 26
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 26
Presidente ... 27
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 27
Presidente ... 27
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 27
Presidente ... 27
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 27
Presidente ... 28
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 28
Presidente ... 31
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 31
Presidente ... 32
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 32
Presidente ... 32
Polverini Renata (FI-PdL) ... 33
Presidente ... 33
Gribaudo Chiara (PD) ... 33
Presidente ... 33
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 34
Presidente ... 34
Zaccagnini Adriano (SEL) ... 34
Presidente ... 36
Zaccagnini Adriano (SEL) ... 36
Presidente ... 37
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 37
Presidente ... 37
Bellanova Teresa (PD), Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 38
Presidente ... 39
Nicchi Marisa (SEL) ... 39
Presidente ... 39
Farina Daniele (SEL) ... 39
Presidente ... 40
Farina Daniele (SEL) ... 40
Presidente ... 40
Ricciatti Lara (SEL) ... 41
Presidente ... 44
Duranti Donatella (SEL) ... 44
Presidente ... 45
Duranti Donatella (SEL) ... 45
Presidente ... 45
Duranti Donatella (SEL) ... 45
Presidente ... 46
Piras Michele (SEL) ... 47
Presidente ... 47
Bordo Franco (SEL) ... 48
Presidente ... 49
Quaranta Stefano (SEL) ... 49
Presidente ... 50
Quaranta Stefano (SEL) ... 50
Presidente ... 50
Pannarale Annalisa (SEL) ... 51
Presidente ... 51
Pannarale Annalisa (SEL) ... 51
Presidente ... 51
Pannarale Annalisa (SEL) ... 51
Presidente ... 51
Melilla Gianni (SEL) ... 52
Presidente ... 52
Sannicandro Arcangelo (SEL) ... 53
Presidente ... 53
Marcon Giulio (SEL) ... 54

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,30.

  CLAUDIA MANNINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Bellanova, Bindi, Brunetta, Caparini, Catania, De Girolamo, Dellai, Di Lello, Epifani, Faraone, Fedriga, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Losacco, Manciulli, Pes, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Speranza, Tabacci, Vargiu e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 18 novembre 2014, n. 168, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica (A.C. 2727).

(Esame e votazione di una questione pregiudiziale)

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Sibilia ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2727), presentata al disegno di legge n. 2727: Conversione in legge del decreto-legge 18 novembre 2014, n. 168, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica.
  Avverto che a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
  L'onorevole Sibilia ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io sono qui ad illustrare questa questione pregiudiziale su un decreto-legge che porta come titolo: «Proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica».
  Ci ho tenuto a leggere queste tre-quattro righe per il semplice fatto che sembra veramente imbarazzante oggi doverci preoccupare delle armi ad aria compressa destinate all'attività amatoriale e agonistica, quando il Paese è distrutto e dilaniato dalle peggiori tragedie del dissesto idrogeologico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Avremmo potuto utilizzare questi decreti-legge in mille altre maniere.
  Inoltre, noi sostanzialmente pensiamo che questo articolato – due o tre articoli di decreto – serva semplicemente per tappare un buco che si era creato per leggi fatte dallo stesso Governo, che propone questo decreto per risolvere i problemi che ha creato con le leggi che esso stesso aveva fatto. In sostanza in due articoli si riesce a fare un concentrato di illegittimità costituzionali veramente da record. Infatti, questo sarà il Governo dei record anche per questo: uno dei record che avrà il Governo Renzi sarà proprio quello di essere riuscito a condensare in due articoli una quantità infinita di illegittimità costituzionali e, oltre ad essere il Governo con il più alto debito pubblico della storia, oltre ad essere il Governo con il più alto tasso di disoccupazione della storia dopo la seconda guerra mondiale, avrà anche questo tipo di primato.
  Dunque, entrando un attimo nel merito di questo decreto-legge, se proprio dobbiamo farlo, perché naturalmente crediamo sia giusto, riteniamo sostanzialmente che ci siano dei profili di incostituzionalità, perché quello che descrive questo decreto-legge consolida anche un'infausta e sistematica utilizzazione di uno strumento che per sua natura è temporaneo e straordinario per correggere disposizioni legislative in vigore, quindi cogliendo l'occasione di modificare i termini e le scadenze delle medesime (Commenti)...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sibilia... Colleghi... Grazie. Prego, onorevole Sibilia.

  CARLO SIBILIA. ...quindi, quasi sempre, come nel caso specifico, a causa di inadempienze e ritardi della pubblica amministrazione.
  Secondo noi, quindi, con questo decreto si inaugura anche una pratica molto particolare, che è un sottoinsieme che va nell'alveo della consolidata fattispecie di fine d'anno, meglio conosciuta come il «mille-proroghe». Praticamente noi abbiamo fatto, o meglio, il Governo si è fatto un decreto ad hoc composto di due articoli, che si va a sommare a questa nuova pratica. Noi già conosciamo bene i decreti di fine anno conosciuti come «mille-proroghe», adesso abbiamo aggiunto una nuova pratica, che praticamente dà una nuova possibilità a chiunque, magari per qualsiasi problematica riscontrata in qualche legge approvata dallo Stato: il Presidente del Consiglio firma oppure adotta un decreto-legge, che viene firmato dal Presidente della Repubblica e, quindi, si va avanti, magari risolvendo i problemi degli amici degli amici oppure per qualche sciocchezza fatta semplicemente durante il proprio mandato.
  Inoltre, si consolida altresì un nuovo requisito per il ricorso alla decretazione d'urgenza. Potendo cogliere la ghiotta e contestuale occasione offerta dal disegno di legge di riforma costituzionale in itinere in questo ramo del Parlamento, quindi alla Camera, all'articolo 77 della Costituzione potrebbe essere introdotto il requisito dell'occasionalità, per cui oltre all'urgenza si potrà anche inserire questo nuovo termine: l'occasionalità, perché effettivamente questo decreto non ha i profili di urgenza, come abbiamo già detto.

  Ma la cosa più bella, il primato assoluto, è anche quest'altra singolarità: l'articolo 1 di questo decreto-legge sta per trasbordare nel disegno di legge di stabilità 2015. Praticamente, che cosa ha fatto il Governo ? Per essere sicurissimo che la proroga dei COMITES venisse inserita comunque, non solo ha emanato un decreto-legge (quindi, urgenza massima secondo il Governo), ma successivamente ha preso il primo articolo del decreto e l'ha proposto come emendamento al disegno di legge di stabilità, che sicuramente entrerà in vigore entro il 1o gennaio 2015.
  Signori, secondo me, qui siamo arrivati ai limiti dell'assurdo, perché non si può pensare che questa sia la priorità assoluta del Governo, allorché emana un decreto-legge e poi, per essere certo, con un emendamento riprende il primo articolo di quel decreto-legge e lo inserisce nella legge di stabilità 2015. Signori, siamo alla follia legislativa, veramente vi state accartocciando ! Caro Governo, fai qualcosa ! Io veramente prenoterei una visita d'urgenza dallo psichiatra o dallo psicologo, perché bisogna veramente guardarsi dentro per capire qual è la difficoltà che vi spinge a fare questo tipo di azioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Poi, non ho mai visto questa solerzia quando, invece, si tratta, ad esempio, di parlare dei diritti dei lavoratori; mai vista questa solerzia. Non ho mai visto questa solerzia quando si parla di persone e lavoratori vittime dell'amianto. Non ho mai visto emanare un decreto-legge a favore di quelle persone affette da asbestosi, che oggi stanno lavorando ancora, vista l'annosa e grave «legge Fornero», che impone di lavorare anche alle persone affette da asbestosi (alcune di queste con malattie chiaramente legate alle conseguenze del lavoro con l'amianto). Mai che il Governo si prendesse la briga di emanare un decreto per risolvere il problema dei lavoratori che hanno contratto malattie asbesto correlate. Questo non succede mai, però ci permettiamo di fare un decreto sulla proroga dei COMITES e poi di inserire il primo articolo, come emendamento, nella legge di stabilità.
  Dovete sapere che l'emendamento 11.20 potrebbe risolvere il problema dei lavoratori che sono affetti da malattie asbesto correlate; ebbene, quell'emendamento è stato accantonato. Noi
emaniamo un decreto-legge per le armi per uso scenico destinate all'attività amatoriale e agonistica e non ci preoccupiamo, invece, di queste situazioni ben più gravi, ben più gravi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Allora, in questi primi venti mesi della legislatura in corso, abbiamo assistito ad un'impressionante sequela di deroghe alle procedure ordinarie di formazione delle leggi. Le deroghe hanno assunto la forma del ricorso sistematico alla decretazione di urgenza, alla pratica dei decreti omnibus, alla fiducia, alla decretazione d'urgenza coniugata ad una legge-delega, come sta succedendo per il Jobs Act, alla decretazione d'urgenza coniugata alla posizione della questione di fiducia. Ciò lede le prerogative del Parlamento e altera gli equilibri costituzionali, viola, in maniera palese o latente, il dettato costituzionale, l'ordinamento democratico-parlamentare e i pronunciamenti della Corte costituzionale. In termini meno aulici, a nostro avviso, ad avviso del MoVimento 5 Stelle, nei decreti-legge, svincolati o deviati dalle norme costituzionali, confluiscono, molto semplicemente, le questioni sulle quali il Governo non intende perdere tempo o, come peculiarmente in questo caso, l'amministrazione pubblica è chiamata agli adempimenti, proprio perché ha perso del tempo.
  Allora, siccome abbiamo votato tante questioni pregiudiziali di costituzionalità e, da quello che mi ricordo, almeno in questa legislatura, non c’è stata mai una bocciatura di un decreto-legge per questioni di incostituzionalità, mi verrebbe da dire quasi, ovviamente, dal momento che la pratica...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sibilia. Per favore, colleghi, dovete lasciare libero il tavolo del Governo.

  CARLO SIBILIA. Dicevo che non mi sembra che sia mai stato bocciato un decreto-legge per motivi di incostituzionalità, anche perché un Governo che vuole stravolgere la Costituzione figuriamoci se si preoccupa di rispettarla quando si fa un decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Però vorrei invitare quest'Aula alla riflessione solo su questa fattispecie (non lo farei se stessimo parlando di qualcosa di differente), in cui abbiamo lo stesso decreto-legge inserito, con un emendamento, all'interno della legge di stabilità.
  Quindi già c’è la possibilità di risolvere questo problema, magari votando a favore di questa porcata, ossia di questo emendamento al disegno di legge di stabilità; mettete questo provvedimento all'interno della legge di stabilità. Sicuramente entrerà in vigore il 1o gennaio 2015, però fatemi la cortesia: bocciamo questo decreto-legge per dignità parlamentare, perché non è possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Veramente vi chiedo uno sforzo. Lo so benissimo che dovete sostenere il Governo, però chiedo uno sforzo a tutti i parlamentari che magari hanno un minimo di indecisione. Il contenuto di questo stesso decreto-legge è presente in un emendamento al disegno di legge di stabilità.
  Pensateci, perché questo nelle statistiche andrà a finire tra i decreti-legge adottati dal Governo Renzi. Quindi, vi facciamo anche un favore, cerchiamo di abbassare un po’ questa statistica. Fateci questa cortesia: bocciamo questo decreto-legge per motivi di incostituzionalità e votate a favore della questione pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà. Colleghi, vi pregherei sempre di abbassare un po’ il tono della voce, per favore. Prego, onorevole Picchi.

  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, la questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dal MoVimento 5 Stelle, per quanto scritta con attenzione, in realtà lascia molto a desiderare e anche quanto ha affermato l'onorevole Sibilia non è propriamente corretto.
  Ci sono la necessità e l'urgenza di rinviare le elezioni dei Comites, che erano state già indette il giorno 19 settembre e che sarebbero avvenute il giorno 19 dicembre, e quindi o si adottava un decreto-legge o queste elezioni non si potevano rinviare. Infatti, c'era una previsione normativa precedente, approvata qualche anno fa, che prevedeva che queste elezioni dovessero avvenire entro la fine del 2014.
  Il punto su cui ci sarebbe veramente da discutere non è tanto la costituzionalità o meno di questo decreto-legge, che ritengo sia assolutamente legittimo e un atto dovuto. Piuttosto dovremmo interrogarci sul perché siamo arrivati a dover adottare un decreto-legge, sul perché il Governo ha dovuto adottare un decreto-legge ad hoc per rinviare le elezioni dei Comites. È una questione estremamente politica, ossia con questo decreto-legge, di fatto, il Governo ammette la propria incapacità nell'effettuare le elezioni dei Comites.
  Il punto politico e, magari, di costituzionalità è, più che altro, come sia possibile che questo Parlamento abbia votato a favore di una legge che prevede l'istituzione di un registro elettorale per poter esercitare il proprio diritto di voto e che questo registro elettorale produca, di fatto, l'esclusione del 96,7 per cento degli aventi diritto.
  Ora, l'esempio dell'Emilia Romagna di ieri ci dice che c’è già una grande disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. Se poi noi rendiamo ancora più difficoltoso l'esercizio del voto, allora questa disaffezione diventa totale.
  Quindi, il punto della discussione che dovrà avvenire – non è questa la sede, ma vi arriveremo quando dovremo poi iniziare la discussione del decreto-legge vero e proprio – sarà quello di mettere in evidenza come il Partito Democratico abbia fatto un vero e proprio pasticcio su queste elezioni dei Comites e il Governo gli è andato dietro. Si sono volute fare in tutta fretta, secondo modalità, direi, incostituzionali. Infatti, vi immaginate se avessimo dovuto istituire un registro elettorale per far votare alle elezioni regionali ? L'affluenza sarebbe stata anche in quel caso del 4, 5 o 6 per cento. Tanto più che si limita ancora di più il diritto di voto perché impediamo e limitiamo la possibilità di iscriversi al registro elettorale a trenta giorni prima della data delle elezioni.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Picchi. Per favore, liberate i banchi del Governo. Per favore, onorevole Giorgis... Onorevole Giorgis... Onorevole Giorgis, per favore. Prego, onorevole Picchi.

  GUGLIELMO PICCHI. Quindi, la questione della costituzionalità risiede altrove.
  Sulla necessità e sull'urgenza di questo decreto-legge non possiamo che concordare. Quindi, voteremo contro la questione pregiudiziale presentata dal MoVimento 5 Stelle. E la necessità e l'urgenza, almeno sulla parte delle elezioni dei Comites, ci sono, perché queste elezioni si sarebbero dovute tenere il 19 dicembre e aspettare la legge di stabilità, senza avere la certezza della sua approvazione entro il 19 dicembre, avrebbe fatto sì che ci saremmo trovati in un processo elettorale iniziato, provocando altri disastri.

  Sulla seconda parte, sulle armi sceniche, preferisco non intervenire, perché lì qualche dubbio sulla necessità e l'urgenza ce l'abbiamo.
  Comunque, come gruppo di Forza Italia, voteremo contro le questioni pregiudiziali presentate dal MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marcolin. Ne ha facoltà.

  MARCO MARCOLIN. Signor Presidente ed onorevoli colleghi, è chiaro che riteniamo del tutto infondata la questione pregiudiziale sulla costituzionalità dell'atto Camera 2727, di cui oggi siamo chiamati a discutere e su cui dovremo anche decidere.
  È un fatto obiettivo che il ricorso alla decretazione d'urgenza abbia da tempo superato i suoi limiti fisiologici, per diventare qualcosa d'altro: uno strumento di cui i Governi si avvalgono non per fronteggiare un'emergenza effettiva, ma solo per beneficiare dei vantaggi regolamentari che rendono più veloce l'esame dei decreti-legge, in ragione della tagliola del termine di 60 giorni per convertirli in legge.
  Esaminiamo i fatti spassionatamente: il decreto-legge in questione, che reca la data del 18 novembre, è il centosessantottesimo varato quest'anno. Praticamente se ne emana uno ogni giorno pari dell'anno, o dispari se preferite, ed anche di più, se escludiamo dal computo i sabati, le domeniche, il mese di agosto, la pausa natalizia e quella pasquale. Siamo giunti ad un punto tale che l'azione legislativa del Governo si identifica ormai con la decretazione d'urgenza e quella nostra prevalentemente nell'esercizio del potere di emanarla, il che vuol dire due cose: o che lo strumento è stato snaturato, come riteniamo probabile, o che l'emergenza in cui ci troviamo è diventata strutturale, a causa di problemi che hanno a che fare con la stessa architettura del nostro regime parlamentare, cosa che neanche può essere esclusa.
  Nello specifico, il contenuto del provvedimento pare confermare la nostra interpretazione. Dobbiamo infatti convertire un decreto-legge che consta di due soli articoli, che concernono rispettivamente il rinnovo dei Comites, per i quali peraltro si sta provvedendo anche attraverso l'inserimento di norme appropriate nella legge di stabilità, e la proroga del termine di alcuni adempimenti relativi alle armi destinate ad uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o a gas compresso, destinate all'attività amatoriale ed agonistica. Non parliamo di guerre, catastrofi naturali od altri eventi imprevedibili e drammatici, onorevoli colleghi, ma di altri fatti e di scadenze per cui si sarebbe potuto provvedere in modo diverso da questo.
  Specialmente nel caso dei comitati degli italiani all'estero, gli interventi e le proroghe stanno diventando talmente frequenti e numerosi da far pensare che ci sia qualcosa di più profondo e strutturale da correggere, mentre nel caso delle armi sceniche siamo alle prese con un regime di verifiche che gli operatori ancora non conoscono perfettamente. Capiamo anche poco l'accostamento operato tra materie tanto diverse, una cosa che ricorda davvero i vecchi «milleproroghe», come ci viene detto.
  Diamo quindi ragione ai nostri colleghi: questo metodo non va, è estraneo allo spirito della Costituzione e va corretto, se serve anche modificando le regole che disciplinano il procedimento legislativo, come tentammo di fare tra il 2001 ed il 2006, durante la XIV legislatura. Ovviamente questa posizione concerne la costituzionalità del decreto-legge al nostro esame.
  Sul metodo stesso dell'azione legislativa nulla dice e vuol dire a proposito del merito del provvedimento, sul quale ci sarà tempo e modo di discutere, perché, ad esempio, mentre abbiamo delle riserve sulle norme che riguardano il rinnovo dei Comites, la proroga dei termini per gli adempimenti sulle armi sceniche la consideriamo importante, anche per salvare dei posti di lavoro, visto che si stanno fermando i set cinematografici. Siamo stupiti, semmai, che si sia aspettato così tanto e si sia fatto così tanto tardi da dover correre ai ripari con un decreto.
  In base a queste considerazioni, la Lega voterà a favore della questione pregiudiziale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

  LAURA GARAVINI. Signor Presidente, con la pregiudiziale di costituzionalità oggi all'ordine del giorno si cerca di contestare la decisione del Governo volta a salvare il rinnovo delle elezioni di questi importanti organi di rappresentanza. Si tratta di una decisione che non avrebbe potuto essere altra, non avrebbe potuto essere altrimenti e mira a garantire la realizzazione delle normali basi democratiche così da favorire una più alta partecipazione al voto. Bisogna innanzitutto rimarcare il fatto che per la prima volta si è introdotto un nuovo meccanismo, un nuovo obbligo, in virtù del quale si prevede l'inversione dell'opzione. In altre parole, per la prima volta – in Italia non si è mai avuto questo meccanismo – si prevede che potranno votare a queste elezioni soltanto coloro i quali abbiano preventivamente provveduto a rendere nota al consolato di riferimento l'intenzione di partecipare al voto per corrispondenza. Si tratta di un nuovo meccanismo, di un obbligo poco noto che, tra l'altro, concerne un appuntamento elettorale che, non coincidendo con altre scadenze elettorali a livello nazionale, è anche poco conosciuto. Allora tutti questi motivi inducono al fatto che ci sia stata una partecipazione in termini di pre-registrazione molto risicata, molto bassa.
  Inoltre, non dobbiamo dimenticare un altro aspetto e mi preme sottolinearlo. Noi usciamo da un decennio buio in materia di politiche di rappresentanza per gli italiani all'estero, nel quale i diversi Governi di destra che si sono succeduti hanno previsto ben tre rinvii di questi importanti organi di rappresentanza che sono equiparabili ai consigli comunali, il che significa che per la bellezza di dieci anni i nostri concittadini all'estero non sono stati affatto confrontati con l'appuntamento di rinnovo delle elezioni dei Comites. Significa che si è fondamentalmente ucciso l'argomento dei Comites per la bellezza di dieci anni. Si è avuto un basso tasso di pre-registrazione, nonostante il Governo si sia impegnato e abbia inviato 2 milioni e 600 mila lettere alle famiglie degli aventi diritto al voto. Ciononostante ci trovavamo in una situazione di difficoltà in virtù della quale il tasso di pre-registrazione era troppo basso per garantire invece un democratico esercizio del diritto di voto. Allora, bene aveva fatto il Governo Renzi a prevedere il rispetto dei limiti previsti dalla legge affinché si provvedesse al rinnovo nei termini, vale a dire entro il dicembre di quest'anno. Così come molto opportuna era stata la decisione di prevedere l'inversione dell'opzione,
proprio finalizzata a garantire una maggiore legalità dell'esercizio del voto volta ad evitare brogli, volta ad evitare abusi dei plichi e dunque dell'esercizio del voto per corrispondenza.
  Ma questo nuovo meccanismo introdotto, che è pane quotidiano in altri Paesi, come ad esempio in Francia, rappresenta una novità per i nostri connazionali, per gli elettori. Ben venga dunque il rinvio, pensato proprio per evitare una troppo scarsa partecipazione al voto. È vero ciò che fanno rilevare i colleghi del MoVimento 5 Stelle circa il fatto che si proceda al recepimento e alla conversione di questo decreto-legge durante la legge di stabilità.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Garavini, gentilmente il Governo deve essere messo nelle condizioni di ascoltare, grazie. Prego.

  LAURA GARAVINI. Lo stesso vale anche per l'altro aspetto trattato dal decreto-legge relativo al rinvio al dicembre dell'anno prossimo della verifica del Banco nazionale di prova per le armi ad uso scenico, oltre che per le armi ad aria compressa. Torno a ribadire, però, che il decreto-legge che qui oggi viene contestato è lo strumento attraverso il quale si possono salvare le elezioni dei Comites. Allora, non abbiamo di certo bisogno di dibattiti sterili, anzi posso tranquillizzare i colleghi rispetto al fatto che il decreto-legge in questione è del tutto legittimo e anche la prassi di recepimento in sede di legge di stabilità è del tutto congruo e non sono presenti vizi di incostituzionalità. Credo invece che ci debba essere l'impegno di tutti, a partire dalle forze politiche. Ci sono state fino ad ora responsabilità. Magari anche all'interno delle fila del mio partito non c’è stato un impegno sufficiente affinché si possa promuovere al massimo questa partecipazione al rinnovo dei Comites.

  Io mi auguro che adesso, invece, non ci siano scuse, non ci siano alibi, che ci sia un impegno congiunto collettivo proprio per far sì che si abbia la massima partecipazione possibile a questo importante appuntamento.
  E nel ringraziarla, Presidente, comunico dunque il voto contrario del mio gruppo alla questione pregiudiziale di costituzionalità all'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garofalo. Ne ha facoltà.

  VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, il Nuovo Centrodestra voterà contro la questione pregiudiziale presentata su questo decreto-legge. Il provvedimento infatti, pur contenendo delle norme diversificate, ha i requisiti di necessità e di urgenza di cui all'articolo 77 della Costituzione.
  L'intervento normativo in primo luogo incide sulle procedure di rinnovo dei Comites, i Comitati degli italiani all'estero, e del Consiglio generale degli italiani all'estero che avrebbero dovuto svolgersi alla naturale scadenza. Tali procedure sono state più volte rinviate e da ultimo, con il decreto-legge n. 67 del 2012 che è stato convertito con la legge n. 118 dello stesso anno, il termine per lo svolgimento delle elezioni è stato stabilito entro la fine del 2014. Il decreto-legge n. 109, convertito con modificazioni dalla legge n. 141 del 2014, ha modificato il sistema di voto ponendo sull'elettore l'onere di manifestare la propria volontà a votare almeno 30 giorni prima della data stabilita per le votazioni. Con decreto del Ministro degli affari esteri sono state fissate le elezioni per il prossimo 19 dicembre.
  Tuttavia per assicurare la partecipazione al voto di tutti i cittadini residenti all'estero è necessario accordare un termine congruo perché possano esprimere la volontà di votare in tempo utile per le elezioni. Lo strumento, quindi, del decreto-legge si rivela l'unico adeguato a garantire l'effettiva partecipazione al voto con l'unica modalità possibile: rinviare le elezioni al 2015. Infatti ad oggi risulta che poco più di sessantamila elettori abbiano effettuato la cosiddetta opzione per partecipare al voto. Con ogni probabilità il poco tempo a disposizione per informare l'elettorato sul nuovo sistema introdotto è la causa del disinteresse per le elezioni. Una così bassa partecipazione al voto solleva non poche criticità sul rispetto del diritto di voto degli elettori, sull'effettiva rappresentatività dei Comites eletti da una minima percentuale del corpo elettorale e sull'opportunità di sostenere costi importanti in termini di risorse economiche, umane e strumentali. Si vuole pertanto in questo modo garantire la piena partecipazione al voto degli italiani residenti all'estero.
  L'articolo 2 differisce, invece, al 31 dicembre 2015 il termine entro il quale i diversi soggetti interessati avrebbero dovuto sottoporre alla verifica del Banco nazionale di prova tutte le armi per uso scenico, destinate ad essere utilizzate nelle produzioni cinematografiche nonché le armi ad aria compressa o gas compresso, destinate al lancio di capsule sferiche marcatrici. La criticità che si vuole superare è quella di risolvere le difficoltà operative segnalate dai soggetti destinatari della norma e consentire la prosecuzione dell'attività dei settori interessati. Pertanto si differisce al 31 dicembre 2015 il termine entro il quale i soggetti interessati dovranno sottoporre la verifica del Banco nazionale di prova le armi per uso scenico destinate ad essere utilizzate nelle produzioni cinematografiche nonché le armi ad aria compressa o gas compresso destinate al lancio di capsule sferiche marcatrici.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Garofalo. Colleghi, per favore, possiamo abbassare un po’ il tono della voce ?

  VINCENZO GAROFALO. Le cause di tale differimento sono da rinvenirsi, per quanto riguarda le armi ad uso scenico, per consentire – lo vorrei sottolineare all'onorevole Sibilia – la prosecuzione dell'attività del comparto interessato, evitando i gravi pregiudizi che altrimenti ne deriverebbero. Invece per le armi ad aria compressa o gas compresso destinate al lancio di capsule sferiche marcatrici, il differimento è dovuto all'esigenza di completare l'iter istruttorio, ancora in corso, finalizzato all'adozione di un decreto del Ministro dell'interno con il quale dovranno essere definite le disposizioni per l'acquisto, la detenzione, il porto e l'utilizzo di detti strumenti da impiegare nell'attività amatoriale e in quella agonistica. Questa norma pertanto persegue l'obiettivo di scongiurare l'aumento del blocco della produzione cinematografica che comporterebbe – sottolineo: comporterebbe – ingenti danni economici al comparto, consentendone la prosecuzione. Si tratta pertanto di norme che rivestono particolare urgenza e per le quali risulta necessaria l'adozione del decreto-legge per le motivazioni rilevate precedentemente, ovvero per quella di migliorare i rapporti con la collettività italiana all'estero che, quindi, potrà essere adeguatamente informata su come scegliere i propri rappresentanti e per quella di soddisfare l'esigenza rappresentata dal comparto dell'industria cinematografica nazionale.
  Per questi motivi confermo quanto detto all'inizio: il Nuovo Centrodestra voterà contro la questione pregiudiziale al decreto-legge in esame.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassiamo il tono della voce.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, egregi colleghi, con l'articolo 1 di questo decreto-legge del 18 novembre si sposta il termine per le votazioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero. Il termine scadeva, cioè si sarebbe dovuto votare, a dicembre: ora si voterà, invece, a maggio, il 18 maggio 2015.
  Perché si è fatto questo ? È stato candidamente dichiarato che questo si è fatto, perché ci si è resi conto che le preiscrizioni per votare avevano raggiunto un livello minimo, mi sembra il 3 o il 4 per cento. Questa soglia è stata ritenuta insufficiente, per cui si interviene addirittura con un decreto-legge per spostare la data dell'elezione e tutti gli adempimenti propedeutici.
  Egregi colleghi, per fare un esempio e capire meglio di cosa si tratta, voi immaginate se il Governo Renzi, con un decreto-legge, consultati i sondaggi e avvertito che a Bologna avrebbe votato il 37 per cento dei cittadini e che il futuro sindaco avrebbe avuto il consenso di appena diciotto cittadini su cento, decidesse di spostare la data delle elezioni. In quest'Aula stiamo assistendo...

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Sannnicandro, che in quest'Aula è impossibile... Colleghi, per favore. Scusate, il capannello che c’è anche lì... Prego, onorevole Sannicandro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Dicevo che in quest'Aula, ormai, abbiamo assistito a tutto e di più. L'uso dei decreti-legge è la prassi – è stato già ricordato –, la legislazione ordinaria da parte del Parlamento è una rara occasione, un prodotto raro.
  Non mi era mai accaduto di assistere ad un decreto-legge che incidesse su una data delle elezioni: per me la cosa è di una gravità inaudita. Perché il Governo decide che i preiscritti erano pochi ? Spetta al Governo decidere la quantità dei preiscritti per l'elezione dei Comites ? Questa è la domanda. Chi dà questo potere al Governo Renzi ? Vuole, addirittura, questo Governo innovare fino al punto che decide chi deve vincere le elezioni, chi deve partecipare alle elezioni, quando si può partecipare alle elezioni ? Ma ci rendiamo conto dove questo signore ci sta portando ? Non è questione soltanto di insussistenza delle condizioni per emanare un decreto-legge: qui siamo ad un vero e proprio atto di sovversione della normale logica costituzionale.
  E questo viene detto e narrato non soltanto dai colleghi, viene illustrato in modo disinvolto e sereno, ma basta leggere la relazione. Non c’è pudore. Nella relazione che accompagna il decreto-legge è scritto candidamente che bisognava iscriversi entro una certa data. Constatato che gli iscritti erano pochi, qualcuno ha deciso che erano troppo pochi e che così non andava; e si rinvia la data di preiscrizione e la data delle elezioni.
  È evidente, pertanto, che noi voteremo a favore della questione pregiudiziale, nella speranza che quest'Aula si riappropri dei propri poteri e che insegni il diritto costituzionale al Presidente Renzi o, perlomeno, che lo mandi alle scuole serali, con tutto il rispetto per i frequentatori e gli istitutori delle scuole serali (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bueno. Ne ha facoltà. Colleghi, rinnovo l'invito ad abbassare un po’ la voce, per favore, grazie. Prego.

  RENATA BUENO. Signor Presidente, noi che siamo i parlamentari eletti all'estero conosciamo bene la realtà di questi Comitati degli italiani all'estero, però purtroppo le comunità e i cittadini non li conoscono così tanto, perché, per dieci anni, questi Comites sono stati bloccati, con le attività molto ferme nel senso di guardare al futuro, di guardare ad azioni importanti per i cittadini di oggi.
  Questi Comites ancora guardano alle esigenze dei cittadini di tanti anni fa, degli italiani che hanno lasciato l'Italia, che sono andati all'estero, ma non guardano più alle nuove generazioni. Pertanto, nel discutere delle elezioni dei Comites, dobbiamo guardare non soltanto alla tempistica, ma dobbiamo guardare anche allo scopo dei nuovi Comites.

  Parlare di rinnovo significa davvero guardare ai nuovi obiettivi di questi Comitati degli italiani all'estero, anche perché stiamo vivendo un momento di crisi in Italia e non possiamo più lasciare un budget grande per finanziare questi consigli all'estero, ma finanziare i progetti che davvero guardano ai nuovi italiani, ai cittadini che tengono molto alla patria Italia.
  Già all'inizio avevo detto che non mi sembrava molto democratico il modo in cui era stato fatto il primo decreto, perché c'erano le elezioni per il 19 dicembre con scadenza già a novembre per le iscrizioni. Si sapeva pure che era un'esigenza, una necessità urgente, però le persone, i cittadini, non erano stati informati di queste elezioni e l'informativa che il Governo ha mandato a tutti i nuclei familiari è arrivata dopo il periodo di presentazione delle liste. Ossia, i cittadini italiani all'estero che volevano partecipare non hanno più avuto tempo di iscriversi in una lista.
  Quindi, adesso dobbiamo non solo rinviare la data delle elezioni ma anche pensare ad un nuovo periodo di iscrizione e riorganizzazione di queste liste, perché dobbiamo guardare sempre alle nuove generazioni e ai nuovi obiettivi di questi comitati.
  Per noi che siamo rappresentanti eletti all'estero è molto importante avere il supporto di questi consigli e di altre organizzazioni, anche di associazioni all'estero, perché per noi non è facile seguire un collegio elettorale. Faccio l'esempio della mia circoscrizione, il Sudamerica, dove solo il Brasile è grande quattro volte il territorio dell'Europa: noi dobbiamo girare ed essere presenti in tutte le comunità e anche portare loro tutte le informazioni della patria Italia. Quindi per noi è fondamentale che esistano questi Comites, però devono essere organizzati bene e anche controllati bene dal Governo, di modo che gli obiettivi vengano raggiunti.
  Ribadisco ai colleghi l'importanza di avere i Comites e di portare avanti queste elezioni, però in modo che il Governo davvero gli dia il suo giusto valore. Faccio anche l'esempio delle elezioni che si sono appena tenute in Emilia Romagna, questo fine settimana, per le quali solo il 37 per cento dei cittadini ha votato; nelle ultime elezioni parlamentari, anche
in Brasile ha votato il 37 per cento; si può allora paragonare l'interesse dei cittadini che stanno all'estero, anche molto lontano, a 15 mila chilometri di distanza, alla patria Italia. Quindi, ripeto l'importanza non solo del nostro mandato di eletti all'estero ma pure di queste istituzioni, i Comites.

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Sibilia ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Cassano, Venittelli, Benamati, Simoni, Braga, Vallascas, Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  423   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1428 – Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro (Approvato dal Senato) (A.C. 2660-A) (ore 10,43).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2660-A: Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Palese 1.139.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2660-A)

  PRESIDENTE. Passiamo quindi all'ultimo emendamento Ciprini 1.141.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, con questo emendamento 1.141 intendevamo rendere un po’ più vincolante e fattivo il ruolo delle Commissioni. Infatti, allo stato attuale, si afferma che le Commissioni, una volta che arriveranno i decreti legislativi, dovranno dare un semplice parerino non vincolante di cui il Governo potrà fottersene allegramente dato che si legge: «decorso tale termine di 30 giorni i decreti saranno emanati anche in mancanza dei pareri».
  Quindi, con questo emendamento volevamo rendere un po’ più vincolanti e fattivi questi pareri prevedendo un doppio passaggio, ovvero: qualora il Governo non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le sue osservazioni, con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. I pareri definitivi delle Commissioni competenti per materia sono espressi entro il termine di dieci giorni dalla data della nuova trasmissione. Decorso tale termine, i decreti possono essere comunque adottati.

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Ciprini. Colleghi, per favore abbassiamo la voce.

  TIZIANA CIPRINI. Ricordo che questo doppio passaggio un po’ più vincolante era già stato approvato per la delega fiscale, quindi si chiede all'Aula di votarlo favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, intervengo per dire che noi voteremo questo emendamento perché il provvedimento in esame – come vi abbiamo detto in tutti i modi, cercando di non indurvi nell'ennesimo errore che determinerà enormi ricorsi, anche dal punto di vista legale e costituzionale secondo noi, indipendentemente da come il Parlamento, secondo noi sbagliando, ha valutato l'incostituzionalità – ha una delega amplissima. Che almeno queste Camere chiedano di poter vedere quei decreti, di poterli giudicare, visto che molti di voi voteranno a favore di questo provvedimento, se non avranno un ravvedimento nelle prossime ore, sulla base del fatto che si fidano di cosa il Governo scriverà.
  Ma gli italiani non possono fidarsi di tutti noi, se noi ci fidiamo per conto terzi. Facciamo il nostro lavoro, riportiamo quei decreti attuativi nelle Camere e nelle Commissioni, e allora vedremo se questa cambiale che voi oggi proponete al Paese verrà onorata o subirà altre deviazioni. Quindi, noi voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Vi sono altri che intendono intervenire ? Non mi pare.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 1.141, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Folino, Fratoianni, Cassano, Vitelli, Molea, Chaouki...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  429   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
  Colleghi, ascoltate un secondo, dovremmo ora iniziare l'esame degli ordini del giorno presentati. Grazie al fatto che ieri sera abbiamo lasciato il tempo per presentare gli ordini del giorno, ne sono stati presentati sessanta e questi sessanta sono già passati al vaglio degli uffici della Camera, sono stati trasmessi da un po’ al Governo, il quale ha chiesto tempo fino alle 11 per poter esprimere i pareri.
  Volevo dire che, se c’è qualcuno che intende intervenire per illustrare gli ordini del giorno, possiamo approfittare di questi minuti; diversamente, io sospendo la seduta e la riprendo alle 11 (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Cominardi, stavo semplicemente chiedendo. Lei vuole illustrare l'ordine del giorno ?

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, vi sono circa cento ordini del giorno, mi dicono. Con dieci minuti, c’è una valutazione di 10 secondi più o meno a ordine del giorno. Abbiamo bisogno di una sospensione maggiore, dieci minuti non sono sufficienti.

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, quaranta di questi ordini del giorno sono stati già presentati ieri, questo è il tempo che ha chiesto il Governo per poter esprimere il parere. Il parere lo esprime il Governo.

  CLAUDIO COMINARDI. Ce li hanno dati adesso.

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, il problema è del Governo. Se il Governo ha bisogno di tempo fino alle 11...

  CLAUDIO COMINARDI. No, il problema è anche nostro, Presidente, visto che dobbiamo dare un parere pure noi.

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, lei non deve dare il parere, perché il parere sugli ordini del giorno lo dà il Governo. I relatori non danno il parere.

  CLAUDIO COMINARDI. Sì, però dobbiamo conoscerne il contenuto per il gruppo, quindi vorremmo avere un tempo congruo per poterli leggere. Vogliamo lavorare in maniera corretta.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, su che cosa ?

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, sulla medesima questione.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Le chiediamo una tempistica opportuna, visto che dobbiamo dare anche noi, al nostro interno, un parere per capire se votare in maniera positiva, negativa o astenerci. Credo che sia necessaria almeno una mezz'ora minimo. Credo che fino alle 11,30 sia un tempo opportuno, anche perché il fascicolo è arrivato adesso, è stato consegnato appena adesso ed è ancora caldo. Quindi, se qualcuno degli altri gruppi ce l'aveva già, è passato per via traverse. Ufficialmente è arrivato appena adesso.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, proporrei questo: onde evitare che adesso parliamo in quindici e occupiamo il tempo, diciamo che riprendiamo alle 11,15: c’è mezz'ora da quando sospendiamo. Sospendo la seduta che riprenderà alle 11,15.

  La seduta, sospesa alle 10,50 è ripresa alle 11,20.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2660-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2660-A).
  Avverto che, la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno che recano un contenuto estraneo rispetto alle materie trattate dal provvedimento e che in taluni casi riproducono il contenuto di emendamenti già dichiarati inammissibili in sede referente per estraneità di materia: Fratoianni n. 9/2660-A/32, in materia di contenimento delle retribuzioni dei dirigenti dei settori pubblico e privato; Placido n. 9/2660-A/33, concernente l'abrogazione della legge «Fornero» sulle pensioni; Guidesi n. 9/2660-A/51, relativo all'abrogazione della legge n. 252 del 1974, in materia di regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici e delle organizzazioni sindacali; Bechis n. 9/2660-A/98, volto a prevedere la cassa unica dei lavoratori autonomi; Vargiu n. 9/2660-A/105, concernente il riconoscimento dell'attività di prostituzione.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, sottosegretario Bellanova.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Grazie Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Di Salvo n. 9/2660-A/1, purché il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità, in fase di predisposizione dei decreti legislativi, di prevedere procedure informatiche semplici e prive di costi, volte a garantire (...)» e così via.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Burtone n. 9/2660-A/2 e Santerini n. 9/2660-A/3.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Polverini n. 9/2660-A/4, purché il dispositivo sia riformulato nel senso inserire, dopo le parole «impegna il Governo», la locuzione «a valutare la possibilità di definire (...)» e di sostituire le parole «nel più breve tempo possibile» con le parole «in tempi congrui».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rampi n. 9/2660-A/5, purché il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di intervenire al fine di affrontare» e così via.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gebhard n. 9/2660-A/6, purché il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere a regime ulteriori forme di credito di imposta senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Sgambato n. 9/2660-A/7, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Maestri n. 9/2660-A/8.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Albanella n. 9/2660-A/9, purché il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di assicurare, oltre alla standardizzazione delle procedure (...)» e così via, continua come da testo.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gribaudo n. 9/2660-A/10, purché il dispositivo venga riformulato nel senso di eliminare le parole «stato e». Quindi, l'ordine del giorno risulterebbe riferito alla rappresentanza e alla difesa nei due ordini di giudizio. .
  Il Governo formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Venittelli n. 9/2660-A/11.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Paris n. 9/2660-A/12, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Battaglia n. 9/2660-A/13.
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Famiglietti n. 9/2660-A/14.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tinagli n. 9/2660-A/15, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/2660-A/16.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/2660-A/17.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/2660-A/18, purché il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di introdurre misure volte a favorire nell'ordinamento italiano (...)» e così via.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/2660-A/19, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2660-A/20.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2660-A/21.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2660-A/22, ma solo per la prima parte.

  PRESIDENTE. Quindi, vi è una riformulazione.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sì, si propone una riformulazione.

  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2660-A/23, parere favorevole sull'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2660-A/24 e parere contrario sull'ordine del giorno Duranti n. 9/2660-A/25.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Costantino n. 9/2660-A/26, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: al primo capoverso, premettere le parole: «a valutare l'opportunità di», mentre sul secondo capoverso il parere è favorevole fino alla parola «CIGS» ed è contrario per la parte restante.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Airaudo n. 9/2660-A/27 e Paglia n. 9/2660-A/28, mentre il parere è contrario sugli ordini del giorno Piras n. 9/2660-A/29, Franco Bordo n. 9/2660-A/30 e Quaranta n. 9/2660-A/31.

  PRESIDENTE. Qual è il parere sull'ordine del giorno Pannarale n. 9/2660-A/34 ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali.
  Il parere è contrario perché vi è già la commissione consultiva. Magari, Presidente, argomento adesso o successivamente ?

  PRESIDENTE. No, successivamente non avremo occasione; quindi, vale la pena...

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Allora il parere è contrario perché l'impegno che viene richiesto al Governo è già previsto. Infatti, proprio in questi momenti, è riunita la commissione consultiva tripartita sulla salute e sicurezza sul lavoro.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli ordini del giorno Fratoianni n. 9/2660-A/32 e Placido n. 9/2660-A/33 sono inammissibili; per questo li abbiamo saltati.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Melilla n. 9/2660-A/35 e Sannicandro n. 9/2660-A/36, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Kronbichler n. 9/2660-A/37, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di attivarsi».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marcon n. 9/2660-A/38, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Scotto n. 9/2660-A/39 ed esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Boccuzzi n. 9/2660-A/40, Baruffi n. 9/2660-A/41, Mura n. 9/2660-A/42 e Miotto n. 9/2660-A/43. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Calabria n. 9/2660-A/44 perché l'impegno è già previsto nella delega.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Russo n. 9/2660-A/45 e Ribaudo n. 9/2660-A/46, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2660-A/47, purché il dispositivo sia riformulato nel senso di sopprimere le parole: «nelle more di attuazione del provvedimento». Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Matteo Bragantini n. 9/2660-A/48, Invernizzi n. 9/2660-A/49 e Caon n. 9/2660-A/50.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Guidesi n. 9/2660-A/51 è inammissibile.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Allasia n. 9/2660-A/52 e Rondini n. 9/2660-A/53, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/2660-A/54, perché contrasta con il sistema solidaristico della previdenza nel nostro Paese.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Simonetti n. 9/2660-A/55, Molteni n. 9/2660-A/56 e Giancarlo Giorgetti n. 9/2660-A/57, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Caparini n. 9/2660-A/58, Gianluca Pini n. 9/2660-A/59, Fedriga n. 9/2660-A/60 e Ferrara n. 9/2660-A/61.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/2660-A/62, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di incentivare il ricorso allo strumento del telelavoro». Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Gadda n. 9/2660-A/63, purché riformulato, e parere contrario sugli altri capoversi del dispositivo. La riformulazione del primo capoverso del dispositivo è la seguente: «a valutare l'opportunità di prestare particolare attenzione ai lavoratori delle aziende soggette a sequestro o confisca dei beni (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cuperlo n. 9/2660-A/64, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «ad adoperarsi al fine di effettuare un monitoraggio del numero di cause effettivamente avviate nel corso degli ultimi due anni sulla casistica specifica dei licenziamenti economici e disciplinari e a mettere a disposizione delle competenti Commissioni parlamentari gli esiti di tale consultazione».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2660-A/65, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2660-A/66, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di istituire un tavolo di confronto con le parti sociali al fine di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2660-A/67, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di prendere in considerazione». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2660-A/68, purché il dispositivo sia riformulato. Il primo impegno diventa: «a promuovere il ricorso allo strumento del telelavoro (...)». Il secondo impegno diventa: «a favorire l'aumento delle competenze e delle capacità professionali dei lavoratori». Il terzo impegno diventa: « a promuovere nuove forme di organizzazione del lavoro».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Colonnese n. 9/2660-A/69.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Carinelli n. 9/2660-A/70, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «ad adottare iniziative normative volte ad agevolare la conciliazione».

  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2660-A/71.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2660-A/72, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a favorire la flessibilità dell'orario di lavoro compatibilmente con le esigenze organizzative e produttive del datore di lavoro».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2660-A/73, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a promuovere iniziative che prevedono un periodico monitoraggio e verifica da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali dei contratti di lavoro stipulati dai soggetti privati, anche disponendo la pubblicazione di un rapporto che tenga conto dell'effettiva uguaglianza di condizioni di lavoro tra uomo e donna».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Coppola n. 9/2660-A/74.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mantero n. 9/2660-A/75.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2660-A/76, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di adottare provvedimenti (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2660-A/77, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «ad adoperarsi al fine di prevedere agevolazioni per la manodopera agricola».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Crippa n. 9/2660-A/78.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2660-A/79, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di adoperarsi al fine di (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Barbanti n. 9/2660-A/80; il Governo altresì esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Barbanti n. 9/2660-A/80, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: « a porre in essere in tempi congrui ogni atto necessario» per poi continuare così come da testo.

  Il Governo esprime parere contrario sul primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Alberti n. 9/2660-A/81; il Governo altresì esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Alberti n. 9/2660-A/81, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: « a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2660-A/82.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prodani n. 9/2660-A/83, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «adoperarsi al fine di (...)».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Artini n. 9/2660-A/84.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cariello n. 9/2660-A/85, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2660-A/86, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di (...)» e inserire dopo le parole: «in materia di lavoro» le seguenti: «eventualmente con».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Brugnerotto n. 9/2660-A/87 e Busto n. 9/2660-A/88.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno De Lorenzis n. 9/2660-A/89, Toninelli n. 9/2660-A/90 e Dieni n. 9/2660-A/91.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2660-A/92.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Tripiedi n. 9/2660-A/93 e Ciprini n. 9/2660-A/94.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Spessotto n. 9/2660-A/95.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2660-A/96.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2660-A/97.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Bechis n. 9/2660-A/98 è inammissibile.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Grillo n. 9/2660-A/99, Dall'Osso n. 9/2660-A/100 e Di Vita n. 9/2660-A/101.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2660-A/102, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «ad adoperarsi al fine di (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2660-A/103.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Mucci n. 9/2660-A/104.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Vargiu n. 9/2660-A/105 è inammissibile.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Marrocu n. 9/2660-A/106.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Scuvera n. 9/2660-A/107 e Covello n. 9/2660-A/108.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/2660-A/109.

  PRESIDENTE. La ringrazio, signor sottosegretario. Penso di interpretare il pensiero di tutti e ringraziarla, perché nel poco tempo che ha avuto ha fatto certamente un lavoro spedito ed utile, cosa che sarebbe utile accadesse più spesso.
  A questo punto passerei alle votazioni sugli ordini del giorno, solo se finisce, ovviamente, questa riunione che abbiamo al banco del Governo. Colleghi, dobbiamo procedere ! Onorevole Calabria, onorevole Damiano, onorevole ..., mi rendo conto, però dobbiamo ..., bene, allora penso che possiamo iniziare. Onorevole Bruno Bossio, bisogna lasciare il banco del Governo ! Onorevole Bruno Bossio, bisogna lasciare libero il banco del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Salvo n. 9/2660-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Burtone n. 9/2660-A/2 e Santerini n. 9/2660-A/3, accettati dal Governo.
  Onorevole Polverini, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2660-A/4 accettato dal Governo, purché riformulato ?

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, io insisto che questa è una questione molto importante e voglio accogliere l'impegno del sottosegretario, alla quale però affido veramente la risoluzione di questo problema, perché siamo già al «valutare la possibilità di», ai tempi congrui. Io veramente, sottosegretario, la prego di seguire personalmente, perché è bene a conoscenza dei fatti, questa questione. Quindi, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Mi pare di capire che l'onorevole Tripiedi voglia sottoscrivere l'ordine del giorno Polverini n. 9/2660-A/4; sta bene. Quindi, l'onorevole Polverini accetta la riformulazione dell'ordine del giorno e non lo poniamo in votazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rampi n. 9/2660-A/5, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gebhard n. 9/2660-A/6, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori ritirano l'ordine del giorno Sgambato n. 9/2660-A/7, sul quale il Governo aveva espresso parere contrario.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maestri n. 9/2660-A/8, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Albanella n. 9/2660-A/9, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Gribaudo n. 9/2660-A/10, accettato dal Governo, purché riformulato.

  CHIARA GRIBAUDO. Signor Presidente, chiedo solo al Governo se può rileggere la riformulazione dell'impegno.

  PRESIDENTE. Onorevole Gribaudo, la prossima volta in piedi, grazie. Il Governo può rileggerla ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo chiede di cancellare nell'impegno le parole: «stato e». Quindi, l'impegno resta il seguente: «prevedendo che la rappresentanza e la difesa in ogni grado del giudizio avverso i verbali ispettivi (...).

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gribaudo n. 9/2660-A/10, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Venittelli 9/2660-A/11 formulato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paris n. 9/2660-A/12, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Battaglia n. 9/2660-A/13, sul quale il Governo aveva espresso parere contrario.
  Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Famiglietti n. 9/2660-A/14 formulato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tinagli n. 9/2660-A/15, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/2660-A/16, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/2660-A/17, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, già più volte il Governo è intervenuto per indebolire l'impianto del contratto di apprendistato. Con il decreto-legge Poletti n. 34 del 2014 è stato previsto che nell'apprendistato l'obbligo della forma scritta rimane per il contratto e per il patto di prova, mentre il piano formativo individuale può essere formulato in maniera sintetica e inserito nel contratto. Lo snaturamento del contratto di apprendistato, marginalizzando il ruolo e l'importanza della formazione, che è la ragione stessa di questo contratto, è evidente. L'azienda può più facilmente sfruttare il lavoro di un apprendista, che comporta vantaggi in termini fiscali e di salario. Nel decreto Poletti è stata anche soppressa la condizione che legava la possibilità di assumere nuovi apprendisti alla prosecuzione del rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato nelle aziende che occupino almeno dieci dipendenti. La condizione rimane applicabile esclusivamente e solo parzialmente alle aziende che occupano almeno trenta dipendenti, che nei trentasei mesi precedenti la nuova assunzione devono aver assunto almeno il 20 per cento degli apprendisti il cui contratto di apprendistato sia terminato. Sempre nel decreto Poletti si era anche tentato di sopprimere la formazione pubblica interna o esterna all'azienda che prima era obbligatoria, obbligatoria ora solo se le regioni provvedono a comunicare al datore di lavoro entro quarantacinque giorni le modalità per usufruire dell'offerta formativa pubblica. Le modifiche apportate in appena tre anni rivelano non un intento semplificatorio, ma il tentativo in atto già da tempo di trasformare tale forma di contratto nel nuovo contratto modello per lo sfruttamento del lavoro precario e non finalizzato realmente alla formazione. Dunque, le recenti riforme, dal 2011 a quelle del Governo Renzi, portano alla regolamentazione del contratto di apprendistato, che si rivela un buon punto da cui guardare alla nuova configurazione del legame fra formazione e lavoro in un regime di precarietà generalizzata. L'apprendistato ha sempre offerto la possibilità di assumere giovani ad un salario più basso di quello contrattuale, conveniente nonostante gli obblighi formativi. Nel 1997 il pacchetto Treu, oltre ad introdurre tirocini e contratti a termine, ha modificato anche la regolamentazione dell'apprendistato. In particolare, ha introdotto l'obbligo di una formazione pubblica offerta dalle regioni ed esterna all'impresa, pari a 120 ore annuali.
  La formazione pubblica dovrebbe essere basilare e trasversale, e quella in azienda direttamente qualificante. La separazione di una quantità minima di formazione pubblica trasversale, e di una forma aziendale, inaugura un nuovo modello di armonizzazione tra pubblico e privato in nome dell'efficienza e dell'adeguamento alle esigenze del mercato del lavoro. Il piano formativo è affidato all'arbitrio del datore di
lavoro che, interpretando a suo piacimento la sinteticità, può aggirare qualsiasi ispezione. Quale professionalità dovrebbe essere prodotta se non si riesce a stabilire preliminarmente, in forma scritta, quale sia la formazione necessaria se, in altri termini, le modalità della formazione sono immediatamente piegate alle esigenze congiunturali ? Si tratterà di un insieme di competenze adatte alla contingenza dei bisogni aziendali, presentato come formazione necessaria, poi da squalificare alla fine del periodo di apprendistato, o in corso d'opera, perché è inutile per l'azienda e per le esigenze produttive del momento. La forma dell'apprendistato si presta a diventare una componente strutturale dell'organizzazione aziendale. Da parte di chi lavora, ciò significa che sia per quanto riguarda la possibilità di essere effettivamente assunti, sia per quanto riguarda la spendibilità delle competenze acquisite, non c’è alcuna certezza. Benché siano presentate come misure di agevolazione, volte all'abbattimento della disoccupazione per preparare i giovani all'ingresso nel mercato del lavoro, l'unica condizione d'accesso a questo mercato è di adattarsi alla sua contingenza, e la disponibilità a formarsi, e riformarsi, come vuole il mercato. Ciò si traduce in una costante frustrazione dei progetti individuali, anche di breve periodo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Si vede così che i profondi mutamenti culturali della società globale e del rischio sono anche più profondamente iscritti in un regime del salario, la cui prima regola è quella di produrre, e riprodurre, incertezza. Anche i lavoratori in mobilità, ora, possono essere assunti come apprendisti ai fini della loro qualificazione, e riqualificazione, professionale. Questo lega, ancora di più, il tentativo di incentivare l'apprendistato come forma normalizzata di passaggio dal non lavoro, al lavoro. Lascia intravedere la direzione della semplificazione. Si potrebbero fare altri esempi di come viene utilizzato l'apprendistato, ad esempio, EXPO Spa utilizzerà l'apprendistato e, addirittura, il lavoro volontario
  In questo ordine del giorno si chiede di rivedere e di ritornare agli standard precedenti del contratto di apprendistato. Non è possibile continuare in questa maniera ad utilizzare un contratto, che dovrebbe essere fondamentale per fare formazione per i lavoratori e per le lavoratrici. Chiedo, quindi, al Governo di rivedere il proprio parere sull'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/2660-A/17, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/2660-A/17, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Paris, Dellai, Piccoli Nardelli, Cassano, Zardini, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  432   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaratti n. 9/2660-A/18, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Passiamo all'ordine del giorno Nicchi n. 9/2660-A/19.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, mi scusi, ma, per la fretta, ho commesso io un errore. Volevo proporre una riformulazione all'onorevole Nicchi.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/2660-A/19, purché il primo impegno del dispositivo sia riformulato nel seguente modo: »dalla prestatrice d'opera o dal prestatore d'opera, secondo modalità che garantiscano al contempo la data certa della effettiva manifestazione della volontà del richiedente, la certezza dell'identità del richiedente medesimo, la riservatezza dei dati personali” e il secondo impegno sia espunto.

  PRESIDENTE. Onorevole Nicchi, accetta la riformulazione ?

  MARISA NICCHI. Accetto la cassazione del secondo impegno, però questo richiamo ai moduli non è insignificante. Comunque, apprezzo l'impegno del Governo. Rimane fermo che per noi questa scelta dei moduli è decisiva, però mi affido al sottosegretario perché possa portare avanti fino in fondo questo percorso di certificazione certa delle dimissioni in bianco.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2660-A/20, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2660-A/21, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, questo ordine del giorno interviene al comma 6, lettera f), di questo articolo unico, dove si prevede la revisione del regime delle sanzioni per la violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro – di questo stiamo parlando –, tenendo conto dell'eventuale natura formale della violazione e in modo da favorire l'immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita. Ecco, in quest'ambito si prevede anche la valorizzazione degli istituti di natura premiale. Questo è il punto.
  Per quanto riguarda più in generale i benefici riconosciuti dall'ordinamento a seguito di una corretta applicazione delle norme antinfortunistiche da parte delle imprese, la legge ha introdotto un regime premiale, con la riduzione dei premi e dei contributi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Tale regime non va valorizzato, perché le leggi, soprattutto quelle così importanti come quelle che competono la materia della sicurezza sul lavoro, si dovrebbero rispettare a prescindere e non dietro la promessa di un qualche premio. Semmai, diciamo noi con questo ordine del giorno, bisognerebbe introdurre nuove ipotesi tipiche di ricorso giudiziario da parte delle organizzazioni sindacali, per la repressione delle condotte antisindacali, da rendere attivabili anche in caso di violazioni amministrative – stiamo parlando in sostanza di lavoro nero, appalti abusivi, mancata predisposizione delle misure di prevenzione e sicurezza –, con la facoltà di transigere identificando percorsi di graduale ritorno verso la legalità, che, se rispettati, evitino la comminazione delle sanzioni.
  Era per questa ragione che con questo ordine del giorno si tentava, con poca fortuna devo dire, di impegnare il Governo in sede di adozione dei decreti legislativi, allo scopo di conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di regime sanzionatorio, di una valorizzazione degli istituti di tipo premiale con nuove ipotesi tipiche di ricorso giudiziario, da parte delle organizzazioni sindacali, per la repressione delle condotte...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Farina. Onorevole Rizzetto, liberi i banchi del Governo. Prego, onorevole Farina.

  DANIELE FARINA. Io capisco che l'argomento sia noioso e a tratti anche poco comprensibile, ma stiamo parlando – Presidente, lo ricordo – di norme che sovrintendono alla materia della sicurezza sul lavoro e antinfortunistica, che questa delega al Governo comprende.
  Dunque, dicevo, bisognava piuttosto andare – e questo era il senso dell'impegno – verso ipotesi tipiche di ricorso giudiziario, da parte delle organizzazioni sindacali, per la repressione della condotta antisindacale. Queste dovrebbero essere attivabili anche in caso di violazioni amministrative, quali lavoro nero – ribadisco –, appalti abusivi, mancata predisposizione delle misure di prevenzione e sicurezza.
  Di questo stiamo parlando e, a nostro modo di vedere, sarebbe interessante che, in sede di adozione dei decreti legislativi, il Governo fosse più stringentemente portato ad una revisione della normativa in senso anche parzialmente diverso rispetto a quanto previsto al comma 6, lettera f), di questo articolo unico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2660-A/21, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Piccoli Nardelli, Abrignani, Dellai, Ragosta, Vitelli, Nicchi... Colleghi, però vi prego di restare in aula, perché non possiamo aspettare 20 minuti per ogni voto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  453   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pellegrino 9/2660-A/22, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti 9/2660-A/23, su cui vi è il parere contrario del Governo.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, immagino di aver meritato un parere contrario su questo ordine del giorno, perché il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà scrive che questo testo appare molto pericoloso sia sotto il profilo della tutela e della protezione sociale dei lavoratori, sia – e conseguentemente – sotto il profilo del rilancio delle attività di sviluppo industriale del nostro Paese, perché omette di indicare in modo chiaro e preciso la via da seguire per riformare l'articolo 18 in merito alle sanzioni per i licenziamenti individuali illegittimi e neppure parla di quelli collettivi.
  E non è un caso che il provvedimento in esame, di fatto, non menzioni mai espressamente l'articolo 18, ma neanche definisca i limiti specificatamente individuati per circoscrivere l'intervento su tale norma, che disciplina il quadro regolatorio delle sanzioni incombenti sui datori di lavoro per i licenziamenti nulli e illegittimi.
  Andando avanti, vediamo la promozione del contratto a tempo indeterminato quale forma – riprendiamo proprio il virgolettato – «privilegiata di contratto di lavoro», con l'impegno a renderlo più conveniente rispetto agli altri tipi di contratto, con riferimento agli organi diretti ed indiretti.
  L'Esecutivo quindi, stando a quanto previsto dal provvedimento in esame, potrà ampiamente modificare i contenuti dell'attuale articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, fino a restringere in modo particolarmente rilevante i casi di reintegrazione del lavoratore licenziato e a ridurre gli importi dovuti dal datore di lavoro a titolo di indennizzo ovvero di risarcimento.
  Con tutta probabilità il provvedimento in esame, non avendo ricevuto specifiche puntualizzazioni in tema delle modifiche da apportare all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori neanche durante l'esame in sede referente presso la Commissione lavoro, potrebbe produrre un pesante contenzioso costituzionale, attivabile da qualsiasi giudice che venga chiamato a valutare la legittimità di un licenziamento individuale.
  Con questo ordine del giorno, quindi, chiedevamo degli impegni abbastanza semplici e, se volete, anche di buon senso a questo Governo, perché chiedevamo di adottare le opportune iniziative normative tese ad evitare il rischio di un pesante – e costosissimo, peraltro – contenzioso che la presumibile incostituzionalità del provvedimento in esame potrebbe provocare, soffocando al contempo qualsiasi iniziativa imprenditoriale ad operare nuove assunzioni.
  Chiedevamo di valorizzare la conciliazione vita-lavoro come principio fondamentale che guida il datore di lavoro pubblico o privato nell'esercizio del potere organizzativo dell'azienda e chiedevamo di consentire ai lavoratori e alle lavoratrici di accrescere il proprio benessere e alle imprese di ridurre i propri costi e a beneficiare di una maggiore produttività dei dipendenti e delle dipendenti, nonché di incrementare le assunzioni e di sostenere l'occupazione.

  Scusatemi, care colleghe e cari colleghi, ma non dovrebbe essere anche questo il vostro obiettivo ?
  E chiedevamo una cosa un po’ rivoluzionaria, ma forse troppo di buon senso: chiedevamo di adottare ogni iniziativa normativa tesa a sostenere, in particolare, le nuove cooperative costituite da quelle lavoratrici dipendenti che intendono riscattare l'azienda subentrando nella gestione per il mantenimento della continuità produttiva, qualora si tratti di piccole e medie imprese che versano in gravi difficoltà di produzione e commercializzazione dei prodotti, con l'imminente pericolo di chiusura, oppure che abbiano avviato procedure di delocalizzazione delle attività produttive.

  Vedete, non ha senso andare nelle piazze e sostenere alcune cose, quando poi non concediamo un parere favorevole a un ordine del giorno che dice di aiutare quelle lavoratrici e quei lavoratori a poter riscattare l'azienda in crisi, che poi vede in quel caso abbassare la saracinesca per andare magari a delocalizzare altrove. Non è questa l'idea di Italia che viene chiesta qua fuori (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2660-A/23, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Russo, Carra, Ciracì, Carbone, Ragosta, Portas...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2660-A/24, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/2660-A/25, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, ovviamente chiedo di metterlo ai voti. Nel tentativo, però, di far cambiare idea al Governo e alla sottosegretaria Bellanova, che so molto sensibile ai temi quali quelli appunto della disoccupazione involontaria, che è il tema di cui si occupa questo ordine del giorno, proverò velocemente a ricordare quello che chiediamo.
  In questo ordine del giorno ci riferiamo...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Duranti, se la interrompo. Velocemente anche perché voi avete terminato pure il tempo aggiuntivo, quindi posso darvi un minuto per ciascuno.

  DONATELLA DURANTI. Velocemente, grazie.

  PRESIDENTE. Lei non era stata avvisata e le darò qualcosa in più, però sappiate che adesso avete terminato il tempo.

  DONATELLA DURANTI. Sarò velocissima, grazie. L'ordine del giorno si riferisce al comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento, in cui è previsto appunto che, in via sperimentale e in tutti i casi di disoccupazione involontaria, si possa intervenire sul sistema dell'ASpI, rimodulando e omogeneizzando la disciplina di ASpI e mini-ASpI, estendendo lo strumento ai soli collaboratori coordinati e continuativi, incrementando la durata massima della prestazione, solo per quei lavoratori che hanno delle elevate anzianità contributive, e introducendo in tal modo un ulteriore elemento di conflitto generazionale – insomma, torniamo al tema del conflitto generazionale –, oltre a quello previsto per il contratto a tutele crescenti.
  Riguardo a quest'ultimo aspetto, cioè alla volontà di introdurre dei massimali per la prestazione in funzione della contribuzione figurativa, vuol dire limitare le erogazioni a tutti quei lavoratori per i quali non siano stati versati dei contributi sociali effettivi, ma solo figurativi, circostanza che si verifica in caso di interruzione o riduzione dell'attività lavorativa dovuta a determinate fattispecie quali la Cassa integrazione guadagni.
  Quello dell'anzianità contributiva è peraltro un parametro del quale attualmente già si tiene conto per l'accesso all'integrazione salariale straordinaria, concessa solo ai lavoratori che hanno una anzianità di servizio in azienda pari almeno a novanta giorni.
  Nella prospettiva generale di legare le tutele del reddito alla storia contributiva dei lavoratori si colloca la volontà di introdurre dei massimali per le prestazioni in funzione della contribuzione figurativa. Ciò significa, secondo noi, voler limitare le erogazioni nei confronti dei lavoratori per i quali non siano stati versati contributi sociali effettivi, ma appunto figurativi.
  In caso di disoccupazione involontaria – e chiudo –, la tutela non deve essere legata alla storia contributiva, perché non c’è nulla di più discriminatorio che la storia contributiva di chi si trova privo di reddito e in condizione di bisogno. Inoltre, rapportare la durata della prestazione, compresa la cassa integrazione guadagni, alla storia contributiva del singolo è improprio, perché introdurrebbe dei criteri troppo rigidamente assicurativi in un ambito, quale è quello degli ammortizzatori sociali, che dovrebbe avere appunto valore solidale.
  La suddetta previsione, inoltre, sarebbe fonte di problemi gestionali per l'impresa, che male si concilierebbero con la semplificazione amministrativa e burocratica più volte evocata dal provvedimento.
  Chiediamo, quindi, al Governo, in sede di adozione dei decreti delegati, di prevedere che il sussidio di cui all'articolo 1, comma 1, si applichi ai lavoratori di cui alla lettera b) a prescindere da qualsiasi requisito di anzianità contributiva e assicurativa, per il carattere discriminatorio che abbiamo provato ad illustrare in questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n. 9/2660-A/25, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Beni, Ciracì, Capodicasa, Carbone, Pastorino, Tino Iannuzzi, Fautilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  362.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Costantino n. 9/2660-A/26, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Airaudo n. 9/2660-A/27 e Paglia n. 9/2660-A/28, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Piras n. 9/2660-A/29, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, francamente mi sarei aspettato probabilmente una riformulazione rispetto al testo dell'impegno che abbiamo proposto, certamente non un parere contrario. Voglio ricordare, anche se Jobs Act per chi parla correttamente l'inglese è una formulazione, un anglicismo abbastanza poco trasparente, che si tratta di una riforma pretesa, voluta, profonda del mercato del lavoro e del diritto del lavoro. E quindi mi chiedo come sia possibile, se questa è l'intenzione del Governo, escludere le organizzazioni sindacali dalla fase di preparazione dei decreti legislativi discendenti da questa delega.
  Concludo semplicemente dicendo che, se anche molti di noi, rispetto alle dichiarazioni iniziali di questo Governo, forse avevano visto un lumicino di speranza dalla volontà di uscire dalla palude, ci sembra che nella palude ancora ci siamo, ci rimarremo a lungo e che questa fondamentalmente sia quello che abbiamo già conosciuto: la continuazione del berlusconismo con altri mezzi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piras n. 9/2660-A/29, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rosato, Piccoli Nardelli, Ragosta, Grillo, Cassano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  359.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/2660-A/30, con il parere contrario del Governo.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, una breve testimonianza: l'operaia Cinzia, signor Ministro, non Marta, ma si chiama Cinzia, mi ha detto e mi ha raccontato la sua storia: mi hanno spremuto in fabbrica con i contratti a tempo determinato nella stessa mansione. Mi hanno spremuto, perché ovviamente speravo nell'assunzione a tempo indeterminato. No, mi hanno detto: adesso passi nell'agenzia interinale. Tale agenzia è estera e ha unica sede presso la sua fabbrica in cui assume gli stessi lavoratori per farli lavorare nella stessa fabbrica, dopodiché gli hanno detto: forse, se farai la brava, finiti questi contratti vedremo con il nuovo Job Act che cosa fare e se tenerti in un contratto cosiddetto a tempo indeterminato. Si parla per l'operaia Cinzia di nove-dieci anni di lavoro precario.

  È per questo che nel Jobs Act bisogna assolutamente rivedere il «decreto Poletti», che non può essere mantenuto così com’è, ma assolutamente ripreso nella politica di normativa del lavoro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/2660-A/30, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli, Totaro, Carfagna, Rizzetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  463   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Quaranta n. 9/2660-A/31, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà, per un minuto.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, signor Ministro, sottosegretario, con questo ordine del giorno vorremmo dare un contributo al tema «come si crea lavoro», che non è soltanto suddividere, spesso precarizzando, il poco lavoro che c’è. La situazione del Paese la conosciamo: è quella fatta di disoccupazione e, laddove anche c’è l'occupazione, spesso è di scarsa qualità.
  Noi pensiamo che serva, a questo punto, mettere in campo un piano in cui lo Stato sia il datore di lavoro di ultima istanza. Oltre 3 milioni di disoccupati non si sconfiggono con interventi così marginali e non di sostanza. Noi pensiamo che questa sia anche una grande occasione per provare a cambiare il nostro modello di sviluppo, una sorta di «green New Deal», tra l'altro, molto di attualità rispetto a tutte le cose che sono successe in questo periodo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  STEFANO QUARANTA. Servirebbero investimenti sulla cura del territorio, contro il dissesto idrogeologico: le risorse si possono trovare. Noi vi abbiamo fatto una proposta che è positiva, non negativa, e pensiamo che sarebbe utile per questo Governo, se vuole davvero «cambiare verso», accoglierla, perché ne va del futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Quaranta n. 9/2660-A/31, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  461   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pannarale n. 9/2660-A/34, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, io vorrei provare ad interloquire con la sottosegretaria Bellanova, oltre che con il Ministro, perché credo che dovremmo, quanto meno, provare a salvare il principio che è contenuto in questo ordine del giorno, cioè quello della preminenza della prevenzione in materia di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro. Noi stiamo dando al Governo una delega per la razionalizzazione e la semplificazione in materia di igiene e di sicurezza del lavoro e lo stiamo facendo senza alcun principio né criterio direttivo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANNALISA PANNARALE. Ci preoccupa la possibilità che vi siano delle manutenzioni al testo unico, al decreto legislativo n. 81 del 2008, che possano andare ad indebolire il principio della prevenzione.
  La sottosegretaria prima ci diceva che, probabilmente, un tavolo c’è già: ci piacerebbe sapere dove e, soprattutto, su quali obiettivi, perché quello che chiediamo in questo ordine del giorno è verificare lo stato di attuazione...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pannarale.

  ANNALISA PANNARALE. ...del testo unico prima di intervenire. Allora, forse, una riformulazione ci consentirebbe almeno di salvaguardare il principio contenuto in questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pannarale n. 9/2660-A/34, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Carbone, Beni. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  450   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/2660-A/35, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIANNI MELILLA. Presidente, parliamo, in questo ordine del giorno, dei patronati. Come per la Resistenza occorre andare sulle montagne, per capire qual è oggi la situazione di una parte consistente del nostro popolo basta andare una mattina in una sede di un patronato, all'INCA, all'INAS, all'ITAL, e vedere tante persone, che appartengono alla parte meno abbiente di questo Paese, che vanno a chiedere informazioni sulle pensioni, l'invalidità, le contribuzioni, i permessi per i disabili e via discorrendo. Bene, un atto ambizioso, che vuole unificare tutta la normativa in materia di rapporti di lavoro, non può escludere i patronati. Anzi, non può emarginare i patronati, che invece hanno una dignità costituzionale essendo citati all'articolo 38 della Costituzione. Sottosegretario, sono anche disponibile a togliere nel dispositivo il riferimento all'incremento delle risorse finanziarie disponibili, – anche se i patronati non sono a carico dello Stato ma del Fondo previdenziale – per chiederle di riformulare il suo parere negativo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende intervenire.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melilla n. 9/2660-A/35, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paolo Russo, Dellai, Basso, Beni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  374   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no  345.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2660-A/36, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, l'articolo 39 della Costituzione dice che i sindacati possono stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce, i cosiddetti contratti erga omnes. Ma perché ciò possa accadere, la Costituzione ricorda che i sindacati devono essere rappresentativi dell'intero mondo del lavoro. Ora, sono quaranta, cinquant'anni che manca una legge su tale materia e sappiamo qual è stata l'evoluzione dell'articolo 19 dello Statuto dei diritti dei lavoratori, che la prassi ha rivoltato contro i sindacati maggiormente rappresentativi. Noi chiediamo al Governo di intervenire su questa materia e assumere un'iniziativa legislativa. Purtroppo, prendo atto che il Governo è sordo a questa intenzione, però devo anche dare atto che questo parere contrario è un contributo alla chiarezza, perché si capisce ancora una volta da che parte questo Governo sta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2660-A/36, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Carbone, Beni, Saltamartini, Luciano Agostini, Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  386   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   24    
    Hanno votato no  362.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Kronbichler n. 9/2660-A/37, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Marcon n. 9/2660-A/38, accolto dal Governo, purché riformulato.

  GIULIO MARCON. Presidente, non accettiamo questa riformulazione, anche perché il nostro ordine del giorno dice una cosa abbastanza scontata, che il Governo debba mettere, nel primo provvedimento possibile, le risorse necessarie per politiche attive del lavoro. Noi siamo in questa situazione: che il Governo ci propone di inserire l'espressione «valutare la possibilità», ma, mentre abbiamo una legge stabilità che in tre anni darà 21 miliardi di euro di sgravi alle imprese, abbiamo lo stesso provvedimento che praticamente non dà niente per le politiche attive del lavoro, e il Governo ci propone di valutare la possibilità.