Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Missione di una delegazione della III Commissione in Bosnia Erzegovina (7-9 maggio 2017)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 298
Data: 05/06/2017
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
Nota: Questo dossier contiene materiale protetto dalla legge sul diritto d'autore, pertanto la versione html è parziale. La versione integrale in formato pdf puň essere consultata solo dalle postazioni della rete Intranet della Camera dei deputati (ad es. presso la Biblioteca)

 

Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Missione di una delegazione
della III Commissione
in Bosnia Erzegovina

(7-9 maggio 2017)

 

 

 

 

 

 

 

n. 298

 

 

 

5 maggio 2017

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi

 

Dipartimento Affari esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi ed Uffici della Camera:

 

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – * cdrin1@camera.it

Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera č destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attivitŕ degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilitŕ per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

File: es0588.docx

 


INDICE

 

Schede di lettura

La Presenza italiana alle missioni militari nei Balcani (a cura del Servizio Studi) 5

L’Unione europea e la Bosnia Erzegovina (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea) 11

I rapporti parlamentari con la Bosnia (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 17

Osservatorio di politica internazionale

§  G. Dentice ‘Il percorso di stabilizzazione nei Balcani occidentali: i casi di Bosnia Erzegovina, Serbia e Kosovo, in: Osservatorio di Politica Internazionale – n. 70, novembre 2016  25

Pubblicistica

Rapporto Assemblea Parlamentare NATO

 


Schede di lettura

 


(…)

 


La Presenza italiana alle missioni militari nei Balcani
(a cura del Servizio Studi)

Le missioni militari nei Balcani

L'avvio

La presenza di missioni militari internazionali di pace, umanitarie e di stabilizzazione nei Balcani ha avuto inizio, a partire dal 1991, per attenuare i conflitti determinati dal processo di disgregazione della Repubblica iugoslava e dalla costituzione degli Stati nazionali, per governare le crisi e per arginare le conseguenze di carattere umanitario.

 

La natura dei conflitti

I conflitti che si sono determinati nell'area negli ultimi quindici anni sono stati principalmente di natura interetnica, nazionalistica e religiosa. Le crisi piů drammatiche hanno riguardato: la guerra serbo-bosniaca e il conflitto del Kosovo.

Le organizzazioni intenazionali

Nelle vicende dei Balcani sono intervenute le principali organizzazioni internazionali: l'ONU, la NATO, l'Unione europea, la UEO, l'OSCE. L'Italia ha partecipato a tutte le missioni militari che si sono avvicendate nei Balcani in relazione alle diverse crisi e nelle diverse aree.

Tra il 1991 e il 1992, in un alternarsi di attivitŕ diplomatiche e di guerre civili, sono divenuti Stati indipendenti la Bosnia-Erzegovina, la Croazia e la Slovenia.

L'Unione europea ha promosso una serie di iniziative diplomatiche per cercare di contenere nell'ambito diplomatico e pacifico il processo di indipendenza dei diversi Stati La missione EUMMed ha istituito, nel 1991 la missione EUMM (European Community Monitor Mission) che ha svolto, fino al 2006, attivitŕ di monitorizzazione degli sviluppi relativi alla sicurezza, all'economia, agli aspetti umanitari e a quelli politici, per consentire all'Unione europea di formulare una politica comune verso i Balcani. La missione si č svolta in Bosnia, Croazia, Macedonia ed Albania e inizialmente, prima dell'inizio del conflitto, anche nella Repubblica Federale iugoslava.

Le attivitŕ della missione sono state rilevate, a partire dal 1° gennaio 2003, dalla missione EUPM dell'Unione europea. L'EUPM ha garantito, pertanto, la continuitŕ delle attivitŕ iniziate dalla missione delle Nazioni Unite ed il sostegno dell'Unione Europea, ai fini della piena realizzazione dello stato di diritto in Bosnia-Erzegovina. Le attivitŕ, condotte sotto l'egida dell'Unione Europea, sono state aperte anche alla partecipazione di paesi terzi fino al 30 giugno 2012, termine del mandato.

La PSDC

Nell'ambito della PSDC le missioni si sono svolte anche nei seguenti paesi e territori: ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina. Si tratta in larga parte di azioni a sostegno di riforme della polizia, del sistema giudiziario e delle dogane e di rafforzamento della capacitŕ, che facilitano accordi di cessazione delle ostilitŕ e ne assicurano il rispetto.

Le missioni dell'UE attualmente operative nell'area dei Balcani sono due: quella militare EUFOR ALTHEA, lanciata nel 2004 per il mantenimento della sicurezza in Bosnia-Erzegovina e quella civile EULEX KOSOVO, istituita nel 2008, sullo stato di diritto e il sistema giudiziario.

Attualmente militari italiani sono presenti in KOSOVO nelle cittŕ di Belo Polje e di Pristina, sede del Quartier Generale del Comando NATO dell'operazione Joint Enterprise e della missione dell'Unione Europea Eulex Kosovo. In MACEDONIA, presso il Comando della NATO presso Skopje. In BOSNIA – HERZEGOVINA a Sarajevo, presso il Comando dell'Unione Europea dell'operazione Althea nonché in ALBANIA dove una Delegazione di Esperti opera presso la capitale Tirana.

La deliberazione governativa del 14 gennaio 2017

Lo scorso 16 gennaio il Governo ha trasmesso alle Camere la deliberazione del Consiglio dei ministri concernente la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali ed alle iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.

Le schede da 1 a 7, allegate alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2017, si riferiscono alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della partecipazione di personale militare e civile alle missioni internazionali che si svolgono nell'area dei Balcani.

 

Si ricorda che in relazione all'anno 2016 le autorizzazioni di spesa relative alle missioni in Europa sono state previste dall'articolo 1, commi 1- 8, del decreto legge n. 67 del 2016.

In particolare, il richiamato decreto ha riguardato le seguenti missioni nell'area dei Balcani:

  1. Joint Enterprise nei Balcani (KFOR, MSU, MLO Belgrado, NATO HQ Sarajevo, NLO Skopje - art. 1,co.1);
  2. European Union Rule of Law Mission in Kosovo (EULEX Kosovo - art.1 co.1 e 4);
  3. United Nations Mission     in Kosovo (UNMIK- art. 1, co.4)
  4. EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina (art.1,co.2);
  5. Missione bilaterale di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica (art.1,co.3);

 

Nello specifico, la scheda 1 riguarda la proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della partecipazione di personale militare alla missione NATO Joint Enterprise nei Balcani, da ultimo prevista nel comma 1 dell'articolo 1 del D.L. 67/2016.

L'Italia partecipa alla missione Joint Enterprise nei Balcani con 538 unitŕ di personale militare. La scheda in esame, fa, inoltre, presente che saranno inviati 202 mezzi terrestri e una unitŕ aerea. Il fabbisogno finanziario della missione č stimato in euro 78.599.769.

 

L'operazione Joint Enterprise č una missione della NATO svolta nell'area balcanica, con compiti di attuazione degli accordi sul «cessate il fuoco», di assistenza umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili. La missione č frutto della riorganizzazione della presenza della NATO nei Balcani operata alla fine del 2004 in coincidenza col termine dell'operazione "Joint Forge" in Bosnia Erzegovina e con il passaggio delle responsabilitŕ delle operazioni militari dalle forze NATO (SFOR) a quelle della Unione Europea (EUFOR). Le autoritŕ NATO decisero, infatti, l'unificazione di tutte le operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto operativo (definito dalla Joint Operation Area) dando origine il 5 aprile 2005 all'Operazione "Joint Enterprise". 

L'operazione Joint Enterprise comprende, pertanto, le attivitŕ di KFOR, MSU, ed i NATO Head Quarters di Skopje, Tirana e Sarajevo.

 

Le successive schede 2, 3 e 4 recano informazioni in merito alla proroga della partecipazione di personale militare e civile alla missione EULEX Kosovo (European Union Rule of Law Mission in Kosovo).

 

Si ricorda che la missione EULEX Kosovo, istituita con l'Azione comune 2008/124/PESC del Consiglio del 4 febbraio 2008, modificata e prorogata, da ultimo, fino al 14 giugno 2018 dalla decisione 2016/947/PESC del Consiglio dell'Unione europea del 14 giugno 2016, opera nella cornice della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999 (la stessa cha ha istituito la missione UNMIK), con la quale si č decisa la presenza in Kosovo di una amministrazione civile internazionale incaricata, in una fase finale, di supervisionare il trasferimento dell'autoritŕ dalle istituzioni kosovare provvisorie a istituzioni create in base a un accordo politico, nonché il mantenimento dell'ordine pubblico con l'istituzione di forze di polizia locali ottenuto dispiegando, nel frattempo, personale internazionale di polizia.

La missione, pertanto, sostiene le istituzioni, le autoritŕ giudiziarie e i servizi di contrasto kosovari nell'evoluzione verso la sostenibilitŕ e la responsabilizzazione del Paese, supportando, in particolare, lo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi giudiziario, di polizia e doganale e favorendo, altresě, l'adesione di tali sistemi alle norme riconosciute a livello internazionale.

 

Nello specifico la scheda 2 attiene alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della partecipazione di personale militare alla missione EULEX Kosovo (European Union Rule of Law Mission in Kosovo), da ultimo prevista dal comma 1, lettera a), dell'articolo 1 del D.L. 67/2016.

L'Italia partecipa alla missione con 4 unitŕ di personale della polizia di Stato. Il fabbisogno finanziario della missione č stimato in euro 322.283.

 

A sua volta la successiva scheda 3 fa riferimento alla proroga, per il medesimo periodo, della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EULEX Kosovo (European Union Rule of Law Mission in Kosovo) da ultimo prevista dal comma 4 dell'articolo 1 del D.L. 67/2016.

L'Italia partecipa alla missione con 23 unitŕ di personale della polizia di Stato. Il fabbisogno finanziario della missione č stimato in euro 1.379.46

 

Infine la successiva scheda 4 autorizza, anch'essa dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017. la proroga della partecipazione di due magistrati collocati fuori ruolo alla missione dell'Unione europea denominata European Union Rule of Law Mission in Kosovo (EULEX Kosovo), da ultimo prevista dal comma 5 dell'articolo 1 del D.L. 67/2016. Il fabbisogno finanziario della missione č stimato in euro 115.000.

 

La scheda n.5 fa riferimento alla partecipazione di una unitŕ di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK (United Nations Mission in Kosovo), di cui al comma 4 dell'articolo 1 del D.L. 67 del 2016.

Il fabbisogno finanziario della missione č stimato in euro 63.560.

 

UNMIK (United Nations Mission In Kosovo) č stata istituita dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999 che ha autorizzato la costituzione di una amministrazione civile provvisoria, guidata dalle Nazioni unite, per favorire un progressivo recupero di autonomia nella provincia del Kosovo, devastata dalla guerra. La missione, che lavora a stretto contatto con i leader politici locali e con la popolazione, svolge un ruolo molto ampio, coprendo settori che vanno dalla sanitŕ all'istruzione, dalle banche e finanza alle poste e telecomunicazioni.

Si ricorda che il Segretario generale dell'ONU ha deciso, il 12 giugno 2008, una riconfigurazione di UNMIK, principalmente nel settore del rule of law in vista di un passaggio di consegne alla missione EULEX, finalizzato ad un alleggerimento della stessa UNMIK. In seno alla missione č costituita un'unitŕ di intelligence contro la criminalitŕ (Criminal Intelligence Unit - C.I.U.), di supporto alla Amministrazione Provvisoria, anche per quanto riguarda i conflitti interetnici.

 

La scheda 6 fa riferimento alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della partecipazione di personale militare alla missione ALTHEA dell'Unione Europea in Bosnia-Erzegovina - all'interno della quale opera anche la missione IPU (Integrated Police Unit), di cui al comma 2 dell'articolo 1 del D.L. 67/2016.

L'Italia partecipa alla missione con 5 unitŕ di personale militare. Il fabbisogno finanziario della missione č stimato in euro 274.979

 

La missione dell'UE ALTHEA - prevista dall'azione comune 2004/570/PESC adottata dal Consiglio dell'Unione europea il 12 luglio 2004 a seguito della risoluzione 1551 (2004) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, richiamata dalla risoluzione 2315 (2016) č stata avviata il 2 dicembre 2004 rilevando le attivitŕ condotte dalla missione SFOR della NATO in Bosnia-Erzegovina, conclusasi a seguito della decisione, assunta dai Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza al vertice di Istanbul (28-29 giugno 2004) di accettare il dispiegamento delle forze dell'UE sulla base di un nuovo mandato delle Nazioni Unite (Risoluzione n. 1551 del 9 luglio 2004). L'operazione si svolge avvalendosi di mezzi e capacitŕ comuni della NATO; il compito della missione č quello di continuare a svolgere il ruolo specificato dall'accordo di pace di Dayton in Bosnia-Erzegovina e di contribuire a un ambiente sicuro, necessario per l'esecuzione dei compiti fondamentali previsti dal piano di attuazione della missione dell'Ufficio dell'Alto rappresentante e dal Processo di stabilizzazione e associazione).

Con la risoluzione 2315 (2016) adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite l'8 novembre 2016, č stato confermato il riconoscimento alla missione del ruolo principale per la stabilizzazione della pace sotto gli aspetti militari, da svolgere in collaborazione con il NATO HQ presente a Sarajevo, e il relativo mandato č stato rinnovato per un periodo di dodici mesi, fino al 8 novembre 2017.

Nell'ambito della missione ALTHEA operano forze di polizia ad ordinamento militare, EUROGENDFOR, (European Gendarmerie Force), destinate al contrasto alle organizzazioni criminali ed alla sicurezza della Comunitŕ internazionale.

L'Arma dei carabinieri costituisce una componente di tali forze, denominata IPU (Integrated Police Unit), con sede a Sarajevo.

 

A sua volta la scheda 7 concerne la proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della partecipazione di personale militare al programma delle Forze di polizia italiane (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Corpo della Guardia di Finanza) in Albania e nei paesi dell'area balcanica, di cui al comma 3 dell'articolo 1 del D.L. 67/2016.

L'Italia partecipa alla missione con 57 unitŕ di personale militare. Il fabbisogno finanziario della missione č stimato in euro 6.028.081

 

I programmi di cooperazione sono svolti nell'ambito del protocollo d'intesa (cosiddetto Bilaterale Interni) firmato a Roma il 17 settembre 1997 dai Ministri degli interni italiano e albanese, che prevede l'impegno italiano ad affiancare i vertici delle amministrazioni albanesi con esperti delle Forze di polizia nazionali, per cooperare nella riorganizzazione delle strutture di polizia albanesi. Il compito č affidato ad una missione, composta da nuclei distinti: uno centrale, uno di frontiera marittima, e da nuclei territoriali.

 

 


L’Unione europea e la Bosnia Erzegovina
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

La Bosnia-Erzegovina č riconosciuta come uno dei paesi dei Balcani occidentali potenziali candidati all’adesione all’UE sin dal 2003 e ha ufficialmente presentato la domanda di adesione all’UE il 15 febbraio 2016.

Il Consiglio dell’UE il 20 settembre 2016 ha deciso di avviare la procedura per l’adesione prevista all’art. 49 del TUE, invitando la Commissione a presentare il suo parere[1].

Paesi candidati

 
Si ricorda che al momento hanno status di paese candidato i seguenti paesi dei Balcani occidentali: Albania (da giugno 2014, i negoziati di adesione non sono ancora stati avviati); Ex Repubblica iugoslava di Macedonia (dal dicembre 2005, i negoziati di adesione non sono ancora stati avviati); Montenegro (dal dicembre 2010, i negoziati di adesione sono stati avviati a giugno 2012. Al momento sono stati aperti 20 capitoli negoziali e ne sono stati chiusi 2, Scienza e ricerca ed Istruzione e cultura); Serbia (da marzo 2012, i negoziati di adesione sono stati avviati a gennaio 2014. Al momento sono stati aperti 4 capitoli negoziali). Il Kosovo č ancora potenziale candidato (si ricorda che 5 Stati membri dell’UE non riconoscono il Kosovo: Cipro, Grecia, Spagna, Romania, Repubblica Slovacca).

Il 9 dicembre 2016 il Commissario all’allargamento Johannes Hahn ha consegnato al premier bosniaco Denis Zvizdic il questionario (circa 3.500 domande) della Commissione europea necessario ad accertare la condizione della Bonsia-Erzegovina in vista della concessione dello status di paese candidato all'adesione.

Lo scorso 11 aprile, il Ministro per gli affari esteri della Bosnia-Erzegovina, Igor Crnadak, in occasione di una audizione presso la Commissione affari esteri del Parlamento europeo ha dichiarato che spera che la Bosnia-Erzegovina possa ottenere lo status di paese candidato entro la fine del 2017.

Il nuovo Accordo di stabilizzazione e associazione tra la UE e la Bosnia- Erzegovina č entrato in vigore il 1° giugno 2015. Esso era stato firmato nel 2008, ma la sua entrata in vigore era stata sospesa e si č sbloccata in seguito all'impegno scritto a favore dell'integrazione nell'UE, adottato dalla Presidenza della Bosnia-Erzegovina il 29 gennaio 2015, firmato dai leader di tutti i partiti politici e approvato dal Parlamento della Bosnia-Erzegovina il 23 febbraio 2015. Esso contiene un impegno a promuovere riforme a tutti i livelli di governo, rafforzare la capacitŕ amministrativa ed accelerare il processo di riconciliazione, anche attraverso l’applicazione della sentenza Sejdić-Finci della Corte europea dei diritti dell'uomo.

L’accordo ciazione

 
Con la sentenza sulla discriminazione etnica nella composizione istituzionale del paese (causa Sejdic-Finci), adottata nel 2009, la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato la Bosnia Erzegovina poiché le disposizioni della Costituzione prevedono che solo cittadini di etnia serba, croata o bosniaca possono essere eletti alla Presidenza e alla Camera del popolo.

La missione EUFOR Althea

 
L’UE č presente in Bosnia-Erzegovina con la missione PSDC di peacekeeping EUFOR Althea.

Avviata nel 2004, in sostituzione della missione SFOR della NATO, la missione ha contribuito al mantenimento della sicurezza in Bosnia e Erzegovina. Il contingente EUFOR – inizialmente composto da 7.000 unitŕ - č costituito da  600 unitŕ circa. Obiettivi della missione sono: sostegno agli sforzi della Bosnia-Erzegovina per garantire un ambiente sicuro; formazione e capacity-building per il Ministero della difesa e le forze armate. La missione, alla quale partecipano 17 Stati membri, tra cui l’Italia, piů cinque Paesi partner (Albania, Cile, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Svizzera e Turchia), ha un bilancio di 14 milioni di euro.

Rappresentante speciale dell’UE

 
In Bosnia-Erzegovina č presente anche un Rappresentante speciale dell’UE[2] che svolge un ruolo di coordinamento generale della politica dell’UE e, in particolare, nel settore dello Stato di diritto.

Il Rappresentante speciale, sotto l’autoritŕ dell’Alto rappresentante, ha mandato in particolare di:

·       offrire la consulenza dell’UE nel processo politico ed assicurare la coerenza dell'azione dell'Unione;

·       facilitare i progressi su prioritŕ politiche, economiche ed europee;

·       monitorare e offrire consulenza alle autoritŕ esecutive e legislative a tutti i livelli dell'amministrazione e stabilire contatti con le autoritŕ e i partiti politici;

·       assicurare l'attuazione degli sforzi dell'Unione nell'intera gamma di attivitŕ in materia di stato di diritto e di riforma del settore della sicurezza, promuovere il coordinamento globale degli sforzi dell'Unione per far fronte alla criminalitŕ organizzata e alla corruzione;

·       fornire sostegno rendere piů efficace l’interfaccia tra giustizia penale e polizia;

·       fornire al comandante della missione EUFOR Althea orientamenti politici su questioni militari aventi una dimensione politica locale;

·       promuovere il processo di integrazione nell'UE mediante iniziative mirate di diplomazia pubblica e di divulgazione;

·       contribuire allo sviluppo e al consolidamento del rispetto dei diritti umani e delle libertŕ fondamentali;

·       avviare un dialogo con le autoritŕ competenti sulla loro piena collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (ICTY);

·       assistere, facilitare e monitorare il dialogo politico sui necessari cambiamenti costituzionali e fornire consulenza al riguardo;

·       mantenere contatti con altre organizzazioni internazionali presenti nel paese.

Il Consiglio dell'Unione europea il 30 marzo 2017 ha deciso di prorogare fino al 31 marzo 2018 la decisione (fino ad ora mai applicata) relativa alla possibilitŕ adottare misure restrittive (divieto di viaggio e congelamento di beni), per persone fisiche e giuridiche, che

a)      compromettano la sovranitŕ, l'integritŕ territoriale, l'ordine costituzionale e la personalitŕ internazionale della Bosnia - Erzegovina;

b)      ) minaccino gravemente la sicurezza in Bosnia-Erzegovina;

c)       ) compromettano l'accordo quadro generale di pace di Dayton/Parigi e i relativi allegati, comprese le misure stabilite in applicazione di detto accordo.

 

Relazione 2016 della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione

Nell’ultima relazione annuale sulla strategia dell’UE per l’allargamento, presentata il 9 novembre 2016, la Commissione europea, per quanto riguarda la Bosnia–Erzegovina, ha formulato una serie di raccomandazioni.

Per quanto concerne il rispetto dei criteri politici per l’adesione all’UE:

·     gli sforzi di riforma orientati all'adesione all’UE devono essere mantenuti per far fronte a problemi strutturali radicati che hanno ritardato finora lo sviluppo del paese, anche da un punto di vista socioeconomico. In particolare sono prioritari il rafforzamento dello Stato di diritto e della pubblica amministrazione;

·     il meccanismo di coordinamento sulle questioni europee, istituito nell’agosto del 2016, deve essere messo in funzione ai fini della definizione del programma strategico per il ravvicinamento giuridico del paese all’UE;

·     la costituzione della Bosnia-Erzegovina continua a non essere conforme alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, come sancito dalla sopra citata sentenza nella causa Sejdić-Finci. Le decisioni della Corte costituzionale devono ancora essere pienamente applicate in tutto il paese;

·     il sistema giudiziario della Bosnia-Erzegovina ha un limitato livello di preparazione. In particolare deve essere rafforzata l'indipendenza del potere giudiziario;

·      vi č un limitato livello di preparazione nella lotta contro la corruzione che persiste in numerosi settori. Il dichiarato impegno politico nel merito non si č tradotto in risultati,

·     la Bosnia-Erzegovina ha raggiunto un limitato livello di preparazione per quanto riguarda la lotta contro la criminalitŕ organizzata. Č necessario intensificare le indagini finanziarie e il paese deve ancora soddisfare gli standard internazionali in materia di antiriciclaggio e di lotta al finanziamento del terrorismo;

·     il paese č stato seriamente colpito dal fenomeno dei combattenti terroristi stranieri e dalla radicalizzazione. La Bosnia-Erzegovina ha giŕ adottato misure significative per far fronte a tale problema, che devono essere integrate da ulteriori disposizioni per individuare, prevenire e bloccare il flusso di terroristi combattenti stranieri;

·     deve essere intensificato l'impegno per affrontare le questioni relative ai diritti umani e delle minoranze. Non č stato compiuto alcun progresso in materia di libertŕ di espressione. I casi di pressione politica e di intimidazione nei confronti dei giornalisti devono avere un adeguato seguito giudiziario;

·     restano da affrontare le questioni della stabilitŕ finanziaria del sistema di radiodiffusione pubblico e della mancanza di trasparenza per quanto riguarda la proprietŕ dei mezzi di comunicazione.

Per quanto riguarda il rispetto dei criteri economici per l’adesione all’UE e l’allineamento con l’acquis:

·     il paese si trova ancora in una fase iniziale nello sviluppo di un'economia di mercato funzionante. Il settore pubblico č inefficiente e lo sviluppo del settore privato č lento. Ai fini della rapida attuazione delle necessarie riforme strutturali, sarŕ fondamentale un forte e costante sostegno politico;

·     la Bosnia-Erzegovina č in una fase iniziale di preparazione per quanto riguarda la capacitŕ di far fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Non sono stati compiuti progressi per quanto riguarda la competitivitŕ del paese;

·     per quanto riguarda il ravvicinamento con le norme europee, sono necessari ulteriori sforzi in materia di giustizia, libertŕ e sicurezza, concorrenza, industria e PMI, agricoltura, politiche ambientali e in materia di cambiamenti climatici, energia e societŕ dell'informazione e media.

 

Risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione 2016 della Commissione

Il 15 febbraio 2017 il Parlamento europeo ha approvato, a larga maggioranza (496 sě, 132 no, 67 astensioni), una risoluzione sul processo di avvicinamento della Bosnia-Erzegovina all’Unione europea nella quale, in particolare:

·     accoglie con favore l'esame, da parte del Consiglio, della domanda di adesione all'UE, nonché la consegna del questionario e, a tale proposito, invita le autoritŕ competenti bosniache, a tutti i livelli, a impegnarsi attivamente, a cooperare e a coordinarsi nell'ambito della partecipazione al processo di adesione, rispondendo alle richieste di informazioni della Commissione europea con un unico insieme di risposte coerenti;

·     riconosce i progressi compiuti nell'attuazione del programma di riforme 2015-2018, che deve proseguire in modo armonizzato ed efficace, al fine di ottenere un cambiamento reale e miglioramenti tangibili alla vita dei cittadini;

·     lamenta tuttavia il fatto che gli sforzi di riforma comuni sono ancora ostacolati da divisioni etniche e politiche, causate da tendenze disgregatrici, che ostacolano il normale sviluppo democratico del sistema federale, e dall'ulteriore politicizzazione delle amministrazioni pubbliche;

·     chiede con urgenza un approccio piů armonizzato all'elaborazione e al coordinamento delle politiche tra tutti i livelli di governo, la depoliticizzazione della pubblica amministrazione e del settore pubblico, una migliore pianificazione a medio termine e una strategia chiara in materia di gestione delle finanze pubbliche;

·     sottolinea l'esigenza di rafforzare l'efficienza e l'indipendenza della magistratura, anche attraverso la sua depoliticizzazione, di combattere la corruzione nell'apparato giudiziario e di attuare procedure adeguate di esecuzione delle decisioni dei tribunali; sollecita una rapida adozione del piano d'azione per l'attuazione della riforma del settore giudiziario per il periodo 2014-2018 e invita alla piena attuazione delle leggi in materia di tutela dei minori e di accesso effettivo alla giustizia da parte dei minori;

·     constata alcuni progressi nella lotta alla criminalitŕ organizzata, ma sottolinea la necessitŕ di rafforzare ulteriormente il quadro della cooperazione tra i vari organismi di contrasto e di potenziare le capacitŕ nel campo dell'antiterrorismo anche mediante l’adozione di misure contro il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro;

·     ribadisce la necessitŕ di progredire nella lotta contro la tratta di esseri umani ed esorta la Federazione a modificare rapidamente il codice penale per bandire la tratta di esseri umani in tutte le sue forme;

·     ritiene essenziale incrementare la partecipazione del pubblico al processo decisionale e coinvolgere in modo piů efficace i cittadini, ivi compresi i giovani, nel processo di adesione all'UE;

·     chiede che siano adottati una strategia nazionale in materia di diritti umani e di non discriminazione e ulteriori provvedimenti per garantire l'efficace attuazione degli strumenti internazionali per i diritti umani firmati e ratificati dalla Bosnia-Erzegovina.

 

 

Conclusioni del Presidente del Consiglio dell’UE sui Balcani occidentali

Il 9 marzo 2017 il Consiglio dei ministri dell’UE ha discusso della fragile situazione nei Balcani occidentali, che continuerŕ a monitorare, alla luce delle sfide interne ed esterne che la regione si trova ad affrontare. Nelle conclusioni del Presidente si sottolinea l’importanza che rivestono la prosecuzione del processo di riforma, le relazioni di buon vicinato e le iniziative di cooperazione regionale inclusive. Il Consiglio ha ribadito il suo inequivocabile sostegno alla prospettiva europea nei Balcani occidentali e, compiacendosi dei progressi compiuti dai paesi della regione, ha sottolineato che l’Unione europea resta impegnata e attiva a tutti i livelli per assistere questi paesi nella realizzazione di riforme e progetti orientati all’UE.

 

Assistenza finanziaria

Nell'ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2014-2020, č stato approvato l’11 marzo 2014 il nuovo regolamento (UE) n. 231/2014 che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA II). Il regolamento fissa il quadro normativo attraverso il quale l’UE fornisce assistenza tecnica e finanziaria ai paesi candidati e potenziali candidati all’adesione e prevede uno stanziamento complessivo per l’intero periodo di 11,7 miliari di euro, che dovrŕ essere distribuito tra gli stati beneficiari.

Nel programma strategico per la Bosnia–Erzegovina per il periodo 2014 2017, la Commissione europea ha previsto uno stanziamento complessivo di 165,8 milioni di euro che saranno destinati ad azioni in tre aree 1) democrazia, stato di diritto e rispetto dei diritti fondamentali (64 milioni di euro); 2) competitivitŕ e innovazione (63.8 milioni di euro); 3) istruzione, politiche sociale e lotta alla disoccupazione (38 milioni di euro).

 

 

 

 


I rapporti parlamentari con la Bosnia
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 

RAPPORTI PARLAMENTARI CON LA

BOSNIA ed ERZEGOVINA

 

XVII LEGISLATURA

 

Il 4 marzo 2016 č stato sottoscritto il Protocollo di cooperazione parlamentare tra la Camera dei deputati e la Camera dei Rappresentanti di Bosnia ed Erzegovina (vedi infra).

 

Incontri bilaterali

Il 4 marzo 2016 la Presidente Boldrini ha incontrato la Presidente della Camera dei Rappresentanti bosniaca, Borjana Krišto, accompagnata dai due Vice Presidenti, Mladen Bosić e Šefik Džaferović, in visita a Roma per la firma del Protocollo di cooperazione parlamentare tra la Camera dei deputati e la Camera dei Rappresentanti di Bosnia ed Erzegovina.

La Presidente Boldrini, su invito dell’allora Presidente della Camera dei Rappresentati bosniaca, Šefik Džaferović, ha effettuato una visita ufficiale in Bosnia ed Erzegovina dal 9 all'11 luglio 2015[3]. L'11 luglio ha rappresentato l'Italia alla cerimonia ufficiale di commemorazione del ventesimo anniversario del genocidio di Srebrenica.

In occasione della visita, la Presidente, accompagnata dalla Ministra della Difesa Marina Pendeš, ha reso onore sul monte Zec, nelle vicinanze di Sarajevo, all'equipaggio italiano del G 222, il velivolo dell'aeronautica militare impegnato in una missione umanitaria, abbattuto il 3 settembre 1992, durante la guerra in Bosnia. A Sarajevo, la Presidente ha effettuato incontri con il Presidente della Camera dei Rappresentanti, Šefik Džaferović, e della Camera dei Popoli, Bariša Čolak, nonchč con il premier bosniaco Denis Zvizdić. A Sarajevo la Presidente Boldrini ha avuto un colloquio anche con il Vice Segretario Generale dell'ONU, Jan Eliasson. La Presidente ha incontrato inoltre i cooperanti di "Vasa Prava" (Ong impegnata nella tutela dei diritti di rifugiati e sfollati), la cooperativa agricola "Insieme" di Bratunac e il rappresentante della comunitŕ Rom bosniaca, Dervo Sejdić; ha inoltre visitato la Collezione d'arte contemporanea Ars Aevi, iniziativa nata durante l'assedio di Sarajevo. La visita in Bosnia si č conclusa l'11 luglio con la visita al Memoriale di Potočari, presso Srebrenica, e la partecipazione alla cerimonia di commemorazione del genocidio. La Presidente ha svolto un intervento nel corso della cerimonia.

Il 14 novembre 2013, la Presidente Boldrini, aveva incontrato l’allora Presidente di turno della Camera dei Rappresentanti della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina, Denis Becirovic.

Il 20 settembre 2013 il Presidente della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa, on. Sandro Gozi ha incontrato l’Ambasciatore Nerkez Arifhodzic.

 

Protocollo di collaborazione

Il 4 marzo 2016 la Presidente Boldrini e la Presidente della Camera dei Rappresentanti bosniaca, Borjana Krišto, accompagnata dai due Vice Presidenti, Mladen Bosić e Šefik Džaferović, hanno sottoscritto il Protocollo di cooperazione parlamentare tra la Camera dei deputati e la Camera dei Rappresentanti di Bosnia ed Erzegovina. Il protocollo si prefigge l'obiettivo di favorire lo scambio di esperienze e buone prassi a sostegno del processo di avvicinamento della Bosnia all'Ue. E’ stata designata a coordinare i rapporti con il Parlamento bosniaco la deputata Tamara Blazina.

L'onorevole Blazina ha incontrato il 31 maggio 2016 il suo omologo, Predrag Kozul, Presidente della Commissione Bilancio e Finanze della Camera dei Rappresentanti, a Sarajevo.

Visita di studio

Dal 2 al 3 marzo 2017 si č svolta una visita di studio di una delegazione di parlamentari bosniaci alla Camera dei deputati, in attuazione del Protocollo. La deputata Tamara Blazina ha accolto e seguito la delegazione. La delegazione bosniaca era guidata da Predrag Kozul, presidente della commissione bilancio e finanze della Camera dei Rappresentanti bosniaca, nonché' coordinatore per la parte bosniaca delle attivitŕ del protocollo; ne facevano parte anche gli altri due Vicepresidenti della commissione, Salko Sokolovic e Nerad Lalic, e un funzionario del parlamento bosniaco. Nel corso delle due giornate, la delegazione ha incontrato il presidente della commissione bilancio, Francesco Boccia, il presidente della commissione finanze, Maurizio Bernardo, il senatore Francesco Scalia, presidente della sezione di amicizia Italia-Europa Sudorientale dell'Unione interparlamentare, e alcuni funzionari della Camera. Al centro dei colloqui il tema delle procedure di bilancio e finanziarie anche in riferimento al quadro europeo.

 

Commissioni

Il 26 febbraio 2016 il Presidente della Commissione esteri, Fabrizio Cicchitto ha incontrato l’Ambasciatrice della Bosnia ed Erzegovina a Roma Željana Zovko.

 

Sedi multilaterali

Delegazioni Parlamentari

La Bosnia ed Erzegovina invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa (di cui č diventata membro effettivo il 24 aprile 2002), dell'OSCE e dell'InCE (Iniziativa Centro Europea, di cui ha detenuto la presidenza di turno nel 2016). E’ inoltre membro associato dell’Assemblea Parlamentare della NATO.

NATO Dal 21 al 23 marzo 2017, si č svolto a Sarajevo il 94mo Seminario Rose-Roth, e, congiuntamente la riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente. Ai lavori hanno partecipato i deputati Andrea Manciulli, Presidente della delegazione parlamentare italiana all’Assemblea della NATO, Paolo Alli, Vicepresidente della delegazione e Presidente dell’Assemblea parlamentare della NATO, Nino Bosco, Bruno Censore e Roberto Morassut, e i senatori Franco Panizza e  Domenico Scilipoti Isgrň. I temi principali discussi nel corso della riunione hanno riguardato la situazione in Bosnia Erzegovina, le sue aspirazioni euroatlantiche, l’instabilitŕ nei Balcani con particolare riguardo alla minaccia terroristica e alla radicalizzazioni di matrice jihaidista. Nel corso della riunione l’on. Mnciulli ha presentato il suo rapporto “La minaccia terroristica all’Europa e ai Balcani”. L’on. Alli, in qualitŕ di Presidente dell’Assemblea NATO, ha avuto alcuni incontri di alto livello tra cui i Presidenti della Camera dei Rappresentanti e della Camera dei popoli, Sefik Dzaferovic e Barisa Colak; la ministra della difesa Marina Pendes; la Comandante e Rappresentante militare NATO a Sarajevo, Gen. Brig. Giselle Willz e due membri della Presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, Bakir Izbetegovic e Dragan Covic.

Si segnala che il 16 marzo 2017 la Delegazione italiana presso l'Assemblea Parlamentare della Nato ha organizzato presso la Camera dei deputati la conferenza su "La minaccia della radicalizzazione jihadista nei Balcani: una sfida per la sicurezza europea

 

CdE in particolare si segnala che il 2 ottobre 2013 nel corso della sessione ordinaria (quarta parte), l’Assemblea del CdE ha approvato[4] la Raccomandazione n. 2025 nella quale si deplora la mancata attuazione delle riforme costituzionali sia a livello dello Stato centrale che delle due Entitŕ, nonché della mancata applicazione della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in riferimento al caso Sejdić-Finci. Si chiede quindi al Comitato dei Ministri del CdE di sollecitare le autoritŕ ed i leader politici del paese ad emendare, senza indugi, la Costituzione e la legge elettorale in conformitŕ alla sentenza CEDU[5].

Sejdić e Finci v Bosnia ed Erzegovina č stato un caso deciso dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2009, che ha ravvisato una violazione della Convenzione sui Diritti dell’uomo. I ricorrenti erano i cittadini di Bosnia-Erzegovina, Dervo Sejdić e Jakob Finci, rispettivamente rappresentanti della comunitŕ ebraica e rom bosniaca, che si erano rivolti alla Corte mettendo in discussione il quadro costituzionale stabilito a Dayton, secondo cui solo i rappresentanti dei tre popoli costitutivi (bosgnacchi, serbi e croati) possono candidarsi alla presidenza del Paese o alla Camera dei Popoli escludendo i cosiddetti “Altri” ovvero appartenenti a minoranze nazionali o chiunque non voglia dirsi componente di uno dei tre popoli costituenti. Il 22 dicembre 2009 la Corte Europea per i Diritti Umani ha stabilito, nel caso “Sejdić e Finci contro Bosnia ed Erzegovina”, che la Costituzione bosniaca viola i diritti delle minoranze e va cambiata.

 

Monitoraggio elettorale

Alla missione di monitoraggio delle elezioni parlamentari del 12 ottobre 2014 hanno partecipato, in rappresentanza dell’Assemblea per l'OSCE, OSCE: Marietta Tidei (PD), Capo della Delegazione dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE; sen. Luigi Compagna (NCD); sen. Sergio Divina (LNP), Emma Fattorini (PD); per l'Assemblea del Consiglio d'Europa, il sen. Paolo Corsini (PD).

Alle elezioni parlamentari del 1° ottobre 2006 prese parte l'on. Gianni Farina (Ulivo), in rappresentanza dell'Assemblea OSCE.

IAI – Iniziativa Adriatico Ionica

La Bosnia-Erzegovina partecipa alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa Adriatico Ionica, di cui fanno parte 8 paesi: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia.

L’ultima riunione, la XV Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi membri dell'Iniziativa Adriatico-Ionica, si č tenuta il 6 e 7 aprile 2017, a Ioannina (Grecia). L’onorevole Tamara Blažina, componente della delegazione parlamentare presso l'InCE, ha presenziato ai lavori in rappresentanza della Camera dei deputati mentre Lodovico Sonego, Presidente della Delegazione InCE, ha partecipato in rappresentanza della presidenza del Senato. I temi della Conferenza sono stati "La crescita blu nella Macroregione Adriatico-ionica" e "L'importanza della dimensione parlamentare dell'Iniziativa Adriatico-Ionica". A conclusione della riunione č stata adottata una dichiarazione congiunta.

La Presidenza dell'Iniziativa, dal 1° giugno 2017 al 31 maggio 2018, č esercitata dall’Italia.

La IAI č nata con la I° Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri, riunitasi a Zara nell’aprile 2001, su invito del Presidente del Parlamento croato[6], allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle legislazioni nazionali nelle materie di cooperazione, nonché l'adeguamento delle medesime legislazioni all'acquis comunitario, favorendo il Processo di Stabilizzazione e Associazione. L’Iniziativa prevede una riunione[7] annuale dei Presidenti dei Parlamenti coinvolti, presso il paese che detiene la presidenza di turno.

 

AP-UpM – Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo

La Bosnia ed Erzegovina partecipa all’Unione per il Mediterraneo e dal marzo 2010 all’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM).

La prossima sessione plenaria sarŕ ospitata a Roma dalla Camera dei deputati il 12 e 13 maggio 2017 nel corso della Presidenza italiana dell’AP-UpM. Alla riunione prenderanno parte Bariša Čolak, Presidente della Camera dei Popoli, Borjana Krišto, Primo Vicepresidente della Camera dei Rappresentanti, e gli onorevoli Diana Zelenika e Hazim Rančić.

 

PAM - Assemblea Parlamentare del Mediterraneo

Il Parlamento bosniaco fa inoltre parte della PAM costituita in ambito dell’Unione Interparlamentare.

 

Unione interparlamentare - UIP

E’ stato costituito nell’ambito dell’Unione interparlamentare la sezione di amicizia Italia-Europa sud-orientale (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia, Montenegro, Slovenia, Bielorussia, Cipro). E’ stato designato a presiedere la sezione il senatore Francesco Scalia (Pd); ne fanno altresě parte i deputati Pilozzi, Russo e Rampi e i senatori Stefano, Collina, Fazzone, Di Biagio, Margiotta.

 

Attivitŕ legislativa

·       Legge n. 14/15 del 10 febbraio 2015, Ratifica dell'Accordo di cooperazione nel campo della cultura e dell'istruzione e dello sport fra Italia e Bosnia ed Erzegovina, del 2004.

 

****

 

Anniversario del genocidio di Srebrenica.

Si segnala che il 9 luglio 2015 la Camera dei deputati ha ospitato la commemorazione del 20° anniversario del genocidio di Srebrenica (tale evento č stato ospitato dalla Camera anche nel 2013, nel 2012 e nel 2011).

 

Premio Langer.

In occasione del ventennale della morte di Alexander Langer, che coincide con il ventennale della fine della guerra e del genocidio di Srebrenica, il 17 giugno 2015, su iniziativa delle deputate dell'Ufficio di presidenza della Camera, si č svolta la cerimonia di assegnazione del Premio internazionale Alexander Langer 2015. Il premio č stato conferito all'associazione "Adopt Srebrenica".

 

“Azione Balcani occidentali”

Da segnalare anche che il Parlamento della Bosnia ed Erzegovina aveva fatto parte del gruppo di Parlamenti di alcuni paesi balcanici, che sono stati oggetto del progetto formativo “Azione Balcani occidentali” che si č svolto nel 2008. L’Amministrazione della Camera ha aderito a tale progetto sviluppando propri moduli formativi.

 


Osservatorio di politica internazionale

 


 

 

 


Pubblicistica

 


 

(…)

 

 


Rapporto Assemblea Parlamentare NATO

 


(…)

 

 

 


 

 



[1]    L’Art. 49 del TUE prevede, in particolare, che lo status di paese candidato venga concesso dal Consiglio dell’UE a seguito di un parere favorevole da parte della Commissione e sia soggetto all’avallo da parte del Consiglio europeo. Al momento, hanno status di paese candidato i seguenti paesi dei Balcani: Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia. Oltre alla Bosnia-Erzegovina, altro potenziale candidato č il Kosovo.

[2]    Con la decisione del 19 gennaio 2015, il Consiglio dell’UE ha nominato rappresentante speciale per la Bosnia – Erzegovina Lars-Gunnar Wigemark.

[3]    Si ricorda, infine, la visita ufficiale in Bosnia-Erzegovina dell’allora Presidente della Camera Fini a maggio 2012.

[4]    A favore 119 deputati, 39 i contrari, 4 gli astenuti. Il 20 settembre 2013 il Presidente della delegazione parlamentare del Consiglio d’Europa, Sandro Gozi, aveva in proposito ricevuto l'Ambasciatore di Bosnia ed Erzegovina Nerkez Arifhodzic. Nel corso dell'incontro l'Ambasciatore aveva espresso le riserve bosniache sul testo ed aveva auspicato un suo respingimento da parte dell'Assemblea. La risoluzione sul “Funzionamento delle istituzioni democratiche in Bosnia Erzegovina” poi discussa e votata il 2 ottobre 2013.

[5]    In quell’occasione sono stati comunque cassati i paragrafi in cui: 1) si chiedeva  al Comitato dei Ministri “di valutare l’opportunitŕ di sospendere la Bosnia-Erzegovina dal suo diritto di rappresentanza; 2) si prospettava di “prendere in considerazione l'idea di imporre sanzioni contro la delegazione della Bosnia-Erzegovina”.

[6]    La Camera č stata rappresentata dal Vicepresidente Pierluigi Petrini.

[7]    Nel corso della seconda riunione (Atene, 2002) era stata avanzata la proposta, da parte croata, relativa alle Rules of Procedures della Dimensione parlamentare dell’Iniziativa con la creazione, tra l’altro, di organi aggiuntivi; tale proposta, non č stata tuttavia accolta.