Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri |
Titolo: | Missione di una delegazione della III Commissione in Bosnia Erzegovina (7-9 maggio 2017) |
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 298 |
Data: | 05/06/2017 |
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
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Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Missione di
una delegazione (7-9 maggio
2017) |
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n. 298 |
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5 maggio 2017 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi Dipartimento
Affari esteri ( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it |
Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi ed Uffici della Camera: |
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File:
es0588.docx |
INDICE
La Presenza italiana alle missioni
militari nei Balcani (a cura del Servizio
Studi)
L’Unione europea e la Bosnia
Erzegovina (a cura dell’Ufficio Rapporti
con l’Unione europea)
I rapporti parlamentari con la
Bosnia (a cura del Servizio Rapporti
Internazionali)
Osservatorio
di politica internazionale
Rapporto
Assemblea Parlamentare NATO
Le missioni militari nei Balcani
La presenza di missioni
militari internazionali di pace, umanitarie e di stabilizzazione nei Balcani ha
avuto inizio, a partire dal 1991, per attenuare i conflitti determinati dal
processo di disgregazione della Repubblica iugoslava e dalla costituzione degli
Stati nazionali, per governare le crisi e per arginare le conseguenze di
carattere umanitario.
I conflitti che si sono
determinati nell'area negli ultimi quindici anni sono stati principalmente di
natura interetnica, nazionalistica e religiosa. Le crisi piů drammatiche hanno
riguardato: la guerra serbo-bosniaca e il conflitto del Kosovo.
Nelle vicende dei Balcani
sono intervenute le principali organizzazioni internazionali: l'ONU, la NATO,
l'Unione europea, la UEO, l'OSCE. L'Italia ha partecipato a tutte le missioni
militari che si sono avvicendate nei Balcani in relazione alle diverse crisi e
nelle diverse aree.
Tra il 1991 e il 1992, in
un alternarsi di attivitŕ diplomatiche e di guerre civili, sono divenuti Stati
indipendenti la Bosnia-Erzegovina, la Croazia e la Slovenia.
L'Unione europea ha
promosso una serie di iniziative diplomatiche per cercare di contenere
nell'ambito diplomatico e pacifico il processo di indipendenza dei diversi
Stati La missione EUMMed ha istituito, nel 1991 la missione EUMM (European
Community Monitor Mission) che ha svolto, fino al 2006, attivitŕ di
monitorizzazione degli sviluppi relativi alla sicurezza, all'economia, agli
aspetti umanitari e a quelli politici, per consentire all'Unione europea di
formulare una politica comune verso i Balcani. La missione si č svolta in
Bosnia, Croazia, Macedonia ed Albania e inizialmente, prima dell'inizio del
conflitto, anche nella Repubblica Federale iugoslava.
Le attivitŕ della missione
sono state rilevate, a partire dal 1° gennaio 2003, dalla missione EUPM
dell'Unione europea. L'EUPM ha garantito, pertanto, la continuitŕ delle
attivitŕ iniziate dalla missione delle Nazioni Unite ed il sostegno dell'Unione
Europea, ai fini della piena realizzazione dello stato di diritto in
Bosnia-Erzegovina. Le attivitŕ, condotte sotto l'egida dell'Unione Europea,
sono state aperte anche alla partecipazione di paesi terzi fino al 30 giugno
2012, termine del mandato.
Nell'ambito
della PSDC le missioni si sono svolte anche nei seguenti paesi e territori: ex
Repubblica jugoslava di Macedonia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina. Si tratta in
larga parte di azioni a sostegno di riforme della polizia, del sistema
giudiziario e delle dogane e di rafforzamento della capacitŕ, che facilitano
accordi di cessazione delle ostilitŕ e ne assicurano il rispetto.
Le
missioni dell'UE attualmente operative nell'area dei Balcani sono due: quella
militare EUFOR ALTHEA, lanciata nel 2004 per il mantenimento della sicurezza in
Bosnia-Erzegovina e quella civile EULEX KOSOVO, istituita nel 2008, sullo stato
di diritto e il sistema giudiziario.
Attualmente militari italiani sono presenti in KOSOVO nelle cittŕ di Belo
Polje e di Pristina, sede del Quartier
Generale del Comando NATO dell'operazione Joint Enterprise e della missione dell'Unione Europea Eulex Kosovo. In MACEDONIA, presso il Comando della NATO presso Skopje. In BOSNIA – HERZEGOVINA a Sarajevo, presso il Comando dell'Unione Europea
dell'operazione Althea nonché in ALBANIA dove una Delegazione di Esperti opera presso la capitale Tirana.
La deliberazione
governativa del 14 gennaio 2017
Lo scorso 16 gennaio il
Governo ha trasmesso alle Camere la deliberazione del Consiglio dei ministri
concernente la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali ed alle
iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e
di stabilizzazione.
Le schede da 1 a 7,
allegate alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2017, si
riferiscono alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della
partecipazione di personale militare e civile alle missioni internazionali che
si svolgono nell'area dei Balcani.
Si ricorda che in relazione
all'anno 2016 le autorizzazioni di spesa relative alle missioni in Europa sono
state previste dall'articolo 1, commi 1- 8, del decreto legge n. 67 del 2016.
In particolare, il
richiamato decreto ha riguardato le seguenti missioni nell'area dei Balcani:
Nello specifico, la scheda
1 riguarda la proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della
partecipazione di personale militare alla missione NATO Joint Enterprise
nei Balcani, da ultimo prevista nel comma 1 dell'articolo 1 del D.L.
67/2016.
L'Italia partecipa alla
missione Joint Enterprise nei Balcani con 538 unitŕ di personale
militare. La scheda in esame, fa, inoltre, presente che saranno inviati 202
mezzi terrestri e una unitŕ aerea. Il fabbisogno finanziario della missione č
stimato in euro 78.599.769.
L'operazione Joint
Enterprise č una missione della NATO svolta nell'area balcanica, con
compiti di attuazione degli accordi sul «cessate il fuoco», di assistenza
umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili. La
missione č frutto della riorganizzazione della presenza della NATO nei
Balcani operata alla fine del 2004 in coincidenza col termine
dell'operazione "Joint Forge" in Bosnia Erzegovina e con il passaggio
delle responsabilitŕ delle operazioni militari dalle forze NATO (SFOR) a
quelle della Unione Europea (EUFOR). Le autoritŕ NATO decisero, infatti,
l'unificazione di tutte le operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto
operativo (definito dalla Joint Operation Area) dando
origine il 5 aprile 2005 all'Operazione "Joint Enterprise".
L'operazione Joint
Enterprise comprende, pertanto, le attivitŕ
di KFOR, MSU, ed i NATO Head Quarters di Skopje, Tirana e Sarajevo.
Le successive schede 2,
3 e 4 recano informazioni in merito alla proroga della partecipazione di
personale militare e civile alla missione EULEX Kosovo (European
Union Rule of Law Mission in Kosovo).
Si ricorda che la missione EULEX
Kosovo, istituita con l'Azione comune 2008/124/PESC del Consiglio del 4
febbraio 2008, modificata e prorogata, da ultimo, fino al 14 giugno 2018
dalla decisione 2016/947/PESC del Consiglio dell'Unione europea del 14 giugno
2016, opera nella cornice della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU
1244 del 10 giugno 1999 (la stessa cha ha istituito la missione UNMIK), con la
quale si č decisa la presenza in Kosovo di una amministrazione civile
internazionale incaricata, in una fase finale, di supervisionare il
trasferimento dell'autoritŕ dalle istituzioni kosovare provvisorie a
istituzioni create in base a un accordo politico, nonché il mantenimento
dell'ordine pubblico con l'istituzione di forze di polizia locali ottenuto
dispiegando, nel frattempo, personale internazionale di polizia.
La missione, pertanto,
sostiene le istituzioni, le autoritŕ giudiziarie e i servizi di contrasto kosovari
nell'evoluzione verso la sostenibilitŕ e la responsabilizzazione del Paese,
supportando, in particolare, lo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi
giudiziario, di polizia e doganale e favorendo, altresě, l'adesione di tali
sistemi alle norme riconosciute a livello internazionale.
Nello specifico la scheda
2 attiene alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della partecipazione
di personale militare alla missione EULEX Kosovo (European
Union Rule of Law Mission in Kosovo), da ultimo prevista dal comma 1,
lettera a), dell'articolo 1 del D.L. 67/2016.
L'Italia partecipa alla
missione con 4 unitŕ di personale della polizia di Stato. Il fabbisogno
finanziario della missione č stimato in euro 322.283.
A sua volta la successiva scheda
3 fa riferimento alla proroga, per il medesimo periodo, della partecipazione
di personale della Polizia di Stato alla missione EULEX Kosovo
(European Union Rule of Law Mission in Kosovo) da ultimo prevista dal comma
4 dell'articolo 1 del D.L. 67/2016.
L'Italia partecipa alla
missione con 23 unitŕ di personale della polizia di Stato. Il fabbisogno
finanziario della missione č stimato in euro 1.379.46
Infine la successiva scheda
4 autorizza, anch'essa dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017. la proroga della
partecipazione di due magistrati collocati fuori ruolo alla
missione dell'Unione europea denominata European Union Rule of Law Mission
in Kosovo (EULEX Kosovo), da ultimo prevista dal comma 5 dell'articolo 1 del
D.L. 67/2016. Il fabbisogno finanziario della missione č stimato in euro
115.000.
La scheda n.5 fa
riferimento alla partecipazione di una unitŕ di personale della Polizia di
Stato alla missione UNMIK (United Nations Mission in Kosovo), di
cui al comma 4 dell'articolo 1 del D.L. 67 del 2016.
Il fabbisogno finanziario
della missione č stimato in euro 63.560.
UNMIK (United Nations
Mission In Kosovo) č stata istituita dalla risoluzione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999 che ha autorizzato la costituzione
di una amministrazione civile provvisoria, guidata dalle Nazioni unite, per
favorire un progressivo recupero di autonomia nella provincia del Kosovo,
devastata dalla guerra. La missione, che lavora a stretto contatto con i leader
politici locali e con la popolazione, svolge un ruolo molto ampio, coprendo
settori che vanno dalla sanitŕ all'istruzione, dalle banche e finanza alle
poste e telecomunicazioni.
Si ricorda che il
Segretario generale dell'ONU ha deciso, il 12 giugno 2008, una riconfigurazione
di UNMIK, principalmente nel settore del rule of law in vista di un
passaggio di consegne alla missione EULEX, finalizzato ad un alleggerimento
della stessa UNMIK. In seno alla missione č costituita un'unitŕ di intelligence
contro la criminalitŕ (Criminal Intelligence Unit - C.I.U.), di supporto
alla Amministrazione Provvisoria, anche per quanto riguarda i conflitti
interetnici.
La scheda 6 fa
riferimento alla proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della
partecipazione di personale militare alla missione ALTHEA dell'Unione
Europea in Bosnia-Erzegovina - all'interno della quale opera anche la missione
IPU (Integrated Police Unit), di cui al comma 2 dell'articolo 1 del D.L.
67/2016.
L'Italia partecipa alla
missione con 5 unitŕ di personale militare. Il fabbisogno finanziario
della missione č stimato in euro 274.979
La missione dell'UE ALTHEA
- prevista dall'azione comune 2004/570/PESC adottata dal Consiglio dell'Unione
europea il 12 luglio 2004 a seguito della risoluzione 1551 (2004) del Consiglio
di sicurezza delle Nazioni Unite, richiamata dalla risoluzione 2315 (2016) č
stata avviata il 2 dicembre 2004 rilevando le attivitŕ condotte dalla missione
SFOR della NATO in Bosnia-Erzegovina, conclusasi a seguito della decisione,
assunta dai Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza al vertice di Istanbul
(28-29 giugno 2004) di accettare il dispiegamento delle forze dell'UE sulla
base di un nuovo mandato delle Nazioni Unite (Risoluzione n. 1551 del 9 luglio
2004). L'operazione si svolge avvalendosi di mezzi e capacitŕ comuni della
NATO; il compito della missione č quello di continuare a svolgere il ruolo
specificato dall'accordo di pace di Dayton in Bosnia-Erzegovina e di
contribuire a un ambiente sicuro, necessario per l'esecuzione dei compiti
fondamentali previsti dal piano di attuazione della missione dell'Ufficio
dell'Alto rappresentante e dal Processo di stabilizzazione e associazione).
Con la risoluzione 2315
(2016) adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite l'8 novembre
2016, č stato confermato il riconoscimento alla missione del ruolo principale
per la stabilizzazione della pace sotto gli aspetti militari, da svolgere in
collaborazione con il NATO HQ presente a Sarajevo, e il relativo mandato č
stato rinnovato per un periodo di dodici mesi, fino al 8 novembre 2017.
Nell'ambito della missione
ALTHEA operano forze di polizia ad ordinamento militare, EUROGENDFOR, (European
Gendarmerie Force), destinate al contrasto alle organizzazioni criminali ed
alla sicurezza della Comunitŕ internazionale.
L'Arma dei carabinieri
costituisce una componente di tali forze, denominata IPU (Integrated Police
Unit), con sede a Sarajevo.
A sua volta la scheda
7 concerne la proroga, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, della
partecipazione di personale militare al programma delle Forze di polizia italiane
(Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Corpo della Guardia di Finanza) in Albania
e nei paesi dell'area balcanica, di cui al comma 3 dell'articolo 1 del D.L.
67/2016.
L'Italia partecipa alla
missione con 57 unitŕ di personale militare. Il fabbisogno finanziario della
missione č stimato in euro 6.028.081
I programmi di cooperazione
sono svolti nell'ambito del protocollo d'intesa (cosiddetto Bilaterale
Interni) firmato a Roma il 17 settembre 1997 dai Ministri degli interni
italiano e albanese, che prevede l'impegno italiano ad affiancare i vertici
delle amministrazioni albanesi con esperti delle Forze di polizia nazionali,
per cooperare nella riorganizzazione delle strutture di polizia albanesi. Il
compito č affidato ad una missione, composta da nuclei distinti: uno centrale,
uno di frontiera marittima, e da nuclei territoriali.
La Bosnia-Erzegovina č riconosciuta come
uno dei paesi dei Balcani occidentali potenziali
candidati all’adesione all’UE sin dal
2003 e ha ufficialmente presentato la
domanda di adesione all’UE il 15
febbraio 2016.
Il Consiglio dell’UE il 20 settembre 2016 ha deciso di avviare la procedura per l’adesione prevista all’art. 49 del TUE, invitando la Commissione a presentare il suo parere[1].
Paesi
candidati
Si ricorda che
al momento hanno status di paese
candidato i seguenti paesi dei Balcani occidentali: Albania (da giugno 2014, i negoziati
di adesione non sono ancora stati avviati); Ex Repubblica iugoslava di Macedonia (dal dicembre 2005, i
negoziati di adesione non sono ancora stati avviati); Montenegro (dal dicembre 2010, i negoziati di adesione sono stati
avviati a giugno 2012. Al momento sono stati aperti 20 capitoli negoziali e ne
sono stati chiusi 2, Scienza e ricerca ed Istruzione e cultura); Serbia (da marzo 2012, i negoziati di
adesione sono stati avviati a gennaio 2014. Al momento sono stati aperti 4
capitoli negoziali). Il Kosovo č
ancora potenziale candidato (si ricorda che 5
Stati membri dell’UE non riconoscono il Kosovo: Cipro, Grecia, Spagna, Romania,
Repubblica Slovacca).
Il 9
dicembre 2016 il Commissario all’allargamento Johannes Hahn ha consegnato
al premier bosniaco Denis Zvizdic il questionario (circa
3.500 domande) della Commissione europea necessario ad accertare la condizione
della Bonsia-Erzegovina in vista della concessione dello status di paese
candidato all'adesione.
Lo scorso 11 aprile, il Ministro per gli affari esteri della
Bosnia-Erzegovina, Igor Crnadak, in occasione di una audizione presso la
Commissione affari esteri del Parlamento europeo ha dichiarato che spera che la Bosnia-Erzegovina
possa ottenere lo status di paese
candidato entro la fine del 2017.
Il
nuovo Accordo di stabilizzazione e associazione tra la UE e la Bosnia- Erzegovina č entrato in vigore il 1° giugno 2015.
Esso era stato firmato nel 2008, ma la sua entrata in vigore era stata sospesa e si č sbloccata in seguito
all'impegno scritto a favore dell'integrazione nell'UE,
adottato dalla Presidenza della Bosnia-Erzegovina il 29 gennaio 2015, firmato
dai leader di tutti i partiti politici e approvato dal Parlamento della
Bosnia-Erzegovina il 23 febbraio
2015. Esso contiene un impegno a
promuovere riforme a tutti i livelli di governo, rafforzare la capacitŕ amministrativa ed accelerare il processo di riconciliazione, anche attraverso
l’applicazione della sentenza
Sejdić-Finci della Corte
europea dei diritti dell'uomo.
L’accordo ciazione
Con la sentenza sulla discriminazione etnica nella composizione istituzionale del paese
(causa Sejdic-Finci), adottata nel
2009, la Corte europea dei diritti
dell’Uomo ha condannato la Bosnia
Erzegovina poiché le disposizioni della Costituzione prevedono che solo cittadini di etnia serba, croata o bosniaca
possono essere eletti alla
Presidenza e alla Camera del popolo.
La missione EUFOR Althea
L’UE
č presente in Bosnia-Erzegovina con la
missione PSDC di peacekeeping EUFOR Althea.
Avviata nel
2004, in sostituzione della missione SFOR della NATO, la missione ha
contribuito al mantenimento della sicurezza in Bosnia e Erzegovina. Il contingente
EUFOR – inizialmente composto da 7.000 unitŕ - č costituito da 600 unitŕ circa. Obiettivi della missione
sono: sostegno agli sforzi della Bosnia-Erzegovina per garantire un ambiente
sicuro; formazione e capacity-building per il Ministero della difesa e
le forze armate. La missione, alla quale partecipano 17 Stati membri, tra cui l’Italia, piů cinque Paesi partner
(Albania, Cile, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Svizzera e Turchia), ha
un bilancio di 14 milioni di euro.
Rappresentante speciale dell’UE
In
Bosnia-Erzegovina č presente anche un Rappresentante speciale dell’UE[2] che svolge un ruolo di coordinamento generale
della politica dell’UE e, in particolare, nel settore dello Stato di diritto.
Il Rappresentante
speciale, sotto l’autoritŕ dell’Alto rappresentante, ha mandato in particolare di:
·
offrire la
consulenza dell’UE nel processo politico ed assicurare la coerenza dell'azione
dell'Unione;
·
facilitare i
progressi su prioritŕ politiche, economiche ed europee;
·
monitorare e
offrire consulenza alle autoritŕ esecutive e legislative a tutti i livelli
dell'amministrazione e stabilire contatti con le autoritŕ e i partiti politici;
·
assicurare
l'attuazione degli sforzi dell'Unione nell'intera gamma di attivitŕ in materia
di stato di diritto e di riforma del settore della sicurezza, promuovere il
coordinamento globale degli sforzi dell'Unione per far fronte alla criminalitŕ
organizzata e alla corruzione;
·
fornire sostegno
rendere piů efficace l’interfaccia tra giustizia penale e polizia;
·
fornire al
comandante della missione EUFOR
Althea orientamenti politici su questioni militari aventi una
dimensione politica locale;
·
promuovere il
processo di integrazione nell'UE mediante iniziative mirate di diplomazia
pubblica e di divulgazione;
·
contribuire allo
sviluppo e al consolidamento del rispetto dei diritti umani e delle libertŕ
fondamentali;
·
avviare un
dialogo con le autoritŕ competenti sulla loro piena collaborazione con il
Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (ICTY);
·
assistere,
facilitare e monitorare il dialogo politico sui necessari cambiamenti
costituzionali e fornire consulenza al riguardo;
·
mantenere
contatti con altre organizzazioni internazionali presenti nel paese.
Il Consiglio
dell'Unione europea il 30 marzo 2017 ha deciso di prorogare fino al 31 marzo 2018 la decisione (fino ad ora mai applicata) relativa alla possibilitŕ adottare misure restrittive (divieto di
viaggio e congelamento di beni), per persone
fisiche e giuridiche, che
a) compromettano la sovranitŕ, l'integritŕ territoriale, l'ordine costituzionale e la personalitŕ internazionale della Bosnia - Erzegovina;
b) ) minaccino gravemente la sicurezza in Bosnia-Erzegovina;
c) ) compromettano l'accordo quadro generale di pace di Dayton/Parigi e i relativi allegati, comprese le misure stabilite in applicazione di detto accordo.
Relazione 2016 della
Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione
Nell’ultima relazione annuale sulla strategia dell’UE per l’allargamento, presentata il 9 novembre 2016, la Commissione europea, per quanto riguarda la Bosnia–Erzegovina, ha formulato una serie di raccomandazioni.
Per quanto concerne il rispetto dei criteri politici per l’adesione all’UE:
·
gli sforzi di riforma orientati all'adesione all’UE
devono essere mantenuti per far fronte a problemi
strutturali radicati che hanno ritardato
finora lo sviluppo del paese, anche da un punto di vista socioeconomico. In
particolare sono prioritari il
rafforzamento dello Stato di diritto e della pubblica amministrazione;
·
il meccanismo di coordinamento sulle questioni
europee, istituito nell’agosto del
2016, deve essere messo in funzione ai fini della definizione del programma
strategico per il ravvicinamento giuridico del paese all’UE;
·
la costituzione della Bosnia-Erzegovina
continua a non essere conforme alla
Convenzione europea dei diritti dell'uomo, come sancito dalla sopra citata sentenza
nella causa Sejdić-Finci. Le decisioni della Corte costituzionale devono
ancora essere pienamente applicate in tutto il paese;
·
il sistema
giudiziario della Bosnia-Erzegovina ha un limitato livello di preparazione. In particolare deve essere
rafforzata l'indipendenza del potere giudiziario;
·
vi č un limitato livello di preparazione nella
lotta contro la corruzione che persiste in numerosi settori. Il dichiarato impegno politico nel merito non si č tradotto in risultati,
·
la Bosnia-Erzegovina ha raggiunto un limitato livello di preparazione per
quanto riguarda la lotta contro la
criminalitŕ organizzata. Č necessario intensificare
le indagini finanziarie e il paese deve ancora soddisfare gli standard internazionali in materia di antiriciclaggio e
di lotta al finanziamento del terrorismo;
·
il paese č stato seriamente colpito dal fenomeno dei combattenti terroristi
stranieri e dalla radicalizzazione. La Bosnia-Erzegovina ha giŕ adottato
misure significative per far fronte a tale problema, che devono essere
integrate da ulteriori disposizioni per individuare, prevenire e bloccare il
flusso di terroristi combattenti stranieri;
·
deve essere intensificato
l'impegno per affrontare le questioni relative ai diritti umani e delle
minoranze. Non č stato compiuto alcun progresso in materia di libertŕ di espressione. I casi di
pressione politica e di intimidazione nei confronti dei giornalisti devono
avere un adeguato seguito giudiziario;
·
restano da affrontare le questioni della stabilitŕ finanziaria del sistema di
radiodiffusione pubblico e della mancanza
di trasparenza per quanto riguarda la proprietŕ
dei mezzi di comunicazione.
Per quanto riguarda il rispetto dei criteri economici per l’adesione all’UE
e l’allineamento con l’acquis:
·
il paese si trova ancora in una fase iniziale nello sviluppo di un'economia di mercato funzionante.
Il settore pubblico č inefficiente e lo sviluppo del settore privato č lento.
Ai fini della rapida attuazione delle necessarie riforme strutturali, sarŕ
fondamentale un forte e costante sostegno
politico;
·
la Bosnia-Erzegovina č in una fase iniziale di preparazione per quanto riguarda la capacitŕ di far
fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Non sono stati compiuti
progressi per quanto riguarda la competitivitŕ del paese;
·
per
quanto riguarda il ravvicinamento con le
norme europee, sono necessari ulteriori
sforzi in materia di giustizia,
libertŕ e sicurezza, concorrenza, industria e PMI, agricoltura, politiche
ambientali e in materia di cambiamenti climatici, energia e societŕ
dell'informazione e media.
Risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione 2016 della Commissione
Il 15 febbraio 2017 il Parlamento europeo ha approvato, a larga maggioranza (496 sě, 132 no, 67 astensioni), una risoluzione sul processo di avvicinamento della Bosnia-Erzegovina all’Unione europea nella quale, in particolare:
· accoglie con favore l'esame, da parte del Consiglio, della domanda di adesione all'UE, nonché la consegna del questionario e, a tale proposito, invita le autoritŕ competenti bosniache, a tutti i livelli, a impegnarsi attivamente, a cooperare e a coordinarsi nell'ambito della partecipazione al processo di adesione, rispondendo alle richieste di informazioni della Commissione europea con un unico insieme di risposte coerenti;
· riconosce i progressi compiuti nell'attuazione del programma di riforme 2015-2018, che deve proseguire in modo armonizzato ed efficace, al fine di ottenere un cambiamento reale e miglioramenti tangibili alla vita dei cittadini;
· lamenta tuttavia il fatto che gli sforzi di riforma comuni sono ancora ostacolati da divisioni etniche e politiche, causate da tendenze disgregatrici, che ostacolano il normale sviluppo democratico del sistema federale, e dall'ulteriore politicizzazione delle amministrazioni pubbliche;
· chiede con urgenza un approccio piů armonizzato all'elaborazione e al coordinamento delle politiche tra tutti i livelli di governo, la depoliticizzazione della pubblica amministrazione e del settore pubblico, una migliore pianificazione a medio termine e una strategia chiara in materia di gestione delle finanze pubbliche;
· sottolinea l'esigenza di rafforzare l'efficienza e l'indipendenza della magistratura, anche attraverso la sua depoliticizzazione, di combattere la corruzione nell'apparato giudiziario e di attuare procedure adeguate di esecuzione delle decisioni dei tribunali; sollecita una rapida adozione del piano d'azione per l'attuazione della riforma del settore giudiziario per il periodo 2014-2018 e invita alla piena attuazione delle leggi in materia di tutela dei minori e di accesso effettivo alla giustizia da parte dei minori;
· constata alcuni progressi nella lotta alla criminalitŕ organizzata, ma sottolinea la necessitŕ di rafforzare ulteriormente il quadro della cooperazione tra i vari organismi di contrasto e di potenziare le capacitŕ nel campo dell'antiterrorismo anche mediante l’adozione di misure contro il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro;
· ribadisce la necessitŕ di progredire nella lotta contro la tratta di esseri umani ed esorta la Federazione a modificare rapidamente il codice penale per bandire la tratta di esseri umani in tutte le sue forme;
· ritiene essenziale incrementare la partecipazione del pubblico al processo decisionale e coinvolgere in modo piů efficace i cittadini, ivi compresi i giovani, nel processo di adesione all'UE;
· chiede che siano adottati una strategia nazionale in materia di diritti umani e di non discriminazione e ulteriori provvedimenti per garantire l'efficace attuazione degli strumenti internazionali per i diritti umani firmati e ratificati dalla Bosnia-Erzegovina.
Conclusioni del Presidente
del Consiglio dell’UE sui Balcani occidentali
Il 9 marzo 2017
il Consiglio dei ministri dell’UE ha discusso della fragile
situazione nei Balcani occidentali, che continuerŕ a monitorare, alla luce
delle sfide interne ed esterne che la regione si trova ad affrontare. Nelle
conclusioni del Presidente si sottolinea l’importanza che rivestono la prosecuzione
del processo di riforma, le relazioni di buon vicinato e le iniziative di cooperazione
regionale inclusive. Il Consiglio ha ribadito il suo inequivocabile sostegno
alla prospettiva europea nei Balcani occidentali e, compiacendosi dei
progressi compiuti dai paesi della regione, ha sottolineato che l’Unione
europea resta impegnata e attiva a tutti i livelli per assistere questi paesi
nella realizzazione di riforme e progetti orientati all’UE.
Assistenza finanziaria
Nell'ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2014-2020, č stato approvato l’11 marzo 2014 il nuovo regolamento (UE) n. 231/2014 che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA II). Il regolamento fissa il quadro normativo attraverso il quale l’UE fornisce assistenza tecnica e finanziaria ai paesi candidati e potenziali candidati all’adesione e prevede uno stanziamento complessivo per l’intero periodo di 11,7 miliari di euro, che dovrŕ essere distribuito tra gli stati beneficiari.
Nel programma strategico per la Bosnia–Erzegovina per il periodo 2014 2017, la Commissione europea ha previsto uno stanziamento complessivo di 165,8 milioni di euro che saranno destinati ad azioni in tre aree 1) democrazia, stato di diritto e rispetto dei diritti fondamentali (64 milioni di euro); 2) competitivitŕ e innovazione (63.8 milioni di euro); 3) istruzione, politiche sociale e lotta alla disoccupazione (38 milioni di euro).
RAPPORTI PARLAMENTARI CON
LA BOSNIA ed ERZEGOVINA |
XVII
LEGISLATURA
Il 4 marzo 2016 č
stato sottoscritto il Protocollo di
cooperazione parlamentare tra la Camera
dei deputati e la Camera dei
Rappresentanti di Bosnia ed Erzegovina (vedi infra).
Incontri bilaterali |
Il 4 marzo
2016 la Presidente Boldrini ha
incontrato la Presidente della Camera
dei Rappresentanti bosniaca, Borjana Krišto, accompagnata dai due Vice
Presidenti, Mladen Bosić e Šefik Džaferović, in visita a Roma per la
firma del Protocollo di cooperazione
parlamentare tra la Camera dei deputati e la Camera dei Rappresentanti di
Bosnia ed Erzegovina.
La Presidente Boldrini,
su invito dell’allora Presidente della Camera dei Rappresentati bosniaca, Šefik
Džaferović, ha effettuato una visita
ufficiale in Bosnia ed Erzegovina dal 9 all'11 luglio 2015[3]. L'11 luglio ha rappresentato l'Italia alla
cerimonia ufficiale di commemorazione del
ventesimo anniversario del genocidio di
Srebrenica.
In occasione della visita, la Presidente, accompagnata
dalla Ministra della Difesa Marina Pendeš, ha reso onore sul monte
Zec, nelle vicinanze di Sarajevo, all'equipaggio italiano del G 222, il
velivolo dell'aeronautica militare impegnato in una missione umanitaria,
abbattuto il 3 settembre 1992, durante la guerra in Bosnia. A Sarajevo, la
Presidente ha effettuato incontri con il Presidente della Camera dei Rappresentanti, Šefik
Džaferović, e della Camera dei Popoli, Bariša Čolak, nonchč con il premier
bosniaco Denis Zvizdić. A Sarajevo la Presidente Boldrini ha avuto un
colloquio anche con il Vice Segretario
Generale dell'ONU, Jan Eliasson.
La Presidente ha incontrato inoltre i cooperanti di "Vasa Prava" (Ong
impegnata nella tutela dei diritti di rifugiati e sfollati), la cooperativa
agricola "Insieme" di Bratunac e il rappresentante della comunitŕ Rom
bosniaca, Dervo Sejdić; ha inoltre visitato la Collezione d'arte
contemporanea Ars Aevi, iniziativa nata durante l'assedio di Sarajevo. La
visita in Bosnia si č conclusa l'11 luglio con la visita al Memoriale di
Potočari, presso Srebrenica, e la partecipazione alla cerimonia di commemorazione del genocidio. La
Presidente ha svolto un intervento nel corso della cerimonia.
Il 14 novembre 2013, la Presidente Boldrini, aveva incontrato l’allora
Presidente di turno della Camera dei Rappresentanti della Repubblica di Bosnia
ed Erzegovina, Denis Becirovic.
Il 20 settembre 2013 il
Presidente della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea del
Consiglio d’Europa, on. Sandro Gozi
ha incontrato l’Ambasciatore Nerkez Arifhodzic.
Protocollo di collaborazione |
Il 4 marzo
2016 la Presidente Boldrini e la Presidente della Camera dei Rappresentanti
bosniaca, Borjana Krišto, accompagnata dai due Vice Presidenti, Mladen
Bosić e Šefik Džaferović, hanno sottoscritto il Protocollo di cooperazione parlamentare tra la Camera dei deputati e la Camera dei Rappresentanti di Bosnia ed
Erzegovina. Il protocollo si prefigge l'obiettivo di favorire lo scambio di
esperienze e buone prassi a sostegno del processo di avvicinamento della Bosnia
all'Ue. E’ stata designata a coordinare i rapporti con il Parlamento bosniaco
la deputata Tamara Blazina.
L'onorevole Blazina ha incontrato il 31 maggio
2016 il suo omologo, Predrag Kozul,
Presidente della Commissione Bilancio e Finanze della Camera dei
Rappresentanti, a Sarajevo.
Visita di studio
Dal 2 al 3
marzo 2017 si č svolta una visita di studio di una delegazione di
parlamentari bosniaci alla Camera dei deputati, in attuazione del Protocollo.
La deputata Tamara Blazina ha accolto e seguito la delegazione. La delegazione
bosniaca era guidata da Predrag Kozul, presidente della commissione bilancio e
finanze della Camera dei Rappresentanti bosniaca, nonché' coordinatore per la
parte bosniaca delle attivitŕ del protocollo; ne facevano parte anche gli altri
due Vicepresidenti della commissione, Salko Sokolovic e Nerad Lalic, e un
funzionario del parlamento bosniaco. Nel corso delle due giornate, la
delegazione ha incontrato il presidente della commissione bilancio, Francesco
Boccia, il presidente della commissione finanze, Maurizio Bernardo, il senatore
Francesco Scalia, presidente della sezione di amicizia Italia-Europa
Sudorientale dell'Unione interparlamentare, e alcuni funzionari della Camera.
Al centro dei colloqui il tema delle procedure di bilancio e finanziarie anche
in riferimento al quadro europeo.
Commissioni |
Il 26 febbraio 2016 il Presidente della Commissione esteri,
Fabrizio Cicchitto ha incontrato l’Ambasciatrice della Bosnia ed
Erzegovina a Roma Željana Zovko.
Sedi multilaterali |
La Bosnia ed Erzegovina invia delegazioni alle Assemblee parlamentari
del Consiglio d'Europa (di cui č
diventata membro effettivo il 24 aprile 2002), dell'OSCE e dell'InCE (Iniziativa
Centro Europea, di cui ha detenuto la presidenza di turno nel 2016). E’ inoltre
membro associato dell’Assemblea
Parlamentare della NATO.
NATO Dal 21 al 23 marzo 2017, si č svolto a Sarajevo il 94mo Seminario Rose-Roth, e, congiuntamente la riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e
Medio Oriente. Ai lavori hanno partecipato i deputati Andrea Manciulli,
Presidente della delegazione parlamentare italiana all’Assemblea della NATO,
Paolo Alli, Vicepresidente della delegazione e Presidente dell’Assemblea
parlamentare della NATO, Nino Bosco, Bruno Censore e Roberto Morassut, e i
senatori Franco Panizza e Domenico
Scilipoti Isgrň. I temi principali discussi nel corso della riunione hanno
riguardato la situazione in Bosnia Erzegovina, le sue aspirazioni euroatlantiche,
l’instabilitŕ nei Balcani con particolare riguardo alla minaccia terroristica e
alla radicalizzazioni di matrice jihaidista. Nel corso della riunione l’on.
Mnciulli ha presentato il suo rapporto “La
minaccia terroristica all’Europa e ai Balcani”. L’on. Alli, in qualitŕ di
Presidente dell’Assemblea NATO, ha avuto alcuni incontri di alto livello tra
cui i Presidenti della Camera dei Rappresentanti e della Camera dei popoli,
Sefik Dzaferovic e Barisa Colak; la ministra della difesa Marina Pendes; la
Comandante e Rappresentante militare NATO a Sarajevo, Gen. Brig. Giselle Willz
e due membri della Presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, Bakir
Izbetegovic e Dragan Covic.
Si segnala che il 16 marzo 2017 la Delegazione
italiana presso l'Assemblea Parlamentare della Nato ha organizzato presso la Camera dei deputati la conferenza su "La minaccia della radicalizzazione jihadista
nei Balcani: una sfida per la sicurezza europea”
CdE in particolare si segnala che il 2
ottobre 2013 nel corso della sessione
ordinaria (quarta parte),
l’Assemblea del CdE ha approvato[4] la Raccomandazione n. 2025
nella quale si deplora la mancata attuazione delle riforme
costituzionali sia a livello dello Stato centrale che delle due Entitŕ,
nonché della mancata applicazione della sentenza della Corte Europea dei
Diritti dell’Uomo in riferimento al caso Sejdić-Finci. Si chiede
quindi al Comitato dei Ministri del CdE di sollecitare le autoritŕ ed i leader
politici del paese ad emendare, senza indugi, la Costituzione e la legge
elettorale in conformitŕ alla sentenza CEDU[5].
Sejdić e Finci v Bosnia ed Erzegovina č stato un caso deciso dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2009, che ha ravvisato una violazione
della Convenzione sui Diritti dell’uomo. I ricorrenti erano i cittadini di Bosnia-Erzegovina, Dervo Sejdić e Jakob Finci, rispettivamente rappresentanti della comunitŕ ebraica e rom bosniaca,
che si erano rivolti alla Corte mettendo in discussione il quadro
costituzionale stabilito a Dayton, secondo cui solo i rappresentanti dei tre
popoli costitutivi (bosgnacchi, serbi e croati) possono candidarsi alla
presidenza del Paese o alla Camera dei Popoli escludendo i cosiddetti “Altri”
ovvero appartenenti a minoranze nazionali o chiunque non voglia dirsi
componente di uno dei tre popoli costituenti. Il 22 dicembre 2009 la Corte Europea per i Diritti Umani ha stabilito,
nel caso “Sejdić e Finci contro Bosnia ed Erzegovina”, che la Costituzione bosniaca viola i diritti delle
minoranze e va cambiata.
Monitoraggio elettorale
Alla missione di monitoraggio delle elezioni parlamentari del 12 ottobre
2014 hanno partecipato, in rappresentanza dell’Assemblea per l'OSCE, OSCE:
Marietta Tidei (PD), Capo della Delegazione dell'Assemblea parlamentare
dell'OSCE; sen. Luigi Compagna (NCD); sen. Sergio Divina (LNP), Emma Fattorini
(PD); per l'Assemblea del Consiglio
d'Europa, il sen. Paolo Corsini (PD).
Alle elezioni parlamentari
del 1° ottobre 2006 prese parte l'on. Gianni Farina (Ulivo), in rappresentanza
dell'Assemblea OSCE.
La Bosnia-Erzegovina partecipa alla dimensione
parlamentare dell’Iniziativa Adriatico
Ionica, di cui fanno parte 8 paesi: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia,
Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia.
L’ultima riunione, la XV
Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi membri dell'Iniziativa
Adriatico-Ionica, si č tenuta il 6 e 7 aprile 2017, a Ioannina (Grecia).
L’onorevole Tamara Blažina, componente della delegazione parlamentare presso
l'InCE, ha presenziato ai lavori in rappresentanza della Camera dei deputati
mentre Lodovico Sonego, Presidente della Delegazione InCE, ha partecipato in
rappresentanza della presidenza del Senato. I temi della Conferenza sono stati
"La crescita blu nella Macroregione Adriatico-ionica" e
"L'importanza della dimensione parlamentare dell'Iniziativa
Adriatico-Ionica". A conclusione della riunione č stata adottata una
dichiarazione congiunta.
La Presidenza
dell'Iniziativa, dal 1° giugno 2017 al 31 maggio 2018, č esercitata dall’Italia.
La IAI č nata con la I° Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri,
riunitasi a Zara nell’aprile 2001,
su invito del Presidente del Parlamento croato[6], allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle legislazioni nazionali
nelle materie di cooperazione, nonché l'adeguamento delle medesime legislazioni
all'acquis comunitario, favorendo il Processo di Stabilizzazione e Associazione.
L’Iniziativa prevede una riunione[7] annuale dei Presidenti dei Parlamenti coinvolti, presso il paese che
detiene la presidenza di turno.
La Bosnia ed
Erzegovina partecipa all’Unione per il Mediterraneo e dal marzo 2010 all’Assemblea
Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM).
La prossima sessione plenaria sarŕ
ospitata a Roma dalla Camera dei
deputati il 12 e 13 maggio 2017 nel
corso della Presidenza italiana
dell’AP-UpM. Alla riunione prenderanno
parte Bariša Čolak, Presidente della Camera dei Popoli, Borjana Krišto,
Primo Vicepresidente della Camera dei Rappresentanti, e gli onorevoli Diana
Zelenika e Hazim Rančić.
Il Parlamento bosniaco fa inoltre parte della PAM costituita in ambito dell’Unione
Interparlamentare.
Unione interparlamentare - UIP |
E’ stato costituito nell’ambito dell’Unione
interparlamentare la sezione di amicizia
Italia-Europa sud-orientale (Albania, Bosnia
ed Erzegovina, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia,
Montenegro, Slovenia, Bielorussia, Cipro). E’ stato designato a presiedere la
sezione il senatore Francesco Scalia (Pd); ne fanno altresě parte i deputati
Pilozzi, Russo e Rampi e i senatori Stefano, Collina, Fazzone, Di Biagio,
Margiotta.
Attivitŕ legislativa |
·
Legge n. 14/15 del 10 febbraio 2015, Ratifica dell'Accordo
di cooperazione nel campo della cultura
e dell'istruzione e dello sport fra
Italia e Bosnia ed Erzegovina, del 2004.
****
Anniversario del
genocidio di Srebrenica.
Si segnala che il 9 luglio 2015
la Camera dei deputati ha ospitato la commemorazione del 20° anniversario del genocidio di
Srebrenica (tale evento č stato ospitato dalla Camera anche nel 2013, nel
2012 e nel 2011).
Premio Langer.
In occasione del ventennale della morte di Alexander Langer, che
coincide con il ventennale della fine della guerra e del genocidio di
Srebrenica, il 17 giugno 2015, su
iniziativa delle deputate dell'Ufficio di presidenza della Camera, si č svolta
la cerimonia di assegnazione del Premio internazionale Alexander Langer
2015. Il premio č stato conferito all'associazione "Adopt Srebrenica".
“Azione Balcani
occidentali”
Da segnalare anche che il Parlamento
della Bosnia ed Erzegovina aveva fatto parte del gruppo di Parlamenti di
alcuni paesi balcanici, che sono stati oggetto del progetto formativo “Azione Balcani occidentali”
che si č svolto nel 2008. L’Amministrazione della Camera ha aderito a tale
progetto sviluppando propri moduli formativi.
(…)
(…)
[1] L’Art. 49
del TUE prevede, in particolare, che lo status
di paese candidato venga concesso dal Consiglio dell’UE a seguito di un
parere favorevole da parte della Commissione e sia soggetto all’avallo da parte
del Consiglio europeo. Al momento,
hanno status di paese candidato i seguenti paesi dei Balcani: Albania, ex Repubblica
iugoslava di Macedonia, Montenegro
e Serbia. Oltre alla Bosnia-Erzegovina, altro potenziale candidato č il Kosovo.
[2] Con la decisione del 19 gennaio 2015, il Consiglio dell’UE ha nominato rappresentante speciale per la Bosnia – Erzegovina Lars-Gunnar Wigemark.
[3] Si
ricorda, infine, la visita ufficiale in Bosnia-Erzegovina dell’allora
Presidente della Camera Fini a maggio 2012.
[4] A favore 119 deputati, 39 i contrari, 4 gli
astenuti. Il 20 settembre 2013 il Presidente della
delegazione parlamentare del Consiglio d’Europa, Sandro Gozi, aveva in
proposito ricevuto l'Ambasciatore di Bosnia ed Erzegovina Nerkez Arifhodzic.
Nel corso dell'incontro l'Ambasciatore aveva espresso le riserve bosniache sul
testo ed aveva auspicato un suo respingimento da parte dell'Assemblea. La
risoluzione sul “Funzionamento delle istituzioni democratiche in Bosnia
Erzegovina” poi discussa e votata il 2 ottobre 2013.
[5] In
quell’occasione sono stati comunque
cassati i paragrafi in cui: 1) si chiedeva
al Comitato dei Ministri “di valutare l’opportunitŕ di sospendere la
Bosnia-Erzegovina dal suo diritto di rappresentanza; 2) si prospettava di
“prendere in considerazione l'idea di imporre sanzioni contro la delegazione
della Bosnia-Erzegovina”.
[6] La Camera č stata rappresentata dal
Vicepresidente Pierluigi Petrini.
[7] Nel corso della seconda riunione (Atene,
2002) era stata avanzata la proposta, da parte croata, relativa alle Rules of Procedures della Dimensione
parlamentare dell’Iniziativa con la creazione, tra l’altro, di organi
aggiuntivi; tale proposta, non č stata tuttavia accolta.