Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Missione ad Atene (16-17 maggio 2016)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 233
Data: 13/05/2016
Descrittori:
GRECIA     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
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Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Missione ad Atene

(16-17 maggio 2016)

 

 

 

 

 

 

n. 233

 

 

 

13 maggio 2016

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi

 

Dipartimento Affari esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi e Uffici:

 

Segreteria Generale
Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it

 

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – *  cdrin1@camera.it

 

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

File: es0475.docx

 


INDICE

 

Programma della missione

Agenda dei lavori

Schede di lettura

Politiche Ue in materia di flussi migratori (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea) 11

Scheda-paese Grecia (a cura del Ministero degli Affari esteri  e della Cooperazione internazionale) 23

Rapporti parlamentari Italia Grecia (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 59

 

 


SIWEB

Programma della missione


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Agenda dei lavori

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Schede di lettura

 


Politiche Ue in materia di flussi migratori
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

I dati UNHCR

 
Le dimensioni del fenomeno

Secondo l’UNHCR, dal 1° gennaio al 6 maggio 2016, hanno attraversato il Mediterraneo verso l’Unione europea circa 185 mila persone: oltre 155 mila migranti sarebbero arrivati via mare in Grecia, mentre sarebbero sbarcati in Italia circa 29 mila persone. L’UNHCR ha anche diffuso il dato dei morti/dispersi nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno, che si attestebbe a circa 1.361 persone.

Di seguito una tabella degli arrivi in Europa via mare nei primi mesi del 2016 comparati con quelli del 2015

Nel 2015 in Unione europea sarebbero arrivati oltre un milione di migranti. Durante lo scorso anno In Italia sarebbero arrivati circa 158 mila persone, circa 860 mila in Grecia.

L’Agenzia Frontex ha evidenziato che gli Stati membri dell’UE hanno registrato nel 2015 un livello record di attraversamenti irregolari, pari a circa 1,82 milioni.

Il numero di attraversamenti rilevati da Frontex è maggiore rispetto a quello dei migranti che complessivamente raggiungono l’Unione europea, in ragione del fatto che in alcuni casi gli stessi migranti (ad esempio lungo la rotta cosiddetta dei Balcani occidentali) attraversano due volte diverse frontiere esterne UE)

Con riferimento a marzo 2016, Frontex rileva che, a seguito della chiusura della frontiera tra l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Grecia, il numero di attraversamenti illegale delle frontiere nei Balcani occidentali è sceso di circa il 90% rispetto al mese precedente. Il dato di marzo (4.930 attraversamenti) è stato inferiore di quasi il 10% rispetto allo stesso mese del 2015.

Contestualmente, nel Mediterraneo centrale è raddoppiato il numero dei migranti che attraversano il mare, rispetto a febbraio. Il totale mensile a marzo ha raggiunto quasi 9.600, rispetto ai 2.283 attraversamenti registrati nello stesso mese del 2015.

Domande di asilo

 
Secondo l’EASO- Ufficio europeo per il sostegno all’asilo nel febbraio 2016 gli Stati membri hanno registrato 108.490 domande di asilo, con un incremento dell’11 per cento rispetto al dato di gennaio 2016, e del 49 per cento rispetto a febbraio 2015.

Gli ultimi dati Eurostat, diffusi il 20 aprile, evidenziano nel 2015 un incremento di 693.000 delle domande di asilo, che sommate alle 563.000 del 2014 portano il totale a 1,26 milioni di domande nel 2015. Come risulta dal seguente grafico e il maggior numero di richieste proviene da cittadini della Siria (363.000, il 29% del totale), seguiti da quelli di Afghanistan (14%) e Iraq (10%) e, in misura minore, da Albania, Kosovo (5%) e in Pakistan (4%).

Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati Eurostat, nel 2015 le domande di asilo provengono principalmente da cittadini della Nigeria (17.780), Pakistan (10.285) e Gambia (8.015).

Nel 2015 gli Stati membri dell’Unione europea hanno concesso protezione a più di 330.000 richiedenti asilo, con un incremento del 72% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati Eurostat, maggiori beneficiari sono i siriani, con oltre 166.000 richieste accolte, ovvero il 50% del totale. A seguire i cittadini di Eritrea (27.600, l’8%) e quelli dell’Iraq (23.700, il 7%).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per quanto riguarda i Paesi di accoglienza, l’Ufficio statistico europeo fa notare che la metà di tutte le richieste è stata accolta in Germania. Nel 2015, infatti, Berlino ha riconosciuto lo status di richiedente asilo a 148.200 persone. A seguire Svezia (34.500), Italia (29.600), Francia (26.000), Regno Unito (17.900), Austria (17.800) e Paesi Bassi (17.000).

 

 

 

Il sostegno di emergenza alla Grecia

 

Il 15 marzo 2016 il Consiglio ha adottato un regolamento che istituisce un meccanismo di sostegno di emergenza dell'UE per aiutare la Grecia e altri Stati membri sopraffatti dall'arrivo di un elevato numero di rifugiati.

L'assistenza si traduce nella fornitura di cibo, alloggio, acqua, medicinali e altri beni di prima necessità. Tale assistenza è prestata dalla Commissione o dalle organizzazioni partner selezionate dalla Commissione in stretta collaborazione con le autorità greche[1].

Secondo la stima della Commissione saranno necessari 300 milioni di euro per fornire un sostegno di emergenza ai rifugiati nel 2016 e altri 200 milioni di euro all'anno nel 2017 e nel 2018.

Per sostenere un prima fase del meccanismo di emergenza l’Unione europea ha approvato un bilancio rettificativo di 100 milioni di euro attraverso riassegnazioni all'interno della rubrica 3 (Sicurezza e cittadinanza) del quadro finanziario pluriennale dell'UE.

 

 

Iniziative normative in materia di redistribuzione tra gli Stati membri dei richiedenti asilo

 

A partire dal maggio 2015 fino ad oggi le Istituzioni europee, ed in particolare la Commissione, hanno prodotto vari tentativi di stabilire un sistema più equo e solidale di gestione degli ingenti flussi di richiedenti asilo registrati negli ultimi anni.

Il dibattito si è concentrato, in particolare, sulle possibili opzioni volte contemperare le norme UE sulla competenza a trattare le domande di asilo (cosiddetto sistema di Dublino) al fine di alleggerire il peso delle domande che sta gravando in maniera sproporzionata sugli Stati membri più esposti alle rotte dei migranti. La discussione ha riguardato soprattutto il cosiddetto principio dello Stato di primo approdo, che (laddove non sussistano criteri considerati prioritari, come quelli relativi alla presenza di legami familiari sul territorio dell’UE) assegna la competenza per la domanda di asilo allo Stato membro in cui il migrante entra per la prima volta.

La Commissione ha dunque riproposto a più riprese dei correttivi a tale sistema, in sostanza volti a redistribuire i richiedenti asilo tra tutti gli Stati membri in base a  quote e criteri prestabiliti, di fatto derogando al principio suddetto.

 

 

Ricollocazione

 
I programmi temporanei di ricollocazione

 

Dando seguito alle proposte della Commissione, nel settembre 2015, il Consiglio ha adottato due meccanismi temporanei di ricollocazione (relocation) per complessivi 160 mila richiedenti asilo in evidente stato di bisogno di protezione.

I programmi di ricollocazione prevedono che una parte dei richiedenti asilo che abbiano presentato domanda in Italia, Grecia (o in eventuali altri Stati membri successivamente considerati in stato di emergenza- rifugiati) siano presi in carico da altri Stati membri secondo chiavi di distribuzione predefiniti, che tengono conto di parametri come il PIL, la popolazione, il tasso di disoccupazione, e media delle domande di asilo presentate spontaneamente e numero di rifugiati reinsediati per milione di abitanti nel periodo 2010-2014

 

Si ricorda inoltre che nel luglio 2015 il Consiglio aveva già adottato una raccomandazione volta al reinsediamento di ulteriori 22 mila richiedenti asilo.

Reinsediamento

 
 


Il programma di reinsediamento prevede il trasferimento in Stati membri di richiedenti asilo individuati in Stati terzi (in particolare in campi profughi) .

 

 

La proposta di ricollocamento per i casi di crisi 

 

Sulla scorta di tali provvedimenti, la Commissione, il 9 settembre 2015, presentava una proposta di regolamento recante un meccanismo di ricollocazione di crisi per tutti gli Stati membri e che modifica il regolamento Dublino.

In sostanza la proposta della Commissione consisteva nello stabilizzare il sistema di relocation contenuto nei due precedenti provvedimenti a carattere temporaneo, prevedendo, per l’avvenire ed ogniqualvolta uno Stato membro si trovasse in situazioni di emergenza dovute al flussi sproporzionato di domande di asilo, la redistribuzione per quote dei richiedenti protezione tra tutti gli Stati membri.

 

 

L’effettiva attuazione dei ricollocamenti

 

Nonostante gli sforzi della Commissione europea il grado di attuazione dei provvedimenti in materia di ricollocazione è tuttora fortemente deficitario.

Infatti, secondo la seconda relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento, pubblicata dalla Commissione europea il 12 aprile 2016, dall’Italia sono stati effettivamente ricollocati in altri Stati membri  530 persone, a fronte di circa 1.500 posti  messi a disposizione dagli altri Stati membri, e di un impegno accettato in sede di Consiglio (perciò vincolante) di circa 35 mila richiedenti asilo.

La resistenza di alcuni Paesi

 
Significativo il fatto che alcuni Paesi (tra gli altri, Croazia, Ungheria e Slovacchia), nonostante gli impegni, presi non abbiano ancora messo a disposizione  alcun posto per la relocation. 

Lo Commissione, alla stessa data, ha registrato un simile trend per quanto riguarda la ricollocazione dei richiedenti asilo dalla Grecia.  Da tale Stato membro sono state effettivamente ricollocate 615 persone, a fronte di circa 3 mila posti messi a disposizione dagli altri Stati membri e di un impegno che li vincolerebbe alla relocation di  63 mila richiedenti asilo. 

La Commissione ha altresì diffuso i dati relativi all’attuazione del programma di resettlement. In particolare, secondo le informazioni ricevute dagli Stati che partecipano al programma, fino alla metà di aprile 2016 sarebbero stati reinsediati 5.677 richiedenti asilo nei seguenti Stati membri: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Olanda, Norvegia, Svizzera, e Regno Unito. I rifugiati reinsediati sono in linea di massima cittadini siriani prelevati nei campi profughi  in Giordania, Libano e Turchia.

Quanto alla citata proposta di meccanismo di ricollocazione permanente presentata nel settembre 2015, essa ha conseguito scarsi progressi nel processo di adozione, soprattutto per l’aperta ostilità manifestata da alcuni Stati membri rispetto al sistema di quote obbligatorie di presa in carico dei richiedenti asilo.

 

 

La proposta di riforma del regolamento Dublino

 

Dando seguito ad una comunicazione del 6 aprile 2016, nella quale si indicavano, tra l’altro, le linee guida per una riforma complessiva del sistema europeo di asilo, il 4 maggio 2016 la Commissione europea ha presentato una proposta di riforma complessiva (rifusione) del regolamento Dublino.

Meccanismo di equità

 
La nuova proposta, in sintesi, prevede nuovamente un sistema di redistribuzione solidale dei richiedenti asilo tra tutti gli Stati membri, pur non mettendo in discussione il principio dello Stato di primo approdo.

Il fulcro della proposta è rappresentato dal meccanismo di assegnazione correttivo (il meccanismo di equità). Il nuovo sistema stabilisce automaticamente quando un Paese sta trattando un numero sproporzionato di richieste di asilo. A tal fine sono fissate delle quote di riferimento che hanno come parametri le dimensioni e  la ricchezza di uno Stato membro (in termini di PIL complessivo e non anche di PIL procapite); se tale Paese sta accogliendo un numero sproporzionato di persone, ben superiore alla quota di riferimento (oltre il 150% della quota di riferimento), tutti i nuovi richiedenti asilo nel paese in questione (indipendentemente dalla nazionalità), dopo una verifica dell’ammissibilità della domanda presentata, devono essere  ricollocati in tutta l’UE finché il numero di domande non sarà ridisceso al di sotto di quel livello.

Contributo di solidarietà

 
Uno Stato membro avrà inoltre la possibilità di non partecipare temporaneamente al ricollocamento, ma, in tal caso, dovrà versare un contributo di solidarietà di 250.000 euro allo Stato membro in cui è ricollocato il richiedente (ovvero lo Stato membro in cui è approdato e che lo ospita),  del quale sarebbe stato responsabile ai sensi del meccanismo di equità; il meccanismo tiene conto degli sforzi compiuti da uno Stato membro per reinsediare persone bisognose di protezione internazionale direttamente da un paese terzo.

La nuova disciplina prevede termini brevi per le procedure di trasferimento, meccanismi che disincentivano i movimenti secondari, e maggiore protezione degli interessi dei minori non accompagnati.

La proposta fa parte di un pacchetto che prevede altresì il rafforzamento dell’EASO- Ufficio europeo per l’asilo (che verrebbe trasformato in una vera e propria Agenzia dell’Unione europea) e del sistema EURODAC in modo tale da aumentare il numero e il tipo di informazioni fruibili tramite tale sistema informatico.

Si segnala che, secondo fonti informali, alcuni Stati membri (Repubblica ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia) avrebbero aspramente criticato il meccanismo correttivo di equità descritto.

 

 

 

La gestione delle frontiere: lo Spazio Schengen e la Guardia costiera e di frontiera europea

 

Il ripristino dei controlli alle frontiere interne UE

 

Il numero senza precedenti di migranti giunti nell’Unione europea dal 2015 e le carenze riscontrate dalle Istituzioni europee in alcuni tratti delle frontiere esterne greche (vedi infra nel paragrafo), con il conseguente rischio di movimenti secondari dei migranti entrati in Europa, hanno indotto vari Stati membri a reintrodurre temporaneamente controlli di frontiera su tutte le loro frontiere interne o parte di esse.

A seguito della richiesta rivolta da Germania, Francia, Austria, Belgio, Danimarca e Svezia di attivare la procedura straordinaria ex articolo 29[2] del Codice frontiere Schengen al fine di consentire il prolungamento dei controlli alle frontiere interne nell'area Schengen per altri sei mesi, il 4 maggio 2016, la Commissione europea ha presentato una proposta di decisione del Consiglio recante raccomandazioni per un controllo temporaneo alla frontiera interna in circostanze eccezionali in cui è a rischio il funzionamento globale dello spazio Schengen.

La  procedura ex articolo 29 del Codice frontiere Schengen

 
In sintesi, la proposta di raccomandazione dà seguito al processo di monitoraggio UE cui la Grecia è stata sottoposta a partire dal novembre 2015, in esito al quale sono state riscontrate gravi lacune nel rispetto delle norme Schengen per i profili attinenti alla gestione delle frontiere esterne; la Grecia in sostanza non avrebbe colmato nel termine fissato di tre mesi le gravi lacune nella gestione delle frontiere, per cui le Istituzioni europee ritengono che vi sia il rischio di compromettere il funzionamento globale dello spazio senza controllo delle frontiere interne, con particolare riferimento al  rischio, tuttora attuale, di movimenti secondari di migranti irregolari.

Secondo la raccomandazione, l’Austria, la Germania, la Danimarca, la Svezia e la Norvegia dovrebbero mantenere controlli di frontiera temporanei proporzionati per un periodo massimo di sei mesi (a decorrere dalla data di approvazione della decisione), alle seguenti frontiere interne:

o   l’Austria alla frontiera terrestre tra Austria e Ungheria e alla frontiera terrestre tra Austria e Slovenia;

o   la Germania alla frontiera terrestre tra Germania e Austria;

o   la Danimarca nei porti danesi da cui partono i collegamenti effettuati con traghetti con la Germania e alla frontiera terrestre tra Danimarca e Germania;

o   la Svezia nei porti svedesi nella regione meridionale e occidentale di polizia e al ponte di Öresund;

o   la Norvegia nei porti norvegesi da cui partono i collegamenti effettuati con traghetti con la Danimarca, la Germania e la Svezia.

I controlli di frontiera dovrebbero essere mirati e limitati in termini di portata, frequenza, ubicazione e tempo, a quanto strettamente necessario per rispondere a gravi minacce e per proteggere l’ordine pubblico e la sicurezza interna. Lo Stato membro che svolge controlli alla frontiera interna dovrebbe riesaminare periodicamente la necessità, la frequenza, l’ubicazione e il tempo dei controlli, adeguare i controlli al livello della minaccia affrontata, eliminarli gradualmente quando è appropriato e riferire alla Commissione ogni due mesi.

 

 

Il Brennero

 

L’Austria avrebbe avviato la costruzione delle infrastrutture necessarie per eseguire i controlli alla frontiera con l’Itala, con particolare riguardo alla realizzazione di una barriera sul suo lato del confine con l’Italia, in vista di un atteso grande afflusso di migranti e rifugiati che attraverserebbero il Mediterraneo nel corso dell’estate.

Secondo quanto riportato dalla stampa, i controlli al Brennero dovrebbero prevedere la costruzione di una rete tra i 250 e i 370 metri. Il 27 aprile 2016 le autorità austriache hanno altresì precisato che al Brennero, con l'introduzione dei controlli di confine, saranno in servizio 250 poliziotti, prefigurando anche l’eventuale invio di soldati su decisone del Ministero della difesa.

Inoltre, durante un vertice tra i rappresentanti delle forze dell'ordine di Italia, Austria e Germania per discutere gli ormai imminenti controlli di frontiera, le autorità di Vienna hanno fatto sapere che chiederanno di poter effettuare controlli sui treni e sulla strada già sul territorio italiano.

La situazione al Brennero è stata da ultimo oggetto di discussione, il 28 aprile 2016 presso il Ministero dell’Interno italiano, tra il Ministro Alfano e il collega austriaco Sobotka.

 

 

La guardia costiera e di frontiera europea

 

Il 15 dicembre 2015 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento relativa alla guardia costiera e di frontiera europea e che abroga il regolamento (CE) n. 2007/2004, il regolamento (CE) n. 863/2007 e la decisione 2005/267/CE del Consiglio;

Gli elementi chiave della proposta sono:

·     una squadra di riserva rapida di almeno 1500 esperti e un parco di attrezzature tecniche messo a disposizione dagli Stati membri cui l’Agenzia dovrebbe poter attingere autonomamente;

·     l’istituzione di un centro di monitoraggio e analisi dei rischi abilitato a svolgere valutazioni di vulnerabilità che individuino le carenze nella gestione delle frontiere esterne da parte degli Stati membri;

·     in caso di persistenza delle carenze o di ritardo o inadeguatezza dell'azione nazionale, e in ogni caso di forte pressione migratoria che rappresenti una minaccia per lo spazio Schengen, la facoltà di intervento diretto della Commissione europea e della nuova Agenzia, attraverso misure cui lo Stato membro interessato è obbligato a conformarsi;

·     il rafforzamento del mandato dell’Agenzia per quanto riguarda le attività di rimpatrio.

Su tale proposta il Consiglio ha già raggiunto un orientamento comune che costituirà la base per il negoziato con il Parlamento europeo nell’ambito della procedura legislativa ordinaria (già procedura di codecisione).

La proposta è attualmente all’esame della I Commissione (Affari costituzionali).

 

 


 

Frontiere intelligenti

 

Il 6 aprile 2016, la Commissione europea ha presentato una proposta riveduta di regolamento relativo all’istituzione di un sistema di ingressi/uscite (EES) per accelerare, facilitare, e rafforzare le procedure di controllo di frontiera per i cittadini di paesi terzi diretti nell’UE.

Il nuovo sistema si applica a tutti i cittadini di paesi terzi ammessi per un soggiorno di breve durata nello spazio Schengen (non superiore a 90 giorni nell’arco di 180).

Il sistema registra i nomi, il tipo di documento di viaggio, i dati biometrici, nonché la data e il luogo di ingresso e di uscita, consentendo in tal modo di individuare coloro che sono rimasti nell’UE dopo la scadenza del periodo autorizzato e di identificare le persone prive di documenti.

Il meccanismo sostituisce l’attuale sistema di timbratura manuale dei passaporti.

 

 

L’accordo del 18 marzo 2016

 
Gli accordi UE-Turchia

 

Negli ultimi mesi si sono svolti negoziati tra UE e Turchia per affrontare insieme la questione dei flussi migratori che da quello Stato partono verso la Grecia e la rotta dei Balcani occidentali.

Da ultimo, il 18 marzo 2016 i leader dell'UE e della Turchia hanno raggiunto un accordo sui seguenti punti:

·        il ritorno in Turchia di tutti i migranti irregolari che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alle isole greche, a decorrere dal 20 marzo 2016, nel pieno rispetto del diritto dell'UE e internazionale;

·        per ogni siriano che ritorna in Turchia un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia all'UE, sulla base degli impegni esistenti;

·        la Turchia adotterà qualsiasi misura necessaria per impedire l'apertura di nuove rotte terrestri o marittime per la migrazione illegale;

·        una volta terminati gli attraversamenti irregolari, verrà attivato un programma volontario di ammissione umanitaria;

·        l'UE accelererà ulteriormente l'erogazione dei 3 miliardi di euro assegnati in base a precedenti accordi[3] e mobiliterà altri 3 miliardi di euro una volta che queste risorse saranno state utilizzate e a condizione che gli impegni siano soddisfatti;

·        l'UE e la Turchia si adopereranno per migliorare la situazione umanitaria in Siria.

Infine, i leader dell'UE e la Turchia hanno convenuto di accelerare l'adempimento della tabella di marcia sulla liberalizzazione dei visti, nonché di rilanciare il processo di adesione della Turchia all’UE .

Al riguardo, si ricorda che il 20 aprile 2016 la Commissione europea ha presentato una relazione sull’accordo UE-Turchia in cui si dà, tra l’altro,  conto del numero di rimpatri in Turchia dal 4 aprile (325 persone) e dei reinsediamenti dei profughi siriani (103 rifugiati); per quanto riguarda gli aspetti finanziari, oltre al miliardo di euro già stanziato ed erogato a carico dal bilancio UE, 16 Stati membri dell’UE (Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Slovacchia, Svezia, Ungheria) hanno inviato i propri contributi (per l’Italia, circa 225 milioni di euro), che coprono 1,61 miliardi di euro dei 2 miliardi previsti per il periodo 2016-2017. I primi contratti nell’ambito dello strumento, del valore di 77 milioni di euro, sono stati firmati il 4 marzo e i primi pagamenti sono stati effettuati il 18 marzo.

La proposta di esenzione del visto per la Turchia 

 
In attuazione dell’accordo del 18 marzo 2016, la Commissione europea ha presentato il 4 maggio 2016 una proposta di revoca dell’obbligo del visto per i cittadini turchi, a condizione che le autorità turche si allineino alla tabella di marcia per un regime di esenzione dal visto.

Si ricorda che la proposta è sottoposta alla procedura legislativa ordinaria che prevede l’accordo tra il Consiglio e il Parlamento europeo.

In particolare viene richiesto alla Turchia di adeguarsi alla tabella per quanto riguarda la lotta contro la corruzione, la protezione dei dati, la collaborazione con le autorità giudiziarie di tutti gli Stati membri, una cooperazione rafforzata con EUROPOL e la revisione della legislazione e delle pratiche antiterrorismo.

Secondo quanto riportato dalla stampa nei giorni scorsi, il Presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, avrebbe annunciato l’intenzione della Turchia di non voler modificare la propria legge antiterrorismo, che costituisce uno dei 72 criteri concordati con la Commissione europea per ottenere il regime di esenzione dei visti.

Il rilancio del processo di adesione 

 
Per quanto riguarda il processo di adesione della Turchia all’UE, si segnala che nell’ambito dell’accordo del 18 marzo 2016 è stato raggiunto l’accordo per l’apertura del capitolo 33 dei negoziati di adesione (relativo alla disposizioni finanziarie e di bilancio).

La Turchia ha ottenuto lo status di paese candidato dal Consiglio europeo di Helsinki del dicembre 1999 ed ha avviato i negoziati di adesione con l’Unione europea il 3 ottobre 2005.

I negoziati di adesione si articolano in 35 capitoli divisi per politica. Allo stato attuale sono stati aperti negoziati su 15 capitoli di cui uno è stato concluso (scienza e ricerca – nel giugno 2006).

Sono aperti al momento i seguenti capitoli: impresa e politica industriale (marzo 2007); controllo finanziario; statistica (giugno 2007); reti transeuropee; salute e protezione dei consumatori (dicembre 2007); diritto delle imprese; proprietà intellettuale (giugno 2008); libera circolazione dei capitali; società dell'informazione (dicembre 2008); fiscalità (30 giugno 2009); ambiente (21 dicembre 2009); sicurezza alimentare (30 giugno 2010); politica regionale ( 25 giugno 2013). Il quindicesimo capitolo (Politica economica e monetaria) è stato aperto il 14 dicembre 2015, a seguito dell’impegno a rivitalizzare il processo di adesione del paese, assunto il 25 novembre 2015, in occasione di una riunione straordinaria dei Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell’UE con una delegazione del governo turco guidata dal Primo ministro Davutoglu.

Da parte sua, la Commissione europea ha manifestato l’intenzione di rilanciare la discussione sull’apertura dei capitoli 23 e 24 dei negoziati di adesione (relativi rispettivamente a sistema giudiziario e diritti fondamentali e giustizia, libertà e sicurezza), che potrebbero fornire alla Turchia una guida alle riforme da realizzare in tali ambiti.

Si ricorda che – in conseguenza della mancata applicazione del Protocollo di Ankara nei confronti della Repubblica di Cipro da parte della Turchia - sono sospesi 8 capitoli negoziali: libera circolazione delle merci, diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi, servizi finanziari, agricoltura e sviluppo rurale, pesca, politica dei trasporti, unione doganale e relazione esterne.


 

 

 

 

Scheda-paese Grecia
(a cura del Ministero degli Affari esteri
e della Cooperazione internazionale)

 

 

 

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Aggiornamento: 11 maggio 2016


STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE

Dati di base ed indicatori sociali

 

Nome Ufficiale:

Repubblica Ellenica (Grecia)

Capitale:

Atene (3 milioni aggl. urb.)

Principali città:

Salonicco (400.000 ab.- 900.000 aggl. urb.)

Pireo (190.000 ab.)

Patrasso (155.000 ab.).

Superficie:

132.020 km2

Popolazione:

11.040.000

Aspettativa di vita:

78,74

Gruppi nazionali:

Greci 98%, altri 2%

Lingue:

Greco moderno

Religioni:

Cristiani Ortodossi 98%

Musulmani 1,3%

Cristiani Cattolici 0,5%

Ebrei 0,2%

 


 

Struttura istituzionale

 

Sistema legale:

Diritto codificato

Forma di governo:

Repubblica parlamentare

Sistema legislativo:

Parlamento unicamerale (300 seggi)

Suffragio:

Universale, 18 anni 

Capo dello Stato:

Prokopis Pavlopoulos

Capo del Governo:

Alexis Tsipras

Ministro degli Esteri:

Partiti politici in Parlamento:

 

Nikos Kotzias

SYRIZA (35,46% - 145), Nea Dimokratia (28,10% - 75), Alba Dorata (6,99% - 18), PASOK (6,28% - 17), Kke (5,55% - 15), To Potami (4,09% - 11), Anel-Greci Indipendenti (3,69% - 10), Unione di Centro (3,43% - 9), Unità Popolare (2,86% - 0).

Partecipazione a organizzazioni internazionali:

BSEC, CERN, FAO, ICAO, IFAD, ILO, IMO, Interpol, IOC, IOM, ITU, MINURSO, NATO, OSCE, UNCTAD, UNESCO, UNHCR, UNIDO, UPU, WHO.

 


 

CENNI STORICI E SVILUPPI RECENTI

La storia della Grecia moderna inizia nel 1821 con la Guerra d’Indipendenza dall’Impero ottomano che si concluse nel 1830. Con le guerre balcaniche del 1912-13, la Grecia conquistò l’Epiro meridionale, Salonicco e Creta. Durante la Prima guerra mondiale, dopo un periodo di neutralità, il filo-tedesco re Costantino fu deposto e il Paese si affiancò all’Intesa. I Trattati di Neuilly (1919) e di Sèvres (1920) le assegnarono la Tracia occidentale e una vasta area in Asia Minore. Respinta con le armi dalla nuova Repubblica turca guidata da Mustafa Kemal detto Atatürk e perduto ogni diritto sull’Anatolia (Trattato di Losanna, 1923), la Grecia conobbe un periodo di crisi e la dittatura di Metaxas (1936-41). Occupata nel 1941 da Tedeschi ed Italiani, dopo la seconda guerra mondiale e fino al 1949 visse un periodo di guerra civile, conclusosi con la sconfitta delle formazioni comuniste. Al governo conservatore di Karamanlis succedette nel 1963 quello di G. Papandreu, avversato dal nuovo re Costantino II. La crisi che si produsse sfociò nel 1967 nella “dittatura dei colonnelli” la cui caduta, nel 1974, fu favorita dalla crisi di Cipro e dall’intervento turco sull’Isola. Nel 1981 la Grecia, già membro della NATO, entrò nella CEE. Lo stesso anno la vittoria elettorale socialista portò al governo A. Papandreu. Travolto quest’ultimo da uno scandalo politico-finanziario (1988), si ebbero governi di coalizione fino al ritorno al potere dei socialisti nel 1993. Il leader socialista Simitis veniva riconfermato nelle legislative dell’aprile 2000; egli promuoveva una politica di consolidamento macro-economico e di riforme strutturali, indispensabile per la partecipazione all’Unione Economica e Monetaria, concretizzatasi nel 2001 con l’ingresso nell’Euro.

Gli anni tra il 2007 e il 2015 sono stati caratterizzati dal dominio dei due grandi partiti tradizionali Nea Democratia (centro-destra) e PASOK (socialista). Il partito di centro-destra ha governato dal 2007 al 2009, con Karamanlis Primo Ministro; il PASOK di George Papandreou dal 2009 al 2012.

Le elezioni del 17 giugno 2012, se da una parte hanno  sancito la vittoria di Neo Democratia, hanno visto anche una netta affermazione della sinistra radicale di SYRIZA, il netto indebolimento del PASOK e l’inquietante ingresso dei neonazisti di Alba Dorata.

Le elezioni del 25 gennaio 2015 hanno segnato la vittoria di SYRIZA, con un margine che le ha quasi consentito di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Un accordo con i Greci Indipendenti hanno consentito a Tsipras di ottenere dall’allora Presidente Papoulias il mandato per formare il governo. Il Primo Ministro si è dimesso il 20 agosto, dopo l’irreparabile rottura con la componente di sinistra del proprio partito. Il 20 settembre scorso si sono tenute le elezioni politiche anticipate, che hanno segnato la riconferma di Tsipras.

 


POLITICA INTERNA

Assetto istituzionale

La Grecia è una Repubblica parlamentare unicamerale, basata sulla Costituzione del 1975 e sul successivo emendamento del 1986.

Il Capo dello Stato viene designato con mandato quinquennale dal Parlamento. Qualora il Parlamento non raggiunga la maggioranza qualificata prevista, sono indette nuove elezioni ed il Presidente può essere eletto a maggioranza semplice dal nuovo Parlamento. Fra i poteri del Presidente: designazione del Primo Ministro, rinvio di un provvedimento al Parlamento per il riesame, scioglimento del Parlamento nel caso di due successive dimissioni del Governo o di due successivi voti di sfiducia.

Il 18 febbraio 2015 è stato eletto come nuovo Presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos, appartenente al partito Nea Dimokratia e insediatosi il 13 marzo 2015. Pavlopoulos succede a Karolos Papoulias (eletto per la prima volta nel 2005  e confermato nel mandato nel 2010).

Il Parlamento (Βoυλή - “Voulì”) è composto da 300 membri, eletti per quattro anni. Dal 1993 è in vigore un sistema proporzionale integrato da un consistente premio di maggioranza, con una soglia di sbarramento del 3%.

Il Primo Ministro è designato dal Presidente della Repubblica, che tuttavia non dispone di margini di discrezionalità, dato che l’incarico deve essere affidato al leader del partito di maggioranza. Eccezionalmente il Governo può chiedere l’indizione di nuove elezioni, motivando la richiesta con la necessità di conseguire unità di indirizzo su questioni nazionali di importanza prioritaria e di urgentissima trattazione. In tal caso, il Presidente della Repubblica, accertata la sussistenza delle condizioni, è tenuto a procedere allo scioglimento del Parlamento.

 


 

SVILUPPI RECENTI

Gli sviluppi politici degli ultimi anni in Grecia si sono strettamente intrecciati con le conseguenze della disastrosa crisi economica che ha investito il paese e con i rapporti con i creditori internazionali, UE e FMI in primis.

 

1. Le elezioni del 25 gennaio 2015 hanno consentito, per la prima volta nella storia repubblicana greca, a un partito della sinistra radicale di vincere le elezioni con un margine che gli ha quasi consentito di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Un vantaggio di oltre otto punti percentuali su Nea Demokratia ed un accordo con il partito dei Greci Indipendenti hanno consentito ad Alexis Tsipras di ottenere il mandato per il nuovo governo e il voto di fiducia del Parlamento il successivo 5 febbraio.

Tsipras ha mostrato piena consapevolezza della difficoltà di dover far accettare un eventuale accordo con i creditori internazionali all’ala più massimalista di SYRIZA. In quest’ottica si spiega il referendum indetto il 5 luglio 2015 sulla proposta presentata dai creditori internazionali durante l’Eurogruppo straordinario del 25 giugno (estensione per ulteriori cinque mesi del programma di assistenza finanziaria in scadenza il 30 giugno), che ha visto la vittoria con il 61,3%, del “no” appoggiato da Tsipras (affluenza alle urne del 62,5%). All’indomani del referendum il Ministro delle Finanze Varoufakis si è dimesso, lasciando il suo posto al Capo negoziatore con la “troika” Tsakalotos.

Il successivo 12 luglio a Bruxelles, nell’ambito di un drammatico Consiglio europeo, sono state raggiunte delle intese, approvate dal Parlamento greco a grande maggioranza il 16 luglio (interventi significativi IVA, pressione fiscale, pre-pensionamenti anticipati e indipendenza dell’ente nazionale di statistica).

Il lungo e a tratti caotico dibattito parlamentare ha però sancito la crisi di SYRIZA, con 39 parlamentari su 149 che hanno fatto mancare il proprio sostegno, portando ad un rimpasto di governo. Un nuovo Governo Tsipras ha quindi giurato il 18 luglio escludendo i dissidenti di SYRIZA. Il secondo pacchetto di riforme sulla riforma del codice civile e il recepimento della direttiva europea sulla risoluzione delle banche (cd. “bail-in”) è stato approvato con i voti favorevoli di 123 deputati di SYRIZA, 13 Greci Indipendenti e ND, PASOK e “To potami”.

 

2. La convocazione di elezioni politiche anticipate il 20 settembre scorso è stata la diretta conseguenza della decisione di Tsipras di rassegnare le dimissioni il 20 agosto. Obiettivo del Premier quello di ottenere dalle urne un mandato forte per poter affrontare il difficile compito di realizzare il programma di riforme. La scelta di Tsipras si è rivelata vincente e il voto lo ha riconfermato alla guida del Paese.

Il 17 ottobre 2015 il Parlamento ha approvato il maxi decreto per introdurre la maggior parte delle 49 azioni necessarie per la concessione della tranche di 2 miliardi del prestito alla Grecia da parte dei creditori internazionali. Tra le misure più impopolari, il graduale aumento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2022, il taglio del 10% delle pensioni di chi ne ha già usufruito prima di avere raggiunto i 67 anni e la parificazione del settore pubblico a quello privato. Sono stati introdotti aumenti della tassa sui redditi da locazione di immobili e una forte stretta sulla legislazione in materia di evasione ed elusione fiscale. Per quanto riguarda infine le liberalizzazioni, è stata sancita la liberalizzazione del mercato del gas al di fuori delle regioni di Attica, Salonicco e Tessaglia, a cui è seguita il 27 ottobre la legge per la regolamentazione della concessione delle licenze televisive in  digitale terrestre: tale riforma è tanto più significativa perché contrasta l’oligarchia che ha pilotato finora l’informazione ed il trattamento di favore riservato alle emittenti private da parte di banche ed istituzioni di controllo.

Nuova tappa delle riforme targate UE è stata l’approvazione della legge sulla ricapitalizzazione delle banche il 31 ottobre. In effetti, già a fine novembre le quattro banche sistemiche greche hanno in gran parte completato la prima fase di ricapitalizzazione. Complessivamente i quattro istituti di credito sono stati rafforzati con circa 13,7 miliardi di euro, di cui circa 8 sono stati raccolti dal settore privato.

 

3. Il 22 novembre il Parlamento ha approvato il decreto con cui il Governo ritiene di aver ottemperato a tutte le azioni prioritarie richieste dai creditori internazionali.

Si è però registrato il voto contrario di un deputato di ANEL e l’astensione di uno di SYRIZA, che sono stati espulsi dai rispettivi gruppi parlamentari. La tenuta della maggioranza di governo, che già in avvio di legislatura contava solo 155 deputati su 300, sembra quindi sempre più a rischio, soprattutto se si considera che nelle prossime settimane dovranno essere approvate la riforme del mercato del lavoro e del sistema previdenziale.

 

4. Il 10 gennaio 2016 Kyriakos Mitsotakis è stato eletto Presidente di Nea Demokratia superando al ballottaggio il Presidente uscente Vanghelis Meimarakis.

Mitsotakis rappresenta l’ala riformista e liberale di Nea Demokratia, oltre che essere esponente di una delle famiglie che ha segnato la storia del partito. Già Ministro della Riforma Amministrativa dal 2013 al 2014, si è distinto per l’efficacia e la tenacia con cui ha affrontato uno dei capitoli più spinosi del piano di riforme avviate da Samaras. Con la vittoria di Meimarakis è uscita sconfitta la dirigenza storica di ND, compreso Costas Karamanlis, Primo Ministro dal 2004 al 2009, nipote del fondatore del partito, che si è speso molto a sostegno di Meimarakis.

Il 28 febbraio il Congresso Nazionale di To Potami ha confermato, con l'80% dei voti a favore, il Segretario uscente Stavros Theodorakis. Il partito resterà autonomo, ma contemporaneamente si aprirà al dialogo con altri partiti quali Pasok e Nea Dimokratia. Tuttavia la crisi del movimento, che ha preso piede a seguito del crollo di consensi delle ultime elezioni, ha creato diverse correnti secessioniste all’interno del gruppo parlamentare.

 

5. Il 1° febbraio Atene è tornata a confrontarsi con la “Quadriga” dei creditori internazionali, presentando i risultati già ottenuti e il cronoprogramma delle prossime azioni.

L’8 maggio scorso il Parlamento ellenico ha approvato con una maggioranza apparentemente compatta (hanno votato a favore tutti i 153 membri della coalizione di Governo) i disegni di legge di riforma delle pensioni e della tassazione sul reddito. Tale approvazione e' avvenuta in seguito ad un dibattito dai toni duri con gli esponenti dell'opposizione, in particolare Nea Dimokratia.

Auspicio del Governo ellenico quello di impressionare positivamente i creditori, nell'auspicio di giungere presto ad un accordo per concludere la prima review. Atene mira inoltre ad assicurarsi anche una dichiarazione di apertura dei creditori sull'inizio del dibattito per la ristrutturazione del debito.

 

6. Uno scenario, questo, di per sé assai complesso che viene reso ancora più problematico dalla crescita esponenziale dei flussi migratori, con circa 856.000 migranti giunti nel 2015 dalla Turchia per poi riversarsi lungo la rotta balcanica (contro i 153.000 giunti in Italia).

Nei primi mesi del 2016 la situazione è stata molto critica, con 74.700 arrivi dalla Turchia a metà febbraio. Per velocizzare la risposta all'emergenza e contrastare le deficienze imputatele dall'UE, la Grecia ha reagito affidando all’esercito la realizzazione degli hotspot.

Atene ha inoltre sostenuto “come un male necessario” le intese UE-Turchia per far fronte all’emergenza migratoria, entrate in vigore dal 1° aprile scorso, che hanno avuto come prima conseguenza una netta riduzione degli arrivi (secondo i dati diffusi dal Governo ellenico, la media si starebbe attestando intorno ai 70 nuovi ingressi al giorno).


 

SITUAZIONE ECONOMICA

 

1. L’economia dall’inizio della crisi

1. Le origini della “crisi greca” risalgono ad oltre un decennio fa. La rapida crescita greca degli anni ‘90-2000 si è bruscamente interrotta nel 2009, quando la crisi economica internazionale (insieme a problemi strutturali, una politica di bilancio “dissennata” e una struttura produttiva scarsamente competitiva) ha fatto entrare il sistema ellenico in una gravissima impasse economico-finanziaria, che si è riflessa nel rialzo del tasso di interesse dei titoli del debito sovrano e in una crescente difficoltà per Atene a vendere titoli sulle piazze mondiali.

Nel corso degli ultimi 6 anni, il prodotto interno lordo si è ridotto di più del 30%, il reddito disponibile delle famiglie è crollato del 27%, a causa dell’impennarsi della disoccupazione, che si attesta stabilmente al di sopra del 25%, dei tagli nei salari sia pubblici che privati  e della riduzione del 22% delle pensioni. A questi dati si aggiunge il crollo del 47% dei redditi da capitale. Tale quadro influisce naturalmente sui consumi delle famiglie, anch’essi crollati del 22% nello stesso periodo di riferimento.

Nel 2014, le persone considerate a rischio di esclusione sociale hanno raggiunto il 37.6% della popolazione. Tra queste, 26% sono considerate a rischio povertà. Se non vengono considerati i redditi da pensione, tale cifra raggiunge il 52,2% .

Le proporzioni della crisi sono state tra l’altro accentuate anche da fattori di carattere finanziario. Il settore bancario nazionale è stato infatti pesantemente colpito dall’effetto combinato prodotto sulla propria situazione patrimoniale dall’haircut sui titoli del debito pubblico e dall’incremento delle sofferenze. Ciò si è tradotto in una progressiva azione di "deleveraging" che si è rivelata sinora di difficile contrasto e che ha finito per amplificare ancor più le dimensioni della crisi. Le prospettive per l’economia sono incerte e strettamente collegate agli esiti dei negoziati in corso con i creditori internazionali.

 

2. L’intervento dell’Europa

L’attuale piano di salvataggio triennale varato il 19 agosto 2015 (2015-2018), per un valore complessivo di 86 mld euro, segue quelli del maggio 2010 (73 mld) e del marzo 2012 (154 mld). L’esborso delle diverse tranche di finanziamento è subordinato alla realizzazione di un imponente pacchetto di misure di bonifica del quadro macroeconomico greco, attraverso interventi di risanamento e razionalizzazione in ambiti quali il sistema fiscale, la previdenza sociale, il settore finanziario e bancario, nonché con la promozione di liberalizzazioni e privatizzazioni.

Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) - unico creditore per questo terzo piano - ha concesso alla Grecia nello scorso agosto una prima sub-tranche di 13 mld, che ha consentito ad Atene di far fronte ai propri debiti in scadenza. Ulteriori 3 mld sono stati erogati nei mesi successivi (2 mld a fine novembre e 1 mld a fine dicembre), dopo che l’Eurogruppo ha valutato favorevolmente le azioni del governo ellenico nell’adozione dei due set di misure prioritarie individuate nel piano. Preso atto anche del positivo completamento del processo di ricapitalizzazione delle banche greche, nel dicembre 2015 sono stati messi a disposizione del Fondo ellenico di stabilità finanziaria (HFSF) 10 mld destinati a dare ulteriore respiro al settore bancario (fondi peraltro da sbloccare “caso per caso”, a seconda delle necessità dei diversi istituti di credito, e di cui risultano finora utilizzati 5,4 mld).

Conclusa così l’erogazione della prima tranche di aiuti (in totale 26 mld), è iniziato il riesame dell’attuazione del programma di riforme richiamato nel piano, il cui esito sarà determinante per la concessione di altri finanziamenti da parte del MES, nonché per avviare la discussione su possibili misure di alleggerimento del debito e per valutare la possibilità di un nuovo intervento di sostegno da parte del Fondo Monetario Internazionale.

Sotto la lente delle Istituzioni sono settori molto sensibili per le autorità greche, quali riforma delle pensioni e del fisco, ma la positiva conclusione dell’esercizio e del successivo negoziato con i creditori è urgente e indispensabile a guadagnare la liquidità necessaria a far fronte ai prossimi debiti in scadenza (a partire dai 3,5 mld che la Grecia dovrà restituire alla BCE a luglio) e scongiurare così nuovamente il rischio di default.

A fronte di una spesa per le pensioni giudicata ancora troppo elevata, Tsipras ha escluso l’ipotesi di ulteriori tagli dopo quelli dell’ottobre del 2015 (-10% per i pensionati di età inferiore ai 67 anni). Quasi la metà delle famiglie greche dipenderebbe, infatti, da una pensione quale unica fonte di reddito, per cui ulteriori sforbiciate non potrebbero che ridurre il loro potere d’acquisto, con evidenti effetti depressivi.

Sul fronte del bilancio, la legge finanziaria 2016 ha previsto misure di politica fiscale per circa 5,7 mld, che dovrebbero garantire, secondo le stime greche, un avanzo primario pari allo 0,52% a fine 2016 (coerente co l’obiettivo fissato dal MES). I creditori, però, mettono in discussione l’efficacia delle misure proposte, giudicate inadeguate a colmare il "fiscal gap" greco, stimato intorno al 3% del PIL.

Pesano sul quadro generale anche il nodo dei “non performing loans”, che scoraggiano le banche a finanziare l’economia reale, e i ritardi nel programma di privatizzazioni: mentre non è ancora stato istituito il previsto “fondo indipendente” di gestione, le operazioni sin qui concluse (tra cui quella sul porto del Pireo) e quelle in itinere dovrebbero fruttare non più di 3 mld, cifra ben lontana dagli obiettivi fissati dal piano di salvataggio del MES, che prefigurava dismissioni per 50 mld.

L’esito positivo della valutazione dei creditori sulla performance greca è quindi tutt’altro che scontato, ed il negoziato per l’erogazione di altre tranche di finanziamento (in prima battuta, 5 mld) si profila non facile. In tale cornice torna ad inserirsi il noto contrasto tra la posizione tedesca e quella del FMI, che hanno visioni molto distanti sulle iniziative di salvataggio della Grecia. Mentre per Berlino non è ipotizzabile un taglio del debito greco (solo pochi giorni or sono la Cancelliera Merkel è tornata a ribadire che tale misura “non è legalmente possibile nell’Eurozona”), il Fondo - oggi non coinvolto nel piano, fin qui interamente a carico del MES - sembra deciso a non entrare in scena se non dopo una rimodulazione che renda il debito stesso realisticamente sostenibile. D’altra parte proprio la Germania è tra i più convinti sostenitori della necessità di un coinvolgimento del FMI anche in questo contesto, per la “garanzia di neutralità contabile” dell’esercizio che l’istituzione internazionale offre. L’esigenza di Christine Lagarde è invece quella di tranquillizzare i membri non europei del Fondo, già irritati per un’esposizione giudicata eccessiva nei confronti di Atene. A complicare il quadro, la rivelazione, da parte di Wikileaks, di una conversazione tra funzionari del FMI è stata utilizzata dalla stampa greca per mettere ulteriormente in discussione il coinvolgimento del Fondo nelle vicende nazionali, coinvolgimento peraltro già da tempo inviso al premier Tsipras.

Nel corso dell’Eurogruppo informale del 9 maggio scorso sono state accolte con favore le misure adottate dal Parlamento greco l’8 maggio, e per la prima volta si è affrontato il problema della sostenibilità del debito greco, con l’analisi di proposte sulla ristrutturazione del debito in tre fasi. Come riferito dal Commissario agli affari economici Pierre Moscovici parlando al Parlamento Ue il successivo 10 maggio, che "per la prima volta c'è stato un dibattito aperto e costruttivo sul debito" ellenico all'interno dell'Eurogruppo. Il commissario si è detto d'accordo con le proposte del presidente dell'Eurogruppo, fatte proprie dai ministri, di "trattare il problema del debito nel breve termine senza cambiare il programma e senza haircut" e poi nel medio termine di vedere se "altre misure supplementari sono necessarie". Moscovici si è detto "fiducioso" che l'Eurogruppo del 24 maggio possa prendere decisioni sia sullo sblocco della tranche di aiuti sia sul debito.

 

3. Dati macroeconomici recenti

Secondo le stime della Commissione Europea (aggiornate a maggio 2016), nel 2015 il PIL si è attestato ad un -0,2%, così come anche il 2016 dovrebbe segnare -0,3%.


 

Indicatori economici a confronto Italia – Grecia

 

 

ITALIA

GRECIA

2013

2014

2015

 

2016

(prev.)

2013

2014

2015

 

2016

(prev.)

PIL
(in mld di €)

 

1.609

 

1.616

 

1.635

 

1.675

 

180.4

 

177.6

 

176

 

175.1

Variazione del PIL (%)

 

-1,7

 

- 0,3

 

0,8

 

 

1,1

 

-3,2

 

0,7

 

-0,2

 

 

-0,3

PIL pro capite (in €)

 

26.531

 

26.581

 

26.847

 

27.418

 

16.450

 

16.301

 

16.211

 

16.122

Deficit/PIL (%)

 

-2,9

 

-3,0

 

 

- 2,6

 

-2,4

 

-13,0

 

-3,6

 

-7,2

 

-3,1

Debito pubblico/PIL (%)

 

128,8

 

132,5

 

132,7

 

132,7

 

177,7

 

180,1

 

176,9

 

182,8

Tasso di disoccupazione (%)

 

12,1

 

12,7

 

11,9

 

 

11,4

 

27,5

 

26,5

 

24,9

 

 

24,7

Tasso di disoccupazione giovanile (%)

 

40,0

 

42,7

 

40,3

 

 

36,7

 

57,4

 

50,6

 

49,0

 

 

n.d.

Tasso di inflazione (%)

 

1,3

 

0,2

 

0,1

 

 

0,2

 

-0,9

 

-1,4

 

-1,1

 

 

-0,3

Fonti: Commissione Europea, Istat, El.Stat. (Istituto Nazionale di statistica ellenico).

 

 

4. Lo stato delle finanze ellenico

1. Anche dopo l’approvazione del terzo piano di salvataggio, la situazione in cui versa l’economia greca continua a gettare grosse ombre sulle prospettive future del Paese. Secondo le stime della  Commissione Europea, il debito pubblico dovrebbe passare dal 182,8% della fine del 2016 al 178,8% del 2017, prima che si ponga su una lenta traiettoria di discesa (nel 2019 è stimato ancora sopra il 180%).

Le prospettive di crescita restano molto modeste (con un ritorno al segno positivo solo nel 2017), ma allo stesso tempo vengono imposti fin da subito ad Atene ambiziosi target di avanzo primario, che dovrà raggiungere con una serie di misure di alto impatto da adottare con urgenza (riforma dell’IVA e del sistema pensionistico, lotta all’evasione fiscale e riforma dell’amministrazione delle finanze pubbliche). Già ad ottobre 2016 la Grecia dovrà predisporre misure strutturali credibili da attuare entro il 2017 che rendano lo 0,75% del PIL. Resta infine tutta da verificare la fattibilità dell’ingente piano di privatizzazioni, anch’esso atteso per l’autunno, che dovrebbe vedere operativo entro la fine dell’anno un fondo capace di raccogliere i 50 miliardi di asset richiesti.

 

2. La discussione per l’approvazione della Finanziaria 2016, cominciata in Parlamento il 1° dicembre 2015, si è conclusa il 6 dicembre, dopo un dibattito dai toni accesi, con l’approvazione della Legge con 153 voti a favore, 143 contrari da parte delle opposizioni e due assenze nell’emiciclo.

Il testo approvato prevede interventi complessivi per 6,4 miliardi di euro per il 2015 e il 2016.

La disoccupazione è prevista in aumento fino al 25,8% per il 2016.

Il debito si prevede che raggiunga il 187,8% del PIL nel 2016, rispetto al 180,2% del 2015.

Nella Legge, le misure derivanti da tagli della spesa ed aumento dell’imposizione ammontano a circa 5,7 miliardi di euro, di cui 1,5 andrà raccolto entro la fine dell’anno. Gli introiti attesi dalle privatizzazioni, in diminuzione, ammontano a circa 3 miliardi di euro (a fronte dei 50 miliardi immaginati a Bruxelles). Le previsioni formulate dicono che il 2015 verrà chiuso con un deficit primario pari allo 0,24% del PIL, mentre per il 2016 è previsto un avanzo primario dello 0,52% del PIL. L’economia calerà dello 0,7% nel prossimo anno, dopo una crescita zero nel 2015 (risultato decisamente migliore rispetto alle stime di -2,5%, dovute all’introduzione dei controlli sui capitali lo scorso giugno).

 

 

5. Programma di privatizzazioni

Aeroporti regionali. Il 14 dicembre 2015 il Fondo per le privatizzazioni ellenico (HRADF) ha firmato con la Fraport, società del Consorzio tedesco Slentel, in partnership con il gruppo greco Copelouzos, un contratto di concessione per l’ammodernamento, la manutenzione e la gestione di 14 aeroporti regionali. L’operazione si è conclusa sulla base di un esborso anticipato di 1,23 miliardi di euro da parte della società tedesca ed un pagamento annuale di 22,9 milioni come contropartita della concessione quarantennale.

Porto del Pireo. Il Gruppo cinese Cosco si è aggiudicato la gara per il controllo e la gestione del porto per 368,5 milioni, impegnandosi a realizzare sostanziosi investimenti in nuovi impianti e a pagare un canone annuo allo Stato. La privatizzazione costituisce un pilastro del programma di dismissioni elaborato con i creditori nell’ambito del terzo piano di salvataggio. Al fine di superare la persistente opposizione delle frange di estrema sinistra di Syriza, tra cui i sindaci di Pireo e dei comuni circostanti, l’operazione verrà divisa in due parti: Cosco acquisirà il 51 per cento della OLP alla firma del contratto ed il restante 15,7 per cento nel mese di gennaio 2021, a condizione di aver completato il programma di investimenti concordato, che impegna la compagnia cinese ad un esborso di almeno 350 milioni nel corso dei prossimi 10 anni per interventi migliorativi al porto ed alle infrastrutture collegate. I progetti già concordati comprendono la costruzione di un terminal per navi da crociera e lo sviluppo di impianti di rimessaggio e riparazione.

TRAIN - OSE (compagnia ferroviaria pubblica greca). Il Consiglio d’Amministrazione dell’HRADF, riunitosi il 20 gennaio scorso, ha deciso di annullare la precedente gara e bandirne una nuova per la vendita del 100% della TRAIN - OSE. L’obiettivo è di attirare un maggiore interesse dagli investitori per la compagnia ferroviaria ellenica, che finora opera come unico fornitore di servizi ferroviari in Grecia. I principali soggetti che avevano espresso interesse nel corso del 2015, senza però presentare offerte vincolanti per l’acquisizione - sono stati le Ferrovie Francesi SNCF, un consorzio privato romeno-statunitense ed, anche in questo caso, le ferrovie russe (RZD) - le quali tuttavia, già verso la fine dello scorso anno, avevano manifestato l’intenzione di volersi ritirare dalla gara. Recenti dichiarazioni del Vice Ministro degli Esteri Mardas sembrano prefigurare un ritrovato interesse da parte russa, a seguito di quanto concordato nel corso dell’incontro tenutosi a Sochi nel Novembre 2015.

ADMIE (società di trasmissione di energia elettrica). Sempre nel mese di dicembre, il governo ha raggiunto un accordo con i creditori per la privatizzazione di ADMIE. La prima fase prevede la scissione dalla Public Power Corporation (PPC). Lo Stato conserverebbe una quota di maggioranza del 51%, mentre il 29% sarebbe messo sul mercato ed il restante 20% sarebbe riservato ad un investitore strategico. Nell’ambito di questo scenario, sono in corso contatti tra Terna e le competenti Autorità greche per approfondire i termini dell’operazione.

Complesso alberghiero ASTIR Vouliagmenis. Il HRADF ha annunciato la firma, nel dicembre 2015, di un accordo con il Fondo immobiliare Jermyn Street Real Estate (che rappresenterebbe investitori provenienti dalla Turchia, Abu Dhabi, Dubai, Kuwait ed altri Emirati) che si sarebbe impegnato a presentare un nuovo piano di investimento pari a 400 milioni di euro (di cui solo 100 saranno a proprio carico, mentre i restanti saranno investiti dalla National Bank of Greece, che possiede circa l’85% del resort), assicurando che sarà conforme al parere espresso dal Consiglio di Stato ellenico. L’intero processo di privatizzazione dovrebbe essere completato nel primo semestre del 2016.

 

 

6. Investimenti Diretti Esteri

Il mercato ellenico a partire dagli anni ‘90 si era proposto come tramite verso le economie emergenti delle regioni limitrofe (dai Balcani al Caucaso) ed ha attirato l’attenzione di capitali europei, americani e giapponesi.

Con la crisi, si è assistito ad una drastica riduzione dei capitali stranieri, che hanno conosciuto il valore minimo nel 2012, con un importo pari a 1.740 milioni di dollari. Secondo i dati EIU e Unctad, gli investimenti esteri sono ammontati a 2.818 milioni di dollari nel 2013, e 2.172 nel 2014; per il 2015 si stimano 1.092 milioni di dollari di investimenti in entrata. Più ottimistici i dati della Banca di Grecia, che indica in 2,6  miliardi di euro l’ammontare degli investimenti esteri nel 2014.

Può essere interessante considerare i seguenti grafici, ripresi dal sito di Enterprise Greece e basati su dati forniti dalla Banca di Grecia, relativi all’ammontare e alla provenienza degli investimenti esteri in Grecia nel periodo pre-crisi e in quello successivo.

 


 

fdi1_ENAmmontare IDE in Grecia  dal 2004 al 2014 in milioni di euro

 

 

 

Provenienza investimenti - Periodo 2003-2008 (totale 28.405,7 milioni di euro)

fdi2_EN

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Provenienza investimenti - Periodo 2009- 2014 (17.393,8 milioni di euro)

 

fdi3_enAlla voce altri sono ricompresi Russia, Paesi arabi e asiatici, a partire dalla Cina, particolarmente interessati ai settori di energia, telecomunicazione, turismo, trasporto e logistica.

 

7. Turismo

La crisi economica esplica effetti sempre più negativi anche sul settore turistico della Grecia, settore che contribuisce al 15% del PIL ed impiega un quinto della forza lavoro. Il turismo ha tradizionalmente rappresentato un “cuscinetto” contro la disoccupazione, generando, soprattutto nel periodo estivo, un consistente numero di posti di lavoro, tendenza positiva arrestatasi negli ultimi due anni, nel corso dei quali il tasso di disoccupazione si è costantemente incrementato.

L’instabilità politica, l’immagine negativa della Grecia rappresentata sugli organi di stampa internazionali, nonché la concorrenza di altre destinazioni nel Mediterraneo, hanno influito negli anni 20011-2012. A partire dal 2013 si è assistito ad un rimbalzo del settore. Secondo fonti stampa nei primi 6 mesi del 2015 c’è stato un aumento del 20,8% di turisti stranieri nel Paese, con aumenti in particolare da USA (+ 41,4%) Germania (+23.5%) Regno Unito (+18%), Francia (+12,5%), mentre i turisti russi sono diminuiti del 60%. Secondo l’associazione nazionale greca delle imprese turistiche (SETE) sarebbero previsti entro la fine del 2015 un totale di 25 milioni di turisti.

Per quanto riguarda i viaggi dei greci all’estero, secondo i dati della Banca di Grecia, nel 2014 il numero di viaggiatori greci all’estero è per la prima volta tornato a crescere dal 2011. Nello stesso anno i viaggi all’estero di cittadini greci sono stati infatti 5.802.000, in crescita del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (4.594.000).

Quasi tutte le destinazioni estere hanno subito un rialzo rispetto al 2013, ad eccezione di alcuni Paesi come l’Italia, che nel 2014 ha ricevuto 292.000 turisti greci, in calo del 6% rispetto all’anno precedente (310.000). Nonostante ciò, anche nel 2014 l’Italia continua a collocarsi al quarto posto della classifica dei Paesi più visitati dopo Bulgaria, Turchia e Germania.

Tali dati si aggiungono a quelli forniti dall’ISTAT (arrivi e presenze negli esercizi ricettivi per paese di residenza dei clienti stranieri) secondo cui nel 2013 (ultimi dati disponibili) sono arrivati in Italia 299.289 cittadini greci, in crescita (+3%) rispetto all’anno precedente (2012: 290.038). Per quanto riguarda le principali destinazioni in Italia, il cittadino ellenico che si reca in Italia predilige il viaggio “culturale classico”. È da menzionare comunque una non trascurabile parte di greci che si reca in Italia per fare shopping e per viaggi d’affari. Le prime sei Regioni prescelte nel 2013, secondo dati ISTAT, sono state nell’ordine: Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Campania.

 

8. Energia

Il progetto del gasdotto TAP riveste un’importanza strategica per il Governo di Atene, che si aspetta che il progetto agisca da moltiplicatore economico diretto ed indiretto per le comunità delle aree attraversate. Il Governo ellenico, dopo una fase di iniziale freddezza, si è dunque dimostrato molto deciso alla realizzazione di un’infrastruttura ereditata dai precedenti governi, ma alla quale è riuscito a conferire un valore aggiunto in termini di ritorno per la Grecia.

La fase di costruzione sarebbe pronta a partire ragionevolmente entro il primo semestre 2016 per concludersi verso il 2020. La strategia del Governo Greco è quella di trasformare la Grecia in un hub per l’energia, sfruttando il vantaggio competitivo di cui dispone in termini geografici e geopolitici. In questo quadro va letto il perdurante interesse di Atene verso il Turkish stream, i cui negoziati sono stati sospesi in ragione della recente crisi russo-turca, la creazione di infrastrutture per il GNL nel nord del Paese, la realizzazione dell’interconnettore con la Bulgaria (IGB), nonché i contatti più recenti con gli israeliani.

 


 

POLITICA ESTERA

1. NATO

L’appartenenza alla Nato rappresenta uno dei pilastri della politica estera greca. Atene ritiene di aver assicurato massima disponibilità nell’uso della base di Souda (Creta), rispetto all’atteggiamento della Turchia, che avrebbe rifiutato l’uso delle sue basi militari per eventuali operazioni in Medio Oriente.

 

2. FYROM

Atene NON riconosce il nome di “Repubblica di Macedonia” ed accetta solo la dizione di FYROM (“Former Yugoslav Republic of Macedonia”). La questione del nome ha di fatto bloccato l’integrazione di Skopje nelle strutture europee ed euro-atlantiche; il negoziato mediato dall’ONU tra Skopje e Atene sulla questione non registra sostanziali sviluppi nell’individuare un nome accettato sia internazionalmente, sia nel Paese balcanico.

Il Ministro degli Affari Esteri della FYROM, Nikola Poposki, si è recato in visita ad Atene il 17 dicembre 2015: era da oltre dieci anni che una delegazione macedone di alto livello non si recava in Grecia. Il Ministro è stato ricevuto dal Presidente Pavlopoulos, in Parlamento ed ha incontrato il Viceministro per la Protezione del Cittadino Toskas. Il Ministro degli Esteri macedone ha posto l’accento sui compromessi accettati dal suo Paese circa il nome Macedonia, tra i quali le modifiche alla Costituzione ed alla bandiera, l’accettazione della denominazione FYROM in ambito ONU.

All’ordine del giorno è stata posta anche la crisi migratoria ma senza risvolti pratici. Nel corso del 2015 la frontiera tra i due Paesi è stata infatti attraversata da centinaia di migliaia di rifugiati. La barriera al confine non è una soluzione di lungo periodo per Poposki, ma l’elemento dirimente resta quello della registrazione: fino a che Skopje non avrà garanzie adeguate sulla correttezza delle procedure di registrazione in territorio ellenico, non sarà possibile aprire la frontiera. È stata poi ribadita l’importanza dell’interscambio bilaterale, sia a livello economico (Atene è il primo investitore nella FYROM) che di conoscenze tecniche. Il riavvicinamento tra i due Paesi è una delle priorità per SYRIZA. Il 24 giugno scorso Kotzias si era infatti recato a Skopje, dove mancava un Ministro degli Esteri greco da più di un decennio.

 

3. Cipro

La visita del Ministro degli Esteri Kotzias a Cipro il 5 novembre 2015 è stata caratterizzata da un approfondimento congiunto del capitolo negoziale inter-cipriota relativo a sicurezza/garanzie, con l’obiettivo di individuare una formula che consenta il ritiro delle truppe turche dall’isola. Confermate convergenze in tema di opposizione a deroghe permanenti ad acquis UE, risposte a crisi migratoria, esercizi regionali di cooperazione nel settore energia. Secondo un protocollo ormai rituale, oltre ai colloqui con il suo omologo Kasoulides, Kotzias ha avuto incontri con il Presidente Anastasiades, l’Arcivescovo Chrysostomos II, il Presidente del Parlamento Omirou ed i leader di tutti i partiti politici, intervallati da visite ai luoghi-simbolo dell’ellenismo greco-cipriota: il memoriale agli eroi della lotta di liberazione dal dominio britannico, il campo della ELDIYK, la forza militare greca di stanza nell’isola, e il cimitero ove è stato di recente dissotterrato, con i resti dei soldati che erano a bordo, l’aereo greco abbattuto dal fuoco amico dei ciprioti nelle convulse giornate dell’invasione turca del luglio 1974.

 

4. Turchia

Le relazioni con la Turchia sono da sempre complicate, pur appartenendo entrambi i paesi alla NATO. Le principali questioni di discussione rimangono le stesse: Cipro e la delimitazione dei confini marittimi. Su Cipro, la Grecia ritiene che la soluzione deve anche tener conto delle tre minoranze presenti sull’isola (armena, latina e araba maronita), mentre per quanto riguarda i confini marittimi con la Turchia, i greci lamentano continue violazioni delle acque territoriali greche da parte di navi turche.

Qualcosa sembra però essersi mosso nel corso della recente visita del premier Tsipras in Turchia (18 novembre 2015): il Primo Ministro greco ha auspicato la costruzione di una nuova “narrativa” tra i due Paesi, fondata su fiducia e cooperazione reciproche, e resa ancora più urgente dall’attuale congiuntura, che dovrebbe trovare applicazione pratica nei molti dossier aperti ad Atene come ad Ankara, ovvero sicurezza dell’Egeo, questione cipriota, gestione dell’emergenza rifugiati e sviluppo delle relazioni economiche.

Il Ministro degli Esteri turco Cavusoglu si è quindi recato il 4 marzo 2016 in visita ad Atene dove ha incontrato il suo omologo Kotzias, il Primo Ministro Tsipras ed il Presidente Pavlopoulos. All’ordine del giorno la crisi migratoria, Cipro ed il quarto Consiglio di Cooperazione Greco-Turco che si è tenuto l’8 marzo a Smirne. In particolare, Cavusoglu ha citato le recenti modifiche nell’ordinamento turco riguardo gli accordi di riammissione che hanno consentito di approvare il 99% delle 800 richieste di riammissione avanzate dalle Autorità greche. Il Ministro Kotzias, dal canto suo, non ha nascosto le difficoltà nelle relazioni tra i due paesi, ma ha riaffermato la ferma convinzione sua e del Governo sulla necessità di andare avanti sulla base dei principi di buon vicinato e dell'applicazione del diritto internazionale.

Gli incontri di Atene sono stati positivi ed hanno consentito ad entrambe le parti di mantenere un clima propizio tra i due Paesi. La Turchia, tuttavia, crea quotidianamente problemi nell’Egeo, dove si registrano una media di 2000 violazioni dello spazio sia aereo che marittimo greco ogni anno, anche al di là delle 6 miglia marine, limite riconosciuto persino dalla Turchia. Tali violazioni assumono un carattere provocatorio, agli occhi di Atene poiché, anziché assumere la forma di passaggi inoffensivi, seguendo una linea retta tra il luogo di partenza e di arrivo, si traducono in rotte artatamente modificate con il solo apparente scopo di passare a ridosso di isole greche che si trovano anche al centro dell’Egeo. Gli stessi interlocutori greci sono rimasti stupiti dall’assertività di Cavusoglu, più dura del solito, il quale al problema sollevato da Kotzias avrebbe risposto che in fondo si tratta di confini artificiosi, ereditati da lontano, citando il Dodecaneso.

 

5. Albania

Il 21 marzo 2016 il Ministro degli Esteri albanese Ditmir Bushati si è recato in visita ad Atene dove ha incontrato il Presidente della Repubblica, il Presidente del Parlamento e il Ministro degli Esteri. La visita si è svolta in un clima molto cordiale e positivo, in ossequio alla linea politica aperta e inclusiva del Ministro Kotzias, e quale seguito alla visita di quest’ultimo a Tirana dello scorso anno.

L’intensificarsi degli incontri testimonia la volontà di entrambi i paesi di trovare una soluzione alle numerose questioni ancora aperte sul piano bilaterale, in un’ottica di stabilizzazione dell’area balcanica e di rilancio delle relazioni economiche tra i due paesi, anche nel quadro delle opportunità offerte dalla Macro Regione Adriatico-Ionica.

Le questioni ancora aperte non sono poche. Tra le altre, la definizione dell’area economica esclusiva e della piattaforma continentale, il rispetto dei diritti delle minoranze nei rispettivi paesi, fino all’abolizione della legge che il Parlamento greco ha approvato nel lontano 1940 e che stabilisce lo stato di guerra tra i due paesi.

 

6. Francia

Il 24 ottobre il Presidente Hollande si è recato in Grecia accompagnato da diversi ministri e da una delegazione di 70 imprenditori (tra gli altri Total, Edf, Veolia, Suez, Vinci e SNFC). Il Presidente francese ha pronunciato un discorso di fronte al Parlamento in cui ha ribadito sia la membership insostituibile della Grecia nell’Unione Europea sia il fatto che la Francia è stata al fianco della Grecia durante il negoziato e continuerà a farlo attraverso il proprio know how in materia di modernizzazione della pubblica amministrazione, riforma del sistema fiscale, della sanità e del sistema previdenziale. Obiettivo della visita di Hollande ad Atene è stato il rafforzamento della dimensione economica dello stretto rapporto franco-ellenico. La Francia è già il 4° investitore in Grecia con 120 imprese e 12.000 lavoratori impiegati. Molto di più deve essere ancora fatto, soprattutto in materia di infrastrutture, sanità, energia e nuove tecnologie. Tuttavia, il Presidente non ha tralasciato la collaborazione culturale con la Grecia, che deve maggiormente svilupparsi nel settore archeologico, museale e di sostegno alla francofonia. La Francia, ha sottolineato Hollande, deve diventare il primo paese per numero di studenti universitari greci. Il Presidente francese non ha omesso infine di affrontare il tema dell’emergenza migratoria, riconoscendo il ruolo svolto dalla Grecia nella prima linea del flusso di migranti senza precedenti. Hollande era accompagnato da una folta ed importante delegazione, con il principale obiettivo di riscuotere il credito del sostegno francese di questi ultimi mesi, traducendolo in concrete opportunità anche in vista delle privatizzazioni in questo Paese.

 

7. Israele

Il Primo Ministro Tsipras ha effettuato la sua prima visita ufficiale in Israele il 25 e 26 novembre 2015. Al centro dei colloqui, definiti da Netanyahu “profondi, produttivi e di ampio respiro”, il rafforzamento della cooperazione regionale nel settore energetico, in vista della creazione di un hub nel Mediterraneo orientale.

Già nel 2013 Cipro, Grecia e Israele avevano come siglato un MoU per rafforzare la cooperazione e creare una piattaforma con l’obiettivo di esportare gas naturale verso l’Unione Europea. Dal dicembre 2014, Tsipras ha considerato prioritaria questa cooperazione e ha promosso l’invio di una proposta da parte dei tre Ministri dell’Energia al Vice Presidente della Commissione Europea per costruire un gasdotto (1.530 km) che colleghi Cipro con la Grecia e che potrà servire al trasporto del gas estratto al largo delle coste israeliane. I due capi di governo avrebbero inoltre concordato di allargare la cooperazione bilaterale in campo economico, tecnologico, scientifico e, in particolare, sul turismo.

 

8. Egitto

Il Presidente egiziano Al-Sisi è giunto ad Atene l’8 dicembre 2015 per condurre colloqui bilaterali e partecipare alle consultazioni trilaterali Grecia-Egitto-Cipro. Tsipras ed il suo ospite hanno partecipato alla Greek-Egyptian Business Conference insieme ad imprenditori e rappresentanti istituzionali di entrambi i Paesi per rafforzare le relazioni economiche, in particolare in relazione alle prospettive create dall’apertura del nuovo canale di Suez. A margine della conferenza sono stati firmati un Accordo in materia di trasporto aereo, un MoU tra le autorità portuali di Kavala e di Alessandria ed un protocollo di collaborazione tra i porti di Alexandroupolis e di Damietta.

Nel corso dell’incontro tra il Presidente egiziano ed il Ministro della Difesa, Panos Kammenos, sono state passate in rassegna le attività di controllo congiunto dei confini marittimi tra Grecia ed Egitto a contrasto sia del contrabbando (di petrolio e di armi) che del traffico di esseri umani. Contestuale il lancio di “Medusa 2015”, un’esercitazione congiunta nell’Egeo meridionale (nella zona di Creta), concentrandosi su attività di search and rescue e di intercettazione. Esercitazioni comuni saranno estese anche ad altri Paesi come Cipro o “altri Paesi moderati del Medio Oriente”.

Trilaterale Grecia-Egitto-Cipro

I tre paesi si sono impegnati a intensificare la collaborazione in campo energetico e sulle questioni di sicurezza regionale: è stato istituito un Comitato congiunto per la Cooperazione, coordinato dai Ministeri degli Esteri dei rispettivi Paesi, con il compito di progettare, sviluppare e promuovere progetti concreti di interesse comune, nel settore turistico ed energetico, stimolando gli investimenti reciproci. Ma i tre leader hanno anche espresso la volontà di sviluppare la collaborazione nei settori della marina mercantile, portuale, del turismo e dell’itticoltura, attraverso l’istituzione di una Commissione speciale per la Blue Economy, nonché dell’istruzione e dei beni culturali, con la partecipazione sia del settore pubblico che di quello privato. Il prossimo anno l’Egitto ospiterà il nuovo vertice che dovrebbe poter valutare le proposte del suddetto comitato.

Le questioni energetiche assumono un ruolo centrale nella tripartita grazie, da ultimo, alla scoperta in Egitto del giacimento supergiantZohr”. Nell’ottica dei tre paesi, le riserve di gas agiranno da catalizzatore della cooperazione nella regione e la rete per la distribuzione del gas individuato nel Mediterraneo orientale costituirà il tessuto connettivo di un’area di stabilità, pace e prosperità. In quest’ottica, i tre leader hanno stabilito di accelerare i negoziati sulle questioni in sospeso relative alla delimitazione delle rispettive zone economiche esclusive, come presupposto per lo sviluppo dello sfruttamento energetico dell’area.

 

9. Iran

Il Primo ministro Tsipras si è recato a Isfahan e Teheran il 7-8 febbraio 2016, secondo capo di governo occidentale dopo Orbán, accompagnato dai ministri degli Esteri Kotzias, Ambiente-Energia Skourletis e Sviluppo economico Stathakis. Tsipras ha avuto colloqui con la Guida Suprema Khamenei, il Presidente Rohani, il Primo Vice Presidente Jahangiri, il Vice Presidente per la scienza e la tecnologia Sattari e il Segretario del Consiglio Supremo di Difesa Shamkhani. Il Premier greco ha enfatizzato il desiderio di Atene di sviluppare “legami strategici”. Khamenei ha ricordato che Grecia e Iran discendono da gloriose civiltà e oggi hanno posizioni comuni su molte problematiche, riconoscendo che Tsipras è il leader europeo “più indipendente dagli USA” (seppure la Grecia sia un Paese membro della NATO). Sattari ha notato che l’eliminazione delle sanzioni ha creato i presupposti per lo sviluppo di specifiche collaborazioni con Atene nei settori dell'energia, del turismo e navale, e si è soffermato sull’e-commerce, in cui possono profilarsi margini di guadagno importanti (grazie ad una popolazione giovanile di 30 milioni), in quanto esso ha un potenziale di 60 miliardi di dollari.

 

10. Stati Uniti

Il Segretario di Stato americano, John Kerry, si è recato in visita ad Atene il 4 dicembre 2015. La missione si è articolata in incontri con il Primo Ministro Tsipras e con il Ministro degli Esteri Kotzias.

La visita di Kerry, dal punto di vista dei risvolti pratici, non sembra tuttavia essere andata oltre alla riaffermazione dell’ottimo stato delle relazioni bilaterali. Quattro gli argomenti affrontati:

Emergenza migratoria. Il Segretario di Stato ha esaltato il ruolo svolto dalla Grecia nella gestione di una crisi che ha carattere “globale”.

Sicurezza regionale e Turchia. Kotzias ha evidenziato l’importanza del ruolo giocato dalla Grecia quale Paese sicuro al “centro di un triangolo di instabilità avente Libia e Siria alla base e l’Ucraina al vertice”. Atene intende svolgere un’attività di mediazione, grazie anche alla comprensione del contesto regionale e ad una certa conoscenza degli attori in campo. Kerry ha espresso fiducia nelle capacità di Atene e di Ankara di poter risolvere la questione degli sconfinamenti.

Energia ed investimenti. Su TAP e IGB (Interconnettore Grecia-Bulgaria) Kerry ha espresso soddisfazione per i passi avanti compiuti dal Governo greco garantendo, a fronte di un miglioramento del clima degli investimenti, anche l’interesse delle aziende d’oltreoceano (progetto di costruzione di un terminal per il GNL nel nord del Paese a Alexandroupoli che potrebbe permettere, in futuro, la distribuzione in Europa di gas naturale liquefatto proveniente dagli USA.

Questione cipriota. Kotzias e Kerry hanno condiviso l’impressione sulla positività del “momentum” tra le parti in causa.

 

11. Santa Sede

Il 16 aprile 2016, con un gesto di grande significato, il Santo Padre, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli e l’Arcivescovo di Atene si sono recati a Lesbo per uno storico ed elevato momento ecumenico volto a sensibilizzare l’opinione pubblica europea e mondiale sulla tragedia che si sta consumando nel Mar Egeo e sulla “più grande catastrofe umanitaria dopo la Seconda Guerra Mondiale”, come ha avuto modo di esprimersi il Pontefice a bordo dell’aereo con cui si à recato in Grecia.

Nella Dichiarazione Congiunta dei massimi esponenti della Cristianità si richiama l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale e dei rispettivi governi; inoltre si sollecitano tutti i paesi ad estendere l’asilo temporaneo, a garantire lo status di rifugiato a chi presenta i requisiti, di incrementare lo sforzo per garantire i soccorsi e facilitare la fine dei conflitti in corso. Infine, si sollecita la comunità internazionale a considerare una priorità sia la protezione della vita umana che l’avvio di politiche inclusive che si estendano a tutte le comunità religiose.

Per quanto riguarda infine gli aspetti più strettamente legati alla Grecia, Tsipras ha accolto Papa Francesco al suo arrivo in aeroporto e ha sottolineato l’importanza di tale visita per tre ragioni principali: l’aver sottolineato la dimensione globale della crisi migratoria; il fatto che la visita abbia avuto luogo in Grecia, il che rappresenta un messaggio importante per il Paese, che nonostante le sue difficoltà ha fatto ogni sforzo per una gestione umana della crisi dei rifugiati; infine, il gesto del Papa di accogliere 12 profughi tra coloro che sono giunti in Grecia prima dell’accordo del 20 marzo à un messaggio che ricorda a tutta l’Europa e il mondo che la Grecia non deve essere lasciata sola e l’Europa deve rimanere aperta a chi necessita di protezione.

 

12. Altri Paesi

Si è assistito negli ultimi anni ad un’intensificazione delle relazioni bilaterali con Russia e Cina.

Con Pechino Atene vorrebbe incrementare l’interscambio commerciale a proprio favore, dato l’importante squilibrio della bilancia commerciale. Da ricordare che gli ingenti investimenti della Cina in Grecia hanno fatto del Pireo il principale punto di entrata delle merci cinesi dirette in Europa orientale.

Con Mosca, vi sono importanti relazioni storiche, culturali e religiose ed Atene ambisce a poter svolgere un ruolo di mediazione nella crisi ucraina. Gli esiti della discussa visita di Tsipras a Mosca dell’aprile 2015 e dell’incontro con il Presidente Putin non sono stati all’altezza né dei timori di Bruxelles né delle speranze greche, considerando che nessuna richiesta di sostegno finanziario è stata avanzata dalla Grecia e nessuna concessione è arrivata da Putin sul fronte delle restrizioni russe all’importazione di prodotti agricoli greci, in conseguenza delle sanzioni dell’UE. Si ricorda infine la comune tradizione religiosa ortodossa, particolarmente cara ai Greci Indipendenti, parte del Governo Tsipras. 

 


 

RAPPORTI BILATERALI

 

1. Rapporti politici

Le ottime relazioni tra Italia e Grecia sono favorite dalla vicinanza geografica e culturale e dalla comune appartenenza all’Unione Europea, alla NATO ed agli altri principali fori regionali ed internazionali. Con la Repubblica ellenica si condividono interessi strategici (lotta all’immigrazione clandestina, sicurezza energetica) e posizioni sulle principali questioni internazionali (integrazione europea, stabilizzazione dei Balcani, soluzione della questione cipriota, cooperazione nella regione attraverso il rilancio dell’Iniziativa Adriatico-Ionica e la strategia per la relativa Macroregione in ambito UE).

La Grecia ha generalmente un orientamento favorevole verso le iniziative diplomatiche e le candidature italiane.

Il 26 novembre il Presidente della Repubblica Pavlopoulos ha compiuto una visita ufficiale in Italia, incontrando il Presidente Mattarella e la Presidente della Camera. La presidente Boldrini si è recata in visita in Grecia dall’11 al 14 febbraio scorso.

Lo scorso 18 febbraio l’On. Ministro Gentiloni si è recato in visita ad Atene. L’11 aprile si è svolta la missione ad Atene del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Franceschini.

Si è recentemente concluso un negoziato per  un Accordo di delimitazione delle rispettive zone marittime, avviato su iniziativa greca. Dev’essere fissata la data della firma.

La Grecia ha partecipato a Expo Milano con un modulo espositivo individuale di 125 metri quadri nello spazio collettivo tematico “Cluster Bio-Mediterraneo, costruito attorno al tema “Greek food - Sharing the flavors of health”.

 

2. Rapporti economici e commerciali.

Sulla base del rapporto ELSTAT del gennaio 2016, l’Italia risulta essere il terzo fornitore della Grecia dopo Russia e Germania (con una percentuale del 7.9% del totale), mentre sul lato delle importazioni, si classifica al secondo posto, dopo la Turchia (con una percentuale del 9.2% a fronte di un 12.0% turco).

Secondo i dati Istat, nel 2015 l’interscambio commerciale tra Italia e Grecia è ammontato a 6,303  miliardi di euro; le esportazioni italiane sono state pari a 3,765 miliardi di euro (in calo del 2,23% rispetto al 2014), le importazioni pari a 2,538 miliardi di euro (+9,2% sempre rispetto all’anno precedente): il saldo positivo per la nostra bilancia commerciale è stato di 1,227 miliardi di euro.

Le esportazioni greche dirette al nostro Paese riguardano principalmente i settori dell’agricoltura (olio di oliva, frumento, tabacco), della pesca, dell’acciaio, dei laminati, del cemento e dell’alluminio. I comparti in cui maggiore è il flusso proveniente dall’Italia sono invece quelli dell’abbigliamento e accessori, dei mobili, dei mezzi di trasporto, delle attrezzature industriali, delle macchine utensili a cui si aggiungono i settori agro-alimentare, dei materiali da costruzione, delle telecomunicazioni, del tessile, dei prodotti chimici e dei prodotti di largo consumo.

 

Interscambio commerciale Italia-Grecia

(dati Istat in milioni di Euro)

 

 

2011

2012

2013

2014

2015

Esportazioni italiane

4.782

4.207

3.771

3.851

3.765

Variazione % annua

-12,6

- 12,02

-10,4

+2,12

-2,23

Importazioni italiane

2.111

2.095

2.278

2.325

2.538

Variazione % annua

+ 12,4

- 0,75

+8,7

+2,06

+9,2

Totale

6.893

6.302

6.049

6.176

6.303

Saldo per l’Italia

2.671

2.112

1.493

1.526

1.227

 

Investimenti

La crisi economica ha radicalmente cambiato il quadro di riferimento. Si è assistito a una drastica riduzione dei capitali stranieri in Grecia, che hanno conosciuto il valore minimo nel 2012. L’Italia, nel periodo pre-crisi (2003-2008) era il sesto Paese investitore (dopo Germania, Regno Unito, Francia, Belgio e Olanda). A partire dalla crisi gli investimenti italiani si sono vistosamente ridotti: nel periodo 2009-2014 l’Italia e diventata l’ottavo Paese investitore dopo Germania, Francia, Regno Unito, Cipro, USA, Spagna e Belgio. Nel 2014 gli investimenti italiani sono ammontati, secondo i dati della Banca Centrale di Grecia, a 835 milioni di euro.

 

Imprese italiane Il radicamento delle imprese italiane sul territorio greco è piuttosto limitato. La recessione economica ha inevitabilmente scoraggiato la prosecuzione di una tendenza virtuosa che aveva visto, a partire dagli anni ‘90, un incremento di nostre aziende nel Paese.

A livello commerciale, si tratta soprattutto di piccole-medie imprese che gestiscono, tramite rivenditori ed agenti locali, una rete capillare di diffusione di beni di consumo e di prodotti italiani (abbigliamento, mobili, articoli per la casa, prodotti alimentari).

Tra le grandi aziende italiane sono invece attualmente operative filiali di Fiat (che nel 2013 si è collocata al quinto posto per numero di immatricolazioni, con una quota di mercato pari a circa il 6%, e che ora punta a ritagliarsi ulteriori spazi  per passare  dal quinto al quarto posto), Presidente, Alenia, Generali, Pirelli, Ferrero, Luxottica, Telecom Italia (che ha investito nella realizzazione di data center) e quattro società farmaceutiche (Chiesi, Italfarmaco, Menarini e Angelici).

Nel settore della siderurgia e materie plastiche sono presenti Acciaierie RIVA, KERAKOLL e ITALCEMENTI (sin dagli anni ‘90 Italcementi opera con un impianto nei pressi di Atene che attualmente produce circa un milione di tonnellate di cemento all’anno). Nel settore delle grandi opere e infrastrutture spicca IMPREGILO (in consorzio con Ansaldo, Seli, Rocksoil, Metropolitana Milanese e la società greca di costruzioni Aegek si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione della metropolitana di Salonicco; ad Atene Impregilo sta realizzando il Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos, progettato da Renzo Piano) e Ansaldo STS. Nell’agro-alimentare la presenza italiana è cresciuta rapidamente con BARILLA, COOPERLAT, EURICOM, CAMPARI, FERRERO e AUTOGRILL, attiva nella ristorazione lungo le grandi arterie autostradali. Nei servizi la partecipazione italiana è in espansione (ASSICURAZIONI GENERALI), con l’unica eccezione dei servizi bancari, in cui si è registrata una tendenza di segno negativo.

In campo energetico, sono presenti ENEL, ITALGAS e EDISON.

Con una capacità istallata di 820 MW e circa 35 000 clienti, Edison è – attraverso la Joint Venture ElpEdison il primo investitore straniero nell'industria elettrica greca con circa 110 impiegati. Negli ultimi anni, il Gruppo ha inoltre iniziato a sviluppare delle attività addizionali nel settore delle infrastrutture di trasporto di gas e nel settore dell'esplorazione e produzione di idrocarburi. Edison ha supportato il settore anche durante la crisi che ha toccato la Grecia, rifinanziando (direttamente e con garanzie) ElpEdison per un valore di 100 milioni di euro. Nel contesto attuale, nel 2015, ElpEdison ha subito significative perdite in un contesto di vuoto regolatorio e che continua ad essere caratterizzato da una posizione di dominanza dell’operatore storico PPC, sia nella generazione sia nella vendita di energia elettrica, posizione difesa attraverso pratiche monopoliste nel mercato e nell’accesso a fonti di generazione a basso costo, come la lignite e l’idroelettrico. In questo contesto, Edison auspica una rapida adozione di meccanismi di remunerazione della capacità e della flessibilità degli impianti di produzione. Nel settore delle infrastrutture, Edison, tramite la società IGI Poseidon SA, partecipata pariteticamente con la società Depa, è attiva nello sviluppo di alcuni progetti di gasdotto tra cui il progetto IGB. L’interesse di Edison si è recentemente esteso anche al settore degli idrocarburi in Grecia. A seguito di un gara internazionale promossa dal Governo Greco nel 2012 sono state attribuite al consortium di Edison con Hellenic Petroleum (operatore) la concessione di West Patraikos, nel Golfo di Patrasso. Più recentemente, a seguito dell’ultimo round di gare internazionali conclusosi a luglio 2015, Edison ha presentato un’offerta in consortium con Total e Hellenic Petroleum per delle nuove aree esplorative. L’esito di questa gara si conoscerà nelle prossime settimane.

ENI è presente nel Paese dal 2000, quando ha creato una JV con DEPA per la distribuzione di gas, e con cui si era garantita per 30 anni l’esclusiva della gestione della rete e della vendita al dettaglio per utenti domestici (investimento totale di € 270 mln nella rete di distribuzione). Nel 2014, con la liberalizzazione del settore, questa esclusività è venuta meno. Il Gruppo sta comunque cercando di sviluppare per il Governo locale una proposta di privatizzazione meno traumatica. Rimane comunque l’interesse per il Paese, la cui domanda di gas e di reti dovrebbe crescere.

Enel Green Power Hellas (EGPH), fondata nel dicembre 2008, è uno dei principali operatori in Grecia nel campo della produzione di elettricità da fonti rinnovabili con una capacità installata pari a 308 MW nel settore eolico, idroelettrico e solare. Il Gruppo vanta inoltre un portafoglio di progetti in sviluppo nel paese, in particolare nel settore eolico e della geotermia.

Nel settore energetico il progetto di maggiore rilievo è rappresentato dal TAP, Trans Adriatic Pipeline (Grecia, Albania e Italia) che porterà il gas azero del Mar Caspio sulle coste della Regione Puglia. L’Accordo Intergovernativo concernente il progetto Trans Adriatic Pipeline (TAP), firmato ad Atene il 13 febbraio 2013, è stato ratificato dall’Italia il 7 febbraio 2014. Con la notifica alle controparti della nostra ratifica l’Accordo è entrato in vigore. Il prossimo 17 Maggio a Salonicco si terrà la cerimonia dell’avvio dei lavori di costruzione del TAP:

 

Contenzioso finanziario di Alitalia con la Grecia.

La vertenza della nostra compagnia con il fisco greco risale al 2011, quando venne notificata ad Alitalia un’ingiunzione al pagamento di un’ “imposta straordinaria” di quasi 1,3 milioni di Euro, ai sensi di una legge greca del 2010.

Alitalia non ha versato tale imposta invocando il Trattato bilaterale italo-greco per evitare le doppie imposizioni, e ha a suo tempo presentato un ricorso amministrativo. L’accordo prevede infatti per i servizi aerei un regime speciale in base al quale ciascun vettore di una delle due Parti contraenti assolve i propri obblighi fiscali solo nel Paese di origine.

Sin dal 2012 il Ministero dell’Economia e Finanze ha richiesto al Ministero greco delle Finanze di avviare la procedura di accordo amichevole prevista dal Trattato, incontrando il rifiuto greco (marzo 2014) in quanto il contributo straordinario richiesto ad Alitalia non rientrerebbe nel campo applicativo della accordo bilaterale contro le doppie imposizioni.

Nell’ottobre 2014 la Corte Amministrativa d’Appello del Pireo, pronunciandosi sul ricorso di primo grado presentato da Alitalia, ha emesso una sentenza favorevole alla compagnia, riconoscendo che l’azienda -  pagando solo in Italia le imposte sui redditi conseguiti dalla filiale in Grecia in virtù del Trattato bilaterale per evitare le doppie imposizioni -  non deve versare l’imposta straordinaria che le era stata richiesta. Il Ministero delle Finanze greco ha impugnato, in data 3 febbraio 2015 dinanzi alla Corte Suprema Amministrativa, la sentenza della Corte di Appello del Pireo.

 

3. Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche

Le relazioni culturali tra Italia e Grecia sono regolate dall’Accordo di Cooperazione Culturale firmato a Roma l’11 settembre 1954. In attuazione del suddetto accordo è in corso il negoziato per la finalizzazione del Programma Esecutivo per la cooperazione culturale per gli anni 2016-2018.

Ad Atene è presente un Istituto Italiano di Cultura.

Lo studio della lingua italiana in Grecia è consolidato e molto diffuso, con circa 7.295 studenti di italiano nel 2013/2014. Un lettore di ruolo è attivo presso l’Università della Macedonia di Salonicco. Corsi di italiano a livello universitario sono attivi anche presso gli atenei “Capodistriaca” di Atene e “Aristotele” di Salonicco.

Ad Atene è presente una delle 8 scuole statali italiane all’estero, che ricomprende i livelli di scuola primaria, secondaria di I° e II° grado (liceo scientifico). Sino all’anno scolastico 2014/2015 era presente anche una sezione greca di scuola secondaria di II grado (curricolo greco con insegnamento dell’italiano), che è stata chiusa per motivi di bilancio. E’ annessa all’istituto una scuola dell’infanzia paritaria. Nell’anno scolastico 2015/2016 la popolazione scolastica complessiva consta di 230 alunni.

La Grecia è uno dei Paesi dove maggiore è l’investimento del MAECI nel settore archeologico: operano in Grecia ben 11 missioni archeologiche, che coinvolgono gli Atenei di Bologna, Catania, Macerata, Palermo, Milano, Padova, Roma “La Sapienza”, Salerno, Siena e Udine in importanti progetti di collaborazione per lo studio e la valorizzazione di un ricco e variegato patrimonio archeologico (dalle evidenze delle civiltà micenea e minoica fino all’epoca bizantina). Le missioni hanno ricevuto dal MAECI oltre 40.000 Euro di contributo nel 2015. È attiva ad Atene una Scuola archeologica italiana organismo pubblico autonomo sottoposto alla vigilanza del MiBACT e del MIUR, che cura l’organizzazione di missioni archeologiche italiane in Grecia. 

Intensa è anche la cooperazione in ambito interuniversitario: sono in vigore tra Atenei greci ed italiani 109 accordi bilaterali e 36 multilaterali. Nel 2014 / 15 il sistema universitario italiano ha attratto dalla Grecia 1802 studenti.

I cittadini greci concorrono all’attribuzione di borse di studio che il MAECI ogni anno riserva a studenti e ricercatori nell’ambito di un gruppo di Paesi europei (c.d. Pool Europa). Per l’A.A. 2015-16 sono state selezionate due borsiste greche per compiere studi post lauream presso ‘La Sapienza’ di Roma (Dottorato in Energia ed Ambiente e Dottorato in Pianificazione, Design e Tecnologia dell’Architettura).

 

4. Proprietà immobiliari italiane a Salonicco

A Salonicco esistono due edifici demaniali: un ospedale e Villa Olga; l’Ex Manifattura Tabacchi-Istituto Italiano di Cultura, apparterrebbe ora alla società Fintecna. Sono in corso con le Autorità locali discussioni per un progetto di collaborazione che possa consentire la più efficiente valorizzazione di tali proprietà.

 

5. Comunità italiana in Grecia

La comunità italiana residente e iscritta all’AIRE è composta da  12.230 (alla data del 31/03/2016) connazionali. Il numero degli italiani presenti in Grecia in via temporanea o occasionale e’ di circa 1500 persone, ma il totale potrebbe essere superiore per la presenza di connazionali non residenti; la maggior parte nella regione dell’Attica ed in Macedonia e Tracia, ma vi sono comunità di una certa consistenza anche a Patrasso, Rodi, Corfù e Creta.

Si tratta di una comunità ben integrata, composta da famiglie formatesi di recente, principalmente a seguito di matrimoni fra cittadine italiane e cittadini greci che hanno frequentato in massa le Università italiane negli anni passati. Vi è poi una componente più transitoria di uomini d’affari e dipendenti di aziende italiane operanti in Grecia. Numerosi altresì i connazionali che si trasferiscono nei mesi estivi in Grecia, non contabilizzati nell’AIRE.

Oggi, sono molti i professionisti italiani affermati in Grecia (insegnanti, ricercatori, medici, psicologi, architetti, ingegneri, imprenditori) che danno contributi importanti alla crescita generale del Paese.

L’organo che istituzionalmente rappresenta gli Italiani in Grecia, il COMITES, è stato rinnovato a seguito delle consultazioni avvenute il 17 aprile 2015. Tutti i 12 seggi sono stati assegnati all’unica lista in lizza, presentatasi con il contrassegno di “Rappresentanza attiva”.

Diffuso è il fenomeno dell’associazionismo, che ha visto nascere nel Paese diverse aggregazioni “italo-greche” o di “amici d’Italia”. Le associazioni hanno fra le finalità statutarie quella di mantenere solidi legami con il nostro Paese attraverso manifestazioni socio-ricreative a beneficio di soci e simpatizzanti. Nel quadro dell’associazionismo a scopi assistenziali, si sottolinea la presenza del COASIT (Comitato Assistenza agli Italiani) di Atene che coadiuva il Consolato in modo continuativo nell’assistenza dei connazionali che versano in stato di indigenza.

L’insieme dei servizi consolari viene erogato dalla Cancelleria consolare dell’Ambasciata di Atene – a seguito delle chiusure del Consolato Generale di Salonicco (2001) e del Consolato di Atene (2007) – sostenuta da una rete consolare onoraria dipendente, composta da: 5 Consolati Onorari (Pireo, Salonicco, Corfù, Rodi – attualmente vacante – e Patrasso), 3 Vice Consolati Onorari (Iraklion, Volos e Kavala) e 10 Agenzie Consolari Onorarie (Chania, Cefalonia, Chios, Corinto, Paros, Mykonos- attualmente vacante, Kalamata, Igoumenitsa, Santorini e Syros), oltre a 7 Corrispondenti Consolari (Folegandros, Ios, Itaca, Nafplio, Paxi, Skiathos e Zante) per un totale di 25 uffici.

L’ampiezza di questa rete onoraria è motivata:

-  dalla notevole frammentarietà del territorio (isole);

- della necessità di assistere i numerosi turisti in difficoltà nel periodo estivo (le presenze superano il milione l’anno);

- dalle aspettative della collettività qui residente;

- dalle crescenti situazioni di rilevanza consolare derivanti dalla posizione geografica del paese, ubicato al confine sud-est dell’Unione Europea (immigrazione illegale, controllo degli scambi commerciali e così via).


Principali incontri bilaterali

 

2013

28-29 luglio     Incontro ad Atene tra il Presidente Letta e il Primo Ministro Samaras.        

17settembre    Incontro a Roma tra il Ministro Bonino e il Ministro degli Esteri Venizelos.

21 ottobre       Incontro a Roma tra il Presidente del Consiglio Letta e il Premier Samaras.

7-8 novembre Visita ad Atene della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini.

 

2014

6 febbraio      Incontro ad Atene della Vice Ministro Dassù con il Vice Ministro dell’Energia e il Vice Ministro degli Esteri greci.

28 febbraio    Incontro a Roma del Ministro Mogherini con l’omologo Venizelos.

28 marzo        Visita a Roma del Presidente della Repubblica Papoulias e incontro con il Capo dello Stato Napolitano.

 

2015

3 febbraio      IncontrI a Roma del Primo Ministro Tsipras con il Presidente del Consiglio Renzi e la Presidente della Camera Boldrini.

3 febbraio      Incontro a Roma tra i Ministri delle Finanze Padoan e Varoufakis.

28 ottobre      Incontri ad Atene del Sottosegretario Gozi con il Vice Primo Ministro Dragassakis, il Vice Ministro degli Esteri Xydakis e il Ministro di Stato Pappas.

26 novembre Visita a Roma del Presidente Pavlopoulos, che incontra il Presidente della Repubblica Mattarella e la Presidente della Camera dei Deputati Boldrini.

3 dicembre     Incontro a Roma del Sottosegretario Gozi col Ministro di Stato Pappas.

 

 

 

2016

12-13 febbraio Visita ad Atene e all’isola di Lesbo della Presidente della Camera On. Boldrini.

18 febbraio    Visita ad Atene dell’On. Ministro Gentiloni ed incontri con l’omologo Kotzias, il Presidente della Repubblica Pavlopoulos e i Ministri dello Sviluppo economico Stathakis e dell’Ambiente ed Energia Skourletis.

8-9 aprile        Partecipazione del Sottosegretario Gozi alla missione congiunta di 6 Ministri UE (Olanda, Francia, Slovacchia, Malta, Portogallo) ad Atene per colloqui con le Autorità greche in tema di emergenza migratoria,

11 aprile         Visita ad Atene del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Franceschini


COMPOSIZIONE DEL II GOVERNO TSIPRAS
(14 Ministri, 2 Ministri senza portafoglio, 16 Vice Ministri e 12 Sottosegretari)

 

Primo Ministro                                                                                              Alexis Tsipras

 

Vice Presidente del Governo                                                             Giannis Dragassakis

Ministro degli Interni e della Ricostruzione Amministrativa                         Panos Kouroumblis

Sottosegretario Giannis Balafas

Vice Ministro Riforma Amministrativa Christoforos Vernardakis

Vice Ministro Protezione del Cittadino Nikos Toskas

Vice Ministro Politica dell’Immigrazione Giannis Mouzalas

Sottosegretario Macedonia e Tracia Maria Kollia-Tsarouchá (Greci Indipendenti)

Ministro dell’Economia, Sviluppo e Turismo                                                Giorgos Stathakis

Vice Ministro Turismo Elena Kountourà (Greci Indipendenti)

Sottosegretario Quadro Strategico Nazionale Alexis Charitsis

Sottosegretario Industria Theodora Tzagkri (Greci Indipendenti)

Ministro della Difesa Nazionale (Greci Indipendenti)                                    Panos Kammenos

Vice Ministro Dimitris Vitsas

Ministro dell’Istruzione, della Ricerca e dei Culti                                          Nikos Filis

Vice Ministro Sia Anagnostopoulou

Vice Ministro Ricerca e Innovazione Kostas Fotakis

Sottosegretario Theodosis Pelegrinis

Ministro degli Esteri                                                                                      Nikos Kotzias

Vice Ministro Affari Europei Nikos Xydakis

Sottosegretario Dimitris Mardas

Sottosegretario Giannis Amanatidis

Ministro della Giustizia, Trasparenza e Diritti Umani                                   Nikos Paraskevopoulos

Vice Ministro per la lotta contro la corruzione Dimitris Papangelopoulos 

Ministro del Lavoro, Previdenza e Solidarietà Sociale                                  Giorgos Katroungalos

Vice Ministro della Solidarietà Sociale Theanó Fotiou

Vice Ministro della lotta alla disoccupazione Rania Antonopoulou

Sottosegretario per la Previdenza Sociale Anastasios Petropoulos

Ministro della Salute                                                                          Andreas Xanthos

Vice Ministro Salute Pavlos Polakis

Ministro della Cultura e dello Sport                                                              Aristidis Baltas

Sottosegretario per lo Sport Stavros Kontonis

Ministro delle Finanze                                                                                   Efklidis Tsakalotos

Vice Ministro Tryfon Alexiadis

Vice Ministro Giorgos Chouliarakis

Ministro per l’Ambiente e l’Energia                                                              Panos Skourletis

Vice Ministro Ambiente Giannis Tsironis (Ecologisti verdi)

Ministro delle Infrastrutture, dei Trasporti e delle Reti                                 Christos Spirtzis

Sottosegretario Dimitris Kamenos (Greci Indipendenti)

Ministro della Marina Mercantile e della Politica insulare                             Thodoris Dritsas

Ministro dello Sviluppo Agricolo e degli Alimenti                                         Vaghelis Apostolou

Vice Ministro Markos Bolaris

Ministro di Stato                                                                                            Nikos Pappas

Ministro di Stato per il coordinamento dell’Opera Governativa                    Alekos Flambouraris

Sottosegretario di Stato Terence Quick (Greci Indipendenti)

Sottosegretario di Stato presso il Primo Ministro e

Portavoce del Governo Olga Gerovassili

 


Rapporti parlamentari Italia Grecia
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 

Presidente del Parlamento Ellenico

(Vouli Ton Ellinon)

Nikolaos VOUTSIS

dal 3 ottobre 2015

 

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore della Repubblica italiana ad Atene

S.E. Efisio Luigi MARRAS

dal 3 luglio 2015

Ambasciatore della Repubblica ellenica a Roma

S.E. Themistoklis DEMIRIS

dal 29 maggio 2013

 

XVII LEGISLATURA

 

 

Corrispondenza

Il 18 aprile 2016 la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha ringraziato il Presidente del Parlamento ellenico, Nikolaos Voutsis, per la calorosa accoglienza riservata alla delegazione italiana nel corso della sua visita in Grecia dal 12 al 13 febbraio 2016 (si veda infra).

In particolare la Presidente evidenzia come la sottoscrizione da parte del presidente Voutsis della dichiarazione “Più integrazione europea: la strada da percorrere[4] costituisca un decisivo incoraggiamento per proseguire insieme nella costruzione di una rete di Parlamenti nazionali che intendono giocare un ruolo attivo nel superamento dell’attuale situazione di grave crisi in cui versa il progetto europeo, e confida nel suo aiuto per assicurare il più ampio supporto al documento in occasione della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea, in programma dal 22 al 24 maggio 2016 a Lussemburgo.

 

Il 14 ottobre 2015 la Presidente Boldrini ha rivolto al suo omologo greco Voutsis le congratulazioni, a nome suo personale e dell’intera Camera dei deputati, per la sua elezione alla Presidenza del Parlamento ellenico.

Confidando in un ulteriore rafforzamento delle già eccellenti relazioni di amicizia e di cooperazione tra le rispettive Assemblee parlamentari sia sul piano bilaterale che nel contesto dell’Unione europea, la Presidente esprime l’auspicio di poter incontrare al più presto il Presidente Voutsis per approfondire temi di comune interesse, con particolare riferimento al rilancio dell’Unione europea affinché essa possa rispondere in maniera più efficace a sfide quali l’emergenza migratoria, il terrorismo internazionale, i cambiamenti climatici e la promozione di una crescita sostenibile.

Il Presidente Voutsis ha ringraziato il successivo 29 ottobre, confermando la grande importanza delle relazioni tra i rispettivi Parlamenti di cui auspica a sua volta un ulteriore rafforzamento.

 

Il 1° luglio 2015 è pervenuto alla Presidente Boldrini l’invito da parte dell’allora Presidente del Parlamento ellenico, sig.ra Zoe Konstantopoulou, a partecipare ad un incontro dei Presidenti dei Parlamenti degli Stati membri dell’UE, ospitato dal Parlamento greco il successivo 3 luglio.

Nella lettera la Presidente Konstantopoulou precisa che l’obiettivo della riunione è quello di fornire ai propri omologhi europei informazioni puntuali in merito al referendum indetto per il 5 luglio in Grecia sul piano proposto dai creditori internazionali, nonché di discutere ed individuare nuove strade a livello parlamentare per rafforzare e promuovere la democrazia in Europa. Dopo aver passato in rassegna il processo e le ragioni che hanno portato allo svolgimento del referendum, soffermandosi in modo particolare sul difficile contesto economico e sociale in cui si inseriscono tali sviluppi, la Presidente Konstantopoulou chiedeva ai Presidenti dei Parlamenti dell’UE di sostenere il popolo e il Parlamento greco al fine di garantire la vittoria della democrazia.

La Presidente Boldrini ha risposto il successivo 2 luglio, comunicando di non poter aderire all’iniziativa per improrogabili impegni istituzionali.

Dopo aver espresso la propria solidarietà al popolo greco in un momento di grande difficoltà in cui si appresta ad adottare un’importante decisione per le prospettive future, la Presidente Boldrini ha ribadito quanto già sottolineato in precedenti occasioni riguardo l’insostituibile ruolo dei Parlamenti nazionali nell’assicurare il carattere democratico della governance economica dell’UE, in particolare in caso di decisioni destinate ad avere effetti sui diritti fondamentali e la dignità dei cittadini; a suo avviso, la tutela di tali valori deve rimanere una priorità che orienta tutte le politiche europee.

 

Il 27 gennaio 2014 la Presidente Boldrini ha scritto all’allora Ambasciatore italiano in Grecia, Claudio Glaentzer, rinnovando il proprio apprezzamento per il grande contributo dato dall’Ambasciata italiana ad Atene ai fini dell’organizzazione, da parte della Camera dei deputati di concerto con il Parlamento greco, della Conferenza internazionale sul rilancio del progetto di integrazione europea (si veda infra).

 

In seguito alla visita ufficiale ad Atene, che ha avuto luogo dal 7 all’8 novembre 2013 (si veda infra), la Presidente Boldrini ha scritto ai rappresentanti delle istituzioni greche incontrati in quell’occasione, per ringraziarli della calorosa ospitalità riservata all’intera delegazione italiana e per gli interessanti colloqui che hanno consentito di affrontare questioni di particolare attualità e di comune interesse.

 

Il 25 luglio 2013 l’allora Presidente del Parlamento greco, Evanghelos-Vasileios Meimarakis, ha rivolto alla Presidente Boldrini un invito formale ad effettuare una visita presso il Parlamento Ellenico. La Presidente Boldrini ha risposto in data 19 settembre 2013, accogliendo l’invito.

 

Il 19 aprile 2013 il Presidente Meimarakis ha scritto una lettera alla Presidente Boldrini per congratularsi, a nome suo e di tutto il Parlamento Ellenico, per la sua elezione alla Presidenza della Camera.

Con l’occasione il Presidente Meimarakis auspicava l’ulteriore rafforzamento dei rapporti tradizionalmente eccellenti tra il popolo greco e quello italiano, nonché della stretta collaborazione tra le rispettive Assemblee parlamentari non solo a livello bilaterale ma anche nelle sedi multilaterali.

La Presidente Boldrini ha risposto il successivo 13 maggio, ringraziando per i graditi auguri e concordando sull’opportunità di sviluppare ulteriormente le relazioni tra Grecia e Italia, anche a livello parlamentare.

 

 

Incontri bilaterali

Il 12 e 13 febbraio 2016 la Presidente Boldrini ha svolto una visita ufficiale in Grecia.

Ad Atene la Presidente ha incontrato il Primo Ministro, Alexis Tsipras, il Presidente della Repubblica, Prokopis Pavlopoulos, il Presidente del Parlamento ellenico, Nikolaos Voutsis. Nel corso dell'incontro presso il Parlamento ellenico il Presidente Voutsis ha firmato la dichiarazione "Più integrazione europea: la strada da percorrere". La Presidente ha svolto quindi una visita all'incubatore di start-up "The Cube" incontrando un gruppo di giovani imprenditori impegnati in progetti innovativi. La Presidente ha infine incontrato i rappresentanti ad Atene della ONG "Angalià" e del progetto "Odyssea" impegnati negli interventi a favore dei migranti a Lesbo.

Il 13 febbraio la Presidente si è quindi recata nell'isola di Lesbo insieme al Vice Presidente del Parlamento ellenico, Anastasios Kourakis, al Viceministro dell'Interno con delega alla Politiche migratorie, Giannis Mouzalas, e al Comandante Generale della Guardia costiera italiana, Ammiraglio Ispettor Vincenzo Melone.

Nel corso della visita all'isola, la Presidente ha incontrato, nella citta di Mitilene, il sindaco di Lesbo, Syors Galinos, e ha quindi visitato il porto della città insieme all'Ammiraglio Fotios Pravitsas, comandante della Guardia costiera ellenica per il Nord Egeo. Qui la Presidente ha incontrato il personale della Guardia costiera italiana impegnato nelle operazioni di soccorso ai migranti nell'Egeo. Si è quindi svolto un breve incontro con i rappresentanti delle Organizzazioni "Medici senza frontiere" e "Rainbow for Africa".

 La Presidente si è quindi recata nel centro di Skala Sykamiàs, dove ha incontrato i rappresentanti della comunità locale che ha prestato soccorso ai rifugiati durante i primi momenti della crisi. Si è svolto in particolare un incontro con la signora Emilia Kamvysi e il signor Stratis Valamiòs, candidati al Premio Nobel per la pace.

 

Il 26 novembre 2015 la Presidente Boldrini ha ricevuto il Presidente della Repubblica ellenica, Prokopis Pavlopoulos.

Nel corso dell’incontro la Presidente Boldrini ha ribadito il sostegno italiano e, in particolare, della Camera dei deputati, alla Grecia e al popolo greco per gli enormi sacrifici sostenuti per poter rimanere in Europa, sottolineando che in questa fase alle politiche di austerità deve essere associata una spinta forte in favore di una crescita reale e sostenibile.

I due Presidenti hanno poi convenuto sulla necessità di considerare il momento attuale, così difficile per l'Europa, come un'opportunità per dare ulteriore impulso al processo d'integrazione europea e di agire insieme per fare fronte a sfide globali come il cambiamento climatico, il terrorismo e i movimenti di milioni di rifugiati in fuga da guerre e violenze, facendo tutto il possibile per accoglierli. Con particolare riferimento al contrasto al terrorismo, è stata sottolineata la necessità di avviare negoziati con tutti gli attori non solo europei, ma anche mediterranei (Unione africana, Lega araba, Arabia, Iran, Turchia) per trovare una soluzione politica in alternativa al ricorso alle armi.

 

Il 3 marzo 2015 la Presidente Boldrini ha incontrato il Primo Ministro della Repubblica Ellenica, Alexis Tsipras.

Nel corso dell’incontro Tsipras ha illustrato la situazione in cui versa la Grecia sul piano politico, economico e sociale, con particolare riferimento alle riforme necessarie per fare uscire il Paese dalla crisi e alla necessità di cooperare con le istituzioni europee chiedendo, in alternativa alle politiche di austerità, misure più flessibili che tengano conto della situazione del Paese. 

 

Il 27 marzo 2014 la Presidente Boldrini ha incontrato l’allora Presidente della Repubblica ellenica, Karolos Papoulias, in visita a Roma per partecipare al concerto offerto dal Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, in occasione del semestre di Presidenza greca del Consiglio dell'Unione Europea e in vista del semestre di Presidenza italiana.

Oggetto dei colloqui: i risultati positivi registrati negli ultimi tempi in Grecia sul fronte economico anche grazie agli enormi sacrifici del popolo greco; l’importanza della collaborazione tra Italia e Grecia, in particolar modo nell’avvicendamento alla Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, al fine di affrontare problemi comuni quali il fenomeno delle migrazioni nel Mediterraneo, chiedendo a tal fine una maggiore solidarietà di tutta l’Europa; la forte affermazione del partito di estrema destra Alba Dorata in Grecia e la crescita un po’ dappertutto in Europa di movimenti antieuropeisti e populisti e contro l’euro; la necessità di rivedere i Trattati UE per adeguarli ai nuovi sviluppi; i crimini efferati compiuti dai nazisti in Grecia.

In quell’occasione la Presidente Boldrini ha manifestato il proprio compiacimento per l’ottima collaborazione avuta dal Parlamento greco e dal suo Presidente Meimarakis ai fini dell’organizzazione da parte della Camera dei deputati della Conferenza parlamentare “Il Valore dell’Europa” (si veda infra). 

 

Il 13 marzo 2014 la Presidente Boldrini ha incontrato il suo omologo greco Meimarakis, in occasione della Conferenza parlamentare “Il Valore dell’Europa”.

 

La Presidente Boldrini ha svolto una visita ufficiale ad Atene dal 7 all’8 novembre 2013, su invito dell’allora Presidente del Parlamento ellenico, Meimarakis.

Oltre al Presidente della Repubblica Ellenica, Karolos Papoulias, al Presidente del Parlamento Ellenico, Evanghelos Meimarakis, al Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri, Evanghelos Venizelos, e al Presidente del partito SYRIZA, Alexis Tsipras, la Presidente Boldrini ha incontrato il Capo dell’Ufficio UNHCR di Atene, Giorgos Tsarbopoulos, e rappresentanti di Medici nel Mondo e dell’ONG “il Sorriso del bambino.

 

Il 25 ottobre 2013 la Presidente Boldrini ha incontrato l’Ambasciatore greco in Italia, Themistoklis Demiris.

Nel corso dell’incontro si è parlato della difficile situazione economica e finanziaria che sta attraversando la Grecia, con le sue pesanti ripercussioni a livello sociale, nonché della situazione politica interna con particolare riferimento all’affermazione del partito di estrema destra Alba Dorata, e della necessità di collaborare, anche a livello parlamentare, in vista delle Presidenze greca e italiana dell’Unione europea, rispettivamente nel primo e nel secondo semestre del 2014. 

 


 

Incontri delle Commissioni

Il 24 febbraio 2016 le Commissioni riunite esteri e difesa della Camera dei deputati hanno incontrato il Presidente della Commissione per la difesa nazionale e gli affari esteri del Parlamento greco, Costas Douzinas.

 

 

Protocollo di collaborazione

Il quadro della cooperazione tra la Camera dei deputati e il Parlamento Ellenico è rappresentato dal Protocollo di cooperazione bilaterale sottoscritto il 28 novembre 1999 dal Presidente della Camera, Luciano Violante, e dal suo omologo greco, Apostolos Kaklamanis, con l’obiettivo di stimolare l’attività di collaborazione prevedendo incontri regolari tra Commissioni, Gruppi di Amicizia nell’ambito dell’Unione Interparlamentare, Gruppi di Giovani parlamentari, visite di lavoro di funzionari, iniziative di studio e scambi di visite per studenti, nonché la realizzazione di specifiche giornate parlamentari legate alla disamina di tematiche inerenti all’ambito euromediterraneo.

La collaborazione per la realizzazione di attività culturali e artistiche si è concretizzata, nel quadro del Dialogo tra le antiche civiltà sul piano bilaterale, nello svolgimento di un concerto per valorizzare le espressioni musicali dei due paesi, tenutosi nel luglio 2000 nell’ambito del festival di Simi.

Tra le iniziative previste dal Protocollo vi è anche l’organizzazione di manifestazioni quali “Il Parlamento dei ragazzi”, al fine di contribuire alla migliore reciproca conoscenza dei due Paesi. L’iniziativa è stata realizzata dal Parlamento greco al di fuori del quadro del Protocollo. La XVI sessione di “Youth Parliament” si è svolta ad Atene dal 4 al 7 settembre 2009 e vi ha preso parte anche uno studente italiano.

 

In seguito all’impegno, concordato con il suo omologo greco Meimarakis in occasione della visita ufficiale ad Atene nel novembre 2013 (si veda infra), di dare vita ad una cooperazione rafforzata tra il Parlamento greco e la Camera dei deputati in vista dei concomitanti turni di presidenza dell’Unione europea e dello svolgimento della Conferenza “Il valore dell’Europa”, volta a rilanciare il progetto europeo (si veda infra), la Presidente Boldrini aveva conferito al deputato Sandro Gozi (ora Sottosegretario agli Affari europei) l’incarico di Coordinatore dei rapporti bilaterali Italia-Grecia, nel quadro del Protocollo di cooperazione e in vista della predetta Conferenza.

Il 7 marzo scorso la Presidente Boldrini ha designato il Presidente della Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Michele Nicoletti, quale nuovo Coordinatore dei rapporti Italia-Grecia al fine di rilanciare la cooperazione tra le due assemblee parlamentari. Da parte greca tale incarico è stato conferito al deputato Ioannis Gkiolas, già Presidente del gruppo parlamentare di amicizia fra la Grecia e l’Italia nell’ambito dell’Unione interparlamentare (si veda infra).

 

 

Conferenza “Il Valore dell’Europa”

Il 13 e 14 marzo 2014 la Camera dei deputati ha ospitato la Conferenza internazionale'Il valore dell'Europa. Crescita, occupazione e diritti: l'Unione europea alla prova”, promossa di concerto con il Parlamento ellenico, nell’ambito del semestre di Presidenza greca dell’Unione europea.

La Presidente Boldrini ha aperto i lavori della Conferenza con un proprio intervento. Nella cerimonia inaugurale, cui ha presenziato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sono altresì intervenuti il Presidente del Parlamento ellenico, Evanghelos  Meimarakis - che ha copresieduto la Conferenza - il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il Presidente del Senato, Pietro Grasso.

La Conferenza si è articolata in due sessioni.

La prima, dal titolo “Superare la crisi: una crescita solida e sostenibile basata sulla buona occupazione”, è stata moderata dal Vice Presidente del Parlamento ellenico, Ioannis Dragasakis, e introdotta da relazioni di Romano Prodi, Yves Leterme, Vice Segretario generale dell’OCSE, Mariana Mazzucato, docente di economia dell’innovazione presso l’Università del Sussex, e Carlo Petrini, Presidente di Slow-food.

La seconda sessione, dal titolo “Garantire l’effettività dei diritti fondamentali nei paesi dell’Unione”, è stata moderata da Sandro Gozi, Presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e introdotta da relazioni di Nils Muižnieks, Commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Morten Kjærum, Direttore dell’Agenzia dell’Unione europea per i Diritti fondamentali, e Armin Von Bogdandy, Direttore del Max Planck Institute for Comparative Public Law and International Law.

La delegazione greca che ha preso parte alla Conferenza era guidata dal Presidente del Parlamento Meimarakis e composta dal Consigliere diplomatico del Presidente, Athanasios Dendoulis, dal Capo della Direzione generale Affari internazionali e comunicazione, Sig.ra Panagiota Miliou, dal Capo Ufficio Stampa del Presidente, Panagiotis Kampras, dall’Ambasciatore greco in Italia, Themistoklis Demiris, e dal Consigliere d’Ambasciata, Ioannis Maloukos.

 

Cooperazione multilaterale

Il Parlamento greco invia proprie delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, dell’UEO, della NATO e dell'OSCE.

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La Grecia prende parte alla cooperazione parlamentare nell'ambito dell'Unione Europea.

 

Dal 6 all’8 aprile 2016 ha avuto luogo all’Aja la Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), organizzata dal Parlamento dei Paesi Bassi, Stato membro che esercita la Presidenza di turno del Consiglio dell’UE dal 1° gennaio al 30 giugno 2016.

La delegazione del Parlamento italiano era composta dai deputati Francesco Saverio Garofani, Presidente della Commissione difesa, Erasmo Palazzotto, Vicepresidente della Commissione Affari esteri, Marietta Tidei, membro della Commissione affari esteri, e dalla senatrice Ornella Bertorotta, membro della Commissione Affari esteri.

La Conferenza interparlamentare è stata preceduta, nella giornata del 6 aprile, da una riunione dei Parlamenti del sud, alla quale hanno partecipato, oltre alla delegazione del Parlamento italiano, le delegazioni di Grecia, Cipro, Spagna (Senato) e Albania.

Nel corso della riunione il Presidente della Commissione affari esteri e difesa del Parlamento greco, Konstantinos Douzinas, ha presentato un progetto di dichiarazione comune volta all’istituzione di un gruppo dei Parlamenti del Mediterraneo (Parliamentary “Group Med”) per la discussione di tematiche comuni nell’ambito della PESC/PSDC.

Il gruppo si dovrebbe riunire sia prima di ogni conferenza PESC/PSDC, sia quando ritenuto necessario dalla maggioranza delle delegazioni. Le riunioni del Gruppo dovrebbero essere convocate dal Parlamento che, sulla base di una rotazione alfabetica, organizza e presiede la riunione. Eventuali decisioni o conclusioni dovrebbero essere adottate per consenso.

Nel corso della riunione, considerato il numero esiguo delle delegazioni presenti, è stato concordato di trasmettere il progetto di dichiarazione agli altri Parlamenti, rinviando la sua adozione ad una successiva riunione dei Parlamenti del sud. La riunione si svolgerà ad Atene il 16-17 maggio 2016.

 

Il 20 e 21 aprile 2015 la Camera dei deputati ha ospitato la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri dell'Unione Europea, organizzata insieme al Senato. Alla Conferenza hanno partecipato 41 Assemblee parlamentari, in rappresentanza dei Paesi membri e dei Paesi candidati dell'UE, nonché il Parlamento europeo. Il Parlamento greco ha preso parte ai lavori con una delegazione guidata dall’allora Presidente, Zoe Konstantopoulou.

La Conferenza, che ha chiuso l'attività svolta nel corso del Semestre parlamentare di Presidenza italiana dell'UE, si è concentrata sugli argomenti che avevano caratterizzato il Semestre, in particolare le misure per consentire all'Europa di ritrovare la strada della crescita e la salvaguardia dei diritti fondamentali - anche attraverso un puntuale monitoraggio all'interno degli Stati membri dell'UE - rafforzando ulteriormente la lotta al razzismo, alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e nei confronti delle minoranze. Nelle conclusioni adottate in quella sede si evidenzia l'esigenza di una maggiore solidarietà e condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati membri nella gestione del flussi migratori nonché il ruolo centrale che i Parlamenti devono svolgere nella discussione dei Trattati internazionali che incidono direttamente sui diritti dei cittadini e sulle economie dei Paesi membri.

 

Il 26 e 27 gennaio 2013 il Presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea, Michele Bordo, ha partecipato alla COSAC dei Parlamenti UE che si è svolta ad Atene.

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La Grecia prende parte altresì alla cooperazione parlamentare nell’ambito del Partenariato Euromediterraneo, esercitando la Presidenza di turno dell'Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM) per il periodo marzo 2007-marzo 2008.

 

La Grecia partecipa altresì all’Assemblea Parlamentare per il Mediterraneo (PAM).

 

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La Grecia aderisce - insieme ad Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia - all'Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI). La IAI ha anche una dimensione parlamentare, nata con la I Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri, nell’aprile 2001, allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle legislazioni nazionali nelle materie di cooperazione, nonché l'adeguamento delle medesime legislazioni all'acquis comunitario, favorendo il Processo di Stabilizzazione e Associazione. L’Iniziativa prevede una riunione annuale dei Presidenti dei Parlamenti coinvolti, presso il paese che detiene la presidenza di turno.

La Grecia ha esercitato la Presidenza della IAI dal 1° giugno 2008 al 31 maggio 2009. Successivamente la Presidenza è stata esercitata dall’Italia, dal 1° giugno 2009 al 30 maggio 2010.

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La Grecia partecipa altresì all'Assemblea parlamentare della Cooperazione economica del Mar Nero (PABSEC), che costituisce la dimensione parlamentare della Cooperazione economica del Mar Nero (Black Sea Economic Cooperation - BSEC).

 

 

Unione Interparlamentare

Nella XVII legislatura la sezione italiana del gruppo di amicizia Italia-Grecia nell’ambito dell’Unione Interparlamentare (UIP) è presieduta dal deputato Daniele Del Grosso (M5S) e costituita dai deputati Gianni Farina (PD) e Maurizio Lupi (Area popolare/NCD-UDC) e dai senatori Jonny Crosio (LN-Aut) e Aldo Di Biagio (Area popolare/NCD-UDC).

 

Il 10 dicembre 2015 l’Ambasciata greca a Roma ha comunicato l’avvenuta costituzione, presso il Parlamento ellenico, del nuovo gruppo parlamentare di amicizia fra la Grecia e l’Italia. Il Gruppo, presieduto dal deputato Ioannis Gkiolas (Syriza), è composto complessivamente da 22 deputati.

 

Attività legislativa

Legge 19 dicembre 2013, n. 153. Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto "Trans Adriatic Pipeline", fatto ad Atene il 13 febbraio 2013.

La realizzazione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) consentirà all’Italia di rafforzare la sicurezza energetica mediante la diversificazione delle fonti e dei fornitori di energia. Il gasdotto TAP è destinato a trasportare gas naturale dai giacimenti dell'area del Caspio, in particolare da quello azero di Shah Deniz, verso l'Europa passando attraverso la Grecia, l'Albania e l'Italia. Il gasdotto sarà lungo 800 km circa, di cui 105 km offshore nel mar Adriatico, e trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi all'anno. 

 

Legge 23 giugno 2014, n. 96. Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, fatto a Limassol il 12 ottobre 2012.

 



[1]   Il meccanismo di sostegno di emergenza può essere anche attivato in risposta ad altre crisi o catastrofi aventi gravi conseguenze umanitarie come incidenti nucleari, attentati terroristici ed epidemie. Esso può tuttavia essere utilizzato soltanto in presenza di catastrofi di dimensioni e conseguenze eccezionali e qualora gli strumenti a disposizione degli Stati membri e dell'UE si rivelino insufficienti.

 

[2]     L’articolo 29 del codice frontiere Schengen istituisce una specifica procedura per le circostanze eccezionali in cui il funzionamento globale dello spazio senza controllo alle frontiere interne è messo a rischio a seguito di carenze gravi e persistenti nel controllo di frontiera alle frontiere esterne, individuate in una relazione di valutazione su uno Stato membro, nella misura in cui tali circostanze costituiscono una minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna nello spazio Schengen o su parti dello stesso, e allorché tutte le altre misure non hanno consentito di ridurre efficacemente la grave minaccia individuata. In tali circostanze il Consiglio, come extrema ratio per proteggere gli interessi comuni nello spazio Schengen, può raccomandare a uno o più Stati membri di ripristinare il controllo di frontiera in tutte le rispettive frontiere interne o in parti specifiche di esse, per un periodo non superiore a sei mesi (eventualmente prolungato fino una durata massima totale di due anni).

[3]   1 miliardo è a carico dell’UE e la restante parte a carico dei Paesi membri (per l’Italia si tratterebbe di 225 milioni).

[4]             La Dichiarazione, che mira ad imprimere slancio all’integrazione politica europea, è stata inizialmente firmata dai Presidenti delle Camere basse di Italia, Francia, Germania e Lussemburgo, nel corso di una cerimonia ospitata dalla Camera dei deputati il 14 settembre 2015, e sta raccogliendo sempre più ampi consensi anche da parte dei Presidenti di altre assemblee parlamentari europee.