Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Incontro con una delegazione della Commissione Affari esteri dell'Assemblea del Kosovo | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 218 | ||
Data: | 08/03/2016 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
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Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Incontro
con una delegazione della Commissione Affari esteri dellAssemblea del Kosovo |
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n. 218 |
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8 marzo 2016 |
Servizio responsabile: |
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File:
es0454.docx |
INDICE
Il quadro politico in Kosovo (a cura
del Servizio Studi)
Rapporti parlamentari con il
Kosovo (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
Profili
biografici (a cura del Servizio Rapporti
Internazionali)
Il
10 settembre 2012, quattro anni e mezzo dopo la proclamazione dellindipendenza
nel 2008, il Kosovo raggiungeva, almeno sul piano formale, la piena sovranitą:
cessava infatti la supervisione sul paese esercitata fino a quel momento
dallISG (Gruppo internazionale di orientamento sul Kosovo, composto da 25
Stati sostenitori della prima ora di Pristina). Se la Comunitą internazionale sembra
aver riconosciuto a Pristina sostanziali progressi sulla via della democrazia e
dello Stato di diritto, non va
dimenticato che la sovranitą del paese č rimasta a lungo contestata dai
serbo-kosovari residenti nel nord, nonché dalla stessa Serbia, il cui
premier Ivica Dacic ribadiva in un primo tempo anchegli che Belgrado non
avrebbe mai riconosciuto lindipendenza kosovara anche se i colloqui tra le
parti, con il decisivo impulso della UE, raggiungevano qualche risultato
distensivo.
Laccordo sulla gestione integrata delle
frontiere tra serbi, kosovari e missione europea EULEX, in procinto di entrare
in vigore in metą delle sei postazioni dal 10 dicembre 2012, provocava comunque
nuove minacce dei serbi del nord del
Kosovo, intenzionati a rifiutare in ogni modo il solidificarsi di una vera
frontiera con la Serbia e le sue implicazioni, come leventuale imposizione
di dazi o lobbligo di servirsi di documenti kosovari.
Tuttavia proprio il governo serbo dimpronta
teoricamente pił nazionalista succeduto al periodo di Tadic e capeggiato da
Dacic si spingeva nel marzo 2013 ad
ammettere che in qualche modo il Kosovo non andava pił considerato parte della
Serbia, e che era ormai tempo per tutti i serbi di prenderne atto, superando le
bugie raccontate a lungo negli anni passati.
Laccordo Dacic-Thaci dellaprile 2013 sulla
sistemazione del Kosovo settentrionale
I colloqui ripetuti a Bruxelles tra le
rispettive delegazioni non registravano tuttavia veri progressi, fino a che il 19 aprile veniva raggiunto un accordo
definito storico tra il premier
kosovaro Hashim Thaci e quello serbo Ivica Dacic, finalizzato alla sistemazione della zona settentrionale del Kosovo,
abitata prevalentemente da serbi e oggettivamente facilitata dalla vicinanza
geografica nel mantenimento di forti legami con Belgrado. L'accordo ha previsto
anche la collaborazione della NATO alla sua attuazione, NATO peraltro sempre
impegnata a garantire la sicurezza dell'intero Kosovo.
La
parte fondamentale dell'accordo serbo-kosovaro,
articolato in 15 punti, prevedeva la nascita di una associazione dei comuni a
maggioranza serba nel Kosovo settentrionale, associazione che avrebbe goduto di
una vasta autonomia (dai poteri di polizia all'amministrazione della
giustizia), tuttavia nell'ambito delle strutture nazionali del Kosovo. Nel
contesto dell'accordo ciascuna parte si impegnava a non agire per bloccare il
percorso di integrazione europea dell'altro contraente, nonché a contribuire
nel 2013 all'organizzazione di elezioni nei comuni del Nord del Kosovo.
Nel dettaglio, per quanto concerne i poteri
di polizia, gli esponenti serbo-kosovari sarebbero stati inquadrati nelle
strutture kosovare di pari grado, ma si prevedeva la figura di un capo della
polizia regionale per le quattro municipalitą del Kosovo settentrionale a
maggioranza serba, figura appannaggio di un serbo-kosovaro nominato dal
ministro dell'interno del Kosovo da una lista di nomi fornita dall'associazione
dei comuni serbo-kosovari.
Nel
Kosovo settentrionale la composizione dei corpi di polizia
avrebbe rispecchiato quella etnica della popolazione. Per quanto riguarda la
giustizia, si doveva procedere a una integrazione delle autoritą giudiziarie,
mentre la Corte di appello di Pristina avrebbe dato vita a un gruppo composto
da una maggioranza di giudici serbo-kosovari, specializzato per le questioni
riguardanti i comuni a maggioranza serba. La municipalitą di Mitrovica Nord
doveva essere sede di una divisione permanente della Corte d'appello.
Nelle
more della ratifica dell'accordo, nelle rispettive
capitali si levavano forti le voci dei serbi del Kosovo settentrionale, come
anche della Chiesa ortodossa di Belgrado, fortemente contrari all'accordo
appena siglato - in effetti va ricordato che i serbi del Nord del Kosovo non
erano stati inclusi nelle estenuanti tornate negoziali che avevano condotto
alla firma dell'accordo.
Tuttavia il Parlamento serbo approvava il 26 aprile a larga maggioranza l'accordo
del 19 cui il parlamento kosovaro aveva gią dato via libera quattro giorni
prima -: poche ore dopo la Commissione europea presentava ai ministri degli
esteri della UE riuniti a Lussemburgo i rapporti su Serbia e Kosovo, che
raccomandavano rispettivamente l'apertura dei negoziati per l'adesione e dei
negoziati per l'accordo di associazione all'Unione europea in effetti il
Vertice europeo della fine di giugno indicava per entrambe le questioni la data
del 1° gennaio 2014.
Unanime condanna destava il 19 settembre 2013 luccisione nel nord
del Kosovo di un doganiere lituano della missione europea EULEX che stazionava
ad un posto di frontiera con la Serbia, mentre tre altri agenti venivano
feriti. Alla metą di ottobre il rapporto annuale della Commissione europea
accordava al Kosovo luce verde per dare avvio al negoziato per laccordo di
stabilizzazione e associazione con la UE; tuttavia il 3 novembre le elezioni locali registravano nel nord del Kosovo
ripetute intimidazioni e violenze da parte dei serbo-kosovari contrari agli
accordi del 19 aprile, con gravi ombre sulla possibilitą di effettiva
attuazione degli stessi, e, di riflesso, pregiudizio della possibilitą di
effettiva integrazione europea del Kosovo e della Serbia.
Le elezioni politiche del giugno 2014
Rinnovato
ottimismo destavano comunque le elezioni kosovare dell8 giugno 2014, alle
quali per la prima volta partecipavano massicciamente anche i serbo-kosovari
lo stesso nuovo premier di Belgrado Vucic aveva espresso auspici in tal senso
-, consolidando la compagine istituzionale del paese e le prospettive di reale
attuazione degli accordi del 2013.
La
maggioranza relativa veniva riportata dal Partito democratico del Kosovo del premier in carica Hashim Thaci, che
con poco pił del 30% dei voti incontrava perņ gravi difficoltą a dar vita a un
nuovo governo. Semmai la calante affluenza al voto (41%) denunciava un certo
scollamento dalla politica seguita dalle autoritą, anche qui alle prese con forte disoccupazione, corruzione e diffusa
criminalitą.
Il nuovo esecutivo ha potuto ottenere solo
il 9 dicembre la fiducia del parlamento (73 voti contro 38), dopo un accordo
siglato il giorno precedente tra il partito del premier uscente Thaci e la Lega
democratica del Kosovo (LDK) guidata da Isa Mustafa: in base a tale intesa la
guida del governo č andata a Isa Mustafa, mentre Thaci con la promessa di
elezione nel 2016 al vertice dello Stato ha ripiegato sulle cariche di
vicepremier e ministro degli esteri. La minoranza serbo-kosovara ha ottenuto un
vicepremier e due dicasteri.
Gli sviluppi pił recenti
Il settimo anniversario, nel febbraio 2015,
della proclamazione dellindipendenza del Kosovo dalla Serbia ha visto un paese
ancora attanagliato in grandi difficoltą economiche e con elevati tassi di
corruzione e di criminalitą - tanto che č proseguita senza soluzione di
continuitą la spinta allemigrazione dei kosovari nel resto dEuropa, pur fra
mille difficoltą.
Sul piano
internazionale, lanniversario della proclamazione dindipendenza riscontrava
fino a quel momento il riconoscimento del Kosovo da parte di 108 Stati, tra i
quali 23 Stati membri dellUnione europea, inclusa lItalia. Né la Russia né la
Cina risultavano aver riconosciuto lindipendenza del Kosovo: in particolare,
la distanza di Mosca da Pristina si toccava con mano il 9 novembre, quando il
Kosovo mancava di poco la possibilitą di ottenere ladesione allUNESCO - che
sarebbe stata una tappa importante anche per il desiderato ingresso di Pristina
nelle Nazioni Unite -, proprio per la forte opposizione della Serbia e del suo
storico alleato russo, preoccupati che lingresso del Kosovo nellUNESCO
potesse consentire a Pristina di appropriarsi della gestione di quattro siti
serbo-ortodossi (principalmente monasteri) facenti parte del patrimonio
mondiale dellumanitą, e la cui tutela, secondo Belgrado, non sarebbe
adeguatamente assicurata dal Kosovo in larga parte musulmano e di etnia
albanese.
Per quanto concerne i rapporti con lUnione europea, se nellottobre 2015 il Kosovo ha
proceduto alla firma dellAccordo di stabilizzazione e associazione con la UE,
č pur vero che alla metą di dicembre Pristina si č vista opporre un rifiuto da
Bruxelles in ordine alla liberalizzazione dei visti, con la motivazione
dellassenza di otto importanti criteri per tale concessione.
Nello stesso mese di dicembre il Ministro degli esteri italiano Paolo
Gentiloni, visitando a Pristina i militari italiani impegnati nella
missione NATO-KFOR, al momento sotto comando italiano, ha messo laccento sui
rischi della radicalizzazione in senso integralista islamico dellintera
regione: in particolare proprio dal Kosovo risultavano partiti oltre duecento
cosiddetti foreign fighters diretti
nei campi di addestramento del Califfato in Siria e Iraq, una percentuale
altissima rispetto alla ridotta popolazione kosovara, e tale da destare le pił
grandi preoccupazioni.
La precarietą della situazione politica e
sociale del Kosovo si č nuovamente palesata il 26 febbraio 2016 in occasione
dellelezione in parlamento del nuovo capo
dello Stato, nella persona di Hashim Thaci, eletto al terzo scrutinio dopo
gravi tensioni nellaula parlamentare e nelle piazze di Pristina antistanti le
sedi del governo e del parlamento, gią teatro di una protesta ad oltranza per
ottenere le dimissioni del governo e nuove elezioni politiche, con
lallestimento di una vera e propria tendopoli.
I manifestanti sono stati raggiunti anche da
un gruppo di deputati che ha abbandonato i lavori dellaula per non partecipare
allelezione di una figura come quella di Thaci, ritenuta equivoca e corrotta, nonché
gravata dalle accuse formulate nel 2010 dal Consiglio dEuropa nei suoi
confronti in ordine alla responsabilitą dei suoi uomini in un traffico di
organi umani perpetrato alla fine degli Anni Novanta principalmente a danno di
prigionieri serbi catturati nei combattimenti contro le truppe di Belgrado da
cui uscģ poi lindipendenza kosovara dalla Serbia.
Il Kosovo č uno dei paesi dei Balcani occidentali con lo status di potenziale candidato alladesione allUE.
Al momento, hanno status
di paese candidato i seguenti paesi
dei Balcani: Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia. Oltre al Kosovo, altro potenziale
candidato č la Bosnia-Erzegovina. Si ricorda che la Croazia č entrata a far parte dellUE
a partire dal 1° luglio 2013.
Cinque Stati membri dellUE non riconoscono il Kosovo: Cipro, Grecia, Spagna, Romania, Repubblica Slovacca.
Il 27 ottobre 2015 č stato firmato lAccordo di stabilizzazione e associazione tra la UE e il Kosovo che, una volta approvato definitivamente dal Consiglio dellUE, dovrebbe entrare provvisoriamente in vigore nel corso del 2016, in attesa del completamento del processo di ratifica da parte dei 28 Stati membri.
Laccordo, il primo globale tra l'UE e il
Kosovo, prevede un dialogo politico rafforzato, una maggiore integrazione
commerciale, anche attraverso l'apertura dei mercati dell'UE ai prodotti
industriali e agricoli del Kosovo, e nuove forme di cooperazione.
LUE č presente in Kosovo con la missione civile EULEX, il cui obiettivo centrale č quello di assistere e sostenere le autoritą del Kosovo nellapplicazione dello stato di diritto, con un focus specifico sulle questioni legate all'indipendenza della magistratura, alla multietnicitą della polizia e del sistema delle dogane, al contrasto alla criminalitą. Il mandato della missione EULEX scade il 16 giugno 2016.
In Kosovo, lUnione europea č inoltre presente tramite un Rappresentante speciale, Samuel Zbogar, il cui mandato č stato prorogato al febbraio del 2017.
Nel gennaio del 2012 č stato avviato un dialogo EU-Kosovo sulla liberalizzazione
del regime dei visti.
Il 19 aprile 2013 č stato firmato un accordo per la normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo, nellambito del processo di facilitazione del dialogo promosso dallUnione europea.
Il raggiungimento di progressi significativi nella normalizzazione delle relazioni tra la Serbia e il Kosovo č stato indicato
dalla Commissione europea come una condizione
per lapertura dei negoziati di adesione con la Serbia.
Conclusioni
del Consiglio dellUE sul processo di allargamento e di stabilizzazione
Il Consiglio dei ministri dellUE ha adottato il 15 dicembre 2015 delle conclusioni sul processo di allargamento e stabilizzazione nelle quali, tra laltro:
Relazione
della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione
Nellultima relazione annuale sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione, presentata nel novembre 2015, la Commissione europea rileva per quanto riguarda il Kosovo che:
·
occorrono
progressi nellambito del processo
di riforma intrapreso dal paese, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto e la lotta contro la criminalitą organizzata e la corruzione;
·
il
Governo e il Parlamento devono garantire con urgenza che i membri dei consigli di amministrazione di numerose istituzioni
indipendenti e autoritą di regolamentazione siano nominati senza indugio sulla base
del merito;
·
occorre
proseguire la modernizzazione del
sistema giudiziario. La Commissione rileva che la magistratura rimane
soggetta a ingerenze politiche e sono necessari ulteriori sforzi per garantirne
lindipendenza, prevenire e combattere la corruzione presente al suo interno,
assumere e formare personale pił qualificato e per stanziare le risorse
adeguate;
·
Il paese
ha compiuto progressi per soddisfare i
requisiti del processo di liberalizzazione dei visti ed ha adottato misure
efficaci a breve termine per limitare la migrazione irregolare nellUE;
·
occorre consentire al Parlamento di svolgere un
dibattito libero e aperto in base a procedure democratiche. Lostruzionismo
e gli atti di violenza a fini politici sono inaccettabili;
·
per
quanto riguarda i criteri economici,
il Kosovo si trova ancora in uno stadio
iniziale dello sviluppo di uneconomia di mercato funzionante. Il cronico deficit della bilancia commerciale
rispecchia la debolezza della base produttiva e la mancanza di competitivitą a
livello internazionale. Il tasso di
disoccupazione rimane elevato, al 35,3% e raggiunge il 61% tra i giovani.
Risoluzione
del Parlamento europeo
Il Parlamento europeo ha approvato il 4 febbraio
2016 una risoluzione sul processo di integrazione europea del Kosovo
nella quale in particolare:
·
sottolinea
limportanza di un dialogo continuo e
costruttivo tra la Serbia e il Kosovo e la piena attuazione di tutti gli
accordi raggiunti ai fini della normalizzazione dei rapporti tra i due paesi;
·
ritiene
che il pieno rispetto delle regole democratiche, il dialogo politico e lo svolgimento senza impedimenti dell'attivitą
parlamentare siano la premessa per l'attuazione di tutti gli aspetti del
programma di riforme del Kosovo; condanna fermamente l'ostruzionismo violento
in seno all'Assemblea parlamentare; chiede di evitare ulteriori proteste
violente nella medesima e sottolinea che i membri eletti del Parlamento vi si
dovrebbero riunire e tenere discussioni nel pieno rispetto dell'istituzione;
·
invita
la Commissione europea a intensificare i
lavori legati al processo di liberalizzazione dei visti del Kosovo;
·
esprime
preoccupazione per i progressi estremamente limitati nell'ambito della libertą di espressione e dei media;
·
osserva
che sono necessari ulteriori sforzi per tutelare i diritti di tutte le minoranze etniche in Kosovo;
·
ribadisce
la sua preoccupazione per la mancanza di significativi progressi nella lotta contro la corruzione e la criminalitą organizzata;
·
esprime
preoccupazione per la lentezza
dell'amministrazione della giustizia, il numero elevato di cause arretrate, la mancanza di risorse del sistema giudiziario, la scarsa
responsabilitą dei funzionari giudiziari e la possibilitą che le strutture
giudiziarie siano soggette a influenza
politica;
·
ritiene
che il riesame e l'eventuale eliminazione
progressiva della missione EULEX
debba andare di pari passo con il
rafforzamento e l'ampliamento del mandato del rappresentante speciale
dell'Unione europea, in modo da assicurare che quest'ultimo disponga della
necessaria capacitą per le attivitą di monitoraggio, tutoraggio e consulenza,
il rafforzamento del processo di integrazione europea del Kosovo;
·
deplora il rifiuto della domanda di adesione
del Kosovo all'Unesco, dovuto all'ostruzionismo attivo della
Serbia, ma anche alla mancanza di unanimitą fra gli Stati membri.
Assistenza
finanziaria
Nell'ambito del quadro
finanziario pluriennale dellUE per il periodo 2014-2020, č stato
approvato l11 marzo 2014 il nuovo regolamento (UE) n. 231/2014 che
istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA II).
Il regolamento fissa
il quadro normativo attraverso il quale lUE fornirą assistenza tecnica e
finanziaria ai paesi candidati e potenziali candidati alladesione e prevede uno stanziamento
complessivo per lintero periodo 2014-2020 di circa 11 miliardi di euro, di
cui 645.5 milioni di euro al Kosovo; 649,5 milioni di euro allAlbania;
664,2 milioni di euro allex Repubblica iugoslava di Macedonia; 270.5 milioni
di euro al Montenegro; 1.508 milioni di euro alla Serbia; 4.453,9 milioni di
euro alla Turchia e 2.958,7 milioni di euro per regionali multi beneficiari.
XVII Legislatura
Attivitą legislativa |
Per quanto
riguarda le ratifiche di accordi
bilaterali, si segnala che il 2
marzo 2016 la Commissione esteri della Camera ha concluso lesame
del ddl di Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra Italia e
Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra Italia e Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013.
Il 3 dicembre 2015
č stato approvato definitivamente il
disegno di legge: "Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni
internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione
allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle
iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei
processi di pace e di stabilizzazione. Legge
n. 198/15.
Il decreto
autorizza, tra laltro, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015 la spesa di
25.602.210 per la proroga della partecipazione di personale militare alle
missioni nei Balcani e specificatamente: la Multinational Specialized Unit
(MSU), EULEX Kosovo, il Security Force Training Plan in Kosovo, la Joint
Enterprise Balcani e per lo stesso periodo, la spesa di euro 339.840 per la
proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione
EULEX e di 16.640 euro per la proroga della partecipazione di personale della
Polizia di Stato alla missione UNMIK (United Nations Mission in Kosovo).
Incontri bilaterali |
Il 21
gennaio 2015 la Presidente della
Camera Boldrini ha incontrato alla Camera la Presidente della Repubblica del Kosovo, Atifete Jahjaga, in visita
di Stato in Italia.
Temi del colloquio: il processo di adesione
allUe, la questione della minoranza serba nel nord del Kosovo, e in generale i
diritti delle minoranze, la partecipazione politica delle donne. La Presidente
Jahjaga ha auspicato il sostegno italiano ai fini di una rapida conclusione
dellAccordo di stabilizzazione e associazione con lUnione europea e del
superamento della questione dei visti di ingresso tuttora richiesti ai suoi cittadini.
Incontri delle Commissioni |
L8
aprile 2015 la Commissione Affari esteri ha incontrato il Ministro per
lintegrazione europea della Repubblica del Kosovo, Bekim Collaku.
Missioni delle Delegazioni |
Una delegazione della Sottocommissione
Cooperazione Transatlantica Difesa e Sicurezza dellAssemblea parlamentare
della NATO ha effettuato una missione (23-26 giugno 2014) a Belgrado e Pristina. Il senatore Battista, in
qualitą di componente della delegazione parlamentare italiana della NATO, ha
fatto parte della delegazione.
I parlamentari hanno visitato il Quartier
generale KFOR e incontrato il Comandante Gen. Farina. Al centro dei colloqui le
operazioni KFOR in corso e il contesto di sicurezza. Ha fatto seguito una
riunione con i sindaci delle municipalitą serbe nel nord del Paese: Mitrovica
nord, Leposavic, Zwecan e Zubin Potok. A Pristina, la delegazione
dell'Assemblea NATO ha incontrato le pił alte cariche del Paese: Jakup
Krasniqi, Presidente dell'Assemblea del Kosovo; Hashim Thaēi, Primo ministro
del Kosovo ed Enver Hoxhaj, Ministro degli Affari esteri del Kosovo. Al centro
dei colloqui gli sviluppi istituzionali alla luce delle elezioni generali
dell'8 giugno 2014. Agim Ēeku, Ministro delle Forze di sicurezza del Kosovo, ha
illustrato ai parlamentari la natura e gli obiettivi delle nuove Forze di
sicurezza (KAF), create a scopo puramente difensivo e sviluppate in
consultazione con la NATO. Infine, i delegati hanno incontrato i Rappresentanti
di EULEX, UNMIK ed EUSR. Il Parlamento del Kosovo ha ottenuto lo status di
osservatore parlamentare presso lAssemblea parlamentare della NATO nel maggio
2014.
Si segnala che dal 22 al 24 ottobre 2016 il Parlamento del Kosovo ospiterą a Pristina
il Seminario Rose-Roth dellAssemblea parlamentare della NATO (si tratta di
seminari specialistici dove i parlamentari affrontano specifiche questioni
relative alla sicurezza e prevedono incontri con esponenti politici,
governativi, esperti, docenti universitari).
Unione
Interparlamentare UIP |
Il Kosovo č inserito nella Sezione di amicizia Italia-Europa Sud Orientale (Albania,
Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia, Montenegro, Slovenia, Bielorussia, Cipro). La
sezione č presieduta dal senatore Francesco Scalia (PD); ne fanno altresģ parte gli onorevoli Russo (FI-PdL-BP)
e Rampi (PD) dai senatori Dario Stefano (Misto), Stefano Collina (PD), Claudio
Fazzone (FI-PDL XVII), Aldo Di Biagio (AP), Salvatore Margiotta (PD). Il Gruppo
italiano dellUnione interparlamentare (UIP) č in attesa delle altre
designazioni da parte dei gruppi (nella scorsa legislatura ne facevano parte
altri otto parlamentari).
Profili
biografici
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
Funzioni parlamentari
Secondo Vicepresidente della Commissione Affari esteri
Componente della Commissione Affari interni, sicurezza e supervisione della Forza di sicurezza del Kosovo
Componente della Commissione Diritti ed interessi delle Comunitą e Procedure di rientro
Gruppo parlamentare
6+
Partito
VAKAT (VAKAT)
Dati personali
Nato il 30 novembre 1957
Coniugato
Formazione
Pubblicista, direttore tecnico
Attivitą precedentemente svolte
Ministro della Diaspora, editore e redattore di un quotidiano in lingua bosniaca
Lingue straniere parlate
Albanese
Tedesco
Funzioni parlamentari
Componente della Commissione Affari esteri
Gruppo parlamentare
PDK
Partito
Partito democratico del Kosovo (PDK)
Dati personali
Nata l8 dicembre 1980 a Pristina
Sposata
Formazione
Master presso la Facoltą di Arti, Pristina
Attivitą precedentemente svolte
10 anni di servizio presso la Televisione pubblica del Kosovo (RTK)
Lingue straniere parlate
Inglese
Tedesco
Serbo
Croato
Funzioni parlamentari
Componente della Commissione Affari esteri
Gruppo parlamentare
PDK
Partito
Partito democratico del Kosovo (PDK)
Funzioni parlamentari
Componente della Commissione Affari esteri
Gruppo parlamentare
LDK
Partito
Lega democratica del Kosovo (LDK)
Dati personali
Nato il 6 luglio 1964 a Tėrrnavė (Podujevė)
Sposato, padre di tre figli
Formazione
Laureato in Giurisprudenza presso la Facoltą di Giurispudenza di Pristina
Attivitą precedentemente svolte
1991-2002: insegnante, direttore della Societą comunale Sportmarketing di Pristina
Carriera politica
Componente dellLDK dalla sua fondazione, componente del Consiglio nazionale dellLDK, componente della Presidenza centrale del partito (2006-2010), segretario generale del Partito dalle ultime elezioni (2010) ad oggi.
Incarichi politici
Parlamentare del Kosovo dal 1998
Consigliere comunale di Pristina dal 2000 al 2002
Sindaco di Pristina dal novembre 2002 al gennaio 2008
Presidente dellAssociazione delle municipalitą del Kosovo dal 2005 al gennaio 2008
Presidente della Commissione Diritti umani, eguaglianza di genere, petizioni e persone scomparse
Presidente del Gruppo parlamentare dellLDK nel 2010
Presidente dello stesso gruppo dal 2014
Lingue straniere parlate
Inglese
Serbo
Croato
Funzioni parlamentari
Primo Vicepresidente della Commissione Affari esteri
Gruppo parlamentare
LDK
Partito
Lega democratica del Kosovo (LDK)