Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Incontro con una delegazione della Commissione Affari esteri dell'Assemblea del Kosovo
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 218
Data: 08/03/2016
Descrittori:
KOSOVO   POLITICA ESTERA
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

 

Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro con una delegazione della Commissione Affari esteri dell’Assemblea del Kosovo

 

 

 

 

 

 

 

n. 218

 

 

 

8 marzo 2016

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi

 

Dipartimento Affari esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi e Uffici:

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – *  cdrin1@camera.it

Segreteria Generale
Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it

 

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera č destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attivitą degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilitą per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

File: es0454.docx

 


INDICE

 

Schede di lettura

Il quadro politico in Kosovo  (a cura del Servizio Studi) 5

L’Unione europea ed il Kosovo (a cura della Segreteria Generale,  Ufficio Rapporti con l’Unione europea) 9

Rapporti parlamentari con il Kosovo  (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 13

Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

§  Ćerim Bajrami 19

§  Blerta Deliu-Kodra  21

§  Elmi Reēica  23

§  Ismet Beqiri 25

§  Teuta Rugova  27

 

 


Schede di lettura

 


 

Il quadro politico in Kosovo
(a cura del Servizio Studi)

Il 10 settembre 2012, quattro anni e mezzo dopo la proclamazione dell’indipendenza nel 2008, il Kosovo raggiungeva, almeno sul piano formale, la piena sovranitą: cessava infatti la supervisione sul paese esercitata fino a quel momento dall’ISG (Gruppo internazionale di orientamento sul Kosovo, composto da 25 Stati sostenitori della prima ora di Pristina). Se la Comunitą internazionale sembra aver riconosciuto a Pristina sostanziali progressi sulla via della democrazia e dello Stato di diritto, non va dimenticato che la sovranitą del paese č rimasta a lungo contestata dai serbo-kosovari residenti nel nord, nonché dalla stessa Serbia, il cui premier Ivica Dacic ribadiva in un primo tempo anch’egli che Belgrado non avrebbe mai riconosciuto l’indipendenza kosovara – anche se i colloqui tra le parti, con il decisivo impulso della UE, raggiungevano qualche risultato distensivo.

L’accordo sulla gestione integrata delle frontiere tra serbi, kosovari e missione europea EULEX, in procinto di entrare in vigore in metą delle sei postazioni dal 10 dicembre 2012, provocava comunque nuove minacce dei serbi del nord del Kosovo, intenzionati a rifiutare in ogni modo il solidificarsi di una vera frontiera con la Serbia e le sue implicazioni, come l’eventuale imposizione di dazi o l’obbligo di servirsi di documenti kosovari.

Tuttavia proprio il governo serbo d’impronta teoricamente pił nazionalista succeduto al periodo di Tadic e capeggiato da Dacic si spingeva nel marzo 2013 ad ammettere che in qualche modo il Kosovo non andava pił considerato parte della Serbia, e che era ormai tempo per tutti i serbi di prenderne atto, superando le bugie raccontate a lungo negli anni passati.

 

L’accordo Dacic-Thaci dell’aprile 2013 sulla sistemazione del Kosovo settentrionale

I colloqui ripetuti a Bruxelles tra le rispettive delegazioni non registravano tuttavia veri progressi, fino a che il 19 aprile veniva raggiunto un accordo definito storico tra il premier kosovaro Hashim Thaci e quello serbo Ivica Dacic, finalizzato alla sistemazione della zona settentrionale del Kosovo, abitata prevalentemente da serbi e oggettivamente facilitata dalla vicinanza geografica nel mantenimento di forti legami con Belgrado. L'accordo ha previsto anche la collaborazione della NATO alla sua attuazione, NATO peraltro sempre impegnata a garantire la sicurezza dell'intero Kosovo.

La parte fondamentale dell'accordo serbo-kosovaro, articolato in 15 punti, prevedeva la nascita di una associazione dei comuni a maggioranza serba nel Kosovo settentrionale, associazione che avrebbe goduto di una vasta autonomia (dai poteri di polizia all'amministrazione della giustizia), tuttavia nell'ambito delle strutture nazionali del Kosovo. Nel contesto dell'accordo ciascuna parte si impegnava a non agire per bloccare il percorso di integrazione europea dell'altro contraente, nonché a contribuire nel 2013 all'organizzazione di elezioni nei comuni del Nord del Kosovo.

Nel dettaglio, per quanto concerne i poteri di polizia, gli esponenti serbo-kosovari sarebbero stati inquadrati nelle strutture kosovare di pari grado, ma si prevedeva la figura di un capo della polizia regionale per le quattro municipalitą del Kosovo settentrionale a maggioranza serba, figura appannaggio di un serbo-kosovaro nominato dal ministro dell'interno del Kosovo da una lista di nomi fornita dall'associazione dei comuni serbo-kosovari.

Nel Kosovo settentrionale la composizione dei corpi di polizia avrebbe rispecchiato quella etnica della popolazione. Per quanto riguarda la giustizia, si doveva procedere a una integrazione delle autoritą giudiziarie, mentre la Corte di appello di Pristina avrebbe dato vita a un gruppo composto da una maggioranza di giudici serbo-kosovari, specializzato per le questioni riguardanti i comuni a maggioranza serba. La municipalitą di Mitrovica Nord doveva essere sede di una divisione permanente della Corte d'appello.

Nelle more della ratifica dell'accordo, nelle rispettive capitali si levavano forti le voci dei serbi del Kosovo settentrionale, come anche della Chiesa ortodossa di Belgrado, fortemente contrari all'accordo appena siglato - in effetti va ricordato che i serbi del Nord del Kosovo non erano stati inclusi nelle estenuanti tornate negoziali che avevano condotto alla firma dell'accordo.

Tuttavia il Parlamento serbo approvava il 26 aprile a larga maggioranza l'accordo del 19 – cui il parlamento kosovaro aveva gią dato via libera quattro giorni prima -: poche ore dopo la Commissione europea presentava ai ministri degli esteri della UE riuniti a Lussemburgo i rapporti su Serbia e Kosovo, che raccomandavano rispettivamente l'apertura dei negoziati per l'adesione e dei negoziati per l'accordo di associazione all'Unione europea – in effetti il Vertice europeo della fine di giugno indicava per entrambe le questioni la data del 1° gennaio 2014.

Unanime condanna destava il 19 settembre 2013 l’uccisione nel nord del Kosovo di un doganiere lituano della missione europea EULEX che stazionava ad un posto di frontiera con la Serbia, mentre tre altri agenti venivano feriti. Alla metą di ottobre il rapporto annuale della Commissione europea accordava al Kosovo luce verde per dare avvio al negoziato per l’accordo di stabilizzazione e associazione con la UE; tuttavia il 3 novembre le elezioni locali registravano nel nord del Kosovo ripetute intimidazioni e violenze da parte dei serbo-kosovari contrari agli accordi del 19 aprile, con gravi ombre sulla possibilitą di effettiva attuazione degli stessi, e, di riflesso, pregiudizio della possibilitą di effettiva integrazione europea del Kosovo e della Serbia.

 

Le elezioni politiche del giugno 2014

Rinnovato ottimismo destavano comunque le elezioni kosovare dell’8 giugno 2014, alle quali per la prima volta partecipavano massicciamente anche i serbo-kosovari – lo stesso nuovo premier di Belgrado Vucic aveva espresso auspici in tal senso -, consolidando la compagine istituzionale del paese e le prospettive di reale attuazione degli accordi del 2013.

La maggioranza relativa veniva riportata dal Partito democratico del Kosovo del premier in carica Hashim Thaci, che con poco pił del 30% dei voti incontrava perņ gravi difficoltą a dar vita a un nuovo governo. Semmai la calante affluenza al voto (41%) denunciava un certo scollamento dalla politica seguita dalle autoritą, anche qui alle prese con forte disoccupazione, corruzione e diffusa criminalitą.

Il nuovo esecutivo ha potuto ottenere solo il 9 dicembre la fiducia del parlamento (73 voti contro 38), dopo un accordo siglato il giorno precedente tra il partito del premier uscente Thaci e la Lega democratica del Kosovo (LDK) guidata da Isa Mustafa: in base a tale intesa la guida del governo č andata a Isa Mustafa, mentre Thaci – con la promessa di elezione nel 2016 al vertice dello Stato – ha ripiegato sulle cariche di vicepremier e ministro degli esteri. La minoranza serbo-kosovara ha ottenuto un vicepremier e due dicasteri.

 

Gli sviluppi pił recenti

Il settimo anniversario, nel febbraio 2015, della proclamazione dell’indipendenza del Kosovo dalla Serbia ha visto un paese ancora attanagliato in grandi difficoltą economiche e con elevati tassi di corruzione e di criminalitą - tanto che č proseguita senza soluzione di continuitą la spinta all’emigrazione dei kosovari nel resto d’Europa, pur fra mille difficoltą.

Sul piano internazionale, l’anniversario della proclamazione d’indipendenza riscontrava fino a quel momento il riconoscimento del Kosovo da parte di 108 Stati, tra i quali 23 Stati membri dell’Unione europea, inclusa l’Italia. Né la Russia né la Cina risultavano aver riconosciuto l’indipendenza del Kosovo: in particolare, la distanza di Mosca da Pristina si toccava con mano il 9 novembre, quando il Kosovo mancava di poco la possibilitą di ottenere l’adesione all’UNESCO - che sarebbe stata una tappa importante anche per il desiderato ingresso di Pristina nelle Nazioni Unite -, proprio per la forte opposizione della Serbia e del suo storico alleato russo, preoccupati che l’ingresso del Kosovo nell’UNESCO potesse consentire a Pristina di appropriarsi della gestione di quattro siti serbo-ortodossi (principalmente monasteri) facenti parte del patrimonio mondiale dell’umanitą, e la cui tutela, secondo Belgrado, non sarebbe adeguatamente assicurata dal Kosovo in larga parte musulmano e di etnia albanese.

Per quanto concerne i rapporti con l’Unione europea, se nell’ottobre 2015 il Kosovo ha proceduto alla firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione con la UE, č pur vero che alla metą di dicembre Pristina si č vista opporre un rifiuto da Bruxelles in ordine alla liberalizzazione dei visti, con la motivazione dell’assenza di otto importanti criteri per tale concessione.

Nello stesso mese di dicembre il Ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni, visitando a Pristina i militari italiani impegnati nella missione NATO-KFOR, al momento sotto comando italiano, ha messo l’accento sui rischi della radicalizzazione in senso integralista islamico dell’intera regione: in particolare proprio dal Kosovo risultavano partiti oltre duecento cosiddetti foreign fighters diretti nei campi di addestramento del “Califfato” in Siria e Iraq, una percentuale altissima rispetto alla ridotta popolazione kosovara, e tale da destare le pił grandi preoccupazioni.

La precarietą della situazione politica e sociale del Kosovo si č nuovamente palesata il 26 febbraio 2016 in occasione dell’elezione in parlamento del nuovo capo dello Stato, nella persona di Hashim Thaci, eletto al terzo scrutinio dopo gravi tensioni nell’aula parlamentare e nelle piazze di Pristina antistanti le sedi del governo e del parlamento, gią teatro di una protesta ad oltranza per ottenere le dimissioni del governo e nuove elezioni politiche, con l’allestimento di una vera e propria tendopoli.

I manifestanti sono stati raggiunti anche da un gruppo di deputati che ha abbandonato i lavori dell’aula per non partecipare all’elezione di una figura come quella di Thaci, ritenuta equivoca e corrotta, nonché gravata dalle accuse formulate nel 2010 dal Consiglio d’Europa nei suoi confronti in ordine alla responsabilitą dei suoi uomini in un traffico di organi umani perpetrato alla fine degli Anni Novanta principalmente a danno di prigionieri serbi catturati nei combattimenti contro le truppe di Belgrado da cui uscģ poi l’indipendenza kosovara dalla Serbia.

 

 


L’Unione europea ed il Kosovo
(a cura della Segreteria Generale,
Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Il Kosovo č uno dei paesi dei Balcani occidentali con lo status di potenziale candidato all’adesione all’UE.

Al momento, hanno status di paese candidato i seguenti paesi dei Balcani: Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia. Oltre al Kosovo, altro potenziale candidato č la Bosnia-Erzegovina. Si ricorda che la Croazia č entrata a far parte dell’UE a partire dal 1° luglio 2013.

Cinque Stati membri dell’UE non riconoscono il Kosovo: Cipro, Grecia, Spagna, Romania, Repubblica Slovacca.

Il 27 ottobre 2015 č stato firmato l’Accordo di stabilizzazione e associazione tra la UE e il Kosovo che, una volta approvato definitivamente dal Consiglio dell’UE, dovrebbe entrare provvisoriamente in vigore nel corso del 2016, in attesa del completamento del processo di ratifica da parte dei 28 Stati membri.

L’accordo, il primo globale tra l'UE e il Kosovo, prevede un dialogo politico rafforzato, una maggiore integrazione commerciale, anche attraverso l'apertura dei mercati dell'UE ai prodotti industriali e agricoli del Kosovo, e nuove forme di cooperazione.

L’UE č presente in Kosovo con la missione civile EULEX, il cui obiettivo centrale č quello di assistere e sostenere le autoritą del Kosovo nell’applicazione dello stato di diritto, con un focus specifico sulle questioni legate all'indipendenza della magistratura, alla multietnicitą della polizia e del sistema delle dogane, al contrasto alla criminalitą. Il mandato della missione EULEX scade il 16 giugno 2016.

In Kosovo, l’Unione europea č inoltre presente tramite un Rappresentante speciale, Samuel Zbogar, il cui mandato č stato prorogato al febbraio del 2017.

Nel gennaio del 2012 č stato avviato un dialogo EU-Kosovo sulla liberalizzazione del regime dei visti.

Il 19 aprile 2013 č stato firmato un accordo per la normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo, nell’ambito del processo di facilitazione del dialogo promosso dall’Unione europea.

Il raggiungimento di progressi significativi nella normalizzazione delle relazioni tra la Serbia e il Kosovo č stato indicato dalla Commissione europea come una condizione per l’apertura dei negoziati di adesione con la Serbia.

 

 

Conclusioni del Consiglio dell’UE sul processo di allargamento e di stabilizzazione

 

Il Consiglio dei ministri dell’UE ha adottato il 15 dicembre 2015 delle conclusioni sul processo di allargamento e stabilizzazione nelle quali, tra l’altro:

 

 

Relazione della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione

 

Nell’ultima relazione annuale sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione, presentata nel novembre 2015, la Commissione europea rileva per quanto riguarda il Kosovo che:

·        occorrono progressi nell’ambito del processo di riforma intrapreso dal paese, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto e la lotta contro la criminalitą organizzata e la corruzione;

·        il Governo e il Parlamento devono garantire con urgenza che i membri dei consigli di amministrazione di numerose istituzioni indipendenti e autoritą di regolamentazione siano nominati senza indugio sulla base del merito;

·        occorre proseguire la modernizzazione del sistema giudiziario. La Commissione rileva che la magistratura rimane soggetta a ingerenze politiche e sono necessari ulteriori sforzi per garantirne l’indipendenza, prevenire e combattere la corruzione presente al suo interno, assumere e formare personale pił qualificato e per stanziare le risorse adeguate;

·        Il paese ha compiuto progressi per soddisfare i requisiti del processo di liberalizzazione dei visti ed ha adottato misure efficaci a breve termine per limitare la migrazione irregolare nell’UE;

·        occorre consentire al Parlamento di svolgere un dibattito libero e aperto in base a procedure democratiche. L’ostruzionismo e gli atti di violenza a fini politici sono inaccettabili;

·        per quanto riguarda i criteri economici, il Kosovo si trova ancora in uno stadio iniziale dello sviluppo di un’economia di mercato funzionante. Il cronico deficit della bilancia commerciale rispecchia la debolezza della base produttiva e la mancanza di competitivitą a livello internazionale. Il tasso di disoccupazione rimane elevato, al 35,3% e raggiunge il 61% tra i giovani.

 

 

Risoluzione del Parlamento europeo

 

Il Parlamento europeo ha approvato il 4 febbraio  2016 una risoluzione sul processo di integrazione europea del Kosovo nella quale in particolare:

·        sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo tra la Serbia e il Kosovo e la piena attuazione di tutti gli accordi raggiunti ai fini della normalizzazione dei rapporti tra i due paesi;

·        ritiene che il pieno rispetto delle regole democratiche, il dialogo politico e lo svolgimento senza impedimenti dell'attivitą parlamentare siano la premessa per l'attuazione di tutti gli aspetti del programma di riforme del Kosovo; condanna fermamente l'ostruzionismo violento in seno all'Assemblea parlamentare; chiede di evitare ulteriori proteste violente nella medesima e sottolinea che i membri eletti del Parlamento vi si dovrebbero riunire e tenere discussioni nel pieno rispetto dell'istituzione;

·        invita la Commissione europea a intensificare i lavori legati al processo di liberalizzazione dei visti del Kosovo;

·        esprime preoccupazione per i progressi estremamente limitati nell'ambito della libertą di espressione e dei media;

·        osserva che sono necessari ulteriori sforzi per tutelare i diritti di tutte le minoranze etniche in Kosovo;

·        ribadisce la sua preoccupazione per la mancanza di significativi progressi nella lotta contro la corruzione e la criminalitą organizzata;

·        esprime preoccupazione per la lentezza dell'amministrazione della giustizia, il numero elevato di cause arretrate, la mancanza di risorse del sistema giudiziario, la scarsa responsabilitą dei funzionari giudiziari e la possibilitą che le strutture giudiziarie siano soggette a influenza politica;

·        ritiene che il riesame e l'eventuale eliminazione progressiva della missione  EULEX debba andare di pari passo con il rafforzamento e l'ampliamento del mandato del rappresentante speciale dell'Unione europea, in modo da assicurare che quest'ultimo disponga della necessaria capacitą per le attivitą di monitoraggio, tutoraggio e consulenza, il rafforzamento del processo di integrazione europea del Kosovo;

·        deplora il rifiuto della domanda di adesione del Kosovo all'Unesco, dovuto all'ostruzionismo attivo della Serbia, ma anche alla mancanza di unanimitą fra gli Stati membri.

 

 

Assistenza finanziaria

Nell'ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2014-2020, č stato approvato l’11 marzo 2014 il nuovo regolamento (UE) n. 231/2014 che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA II).

Il regolamento fissa il quadro normativo attraverso il quale l’UE fornirą assistenza tecnica e finanziaria ai paesi candidati e potenziali candidati all’adesione e prevede uno stanziamento complessivo per l’intero periodo 2014-2020 di circa 11 miliardi di euro, di cui 645.5 milioni di euro al Kosovo; 649,5 milioni di euro all’Albania; 664,2 milioni di euro all’ex Repubblica iugoslava di Macedonia; 270.5 milioni di euro al Montenegro; 1.508 milioni di euro alla Serbia; 4.453,9 milioni di euro alla Turchia e 2.958,7 milioni di euro per regionali multi beneficiari.


Rapporti parlamentari con il Kosovo
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

XVII Legislatura

 

Attivitą legislativa

Per quanto riguarda le ratifiche di accordi bilaterali, si segnala che il 2 marzo 2016 la Commissione esteri della Camera ha concluso l’esame del ddl di Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra Italia e Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra Italia e Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013.

Il 3 dicembre 2015 č stato approvato definitivamente il disegno di legge: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione”. Legge n. 198/15.

Il decreto autorizza, tra l’altro, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015 la spesa di 25.602.210 per la proroga della partecipazione di personale militare alle missioni nei Balcani e specificatamente: la Multinational Specialized Unit (MSU), EULEX Kosovo, il Security Force Training Plan in Kosovo, la Joint Enterprise Balcani e per lo stesso periodo, la spesa di euro 339.840 per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EULEX e di 16.640 euro per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK (United Nations Mission in Kosovo).

 

Incontri bilaterali

Il 21 gennaio 2015 la Presidente della Camera Boldrini ha incontrato alla Camera la Presidente della Repubblica del Kosovo, Atifete Jahjaga, in visita di Stato in Italia.

Temi del colloquio: il processo di adesione all’Ue, la questione della minoranza serba nel nord del Kosovo, e in generale i diritti delle minoranze, la partecipazione politica delle donne. La Presidente Jahjaga ha auspicato il sostegno italiano ai fini di una rapida conclusione dell’Accordo di stabilizzazione e associazione con l’Unione europea e del superamento della questione dei visti di ingresso tuttora richiesti ai suoi cittadini.

 

Incontri delle Commissioni

8 aprile 2015 la Commissione Affari esteri ha incontrato il Ministro per l’integrazione europea della Repubblica del Kosovo, Bekim Collaku.

 

Missioni delle Delegazioni

Una delegazione della Sottocommissione Cooperazione Transatlantica Difesa e Sicurezza dell’Assemblea parlamentare della NATO ha effettuato una missione (23-26 giugno 2014) a Belgrado e Pristina. Il senatore Battista, in qualitą di componente della delegazione parlamentare italiana della NATO, ha fatto parte della delegazione.

I parlamentari hanno visitato il Quartier generale KFOR e incontrato il Comandante Gen. Farina. Al centro dei colloqui le operazioni KFOR in corso e il contesto di sicurezza. Ha fatto seguito una riunione con i sindaci delle municipalitą serbe nel nord del Paese: Mitrovica nord, Leposavic, Zwecan e Zubin Potok. A Pristina, la delegazione dell'Assemblea NATO ha incontrato le pił alte cariche del Paese: Jakup Krasniqi, Presidente dell'Assemblea del Kosovo; Hashim Thaēi, Primo ministro del Kosovo ed Enver Hoxhaj, Ministro degli Affari esteri del Kosovo. Al centro dei colloqui gli sviluppi istituzionali alla luce delle elezioni generali dell'8 giugno 2014. Agim Ēeku, Ministro delle Forze di sicurezza del Kosovo, ha illustrato ai parlamentari la natura e gli obiettivi delle nuove Forze di sicurezza (KAF), create a scopo puramente difensivo e sviluppate in consultazione con la NATO. Infine, i delegati hanno incontrato i Rappresentanti di EULEX, UNMIK ed EUSR. Il Parlamento del Kosovo ha ottenuto lo status di osservatore parlamentare presso l’Assemblea parlamentare della NATO nel maggio 2014.

Si segnala che dal 22 al 24 ottobre 2016 il Parlamento del Kosovo ospiterą a Pristina il Seminario Rose-Roth dell’Assemblea parlamentare della NATO (si tratta di seminari specialistici dove i parlamentari affrontano specifiche questioni relative alla sicurezza e prevedono incontri con esponenti politici, governativi, esperti, docenti universitari).

 


 

 

Unione Interparlamentare – UIP

Il Kosovo č inserito nella Sezione di amicizia Italia-Europa Sud Orientale (Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia, Montenegro, Slovenia, Bielorussia, Cipro). La sezione č presieduta dal senatore Francesco Scalia (PD); ne fanno altresģ parte gli onorevoli Russo (FI-PdL-BP) e Rampi (PD) dai senatori Dario Stefano (Misto), Stefano Collina (PD), Claudio Fazzone (FI-PDL XVII), Aldo Di Biagio (AP), Salvatore Margiotta (PD). Il Gruppo italiano dell’Unione interparlamentare (UIP) č in attesa delle altre designazioni da parte dei gruppi (nella scorsa legislatura ne facevano parte altri otto parlamentari).


Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 


Ćerim Bajrami

Ćerim Bajrami

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Secondo Vicepresidente della Commissione Affari esteri

Componente della Commissione Affari interni, sicurezza e supervisione della Forza di sicurezza del Kosovo

Componente della Commissione Diritti ed interessi delle Comunitą e Procedure di rientro

 

Gruppo parlamentare

6+

 

Partito

VAKAT (VAKAT)

 

Dati personali

Nato il 30 novembre 1957

Coniugato

 

Formazione

Pubblicista, direttore tecnico

 

Attivitą precedentemente svolte

Ministro della Diaspora, editore e redattore di un quotidiano in lingua bosniaca

 

Lingue straniere parlate

Albanese

Tedesco

 


Blerta Deliu-Kodra

 

Blerta Deliu-Kodra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Componente della Commissione Affari esteri

 

Gruppo parlamentare

PDK

 

Partito

Partito democratico del Kosovo (PDK)

 

Dati personali

Nata l’8 dicembre 1980 a Pristina

Sposata

 

Formazione

Master presso la Facoltą di Arti, Pristina

 

Attivitą precedentemente svolte

10 anni di servizio presso la Televisione pubblica del Kosovo (RTK)

 

Lingue straniere parlate

Inglese

Tedesco

Serbo

Croato

 


Elmi Reēica

 

Elmi  Reēica

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Componente della Commissione Affari esteri

 

Gruppo parlamentare

PDK

 

Partito

Partito democratico del Kosovo (PDK)

 


Ismet Beqiri

 

Ismet Beqiri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Componente della Commissione Affari esteri

 

Gruppo parlamentare

LDK

 

Partito

Lega democratica del Kosovo (LDK)

 

Dati personali

Nato il 6 luglio 1964 a Tėrrnavė (Podujevė)

Sposato, padre di tre figli

 

Formazione

Laureato in Giurisprudenza presso la Facoltą di Giurispudenza di Pristina

 

Attivitą precedentemente svolte

1991-2002: insegnante, direttore della Societą comunale Sportmarketing” di Pristina

 

Carriera politica

Componente dell’LDK dalla sua fondazione, componente del Consiglio nazionale dell’LDK, componente della Presidenza centrale del partito (2006-2010), segretario generale del Partito dalle ultime elezioni (2010) ad oggi.

 

Incarichi politici

 

Parlamentare del Kosovo dal 1998

Consigliere comunale di Pristina dal 2000 al 2002

Sindaco di Pristina dal novembre 2002 al gennaio 2008

Presidente dell’Associazione delle municipalitą del Kosovo dal 2005 al gennaio 2008

Presidente della Commissione Diritti umani, eguaglianza di genere, petizioni e persone scomparse

Presidente del Gruppo parlamentare dell’LDK nel 2010

Presidente dello stesso gruppo dal 2014

 

Lingue straniere parlate

Inglese

Serbo

Croato

 


Teuta Rugova

 

Teuta Rugova

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Primo Vicepresidente della Commissione Affari esteri

 

Gruppo parlamentare

LDK

 

Partito

Lega democratica del Kosovo (LDK)

 

 

 

SERVIZIO STUDI

 

Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro con una delegazione della Commissione Affari esteri dell’Assemblea del Kosovo

 

 

 

 

 

 

 

n. 218

 

 

 

8 marzo 2016

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi

 

Dipartimento Affari esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi e Uffici:

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – *  cdrin1@camera.it

Segreteria Generale
Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it

 

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera č destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attivitą degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilitą per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

File: es0454.docx

 


INDICE

 

Schede di lettura

Il quadro politico in Kosovo  (a cura del Servizio Studi) 5

L’Unione europea ed il Kosovo (a cura della Segreteria Generale,  Ufficio Rapporti con l’Unione europea) 9

Rapporti parlamentari con il Kosovo  (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 13

Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

§  Ćerim Bajrami 19

§  Blerta Deliu-Kodra  21

§  Elmi Reēica  23

§  Ismet Beqiri 25

§  Teuta Rugova  27

 

 


Schede di lettura

 


 

Il quadro politico in Kosovo
(a cura del Servizio Studi)

Il 10 settembre 2012, quattro anni e mezzo dopo la proclamazione dell’indipendenza nel 2008, il Kosovo raggiungeva, almeno sul piano formale, la piena sovranitą: cessava infatti la supervisione sul paese esercitata fino a quel momento dall’ISG (Gruppo internazionale di orientamento sul Kosovo, composto da 25 Stati sostenitori della prima ora di Pristina). Se la Comunitą internazionale sembra aver riconosciuto a Pristina sostanziali progressi sulla via della democrazia e dello Stato di diritto, non va dimenticato che la sovranitą del paese č rimasta a lungo contestata dai serbo-kosovari residenti nel nord, nonché dalla stessa Serbia, il cui premier Ivica Dacic ribadiva in un primo tempo anch’egli che Belgrado non avrebbe mai riconosciuto l’indipendenza kosovara – anche se i colloqui tra le parti, con il decisivo impulso della UE, raggiungevano qualche risultato distensivo.

L’accordo sulla gestione integrata delle frontiere tra serbi, kosovari e missione europea EULEX, in procinto di entrare in vigore in metą delle sei postazioni dal 10 dicembre 2012, provocava comunque nuove minacce dei serbi del nord del Kosovo, intenzionati a rifiutare in ogni modo il solidificarsi di una vera frontiera con la Serbia e le sue implicazioni, come l’eventuale imposizione di dazi o l’obbligo di servirsi di documenti kosovari.

Tuttavia proprio il governo serbo d’impronta teoricamente pił nazionalista succeduto al periodo di Tadic e capeggiato da Dacic si spingeva nel marzo 2013 ad ammettere che in qualche modo il Kosovo non andava pił considerato parte della Serbia, e che era ormai tempo per tutti i serbi di prenderne atto, superando le bugie raccontate a lungo negli anni passati.

 

L’accordo Dacic-Thaci dell’aprile 2013 sulla sistemazione del Kosovo settentrionale

I colloqui ripetuti a Bruxelles tra le rispettive delegazioni non registravano tuttavia veri progressi, fino a che il 19 aprile veniva raggiunto un accordo definito storico tra il premier kosovaro Hashim Thaci e quello serbo Ivica Dacic, finalizzato alla sistemazione della zona settentrionale del Kosovo, abitata prevalentemente da serbi e oggettivamente facilitata dalla vicinanza geografica nel mantenimento di forti legami con Belgrado. L'accordo ha previsto anche la collaborazione della NATO alla sua attuazione, NATO peraltro sempre impegnata a garantire la sicurezza dell'intero Kosovo.

La parte fondamentale dell'accordo serbo-kosovaro, articolato in 15 punti, prevedeva la nascita di una associazione dei comuni a maggioranza serba nel Kosovo settentrionale, associazione che avrebbe goduto di una vasta autonomia (dai poteri di polizia all'amministrazione della giustizia), tuttavia nell'ambito delle strutture nazionali del Kosovo. Nel contesto dell'accordo ciascuna parte si impegnava a non agire per bloccare il percorso di integrazione europea dell'altro contraente, nonché a contribuire nel 2013 all'organizzazione di elezioni nei comuni del Nord del Kosovo.

Nel dettaglio, per quanto concerne i poteri di polizia, gli esponenti serbo-kosovari sarebbero stati inquadrati nelle strutture kosovare di pari grado, ma si prevedeva la figura di un capo della polizia regionale per le quattro municipalitą del Kosovo settentrionale a maggioranza serba, figura appannaggio di un serbo-kosovaro nominato dal ministro dell'interno del Kosovo da una lista di nomi fornita dall'associazione dei comuni serbo-kosovari.

Nel Kosovo settentrionale la composizione dei corpi di polizia avrebbe rispecchiato quella etnica della popolazione. Per quanto riguarda la giustizia, si doveva procedere a una integrazione delle autoritą giudiziarie, mentre la Corte di appello di Pristina avrebbe dato vita a un gruppo composto da una maggioranza di giudici serbo-kosovari, specializzato per le questioni riguardanti i comuni a maggioranza serba. La municipalitą di Mitrovica Nord doveva essere sede di una divisione permanente della Corte d'appello.

Nelle more della ratifica dell'accordo, nelle rispettive capitali si levavano forti le voci dei serbi del Kosovo settentrionale, come anche della Chiesa ortodossa di Belgrado, fortemente contrari all'accordo appena siglato - in effetti va ricordato che i serbi del Nord del Kosovo non erano stati inclusi nelle estenuanti tornate negoziali che avevano condotto alla firma dell'accordo.

Tuttavia il Parlamento serbo approvava il 26 aprile a larga maggioranza l'accordo del 19 – cui il parlamento kosovaro aveva gią dato via libera quattro giorni prima -: poche ore dopo la Commissione europea presentava ai ministri degli esteri della UE riuniti a Lussemburgo i rapporti su Serbia e Kosovo, che raccomandavano rispettivamente l'apertura dei negoziati per l'adesione e dei negoziati per l'accordo di associazione all'Unione europea – in effetti il Vertice europeo della fine di giugno indicava per entrambe le questioni la data del 1° gennaio 2014.

Unanime condanna destava il 19 settembre 2013 l’uccisione nel nord del Kosovo di un doganiere lituano della missione europea EULEX che stazionava ad un posto di frontiera con la Serbia, mentre tre altri agenti venivano feriti. Alla metą di ottobre il rapporto annuale della Commissione europea accordava al Kosovo luce verde per dare avvio al negoziato per l’accordo di stabilizzazione e associazione con la UE; tuttavia il 3 novembre le elezioni locali registravano nel nord del Kosovo ripetute intimidazioni e violenze da parte dei serbo-kosovari contrari agli accordi del 19 aprile, con gravi ombre sulla possibilitą di effettiva attuazione degli stessi, e, di riflesso, pregiudizio della possibilitą di effettiva integrazione europea del Kosovo e della Serbia.

 

Le elezioni politiche del giugno 2014

Rinnovato ottimismo destavano comunque le elezioni kosovare dell’8 giugno 2014, alle quali per la prima volta partecipavano massicciamente anche i serbo-kosovari – lo stesso nuovo premier di Belgrado Vucic aveva espresso auspici in tal senso -, consolidando la compagine istituzionale del paese e le prospettive di reale attuazione degli accordi del 2013.

La maggioranza relativa veniva riportata dal Partito democratico del Kosovo del premier in carica Hashim Thaci, che con poco pił del 30% dei voti incontrava perņ gravi difficoltą a dar vita a un nuovo governo. Semmai la calante affluenza al voto (41%) denunciava un certo scollamento dalla politica seguita dalle autoritą, anche qui alle prese con forte disoccupazione, corruzione e diffusa criminalitą.

Il nuovo esecutivo ha potuto ottenere solo il 9 dicembre la fiducia del parlamento (73 voti contro 38), dopo un accordo siglato il giorno precedente tra il partito del premier uscente Thaci e la Lega democratica del Kosovo (LDK) guidata da Isa Mustafa: in base a tale intesa la guida del governo č andata a Isa Mustafa, mentre Thaci – con la promessa di elezione nel 2016 al vertice dello Stato – ha ripiegato sulle cariche di vicepremier e ministro degli esteri. La minoranza serbo-kosovara ha ottenuto un vicepremier e due dicasteri.

 

Gli sviluppi pił recenti

Il settimo anniversario, nel febbraio 2015, della proclamazione dell’indipendenza del Kosovo dalla Serbia ha visto un paese ancora attanagliato in grandi difficoltą economiche e con elevati tassi di corruzione e di criminalitą - tanto che č proseguita senza soluzione di continuitą la spinta all’emigrazione dei kosovari nel resto d’Europa, pur fra mille difficoltą.

Sul piano internazionale, l’anniversario della proclamazione d’indipendenza riscontrava fino a quel momento il riconoscimento del Kosovo da parte di 108 Stati, tra i quali 23 Stati membri dell’Unione europea, inclusa l’Italia. Né la Russia né la Cina risultavano aver riconosciuto l’indipendenza del Kosovo: in particolare, la distanza di Mosca da Pristina si toccava con mano il 9 novembre, quando il Kosovo mancava di poco la possibilitą di ottenere l’adesione all’UNESCO - che sarebbe stata una tappa importante anche per il desiderato ingresso di Pristina nelle Nazioni Unite -, proprio per la forte opposizione della Serbia e del suo storico alleato russo, preoccupati che l’ingresso del Kosovo nell’UNESCO potesse consentire a Pristina di appropriarsi della gestione di quattro siti serbo-ortodossi (principalmente monasteri) facenti parte del patrimonio mondiale dell’umanitą, e la cui tutela, secondo Belgrado, non sarebbe adeguatamente assicurata dal Kosovo in larga parte musulmano e di etnia albanese.

Per quanto concerne i rapporti con l’Unione europea, se nell’ottobre 2015 il Kosovo ha proceduto alla firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione con la UE, č pur vero che alla metą di dicembre Pristina si č vista opporre un rifiuto da Bruxelles in ordine alla liberalizzazione dei visti, con la motivazione dell’assenza di otto importanti criteri per tale concessione.

Nello stesso mese di dicembre il Ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni, visitando a Pristina i militari italiani impegnati nella missione NATO-KFOR, al momento sotto comando italiano, ha messo l’accento sui rischi della radicalizzazione in senso integralista islamico dell’intera regione: in particolare proprio dal Kosovo risultavano partiti oltre duecento cosiddetti foreign fighters diretti nei campi di addestramento del “Califfato” in Siria e Iraq, una percentuale altissima rispetto alla ridotta popolazione kosovara, e tale da destare le pił grandi preoccupazioni.

La precarietą della situazione politica e sociale del Kosovo si č nuovamente palesata il 26 febbraio 2016 in occasione dell’elezione in parlamento del nuovo capo dello Stato, nella persona di Hashim Thaci, eletto al terzo scrutinio dopo gravi tensioni nell’aula parlamentare e nelle piazze di Pristina antistanti le sedi del governo e del parlamento, gią teatro di una protesta ad oltranza per ottenere le dimissioni del governo e nuove elezioni politiche, con l’allestimento di una vera e propria tendopoli.

I manifestanti sono stati raggiunti anche da un gruppo di deputati che ha abbandonato i lavori dell’aula per non partecipare all’elezione di una figura come quella di Thaci, ritenuta equivoca e corrotta, nonché gravata dalle accuse formulate nel 2010 dal Consiglio d’Europa nei suoi confronti in ordine alla responsabilitą dei suoi uomini in un traffico di organi umani perpetrato alla fine degli Anni Novanta principalmente a danno di prigionieri serbi catturati nei combattimenti contro le truppe di Belgrado da cui uscģ poi l’indipendenza kosovara dalla Serbia.

 

 


L’Unione europea ed il Kosovo
(a cura della Segreteria Generale,
Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Il Kosovo č uno dei paesi dei Balcani occidentali con lo status di potenziale candidato all’adesione all’UE.

Al momento, hanno status di paese candidato i seguenti paesi dei Balcani: Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia. Oltre al Kosovo, altro potenziale candidato č la Bosnia-Erzegovina. Si ricorda che la Croazia č entrata a far parte dell’UE a partire dal 1° luglio 2013.

Cinque Stati membri dell’UE non riconoscono il Kosovo: Cipro, Grecia, Spagna, Romania, Repubblica Slovacca.

Il 27 ottobre 2015 č stato firmato l’Accordo di stabilizzazione e associazione tra la UE e il Kosovo che, una volta approvato definitivamente dal Consiglio dell’UE, dovrebbe entrare provvisoriamente in vigore nel corso del 2016, in attesa del completamento del processo di ratifica da parte dei 28 Stati membri.

L’accordo, il primo globale tra l'UE e il Kosovo, prevede un dialogo politico rafforzato, una maggiore integrazione commerciale, anche attraverso l'apertura dei mercati dell'UE ai prodotti industriali e agricoli del Kosovo, e nuove forme di cooperazione.

L’UE č presente in Kosovo con la missione civile EULEX, il cui obiettivo centrale č quello di assistere e sostenere le autoritą del Kosovo nell’applicazione dello stato di diritto, con un focus specifico sulle questioni legate all'indipendenza della magistratura, alla multietnicitą della polizia e del sistema delle dogane, al contrasto alla criminalitą. Il mandato della missione EULEX scade il 16 giugno 2016.

In Kosovo, l’Unione europea č inoltre presente tramite un Rappresentante speciale, Samuel Zbogar, il cui mandato č stato prorogato al febbraio del 2017.

Nel gennaio del 2012 č stato avviato un dialogo EU-Kosovo sulla liberalizzazione del regime dei visti.

Il 19 aprile 2013 č stato firmato un accordo per la normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo, nell’ambito del processo di facilitazione del dialogo promosso dall’Unione europea.

Il raggiungimento di progressi significativi nella normalizzazione delle relazioni tra la Serbia e il Kosovo č stato indicato dalla Commissione europea come una condizione per l’apertura dei negoziati di adesione con la Serbia.

 

 

Conclusioni del Consiglio dell’UE sul processo di allargamento e di stabilizzazione

 

Il Consiglio dei ministri dell’UE ha adottato il 15 dicembre 2015 delle conclusioni sul processo di allargamento e stabilizzazione nelle quali, tra l’altro:

 

 

Relazione della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione

 

Nell’ultima relazione annuale sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione, presentata nel novembre 2015, la Commissione europea rileva per quanto riguarda il Kosovo che:

·        occorrono progressi nell’ambito del processo di riforma intrapreso dal paese, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto e la lotta contro la criminalitą organizzata e la corruzione;

·        il Governo e il Parlamento devono garantire con urgenza che i membri dei consigli di amministrazione di numerose istituzioni indipendenti e autoritą di regolamentazione siano nominati senza indugio sulla base del merito;

·        occorre proseguire la modernizzazione del sistema giudiziario. La Commissione rileva che la magistratura rimane soggetta a ingerenze politiche e sono necessari ulteriori sforzi per garantirne l’indipendenza, prevenire e combattere la corruzione presente al suo interno, assumere e formare personale pił qualificato e per stanziare le risorse adeguate;

·        Il paese ha compiuto progressi per soddisfare i requisiti del processo di liberalizzazione dei visti ed ha adottato misure efficaci a breve termine per limitare la migrazione irregolare nell’UE;

·        occorre consentire al Parlamento di svolgere un dibattito libero e aperto in base a procedure democratiche. L’ostruzionismo e gli atti di violenza a fini politici sono inaccettabili;

·        per quanto riguarda i criteri economici, il Kosovo si trova ancora in uno stadio iniziale dello sviluppo di un’economia di mercato funzionante. Il cronico deficit della bilancia commerciale rispecchia la debolezza della base produttiva e la mancanza di competitivitą a livello internazionale. Il tasso di disoccupazione rimane elevato, al 35,3% e raggiunge il 61% tra i giovani.

 

 

Risoluzione del Parlamento europeo

 

Il Parlamento europeo ha approvato il 4 febbraio  2016 una risoluzione sul processo di integrazione europea del Kosovo nella quale in particolare:

·        sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo tra la Serbia e il Kosovo e la piena attuazione di tutti gli accordi raggiunti ai fini della normalizzazione dei rapporti tra i due paesi;

·        ritiene che il pieno rispetto delle regole democratiche, il dialogo politico e lo svolgimento senza impedimenti dell'attivitą parlamentare siano la premessa per l'attuazione di tutti gli aspetti del programma di riforme del Kosovo; condanna fermamente l'ostruzionismo violento in seno all'Assemblea parlamentare; chiede di evitare ulteriori proteste violente nella medesima e sottolinea che i membri eletti del Parlamento vi si dovrebbero riunire e tenere discussioni nel pieno rispetto dell'istituzione;

·        invita la Commissione europea a intensificare i lavori legati al processo di liberalizzazione dei visti del Kosovo;

·        esprime preoccupazione per i progressi estremamente limitati nell'ambito della libertą di espressione e dei media;

·        osserva che sono necessari ulteriori sforzi per tutelare i diritti di tutte le minoranze etniche in Kosovo;

·        ribadisce la sua preoccupazione per la mancanza di significativi progressi nella lotta contro la corruzione e la criminalitą organizzata;

·        esprime preoccupazione per la lentezza dell'amministrazione della giustizia, il numero elevato di cause arretrate, la mancanza di risorse del sistema giudiziario, la scarsa responsabilitą dei funzionari giudiziari e la possibilitą che le strutture giudiziarie siano soggette a influenza politica;

·        ritiene che il riesame e l'eventuale eliminazione progressiva della missione  EULEX debba andare di pari passo con il rafforzamento e l'ampliamento del mandato del rappresentante speciale dell'Unione europea, in modo da assicurare che quest'ultimo disponga della necessaria capacitą per le attivitą di monitoraggio, tutoraggio e consulenza, il rafforzamento del processo di integrazione europea del Kosovo;

·        deplora il rifiuto della domanda di adesione del Kosovo all'Unesco, dovuto all'ostruzionismo attivo della Serbia, ma anche alla mancanza di unanimitą fra gli Stati membri.

 

 

Assistenza finanziaria

Nell'ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2014-2020, č stato approvato l’11 marzo 2014 il nuovo regolamento (UE) n. 231/2014 che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA II).

Il regolamento fissa il quadro normativo attraverso il quale l’UE fornirą assistenza tecnica e finanziaria ai paesi candidati e potenziali candidati all’adesione e prevede uno stanziamento complessivo per l’intero periodo 2014-2020 di circa 11 miliardi di euro, di cui 645.5 milioni di euro al Kosovo; 649,5 milioni di euro all’Albania; 664,2 milioni di euro all’ex Repubblica iugoslava di Macedonia; 270.5 milioni di euro al Montenegro; 1.508 milioni di euro alla Serbia; 4.453,9 milioni di euro alla Turchia e 2.958,7 milioni di euro per regionali multi beneficiari.


Rapporti parlamentari con il Kosovo
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

XVII Legislatura

 

Attivitą legislativa

Per quanto riguarda le ratifiche di accordi bilaterali, si segnala che il 2 marzo 2016 la Commissione esteri della Camera ha concluso l’esame del ddl di Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra Italia e Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra Italia e Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013.

Il 3 dicembre 2015 č stato approvato definitivamente il disegno di legge: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 ottobre 2015, n. 174, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione”. Legge n. 198/15.

Il decreto autorizza, tra l’altro, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015 la spesa di 25.602.210 per la proroga della partecipazione di personale militare alle missioni nei Balcani e specificatamente: la Multinational Specialized Unit (MSU), EULEX Kosovo, il Security Force Training Plan in Kosovo, la Joint Enterprise Balcani e per lo stesso periodo, la spesa di euro 339.840 per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EULEX e di 16.640 euro per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK (United Nations Mission in Kosovo).

 

Incontri bilaterali

Il 21 gennaio 2015 la Presidente della Camera Boldrini ha incontrato alla Camera la Presidente della Repubblica del Kosovo, Atifete Jahjaga, in visita di Stato in Italia.

Temi del colloquio: il processo di adesione all’Ue, la questione della minoranza serba nel nord del Kosovo, e in generale i diritti delle minoranze, la partecipazione politica delle donne. La Presidente Jahjaga ha auspicato il sostegno italiano ai fini di una rapida conclusione dell’Accordo di stabilizzazione e associazione con l’Unione europea e del superamento della questione dei visti di ingresso tuttora richiesti ai suoi cittadini.

 

Incontri delle Commissioni

8 aprile 2015 la Commissione Affari esteri ha incontrato il Ministro per l’integrazione europea della Repubblica del Kosovo, Bekim Collaku.

 

Missioni delle Delegazioni

Una delegazione della Sottocommissione Cooperazione Transatlantica Difesa e Sicurezza dell’Assemblea parlamentare della NATO ha effettuato una missione (23-26 giugno 2014) a Belgrado e Pristina. Il senatore Battista, in qualitą di componente della delegazione parlamentare italiana della NATO, ha fatto parte della delegazione.

I parlamentari hanno visitato il Quartier generale KFOR e incontrato il Comandante Gen. Farina. Al centro dei colloqui le operazioni KFOR in corso e il contesto di sicurezza. Ha fatto seguito una riunione con i sindaci delle municipalitą serbe nel nord del Paese: Mitrovica nord, Leposavic, Zwecan e Zubin Potok. A Pristina, la delegazione dell'Assemblea NATO ha incontrato le pił alte cariche del Paese: Jakup Krasniqi, Presidente dell'Assemblea del Kosovo; Hashim Thaēi, Primo ministro del Kosovo ed Enver Hoxhaj, Ministro degli Affari esteri del Kosovo. Al centro dei colloqui gli sviluppi istituzionali alla luce delle elezioni generali dell'8 giugno 2014. Agim Ēeku, Ministro delle Forze di sicurezza del Kosovo, ha illustrato ai parlamentari la natura e gli obiettivi delle nuove Forze di sicurezza (KAF), create a scopo puramente difensivo e sviluppate in consultazione con la NATO. Infine, i delegati hanno incontrato i Rappresentanti di EULEX, UNMIK ed EUSR. Il Parlamento del Kosovo ha ottenuto lo status di osservatore parlamentare presso l’Assemblea parlamentare della NATO nel maggio 2014.

Si segnala che dal 22 al 24 ottobre 2016 il Parlamento del Kosovo ospiterą a Pristina il Seminario Rose-Roth dell’Assemblea parlamentare della NATO (si tratta di seminari specialistici dove i parlamentari affrontano specifiche questioni relative alla sicurezza e prevedono incontri con esponenti politici, governativi, esperti, docenti universitari).

 


 

 

Unione Interparlamentare – UIP

Il Kosovo č inserito nella Sezione di amicizia Italia-Europa Sud Orientale (Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia, Montenegro, Slovenia, Bielorussia, Cipro). La sezione č presieduta dal senatore Francesco Scalia (PD); ne fanno altresģ parte gli onorevoli Russo (FI-PdL-BP) e Rampi (PD) dai senatori Dario Stefano (Misto), Stefano Collina (PD), Claudio Fazzone (FI-PDL XVII), Aldo Di Biagio (AP), Salvatore Margiotta (PD). Il Gruppo italiano dell’Unione interparlamentare (UIP) č in attesa delle altre designazioni da parte dei gruppi (nella scorsa legislatura ne facevano parte altri otto parlamentari).


Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 


Ćerim Bajrami

Ćerim Bajrami

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Secondo Vicepresidente della Commissione Affari esteri

Componente della Commissione Affari interni, sicurezza e supervisione della Forza di sicurezza del Kosovo

Componente della Commissione Diritti ed interessi delle Comunitą e Procedure di rientro

 

Gruppo parlamentare

6+

 

Partito

VAKAT (VAKAT)

 

Dati personali

Nato il 30 novembre 1957

Coniugato

 

Formazione

Pubblicista, direttore tecnico

 

Attivitą precedentemente svolte

Ministro della Diaspora, editore e redattore di un quotidiano in lingua bosniaca

 

Lingue straniere parlate

Albanese

Tedesco

 


Blerta Deliu-Kodra

 

Blerta Deliu-Kodra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Componente della Commissione Affari esteri

 

Gruppo parlamentare

PDK

 

Partito

Partito democratico del Kosovo (PDK)

 

Dati personali

Nata l’8 dicembre 1980 a Pristina

Sposata

 

Formazione

Master presso la Facoltą di Arti, Pristina

 

Attivitą precedentemente svolte

10 anni di servizio presso la Televisione pubblica del Kosovo (RTK)

 

Lingue straniere parlate

Inglese

Tedesco

Serbo

Croato

 


Elmi Reēica

 

Elmi  Reēica

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Componente della Commissione Affari esteri

 

Gruppo parlamentare

PDK

 

Partito

Partito democratico del Kosovo (PDK)

 


Ismet Beqiri

 

Ismet Beqiri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Componente della Commissione Affari esteri

 

Gruppo parlamentare

LDK

 

Partito

Lega democratica del Kosovo (LDK)

 

Dati personali

Nato il 6 luglio 1964 a Tėrrnavė (Podujevė)

Sposato, padre di tre figli

 

Formazione

Laureato in Giurisprudenza presso la Facoltą di Giurispudenza di Pristina

 

Attivitą precedentemente svolte

1991-2002: insegnante, direttore della Societą comunale Sportmarketing” di Pristina

 

Carriera politica

Componente dell’LDK dalla sua fondazione, componente del Consiglio nazionale dell’LDK, componente della Presidenza centrale del partito (2006-2010), segretario generale del Partito dalle ultime elezioni (2010) ad oggi.

 

Incarichi politici

 

Parlamentare del Kosovo dal 1998

Consigliere comunale di Pristina dal 2000 al 2002

Sindaco di Pristina dal novembre 2002 al gennaio 2008

Presidente dell’Associazione delle municipalitą del Kosovo dal 2005 al gennaio 2008

Presidente della Commissione Diritti umani, eguaglianza di genere, petizioni e persone scomparse

Presidente del Gruppo parlamentare dell’LDK nel 2010

Presidente dello stesso gruppo dal 2014

 

Lingue straniere parlate

Inglese

Serbo

Croato

 


Teuta Rugova

 

Teuta Rugova

 

 

 

 

 

 

 

 

Funzioni parlamentari

Primo Vicepresidente della Commissione Affari esteri

 

Gruppo parlamentare

LDK

 

Partito

Lega democratica del Kosovo (LDK)