Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Incontro con una delegazione del Parlamento montenegrino
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 188
Data: 21/09/2015
Descrittori:
MONTENEGRO   PARLAMENTO
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
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Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro con una delegazione
del Parlamento montenegrino

 

 

 

 

 

 

 

n. 188

 

 

 

21 settembre 2015

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi:

 

Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – * cdrin1@camera.it

 

 

 

 

 

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

File: es0399.docx

 


INDICE

 

 

 

Composizione della Delegazione                                                                      1

Schede di lettura

Scheda-paese MONTENEGRO (Fonte: Treccani, Atlante Geopolitico 2015)    5

L’Unione europea e il Montenegro (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)                                                                                                             13

§  Relazione della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione                                                                                     14

§  Risoluzione del Parlamento europeo                                                             14

Rapporti parlamentari con il Montenegro (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)                                                                                                     17

Pubblicistica

§  M. Mirjacic, G. Kapor ‘Montenegro: a 9 anni dall’indipendenza non è un paese felice’, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 25 maggio 2015                        23

§  G. Stabile ‘Montenegro, appello all’Italia ‘Vogliamo la Nato e l’Europa’, in: La stampa, 26 maggio 2015                                                                               26

§  G. Stabile ‘Vivere con l’euro senza essere nell’Ue. La soluzione-Montenegro tenta Atene’, in: La stampa, 10 luglio 2015                                                    27

 

 

 

 

 

 


Composizione della Delegazione

 

-        Sig. Velizar Kaluderović, membro della Commissione degli Affari Legislativi del Parlamento del Montenegro e capo della delegazione;

-        Sig. Luid Skrelja, membro della Commissione degli Affari Legislativi del Parlamento del Montenegro;

-        Sig.ra Merima Murić, segretario della Commissione degli Affari Legislativi del Parlamento del Montenegro;

-        Sig. Antun Sbutega, Ambasciatore del Montenegro in Italia;

-        Sig. Aleksandar Drljevic, Primo Consigliere, Ambasciata del Montenegro in Italia;

-        Sig.ra Sandra Vemic, interprete;

-        Sig.ra Nina Canović, interprete;

 

 


Schede di lettura


Scheda-paese MONTENEGRO
(Fonte: Treccani, Atlante Geopolitico 2015)

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Il Montenegro è un paese dei Balcani occidentali indipendente dal 2006. La sua giovane storia è strettamente legata a quella della vicina Serbia. Dapprima, durante tutti gli anni Novanta, il paese è stato una repubblica federata all’interno della Repubblica Federale di Iugoslavia, poi, nel 2003, per effetto dell’accordo di Belgrado, sostenuto dall’Unione Europea – che garantiva al Montenegro una maggiore autonomia – è entrato a far parte dell’Unione di Serbia e Montenegro. La semi-indipendenza si è protratta per un breve periodo, poiché nel maggio 2006 un referendum, limitato al solo Montenegro, ne ha san- cito la completa indipendenza dalla Serbia. La soglia necessaria del 55% dei voti favorevoli fu superata però di misura. Il Montenegro divenne comunque il secondo paese dei Balcani ad aver conquistato l’indipendenza in modo pacifico, dopo la Macedonia nel 1991. L’indipendenza attribuì al Montenegro le competenze nel settore della difesa e della politica estera, ma già dal 1992, all’interno della Repubblica Federale di Iugoslavia, la piccola repubblica aveva acquisito prerogative sempre più vaste fino a poter disporre di una politica economica autonoma e di una moneta differente da quella utilizzata nella regione serba. L’attuale sistema istituzionale del Montenegro, una repubblica parlamentare a struttura monocamerale, ricalca quello della regione prima dell’indipendenza. L’assemblea del Montenegro (Skupština) è costituita da 81 deputati eletti ogni quattro anni. Le ultime elezioni parlamentari dell’ottobre 2012 sono state vinte dalla Coalizione per un Montenegro europeo, alleanza di partiti liberali guidata dal Partito democratico dei socialisti (Dps) del primo ministro Milo Đukanović. L’attuale premier è protagonista incontrastato della vita politica del paese da oltre un ventennio: come primo ministro nei periodi 1991-98, 2002-06 e 2008-10 e come presidente della Repubblica tra il 1998 e il 2002. Tutta- via il 2013 ha rappresentato l’anno più difficile per il primo ministro a causa di alcuni scanda-li politici che hanno coinvolto importanti leader del partito scalfendo in parte l’immagine dello stesso premier. Ciononostante il Dps e Đukanović hanno ottenuto nel maggio 2014 un importante risultato elettorale nelle consultazioni locali conseguendo la maggioranza assoluta in quasi tutte le municipalità montenegrine, ad eccezione della capitale Pogdorica. Un risultato che ha rinforzato la stabilità politica interna di Đukanović. Il leader montenegrino era stato alleato del presidente serbo Slobodan Milošević, ma si è andato progressivamente smarcando dalle sue politiche repressive sino a trasformarsi, nella seconda metà degli anni Novanta, nel protagonista riconosciuto dell’indipendentismo nazionale. Le opposizioni hanno sempre favorito legami più stretti e amichevoli con la Serbia e oggi spingono per la riunificazione, scoraggiando invece l’ingresso del paese nella Nato giudicata un nemico dai tempi del bombardamento del territorio della Federazione nel 1999, durante la guerra del Kosovo. Il governo è al contrario un convinto fautore della causa europeista e di quella atlantista tanto da porta- re avanti i negoziati per l’adesione ad entrambe le organizzazioni internazionali.

L’adesione all’Unione Europea continua a rappresentare uno dei due pilastri della politica estera montenegrina. Dopo l’ottenimento dello status di candidata ufficiale all’ingresso nell’Eu, nel giugno 2012 sono stati avviati i negoziati di adesione, pur restando incerti i tempi per l’ingresso effettivo nello spazio comunitario. Nonostante l’apertura di tre nuovi capitali di negoziato, a pesare sulle prospettive del paese sono soprattutto le riserve ribadite dalla Direzione generale allargamento della Commissione europea (Dg Elarg) nel suo Progress Report: livello di corruzione e fragilità dello stato di diritto fanno ipotizzare un possibile ingresso di Pogdorica nell’Eu non prima del 2020. Quanto al secondo pilastro, la Nato, nel dicembre 2009 al Montenegro è stato consentito l’accesso al Membership Action Plan dell’Alleanza Atlantica, ma vi è incertezza sui tempi d’ingresso. La maggioranza di governo è fortemente orientata verso una piena inclusione nel sistema difensivo euro-atlantico, ma l’opposizione continua a manifestare una forte avversione verso la Nato.

Un discorso a parte merita la Serbia. In seguito all’indipendenza, le relazioni con Belgrado sono state inizialmente tese, soprattutto a causa del riconoscimento montenegrino del Kosovo quale stato indipendente a fine 2008. Tuttavia nel novembre 2010 l’allora presidente serbo Boris Tadić ha visitato il Montenegro e, in un’ottica distensiva, ha sottolineato il suo sostegno per l’ingresso del paese nell’Eu.

 


 

Popolazione e società

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Il Montenegro non è un paese omogeneo dal punto di vista della composizione etnica: secondo l’ultimo censimento (2011), precedente all’indipendenza (2003), i montenegrini erano il 43% della popolazione, i serbi il 32%, i bosniaci il 12% e gli albanesi il 5%. Gli equilibri sono stati notevolmente modificati dal 1991, anno nel quale i montenegrini erano il 62% degli abitanti e i serbi solo il 9%. Ciò non è dovuto a significativi movimenti migratori ma a una diversa percezione della propria identità da parte della popolazione residente, in questo caso notevolmente influenzata dalle dinamiche politiche regionali. Né la lingua, né la religione differiscono da quelle serbe. In primo luogo, la lingua montenegrina (štokavo) è considerata dai linguisti una variante dialettale del serbo-croato. Sempre secondo il censimento del 2003 i cristiano-ortodossi erano il 74% della popolazione, mentre i musulmani costituivano il 18% e i cattolici il 4%.

Merita infine menzione il caso di Sandžak, regione storico-politica e geografico-amministrativa suddivisa tra Serbia e Montenegro che nutre aspirazioni autonomiste. I suoi abitanti sono bosniaci, musulmani, serbi e montenegrini. I bosniaci (45%) rappresentano l’etnia predominante in entrambe le suddivisioni amministrative ma nella metà montenegrina la maggioranza relativa è costituita da serbi (34%) mentre i montenegrini sono una minoranza (inferiore al 15%) in entrambi i versanti della regione. Questo complesso incastro etnico complica i rapporti alla frontiera, benché non sembra possa portare a una modifica degli attuali confini.

Economia ed energia

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Già all’epoca della Repubblica Federale di Iugoslavia, il Montenegro aveva perseguito una politica economica e monetaria indipendente da quella serba con l’adozione di una valuta differente: tra il 1992 e il 2002 la regione ha utilizzato il marco tedesco e dal 2002 ha adottato unilateralmente l’euro, moneta che ha a tutt’oggi corso legale nel paese.

Nell’ultimo decennio il pil del paese è cresciuto in maniera straordinaria, così come la ricchezza pro capite che è passata dai 1300 dollari del 2000 ai 12.412 attuali. Una crescita frenata dai riflessi esterni sul paese della crisi economica globale del 2008-09. Il potenziale turistico del Montenegro rimane molto elevato. L’ostacolo principale al pieno sviluppo è costituito dalla latente instabilità regionale e dalle carenze infrastrutturali. Malgrado ciò, i flussi turistici hanno conosciuto un volume in costante crescita tanto che il settore rappresenta circa il 4% del pil. Nello stesso periodo anche gli investimenti diretti esteri sono cresciuti in maniera netta, indirizzandosi soprattutto verso il settore immobiliare.

Il sistema economico presenta problemi piuttosto gravi. La disoccupazione, per esempio, affligge più di un terzo della popolazione attiva. Allo stesso tempo il deficit di bilancia commerciale raggiunge più del 17% del pil nazionale, sebbene un’alta quota di investimenti in entrata contribuisca a finanziare buona parte di tale deficit. Resta il problema della forte corruzione, collegata anche alla capillare presenza di organizzazioni criminali.

Nonostante i problemi, l’economia montenegrina è particolarmente dinamica e nel decennio scorso ha conosciuto tassi di sviluppo superiori al 5%. Dopo la crisi del 2009 (-5,9%), il Montenegro è riuscito ad avviare una buona ripresa nel biennio successivo, per poi riassestarsi su una crescita contenuta. Sebbene le previsioni per i prossimi anni restino positive, la ripresa rimarrà vincolata da alcuni fattori esterni: innanzitutto, la persistenza della recessione nella zona euro e, in secondo luogo, il pesante debito pubblico nazionale (pari al 58,8% del pil), alimentato dal crollo finanziario del Kap, la principale industria nazionale di alluminio al centro di una contesa giuridica tra alcune delle più importanti holding minerarie dell’Europa centro-orientale. Sotto il profilo energetico, il mercato interno è piccolo e poco sviluppato. Tra le voci dei consumi domina il carbone. In passato il Montenegro era caratterizzato da un’alta intensità energetica, ossia un alto consumo in relazione al pil, dovuto soprattutto alle attività dell’industria dell’alluminio, molto sviluppata. Lo slancio del settore turistico ha in parte ridotto l’intensità energetica del pil, comunque sopra la media Oecd.

 

 


 

Difesa e sicurezza

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Quando l’unione di Serbia e Montenegro è stata dissolta nel 2006, parte dell’esercito congiunto è stato assegnato alle forze armate montenegrine, limitate dal presidente Filip Vujanović a soli 3000 soldati. Parte dell’esercito è stata destinata alla creazione di una polizia di frontiera che si concentra lungo i confini serbo e albanese. L’obiettivo delle forze di sicurezza del Montenegro è partecipare alle operazioni internazionali di peacekeeping, anche se fino al 2009 Pogdorica non vi aveva mai preso parte, limitandosi a inviare personale civile o a mettere a disposizione parte dei propri mezzi. Dal 2010 il Montenegro partecipa alla missione Isaf della Nato con un contingente di 27 soldati.

La politica estera si è orientata in senso filo-atlantico con la conclusione di alcuni accordi con gli Usa in materia di sicurezza, utilizzo delle infrastrutture e vigilanza contro la proliferazione di armi di distruzione di massa. La cooperazione internazionale è particolarmente rilevante nel settore della difesa, poiché, dall’indipendenza, il paese non sarebbe stato in grado di sostenere le spese necessarie a garantire il funzionamento dell’esercito.

 


L’Unione europea e il Montenegro
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Il Montenegro è uno dei paesi dei Balcani occidentali candidati all’adesione all’Unione europea.

Oltre Montenegro, gli altri paesi candidati dei Balcani sono: Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Serbia. I potenziali candidati sono: la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo. Si ricorda che la Croazia è entrata a far parte dell’UE a partire dal 1° luglio 2013.

Il Montenegro ha avanzato richiesta di adesione all’UE il 15 dicembre 2008 e ha ottenuto lo status di candidato nel dicembre 2010; i negoziati di adesione sono stati avviati ufficialmente il 29 giugno 2012.

Al momento sono stati aperti venti capitoli negoziali e due (scienza e ricerca, istruzione e cultura) sono stati conclusi in via provvisoria.

Le relazioni tra UE e Montenegro sono regolate dall’Accordo di stabilizzazione ed associazione entrato il vigore il 1° maggio 2010.

Il Montenegro è il primo paese al quale si applica il nuovo approccio ai negoziati di adesione - proposto dalla Commissione, in occasione del Consiglio europeo del dicembre 2006 - che prevede un’attenzione particolare alle questioni relative a diritti fondamentali, sistema giudiziario, lotta alla corruzione e al crimine organizzato. Il nuovo approccio consente di aprire tali complessi capitoli all’inizio dei negoziati di adesione e di chiuderli per ultimi, concentrandosi sull’attuazione di tabelle di marcia e introducendo progressive prove delle prestazioni raggiunte.

A partire dal dicembre 2009 i cittadini del Montenegro possono viaggiare nell’area Schengen senza obbligo di visto.

Il 9 giugno 2015 è stato approvato un accordo tra Eurojust e Montenegro, volto a rafforzare la cooperazione con il Montenegro contro la lotta alla criminalità.

Si ricorda che in una lettera inviata il 31 agosto 2015 al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, i presidenti di Croazia, Kolinda Grabar-Kitarović e Slovenia, Borut Pahor, hanno proposto di organizzare un vertice europeo nel 2016 per riaffermare l'impegno dell'Unione europea nei confronti dell’allargamento ai Balcani occidentali.

 

Relazione della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione

Nell’ultima relazione annuale sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione, presentata l’8 ottobre 2014 (la prossima sarà presentata ad ottobre 2015), la Commissione europea ha formulato i seguenti rilievi e raccomandazioni per il Montenegro:

·        è necessario un forte impegno politico per attuare le riforme politiche volte a consolidare lo Stato di diritto. La Commissione ricorda che il quadro di negoziato contiene una clausola di "equilibrio globale". I progressi registrati verso la conformità con i parametri di riferimento intermedi per i capitoli relativi allo Stato di diritto incideranno sul ritmo complessivo dei negoziati di adesione;

·        si rilevano ritardi nell'attuazione delle riforme legislative volte a combattere la corruzione. In particolare, il Montenegro deve: adottare rapidamente una normativa adeguata sul finanziamento dei partiti politici; sviluppare una casistica credibile di indagini, azioni penali e condanne definitive in relazione ai casi di corruzione; procedere ad un uso sistematico degli strumenti di sequestro e confisca dei beni;

·        permangono serie preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e dei media. È necessario accelerare le indagini sui casi di violenza nei confronti dei giornalisti. Occorre inoltre instaurare un dialogo politico costruttivo e ripristinare la fiducia nel processo elettorale e nelle istituzioni statali;

·        è indispensabile rafforzare la capacità amministrativa per le questioni connesse all'integrazione nell'UE. Occorre inoltre depoliticizzare e rendere più professionale la funzione pubblica. Il paese deve proseguire l'attuazione delle riforme economiche, affrontando in particolare il problema dell'alto tasso di disoccupazione, e migliorare il contesto imprenditoriale;

 

Risoluzione del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo ha approvato il l’11 marzo 2015 una risoluzione sui progressi compiuti dal Montenegro nel 2014 nella quale in particolare:

·        ribadisce che le riforme riguardanti lo Stato di diritto sono il fulcro del processo d'integrazione europea e la condizione essenziale per il progresso dei negoziati di adesione e ritiene che la volontà politica continuerà ad essere un fattore essenziale per il conseguimento e il mantenimento di progressi sostanziali nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata;

·        invita il governo a dare effettiva attuazione alle raccomandazioni dell'OSCE/ODIHR, della Commissione di Venezia e del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) per una legislazione elettorale in linea con gli standard europei, che preveda fra l'altro il diritto di presentazione di candidature indipendenti, il finanziamento pubblico proporzionale per promuovere la parità di condizioni fra tutti i candidati, e l'audit dei partiti politici;

·        valuta positivamente la maggiore attenzione dedicata dalla Commissione, nel processo di adesione, alla riforma della pubblica amministrazione ed osserva che sono possibili altre iniziative per: eliminare la politicizzazione della pubblica amministrazione; compiere progressi in materia di trasparenza, efficienza e rendicontabilità dell'amministrazione a livello di governo centrale e locale; migliorare il coordinamento tra tali livelli, nonché quello tra le autonomie locali;

·        plaude ai progressi compiuti dal Montenegro in relazione all'attuazione delle riforme volte ad assicurare l'indipendenza e una maggiore efficienza della magistratura, ma rimane preoccupato per le indebite ingerenze nell'indipendenza della magistratura, specialmente nel reclutamento e nello sviluppo di carriera di giudici e pubblici ministeri;

·        è preoccupato per l'arretrato di cause pendenti davanti alla Corte costituzionale, in particolare quelle relative alla possibile violazione sistematica dei diritti umani, e per il fatto che non si sono compiuti seri sforzi per combattere l'impunità nei casi di crimini di guerra;

·        rileva che vi sono stati modesti progressi nella lotta alla corruzione ed esorta le autorità a rafforzare la capacità di pubblici ministeri, giudici, polizia e altre autorità di contrasto, e a sviluppare un'ampia casistica di indagini, procedimenti giudiziari e condanne a tutti i livelli, compresi i casi di corruzione ad alto livello;

·        ribadisce l'importanza della libertà di espressione come uno dei valori fondamentali dell'Unione europea e considera essenziale la tutela della totale indipendenza dei giornalisti;

·        pur esprimendo apprezzamento per il fatto che la legislazione antidiscriminazione sia stata quasi completamente allineata all'acquis, si invita a promuovere iniziative a sostegno della sistemazione abitativa, della salute, dell'istruzione e dell'occupazione della popolazione rom;

·        è preoccupato per i progressi tuttora modesti in materia di diritti delle donne, parità di genere, rappresentanza delle donne in politica e nel mercato del lavoro e lotta alla violenza domestica;

·        esorta il Montenegro a risolvere quanto prima le questioni bilaterali in sospeso con i paesi vicini, in uno spirito costruttivo e di buon vicinato; ribadisce la necessità di risolvere rapidamente le questioni di demarcazione dei confini e di successione ancora in sospeso con la Croazia, la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e il Kosovo.

 

Assistenza finanziaria

A partire dal 1° gennaio 2007 l’assistenza finanziaria ai paesi dei Balcani occidentali viene fornita attraverso lo strumento di preadesione, denominato IPA, che sostituisce  i precedenti programmi.

Nell'ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2014-2020, è stato approvato l’11 marzo 2014 il nuovo regolamento (UE) n. 231/2014 che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA II). Il regolamento fissa il quadro normativo attraverso il quale l’UE fornirà assistenza tecnica e finanziaria ai paesi candidati e potenziali candidati all’adesione e prevede uno stanziamento complessivo per l’intero periodo 2014-2020 di circa 11 miliardi di euro, di cui 270.5 milioni di euro al Montenegro; 645.5 milioni di euro al Kosovo; 649,5 milioni di euro all’Albania; 664,2 milioni di euro all’ex Repubblica iugoslava di Macedonia; 1.508 milioni di euro alla Serbia; 4.453,9 milioni di euro alla Turchia e 2.958,7 milioni di euro per programmi regionali multi beneficiari.

Nell’ambito dei fondi destinati al Montenegro attraverso IPA II, 20 milioni di euro sono previsti nel 2015 per ad azioni volte ad affrontare i fenomeni migratori, attraverso sostegno ad azioni per la gestione integrata delle frontiere.

 Nell’ambito dello scorso periodo di programmazione finanziaria 2007-2013 i Balcani occidentali hanno beneficiato di un’assistenza finanziaria per un totale di circa 5,17 miliardi di euro, cosi ripartiti: 498 milioni all’Albania; 465,1 milioni al Kosovo; 1.183,6 milioni di euro alla Serbia; 167 al Montenegro; 614,87 alla ex Repubblica iugoslava di Macedonia; 550,3 alla Bosnia Erzegovina; 1.600 milioni di euro alla Croazia e a programmi regionali multi beneficiari.

 

 

 


Rapporti parlamentari con il Montenegro
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 

RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE

Ambasciatore d’Italia in Montenegro         Vincenzo DEL MONACO (da marzo 2013)

Ambasciatore del Montenegro in Italia      Antun SBUTEGA (da febbraio 2015)

 

XVII LEGISLATURA

 

Attività legislativa

E’ all’esame della Commissione esteri della Camera (dopo l’approvazione del Senato il 15 luglio 2015) il disegno di legge di ratifica dell'Accordo tra Italia e il Montenegro in materia di cooperazione nel campo della difesa (relatrice Fitzgerald Nissoli).

Il 15 aprile 2015 è stata approvata la legge di ratifica degli Accordi Italia-Montenegro di estradizione e assistenza giudiziaria in materia penale. Legge n. 63/15.

Il 22 aprile 2015 è stata approvata la legge di ratifica dell’accordo di collaborazione strategica tra Italia e Montenegro. Legge n. 50/15.

 

Incontri bilaterali

Il 7 aprile 2013 a Marsiglia la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha incontrato il Presidente del Parlamento del Montenegro, Ranko Krivokapić, a margine del Primo Vertice dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione per il Mediterraneo.

 

Commissioni

Il 13 novembre 2013 il Presidente della Commissione Politiche dell’UE, Michele Bordo, ha incontrato Aleksandar Andrija Pejovic, Capo Negoziatore per l’adesione del Montenegro all’UE.

 

Sedi multilaterali

Delegazioni Parlamentari

Il Montenegro invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d’Europa, della NATO (come membro associato), dell’OSCE e dell’INCE (di cui ha esercitato la presidenza annuale nel 2010).

I prossimi appuntamenti in plenaria sono:

·        Assemblea OSCE dal 16 al 18 settembre 2015, Riunione autunnale, Ulaanbaatar (Mongolia).

·        Assemblea CdE, dal 28 settembre al 2 ottobre 2015, IV parte della Sessione Ordinaria 2015, a Strasburgo.

·        Assemblea NATO dal 9 al 12 ottobre 2015 Sessione Annuale, Stavanger, Norvegia.

·        Assemblea InCE (autunno 2015 data da definirsi) Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Si riuniscono in Italia la Commissione Cultura e le Commissioni Politica e Economica dell’InCE rispettivamente a Roma (il 2 novembre) e a Trieste (9 novembre 2015).

 

Monitoraggio elettorale

In occasione delle elezioni parlamentari anticipate del 14 ottobre 2012, gli onorevoli Matteo Mecacci e Claudio D'Amico, ed i senatori Giuseppe Caforio e Mauro Del Vecchio, hanno preso parte alla missione di osservazione elettorale dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE.

 

IAI – Iniziativa Adriatico Ionica

Il Montenegro partecipa alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa Adriatico Ionica, la cui presidenza dal 1° giugno 2015 e fino al 31 maggio 2016 è esercitata dalla Croazia (subentrando alla Bosnia-Erzegovina).

L’ultima riunione, ovvero la XIII Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei paesi membri della IAI, è stata ospitata dal Parlamento bosniaco a Neum, il 22 e 23 aprile 2015.Alla Conferenza sono invitati i Presidenti dei Parlamenti degli 8 paesi dell’Iniziativa Adriatico Ionica, ovvero di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Per la Camera dei deputati ha partecipato il Vicepresidente della Commissione Attività produttive, Ignazio Abrignani. Anche il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha preso parte alla riunione (nei giorni precedenti ha svolto una visita di stato a Sarajevo). Per il Montenegro era presente il Vicepresidente Suljo Mustafić.

A conclusione della riunione è stata adottata una dichiarazione congiunta nella quale, oltre a rinnovare il sostegno dei paesi IAI al processo di adesione all’Unione europea dei Balcani occidentali, si ribadisce l’importanza della cooperazione parlamentare dei Paesi dell’Iniziativa Adriatico-Ionica anche nel contesto della Strategia UE per la Macroregione Adriatico Ionica (quest’ultima fortemente voluta dall’Italia). I Presidenti hanno quindi chiesto che venga garantita ai Parlamenti nazionali un’informazione aggiornata e continua delle attività portate avanti nell’ambito della IAI e della Strategia UE per la Macroregione Adriatico Ionica. E’ stato così deciso che ciascun Parlamento membro nomini un funzionario di riferimento al fine di garantire il necessario coordinamento con i rispettivi Coordinatori nazionali della Strategia Adriatico Ionica e con il Segretariato Permanente della IAI.

La IAI è nata con la I° Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri, riunitasi a Zara nell’aprile 2001, su invito del Presidente del Parlamento croato[1], allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle legislazioni nazionali nelle materie di cooperazione, nonchè l'adeguamento delle medesime legislazioni all'acquis comunitario, favorendo il Processo di Stabilizzazione e Associazione. L’iniziativa prevede una riunione[2] annuale dei Presidenti dei Parlamenti coinvolti, presso il paese che detiene la presidenza di turno. Ad oggi si sono svolte 13 riunioni.

 

AP-UpM – Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo

Il Montenegro partecipa all’Unione per il Mediterraneo e dal marzo 2010 all’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM). L’ultima Sessione Plenaria dell’Assemblea si è svolta a Lisbona l’11 e il 12 maggio 2015.

·        Il 6 novembre 2015 riunirà a Roma la Commissione cultura dell'Ap-UpM, presieduta dall’onorevole Chaouki.

 

PAM - Assemblea Parlamentare del Mediterraneo

Il Parlamento del Montenegro fa inoltre parte della PAM costituita in ambito UIP. Nel  corso della sessione plenaria del 2012, il senatore Francesco Amoruso, membro della commissione Esteri del Senato, è stato eletto Presidente della PAM.

L’ultima sessione plenaria, la 9°, si è svolta a Monaco dal 2 al 4 febbraio 2015.

 

Unione Interparlamentare – UIP

Il Montenegro è inserito nella Sezione di amicizia Italia-Europa Sud Orientale (Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia, Montenegro, Slovenia, Bielorussia, Cipro) di cui è Presidente il sen. Francesco Scalia; ne fanno altresì parte, per la Camera, Roberto Rampi e Paolo Russo e il senatore Stefano Collina.

 

Cooperazione amministrativa

Si segnala che il Parlamento del Montenegro ha fatto parte del gruppo di Parlamenti di alcuni paesi balcanici, che sono stati oggetto del progetto formativo “Azione Balcani occidentali”.

Si è trattato di un programma multilaterale di cooperazione avviato nel gennaio 2008 e promosso dall’IPALMO, in collaborazione con la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”, finalizzato alla formazione della rappresentanza parlamentare e della dirigenza amministrativa delle Assemblee di Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Montenegro e Serbia.

L’Amministrazione della Camera ha aderito a tale progetto sviluppando propri moduli formativi.

 

 

 

 


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[1]     La Camera è stata rappresentata dal Vicepresidente Pierluigi Petrini.

[2]     Nel corso della seconda riunione (Atene, 2002) era stata avanzata la proposta, da parte croata, relativa alle Rules of Procedures della Dimensione parlamentare dell’Iniziativa con la creazione, tra l’altro, di organi aggiuntivi; tale proposta, non è stata tuttavia accolta.

SERVIZIO STUDI

 

Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro con una delegazione
del Parlamento montenegrino

 

 

 

 

 

 

 

n. 188

 

 

 

21 settembre 2015

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi:

 

Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – * cdrin1@camera.it

 

 

 

 

 

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

File: es0399.docx

 


INDICE

 

 

 

Composizione della Delegazione                                                                      1

Schede di lettura

Scheda-paese MONTENEGRO (Fonte: Treccani, Atlante Geopolitico 2015)    5

L’Unione europea e il Montenegro (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)                                                                                                             13

§  Relazione della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione                                                                                     14

§  Risoluzione del Parlamento europeo                                                             14

Rapporti parlamentari con il Montenegro (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)                                                                                                     17

Pubblicistica

§  M. Mirjacic, G. Kapor ‘Montenegro: a 9 anni dall’indipendenza non è un paese felice’, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 25 maggio 2015                        23

§  G. Stabile ‘Montenegro, appello all’Italia ‘Vogliamo la Nato e l’Europa’, in: La stampa, 26 maggio 2015                                                                               26

§  G. Stabile ‘Vivere con l’euro senza essere nell’Ue. La soluzione-Montenegro tenta Atene’, in: La stampa, 10 luglio 2015                                                    27

 

 

 

 

 

 


Composizione della Delegazione

 

-        Sig. Velizar Kaluderović, membro della Commissione degli Affari Legislativi del Parlamento del Montenegro e capo della delegazione;

-        Sig. Luid Skrelja, membro della Commissione degli Affari Legislativi del Parlamento del Montenegro;

-        Sig.ra Merima Murić, segretario della Commissione degli Affari Legislativi del Parlamento del Montenegro;

-        Sig. Antun Sbutega, Ambasciatore del Montenegro in Italia;

-        Sig. Aleksandar Drljevic, Primo Consigliere, Ambasciata del Montenegro in Italia;

-        Sig.ra Sandra Vemic, interprete;

-        Sig.ra Nina Canović, interprete;

 

 


Schede di lettura


Scheda-paese MONTENEGRO
(Fonte: Treccani, Atlante Geopolitico 2015)

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Il Montenegro è un paese dei Balcani occidentali indipendente dal 2006. La sua giovane storia è strettamente legata a quella della vicina Serbia. Dapprima, durante tutti gli anni Novanta, il paese è stato una repubblica federata all’interno della Repubblica Federale di Iugoslavia, poi, nel 2003, per effetto dell’accordo di Belgrado, sostenuto dall’Unione Europea – che garantiva al Montenegro una maggiore autonomia – è entrato a far parte dell’Unione di Serbia e Montenegro. La semi-indipendenza si è protratta per un breve periodo, poiché nel maggio 2006 un referendum, limitato al solo Montenegro, ne ha san- cito la completa indipendenza dalla Serbia. La soglia necessaria del 55% dei voti favorevoli fu superata però di misura. Il Montenegro divenne comunque il secondo paese dei Balcani ad aver conquistato l’indipendenza in modo pacifico, dopo la Macedonia nel 1991. L’indipendenza attribuì al Montenegro le competenze nel settore della difesa e della politica estera, ma già dal 1992, all’interno della Repubblica Federale di Iugoslavia, la piccola repubblica aveva acquisito prerogative sempre più vaste fino a poter disporre di una politica economica autonoma e di una moneta differente da quella utilizzata nella regione serba. L’attuale sistema istituzionale del Montenegro, una repubblica parlamentare a struttura monocamerale, ricalca quello della regione prima dell’indipendenza. L’assemblea del Montenegro (Skupština) è costituita da 81 deputati eletti ogni quattro anni. Le ultime elezioni parlamentari dell’ottobre 2012 sono state vinte dalla Coalizione per un Montenegro europeo, alleanza di partiti liberali guidata dal Partito democratico dei socialisti (Dps) del primo ministro Milo Đukanović. L’attuale premier è protagonista incontrastato della vita politica del paese da oltre un ventennio: come primo ministro nei periodi 1991-98, 2002-06 e 2008-10 e come presidente della Repubblica tra il 1998 e il 2002. Tutta- via il 2013 ha rappresentato l’anno più difficile per il primo ministro a causa di alcuni scanda-li politici che hanno coinvolto importanti leader del partito scalfendo in parte l’immagine dello stesso premier. Ciononostante il Dps e Đukanović hanno ottenuto nel maggio 2014 un importante risultato elettorale nelle consultazioni locali conseguendo la maggioranza assoluta in quasi tutte le municipalità montenegrine, ad eccezione della capitale Pogdorica. Un risultato che ha rinforzato la stabilità politica interna di Đukanović. Il leader montenegrino era stato alleato del presidente serbo Slobodan Milošević, ma si è andato progressivamente smarcando dalle sue politiche repressive sino a trasformarsi, nella seconda metà degli anni Novanta, nel protagonista riconosciuto dell’indipendentismo nazionale. Le opposizioni hanno sempre favorito legami più stretti e amichevoli con la Serbia e oggi spingono per la riunificazione, scoraggiando invece l’ingresso del paese nella Nato giudicata un nemico dai tempi del bombardamento del territorio della Federazione nel 1999, durante la guerra del Kosovo. Il governo è al contrario un convinto fautore della causa europeista e di quella atlantista tanto da porta- re avanti i negoziati per l’adesione ad entrambe le organizzazioni internazionali.

L’adesione all’Unione Europea continua a rappresentare uno dei due pilastri della politica estera montenegrina. Dopo l’ottenimento dello status di candidata ufficiale all’ingresso nell’Eu, nel giugno 2012 sono stati avviati i negoziati di adesione, pur restando incerti i tempi per l’ingresso effettivo nello spazio comunitario. Nonostante l’apertura di tre nuovi capitali di negoziato, a pesare sulle prospettive del paese sono soprattutto le riserve ribadite dalla Direzione generale allargamento della Commissione europea (Dg Elarg) nel suo Progress Report: livello di corruzione e fragilità dello stato di diritto fanno ipotizzare un possibile ingresso di Pogdorica nell’Eu non prima del 2020. Quanto al secondo pilastro, la Nato, nel dicembre 2009 al Montenegro è stato consentito l’accesso al Membership Action Plan dell’Alleanza Atlantica, ma vi è incertezza sui tempi d’ingresso. La maggioranza di governo è fortemente orientata verso una piena inclusione nel sistema difensivo euro-atlantico, ma l’opposizione continua a manifestare una forte avversione verso la Nato.

Un discorso a parte merita la Serbia. In seguito all’indipendenza, le relazioni con Belgrado sono state inizialmente tese, soprattutto a causa del riconoscimento montenegrino del Kosovo quale stato indipendente a fine 2008. Tuttavia nel novembre 2010 l’allora presidente serbo Boris Tadić ha visitato il Montenegro e, in un’ottica distensiva, ha sottolineato il suo sostegno per l’ingresso del paese nell’Eu.

 


 

Popolazione e società

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Il Montenegro non è un paese omogeneo dal punto di vista della composizione etnica: secondo l’ultimo censimento (2011), precedente all’indipendenza (2003), i montenegrini erano il 43% della popolazione, i serbi il 32%, i bosniaci il 12% e gli albanesi il 5%. Gli equilibri sono stati notevolmente modificati dal 1991, anno nel quale i montenegrini erano il 62% degli abitanti e i serbi solo il 9%. Ciò non è dovuto a significativi movimenti migratori ma a una diversa percezione della propria identità da parte della popolazione residente, in questo caso notevolmente influenzata dalle dinamiche politiche regionali. Né la lingua, né la religione differiscono da quelle serbe. In primo luogo, la lingua montenegrina (štokavo) è considerata dai linguisti una variante dialettale del serbo-croato. Sempre secondo il censimento del 2003 i cristiano-ortodossi erano il 74% della popolazione, mentre i musulmani costituivano il 18% e i cattolici il 4%.

Merita infine menzione il caso di Sandžak, regione storico-politica e geografico-amministrativa suddivisa tra Serbia e Montenegro che nutre aspirazioni autonomiste. I suoi abitanti sono bosniaci, musulmani, serbi e montenegrini. I bosniaci (45%) rappresentano l’etnia predominante in entrambe le suddivisioni amministrative ma nella metà montenegrina la maggioranza relativa è costituita da serbi (34%) mentre i montenegrini sono una minoranza (inferiore al 15%) in entrambi i versanti della regione. Questo complesso incastro etnico complica i rapporti alla frontiera, benché non sembra possa portare a una modifica degli attuali confini.

Economia ed energia

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Già all’epoca della Repubblica Federale di Iugoslavia, il Montenegro aveva perseguito una politica economica e monetaria indipendente da quella serba con l’adozione di una valuta differente: tra il 1992 e il 2002 la regione ha utilizzato il marco tedesco e dal 2002 ha adottato unilateralmente l’euro, moneta che ha a tutt’oggi corso legale nel paese.

Nell’ultimo decennio il pil del paese è cresciuto in maniera straordinaria, così come la ricchezza pro capite che è passata dai 1300 dollari del 2000 ai 12.412 attuali. Una crescita frenata dai riflessi esterni sul paese della crisi economica globale del 2008-09. Il potenziale turistico del Montenegro rimane molto elevato. L’ostacolo principale al pieno sviluppo è costituito dalla latente instabilità regionale e dalle carenze infrastrutturali. Malgrado ciò, i flussi turistici hanno conosciuto un volume in costante crescita tanto che il settore rappresenta circa il 4% del pil. Nello stesso periodo anche gli investimenti diretti esteri sono cresciuti in maniera netta, indirizzandosi soprattutto verso il settore immobiliare.

Il sistema economico presenta problemi piuttosto gravi. La disoccupazione, per esempio, affligge più di un terzo della popolazione attiva. Allo stesso tempo il deficit di bilancia commerciale raggiunge più del 17% del pil nazionale, sebbene un’alta quota di investimenti in entrata contribuisca a finanziare buona parte di tale deficit. Resta il problema della forte corruzione, collegata anche alla capillare presenza di organizzazioni criminali.

Nonostante i problemi, l’economia montenegrina è particolarmente dinamica e nel decennio scorso ha conosciuto tassi di sviluppo superiori al 5%. Dopo la crisi del 2009 (-5,9%), il Montenegro è riuscito ad avviare una buona ripresa nel biennio successivo, per poi riassestarsi su una crescita contenuta. Sebbene le previsioni per i prossimi anni restino positive, la ripresa rimarrà vincolata da alcuni fattori esterni: innanzitutto, la persistenza della recessione nella zona euro e, in secondo luogo, il pesante debito pubblico nazionale (pari al 58,8% del pil), alimentato dal crollo finanziario del Kap, la principale industria nazionale di alluminio al centro di una contesa giuridica tra alcune delle più importanti holding minerarie dell’Europa centro-orientale. Sotto il profilo energetico, il mercato interno è piccolo e poco sviluppato. Tra le voci dei consumi domina il carbone. In passato il Montenegro era caratterizzato da un’alta intensità energetica, ossia un alto consumo in relazione al pil, dovuto soprattutto alle attività dell’industria dell’alluminio, molto sviluppata. Lo slancio del settore turistico ha in parte ridotto l’intensità energetica del pil, comunque sopra la media Oecd.

 

 


 

Difesa e sicurezza

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Quando l’unione di Serbia e Montenegro è stata dissolta nel 2006, parte dell’esercito congiunto è stato assegnato alle forze armate montenegrine, limitate dal presidente Filip Vujanović a soli 3000 soldati. Parte dell’esercito è stata destinata alla creazione di una polizia di frontiera che si concentra lungo i confini serbo e albanese. L’obiettivo delle forze di sicurezza del Montenegro è partecipare alle operazioni internazionali di peacekeeping, anche se fino al 2009 Pogdorica non vi aveva mai preso parte, limitandosi a inviare personale civile o a mettere a disposizione parte dei propri mezzi. Dal 2010 il Montenegro partecipa alla missione Isaf della Nato con un contingente di 27 soldati.

La politica estera si è orientata in senso filo-atlantico con la conclusione di alcuni accordi con gli Usa in materia di sicurezza, utilizzo delle infrastrutture e vigilanza contro la proliferazione di armi di distruzione di massa. La cooperazione internazionale è particolarmente rilevante nel settore della difesa, poiché, dall’indipendenza, il paese non sarebbe stato in grado di sostenere le spese necessarie a garantire il funzionamento dell’esercito.

 


L’Unione europea e il Montenegro
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Il Montenegro è uno dei paesi dei Balcani occidentali candidati all’adesione all’Unione europea.

Oltre Montenegro, gli altri paesi candidati dei Balcani sono: Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Serbia. I potenziali candidati sono: la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo. Si ricorda che la Croazia è entrata a far parte dell’UE a partire dal 1° luglio 2013.

Il Montenegro ha avanzato richiesta di adesione all’UE il 15 dicembre 2008 e ha ottenuto lo status di candidato nel dicembre 2010; i negoziati di adesione sono stati avviati ufficialmente il 29 giugno 2012.

Al momento sono stati aperti venti capitoli negoziali e due (scienza e ricerca, istruzione e cultura) sono stati conclusi in via provvisoria.

Le relazioni tra UE e Montenegro sono regolate dall’Accordo di stabilizzazione ed associazione entrato il vigore il 1° maggio 2010.

Il Montenegro è il primo paese al quale si applica il nuovo approccio ai negoziati di adesione - proposto dalla Commissione, in occasione del Consiglio europeo del dicembre 2006 - che prevede un’attenzione particolare alle questioni relative a diritti fondamentali, sistema giudiziario, lotta alla corruzione e al crimine organizzato. Il nuovo approccio consente di aprire tali complessi capitoli all’inizio dei negoziati di adesione e di chiuderli per ultimi, concentrandosi sull’attuazione di tabelle di marcia e introducendo progressive prove delle prestazioni raggiunte.

A partire dal dicembre 2009 i cittadini del Montenegro possono viaggiare nell’area Schengen senza obbligo di visto.

Il 9 giugno 2015 è stato approvato un accordo tra Eurojust e Montenegro, volto a rafforzare la cooperazione con il Montenegro contro la lotta alla criminalità.

Si ricorda che in una lettera inviata il 31 agosto 2015 al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, i presidenti di Croazia, Kolinda Grabar-Kitarović e Slovenia, Borut Pahor, hanno proposto di organizzare un vertice europeo nel 2016 per riaffermare l'impegno dell'Unione europea nei confronti dell’allargamento ai Balcani occidentali.

 

Relazione della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione

Nell’ultima relazione annuale sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione, presentata l’8 ottobre 2014 (la prossima sarà presentata ad ottobre 2015), la Commissione europea ha formulato i seguenti rilievi e raccomandazioni per il Montenegro:

·        è necessario un forte impegno politico per attuare le riforme politiche volte a consolidare lo Stato di diritto. La Commissione ricorda che il quadro di negoziato contiene una clausola di "equilibrio globale". I progressi registrati verso la conformità con i parametri di riferimento intermedi per i capitoli relativi allo Stato di diritto incideranno sul ritmo complessivo dei negoziati di adesione;

·        si rilevano ritardi nell'attuazione delle riforme legislative volte a combattere la corruzione. In particolare, il Montenegro deve: adottare rapidamente una normativa adeguata sul finanziamento dei partiti politici; sviluppare una casistica credibile di indagini, azioni penali e condanne definitive in relazione ai casi di corruzione; procedere ad un uso sistematico degli strumenti di sequestro e confisca dei beni;

·        permangono serie preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e dei media. È necessario accelerare le indagini sui casi di violenza nei confronti dei giornalisti. Occorre inoltre instaurare un dialogo politico costruttivo e ripristinare la fiducia nel processo elettorale e nelle istituzioni statali;

·        è indispensabile rafforzare la capacità amministrativa per le questioni connesse all'integrazione nell'UE. Occorre inoltre depoliticizzare e rendere più professionale la funzione pubblica. Il paese deve proseguire l'attuazione delle riforme economiche, affrontando in particolare il problema dell'alto tasso di disoccupazione, e migliorare il contesto imprenditoriale;

 

Risoluzione del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo ha approvato il l’11 marzo 2015 una risoluzione sui progressi compiuti dal Montenegro nel 2014 nella quale in particolare:

·        ribadisce che le riforme riguardanti lo Stato di diritto sono il fulcro del processo d'integrazione europea e la condizione essenziale per il progresso dei negoziati di adesione e ritiene che la volontà politica continuerà ad essere un fattore essenziale per il conseguimento e il mantenimento di progressi sostanziali nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata;

·        invita il governo a dare effettiva attuazione alle raccomandazioni dell'OSCE/ODIHR, della Commissione di Venezia e del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) per una legislazione elettorale in linea con gli standard europei, che preveda fra l'altro il diritto di presentazione di candidature indipendenti, il finanziamento pubblico proporzionale per promuovere la parità di condizioni fra tutti i candidati, e l'audit dei partiti politici;

·        valuta positivamente la maggiore attenzione dedicata dalla Commissione, nel processo di adesione, alla riforma della pubblica amministrazione ed osserva che sono possibili altre iniziative per: eliminare la politicizzazione della pubblica amministrazione; compiere progressi in materia di trasparenza, efficienza e rendicontabilità dell'amministrazione a livello di governo centrale e locale; migliorare il coordinamento tra tali livelli, nonché quello tra le autonomie locali;

·        plaude ai progressi compiuti dal Montenegro in relazione all'attuazione delle riforme volte ad assicurare l'indipendenza e una maggiore efficienza della magistratura, ma rimane preoccupato per le indebite ingerenze nell'indipendenza della magistratura, specialmente nel reclutamento e nello sviluppo di carriera di giudici e pubblici ministeri;

·        è preoccupato per l'arretrato di cause pendenti davanti alla Corte costituzionale, in particolare quelle relative alla possibile violazione sistematica dei diritti umani, e per il fatto che non si sono compiuti seri sforzi per combattere l'impunità nei casi di crimini di guerra;

·        rileva che vi sono stati modesti progressi nella lotta alla corruzione ed esorta le autorità a rafforzare la capacità di pubblici ministeri, giudici, polizia e altre autorità di contrasto, e a sviluppare un'ampia casistica di indagini, procedimenti giudiziari e condanne a tutti i livelli, compresi i casi di corruzione ad alto livello;

·        ribadisce l'importanza della libertà di espressione come uno dei valori fondamentali dell'Unione europea e considera essenziale la tutela della totale indipendenza dei giornalisti;

·        pur esprimendo apprezzamento per il fatto che la legislazione antidiscriminazione sia stata quasi completamente allineata all'acquis, si invita a promuovere iniziative a sostegno della sistemazione abitativa, della salute, dell'istruzione e dell'occupazione della popolazione rom;

·        è preoccupato per i progressi tuttora modesti in materia di diritti delle donne, parità di genere, rappresentanza delle donne in politica e nel mercato del lavoro e lotta alla violenza domestica;

·        esorta il Montenegro a risolvere quanto prima le questioni bilaterali in sospeso con i paesi vicini, in uno spirito costruttivo e di buon vicinato; ribadisce la necessità di risolvere rapidamente le questioni di demarcazione dei confini e di successione ancora in sospeso con la Croazia, la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e il Kosovo.

 

Assistenza finanziaria

A partire dal 1° gennaio 2007 l’assistenza finanziaria ai paesi dei Balcani occidentali viene fornita attraverso lo strumento di preadesione, denominato IPA, che sostituisce  i precedenti programmi.

Nell'ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2014-2020, è stato approvato l’11 marzo 2014 il nuovo regolamento (UE) n. 231/2014 che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA II). Il regolamento fissa il quadro normativo attraverso il quale l’UE fornirà assistenza tecnica e finanziaria ai paesi candidati e potenziali candidati all’adesione e prevede uno stanziamento complessivo per l’intero periodo 2014-2020 di circa 11 miliardi di euro, di cui 270.5 milioni di euro al Montenegro; 645.5 milioni di euro al Kosovo; 649,5 milioni di euro all’Albania; 664,2 milioni di euro all’ex Repubblica iugoslava di Macedonia; 1.508 milioni di euro alla Serbia; 4.453,9 milioni di euro alla Turchia e 2.958,7 milioni di euro per programmi regionali multi beneficiari.

Nell’ambito dei fondi destinati al Montenegro attraverso IPA II, 20 milioni di euro sono previsti nel 2015 per ad azioni volte ad affrontare i fenomeni migratori, attraverso sostegno ad azioni per la gestione integrata delle frontiere.

 Nell’ambito dello scorso periodo di programmazione finanziaria 2007-2013 i Balcani occidentali hanno beneficiato di un’assistenza finanziaria per un totale di circa 5,17 miliardi di euro, cosi ripartiti: 498 milioni all’Albania; 465,1 milioni al Kosovo; 1.183,6 milioni di euro alla Serbia; 167 al Montenegro; 614,87 alla ex Repubblica iugoslava di Macedonia; 550,3 alla Bosnia Erzegovina; 1.600 milioni di euro alla Croazia e a programmi regionali multi beneficiari.

 

 

 


Rapporti parlamentari con il Montenegro
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 

RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE

Ambasciatore d’Italia in Montenegro         Vincenzo DEL MONACO (da marzo 2013)

Ambasciatore del Montenegro in Italia      Antun SBUTEGA (da febbraio 2015)

 

XVII LEGISLATURA

 

Attività legislativa

E’ all’esame della Commissione esteri della Camera (dopo l’approvazione del Senato il 15 luglio 2015) il disegno di legge di ratifica dell'Accordo tra Italia e il Montenegro in materia di cooperazione nel campo della difesa (relatrice Fitzgerald Nissoli).

Il 15 aprile 2015 è stata approvata la legge di ratifica degli Accordi Italia-Montenegro di estradizione e assistenza giudiziaria in materia penale. Legge n. 63/15.

Il 22 aprile 2015 è stata approvata la legge di ratifica dell’accordo di collaborazione strategica tra Italia e Montenegro. Legge n. 50/15.

 

Incontri bilaterali

Il 7 aprile 2013 a Marsiglia la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha incontrato il Presidente del Parlamento del Montenegro, Ranko Krivokapić, a margine del Primo Vertice dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione per il Mediterraneo.

 

Commissioni

Il 13 novembre 2013 il Presidente della Commissione Politiche dell’UE, Michele Bordo, ha incontrato Aleksandar Andrija Pejovic, Capo Negoziatore per l’adesione del Montenegro all’UE.

 

Sedi multilaterali

Delegazioni Parlamentari

Il Montenegro invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d’Europa, della NATO (come membro associato), dell’OSCE e dell’INCE (di cui ha esercitato la presidenza annuale nel 2010).

I prossimi appuntamenti in plenaria sono:

·        Assemblea OSCE dal 16 al 18 settembre 2015, Riunione autunnale, Ulaanbaatar (Mongolia).

·        Assemblea CdE, dal 28 settembre al 2 ottobre 2015, IV parte della Sessione Ordinaria 2015, a Strasburgo.

·        Assemblea NATO dal 9 al 12 ottobre 2015 Sessione Annuale, Stavanger, Norvegia.

·        Assemblea InCE (autunno 2015 data da definirsi) Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Si riuniscono in Italia la Commissione Cultura e le Commissioni Politica e Economica dell’InCE rispettivamente a Roma (il 2 novembre) e a Trieste (9 novembre 2015).

 

Monitoraggio elettorale

In occasione delle elezioni parlamentari anticipate del 14 ottobre 2012, gli onorevoli Matteo Mecacci e Claudio D'Amico, ed i senatori Giuseppe Caforio e Mauro Del Vecchio, hanno preso parte alla missione di osservazione elettorale dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE.

 

IAI – Iniziativa Adriatico Ionica

Il Montenegro partecipa alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa Adriatico Ionica, la cui presidenza dal 1° giugno 2015 e fino al 31 maggio 2016 è esercitata dalla Croazia (subentrando alla Bosnia-Erzegovina).

L’ultima riunione, ovvero la XIII Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei paesi membri della IAI, è stata ospitata dal Parlamento bosniaco a Neum, il 22 e 23 aprile 2015.Alla Conferenza sono invitati i Presidenti dei Parlamenti degli 8 paesi dell’Iniziativa Adriatico Ionica, ovvero di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Per la Camera dei deputati ha partecipato il Vicepresidente della Commissione Attività produttive, Ignazio Abrignani. Anche il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha preso parte alla riunione (nei giorni precedenti ha svolto una visita di stato a Sarajevo). Per il Montenegro era presente il Vicepresidente Suljo Mustafić.

A conclusione della riunione è stata adottata una dichiarazione congiunta nella quale, oltre a rinnovare il sostegno dei paesi IAI al processo di adesione all’Unione europea dei Balcani occidentali, si ribadisce l’importanza della cooperazione parlamentare dei Paesi dell’Iniziativa Adriatico-Ionica anche nel contesto della Strategia UE per la Macroregione Adriatico Ionica (quest’ultima fortemente voluta dall’Italia). I Presidenti hanno quindi chiesto che venga garantita ai Parlamenti nazionali un’informazione aggiornata e continua delle attività portate avanti nell’ambito della IAI e della Strategia UE per la Macroregione Adriatico Ionica. E’ stato così deciso che ciascun Parlamento membro nomini un funzionario di riferimento al fine di garantire il necessario coordinamento con i rispettivi Coordinatori nazionali della Strategia Adriatico Ionica e con il Segretariato Permanente della IAI.

La IAI è nata con la I° Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri, riunitasi a Zara nell’aprile 2001, su invito del Presidente del Parlamento croato[1], allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle legislazioni nazionali nelle materie di cooperazione, nonchè l'adeguamento delle medesime legislazioni all'acquis comunitario, favorendo il Processo di Stabilizzazione e Associazione. L’iniziativa prevede una riunione[2] annuale dei Presidenti dei Parlamenti coinvolti, presso il paese che detiene la presidenza di turno. Ad oggi si sono svolte 13 riunioni.

 

AP-UpM – Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo

Il Montenegro partecipa all’Unione per il Mediterraneo e dal marzo 2010 all’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM). L’ultima Sessione Plenaria dell’Assemblea si è svolta a Lisbona l’11 e il 12 maggio 2015.

·        Il 6 novembre 2015 riunirà a Roma la Commissione cultura dell'Ap-UpM, presieduta dall’onorevole Chaouki.

 

PAM - Assemblea Parlamentare del Mediterraneo

Il Parlamento del Montenegro fa inoltre parte della PAM costituita in ambito UIP. Nel  corso della sessione plenaria del 2012, il senatore Francesco Amoruso, membro della commissione Esteri del Senato, è stato eletto Presidente della PAM.

L’ultima sessione plenaria, la 9°, si è svolta a Monaco dal 2 al 4 febbraio 2015.

 

Unione Interparlamentare – UIP

Il Montenegro è inserito nella Sezione di amicizia Italia-Europa Sud Orientale (Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia, Montenegro, Slovenia, Bielorussia, Cipro) di cui è Presidente il sen. Francesco Scalia; ne fanno altresì parte, per la Camera, Roberto Rampi e Paolo Russo e il senatore Stefano Collina.

 

Cooperazione amministrativa

Si segnala che il Parlamento del Montenegro ha fatto parte del gruppo di Parlamenti di alcuni paesi balcanici, che sono stati oggetto del progetto formativo “Azione Balcani occidentali”.

Si è trattato di un programma multilaterale di cooperazione avviato nel gennaio 2008 e promosso dall’IPALMO, in collaborazione con la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”, finalizzato alla formazione della rappresentanza parlamentare e della dirigenza amministrativa delle Assemblee di Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Montenegro e Serbia.

L’Amministrazione della Camera ha aderito a tale progetto sviluppando propri moduli formativi.

 

 

 

 


Pubblicistica



[1]     La Camera è stata rappresentata dal Vicepresidente Pierluigi Petrini.

[2]     Nel corso della seconda riunione (Atene, 2002) era stata avanzata la proposta, da parte croata, relativa alle Rules of Procedures della Dimensione parlamentare dell’Iniziativa con la creazione, tra l’altro, di organi aggiuntivi; tale proposta, non è stata tuttavia accolta.