Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Incontro con una delegazione del Parlamento montenegrino | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 188 | ||
Data: | 21/09/2015 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari | ||
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Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Incontro con una delegazione |
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n. 188 |
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21 settembre 2015 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri ( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it |
Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi: |
Ufficio Rapporti con
l’Unione europea ( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it Servizio Rapporti Internazionali ( 066760-3948 – * cdrin1@camera.it |
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INDICE
Composizione della Delegazione 1
Schede di lettura
Scheda-paese MONTENEGRO (Fonte: Treccani, Atlante Geopolitico 2015) 5
L’Unione europea e il Montenegro (a cura dell’Ufficio Rapporti con
l’Unione europea) 13
§ Relazione
della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione 14
§ Risoluzione
del Parlamento europeo 14
Rapporti parlamentari
con il Montenegro (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 17
Pubblicistica
§ M.
Mirjacic, G. Kapor ‘Montenegro: a 9 anni
dall’indipendenza non è un paese felice’, in: Osservatorio Balcani e
Caucaso, 25 maggio 2015 23
§ G.
Stabile ‘Montenegro, appello all’Italia
‘Vogliamo la Nato e l’Europa’, in: La stampa, 26 maggio 2015 26
§ G.
Stabile ‘Vivere con l’euro senza essere
nell’Ue. La soluzione-Montenegro tenta Atene’, in: La stampa, 10 luglio
2015 27
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Sig.
Velizar Kaluderović,
membro della Commissione degli Affari Legislativi del
Parlamento del Montenegro e capo della delegazione;
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Sig.
Luid Skrelja, membro della
Commissione degli Affari Legislativi del Parlamento del Montenegro;
-
Sig.ra
Merima Murić,
segretario della Commissione degli Affari Legislativi del
Parlamento del Montenegro;
-
Sig.
Antun Sbutega, Ambasciatore
del Montenegro in Italia;
-
Sig.
Aleksandar Drljevic, Primo
Consigliere, Ambasciata del Montenegro in Italia;
-
Sig.ra
Sandra Vemic, interprete;
-
Sig.ra
Nina Canović, interprete;
Il Montenegro è un paese dei Balcani occidentali
indipendente dal 2006. La sua giovane storia è strettamente legata a quella
della vicina Serbia. Dapprima, durante tutti gli anni Novanta, il paese è stato
una repubblica federata all’interno della Repubblica Federale di Iugoslavia,
poi, nel 2003, per effetto dell’accordo di Belgrado, sostenuto dall’Unione
Europea – che garantiva al Montenegro una maggiore autonomia – è entrato a far
parte dell’Unione di Serbia e Montenegro. La semi-indipendenza si è protratta
per un breve periodo, poiché nel maggio 2006 un referendum, limitato al solo
Montenegro, ne ha san- cito la completa indipendenza dalla Serbia. La soglia
necessaria del 55% dei voti favorevoli fu superata però di misura. Il
Montenegro divenne comunque il secondo paese dei Balcani ad aver conquistato
l’indipendenza in modo pacifico, dopo la Macedonia nel 1991. L’indipendenza
attribuì al Montenegro le competenze nel settore della difesa e della politica
estera, ma già dal 1992, all’interno della Repubblica Federale di Iugoslavia,
la piccola repubblica aveva acquisito prerogative sempre più vaste fino a poter
disporre di una politica economica autonoma e di una
moneta differente da quella utilizzata nella regione serba. L’attuale sistema
istituzionale del Montenegro, una repubblica parlamentare a struttura
monocamerale, ricalca quello della regione prima dell’indipendenza. L’assemblea
del Montenegro (Skupština) è costituita da 81 deputati eletti ogni quattro anni. Le ultime elezioni
parlamentari dell’ottobre 2012 sono state vinte dalla Coalizione
per un Montenegro europeo, alleanza di partiti liberali guidata dal Partito
democratico dei socialisti (Dps) del primo ministro
Milo Đukanović. L’attuale premier è
protagonista incontrastato della vita politica del paese da oltre un ventennio:
come primo ministro nei periodi 1991-98, 2002-06 e 2008-10 e come presidente
della Repubblica tra il 1998 e il 2002. Tutta- via il 2013 ha rappresentato
l’anno più difficile per il primo ministro a causa di alcuni scanda-li politici che hanno coinvolto importanti leader
del partito scalfendo in parte l’immagine dello stesso premier. Ciononostante
il Dps e Đukanović
hanno ottenuto nel maggio 2014 un importante risultato elettorale nelle
consultazioni locali conseguendo la maggioranza assoluta in quasi tutte le
municipalità montenegrine, ad eccezione della capitale Pogdorica.
Un risultato che ha rinforzato la stabilità politica interna di Đukanović. Il leader montenegrino era stato
alleato del presidente serbo Slobodan Milošević,
ma si è andato progressivamente smarcando dalle sue politiche repressive sino a
trasformarsi, nella seconda metà degli anni Novanta, nel protagonista
riconosciuto dell’indipendentismo nazionale. Le opposizioni hanno sempre
favorito legami più stretti e amichevoli con la Serbia e oggi spingono per la
riunificazione, scoraggiando invece l’ingresso del paese nella Nato giudicata
un nemico dai tempi del bombardamento del territorio della
Federazione nel 1999, durante la guerra del Kosovo. Il governo è al contrario un
convinto fautore della causa europeista e di quella atlantista
tanto da porta- re avanti i negoziati per l’adesione ad entrambe le
organizzazioni internazionali.
L’adesione all’Unione Europea continua a
rappresentare uno dei due pilastri della politica estera montenegrina. Dopo
l’ottenimento dello status di candidata ufficiale all’ingresso nell’Eu, nel giugno 2012 sono stati avviati i negoziati di
adesione, pur restando incerti i tempi per l’ingresso effettivo nello spazio
comunitario. Nonostante l’apertura di tre nuovi capitali di negoziato, a pesare
sulle prospettive del paese sono soprattutto le riserve ribadite dalla
Direzione generale allargamento della Commissione europea (Dg Elarg) nel suo Progress Report: livello di corruzione e
fragilità dello stato di diritto fanno ipotizzare un possibile ingresso di Pogdorica nell’Eu non prima del
2020. Quanto al secondo pilastro, la Nato, nel dicembre 2009 al Montenegro è stato consentito l’accesso al Membership
Action Plan dell’Alleanza Atlantica, ma vi è incertezza sui tempi d’ingresso.
La maggioranza di governo è fortemente orientata verso una piena inclusione nel
sistema difensivo euro-atlantico, ma l’opposizione continua a manifestare una
forte avversione verso la Nato.
Un discorso a parte merita la Serbia. In seguito
all’indipendenza, le relazioni con Belgrado sono state inizialmente tese,
soprattutto a causa del riconoscimento montenegrino del Kosovo quale stato
indipendente a fine 2008. Tuttavia nel novembre 2010 l’allora presidente serbo
Boris Tadić ha visitato il Montenegro e, in
un’ottica distensiva, ha sottolineato il suo sostegno
per l’ingresso del paese nell’Eu.
Popolazione e
società
popolazione etnie
Il Montenegro non è un paese omogeneo dal punto di
vista della composizione etnica: secondo l’ultimo censimento (2011), precedente
all’indipendenza (2003), i montenegrini erano il 43% della popolazione, i serbi il 32%, i bosniaci il 12% e gli albanesi il 5%. Gli
equilibri sono stati notevolmente modificati dal 1991, anno nel quale i
montenegrini erano il 62% degli abitanti e i serbi solo il 9%. Ciò non è dovuto
a significativi movimenti migratori ma a una diversa
percezione della propria identità da parte della popolazione residente, in
questo caso notevolmente influenzata dalle dinamiche politiche regionali. Né la
lingua, né la religione differiscono da quelle serbe.
In primo luogo, la lingua montenegrina (štokavo)
è considerata dai linguisti una variante dialettale del serbo-croato. Sempre
secondo il censimento del 2003 i cristiano-ortodossi erano il 74% della
popolazione, mentre i musulmani costituivano il 18% e i cattolici
il 4%.
Merita infine menzione il caso di Sandžak, regione storico-politica e
geografico-amministrativa suddivisa tra Serbia e Montenegro che nutre
aspirazioni autonomiste. I suoi abitanti sono bosniaci, musulmani, serbi e
montenegrini. I bosniaci (45%) rappresentano l’etnia predominante in entrambe
le suddivisioni amministrative ma nella metà montenegrina la maggioranza
relativa è costituita da serbi (34%) mentre i montenegrini sono una minoranza
(inferiore al 15%) in entrambi i versanti della regione. Questo complesso
incastro etnico complica i rapporti alla frontiera, benché non
sembra possa portare a una modifica degli attuali confini.
Economia ed
energia
bilancia Pil economia
Già all’epoca della Repubblica Federale di
Iugoslavia, il Montenegro aveva perseguito una politica economica e monetaria
indipendente da quella serba con l’adozione di una valuta differente: tra il
1992 e il 2002 la regione ha utilizzato il marco tedesco e dal 2002 ha adottato
unilateralmente l’euro, moneta che ha a tutt’oggi corso legale nel paese.
Nell’ultimo decennio il pil
del paese è cresciuto in maniera straordinaria, così come la ricchezza pro capite che è passata dai 1300 dollari del 2000 ai 12.412
attuali. Una crescita frenata dai riflessi esterni sul paese
della crisi economica globale del 2008-09. Il potenziale turistico del
Montenegro rimane molto elevato. L’ostacolo principale al pieno sviluppo è
costituito dalla latente instabilità regionale e dalle carenze
infrastrutturali. Malgrado ciò, i flussi turistici hanno conosciuto un volume
in costante crescita tanto che il settore rappresenta circa il 4% del pil. Nello stesso periodo anche gli investimenti diretti
esteri sono cresciuti in maniera netta, indirizzandosi soprattutto verso il
settore immobiliare.
Il sistema economico presenta problemi piuttosto
gravi. La disoccupazione, per esempio, affligge più di un terzo della
popolazione attiva. Allo stesso tempo il deficit di bilancia commerciale
raggiunge più del 17% del pil nazionale, sebbene
un’alta quota di investimenti in entrata contribuisca
a finanziare buona parte di tale deficit. Resta il problema della forte
corruzione, collegata anche alla capillare presenza di organizzazioni
criminali.
Nonostante i problemi, l’economia montenegrina è
particolarmente dinamica e nel decennio scorso ha conosciuto tassi di sviluppo
superiori al 5%. Dopo la crisi del 2009 (-5,9%), il Montenegro è riuscito ad
avviare una buona ripresa nel biennio successivo, per poi riassestarsi su una
crescita contenuta. Sebbene le previsioni per i prossimi anni restino positive,
la ripresa rimarrà vincolata da alcuni fattori esterni: innanzitutto, la
persistenza della recessione nella zona euro e, in secondo luogo, il pesante
debito pubblico nazionale (pari al 58,8% del pil),
alimentato dal crollo finanziario del Kap, la
principale industria nazionale di alluminio al centro di una contesa giuridica
tra alcune delle più importanti holding minerarie dell’Europa
centro-orientale. Sotto il profilo energetico, il mercato interno è piccolo e
poco sviluppato. Tra le voci dei consumi domina il carbone. In passato il
Montenegro era caratterizzato da un’alta intensità energetica, ossia un alto
consumo in relazione al pil,
dovuto soprattutto alle attività dell’industria dell’alluminio, molto
sviluppata. Lo slancio del settore turistico ha in parte ridotto l’intensità
energetica del pil, comunque sopra la media Oecd.
Difesa e
sicurezza
Quando l’unione di Serbia e Montenegro è stata
dissolta nel 2006, parte dell’esercito congiunto è stato assegnato alle forze
armate montenegrine, limitate dal presidente Filip Vujanović a soli 3000 soldati. Parte dell’esercito è
stata destinata alla creazione di una polizia di frontiera che si concentra
lungo i confini serbo e albanese. L’obiettivo delle
forze di sicurezza del Montenegro è partecipare alle
operazioni internazionali di peacekeeping, anche se fino al 2009 Pogdorica non vi aveva mai preso parte, limitandosi a
inviare personale civile o a mettere a disposizione parte dei propri mezzi. Dal
2010 il Montenegro partecipa alla missione Isaf della
Nato con un contingente di 27 soldati.
La politica estera si è orientata in senso
filo-atlantico con la conclusione di alcuni accordi con gli Usa in materia di
sicurezza, utilizzo delle infrastrutture e vigilanza contro la proliferazione
di armi di distruzione di massa. La cooperazione
internazionale è particolarmente rilevante nel settore della difesa, poiché,
dall’indipendenza, il paese non sarebbe stato in grado di sostenere le spese
necessarie a garantire il funzionamento dell’esercito.
Il Montenegro è uno
dei paesi dei Balcani occidentali candidati all’adesione all’Unione
europea.
Oltre Montenegro, gli altri paesi candidati dei Balcani sono: Albania, ex Repubblica
iugoslava di Macedonia, Serbia.
I potenziali candidati sono: la Bosnia-Erzegovina
e il Kosovo. Si ricorda che la Croazia
è entrata a far parte dell’UE a partire dal 1° luglio 2013.
Il Montenegro ha avanzato richiesta di adesione all’UE il 15 dicembre 2008 e ha ottenuto lo status di candidato nel dicembre 2010; i negoziati di adesione sono stati avviati ufficialmente il 29 giugno 2012.
Al momento sono stati aperti venti capitoli negoziali e due (scienza e ricerca, istruzione e cultura) sono stati conclusi in via provvisoria.
Le relazioni tra UE e Montenegro sono regolate dall’Accordo di stabilizzazione ed associazione entrato il vigore il 1° maggio 2010.
Il Montenegro è il primo paese al
quale si applica il nuovo approccio ai
negoziati di adesione - proposto dalla Commissione, in occasione del
Consiglio europeo del dicembre 2006 - che prevede un’attenzione
particolare alle questioni relative a diritti fondamentali, sistema giudiziario,
lotta alla corruzione e al crimine organizzato. Il nuovo approccio consente di aprire tali complessi
capitoli all’inizio dei negoziati di adesione e di chiuderli per ultimi,
concentrandosi sull’attuazione di tabelle di marcia e introducendo progressive
prove delle prestazioni raggiunte.
A partire dal dicembre 2009 i
cittadini del Montenegro possono viaggiare nell’area
Schengen senza obbligo di visto.
Il 9 giugno 2015 è stato approvato un accordo tra Eurojust e Montenegro, volto
a rafforzare la cooperazione con il Montenegro contro la lotta alla
criminalità.
Si ricorda che in
una lettera inviata il 31 agosto
2015 al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk,
i presidenti di Croazia, Kolinda Grabar-Kitarović e Slovenia, Borut
Pahor, hanno proposto
di organizzare un vertice europeo nel 2016 per riaffermare l'impegno dell'Unione europea nei
confronti dell’allargamento ai Balcani
occidentali.
Nell’ultima relazione annuale sullo stato di avanzamento dei negoziati di adesione, presentata l’8 ottobre 2014 (la prossima sarà presentata ad ottobre 2015), la Commissione europea ha formulato i seguenti rilievi e raccomandazioni per il Montenegro:
·
è necessario un forte
impegno politico per attuare le riforme politiche volte a consolidare lo Stato di diritto. La
Commissione ricorda che il quadro di negoziato contiene una clausola di
"equilibrio globale". I progressi
registrati verso la conformità con i parametri di riferimento intermedi per
i capitoli relativi allo Stato di diritto incideranno sul ritmo complessivo dei
negoziati di adesione;
·
si rilevano ritardi
nell'attuazione delle riforme legislative volte a combattere la corruzione. In particolare, il
Montenegro deve: adottare rapidamente una normativa adeguata sul finanziamento dei partiti politici;
sviluppare una casistica credibile di indagini, azioni
penali e condanne definitive in relazione ai casi di corruzione; procedere ad
un uso sistematico degli strumenti di sequestro
e confisca dei beni;
·
permangono serie preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e dei media. È
necessario accelerare le indagini sui casi di violenza nei confronti dei
giornalisti. Occorre inoltre instaurare un dialogo politico costruttivo e
ripristinare la fiducia nel processo elettorale e nelle istituzioni statali;
·
è indispensabile rafforzare
la capacità amministrativa per le questioni connesse all'integrazione nell'UE.
Occorre inoltre depoliticizzare e rendere più
professionale la funzione pubblica. Il paese deve proseguire l'attuazione delle riforme economiche,
affrontando in particolare il problema dell'alto tasso di disoccupazione, e migliorare il contesto
imprenditoriale;
Il Parlamento europeo ha approvato il l’11 marzo 2015 una risoluzione
sui progressi compiuti dal Montenegro nel 2014 nella quale in particolare:
·
ribadisce che le riforme
riguardanti lo Stato di diritto sono il fulcro del processo d'integrazione
europea e la condizione essenziale per
il progresso dei negoziati di adesione e ritiene che la volontà politica
continuerà ad essere un fattore essenziale per il conseguimento e il
mantenimento di progressi sostanziali nella lotta contro la corruzione e la
criminalità organizzata;
·
invita il governo a dare effettiva attuazione alle raccomandazioni dell'OSCE/ODIHR, della
Commissione di Venezia e del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) per
una legislazione elettorale in linea con
gli standard europei, che preveda fra l'altro il diritto di presentazione
di candidature indipendenti, il finanziamento pubblico proporzionale per
promuovere la parità di condizioni fra tutti i candidati, e l'audit dei partiti
politici;
·
valuta positivamente la maggiore attenzione dedicata dalla
Commissione, nel processo di adesione, alla riforma della pubblica amministrazione ed osserva che sono
possibili altre iniziative per: eliminare la politicizzazione della pubblica
amministrazione; compiere progressi in materia di trasparenza, efficienza e rendicontabilità dell'amministrazione a livello di governo
centrale e locale; migliorare il coordinamento tra tali livelli, nonché quello
tra le autonomie locali;
·
plaude ai progressi compiuti dal Montenegro in relazione
all'attuazione delle riforme volte ad assicurare l'indipendenza e una maggiore efficienza della magistratura, ma
rimane preoccupato per le indebite ingerenze nell'indipendenza della
magistratura, specialmente nel reclutamento e nello sviluppo di carriera di
giudici e pubblici ministeri;
·
è preoccupato per l'arretrato di cause pendenti davanti alla Corte costituzionale, in particolare
quelle relative alla possibile violazione
sistematica dei diritti umani, e per il fatto che non si sono compiuti seri
sforzi per combattere l'impunità nei casi di crimini di guerra;
·
rileva che vi sono stati modesti progressi nella lotta alla corruzione ed esorta le autorità
a rafforzare la capacità di pubblici ministeri, giudici, polizia e altre
autorità di contrasto, e a sviluppare un'ampia casistica di indagini,
procedimenti giudiziari e condanne a tutti i livelli, compresi i casi di
corruzione ad alto livello;
·
ribadisce l'importanza
della libertà di espressione come uno dei valori fondamentali dell'Unione
europea e considera essenziale la tutela della totale indipendenza dei giornalisti;
·
pur esprimendo apprezzamento per il fatto che la legislazione antidiscriminazione sia stata
quasi completamente allineata all'acquis, si invita a promuovere iniziative a sostegno della sistemazione abitativa, della salute,
dell'istruzione e dell'occupazione della popolazione
rom;
·
è preoccupato per i progressi tuttora modesti in materia di diritti delle donne, parità di
genere, rappresentanza delle donne in politica e nel mercato del lavoro e
lotta alla violenza domestica;
·
esorta il Montenegro a risolvere
quanto prima le questioni bilaterali in sospeso con i paesi vicini, in uno spirito costruttivo e di buon
vicinato; ribadisce la necessità di risolvere rapidamente le questioni di
demarcazione dei confini e di
successione ancora in sospeso con la Croazia,
la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e il Kosovo.
A partire dal 1° gennaio 2007 l’assistenza finanziaria ai paesi dei Balcani occidentali viene fornita attraverso lo strumento di preadesione, denominato IPA, che sostituisce i precedenti programmi.
Nell'ambito del quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo
2014-2020, è stato approvato l’11 marzo 2014 il nuovo regolamento (UE)
n. 231/2014 che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA
II). Il regolamento fissa il quadro normativo attraverso il quale l’UE
fornirà assistenza tecnica e finanziaria ai paesi candidati e potenziali
candidati all’adesione e prevede uno stanziamento complessivo per l’intero periodo
2014-2020 di circa 11 miliardi di euro,
di cui 270.5 milioni di euro al Montenegro; 645.5 milioni di euro al
Kosovo; 649,5 milioni di euro all’Albania; 664,2 milioni di euro all’ex Repubblica
iugoslava di Macedonia; 1.508 milioni di euro alla Serbia; 4.453,9 milioni di
euro alla Turchia e 2.958,7 milioni di euro per programmi regionali multi
beneficiari.
Nell’ambito dei fondi destinati al Montenegro attraverso IPA II, 20
milioni di euro sono previsti nel 2015 per ad
azioni volte ad affrontare i fenomeni migratori, attraverso sostegno ad
azioni per la gestione integrata delle frontiere.
Nell’ambito dello scorso periodo
di programmazione finanziaria 2007-2013 i Balcani occidentali hanno beneficiato di un’assistenza finanziaria
per un totale di circa 5,17 miliardi di
euro, cosi ripartiti: 498 milioni all’Albania; 465,1 milioni al Kosovo; 1.183,6
milioni di euro alla Serbia; 167 al
Montenegro; 614,87 alla ex Repubblica iugoslava di
Macedonia; 550,3 alla Bosnia Erzegovina; 1.600 milioni di euro alla Croazia e a
programmi regionali multi beneficiari.
RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE
Ambasciatore d’Italia in Montenegro Vincenzo DEL MONACO (da marzo 2013)
Ambasciatore del Montenegro in Italia Antun SBUTEGA (da febbraio 2015)
XVII LEGISLATURA
Attività legislativa |
E’ all’esame della Commissione esteri della
Camera (dopo l’approvazione del Senato il 15 luglio 2015) il disegno di
legge di ratifica dell'Accordo tra Italia e il Montenegro in materia di cooperazione nel campo della difesa (relatrice Fitzgerald Nissoli).
Il 15 aprile 2015 è stata approvata la legge di ratifica degli Accordi
Italia-Montenegro di
estradizione e assistenza giudiziaria in materia penale. Legge
n. 63/15.
Il 22 aprile 2015 è stata approvata la legge di ratifica dell’accordo di collaborazione
strategica tra Italia e Montenegro. Legge
n. 50/15.
Incontri bilaterali |
Il 7 aprile 2013 a Marsiglia la Presidente della Camera dei deputati,
Laura Boldrini, ha incontrato il Presidente del Parlamento del Montenegro, Ranko Krivokapić,
a margine del Primo Vertice dei Presidenti dei
Parlamenti dell'Unione per il Mediterraneo.
Commissioni |
Il 13 novembre 2013 il Presidente della Commissione Politiche
dell’UE, Michele Bordo, ha
incontrato Aleksandar Andrija
Pejovic, Capo
Negoziatore per l’adesione del Montenegro all’UE.
Sedi multilaterali |
Delegazioni Parlamentari
Il Montenegro invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d’Europa, della NATO (come membro associato), dell’OSCE e dell’INCE (di cui ha esercitato la presidenza annuale nel 2010).
I prossimi
appuntamenti in plenaria sono:
·
Assemblea
OSCE dal 16 al 18 settembre 2015,
Riunione autunnale, Ulaanbaatar (Mongolia).
·
Assemblea
CdE, dal 28
settembre al 2 ottobre 2015, IV parte della Sessione Ordinaria 2015, a
Strasburgo.
·
Assemblea
NATO dal 9 al 12 ottobre 2015
Sessione Annuale, Stavanger, Norvegia.
·
Assemblea
InCE (autunno 2015 data da definirsi) Ex Repubblica
Jugoslava di Macedonia. Si
riuniscono in Italia la Commissione Cultura e le Commissioni Politica e Economica dell’InCE
rispettivamente a Roma (il 2 novembre) e a Trieste (9 novembre 2015).
Monitoraggio elettorale
|
In occasione delle
elezioni parlamentari anticipate del 14
ottobre 2012, gli onorevoli Matteo Mecacci e
Claudio D'Amico, ed i senatori Giuseppe Caforio e Mauro Del Vecchio, hanno preso parte alla
missione di osservazione elettorale dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE.
IAI – Iniziativa Adriatico Ionica
Il Montenegro partecipa alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa Adriatico Ionica, la
cui presidenza dal 1° giugno 2015 e fino
al 31 maggio 2016 è esercitata dalla Croazia
(subentrando alla Bosnia-Erzegovina).
L’ultima riunione, ovvero la XIII Conferenza
dei Presidenti dei Parlamenti dei paesi membri della IAI, è stata ospitata
dal Parlamento bosniaco a Neum, il 22 e 23 aprile
2015.Alla Conferenza sono invitati i Presidenti dei Parlamenti degli 8 paesi dell’Iniziativa Adriatico Ionica, ovvero di Albania,
Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Per
la Camera dei deputati ha partecipato il Vicepresidente della
Commissione Attività produttive, Ignazio Abrignani. Anche il Presidente
del Senato, Pietro Grasso, ha preso parte alla riunione (nei giorni
precedenti ha svolto una visita di stato a Sarajevo). Per il Montenegro era
presente il Vicepresidente Suljo Mustafić.
A conclusione della riunione è stata
adottata una dichiarazione congiunta nella quale, oltre a rinnovare il
sostegno dei paesi IAI al processo di adesione all’Unione europea dei Balcani occidentali, si ribadisce l’importanza della cooperazione parlamentare dei
Paesi dell’Iniziativa Adriatico-Ionica anche nel contesto della Strategia UE
per la Macroregione Adriatico Ionica (quest’ultima fortemente voluta
dall’Italia). I Presidenti hanno quindi chiesto che venga
garantita ai Parlamenti nazionali un’informazione aggiornata e continua
delle attività portate avanti nell’ambito della IAI e della Strategia UE per la
Macroregione Adriatico Ionica. E’ stato così deciso che ciascun Parlamento
membro nomini un funzionario di riferimento al fine di garantire il
necessario coordinamento con i rispettivi Coordinatori nazionali della
Strategia Adriatico Ionica e con il Segretariato Permanente della IAI.
La IAI è nata con la I° Riunione dei Presidenti
delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri, riunitasi a Zara nell’aprile 2001, su invito del
Presidente del Parlamento croato[1], allo scopo
di promuovere l’armonizzazione
delle legislazioni nazionali
nelle materie di cooperazione, nonchè l'adeguamento
delle medesime legislazioni all'acquis comunitario, favorendo il Processo di Stabilizzazione e Associazione. L’iniziativa prevede
una riunione[2] annuale dei Presidenti dei
Parlamenti coinvolti, presso il paese che detiene la presidenza di turno. Ad oggi si sono svolte 13 riunioni.
AP-UpM
– Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo
Il
Montenegro partecipa all’Unione per il Mediterraneo e dal marzo 2010 all’Assemblea
Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM).
L’ultima Sessione Plenaria dell’Assemblea
si è svolta a Lisbona l’11 e il 12 maggio 2015.
·
Il 6 novembre 2015 riunirà a Roma la Commissione
cultura dell'Ap-UpM, presieduta dall’onorevole Chaouki.
PAM - Assemblea Parlamentare del Mediterraneo
Il
Parlamento del Montenegro fa inoltre parte della PAM costituita in ambito UIP.
Nel corso della sessione plenaria
del 2012, il senatore Francesco Amoruso, membro della commissione Esteri del
Senato, è stato eletto Presidente della PAM.
L’ultima
sessione plenaria, la 9°, si è svolta a
Monaco dal 2 al 4 febbraio 2015.
Unione Interparlamentare – UIP
Il Montenegro è
inserito nella Sezione di amicizia Italia-Europa Sud Orientale (Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica
Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia, Montenegro,
Slovenia, Bielorussia, Cipro) di cui è Presidente il sen. Francesco Scalia; ne
fanno altresì parte, per la Camera, Roberto
Rampi e Paolo Russo e il
senatore Stefano Collina.
Cooperazione amministrativa |
Si segnala che il Parlamento del Montenegro ha fatto parte del gruppo di
Parlamenti di alcuni paesi balcanici, che sono stati
oggetto del progetto formativo “Azione Balcani occidentali”.
Si è trattato di un programma multilaterale di
cooperazione avviato nel gennaio 2008 e promosso dall’IPALMO, in collaborazione
con la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di
Roma “La Sapienza”, finalizzato alla formazione della rappresentanza
parlamentare e della dirigenza amministrativa delle Assemblee di Albania,
Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Montenegro
e Serbia.
L’Amministrazione della Camera
ha aderito a tale progetto sviluppando
propri moduli formativi.
[1] La Camera è stata rappresentata dal
Vicepresidente Pierluigi Petrini.
[2] Nel corso della seconda riunione (Atene,
2002) era stata avanzata la proposta, da parte croata, relativa alle Rules of Procedures
della Dimensione parlamentare dell’Iniziativa con la creazione, tra l’altro, di
organi aggiuntivi; tale proposta, non è stata tuttavia accolta.