Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: La situazione in Iraq
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 106
Data: 12/03/2014
Descrittori:
IRAQ     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
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Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

La situazione in Iraq

 

 

 

 

 

 

 

n. 106

 

 

 

12 marzo 2014

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Affari Esteri

( 066760-4172 / 066760-4939 – * st_esteri@camera.it

 

 

Ha partecipato alla redazione del dossier il seguente Servizio:

Servizio Rapporti internazionali

( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1i@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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File: es0178.doc

 


INDICE

Schede di lettura

Iraq: i più recenti sviluppi.                                                                                3

Rapporti parlamentari Italia-Iraq (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 7

La Regione Irachena (Governatorato) di Dhi Qar (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)     21

Pubblicistica

§      R. Redaelli – Nell’urna un paese in cerca d’identità, ISPI,11 gennaio 2014  25

§      P. Maggiolini, IRAQ: non allineati all’estero per ridurre i rischi interni, ISPI, 11 gennaio 2014          27

§      L. Carlino e M. Di Donato, Dopo il Libano, le scosse siriane arrivano in Iraq, AffarInternazionali.it, 30 gennaio 2014                                                                                                 30

§      M. Arpino, Iraq, altro annus horribilis, AffarInternazionali.it, 13 gennaio 2014 32

§      I. Ingrao, Iraq, la fuga dei cristiani e la frammentazione del quadro politico, Aspenia online, 16 gennaio 2014                                                                                                               34

§      B. Selwan Khoury, La nuova guerra irachena tra qaedismo, religione e tribalismo, Aspenia online, 17 gennaio 2014                                                                                                 36

§      La stabilizzazione del Iraq passa dal grand bargain con l’Iran, Ispi online, 9 gennaio 2014  38

§      L. Carlino, Al Qaida ha perso l’Isis, l’Iraq ha ritrovato la guerra civile,Limes – rivista italiana di geopolitica, 27 febbraio 2014                                                                         40

§      A. Feurat, Iraq e Siria: guerre parallele, Le monde diplomatique, gennaio 2014       44

§      A. Cordesman e S. Khazai, Iraq in Crisis, CSIS, 18 febbraio 2014              49

§      S. Sanok Kostro e G. Riba, Resurgence of al Qaeda in Iraq: Effect on Security and Political Stability, CSIS, 4 marzo 2014                                                                                      54

§      In Iraq, Muqtada al –Sadr Stays in Politics, STRATFOR, 20 febbraio 2014 58

§      Kimmitt, Iraq: Reversing the Reversal, Middle East Institute, 10 gennaio 2014       61

§      B. Gwertzman (intervista a Jane Arraf), Iraq’s High-Stakes Strugglel, Middle East Institute, 9 gennaio 2014                                                                                                               65

§      N. Parker, Why Iraq’s Most Violent Province Is a War Zone Again, Time world, 4 gennaio 2014  71

§      P. Salem, Iraq’s tangled foreign interests and relations, Carnegie Middle East Center, dicembre 2013 76

 


Schede di lettura

 


Iraq: i più recenti sviluppi.

Il 18 dicembre 2011 l’ultima colonna di truppe americane varcava il confine con il Kuwait: solo due giorni dopo i contrasti tra sciiti e sunniti riesplodevano al massimo livello, quando nei confronti del vicepresidente sunnita Tareq al-Hashemi veniva spiccato un mandato d’arresto in relazione ad attività terroristiche, mentre il premier al-Maliki chiedeva al Parlamento di ritirare la fiducia al suo vice sunnita al-Mutlaq – ottenendo peraltro il risultato del ritiro dello schieramento laico-sunnita Iraqiya dai lavori legislativi e dalle riunioni dell’esecutivo.  Il 22 dicembre Baghdad era scossa da una terribile ondata di 14 attentati, sia in quartieri sciiti che sunniti, che provocavano la morte di oltre sessanta persone e quasi duecento feriti. Il 25 dicembre un attentato suicida colpiva nella capitale la sede del ministero dell’interno, provocando la morte di sei guardie e il ferimento di una trentina di persone. Una nuova raffica di attentati colpiva, stavolta selettivamente, il 5 gennaio 2012, quando a Baghdad e nel sud dell’Iraq pellegrini sciiti erano bersaglio di numerose esplosioni, che uccidevano più di 70 persone, ferendone almeno altrettante. Il 24 gennaio quattro attentati nei quartieri sciiti di Baghdad provocavano non meno di 14 vittime, oltre a una cinquantina di feriti. La spirale terroristica, che aveva già provocato l’interruzione della collaborazione nel governo di unità nazionale, per le accuse di coinvolgimento rivolte al vicepresidente sunnita al Hashemi; aveva riflessi anche nei rapporti tra Iraq e Turchia, dopo che Ankara aveva difeso al Hashemi, e successivamente accusato il governo di al Maliki di alimentare lo scontro settario in Iraq. Il governo di Baghdad reagiva a quelle che giudicava indebite interferenze e addirittura provocazioni da parte del premier turco Erdogan. In questo difficile contesto anche al Qaida tornava a minacciare “gli occupanti iraniani dell’Iraq”, nel tentativo di inserirsi nei rinnovati scontri interreligiosi. L’unica nota positiva, dopo che il 27 gennaio l’ennesimo attentato suicida aveva ucciso almeno 32 persone a sud della capitale, era l’annuncio (29 gennaio) del ritorno del blocco laico e sunnita di al Iraqiya ai lavori parlamentari.

Il 23 febbraio 2012 vi erano una ventina di attacchi terroristici – attribuiti dal governo ad al-Qaida - perpetrati in vario modo nella capitale e in altre sei province irachene: il bilancio era di 67 morti e più di 400 feriti. Nell’imminenza del primo vertice della Lega araba in terra irachena da 22 anni, previsto per il 29 marzo, il paese veniva scosso il 20 marzo da un’altra ondata di attentati, che colpivano Baghdad e altre sette province, provocando circa 50 morti e 200 feriti. Il 19 aprile un'altra serie coordinata di attacchi nella capitale, nonché nelle province di Kirkuk, Anbar e Diyala, provocava la morte di almeno 37 persone e il ferimento di oltre cento, per mezzo di autobomba o ordigni comandati a distanza. Il 31 maggio altri quattro attentati a Baghdad uccidevano 23 persone, con decine di feriti. Il 4 giugno un kamikaze provocava la morte di 26 persone e il ferimento di più di cento in un attentato contro la sede di una fondazione religiosa sciita incaricata della gestione di alcune moschee. L'offensiva contro gli sciiti continuava il 13 giugno, quando 70 persone morivano e decine di altre erano ferite in un'ondata di attentati in tutto l'Iraq, sostanziatisi nell'esplosione di 12 autobomba e altri 30 ordigni. Tutti questi atti terroristici venivano attribuiti prevalentemente ad al Qaida, o comunque a elementi sunniti desiderosi di soffiare sul fuoco dei contrasti religiosi ed etnici riemersi nel dopo Saddam, senza che le autorità apparentemente riuscissero a porre argine al terrorismo. A riprova di ciò, il 3 luglio perdevano la vita oltre 50 persone in una serie di attentati diretti ancora una volta prevalentemente contro gli sciiti. Il 22 luglio l'inizio del Ramadan coincideva con una serie di attentati nella zona della capitale, ma era il giorno successivo a far segnare una vera strage, con 18 città colpite da attentati terroristici nei dintorni di Baghdad e nel nord del paese: il bilancio tragico era di 111 morti e oltre 230 feriti. Ancora una volta, bersagli prevalenti erano le comunità sciite e agenti delle forze di sicurezza irachene.

Il 9 settembre 2012 si rivelava giorno cruciale, in quanto veniva pronunciata in contumacia la condanna a morte del vicepresidente sunnita al Hashemi, mentre un'ondata di attentati in tutto il paese provocava un centinaio di morti. Gli attentati venivano rivendicati il giorno seguente da al Qaida. In effetti il mese di settembre del 2012 registrava il peggior bilancio degli ultimi due anni in riferimento alla sicurezza, con la morte di 365 persone, che confermava da un lato la forza di al Qaida in Iraq e dall'altro manteneva alto il livello delle tensioni tra sciiti e sunniti. In questo senso l’ictus che il 17 dicembre colpiva il presidente iracheno Talabani segnava un ulteriore punto a sfavore della sicurezza, poiché Talabani si era sempre rivelato abile mediatore, attento a impedire il precipitare delle tensioni nel paese, suscettibili di porre in discussione anche l'autogoverno del Kurdistan iracheno dal quale Talabani proviene. Per di più, la sua malattia giungeva in un momento di particolare frizione tra il governo centrale e le autorità della regione autonoma del Kurdistan.

Nella seconda metà di gennaio del 2013 un micidiale mix di attentati con autobomba e di attacchi terroristici provocava in Iraq quasi duecento morti. Non meglio andavano le cose in febbraio: il giorno 3 una trentina di persone venivano uccise in un attacco terroristico contro il quartier generale della polizia di Kirkuk. Pochi giorni dopo nuovi attentati colpivano la comunità sciita provocando 40 morti, mentre manifestazioni di sunniti contestavano la politica del primo ministro al Maliki, giudicata discriminatoria nei loro confronti.

Il mese di marzo 2013, nel decennale dell’invasione americana del 2003, registrava nuove violenze – tra l’altro con attacchi alla zona dei ministeri della capitale -, con un bilancio di un’ottantina di morti; il 4 marzo, peraltro, nove soldati iracheni perdevano la vita in un attacco contro il loro convoglio, mentre riaccompagnavano una cinquantina di soldati siriani sconfinati durante i combattimenti in corso nel loro paese. Intanto il segretario di Stato USA John Kerry si recava a Baghdad per tentare di arginare il flusso di armi dall’Iraq al regime siriano. L’escalation di violenze si accentuava nell’aprile 2013 – che risultava il mese più sanguinoso dalla metà del 2008, con oltre settecento morti e più di 1.600 feriti -: tra l’altro le elezioni locali del 20 aprile venivano precedute da attentati a raffica, anche se poi potevano svolgersi con una relativa calma. In maggio nuove raffiche di attentati colpivano sia il campo sciita che quello sunnita: in particolare, dopo che tra 20 e 21 maggio erano morte 130 persone, dieci autobomba colpivano la capitale alla fine del mese, mentre il riesplodere delle violenze provocava attriti tra il presidente sunnita del Parlamento e il premier sciita. Il bilancio del mese toccava i mille morti. In giugno le violenze diminuivano, ma in luglio nuovamente continui attacchi con autobomba funestavano la capitale e il paese, mentre anche un carcere veniva assaltato, con la fuga di 500 detenuti, tra i quali alcuni membri di al-Qaida. Tra agosto e settembre proseguiva la scia di sangue, nella quale venivano coinvolti anche gli oppositori iraniani residenti nel campo iracheno di al-Ashraf e da tempo invisi alle autorità sciite di Baghdad, tra le cui file si registravano una cinquantina di morti.

Il 5 ottobre perdevano la vita in due diversi attentati a Baghdad una sessantina di sciiti, per lo più pellegrini che si recavano in massa al cosiddetto santuario del Nono Imam. Il giorno successivo un camion-bomba veniva fatto esplodere nel cortile di una scuola elementare della zona occidentale del paese, in prossimità del confine siriano, provocando numerose vittime tra i bambini del villaggio turkmeno di Qabak. Il 27 ottobre una raffica di attentati colpiva a Baghdad quartieri sciiti, nonché, nel nord dell’Iraq, militari in coda per ritirare lo stipendio,  con un bilancio complessivo di una cinquantina di morti. Anche celebrando la ricorrenza dell’Ashura il 14 novembre gli sciiti iracheni dovevano versare un nuovo tributo di sangue, con una quarantina di morti. Nuove stragi colpivano la capitale e altri luoghi del paese l’8 dicembre, con più di trenta vittime, poco dopo che le autorità irachene, pur vicine all’Iran, avevano chiesto agli Stati Uniti un sostegno per far fronte all’incessante ondata di attacchi terroristici. La recrudescenza di attacchi qaidisti si spiega in parte anche con il vicino conflitto che dilania la Siria, e nel quale l’Iraq appare sempre più schierato con l’asse sciita che difende il regime di Assad. Il giorno di Natale era la minoranza cristiana a fare le spese di un triplice attacco dinamitardo, con un bilancio di oltre trenta morti.

I giorni tra 2013 e 2014 – nell’approssimarsi ormai delle elezioni legislative previste per il 30 aprile, a seguito delle quali verrà eletto dal Parlamento anche il nuovo Presidente della Repubblica[1] - registravano ulteriori tragici sviluppi: infatti, nelle regioni occidentali irachene influenzate dal conflitto siriano si verificava negli ultimi giorni del 2013 una dura repressione delle truppe governative contro manifestanti sunniti in rotta con il governo di Baghdad. La reazione scatenava delle vere e proprie battaglie tra miliziani qaidisti e forze governative a Falluja e Ramadi: Falluja veniva occupata il 4 gennaio da combattenti appartenenti alla milizia Isis (Stato islamico dell'Iraq e del Levante). La settimana successiva vedeva violentissimi combattimenti tra qaidisti e lealisti, con un bilancio di quasi quattrocento vittime e la fuga in massa di decine di migliaia di persone dalle loro abitazioni.

Il 15 gennaio una settantina di persone perdevano la vita per una serie di attentati a Baghdad e in altre regioni dell’Iraq. Alla fine di gennaio il bilancio delle vittime nel paese superava la cifra di 900. In febbraio le cose non si presentavano migliori, con gli attentati che colpivano nel cuore della capitale - uno degli obiettivi era addirittura il ministero degli esteri – con un bilancio di più di trenta morti.

La decisiva influenza iraniana sul governo sciita iracheno sembra essere stata rafforzata dal ritiro improvviso (a metà febbraio) di Moqtada Sadr dalla scena politica e parlamentare: Sadr, già combattente del radicalismo sciita contro l’occupazione americana, era stato a lungo anche un critico del premier al Maliki, cui imputava soprattutto la diffusione di pratiche corruttive, ma su indicazione di Teheran aveva dovuto contenere la propria opposizione entro limiti definiti, particolarmente nei momenti elettorali. Il ritiro di Moqtada Sadr è avvenuto, anche stavolta non a caso, a poche settimane dalle elezioni legislative irachene.

L’8 marzo il premier al-Maliki lanciava durissime accuse a Qatar e Arabia Saudita per il sostegno che accorderebbero a gruppi jihadisti sunniti responsabili di attacchi terroristici che, partendo dal territorio siriano, colpiscono gli sciiti in Iraq: al-Maliki dichiarava che ciò equivarrebbe a una dichiarazione di guerra all’Iraq. Il giorno successivo una quarantina di persone, tra cui cinque bambini, perdevano la vita in un attentato con un minibus esplosivo messo in atto da un kamikaze nella località di Hilla, a sud della capitale: nella stessa giornata venivano uccisi cinque poliziotti e quattro militari nei dintorni di Baghdad.

 

 

 

 


Rapporti parlamentari Italia-Iraq
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

RAPPORTI PARLAMENTARI CON L’IRAQ

 

 

Ambasciatore d’Italia in Iraq

Massimo MAROTTI (dal 9 gennaio 2013)  

Ambasciatore dell’Iraq in Italia

Saywan Sabir Mustafa BARZANI (dal 5 luglio 2010)

 

Presidente Parlamento

(Consiglio dei Rappresentanti)

Osama al-NUJAIFI, Movimento Nazionale Iracheno, sunnita, (dall’11 novembre 2010)

 

Elezioni parlamentari

previste per il 2014 (ultime elezioni 2010)

 

 

XVII LEGISLATURA

 

Incontri del Presidente

La Presidente della Camera, on. Laura Boldrini, ha ricevuto a Roma la visita del Vice Primo Ministro per gli Affari Economici dell’Iraq, Rowsch Nuri Shaways, il 3 luglio 2013. Shaways era accompagnato dai Ministri Ali Yousif Alshukri, Ministro della Pianificazione e Khairullah Hasan Babakir, Ministro del Commercio

Nel corso dell’incontro, la Presidente Boldrini ha affermato il suo interesse a favorire una cooperazione culturale ed una reciproca institution building. Il Vice Ministro iracheno ha elencato i problemi che affliggono il Paese: terrorismo, corruzione, mancanza di una stabilità politica e di una pace civile, affermando che una collaborazione parlamentare bilaterale non potrà che avere effetti positivi, in particolare per quanto riguarda l’educazione al pluralismo. La Presidente Boldrini ha inoltre ricordato l’impegno dell’Iraq nell’accoglienza di profughi siriani, ed il Vice Ministro ha confermato che il suo Paese è particolarmente sensibile a questo tema, perché molti iracheni sono stati costretti a trovare rifugio all’estero,  negli anni passati, o a lasciare le proprie case per cercare rifugio in altre regioni dell’Iraq. La questione siriana, ha inoltre affermato il Vice Primo Ministro, non può essere risolta solo attraverso interventi umanitari ma necessità di forti interventi a livello politico. La Presidente Boldrini ha infine auspicato una maggiore cooperazione bilaterale, mentre il Vice Primo Ministro ha sollevato il caso della confisca della sede e dei beni dell’Ambasciata irachena a Roma. Shaways ha inoltre chiesto la ricostituzione del gruppo di amicizia parlamentare ed ha invitato una delegazione della Camera a visitare l’Iraq.

 

Commissioni

 

La Commissione Esteri ha ricevuto il 22 gennaio 2014 la visita di Bahroz Qashany, Governatore della regione di Sulaymaniyah (Kurdistan iracheno)

 

Unione Interparlamentare

Nella XVII legislatura, la sezione di amicizia Italia-Iraq in ambito UIP non è ancora stata ricostituita.

 

Cooperazione Amministrativa

La Camera dei deputati nel corso degli anni ha partecipato a progetti di cooperazione amministrativa a supporto del Parlamento iracheno ai fini del rafforzamento delle sue istituzioni rappresentative. Si è trattato di programmi formativi che la Camera ha svolto in maniera autonoma o in in collaborazione con il Ministero Affari esteri e con istituti di ricerca.

Dal 2010 al 2011 supporto formativo al Progetto di cooperazione internazionale finanziato dal Ministero affari esteri e attuato dall’IPALMO con il contributo dell’International Development Law Organisation (IDLO) a favore dei Parlamenti di Egitto, Iraq e Libano, dedicato al “Rafforzamento del ruolo dei Parlamenti nella gestione dei costi sociali delle riforme economico-sociali e per la promozione dell’e-Parliament[2]. Due funzionari della Camera hanno partecipato a due workshop tenutisi, rispettivamente, al Cairo (19-20 aprile 2010) e Beirut (7-8 luglio 2010) e un funzionario al workshop tenutosi a Baghdad il 4-5 aprile 2011, presso il Council of Representatives iracheno. Un successivo workshop si è svolto a Beirut il 7 e 8 giugno 2011. Dall’11 al 13 luglio 2011 si è svolta la visita di studio al Parlamento italiano delle delegazioni parlamentari di Iraq, Libano e Giordania[3] (corso di formazione sull’e-parliament, incontri con le Commissioni Affari costituzionali, Affari esteri, Bilancio e Lavoro della Camera). 13 luglio 2011 conclusione del progetto con una conferenza ospitata alla Camera dei deputati dal titolo “Italy, EU and the Arab World. Towards a stronger partnership in addressing the major economic and social reforms”.

17-19 novembre 2008 Una delegazione di funzionari del Consiglio dei Rappresentanti dell'Iraq e del Global Centre for ICT in Parliaments ha visitato le biblioteche parlamentari della Camera e del Senato.

7-8 febbraio 2008 Svolgimento presso la Camera dei deputati di un Seminario, organizzato in collaborazione con l'IPALMO, sul tema "Il Parlamento e il processo di riforma: le esperienze dei paesi del Mashreq e dell'Italia". Hanno partecipato parlamentari giordani, libanesi ed iracheni.

13 giugno 2008 Visita alla Camera di una delegazione di diplomatici iracheni nell'ambito di un master SIOI.

26 ottobre 2007 Nell'ambito di un master di alta formazione in studi politici e relazioni internazionali, organizzato dalla società SIOI, 19 giovani diplomatici iracheni hanno visitato la Camera, assistendo alla lezione di un funzionario della Camera sui principi fondamentali dell'ordinamento costituzionale italiano e sulle principali caratteristiche dell'ordinamento giuridico ed amministrativo italiano.

16 ottobre 2006 Incontro di formazione per una delegazione, formata da amministratori locali, dirigenti pubblici, giuristi e da un parlamentare iracheno, presso la Camera, nel quadro di un progetto di formazione, promosso dal Ministero degli Affari esteri e dalla società di comunicazione politica Running, della durata di due settimane.

Il progetto di informatizzazione dei servizi della Biblioteca del Parlamento iracheno su progetto e fondi UNDESA (United Nations Department od Economic and Social Affairs) lanciato nel 2008[4], che prevedeva anche la partecipazione della Camera dei deputati e del Senato ai fini della formazione del personale addetto, non ha tuttavia ricevuto ulteriore seguito essendo decaduti i termini previsti di presentazione degli opportuni documenti da parte di UNDESA.

 

Attività legislativa

Legge n. 135/13 del 9 dicembre 2013, GU n. 288 del 9 dicembre 2013. Testo coordinato G.U. n. 288 del 9 dicembre 2013. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione. Il provvedimento contiene disposizioni che riguardano anche l’Iraq.

 


PRECEDENTI LEGISLATURE

 

XVI LEGISLATURA

 

Incontri bilaterali

Il 18 ottobre 2012, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ricevuto la visita del Ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari, in visita ufficiale a Roma per partecipare ai lavori della Commissione Mista Italia-Iraq (17-18 ottobre).

L’11 novembre 2011, il Presidente Fini ha ricevuto la visita del Capo del Dipartimento delle relazioni del Kurdistan iracheno, Falah Mustafa Bakir, e del Capo di Gabinetto del Presidente Barzani, Fouad Hussein.

Il 1° ottobre 2010, il Presidente Fini ha ricevuto il Presidente della Regione del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, che si trovava a Roma per partecipare al meeting di “Alliance of Democrats”, che si è tenuto presso la Camera dei deputati, dal titolo “Sicurezza, Sviluppo e Democrazia”. Il Presidente della Camera ha indirizzato un messaggio di saluto al meeting. Temi del colloquio: stabilizzazione della regione e formazione del nuovo Governo iracheno. Barzani si è detto pronto a partecipare a qualsiasi governo iracheno che sostenga la Costituzione e sia disposto a lavorare con tutti i gruppi etnici.

Il Presidente Fini aveva già incontrato il 18 giugno 2008 il Presidente Barzani. All’incontro hanno partecipato anche gli onn. Giorgio La Malfa (Misto) e Giorgio Holzmann (PDL). Barzani era accompagnato dall’ex deputato Dario Rivolta. Temi: Richiesta di un ruolo sempre più incisivo dell’Italia e invito ad una delegazione parlamentare a visitare il Paese. Influenza dell’Iran in Iraq (Barzani: conseguenze negative sul Paese e sulla regione curda).

Il 10 giugno 2010, il Presidente Fini ha incontrato, in visita di cortesia, il Portavoce del Governo iracheno, Alì al Dabbagh, in Italia per sottoscrivere un Memorandum d’Intesa tra Italia e Iraq in materia sportiva[5].

Il 9 giugno 2009, il Presidente Fini ha partecipato alla presentazione del “Museo virtuale dell’Iraq", svoltasi presso il Ministero degli affari esteri, un’iniziativa promossa dallo stesso Ministero e realizzata dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR).

Si segnala anche che il 24 febbraio 2011, il Vice Presidente della Camera, on. Rocco Buttiglione, ha incontrato il Presidente del Governo regionale del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani. Temi: rispetto al futuro del Kurdistan iracheno, Barzani non ha escluso una possibile scissione dall’Iraq (il Kurdistan conta livelli di vita superiori al resto del Paese). Buone le prospettive economiche ma mancanza di un’adeguata classe dirigente. Significativa la conclusione dei recenti accordi in campo petrolifero tra Kurdistan e Baghdad. Barzani ha infine auspicato una maggiore cooperazione in ambito economico.

Il Vice Presidente Buttiglione aveva già incontrato il Presidente Barzani, il 27 febbraio 2009, e il colloquio all’epoca era stato incentrato sui temi della ricostruzione e della tutela delle minoranze religiose.

 

Missioni a Baghdad

27 al 28 marzo 2011 Una delegazione della Camera dei deputati ha compiuto una visita in Iraq. La delegazione era guidata dal Vice Presidente della Camera, Maurizio Lupi (PdL) e composta dai deputati Renato Farina (PdL), Massimo Polledri, (LNP), Paola Binetti (UDC), Alessandro Maran (PD) e Ivan Rota (IdV). L’iniziativa ha fatto seguito all’approvazione alla Camera in gennaio di una risoluzione in cui si chiede la “ferma condanna alle persecuzioni di cristiani ed alla cristianofobia”.

Dopo aver partecipato ad una messa celebrata dal Cardinale Emmanuel II Delly, Primate della Chiesa cattolica caldea nella Cattedrale siro-cattolica di Baghdad, la delegazione è stata ricevuta dal Presidente del Parlamento, Osama al-Nujaifi, e dal Presidente della Commissione Esteri, Humam Hamoudi. La delegazione ha inoltre visitato la Chiesa della Salvezza, dove il 31 ottobre 2010 si è verificato un attentato, durante la celebrazione eucaristica, che è costato la vita a decine di cristiani. A seguito degli attentati, ha ricordato il Nunzio Apostolico in Iraq, Giorgio Lingua, molti cristiani hanno deciso di lasciare la capitale per trasferirsi nella zona settentrionale del Paese, a maggioranza curda. Monsignor Lingua ha ringraziato la Camera per la sua iniziativa, testimonianza dell’attenzione verso la sicurezza dei cristiani. Nel corso dell’incontro con il Presidente del Parlamento, al Nujaifi, Lupi ha garantito la disponibilità della Camera a collaborare con il Parlamento iracheno ed ha promesso assistenza per la digitalizzazione della sua biblioteca.  Prima della partenza, la delegazione ha incontrato presso l’Ambasciata una rappresentanza del contingente militare italiano che opera in Iraq.


 

Incontri delle Commissioni

Il 18 dicembre 2012, il Presidente della Commissione Affari Esteri, Stefano Stefani, ha ricevuto l'Alto Rappresentante del Governo Regionale del Kurdistan, sig.ra Rezan Kader.

Il Presidente Stefani ha incontrato, il 9 febbraio 2011, l’Ambasciatore iracheno, Saiwan Barzani. L’Ambasciatore ha sottolineato come il nostro Paese sia considerato uno dei principali partner a livello internazionale ed ha auspicato una proficua cooperazione in ambito interparlamentare. Preoccupazione per l’influenza esercitata dall’Iran e per la presenza di fazioni terroristiche. Barzani ha ricordato che l’economia e la ricostruzione del Paese non conoscono battute di arresto, anche grazie alla cooperazione con i Paesi europei.

Il 15 dicembre 2009 si è tenuta presso la Commissione Esteri della Camera un’audizione informale del Ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari. L'incontro si è svolto nel quadro della sessione plenaria della I commissione mista tra l'Italia e l'Iraq, presieduta dai due ministri degli Esteri e costituita a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Amicizia, Cooperazione e Partenariato tra i due Paesi, firmato il 2007. Nel corso dell'incontro, sono intervenuti tra gli altri gli onn.Margherita Boniver, Furio Colombo, Federica Mogherini Rebesani e Roberto Antonione. Temi: contesto politico interno in vista delle prossime consultazioni elettorali, lotta contro il terrorismo, progressivo ritiro delle truppe statunitensi e i rapporti con i Paesi confinanti.

Il Presidente della Commissione Affari Esteri ha incontrato, il 23 ottobre 2008, l’incaricato di affari dell’Ambasciata dell’Iraq a Roma, Mazin Abdulwahab Thiab al Abbas. Temi: la questione delle risorse idriche in Iraq, che si trova in drammatiche difficoltà di approvvigionamento (i più importanti fiumi dell’Iraq hanno la fonte in altri paesi e vengono da questi sfruttati intensivamente o addirittura interrotti nel loro corso - come avverrebbe in Turchia e Iran). al Abbas ha pertanto auspicato che la questione venga affrontata a livello internazionale.

Il Presidente della Commissione Affari Esteri ha incontrato, il 18 giugno 2008, il Presidente della regione del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani. Temi: Barzani ha tracciato un quadro della situazione nel Paese ricordando che, nonostante gli sforzi compiuti, restano grandi tensioni soprattutto tra sunniti e sciiti. La Turchia, ha ricordato Barzani, deve risolvere politicamente i problemi con il PKK, ed in tale direzione i curdi iracheni sono pronti a dare una mano. Il petrolio resta la principale risorsa del Paese e viene gestita direttamente dallo Stato. Manca la presenza dell’ENI in Iraq. Il futuro del Paese è in un assetto federale, ma gli USA non devono abbandonare prematuramente il Paese. Barzani ha auspicato l’apertura di un Consolato italiano, sulla falsariga di quanto hanno fatto altri Paesi europei.

Il Comitato Permanente sui Diritti Umani, il 19 gennaio 2011, ha tenuto un’audizione – nel quadro dell’indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo – di Shlemon Warduni, vicario patriarcale caldeo di Baghdad.

 

Unione Interparlamentare

Nella XVI legislatura, in ambito UIP ha operato la sezione di amicizia Italia-Iraq, presieduta dalla sen. Barbara Contini (Per il Terzo Polo: ApI-FLI, già Misto, già FLI, già PdL). Ne facevano parte gli onn. Mario Barbi (PD), Osvaldo Napoli (FLPTP, già PdL), Emerenzio Barbieri (PdL) ed il sen. Roberto Mura (LN). 

 

Disegni di legge di ratifica di trattati internazionali

Con la legge 20 marzo 2009, n. 27, il Parlamento ha autorizzato la ratifica del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Iraq, firmato nel 2007. L’intesa è stata siglata subito dopo la conclusione della partecipazione italiana alla missione militare in Iraq (dicembre 2006), dove le truppe italiane avevano il compito di garantire la cornice di sicurezza essenziale per consentire l’arrivo degli aiuti e di contribuire alle attività di più urgenti di ripristino delle infrastrutture e dei servizi essenziali.

Con la legge 12 novembre 2009, n. 162 è stata istituita la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, tra i quali particolare rilievo assumono le vittime in Iraq dell’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003.

 

Atti di indirizzo e di sindacato ispettivo

Oltre alla Risoluzione sul tema delle persecuzione dei cristiani nel mondo, la Camera ha approvato il 27 ottobre 2010 la mozione in cui si chiedeva al Governo di impegnarsi per fermare la condanna a morte dell’ex Ministro degli Esteri iracheno, Tarek Aziz.

All’attenzione della Camera nella XVI legislatura è stata anche la situazione di Camp Ashraf (Iraq) base dell’Organizzazione dei muijadin del Popolo iraniano (OMPI), movimento di opposizione al regime iraniano, presente in Iraq sin dagli anni Ottanta del secolo scorso. L’OMPI, conosciuta anche come Mojahedin-e Khalq (MEK), fu accolto dall’allora presidente iracheno Saddam Hussein e da questi finanziato ed armato al fine di combattere al fianco delle truppe irachene nella guerra Iran-Iraq (1980-1988, Prima Guerra del Golfo). Il campo dovrebbe essere chiuso. Sulla questione la Commissione Esteri della Camera ha votato il 14 luglio 2011 una Risoluzione in cui si impegna, tra l’altro, il Governo a trasmettere al Governo iracheno le preoccupazioni espresse dalla Commissione e, in particolare, il richiamo all'impegno assunto ad evitare l'uso della forza nei confronti dei residenti di Ashraf, privilegiando la ricerca di una soluzione pacifica attraverso il dialogo; la tutela dei residenti nel campo di Ashraf con il pieno rispetto della sovranità irachena, nonché del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani; a fornire con la massima urgenza l'assistenza umanitaria ai residenti di Ashraf; a continuare a ricercare, nel rispetto della sovranità dell'Iraq, una soluzione all'attuale situazione dei residenti di campo Ashraf valutando anche, nel quadro della posizione definita in sede UE, la possibilità di misure a carattere umanitario per singoli individui detentori in Italia dello status di rifugiato. 

 

 

XV LEGISLATURA

 

Incontri bilaterali

Il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha ricevuto due volte il Presidente del Parlamento iracheno dell’epoca (Consiglio dei Rappresentanti), Mahmood Dawdood Salman Al-Mashhadani:

1.        la prima, il 4 marzo 2007, a margine della Conferenza internazionale “Ruolo dei Parlamenti nella promozione di politiche per lo sviluppo della società dell'informazione” organizzata dalla Camera dei deputati (Roma, 3-4 marzo 2007).

2.        la seconda, il 26 settembre 2007, insieme al Presidente dell’Assemblea Nazionale del Kurdistan, Adnan Mufti[6].

Il Presidente della Camera Bertinotti ha ricevuto inoltre la visita del Presidente del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, il 23 aprile 2007.

Il Presidente Bertinotti ha inoltre inviato un messaggio al Presidente del Consiglio dei Rappresentanti dell'Iraq, Mahmud Al Mushhadani il 12 aprile 2007, in occasione dell’attentato che ha colpito il Parlamento iracheno.

Infine, Il 28 febbraio 2007, una delegazione irachena guidata dal Ministro per gli affari femminili, Faten A. Mahmmoud, accompagnata da parlamentari appartenenti ai maggiori partiti politici, che si trovava a Roma per partecipare al seminario italo-iracheno sulla promozione delle pari Opportunità dal titolo: “Il lungo cammino verso la pace e la democrazia”, svoltosi dal 26 febbraio al 2 marzo 2007, a cura del Ministero degli Affari esteri e della società di comunicazione politica Running, è stata ricevuta dalla Vice Presidente della Camera, Giorgia Meloni (AN). All’incontro erano presenti rappresentanti del Comitato per le pari opportunità, dell’Ufficio di Presidenza, della Commissioni Affari Esteri e della Commissione Difesa. A latere, il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Umberto Ranieri, ha incontrato, il 28 febbraio 2007,  l’On. Tanya Gilly, membro della Commissione Esteri del Parlamento iracheno.

Incontri delle Commissioni

Per quanto riguarda le Commissioni parlamentari:

La Commissione Esteri, guidata dal Presidente Umberto Ranieri, ha ricevuto:

·           il Presidente del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani,  il 23 aprile 2007.

·           il Direttore per l’Iraq dell’UNDP (United Nations Development Programme), Paolo Lembo, la Direttrice per i Paesi Arabi dell’UNDP, Amat el Alim Alsoswa, il 28 febbraio 2007.

·           il Ministro degli Esteri dell’Iraq, Hoshiyar Zebari, accompagnato dall’ambasciatore d’Iraq in Italia, Melani. All’incontro hanno partecipato gli onorevoli Carmelo Briguglio (AN), Sandra Cioffi (Popolari UDEUR), Tana De Zulueta (Verdi), Alessandro Forlani (UDC), Giancarlo Giorgetti (Lega Nord Padania), Giacomo Mancini (Rosa nel Pugno), Ramon Mantovani (Rifondazione comunista), Patrizia Paoletti Tangheroni (FI) e Valentino Valentini (FI) , il 23 gennaio 2007.

·           il Rappresentante speciale UNDP-Iraq, Paolo Lembo, l’8 novembre 2006.

 

Per quanto attiene alla cooperazione multilaterale, il Presidente del Consiglio dei Rappresentanti, Mahomood Dawood Salman Al-Mashhadani, alla guida di una delegazione parlamentare formata dagli onorevoli Nada Al-Jiboori, Abduljiabbar Ruhaif, Wael Abdulateef, Abdulnasser Kareem e Khalid Salam, ha  partecipato ai lavori della Conferenza su Il ruolo dei parlamenti nella promozione di politiche per lo sviluppo della società dell’informazione, ospitata dalla Camera dei deputati, il 3 e il 4 marzo 2007, organizzata congiuntamente all’Unione Interparlamentare e all’UNDESA, in quanto inserita nel quadro dell’iniziativa Global Centre for ICT in Parliaments.

 

 

 

XIV LEGISLATURA

Si ricorda che il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini si è recato il 30 gennaio 2004 a Nassiriya per una visita ai militari italiani impegnati nella missione in Iraq.

Una delegazione della Commissione Difesa, guidata dal Presidente Luigi Ramponi (AN), e composta dagli onn. Elettra Deiana (RC), Giuseppe Molinari (Margherita), Ciro Alfano (UDC), Franco Angioni (DS), Giuseppe Geraci (AN), Marco Minniti (DS), Silvana Pisa (DS) e Gregorio Fontana (FI) si è recata in missione in Iraq (Nassirya) ed in Kuwait (Kuwait City), dal 20 al 22 ottobre 2003 per portare il saluto ai militari italiani impegnati nell’area.

Incontri bilaterali

Il Presidente della Camera dell’epoca, on. Pier Ferdinando Casini, ha incontrato tre volte nel corso della XIV legislatura Jalal Talabani:

1.        la prima volta in qualità di leader dell’Unione Patriottica del Kurdistan (PUK), il 29 giugno 2004. Nel corso dell’incontro, si è riflettuto sulla situazione irachena, con particolare riguardo alla situazione del Kurdistan ed ai rapporti con la Turchia. Talabani si è detto fiducioso nella possibilità del nuovo governo di prevenire le attività terroristiche che colpiscono soprattutto il popolo iracheno; ha poi osservato che si tratta di terroristi provenienti tutti dall’esterno che trovano scarso sostegno da parte del popolo iracheno, ma in Siria e in Iran. Talabani ha poi ribadito la necessita di formare forze armate interne. Il Presidente della Camera, dopo aver ricordato la sua visita a Nassiria (30 gennaio 2004), ha confermato la piena disponibilità della Camera dei deputati a formare giovani funzionari dell’Assemblea legislativa.

2.        la seconda volta, il 14 settembre 2004, in qualità di  Segretario generale dell’Unione Patriottica del Kurdistan (PUK), insieme ad Hamid Musa, Vice Presidente dell’Assembla nazionale irachena ad interim.

3.        infine, l’8 novembre 2005, è stato ricevuto dal Presidente Casini  in veste di Presidente dell’Iraq. Nel corso del colloquio, il Presidente Talabani ha ringraziato l’Italia per il contributo portato alla causa della democrazia e per il lavoro svolto dal contingente militare italiano in aiuto alla popolazione irachena. Successivamente, Talabani ha ricordato la scadenza delle prossime elezioni legislative, previste per il 15 dicembre 2005. Prima del conflitto l’Irak era stato ridotto da Saddam Hussein ad un campo di sterminio, ragion per cui la guerra era il solo strumento possibile per liberare la popolazione dal dittatore. Il Presidente iracheno ha affermato che il terrorismo, comunque in fase calante, ha fallito nel tentativo di impedire la partecipazione democratica degli iracheni. Il Presidente Casini, dopo aver espresso apprezzamento per i contatti che il Presidente Talabani ha intrapreso con alcuni esponenti dell’opposizione italiana nel corso della sua visita, in quanto favoriscono un giudizio più equilibrato sulla presenza militare italiana, ha assicurato una più intensa collaborazione tra la Camera dei deputati e l’Assemblea Nazionale irachena, manifestando la disponibilità della Camera dei deputati a realizzare un programma di assistenza nei confronti del Parlamento iracheno, sulla base di moduli consolidati, ed invitando la futura Assemblea ad aderire all’Unione interparlamentare.

Inoltre, il Presidente Casini ha incontrato:

·           l’allora Presidente dell’Assemblea nazionale irachena di transizione, Hachim al Hasani;

·           il 21 aprile 2004, il Consigliere speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite ed inviato delle Nazioni Unite in Iraq, Ambasciatore Lakhdar Brahimi. All’incontro hanno presenziato anche il Presidente, on. Gustavo Selva, ed i Vicepresidenti della Commissione Affari esteri della Camera, onn. Dario Rivolta e Umberto Ranieri.

Incontri delle Commissioni

·           Il Presidente della Commissione Affari esteri della Camera, on. Gustavo Selva, ha incontrato l’11 novembre 2005 l’onorevole Abbas Hassan Mosa al-Bayati, membro del Parlamento iracheno, che, sempre l’11 novembre 2005, ha incontrato anche il Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, on. Donato Bruno.

·           Il Vice Presidente della Commissione Affari esteri, on. Dario Rivolta, ha incontrato l’8 novembre 2005 il Presidente della Repubblica dell’Iraq, Jalal Talabani. Nell’ambito della visita ufficiale in Italia del Presidente della Repubblica irachena Talabani, nella stessa data il Presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia, on. Maria Burani Procaccini, ha incontrato la signora Hero Alamed Talabani, consorte del Presidente iracheno.

·           Nell’agosto 2004 l’on. Dario Rivolta, su invito delle autorità curde irachene, si è recato nell'area controllata dall'Unione patriottica del Kurdistan (PUK), e si è fermato a Sulaymaniyah, dove ha incontrato i ministri del governo locale e lo stesso Talabani. Il parlamentare era alla guida di una piccola delegazione di operatori economici italiani.

 

 

 


La Regione Irachena (Governatorato) di Dhi Qar
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 

 

Location of Dhi Qar Governorate

 

 

 

 

Il Governatorato di Dhi Qar si trova nella parte meridionale del Paese ed ha come capitale Nassiriyah. Prima del 1976 aveva il nome di Governatorato Muntafiq. Dhi Qar è stato il centro dell’antica civiltà dei Sumeri e comprende le rovine delle città di Ur, Eridu, Lagash, Larsa, Girsu, Umma e Bad-tibira.

Il governatorato, oltre a Nassiriyah, comprende le città di al-Rifai, Qalat Sukkar, Ash Shatrh, Al-Gharraf, Suq al-Shuyouk, Khamisiyah e al –Chibayish.

A metà degli anni ’90 il Governatore della regione è stato Tahir Jalil Habbush al-Tikriti che più tardi è divenuto Capo della Polizia irachena e, nel 1999, Capo dei Servizi Segreti.

Dopo l’invasione USA del 2003, la regione di Nassiriyah è stato uno dei accaniti centri di resistenza contro il contingente militare occidentale.

 

 

 


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[1]     Si ricorda che il capo dello Stato in carica, il kurdo Talabani, è tuttora ricoverato a seguito di un ictus che lo aveva colpito, ed è curato in Germania.

[2] Peraltro, i Presidenti dei tre parlamenti beneficiari, avevano direttamente espresso al Presidente Fini, con lettera del febbraio 2010, l’interesse ad intensificare ulteriormente i rapporti con la Camera dei deputati, e chiedevano un coinvolgimento diretto della Camera nell’ambito del programma IPALMO - IDLO.

[3] La Giordania è subentrata all’Egitto il cui parlamento era stato sciolto.

[4] In tale quadro si era tenuta, dal 17 al 19 novembre 2008, la visita a Roma della Responsabile del Servizio ricerca del Consiglio dei Rappresentanti Mayadh Al-Hachami e del capo del Dipartimento Biblioteca Mohammed Abbas insieme ad altri funzionari del Parlamento iracheno. Il progetto.

[5] Si tratta di un importante accordo commerciale tra il Governo iracheno e l’ENI, finalizzato alla costituzione di un fondo per costruire impianti sportivi di base nelle città irachene, privilegiando le zone dove operano i nostri Carabinieri destinati all’istruzione delle locali forze di polizia. Il Memorandum d’Intesa, firmato i tale occasione, dalla delegazione irachena consentirà di realizzare, con finanziamento della Cooperazione allo Sviluppo e dell’ENI (con una somma pari a 500 mila euro ciascuno, per un totale di un milione di euro), impianti sportivi polivalenti per giovani nelle principali città irachene e attività di formazione, in Italia, di allenatori, quadri e medici sportivi iracheni. Esso consentirà di gettare le basi di una fattiva collaborazione sportiva tra i due Paesi. Il Memorandum è stato firmato, oltre che dal Ministro Frattini e dal Portavoce del Governo, Responsabile per lo Sport nell'Ufficio del Primo Ministro e Membro della Camera dei Rappresentanti Ali Al Dabbagh, dal Vice Presidente del Comitato Internazionale Olimpico, on. Mario Pescante, dal Presidente del CONI, Gianni Petrucci, dall'Amministratore Delegato dell'ENI, Paolo Scaroni, e dal Vice Presidente del Comitato Olimpico Iracheno, Sameer Sadeq.

 

 

[6] I politici iracheni sono venuti a Roma per partecipare alla Conferenza “Il ruolo della seconda Camera nelle democrazie federali e decentrate”organizzata dall’associazione radicale “Non c’è pace senza giustizia” e dall’organizzazione irachena “International Alliance for Justice”. Nel corso della conferenza è stato adottato un documento è cui è stata segnalata la necessità di costituire un consiglio federale con responsabilità e compiti chiaramente definiti, per garantire la massima rappresentatività alle diverse regioni e province irachene e la raccomandazione dell’utilizzo del sistema elettivo dei membri anziché un sistema di nomine.