Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | Audizione del Vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen | ||||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Audizioni e incontri con rappresentanti dell'UE Numero: 16 | ||||
Data: | 13/01/2015 | ||||
Descrittori: |
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Audizione del Vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen
13 gennaio 2015
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Competenze del Vicepresidente KatainenNell'ambito della nuova Commissione europea, il Presidente Jean-Claude Juncker ha assegnato al Vicepresidente Jyrki Katainen (Finlandia) le competenze in materia di occupazione, crescita, politiche di investimento e competitività. In relazione a tali materie, il Vicepresidente Katainen svolge Le funzioni di coordinamentofunzioni di indirizzo e coordinamento dell'attività dei seguenti otto Commissari:
Una delle novità più significative della Commissione Juncker consiste infatti nella attribuzione a ciascuno dei 7 Vicepresidenti di compiti di raccordo e coordinamento dei Commissari che operano nei settori di loro competenza. Allo stato attuale non appare chiaro se il nuovo ruolo dei Vicepresidenti assicurerà una maggiore coerenza e organicità dell'azione della Commissione ovvero se possa comportare complicazioni.
In base alla lettera del Presidente Juncker con la quale si indicavano dettagliatamente le competenze dei diversi Commissari, l'attività del Vicepresidente Katainen dovrebbe essere focalizzata sui seguenti obiettivi:
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Le linee programmatiche del Vicepresidente Katainen e i primi orientamenti della Commissione europea per il 2015In vista del voto dell'Assemblea plenaria del Parlamento europeo sulla Commissione Juncker, ciascun Commissario è stato audito dalle commissioni competenti del PE ed ha dovuto rispondere ad un questionario scritto. In particolare, Jyrki Katainen, nelle risposte fornite alle Commissioni affari economici e monetari (ECON), occupazione (EMPL), industria (ITRE), politica regionale (REGI) e trasporti (TRAN), ha annunciato le seguenti linee programmatiche:
Il 16 dicembre 2014 la Commissione europea ha Il programma di lavoro della Commissionepresentato il proprio programma di lavoro per il 2015 che, relativamente ai settori di competenza del Vicepresidente Katainen, contempla i seguenti obiettivi prioritari:
Il 28 novembre scorso la L'Analisi annuale della crescitaCommissione europea ha presentato l'Analisi annuale della crescita per il 2015 che individua tre pilastri principali in materia di politica economica e finanziaria: 1) il rilancio degli investimenti; 2) un rinnovato impegno per le riforme strutturali; 3) il perseguimento della responsabilità di bilancio. In particolare, la Commissione raccomanda agli Stati membri di concentrarsi su una serie di riforme chiave: rendere più dinamico il mercato del lavoro e lottare contro l'elevato tasso di disoccupazione; garantire l'efficienza e l'adeguatezza dei sistemi pensionistici e di protezione sociale; creare mercati dei prodotti e dei servizi più flessibili; migliorare le condizioni di investimento per le imprese e la qualità degli investimenti in ricerca e innovazione (R&I); e rendere le pubbliche amministrazioni in tutta Europa più efficienti. Nell'Analisi vengono riportati alcuni esempi positivi di riforme strutturali poste in essere da alcuni Paesi membri. Per quanto riguarda l'Italia, si segnala il fatto che il nostro Paese ha adottato nel 2013 una serie di misure volte ad aumentare la concorrenza e la trasparenza nei mercati del gas e dell'energia elettrica. Le iniziative prese dal governo italiano hanno contribuito ad affrontare l'annosa questione degli elevati prezzi dell'energia in Italia e, secondo stime dell'autorità di regolazione dell'energia, a ridurre i prezzi al consumo. Per quanto concerne il perseguimento delle politiche di risanamento delle finanze pubbliche, apprezzati i progressi registrati per cui il disavanzo medio nell'UE è passato al 4,5% del PIL nel 2011 a circa il 3% nel 2014, nonchè la riduzione del numero dei Paesi soggetti alla procedura per disavanzi eccessivi (da 24 nel 2011 a 11 nel 2014), l'Analisi ribadisce la necessità di politiche di bilancio responsabili e favorevoli alla crescita, in linea con il patto di stabilità e crescita, tenendo conto della particolare situazione di ciascun Paese. Come risulta dalla tabella seguente, il miglioramento non è peraltro omogeneo, in particolare all'interno dell'UEM: infatti, alcuni Paesi (tra cui Francia e Spagna) continuano a registrare anche nel 2015 valori significativamente superiori al 3%. Indebitamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2008-2013 e previsioni 2014- 2015 (% del PIL)
Merita sottolineare l'affermazione per cui i Paesi con un maggior margine di bilancio hanno più ampie possibilità di stimolare la domanda interna e gli investimenti: si tratta tuttavia di un'affermazione che non si traduce in un indirizzo specificamente rivolto ai singoli Paesi interessati. |
La situazione macroeconomicaLa caduta del PILL'andamento del PIL nell'area euro è risultato meno positivo che nell'UE nel suo complesso. La crisi economico-finanziaria iniziata nel 2008 ha prodotto una generale contrazione del PIL in tutta l'Unione europea; l'andamento nel periodo 2008-2013 denota situazioni assai differenziate tra i diversi Paesi membri, come risulta dai seguenti dati (Fonte: Eurostat): Variazione PIL 2008-2013 UE-27 -1,2% Eurozona -1,6% Francia +0,4% Germania +4,3% Italia -8,3% Regno Unito -1,3% Spagna -5,6% In particolare, i Paesi del Mediterraneo registrano i dati più negativi: al riguardo, merita segnalare la contrazione cumulata nel periodo di riferimento in Grecia, che è risultata pari a -26,6%. Analoghe considerazioni possono farsi anche con riferimento alle previsioni per l'anno in corso e per il 2015. Anche in questo caso, infatti, l'area euro registrerebbe un andamento del PIL meno favorevole dell'UE nel suo complesso. Più marcato è il differenziale rispetto agli USA. Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - previsioni 2014-2015 (variazioni % a prezzi costanti)
Per quanto concerne il PIL pro capitePIL pro capite, i dati Eurostat confermano le considerazioni di cui sopra circa l'andamento della crisi nei singoli Paesi, nell'UE e nell'eurozona. In particolare, il PIL pro capite della Grecia, è crollato di oltre il 25%.
PIL pro capite, variazione percentuale cumulata nel periodo 2008-2013 (Fonte: Eurostat)
L'andamento negativo dell'eurozona è più marcato quando si considera il dato sul L'aumento della disoccupazionetasso di disoccupazione; rispetto al 2008, il tasso è infatti passato dal 7,5% all'11,6% nel 2014.
In sostanza, con l'esplosione della crisi si sono accentuati i divari all'interno dell'UE; emerge una vera e propria divaricazione tra alcuni Paesi che hanno sostanzialmente recuperato il vistoso arretramento del 2009 e altri che invece continuano a registrare risultati negativi.
Disoccupazione – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2008-2013 e previsioni 2014-2015 (in % della forza lavoro)
Anche in questo caso, nell'ambito dell'area euro particolarmente elevato è il dato relativo alla Grecia, che - a fronte di un tasso di disoccupazione nel 2008 7,7% - nel 2014 registra una percentuale di disoccupazione del 26,8%.
Lo scoreboard socialeL'accentuazione degli effetti negativi della crisi sul piano sociale, peraltro confermata anche dai risultati emersi in sede di attuazione della Strategia Europa 2020 (vedi infra), ha indotto le istituzioni dell'UE ad assumere l'impegno di integrare nelle procedure di coordinamento delle politiche economiche un sistema di monitoraggio e valutazione dei potenziali squilibri che si possono determinare nel quadro occupazionale e sociale degli Stati membri.
Si può peraltro osservare che, in sede di prima attuazione, in occasione del quarto Rapporto sugli squilibri macroeconomici degli Stati membri, presentato il 28 novembre scorso, nonostante la Commissione affermi che la disoccupazione e gli altri indicatori sociali restano molto preoccupanti in diversi Paesi, agli stessi indicatori sociali è attribuito un carattere meramente ausiliario per cui essi non rientrano tra i parametri rilevanti ai fini della valutazioni degli squilibri macroeconomici.
Nella medesima Analisi annuale della crescita, la seguente tabella mette in evidenza i Paesi in cui gli indicatori sociali presentano valori più preoccupanti e i relativi trend:
Quanto L'eurozona in deflazioneall'inflazione, occorre sottolineare che gli ultimi dati Eurostat, diffusi il 7 gennaio 2015, evidenziano che la zona euro sta attraversando una fase di deflazione, dal momento che l'andamento su base annuale registrato a dicembre 2014 è -0,2%. Anche in materia di La situazione della finanza pubblicafinanza pubblica, la crisi ha comportato un forte incremento del debito in tutti i Paesi, ivi compresa la Germania che, tuttavia, a differenza dei partners dell'UEM, il prossimo anno dovrebbe registrare un miglioramento del dato.
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La revisione della Strategia Europa 2020La Strategia Europa 2020, definita dal Consiglio europeo nelle riunioni di marzo e giugno 2010, delinea gli obiettivi e gli strumenti dell'Unione europea e degli Stati membri in materia di crescita e occupazione per il decennio 2011-2020. L'attuazione della nuova strategia è stata iscritta – anche al fine di prevenire le difficoltà che avevano impedito il conseguimento di molti degli obiettivi della Strategia di Lisbona – nella procedura del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nazionali. In particolare, gli Stati membri devono stabilire le misure per il conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 nell'ambito dei programmi nazionali di riforma da presentare nell'ambito della citata procedura, unitamente ai programmi di stabilità. La Strategia 2020 si articola intorno a cinque obiettivi principali:
Con riferimento alle competenze del Vicepresidente Katainen, assumono particolare rilievo i primi due obiettivi (promozione dell'occupazione e lotta contro l'esclusione sociale). A tale riguardo, secondo gli ultimi dati Eurostat, diffusi in data 7 gennaio 2015 e riferiti al 2013, il Tasso di occupazionetasso di occupazione ha raggiunto il 68,4% nell'UE a 28; i Paesi con le migliori performances risultano essere la Svezia (79,8%), i Paesi Bassi (76,5%) e la Danimarca (75,6%); tra i Paesi di maggiori dimensioni economiche e demografiche, nel Regno Unito si è registrato un tasso del 74,9% di occupati, in Germania il 77,1%, in Francia il 69,6%, in Spagna il 58,6%, in Italia il 59,8% (soltanto Spagna, Grecia e Croazia registrano una percentuale più bassa). Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2014 l'obiettivo del 67-69% nel 2020 (63% a medio termine). Con riferimento al secondo obiettivo, secondo i dati Eurostat disponibili, riferiti al 2013, rispetto al 2010 (anno di avvio della Strategia) la quota di popolazione a Rischio di povertàrischio di povertà o esclusione sociale nell'UE-28 è aumentata di 4,3 milioni; in Italia di 2,5 milioni; nel Regno Unito, di 1,3 milioni; in Germania, di 25mila unità; in Spagna, di 314mila unità; la Francia è l'unico tra i Paesi considerati che ha registrato un trend positivo, riducendo il numero di persone a rischio povertà di 483mila unità. Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2014 l'obiettivo di ridurre entro il 2020 di 2,2 milioni il numero di persone a rischio povertà. Rispetto all'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo, il 7 gennaio 2015 Eurostat ha reso noti i dati relativi alla quota di PIL investita nel settore Ricerca e svilupporicerca e sviluppo tecnologico, a livello dell'UE e dei singoli Stati membri, nel 2013: nell'UE a 28 tale quota è pari al 2,02% del PIL, (+0,02% rispetto al 2012). In Italia la quota in termini percentuali del PIL risulta pari all'1,25% (in calo dello 0,01% rispetto al 2012). Gli investimenti più consistenti in R&S in percentuale del PIL sono stati registrati in Finlandia (3,32%), in Svezia (3,21% del PIL), Danimarca (3,05%), Germania (2,94%) e Austria (2,81%), mentre quelle più basse sono state rilevate in Lettonia (0,66%), in Bulgaria (0,65%), a Cipro (0,48%) e in Romania (0,39%). Si segnalano inoltre i dati di Francia, (2,23%), Regno Unito (1,63%) e Spagna (1,24%). Il Governo italiano ha fissato nel Documento di economia e finanza 2014 l'obiettivo dell'1,53% nel 2020 (1,40% a medio termine). Entro la primavera 2015 le Istituzioni dell'UE dovrebbero procedere ad una valutazione di medio termine sull'attuazione della Strategia, con l'indicazione dei risultati conseguiti e delle progressi da realizzare. Il 5 marzo 2014 la Commissione europea ha presentato una comunicazione che opera un primo bilancio dell'attuazione della Strategia Europa 2020, in vista della revisione intermedia; nella comunicazione si riconosce che il perdurare della crisi economica e finanziaria ha avuto pesanti ripercussioni sul conseguimento degli obiettivi prefissati. Al momento del lancio della Strategia, infatti, la portata e la durata della crisi erano ancora ignote e gli scenari ipotizzabili per il decennio successivo variavano da una crescita forte, una ripresa fiacca o addirittura nulla. La comunicazione passa quindi ad un esame dello stato di attauzione di ciascun obiettivo, rilevando, sulla scorta dei dati sopra richiamati, che l'Unione è prossima al raggiungimento degli obiettivi in materia di istruzione, clima ed energia, mentre è lontana dagli obiettivi su occupazione, ricerca e sviluppo e riduzione della povertà.
Successivamente, nel mese di maggio la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sulla revisione della Strategia che si è conclusa il 31 ottobre. Nel caso dell'Italia sono stati trasmetti numerosi contributi da amministrazioni pubbliche, associazioni di categoria, singoli cittadini , pubblicati nel sito riservato alla consultazione. Tenendo conto degli esiti della consultazione, la Commissione presenterà specifiche proposte per la revisione della Stretagia nei primi mesi del 2015.
Nel corso del secondo semestre 2014 la Presidenza italiana ha sottoposto all'ECOFIN e alle varie formazioni settoriali del Consiglio appositi questionari per raccogliere le posizioni degli Stati membri in materia, svolgendo in alcune delle medesime composizioni un dibattito orientativo. |