Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||||
---|---|---|---|---|---|
Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | Conferenza interparlamentare '365 giorni - Turismo a destinazioni multiple' - Atene, 15-17 maggio 2016 | ||||
Serie: | Bollettino commissioni Numero: 61 | ||||
Data: | 12/05/2016 | ||||
Descrittori: |
| ||||
Nota: | Questo dossier contiene materiale protetto dalla legge sul diritto d'autore, pertanto la versione html è parziale. La versione integrale in formato pdf può essere consultata solo dalle postazioni della rete Intranet della Camera dei deputati (ad es. presso la Biblioteca) |
Camera dei deputati
XVII LEGISLATURA
Documentazione per le Commissioni
riunioni interparlamentari
Conferenza interparlamentare
“365 giorni - Turismo a destinazioni multiple”
Atene, 15-17 maggio 2016
n. 61
12 maggio 2016
Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it).
Il capitolo “Il turismo straniero in Italia” è stato curato dal Servizio Studi, Dipartimento attivita’ produttive (' 066760.9574 - * st_attprod@camera.it).
________________________________________________________________
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.
INDICE
Ordine del giorno
Il turismo nell’unione europea
Le politiche europee sul turismo
Sessione 1 - Turismo marittimo e costiero: sfide e prospettive
La strategia macroregionale adriatico-ionica
Sessione 1A - Connettività delle destinazioni: migliorare l’accessibilità e i trasporti
Miglioramento della connettività – i trasporti
Promuovere la digitalizzazione del settore turistico
Sessione 2 - Forme alternative di turismo
Turismo dei gruppi svantaggiati
Le dimensioni del turismo internazionale
Dimensioni del turismo nell’Unione europea
Il turismo straniero in italia
La destinazione Italia nel contesto internazionale
Il movimento turistico degli stranieri in Italia
La spesa dei viaggiatori stranieri in Italia
L’industria turistica italiana
La Conferenza interparlamentare tratterà temi connessi alla competitività economica, al mercato e concorrenza e alla tecnologia, viste come sfide per l’industria europea del turismo: il superamento della stagionalità turistica; lo sviluppo di forme alternative di turismo; la connettività delle destinazioni, migliorando l’accessibilità ai trasporti. In considerazione delle caratteristiche del paese organizzatore non mancherà un focus sul turismo marittimo e costiero.
Il turismo è una delle principali attività economiche nell'Unione europea con forte impatto sulla crescita economica, l'occupazione e lo sviluppo sociale. Costituisce il terzo settore economico dell'UE e può rappresentare uno strumento potente nella lotta contro il declino economico e la disoccupazione. La sua importanza è riconosciuta dal trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che impone all'Unione di sostenere, integrare e coordinare l'azione degli Stati membri in questo campo (TFUE art. 195).
La Commissione europea stima che il settore assorba 17 milioni di occupati e rappresenta circa il 10% del PIL UE[1] e si è anche dimostrato straordinariamente resistente: nonostante la crisi economica, già nel 2012 le spese dei visitatori stranieri ammontavano a più di 291.000.000.000 € (UE-28), vale a dire ben al di sopra del livello pre-crisi 2008 (€ 265.000.000.000 per l'UE-27)[2].
La politica dell'UE mira a mantenere
la posizione dell'Europa come destinazione turistica importante, massimizzando
il contributo del settore alla crescita e all'occupazione. Inoltre promuove la
cooperazione tra i paesi dell'UE, in particolare attraverso lo scambio di buone
pratiche. L’UE sostiene e coordina le azioni dei paesi membri.
Le principali sfide per l'industria europea del turismo riguardano:
La politica europea riguardante il turismo è definita, in primo luogo, dal quadro tracciato dalla comunicazione "L'Europa, prima destinazione turistica mondiale - un nuovo quadro politico per il turismo europeo" (COM(2010)352) e, in secondo luogo, nella comunicazione "Una strategia europea per una maggiore crescita e l'occupazione costiere e marittime turismo" (COM(2014)86), è definito il quadro per le sfide attuali e si propone una strategia dedicata a migliorare la sostenibilità e la competitività del settore.
Con la prima comunicazione la Commissione si concentra su due concetti chiave: a) la necessità di un approccio sostenibile e b) la necessità di rafforzare la competitività del settore turistico europeo.
La comunicazione del 2010 ha definito una nuova strategia, articolata in 21 azioni specifiche, e il piano d'azione per il turismo dell'UE. Sono state identificate quattro priorità di azione:
La comunicazione "Una strategia europea per una maggiore crescita e l'occupazione costiere e marittime turismo" (COM(2014)86), definisce il quadro per le sfide attuali e si propone una strategia dedicata a migliorare la sostenibilità e la competitività del settore, nonché ad aumentare la crescita e l'occupazione nel settore.
La bellezza, la ricchezza culturale e la diversità delle zone costiere dell'UE le connotano come destinazione preferita da molti turisti in Europa e all'estero: il turismo costiero e marittimo occupa quasi 3,2 milioni di persone (tra cui molti giovani[3]); genera complessivamente un valore aggiunto lordo di 183 miliardi di euro nell'economia dell'UE e conta per oltre un terzo nel prodotto lordo dell'economia marittima. Circa il 51% dei posti letto alberghieri di tutta Europa si concentra in regioni che affacciano sul mare.
Come parte della strategia di crescita
blu
dell'UE (COM(2012)494), al settore turismo costiero e marittimo è stato
attribuito un potenziale speciale per promuovere un'Europa intelligente,
sostenibile e inclusiva. Secondo lo studio sulla Crescita
blu,
crescerà del 2-3% entro il 2020. Nelle sue componenti di turismo balneare,
nautico e croceristico e di navigazione da diporto, è un motore economico
fondamentale per molte regioni costiere e isole europee.
Uno studio commissionato dalla Commissione e pubblicato a settembre 2013, ha tuttavia evidenziato una serie di questioni di carattere generale:
· se da un lato il turismo costiero e marittimo è - come dimostrato - vitale per le attività economiche delle regioni costiere dell'UE, dall'altro, sulla base dei dati statistici ufficiali, la spesa media per notte descresce nel tempo (dai 100 euro del 2000 agli 85 del 2011) e così la lunghezza media del soggiorno (da 3.7 notti del 2000 a 3.4 del 2011). Questo trend proseguirà, anche a causa della concorrenza di luoghi di destinazione extra UE;
· il turismo di massa è soggetto ad una forte volatilità della domanda poiché è costantemente replicato in paesi extra UE a basso costo e presenta limitati potenziali in termini di valore aggiunto, oltre che comportare problemi ambientali;
· mentre il turismo crocieristico registra una buona performance economica, le regioni costiere (inclusi i luoghi di destinazione delle crociere e le zone circostanti) stentano a ricavarne benefici economici e sono sotto pressione in termini di investimenti nei porti. Entrambe le tipologie sono caratterizzati, infatti, dalla presenza di grandi società e operatori turistici con modelli sofisticati. E' urgente dunque la necessità di incrementare la cooperazione tra questi soggetti e gli attori locali, sulla base della condivisione dei benefici economici e degli oneri degli investimenti;
· infine, benché diverse buone pratiche siano emerse negli ultimi anni, i modelli del turismo costiero e marittimo soffrono ancora di problemi legati alla scarsa qualificazione dei lavoratori, al consumo delle risorse naturali, alle conseguenze ambientali per le comunità locali.
La Commissione sta attuando la strategia attraverso un piano d'azione, che contiene 14 azioni, tra le quali:
• colmare le lacune circa la disponibilità dei dati sul turismo;
• promuovere un dialogo paneuropeo tra gli operatori del settore delle crociere, i porti e gli operatori turistici costieri;
• promuovere un quadro per la cooperazione tra le autorità pubbliche e le organizzazioni pubbliche, attraverso il clustering territoriale, reti e strategie intelligenti;
• valutare la necessità di un'azione dell'UE in materia di requisiti di qualificazione per i capitani di yacht professionali, licenze nautiche e requisiti di attrezzature di sicurezza per imbarcazioni da diporto;
• promuovere l'ecoturismo e i prodotti del turismo sostenibile;
• promuovere la diversificazione del turismo;
• massimizzare l'accesso ai finanziamenti dell'UE attraverso una guida on-line con un focus sul turismo costiero e marittimo[4].
La Commissione svolge un ruolo chiave come facilitatore in questo processo, ne monitora i progressi e relaziona regolarmente le altre istituzioni dell'UE. Tutti i principali attori del settore (paesi UE, regioni e industria) sono coinvolti nel processo.
Il dialogo paneuropeo
tra gli operatori di crociera, i porti e gli operatori turistici costieri
Come parte della terza azione della strategia per implementare la comunicazione 'Una strategia europea per una maggiore crescita e l'occupazione nel turismo marittimo e costiero' (COM(2014)86), la Commissione ha promosso un dialogo strutturato sul turismo da crociera il 5-6 marzo 2015. Il dialogo è stato progettato per migliorare le sinergie nel settore, puntando alla condivisione delle migliori pratiche circa strategie di innovazione, competitività e sostenibilità.
Conferenza sulla cooperazione intelligente nel settore del turismo costiero e marittimo - Incoraggiare partenariati transnazionali attraverso cluster e reti
Come parte della
quarta azione della strategia volta a rafforzare il ruolo delle organizzazioni
dei cluster e delle reti come fattori di sviluppo per la crescita e
l'occupazione nei settori del turismo marittimo e costiero, la Commissione
europea il 20 gennaio 2015 ha tenuto una conferenza sulla cooperazione
intelligente nel settore del turismo costiero e marittimo - Incoraggiare
partenariati transnazionali attraverso cluster e reti.
All’interno del quadro generale si iscrive uno specifico pilastro, dedicato al turismo sostenibile, della Strategia macroregionale adriatico-ionica presentata dalla Commissione europea nel giugno 2014.
La strategia, che si articola in una comunicazione (COM(2014)357) e in un piano di azione specifico (SWD(2014)190), si propone una più stretta cooperazione in settori come la promozione dell'economia marittima, la protezione dell'ambiente marino, il completamento dei collegamenti nel settore dei trasporti e dell’energia e la promozione del turismo sostenibile. Si tratta della prima strategia macroregionale dell’UE con un numero così elevato di paesi extraunionali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia) che hanno collaborato con Stati membri dell'UE (Croazia, Grecia, Italia e Slovenia).
Ciascun elemento del piano d'azione è stato coordinato da una coppia di paesi (uno Stato membro dell'UE e un paese non UE):
- la Grecia e il Montenegro sulla "crescita blu";
- l'Italia e la Serbia sul tema "Collegare la regione" (reti dei trasporti e dell'energia);
- la Slovenia e la Bosnia-Erzegovina sulla "qualità ambientale";
- la Croazia e l'Albania sul "turismo sostenibile".
Vi sono inoltre gli aspetti trasversali: il capacity building e la ricerca, l'innovazione e le piccole e medie imprese; la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento agli stessi, nonché la gestione del rischio di catastrofi.
La strategia non accederà a finanziamenti aggiuntivi dell'UE, ma dovrebbe mobilitare i finanziamenti esistenti a livello nazionale e unionale nonché attirare investimenti privati. In particolare, all'attuazione della strategia contribuiranno i fondi strutturali e di investimento europei (Fondi ESI), nonché lo strumento di preadesione (IPA).
Con riferimento, in
particolare, al turismo sostenibile, l’obiettivo di tale
pilastro, coordinato da Croazia e Albania, è lo sviluppo del potenziale
della regione in termini di turismo innovativo, sostenibile, responsabile e
di qualità. La diversificazione dei prodotti e dei servizi turistici e
il superamento della stagionalità, ad avviso della Commissione,
permetteranno di stimolare le imprese e creare posti di lavoro. La
promozione a livello mondiale del "marchio" adriatico-ionico
di prodotti e servizi turistici accrescerà la domanda.
Due sono, in particolare, le direttrici lungo le quali si potrebbero sviluppare le azioni della strategia. In primo luogo, la diversificazione dell’offerta turistica, sfruttando le potenzialità del clima e del mercato per creare una dinamica fortemente orientata alle imprese e basata sulle migliori pratiche.
In secondo luogo, ulteriori
misure da adottare dovrebbero riguardare standard e regole comuni, la
riduzione dell'impatto ambientale del turismo di massa, il miglioramento delle
competenze e il coinvolgimento di tutte le parti interessate (pubbliche,
private, visitatori) nella promozione di un concetto di turismo sostenibile
e responsabile.
La comunicazione individua già due obiettivi da raggiungere entro il 2020:
· l’aumento del 50% degli arrivi di turisti fuori stagione;
· la creazione di 5 nuovi itinerari turistici macroregionali.
Il Piano d’azione della strategia macroregionale adriatico-ionica
Il Piano di azione reca il dettaglio delle misure che si intendono adottare per il raggiungimento degli obiettivi. In primo luogo, esso sottolinea la necessità di legare la sostenibilità del turismo alle prospettive commerciali e di business, chiamando in causa, in particolare, il Forum delle Camere di Commercio dell'Adriatico e dello Ionio (AIC Forum), che collega le camere di commercio della maggior parte dei paesi che partecipano alla strategia. Un ulteriore passo è costituito dalla eliminazione delle attuali barriere amministrative e burocratiche per facilitare lo sfruttamento delle opportunità commerciali. A tale proposito, il Piano di azione fa riferimento ad una tavola rotonda dedicata al turismo, in particolare dedicata al Project Management dell'Unione europea e alla Corte Internazionale dell'Adriatico e dello Ionio, con cui si intende influenzare le politiche a favore delle PMI in modo da aumentare l’attrattiva turistica della macroregione.
Il Piano d’azione, con riferimento al turismo sostenibile, individua due direttrici da seguire, per ognuna delle quali elenca, indicativamente, le azioni che si intendono intraprendere.
Diversificazione dell’offerta turistica
La diversificazione di prodotti e servizi può sia attirare un numero maggiore e di diverso tipo di turisti, sia prolungare le stagioni turistiche, creando nuovi e migliori posti di lavoro per l'economia della Regione. La strategia dovrebbe sviluppare una forte dinamica commerciale e business-oriented basata sulle migliori pratiche (soprattutto a livello transnazionale e/o interregionale) e dovrebbe essere attuata attraverso piani d'azione regionali integrati di sviluppo territoriale, in coerenza con piani di trasporto sostenibili e piani per la qualità dell'aria.
Lo sviluppo
sostenibile nella regione adriatico-ionica dovrebbe basarsi sui vantaggi
climatici e di mercato, non ancora adeguatamente sfruttati. Inoltre, non
risultano adeguatamente sviluppate né integrate in più ampie strategie di
sviluppo regionale molte forme alternative e potenzialmente sostenibili di
turismo (ad esempio, industrie creative culturali e l'imprenditorialità
culturale), che potrebbero il vantaggio turistico socio-economico della
Regione.
Tra le azioni indicativamente delineate dal Piano di azione, si segnalano:
- la costruzione di un brand di prodotti e servizi turistici;
- il miglioramento dell’offerta turistica sostenibile;
- la valorizzazione del settore della nautica da diporto;
- l’implementazione di azioni di R&S nel settore del turismo sostenibile;
- percorsi tematici e sostenibili;
- promozione del patrimonio culturale adriatico-ionico;
- miglioramento dell'accessibilità dei prodotti e servizi turistici adriatico-ionici;
- aggiornamento dei prodotti locali.
Gestione del turismo sostenibile e responsabile (innovazione e qualità)
Le attuali attività di turismo intensivo sono molto importanti e redditizie. Tuttavia, a causa di una gestione non sempre attenta, si producono anche effetti negativi (produzione di rifiuti, pressione sulla fornitura di acqua, impatto sulla terra e la biodiversità, ecc) sull’ambiente costiero, marino e dell'entroterra.
Ad avviso della Commissione europea, la cooperazione tra le zone costiere dell’Adriatico e dello Ionio nella gestione del turismo sostenibile è attualmente piuttosto limitata. Sono pertanto necessarie azioni indirizzate agli operatori del turismo e volte, in primo luogo, a meglio definire e comprendere il concetto di "sviluppo sostenibile" (per esempio, interventi per promuovere la definizione di norme e regole generalmente accettate e il miglioramento della cooperazione tra enti pubblici e associazioni turistiche private). Tra le conseguenze positive di un approccio comune si avranno l’aumento dei flussi turistici e l'accesso a nuovi mercati turistici, maggiori opportunità di business, la diffusione di nuove tecnologie e know-how, una maggiore occupazione e lo sviluppo delle imprese, una maggiore efficienza nell’uso delle risorse e la conservazione del capitale naturale e del patrimonio culturale.
L'industria del turismo ha anche bisogno di costruire reti di trasferimento di innovazione, al fine di sviluppare meglio i propri prodotti e servizi e per aumentare la qualità e valore. Le esigenze di sostenibilità, tuttavia, devono essere collegate alle prospettive commerciali. Gli obiettivi di questo filone di azioni mirate sono il rafforzamento della cooperazione tra enti pubblici e soggetti privati, la promozione delle PMI turistiche competitive e innovative, il superamento della stagionalità e la promozione della sostenibilità del settore turistico.
Tra le azioni indicativamente delineate dal Piano di azione, si segnalano:
- la creazione di una Rete di imprese di turismo sostenibile e cluster;
- la facilitazione dell’accesso ai finanziamenti per le nuove start-up innovative;
- la promozione della Regione sui mercati mondiali;
- il superamento del turismo stagionale;
- la formazione delle competenze professionali e imprenditoriali nel turismo;
- la facilitazione della circolazione turistica;
- un’azione mirata per un turismo più sostenibile e responsabile, anche attraverso l'utilizzo di indicatori per misurare lo sviluppo sostenibile a livello di destinazione.
Uno dei mercati turistici europei che resta ancora largamente non sfruttato è quello del turismo accessibile. Si tratta di una delle aree chiave in cui il settore turistico europeo può incrementare le sue offerte di servizi e prodotti sostenibili e di alta qualità, migliorando la competitività e aumentando la propria di quota di mercato globale.
Secondo la stima delle Nazioni Unite, circa 650 milioni di persone nel mondo vivono con disabilità. Insieme con le loro famiglie, questo significa che circa 2 miliardi di persone - un terzo della popolazione mondiale - sono direttamente colpiti da disabilità.
Lungi dall'essere rivolti esclusivamente ad un mercato
di "nicchia" presunta delle persone con disabilità, le strutture e i
servizi accessibili sono in grado di garantire esperienze confortevoli e sicure
per il crescente numero di persone anziane, persone con condizioni di salute
critiche a lungo termine e le famiglie con bambini piccoli.
In uno studio commissionato dalla Commissione europea, si è calcolato che la dimensione del mercato del turismo accessibile in Europa ammonta a circa 780 milioni di viaggi nel 2012 e che il suo contributo al PIL per lo stesso periodo si aggira intorno ai 351.936 milioni di euro.
Numerose ricerche[5] effettuate sulle esperienze di prenotazione e viaggio di viaggiatori con disabilità negli ultimi anni hanno evidenziato peraltro una domanda frustrata ed un’inadeguatezza della fornitura dei servizi sia in Europa sia nel mercato internazionale.
Inoltre, la popolazione anziana, in crescita, è stata
riconosciuta come un potente motore per il mercato del turismo accessibile,
avendo spesso maggiore disponibilità finanziaria e di tempo libero.
In aggiunta all’incentivo economico, l’accessibilità del turismo è anche una responsabilità sociale. L’UE ha firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone disabili, che si prefigge tra l’altro la parità di accesso al turismo e al tempo libero. Da ciò deriva l'imperativo politico per le imprese di consentire ai cittadini con disabilità nell'Unione europea di praticare pienamente al turismo, in tal modo permettendo loro di esercitare i loro diritti a scegliere le destinazioni di viaggio, senza ostacoli.
L’introduzione da parte del Parlamento europeo di una linea di bilancio denominata “Preparatory Action on Tourism Accessibility for All” nel 2012 ha segnato un passo significativo nel crescente riconoscimento del valore economico del settore, nonché un punto di svolta nella considerazione della vasta gamma di "visitatori con disabilità o con altri requisiti di accesso" e della loro importanza come turisti in Europa.
In connessione con l’introduzione della nuova linea di bilancio, nel 2012 la Commissione ha commissionato tre studi sull’argomento:
La Commissione sta inoltre co-finanziando progetti relativi a progettazione, attuazione e commercializzazione di itinerari turistici accessibili. L’obiettivo è quello di incrementare le opportunità di viaggio disponibili per le persone con speciali necessità in termini di accesso, promuovere l’inclusione sociale e migliorare le competenze dell’industria turistica.
Un invito a presentare proposte è stato pubblicato nel 2013 ed ha consentito di selezionare otto progetti (di cui cinque relativi all’Italia) finanziati nell’ambito della citata linea di bilancio; ulteriori progetti sono stati selezionati nel 2015 nell’ambito di COSME, il programma dell’Unione europea per la competitività delle imprese e delle piccole e medie imprese per il periodo 2014-2020 con un bilancio previsto di 2,3 miliardi di euro.
La Commissione premia inoltre con l’European Excellence Awards for Accessible Tourism le imprese turistiche che fanno dell'accessibilità un aspetto di primo piano del loro lavoro.
Il miglioramento dell’intermodalità e della connettività dei trasporti è una questione chiave per lo sviluppo del turismo e la competitività del settore. Lo è in modo particolare in zone remote e periferiche per le quali il turismo è un motore economico e, talvolta, la spina dorsale dell'economia.
Il crescente numero di viaggiatori crea
numerose sfide in termini di infrastrutture di trasporti, intermodalità,
informazioni agli utenti e interoperabilità delle tecnologie. I maggiori hub
(aeroporti, stazioni ferroviarie e porti) in particolare necessitano di essere
connessi adeguatamente alla città e ai centri turistici per sostenere lo
sviluppo del turismo, evitare congestioni e fornire servizi ai visitatori.
Si tratta di un tema complesso, che richiede una sinergia tra i settori del turismo e dei trasporti, caratterizzati entrambi da competenze distribuite tra diversi organismi e tra diversi livelli territoriali. Il tema è stato affrontato dal Comitato turismo dell’OCSE che in uno studio del 2015 ha individuato anche una serie di esempi positivi, dall’Australia - che ha istituito a partire dal 2009 una serie di gruppi di lavoro interdisciplinari per definire una strategia turistica di lungo termine - a Singapore dove il potenziamento e il miglioramento dell’aeroporto hanno fatto della città una importante destinazione turistica all’Austria che ha assunto diverse iniziative per migliorare la cooperazione tra i responsabili dei settori turismo trasporti e ambiente.
Sul tema la Commissione europea sta assumendo alcune azioni:
· analisi delle sfide per fornire una migliore connettività e intermodalità dai principali hub alle destinazioni turistiche in stretta collaborazione con il Comitato Turismo dell'OCSE;
· cooperazione con le competenti direzioni generali della Commissione europea per contribuire a fornire informazioni sulla mobilità multimodale, sulla pianificazione dei viaggi e sui servizi di biglietteria;
· facilitare la cooperazione e il coordinamento tra i soggetti competenti nelle varie modalità di trasporto per migliorare l'intermodalità e l'interconnettività.
Le reti TEN-T
Per quanto riguarda le infrastrutture, un contributo importante può derivare dalla realizzazione del progetto TEN-T, volto a stabilire un'unica rete transeuropea multimodale per integrare trasporto terrestre, marittimo e aereo, consentendo a merci e persone di circolare rapidamente e facilmente tra gli Stati membri. Con il progetto ci si prefigge di affrontare quattro grandi problematiche:
- i collegamenti mancanti, in particolare nelle tratte transfrontaliere;
- la notevole disparità sotto il profilo della qualità e della disponibilità di infrastrutture tra e all'interno degli Stati membri (strozzature). In particolare, devono essere migliorati i collegamenti est-ovest, attraverso la creazione di nuove infrastrutture di trasporto e/o la manutenzione, il ripristino o l'aggiornamento delle infrastrutture esistenti;
- la frammentazione dell'infrastruttura dei trasporti tra i diversi modi di trasporto. Per quanto riguarda i collegamenti multimodali, in Europa molti terminali merci, stazioni passeggeri, porti interni, porti marittimi, aeroporti e nodi urbani non sono all'altezza del compito;
- gli Stati membri continuano ad avere norme e requisiti operativi diversi, in particolare in materia di interoperabilità, il che non fa che aggiungere ostacoli e strozzature alle infrastrutture di trasporto..
Nel 2013 il totale delle attività di trasporto passeggeri nell’UE a 28 per tutti i mezzi di trasporto è stato stimato in 6.465 bilioni di persone per km, vale a dire che ogni cittadino dell’UE ha percorso in un anno una media di 12.900 km.
La rete TEN-T sarà articolata in due livelli:
· una rete globale (da realizzarsi entro il 2050) che mira a garantire la piena copertura del territorio dell'UE e l'accessibilità a tutte le regioni (138.072 km di linee ferroviarie; 136.706 km di strade; 23.506 km di vie d’acqua interne).
·
una rete centrale a livello UE (da
realizzarsi entro il 2030) basata su un “approccio per corridoi”. E’ parte
della rete globale ed è stata individuata sulla base della sua importanza
strategica per i principali flussi di trasporto europeo e globale. La lunghezza
totale della rete centrale ammonta a:
- 50.762 km di linee ferroviarie;
- 34.401 km di strade;
- 12.880 km di vie d’acqua interne.
La rete collegherà:
- 94 grandi porti europei con linee ferroviarie e stradali;
- 38 grandi aeroporti con linee ferroviarie che portano alle città principali;
- 15 000 km di linee ferroviarie convertite ad alta velocità;
- 35 progetti transfrontalieri destinati a ridurre le strozzature.
Il completamento delle reti TEN-T richiede 500 miliardi di euro, di cui 250 miliardi per la rete centrale e i progetti annessi. In conseguenza del fatto che le risorse disponibili non sono sufficienti per realizzare integralmente i progetti inclusi nelle reti TEN-T, il Meccanismo per collegare l'Europa - istituito dal regolamento (UE) n. 1316/2013 dell'11 dicembre 2013 - delinea un piano di investimenti destinato a migliorare le reti europee di trasporto (oltre alle reti di energia e telecomunicazioni), contribuendo a creare posti di lavoro e a rafforzare la competitività dell'Europa, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020.
La dotazione finanziaria per il Meccanismo per collegare l'Europa per il periodo 2014-2020 è pari a 33,24 miliardi di euro, di cui 24,05 miliardi sono destinati al settore dei trasporti e agiranno come "capitale di avviamento" per stimolare ulteriori investimenti da parte degli Stati membri.
L'esperienza degli ultimi anni dimostra che ogni milione di euro speso a livello europeo genererà 5 milioni dai governi degli Stati membri e 20 milioni dal settore privato.
I porti
Nel quadro del miglioramento della
connettività un ruolo importante può essere rivestito dai porti, in particolare per collegare le zone
periferiche e le isole alla terraferma. I porti europei sono
punti di accesso al continente europeo: da essi transitano ogni anno 385
milioni di passeggeri. Oltre agli interventi previsti nell’ambito del
progetto TEN-T, nel 2013 la Commissione ha presentato una strategia
volta ad incrementare la competitività e l’attrattività dei porti europei,
prevedendo azioni che migliorino i servizi forniti, ivi compreso l’ampliamento
dei terminal dei passeggeri, e aumentino il profilo ambientale dei porti.
L’innovazione digitale è un aspetto chiave della competitività del settore turistico, ma le piccole e medie imprese turistiche europee sono in ritardo nell'utilizzo delle potenzialità offerte dalle tecnologie moderne.
Nel 2015 la Commissione ha adottato la strategia
per il mercato unico digitale, il cui scopo è quello di migliorare
l'economia digitale attraverso lo smantellamento delle barriere e il passaggio
da 28 mercati nazionali ad un mercato unico. La strategia si basa su 3 pilastri
e contiene 16 iniziative. Le più rilevanti per il settore del settore del
turismo sono:
Pilastro 1: Migliore accesso dei consumatori e delle imprese ai beni e servizi digitali in tutta Europa
· proposte legislative su norme contrattuali transfrontaliere semplici ed efficaci a favore di consumatori e imprese, che comprendono l’armonizzazione delle norme UE in materia di appalti e di tutela dei consumatori al momento dell'acquisto on-line;
· proposte legislative per affrontare la pratica discriminatoria ingiustificata del geo-blocking utilizzato per motivi commerciali, quando i venditori on-line o negano ai consumatori l'accesso a un sito web in base alla loro posizione, o li re-indirizzano ad un negozio locale con diversi prezzi;
· indagine sulla concorrenza nel settore del commercio elettronico, vertente sulla cessione online di merci e sulla prestazione online di servizi
· proposte legislative per ridurre l'onere amministrativo gravante sulle imprese a causa dei diversi regimi dell'IVA.
Pilastro 2: Creare un contesto favorevole affinché le reti e i servizi digitali possano svilupparsi
Analisi globale del ruolo delle piattaforme on-line (tra cui i motori di ricerca) nel mercato, che coprirà temi quali la non trasparenza dei risultati di ricerca e delle politiche dei prezzi, come si utilizzano le informazioni acquisite, i rapporti tra le piattaforme e fornitori e la promozione dei propri servizi a svantaggio dei concorrenti - nella misura in cui questi non siano già coperti da diritto della concorrenza.
Pilastro 3: Massimizzare il potenziale di crescita dell'economia digitale
Adozione di un piano integrato di standardizzazione delle regole tecniche in settori e tecnologie considerati d'importanza critica per il mercato unico digitale, (5G, cloud computing, Internet delle cose, cybersicurezza, tecnologie dei dati) sulle cui base si possono sviluppare servizi e prodotti in diversi comparti tra i quali anche i trasporti e il turismo. In tale ambito, la Commissione sta proponendo le seguenti azioni:
accesso delle PMI alle competenze digitali.
L'iniziativa Calypso aiuta le persone
svantaggiate ad andare in vacanza, aumentando il turismo in bassa stagione. La
Commissione europea ha finanziato una serie di progetti che contribuiscono
all'iniziativa.
Calypso funziona attraverso la promozione di scambi transnazionali tra i diversi paesi o regioni durante le basse stagioni turistiche. L'iniziativa è in corso dal 2009.
Mira a sostenere quattro gruppi:
• i giovani adulti svantaggiati (di età compresa tra 18-30);
• le famiglie a basso reddito;
• persone con disabilità;
• persone con più di 65 anni e pensionati che non possono permettersi di viaggiare o sono scoraggiate dalle complicazioni di organizzare un viaggio.
Tra i gruppi target Calypso, gli anziani hanno dimostrato il maggiore potenziale di mercato. Questo gruppo ha più tempo libero, una migliore salute, l'aspettativa di vita più alta, e una maggiore capacità di spesa rispetto alle generazioni precedenti. Secondo Eurostat, più di 128 milioni di persone nell'UE sono di età compresa tra 55 e 80 anni.
Tuttavia, il potenziale degli anziani di impegnarsi in turismo non è stato sfruttato appieno. Solo il 41% degli anziani viaggia (rispetto al 55% dei 25-44 anni) e sette viaggi su dieci sono all'interno del proprio paese. La Commissione ha deciso di sviluppare una strategia per il turismo di alto livello per aumentare la quota di turismo transnazionale di anziani in bassa stagione, sia dall'UE e da paesi extra-UE.
Il modello di scambio Calypso:
• promuove il turismo fuori stagione, in particolare nelle regioni in cui il turismo è ben sviluppato, ma altamente stagionale;
• fornisce alle destinazioni e mete meno conosciute o emergenti l'opportunità di farsi conoscere da una più ampia platea di turisti europei;
• incoraggia
un'occupazione più di lunga durata nel settore del turismo, rendendo possibile
l'estensione, oltre il periodo di alta stagione, dei posti di lavoro.
Uno dei principali progetti finanziati dalla Commissione europea è stata la piattaforma B2B eCalypso. Creata nel 2013, è un mercato virtuale che riunisce organizzazioni coinvolte nell'invio dei gruppi target in vacanza e fornitori di alloggio, soprattutto in bassa stagione. E’ anche un luogo di incontro per la comunità degli operatori del turismo sociale europeo che offre una serie di riferimenti sul turismo sociale in Europa, comprese le pubblicazioni, le migliori pratiche, notizie e informazioni di base su iniziativa Calypso. Un’iniziativa pilota rivolta ai giovani è partita nel 2014.
Promuovere il turismo in bassa stagione può stimolare la
crescita economica e l'occupazione in Europa. La Commissione europea ha
individuato anziani e giovani, come i gruppi che possono viaggiare facilmente
durante la bassa stagione. Rafforzare il loro contributo al turismo potrebbe
contribuire a superare la sfida della stagionalità e contribuire alla
competitività dell'industria.
Gli anziani (età 55 anni e superiore) rappresentano 128 milioni di persone, circa il 25% della popolazione europea e per le ragioni già richiamate sono un significativo mercato potenziale. I giovani europei (quelli di età compresa tra 15 e 29 anni), d’altra parte rappresentano 96 milioni di cittadini, circa un quinto della popolazione totale (19,4%). Il volume di viaggi dei giovani è in rapida crescita e rappresenta e uno dei più dinamici mercati del settore turistico globale.
Nel maggio 2012, la Commissione ha avviato la fase pilota del progetto 'Senior Tourism Initiative'. Questa fase pilota ha lo scopo di definire le condizioni quadro per aumentare i viaggi transnazionali degli anziani fuori dei periodi di alta stagione, contribuendo alla competitività dell'industria. In particolare, vengono stimolati partenariati tra il settore privato e quello pubblico, comprese le piccole e medie imprese (PMI), volti ad per offrire pacchetti competitivi. Dal 2014 le iniziative per rafforzare i viaggi fuori stagione sono state estese anche al pubblico dei giovani: degli otto progetti cofinanziati due erano italiani (uno dedicato ai giovani e uno dedicato agli anziani).
La Commissione europea ha pubblicato il rapporto,
'Facilitare i meccanismi di cooperazione per aumentare i viaggi di turisti
anziani in Europa e dai paesi terzi, in bassa e media stagione', redatto in
collaborazione con un gruppo di esperti che raccoglie le informazioni e le
attuali conoscenze sul mercato del turismo di alto livello con l’obiettivo è di
proporre raccomandazioni per le azioni strategiche ed individuare i ruoli che
le parti coinvolte potrebbero svolgere nella loro attuazione. Il rapporto
fornisce, quindi, informazioni su:
• il mercato del turismo di alto livello, con particolare attenzione alle caratteristiche principali del mercato;
• lo sviluppo del prodotto turistico;
• le opportunità offerte dai mercati dei paesi non-UE;
• governance e opportunità di finanziamento.
Il Rapporto è stato seguito da un progetto di piano d'azione. All'inizio del mese di luglio 2014 è stato distribuito ai soggetti pubblici e privati interessati per eventuali commenti e contributi, discussi in un workshop nel mese di ottobre del 2014. La Commissione ha lanciato, quindi, un invito a manifestare interesse a istituire una “European Union Low Season Tourism Initiative Board”' (EULSTIB) per il periodo 2015-2016. Il board è stato costituito il 24 novembre 2014 con il fine di definire una road map e garantire la guida, il coordinamento e il monitoraggio delle attività intraprese nel quadro del piano d'azione in stretta collaborazione con la Commissione europea. Il consiglio è costituito da esperti dei governi, del settore privato, dell'industria europea, del mondo accademico e della società civile.
L’iniziativa della Commissione europea
nota come Destinazioni europee di eccellenza (EDEN) comprende
competizioni regolari per selezionare una 'destinazione di eccellenza'
emergente, o meno nota, basata sull’impegno per la sostenibilità sociale,
culturale e ambientale. Attraverso la selezione delle destinazioni, EDEN
raggiunge l'obiettivo di attirare l'attenzione sui valori, la diversità e le
caratteristiche comuni delle destinazioni turistiche europee.
Ogni competizione si basa su un tema specifico, come il turismo rurale, il turismo acquatico, o il turismo accessibile. I vincitori del concorso si uniscono alla rete EDEN, dove possono condividere le buone pratiche con le loro controparti in tutta Europa.
La Commissione europea ha avviato il progetto nel 2006 e continua a svolgere un ruolo di coordinamento. Essa incoraggia il dialogo tra le parti interessate, co-finanzia le procedure di selezione, e organizza la cerimonia di premiazione e una campagna di comunicazione. Fino ad oggi si sono svolte sette edizioni. I temi sono stati i seguenti: Migliore destinazione per il turismo rurale d’eccellenza; Turismo e patrimonio immateriale locale; Turismo e aree protette; Turismo acquatico; Turismo e rigenerazione dei siti fisici; Turismo accessibile. L’ultima edizione, sul tema Turismo e gastronomia locale, nel 2015, ha visto la partecipazione di 20 paesi europei. Ciascun paese ha selezionato una destinazione vincitrice e fino a quattro seconde classificate. Le destinazioni vincitrici hanno implementato con successo una offerta turistica in base alla loro specifica gastronomia locale.
La comunicazione della Commissione del 19 ottobre 2007 intitolata «Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo» [COM(2007) 621] segna l'avvio ufficiale e l'adozione di un'agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo. Prosperità economica, equità e coesione sociale, tutela dell'ambiente e della cultura: tali sono gli obiettivi dell'Agenda.
Questi obiettivi implicano molte sfide
per il settore, fra cui:
Il conseguimento degli obiettivi dell'Agenda viene realizzato sulla base di politiche adeguate come la gestione sostenibile delle destinazioni (ad esempio, attraverso la pianificazione dell'utilizzo dello spazio e del suolo oppure le decisioni di investimenti in materia di infrastrutture e di servizi), la considerazione delle questioni legate alla sostenibilità da parte delle imprese e la sensibilizzazione dei turisti nei confronti della sostenibilità.
Per arrivare ad un
turismo allo stesso tempo competitivo e sostenibile la Commissione europea,
nell’Agenda, propone i seguenti principi:
Nell’Agenda sono indicate alcune azioni cardine che la Commissione europea intende applicare:
· mobilitare gli operatori per produrre e condividere la conoscenza
· Promuovere le destinazioni d'eccellenza
· Mobilitare gli strumenti finanziari comunitari
· Integrare sostenibilità e concorrenzialità nelle politiche della Commissione
Mobilitare gli operatori per produrre e condividere la conoscenza
Le prassi ottimali in materia di sostenibilità e competitività del turismo devono essere condivise. La Commissione europea sostiene, quindi, le seguenti iniziative:
Promuovere le destinazioni d'eccellenza
La Commissione europea continuerà la realizzazione dell'iniziativa «Destinazioni europee d'eccellenza» (EDEN) (v. supra) e a promuovere l'Europa come destinazione sostenibile di qualità. A tal fine è prevista la collaborazione con la Commissione europea del turismo (European travel commission) e con le organizzazioni nazionali del turismo, sostenendo ulteriormente il portale delle destinazioni turistiche europee .
Mobilitare gli strumenti finanziari comunitari
Il 3 aprile 2016 la Commissione europea ha pubblicato una Guida dei programmi di finanziamento previsti nel periodo 2014-2020, con l’elenco dei programmi disponibili
Integrare sostenibilità e concorrenzialità nelle politiche della Commissione
Varie politiche comunitarie possono influire sul turismo e sulla sua sostenibilità: ambiente, trasporti, occupazione o ricerca. Tali politiche possono avere impatti diversi in funzione dei territori. La Commissione terrà conto delle necessità specifiche dei territori, che si tratti di spazi costieri e marittimi, di zone di montagna, di zone rurali o anche di zone urbane.
Diversificazione
dell'offerta turistica europea - prodotti turistici transnazionali sostenibili. La Commissione
co-finanzia prodotti turistici che possono contribuire alla crescita del
turismo. Per diversificare l'offerta turistica europea, la Commissione europea
propone un cofinanziamento attraverso il programma COSME di prodotti turistici
transnazionali sostenibili che diversificano l'offerta turistica europea.
Si tratta di prodotti tematici (o servizi) in settori quali l'eco-turismo, turismo sportivo, turismo enogastronomico, turismo della salute e del benessere, turismo dei siti naturali protetti e natura-turismo. L’offerta riguarderà, ad es., itinerari transnazionali o progetti in settori quali il turismo ecologico, turismo sportivo, turismo enogastronomico, turismo della salute e del benessere, il turismo natura, o 'turismo lento' - viaggio che permette ai turisti di impegnarsi più a fondo con le comunità lungo il loro percorso. Gli scopi dell’iniziativa sono:
• rafforzare la cooperazione transnazionale nel settore del turismo sostenibile;
• incoraggiare una maggiore partecipazione nel settore del turismo sostenibile per le piccole e micro imprese, e le autorità locali;
• stimolare la competitività del settore turistico europeo.
Strumenti di gestione del turismo sostenibile
Le destinazioni turistiche sono sempre più chiamate ad affrontare sfide sociali, culturali, economiche e ambientali. Per esse, essere in grado di misurare le loro prestazioni in relazione alla sostenibilità è essenziale. La Commissione europea ha messo a punto un “Sistema europeo di indicatori del Turismo” (ETIS) adatto per tutte le destinazioni turistiche, che può incoraggiarle ad adottare un approccio alla pianificazione turistica più intelligente. Si tratta di uno strumento di gestione, di supporto per quelle destinazioni che intendono realizzare un approccio sostenibile alla gestione turistica; costituisce un sistema di monitoraggio facile da usare per la raccolta dei dati e delle informazioni dettagliate che consente alle destinazioni di monitorare le loro prestazioni durante gli anni; è, inoltre, uno strumento di informazione (ma non un sistema di certificazione), utile per i responsabili politici, le imprese turistiche e le altre parti interessate.
ETIS fornisce un toolkit con il supporto primario (linee guida) e con spiegazioni di ciò che gli indicatori rappresentano e di come vanno usati. Viene avvisato che ETIS integra altri strumenti e metodologie esistenti a livello internazionale ed europeo. L'insieme dei dati delle destinazioni viene inserito in un documento Excel che può essere utilizzato manualmente per la raccolta dei dati raccolti durante l'attuazione ETIS.
ETIS è stata implementata volontariamente e con successo in 2 fasi pilota dal 2013, da oltre 100 destinazioni (tra cui destinazioni non-UE). Le destinazioni partecipanti hanno dimostrato che la sostenibilità e l'accessibilità alle destinazioni turistiche sono sia finanziariamente che logisticamente possibili e che possono migliorare la competitività di tutto il settore del turismo.
Le destinazioni che utilizzano ETIS possono migliorare la loro sostenibilità economica, contribuendo a preservare i diversi paesaggi naturali che il continente europeo ha da offrire consentendo, per altro, l'accesso a tutti.
Le piste ciclabili sono un buon esempio di turismo ecocompatibile sostenibile. Dal 2009 al 2011, la Commissione europea ha assegnato una serie di sovvenzioni ai progetti selezionati che supportano lo sviluppo e la promozione di percorsi ciclabili in tutta l'Europa.
Nel 2009, la
Commissione europea ha organizzato attività di sensibilizzazione circa la 'Iron
Curtain Trail', circa 6.800 km di pista ciclabile che segue il vecchio confine
politico europeo noto come 'cortina di ferro' che si estende dal Mare di
Barents al Mar Nero. Le attività hanno evidenziato l'impatto del percorso per
lo sviluppo economico regionale e il suo contributo al turismo sostenibile[6].
Nel 2010, la Commissione ha assegnato sovvenzioni a sei progetti per migliorare la sostenibilità e la competitività del turismo in bicicletta europea.
Nel 2011, la Commissione ha sostenuto lo sviluppo di EuroVelo.com. EuroVelo è una rete di 14 rotte a lunga distanza gestite dalla Federazione europea dei ciclisti. Essa contribuisce alla promozione e allo sviluppo di un cicloturismo più sostenibile e responsabile.
Nel 2013, la Commissione ha assegnato sovvenzioni per 2 progetti relativi alle piste ciclabili EuroVelo: EuroVelo 13 - Iron Curtain Trail e EuroVelo 8 - Il percorso del Mediterraneo.
La rete EuroVelo
EuroVelo è una rete europea di piste ciclabili che cerca di offrire una rete di trasporti transeuropea sostenibile. Si compone di quattordici percorsi ciclabili di lunga distanza che si estende per circa 70.000 km, di cui circa 45.000 km già in funzione. La rete è gestita dalla European Cyclists 'Federation (ECF), che sta lavorando per garantire che tutte le rotte offrano elevati standard di progettazione, segnaletica e ne cura la promozione in tutta Europa. La rete è promossa principalmente attraverso le pagine web di ECF, con un sito web pubblico dedicato. EuroVelo cerca di valorizzare il turismo locale attraverso percorsi a lunga distanza esistenti nei paesi. L’approccio è essenzialmente volto ad aggiornare percorsi di alto livello e imponendoli come “marchio” EuroVelo in termini di comunicazione, e segnaletica, e di mercato. Si tratta, con ogni evidenza, di un processo frammentato considerando i diversi livelli di risorse disponibili nei singoli Paesi e quindi la rete dovrebbe più correttamente segnalarsi come in formazione. A fronte di talune parti di rete che sono a buon punto, come Route 6 dall'Atlantico al Mar Nero, altre non sono altro che linee su una mappa o vie che ciclisti pionieri esplorano come nuove destinazioni. Si tratta di una debolezza che frena a livello europeo questo sistema di trasporto e offerta turistica.
Almeno in teoria, la rete EuroVelo sarebbe in grado di sviluppare, allo stesso tempo, il turismo sostenibile e generare una riduzione del biossido di carbonio (CO2), in linea con le linee guida stabilite dal UNWTO.
Secondo il citato
studio del 2012[7],
la rete cicloturistica ha il potenziale per:
· migliorare turismo interno e ridurre i viaggi turistici in relazione alle distanze più lunghe alle destinazioni provocando così un elevato contributo alle emissioni di CO2;
· promuovere il turismo transfrontaliero con il minimo impatto ambientale e un basso impatto sulle distanze di viaggio e basso livello di emissioni;
· incoraggiare le persone a fare uso di mezzi pubblici per arrivare alle destinazione ciclabili, causando in tal modo un minore impatto ambientale rispetto alle auto private o al trasporto aereo;
· riutilizzare beni come vecchie ferrovie, piste forestali e vie lungo i canali;
· stimolare lo sviluppo economico delle zone rurali che non avrebbero la vocazione di prime destinazioni turistiche;
· realizzare una diversificazione turistica in termini di forniture di alloggio, e alle imprese che produrrebbero altrimenti attrazioni, cibo e bevande per il solo consumo locale;
· offrire ai residenti locali una migliore qualità della vita attraverso l'esercizio fisico maggiore;
· praticamente, generazione di zero emissioni di anidride carbonica da parte degli utenti lungo il percorso;
· offrire una forma di viaggio lento che incoraggia l’interesse per la ricchezza dei paesaggi locali, della gastronomia, del patrimonio e della vita comunitaria tra i diversi paesi e regioni dell'UE.
Stima del valore economico del cicloturismo in Europa (comprese CH e NO)
|
|
Escursioni (milioni) |
Escursioni con pernottamenti (milioni) |
Escursioni (miliardi €) |
Escursioni con pernottamenti (miliardi €) |
Totali (miliardi €) |
||||||
|
|
|
|
|
|
|
||||||
|
Austria |
62 |
0.46 |
0.96 |
0.20 |
1.16 |
||||||
|
Belgium |
39 |
0.21 |
0.60 |
0.09 |
0.69 |
||||||
|
Bulgaria |
12 |
0.13 |
0.19 |
0.06 |
0.25 |
||||||
|
Switzerland |
55 |
0.42 |
0.85 |
0.18 |
1.03 |
||||||
|
Cyprus |
0 |
0.00 |
0.01 |
0.00 |
0.01 |
||||||
|
Czech Republic |
55 |
0.56 |
0.85 |
0.24 |
1.09 |
||||||
|
Germany |
607 |
4.62 |
9.34 |
2.03 |
11.37 |
||||||
|
Denmark |
42 |
0.32 |
0.65 |
0.14 |
0.79 |
||||||
|
Estonia |
1 |
0.01 |
0.02 |
0.00 |
0.02 |
||||||
|
Spain |
80 |
0.89 |
1.23 |
0.39 |
1.62 |
||||||
|
Finland |
112 |
1.14 |
1.72 |
0.50 |
2.22 |
||||||
|
France |
373 |
4.01 |
5.73 |
1.76 |
7.49 |
||||||
|
Greece |
21 |
0.23 |
0.32 |
0.10 |
0.42 |
||||||
|
Hungary |
98 |
1.00 |
1.50 |
0.44 |
1.94 |
||||||
|
Ireland |
13 |
0.09 |
0.20 |
0.04 |
0.24 |
||||||
|
Italy |
103 |
1.05 |
1.59 |
0.46 |
2.05 |
||||||
|
Lithuania |
5 |
0.04 |
0.07 |
0.02 |
0.09 |
||||||
|
Luxembourg |
1 |
0.00 |
0.01 |
0.00 |
0.01 |
||||||
|
Latvia |
9 |
0.10 |
0.14 |
0.04 |
0.19 |
||||||
|
Netherlands |
138 |
1.01 |
2.12 |
0.44 |
2.57 |
||||||
|
Norway |
23 |
0.20 |
0.35 |
0.09 |
0.44 |
||||||
|
Poland |
101 |
1.06 |
1.56 |
0.47 |
2.02 |
||||||
|
Portugal |
7 |
0.07 |
0.10 |
0.03 |
0.14 |
||||||
Romania |
9 |
0.10 |
0.14 |
0.04 |
0.18 |
|
||||||
Sweden |
134 |
1.20 |
2.06 |
0.53 |
2.58 |
|
||||||
Slovenia |
9 |
0.07 |
0.15 |
0.03 |
0.18 |
|
||||||
Slovakia |
17 |
0.14 |
0.26 |
0.06 |
0.32 |
|
||||||
United Kingdom |
149 |
1.23 |
2.29 |
0.54 |
2.83 |
|
||||||
Total |
2,274 |
20.36 |
35.00 |
8.94 |
43.94 |
|
||||||
Fonti: Expert estimates plus Eurostat (2008), Peeters et al. (2004), The Gallup Organization (2011).
L'UE riconosce l'importanza della cultura come parte dell'esperienza europea del turismo e come un elemento che può migliorare il profilo dell'Europa come destinazione globale. La Commissione europea sostiene i settori del turismo culturale che hanno il maggior potenziale di crescita.
L'Europa è meta
ambita del turismo culturale, grazie ad un patrimonio culturale ineguagliabile
che include musei, teatri, siti archeologici, città d'arte, siti industriali. A
questa identità culturale contribuiscono anche la musica e la gastronomia.
Si stima che il turismo culturale costituisca il 40% di tutto il turismo europeo; 4 turisti su 10 scelgono la loro destinazione in base alla sua offerta culturale.
L'UE promuove un approccio equilibrato tra le esigenze di stimolare la crescita da un lato e, dall'altro, quelle relative alla conservazione dei manufatti, dei siti storici e delle tradizioni locali.
Il patrimonio
culturale è un tema centrale nell’Agenda politica dell’Unione europea. Sin
dall'adozione dell'Agenda europea per la cultura nel 2007, l’Unione
europea ha posto tra le sue priorità strategiche la salvaguardia e la
promozione del patrimonio culturale, inteso come l’insieme delle risorse
ereditate dal passato, in tutte le forme e gli aspetti - materiali, immateriali
e digitali -, ivi inclusi i monumenti, i siti, i paesaggi, le competenze, le
prassi, le conoscenze e le espressioni della creatività umana, nonché le
collezioni conservate e gestite da organismi pubblici e privati quali musei,
biblioteche e archivi. Dette
risorse, uniche e non rinnovabili, rappresentano per la società un grande
valore, dal punto di vista culturale, ambientale, sociale ed economico, e la
loro gestione sostenibile rappresenta pertanto una scelta strategica
per il 21° secolo.
Nel quadro tracciato dalla comunicazione "L'Europa, prima destinazione turistica mondiale - un nuovo quadro politico per il turismo europeo" (COM(2010)352) del 2010 la Commissione europea sottolinea l’importanza del ruolo svolto dal patrimonio culturale europeo nel creare e potenziare il capitale sociale, in quanto esso possiede la capacità di:
· promuovere la diversità e il dialogo interculturale, contribuendo a rafforzare il senso di appartenenza ad una più ampia comunità e una comprensione e un rispetto maggiori tra i popoli;
· contribuire a ridurre le disparità sociali, agevolare l'inclusione sociale, la partecipazione culturale e sociale e promuovere il dialogo intergenerazionale e la coesione sociale;
· offrire possibilità di sviluppo delle competenze, della conoscenza, della creatività e dell'innovazione;
· rappresentare un efficace strumento educativo ai fini dell'istruzione.
Il patrimonio
culturale rappresenta altresì un potente motore di sviluppo locale e
crea considerevoli esternalità, in particolare tramite la valorizzazione
del turismo culturale sostenibile; sostiene lo sviluppo e la
riqualificazione sostenibili delle aree rurali e urbane, come dimostrato
dalle iniziative intraprese da molte regioni e città europee; ed infine crea occupazione.
Esso
svolge pertanto un ruolo di primo piano nel conseguimento degli obiettivi
della strategia Europa 2020 per una "crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva".
Il 27% dei viaggiatori dell'UE afferma che il patrimonio culturale è un fattore essenziale nella scelta di una destinazione. Nel 2013 il 52% dei cittadini dell'UE ha visitato almeno un monumento o un sito storico e il 37% un museo o una galleria d'arte nei rispettivi paesi, mentre il 19% ha visitato un monumento o un sito storico in un altro paese dell'UE[8].
Tra le azioni previste dalla comunicazione, con riferimento al turismo culturale la Commissione invita gli Stati membri a sviluppare di una strategia coerente per una promozione diversificata dell'offerta turistica e per valorizzare meglio il patrimonio comune dell'Europa, basata in particolare sul marchio del patrimonio europeo[9] e su altre azioni, come le giornate europee del patrimonio[10] ed il premio dell'Unione europea per il patrimonio culturale “Europa nostra”[11].
La comunicazione “Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa”
Con la comunicazione COM(2014)477 la Commissione europea risponde all'invito rivoltole dal Consiglio nel maggio 2014 di "proseguire l'analisi dell'impatto economico e sociale del patrimonio culturale nell'UE e contribuire allo sviluppo di un approccio strategico relative al patrimonio culturale come risorsa strategica per un'Europa sostenibile”[12].
Nel documento,
presentato il 22 luglio 2014, la Commissione presenta una relazione secondo la
quale la promozione e la salvaguardia del patrimonio culturale europeo si
trovano
attualmente ad affrontare importanti sfide legate alle trasformazioni di
carattere culturale, ambientale, sociale, economico e tecnologico che
interessano tutti gli aspetti della vita contemporanea. Il settore si trova
ad un bivio a causa della riduzione dei bilanci pubblici, del calo
della partecipazione alle attività culturali tradizionali e della
diversificazione del pubblico potenziale dovuta all'urbanizzazione, alla
globalizzazione e al cambiamento tecnologico. La relazione
evidenzia tuttavia anche le opportunità che si offrono agli Stati membri
e agli stakeholder di cooperare più strettamente in una dimensione
transfrontaliera per assicurare che il patrimonio culturale rechi un
contributo più sostanziale alla crescita e alla creazione di posti di lavoro.
Secondo i vecchi approcci si cercava di proteggere il patrimonio culturale “isolandolo” dalla vita quotidiana; nei nuovi approcci prevale invece l'intenzione di renderlo parte integrante della comunità locale. Inoltre la digitalizzazione e l'accessibilità on-line consentono forme di impegno senza precedenti e aprono nuove fonti di reddito. Gli strumenti di e-learning promuovono un più ampio accesso ai contenuti culturali nelle abitazioni, nelle scuole e nelle università e consentono di generare, riutilizzare e valorizzare i contenuti, aumentando il valore del patrimonio culturale[13].
La Commissione sollecita quindi una cooperazione più intensa, a livello di UE, per condividere le idee e le pratiche ottimali che potrebbero alimentare la governance e le politiche nazionali in tema di patrimonio culturale. Nella comunicazione inoltre si accoglie con favore l'approccio definito dalla direttiva dell'UE sulla valutazione di impatto ambientale - che richiede che si tenga conto dell'impatto dei progetti sul patrimonio culturale - nonché dal regolamento generale di esenzione per categoria, che ammette gli aiuti di Stato per questo settore; si auspica un approccio analogo a sostegno del patrimonio nel processo decisionale più ampio a livello unionale, nazionale e regionale.
A sostegno dell'Agenda europea per la cultura è stata sviluppata una serie di strumenti di nuova generazione che, ad avviso della Commissione, devono essere conosciuti meglio e promossi con maggiore enfasi. L'UE sostiene iniziative di conservazione congiunte di primaria importanza, finanzia la ricerca e partecipa all'elaborazione di nuovi e più aperti dibattiti circa il patrimonio europeo; contribuisce inoltre alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica tramite premi e altre iniziative, spesso in cooperazione con la società civile.
La conservazione, la promozione e la gestione del patrimonio culturale sono ora adeguatamente sostenute nel quadro dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE).
Nel periodo 2007-2013 il Fondo europeo di sviluppo regionale ha destinato 3,2 miliardi di euro alla protezione e alla conservazione del patrimonio culturale[14], 2,2 miliardi di euro allo sviluppo di infrastrutture culturali e 553 milioni di euro ai servizi culturali, di cui ha beneficiato anche il patrimonio culturale.
Nel periodo 2014-2020 il patrimonio culturale dovrebbe beneficiare di investimenti dell'UE ancora maggiori, ad esempio per il tramite dei Fondi strutturali e di investimento europei SIE (con un bilancio complessivo di 351 miliardi di euro per la politica regionale), di Orizzonte 2020 (80 miliardi di euro per la ricerca) e del programma "L'Europa creativa" (1,5 miliardi di euro per le industrie culturali e creative). In diversi ambiti vi sono inoltre importanti opportunità strategiche e di finanziamento legate al patrimonio culturale come, ad esempio, negli ambiti dello sviluppo locale e regionale, dell'istruzione, del sostegno alle PMI e del turismo.
Il
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale continuerà a sostenere la
conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale rurale (1,2 miliardi
di euro sono stati investiti nel periodo 2007-2013) e il Fondo europeo per
gli affari marittimi e la pesca finanzierà progetti di sviluppo di tipo
partecipativo che promuovono il patrimonio culturale, compreso il patrimonio
culturale marittimo, nelle zone vocate all'industria della pesca. Ad esempio il
vasto patrimonio culturale subacqueo (relitti navali e siti archeologici
sommersi dall'innalzamento dei livelli del mare) è in gran parte nascosto e
messo a repentaglio dalle crescenti attività umane in mare e il suo potenziale
economico resta latente.
Secondo un recente rapporto OCSE[15]
pubblicato nell’aprile 2016, gli arrivi di turisti internazionali nel
2014 hanno superato 1,1 miliardi di presenze[16]; in
particolare gli arrivi verso paesi OCSE sono aumentati a un ritmo più veloce
rispetto alla media globale: per i paesi OCSE si è registrato un aumento del
6,4% contro il 4,2% della media mondiale rispetto all’anno precedente, dopo
aver superato la soglia di 1 miliardo di presenze nel 2012. Tuttavia,
nonostante ciò, le proiezioni rivelano che almeno fino al 2030, gli arrivi
turistici internazionali verso le economie emergenti cresceranno al doppio del
tasso di incremento delle presenze turistiche delle economie avanzate
raggiungendo, entro quella data, 1,8 miliardi di presenze (UNWTO, 2015). Contrastare
questa tendenza del mercato richiede risposte di politica attiva, innovativa e
integrata. Le sfide principali che il settore del turismo deve affrontare,
sullo sfondo della rapida crescita dei flussi turistici internazionali, sono
quelle relative alle nuove tendenze dei consumatori, alla digitalizzazione
dell’economia, ai problemi connessi alla sicurezza e all'adattamento ai
cambiamenti climatici.
I paesi membri dell'OCSE hanno un ruolo di primo
piano nel turismo internazionale: gli arrivi presso di essi hanno
rappresentato, nel 2014, il 54% degli arrivi a livello mondiale
(rispetto al 57% nel 2012).
Il turismo continua a giocare un ruolo chiave nella crescita delle attività economiche, dell’occupazione, delle esportazioni e dei ricavi dell'area OCSE, dove contribuisce direttamente, in media, per il 4,1% sul PIL, per il 5,9% sull'occupazione e il per il 21,3% sulle esportazioni di servizi (v. Figura seguente).
Contributo
diretto del turismo ai paesi dell'OCSE - come percentuale del PIL e
dell'occupazione, 2014 o ultimo anno disponibile
Nota: i dati della Spagna includono gli impatti indiretti. I dati del PIL della Francia si riferiscono ai consumi di turismo interno. I dati sull'occupazione del Lussemburgo includono gli impatti indiretti. Fonte: OCSE statistiche turismo (Database). Statlink: http://dx.doi.org/10.1787/888933319595
Le attuali strategie per migliorare
l’attrattiva delle destinazioni pongono particolare attenzione alla diversificazione,
con lo sviluppo di prodotti alternativi (turismo rurale, turismo
enogastronomico, grandi eventi, ecc.), e alla competitività (creazione
di un’offerta su medesime tipologie di prodotti fornendo l’alternativa tra
quelli ad alto valore e quelli a prezzo contenuto). Molta attenzione viene
altresì posta nella ricerca di un equilibrio tra il fornire una raggiungibilità
facilitata e un’accoglienza amichevole e l’assicurare un ambiente sicuro ai
viaggiatori regolari favorendo il bisogno di sicurezza e protezione (ad
es. domanda di visto e requisiti di ingresso). Elemento integrante
dell'esperienza turistica è il sistema di trasporto e quindi lo sviluppo
di sistemi di trasporto multimodali. La cooperazione tra settore pubblico e
privato è necessaria per investire nella connettività, ad esempio attraverso opportuni
incentivi, per avere una rete efficiente che fornisca trasporti senza soluzioni
di continuità e che assicuri opzioni di trasporto multimodali comode per
accedere alle destinazioni.
Gli arrivi internazionali nei paesi OCSE, tra il 2010 e il 2014, sono cresciuti in media del 4,6% annuo, in linea con gli arrivi globali. Nel periodo immediatamente successivo alla crisi economica del 2008 (2008-2012) la media annua di crescita degli arrivi non arrivava al 2%.
A livello globale, le entrate del turismo internazionale hanno raggiunto la cifra di 1.249 miliardi di dollari nel 2014, in crescita rispetto ai 1.198 miliardi di dollari del 2013. Ciò equivale a una crescita del 3,7% in termini reali, tenendo conto delle fluttuazioni dei tassi di cambio e dell'inflazione (UNWTO, 2015). I paesi OCSE, nel 2014, hanno rappresentato il 60,2% delle entrate globali di viaggio (esportazioni) e il 52,3% delle spese di viaggio (importazioni) a livello mondiale (paragonate, rispettivamente, al 59% e al 54% del 2012): due terzi dei paesi OCSE nel 2014 hanno registrato un saldo positivo (la Tabella successiva fornisce un quadro delle entrate, delle spese e dei saldi di alcuni paesi).
Viaggi internazionali le entrate e le spese, 2013-14 - milioni di USD
|
Entrate |
Spese |
Saldi |
|||
|
2013 |
2014 |
2013 |
2014 |
2013 |
2014 |
Australia |
31.254 |
32.022 |
28.626 |
26.273 |
2.628 |
5.749 |
Austria |
20.231 |
20.797 |
10.274 |
10.812 |
9.957 |
9.985 |
Belgio |
13.498 |
14.298 |
21.802 |
23.778 |
-8.304 |
-9.480 |
Brazil |
6.711 |
6.843 |
25.342 |
25.567 |
-18.631 |
-18.724 |
Bulgaria |
4.051 |
3.967 |
1.525 |
1.202 |
2.526 |
2.764 |
Canada |
17.674 |
17.445 |
35.115 |
33.587 |
-17.440 |
-16.142 |
Cile |
2.181 |
2.252 |
1.867 |
2.136 |
313 |
117 |
Colombia |
3.611 |
3.825 |
3.941 |
4.678 |
-330 |
-853 |
Corea |
14.629 |
18.147 |
21.491 |
23.465 |
-6.862 |
-5.318 |
Costa Rica |
2.665 |
2.864 |
440 |
461 |
2.225 |
2.403 |
Croazia |
9.518 |
.. |
903 |
.. |
8.615 |
.. |
Danimarca |
7.028 |
7.632 |
10.072 |
10.184 |
-3.044 |
-2.552 |
Egitto |
6.042 |
7.208 |
3.014 |
3.139 |
3.028 |
4.069 |
Estonia |
1.628 |
1.812 |
997 |
1.075 |
631 |
737 |
Federazione Russa |
11.988 |
11.759 |
53.453 |
50.428 |
-41.464 |
-38.669 |
Filippine |
4.690 |
4.767 |
7.833 |
9.920 |
-3.143 |
-5.153 |
Finlandia |
4.048 |
3.590 |
5.291 |
5.279 |
-1.243 |
-1.689 |
Francia |
56.556 |
57.359 |
42.967 |
48.635 |
13.589 |
8.723 |
FYROM |
267 |
295 |
131 |
149 |
136 |
146 |
Germania |
41.285 |
43.269 |
91.318 |
93.252 |
-50.033 |
-49.983 |
Giappone |
15.130 |
18.853 |
21.836 |
19.272 |
-6.706 |
-419 |
Grecia |
16.135 |
17.769 |
2.436 |
2.754 |
13.698 |
15.015 |
India |
18.445 |
20.236 |
11.570 |
14.596 |
6.875 |
5.640 |
Irlanda |
4.474 |
4.851 |
6.199 |
6.051 |
-1.725 |
-1.201 |
Islanda |
1.070 |
1.362 |
847 |
973 |
224 |
389 |
Israele |
5.666 |
5.691 |
3.961 |
4.238 |
1.705 |
1.453 |
Italia |
43.899 |
45.427 |
26.965 |
28.807 |
16.934 |
16.620 |
Lettonia |
865 |
954 |
715 |
714 |
150 |
240 |
Lituania |
1.374 |
1.440 |
1.069 |
1.190 |
306 |
250 |
Lussemburgo |
4.848 |
5.354 |
3.801 |
3.870 |
1.047 |
1.484 |
Malta |
1.404 |
1.517 |
384 |
399 |
1.020 |
1.118 |
Marocco |
7.071 |
7.223 |
1.317 |
1.429 |
5.754 |
5.794 |
Messico |
13.949 |
16.208 |
9.122 |
9.606 |
4.827 |
6.602 |
Norvegia |
5.654 |
5.643 |
18.403 |
18.747 |
-12.749 |
-13.104 |
Nuova Zelanda |
7.472 |
8.464 |
3.858 |
4.104 |
3.614 |
4.360 |
Paesi Bassi |
15.576 |
12.666 |
20.484 |
19.614 |
-4.909 |
-6.948 |
Polonia |
11.317 |
10.900 |
8.843 |
8.849 |
2.475 |
2.052 |
Portogallo |
12.282 |
13.790 |
4.143 |
4.402 |
8.139 |
9.388 |
Regno Unito |
41.753 |
46.634 |
58.454 |
63.232 |
-16.701 |
-16.598 |
Repubblica Ceca |
7.043 |
6.830 |
4.637 |
5.141 |
2.405 |
1.689 |
Romania |
1.591 |
1.813 |
2.059 |
2.412 |
-468 |
-599 |
Slovacchia |
2.555 |
2.575 |
2.366 |
2.467 |
189 |
107 |
Slovenia |
2.708 |
2.729 |
923 |
971 |
1.785 |
1.758 |
Spagna |
62.550 |
65.099 |
16.411 |
18.148 |
46.139 |
46.950 |
Stati Uniti |
172.901 |
177.241 |
104.107 |
110.787 |
68.794 |
66.454 |
Sud Africa |
9.245 |
9.338 |
3.429 |
3.169 |
5.816 |
6.170 |
Svezia |
11.544 |
12.695 |
17.608 |
18.511 |
-6.064 |
-5.816 |
Svizzera |
16.779 |
17.439 |
16.151 |
17.116 |
628 |
322 |
Turchia |
27.997 |
29.552 |
4.817 |
5.072 |
23.180 |
24.480 |
Ungheria |
5.366 |
5.884 |
1.908 |
2.033 |
3.458 |
3.851 |
UE-28 |
407.702 |
414.537 |
365.839 |
385.019 |
|
|
OECD |
718.681 |
752.279 |
628.100 |
653.242 |
|
|
World |
1.198.000 |
1.249.000 |
1.198.000 |
1.249.000 |
|
|
Fonte: OECD Tourism Statistics (Database) and IMF. http://dx.doi.org/10.1787/888933319635 |
La quota rappresentata dal turismo
negli scambi di servizi è significativa: le entrate turistiche
internazionali rappresentano, in media, il 21,3% delle esportazioni di
servizi nell’area OCSE. La quota varia da paese a paese. Il turismo
rappresenta, ad esempio, il 39,5% delle esportazioni di servizi per l’Italia,
a fronte del 12,9% per il Regno Unito.
L'UE è una destinazione turistica importante, con cinque dei
suoi Stati membri tra le dieci destinazioni principali del mondo, secondo i
dati UNWTO il turismo è un'attività importante nell'Unione europea contribuendo
all'occupazione e alla crescita economica, nonché allo sviluppo delle zone
rurali, periferiche o meno sviluppate. La rilevanza economica del turismo
internazionale può essere misurata analizzando il rapporto fra i proventi dei
viaggi all'estero e il Pil. Questi dati, ricavati dalle statistiche della
bilancia dei pagamenti, si riferiscono ai viaggi tanto d'affari quanto di
piacere[17].
Tra gli Stati membri dell'UE, nel 2014 il rapporto più alto fra i proventi dei viaggi all'estero e il Pil è stato registrato da Croazia (17,2%), Malta (14,4%) e Cipro (12,3%) (cfr. tabella seguente). In termini assoluti, nel 2014 i proventi più elevati dei viaggi all'estero sono stati registrati da Spagna (EUR 49 miliardi) e Francia (EUR 43,2 miliardi), seguite da Regno Unito, Italia e Germania (proventi tra i 33 e i 35 miliardi di euro in tutti e tre i paesi).
Nel 2014 il livello più elevato di spesa per viaggi all'estero, per un totale di EUR 70,3 miliardi, è stato registrato dalla Germania, seguita dal Regno Unito (EUR 47,8 miliardi) e dalla Francia (EUR 36,7 miliardi). La Spagna è lo Stato membro dell'UE che nel 2014 ha presentato il livello più alto di proventi netti dai viaggi (EUR 35,4 miliardi), mentre la Germania ha registrato il disavanzo più elevato (EUR -37,6 miliardi).
Pernottamenti totali (di residenti e non residenti) in
esercizi ricettivi turistici.
Con pernottamento si intende ogni notte trascorsa da un viaggiatore presso una
struttura collettiva, anche solo attraverso la sua registrazione, non essendo
essenziale, per questi fini statistici, la presenza fisica. Nel 2014 i pernottamenti
censiti nell’UE-28 sono stati oltre 2.600 milioni, con Spagna e
Francia nelle prime due posizioni (oltre 402 milioni), seguite da Italia
e Germania (oltre 366 milioni) e Regno Unito (oltre 303 milioni, il dato si
riferisce al 2012). La Grecia, tra le mete turistiche comunque più visitate, ha
registrato oltre 95 milioni di pernottamenti. In media, nell’UE-28, gli
“arrivi” pernottano 3 notti: Grecia, Spagna e Italia superano decisamente la
media (rispettivamente, 4,4 notti, 3,8 notti e 3,5 notti). Per quanto riguarda
i pernottamenti del turismo domestico l’Italia è ben oltre la media UE (3,5
notti contro una media UE di 2,6), la Grecia è leggermente sopra (2,8 notti)
mentre Spagna, Francia, Regno Unito e Germania sono sostanzialmente in media
(valori compresi tra 2,4 notti e 2,6 notti). Il numero di pernottamenti medi
per turista non residente vede Grecia, Spagna e Regno Unito decisamente oltre
la media (3,6 notti) con, rispettivamente, 5,2 notti, 5 notti e 4,8 notti.
L’Italia è perfettamente in media mentre Francia e Germania risultano marcatamente
inferiori alla media (rispettivamente, 2,8 notti e 2,3 notti). Il turismo di
Grecia e Spagna sembra sostenuto, in gran parte, dal turismo dei non residenti
che pernottano anche di più del turismo domestico (praticamente il doppio delle
notti). La Germania registra un turismo domestico circa quadruplo, in termini
di arrivi, rispetto a quello non residente, per altro con comportamenti,
invece, simili per quanto riguarda il numero di pernottamenti. Anche Francia e
Regno Unito registrano un numero di arrivi domestici più alto di quelli dei non
residenti (circa il doppio), ma mentre nella prima i pernottamenti “non
residenti” sono solo leggermente superiori a quelli dei “domestici” (2,8 notti
contro 2,5 notti), nel Regno Unito il turismo dall’esterno sembra consumare il
doppio di quello domestico (4,8 notti per arrivo contro 2,4 notti). L’Italia
divide circa alla pari le tipologie di turismo e anche il numero di
pernottamenti è sostanzialmente in parità.
Arrivi e pernottamenti di residenti e di non residenti in esercizi ricettivi turistici, anno 2014 (migliaia)
|
Arrivi turistici |
Pernottamenti censiti |
Pernottamenti (media) per arrivo |
||||||
|
Totali |
Dome-stici |
Non residenti |
Totali |
Domestici |
Non residenti |
Totali |
Domestici |
Non residenti |
UE-28 |
906.410 |
567.613 |
338.797 |
2.682.392 |
1.471.328 |
1.211.064 |
3,0 |
2,6 |
3,6 |
Francia |
152.958 |
106.884 |
46.073 |
402.315 |
271.406 |
130.908 |
2,6 |
2,5 |
2,8 |
Germania |
154.927 |
122.068 |
32.859 |
366.527 |
291.722 |
74.805 |
2,4 |
2,4 |
2,3 |
Grecia |
21.829 |
7.427 |
14.401 |
95.116 |
20.441 |
74.675 |
4,4 |
2,8 |
5,2 |
Italia |
106.552 |
54.916 |
51.635 |
377.770 |
190.978 |
186.792 |
3,5 |
3,5 |
3,6 |
Regno Unito |
104.767 |
81.279 |
21.853 |
303.564 |
192.985 |
105.455 |
2,9 |
2,4 |
4,8 |
Spagna |
107.545 |
55.185 |
52.359 |
403.963 |
144.327 |
259.635 |
3,8 |
2,6 |
5,0 |
Nota: per il Regno Unito non sono presenti dati al 2014: si considerano i dati Eurostat più recenti (2012 e 2013). Fonte: elaborazione su dati Eurostat, estratti il 5 maggio 2016, tin00174, tin00175
![]() |
In base a recenti rilevazioni Eurostat[18], i dati sull’evoluzione a breve termine del numero di notti trascorse presso alloggi turistici nell'Unione europea, evidenziano una buona performance. Rispetto a dicembre 2014, nel dicembre 2015 l’occupazione dei posti disponibili presso gli alloggi turistici nell'Unione europea è, infatti, cresciuta del 2,8% (3,6 milioni di pernottamenti in più).
Pernottamenti in esercizi ricettivi turistici, dicembre 2015 e dicembre 2014 (in migliaia)
Fonte: Eurostat (tour_occ_nim)
Variazione del numero di pernottamenti in esercizi ricettivi turistici, dicembre 2015 rispetto a dicembre 2014 (%)
Fonte: Eurostat (tour_occ_nim)
![]() |
L’aumento è dovuto, principalmente, al movimento di residenti (cioè i turisti domestici che viaggiano all'interno del proprio paese di residenza) che, nel dicembre 2015 rispetto a dicembre 2014, hanno effettuato 3,1 milioni pernottamenti in più (4,3%); nello stesso periodo, i non residenti (cioè i turisti in ingresso da altro paese) hanno incrementato il numero di pernottamenti dello 0,9 % (481 mila pernottamenti in più).
Una crescita positiva è stata osservata in tutti gli Stati membri di cui sono disponibili i dati, ad eccezione di Francia, Austria, Bulgaria e Portogallo. In Slovacchia, Cipro e Romania, a dicembre 2015 rispetto a dicembre 2014, il numero di pernottamenti è aumentato di più del 15%; la Francia è lo Stato membro che ha registrato il calo più pronunciato (-3,1%).
A dicembre 2015 sono stati registrati 2,1 milioni di pernottamento in più in Hotel (2,2%) rispetto a dicembre 2014.
Per l’intero 2015, il numero di pernottamenti effettuati presso alloggi turistici in tutta l'UE è cresciuto del 3,2% (v. tabelle successive) rispetto all’anno precedente
Pernottamenti in esercizi ricettivi turistici, gennaio-dicembre 2015 e gennaio-dicembre 2014 (in migliaia)
Fonte: Eurostat (tour_occ_nim)
Stime relative ai tre tipi di esercizi ricettivi turistici (v. nota statistica alla tabella seguente) mostrano che nel 2015; il numero di notti trascorse presso alberghi e simili, alloggi per vacanze brevi e simili, campeggi e simili sono aumentati, rispettivamente, del 3,1%, del 3,9% e del 2,7% (v. tabella seguente).
Variazione percentuale del numero di notti trascorse in esercizi ricettivi turistici, 2015 rispetto al 2014 (%)
Nota: la classificazione statistica comune delle attività economiche nell’Unione in materia prevede i seguenti gruppi: 55.1 (alberghi e alloggi simili), 55.2 (alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni) e 55.3 (aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte).
Fonte: Eurostat (tour_occ_nim)
L'aumento a livello unionale riflette evoluzioni nazionali; nel 2015, solo in quattro dei 24 Stati membri di cui sono disponibili i dati il numero di pernottamenti è diminuito (Bulgaria, Lettonia, Estonia e Finlandia). Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca hanno registrato la crescita più elevata (rispettivamente, 15,9%, 12,3% e 10,0%) (v. figura seguente).
Variazione percentuale del numero di pernottamenti in esercizi ricettivi turistici, anno 2015 rispetto al 2014 (%)
Fonte: Eurostat (tour_occ_nim)
Anche lo scorso anno il turismo domestico e il turismo dei non residenti hanno contribuito a far aumentare il numero totale delle notti trascorse presso esercizi ricettivi turistici. Nel corso del 2015, infatti, nell'UE il settore turistico degli alloggi ha continuato la sua ripresa iniziata già nel 2010 dopo due anni di declino, 2008 e 2009, a seguito della crisi (v. figura seguente).
Stime annuali - pernottamenti in esercizi ricettivi turistici, UE-28, 2000-2015 (indice 2000=100)
Fonte: Eurostat (tour_occ_ninat)
![]() |
I pernottamenti
di non residenti sono aumentati più velocemente nel 2015 (3,5%)
che nel 2014 (2,1%). La crescita del numero di pernottamenti di non residenti a
livello UE è comune a tutti gli Stati membri dell'UE dei quali sono disponibili
dati, ad eccezione di Bulgaria (-5,2%), Estonia
(-3,8%), Finlandia (-3,2%), Lituania (-0,8%) e Lettonia (-0,1%) (v. figura
seguente).
Percentuale di variazione del numero di pernottamenti di non residenti in esercizi ricettivi turistici, anno 2015 rispetto al 2014 (%)
Fonte: Eurostat (tour_occ_nim)
Nel 2015 il numero di pernottamenti di residenti è, invece, cresciuto ad un ritmo più lento (3,0%), anche se la differenza tra residenti e non residenti nel 2015 risulta meno pronunciata che negli anni precedenti. I tassi di crescita più elevati si registrano in Romania (15,3%) e Repubblica Ceca (14,3%), mentre i residenti di Lettonia, Portogallo e Grecia nel 2015 hanno registrato un numero di pernottamenti inferiore rispetto al 2014 presso strutture ricettive domestiche (v. figura successiva).
Percentuale di variazione del numero di pernottamenti di residenti in esercizi ricettivi turistici, anno 2015 rispetto al 2014 (%)
Fonte: Eurostat (tour_occ_nim)
Dati relativi al settore per tipo di
località (costiera o non costiera; grado di urbanizzazione). Nel 2014, quasi metà dei pernottamenti
in strutture ricettive unionali (46%) hanno riguardato zone costiere (v
tabella successiva). Oltre Cipro e Malta che devono essere considerati paesi
costieri al 100%, il turismo costiero ha superato il 90% delle presenze
totali in Danimarca, Grecia e Croazia (rispettivamente, 91,2%, 95,4%
e 94,2). Tralasciando i cinque paesi senza sbocco sul mare, la percentuale di
pernottamenti in zone costiere sul loro totale è risultata inferiore al 20% solo
in Germania e Romania.
Quota % di pernottamenti trascorsi in esercizi ricettivi turistici per tipo di località, anno 2014
Fonte: Eurostat (tour_occ_ninatc)
In termini di grado di urbanizzazione dei luoghi di fruizione turistica, i dati riportati nella tabella precedente mettono in rilievo un buon equilibrio tra pernottamenti in aree densamente popolate, ad urbanizzazione intermedia e scarsamente popolate, valendo, ciascuna di esse, circa un terzo del totale. Dal punto di vista della tipologia di alloggio, la zona costiera è quella di gran lunga preferita dal turismo dei campeggiatori, con il 63% del totale dei pernottamenti (vedere figura seguente).
Quota % di pernottamenti per tipo di ubicazione della struttura ricettiva, UE-28, anno 2014
Fonte: Eurostat (tour_occ_ninatc)
I dati relativi ai singoli paesi mostrano tendenze diversificate: Estonia, Lettonia e Regno Unito, presentano un turismo concentrato nelle aree in densamente popolate (oltre il 50% dei pernottamenti), probabilmente dovuto alla relativa attrattiva o alla popolarità delle rispettive capitali, mentre in Danimarca, Grecia, Croazia, Austria e Slovenia sono stati preferiti luoghi scarsamente popolati in ragione, verosimilmente, del ruolo giocato nel settore turismo di questi paesi dal mare o dalla montagna.
Capacità di accoglienza degli esercizi turistici, anno 2014
Fonte: Eurostat (tour_cap_nat)
Nel 2014 l'UE ha offerto un’accoglienza
stimabile in 31 milioni posti-letto, sviluppata su più di 570.000
strutture. In termini di posti-letto, Francia (5,1 milioni) e Italia
(4,8 milioni) hanno rappresentato quasi un terzo delle disponibilità totali
(v. tabella precedente).
Il 2015 è stato un altro anno favorevole per il turismo internazionale: secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO - World Tourism Barometer – March 2016) gli arrivi internazionali sono stati 1,184 miliardi con un incremento pari al 4,4%, ovvero 50 milioni in più rispetto al 2014.Quasi tutte le macro-aree mondiali presentano variazioni positive negli arrivi: la crescita risulta più marcata per l'Europa (5%), seguono di poco le Americhe (4,9%), l'Asia e il Pacifico (4,8%) e infine il Medio Oriente (3,1%); solo l'Africa è in flessione (-3,3%).L'Europa - che si conferma l’area più visitata del mondo - ha raggiunto quota 608,6 milioni di arrivi, con circa 28,4 milioni di turisti in più rispetto al 2014; l’aumento è apprezzabile anche nell’Europa Meridionale/Mediterranea con 10,2 milioni di arrivi in più (+4,7%).
Arrivi internazionali per macro-aree nel 2015
Fonte: UNWTO, World Tourism Barometer – March 2016
Nell'arena della competizione internazionale si può osservare il posizionamento dell'Italia: secondo l'OMT, nella graduatoria 2015 delle destinazioni turistiche mondiali più frequentate dal turismo straniero l’Italia si conferma al 5° posto per gli arrivi e al 7° posto per gli introiti.
Sul versante dei flussi turistici stranieri in Italia, i dati Istat provvisori relativi al 2015 mostrano una crescita rispetto al 2014 sia degli arrivi pari a 53.297.401, con un incremento del 3,2%, sia dei pernottamenti pari a 190.365.696, con un aumento dell'1,9%.
Arrivi degli stranieri per tipologia di località
|
|
Presenze degli stranieri per tipologia di località
|
|
Arrivi stranieri in Italia (2014)
|
|
Presenze straniere in Italia (2014)
|
|
Presenze per continenti di provenienza
|
I dati di Banca d’Italia indicano un buon andamento sul fronte degli introiti nel 2015: la spesa dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese è stata pari a 35.765 Mln di euro, con un incremento del 4,5% rispetto all'anno precedente (si tratta di 1.525 Mln di euro in più). L'incremento della spesa è maggiore se si considera solo il motivo di vacanza (+6,1%) o solo l'alloggio presso alberghi e villaggi (+6,9%).
Per il 2015, la spesa complessiva per aree geografiche e regioni mostra variazioni differenti rispetto al valore medio nazionale.
Spesa giornaliera pro capite per motivo di "vacanza" - principali mercati esteri 2015 (in euro)
Fonte: elab. ENIT su dati Banca d’Italia
La ricettività turistica
* Campeggi, villaggi turistici, alloggi in affitto, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, case per ferie, rifugi alpini, bed & breakfast, altri esercizi ricettivi.
L’impatto economico del settore turistico allargato nel 2015
ECONOMIA VIAGGI E TURISMO: 167,5 miliardi di euro (impatto dell’economia allargata del settore turistico sul Prodotto Interno Lordo)
INCIDENZA SUL PIL: 10,2%
OCCUPAZIONE TURISTICA: 2.609.000 unità (occupati diretti e indiretti)
INCIDENZA SULL’INTERA OCCUPAZIONE NAZIONALE: 11,6%
Fonte: stime WTTC - Travel & Tourism Economic Impact 2016 Italy
[1] Commissione europea, Guide on EU funding for the tourism sector, April 2016 – v. The EU tourism industry
[2] Eurostat, conti satellite del turismo in Europa 2013, cit. in Commissione europea, Guide on EU funding for the tourism sector, April 2016
[3] Secondo i dati Eurostat, il 45% degli occupati nel turismo è infatti composto di persone di età compresa fra i 16 e i 35 anni.
[4] Commissione europea, Guide on EU funding for the tourism sector, April 2016 – v. The EU tourism industry
[5] Open Doors Organization 2005, OSSATE 2006, Neumann 2009, Buj 2010, Fundación ONCE 2010, Significant GfK and partners 2014.10
[6] Studio effettuato per conto della Commissione trasporti e turismo del Parlamento europeo: THE EUROPEAN CYCLE ROUTE NETWORK EUROVELO, 2012
[8] Sondaggio Eurobarometro sull'atteggiamento degli europei nei confronti del turismo, pubblicato a febbraio 2014.
[9] Il Marchio del Patrimonio Europeo (European Heritage Label), istituito dalla decisione n. 1194/2011/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 novembre 2011, mira ad accrescere la consapevolezza nei confronti di siti che hanno rivestito un ruolo significativo nella storia, nella cultura e nello sviluppo dell’Unione, evidenziandone la dimensione europea mediante attività informative ed educative. Suo obiettivo ultimo è il rafforzamento del senso di appartenenza all'Unione europea. Nel novembre 2013 i primi 4 siti hanno ricevuto per primi il marchio. Per il momento Svezia, Finlandia, Regno Unito, Irlanda e Croazia non partecipano all’iniziativa.
[10] Ogni anno, nel mese di settembre, in 50 paesi di tutta Europa oltre 20 milioni di persone hanno accesso a migliaia di siti normalmente chiusi al pubblico e possono partecipare ad eventi unici nell'ambito delle Giornate europee del patrimonio. Tale iniziativa, gestita a livello locale, è sostenuta congiuntamente dalla Commissione europea e dal Consiglio d'Europa.
[11] Il premio celebra i risultati esemplari conseguiti nell'ambito del patrimonio culturale. Finora sono 387 i siti e i progetti che hanno ricevuto questi prestigiosi riconoscimenti.
[12] Conclusioni del Consiglio relative al patrimonio culturale come risorsa strategica per un'Europa sostenibile, adottate il 21 maggio 2014.
[13] A tal proposito si segnala la raccomandazione presentata dalla Commissione ad ottobre 2011 in cui si invitano gli Stati membri - nell’ambito delle azioni previste dall’Agenda digitale europea - ad intensificare le proprie iniziative per a mettere in comune le rispettive risorse (collezioni da essi detenute in biblioteche, archivi e musei) e a coinvolgere il settore privato sul fronte della digitalizzazione del materiale culturale. La digitalizzazione è infatti uno strumento essenziale per ampliare l’accessibilità al patrimonio culturale dell’Europa e promuovere la crescita nelle industrie culturali europee. I materiali digitalizzati dovrebbero essere resi disponibili attraverso Europeana, la biblioteca, l’archivio e il museo digitale d’Europa.
[14] Importanti lavori di conservazione, come quelli relativi al Partenone e al sito di Pompei, sono tra i progetti che hanno ricevuto un sostegno.
[15] OECD (2016), OECD Tourism Trends and Policies 2016, OECD Publishing, Paris.
http://dx.doi.org/10.1787/tour-2016-en
[16] Ibidem, su dati Organizzazione Mondiale del Turismo.
[17] Eurostat, Tourism statistics, novembre 2015.
[18] Eurostat aprile 2016, Tourism statistics - nights spent at tourist accommodation establishments