Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||||
---|---|---|---|---|---|
Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | Riunione dei Presidenti delle Commissioni competenti in materia lavoro e affari sociali - Riga, 22-23 febbraio 2015 | ||||
Serie: | Bollettino commissioni Numero: 33 | ||||
Data: | 12/02/2015 | ||||
Descrittori: |
|
Camera dei deputati
XVII LEGISLATURA
Documentazione per le Commissioni
riunioni interparlamentari
Riunione dei Presidenti delle Commissioni competenti
in materia lavoro e affari sociali
Riga, 22-23 febbraio 2015
n. 33
12 febbraio 2015
Il dossier č stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)
Il capitolo “Attuazione del Piano italiano Garanzia giovani” č a cura del Servizio Studi, Dipartimento lavoro (' 066760.4884)
________________________________________________________________
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attivitŕ degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilitŕ per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.
I N D I C E
Sessione 1: inclusione nel mercato del lavoro delle categorie piů deboli
· Le donne
· NEET (giovani 15-29 anni non occupati né in fase di istruzione)
· Disabili
Sessione 2: impresa sociale: uno strumento per raggiungere obiettivi sociali
Sessione 3: Garanzia giovani: il primo anno di attuazione
Attuazione del Piano italiano Garanzia giovani (A cura del Servizio Studi)
· L’attuazione da parte delle regioni
· Programmazione attuativa e attuazione delle misure
La Strategia Europa 2020 si pone, tra gli altri, l’obiettivo dell’aumento del tasso di occupazione fino al 75 per cento della popolazione in etŕ da lavoro (15-64 anni) entro tale anno. Gli ultimi dati disponibili, tuttavia, dimostrano che tale obiettivo non potrŕ essere centrato a meno di una netta inversione di tendenza:
Crescita occupazionale per Stato membro (numero di persone impiegate di etŕ compresa tra i 20 e i 64 anni) a partire dal primo trimestre 2008
![]() |
Fonte: Eurostat - Commissione
Gli ultimi dati Eurostat mostrano un panorama estremamente variegato tra gli Stati membri:
Tassi di occupazione (% - 2011-2013) |
|||
|
2011 |
2012 |
2013 |
EU-18 |
68.5 |
68.0 |
67.7 |
EU-28 |
68.5 |
68.4 |
68.4 |
Germania |
76.5 |
76.9 |
77.3 |
Spagna |
62.0 |
59.6 |
58.6 |
Francia |
69.3 |
69.4 |
69.6 |
Italia |
61.2 |
61.0 |
59.8 |
Fonte: Eurostat (gennaio 2015) |
Appare evidente, pertanto, la necessitŕ di includere nel mercato del lavoro le fasce di forza lavoro che in questo momento trovano particolari difficoltŕ ad accedervi. In particolare, si fa riferimento alle donne, ai lavoratori anziani (soprattutto nella fascia 60-64 anni) e ai lavoratori provenienti da paesi terzi con un basso livello di istruzione. Ad essi si aggiungono i giovani tra i 20 e i 24 anni.
Il tasso di occupazione femminile rimane ben al di sotto di quello maschile (il 62,8% contro il 74% all'inizio del 2014). Il divario č ancor piů ampio in termini di occupazione equivalente a tempo pieno (18,3 punti percentuali nel 2013). Inoltre, le donne sono pagate il 16% in meno per ogni ora di lavoro. I divari di genere in termini di occupazione, di numero di ore lavorate e di retribuzione si sommano e portano a un ampio divario di retribuzione totale tra i generi (37% nell'UE). Poiché le pensioni riflettono il reddito percepito nell'arco della vita, anche il divario di genere nelle pensioni č ampio (39% in media). Il rischio di povertŕ o di esclusione sociale delle persone di oltre 55 anni č piů elevato per le donne in tutti gli Stati membri.
Mercato del lavoro – principali indicatori (anno 2013) |
|||
|
2013 |
||
|
TOTALE |
FEMMINE |
MASCHI |
EU-28 |
|||
Tasso occupazione (% - 15-64 anni) |
64,1 |
58,8 |
69,4 |
Tasso occupazione a tempo pieno (% - 15-64 anni) |
58,2 |
50,0 |
66,7 |
Tasso occupazione part-time (%) |
20,3 |
32,7 |
9,8 |
Contratti a termine (%) |
13,8 |
14,3 |
13,3 |
Tasso di attivitŕ (% - 15-64 anni) |
72,0 |
66,0 |
78,0 |
Tasso di disoccupazione (% forza lavoro) |
10,8 |
10,9 |
10,8 |
GERMANIA |
|||
Tasso occupazione (% - 15-64 anni) |
73,3 |
68,8 |
77,7 |
Tasso occupazione a tempo pieno (% - 15-64 anni) |
63,2 |
52,8 |
73,9 |
Tasso occupazione part-time (%) |
27,3 |
46,1 |
11,0 |
Contratti a termine (%) |
13,4 |
13,5 |
13,4 |
Tasso di attivitŕ (% - 15-64 anni) |
77,5 |
72,5 |
82,4 |
Tasso di disoccupazione (% forza lavoro) |
5,3 |
5,0 |
5,6 |
SPAGNA |
|||
Tasso occupazione (% - 15-64 anni) |
54,8 |
50,3 |
59,2 |
Tasso occupazione a tempo pieno (% - 15-64 anni) |
50,2 |
43,7 |
56,7 |
Tasso occupazione part-time (%) |
15,8 |
25,3 |
7,8 |
Contratti a termine (%) |
23,1 |
24,1 |
22,2 |
Tasso di attivitŕ (% - 15-64 anni) |
74,3 |
68,7 |
79,8 |
Tasso di disoccupazione (% forza lavoro) |
26,1 |
45,2 |
63,3 |
FRANCIA |
|||
Tasso occupazione (% - 15-64 anni) |
64,1 |
60,4 |
67,9 |
Tasso occupazione a tempo pieno (% - 15-64 anni) |
59,4 |
53,4 |
65,9 |
Tasso occupazione part-time (%) |
18,4 |
30,6 |
7,2 |
Contratti a termine (%) |
16,5 |
17,3 |
15,7 |
Tasso di attivitŕ (% - 15-64 anni) |
71,2 |
67,0 |
75,5 |
Tasso di disoccupazione (% forza lavoro) |
10,3 |
10,2 |
10,3 |
ITALIA |
|||
Tasso occupazione (% - 15-64 anni) |
55,6 |
46,5 |
64,8 |
Tasso occupazione a tempo pieno (% - 15-64 anni) |
51,1 |
40,1 |
62,2 |
Tasso occupazione part-time (%) |
17,9 |
31,9 |
7,9 |
Contratti a termine (%) |
13,2 |
14,2 |
12,4 |
Tasso di attivitŕ (% - 15-64 anni) |
63,5 |
53,6 |
73,4 |
Tasso di disoccupazione (% forza lavoro) |
12,2 |
13,1 |
11,5 |
Fonte: Eurostat |
|
|
|
Come puň evincersi dalla precedente tabella, il panorama tra gli Stati membri č assai diverso: in alcuni casi, una quota elevata delle donne lavora, ma per un numero di ore relativamente basso; in altri Stati la partecipazione femminile č inferiore, ma, una volta nel mondo del lavoro, le donne tendono a lavorare con orari relativamente piů lunghi. Relativamente pochi Stati membri riescono a coniugare elevati tassi di occupazione femminile con un basso divario di genere in termini di numero totale di ore lavorate.
I fattori che permettono una combinazione di alta partecipazione e piů ore per le donne sono l'orario di lavoro non tipicamente maschile, tipologie di lavoro flessibile, servizi di assistenza all'infanzia accessibili e abbordabili con piů ore al giorno da dedicare alla cura della famiglia.
Le misure adottate dagli Stati membri sono volte ad esempio a aumentare la disponibilitŕ di strutture per l'infanzia e a modificare la normativa sui congedi parentali o le modalitŕ di orario di lavoro flessibile. Vi sono state invece meno iniziative volte a ridurre il divario salariale tra uomini e donne o i disincentivi fiscali a rimanere o a entrare nel mercato del lavoro destinati alle donne. Alcuni Stati membri hanno adottato misure per combattere la povertŕ infantile o adeguare il sistema previdenziale al fine di sostenere le famiglie e i genitori (a basso reddito). Mentre in molti paesi č prevista una (graduale) parificazione dell'etŕ pensionabile tra uomini e donne, in alcuni casi sono state adottate anche misure per promuovere la partecipazione delle donne anziane al mercato del lavoro o l'adeguamento dell'accumulo dei diritti pensionistici.
Con l’aumento della speranza di vita, nel medio-lungo termine si prevede che la quota di lavoratori anziani diverrŕ molto significativa e il raggiungimento dell’obiettivo del 75% di occupazione nella fascia 15-64 anni dipenderŕ per una parte considerevole dal numero di lavoratori anziani che potranno rimanere nel mercato del lavoro.
Mercato del lavoro – principali indicatori (55-64 anni) |
|||
|
2011 |
2012 |
2013 |
EU-28 |
|||
Tasso occupazione (% - 55-64 anni) |
47,3 |
48,8 |
50,1 |
Tasso di attivitŕ (% - 55-64 anni) |
50,8 |
52,6 |
54,3 |
EU-18 |
|||
Tasso occupazione (% - 55-64 anni) |
47,1 |
48,7 |
50,1 |
Tasso di attivitŕ (% - 55-64 anni) |
50,9 |
52,9 |
54,7 |
GERMANIA |
|||
Tasso occupazione (% - 55-64 anni) |
59,9 |
61,5 |
63,5 |
Tasso di attivitŕ (% - 55-64 anni) |
64,0 |
65,4 |
67,4 |
SPAGNA |
|||
Tasso occupazione (% - 55-64 anni) |
44,5 |
43,9 |
43,2 |
Tasso di attivitŕ (% - 55-64 anni) |
52,4 |
53,5 |
54,1 |
FRANCIA |
|||
Tasso occupazione (% - 55-64 anni) |
41,5 |
44,5 |
45,6 |
Tasso di attivitŕ (% - 55-64 anni) |
44,4 |
47,9 |
49,1 |
ITALIA |
|||
Tasso occupazione (% - 55-64 anni) |
37,9 |
40,4 |
42,7 |
Tasso di attivitŕ (% - 55-64 anni) |
39,5 |
42,6 |
45,3 |
Fonte: Eurostat |
|
|
|
Come si evince dalla tabella che precede, il tasso di occupazione dei lavoratori anziani ha continuato a crescere, in controtendenza rispetto al tasso di occupazione generale.
Infatti, i tassi di occupazione maschile (per gli uomini tra i 20 e i 64 anni) sono diminuiti di oltre tre punti percentuali tra il primo trimestre del 2008 e il primo trimestre del 2014 (passando dal 77,4% al 74,0%) e l'occupazione femminile č scesa solo marginalmente, registrando perfino un certo incremento nel corso dell'ultimo anno (0,8%).
L’orientamento oramai condiviso tra gli Stati membri č quello di incentivare la permanenza al lavoro dei lavoratori anziani sia per il richiamato fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, non adeguatamente bilanciato dall’ingresso di lavoratori da paesi terzi, sia perché, con le riforme dei sistemi pensionistici, imperniati sulla corrispondenza tra i contributi versati e le pensioni liquidate, i lavoratori dovranno riequilibrare i tassi di sostituzione piů bassi grazie a periodi di contribuzione piů lunghi.
A giudizio della Commissione, le misure volte ad incoraggiare gli anziani a rimanere attivi piů a lungo, dovranno essere mirate sia sui lavoratori sia sulle imprese, dato che la decisione di andare in pensione o rimanere nel mercato del lavoro č complessa e non dipendente solo da considerazioni finanziarie.
I fattori da tenere presenti nella elaborazione delle misure sono le caratteristiche individuali e della famiglia (ad esempio, il livello di istruzione del lavoratore, lo stato di salute suo e del coniuge, l’attivitŕ del coniuge), nonché fattori istituzionali (ad esempio, il regime fiscale, le condizioni di accesso al pensionamento, il livello dell’etŕ pensionabile).
Occorre peraltro considerare che l’aumento dei lavoratori anziani effettivamente occupati puň positivamente incidere sugli andamenti della spesa previdenziale, come si evince dalla tabella che segue, da cui risulta che č costantemente in crescita l’incidenza dei pensionati sui lavoratori attivi.
Indice di dipendenza degli anziani (rapporto tra la popolazione di etŕ superiore a 65 anni e la popolazione di etŕ compresa tra 16-64 anni)
![]() |
Fonte: Commissione - Eurostat
All’interno di ogni fascia di lavoratori, č necessario tenere presente il peso dei disoccupati di lunga durata (disoccupati da almeno 12 mesi), la cui ricollocazione nel mercato del lavoro risulta problematica. Negli ultimi mesi, con il persistere della crisi, č aumentato il numero dei disoccupati da oltre 24 mesi (very long-term unemployments):
Tassi di disoccupazione di lunga durata (2008 e 2013)
![]() |
Fonte: Eurostat
La disoccupazione di lunga durata colpisce alcuni gruppi specifici piů gravemente di altri: uomini, giovani o lavoratori poco qualificati e, in particolare, quelli impiegati in professioni e settori in declino, le cui competenze spesso necessitano di aggiornamento. I dati piů recenti mostrano che il riassorbimento della disoccupazione sta tornando a livelli pre-crisi per tutte le categorie di lavoratori, ad eccezione dei disoccupati di lunga durata.
In generale, uno su cinque disoccupati di lunga durata non ha mai lavorato e tre quarti di loro č al di sotto dei 35 anni.
Le evidenze pratiche, supportate dai dati statistici, dimostrano che la partecipazione a corsi di educazione e formazione aiuta ad uscire dallo stato di disoccupazione: dal 2008, il divario nei tassi di disoccupazione di lunga durata tra lavoratori poco qualificati, da un lato, e lavoratori altamente specializzati o mediamente qualificati, dall'altro, si č ampliato in modo significativo. Inoltre, i lavoratori poco qualificati (e disoccupati) tendono a partecipare meno alla formazione.
Tassi di disoccupazione a lungo termine per livelli di istruzione (2004-2013)
Fonte: Commissione - Eurostat
La Commissione europea segnala, quindi, che appare necessario investire nell’educazione lungo tutto l’arco della vita lavorativa.
Tassi di partecipazione all’apprendimento continuo per status lavorativo (2013)
![]() |
Fonte: Eurostat
Come dimostra la figura che precede, gli Stati membri con i livelli piů elevati di partecipazione all'apprendimento permanente per gli occupati e i disoccupati hanno anche il mercato del lavoro piů efficiente in termini di transizione fuori dalla disoccupazione.
La percentuale di giovani (15-29 anni) disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione (NEET) č rimasta elevata nel 2013, anche se quasi il 70% dei giovani nell'UE frequentava la scuola nel primo trimestre del 2014. In molti Stati membri le percentuali di NEET sono molto al di sopra dei livelli piů bassi registrati dal 2008 e sono ancora vicine ai limiti superiori (per esempio, in Italia).
I valori medi per l'UE e per la zona euro sono diminuiti solo di poco, lasciando immutata una chiara divergenza all'interno dell'Unione europea, con i valori piů elevati di NEET (principalmente nei paesi dell'Europa meridionale) che sono aumentati progressivamente durante tutti gli anni della crisi.
NEET (% - 2011-2013) |
|||
|
2011 |
2012 |
2013 |
EU-17 |
15,2 |
15,8 |
15,9 |
EU-28 |
15,4 |
15,8 |
15,9 |
Germania |
9,7 |
9,3 |
8,7 |
Spagna |
20,6 |
22,2 |
22,5 |
Francia |
14,4 |
14,8 |
13,8 |
Italia |
22,7 |
23,9 |
26,0 |
Fonte: Eurostat (gennaio 2015) |
I tassi di NEET delle donne sono leggermente piů alti di quelli degli uomini: nel 2013 sono stati, rispettivamente, del 13,2% e del 12,7% (per un totale del 13,0%). Il fenomeno dei NEET č dovuto innanzitutto a un incremento della disoccupazione giovanile, ma anche all'inattivitŕ connessa alla mancanza di istruzione. In alcuni Stati membri (Bulgaria, Romania e Italia) le percentuali di NEET inattivi superano il 10 %.
Rispetto alle persone normodotate, le persone con disabilitŕ hanno avuto un accesso piů limitato al mercato del lavoro in EU28: nel 2011, mentre il tasso di occupazione delle persone di etŕ compresa tra 15 e 64 senza disabilitŕ č stato del 66,9%, questo tasso č stato molto piů basso (47,3%) per le persone con disabilitŕ.
Lo stesso per l'accesso all'istruzione e alla formazione permanente nella EU28: il tasso di partecipazione all'istruzione e alla formazione delle persone non disabili di etŕ compresa tra 25-64 anni era del 9,8% nel 2011, rispetto al 6,9% per quelli con disabilitŕ. Il divario esistente tra le persone non disabili e disabili si č registrato anche per l'inclusione sociale: mentre il tasso di rischio di povertŕ o di esclusione sociale era poco piů del 20% per le persone non disabili (21,4%) nella zona EU28 in il 2013, per le persone disabili si attesta a circa il 30% (29,9%).
Tassi di accesso all’impiego, partecipazione alla formazione continua, rischio povertŕ disabili e non disabili EU28 (% - 2011) (Fonte: Eurostat (dicembre 2014)
![]() |
Per un disabile trovare lavoro in Italia č piů facile che nel resto di Europa. Il gap occupazionale tra normodotati e persone diversamente abili, in Italia, č pari al -13,3% contro il -19,6% europeo. Le differenze si acuiscono in Germania (-20,6%), Regno Unito (-27,8%), Irlanda (-31,1%) e Paesi Bassi (-37,4%) mentre toccano livelli minimi in Lussemburgo (-2,4%), Svezia (-9,5%) e Francia (-9,9%).
Sul dato italiano influiscono perň anche tassi di occupazione in generale inferiori: il tasso di occupazione italiano per entrambe le categorie č piů basso rispetto alla media europea. In Italia lavora solo il 45,6% dei disabili contro il 47,3% a livello Ue e solo il 58,9% dei normodotati contro il 66,9% degli europei.
Tassi di occupazione per status di disabilitŕ(% - 2011) |
|||
|
Disabili (%) |
Non disabili (%) |
Gap (punti percentuali) |
EU-28 |
47,3 |
66,9 |
-19,6 |
Germania |
51,5 |
72,1 |
-20,6 |
Spagna |
44,3 |
60,5 |
-16,2 |
Francia |
56,2 |
66,1 |
-9,9 |
Italia |
45,6 |
58,9 |
-13,3 |
Fonte: Eurostat (dicembre 2014) |
La profonditŕ e la persistenza della crisi economica, di cui si comincia ad intravedere il superamento, hanno indotto le istituzioni europee a proporre un ampio ventaglio di misure.
Le direzioni suggerite dalla Commissione con le raccomandazioni specifiche per Paese sono molteplici: in primo luogo, la Commissione sottolinea la necessitŕ di maggiori investimenti per stimolare la crescita e favorire un ambiente propizio alla creazione di posti di lavoro dignitosi.
In secondo luogo, per quanto concerne la lotta alla disoccupazione giovanile, per la Commissione gli Stati membri, pur avendo compiuto progressi nell'attuazione della Garanzia per i giovani[1] dovrebbero compiere ulteriori sforzi, mirati in particolare ai servizi pubblici per l'impiego, agli interventi attivi personalizzati nel mercato del lavoro e all'istruzione e alla formazione professionale. Gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire un ambiente favorevole all'offerta di tirocini da parte delle imprese, cosě da agevolare la transizione dall'istruzione al mondo del lavoro.
Ad avviso della Commissione, gli Stati membri dovrebbero continuare la riforma dei sistemi di istruzione e formazione professionale per aumentare la produttivitŕ dei lavoratori alla luce dei rapidi mutamenti delle esigenze in materia di qualifiche.
I regimi dei sussidi di disoccupazione dovrebbero essere maggiormente collegati alle misure di sostegno e attivazione. Ulteriori misure sarebbero necessarie per ridurre la segmentazione dei mercati del lavoro, ad esempio, semplificando il diritto del lavoro.
Con lo scopo di incentivare la ripresa dell’occupazione, mediante un aumento dell’offerta di lavoro per tutte le fasce di lavoratori, la Commissione ha continuato in questi anni a raccomandare ai Paesi membri di ridurre il carico fiscale gravante sul lavoro (c.d. cuneo fiscale) spostandolo su fonti di gettito meno gravose per la crescita e incentivando la lotta all'evasione e all'elusione fiscale.
Dai dati del 2012 (ultimi disponibili), risulta che il carico fiscale sul lavoro č stato ridotto in meno della metŕ degli Stati membri, mentre solo in alcuni paesi tale riduzione č stata accompagnata da una maggiore tassazione dei consumi[2].
La Commissione auspica l’avvio (o, in alcuni casi, l’implementazione) di riforme dei sistemi fiscali al fine di ridurre i disincentivi a lavorare e allo stesso tempo diminuire la tassazione del lavoro per consentire alle imprese di assumere giovani e disoccupati di lunga durata.
Anche la riforma dei sistemi pensionistici č considerata dalla Commissione come uno strumento per incentivare la permanenza al lavoro, oltre ad essere essenziale per ridurre il rischio di povertŕ ed esclusione sociale.
La Commissione ha nel corso di questi anni presentato un ventaglio di iniziative volte a stimolare la ripresa dell’occupazione, tutte riconducibili, direttamente o indirettamente, alla comunicazione intitolata “Verso una ripresa fonte di occupazione” (COM (2012)173), dell’aprile 2012, nella quale č delineata una strategia complessiva volta a rilanciare l’occupazione in Europa attraverso un serie di azioni basate su tre assi:
• promozione della creazione di posti di lavoro;
• riforma dei mercati del lavoro;
• miglioramento della governance dell’UE nel settore dell’occupazione.
Si tratta della cornice entro la quale sono state inquadrate le successive iniziative della Commissione adottate nel corso degli anni successivi.
Il maggiore impegno č stato profuso nella creazione di strumenti per combattere la disoccupazione giovanile. A tale proposito si ricordano, in particolare:
· la Garanzia giovani e l’iniziativa per l’occupazione giovanile (YEI): la prima iniziativa č costituita da una raccomandazione, fatta propria dal Consiglio europeo, per assicurare ai giovani fino a 25 anni di etŕ – entro quattro mesi dal termine di un ciclo di istruzione formale o dall’inizio di un periodo di disoccupazione – un’offerta di lavoro, di prosecuzione dell’istruzione scolastica, di apprendistato o di un tirocinio di qualitŕ elevata[3]. Per il finanziamento della Garanzia, sono messi a disposizioni dal bilancio 6 miliardi di euro nel biennio 2014-2015, come previsto dalla Iniziativa per l’occupazione giovanile (YEI). Quest’ultima č uno strumento finanziario, utilizzabile assieme alle risorse del Fondo sociale europeo nel periodo 2014-20, destinato ad azioni rivolte ai giovani di meno di 25 anni (o se, uno Stato membro decide cosě, fino a 29 anni), in particolare i NEET, nelle regioni in cui la disoccupazione giovanile superava nel 2012 il 25%[4]. In particolare, la YEI č dotata di 3 miliardi di euro a valere su una nuova linea di bilancio specifica dell'UE destinata all'occupazione giovanile (anticipata al 2014-15), cui si aggiungono almeno 3 miliardi di euro a valere sugli stanziamenti del Fondo sociale europeo per gli Stati membri.
Per rendere piů incisiva l’azione della YEI ed accelerare l’operativitŕ delle misure, il 4 febbraio scorso, la Commissione europea ha presentato una nuova proposta (COM(2015)46) per aumentare le risorse della YEI destinate ai prefinanziamenti nel 2015: infatti, nel quadro delle risorse della YEI per il periodo 2014-2020, č aumentata a circa 1 miliardo nel 2015 la quota di risorse destinate al prefinanziamento dei programmi operativi favorendo, in tal modo, la piena e tempestiva operativitŕ degli interventi. In tal modo, la Commissione si propone di correggere uno dei punti deboli che si sono evidenziati nel corso del 2014, cioč l’insufficienza dei prefinanziamenti utilizzati dai beneficiari per l’avvio concreto delle iniziative a favore dei giovani.
I due strumenti, YEI e FSE, hanno comunque finalitŕ diverse, laddove, finanziando l'erogazione diretta di posti di lavoro, apprendistati, tirocini o proseguimento dell'istruzione, l'Iniziativa per l'occupazione giovanile sostiene direttamente la messa in atto di sistemi nazionali di Garanzia per i giovani, mentre il FSE sostiene l’implementazione di riforme strutturali;
· per facilitare la transizione dalla scuola al lavoro, la Commissione ha varato due specifiche iniziative: un Quadro di qualitŕ dei tirocini e l’Alleanza europea per l’apprendistato. Il primo č volto a permettere ai tirocinanti di acquisire esperienza di lavoro di alta qualitŕ in condizioni di sicurezza ed equitŕ, e ad aumentare le loro possibilitŕ di trovare un lavoro di buona qualitŕ; l’Alleanza europea per l’apprendistato riunisce le autoritŕ pubbliche, le imprese, le parti sociali, gli erogatori di istruzione e formazione professionale, i rappresentanti dei giovani e altri attori chiave, al fine di migliorare la qualitŕ e l'offerta di posti di tirocinio in tutta l'UE;
· per dare impulso all’occupazione nei settori ad alto potenziale di creazione di posti di lavoro (informazione e comunicazione tecnologica[5], economia verde[6] e assistenza sanitaria), la Commissione ha presentato una serie di iniziative mirate.
Per esempio, nel marzo 2013, č stata lanciata la Grande coalizione per i lavori digitali, che riunisce gli attori del settore dell’economia e dell’istruzione, pubblici e privati, per affrontare carenza di competenze digitali in Europa. Nel luglio 2014, la Commissione ha presentato la comunicazione “Iniziativa per favorire l’occupazione verde” (COM(2014)446), volta a favorire un approccio integrato tra le politiche (e, infatti, la sua presentazione č connessa a quelle sull’economia circolare e sul Piano di azione verde per le PMI) per sostenere l'occupazione definendo le azioni politiche da intraprendere a livello europeo e nazionale, tra cui:
- superamento delle carenze di competenze e di conoscenze;
- anticipazione dei cambiamenti settoriali, assicurando le transizioni nel lavoro e promuovendo la mobilitŕ dei lavoratori;
- creazione di posti di lavoro attraverso lo spostamento del carico fiscale dal lavoro alle attivitŕ inquinanti, promuovendo gli appalti pubblici verdi, l'imprenditorialitŕ e le imprese sociali;
- promozione della trasparenza e della qualitŕ dei dati per migliorare il monitoraggio e l'analisi dell’impatto sul mercato del lavoro della green economy;
- promozione del dialogo tra i rappresentanti dei datori di lavoro e sindacati sulla transizione verso la green economy;
- rafforzamento della cooperazione internazionale.
· per favorire la mobilitŕ dei lavoratori, giudicata un valido strumento per ridurre la disoccupazione nei paesi colpiti dalla recessione, facilitare il superamento dei gap di competenze e coprire i posti vacanti in altri Stati membri, la Commissione ha proposto nuove regole per rafforzare i servizi EURES per chi cerca lavoro e datori di lavoro. E’ stato avviato anche un progetto pilota di mobilitŕ del lavoro per i giovani in cerca di lavoro (“Il tuo primo lavoro EURES”), con l’obiettivo di spostare tra gli Stati membri giovani di etŕ compresa tra 18-30 con offerte di contratti di lavoro di almeno sei mesi, con retribuzioni e condizioni conformi al diritto nazionale del lavoro. Si segnalano anche: Erasmus+, il nuovo programma dell'UE per l'istruzione, la formazione, la gioventů e lo sport, con una dotazione finanziaria di quasi 15 miliardi di euro per il periodo 2014-2020; il rafforzamento dell'Istituto europeo dell’innovazione e della tecnologia, per la formazione all'imprenditorialitŕ per gli studenti; le modifiche alla direttiva sulle qualifiche professionali;
· per la promozione dell’imprenditorialitŕ, si segnalano il programma “Erasmus per giovani imprenditori” che permette agli aspiranti giovani imprenditori di partecipare a scambi transfrontalieri e confrontare idee imprenditoriali con un imprenditore esperto, con il quale collaborano per un periodo da uno a sei mesi; l’iniziativa Startup Europe, per imprenditori del web e delle ITC; il nuovo programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EASI) con una dotazione di 920 milioni di euro per il periodo 2014-2020 per facilitare l'accesso ai microcrediti e incoraggiare l'imprenditoria sociale, nonché per sostenere le politiche sociali innovative e promuovere la mobilitŕ del lavoro;
· per la prevenzione e la lotta al lavoro nero, fondamentale per avere un mercato del lavoro equo e ben funzionante e per migliorare la qualitŕ del lavoro, promuovendo la creazione di posti di lavoro regolari, la Commissione ha proposto di istituire una piattaforma europea sul lavoro sommerso che riunisce le autoritŕ nazionali di controllo, al fine di migliorare la cooperazione a livello UE per lo scambio di informazioni e buone prassi;
· per l’inserimento lavorativo dei disabili, si ricorda che il Fondo sociale europeo finanzia progetti mirati (tra il 2007 e il 2013, il 9 per cento dei soggetti coinvolti in progetti finanziati dal FSE apparteneva alla categoria dei disabili). L’azione del FSE si inserisce nella cornice creata dalla Strategia europea per la disabilitŕ 2010-2020 (COM(2010)636), adottata dalla Commissione a novembre 2010: essa fissa un programma concreto di azioni per attuare la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilitŕ. Per il periodo 2014-2020, almeno il 20 per cento delle risorse[7] sarŕ speso a favore dell’inclusione sociale delle persone in difficoltŕ e degli appartenenti a gruppi svantaggiati, tra cui i disabili.
Le imprese sociali sono considerate dall’Unione europea un valido strumento per la promozione dell’occupazione, in particolare delle categorie di persone che, per motivi di varia natura, incontrano difficoltŕ nella ricerca di un lavoro (ad esempio, i giovani disoccupati di lunga durata, le persone con disabilitŕ e le persone appartenenti alle comunitŕ rurali).
Anche se non esiste una definizione universalmente accettata di una impresa sociale, le loro caratteristiche distintive chiave sono lo scopo sociale e di societŕ combinata con uno spirito imprenditoriale del settore privato.
Le caratteristiche distintive delle imprese sociali sono lo scopo sociale combinato con uno spirito imprenditoriale: infatti, sebbene operino su base commerciale, perseguono l'obiettivo primario di servire le comunitŕ in cui sono inserite. Tra le loro attivitŕ figura la creazione di opportunitŕ occupazionali a favore di persone che potrebbero altrimenti rimanere disoccupate.
Nel 2011, nell’ambito della strategia Europa 2020, l’UE ha presentato l’iniziativa per l’imprenditoria sociale, un piano d’azione inteso a rafforzare il quadro per l’imprenditoria sociale, migliorando le condizioni di accesso ai finanziamenti, aumentando la visibilitŕ del settore e sensibilizzando i responsabili politici riguardo alle necessitŕ degli imprenditori sociali.
Dagli ultimi dati disponibili (2014), risulta che nel 2010 l’economia sociale era pari al 10 per cento del PIL dell’UE e coinvolgeva piů di 14,5 milioni di lavoratori retribuiti (pari a circa il 6,5% della forza lavoro dell’UE-27 e a circa il 7,4% dei Paesi dell’UE-15).
L’imprenditoria sociale nell’Unione europea, ad esempio, coinvolge il 7,5% della popolazione attiva in Finlandia, il 5,7% nel Regno Unito, il 5,4% in Slovenia, 4,1% in Belgio, 3,3% in Italia, 3,1% in Francia; 1 su 4 delle nuove imprese create ogni anno nell’Unione europea, e fino a 1 su 3 in Finlandia, Francia e Belgio.
Quota di occupati nell’economia sociale per Paese (2012) - Fonte: Commissione europea (2014)
![]() |
Numero di imprese sociali per Paese (2012)
![]() |
Fonte: Commissione europea (2014)
Vi sono differenze significative tra gli Stati membri per quanto riguarda i settori in cui le imprese sociali sono attive. Ad esempio, in Romania e Ungheria c’č una marcata predominanza delle imprese sociali attive nei settori della salute, dei servizi sociali e dell’educazione, mentre in Svezia e nel Regno Unito le imprese sociali sono presenti in tutti i settori, anche se con una comune e significativa presenza nel settore dei servizi sociali per la comunitŕ. In altri Paesi (come, ad esempio, l’Italia) i due campi principali di attivitŕ sono l’inserimento lavorativo e la fornitura di servizi di welfare. Mentre i servizi di welfare sono largamente supportati dall’intervento di fondi pubblici, l’inserimento lavorativo č spesso portato avanti grazie alla produzione di beni e servizi scambiati sul mercato.
Anche con riferimento alle modalitŕ di finanziamento, il panorama č estremamente vario: in Svezia, Regno Unito e Spagna, il volume delle vendite e delle prestazioni č la fonte piů importante di finanziamento (seguita dalle sovvenzioni o dal capitale degli investitori). In Romania, invece, la quota maggiore di liquiditŕ si origina dalle sovvenzioni, seguita dal volume delle vendite e delle prestazioni e donazioni private.
Le imprese sociali si sono dimostrate piů attrezzate a resistere alla crisi economica rispetto alle imprese profit.
In Francia, ad esempio, l’economia sociale (che rappresenta il 9,9% dei posti di lavoro retribuito) ha creato il 18% dei nuovi posti di lavoro tra il 2006 e il 2008. Tra il 2008 e il 2009, l’occupazione all’interno del settore dell’economia sociale č aumentata del 2,9% con la creazione di 70.000 posti di lavoro, comparata a un crollo dell’1,6% nel resto del settore privato e del 4,2% nel settore pubblico[8]. In Italia, tra il 2007 e il 2011, l’occupazione nelle cooperative č aumentata dell’8%, mentre nell’economia nel suo insieme č diminuita dell’1,2% e nelle imprese private del 2,3%. Inoltre, una comparazione dei dati sulla crescita del valore aggiunto tra cooperative e societŕ per azioni tra il 2006 e il 2010 rivela che questo indicatore č cresciuto, nelle cooperative quattro volte di piů rispetto alle societŕ per azioni (+24,7% contro +6,5%). Nello stesso periodo, le entrate dei lavoratori delle cooperative sono cresciute del 29,5% contro il 12,7% nelle societŕ per azioni[9]. In Spagna, l’occupazione nelle cooperative e nelle “sociedades laborales” si č ripresa piů rapidamente che nelle altre imprese: in seguito a un calo nel biennio 2008-20099 e una stagnazione nel 2010, l’occupazione nelle cooperative di lavoratori č cresciuta del 4,7% nel 2011, mentre in altre imprese ha continuato a calare per il quarto anno consecutivo[10].
L’Unione europea si č impegnata nel sostegno e nella promozione dell’impresa sociale attraverso una serie di iniziative. Si ricorda, in primo luogo, l’adozione da parte del Consiglio europeo, nel 2003, di un Regolamento relativo allo statuto della societŕ cooperativa europea (SCE), con lo scopo di supportare lo sviluppo di attivitŕ cooperative transnazionali e sovranazionali. Nel 2004 la Commissione europea ha pubblicato una “Comunicazione sulla promozione delle societŕ cooperative in Europa”, in cui ha chiesto una maggiore attenzione per i nuovi stati membri e candidati in cui il settore cooperativo č relativamente poco sviluppato.
Nel 2011, č stata lanciata l’Iniziativa per l’imprenditorialitŕ sociale (Social Business Initiative o SBI), con lo scopo di promuovere lo sviluppo di imprese sociali in tutta l’Unione. Considerata dalla Commissione come il completamento del Mercato Unico, l’Iniziativa punta a creare, in tutta Europa, un ecosistema favorevole che conduca allo sviluppo di imprese sociali e dell’economia sociale nel suo complesso, attraverso la promozione dell’imprenditorialitŕ e il rafforzamento delle politiche sull’occupazione.
Oltre all’Iniziativa, la Commissione ha proposto di stabilire, all’interno del Programma per il cambiamento sociale e l’innovazione sociale 2014-2020, uno strumento finanziario a livello europeo che aiuti lo sviluppo del mercato europeo per il finanziamento dell’impresa sociale, offrendo equity, strumenti di debito e di condivisione del rischio.
Nel 2013, la Commissione ha presentato una Comunicazione sugli “Investimenti sociali per la crescita e la coesione”, avviando un progetto di modernizzazione del welfare nel contesto della crisi economica e di sfide strutturali a lungo termine.
In particolare, la Commissione spinge gli Stati membri a rafforzare le loro strategie di inclusione attiva e a utilizzare i budget sociali in modo piů efficace. E’ sottolineata l’importanza degli investimenti pubblici nello sviluppo e nell’attivazione del capitale.
L’UE ha anche supportato lo startup e la crescita, a livello locale o nazionale, di molte iniziative, in modo particolare attraverso il Fondo Sociale Europeo e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. I regolamenti sul funzionamento di entrambi questi fondi nel periodo 2014-2020 prevedono la promozione dell’economia sociale e dell’imprenditoria sociale come una specifica prioritŕ di investimento.
Infine, Inoltre, l’UE ha promosso la sperimentazione nel campo dell’economia sociale, gli scambi e le collaborazioni tra Paesi europei, l’identificazione e la diffusione di buone pratiche (comprese quelle attinenti alla legislazione e alle forme organizzative) nonché la formazione di nuovi professionisti dell’economia sociale.
Si segnala che, in occasione dell’approfondimento sui progressi finora ottenuti tenutosi a gennaio 2014, sono state individuate le linee di azione ritenute utili ai fini di un ulteriore sviluppo del settore:
· migliore accesso ai finanziamenti
Per quanto riguarda i fondi pubblici, il Programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) sostiene lo sviluppo del mercato dell’investimento sociale con risorse pari a circa 85 milioni di euro nel periodo 2014-2020, mediante strumenti simili ai prestiti. Nello stesso periodo sono stati riformati i Fondi strutturali per consentire agli Stati membri di utilizzarli per finanziare le imprese sociali. Per quanto riguarda gli investimenti privati, č stato approvato il regolamento sui Fondi europei per l’imprenditoria sociale (346/2013), il cui obiettivo č aiutare le imprese sociali ad accedere piů facilmente ai finanziamenti e aiutare gli investitori ad identificare investimenti nelle imprese sociali stesse. Per migliorare ulteriormente l’accesso al capitale privato, il Regolamento sui fondi di venture capital (345/2013) ha creato la nuova denominazione distintiva “fondo europeo di venture capital”. L’obiettivo č contribuire alla commercializzazione ed espansione di questo tipo di fondi in tutta l’Unione europea basandosi su un unico complesso di norme. Infine, sono in corso di ulteriore sviluppo anche le borse etiche, al fine di creare una piattaforma europea che consenta il trading di azioni di imprese sociali su una borsa valori regolamentata da un’autoritŕ per i servizi finanziari;
· maggiore visibilitŕ
Gli strumenti che possono garantire il raggiungimento di tale obiettivo sono, in primo luogo, la piattaforma online Social Innovation Europe, che aiuta anche gli imprenditori sociali a comunicare e scambiare informazioni; i finanziamenti forniti attraverso i programmi Gioventů in Azione, Erasmus ed altri nel campo dell’istruzione nonché il Forum delle PMI, utili per formare gli imprenditori del settore sociale in Europa;
· miglioramento del quadro giuridico
Tra gli strumenti utili individuati, si segnalano il pacchetto di riforme in materia di appalti pubblici (direttive n. 2014/24/UE, 2014/25/UE e 2014/23/UE), adottato all’inizio del 2014, e il pacchetto sui servizi di interesse economico generale, approvato nel 2011[11]. Appare tuttavia necessaria la disponibilitŕ di forme giuridiche che tengano conto delle esigenze specifiche delle imprese sociali. A tale scopo, la Commissione ha deciso di adottare una proposta per una fondazione europea che faciliti le attivitŕ transfrontaliere delle fondazioni di pubblica utilitŕ. E’ infine allo studio la possibilitŕ di intervenire sulla mutua, un’altra forma giuridica spesso utilizzata dalle imprese sociali, per valutarne l’eventuale miglioramento.
La disoccupazione giovanile č piů sensibile della disoccupazione complessiva al ciclo economico, in quanto i giovani sono meno esperti, piů facilmente licenziabili e piů concentrati nei settori economici piů esposti alla recessione economica, come le costruzioni, la vendita al dettaglio o il settore dell'ospitalitŕ e del turismo. Infatti, se si esamina l'evoluzione nel tempo dei diversi gruppi sul mercato del lavoro, si puň vedere che il tasso di disoccupazione giovanile č strutturalmente superiore al tasso medio e reagisce anche piů prontamente al ciclo economico.
Andamento
dei tassi di disoccupazione tra il 2004 e il 2013 nell'UE-28 (dati annuali):
totale, giovani, lavoratori piů anziani, lavoratori scarsamente qualificati e
donne
Fonte: Eurostat
La disoccupazione giovanile resta a livelli molto elevati, ma mostra segni di miglioramento. Nel dicembre 2014 il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nell'UE-28 era pari al 21,4%, (23,1% nel dicembre 2013) e nell’area Euro al 23,0% (23,9% nel dicembre 2013). Si rileva una grande dispersione tra gli Stati membri, con dati che variano dal 7,2% in Germania e dal 9,0% in Austria al 42,0% in Italia e al 51,4% in Spagna.
La tabella che segue dŕ conto dell’andamento del tasso su base annua, nel periodo 2011-2013:
Tassi di disoccupazione giovanile (% - 2011-2013) |
|||
|
2011 |
2012 |
2013 |
EU-18 |
21,0 |
23,3 |
24,1 |
EU-28 |
21,6 |
23,1 |
23,6 |
Germania |
8,5 |
8,0 |
7,8 |
Spagna |
46,2 |
52,9 |
55,5 |
Francia |
22,6 |
24,4 |
24,8 |
Italia |
29,1 |
35,3 |
40,0 |
Fonte: Eurostat (gennaio 2015) |
Tassi di occupazione giovanile (% - 2011-2013) |
|||
|
2011 |
2012 |
2013 |
EU-18 |
33,2 |
31,8 |
31,2 |
EU-28 |
33,4 |
32,6 |
32,2 |
Germania |
47,9 |
46,6 |
46,9 |
Spagna |
22,0 |
18,4 |
16,8 |
Francia |
29,5 |
28,4 |
28,4 |
Italia |
19,4 |
18,6 |
16,3 |
Fonte: Eurostat (gennaio 2015) |
Tuttavia, i livelli di disoccupazione giovanile sono influenzati anche dalle caratteristiche strutturali dei mercati del lavoro, come ad esempio i costi di assunzione o gli investimenti in politiche attive del mercato del lavoro, oltre che dalla qualitŕ dei sistemi di istruzione e di formazione. Questo, in particolare, č il terreno dove, ad avviso delle istituzioni europee, si puň intervenire a livello unionale come stimolo all’adozione da parte degli Stati membri di politiche attive e di riforma, soprattutto per agevolare il passaggio dalla scuola al lavoro. Rimane il problema di raggiungere i giovani che non risultano né in fase di istruzione e formazione né in cerca di lavoro (e, quindi, non sono registrati presso gli uffici di collocamento)[12]. Il fenomeno dei NEET č drammatico anche quantitativamente e la sua dimensione č tale da compromettere, in prospettiva, anche lo sviluppo futuro dell’economia europea nel suo complesso.
Lo strumento adottato dall’Unione, la Garanzia giovani, si segnala per la sua adattabilitŕ alle caratteristiche peculiari di ciascun mercato del lavoro (attraverso specifici piani nazionali) e per le risorse messe a disposizione dei singoli Stati membri, in proporzione ai livelli di disoccupazione giovanile (6,4 miliardi di euro nel biennio 2014-2015 a valere delle risorse della YEI[13] cui si aggiungono i cofinanziamenti dei singoli Stati membri[14]).
La raccomandazione Garanzia per i giovani č stata formalmente adottata dal Consiglio dei ministri dell'UE il 22 aprile 2013, sulla base di una proposta presentata dalla Commissione nel dicembre 2012, ed č stata approvata dal Consiglio europeo di giugno 2013.
Sulla base della Garanzia per i giovani, gli Stati membri dovrebbero garantire che, entro quattro mesi dalla fine della scuola o della perdita del lavoro, ai giovani sotto i 25 anni sia proposto un lavoro di buona qualitŕ, corrispondente al loro livello di istruzione, di competenze ed esperienze, o sia proposto di acquisire la formazione, le competenze e l'esperienza necessarie per trovare un lavoro in futuro, attraverso un apprendistato, un tirocinio o la formazione continua.
La Garanzia per i giovani č considerata dalle istituzioni europee sia una riforma strutturale per migliorare drasticamente la transizione scuola-lavoro sia una misura per sostenere immediatamente la creazione di posti di lavoro per i giovani.
Si puň considerare una riforma strutturale, dal momento che la sua attuazione richiede in molti Stati membri l’adozione di modifiche profonde e strutturali del sistema della formazione e della transizione scuola-lavoro, dei servizi pubblici per l’impiego e del mercato del lavoro in generale. In tale ottica, la Commissione ha voluto supportare gli Stati membri piů esposti varando una serie di iniziative di supporto, tra cui si segnalano, in primo luogo, la proposta di riforma degli SPI, presentata dalla Commissione nel giugno 2013 e adottato nel maggio 2014, la proposta riguardante il miglioramento della qualitŕ dell’apprendistato e il quadro di qualitŕ dei tirocini.
Per la grande importanza annessa alla Garanzia per i giovani, quale volano per le riforme strutturali, la Commissione ha proposto raccomandazioni specifiche sull'attuazione della Garanzia per i giovani di otto paesi (Spagna, Italia, Slovacchia, Croazia, Portogallo, Polonia, Bulgaria e Irlanda) nel 2014.
Nelle raccomandazioni, la Commissione esorta all’adozione di politiche attive del mercato del lavoro, al rafforzamento dei servizi pubblici per l'impiego, al supporto per i programmi di formazione e di apprendistato, alla lotta contro l'abbandono scolastico e alla creazione di strategie di sensibilizzazione, strumenti che possono contribuire alla piena attuazione della Garanzia per i giovani. Nelle raccomandazioni, inoltre, la Commissione esorta gli Stati membri ad affrontare la segmentazione del mercato del lavoro in cui i giovani sono tra i soggetti piů vulnerabili.
Oltre a promuovere misure come l'attivazione attraverso corsi di orientamento per la ricerca di lavoro o corsi di formazione professionale, la Garanzia per i giovani incoraggia l'utilizzo di una vasta gamma di misure proattive che aiutano a stimolare la domanda di lavoro dei giovani.
Queste misure, quali i sussidi salariali o salari correlati ad assunzioni temporanee o retribuzioni di apprendistato e di tirocinio, possono spesso essere necessarie per integrare con successo i giovani nel mercato del lavoro.
Se la Garanzia per i giovani puň contribuire a migliorare l’occupabilitŕ dei giovani rendendo piů fluido il passaggio dalla scuola al lavoro, tuttavia, in assenza di crescita economica globale, la sua attuazione puň dare solo risultati limitati, non potendosi sostituire ai normali strumenti macroeconomici.
L’attuazione della Garanzia per i giovani č ben avviata e sta giŕ portando risultati. Rispetto ad altre riforme strutturali in Europa, la garanzia per i giovani č probabilmente quella di piů rapida attuazione. Tutti gli Stati membri hanno presentato piani di attuazione Garanzia per i giovani. In essi sono indicate le misure da adottare per l'attuazione, sono delineati i tempi per le riforme e le misure per l'occupazione dei giovani, i ruoli delle autoritŕ pubbliche e di altre organizzazioni, le modalitŕ di finanziamento e di co-finanziamento dal Fondo sociale europeo e dalla Iniziativa per l'occupazione giovanile (YEI). Questi piani di attuazione sono stati valutati dalla Commissione nel quadro del semestre europeo.
Per quanto riguarda l’Italia, il contesto non appare facile: le misure adottate per combattere la disoccupazione giovanile a partire dal 2013 appaiono, ad avviso della Commissione, frammentate e di modesta portata. L’efficacia del piano di attuazione presentato dal Governo, del valore di 1,5 miliardi di euro, č incentrato sul ruolo dei servizi per l'impiego e sul coordinamento dei vari soggetti interessati.
I punti deboli del piano individuati dalla Commissione e sui quali si dovrebbe meglio orientare l’azione di Garanzia giovani sono:
- la mancanza di risorse sufficienti nei servizi pubblici per l'impiego, individuati dal piano italiano come i principali fornitori dei servizi, omogenei in tutto il Paese, riguardanti la Garanzia per i giovani, nonché un accesso limitato ad essi da parte di chi č in cerca di lavoro;
- una struttura non chiara degli incentivi a registrarsi per i NEET e la conseguente necessitŕ di una strategia di sensibilizzazione pro-attiva su misura per i diversi sottogruppi;
- la necessitŕ di un efficace e continuo coordinamento tra i livelli nazionali e regionali nella fornitura dei servizi della Garanzia;
- la necessitŕ di aumentare l'impegno degli operatori privati e di intensificare la cooperazione con gli istituti di istruzione nella fornitura di apprendistati e tirocini di qualitŕ;
- la sostenibilitŕ della Garanzia, messa in dubbio dalla mancanza di una prospettiva di attuazione a lungo termine.
Per quanto riguarda gli altri Stati membri:
- il Belgio ha presentato un piano di attuazione della Garanzia giovani, finanziato a valere sulle risorse della YEI, articolato in 4 distinti sotto-progetti, definiti a livello regionale/comunitario. La Commissione ha sollevato rilievi sui seguenti punti: insufficiente attuazione di partnership tra servizi per l'impiego e gli altri soggetti interessati; non uniformi capacitŕ dei servizi pubblici, che dovrebbero essere il principale fornitore di servizi YG, per progettare e realizzare programmi di sostegno su misura, in particolare, per i NEET o per i giovani immigrati; la necessitŕ di creare un quadro generale, che copra l'intero paese (che dovrebbe includere standard comuni, monitoraggio e valutazione e un sistema informativo omogeneo) e garantisca in tutte le regioni un chiaro quadro di responsabilitŕ politica;
- la Bulgaria ha presentato un piano di attuazione Garanzia per i giovani, finanziato dalla YEI, che reca misure incentrate principalmente sul ruolo del servizio pubblico di collocamento (PES). Ad avviso della Commissione, i punti deboli del Piano sono: un’attenzione insufficiente per una seconda possibilitŕ di istruzione per fare fronte all'altissimo numero di abbandoni scolastici; la necessitŕ di rafforzare le iniziative di apprendistato e di formazione duale; - azioni insufficienti per la sensibilizzazione e la registrazione dei NEET; necessitŕ di adottare politiche attive diversificate a seconda dei profili e delle capacitŕ richieste; insufficienza delle misure specificamente mirate i giovani meno qualificati, tra cui, soprattutto i Rom;
- la Croazia ha presentato il suo piano di attuazione garanzia per i giovani, dopo avere adottato misure utili all’ individuazione dei gruppi piů vulnerabili e delle loro particolari esigenze. Il piano croato, che beneficia dei finanziamenti della YEI, riguarda giovani da 15 fino a 30 anni. I rilievi della Commissione riguardano i seguenti punti: la mancanza di dati e analisi sui NEET; un’ insufficiente attivitŕ di sensibilizzazione a favore dei NEET e un’eccessiva pressione sulle capacitŕ del servizio pubblico di collocamento; un’insufficiente rilievo del mercato del lavoro e della qualitŕ dell'istruzione e formazione professionale e dell’istruzione superiore; la mancanza di sistemi efficaci per il monitoraggio e la valutazione e della previsione delle competenze del mercato del lavoro; l’uso eccessivo di offerte sovvenzionate invece di una piů efficace mobilitazione del settore privato;
- Cipro ha presentato un piano di attuazione garanzia per i giovani che riguarda il periodo 2014-2016 e beneficia dei finanziamenti della YEI. Sulla base di tale piano, i giovani riceveranno una guida individualizzata dopo 3 mesi di disoccupazione, e, in una fase successiva, sarŕ sviluppato un piano individuale di lavoro;
- la Repubblica ceca ha presentato un piano di attuazione Garanzia per i giovani, finanziato a valere sulle risorse della YEI, sul quale la Commissione ha individuato alcuni punti critici: la mancanza di un approccio ambizioso, globale ea lungo termine l’individuazione di strumenti giŕ previsti o in atto, l’inadeguatezza dei servizi pubblici per l'impiego, i principali fornitori di servizi della Garanzia; la mancanza di misure relative al mercato del lavoro, essendo il quadro concentrato sul miglioramento della qualitŕ del sistema di istruzione; la mancanza di misure mirate ai gruppi piů vulnerabili, come i NEET;
- la Francia ha presentato il Piano, che gode dei finanziamenti della YEI, sul quale la Commissione ha rilevato alcuni punti critici: impegno limitato ad un numero di giovani giudicato insufficiente dalla Commissione; insoddisfacenti meccanismi di coordinamento; mancanza di una strategia globale di sensibilizzazione per garantire che a tutti i giovani NEET si proponga un'offerta di qualitŕ entro quattro mesi;
- la Grecia ha presentato un piano di attuazione garanzia per i giovani che beneficia dei finanziamenti YEI. Si tratta di un piano ambizioso che si prevede sia pienamente attuato entro il 2016;
- il piano presentato dall’Ungheria, che beneficia dei finanziamenti della YEI, si prevede sarŕ operativo solo nel 2018. I punti critici del Piano, evidenziati dalla Commissione, sono la limitata capacitŕ del servizio pubblico di collocamento, il principale fornitore di servizi della Garanzia giovani, la necessitŕ di assicurare un efficiente coordinamento tra i servizi pubblici per l'impiego e le istituzioni scolastiche e le organizzazioni giovanili non governative attive a livello locale per raggiungere i NEET, la necessitŕ di migliorare la qualitŕ dell’istruzione e della prevenzione dell’abbandono scolastico, tenendo presente la numerosa comunitŕ Rom;
- sul piano dell’Irlanda, che gode dei finanziamenti della YEI, la Commissione ha rilevato la necessitŕ di ridurre l'intervallo di tempo in cui č fatta l'offerta ai giovani č(attualmente di circa nove mesi), di sviluppare una strategia globale per raggiungere i NEET e di approfondire il tema della qualitŕ delle offerte;
- il piano della Lettonia, che gode dei finanziamenti della YEI, si caratterizza per essere integrato da Programmi di formazione professionale di secondo opportunitŕ, accompagnati da programmi di formazione non formali, per limitare l’abbandono precoce della scuola. I rilievi della Commissione riguardano, in particolare, l’insufficiente capacitŕ amministrativa dei servizi pubblici per l’impiego e la necessitŕ di sviluppare misure sufficientemente ambiziose di sensibilizzazione per i NEET;
- il piano della Lituania, che gode dei finanziamenti della YEI, č a lungo termine, recando misure con efficacia fino al 2020. Ad avviso della Commissione, č necessario sviluppare la collaborazione con i datori di lavoro, i sindacati e le organizzazioni giovanili nella progettazione della YG, migliorare la sensibilizzazione dei NEET e la loro registrazione in un’apposita banca dati, procedere ad un’analisi completa dei programmi esistenti, inclusi programmi per l'occupazione e l'imprenditorialitŕ sovvenzionati, e, infine, migliorare la qualitŕ dell’apprendistato;
- con riferimento al piano della Polonia, che beneficia dei finanziamenti della YEI, la Commissione ritiene che sia necessario tenere conto delle differenze urbane/rurali tra i giovani, specialmente i NEET, attuando efficaci politiche proattive di sensibilizzazione. Inoltre, ad avviso della Commissione, appare opportuno sviluppare partenariati di qualitŕ tra tutte le parti interessate e istituire un sistema di monitoraggio che consenta la valutazione continua dei progressi del piano, ai fini di un’eventuale revisione delle politiche adottate;
- il piano del Portogallo č ammesso ai finanziamenti della YEI. I punti critici individuati dalla Commissione riguardano la necessitŕ di un coordinamento efficace e il coinvolgimento di diversi partner; la mancanza di uno sportello unico, la debolezza di un intervento precoce e delle misure per i NEET e, infine, la necessitŕ di meglio allineare l’istruzione e la formazione con le esigenze del mercato del lavoro;
- la Romania ha presentato un piano, che gode dei finanziamenti della YEI, con un’ampia gamma di interventi (creazione di una banca dati integrata; un programma di seconda opportunitŕ; programmi di sostegno sociale per mantenere i giovani in formazione; apprendistato, tirocini, azioni di educazione all’imprenditorialitŕ, salari e sussidi di reclutamento, sostegno alla creazione e misure di promozione della mobilitŕ del lavoro). La Commissione ha osservato l’insufficiente capacitŕ amministrativa del servizio di collocamento pubblico, il principale fornitore di servizi della Garanzia; una rigida fornitura di servizi e offerta non sufficientemente diversificata di misure di attivazione, di formazione e di educazione per i giovani; la mancanza di attivitŕ di sensibilizzazione per i NEET e, in particolare, per i giovani Rom; infine, la mancanza di un vero e proprio coinvolgimento del settore privato nelle iniziative di apprendistato e di formazione duale, nonché per i tirocini per laureati;
- sul piano della Slovacchia, ammesso ali finanziamenti delle YEI, la Commissione ha rilevato l’eccessiva enfasi posta sulla fornitura di servizi di consulenza; un eccessivo ricorso al finanziamento UE che potrebbe compromettere, nel tempo, la possibilitŕ di implementazione della Garanzia; l’insufficiente capacitŕ dei servizi pubblici per l’impiego e, infine, la mancanza di azioni di sensibilizzazione dei NEET. Sarebbe, infine, necessaria, ad avviso della Commissione, una maggiore attenzione alle misure di intervento precoce per i giovani piů vulnerabili, tra cui i giovani rom;
- la Slovenia ha presentato un piano, ammesso ai finanziamenti della YEI, che prevede, tra l’altro, l'estensione della copertura fino a 29 anni di etŕ data la quota relativamente elevata di laureati disoccupati. La YG č attualmente previsto solo per il 2014 e il 2015, ma si prevede una prosecuzione a lungo termine;
- sul piano della Spagna, ammesso ai finanziamenti della YEI, la Commissione ha osservato il rischio di non raggiungere tutti i giovani di etŕ inferiore ai 25 anni che sono disoccupati o che hanno lasciato istruzione formale; la mancata valutazione ex-ante dell'efficacia e dell'adeguatezza della formazione a breve termine proposta, dei sussidi all'assunzione e degli sgravi degli oneri sociali per agevolare l'integrazione nel mercato del lavoro dei giovani; la mancanza di risorse sufficienti per i servizi pubblici dell'impiego, previsti come punto di ingresso principale per la prima assistenza YG; meccanismi di sensibilizzazione non chiari per i NEET; la necessitŕ di una migliore combinazione delle disparitŕ e delle esigenze regionali, di un monitoraggio continuo e di un coordinamento efficace tra le autoritŕ centrali e le regioni autonome; la mancanza di fondi complementari nazionali, che potrebbe compromettere l'applicazione della Garanzia per i giovani nel breve e lungo termine;
- la Svezia ha adottato un piano Garanzia giovani giŕ nel 2007. Sul piano di attuazione della Garanzia europea, ammesso ai finanziamenti della YEI, la Commissione osserva l’insufficiente sensibilizzazione dei NEET; la necessitŕ di rafforzare i percorsi di apprendimento basato sul lavoro, in particolare l'apprendistato; la mancanza di strategia di partnership per l’esecuzione e la revisione; l’insufficienza del sistema di valutazione;
- il Regno Unito non ha presentato un piano di attuazione della YG.
Anche l’Austria, la Danimarca, l’Estonia, la Finlandia, la Germania, Lussemburgo, Malta, l’Olanda hanno presentato propri Piani di attuazione della Garanzia giovani che, dato il basso livello di disoccupazione giovanile, non godono dei finanziamenti della YEI.
La possibilitŕ di riuscita dei piani di attuazione dipende da molteplici fattori. Innanzitutto la struttura dei piani medesimi che, come illustrato, č stata vagliata dalla Commissione, che ha indirizzato ai singoli Stati membri rilievi mirati. In secondo luogo, l’Unione č consapevole della limitatezza degli stanziamenti, a fronte dell’importanza del problema. Per ovviare alla scarsitŕ di risorse, pertanto, gli Stati membri devono reperire finanziamenti aggiuntivi attraverso canali diversi. Ad esempio, la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha offerto agli Stati membri la possibilitŕ di finanziamenti-ponte per i loro investimenti, da rimborsare successivamente. In questo modo, la BEI potrebbe contribuire a risolvere il problema della liquiditŕ. Un altro canale di finanziamento potrebbe essere costituito dal settore privato, chiamato a collaborare con le istituzioni nell’attuazione della YG, attraverso specifiche partnership. Chiaramente, nella situazione economico-finanziaria in cui versano molti dei mercati europei, tale strada risulta attualmente di difficile percorribilitŕ e, pertanto, i privati dovrebbero essere spinti ad investire sulla base del miglioramento delle prospettive economiche e delle politiche adottate dai rispettivi Governi. La Commissione, a tale proposito, continua a caldeggiare l’adozione di riforme strutturali che, sole, potrebbero cambiare le prospettive degli investimenti, non disgiunte da politiche di sostegno della domanda aggregata per fare ripartire i consumi.
Il “Piano italiano Garanzia giovani” č oggetto di un’attivitŕ di monitoraggio, aggiornato settimanalmente, volta a verificare lo stato di attuazione degli interventi ivi previsti. Il suddetto monitoraggio, basato principalmente sulle informazioni che confluiscono nella piattaforma tecnologica del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, viene effettuato, con cadenza settimanale, attraverso l’utilizzo degli indicatori definiti nell’Allegato II del Regolamento UE 1303/2013, nel “Piano italiano di attuazione della Garanzia Giovani" e nelle convenzioni tra il Ministero e le regioni.
Preliminarmente, si segnala che i dati di seguito esposti sono riferibili all’ultimo report settimanale disponibile, aggiornato al 5 febbraio 2015.
A tale data, il numero di registrazioni, ossia di giovani che aderiscono al Piano Garanzia giovani, č pari a 402.378 unitŕ (con un incremento di 10.000 unitŕ rispetto al report precedente, aggiornato al 29 gennaio 2015). La tabella seguente illustra la tendenza nel numero delle registrazioni monitorate da aprile 2014
MESE |
MASCHI |
FEMMINE |
TOTALE |
REGIONI |
Valore Assoluto |
Valore Assoluto |
Valore Assoluto |
APRILE 2014 |
780 |
691 |
1.471 |
MAGGIO 2014 |
37.628 |
33.510 |
71.138 |
GIUGNO 2014 |
18.000 |
16.235 |
34.235 |
LUGLIO 2014 |
22.410 |
20.024 |
42.434 |
AGOSTO 2014 |
11.631 |
10.922 |
22.553 |
SETTEMBRE 2014 |
25.923 |
25.029 |
50.952 |
OTTOBRE 2014 |
26.550 |
27.666 |
54.216 |
NOVEMBRE 2014 |
22.743 |
24.131 |
46.874 |
DICEMBRE 2014 |
19.412 |
19.405 |
38.817 |
GENNAIO 2015 |
16.685 |
17.016 |
33.701 |
FEBBRAIO 2015 |
2.992 |
2.995 |
5.987 |
Totale Complessivo |
204.754 |
197.624 |
402.378 |
Per quanto concerne l’etŕ, la maggioranza dei soggetti registrati (53%) si concentra nella fascia di etŕ tra i 19 e 24 anni. In termini di titolo di studio, i laureati sono il 19%, i diplomati il 57%, mentre il rimanente 24% risulta in possesso di un titolo di studio di terza media o inferiore.
Ciascun giovane registrato puň scegliere piů regioni in cui svolgere esperienze lavorative o formative: il numero di adesioni, pari a 476.502 unitŕ, permette dunque di calcolare le adesioni multiple effettuate dallo stesso giovane su piů regioni. L’adesione puň essere cancellata sia dal giovane, sia dai servizi competenti (per mancanza di requisiti del cittadino, per mancanza di rispetto dell’appuntamento per la presa in carico, per rifiuto della presa in carico o d’ufficio per avvenuta presa in carico presso altra Regione). Al 5 febbraio 2015 il numero delle adesioni, al netto delle cancellazioni, č pari a 409.280 unitŕ.
I giovani che risultano presi in carico (ossia contattati per il primo colloquio e la profilazione) dai servizi competenti sono attualmente 154.305, ossia il 27,6% del target stimato (560.000) di giovani destinatari raggiungibili da azioni di supporto e integrazione al mercato del lavoro, e il 37,7% delle adesioni (al netto delle cancellazioni).
Nella tabella seguente si fornisce il dettaglio delle registrazioni, adesioni e prese in carico diviso in base alla regione, al genere e all’etŕ.
Si evidenzia che il report settimanale non prevede una sezione dedicata al conteggio dei contratti di lavoro stipulati a favore dei giovani che partecipano al Piano. A tale proposito il Ministro del lavoro ha perň dichiarato che prossimamente sarŕ introdotto anche questo tipo di informazione.
Inoltre, al fine di accelerare l'attivazione della mobilitŕ anche in ambito transnazionale, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha predisposto dei format di avvisi da proporre ai giovani, prevedendo un'indennitŕ di mobilitŕ nel caso di svolgimento di un'attivitŕ lavorativa all'estero o in altra regione fuori dalla provincia di residenza.
Novitŕ sono previste anche per il bonus occupazionale. Con il decreto 11 del 23 gennaio 2015 della Direzione generale per le politiche attive del Ministero del lavoro sono ammessi all'incentivo anche i contratti di apprendistato professionalizzante e i contratti a tempo determinato che, grazie alle proroghe del contratto originario, abbiano raggiunto una durata minima di 6 mesi. Inoltre, se per effetto delle proroghe il contratto a termine raggiunge la durata di almeno 12 mesi, si puň richiedere un ulteriore beneficio rispetto a quello giŕ autorizzato per i primi sei mesi. Infine, il bonus occupazionale sarŕ cumulabile con gli altri incentivi all'assunzione di natura economica o contributiva non selettivi rispetto ai datori di lavoro o ai lavoratori e, nei limiti del 50% dei costi salariali, con quelli di natura selettiva.
REGIONE |
REGISTRAZIONI (numero di giovani che aderiscono al programma garanzia giovani) |
ADESIONI (le adesioni multiple effettuate dallo stesso giovane su piů regioni) |
PRESE IN CARICO |
||||||||||||
Maschi |
Femmine |
Tot |
Maschi |
Femmine |
Tot |
|
|||||||||
15-18 |
19-24 |
25-29 |
15-18 |
19-24 |
25-29 |
|
15-18 |
19-24 |
25-29 |
15-18 |
19-24 |
25-29 |
|
|
|
Piemonte |
2.784 |
5.593 |
2.865 |
1.875 |
5.487 |
3.951 |
22.555 |
2.842 |
6.910 |
4.714 |
1.924 |
6.251 |
5.519 |
28.160 |
1.865 |
Valle d’Aosta |
74 |
206 |
111 |
54 |
193 |
120 |
758 |
97 |
633 |
668 |
61 |
383 |
436 |
2.278 |
530 |
Lombardia |
1.406 |
8.402 |
4.125 |
765 |
6.406 |
4.460 |
25.564 |
1.522 |
11.244 |
8.171 |
819 |
8.118 |
8.259 |
38.133 |
8.072 |
Bolzano |
|
2 |
8 |
3 |
10 |
14 |
37 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Trento |
181 |
758 |
350 |
93 |
669 |
481 |
2.532 |
215 |
1.344 |
1.204 |
109 |
934 |
1.049 |
4.855 |
1.129 |
Veneto |
1.309 |
6.921 |
3.434 |
887 |
7.653 |
4.990 |
25.194 |
1.341 |
7.934 |
5.048 |
900 |
8.296 |
6.340 |
29.859 |
7.364 |
Friuli |
516 |
2.959 |
1.664 |
315 |
2.921 |
2.277 |
10.652 |
528 |
3.599 |
2.485 |
324 |
3.233 |
2.892 |
13.061 |
3.855 |
Liguria |
262 |
1.416 |
894 |
154 |
1.327 |
1.106 |
5.159 |
293 |
1.948 |
1.622 |
170 |
1.632 |
1.658 |
7.323 |
803 |
Emilia Romagna |
3.363 |
6.076 |
2.606 |
1.942 |
6.493 |
3.960 |
24.440 |
3.530 |
8.366 |
5.885 |
2.021 |
8.017 |
7.363 |
35.182 |
14.529 |
Toscana |
1.336 |
5.882 |
2.728 |
828 |
5.506 |
3.776 |
20.056 |
1.385 |
7.469 |
5.195 |
862 |
6.585 |
6.272 |
27.768 |
12.102 |
Umbria |
555 |
2.687 |
1.629 |
368 |
2.214 |
2.305 |
9.758 |
621 |
3.506 |
2.672 |
404 |
2.816 |
3.177 |
13.196 |
4.357 |
Marche |
910 |
5.974 |
3.314 |
507 |
5.292 |
4.458 |
20.455 |
941 |
6.768 |
4.398 |
534 |
5.817 |
5.460 |
23.918 |
9.847 |
Lazio |
812 |
8.557 |
5.685 |
525 |
6.638 |
6.659 |
28.876 |
905 |
10.824 |
9.214 |
570 |
8.253 |
10.638 |
40.404 |
9.273 |
Abruzzo |
332 |
3.794 |
2.735 |
196 |
3.018 |
3.532 |
13.607 |
362 |
4.527 |
3.666 |
209 |
3.422 |
4.318 |
16.504 |
6.122 |
Molise |
78 |
639 |
558 |
27 |
510 |
742 |
2.554 |
95 |
1.087 |
1.042 |
41 |
706 |
1.041 |
4.012 |
842 |
Campania |
1.986 |
16.451 |
11.793 |
1.259 |
12.395 |
12.115 |
55.999 |
1.981 |
16.653 |
11.819 |
1.264 |
12.507 |
11.912 |
56.136 |
15.621 |
Puglia |
845 |
7.506 |
5.711 |
466 |
5.813 |
6.663 |
27.004 |
846 |
7.699 |
5.899 |
472 |
5.768 |
6.505 |
27.189 |
10.426 |
Basilicata |
357 |
3.278 |
2.160 |
187 |
2.700 |
2.703 |
11.385 |
379 |
3.745 |
2.741 |
202 |
2.910 |
2.936 |
12.913 |
4.579 |
Calabria |
470 |
4.927 |
4.312 |
337 |
3.716 |
4.658 |
18.420 |
475 |
4.973 |
4.160 |
341 |
3.647 |
4.305 |
17.901 |
4.672 |
Sicilia |
1.931 |
14.468 |
9.586 |
1.532 |
12.798 |
11.228 |
51.543 |
1.913 |
14.366 |
9.482 |
1.522 |
12.625 |
10.900 |
50.808 |
22.693 |
Sardegna |
1.380 |
6.711 |
4.392 |
917 |
6.659 |
5.771 |
25.830 |
1.405 |
7.067 |
4.759 |
928 |
6.859 |
5.884 |
26.902 |
15.624 |
TOTALE |
20.887 |
113.207 |
70.660 |
13.237 |
98.418 |
85.969 |
402.378 |
21.676 |
130.662 |
94.844 |
13.677 |
108.779 |
106.864 |
476.502* |
154.305 |
*al netto delle cancellazioni le adesioni sono 409.280 |
Come sottolineato dal report, la Garanzia giovani č entrata nella seconda fase, durante la quale la sua attuazione č demandata principalmente alle regioni le quali, attraverso bandi regionali, mettono a disposizione occasioni di ingresso (tirocini, apprendistato, corsi di formazione, posti di lavoro, servizio civile) nel mercato del lavoro coerenti con le misure del Piano. Al momento sono giŕ disponibili oltre 25.000 opportunitŕ destinate alle diverse misure previste dal programma, di queste circa 5.500 sono posti destinati al servizio civile nazionale[15].
In attesa della partecipazione alle singole misure a seguito degli avvisi regionali e dell’avvio del bonus occupazionale, continua l’inserimento delle occasioni di lavoro da parte delle aziende. Le opportunitŕ di lavoro (vacancy) pubblicate dall’inizio del progetto sono pari a 31.159, per un numero di posti disponibili pari a 44.776; le vacancy ad oggi ancora attive[16] sono 3.766 (per un totale di 5.941 posti disponibili)[17].
TIPOLOGIA CONTRATTUALE |
NUM. VACANCY |
NUM. POSTI |
|
Valore Assoluto |
Valore Assoluto |
Incidenza % |
|
APPRENDISTATO |
578 |
768 |
2 |
CONTRATTO DI COLLABORAZIONE |
550 |
1.103 |
2 |
LAVORO A TEMPO DETERMINATO |
22.672 |
33.100 |
74 |
LAVORO A TEMPO INDETERMINATO |
4.245 |
5.186 |
12 |
LAVORO ACCESSORIO |
46 |
128 |
0 |
LAVORO AUTONOMO |
619 |
988 |
2 |
TIROCINIO |
2.449 |
3.503 |
8 |
TOTALE |
31.159 |
44.776 |
100 |
Di seguito una tabella esplicativa dell’incidenza percentuale dei posti disponibili suddivisi per tipologia contrattuale
La programmazione attuativa (ossia la fase procedurale di emanazione di avvisi, bandi e decreti attuativi che precede la fase di avvio degli interventi programmati) risulta molto differenziata a livello regionale, come emerge dalla prima delle due tabelle seguenti, che riporta per ogni regione e provincia autonoma le risorse del “Programma operativo iniziativa occupazione giovani” e le risorse stanziate per l’emanazione di avvisi e bandi.
Nella seconda tabella si dŕ conto nel dettaglio di come le regioni utilizzano le risorse a disposizione per l’attuazione delle misure a favore dei giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), rilevando per ogni misura il rapporto tra le risorse programmate e quelle giŕ impiegate.
|
Programmato IOG |
di cui: misura 6 Serv. civ. n.le |
di cui: misura 9 bonus occ. |
Risorse al netto |
Risorse oggetto di programmaz attuativa |
Capacitŕ di programmazione |
Totale Impegni |
Capacitŕ di programmazione |
|
a |
b |
c |
d = (a-b-c) |
e |
e/d % |
f = b+c+e |
f/a % |
Piemonte |
97.433.240,00 |
1.776.000,00 |
- |
95.657.240,00 |
75.307.633,20 |
78,73 |
77.083.633,20 |
79,11 |
Valle d’Aosta |
2.325.376,00 |
- |
- |
2.325.376,00 |
2.075.376,00 |
89,25 |
2.075.376,00 |
89,25 |
Lombardia |
178.356.313,00 |
- |
52.393.780,00 |
125.962.533,00 |
114.760.540,00 |
91,11 |
167.154.320,00 |
93,72 |
Trento |
8.371.352,00 |
- |
783.500,00 |
7.587.852,00 |
4.471.500,00 |
58,93 |
5.255.000,00 |
62,77 |
Veneto |
83.248.449,00 |
- |
5.000.000,00 |
78.248.449,00 |
58.912.961,00 |
75,29 |
63.912.961,00 |
76,77 |
Friuli |
19.300.618,00 |
310.000,00 |
2.500.00,00 |
16.490.618,00 |
13.725.618,00 |
83,23 |
16.535.618.,00 |
85,67 |
Liguria |
27.206.895,00 |
- |
2.779.000,00 |
24.427.895,00 |
10.852.958,83 |
44,43 |
13.631.958,83 |
50,10 |
Emilia Romagna |
74.179.484,00 |
- |
7.3417.948,40 |
66.761.535,60 |
57.182.239,76 |
85,65 |
64.600.188,16 |
87,09 |
Toscana |
64.877.981,00 |
- |
9.000.000,00 |
55.877.981,00 |
8.450.648,00 |
15,12 |
17.450.640,00 |
26,90 |
Umbria |
22.788.681,00 |
1.800.00,00 |
3.700.000,00 |
17.288.681,00 |
12.538.681,00 |
72,53 |
18.038.681,00 |
79,16 |
Marche |
29.299.733,00 |
- |
3.200.000,00 |
26.099.733,00 |
16.075.800,00 |
61,59 |
19.275.800,00 |
65,79 |
Lazio |
137.197.164,00 |
3.540.000,00 |
35.700.000,00 |
97.957.164,00 |
31.000.000,00 |
31,65 |
70.240.000,00 |
51,20 |
Abruzzo |
31.160.034,00 |
1.000.000,00 |
4.000.000,00 |
26.160.034,00 |
5.600.000,00 |
21,41 |
10.600.000,00 |
34,02 |
Molise |
7.673.740,00 |
1.750.340,00 |
200.000,00 |
5.723.400,00 |
- |
- |
1.950.340,00 |
25,42 |
Campania |
191.610.955,00 |
15.000.000,00 |
- |
176.601.955,00 |
58.380.000,00 |
33,06 |
73.380.000,00 |
38,30 |
Puglia |
120.454.459,00 |
7.000.000,00 |
28.454.459,00 |
85.000.000,00 |
37.100.000,00 |
43,65 |
72.554.459,00 |
60,23 |
Basilicata |
17.207.780,00 |
1.180.000,00 |
627.180,00 |
15.400.600,00 |
7.000.000,00 |
45,45 |
8.807.180,00 |
51,18 |
Calabria |
67.668.432,00 |
2.450.429,80 |
10.790.413,26 |
54.427.588,94 |
14.404.409,18 |
26,47 |
27.645.252,24 |
40,85 |
Sicilia |
178.821.388,00 |
10.000.000,00 |
10.000.000,00 |
158.821.388,00 |
64.735.000,00 |
40,76 |
84.735.000,00 |
47,39 |
Sardegna |
54.181.252,00 |
1.625.438,00 |
12.209.063,00 |
40.346.751,00 |
21.232.438,80 |
52,62 |
35.066.939,80 |
64,72 |
TOTALE |
1.413.363.326,00 |
47.432.207,80 |
188.755.343,66 |
1.177.175.774,54 |
613.805.803,77 |
52,14 |
849.993.355,23 |
60,14 |
MPLS |
100.000.000,00 |
- |
- |
100.000.00,00 |
71.566.968,00 |
71,57 |
71.566.968,00 |
71,57 |
TOT PON IOG |
1.513.363.326,00 |
47.432.207,80 |
188.755.343,66 |
1.277.175.774,54 |
685.372.771,77 |
53,66 |
921.560.323,23 |
60,89 |
Fonte: PAR e delibere regionali
|
Orientamento |
Form inser. |
Form. reinser. Etŕ15-18 |
Apprendist profess. |
Apprendist. formaz. |
Tirocinio extra curric |
Servizio civile reg.le |
Servizio civile naz.le |
Autoimp. e Autoimprend. |
Mobilitŕ prof |
Bonus occ. |
Tot complessivo |
Piemonte |
16.675,60 |
- |
33.618,63 |
- |
- |
25.013,40 |
- |
- |
- |
- |
- |
75.307,63 |
Valle d’Aosta |
475,38 |
200,00 |
- |
- |
- |
1.200,00 |
200,00 |
- |
- |
- |
- |
2.075,38 |
Lombardia |
48.456,54 |
13.364,00 |
1.000,00 |
5.400,00 |
1.740,00 |
37.300,00 |
7.500,00 |
- |
- |
- |
- |
114.760,54 |
Trento |
575,00 |
750,00 |
- |
1.170,00 |
- |
1.976,50 |
- |
- |
- |
- |
- |
4.471,50 |
Veneto |
9.353,35 |
20.098,10 |
1.883,39 |
- |
- |
23.042,05 |
- |
- |
1.134,85 |
3.401,22 |
- |
58.912,96 |
Friuli |
300,00 |
3.100,00 |
- |
- |
- |
10.325,62 |
- |
- |
- |
- |
- |
13.725,62 |
Liguria* |
2.074,06 |
1.805,23 |
5.928,60 |
- |
- |
192,63 |
- |
- |
559,68 |
292,77 |
- |
10.852,96 |
Emilia Romagna** |
3.750,00 |
- |
24.002,24 |
219,25 |
300,00 |
26.852,97 |
500,00 |
- |
1.557,77 |
- |
- |
57.182,23 |
Toscana |
- |
- |
6.450,65 |
- |
- |
2.000,00 |
- |
- |
- |
- |
- |
8.450,65 |
Umbria |
2.600,00 |
2.500,00 |
2.950,00 |
- |
- |
3.800,00 |
- |
- |
500,00 |
188,68 |
- |
12.538,68 |
Marche |
- |
- |
3.400,00 |
1.360,00 |
- |
7.552,00 |
3.763,80 |
- |
- |
- |
- |
16.075,80 |
Lazio |
16.000,00 |
- |
- |
- |
- |
15.000,00 |
- |
- |
- |
- |
- |
31.000,00 |
Abruzzo |
- |
- |
- |
- |
- |
5.600,00 |
- |
- |
- |
- |
- |
5.600,00 |
Campania |
27.750,00 |
- |
- |
- |
- |
30.000,00 |
- |
- |
630,00 |
- |
- |
58.380,00 |
Puglia |
13.300,00 |
3.500,00 |
- |
- |
- |
17.500,00 |
- |
- |
- |
2.800,00 |
- |
37.100,00 |
Basilicata |
- |
- |
- |
- |
- |
7.000,00 |
- |
- |
- |
- |
- |
7.000,00 |
Sicilia |
- |
46.000,00 |
10.000,00 |
- |
- |
4.735,00 |
- |
- |
- |
4.000,00 |
- |
64.735,00 |
|
Orientamento |
Form inser. |
Form. reinser. Etŕ15-18 |
Apprendist profess. |
Apprendist. formaz. |
Tirocinio extra curric |
Servizio civile reg.le |
Servizio civile naz.le |
Autoimp. e Autoimprend. |
Mobilitŕ prof |
Bonus occ. |
Tot complessivo |
Sardegna |
8.501,75 |
6.228,94 |
- |
- |
- |
6.501,75 |
- |
- |
- |
- |
- |
21.232,44 |
Calabria |
14.404,41 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
14.404,41 |
Dip. Gioventů |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
47.432,21 |
- |
- |
- |
47.432,21 |
INPS |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
188.755,34 |
188.755,34 |
MLPS |
63.966,97 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
63.966,97 |
MIUR |
7.600,00 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
7.600,00 |
Tot complessivo (A) |
235.783,05 |
97.546,27 |
89.233,50 |
8.149,25 |
2.040,00 |
225.591,92 |
11.963,80 |
47.432,21 |
4.382,30 |
10.682,67 |
188.755,34 |
921.560,32 |
Tot progr. (B) *** |
460.978,81 |
176.008,25 |
112.943,2 |
36.749,26 |
11.060,00 |
299.097,73 |
48.174,56 |
47.432,21 |
95.683,29 |
36.480,66 |
188.755,34 |
1.513.363,33 |
Capacitŕ programmaz attuativa (A/B %) |
51,15 |
55,42 |
79,01 |
22,18 |
18,44 |
75,42 |
24,83 |
100 |
4,58 |
29,28 |
100 |
60,89 |
* Gli importi impegnati per le misure Orientamento e Formazione sono stati ripartiti nelle azioni 1-B, 1-C, 2-A e 2-B rispettivamente al valore del programma di misura ** Il valore impegnato da bando/avviso di 24 milioni nella misura Formazione per il reinserimento č superiore al programmato della misura (18 milioni), in vista di una rimodulazione del piano finanziario regionale. *** L’importo programmato tiene conto di rimodulazioni finanziarie per misura effettuate da alcune regioni Fonte: PAR e delibere regionali |
[1] Per un approfondimento, vedi la scheda relativa alla Sessione III.
[2] Commissione europea, Employment and Social Situation Quarterly Review, gennaio 2015.
[3] Per un approfondimento del tema, vedi la scheda relativa alla Sessione III.
[4] All’Italia sono destinati 530,18 milioni di euro.
[5] Nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, si stima che nel 2020 potrebbero risultare vacanti circa 900.000 posti di lavoro a causa della mancanza di professionisti qualificati. Nel settore della app-economy potrebbero essere impiegate 4,8 milioni di persone entro il 2018 (oggi gli addetti sono circa 1,8 milioni).
[6] Nel settore dei servizi e dei beni ambientali, c'č stato un aumento di 3-4,2 milioni di posti di lavoro tra il 2002 e il 2011, di cui il 20% nel corso degli anni di recessione (2007-2011).
[7] Si ricorda che le risorse complessive del FSE per il periodo 2014-2020 sono pari a circa 86,4 miliardi di euro.
[8] Jerome Fauer, The social economy: Preparing the ground for innovative responses to current challenges, bozza di report.
[9] Analisi di Euricse sui dati delle Camere di Commercio.
[10] CECOP-CICOPA Europe, The resilience of the cooperative model in Europe, giugno 2012.
[11] Il pacchetto č composto da una Comunicazione, da una Decisione, da un’ulteriore Comunicazione, dal Regolamento n. 360/2012
[12] cfr. supra.
[13] cfr. supra.
[14] A tali risorse, gli Stati membri possono aggiungere le risorse provenienti dal Fondo sociale europeo (circa 4 miliardi di euro nel periodo 2014-2020), espressamente dedicati al finanziamento di progetti per aumentare l’occupabilitŕ dei giovani e combattere l’esclusione sociale.
[15] I bandi visionati sono solo quelli validati dalla Direzione generale per le politiche attive, i Servizi per il lavoro e la formazione, pubblicati sul portale www.garanziagiovani.gov.it.
[16] Le offerte di lavoro sono pubblicate per un massimo di 60 giorni.
[17] Tali dati al momento si riferiscono all’incrocio domanda-offerta che avviene tramite il portale, senza considerare quello che puň avvenire anche tramite i Servizi per l’Impiego.