Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Riunione delle Commissioni competenti per l'ambiente, l'amministrazione statale e le autorità locali - Le strategie macroregionali: sviluppo e prospettive - Vilnius, 24-25 novembre 2013
Serie: Documentazione per le Commissioni - Riunioni interparlamentari    Numero: 16
Data: 20/11/2013
Descrittori:
AMBIENTE   COMMISSIONI PERMANENTI
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE   UNIONE EUROPEA
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Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

 

 

 

 

Documentazione per le Commissioni

riunioni interparlamentari

 

 

 

 

 

 

Riunione delle Commissioni competenti per l’ambiente, l’amministrazione statale e le autorità locali

Le strategie macroregionali: sviluppo e prospettive

Vilnius, 24-25 novembre 2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 16

 

20 novembre 2013

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)

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I N D I C E

 

Scheda di lettura   1

Le strategie macroregionali: sviluppo e prospettive   3

Sessione I - L’importanza delle strategie macro-regionali dell’Unione europea   7

·         Natura e obiettivi delle strategie macroregionali 7

·         Le strategie macroregionali in atto  9

·         La nuova disciplina per il periodo 2014-2020  11

SESSIONE II – La dimensione ambientale e climatica delle strategie macro-regionali 13

·         L’integrazione della politica ambientale nello sviluppo delle strategie  13

·         La dimensione ambientale delle strategie in atto  14

SESSIONE III - il contributo delle istituzioni dell’UE allo sviluppo delle strategie   17

·         Le condizioni per l’avvio di nuove strategie  17

·         La posizione del Parlamento europeo  17

·         La Macroregione Adriatico-Ionica  18

·         Strategia macroregionale alpina  20

·         La strategia Atlantica  21

Documenti 23

-        Bozza di conclusioni predisposta dalla Presidenza lituana (testo in inglese), 19 novembre 2013   25

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Scheda di lettura



Le strategie macroregionali: sviluppo e prospettive

 

Le strategie macroregionali rappresentano una declinazione del principio di coesione economica, sociale e territoriale, sancito dall’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) in base al quale l’azione dell’Ue deve mirare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite; un'attenzione particolare è rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali le regioni più settentrionali con bassissima densità demografica e le regioni insulari, transfrontaliere e di montagna. Le strategie in questione, dunque, vanno inquadrate nel più ampio contesto della politica di coesione, che opera attraverso fondi a finalità strutturale (Fondo europeo agricolo, Fondo sociale europeo, Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo di coesione).

L’obiettivo di una strategia macroregionale è dunque di rendere più sistematici ed efficaci gli interventi concernenti aree geografiche limitrofe che presentano problematiche e linee di sviluppo comuni.

Lo sviluppo delle strategie macroregionali rientra tra le priorità del semestre di Presidenza lituano.

In particolare, sulla base del documento di valutazione delle strategie macroregionali in corso, pubblicato dalla Commissione europea (vedi infra), la Presidenza lituana dovrebbe proporre l'adozione di conclusioni da parte del Consiglio dell’UE per quanto riguarda il valore aggiunto di tali strategie come strumento per promuovere la crescita delle economie regionali e la competitività del mercato interno dell'UE, nonché per migliorare la tutela dell’ambiente.

La riunione si articolerà in tre sessioni concernenti, rispettivamente:

·       l’importanza delle strategie macro-regionali dell’Unione europea;

·       la dimensione ambientale delle strategie macro-regionali;

·       il contributo delle istituzioni dell’UE allo sviluppo delle medesime strategie;

Il programma prevede che al termine della riunione siano approvate conclusioni.

Si segnala, al riguardo, che ciò costituisce una eccezione che registra pochi precedenti. Infatti, secondo la prassi consolidata in esito ad incontri interparlamentari (organizzati dal Parlamento europeo o dal Parlamento del Paese della Presidenza di turno del Consiglio dell’UE) non sono approvati documenti, in coerenza con il principio di autonomia di ciascuna assemblea; in alcuni casi la Presidenza emette un comunicato che riassume i principali risultati della riunione.

E’ prevista l’adozione di contributi o conclusioni esclusivamente alla chiusura dei lavori della conferenze interparlamentari permanenti (la Conferenza dei Presidenti, la COSAC, la Conferenza sulla PESC/PSDC e quella sulla governance economica e finanziaria) le quali deliberano in base a regole e procedure stabilite nei rispettivi regolamenti. Tali contributi o conclusioni – normalmente distribuiti con anticipo alle delegazioni, al fine di consentire la presentazione di proposte emendative - sono approvati per consenso e sono espressamente qualificati come non vincolanti (una parziale eccezione sono i contributi della COSAC, che possono essere approvati con i 3/4 dei voti espressi dai rappresentanti delle assemblee presenti).

 

Il 19 novembre la Presidenza lituana ha fatto circolare una prima bozza di conclusioni, invitando i partecipanti a proporre eventuali emendamenti.

Nella bozza - che si riporta (in versione inglese) in allegato al presente dossier – tra le altre cose:

·       si sottolinea che le strategie macroregionali forniscono un contributo tangibile al conseguimento degli obiettivi della politica regionale dell'UE, noche della strategia per la crescita e l’occupazione UE 2020;

·       si ricorda che le strategie macroregionali sono basate sul principio di utilizzare gli strumenti e le risorse esistenti, senza introdurre nuove istituzioni e nuovi fondi;

·       si evidenzia che le strategie macroregionali presentano il valore aggiunto di coinvolgere i Paesi extra-UE , preparando al meglio l’ingresso nell’Unione degli Stati impegnati nel percorso di adesione;

·       si chiede lo sviluppo di una forte dimensione ambientale nelle strategie macroregionali, realizzando un giusto equilibrio tra la crescita economica e la protezione dell'ambiente;

·       si sottolinea l’opportunità di utilizzare pienamente il finanziamento previsto nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020 per promuovere l'efficienza energetica e l'utilizzo di energie rinnovabili, allo scopo di combattere le cause e le conseguenze del cambiamento climatico a livello macroregionale;

·       si rileva che, a causa di una serie di fattori, tra cui i trasporti, l'attività agricola e i grandi progetti infrastrutturali, il Mar Baltico  rimane uno dei più inquinati al mondo, e che la relativa strategia macroregionale dovrebbe prioritariamente persguire gli scopi di tutela ambientale;

·       si chiede a tutte le parti interessate ad attuare un accordo comune sulla salvaguardia del Danubio contro l'inquinamento;

·       si rileva che la chiave per il successo delle future strategie macroregionali dipenderà in larga misura dall’adozione di una governance efficace. Al riguardo, si invitano le amministrazioni regionali e locali e la società civile di essere coinvolti sin dalle prime fasi della progettazione delle nuove strategie macroregionali;

·       si sottolinea il ruolo significativo che i Parlamenti nazionali devono svolgere nelle fasi di pianificazione e attuazione delle strategie;

·       si accoglie con favore il lancio della consultazione sulla strategia dell'UE per l'Adriatico e Ionio (vedi infra), auspicando che la Commissione presenti la relativa proposta entro la fine del 2014;

·       si sottolinea che tali conclusioni non vincolano i Parlamenti nazionali e non pregiudicano la loro posizione.

 





Sessione I - L’importanza delle strategie macro-regionali dell’Unione europea

Natura e obiettivi delle strategie macroregionali

Le strategie macroregionali non si fondano su una normativa specifica ma costituiscono uno strumento introdotto, mediante apposite comunicazioni della Commissione europea, per perseguire l’obiettivo della cooperazione territoriale, assicurando il coordinamento delle politiche dell’UE in relazioni a territori (di Paesi membri e di Paesi terzi) accomunati da esigenze comuni.

In particolare, nella comunicazione della Commissione sulla Strategia dell’Unione Europea per la regione del Mar Baltico (c. infra) la strategia è definita come un  “quadro integrato che consente all’Unione Europea e ai suoi Stati membri di identificare i bisogni e di allocare le risorse disponibili attraverso il coordinamento delle opportune politiche, per consentire ad un territorio di beneficiare di un ambiente sostenibile e di uno sviluppo economico e sociale ottimale”.

Le strategie sono, in base all’esperienza sin qui maturata, uno strumento di coordinamento di politiche già esistenti che utilizza i fondi disponibili e li canalizza verso la realizzazione di specifici progetti.

Sebbene non esista una procedura codificata, l’avvio di una strategia, secondo la prassi relativa a quelle sinora in atto, si articola attraverso le seguenti fasi:

·       l’iniziativa da parte degli Stati e dei territori interessati (regioni o altri enti locali e territoriali) che concordano la realizzazione di una Strategia macro-regionale e individuano le priorità tematiche, impegnandosi per affrontarle in maniera congiunta ed integrata;

·       la richiesta da parte degli Stati coinvolti del riconoscimento della strategia macroregionale da parte dell’UE;

·       l’approvazione politica della Strategia macroregionale da parte del Consiglio Europeo, che raccomanda alla Commissione di adottare le misure necessaria per la sua realizzazione;

·       l’elaborazione della strategia da parte della Commissione Europea mediante una apposita comunicazione ed un Piano d’azione, in consultazione con gli Stati membri e i territori interessati;

·       l’approvazione della comunicazione ed del Piano d’azione da parte del Consiglio europeo;

·       l’attuazione delle Strategia che avviene a più livelli: in coerenza con l’approccio definito dal Consiglio, la Commissione europea è responsabile del coordinamento, del monitoraggio e del supporto, mentre i “territori” interessati e gli Stati membri adottano le misure necessarie.

Si segnala, peraltro, che nell’ambito della politica di coesione, sono previsti appositi strumenti di cooperazione interregionale/transnazionale, i Gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT) che sono stati tuttavia considerati più rigidi ed onerosi rispetto alle Strategie sopra richiamate.

Lo strumento del GECT, istituito con il regolamento (CE) n. 1082/2006, ha lo scopo di agevolare e di promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra i suoi membri. Il gruppo è composto da Stati membri, collettività regionali, collettività locali o organismi di diritto pubblico a titolo facoltativo.

In Italia, I GECT che vedono coinvolti le amministrazioni regionali italiane sono: “Euroregione Alpi-Mediterraneo”[1], “Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino”[2], “Arcimed”[3],  “Euregio Senza Confini r.l. – Euregio Ohne Grenzen mbH”[4], “Parco europeo Alpi Marritime – Mercantour”[5], “Territorio dei comuni di: Gorizia, Mestna občina Nova Gorica and Občina Šempeter-Vrtojba”[6].

Attualmente, nell’ambito delle proposte relative alla politica di coesione 2014-2020, è in corso di esame una proposta di modifica del citato regolamento 1082/2006, che mira a colmare le lacune del quadro giuridico vigente, con particolare riferimento ai seguenti elementi:

·         i membri: si propone che un GECT possa essere composto da membri dei territori di almeno due Stati membri e di uno o più Paesi terzi o territori d'oltremare allorché tali Stati membri e Paesi terzi o territori d'oltremare portano avanti iniziative di cooperazione territoriale o attuano programmi finanziati dall'Unione;

·         il contenuto della convenzione e dello statuto di un GECT: in particolare, la convenzione dovrebbe precisare lo specifico diritto nazionale o dell'Unione applicabile alle sue attività, intendendo nel primo caso il diritto dello Stato membro in cui gli organi statutari esercitano i propri poteri o in cui il GECT svolge le proprie attività;

·          il processo di approvazione da parte delle autorità nazionali, il diritto applicabile per il personale e per gli appalti.

 

Le strategie macroregionali in atto

Le strategie macroregionali attualmente in atto riguardano la regione del Mar Baltico (EUSBSR), adottata nel 2009[7], e la regione danubiana (EUSDR), adottata nel 2011[8].

Le aree di azione della Strategia Baltica (EUSBSR), di cui fanno parte Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania e Polonia, più la Russia e la Norvegia, sono:

·      la difesa del mare;

·      le comunicazioni all’interno della macro-regione;

·      la promozione dello sviluppo.

La Strategia danubiana coinvolge nove paesi europei (Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Bulgaria, Romania e Croazia) e cinque paesi non UE (Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Ucraina e Moldavia). Le aree di intervento, articolate in azioni prioritarie, sono:

·      connessione della macro-regione

·      protezione dell’ambiente

·      promozione dello sviluppo

·      rafforzamento della regione

Sui risultati dell’attuazione di tali strategie e sulle prospettive per l’individuazione di ulteriori ambiti per la cooperazione territoriale, la Commissione europea ha presentato nel giugno 2013 un’apposita relazione, centrata sul valore aggiunto apportato da tale approccio (COM(2013)468).

Pur premettendo che le due strategie sono ancora relativamente recenti per poterle valutare appieno, la Commissione individua gli elementi comuni, che costituiscono il valore aggiunto delle strategie macroregionali. In particolare, sottolinea come le due strategie funzionino senza ulteriori fondi UE o nuova legislazione. A tale risultato si è giunti attraverso una maggiore coerenza tra i fondi, le strutture e le politiche nonché attraverso la creazione di strutture di lavoro centrate su settori prioritari, selezionati in un processo di consultazione dal basso, con la leadership politica in ciascun settore assunta dai singoli paesi, dalle regioni o dalle organizzazioni, coadiuvati dalla Commissione come facilitatore.

Ciò si è tradotto in 100 progetti faro nella regione del mar Baltico (in particolare nei settori dell’inquinamento marittimo, del cambiamento climatico e della pesca), mentre la strategia della regione danubiana sta considerando oltre 400 progetti, 150 dei quali già in fase di attuazione (in particolare, nei settori dei cambiamenti climatici, della prevenzione delle inondazioni e del miglioramento dell’infrastruttura in rete), per un valore complessivo di 49 miliardi di euro.

Inoltre, tra le iniziative congiunte promosse dalle strategie, si ricordano il programma comune di ricerca e sviluppo sul mar Baltico, per la promozione della cooperazione nella ricerca sulle tecnologie pulite e l’ecoinnovazione, e il Business forum della regione Danubiana per il supporto alle PMI.

L’esperienza delle due strategie ha dimostrato, tra l’altro, che il coordinamento degli approcci nazionali a livello regionale facilita un’applicazione più coerente delle politiche UE, in particolare con riferimento alla politica marittima, alla rete transeuropea del trasporto (TEN-T)[9], alla rete transeuropea dell’energia (RTE-E)[10] ed alla protezione civile, un migliore uso delle risorse finanziarie, una maggiore integrazione e coordinamento non solo tra i Paesi che partecipano alla strategia ma anche tra le autorità all’interno dei singoli Paesi.

Alla base dei risultati raggiunti, per la Commissione: la capacità di individuare gli obiettivi, suddivisi in settori prioritari emersi da apposite consultazioni, e la possibilità di rivederli; il mantenimento dell’impegno politico; la coerenza delle strategie con il quadro finanziario esistente, integrato da fonti private e dal sostegno di enti finanziari (per esempio, la BEI); l’attività delle strutture amministrative; la possibilità di misurare i progressi attraverso l’individuazione di indicatori ed obiettivi realistici.

Si segnala che è atteso per il prossimo novembre il parere del Comitato delle Regioni sull’attuazione delle macroregioni, con particolare riferimento a quella del Mar Baltico.

Finanziamenti

Per quanto riguarda i finanziamenti, essi sono stati piuttosto contenuti e sufficienti solo a sostenere progetti che promuovono buone pratiche, la condivisione di informazioni, la ricerca, la preparazione di linee guida (per la strategia danubiana, un totale di 97 milioni di euro circa e, per quella baltica, circa 43 milioni di euro). Tuttavia, in entrambe le macroregioni, per affrontare le questioni ambientali sarà necessario un notevole volume di investimenti. La registrata insufficienza dipende dai tempi delle strategie, intraprese quando i fondi erano già stati impegnati. Il problema, pertanto, non si dovrebbe ripetere con i nuovi programmi finanziari a partire dal 2014.

Sempre in campo ambientale, le strategie macroregionali, grazie al loro campo di applicazione territoriale e all’approccio integrato, possono assicurare il coordinamento delle attività tra le diverse regioni e gli Stati membri, nonché tra i rappresentanti di diversi settori e interessi. Tra gli esempi di coordinamento, si possono ricordare:

·      i progetti della strategia danubiana Green Danube Network and Bavarian Network mirati alla costituzione di una rete di ONG ambientali, quale esempio di coordinamento degli attori all’interno di un unico settore;

·      progetto Flagship "Sviluppare e migliorare il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri e le parti interessate" sulla gestione della pesca nel Mar Baltico, quale esempio di coordinamento tra settori diversi.

 

La nuova disciplina per il periodo 2014-2020

L’introduzione di una apposita disciplina in materia di strategia macroregionale è prospettata dalla proposta di regolamento recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale all'obiettivo di cooperazione territoriale europea, che è stata approvata dal Parlamento europeo nella seduta del 20 novembre 2013, e sarà porossimamante adottata in via definitiva dal Consiglio dell’UE.

In particolare, la proposta prevede esplicitamente che la cooperazione transnazionale (una delle tre forme, insieme a quelle interregionale e transfrontaliera, attraverso cui si realizza la cooperazione territoriale) possa sostenere anche lo sviluppo e l'attuazione delle strategie macroregionali e dei programmi concernenti i bacini marittimi (compresi quelli stabiliti alle frontiere esterne dell'UE). Più specificamente, l’art. 7 della proposta di regolamento, relativo ai contenuti dei programmi di cooperazione, prevede la possibilità che vengano pianificati interventi che contribuiscano all’attuazione delle strategie macroregionali e dei bacini marittimi.

I principi alla base del concetto di strategia macroregionale, che deve essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, sono:

·       l’integrazione: è richiesta l’integrazione degli obiettivi nei quadri strategici, nei programmi e negli strumenti finanziari già esistenti;

·       il coordinamento: è da evitare la compartimentalizzazione delle politiche e dei livelli di governo;

·       la cooperazione: tale modalità operativa deve riguardare sia i Paesi coinvolti sia i settori interessati;

·       la governance multilivello: la collaborazione dei diversi livelli di governo evita l’introduzione di nuovi livelli di processo decisionale;

·       la partnership: alla base della collaborazione tra UE e Paesi terzi vi devono essere il reciproco interesse e il rispetto.



 

SESSIONE II – La dimensione ambientale e climatica delle strategie macro-regionali

L’integrazione della politica ambientale nello sviluppo delle strategie

Le strategie macroregionali, ad avviso della Commissione[11], possono avere un valore aggiunto per le azioni specificamente legate alle tematiche ambientali, nonostante l’esistenza di un’importante e variegata legislazione UE in materia di ambiente e nonostante i già esistenti finanziamenti UE destinati questo scopo. Esempi di questioni ambientali in cui le strategie macroregionali possono essere di particolare rilevanza strategica sono:

·      la risoluzione di questioni che necessitano di un approccio condiviso, in relazione a un particolare ecosistema, paesaggio, corridoio o altra caratteristica ambientale o ecologica, a cui sono interessate un certo numero di regioni o Stati membri, ma non l'intera UE.

Questo è il caso sia della regione danubiana sia di quella balcanica, dove, a causa delle specifiche caratteristiche ecologiche, ambientali, geologiche del Danubio e del Mar Baltico, le questioni possono essere meglio affrontate coinvolgendo direttamente le regioni e gli Stati membri;

·      il coordinamento dell'azione politica necessaria per ottenere risultati, in relazione alle esternalità transfrontaliere a livello macroregionale (cioè degli effetti oltre le frontiere di fenomeni che si verificano entro i confini di uno Stato o di una regione), soprattutto se queste esternalità non sono sufficientemente affrontate dalla legislazione, sia unionale sia a livello dei singoli Stati membri, o nel caso in cui produttori di esternalità siano Stati non facenti parte dell'Unione europea.

Questo è il caso, ad esempio, del Mar Baltico, dove si è dimostrato che l'attuazione della direttiva quadro sulle acque, da sola, non sarebbe stata in grado di conseguire il raggiungimento dell’obiettivo di un buono stato ambientale del mare. Un altro esempio è lo scarico di acque reflue da navi, che rappresentano il 15% del traffico marittimo mondiale, che si svolge su un mare che è considerato una zona particolarmente sensibile. Anche in questo caso, la legislazione dell’UE si è dimostrata insufficiente a raggiungere i risultati richiesti. Per quanto riguarda la regione del Danubio, le esternalità transfrontaliere includono i rischi ambientali causati dalle inondazioni (in relazione alle quali l’efficacia delle azioni dipende strettamente dalle modalità di gestione scelte), nonché quelle relative all'inquinamento delle acque e la biodiversità;

·      la promozione dell'integrazione dell'ambiente in altre politiche.

Ad esempio, la strategia baltica, permettendo un approccio trasversale ai temi ambientali, ha contribuito a affrontare questioni che la Commissione di Helsinki (HELCOM), specializzata nelle questioni ambientali, non è riuscita a risolvere a causa dei numerosi interessi settoriali (ad es. agricoli) che influenzano le questioni ambientali ( per esempio, con riferimento all’eutrofizzazione).

La dimensione ambientale delle strategie in atto

Entrambe le strategie macroregionali in atto hanno come obiettivo dichiarato quello di contribuire alla realizzazione della politica UE in materia di ambiente, come dimostrato da alcuni dei progetti sinora avviati:

·      l'azione strategica "Attuare azioni per ridurre i nutrienti" della strategia baltica, per la piena applicazione delle direttive chiave (acque, nitrati e acque reflue urbane) per la riduzione dell'eutrofizzazione nonché il "Piano d'azione per il Mar Baltico";

·      il progetto Flagship 2.1. "Creare le aree marine protette" che, in conformità con le direttive Uccelli (79/409/CEE) e Habitat (94/43/CEE), promuove l’individuazione di una rete di aree marine protette nel Mar Baltico. Grazie al progetto, una superficie pari al 10,3 per cento del Mar Baltico è stata definita area protetta;

·      il progetto faro "Development of HELCOM Core Set Indicators", che mira a sviluppare indicatori chiave per monitorare il buono stato ecologico (GES), come definito nella direttiva quadro sulla strategia marina dell'UE.

Valutazione dei risultati

Nella citata relazione che accompagna la comunicazione della Commissione sul valore aggiunto delle strategie macroregionali[12], la Commissione sottolinea che una piena valutazione dei risultati conseguiti in campo ambientale sarà possibile quando sarà portato a termine un monitoraggio a lungo termine, non possibile allo stato, essendo ancora pochi gli anni di attività delle due strategie. L’esame dei risultati sarebbe importante soprattutto per capire quanti degli obiettivi eventualmente raggiunti sono direttamente da ascrivere alle strategie e quali, viceversa, sarebbero stati comunque raggiunti, anche in assenza delle strategie.

In ogni caso, la valutazione delle strategie dovrebbe tenere conto dei seguenti aspetti:

-      impulso a nuove attività (nuovi progetti);

-     impulso dato all'attività esistente (in termini, ad esempio, di maggiore visibilità, di razionalizzazione di progetti già esistenti);

-      creazione di nuove reti per una migliore cooperazione;

-      sviluppo delle politiche di settore e loro coerenza;

-      allineamento del finanziamento con altri strumenti;

-      cooperazione con Stati non membri dell'UE.

 

Allo stato, secondo la Commissione si può comunque sostenere che entrambe le strategie in atto stanno contribuendo alla crescita sostenibile dell’UE, uno dei pilastri della strategia Europa 2020, promuovendo un più efficiente uso delle risorse, un’economia più verde e più competitiva, oltre che una crescita intelligente e inclusiva. Certamente, non tutti i focus della strategia Europa 2020 si prestano ad un approccio macro-regionale, come, ad esempio, la mitigazione dei cambiamenti climatici, ma altri, come i temi della riduzione del consumo di carbonio, dell'efficienza delle risorse e la crescita verde, dell'efficienza energetica della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, consentono anche un approccio a livello regionale. Gli esempi sono numerosi e si ricordano, in particolare:

·      BONUS, un programma comune ricerca, con un budget di 100 milioni di euro, che coinvolge otto Stati membri per il miglioramento della programmazione della ricerca ambientale nella regione del Mar Baltico;

·      Cleanship e InnoShip, progetti che studiano innovazioni per ridurre le emissioni in mare, pur mantenendo la competitività del trasporto nel Baltico;

·      Blue Danube, un progetto di eco-innovazione che si propone di migliorare le condizioni quadro nel trattamento delle acque reflue.

       La Commissione europea rileva, tuttavia, che sono ancora pochi, e poco significativi, gli esempi dell’influenza di progetti sviluppati nell’ambito delle macrostrategie sulle politiche dell’UE (si fa riferimento all’impegno delle due strategie nella riduzione dell’uso dei fosfati, dei rifiuti prodotti dalle navi e in materia di risorse idriche).



 

SESSIONE III - il contributo delle istituzioni dell’UE allo sviluppo delle strategie

Le condizioni per l’avvio di nuove strategie

La Commissione, nella citata relazione del giugno 2013[13], individua i requisiti necessari per l’avvio di ulteriori nuove strategie:

·       verifica delle specifiche necessità di una migliore collaborazione ad alto livello; l’importanza strategica per le macroregioni di adottare le iniziative in esame;

·       individuazione di un numero limitato di obiettivi ben definiti con un insieme adeguato di indicatori per misurare i progressi compiuti;

·       dimostrazione di evidenti le sfide comuni (per esempio, il degrado ambientale, l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’insufficiente connettività, disparità di reddito) e delle opportunità (per esempio, la creazione di reti di ricerca, l’ampliamento dei mercati o la modernizzazione delle amministrazioni), l’identità geografica. Inoltre, per avere buone possibilità di successo, appaiono indispensabili l’impegno politico e il sostegno amministrativo.

Con riferimento agli interessi propriamente unionali, infine, le strategie macroregionali dovrebbero dimostrare un particolare valore aggiunto, quale, ad esempio, una migliore applicazione della legislazione UE in materia ambientale o un’intensificazione degli investimenti specifici nella connettività dell’UE o la creazione di massa critica per l’innovazione.

La posizione del Parlamento europeo

Il 3 luglio 2012, il Parlamento europeo ha approvato una relazione recante una proposta di risoluzione parlamentare sull'evoluzione delle strategie macroregionali dell'UE, presentata dalla Commissione per lo sviluppo regionale (REGI), nella quale sono esaminate la situazione attuale e le prospettive future, in particolare nel Mediterraneo (A7 – 219/2012).

Il Parlamento europeo suggerisce alla Commissione di coordinare un processo di riflessione e di concertazione per le strategie macroregionali future, individuando ed elaborando una "mappa previsionale delle macroregioni europee", frutto di un'ampia concertazione con le regioni e gli Stati membri interessati, priva di carattere vincolante e che potrà evolvere in funzione delle dinamiche locali. Con riferimento all’area mediterranea, il Parlamento europeo sollecita la Commissione ad agire per l’attuazione di strategia macroregionale specifica, basandosi sull'esperienza, sulle risorse esistenti e sui risultati raggiunti dalle organizzazioni regionali esistenti ed associando i paesi terzi e le regioni interessati fin dalla fase di definizione della strategia, utilizzando a tale scopo lo strumento finanziario di vicinato e di partenariato. Ad avviso del Parlamento europeo, nell’area del Mediterraneo sono individuabili tre specifiche strategie macroregionali - Mediterraneo occidentale, Iniziativa adriatico-ionica e Mediterraneo orientale - e i principali interventi dovrebbero essere mirati alla cooperazione su progetti specifici e comprendere le reti energetiche, la cooperazione scientifica e l'innovazione, le reti per la cultura, l'istruzione e la formazione, il turismo, il commercio, la tutela ambientale, il trasporto marittimo sostenibile, la sicurezza marittima e la protezione dell'ambiente marino dall'inquinamento, dal sovrasfruttamento e dalla pesca illegale, attraverso la creazione di una rete integrata di sistemi di informazione e sorveglianza per le attività marittime, il rafforzamento della buona governance e una pubblica amministrazione efficiente, in modo da favorire la creazione di posti di lavoro.

La Macroregione Adriatico-Ionica

La Macroregione Adriatico-Ionica prende ufficialmente avvio il 5 maggio 2010 con la cosiddetta “Carta di Ancona” e nasce come proposta strategica della IAI (Iniziativa Adriatico Ionica), avviata a sua volta 10 anni prima dai Capi di Governo e dai Ministri degli Esteri di sei Paesi rivieraschi (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia, cui si è aggiunta, nel 2006, la Serbia-Montenegro) per rafforzare la cooperazione regionale tra le due sponde adriatiche, al fine di promuovere soluzioni concordate per problemi comuni, relativi soprattutto alla sicurezza, alla stabilità ed alla protezione ambientale della regione. La Regione Adriatico-Ionica, secondo gli impegni assunti nel maggio 2010, è concepita come una forma innovativa di cooperazione interregionale e transnazionale per il rafforzamento dei processi democratici e l’accelerazione del percorso di integrazione europea dei Paesi balcanici. L’obiettivo è da una parte quello di agevolare l’integrazione e di concretizzare il principio della cittadinanza europea, dall’altra quello di consolidare la cooperazione economica e di sviluppare una governance comune su problemi condivisi, quali ambiente, energia, trasporti, pesca e gestione costiera, sviluppo rurale, turismo, cultura e cooperazione universitaria, protezione civile e cooperazione tra PMI.

Dando seguito alla decisione del Parlamento europeo, nel novembre del 2012, la Commissione, con la comunicazione (COM(2012)713), ha esaminato l’opportunità di valutare le necessità e il potenziale di attività economiche legate al mare nella regione adriatica e ionica e ha delineato un quadro per poter procedere, entro il 2013, verso una strategia marittima coerente accompagnata dal relativo piano d’azione.

Ad avviso della Commissione, la strategia in esame, centrata sul mare, quale elemento comune e catalizzatore per le economie dei Paesi che vi si affacciano, potrebbe costituire il punto di partenza della strategia macroregionale europea, estesa ad ambiti supplementari.

Essa sfrutterà le risorse, la legislazione e le strutture esistenti per promuovere partenariati transfrontalieri e stabilire le priorità tra gli obiettivi intorno ai quali operatori locali, regionali e nazionali potranno essere mobilitati per trasformare in azioni mirate le priorità della strategia Europa 2020. Grazie a una gestione intelligente, l’attuazione di questa strategia può fungere da propulsore economico senza bisogno di stanziamenti supplementari, anzi accrescendo l’efficacia della spesa nell’ambito del nuovo quadro finanziario 2014-2020.

I sette Paesi coinvolti sono la Grecia, l’Italia, la Croazia e la Slovenia (membri dell’UE), il Montenegro (candidato ad entrare nella UE), l’Albania e la Bosnia-Erzegovina (candidati potenziali). La Serbia, a sua volta paese candidato, è uno degli otto membri dell’iniziativa adriatico-ionica[14] . Anche altri paesi della regione condividono interessi politici ed economici legati ad attività marittime nell’Adriatico e nello Ionio e possono dunque essere coinvolti caso per caso in attività specifiche.

Gli obiettivi della strategia sono la crescita dell’intera area, favorendo attività di pesca responsabili e sostenibili a lungo termine, il mantenimento di un buono stato ecologico dell’ambiente marino nonché una maggiore protezione e sicurezza dello spazio marittimo. La strategia contribuirà inoltre ad affrontare questioni orizzontali come l’efficace adeguamento all’impatto dei cambiamenti climatici.

Per il finanziamento dei progetti marittimi, si dovrà fare ricorso ai programmi e ai finanziamenti esistenti, tra cui il FESR, il FC, il FSE, il FEP[15], ad ulteriori programmi e strumenti di finanziamento, esistenti (come il 7PQ[16] e LIFE+[17]) e futuri (come il meccanismo per collegare l’Europa e il FEAMP[18]). Inoltre, si dovrà fare ricorso ai fondi IPA[19] per consentire la partecipazione di paesi candidati e candidati potenziali alle azioni future. Altre possibili fonti di finanziamento sono le istituzioni finanziarie internazionali, tra cui, ad esempio, il Quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali (WBIF), le risorse nazionali, regionali e locali nonché gli investitori privati.

I settori maggiormente interessati dalla strategia saranno:

-      valorizzazione economica delle zone costiere: le azioni dovranno riguardare il trasporto marittimo, attraverso il potenziamento dei porti e lo sviluppo di una rete di comunicazione integrata; il turismo marittimo e costiero, l’acquacoltura;

-      ambiente costiero e marino: si dovrà garantire un buono stato ecologico dell’ambiente marino e costiero, salvaguardare la biodiversità, gli ecosistemi e ridurre i rifiuti marini;

-      sfruttamento dello spazio marittimo: si dovrà intervenire in materia di navigazione, migliorando i sistemi di responsabilità e copertura assicurativa, la sicurezza dei porti; si dovrà rafforzare la cooperazione tra le autorità marittime nazionali o regionali e l’UE, creando meccanismi che consentano lo scambio di informazioni sul traffico marittimo, e favorire lo sviluppo di sistemi di supporto decisionale, capacità di reazione in caso di incidente e piani di emergenza; infine, si dovranno garantire adeguate fonti di informazione per gli equipaggi e i naviganti;

-      pratica sostenibile e responsabile delle attività di pesca: la strategia dovrà mirare al conseguimento di una gestione sostenibile della pesca, all’aumento della sua redditività e sostenibilità, al miglioramento della cultura del rispetto delle norme, del risparmio delle risorse nonché allo sviluppo della cooperazione scientifica in materia di pesca.

La strategia marittima per il Mare Adriatico e il Mar Ionio sarà definita nei dettagli nell’ambito di un piano d’azione previsto entro la fine del 2013.

Strategia macroregionale alpina

Da alcuni anni si discute sull’idea di elaborare una “Strategia Macroregionale per le Alpi” comprendente oltre all’Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Liechtenstein e Slovenia. 

Una prima occasione di discussione è avvenuta nell’ottobre 2010, allorché la Regione Lombardia ha promosso, in consorzio con altre Regioni, una conferenza intitolata “Verso una strategia macroregionale per le Alpi”: Successivamente, nell’ambito della XI Conferenza delle Alpi svoltasi a Brdo (Slovenia) nel marzo 2011, si decise di costituire un gruppo di lavoro presieduto da Svizzera, Italia e Slovenia che contribuisse al dibattito utilizzando come contesto di riferimento la Convenzione delle Alpi[20].

Dopo questa prima fase preparatoria, le Regioni alpine si sono riunite a Bad Ragaz (Cantone di San Gallo, Svizzera), il 29 giugno 2012 per pronunciarsi congiuntamente a favore dell’elaborazione di una strategia macroegionale europea per le Alpi: più specificamente, hanno partecipato rappresentanti di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano (Italia); Provence-Alpes-Côte d'Azur, Rhône-Alpes e Franche-Comté (Francia); Baviera e Baden Württemberg, (Germania); Tirolo, Salisburgo e Vorarlberg (Austria); cantoni Grigioni, S. Gallo, Ticino, Uri, Svitto e Vallese (Svizzera); Slovenia. Le delegazioni hanno sottoscritto una risoluzione, invitando i rispettivi Governi nazionali a promuovere l’elaborazione di una strategia macroregionale europea per le Alpi. La risoluzione è accompagnata da un documento-piattaffoma, nel quale si indica come obiettivo principale della strategia quello di “potenziare l’innovazione e la forza economica di questa regione complessivamente prospera, garantendo uno sviluppo sostenibile del sensibile spazio vitale, economico, naturale e ricreativo rappresentato dalle Alpi”.

In particolare, un approccio macroregionale dovrebbe incentrarsi sui seguenti settori:

-      potenziamento delle infrastrutture dei trasporti;

-      conversione del sistema energetico per sfruttare le energie rinnovabili: lo spazio alpino offre infatti una serie di condizioni favorevoli per la produzione e lo stoccaggio di energie rinnovabili (acqua e legno);

-      coesione economica tra il nord e il sud dell’Europa, poiché lo spazio alpino si ritrova nel crocevia di importanti tratte commerciali;

-      sfruttamento dello spazio alpino come serbatoio d’acqua d’Europa;

-      tutela della biodiversità e della varietà naturale e paesaggistica delle Alpi.

Il 18 ottobre 2013, i rappresentanti delle Regioni e degli Stati della macroregione alpina riuniti Stati e Regioni, riuniti a Grenoble (Francia), hanno sottoscritto una nuova risoluzione, con la quale raccomandano al Consiglio europeo di approvarla e, successivamente, di richiedere alla Commissione europea di avviare il processo di elaborazione della Strategia e del relativo Piano d'Azione, in modo che questi testi vengano adottati durante la Presidenza italiana del Consiglio europeo nel 2014.

Si sottolinea altresì la necessità di coinvolgere tutti i soggetti interessati nella definizione degli obiettivi e nell'attuazione dei progetti selezionati, in questo, anche mobilitando le autorità regionali, nazionali e locali, nonché le istituzioni esistenti e le organizzazioni della società civile. Questo soprattutto per garantire l'attuazione di ogni azione al livello appropriato, sotto il coordinamento strategico e generale della Commissione europea.

La strategia Atlantica

Si ricorda che è in fase di adozione la strategia Atlantica (COM(2011)782), che si configura anch’essa come una strategia propriamente marittima.

Essa riguarderà le coste e le acque territoriali e giurisdizionali dei cinque Stati membri dell'UE affacciati sull'Oceano Atlantico (Francia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Regno Unito) nonché le acque internazionali che si estendono a ovest verso le Americhe, a est verso l'Africa e l'Oceano Indiano, a sud verso l'Oceano Antartico e a nord verso l'Oceano Artico.

 



 

Documenti



[1]   Comprendente Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, e le regioni francesi Provence-Alpes-Cote d’Azur e Rhone Alpes

[2]   Comprendente Trentino Alto Adige e regione Tirolo dell’Austria.

[3]   Comprendente Sicilia, Baleari, Cipro, Sardegna, Corsica, Malta e Creta.

[4]   Ne fanno parte: per l’Italia, Veneto e Friuli Venezia Giulia; per l’Austria, la Carinzia.

[5]   Ne fanno parte: per la Francia, il Parc national du Mercantour; per l’Italia, l’Ente pubblico Parco Naturale Alpi Marittime.

[6]   Tra Italia e Slovenia.

[7] (COM(2009)248) e (COM(2012)128).

[8] (COM(2010)715).

[9]   Per esempio, il Baltic Transport Outlook fornisce sostegno all’analisi e alla pianificazione degli investimenti in infrastrutture nell’ambito della TEN-T.

[10] Il Danube Region Gas Market fornisce sostegno alla pianificazione dei progetti di infrastrutture nonché alla rimozione di ostacoli tecnici e di altri ostacoli di natura transnazionale al fine di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di gas.

[11] Cfr. il documento di lavoro che accompagna la comunicazione della Commissione sul valore aggiunto delle strategie macroregionali (SWD(2013)233).

[12] (SWD(2013)233).

[13] (COM(2013)468).

[14] L’IAI è un’iniziativa per la cooperazione regionale avviata con la dichiarazione di Ancona nel 2000. La Serbia ha aderito all’IAI successivamente all’Unione statale di Serbia e Montenegro (cfr. la sezione del presente dossier dedicata a tale argomento).

[15] Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo di coesione, Fondo sociale europeo, Fondo europeo per la pesca.

[16] Il futuro programma quadro per la ricerca e l’innovazione (Orizzonte 2020).

[17] Lo strumento finanziario per l’ambiente.

[18] Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.

[19] Strumento di assistenza di preadesione (IPA).

[20] La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile e tutelare gli interessi della popolazione residente, tenendo conto delle complesse questioni ambientali, sociali, economiche e culturali.