Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Riunione dei Presidenti delle Commissioni competenti per le comunicazioni, l'istruzione e i trasporti - Dublino, 16-17 giugno
Serie: Documentazione per le Commissioni - Riunioni interparlamentari    Numero: 6
Data: 13/06/2013
Descrittori:
COMMISSIONI E GIUNTE PARLAMENTARI   ISTRUZIONE
POSTE E TELECOMUNICAZIONI   PRESIDENTI E VICE PRESIDENTI
TRASPORTI     


Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

 

 

 

 

Documentazione per le Commissioni

riunioni interparlamentari

 

 

 

 

 

 

Riunione dei Presidenti delle Commissioni competenti per le comunicazioni, l'istruzione e i trasporti

Dublino, 16-17 giugno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 6

 

13 giugno 2013


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it) in collaborazione con il Servizio Studi, Dipartimento trasporti, poste e telecomunicazioni (' 066760.2614- * st_trasporti@camera.it) e Dipartimento cultura, scienze e istruzione (' 066760.3255- * st_cultura@camera.it)

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I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

 


 

I N D I C E

 

Scheda di lettura   1

Sessione I: ripensare l’istruzione nell’era digitale   3

·         La comunicazione della Commissione europea "Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici" 3

·         La Strategia Europa 2020 e le raccomandazioni della Commissione europea all’Italia nell’ambito del semestre europeo  5

·         L’iniziativa della Commissione europea per una “Garanzia per i Giovani” 7

·         Programma “Erasmus per tutti” 7

·         Le linee programmatiche dell’azione del Governo in materia di scuola e università nella XVII legislatura (a cura del Servizio Studi) 8

Allegati statistici a cura di Eurostat   13

Sessione 2: The Smart Move – I progressi realizzati nel campo dei Sistemi di Trasporto Intelligente   25

·         La direttiva 2010/40/UE   25

·         La Comunicazione della Commissione “Ricerca e innovazione per la mobilità futura dell'Europa. Sviluppare una strategia europea nel campo della tecnologia dei trasporti” (COM(2012)501). 26

·         Il Programma quadro di ricerca e innovazione "Orizzonte 2020" (COM (2011)808) 29

·         Il recepimento italiano della direttiva 2010/40/UE (a cura del Servizio Studi) 30

Sessione 3 - L’Agenda digitale verso il 2020  33

·         La revisione di medio termine e gli ulteriori obiettivi 37

·         La valutazione annuale  39

·         Il Consiglio  44

·         L'Agenda digitale italiana (a cura del Servizio Studi) 45

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Scheda di lettura


 
Sessione I: ripensare l’istruzione nell’era digitale

 

 

La comunicazione della Commissione europea "Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici"

La Commissione europea ha presentato il 20 novembre 2012 una comunicazione intitolata "Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socioeconomici" (COM(2012)669), con la quale ha proposto una strategia volta ad incoraggiare gli Stati membri ad adottare misure per assicurare che i giovani sviluppino le abilità e le competenze necessarie al mercato del lavoro.

La Commissione indica le seguenti priorità:

·         porre un accento sullo sviluppo delle abilità fondamentali - alfabetizzazione di base e all’alfabetizzazione numerica, matematica e scientifica - e delle abilità trasversali, con particolare riferimento a quelle collegate all’imprenditorialità ed alle tecnologie dell’informazione;

·         promuovere investimenti per definire sistemi d'istruzione e formazione professionali maggiormente influenzati dalla domanda e che prevedano meccanismi di adeguamento agli attuali e futuri bisogni di abilità. In particolare, occorre promuovere la creazione di sistemi di formazione duali, nei quali la formazione in aula sia accompagnata da una parallela esperienza pratica sul lavoro, attraverso l’istituto dell’apprendistato. Prima del compimento dell’istruzione obbligatoria, tutti i giovani dovrebbero svolgere un’esperienza imprenditoriale concreta;

·         indirizzare i sistemi di istruzione e formazione verso settori con potenzialità di crescita come le tecnologia dell’informazione e della comunicazione, la sanità e l'assistenza, le tecnologie a basse emissioni di CO2, i servizi personalizzati, i servizi alle imprese, l'economia marittima e i settori "verdi";

·         introduzione di un nuovo parametro di riferimento per l'apprendimento delle lingue straniere: entro il 2020 almeno il 50% dei quindicenni dovrebbe conoscere una prima lingua straniera (rispetto al 42% di oggi) e almeno il 75% dovrebbe studiare una seconda lingua (rispetto al 61% di oggi);

·         migliorare il riconoscimento delle qualifiche e delle abilità, comprese quelle ottenute al di fuori del sistema formale d'istruzione e formazione. La Commissione europea si impegnerà per la creazione di uno spazio europeo delle abilità e delle qualifiche;

·         sfruttare appieno le tecnologie, in particolare internet, nel settore dell’istruzione, con un ammodernamento delle infrastrutture di tecnologia dell’informazione a disposizione delle scuole ed un maggior ricorso alle cosiddette “risorse educative aperte”, per le quali la Commissione europea prospetta la necessità di una strategia a livello di Unione europea, in grado di indirizzare e sostenere le azione condotte dagli Stati membri. La Commissione europea intende in futuro presentare una nuova iniziativa europea intitolata “Aprire l’istruzione”;

·         le riforme devono essere supportate da insegnanti adeguatamente formati, motivati e dotati di maggiore apertura al mondo imprenditoriale. La Commissione europea ha istituito un gruppo di alto livello per la modernizzazione dell’istruzione superiore che, nel corso dell’anno, dovrebbe presentare raccomandazioni su come promuovere la qualità dell’insegnamento;

·         promuovere un dibattito sia a livello nazionale sia europeo sul finanziamento dell'istruzione. La Commissione ritiene che occorre accrescere l’efficienza degli investimenti in tutti i livelli di istruzione, dando priorità ai primi segmenti, al fine di prevenire l’abbandono scolastico precoce. La Commissione ritiene necessario, inoltre, approfondire il dibattito sul tema della partecipazione diretta degli studenti o di altri soggetti al costo del percorso di studi;

·         attivare finanziamenti sia pubblici che privati, attraverso partenariati tra istituzioni pubbliche e private per promuovere l'innovazione e aumentare la contaminazione tra il mondo universitario e le imprese.

La comunicazione è all’esame del Parlamento europeo che si dovrebbe esprime nell’ambito della sessione del 21-25 ottobre 2013.

Attività del Consiglio dell’Ue

Il Consiglio dell’UE ha adottato il 15 febbraio 2013 delle conclusioni sulla comunicazione della Commissione europea “ripensare l’istruzione”,  nelle quali si invitano gli Stati membri a:

·         ristrutturare il loro sistema di istruzione, ad esempio creando legami più stretti con il mercato del lavoro;

·         migliorare l'istruzione e formazione professionale concentrandola soprattutto su settori di crescita potenziale o caratterizzati da carenze di competenze;

·         fornire un sostegno personalizzato ai giovani a rischio di abbandono scolastico precoce;

·         ridurre il numero degli adulti scarsamente qualificati promuovendo l'accesso alla formazione per adulti e all'apprendimento permanente;

·         ottimizzare l'apprendimento con il supporto delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e l'accesso alle risorse educative aperte.

Nell’ambito della discussione in seno al Consiglio, alcuni Stati membri hanno auspicato un rafforzamento del ruolo del Consiglio, nella formazione "Istruzione, Gioventù, cultura e sport" attraverso un monitoraggio periodico sui progressi compiuti sia a livello generale che di singoli Stati membri, mentre altri propendono per una procedura meno rigorosa sostenendo che il ruolo dell'istruzione nel semestre europeo e già abbastanza preminente e che l'istruzione e un settore di competenza nazionale. La maggior parte degli Stati membri ha comunque ritenuto che lo scambio di informazioni e buone pratiche sia di estrema importanza ed utilità.

 

La Strategia Europa 2020 e le raccomandazioni della Commissione europea all’Italia nell’ambito del semestre europeo

La Strategia Europa 2020 s'impernia su cinque obiettivi su scala europea riguardanti l'occupazione, la ricerca, l'istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l'energia, che sono poi tradotti in obiettivi nazionali per riflettere la situazione e le circostanze specifiche di ogni paese.

Per quanto riguarda in particolare l’istruzione[1], la Strategia Europa 2020  fissa i seguenti obiettivi:

·         riduzione dei tassi di abbandono precoce dei percorsi di istruzione (della popolazione tra 18 e 24 anni) al di sotto del 10% (l’obiettivo nazionale per l’Italia è pari al 15-16%);

·         aumento al 40% della popolazione tra 30 e 34 anni con un'istruzione universitaria (l’obiettivo nazionale per l’Italia è pari al 26-27%).

 

Secondo gli ultimi dati resi disponibili da Eurostat, l’Italia ha fatto registrare nel 2012 un tasso di abbandono scolastico del 17,6% (18,2% nel 2011) contro una media europea del 12,8% e un tasso dei 30-34enni con un’istruzione universitaria pari al 21,7% (20,3% nel 2011) contro una media europea del 35,8%.

 

La Strategia UE 2020 viene attuata nell’ambito del processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche (c.d. Semestre europeo) che si articola secondo una scansione temporale volta a garantire la coerenza delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri.

In particolare, nell’ambito del semestre europeo le Istituzioni dell’UE fissano, anche con riferimento agli obiettivi della Strategia, le priorità di politica economica e di bilancio da perseguire per ciascun anno di riferimento che gli Stati membri traducono nei rispettivi programmi nazionali di riforma e di stabilità. In esito all’esame dei programmi, il Consiglio rivolge agli Stati membri raccomandazioni specifiche che devono essere tradotte, in autunno, nelle decisioni nazionali di bilancio.

 

Il 29 maggio 2013 la Commissione europea ha presentato raccomandazioni specifiche per ciascun Paese, sui rispettivi Piani nazionali di riforma (PNR) e sui programmi di stabilità nell'ambito della procedura del semestre europeo.

Le raccomandazioni della Commissione, dopo una discussione preliminare in seno ai Consigli ECOFIN e del Consiglio Occupazione e affari sociali del 21 giugno, dovrebbero essere avallate dal Consiglio europeo del 27-28 giugno prossimi ed essere adottate dal Consiglio ECOFIN entro luglio 2013.

Per quanto riguarda l'Italia e per quanto riguarda in particolare l’istruzione e la formazione, la Commissione europea rileva come “La disoccupazione giovanile e la percentuale di giovani che non sono inseriti né nel lavoro né nell’istruzione né nella formazione sono continuate ad aumentare, attestandosi a fine 2012, rispettivamente, al 37% e al 21,1%. Sia il conseguimento di un titolo d’istruzione terziaria sia il tasso di occupazione dei giovani che lo posseggono sono i più bassi dell’UE, a dimostrazione della scarsa pertinenza delle competenze dei giovani laureati per il mercato del lavoro. Seppur in lieve calo, la percentuale di abbandono scolastico resta elevata. Sorgono di conseguenza dubbi sulle prestazioni del sistema d’istruzione, di cui gli insegnanti costituiscono uno degli elementi fondamentali: la professione è attualmente caratterizzata da un percorso di carriera unico e da prospettive limitate di sviluppo professionale”.

La Commissione europea nelle sue raccomandazioni invita dunque l’Italia, per quanto riguarda in particolare l’istruzione e la formazione, ad adottare provvedimenti nel 2013-2014 volti a:

·         potenziare l'istruzione e la formazione professionale;

·         migliorare i servizi di orientamento e di consulenza per gli studenti del ciclo terziario;

·         intensificare gli sforzi per scongiurare l’abbandono scolastico e migliorare qualità e risultati della scuola, anche tramite una riforma dello sviluppo professionale e della carriera degli insegnanti.

L’iniziativa della Commissione europea per una “Garanzia per i Giovani”

La Commissione europea ha presentato il 6 dicembre 2012 un pacchetto di iniziative destinate a fronteggiare la disoccupazione giovanile, tra le quali in particolare una proposta di raccomandazione del Consiglio dell’UE sull’introduzione di una “Garanzia per i giovani” che assicuri che tutti i giovani di età fino a 25 anni ricevano - entro 4 mesi dal termine di un ciclo d’istruzione formale o dall’inizio di un periodo di disoccupazione - un’offerta di lavoro, di prosecuzione dell’istruzione scolastica, di apprendistato o di tirocinio di qualità elevata.

Il Consiglio dell’UE ha raggiunto il 28 febbraio 2013 un accordo sulla raccomandazione, invitando gli Stati membri ad attuare la garanzia per i giovani dal 2014 e prevedendo che gli Stati membri con maggiori difficoltà in materia di bilancio e livelli elevati di disoccupazione giovanile possano prendere procedere ad un’attuazione graduale.

La definizione del quadro istituzionale entro il quale dovrà essere istituita la Garanzia per i giovani sarà lasciata ai singoli Stati membri, nel rispetto dei rispettivi ordinamenti nazionali.

Si ricorda che il Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013 - nell’ambito dell’accordo raggiunto sul quadro finanziario pluriennale 2014-2020 - ha deciso di avviare un'iniziativa di sostegno finanziario specifica a favore dell'occupazione giovanile. L'iniziativa sarà aperta a tutte le regioni con livelli di disoccupazione giovanile superiori al 25% ed interverrà a sostegno di misure esposte nel pacchetto sull'occupazione giovanile proposto dalla Commissione nel dicembre 2012 in particolare per sostenere la garanzia per i giovani successivamente alla sua adozione. Per l'iniziativa saranno disponibili 6 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020.

 

Programma “Erasmus per tutti”

Il 23 novembre 2011 la Commissione europea – nell’ambito delle proposte per il prossimo periodo di programmazione finanziaria dell’UE 2014-2020  - ha presentato la proposta di regolamento relativa al programma “Erasmus per tutti” (COM(2011)788) che intende riunire in un unico strumento i programmi e gli strumenti operanti nei settori dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport.

La Commissione europea ha proposto inizialmente uno stanziamento di 19 miliardi di euro periodo 2014-2020 (+70% rispetto alle risorse preveiste nell’attuale periodo di programmazione finanziaria 2007-2013), tale stanziamento dovrà essere confermato nell’ambito dei negoziati ancora in corso tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione sul quadro finanziario pluriennale 2014 – 2020 (QFP).

Il Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013 ha raggiunto un accordo che stabilisce un tetto massimo di spesa per il periodo 2014-2020 pari all’1% del reddito nazionale lordo (RNL) dell’UE (0,95% del RNL dell’UE per quanto riguarda i pagamenti), in riduzione rispetto alle proposte iniziali della Commissione europea e al periodo in corso (2007-2013).

Il nuovo programma “Erasmus per tutti” si concentrerà su tre azioni fondamentali:

·         sostegno alla mobilità per l’apprendimento a livello sia transnazionale, sia internazionale;

·         promozione di cooperazione tra gli istituti di istruzione e il mondo del lavoro per stimolare la modernizzazione dell'istruzione, l'innovazione e l'imprenditorialità;

·         sostegno alle riforme di settore negli Stati membri.

 

Il Consiglio dell’UE del 10 e 11 maggio 2012 ha adottato  un orientamento generale parziale sulla proposta, raggiungendo cioè un accordo preliminare sull'intero testo, ad esclusione delle disposizioni aventi implicazioni di bilancio in attesa dei risultati dei negoziati sul prossimo QFP.

 

Le linee programmatiche dell’azione del Governo in materia di scuola e università nella XVII legislatura (a cura del Servizio Studi)

Nel discorso  programmatico sul quale il Governo, nella XVII legislatura, ha ottenuto la fiducia delle Camere, è stata sottolineata la necessità di investire sui giovani. In particolare, un punto specifico ha riguardato la necessità di ridare entusiasmo e mezzi idonei agli educatori, di ridurre il ritardo rispetto all'Europa nelle percentuali di laureati e nella dispersione scolastica, di dare piena attuazione all’art. 34 Cost., in base al quale i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

In tal modo sono stati ripresi alcuni indirizzi presenti nell'agenda possibile elaborata dal gruppo di lavoro in materia economico-sociale ed europea riunito dal Presidente della Repubblica il 1° aprile 2013.

L'attività parlamentare della XVII legislatura è stata avviata con l'audizione, da parte delle Commissioni riunite VII della Camera e 7a del Senato, del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per l'esposizione delle linee programmatiche dell'azione del suo dicastero. L'audizione è stata avviata il 6 giugno 2013.

Il Ministro ha sottolineato come l'istruzione, al pari della ricerca, è un fattore determinante per lo sviluppo economico di un Paese e ha evidenziato la necessità di:

Scuola

Con riferimento al sistema scolastico, oggetto di vari interventi nella XVI legislatura , il Ministro ha indicato tre tipologie di interventi:

- introdurre nuove modalità di sviluppo di carriera dei docenti, attraverso l'avvio di un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato ad una progressione di carriera svincolata dalla mera anzianità di servizio;
- avviare una riflessione per il nuovo reclutamento di dirigenti scolastici e di docenti (in materia, si ricorda che è in corso di svolgimento il concorso per la copertura di 11.542 posti di personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado) e rilanciare la formazione dei docenti, prevedendo anche un piano straordinario per la formazione dei docenti all'uso delle nuove tecnologie;
- elaborare un nuovo piano triennale di assunzioni nel comparto scuola, dopo quello autorizzato dall'art. 9, co. 17, del D.L. 70/2011 per gli anni 2011-2013;

In particolare, il Ministro ha sottolineato la necessità di aumentare il tempo scuola, estendere il numero delle classi a tempo pieno, potenziare le sezioni primavera e la scuola dell'infanzia, elaborare le linee guida necessarie per l'avvio dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (il cui assetto organizzativo-didattico è stato ridefinito nella XVI legislatura con il DPR 263/2012), potenziare l'istruzione tecnico-professionale (oggetto di riorganizzazione nella XVI legislatura (DPR 87/2010 e DPR 88/2010) e rafforzare gli Istituti tecnici superiori .

·         In materia, si ricorda che sta proseguendo l’attuazione della revisione della disciplina concernente la formazione iniziale degli insegnanti (DM 249/2010). In base alla relazione illustrativa dello schema presentato alle Camere nella XVI legislatura (Atto 205) , la revisione è finalizzata anche a consentire che gli insegnanti possano individuare le modalità educative adatte a promuovere il successo scolastico. In tale ambito si è in attesa, fra l’altro, della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del DM, firmato dal Ministro in data 24 marzo 2013 – sul cui schema (Atto n. 535) le Camere hanno espresso il parere nei primi mesi del 2013 – che disciplina i percorsi abilitanti speciali per i docenti non abilitati che hanno prestato servizio per almeno 3 anni.

·         Si è, inoltre, in attesa della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del D.P.R. concernente il Sistema nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (SNV), adottato sulla base dell’art. 2, co. 4-undevicies, del D.L. 225/2010, e approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri nella seduta dell’8 marzo 2013 .

Università

Per il settore dell'università, oggetto della  riforma avviata con la L. 240/2010, il Ministro ha sottolineato la necessità di semplificare alcuni appesantimenti burocratico-amministrativi introdotti soprattutto da alcuni provvedimenti attuativi della normativa primaria.

·         Al riguardo si ricorda che, in particolare, è stato ridisciplinato il sistema di governance degli atenei, lo stato giuridico e il reclutamento del personale, e sono state individuate nuove misure per la qualità del sistema universitario .

·         Peraltro, di recente, la Corte costituzionale, con sentenza n. 83 del 9 maggio 2013 , ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 25 della L. 240/2010, che aveva disposto la non applicabilità ai professori e ai ricercatori universitari della possibilità di trattenimento in servizio per un periodo massimo di un biennio oltre i limiti di età per il collocamento a riposo.

·         Alcuni aspetti della riforma hanno, tuttavia, bisogno di ulteriori atti applicativi per poter essere pienamente operativi. In particolare, devono essere sottoposti all’esame parlamentare i decreti interministeriali concernenti la definizione dei principi contabili per l’introduzione della contabilità economico-patrimoniale , nonché la classificazione della spesa per missioni e programmi, e il DPR per la definizione dei parametri di valutazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale delle università.

·         Inoltre, è ancora all’esame della Conferenza Stato-regioni lo schema di decreto che deve disciplinare l’importo standard della borsa di studio . In un comunicato stampa dell’11 aprile 2013 , il MIUR ha evidenziato che ormai i contenuti del decreto interministeriale non sono più in discussione e che si pone, invece, il nodo delle risorse future, a partire dall’a.a. 2014/2015. Su tale atto non è previsto il parere parlamentare.

Il Ministro ha, inoltre, evidenziato la necessità di un orizzonte temporale pluriennale in cui il budget su cui sviluppare il sistema deve essere coerente con le politiche e le strategie che il Paese si impegna a perseguire. In tale ambito, ha ritenuto improcrastinabile il ripristino delle disponibilità del Fondo per il finanziamento ordinario delle università e ha sottolineato l'importanza di implementare strumenti e regole che stimolino le università all'autofinanziamento.

Ha, altresì, evidenziato la necessità di sostenere il percorso di internazionalizzazione delle università, che devono essere parte integrante del sistema di istruzione superiore europeo, e la necessità che le stesse siano messe nelle condizioni di esercitare una vera autonomia responsabile. In particolare, va eliminato il contingentamento delle assunzioni, graduando il reclutamento in relazione alla situazione economica della singola università.
In tale ambito, il Ministro ha individuato quale priorità strategica la previsione di un Piano straordinario di reclutamento di ricercatori ai sensi dell'art. 24, co. 3, lett. b), della L. 240/2010, e quella di finanziare la seconda parte del Piano straordinario per il reclutamento di professori associati di cui all'art. 29, co. 9, della stessa L. 240/2010.

Con riferimento agli interventi per gli studenti, il Ministro ha condiviso la necessità, segnalata nell'agenda del gruppo di lavoro sopra citato, di aumentare il Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio , al fine di offrire reali opportunità agli studenti meritevoli provenienti dalle famiglie meno abbienti, e ha sottolineato anche l'esigenza di operare per aumentare la disponibilità di servizi e posti letto.

Le mozioni approvate dalla Camera l'11 giugno 2013

Nella seduta dell'11 giugno 2013 l'Assemblea della Camera ha approvato la mozione 1-00091, nonchè, con riformulazioni, le mozioni 1-00086 e 1-00090 (mentre sono state respinte le mozioni 1-00035, 1-00076, 1-00083 e la risoluzione 6-00013), concernenti misure a sostegno della scuola, dell'università e della cultura. Per la scuola e l'università, molti degli impegni richiesti al Governo riprendono le dichiarazioni programmatiche rese dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca durante l'audizione del 6 giugno 2013.
Tra l'altro, nella risoluzione 1-00091 si impegna il Governo a portare gradualmente l'investimento per l'istruzione e la formazione almeno al livello medio dei paesi OCSE (5,7 del PIL, a fronte del 4,5 in Italia), mentre nel testo riformulato della mozione 1-00090 si impegna il Governo a razionalizzare gli investimenti pubblici per la scuola e per l'università. Nel testo riformulato della mozione 1-00086 si impegna il Governo, fra l'altro, ad aggiornare in maniera più ambiziosa gli obiettivi italiani di crescita relativa alla strategia Europa 2020.

 


 

Allegati statistici a cura di Eurostat





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Sessione 2: The Smart Move – I progressi realizzati nel campo dei Sistemi di Trasporto Intelligente

 

Per “Sistemi di Trasporto Intelligente” (ITS) si intende l’applicazione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni al settore dei trasporti, ai fini della gestione del traffico, dell’interazione tra infrastruttura e veicolo e dell’integrazione delle modalità e delle reti di trasporto. L’applicazione degli ITS può contribuire a ridurre la congestione, i tempi di spostamento, le emissioni inquinanti e i consumi energetici, nonché a migliorare la sicurezza.

Allo stato attuale non tutte le potenzialità connesse all’applicazione degli ITS sono adeguatamente sfruttate, a causa dell’assenza di un quadro normativo comune, delle differenze fra Stati membri, dei problemi di interoperabilità, della mancanza di standardizzazione delle applicazioni e della limitata consapevolezza dei vantaggi connessi al loro utilizzo. 

Il sostegno finanziario dato dalla Commissione Europea ai progetti di ricerca e sviluppo nei diversi Programmi Quadro e alle realizzazioni, nel Programma TEMPO per il periodo 2000/2006 e Programma EasyWay dal 2017/2013, ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo dei Sistemi ITS nei Paesi membri dell’Unione e alla creazione di un know-how europeo in questo settore.

Allo scopo di promuovere lo sviluppo di ITS interoperabili ed armonizzati, la Commissione Europea, con la Comunicazione del 16 dicembre 2008, ha pubblicato il Piano di Azione per la diffusione di Sistemi di Trasporto Intelligent in Europa (COM(2008)886).

Il 7 luglio 2010 il Parlamento Europeo ed il Consiglio dell’Unione Europea hanno approvato la Direttiva 2010/40/UE sul quadro generale per la diffusione dei sistemi intelligenti nel settore del trasporto stradale e nelle interfacce con altri modi di trasporto.

La direttiva 2010/40/UE

Obiettivo della Direttiva è di istituire un quadro a sostegno della diffusione e dell'utilizzo di sistemi di trasporto intelligente (ITS) coordinati e coerenti nell'Unione, in particolare attraverso le frontiere tra gli Stati membri, e stabilisce le condizioni generali necessarie a tale scopo.

Sulla base del Piano d’Azione, la Direttiva individua quattro settori prioritari (articolo 2):

I.    l'uso ottimale dei dati relativi alle strade, al traffico e alla mobilità;

II.    la continuità dei servizi ITS di gestione del traffico e del trasporto merci;

III.   le applicazioni ITS per la sicurezza stradale e per la sicurezza (security) del trasporto;

IV. il collegamento tra i veicoli e l'infrastruttura di trasporto.

 

Nell'ambito dei quattro settori prioritari, per l'elaborazione e l'utilizzo di specifiche e norme, costituiscono azioni prioritarie (articolo 3):

a.       la predisposizione in tutto il territorio dell'Unione europea di servizi di informazione sulla mobilità multimodale;

b.       la predisposizione in tutto il territorio dell'Unione europea di servizi di informazione sul traffico in tempo reale;

c.       i dati e le procedure per la comunicazione gratuita agli utenti, ove possibile, di informazioni minime universali sul traffico connesse alla sicurezza stradale;

d.       la predisposizione armonizzata in tutto il territorio dell'Unione europea di un servizio elettronico di chiamata di emergenza (eCall) interoperabile;

e.       la predisposizione di servizi d'informazione per aree di parcheggio sicure per gli automezzi pesanti e i veicoli commerciali;

f.         la predisposizione di servizi di prenotazione per aree di parcheggio sicure per gli automezzi pesanti e i veicoli commerciali.

 

Al fine di assicurare la compatibilità, l’interoperabilità e la continuità per la diffusione e l’utilizzo operativo degli ITS per le azioni prioritarie, la Direttiva nell’articolo 6 prevede inoltre che la Commissione adotterà delle specifiche per una o più azioni prioritarie entro il 27 febbraio 2013.

Entro il 27 agosto 2011 gli Stati membri devono trasmettere alla Commissione una relazione sulle attività e sui progetti nazionali riguardanti i settori prioritari ed entro il 27 agosto 2012 dovranno comunicare alla Commissione stessa informazioni sulle azioni nazionali previste in materia di ITS per i successivi cinque anni (articolo 17).

Gli Allegati I e II dettagliano, rispettivamente, la normativa contenuta nella direttiva sulle Azioni e settori prioritari e quella sui Principi per le specifiche e la diffusione degli ITS.

Il termine di recepimento della direttiva era stabilito al 27 febbraio 2012 (articolo 18).

 

La Comunicazione della Commissione “Ricerca e innovazione per la mobilità futura dell'Europa. Sviluppare una strategia europea nel campo della tecnologia dei trasporti” (COM(2012)501).

La Commissione ha recentemente ribadito la necessità di mobilitare la ricerca e l’innovazione nel campo della tecnologia dei trasporti con la Comunicazione del 12 ottobre 2012 (COM(2012)501), in cui ha presentato i risultati di un primo bilancio delle attività di ricerca e innovazione nel settore dei trasporti e ha prefigurato l’elaborazione di un apposito Piano strategico europeo di tecnologia dei trasporti, che dovrà: sfruttare le convergenze tra settori diversi come trasporti, energia, servizi di informazione e telecomunicazione, sviluppo del territorio e ambiente; elaborare una serie di principi e strumenti operativi e di approcci interdisciplinari a favore dell'imprenditorialità; creare nei trasporti una nuova dinamica di innovazione che promuova la rinascita del settore (potrà essere necessario coordinare gli investimenti nell'istruzione e nella formazione e adeguare le competenze da esse fornite; la competitività delle PMI nel settore può essere sostenuta da un migliore accesso al credito, ai mercati europei e internazionali e da minori vincoli burocratici); evitare di chiudersi psicologicamente di fronte alle nuove tecnologie.

Nella comunicazione si evidenzia come, sebbene rispetto agli investimenti del settore privato e degli Stati membri, gli attuali investimenti dell’UE a favore della ricerca e dell'innovazione nei trasporti siano modesti - circa 600 milioni di euro all'anno nell'ambito del 7° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico -, essi hanno tuttavia un elevato effetto leva: sempre nell'ambito del programma, attraverso le Azioni Marie Curie sono stati assegnati 43,5 milioni di euro a ricerche legate ai trasporti mentre altri finanziamenti - provenienti dal Programma relativo alle reti transeuropee di trasporto, dal Fondo di coesione e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) - permettono di sostenere la commercializzazione e il dispiegamento.

La comunicazione sottolinea come finora l'attività di ricerca e di innovazione finanziata dalla UE si sia incentrata sulla ricerca in sé e meno sulla diffusione nel mercato e sull'applicazione su vasta scala di nuove soluzioni, nonostante esistano impegni a ciclo completo come ERTMS (Sistema europeo di gestione del traffico ferroviario), SESAR (Ricerca sulla gestione del traffico aereo nel cielo unico europeo) o Galileo, sistema di navigazione satellitare d'avanguardia dell'Europa. Allo stato attuale, inoltre, nel settore si registra una frammentazione delle attività di ricerca che sono soggette a diverse pressioni del mercato ed esigenze degli utenti, uno sfasamento tra le attività di ricerca e quelle di applicazione e una divergenza nelle priorità tra i diversi Stati membri.

Il nuovo approccio elaborato dalla Commissione prevede:

·         un portafoglio diversificato di fonti di finanziamento pubbliche e private, per il prossimo periodo di programmazione finanziaria 2014-2020 e oltre;

·         l'introduzione di materiali e processi di produzione nuovi, che attirerà nuovi partner tecnologici verso il settore della fabbricazione di materiale da trasporto, attraverso l’attuazione di modalità progettuali e produttive innovative, per gestire sistemi e servizi complessi a più basso contenuto di energia fossile, e ciò sarà di aiuto all'occupazione e alla crescita;

·         la promozione di trasporti integrati e pienamente intermodali orientati alle esigenze degli utenti che, ad avviso della Commissione, dovrebbe garantire:

-          un maggiore rispetto dell'ambiente e l'uso efficiente delle risorse;

-          un nuovo approccio alla localizzazione, alla tracciabilità e alla gestione del trasporto merci;

-          il rafforzamento della sicurezza dei trasporti, contribuendo il tal modo al perseguimento dell’obiettivo "zero sinistri" fissato dalla Commissione europea in materia di sicurezza stradale;

-          una nuova gestione dei sistemi di informazione e di pagamento orientata all'utente;

-          lo sviluppo dei servizi di trasporto pubblico nelle aree urbane accessibili a tutti sia fisicamente sia sul piano dei costi.

Affinché il sistema europeo di ricerca e innovazione nei trasporti sia in grado di offrire le nuove soluzioni necessarie, ad avviso della Commissione occorrerà adottare una serie di iniziative strategiche volte a:

·         concentrare la ricerca e l’innovazione nel campo dei trasporti. A tal fine la Commissione propone tre aree generali di ricerca e innovazione per i prossimi vent'anni: 1) il ricorso a sistemi di propulsione e a carburanti alternativi e a tecnologie di comunicazione intelligenti; 2) la realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto che dovranno sempre più integrare componenti nuove, più intelligenti, ecologiche e intermodali. Sono previste inoltre "reti d'infrastruttura verdi" dedicate per il trasporto di merci su strada a medio raggio e il trasporto di passeggeri su autobus; 3) un sistema di trasbordo ininterrotto di viaggiatori e merci che potranno così passare da una modalità di trasporto all'altra e attraversare le frontiere senza soluzione di continuità grazie ad una maggiore integrazione tra tutti i modi di trasporto

·         coordinare meglio gli sforzi ricorrendo ai partenariati e migliorando la governance della catena dell'innovazione. I partenariati tra settore pubblico e privato attualmente esistenti nel campo dei trasporti e le piattaforme tecnologiche europee, hanno già messo a punto utili tabelle di marcia e agende di ricerca strategiche comuni, in particolare su questioni legate alle modalità[2].

La Commissione intende istituire un sistema di monitoraggio e informazione sulla ricerca e l'innovazione nei trasporti (Transport Research and Innovation Monitoring and Information System – TRIMIS) per mappare le tendenze tecnologiche e le capacità di ricerca e di innovazione.

Nella Comunicazione si ribadisce infine che la necessità di una risposta coordinata e globale per affrontare le sfide ambientali mondiali deve indurre l’Europa ad adottare una dimensione internazionale nella ricerca e nell'innovazione, mirando in particolare ad accordi globali e a obiettivi di riduzione dei gas a effetto serra e contribuendo allo sviluppo globale, alla commercializzazione e alla diffusione di soluzioni innovative.

La Commissione precisa che il piano europeo sosterrà l'attuazione dei rispettivi programmi di finanziamento proposti dalla Commissione per il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (Horizon 2020, il Meccanismo per collegare l'Europa Connecting Europe Facility – CEF, il FESR e il Fondo di coesione, nonché il Programma per la competitività delle imprese e le PMI). La Banca europea per gli investimenti sarà invitata a intensificare l'erogazione di prestiti agevolati tramite il Meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi (Risk Sharing Finance Facility – RSFF), a espandere, nell'ambito della sua nuova politica creditizia, l'attività di prestito nel settore dei trasporti e a fornire maggiore assistenza tecnica alle parti interessate, pubbliche e private. Il sostegno finanziario pubblico dovrà essere elargito in modo assolutamente conforme alle pertinenti norme comunitarie in materia di aiuti di Stato, comprese quelle che regolano l'attività di ricerca, di sviluppo e innovazione nonché il finanziamento delle attività di trasporto e gli investimenti nelle infrastrutture.

La comunicazione è all’esame del Parlamento europeo, che si dovrebbe esprime nell’ambito della sessione del 9-13 settembre 2013.

 

Il Programma quadro di ricerca e innovazione "Orizzonte 2020" (COM (2011)808)

Il Programma quadro di ricerca e innovazione "Orizzonte 2020" (COM (2011)808) è il nuovo strumento destinato a sostenere la ricerca e l'innovazione attraverso l’unificazione, per gli anni 2014-2020, dei finanziamenti attualmente erogati dall’UE nei diversi ambiti. Tra le sei principali sfide della società, costituite dalle grandi preoccupazioni condivise dai cittadini europei e di altri paesi, esso comprende quella della promozione di un sistema di trasporto europeo, efficiente sotto il profilo delle risorse, rispettoso dell'ambiente, sicuro e regolare a vantaggio dei cittadini, dell'economia e della società. A tal fine si prevedono stanziamenti pari a 7,7 miliardi di euro.

Tenuto conto delle sfide che il sistema dei trasporti si trova a dover affrontare in termini di aumento dei volumi di traffico e di emissioni inquinanti, si sottolinea che la mobilità sostenibile può essere conseguita solo mediante un mutamento radicale del sistema dei trasporti mediante la ricerca di soluzioni alternative e innovative di trasporti più intelligenti, più sicuri e più ecologici. Si sottolinea pertanto il ruolo chiave dell'industria dei trasporti e della produzione di attrezzature per i trasporti, che rappresentano complessivamente il 6,3% del PIL dell'UE.

Le attività che il programma prospetta comprendono:

·         il trasporto efficiente in termini di risorse e rispettoso dell'ambiente per ridurre al minimo l'impatto dei trasporti sul clima e sull'ambiente, migliorando l'efficienza attraverso l'uso delle risorse naturali, e riducendone la dipendenza dai combustibili fossili;

·         conciliare le crescenti esigenze di mobilità con una maggiore fluidità dei trasporti, grazie a soluzioni innovative riguardanti sistemi di trasporto regolari, inclusivi, sicuri e robusti;

·         rafforzare la concorrenzialità e i risultati dell'industria manifatturiera europea dei trasporti e dei servizi correlati.

 

Tra le più recenti iniziative della Commissione si segnalano infine due progetti di atti delegati che integrano la direttiva 2010/40/UE che la Commissione europea ha adottato il 15 maggio 2013: il Regolamento delegato in merito alla predisposizione dei servizi d'informazione sulle aree di parcheggio sicure destinate agli automezzi pesanti e ai veicoli commerciali (C(2013)2549) e il Regolamento delegato per quanto riguarda i dati e le procedure per la comunicazione gratuita agli utenti, ove possibile, di informazioni minime universali sulla viabilità connesse alla sicurezza stradale (C(2013)2550). I provvedimenti sono stati trasmessi al Parlamento europeo e al Consiglio nel quadro della procedura degli "atti delegati".

 

Il recepimento italiano della direttiva 2010/40/UE (a cura del Servizio Studi)

La direttiva è stata recepita nell'ordinamento italiano attraverso il Decreto-Legge del 18 Ottobre 2012 n. 179 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”, nell’ambito dell’art 8 – “Misure per l’innovazione dei sistemi di trasporto”, commi da 4 a 9, convertito in legge il 17 Dicembre 2012.

 

Tra l’altro, si prevede che vengano garantiti sul territorio nazionale:

a) la predisposizione di servizi di informazione sulla mobilità multimodale;

b) la predisposizione di servizi di informazione sul traffico in tempo reale;

Il comma 8 impone il possesso di una banca dati relativa all'infrastruttura e al servizio di propria competenza, da tenere costantemente aggiornata, agli enti proprietari ed ai gestori di infrastrutture, aree di sosta e di servizio e nodi intermodali.

Il comma 9 demanda ad un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con i Ministri competenti per materia, l'adozione di direttive con cui vengono stabiliti i requisiti per la diffusione, progettazione e realizzazione degli ITS e per assicurare la disponibilità di informazioni gratuite di base e l'aggiornamento delle informazioni infrastrutturali e dei dati di traffico.

 

Il decreto di attuazione

In attuazione del comma 9 dell'articolo 8 del decreto-legge n. 179/2012 è intervenuto il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 1° febbraio 2013 (G. U. del 26 marzo 2013). Tra le misure previste dal decreto merita richiamare:

-        la costituzione di una piattaforma telematica nazionale dei sistemi di trasporto intelligente (ITS) anche al fine di promuovere la creazione di figure professionali incaricate della progettazione, gestione e manutenzione degli ITS (articolo 4);

-        l'obbligo, per il Dipartimento per i trasporti, attraverso il CCISS (Centro di coordinamento delle informazioni sul traffico, la viabilità e la sicurezza stradale) di rendere disponibili sul web il Data Dictionary degli eventi di traffico contenuti nel protocollo di comunicazione DATEX;

-        favorire l'uso degli ITS per la gestione delle flotte per il trasporto multimodale dei passeggeri (articolo 6);

-        promuovere azioni per la definizione delle specifiche tecniche per il collegamento telematico tra veicoli e infrastruttura stradale e favorire l'uso dei sistemi ITS per il controllo, su tutta la rete stradale urbana ed extraurbana della velocità media e istantanea dei veicoli sulle strade a scorrimento veloce (articolo 8).

Il decreto prevede anche l'istituzione di un Comitato di coordinamento delle iniziative in materia di ITS, denominato ComITS, cui spetterà il compito di esprimere parere vincolante sui progetti nel settore che prevedono l'utilizzo di finanziamenti pubblici.


 


Sessione 3: L’Agenda digitale verso il 2020

 

L’Agenda digitale europea (AGE) è una delle sette cosiddette iniziative faro della strategia Europa 2020 (Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (COM(2010)2020), lanciata a marzo 2010 dalla Commissione europea, con l’intento di uscire dalla crisi e di preparare l’economia dell’UE alle sfide del prossimo decennio. L’iniziativa Agenda digitale (COM (2010) 245) mira a stabilire il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per raggiungere gli obiettivi che l’Europa si è prefissata per il 2020 e prevede sette grandi linee d'azione, per ognuna delle quali sono indicate misure specifiche, per un totale di 101 (di cui 78 a carico della Commissione e 23 a carico degli Stati membri):

·      realizzare il mercato unico del digitale, favorendo l'accesso a servizi e contenuti online, semplificando i meccanismi esistenti di liberatoria e gestione del diritto d’autore; semplificando le transazioni online e transfrontaliere; rafforzando i diritti dei consumatori. Uno degli obiettivi è rendere la  differenza tra roaming e tariffe nazionali vicina allo zero entro il 2015;

·      migliorare l'interoperabilità delle tecnologie dell’informazione e telecomunicazioni (TIC) attraverso la promozione di standard tecnici; rafforzare la sicurezza e la privacy dei cittadini europei nell'utilizzazione delle TIC, considerato che  l’88% dei consumatori online in Europa non si sente sicuro e non fa ricorso a tecnologie delle quali non si fida;

·      assicurare la diffusione capillare e l'accesso dei cittadini a Internet ad altissima velocità  offrendo  entro il 2020 l’accesso a internet a velocità pari o superiori a 30Mbps per tutti i cittadini europei, e lavorare affinché entro la stessa data almeno il 50% delle famiglie sia abbonata a internet con connessioni al di sopra di 100 Mbps;

·      aumentare gli stanziamenti su ricerca e innovazione nel settore delle TIC; uno degli obiettivi è quello di raddoppiare gli stanziamenti pubblici entro il 2020, raggiungendo la somma totale di 1 miliardo di euro;

·       promuovere la conoscenza delle TIC per favorirne l'uso da parte di tutti i cittadini migliorando l’alfabetizzazione e l’inclusione nel mondo digitale: oltre la metà dei cittadini europei, 250 milioni, si collega a internet ogni giorno, ma un altro 30%, 150 milioni, non lo ha mai fatto; l’obiettivo del 2015 è di dimezzare questo dato. Tra gli altri obiettivi da raggiungere entro il 2015: incrementare l’uso regolare di internet dal 60 al 75% e dal 41 al 60% fra le persone svantaggiate; portare il 50% della popolazione a fare acquisti online e il 20% a fare acquisti on line transfrontalieri. Inoltre  il 33% delle piccole e medie imprese dovrebbe effettuare vendite/acquisti online entro la stessa data;

·      accelerare l'adozione di soluzioni intelligenti basate sulle TIC per affrontare le grandi sfide del futuro come la riduzione dei consumi energetici, il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti e dei disabili (e-health), l’utilizzo dei servizi digitali pubblici (e-government). Tra gli obiettivi: ricorso all'e-government da parte del 50% della popolazione, di cui oltre la metà dovrebbe essere in grado di restituire moduli compilati; disponibilità online, entro il 2015, di tutti i servizi pubblici fondamentali transfrontalieri previsti dagli Stati membri; riduzione dell’uso di energia per illuminazione del 20% entro il 2020.

 

Su tali basi, la Commissione europea ha successivamente presentato proposte finalizzate al raggiungimento degli obiettivi individuati, tra le quali:

·      il pacchetto volto a fornire ai cittadini europei l’accesso alla banda larga (base per il 2013 e veloce per il 2020). Il pacchetto è composto da una comunicazione per promuovere gli investimenti nella rete di banda larga (COM(2010)472) , una raccomandazione sull’accesso regolato alla rete Next Generation Access e una proposta di decisione sulla creazione di un programma per la politica dello spettro radio (COM(2010)471) (approvata definitivamente il 14 marzo 2012);

Il pacchetto comporta obblighi per gli Stati membri, che sono chiamati a: elaborare e rendere operativi piani nazionali per la banda larga per raggiungere gli obiettivi in materia di copertura, velocità e adozione definiti nella strategia Europa 2020, utilizzando finanziamenti pubblici conformi alle norme UE in materia di aiuti di stato e di concorrenza; adottare misure per facilitare gli investimenti nella banda larga, ad esempio assicurando che le opere di edilizia coinvolgano sistematicamente i potenziali investitori, eliminando i diritti di passaggio, procedendo alla mappatura delle infrastrutture passive disponibili che si prestano al cablaggio e aggiornando il cablaggio degli edifici; utilizzare i fondi strutturali e per lo sviluppo rurale già accantonati per investimenti in infrastrutture e servizi TIC; mettere in atto il programma sulla politica europea in materia di spettro radio, al fine di assegnare le frequenze dello spettro in modo coordinato per raggiungere il 100% di copertura di internet a 30 Mbps entro il 2020, e adottare la raccomandazione sulle reti NGA;

·      la comunicazione del 19 dicembre 2012, in cui vengono illustrati gli orientamenti dell’Unione europea per l’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga, volti a incentivare gli investimenti, razionalizzare le regole e favorire decisioni più rapide;

·      la comunicazione sul commercio elettronico “ (COM (2011) 942) che presenta 16 azioni concrete intese a raddoppiare entro il 2015 la quota del commercio elettronico nelle vendite al dettaglio (attualmente pari al 3,4%) e quella dell'economia di internet nel PIL europeo (attualmente inferiore al 3%). L’intenzione è quella di agevolare l'accesso transfrontaliero ai prodotti e ai contenuti on-line; porre rimedio, a termine, ai problemi legati ai pagamenti e alle consegne, nonché alla protezione e all'informazione dei consumatori; agevolare la risoluzione delle controversie e il ritiro dei contenuti illegali, contribuendo così allo sviluppo di un internet più sicuro e più rispettoso dei diritti e delle libertà fondamentali;

·      la comunicazione relativa ai dati delle amministrazioni pubbliche (COM (2011) 882) con cui la Commissione propone una strategia sugli open data  che dovrebbe dare un contributo all'economia europea quantificabile in 40 miliardi di euro all'anno. Secondo la Commissione, infatti, le pubbliche amministrazioni europee dispongono di una miniera d'oro dalle potenzialità economiche non valorizzate, vale a dire il corposo volume di informazioni raccolte da numerosi servizi e autorità pubblici, che alcuni Stati membri - quali il Regno Unito e la Francia - hanno già cominciato a sfruttare. La strategia segue tre direttrici tra loro complementari: adeguare il quadro che disciplina il riutilizzo dei dati; mobilitare strumenti finanziari, assegnando priorità ai dati aperti nei programmi di ricerca e sviluppo e infrastrutturali; facilitare il coordinamento e la condivisione di esperienze tra gli Stati membri;

Esame non ancora avviato da parte di Consiglio e Parlamento europeo

·      la comunicazione “Agenda digitale: una nuova strategia per internet più sicura e migliori contenuti internet per bambini e adolescenti” (COM (2012) 196). Partendo dalla considerazione che Internet non è stato concepito per i bambini, ma oggi il 75% di essi ne fa uso (un terzo attraverso la telefonia mobile), la Commissione ha elaborato un piano destinato a garantire ai bambini le competenze e gli strumenti necessari per beneficiare pienamente e in modo sicuro del mondo digitale.

All’esame di Consiglio e Parlamento europeo

·      la revisione del quadro normativo sulla protezione dei dati (COM (2012) 9, 10 e 11), da un lato, per tenere conto della rapida evoluzione tecnologica che ha profondamente trasformato le modalità con cui sono raccolte, consultate, utilizzate e trasferite quantità sempre maggiori di dati personali e, dall’altro, per aumentare la fiducia dei consumatori. In particolare la Commissione propone un nuovo quadro composto da:

-   un regolamento che sostituisce la direttiva 95/46/CE e istituisce un quadro europeo generale in materia di protezione dei dati;

-   una direttiva che sostituisce la decisione quadro 2008/977/GAI16 e stabilisce le norme applicabili alla protezione dei dati personali trattati ai fini di prevenzione, indagine, accertamento o perseguimento dei reati e relative attività giudiziarie.

All’esame di Consiglio e Parlamento europeo.

·      la proposta di introdurre nuove norme per consentire transazioni elettroniche transfrontaliere sicure in Europa (COM (2012) 238). La proposta di regolamento presentata dalla Commissione intende garantire che i cittadini e le imprese possano utilizzare i loro regimi nazionali di identificazione elettronica (eID) per accedere ai servizi pubblici negli altri paesi dell’UE in cui la eID è disponibile. Creerà inoltre un mercato interno per le firme elettroniche e i servizi fiduciari online connessi. In tal modo, si darà pieno effetto ai notevoli risparmi potenziali consentiti dagli appalti pubblici online ottenibili evitando di utilizzare la carta. La proposta rispetta pienamente sia i sistemi nazionali di identificazione esistenti che le preferenze degli Stati membri che non hanno un regime nazionale di identificazione. Inoltre, consente ai paesi che possiedono una eID di aderire al regime europeo o di rimanerne al di fuori.

All’esame di Consiglio e Parlamento europeo

·      il piano di azione eHealth 2012-2020 sulla sanità elettronica (COM(2012)736). Obiettivi del piano d'azione sono: chiarire le aree di incertezza del diritto; migliorare l'interoperabilità tra i sistemi; sensibilizzare pazienti e operatori sanitari; promuovere iniziative di gestione personale della salute; offrire consulenza giuridica gratuita per l'avvio di imprese nel settore della sanità elettronica. La Commissione europea si impegna inoltre a pubblicare entro il 2014 un Libro verde sulle applicazioni sanitarie mobili (mHealth);

Esame non ancora avviato da parte di Consiglio e Parlamento europeo

·      la strategia  per valorizzare il potenziale della "nuvola informatica" (cloud computing) in Europa (COM(2012)529), presentata il 27 settembre 2012. la strategia prevede iniziative tese a creare entro il 2020 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro in Europa e un aumento annuo del PIL dell'UE corrispondente a 160 miliardi di euro (circa l'1%). Le azioni chiave della strategia sono volte a:

-   eliminare gli svantaggi costituiti dalla pletora di norme tecniche in uso, in modo che gli utenti della nuvola informatica traggano vantaggio da interoperabilità, portabilità dei dati e reversibilità; le norme necessarie dovranno essere identificate entro il 2013;

-   sostenere i sistemi di certificazione a livello europeo destinati a fornitori affidabili di servizi condivisibili nella nuvola;

-   elaborare clausole contrattuali tipo che siano “sicure ed eque” per i contratti relativi ai servizi condivisibili nella nuvola, inclusi accordi sul livello di tali servizi;

-   creare un “partenariato europeo per la nuvola informatica” che coinvolga Stati membri e industria, in modo da sfruttare il potere d’acquisto del settore pubblico (pari al 20% di tutta la spesa nel settore delle tecnologie dell’informazione) per orientare il mercato europeo del cloud computing, incrementare la competitività dei provider europei di servizi condivisibili nella nuvola e offrire servizi migliori e più convenienti in materia di e-government.

   Esame non ancora avviato da parte di Consiglio e Parlamento europeo

La revisione di medio termine e gli ulteriori obiettivi

Nel dicembre 2012, nell’ambito della revisione di medio termine dell’Agenda digitale (COM (2012) 784), la Commissione ha individuato sette nuove priorità:

1. Creare un nuovo contesto normativo stabile per la banda larga

Nel 2013, all'interno di un pacchetto di dieci azioni, verranno formulate raccomandazioni per un maggiore accesso alla rete non discriminatorio e una nuova metodologia di determinazione dei costi per l'accesso all'ingrosso alle reti a banda larga, la neutralità della rete, il servizio universale e i meccanismi di riduzione dei costi di ingegneria civile per l'introduzione della banda larga. A questo scopo ci si baserà sui nuovi orientamenti in materia di aiuti di Stato a favore della banda larga e sui finanziamenti proposti all'interno del Meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility – CEF)[3];

2. Nuove infrastrutture per servizi digitali pubblici attraverso il Meccanismo per collegare l'Europa (che prevede un finanziamento di 9,2 miliardi di euro).

Con il sostegno del Consiglio, la Commissione intende accelerare l'introduzione di servizi digitali (e in particolare la loro interoperabilità transfrontaliera) in materia di sistemi di identificazione elettronica (eIDs), firme elettroniche (eSignatures), mobilità delle imprese, giustizia elettronica (eJustice), cartelle sanitarie elettroniche e piattaforme culturali. Soltanto il ricorso ad appalti pubblici online (eProcurement) secondo la Commissione potrebbe portare a un risparmio di 100 miliardi di euro l'anno e l'amministrazione elettronica (eGovernment) può ridurre i costi di amministrazione del 15-20%.

3. Avviare una grande coalizione sulle competenze e i posti di lavoro in ambito digitale

Secondo la Commissione è necessaria una coalizione finalizzata all'adozione di provvedimenti pratici per evitare che un milione di posti di lavoro nel settore delle TIC rimangano vacanti da qui al 2015 a causa della mancanza di personale qualificato: un tale risultato – ritenuto inaccettabile in un momento di forte disoccupazione generale - può essere evitato. La Commissione si occuperà di coordinare le azioni del settore pubblico e privato al fine di aumentare i periodi di formazione nel settore informatico, creare maggiori collegamenti diretti tra il settore educativo e le imprese, stabilire profili professionali standard e promuovere la certificazione delle competenze per contribuire alla mobilità del lavoro. Tale coalizione è stata effettivamente istituita il 4 marzo 2013.

4. Proporre una strategia e una direttiva UE in materia di sicurezza informatica

Secondo la Commissione l'UE dovrebbe poter offrire gli ambienti informatici più sicuri al mondo, valorizzando la libertà e la privacy degli utenti. A tale scopo la Commissione ha preannunciato in sede di revisione dell’Agenda digitale, la presentazione di una strategia e di una proposta di direttiva per contrastare gli incidenti informatici transfrontalieri. Tale presentazione è effettivamente avvenuta il 7 febbraio 2013, con la comunicazione “Strategia dell'Unione europea per la cibersicurezza: un ciberspazio aperto e sicuro” (JOIN(2013)1), e la proposta di direttiva recante misure volte a garantire un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dell’informazione nell’Unione (COM(2013)48).

5. Aggiornamento del quadro UE relativo ai diritti d'autore

Nel corso del 2013, la Commissione cercherà una soluzione alle questioni relative ai diritti d'autore per le quali sono necessari progressi rapidi attraverso un dialogo strutturato tra le parti. Al contempo la Commissione porterà a termine le attuali iniziative per revisionare e modernizzare il quadro normativo UE in materia di diritti d'autore al fine di raggiungere, nel 2014, una decisione riguardante l'eventuale presentazione di proposte di riforma normativa da esse derivanti.

6. Accelerare il "cloud computing" attraverso il potere d’acquisto del settore pubblico

La Commissione avvierà azioni pilota nell'ambito del partenariato europeo per il cloud computing.

7. Avviare una nuova strategia industriale per l'elettronica

Come anticipato nella revisione, di medio termine il 23 maggio 2013 ha proposto una strategia industriale (COM (2013) 298) per coordinare gli investimenti pubblici nel settore della micro e nanoelettronica (semiconduttori e circuiti integrati o chip) con l'intento di espandere la base manifatturiera europea di punta e incrementare la propria quota di mercato globale.

Secondo le valutazioni della Commissione, la piena attuazione dell’Agenda digitale così aggiornata aumenterebbe il PIL europeo del 5%, ovvero di 1.500 euro/persona, nei prossimi otto anni, attraverso un aumento degli investimenti nelle TIC, il miglioramento del livello di competenze digitali della forza lavoro, l'innovazione nel settore pubblico e la riforma delle condizioni di base per l’economia di internet. In termini di impiego, senza un’azione a livello paneuropeo, da qui al 2015 rischiano di rimanere vacanti fino a un milione di posti di lavoro in ambito digitale mentre, attraverso la costruzione di infrastrutture, potrebbero essere creati 1,2 milioni di posti di lavoro. A lungo termine ciò porterebbe alla creazione di 3,8 milioni di nuovi posti di lavoro in tutti i settori dell'economia.  

La valutazione annuale

I progressi verso il raggiungimento degli obiettivi posti dall’Agenda digitale vengono misurati nell’annuale Digital Agenda Scoreboard e resi disponibili sulle pagine del sito della Commissione dedicato all’agenda digitale, dove è peraltro possibile valutare come ciascuno Stato membro li stia raggiungendo.

Secondo l’ultima valutazione - presentata il 12 giugno 2013 - i cittadini europei dispongono ormai di reti e servizi digitali di base, ma i problemi esistenti nel settore europeo delle telecomunicazioni e sui mercati del digitale impediscono loro di beneficiare pienamente dei principali vantaggi della rivoluzione digitale in atto. Come già sopra ricordato, nel corso dell’anno la Commissione intende adottare proposte di provvedimenti concreti rispondendo all’invito del Consiglio europeo di creare un mercato unico delle telecomunicazioni per risolvere i problemi nuovamente confermati dai dati.

Di seguito si riportano alcuni dei dati principali evidenziati nella valutazione dell’Agenda digitale della Commissione.

Per quanto riguarda i progressi nella diffusione di internet:

Per quanto riguarda gli aspetti problematici:

Per quanto riguarda altri dati:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Consiglio

Il Consiglio del 6 e 7 giugno 2013 ha tenuto un dibatto sullo stato di avanzamento e sui rimanenti ostacoli alla creazione di un mercato unico digitale, che dovrebbe essere completato entro il 2015.

Si ricorda che, a partire dall’adozione dell’agenda digitale nel 2010, Consiglio europeo e  Parlamento europeo hanno richiesto che venga ulteriormente rafforzata la leadership europea del digitale e che, entro il 2015, venga completato il mercato unico digitale (conclusioni del Consiglio europeo del 28/29 giugno 2012 e del 1°/2 marzo 2012; risoluzione dell’11 dicembre 2012).

Il risultato del dibattito – che verrà sottoposto dalla presidenza irlandese al Presidente del Consiglio europeo - contribuirà alla preparazione del Consiglio europeo di ottobre 2013, che avrà un focus su innovazione e agenda digitale.

Nel corso del Consiglio, i ministri hanno preso nota dell’intenzione della Commissione di presentare un pacchetto di nuove proposte per rendere operativo il mercato unico delle telecomunicazioni[4].

Nel corso del dibattito, i ministri hanno generalmente sostenuto il principio del mercato unico delle telecomunicazioni, con un ampio consenso sulla maggior parte delle questioni:

·      il diritto di tutti i cittadini ad avere accesso a servizi di banda larga, dovunque localizzati;

·      l’importanza di aumentare le competenze digitali dei cittadini europei;

·      la necessità di ulteriori misure per incoraggiare maggiori investimenti nel settore delle telecomunicazioni

·      la necessità di un forte, consistente ed affidabile ambiente regolamentare anche attraverso una migliore cooperazione tra regolatori;

·      la salvaguardia degli interessi dei consumatori.

Alcuni Stati membri hanno tuttavia manifestato dubbi sulla necessità di una nuova legislazione in questo campo, come invece sottolineato dalla Commissione; sono state inoltre espresse alcune preoccupazioni circa l’eventuale concentrazione di poteri di mercato nelle mani di poche imprese. E’ stato inoltre sottolineata l’esigenza di tenere conto delle specifiche condizioni di ogni Stato membro.

L'Agenda digitale italiana (a cura del Servizio Studi)

La prima misura di attuazione dell'Agenda Digitale Italiana (ADI), nel quadro dell'Agenda digitale europea, è stata rappresentata dall'istituzione, con l'art. 47 del decreto legge n. 5/2012, il primo marzo 2012, di un'apposita Cabina di Regia. La Cabina di Regia definisce la strategia italiana per l'Agenda digitale attraverso la cooperazione di sei Ministeri: Il Ministero per lo sviluppo economico, il Ministero delle infrastrutture e trasporti, il Ministero della Funzione pubblica e semplificazione, il Ministero dell'Istruzione, il Ministero dell'Economia e Finanze, il Dipartimento per la Coesione territoriale ed il Dipartimento per l'editoria. La Cabina di Regia è articolata in sei gruppi di lavoro che curano i principali target dell'Agenda Digitale: Infrastrutture e sicurezza; eCommerce; eGovernment e Open Data; Alfabetizzazione Informatica - Competenze digitali; Ricerca e Innovazione; Smart Cities and Communities.

Successivamente, gli articoli da 19 a 21 del decreto-legge n. 83/2012 hanno istituito L'Agenzia per l'Italia Digitale[5], preposta alla realizzazione degli obiettivi dell'Agenda digitale italiana, in coerenza con gli indirizzi elaborati dalla Cabina di regia, con particolare riferimento allo sviluppo delle reti di nuova generazione e dell'interoperabilità tra i sistemi informatici delle pubbliche amministrazioni e tra questi e quelli dell'Unione europea.

L'Agenzia dovrà monitorare in particolare l'attuazione dei piani di TIC delle pubbliche amministrazioni, promuovendone annualmente di nuovi, in linea con l'Agenda digitale europea. Essa assorbe anche le funzioni dei preesistenti organismi DigitPA e Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione.

I finanziamenti per la realizzazione della banda larga

Nel quadro dell'attuazione dell'Agenda digitale, un'importanza particolare è rivestita dal superamento del digital divide e dalla promozione della banda larga.

Nell'ottica di promuovere la banda larga sono intervenuti, nel corso della Legislatura:

1) l'articolo 2 del decreto-legge n. 112/2008, che ha stabilito norme per agevolare i lavori di infrastrutturazione nel settore delle comunicazioni elettroniche, attraverso il ricorso alla procedura della denuncia di inizio attività;

2) l'articolo 1 della legge n. 69/2009, che ha stanziato 800 milioni di euro di risorse FAS della programmazione 2007-2013 da destinare alla promozione delle reti di comunicazione elettroniche nelle aree sottoutilizzate, successivamente ridotte dal CIPE, con la delibera n. 1/2011, a 400 milioni;

3) l'articolo 30 del decreto-legge n. 98/2011 che ha attribuito al Ministero dello sviluppo economico l'elaborazione di un progetto nazionale per la banda larga ed ultralarga, sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale e del partenariato pubblico-privato, sempre a valere sulle risorse della programmazione 2007-2013 come definite dalla delibera CIPE n. 1/2011;

4) l'articolo 14 del decreto-legge n. 179/2012, che ha stanziato 150 milioni di euro per il 2013 per il completamento del Piano Nazionale Banda Larga predisposto nell'ottobre 2011 dal Ministero dello sviluppo economico.

La Commissione europea ha autorizzato, rispettivamente con l'atto SA -33807 del dicembre 2011 e con la decisione COM(2012)9833 del 18 dicembre 2012, sia il piano nazionale per la banda larga sia il progetto nazionale italiano per la banda ultralarga, predisposti dal Ministero dello sviluppo economico.

In questo quadro, sono stati emessi a febbraio 2013 i bandi nazionali per 900 milioni di euro per l'azzeramento del digital divide nonchè per accelerare lo sviluppo della banda ultralarga.

La banda larga: tecnologie per la realizzazione e il dibattito in Italia

Le tecnologie a banda larga (vale a dire quelle tecnologie che consentono una velocità di connessione ad Internet superiore a 2 MegaByte per secondo, Mbitps) fanno riferimento principalmente alla rete di accesso e in particolare alle connessioni tra centrali e utenti (ultimo miglio). In questo contesto le architetture di accesso a banda larga possono basarsi su:

- la preesistente rete di accesso telefonica in rame, in particolare il "doppino" telefonico attraverso le tecnologie DSL. Tra queste tecnologie rientra l'ADSL; si ricorda poi, da ultimo, lo sviluppo della tecnologia VDSL2 vectoring che aumenta considerevolmente la capacità dei tradizionali accessi, fino a 100 Mbitps;

- l'utilizzo di rilegamenti in fibra ottica fino alla sede del cliente o fino all'edificio o ancora fino agli armadi della rete di distribuzione con le architetture Fiber to the Home (FTTH), Fiber to the Building (FTTB); Fiber to the Cabinet (FTTCab).

Un'altra possibilità è rappresentata dall'utilizzo di frequenze radio tra cui rientrano le reti WI-FI, WI-MAX, i collegamenti via satellite, la telefonia di terza generazione UMTS e, da ultimo, il segnale Lte (Long Term Evolution o 4G).

In Italia, la discussione sulla realizzazione della banda larga, come testimoniato anche dal ciclo di audizioni informali svolto dalla IX Commissione della Camera nel febbraio-marzo 2012, ha visto sin qui confrontarsi due modelli alternativi:

- Telecom Italia prevede un intervento di infrastrutturazione in fibra del territorio articolato in due fasi: 1) in una prima fase la fibra raggiungerà gli armadi della rete di distribuzione, realizzando un'architettura FTTCab; 2) in una seconda fase, la fibra raggiungerà gli edifici e le singole unità immobiliari, realizzando un'architettura FTTH nella trenta città italiane più importanti;

- la società MetroWeb, controllata dal 2012 dal Fondo italiano infrastrutture (F2i, fondo privato partecipato da Cassa depositi e prestiti, Intesa SanPaolo, Unicredit, Fondazioni bancarie e Casse di previdenza) e dal Fondo strategico italiano (holding di partecipazioni costituita dalla Cassa depositi e prestiti), con una partecipazione della società Fastweb (società controllata dalla svizzera Swisscom) ha realizzato una rete urbana in fibra ottica con infrastruttura FTTB (fino "all'edificio") di circa 3.200 Km e velocità di connessione di 100 Mbitps localizzate prevalentemente nella città di Milano, dopo l'acquisizione di Metroweb F2i ha sviluppato il piano NGN che prevede, in una prima fase, lo sviluppo dell'infrastruttura in fibra ottica nelle trenta principali città italiane.

Il 10 luglio 2012 la IX Commissione trasporti della Camera ha approvato la risoluzione 8-00188 che invita il Ministero dello sviluppo economico a predisporre un tavolo di concertazione fra tutti gli operatori di teleconomunicazioni coinvolti in progetti di sviluppo e realizzazione della rete in fibra ottica al fine di arrivare ad una soluzione condivisa volta a massimizzare le potenzialità dei servizi di banda ultralarga.

Nel settembre 2012 Telecom Italia ed un'latra società operante nel settore Fastweb hanno siglato un accordo di collaborazione per sviluppo delle reti di nuova generazione.

Su tutta la questione, un impatto determinante potrà ora avere il progetto di scorporo della rete di accesso e suo affidamento ad una nuova società avviato da Telecom Italia. In base al progetto, approvato dal Consiglio di amministrazione di Telecom Italia del 30 maggio 2013, nella nuova società confluiranno attività e risorse relative allo sviluppo e alla gestione della rete di accesso passiva, sia in rame sia in fibra, nonché alla componente attiva della fibra. Il nuovo soggetto garantirà a tutti gli operatori (Operatori alternativi e Telecom Italia) l'accesso alla rete fissa, applicando il modello di parità di trattamento denominato a livello europeo di "Equivalence of Input" (EoI). In ottemperanza all'articolo 50-ter del decreto legislativo 1° agosto 2003, n.259 (Codice delle Comunicazioni Elettroniche) in materia di separazione volontaria da parte di una impresa verticalmente integrata, che prevede di informare anticipatamente e tempestivamente l'Autorità, il CdA ha dato quindi mandato al management di informare l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni del progetto volontario di separazione della rete di accesso, nonchè di aggiornare l'AGCOM in merito ad eventuali cambiamenti del progetto che si dovessero rendere necessari, anche alla luce delle risultanze che emergeranno dalla valutazione dell'Autorità stessa. Il Consiglio di amministrazione ha infine ribadito il mandato al management (formalizzato in data 6 Dicembre 2012) affinchè proseguano i contatti in corso con la Cassa Depositi e Prestiti per un eventuale suo ingresso nel capitale della società della rete di accesso.

 

 

 



[1] Per gli altri settori, vale a dire l’occupazione la ricerca e lo sviluppo, i cambiamenti climatici/energia e la riduzione della povertà, la Strategia Europa 2020 fissa i seguenti obiettivi: innalzamento al 75% del tasso di occupazione per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni; aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE; riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili ed aumento del 20% dell'efficienza energetica; riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%; aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria; riduzione di almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione entro il 2020.

[2] Con una decisione del 10 luglio (C(2012)4701), la Commissione ha lanciato un nuovo partenariato per l’innovazione a sostegno dello sviluppo di tecnologie “intelligenti” nelle città (Smart Cities and Communities European Innovation Partenrship - SCC). L’iniziativa, già prevista nell’iniziativa faro “Unione per l’innovazione” (COM(2010)546), intende sostenere un numero circoscritto di progetti pilota da realizzare nella logica dello sviluppo urbano sostenibile nei settori della produzione di energia e del risparmio energetico (edilizia, riscaldamento e raffreddamento), della mobilità urbana (veicoli elettrici e a idrogeno) e delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC) in diverse città europee. Con un finanziamento iniziale di 365 milioni di euro per il 2013 nell’ambito del 7° Programma quadro per la ricerca - che potrà essere esteso anche nel prossimo quadro finanziario 2014-2020 (Programma Horizon 2020) – il partenariato intende mettere in comune risorse pubbliche (europee e nazionali) e private al fine di dimostrare la fattibilità a livello locale di progressi rapidi nel raggiungimento degli obiettivi dell'UE in campo energetico e climatico, e accelerare la commercializzazione di tali innovazioni.

[3] Con uno stanziamento proposto di 50 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, il CEF è disegnato specificamente per promuovere crescita, occupazione e competitività attraverso investimenti infrastrutturali a livello europeo.

[4] Intervenendo nel corso di un dibattito presso la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) del Parlamento europeo, il commissario UE per l'agenda digitale, Neelie Kroes, ha annunciato che tra gli obiettivi prioritari rimane la realizzazione di un mercato unico digitale e delle telecomunicazioni attraverso la presentazione di pacchetto normativo unico entro pasqua 2014.

[5] Per quanto concerne il funzionamento dell'Agenzia per l'Italia digitale, il suo direttore generale è stato nominato, da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro per la pubblica istruzione, con il Ministro dello sviluppo economico, con il Ministro dell'istruzione dell'Università e della ricerca e con il Ministro dell'economia, previo espletamento di un avviso pubblico, il 30 ottobre 2012. Non è stato invece ancora adottato lo statuto dell'Agenzia per l'Italia digitale (da adottarsi con DPCM, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, del Ministro dell'istruzione e del Ministro della pubblica amministrazione e semplificazione, di concerto con il Ministro dell'economia). Al riguardo, nella seduta dell'Assemblea della Camera del 15 maggio 2013, in risposta alle interrogazioni a risposta immediata Toninelli 3-00055 e Palmieri 3-00056, il ministro dello sviluppo economico Zanonato ha precisato che lo statuto dell'Agenzia per l'Italia digitale inviato in un primo momento per errore alla Corte dei conti per la registrazione è stato ritirato dalla Corte dal governo, sottoposto all'esame dell'Ufficio centrale del bilancio della Presidenza del Consiglio e quindi nuovamente inviato alla Corte dei conti per la registrazione che dovrebbe essere prossima.