Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari comunitari
Titolo: Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea - Anno 2015
Riferimenti:
DOC LXXXVII, N. 4     
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 226
Data: 06/04/2016
Descrittori:
UNIONE EUROPEA     
Organi della Camera: XIV - Politiche dell'Unione europea

 

 

Servizio Studi

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Dossier n. 310

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Servizio Studi

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Documentazione e ricerche n. 226

 

 

Ha collaborato al dossier:

Ufficio Rapporti con l'Unione europea

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I N D I C E

Introduzione

La relazione consuntiva                                                                                        3

Il contenuto del dossier                                                                                         7

Politiche orizzontali e settoriali

§  Capitolo 1 (Politiche per il mercato interno dell’Unione)                               11

§  Capitolo 2 (Concorrenza, aiuti di Stato, tutela dei consumatori)                    16

§  Capitolo 3 (Fiscalità e Unione doganale)                                                       20

§  Capitolo 4 (Politiche per l’impresa)                                                               29

§  Capitolo 5 (Ricerca, sviluppo tecnologico e spazio)                                       32

§  Capitolo 6 (Agenda digitale europea e l’Italia)                                              35

§  Capitolo 7 (Riforma delle pubbliche amministrazioni, mobilità dei dipendenti pubblici, semplificazione) 36

§  Capitolo 8 (Ambiente)                                                                                     38

§  Capitolo 9 (Energia)                                                                                       41

§  Capitolo 10 (Trasporti)                                                                                   42

§  Capitolo 11 (Agricoltura e pesca)                                                                  45

§  Capitolo 12 (Politiche di coesione)                                                                 49

§  Capitolo 13 (Occupazione e affari sociali)                                                     52

§  Capitolo 14 (Tutela della salute)                                                                    57

§  Capitolo 15 (Istruzione, gioventù, sport)                                                        60

§  Capitolo 16 (Cultura e turismo)                                                                      66

§  Capitolo 17 (Inclusione sociale e politiche per le pari opportunità)               70

§  Capitolo 18 (Affari interni)                                                                             73

§  Capitolo 19 (Giustizia)                                                                                   82

L’impatto della partecipazione delle Camere alla fase ascendente dell’Unione Europea

Camera dei deputati

§  Affari costituzionali (Commissione I)                                                            91

§  Bilancio (Commissione V)                                                                             94

§  Ambiente (Commissione VIII)                                                                       98

§  Attività produttive (Commissione X)                                                            100

§  Lavoro (Commissione XI)                                                                            113

Senato della Repubblica

§  Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica amministrazione (1ª Commissione)                            119

§  Affari esteri e migrazioni (3ª Commissione)                                                 121

§  Programmazione economica bilancio (5ª Commissione)                              122

§  Finanze e tesoro (6ª Commissione)                                                               125

§  Agricoltura e produzione agroalimentare (9ª Commissione)                         126

§  Industria, commercio, turismo (10ª Commissione)                                       129

§  Industria, commercio, turismo (10ª Commissione) e Territorio, ambiente, beni ambientali (13ª Commissione)                                                                                              131

§  Lavoro, previdenza sociale (11ª Commissione)                                            135

§  Territorio, ambiente, beni ambientali (13ª Commissione)                             136

§  Politiche dell’Unione europea (14ª Commissione)                                        138

Consigli Europei

§  Camera dei deputati e Senato della Repubblica                                            145

 

 


 

Introduzione

 


 

La Relazione consuntiva

 

La Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (anno 2015) è stata trasmessa alle Camere il 15 marzo scorso[1], in adempimento degli obblighi previsti all’articolo 13 della legge n. 234 del 2012, che fissa al Governo un termine di presentazione entro il 28 febbraio di ogni anno.

 

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea

 

La Relazione consuntiva viene presentata dal Governo alle Camere ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012. In base a tale disposizione, la relazione dovrebbe essere trasmessa alle Camere, entro il 28 febbraio di ogni anno, «al fine di fornire al Parlamento tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea» nell'anno precedente.

A questo scopo, il documento deve indicare:

a) gli sviluppi del processo di integrazione europea, con particolare riguardo alle attività del Consiglio europeo e del Consiglio, alle questioni istituzionali, alla politica estera e di sicurezza comune nonché alle relazioni esterne dell'Unione europea, ai settori della giustizia e degli affari interni e agli orientamenti generali delle politiche dell'Unione;

b) la partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'UE e in generale alle attività delle istituzioni europee per la realizzazione delle principali politiche settoriali, con particolare riferimento alle linee negoziali che hanno caratterizzato l'azione italiana,    

c) l'attuazione in Italia delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, l'andamento dei flussi finanziari verso l'Italia e la loro utilizzazione, con riferimento anche alle relazioni della Corte dei conti europea, accompagnati da una valutazione di merito sui principali risultati annualmente conseguiti;

d) il seguito dato e le iniziative assunte in relazione ai pareri, alle osservazioni e agli atti di indirizzo delle Camere.

Si tratta dunque, secondo l'impianto della legge n. 234 del 2012 del principale strumento per l'esercizio della funzione di controllo ex post del Parlamento sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea.

 

 

 

 

In particolare, la Relazione dovrebbe consentire al Parlamento di verificare se ed in quale misura il Governo si è attenuto all'obbligo, previsto dall'articolo 7 della medesima legge, di rappresentare a livello europeo una posizione coerente con gli indirizzi espressi dalle Camere in merito a specifici atti o progetti di atti; la medesima disposizione impone al Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero il Ministro per le politiche europee di riferire regolarmente alle Camere del seguito dato agli indirizzi parlamentari e, nel caso in cui il Governo non abbia potuto conformarsi agli indirizzi in questione, di riferire tempestivamente alle Camere, fornendo le appropriate motivazioni della posizione assunta.

A differenza della Relazione programmatica – che indica le grandi priorità e linee di azione che il Governo intende perseguire a livello europeo nell'anno di riferimento – il documento in esame dovrebbe recare un rendiconto dettagliato delle attività svolte e delle posizioni assunte dall'Italia nell'anno precedente, al fine di consentire alle Camere di verificare l'adeguatezza e l'efficacia dell'azione negoziale italiana e la sua rispondenza rispetto agli indirizzi parlamentari.

 

 

 

Il documento (Doc. LXXXVII, n. 4) è articolato in cinque parti.

 

La parte prima è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e alle questioni istituzionale e consta, a sua volta di tre capitoli aventi contenuto eterogeneo.

 

Il primo capitolo illustra brevemente le realizzazioni delle due Presidenze semestrali del Consiglio dell’UE nel 2015 (Lettonia e Lussemburgo); il secondo concerne le questioni istituzionali, con particolare riferimento all’Accordo interistituzionale “Legiferare meglio”, al negoziato UE-Regno Unito sul cd. BREXIT, alla riforma del Tribunale UE, alla Rule of Law e Adesione dell’UE alla CEDU, nonché ai rapporti con le Istituzioni dell’Unione europea; nel terzo capitolo, intitolato «il coordinamento delle politiche macroeconomiche», si tratta delle questioni riconducibili alle politiche economiche, monetarie, fiscali e di bilancio, al Piano di investimenti per l’Europa (Piano Juncker) e all’Unione bancaria e servizi finanziari. 

 

La parte seconda illustra l'azione svolta dal Governo nell'ambito delle principali politiche orizzontali e settoriali dell'Unione. Si tratta della parte più rilevante del documento, contenente indicazioni dettagliate relative a questioni specialistiche e tecnicamente complesse, per ciascuna politica o settore di attività dell'Unione.

 

La parte terza della relazione è incentrata sul tema della dimensione esterna dell’Unione europea ed illustra, l’azione governativa in materia di politica estera e di sicurezza comune, nonché in materia di allargamento, politica di vicinato e di collaborazione con paesi terzi. 

 

La parte quarta, concernente l’attività di comunicazione e formazione sull’attività dell’Unione europea, dà conto delle iniziative assunte in materia di comunicazione sulle attività dell'Unione e illustra le attività svolte dal Governo nella fase di formazione della posizione italiana su progetti di atti dell'UE.

 

La parte quinta concerne il coordinamento nazionale delle politiche europee, con particolare riguardo al ruolo e alle attività del Comitato interministeriale per gli affari dell'UE (CIAE) e del Comitato Tecnico di Valutazione (CTV), agli adempimenti di natura informativa e accesso agli atti delle Istituzioni dell’Unione europea, al contenzioso dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, nonché alle misure legislative e non legislative poste in essere da Parlamento e Governo per l'attuazione del diritto dell'UE nell'ordinamento italiano e per la soluzione delle procedure di infrazione.

 

     Di particolare interesse sono i dati relativi ai flussi di atti e documenti trasmessi dal Governo alle Camere, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 234 del 2012, nell’ambito del c.d. meccanismo di informazione qualificata: su oltre 6.600 atti e documenti dell'UE presi in esame dal CIAE, circa 47 progetti di atti legislativi e 80 documenti prelegislativi, sono stati segnalati dal Governo in ragione della loro particolare rilevanza; inoltre, sui progetti di atti legislativi sono state inviate 28 relazioni tecniche predisposte dalle amministrazioni competenti.

 

La Relazione è accompagnata da cinque allegati, che includono:

-         l'elenco dei Consigli dell’Unione europea e dei Consigli europei svoltisi nel corso del 2015, con l'indicazione dei temi trattati, delle deliberazioni legislative assunte e delle attività non legislative svolte,

-         le tabelle riepilogative dei flussi finanziari dell’UE all’Italia nel medesimo anno,

-         l’elenco delle direttive recepite nel 2015,

-         i seguiti dati agli atti di indirizzo parlamentare, incluse le risoluzioni approvate dalle Camere prima dei Consigli europei, 

-         un elenco degli acronimi.

 

 

Con riguardo alla rispondenza della struttura e dei contenuti alla previsione di cui all’articolo 13, comma 2 della legge n. 234 del 2012, si rileva che la relazione consuntiva per l’anno 2015 presenta una struttura complessivamente coerente con le previsioni legislative, relativamente agli strumenti di partecipazione dell’Italia all’Unione europea. 

 

La Relazione reca in linea generale l’indicazione della linea politica di azione seguita dal Governo sui principali dossier esaminati nelle sedi decisionali europee, evidenziandone in diversi casi anche l’evoluzione a fronte di profili di criticità del negoziato.

 

Sono inoltre richiamati gli atti di indirizzo adottati dalla Camera e al Senato con riferimento a specifici progetti o questioni, sebbene non in tutti i casi sia precisato in quale misura essi siano stati tenuti in considerazione nella formazione della posizione italiana, limitandosi ad un generico richiamo alla coerenza della posizione del Governo con le raccomandazioni adottate in sede parlamentare.

 

Sotto questo profilo, si segnala che l’allegato IV della relazione consuntiva per il 2015 presenta due tabelle contenenti gli estremi dei seguiti dati dal Governo agli atti di indirizzo parlamentare, includendo anche le risoluzioni approvate da Senato e Camera prima dei Consigli europei svoltisi nel 2015. Oltre a rendere la relazione più completa delle precedenti (per gli anni 2013 e 2014), ciò agevola la verifica della coerenza complessiva dell’azione europea del Governo con gli orientamenti del Parlamento, in accoglimento di quanto richiesto dalla Camera dei deputati con la risoluzione  6/00151 del 30 giugno 2015.

 

 

 

 

 


 

Il contenuto del dossier

Il presente dossier non contiene la sintesi integrale dei contenuti della relazione consuntiva.

 

Esso si limita a fornire una breve sintesi delle principali politiche dell’Unione europea per l’anno 2015, come presentate dal Governo nella Parte seconda della Relazione.

 

Si tratta, precisamente, delle politiche orizzontali, come le politiche per il mercato unico e la competitività, in linea con le Strategie della Commissione europea in materia di beni e servizi, mercato unico digitale, energia e mercato dei capitali, e di quelle settoriali, quali le politiche di natura sociale o volte al rafforzamento dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa ed oltre i suoi confini.

 

Il dossier intende invece fornire elementi di raffronto tra l’attività svolta dalla Camera e dal Senato nell’ambito del dialogo politico avviato dalla Commissione europea (vale a dire l’approvazione di documenti, da parte delle Commissioni parlamentari, sui progetti di atti normativi e su altri documenti dell’Unione europea) e le posizioni poi sostenute dall’Italia nel corso del negoziato, nonché gli esiti dello stesso, come si evincono dalla Relazione.

 

In particolare, nel dossier si dà conto dell’impatto della partecipazione delle Camere alla fase ascendente dell’Unione europea, indicando in due apposite tabelle gli atti di indirizzo parlamentare approvati nel 2015, rispettivamente, dalla Camera e dal Senato, di cui vengono evidenziati i seguenti elementi informativi:

-         gli estremi dell’atto dell’Unione europea esaminato dalle Commissioni competenti;

-         una sintesi del documento finale o della risoluzione approvati dalli Commissioni competenti;

-         quanto riportato dalla Relazione sulla posizione assunta dal Governo italiano nel seguito dell’esame dell’atto dell’Unione europea  nell’ambito delle istituzioni dell’Unione;

-         quanto riportato dalla Relazione sull’esito dell’esame delle istituzioni dell’Unione europea, ricomprendente l’eventuale adozione di un regolamento o di una direttiva ovvero altre determinazioni assunte dall’Unione europea e, ove presente, sull’adozione di misure nazionali di attuazione.

 

Infine, un’ulteriore tabella indica gli atti di indirizzo parlamentare adottati nel 2015 dalle Camere in sede di comunicazioni del Presidente del Consiglio in occasione dei Consigli europei, evidenziando il seguito dato dal Governo alle risoluzioni approvate in Assemblea, come indicato nella Relazione consuntiva.

 

 


Politiche orizzontali e settoriali

 


 

Capitolo 1
(Politiche per il mercato interno dell’Unione)

 

Il Governo riferisce preliminarmente sui documenti strategici di ampio respiro adottati dalla Commissione europea nel corso del 2015. Su ognuno di essi le principali priorità nazionali sono state elaborate e presentate in occasione della partecipazione del Governo alle consultazioni lanciate dalla Commissione europea. Si tratta, in particolare, di :

1)     la strategia per il mercato unico dei beni e servizi (COM(2015) 550).

La Comunicazione afferma la necessità di giungere alla creazione di un reale mercato unico dei beni e dei servizi, che ancora presenta troppi ostacoli e restrizioni, in particolare nel settore dei servizi. Si individuano le azioni specifiche da adottare tra il 2016 ed il 2017.

Tra le iniziative prospettate, il Governo afferma di considerare prioritarie quelle relative a PMI e start-up. Riferisce quindi degli sforzi prodigati per promuovere l'avanzamento dei dossier in materia di indicazioni geografiche (IIGG) e di sicurezza dei prodotti (cd. "made in").

Si esprimono perplessità sulla diffusione di forme non regolate di professionalizzazione della sharing economy, in virtù del rischio di concorrenza sleale e opacità fiscale.

La Commissione europea definisce l'economia collaborativa (sharing economy) come "un complesso ecosistema di servizi a richiesta e di uso temporaneo di attività sulla base di scambi attraverso piattaforme online". I  cinque settori principali sono la finanza peer to peer, lo staffing on-line, la condivisione e scambio di alloggio, il car sharing e lo streaming di video e musica.

Si rilevano altresì alcune lacune nella Strategia, nella misura in cui essa non contiene riferimenti alla politica industriale e alla politica per la concorrenza e aiuti di Stato;

2)     la strategia per il mercato unico digitale (COM(2015) 192), in merito alla quale viene sottolineata l'importanza di una riforma del diritto d'autore che permetta il pieno utilizzo delle possibilità offerte dalle tecnologie digitali.

La strategia è finalizzata allo sviluppo di un'economia digitale in grado di espandere i mercati e creare nuova occupazione attraverso il superamento della frammentazione esistente. Al fine di dare una prima attuazione alla strategia, la Commissione europea ha altresì presentato due comunicazioni:

a)      su un quadro normativo più moderno e più europeo sui diritti d'autore, che tenga conto della dichiarazione digitale (COM(2015) 626), accompagnata dalla proposta di regolamento COM(2015) 627, sulla portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online nel mercato interno);

b)      sui diritti in materia di contratti digitali (COM(2015) 633), accompagnata da due proposte di direttiva, sulla fornitura di contenuti digitali (COM(2015) 634) e sulla vendita a distanza di beni materiali (COM(2015) 635).

L'Italia ha espresso il proprio sostegno a misure tese a facilitare il commercio on-line in un quadro giuridico che non consenta discriminazioni geografiche sui prezzi e limiti il fenomeno del geo-blocking[2], definito "un'inaccettabile discriminazione basata sulla territorialità, in contraddizione ai principi di un mercato unico e senza barriere";

3)     il piano d'azione per l'Unione dei mercati dei capitali (COM(2015) 468).

Il piano d'azione dettaglia l'impegno a predisporre entro il 2019 gli elementi costitutivi di un'Unione dei mercati dei capitali "ben regolamentata e integrata, comprendente tutti gli Stati membri, affinché tutta l'economia possa beneficiare al massimo dei vantaggi offerti dai mercati di capitali e dagli enti finanziari e non bancari".

Sul piano d'azione - ed i documenti che lo compongono[3] - il Governo non esprime un giudizio definitivo, il quale dipenderà largamente dalla forza ed efficacia con cui la Commissione porterà avanti il progetto. In particolare, su alcuni aspetti si riferisce l'auspicio di un approccio più ambizioso (ad es. maggiore spinta alla convergenza delle leggi fallimentari, ampliamento del focus a tutte le piccole e medie imprese, maggiore incisività nel promuovere la disponibilità di informazioni relative alle PMI).

 

La relazione fa altresì riferimento alle azioni poste in essere per l'attuazione delle seguenti direttive:

1)     direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno, rispetto alla quale si è effettuata un'opera di mappatura delle criticità esistenti. In particolare, si è verificata l'operatività degli "Sportelli unici per le attività produttive" (SUAP) e del portale www.impresainungiorno.gov.it ;

2)     direttiva 2013/55/UE sul riconoscimento delle qualifiche professionali.

La direttiva prevede un riconoscimento automatico per un numero limitato di professioni sulla base di requisiti minimi di formazione armonizzati (professioni settoriali), un sistema generale di riconoscimento dei titoli legati alla formazione e un riconoscimento automatico dell'esperienza professionale.

La relazione illustra la complessa attività di coordinamento per garantirne il recepimento, avvenuto con decreto legislativo 28 gennaio 2016, n. 15;

3)     direttiva 2005/36/CE, anch'essa relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali. In merito la relazione dettaglia l'attività condotta dal punto nazionale di contatto incaricato di offrire informazione e assistenza ai cittadini che presentino richiesta di riconoscimento della propria qualifica professionale.

 

In tema di proprietà intellettuale, si riferisce sul dibattito sull'aggiornamento del diritto d'autore, rendendolo più adeguato all'evoluzione dell'industria creativa. L'obiettivo prioritario - a giudizio del Governo - dovrebbe essere la ricerca di soluzioni in grado di assicurare un'adeguata remunerazione di tutti gli operatori dell'industria della cultura. In particolare gli intermediari / operatori delle reti elettroniche dovrebbero essere richiamati ad un ruolo più deciso.

Anche il quadro dei media audiovisivi è stato oggetto di riesame al livello europeo, nella prospettiva del suo adeguamento al XXI secolo.

Gli obiettivi perseguiti dal Governo in materia di proprietà intellettuale sono elencati in maniera puntuale. Tra essi si ricordano: consentire la cooperazione tra autorità degli Stati membri e Commissione e consentire lo scambio di esperienze e best practice.

Si dettaglia inoltre l'adozione della posizione europea da assumere all'interno dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI).

 

Per quanto concerne la proprietà industriale, si ricorda l'importanza del cd. "pacchetto marchi" (direttiva 2015/2436/UE e regolamento 2015/2424/UE), approvato in una versione coerente con le priorità politiche e strategiche del Governo.

Oltre a rendere più accessibile, efficiente e meno oneroso per le imprese il deposito di marchi industriali, il pacchetto istituisce l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo).

Un compromesso finale è stato anche concordato sulla proposta di direttiva sui segreti commerciali (COM(2013) 813). La relazione evidenzia che il testo lascia un margine di intervento per gli Stati membri, a scapito di standard minimi di protezione equivalenti e vincolanti per tutto il mercato interno. Ne deriva il rischio di un possibile uso strumentale delle eccezioni previste, finalizzato proprio alla divulgazione delle informazioni commerciali riservate.

Il dibattito in Plenaria al Parlamento europeo sulla proposta di direttiva è previsto, indicativamente, per il 14 aprile 2016.

 

In vista della scadenza del termine per il recepimento (17 aprile 2016), il Governo ha lavorato ai fini dell'attuazione nell'ordinamento nazionale delle tre direttive appalti pubblici e concessioni (direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE). I lavori si sono svolti in parte al livello europeo (al livello di Commissione e di Gruppi di esperti) e in parte in ambito nazionale. Con legge 28 gennaio 2016, n. 11[4], infatti, sono stati posti i principi e criteri direttivi per l'adozione dei decreti legislativi di attuazione.

Tra questi, rileva la delega al Governo per la redazione di un"nuovo codice dei contratti e delle concessioni" per il riordino, organico e puntuale, dell'intera materia.

Il relativo schema di decreto (Atto del Governo n. 283) è stato presentato alle Camere il 5 marzo 2016 ed è attualmente all'esame delle Commissioni permanenti competenti[5].

 

In tema di diritto societario¸ la relazione dà conto del progredire del negoziato sulle seguenti proposte di direttiva:

1)     sui diritti degli azionisti (COM(2014) 213). Il Parlamento europeo si è fatto promotore dell'inserimento dell'obbligo di una rendicontazione analitica separata, e molto dettagliata, per ogni Paese terzo o Stato membro in cui le imprese sono stabilite. Si tratta di una posizione contrastata in Consiglio, che lascia prevedere un negoziato non facile;

2)     sulla società a responsabilità limitata a socio unico (COM(2014) 212). E' stato adottato un orientamento generale nonostante forti resistenze da parte di numerosi Stati membri sulla possibilità di registrazione on-line delle imprese.

 

Il Governo dichiara il proprio forte sostegno alle iniziative preannunciate volte a sostenerne l'effettività del principio del mutuo riconoscimento nel settore delle merci.

Il mutuo riconoscimento è un principio cardine del mercato interno, in base al quale un prodotto legalmente fabbricato e commercializzato in uno Stato membro può circolare liberamente negli altri Stati dell'UE.

Una delle ipotesi avanzate è quella di far confluire il mutuo riconoscimento nel settore delle merci nel sistema IMI (Internal Market Information). A questo fine si riferisce dell'avvio di una riflessione interna con le amministrazioni competenti per il necessario coordinamento delle azioni in vista dei prossimi step negoziali e operativi.

Il cd. "sistema IMI" è uno strumento elettronico multilingue concepito per migliorare la comunicazione e la collaborazione tra le amministrazioni degli Stati membri nell'applicazione della legislazione del mercato interno.

 

Nel corso del 2015 la rete IMI si è sviluppata con l'inclusione di nuovi settori legislativi strategici. Sono infatti stati avviati progetti pilota relativi a:

1)     appalti pubblici (direttiva 2014/24/UE) ai fini dello scambio di informazioni per verificare la documentazione fornita dai partecipanti a procedure di aggiudicazione di appalti transfrontalieri;

2)     restituzione di beni culturali illegittimamente esportati fuori di uno Stato membro (direttiva 2014/60/EU). Gli Stati membri potranno scambiare notifiche e richieste di informazioni relativamente ai beni culturali illecitamente usciti da un paese membro.

 

 


 

Capitolo 2
(Concorrenza, aiuti di Stato, tutela dei consumatori)

 

Antitrust

 

Il Governo ha preso parte alla discussione sui seguiti della Comunicazione della Commissione del 9 luglio 2014 (COM(2014) 453 final “Dieci anni di applicazione delle norme antitrust ai sensi del regolamento (CE) n. 1/2003: risultati e prospettive future”) nella quale si prefigurano iniziative per rafforzare la cooperazione all’enforcement (all’applicazione delle norme europee in materia di concorrenza) da parte delle Autorità antitrust nazionali.

L’obiettivo è intensificare del livello di convergenza tra gli Stati membri, con particolare riferimento alla posizione istituzionale delle Autorità di concorrenza, alle procedure e alle sanzioni vigenti presso gli Stati membri.

A novembre, la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica su eventuali miglioramenti da apportarsi al Regolamento CE n. 139/2004, sulle concentrazioni tra imprese. La Commissione non ha formalizzato proposte.

Concorrenza – Risarcimento del danno in caso di violazione delle regole antitrust

In ordine alla direttiva 2014/104/UE sul risarcimento del danno per violazioni delle disposizioni del diritto della concorrenza degli Stati membri e dell’UE, il Governo ha avviato una serie di analisi e di approfondimenti in vista del suo recepimento entro il 27 dicembre 2016.

In particolare, nel mese di gennaio 2015 è stato attivato presso la PCM – Dipartimento per le politiche europee, un Tavolo tecnico (MISE, Giustizia, AGCM) per enucleare le principali direttrici sulla base delle quali avviare la predisposizione dello schema di decreto legislativo di recepimento.

La direttiva 2014/104/UE è inserita nell’allegato B della legge di delegazione europea n. 9 luglio 2015, n. 114, la quale reca, all’articolo 2, principi e criteri direttivi di delega specifici per il recepimento della stessa.

 

Aiuti di Stato

 

Avuto riguardo al processo di modernizzazione della disciplina degli aiuti di Stato[6], conclusosi nel 2014 con l’emanazione di nuove disposizioni europee in materia[7], il Governo riferisce in merito agli interventi adottati al fine di garantire un maggiore e più efficiente controllo degli aiuti di Stato.

 

Nozione di aiuto di Stato

 

In merito alla nozione di aiuto di Stato, la Commissione europea ha avviato consultazioni con gli Stati membri -  in particolare sulla presenza di aiuti di Stato nel finanziamento pubblico di infrastrutture  - in vista della emanazione di una apposita Comunicazione, prevista nel secondo semestre del 2016.

Il Governo ha promosso un dibattito inter-istituzionale sul tema, a livello centrale e territoriale, che ha dato vita, su aspetti specifici, ad appositi tavoli di coordinamento. Si cita, in particolare, il Tavolo di coordinamento che ha curato l’analisi della natura di aiuto dei finanziamenti in materia di cultura, al fine di predisporre delle linee guida alla cultura, da sottoporre all’attenzione della Commissione europea.

 

 

Settore aeroportuale

 

Il Governo ha costituito un Gruppo di lavoro per predisporre una bozza di regime quadro nazionale per la disciplina degli aiuti di Stato da notificare alla Commissione europea con l’obiettivo di semplificare ed accelerare l’attuazione di misure di aiuto.

 

Piattaforma europea European Competition Network – Electronic transmission

 

Il Governo segnala di aver attivato nel 2015 9 (più 5 utenze “viewer”) utenze sulla piattaforma europea European Competition Network – Electronic transmission che consente di formulare quesiti in tema di modernizzazione degli aiuti di Stato e, nella specie, relativi all'interpretazione delle nuove norme in materia di aiuti di Stato. Tali utenze saranno mantenute dal 1° febbraio 2016 nell’ambito del sistema WiKi che sostituirà il Sistema ECN ET.

 

Servizi di interesse economico generale

 

Il 5 novembre 2015 è stato emanato il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che individua le modalità per la predisposizione delle relazioni periodiche riguardanti gli aiuti di Stato sotto forma di compensazione degli obblighi di servizio pubblico previste dall’articolo 45-bis della legge n. 234 del 2012.

 

Tutela dei consumatori

 

Nel corso del 2015, il Governo ha seguito i lavori preparatori a livello europeo della proposta di revisione del Regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori (Reg. (CE) 27 ottobre 2004 n. 2006/2004), che sarà sottoposta al Consiglio presumibilmente nel corso del primo semestre 2016.

Il Governo segnala il ruolo attivo dell’Italia nel procedimento europeo per l’adozione del cd. pacchetto sicurezza/sorveglianza di cui fanno parte:

·        la proposta di Regolamento sulla sorveglianza del mercato,

·        la proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti.

I negoziati sono in fase di stallo a causa del mancato accordo tra gli Stati membri sull’obbligatorietà dell’indicazione di origine sui prodotti non agricoli, c.d. “Made in” (art 7 della proposta di Regolamento sicurezza).

 

A ottobre 2015 si è concluso l’iter legislativo di approvazione della Direttiva relativa ai pacchetti turistici e ai servizi turistici assistiti, cd. Direttiva “Viaggi tutto compreson. 2015/2302 del 25 novembre 2015, che ha abrogato la pregressa, risalente al 1990 (Dir. n. 90/314/CEE. La nuova Direttiva - che dovrà essere recepita entro il 1° gennaio 2018 - estende le tutele previste per i pacchetti turistici tradizionali anche ai servizi turistici combinati acquistati tramite internet (ad es. volo, hotel, noleggio auto, escursioni, ecc.) offerti da uno stesso soggetto o da soggetti diversi ma in partnership tra di loro, e pagati con un’unica transazione. Il provvedimento è finalizzato a rafforzare le tutele per i viaggiatori, disponendo in ordine alla risoluzione del contratto e al rimborso del versato, in caso di aumento sopravvenuto del prezzo del pacchetto oltre una certa soglia, o di avvenimenti non prevedibili relativi al luogo di destinazione.

 

Il Governo richiama inoltre l’entrata in vigore – il 18 ottobre 2015 – del Regolamento n. 2015/1775 che modifica il Regolamento 1007/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio sul commercio dei prodotti derivati dalla foca e il relativo Regolamento di esecuzione (UE) 1850/2015, rilevando al riguardo come i lavori preparatori del regolamento in questione siano stati seguiti in linea con le posizioni nazionali espresse nella risoluzione della 13ª Commissione Senato, doc. XVIII n. 90 del 29 aprile 2015. In base alle disposizioni UE, gli Stati membri debbono individuare le autorità competenti (non risulta ancora nessuna determinazione in materia).

 

Per quanto concerne la fase discendente, con l’adozione del D.Lgs. 6 agosto 2015, n. 130 si è concluso l’iter di recepimento della Direttiva n. 2013/11/UE sui metodi alternativi di risoluzione delle controversie per i consumatori (ADR – Alternative Dispute Resolution). Il D.Lgs. contiene anche norme esecutive del connesso Regolamento UE sulla risoluzione delle controversie online dei consumatori n. 514/2013 e Reg. n. 2015/1051.

Il D.Lgs. n. 130/2015 modifica ed integra il Codice del Consumo (D.Lgs. n. 205/2006), inserendo nella Parte V un nuovo Titolo II-bis sulla Risoluzione extragiudiziale delle controversie, costituito dall’articolo 141 novellato e da nove nuovi articoli da 141-bis a 141-decies. Il Governo osserva – nella relazione - che si tratta di un riconoscimento normativo al modello della conciliazioni paritetiche, ciò anche alla luce dell’obbligo di predisposizione dell’elenco degli organismi ADR, contenuto all’art. 20 della Direttiva.

 

 

 


 

Capitolo 3
(Fiscalità e Unione doganale)

 

In tema di fiscalità si registra un sempre maggiore allineamento dell'Unione europea agli standard internazionali formulati in sede OCSE in materia di BEPS (base erosion and profit shifting).

 

Il "progetto BEPS" muove dalla constatazione che le strategie poste in essere dalle imprese per sfruttare vuoti legislativi o differenze di regolamentazione tra i diversi Stati al fine di minimizzare l'impatto della tassazione hanno un costo stimato tra i 100 ed i 240 miliardi di dollari all'anno. A tale fenomeno, di dimensione globale, l'OCSE ha cercato di fornire una soluzione globale tramite l'adozione del cosiddetto "pacchetto BEPS": 15 azioni, che identificano i principali settori di intervento necessari per affrontare l'erosione della base fiscale e lo spostamento dei profitti. Alla loro elaborazione hanno contribuito i paesi OCSE e del G 20. Le misure proposte variano dall'elaborazione di standard minimi completamente nuovi alla revisione degli standard esistenti, ad approcci comuni che faciliteranno la convergenza delle pratiche nazionali ad indicazioni sulle migliori prassi. Pur costituendo strumenti giuridicamente non vincolanti - di soft law -, vi è l'aspettativa che i Paesi che hanno partecipato alla loro elaborazione ne curino l'attuazione. Per maggiori dettagli, si rinvia al sito OCSE.

 

Per quanto concerne la fiscalità diretta, si segnalano i seguenti dossier:

1)     la proposta di direttiva del Consiglio relativa a una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (CCTB, COM(2011) 121).

La proposta intende rimuovere ostacoli fiscali che impediscono lo sviluppo del mercato comune, quali l'esistenza di 28 regimi fiscali diversi a cui devono adeguarsi le società che operano nel mercato unico. La Commissione europea, nel proprio programma di lavoro per l'anno 2016 (COM(2015) 610, Allegato IV), ha preannunciato il ritiro della proposta, che ipotizza l'introduzione di una CCTB facoltativa. Ha dichiarato l'intento di lavorare invece nella direzione di una CCTB obbligatoria, almeno per le multinazionali;

2)     la direttiva interessi e canoni" (direttiva 2003/49/CE del Consiglio del 3 giugno 2003 concernente il regime fiscale comune applicabile ai pagamenti di interessi e di canoni fra società consociate di Stati membri diversi), ai fini del possibile inserimento di una clausola anti-abuso e dell'introduzione di una clausola sul livello di tassazione minimo effettivo, che assicuri che interessi e royalties subiscano un'adeguata forma di tassazione in almeno uno degli Stati membri;

3)     l'approvazione della direttiva 2014/107/UE[8], che amplia il ricorso allo scambio automatico di informazioni al fine di prevenire l'evasione e l'elusione fiscale. Tale testo incorpora lo standard CRS (common reporting standard), elaborato dall'OCSE. Di tale testo legislativo il Governo dettaglia la trasposizione nell'ordinamento italiano tramite:

a)     la legge 18 giugno 2015, n. 95[9], che definisce il quadro normativo necessario per il funzionamento delle iniziative di scambio automatico. Regola, ad esempio, le comunicazioni obbligatorie all'Agenzia per le entrate (art. 4), gli obblighi di adeguata verifica e acquisizione di dati sui conti finanziari ed alcuni pagamenti (art. 5), gli obblighi di comunicazione tra istituzioni finanziarie per l'applicazione del prelievo alla fonte (art. 8);

b)     un decreto ministeriale, del 28 dicembre 2015, che dà attuazione alla sopra citata legge n. 85/2015 ed alla direttiva 2014/107/UE.

 

L'entrata in vigore della direttiva ha comportato due conseguenze:

a)      la necessità di abrogare le previgenti direttive 2003/48/CE e 2014/48/CE in materia di tassazione dei redditi da risparmio. L'abrogazione formale ha avuto luogo con la direttiva 2015/2060/UE[10];

b)     la firma, da parte della Commissione europea, di accordi negoziali sullo scambio automatico di informazioni fiscali con Liechtenstein (29 ottobre), San Marino (8 dicembre) e Svizzera (27 maggio). Sono state, inoltre, poste in essere le attività propedeutiche per la firma di accordi analoghi con Andorra e Principato di Monaco.

In tema di scambio di informazioni si segnala altresì la recente proposta COM(2016) 25[11] del 28 gennaio 2016, la quale propone di istituire uno scambio, automatico ed obbligatorio, di informazioni in materia di rendicontazione paese per paese.

 

Per quanto concerne la fiscalità indiretta, la relazione riporta:

1)     le discussioni avviate sul trattamento fiscale dell'economia digitale al fine di modernizzare il sistema IVA per l'e-commerce transfrontaliero. Una delle opzioni allo studio al livello OCSE, all'interno del piano di azione BEPS, è rappresentata dall'applicazione di una ritenuta alla fonte ai pagamenti effettuati da soggetti residenti in un Paese all'atto dell'acquisto di prodotti o servizi digitali presso un e-commerce provider estero;

2)     la conclusione, all'interno dell'EU VAT Forum,  di una prima fase di sperimentazione di un ruling IVA transnazionale, al quale l'Italia sta valutando l'adesione.

L'istituto del "tax ruling" consiste nella facoltà riconosciuta al contribuente di richiedere all’amministrazione finanziaria una valutazione sulla disciplina tributaria applicabile, concretamente, ad un fatto, atto o negozio che lo riguarda, al fine di conoscerne a priori il giudizio ed evitare, a posteriori, le conseguenze sfavorevoli derivanti da un comportamento rischioso.

Dettagli sul progetto pilota, avviato nel giugno 2013 fino al 2018, sono disponibili sul sito della Commissione europea;

3)     l'aggiornamento sullo stato di alcuni dossier europei, tra i quali si segnalano: il prosieguo dei lavori sulla proposta di direttiva sul trattamento dei voucher (COM(2012) 206); il ritiro della proposta di direttiva sulla dichiarazione IVA standard (COM(2013) 721); l'inizio di una riflessione sulla possibilità di tassare le sigarette elettroniche ed i prodotti similari;

4)     l'inizio di una convergenza delle posizioni degli Stati cooperanti sulla proposta di cooperazione rafforzata sull'imposta su tutte le transazioni finanziarie (COM(2013) 71).

Si ricorda che una precedente proposta rivolta a tutti gli Stati membri dell'Unione (COM(2011) 594)[12] non aveva avuto seguito in Consiglio. L'attuale proposta prevede che l'imposta sulle transazioni finanziarie sia introdotta nella forma di cooperazione rafforzata tra un numero limitato di Stati (Belgio, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia) a condizione che almeno una delle parti coinvolte nella transazione sia stabilita sul territorio di uno Stato membro partecipante e che alla transazione prenda parte un ente finanziario stabilito sul territorio di uno Stato membro partecipante.

La relazione consuntiva riferisce tra l'altro dell'individuazione di un orientamento di massima sul principio della territorialità per la tassazione delle azioni. Con riferimento ai prodotti derivati si registra un accordo sul fatto che l'imposta debba avere un'ampia base imponibile con aliquote basse, in modo da rendere minimo l'effetto delocalizzante;

5)       l'inserimento dell'Italia nella rete di cooperazione permanente imperniata sugli uffici centrali di collegamento (CLO - Central Liaison Office) istituiti nei paesi UE e nel network "Eurofisc".

 

In tema di contrasto all'evasione fiscale internazionale:

1)     si preannuncia, sulla base dei lavori OCSE in materia di BEPS, l'imminente elaborazione  di una bozza di "direttiva anti BEPS".

Il 28 gennaio 2016 la Commissione europea ha presentato la proposta di direttiva del Consiglio recante norme contro le pratiche di elusione fiscale che incidono direttamente sul funzionamento del mercato interno (COM(2016) 26). Si propone di intervenire sulle pratiche che incidono direttamente sul funzionamento del mercato interno in sei settori specifici: deducibilità degli interessi, imposizione in uscita, clausola di switch-over, norma generale antiabuso, norme sulle società controllate estere (CFC) e disallineamenti da ibridi;

2)     si dà conto dell'approvazione della già citata direttiva 2014/107/UE.

In particolare il Governo riferisce di avere, nel corso delle negoziazioni, prestato particolare attenzione alle indicazioni contenute nella risoluzione Doc XVIII, n. 95 del 2 luglio 2015, della 6a Commissione permanente del Senato.

 

In tema di contrasto all'evasione fiscale internazionale, si segnala anche la recente Comunicazione della Commissione europea su una strategia esterna per un'imposizione effettiva (COM(2016) 24 del 28 gennaio 2016). In questo testo si afferma la necessità di:

1)       riesaminare i criteri di buona governance dell'UE in modo che siano chiari, coerenti e riconosciuti a livello internazionale. Il riferimento è ad un'aumentata trasparenza fiscale e ad una concorrenza fiscale più leale;

2)      migliorare la cooperazione in materia di buona governance fiscale mediante accordi con i Paesi terzi;

3)      aiutare i Paesi in via di sviluppo a rispettare le norme di buona governance fiscale;

4)      sviluppare un processo dell'UE per valutare ed elencare i Paesi terzi, dotandosi di strumenti più forti per rispondere ai paesi che rifiutano di rispettare le norme della buona governance;

5)      rafforzare il legame tra i fondi dell'UE e la buona governance fiscale, vietando che fondi UE siano investiti o canalizzati verso Paesi terzi che non rispettino principi di "concorrenza fiscale leale con l'UE".

 

Per quanto concerne le politiche relative all’Unione doganale, la relazione anzitutto fa il punto sui principali atti normativi emanati, o da emanare, in materia doganale.

Assistenza tra Stati membri

In primo luogo, si segnala la revisione del Regolamento (CE) n 515/97, relativo alla mutua assistenza tra le autorità amministrative degli Stati membri e alla collaborazione tra queste e la Commissione per la corretta applicazione delle normative doganale e agricola, ad opera del Regolamento 2015/1525 del 9 settembre 2015

La revisione, riferisce il Governo, ha il duplice obiettivo di rafforzare l’attività di contrasto alle frodi doganali e di supportare una moderna gestione informatica degli adempimenti, grazie all’utilizzo di strumenti telematici gestiti a livello centralizzato, ma accessibili anche alle autorità competenti degli Stati membri.

Infrazioni doganali

In relazione alla proposta di Direttiva sul quadro giuridico dell’Unione relativo alle infrazioni e alle sanzioni doganali - COM(2013)884, dopo una prima parte dell’anno 2015 in cui è stato seguito il programma di lavoro adottato durante il semestre di Presidenza, la seconda parte dell’anno ha visto rallentamenti nei lavori a causa della lettera, predisposta dal Regno Unito e cofirmata da molti altri Stati membri, in cui alcuni ministri delle Finanze non hanno riconosciuto l’esigenza di uniformare le sanzioni doganali nell’Unione europea e chiedono alla Commissione il ritiro della proposta. La relazione segnala che l’Italia ha promosso, insieme ad altri Stati membri, un’iniziativa a favore della prosecuzione dei lavori; si reputa infatti che un certo grado di armonizzazione in materia permetterebbe un trattamento più uniforme degli operatori economici all’interno dell’Unione Europea, in special modo in vista dell’adozione del Codice Doganale dell’Unione. La Commissione ha confermato di non accogliere la proposta di ritiro della Direttiva in esame.

L'esame da parte della plenaria del Parlamento europeo è previsto per la seduta del 13 settembre 2016.

Tutela del marchio

Per quanto riguarda invece il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri per la riforma del sistema europeo sui marchi d'impresa, la relazione segnala la rilevanza per le Amministrazioni doganali delle norme sulla tutela delle merci in transito ai fini della lotta alla contraffazione. Si rileva come il Governo abbia partecipato attivamente al negoziato in ambito europeo.

Il pacchetto legislativo UE per la riforma del marchio comprende anzitutto il Regolamento n. 2015/2424 del Parlamento europeo e del Consiglio; esso, entrato in vigore il 23 marzo 2016, consente agli utenti di registrare un marchio europeo con procedure più accessibili, grazie ad una riduzione dei costi e della complessità, a un incremento della rapidità e della certezza del diritto e ad una migliore tutela contro la contraffazione. Il regolamento rivede anche le imposte da pagare all’Ufficio, compresa una riduzione complessiva dell’ammontare delle stesse, in particolare, nel caso delle tasse di rinnovo dei marchi. A partire dal 23 marzo 2016 l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI) ha assunto la nuova denominazione di Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO); il marchio comunitario è chiamato marchio dell'Unione europea.

Il pacchetto si completa con la Direttiva (UE) 2015/2436 del Parlamento europeo e del Consiglio sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa; essa intende ravvicinare non solo le disposizioni di diritto sostanziale, ma anche le norme procedurali riguardanti la registrazione del marchio in UE; si intende inoltre garantire che i marchi d'impresa registrati abbiano la stessa protezione negli ordinamenti giuridici di tutti gli Stati membri.

Atti di delega, di esecuzione e transitori del Codice doganale dell’Unione Europea – UCC (Reg. UE 952/2013)

Premessa: il nuovo codice doganale

Il regolamento (UE) n. 952/2013 ha istituito il nuovo Codice doganale dell'Unione, abrogando il precedente Codice doganale comunitario disciplinato dal regolamento (CE) n. 450/2008. Esso allinea la disciplina doganale europea al quadro giuridico introdotto con il Trattato di Lisbona, con l'obiettivo di rafforzare l'armonizzazione delle procedure e dei controlli doganali, anche mediante la riduzione delle deroghe nazionali e l'informatizzazione dei processi a livello UE.

Per quanto concerne l'applicabilità delle nuove disposizioni, il nuovo Codice doganale prevede una duplice scadenza: un gruppo limitato di norme (elencate dal primo comma dell'articolo 288) si applica immediatamente, ossia già dalla data di entrata in vigore (30 ottobre 2013); tutte le altre disposizioni diverranno applicabili a partire dal 1° maggio 2016, una volta adottati ed entrati in vigore gli atti della Commissione relativi al Codice (atto delegato - AD e atto di esecuzione - AE).

Rispetto alla disciplina precedente, il nuovo codice doganale reca anzitutto un numero minore di disposizioni operative, concernente solo il fulcro della disciplina doganale, rinviando alla legislazione di attuazione (atti delegati e atti esecutivi) la regolamentazione di dettaglio. Tra le principali novità del codice doganale si segnalano:

·         rappresentanza di dogana: viene confermata la distinzione tra quella diretta (il rappresentante doganale agisce in nome e per conto di un'altra persona), e quella indiretta (il rappresentante doganale agisce in nome proprio ma per conto di un'altra persona), stabilendo che il rappresentante, salvi casi particolari, debba essere stabilito nel territorio doganale dell'UE;

·         concorrenza tra i rappresentanti doganali: è espressamente previsto che il rappresentante doganale che soddisfi i criteri specifici previsti dal regolamento possa prestare i propri servizi anche in uno Stato membro diverso da quello in cui è stabilito;

·         semplificazione: il regolamento dispone che le autorità doganali non possano imporre al rappresentante di presentare, per ciascuna operazione,  prove del potere di rappresentanza (ovvero del potere di agire in nome e per conto di altra persona), qualora egli sia in grado - a richiesta - di fornire la prova dei propri poteri. Si tratta di una significativa innovazione, soprattutto per gli spedizionieri doganali, che svolgono in maniera continuativa attività di rappresentanza in dogana. Sempre in tema di semplificazione, si dispone che le imprese possano sdoganare le merci con una procedura centralizzata, anche se le stesse sono entrate nello Stato attraverso canali diversi. In altre parole, le autorità doganali possono autorizzare una persona a presentare, presso l'ufficio doganale competente del luogo in cui è stabilita, una dichiarazione doganale per le merci presentate in dogana presso un altro ufficio. A seguito di tale innovazione potrà pertanto accadere che le merci siano presentante presso un ufficio doganale, che dovrà effettuare i consueti controlli fisici, mentre la dichiarazione doganale, dalla quale nascerà l'obbligo del pagamento dei diritti, potrà essere presentata presso un altro ufficio. L'ufficio doganale presso il quale è presentata la dichiarazione: verifica che le merci siano vincolate al regime doganale in questione; effettua i controlli per la verifica della dichiarazione in dogana; se del caso, chiede che l'ufficio doganale presso il quale sono presentate le merci effettui i controlli doganali per la verifica della dichiarazione in dogana; espleta le formalità doganali per la riscossione dell'importo del dazio all'importazione o all'esportazione corrispondente a un'eventuale obbligazione doganale;

·         scambio di informazioni: le autorità doganali e gli operatori economici possono scambiarsi informazioni, anche non specificamente richieste ai sensi della normativa doganale, ai fini della cooperazione reciproca per identificare e contrastare i rischi di frode;

·         sanzioni: il codice doganale fa propri i principi giurisprudenziali della Corte di giustizia in materia di proporzionalità, effettività e dissuasione, pur senza armonizzare completamente le norme sanzionatorie. In particolare, il regolamento stabilisce che le sanzioni amministrative possono consistere in un onere pecuniario imposto dalle autorità doganali, se del caso anche applicato in sostituzione di una sanzione penale, o nella revoca, sospensione o modifica di qualsiasi autorizzazione posseduta dall'interessato. A tale riguardo, si segnala che l'articolo 303 del DPR n.43/73 (Testo unico delle leggi doganali) appare non in linea con i principi sanciti dalla Corte di giustizia, dal momento che prevede, in caso di accertamento di maggiori diritti doganali per un importo superiore a 4.000 euro, una sanzione da 30.000 euro a dieci volte l'importo dei diritti evasi.

Al Codice del 2013 sono stati successivamente affiancati i regolamenti (UE) n. 2446/15, 2447/16 e 341/2016, che recano alcune norme applicative del Codice le quali hanno anche carattere sostanziale.

La relazione

La relazione dà atto della partecipazione del Governo alle riunioni del Comitato Codice doganale (CCD) in seno al quale è stato discusso l’Atto delegato necessario alla completa attuazione del Codice. Si segnala in particolare che, rispetto all’adozione dell’Atto Delegato, avvenuta in data 21 ottobre 2015, il Governo italiano ha espresso voto favorevole, con riserva limitatamente alla mancanza delle norme procedurali concernenti le deroghe all’obbligo di presentazione delle merci in dogana, previste dall’art. 181, paragrafo 1, lettera b) del Codice doganale.

Il richiamato articolo 181 chiarisce infatti che negli atti di esecuzione del Codice doganale la Commissione specifica norme procedurali concernenti, tra l’altro, la deroga all'obbligo di presentazione delle merci (di cui all'articolo 182, paragrafo 3) nell'ambito dello sdoganamento centralizzato. Il nuovo Codice doganale consente infatti alle autorità doganali, su richiesta, di esonerare dall'obbligo di presentazione delle merci, che si considerano svincolate al momento dell'iscrizione nelle scritture del dichiarante, a specifiche condizioni.

 

Il Governo rileva che la Commissione ha considerato l’atto adottato nella formula del “no opinion”: è mancato il requisito del 65 per cento della popolazione a favore, ma non si è registrata neanche una maggioranza qualificata contro l’adozione. La Commissione è fermamente intenzionata a rispettare la tempistica di completa applicazione del Codice, nonostante l’opposizione di numerosi Stati Membri.

 

Le questioni informatiche sono state stralciate dal testo per essere inserite nell’Atto di delega sulle disposizioni transitorie (TDA): al riguardo si ricorda che il Regolamento Delegato 341/2016/UE reca misure transitorie, relative ai mezzi per lo scambio e l'archiviazione di dati di cui all'articolo 278 del Codice.

Il nuovo Codice intende infatti garantire la totale informatizzazione sia dei processi di sdoganamento, sia dello scambio di dati e delle decisioni rilasciate da tutte le autorità doganali comunitarie: tuttavia il menzionato articolo 278 consente di utilizzare mezzi di scambio e di archiviazione delle informazioni diversi dai procedimenti informatici su base transitoria, al più tardi fino al 31 dicembre 2020, se i sistemi elettronici necessari per l'applicazione delle disposizioni del codice non sono ancora operativi.

Riforma della governance dell’Unione Doganale

Il Governo riferisce che la Commissione ha recepito le osservazioni degli Stati Membri sulla proposta di riforma, tra le quali quelle del Governo italiano relative al Codice e alla riforma della governance dei due Gruppi doganali al Consiglio (il Gruppo Unione Doganale ed il Gruppo di Cooperazione Doganale) a seguito di specifico mandato contenuto nelle Conclusioni del Consiglio sulla riforma della governance dell’Unione doganale, adottate a maggio del 2014. Tale esercizio, limitato alle attività del Consiglio, si affianca al più ampio lavoro che la Commissione sta portando avanti, sempre in risposta alle menzionate Conclusioni del Consiglio, e che porterà alla presentazione di una Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo ed al Consiglio contenente le cosiddette blueprints di riforma della governance dell’unione doganale. Nel corso del 2015 è continuata la discussione sui nuovi modelli di governance tra le opzioni individuate durante la presidenza italiana.

In particolare, la discussione si è focalizzata su un progetto pilota, teso ad individuare il forum istituzionale ideale - tra quelli esistenti - per definire gli orientamenti strategici nel settore doganale, nonché predisporre un documento che rappresenti il Quadro Strategico di Politica Doganale (Customs Strategic Policy Framework – CSPF). Relativamente al forum, è stata condivisa l’idea dell’Italia dell’utilità di un innalzamento del livello politico di discussione delle tematiche doganali. Gli attuali due Trii di presidenza (Italia, Lettonia e Lussemburgo con Paesi Bassi, Repubblica slovacca e Malta) hanno quindi discusso, anche in sessioni informali, l’intero progetto pilota, incluso il CSPF.

È, inoltre, continuata l’attività di collaborazione e impulso alla prevenzione, all’accertamento e alla repressione delle violazioni doganali-comunitarie e nazionali, attraverso gli strumenti previsti dalla Convenzione c.d. “Napoli II”.

Adottata a Bruxelles il 18 dicembre 1997, la Convenzione riguarda la mutua assistenza e la cooperazione fra amministrazioni doganali con lo scopo di rafforzare la cooperazione nella lotta contro le violazioni dei regolamenti doganali nazionali e comunitari. La Convenzione ha sostituito il precedente accordo di Napoli siglato nel 1967. La Convenzione ha istituito un ufficio centrale, designato all’interno dell’amministrazione doganale di ciascuno Stato membro, col compito di coordinare le domande di assistenza provenienti da tutto il territorio comunitario.

Al riguardo il Governo, nelle more dell’emanazione del provvedimento ministeriale attuativo dell’Ufficio centrale di coordinamento, accoglie e inoltra direttamente le richieste da e per gli Organi collaterali esteri.

 


 

Capitolo 4
(Politiche per l’impresa)

 

In tema di servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali, la relazione indica i principali temi di dibattito nel corso del 2015. Tra questi si segnala la possibile revisione della direttiva 2010/13/UE, sui servizi di media audiovisivi, anche alla luce della recente sentenza della Corte di giustizia C-347/14.

 

La controversia portata all'attenzione della Corte era relativa ad un quotidiano on-line, sul cui sito Internet erano pubblicati video con servizi editoriali di diversa durata. Interpretando l’articolo 1, paragrafo 1, lettera a), i), e lettera b), della direttiva, la Corte ha stabilito che il concetto di "programma" comprende anche la messa a disposizione, in un sottodominio del sito Internet di un quotidiano, di filmati di breve durata consistenti in brevi sequenze estratte da notizie locali, sportive o di intrattenimento. Ha inoltre stabilito che - nell'individuazione dell'obiettivo principale di un servizio di messa a disposizione di filmati offerto nell’ambito della versione elettronica di un quotidiano, rilevante ai fini della definizione di "servizio di media audiovisivo" - "occorre esaminare se detto servizio abbia in quanto tale un contenuto ed una funzione autonomi rispetto a quelli dell’attività giornalistica del gestore del sito Internet in questione, e non costituisca solamente un complemento inscindibile da tale attività, in particolare per i legami che l’offerta audiovisiva presenta con l’offerta testuale."

 

La revisione potrebbe tradursi nell'estensione del campo di applicazione materiale della direttiva ai servizi Internet, l'estensione del campo di applicazione geografico ai fornitori di contenuti di paesi terzi destinati a pubblico europeo, la revisione delle regole per le comunicazioni commerciali.

 

Con riferimento ai servizi postali, si segnalano tra gli altri i dibattiti sulla raccolta di dati statistici per il mercato dei pacchi postali UE e lo sviluppo dell'e-commerce.

 

L'azione a favore della politica industriale si è svolta all'interno del Gruppo di alto livello competitività e crescita del Consiglio.

 

Istituito su iniziativa della Presidenza italiana, il gruppo di alto livello svolge compiti non legislativi nel settore della competitività, occupandosi di: monitorare lo stato di integrazione del mercato unico; fornire orientamenti sulle azioni UE in materia di competitività e crescita; promuovere lo scambio di informazioni e le migliori pratiche; assistere il Consiglio "Competitività" nel monitoraggio e nell'integrazione della competitività, specie quella industriale, in tutte le pertinenti iniziative politiche al livello dell'UE (cd. "mainstreaming"). Il Gruppo si riunisce a livello di alti rappresentanti degli Stati membri, con la partecipazione di un rappresentante di alto livello della Commissione.

 

Proprio la realizzazione del "mainstreaming" è stata perseguita nelle riunioni del trio di Presidenza alle quali ha partecipato l'Italia nel corso del 2015. In particolare, l'Italia si è fatta promotrice di un dibattito a livello consiliare sul settore siderurgico europeo all'interno della discussione sulle problematiche delle industrie energivore.

 

La relazione riassume quindi le principali misure di carattere industriale adottate al livello nazionale nel 2015, anche a seguito degli indirizzi forniti dalla X Commissione permanente della Camera dei deputati[13]. Tra queste si ricordano, in estrema sintesi:

1)     il finanziamento di un credito agevolato alle PMI per acquisto di beni tecnologici per il periodo 2014-2016;

2)     l'istituzione di un regime di agevolazione fiscale sui redditi derivanti dalle opere di ingegno assieme ad un credito di imposta del 25 per cento su investimenti incrementali in ricerca e sviluppo nel quinquiennio 2015-2019;

3)     la pubblicazione di un bando del Fondo per la crescita sostenibile, finanziato con 300 milioni di euro per investimenti innovativi, che sostiene progetti di ricerca e sviluppo di piccola e media dimensione.

 

In tema di indicazione di origine dei prodotti, il Governo riferisce:

a)     delle complesse negoziazioni sulla proposta di regolamento per la sicurezza dei prodotti di consumo (COM(2013) 78) ed in particolare sull'art. 7 della proposta, sull'indicazione di origine obbligatoria per i prodotti non agricoli. Al fine di superare la situazione di stallo profilatasi in Consiglio, il Governo ha sostenuto l'ipotesi di compromesso proposta dalla Presidenza lettone in base alla quale l'obbligo di indicazione di origine avrebbe potuto essere limitato ad alcuni settori particolarmente sensibili (calzature e ceramica). Gli sforzi italiani sono tesi ad evitare lo stralcio dell'art. 7;

b)     dell'attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011 sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Al livello europeo hanno avuto luogo discussioni per la definizione delle linee guida per l'attuazione; al livello nazionale è stata predisposta la normativa nazionale di trasposizione.

 

Tra le attività svolte a beneficio delle micro, piccole e medie imprese, si cita tra l'altro l'entrata in vigore del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito con la legge 24 marzo 2015, n.33. L'art. 4 ha istituito la categoria delle "PMI innovative", ammettendole alle agevolazioni già previste per le start-up innovative. Questa norma è stata citata dalla Commissione europea come "buona prassi" all'interno del rapporto 2015 Small Business Act - Italia.

 

Per quel che concerne la metrologia legale e gli strumenti di misura, l'anno 2015 è stato caratterizzato dai lavori per il recepimento delle direttive 2014/31/UE (strumenti per pesare a funzionamento non automatico) e 2014/32/UE (strumenti di misura). Il termine per il recepimento è il 19 aprile 2016.

Si segnala che il 19 febbraio 2016 sono stati presentati gli schemi di decreto legislativo per il recepimento delle due direttive:

1)      atto del Governo n. 272 per la direttiva 2014/31/UE. La 10a Commissione permanente del Senato ha reso in merito parere non ostativo con osservazione il 22 marzo 2016;  la X Commissione permanente della Camera dei deputati ha reso parere favorevole il 30 marzo 2016;

2)      atto del Governo n. 273 per la direttiva 2014/32/UE. La 10a Commissione permanente del Senato ha reso in merito parere non ostativo con osservazioni il 22 marzo 2016; la X Commissione permanente della Camera dei deputati ha reso parere favorevole con osservazioni il 30 marzo 2016.

 

In tema di servizi assicurativi il Governo dà conto dell'iter di approvazione, ormai nella fase finale, sulla proposta di direttiva sull'intermediazione assicurativa (COM(2012) 360).

Riferisce quindi del completamento dell'iter di recepimento della direttiva 2009/138/UE con il decreto legislativo 12 maggio 2015, n. 174.

La direttiva 2009/138/UE (cd. Solvibilità II) introduce un nuovo regime di vigilanza prudenziale al fine di tutelare gli utenti del servizio assicurativo.

 

Infine la relazione accenna ad alcune proposte di regolamento di natura tecnica il cui iter di approvazione si è concluso nel corso dell'anno 2015. Si tratta, in particolare degli atti relativi a:

1)     apparecchi a gas (COM(2014) 258);

2)     impianti a fune (COM(2014) 187);

3)     dispositivi di protezione individuale (COM(2014) 186).


 

Capitolo 5
(Ricerca, sviluppo tecnologico e spazio)

 

La relazione dà conto del considerevole contributo fornito alle attività di ricerca e sviluppo tecnologico promosse in ambito europeo e delle iniziative attivate dal Governo per  accrescere l'impatto di tali attività sul miglioramento della vita dei cittadini. 

 

In particolare,  nel corso del 2015 è stata garantita la partecipazione italiana all'ottavo Programma "Horizon 2020" ed è stata assicurata la gestione della Rete nazionale dei punti di contato (CNP) operante come sportello di assistenza rivolto alle istituzioni di ricerca, alle università e alle PMI. Sempre nell'ambito di "Horizon 2020" è stato ottenuto il  finanziamento di diversi progetti a partecipazione italiana e sono stati lanciati tre nuovi bandi per progetti di ricerca sul cancro, agricoltura, e valorizzazione delle aree urbane finanziati mediante lo strumento ERANET Co-fund che garantisce il sostegno a progetti di ricerca con fondi sia nazionali che comunitari. L'Italia ha inoltre partecipato a tutte le iniziative nell'ambito dello Strumento di programmazione congiunta (Joint Programming Initiatives-JPI) per la cooperazione transfrontaliera nel settore della ricerca, contribuendo al finanziamento di attività di ricerca e sviluppo in materia di ambiente marino e alimentazione. Tra le iniziative riguardanti l'ambiente marino, la relazione  segnala la strategia condivisa per la crescita sostenibile nei paesi europei del Mediterraneo e la firma, nell'ambito dell'iniziativa EXPO AQUE-Venezia 2015, di una dichiarazione di intenti dei Ministri europei della ricerca volta all'implementazione della strategia per la "Crescita Blu" del Mediterraneo.

 

Nell'ambito delle Iniziative tecnologiche congiunte (Joint tecnology Initiatives - JTI), volte a rafforzare gli orientamenti strategici comuni in settori cruciali per la crescita e la competitività, il Governo ha partecipato ad attività di ricerca nei settori dei trasporti, dell'energia, della salute e dello sviluppo tecnologico. Il Governo ha poi assicurato la partecipazione al Programma di cooperazione internazionale scientifica e tecnologica (COST), mirante a ridurre la frammentazione della ricerca nell'ambito dello Spazio europeo di ricerca (ERA). Il programma è finanziato attraverso un fondo per il quale nel periodo 2014-2020 sono stati stanziati 1.000.000 di euro, ai quali l'Italia contribuisce con 108.400,00 euro. E' stata inoltre assicurata la partecipazione alle attività del Comitato per lo Spazio europeo della Ricerca (ERAC), ed è stato intrapreso un percorso di consultazione degli stakeholder del sistema nazionale di ricerca volto alla definizione di una strategia nazionale per la realizzazione dell'ERA.

 

Il Governo ha poi svolto un ruolo attivo nell'ambito del Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI), volto a definire una tabella di marcia per l'individuazione e la realizzazione di grandi  infrastrutture di ricerca di interesse paneuropeo. Tra esse priorità è stata data ad ELIXIR, la rete bioinformatica per le scienze della vita, di cui l'Italia è divenuta membro.

 

Il Governo ha poi definito la Strategia nazionale per la ricerca  e l'innovazione (SNR&I), che, in linea con gli indirizzi formulati dall'Ue, funge da filo conduttore per la scelta delle priorità da realizzare da parte dell'Amministrazione centrale e delle regioni, evitando la frammentazione delle azioni. La Strategia definisce interventi puntuali in materia di sviluppo sostenibile, incremento della produttività e della competitività del sistema produttivo, la ricerca e l'innovazione industriale delle imprese, da realizzare mediante strumenti finanziari con una elevata componente innovativa.

 

Nel 2015 è stato poi approvato il Programma Operativo Nazionale "Ricerca e innovazione 2014-2020" rivolto all'intero territorio meridionale, finanziato con i fondi strutturali con una dotazione di circa 1.300 milioni di euro.

 

In materia di finanziamenti il Governo ha avviato la messa a punto di strumenti finanziari in grado di fare leva su risorse pubbliche e private per la realizzazione di grandi progetti di innovazione industriale relativi a cinque driver di crescita: industria integralmente ecologica; salute, benessere e sicurezza delle persone; agenda digitale italiana e smart communities; creatività e patrimonio culturale, aeorospazio.

 

Per quanto riguarda le iniziative di settore, il Governo si è impegnato nell'implementazione del Regolamento Reach[14] relativo alla registrazione delle sostanze chimiche coordinando gli strumenti di assistenza alle imprese, tra cui l'helpdesk nazionale e la rete di sportelli territoriali facenti capo alla Rete europea Enterprise Europe network.

 

La relazione illustra inoltre le attività del Governo nel settore della ricerca spaziale, dando conto della partecipazione ai processi decisionali europei e dell'attivazione, presso la Presidenza del Consiglio, di una Cabina di regia Spazio per la definizione della politica nazionale nel settore spaziale sulla base del "Piano Strategico Space Economy", che presenta lo stato dell'arte e le prospettive dei programmi spaziali europei.

 

Il Governo ha continuato ad impegnarsi nell'ambito delle relazioni di collaborazione tra l'UE e l'Agenzia spaziale europea (ESA), con riferimento alla modifica dell'accordo esistente sulla base dell'esperienza acquisita dall'Ue nei programmi di navigazione satellitare "Galileo" e "Copernicus", ai quali il Governo continua a partecipare. Nel dicembre 2015 nell'ambito del programma Copernicus è stato firmato a Roma un contratto per realizzazione di nuove sentinelle (Sentinel 1C e 1D), interamente finanziate dall'UE, alla cui realizzazione partecipa anche l'industria italiana. Inoltre, l'Italia partecipa al quadro di sostegno alla Sorveglianza dello Spazio e al Tracciamento (SST), istituito nel 2014[15], facendo parte, da giugno 2015 del Consorzio di Stati volto al coordinamento delle attività operative tra cui il rilevamento e l'elaborazione dati. Il Quadro di sostegno mira a valutare e ridurre i rischi di collisioni per le operazioni in orbita o per il lancio di veicoli spaziali e a impedire la proliferazione di detriti spaziali.

 

Infine, la relazione dà conto delle iniziative nel campo dello sviluppo di tecnologie innovative e abilitanti promosse dall'Italia. In particolare, sono state analizzate le possibili applicazioni delle nanotecnologie ai sistemi di trasporto spaziale, per valutare la creazione di infrastrutture preliminari per la costruzione di un network integrato per la telemedicina. L'Italia ha inoltre promosso un'attività di ricerca sull'Osservazione della terra, volta ad analizzare i fenomeni naturali e i processi che li governano, consolidando così una presenza di primo piano a livello mondiale. Attraverso l'ASI (Agenzia Spaziale Italiana), infatti, l'Italia è divenuta leader mondiale nell'osservazione della terra con satelliti radar, grazie alla realizzazione della costellazione COSMO-SkyMed, fortemente incoraggiata e finanziata a livello nazionale dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sia attraverso il Fondo ordinario per il funzionamento degli enti pubblici di ricerca (FOE) sia con un capitolo specifico ad hoc destinato al finanziamento dei programmi spaziali strategici nazionali in corso di svolgimento.

 


 

Capitolo 6
(Agenda digitale europea e l’Italia)

 

Il documento riporta le principali iniziative del Governo relative all’attuazione dell’Agenda digitale europea. Si dà in particolare conto dell’approvazione della Strategia per la banda ultra larga e della Strategia per la crescita digitale (3 marzo 2015). Nel quadro delineato da tali documenti programmatici l’Italia ha posto in essere i seguenti interventi:

-         attuazione di quanto previsto dalla direttiva 2010/45/UE in tema di fatturazione elettronica. Si segnala che si è proceduto alla ricezione di più di 20 milioni di fatture, con un margine di errore inferiore al 10 per cento (dati al mese di novembre 2015);

-         rilascio nel mese di giugno, da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale, della nuova versione del sito dati.gov.it, il portale degli open data della pubblica amministrazione italiana;

-         emanazione, il 28 luglio 2015, da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale dei regolamenti SPID, con cui il Sistema Pubblico di Identità Digitale di cittadini e imprese (SPID) è entrato nella sua fase attuativa;

-         emanazione, nel mese di ottobre 2015, delle nuove specifiche attuative delle linee guida per i pagamenti elettronici. È inoltre proseguito il percorso di adesione da parte delle amministrazioni pubbliche al sistema “PagoPA”;

-         pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM n. 178 del 29 settembre 2015 recante “Regolamento in materia di Fascicolo Sanitario Elettronico”(e-Health);

-         presentazione, il 21 novembre 2015, delle Linee Guida di design per i siti web della pubblica amministrazione, con indicazioni e strumenti per la creazione di siti web che possano supportare il percorso di digitalizzazione della PA;

-         pubblicazione, nel mese di dicembre 2015, della versione 1.0 di GeoDCAT-AP (Geo Data Catalogue vocabularyApplication), l'estensione del profilo europeo DCAT-AP per la descrizione di set di dati geospaziali e dei relativi servizi.

 


 

Capitolo 7
(Riforma delle pubbliche amministrazioni, mobilità dei dipendenti pubblici, semplificazione)

 

Il Governo riferisce la propria partecipazione alle principali iniziative europee nel campo della modernizzazione del settore pubblico nel corso del 2015, sottolineando:

-         il contributo dell’Italia al processo di rilancio della rete EUPAN (European Public Administration Network/ Rete europea della pubblica amministrazione), con particolare riferimento al semestre italiano di Presidenza EUPAN. L’anno 2015 si è chiuso con l’approvazione di nuove linee guida per il funzionamento della rete;

-         il sostegno dell’Italia all’Istituto europeo di pubblica amministrazione (EIPA – European Institute of Public Administration), che eroga formazione per le amministrazioni degli Stati membri e organizza un premio biennale per le amministrazioni;

-         la partecipazione, tramite il Dipartimento della funzione pubblica, all’EUPAE – European Public Administration Employers, l’organizzazione europea dei datori di lavori delle pubbliche amministrazioni. Nel corso del 2015 è stato approvato un Accordo vincolante sui diritti di informazione e consultazione dei dipendenti delle amministrazioni dei governi centrali.

 

Il Governo si è inoltre impegnato nel sostegno alla mobilità internazionale ed europea dei funzionari pubblici italiani, assicurando, in particolare, il rilascio delle autorizzazioni al collocamento fuori ruolo dei dipendenti pubblici ai sensi della L. 1114/62 (al 31 dicembre 2015 risultavano collocati fuori ruolo in base a tale disciplina 360 unità circa, buona parte delle quali presso istituzioni europee). Inoltre, in seguito all’entrata in vigore del D.P.C.M. 184/2014 (relativo ai distacchi di personale della pubblica amministrazione presso l'Unione Europea, le organizzazioni internazionali o Stati esteri) sono state definite le strategie di migliore distribuzione dei funzionari pubblici italiani presso le Istituzioni UE. Lo stesso D.P.C.M. ha favorito l’utilizzo delle professionalità acquisite dai distaccati italiani al momento del rientro, avviando contestualmente una banca dati alla quale le Amministrazioni accederanno per acquisire informazioni e avvalersi del personale.

 

In relazione alle politiche europee di semplificazione normativa ed amministrativa, il Governo sostiene le iniziative del cd. “pacchetto better regulation”, presentato dalla Commissione europea a maggio 2015, che contiene misure volte ad aumentare la trasparenza del processo decisionale comunitario, migliorare la qualità della nuova legislazione e promuovere una revisione regolare e costante della legislazione esistente, affinché le politiche europee raggiungano gli obiettivi prefissati nel modo più efficiente ed efficace. Il ruolo svolto dagli Stati membri, tra cui l’Italia, è risultato strategico nel contesto dell’Accordo siglato a dicembre 2015 tra Consiglio, Parlamento e Commissione “Legiferare meglio”, teso a garantire che gli atti legislativi dell’UE siano più semplici e chiari.

 

Il Governo riferisce inoltre di aver sostenuto il potenziamento della piattaforma REFIT – Regulatory Fitness and Performance Programme/Programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione, istituita al fine di verificare che la legislazione europea risponda allo scopo per la quale è stata introdotta e produca i risultati attesi.

Il Governo ha sottoscritto, insieme a numerosi altri Stati membri, una lettera indirizzata al Vice Presidente della Commissione europea, in cui viene evidenziata la necessità di stabilire una serie di obiettivi di riduzione degli oneri regolatori in settori specifici. Ha inoltre proseguito la collaborazione a livello UE attraverso la partecipazione alle riunioni dei gruppi di lavoro sulla better regulation.

 

 

 


 

Capitolo 8
(Ambiente)

 

Nell'ambito delle politiche in materia di uso efficiente delle risorse e rifiuti, il Governo ha conferito particolare importanza al tema dell'economia circolare, monitorando la preparazione della nuova proposta di revisione del "Pacchetto rifiuti", a seguito del ritiro del primo pacchetto sull'economia circolare presentato nel 2014. Al fine di rappresentare le istanze italiane già in questa fase, nell'ambito del dibattito informale sulla proposta ha organizzato nel maggio 2015 un incontro con alcuni Paesi europei per avviare un confronto sui contenuti del nuovo pacchetto e per rivolgere alla Commissione europea un appello comune volto ad un coinvolgimento più trasparente degli Stati membri nel processo preparatorio. Inoltre, sia durante il semestre di presidenza italiana che dopo, il Governo si è impegnato attivamente per il riconoscimento delle potenzialità economiche delle politiche ambientali e per l'inserimento dell'economia circolare tra le priorità della Commissione europea per il 2016. Nel rappresentare ad essa le proprie priorità e nel sostenere il legame tra l'economia circolare e crescita e occupazione, il Governo ha tenuto conto anche degli indirizzi formulati del Senato[16].

 

Ha partecipato inoltre alla dodicesima Conferenza delle parti della Convenzione di Basilea (COP12) sul confronto dei movimenti trasfrontalieri dei rifiuti pericolosi, tenutasi a maggio 2015, presentando la propria posizione negoziale.

 

Per quanto concerne le politiche in materia di  aria, l'azione del Governo si è concentrata sulla partecipazione ai negoziati sulla proposta di direttiva sui medi impianti di combustione, su cui era stato adottato un approccio generale durante la presidenza italiana che è stato confermato per la quasi totalità nel testo definitivo adottato in prima lettura nel giugno 2015[17].  Il Governo, inoltre, ha contribuito attivamente al negoziato sulla proposta di revisione della direttiva NEC in materia di limiti nazionali di emissione per alcuni inquinanti[18] - su cui è stato raggiunto un orientamento generale nel dicembre 2015 - ottenendo per l'Italia obiettivi di riduzione che, seppur ambiziosi, risultano raggiungibili.

 

Il Governo, nell'ambito delle politiche per la salvaguardia del suolo, ha partecipato all'Expert Group on Soil istituito dalla Commissione europea al fine di avviare un confronto in vista della preparazione di una futura proposta legislativa.

 

Relativamente alle politiche in materia di clima, il Governo si è concentrato sulle iniziative della Commissione europea volte a dare attuazione al Quadro 2030 per il clima e l'energia adottato nell'ottobre 2014.  Tra esse la modifica del sistema europeo  di scambio quote di emissione di gas e effetto serra (ETS)[19], nell'ambito della quale il Governo ha sostenuto il rafforzamento del sistema anche mediante l'istituzione di una riserva stabilizzatrice di mercato e la sua entrata in funzione anticipata.

Nel dare conto di ciò la relazione afferma che "il Governo italiano, anche su indicazione del Parlamento (13a Commissione Senato, Doc XVIII n. 98, approvata il 14/10/2015), ha sostenuto l'entrata in funzione anticipata della riserva". Da una lettura del documento citato tale indicazione non risulterebbe espressa, lasciando presupporre una diversità di  fonte.

 

Il Governo ha partecipato attivamente alla fase negoziale iniziale relativa alla presentazione della proposta e della valutazione di impatto da parte della Commissione europea, chiedendo e ottenendo alcuni chiarimenti tecnici. Nella successiva fase negoziale terrà conto degli  indirizzi specifici formulati sia dal Senato che dalla Camera dei deputati[20].

A tale proposito la relazione cita la Risoluzione del Senato DOC XVIII, n. 92, e non fa riferimento invece alla Risoluzione DOC XVIII, n. 98 approvata dalla 13a Commissione del Senato sulla proposta.

 

Per quanto riguarda i settori non regolati dal sistema ETS il Governo ha partecipato a due consultazioni pubbliche volte alla preparazione di una proposta legislativa attesa per la prima metà del 2016. In materia di cambiamenti climatici il Governo ha sostenuto la proposta di emendamento del Protocollo di Montreal per la riduzione della produzione e del consumo di idroflorocarburi.  Il Governo ha poi partecipato alla Conferenza di Parigi sul clima, contribuendo ai negoziati internazionali per la definizione dell'Accordo adottato nel dicembre 2015. Anche in questo caso il Governo ha tenuto conto della posizione espressa dal Senato[21] sostenendo l'importanza di un impegno a livello globale e non circoscritto alla sola azione dell'Unione europea. Per quanto riguarda le politiche per lo sviluppo sostenibile e la biodiversità il Governo ha preso parte ai processi originati dalla Conferenza RIO+20 del 2012, partecipando alla riunione del Foro Politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile svolto sotto l'egida dell'ECOSOC (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite) ed ha seguito il processo negoziale intergovernativo per l'Agenda post 2015, conclusosi con l'approvazione nel settembre 2015 a New York dell'Agenda 2030 per lo sviluppo. In questo contesto ha svolto un ruolo primario nell'ambito del Consiglio UE per il consolidamento delle posizioni negoziali da rappresentare in sede internazionale. Ha inoltre partecipato alla terza Conferenza delle Nazioni Unite sul finanziamento allo sviluppo svoltasi ad Addis Abeba nel luglio 2015 sostenendo l'importanza di un'Agenda ambiziosa e confermando il proprio impegno a cooperare con i piccoli stati insulari in via di sviluppo (SDS- Small Island developing countries). 

 

 


 

Capitolo 9
(Energia)

 

La relazione illustra le attività del Governo nell'ambito della realizzazione dell'Unione dell'energia. In particolare, in seno al Consiglio Trasporti, telecomunicazioni ed energia (TTE) il Governo è stato impegnato nell'individuazione di un sistema di Governance adeguato, efficiente e trasparente, basato sulla semplificazione, sulla riduzione degli oneri amministrativi e su regole chiare, secondo gli indirizzi espressi dalla Camera dei deputati e dal Senato[22]. Il sistema di Governance è stato approvato dal Consiglio TTE nel novembre 2015[23]. In quella stessa data è stato approvato anche l'orientamento generale sulla proposta di regolamento sull'etichettatura energetica[24]. Il testo, accolto con favore dalla delegazione italiana, è in linea con le raccomandazioni fornite anche in questo caso dal Parlamento[25].

     Inoltre, in vista della revisione del Regolamento sulla sicurezza degli approvvigionamenti del gas[26], il Governo ha partecipato alla Consultazione pubblica indetta dalla Commissione europea, facendo rilevare il limite costituito dalle infrastrutture fisiche per l'importazione e il fatto che solo un numero limitato di importatori è in grado di utilizzarle, a discapito della liquidità dei mercati regionali. Il Governo ha sottolineato l'esigenza di indicare ex ante le misure di solidarietà da attuare nei casi di emergenza, sulla base di analisi dei rischi condotte a livello regionale e tenendo conto della condizione fisica delle reti di gas. Per quanto concerne le infrastrutture, il Governo ha sostenuto che l'obiettivo del 10% di  interconnessioni elettriche al 2030 non debba essere unico per tutti gli Stati membri, in ragione delle diversità geografiche e socio-economiche.

Il Governo ha inoltre partecipato al dibattito sull'attuazione della strategia di sicurezza energetica[27], nell'ambito del quale ha sostenuto lo sviluppo di un mercato globale del GNL e la necessità che l'UE orienti l'azione esterna e la politica di vicinato tenendo conto dell'esigenza di diversificazione delle forniture, concentrandosi sui rapporti con i Paesi extra UE. Infine, ha sostenuto che in materia di sicurezza energetica ogni Stato membro debba essere libero di costruire il proprio insieme di politiche.


 

Capitolo 10
(Trasporti)

 

Il Governo riferisce sulle proprie attività nel corso del 2015, nei vari settori del trasporto aereo, del trasporto stradale, del trasporto ferroviario e del trasporto marittimo, sottolineando:

per il  trasporto aereo:

la preparazione della c.d. Strategia per l’Aviazione per l’Europa, che è stata l’attività principale del 2015 e caratterizzerà l’attività negoziale delle istituzioni europee dai primi mesi del 2016, in quanto porterà all’adozione di una serie di atti tra cui la revisione del Regolamento n. 868/2004 e le linee guida per la interpretazione delle disposizioni relative a proprietà e controllo dei vettori UE . A livello interno la Strategia affronta il problema della congestione nei cieli e negli aeroporti e sottolinea l'esigenza di procedere nei negoziati Cielo Unico Europeo II-plus e bande orarie (bloccati dalla disputa fra Spagna e Regno Unito, circa la sovranità territoriale sull’area in cui sorge l’aeroporto di Gibilterra) e per il migliore utilizzo degli aeroporti regionali. Ulteriori approfondimenti saranno svolti in merito ad alcune rilevanti problematiche rimaste irrisolte in materia di diritti dei passeggeri, quali le soglie per la compensazione, il risarcimento in caso di voli in coincidenza, le circostanze straordinarie e le carenze impreviste di sicurezza.

 

per il trasporto stradale:

l’adozione di numerosi provvedimenti in settori ritenuti dall’Italia prioritari tra cui:

-         in tema di sicurezza stradale la Direttiva 2015/413/UE in materia di scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale e il Regolamento UE n. 2015/758 relativo ai requisiti di omologazione per lo sviluppo del sistema e-call di bordo basato sul servizio 112;

-         il Regolamento delegato (UE) 2015/962 in materia di mobilità intelligente, relativo alla predisposizione nel territorio della UE di servizi di informazione sul traffico in tempo reale.

Sono in corso inoltre negoziati su alcuni provvedimenti volti a ridurre l’impatto del settore sull’ambiente tra cui proposta di Regolamento sulla riduzione delle emissioni inquinanti dei veicoli ((COM) 2014/0012).

 

per il  trasporto ferroviario:

sono in corso di esame, nell’ambito del Gruppo Trasporti Terrestri del Consiglio europeo, le proposte normative della Commissione europea che costituiscono il cosiddetto “quarto pacchetto ferroviario”, un sistema integrato di norme per migliorare i servizi ferroviari UE da più punti di vista: le proposte di  direttiva dell’interoperabilità dei sistemi ferroviari, e sulla sicurezza ferroviaria ed il regolamento dell’agenzia europea per le ferrovie (ERA). Questi tre provvedimenti costituiscono il c.d. “pilastro tecnico”.

Vi sono poi i provvedimenti del c.d. Pilastro politico, relativo agli aspetti di mercato, che comprendono le proposte sulla separazione contabile, la trasparenza finanziaria del gestore, gli obblighi di servizio pubblico e la liberalizzazione del mercato ferroviario, tra cui la proposta di modifica del regolamento 1370/2007 (PSO – Pubblic Service Obligations) sull'apertura del mercato dei servizi di trasporto ferroviario nazionale e locale di passeggeri anche mediante apposita previsione di gare per l’affidamento dei servizi pubblici, che mira alla creazione di condizioni trasparenti e non discriminatorie per l’accesso di nuovi operatori e la modifica della direttiva “governance” 2012/34/UE, che mira all’apertura del mercato domestico del trasporto passeggeri e al rafforzamento della governance del gestore della rete.

Nel corso del 2015 sono stati realizzati progressi sul IV Pacchetto ferroviario e il 10 dicembre 2015 il Consiglio ha adottato la sua posizione in prima lettura su tutti e tre i progetti di direttive che costituiscono il c.d. “Pilastro tecnico. La Presidenza Lussemburghese ha incentrato i suoi lavori più sul Pilastro politico, al fine di mantenere l’unitarietà del IV Pacchetto come sostenuto da alcuni stati, fra i quali l’Italia. Per il 2016 si tratta di trovare l’intesa in particolare con il Parlamento europeo, al fine di giungere quanto prima ad una condivisione degli articolati, con proposte di compromesso accettabili da tutte le parti in causa, sui due dossier OSP (Obblighi di Servizio Pubblico) e Governance.

 

per il  trasporto marittimo:

nel settore portuale il governo italiano ha seguito e continuerà a seguire nel 2016, la proposta di Regolamento sull’accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria dei porti ed in particolare il tema della clausola sociale prevista come obbligatoria, per la sua incidenza negativa sulle procedure di affidamento del servizio di rimorchio nei porti nazionali.

Il Governo ha poi partecipato alle attività di cui al “Pacchetto Naiades 2”, il secondo programma d’azione europeo per promuovere il trasporto merci sulle vie navigabili d’Europa.

Con il decreto legislativo 29 luglio 2015 n. 129 è stata attribuita alla Autorità per i trasporti la competenza ad applicare le sanzioni previste in caso di violazione del regolamento 1177/2010 sui diritti dei passeggeri, anche a mobilità ridotta, via mare e nelle vie navigabili interne.

L’Italia sta inoltre seguendo l’evoluzione della Politica marittima integrata dell’Unione, avviata cinque anni fa, che prevede un approccio più coordinato tra le questioni marittime nei diversi settori interessati, ad esempio la questione della crescita economica basata su diversi settori marittimi. Altre attività hanno riguardato il Sistema comunitario di allerta rapido per prodotti pericolosi RAPEX (Rapid Alert System for non-food dangerous products), tramite il quale le Autorità nazionali degli Stati membri notificano alla Commissione europea i prodotti che rappresentano un rischio grave per la sicurezza dei consumatori.

 

 

 


 

Capitolo 11
(Agricoltura e pesca)

 

In materia di agricoltura, la relazione si sofferma in primo luogo sugli adempimenti normativi per l'attuazione dei regolamenti di riforma della PAC, con particolare riferimento all'applicazione del nuovo regime di pagamenti diretti avviato con la presentazione della domanda unica 2015. Il Governo ha inoltre acquisito l'orientamento favorevole della IX Commissione del Senato (Doc. XVIII n. 89) sulla proposta di regolamento che fissa il tasso di adattamento dei pagamenti diretti (COM (2015) 141) e assicurato la partecipazione al processo di definizione della legislazione europea su questioni orizzontali all'interno dell'OCM unica e al processo di semplificazione, tenendo in considerazione gli impegni assunti in sede parlamentare nazionale e in particolare le risoluzioni conclusive in Commissione agricoltura della Camera dei deputati n. 7-00373 del 16 ottobre 2014 e n. 8-00056 del 15 maggio 2014.

Per quanto concerne i singoli settori, si segnalano in particolare:

-       Per il settore zootecnico, le misure di sostegno al mercato avicolo a seguito di taluni casi di influenza aviaria, e di gestione dell'ammasso privato di carni suine; l'approvazione, nell'ambito del Programma nazionale di sviluppo rurale, di una misura specifica per la tutela della biodiversità animale; l'adozione di un piano di gestione degli allevamenti bovini iscritti al libro genealogico delle cinque razze italiane da carne; la predisposizione di un decreto ministeriale che, nel quadro del regolamento (UE) n. 653/2014, soppressivo del sistema di etichettatura facoltativo e istitutivo di un'etichettatura facoltativa delle carni, consente di riportare in etichetta informazioni diverse da quelle obbligatorie e considerate ad alto valore aggiunto;

-         Per il settore lattiero-caseario, oltre a garantire la gestione della complessa fase di conclusione del regime delle quote latte - con particolare riferimento alle problematiche legate al superamento della quota nazionale nella campagna 2014-2015 -, il Governo ha dato attuazione al programma europeo "Latte nelle scuole" e al regime temporaneo di aiuto all'ammasso privato per taluni formaggi, e ha difeso l'impianto normativo nazionale sul divieto di utilizzo di latte concentrato o in polvere nei prodotti lattiero-caseari, oggetto di una procedura di infrazione;

-         Per il settore cerealicolo-saccarifero, i provvedimenti relativi agli impegni sottoscritti in ambito G20 sulla istituzione del sistema AMIS, finalizzato a rafforzare la collaborazione tra i maggiori paesi produttori e definire la disponibilità di stock di cereali e soia da notificare annualmente alla Commissione europea;

-         Per il settore oleario, i programmi di sostegno volti al miglioramento della qualità e della tracciabilità degli oli di oliva, oltre a una serie  di altre azioni a tutela della qualità e di una corretta informazione dei consumatori.

 

La relazione si sofferma quindi:

-         Sullo sviluppo rurale, sottolineando le intense attività a supporto delle autorità di gestione regionali nella fase di chiusura della programmazione 2007-2013 e sull'approvazione del programma nazionale per il 2014-2020 (decisione C (2015) 8312), per un importo complessivo di 2 miliardi e 100 milioni, dedicati alla gestione del rischio in agricoltura, alle infrastrutture irrigue e alla biodiversità animale;

-         Sulle agro-energie, dove l'impegno, in attuazione della direttiva n. 28/2009 sulle energie rinnovabili e del pacchetto clima-energia 2030, si è concentrato sull'incremento dell'efficienza energetica nel settore primario e sulla diffusione e razionalizzazione delle fonti agricole rinnovabili;

-         Sui meccanismi di monitoraggio delle emissioni del settore agricolo, dove, in applicazione del regolamento n. 525/2013, il Governo ha lavorato alla definizione degli obiettivi regionali in materia di fonti rinnovabili e delle modalità di gestione dei casi di mancato raggiungimento degli stessi (cd. Burden sharing);

-         Sugli OGM, per i quali viene data evidenza all'emanazione, al termine di negoziati coordinati dalla Presidenza italiana, della direttiva 2015/412/UE, la quale consente agli Stati membri la possibilità di limitare o vietare la coltivazione nel proprio territorio degli OGM autorizzati ai sensi del regolamento (CE) n. 1829/2003 o della direttiva 2001/18/CE, e detta misure transitorie per l'applicazione di limitazioni o del divieto per gli OGM autorizzati, in corso di autorizzazione o di rinnovo dell'autorizzazione prima del 2 aprile 2015.

 

Una parte consistente del capitolo relativo all'agricoltura è dedicata al settore dei prodotti di qualità. Il Governo ha profuso un impegno significativo sia all'adozione dei regolamenti delegati e di esecuzione del regolamento n. 1308/2013 - cd. "regolamento OCM unica" - in materia di protezione delle DOP e delle IGP dei vini, sia a livello di accordi bilaterali, regionali e plurilaterali, al fine di garantire, ove possibile, un riconoscimento delle indicazioni geografiche e la massima tutela da fenomeni di contraffazione e pirateria.

L'Italia ha visto riconosciute 7 denominazioni (DOP/IGP) nell'ambito dei prodotti agroalimentari a denominazione d'origine e sono state registrate 15 modifiche dei disciplinari di produzione di denominazioni già esistenti, nonché 45 per vini DOP e IGP.

È stata inoltre avviata la predisposizione del decreto recante le condizioni di utilizzo dell'indicazione facoltativa di qualità "prodotto di montagna", in applicazione del regolamento n. 1151/2012

Il Governo ha infine profuso un particolare impegno nell'esame della proposta di riforma del settore dell'agricoltura biologica (COM (2014) 180), per il quale i negoziati, dopo una lunga fase di stallo, hanno ripreso slancio, con il raggiungimento di un accordo politico a giugno all'interno del Consiglio agricoltura e l'approvazione con emendamenti del Parlamento europeo nella sessione di ottobre.

 

La relazione si sofferma infine sul tema dei controlli ufficiali, sottolineando come, in tema di verifica delal conformità dei prodotti alimentari siano stati segnalati 102 casi di abusi di indicazioni geografiche protette a carico di 16 prodotti, nonché 550 casi alle piattaforme web Alibaba e E-bay a tutela delle produzioni di qualità. Le procedure concluse con successo, vale a dire con la rimozione dal web del prodotto irregolare o con il ritiro del prodotto dal mercato, sono state più del 70% del totale.

Sono stati effettuati inoltre circa 7000 controlli - anche da parte del Corpo forestale dello Stato, culminati nell'accertamento di 194 reati, la denuncia di 266 persone, l'irrogazione di oltre 1200 sanzioni amministrative per un valore di quasi due miliardi e il sequestro di 85 tonnellate di prodotti e 5523 ettolitri di bevande, per un valore presunto di circa 4,5 miliardi di euro.

 

Per quanto concerne il settore della Pesca, l'attività del Governo si è concentrata in primo luogo sulle riforme della Politica comune (PCP), a partire dal regolamento cd. "omnibus" (n. 812 del 20 maggio 2015), che ha richiesto una serie di interventi di riallineamento del quadro normativo nazionale. Il Governo ha inoltre esaminato e discusso varie proposte di regolamenti concernenti le misure tecniche e di gestione della pesca, e ha partecipato a negoziati e rinnovi di protocolli di accordi tra Unione europea e Paesi terzi.

Informazioni più dettagliate sono fornite, tra l'altro,  per quanto concerne la proposta di regolamento relativa alle misure di gestione e conservazione delle specie di acque profonde (giunta a un testo di compromesso da parte della Presidenza di turno), e la proposta di regolamento recante la trasposizione nel diritto dell'Unione delle raccomandazioni approvate in seno alla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM), nonché sulla proposta sui contingenti tariffari a favore del mercato unionale, che stabilisce il quantitativo di specie ittiche da immettere sul mercato per consentire un pù regolare approvvigionamento delle industrie.

Con specifico riferimento alla risoluzione - Doc. XVIII n. 85 - approvata il 21 gennaio 2015 dalla IX Commissione del Senato e relativa a una consultazione sulle possibilità di pesca nel 2015, il Governo ha avviato le procedure per individuare le specie target che identificano le attività di pesca, in previsione dell'obbligo di sbarco che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2017, in ottemperanza a quanto previsto dal regolamento n. 1380/2013.

 

Particolare rilievo è infine dato, nella relazione:

-         Alla ricerca scientifica nel settore della pesca marittima e dell'acquacoltura, preziosa per perseguire gli obiettivi di sostenibilità del settore, anche in ottemperanza a tutte le indicazioni comunitarie che richiedono supporto scientifico e programmazione (Piani di gestione) impossibili da predisporre senza basi scientifiche formalmente riconosciute dagli organi scientifici europei;

-         All'approvazione, da parte della Commissione, del programma operativo nazionale unico per il FEAMP (con decisione n. C(2015)8452), nel quale è prevista l'attivazione di tutte le priorità UE individuate dall'art. 6 del regolamento n. 508/2014, e in particolare la promozione di una pesca e di un'acquacoltura sostenibili e dell'attuazione della PCP, l'aumento dell'occupazione e della coesione territoriale, misure per favorire la commercializzazione e la trasformazione e a sostegno delle PMI di settore. In allegato al PON pesca è stato inoltre presentato alla Commissione europea un piano d'azione per lo sviluppo, la competitività e la sostenibilità della pesca costiera artigianale, con interventi finalizzati alla difesa dell'occupazione, al ricambio generazionale, alla salvaguardia delle tradizioni locali nonché allo start-up di nuove imprese;

-         Allo svolgimento a Milano, nel maggio 2015, della riunione plenaria della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM), in occasione della quale è stata istituita una task force incaricata di sviluppare una "strategia per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura nel Mediterraneo e nel Mar Nero" e sono state approvate due raccomandazioni che prevedono l'istituzione di altrettanti piani di gestione, relativi alla pesca dei piccoli pelagici nell'Adriatico e le attività di pesca delle specie demersali nel Canale di Sicilia.


 

Capitolo 12
(Politiche di coesione)

 

In materia di politiche di coesione, la relazione evidenzia come nel corso del 2015 siano stati completati i lavori di definizione della legislazione secondaria in attuazione dei Regolamenti sui fondi strutturali e di investimento 2014-2020, e dà conto delle riunioni organizzate dalle presidenze lettone e lussemburghese per discutere aspetti rilevanti del nuovo ciclo di programmazione (contributo della politica di coesione a un'economia a basse emissioni di carbonio; valore aggiunto della cooperazione territoriale europea; priorità degli Stati membri in tema di semplificazione delle regole di accesso ai fondi e di utilizzo degli stessi).

 

Ricorda altresì come nel gennaio del 2015 la Commissione europea abbia adottato la comunicazione "Sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del Patto di stabilità e crescita" (COM (2015) 12), nella quale vengono ribadite le condizioni in base alle quali gli Stati membri non soggetti al braccio correttivo del Patto di stabilità possono beneficiare della "clausola di investimento". Proprio in base ai contenuti chiarificatori della comunicazione, l'Italia ha richiesto, con il Documento programmatico di bilancio presentato lo scorso ottobre, l'attivazione della clausola per gli investimenti pubblici, con deviazione temporanea dal percorso di convergenza verso l'Obiettivo di medio periodo di 0,3 punti percentuali del PIL, pari a 5,1 miliardi (corrispondenti a investimenti per 11,3 miliardi). Tale flessibilità è volta a facilitare il cofinanziamento nazionale di programmi e progetti finanziati dall'UE, che, per 2,2 miliardi di euro, riguarda i programmi dei Fondi strutturali.

 

Per quanto concerne i negoziati con la Commissione europea per il completamento della programmazione 2014-2020, essi si sono sostanzialmente conclusi con l'adozione di 51 programmi operativi (12 nazionali - PON - e 39 regionali - POR, di cui tre pluri-fondo delle regioni Calabria, Puglia e Molise). Il Governo inoltre, dando seguito a una specifica sollecitazione rivolta dalla Commissione agli Stati membri, ha predisposto un programma apposito per le PMI, dotato di 100 milioni di risorse comunitarie a valere sul FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale).

Con il completamento della programmazione FESR e FSE (Fondo sociale europeo), sono disponibili risorse complessive per 51,7 miliardi, di cui 31,6 di risorse comunitarie. Nel corso del processo, anche in accoglimento della risoluzione S.7/00150, approvata dalla 14a Commissione del Senato il 18 dicembre 2014, è stata riservata particolare attenzione alla verifica sull'attuazione dei Piani d'azione previsti dall'Accordo di partenariato per il soddisfacimento delle condizionalità ex ante (previsti dall'art. 19 del Regolamento UE n. 1303/2013): verifica che ha comportato la revisione di alcuni Piani già definiti, in accordo con la Commissione. In proposito, sono stati recentemente trasmessi alla Commissione europea la Strategia nazionale di specializzazione intelligente e l'allegato infrastrutture, che dovrebbero soddisfare le condizionalità previste sui temi della ricerca e innovazione e delle infrastrutture di trasporto.

 

Nel 2015 è stata inoltre completata la pianificazione dei programmi dell'Obiettivo cooperazione territoriale europea (CTE): l'Italia partecipa a 19 di questi programmi, per un totale di risorse assegnate pari a 1,136 miliardi.

 

Per quanto concerne il precedente periodo di programmazione 2007-2013, sono proseguite anche nel 2015 le attività di accelerazione della spesa sia attraverso un'intensificazione dell'azione delle Task Force operanti in tre regioni dell'obiettivo convergenza, sia con l'adozione di ulteriori decisioni di riduzione del cofinanziamento nazionale in favore di azioni coerenti con quelle previste nell'ambito del Piano di azione coesione, per un ammontare di 980 milioni di euro circa. Tali misure hanno consentito di raggiungere buoni risultati in termini di utilizzo delle risorse, in vista della certificazione finale delle spese, che andrà presentata entro marzo 2017, data in cui sarà possibile trarre un bilancio definitivo del ciclo di programmazione.

Alla data del 31 dicembre 2015, e a fronte di una dotazione complessiva di 45,8 miliardi, i Programmi operativi degli Obiettivi convergenza e competitività hanno certificato alla Commissione spese per un totale di 36,9 miliardi, 3,8 in più rispetto al livello raggiunto a fine 2014. In valore percentuale, sono state certificate spese pari all'80,6% delle risorse a livello nazionale (77,1% nelle regioni della Convergenza e 87,7% nelle regioni Competitività). La spesa residua da certificare ammonta a poco più di 9 miliardi di euro.

 

La relazione sottolinea infine come, a seguito della riprogrammazione delle risorse ai sensi della legge di stabilità 2015 (art. 1, commi 118, 122 e 123 della legge 23 dicembre 2014, n. 190), il Piano di azione coesione (PAC) ha visto ridurre la propria dotazione finanziaria da 11,6 a 8,1 miliardi di euro. Durante il 2015 diversi programmi operativi, aderendo al PAC, hanno ridotto la quota di cofinanziamento statale, per un importo complessivo di circa 844 milioni di euro: con l'adozione delle relative decisioni comunitarie, la dotazione del PAC dovrebbe pertanto attestarsi a circa 9 miliardi. Il Piano di azione coesione ha contribuito allo sviluppo di progetti di rilievo con particolare riguardo alla Società dell'informazione (diffusione della banda larga e ultra-larga): ai trasporti e alla mobilità (progetti infrastrutturali in ambito ferroviario e statale), all'occupazione (promozione di misure di politiche attive e passive del lavoro e di incentivi all'occupazione) e all'energia (efficientamento energetico di scuole ed edifici pubblici). Infine, come previsto dalla Legge di stabilità 2016, talune specifiche risorse PAC potranno essere destinate all'estensione dell'esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2017 in favore dei datori di lavoro privati, operanti nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia. Puglia, Calabria e Sardegna.

 

 

 

 


 

Capitolo 13
(Occupazione e affari sociali)

 

Partecipazione al processo normativo in materia di lavoro

 

Il Governo elenca quali sono gli obiettivi realizzati nel corso del 2015, tra quelli indicati nella “relazione programmatica dell’azione del Governo in ambito UE per l’anno 2015”:

-       attraverso l’emanazione di sette decreti attuativi delle deleghe contenute nella L. 183/2014 (cd. Jobs act)  sono stati realizzati gli obiettivi volti ad una maggiore inclusività del mercato del lavoro e ad un rafforzamento delle politiche attive del lavoro.

Più nel dettaglio, sono stati emanati:

ž   il D.Lgs. 22/2015 relativo all'introduzione di nuovi ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria;

ž   il D.Lgs. 23/2015, sul contratto a tutele crescenti;

ž   il D.Lgs. 80/2015, sulla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro;

ž   il D.Lgs. 81/2015 relativo al riordino dei contratti di lavoro e alla disciplina delle mansioni;

ž   il D.Lgs. 148/2015 sulla riorganizzazione della disciplina degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro.

ž   il D.Lgs. 149/2015 relativo all'attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale, con l’istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro;

ž   il D.Lgs. 150/2015 in materia di servizi per il lavoro e politiche attive, con la creazione della nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL).

 

Alla realizzazione di una maggiore inclusività del mercato del lavoro ha contribuito anche lo sgravio contributivo per le nuove assunzioni disposto dalla Legge di Stabilità 2015 e prorogato, a condizioni diverse, dalla Legge di Stabilità 2016.

Al riguardo, si ricorda che, come disposto dalla Legge di Stabilità 2015, per le assunzioni a tempo indeterminato intercorrenti nel 2015, i datori di lavoro privati hanno diritto ad uno sgravio contributivo nel limite di 8.060 euro su base annua e per un periodo massimo di 36 mesi. Il suddetto sgravio contributivo è stato prorogato dalla Legge di Stabilità 2016 per i contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato  relativi ad assunzioni decorrenti dal 1° gennaio 2016 e stipulati entro il 31 dicembre 2016 e consiste nell’esonero dal versamento del 40% dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali), nel limite di 3.250 euro su base annua e per un periodo massimo di 24 mesi.

 

-         l’obiettivo di promozione della sicurezza, della protezione sociale dei lavoratori e della tutela delle condizioni di lavoro verrà conseguito attraverso le disposizioni volte alla promozione del welfare aziendale introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 che prevede che determinati benefici (servizi di assistenza ad anziani, servizi di istruzione, ecc.), definiti attraverso la contrattazione aziendale ed erogabili dal datore di lavoro anche sotto forma di voucher spendibili sul mercato, godano di un trattamento fiscale molto favorevole;

 

-         in merito all’obiettivo della lotta alla povertà, la relazione evidenzia quanto disposto in materia dalla Legge di Stabilità 2016 che istituisce il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (a cui sono assegnati 600 milioni di euro per il 2016 e 1.000 milioni di euro a decorrere dal 2017), al fine di garantire l'attuazione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione, adottato con cadenza triennale;

 

-         il Governo italiano ha risposto alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea, con cui la Commissione stessa ha avviato un riesame della direttiva 2009/50/CE, che si applica a cittadini di paesi terzi altamente qualificati che chiedono di essere ammessi nel territorio di uno Stato membro per svolgere un lavoro per più di tre mesi (nonché ai loro familiari) e permette loro di chiedere a tal fine un permesso di soggiorno (Carta Blu UE);

 

-         dando seguito agli atti di indirizzo parlamentare espressi dalle Commissioni lavoro della Camera e del Senato, il Governo ha espresso parere favorevole all’incremento del prefinanziamento iniziale relativo all’iniziativa “Garanzia giovani” nell’ambito del negoziato che ha portato all’approvazione del Regolamento (UE) 2015/779. Il suddetto prefinanziamento è stato portato a circa 1 miliardo di euro, attraverso l’aumento della percentuale di prefinanziamento sulla dotazione complessiva (pari a 3,2 miliardi di euro) e portandola dall’1% (1,5% per gli Stati membri che beneficiano di un'assistenza finanziaria) al 30%.

 

 

 

 

Politiche per l’occupazione

 

Nell’ambito delle politiche per l’occupazione, il Governo si sofferma su quelle giovanili, evidenziando in particolar modo il trend positivo registrato in Italia dal programma europeo “Garanzia giovani” (diretto a fronteggiare il fenomeno della disoccupazione giovanile attraverso l'attuazione, sia a livello nazionale che territoriale, di misure volte a favorire l'occupabilità dei giovani fino ai 25 anni), sottolineando l’incremento registrato nel 2015 delle registrazioni al programma e delle prese in carico da parte dei centri per l’impiego (71% dei soggetti registrati), la circostanza che tutte le Regioni hanno avviato le procedure per rendere operative le misure previste dal programma, nonché i risultati positivi derivanti dall’utilizzo del bonus occupazionale (un incentivo riconosciuto alle imprese per le assunzioni di giovani con specifici requisiti).

 

Viene inoltre sottolineato come il tema dello sviluppo delle politiche giovanili sia stato posto dall’Italia all’attenzione degli Stati membri in diversi eventi organizzati nel corso del 2015 presso le sedi UE, suggerendo, tra l’altro, di agire puntando sul potenziamento delle capacità e sulla responsabilizzazione dei giovani (Youth empowerment). Viene poi sottolineato il contributo rilevante reso dall’Italia per l’attuazione del programma Erasmus +, il programma dell’Unione europea per gli anni 2014-2020, dedicato all’istruzione, alla formazione, alla gioventù e allo sport e rivolto a tutti i cittadini europei, che racchiude tutti i programmi di apprendimento e mobilità offerti dall’UE.

 

 

Tutela delle condizioni di lavoro e attività ispettiva

In materia il Governo, in ambito comunitario:

-         ha seguito lo sviluppo dei lavori del Comitato consultivo di Lussemburgo per la revisione dell’acquis in materia di salute e sicurezza in previsione della emanazione della futura strategia europea per gli anni 2016-2020;

-         ha partecipato ad alcune iniziative nell’ambito della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali;

-         ha aderito a specifici progetti finanziati dalla Commissione europea al fine di rafforzare la cooperazione amministrativa e la reciproca informazione tra gli Stati membri in materia di distacco transazionale di lavoratori nell’ambito di forniture di servizi all’interno dell’Unione Europea;

-         ha contribuito al consolidamento delle strategie nazionali nell’ambito del nuovo “Quadro strategico sulla salute e sicurezza sul lavoro 2014-2020” della Commissione europea.

 

In ambito nazionale, in particolare:

-         in attuazione delle deleghe contenute nel richiamato Jobs act (vedi supra) ha approvato i decreti legislativi n. 23/2015 e n. 81/2015 concernenti la disciplina del contratto di lavoro a tutele crescenti e il riordino delle tipologie contrattuali vigenti, al fine di limitare quanto più possibile le forme di lavoro precario, nonché il decreto legislativo n. 149/2015, di razionalizzazione e semplificazione dell'attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale, per garantire sia la tutela delle condizioni di lavoro, sia l’emersione del lavoro sommerso;

-         ha stipulato un Protocollo di intesa con ACI (Automobile Club d’Italia), per l’accesso alle informazioni contenute nel Pubblico Registro Automobilistico, al fine di contrastare le forme di caporalato, soprattutto in edilizia ed agricoltura.

 

Sicurezza sociale

Nell’ambito dei lavori della Commissione amministrativa per il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, il Governo ha affrontato in particolare la questione relativa alla tutela dei lavoratori distaccati, sottolineando la necessità di individuare un punto di equilibrio ottimale tra diritti di libera circolazione, prestazione di servizi e lotta al dumping sociale.

L’attività del Governo in materia di sicurezza sociale è stata diretta anche al rafforzamento del ruolo del Comitato di protezione sociale, con l’intento di superare le criticità sollevate, nel settore pensionistico, dalla dicotomia tra la dimensione finanziaria e quella sociale.

 

Politiche di integrazione europea

La relazione evidenzia, in particolare:

-         l’attività di programmazione integrata in materia di politiche migratorie;

-         l’attivazione di percorsi individualizzati di supporto all’autonomia e all’integrazione socio lavorativa di giovani donne migranti (Progetto Malaika);

-         il progetto “INSIDE - INSerimento Integrazione nordsuD InclusionE", per l’inserimento socio-lavorativo dei titolari di protezione internazionale ospitati nel Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR);

-         il progetto “Giovani 2G”, finalizzato a sostenere nuove iniziative imprenditoriali o di autoimpiego per giovani tra i 18 e i 30 anni provenienti da Paesi non appartenenti all’UE.

Al riguardo, si ricorda che, nell'ambito delle misure a sostegno dell'autoimpiego e dell'autoimprenditorialità previste dal Piano nazionale per l'attuazione della Garanzia giovani, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, attraverso un accordo di finanziamento stipulato con Invitalia, ha istituito un Fondo rotativo nazionale per l'accesso al credito agevolato dei giovani under 30 iscritti al programma che intendono avviare iniziative di autoimpiego e autoimprenditorialità, operativo da metà gennaio 2016.

 

Politiche sociali, lotta alla povertà e all’esclusione sociale

La relazione evidenzia la continuità dell’impegno del Governo nel sostegno all’economia sociale anche mediante la programmazione e l’avvio delle attività tese a valorizzare il ruolo delle organizzazioni del Terzo settore nell’ambito dell’asse prioritario  “Sistemi e modelli d’intervento sociale” (obiettivo specifico 9.7 “Rafforzamento dell’economia sociale” del PON Inclusione 2014/2020), in linea con le previsioni del disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale (A.C. 2617). Il disegno di legge citato è stato approvato con modifiche dal Senato il 30 marzo scorso e verrà trasmesso alla Camera per l’esame in seconda lettura.

Il Governo, ancora nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Inclusione” 2014-2020, ha contribuito all’attuazione di politiche di intervento a livello nazionale per favorire una maggiore inclusione sociale delle fasce sociali in condizione svantaggiata, colpite da povertà e/o da altre forme di discriminazione.

In tale prospettiva, oltre a diverse misure contenute nella legge di stabilità, va ricordato che è all’esame delle Commissioni riunite XI e XI della Camera il disegno di legge del Governo (A.C. 3594) recante delega in tema di norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali (collegato alla legge di stabilità 2016).

 


 

Capitolo 14
(Tutela della salute)

 

In materia di politiche a tutela della salute, la relazione sottolinea in primo luogo come il Governo italiano abbia svolto per tutto il 2015 una complessa azione a livello internazionale nell'ambito della sanità pubblica, al quale, pur non essendovi, tra le Country Specific Recommendations formulate nell'ambito del semestre economico europeo, alcun richiamo diretto in tal senso, si è accompagnato un forte impegno a proseguire sulla strada di un coerente programma nazionale di riforma, incentrato sulle seguenti azioni fondamentali:

-         Un ripensamento del Servizio sanitario in un'ottica di sostenibilità ed efficacia, attraverso la stesura del nuovo Piano nazionale di prevenzione 2014-2018;

-         Il Patto per la salute per il triennio 2014-2016, con una razionalizzazione dei processi di spesa e della rete ospedaliera centrale e regionale che garantisca un equilibrio tra il sistema delle prestazioni e quello dei finanziamenti;

-         Il ridisegno del perimetro dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), al fine di modulare le prestazioni assistenziali alle innovazioni cliniche e tecnologiche degli ultimi anni;

-         La revisione del sistema di remunerazione delle prestazioni sanitarie e dei servizi migliori, attraverso una puntuale riforma della cure primarie;

-         L'adozione, nell'agosto del 2015, della legge-cornice sull'autismo, strumento normativo destinato a tutelare salute e benessere sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico.

 

La relazione procede quindi a delineare un quadro dettagliato dell'azione del Governo in una serie di settori di primaria importanza per quanto concerne la tutela della salute, e segnatamente:

-         Il settore della prevenzione. L'impegno del Governo si è concentrato in particolare sul fronte della prevenzione delle malattie croniche trasmissibili (l'Italia, tra l'altro, è partner, nell'ambito del Programma salute dell'UE 2014-2020, dell'Azione Comune CHRODIS, per la lotta alle malattie croniche e la promozione dell'invecchiamento sano per tutto il ciclo della vita); della tutela della salute dei migranti, con particolare riferimento alla definizione, in linea con quanto previsto dalla direttiva 2011/95/UE (cd. "direttiva qualifiche"), delle Linee Guida relative agli interventi di assistenza, riabilitazione e trattamento dei disturbi psichici dei rifugiati e delle persone che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, e all'avvio del percorso di discussione e confronto per l'elaborazione di un piano nazionale ad hoc per la tutela della salute dei migranti, in linea con quanto previsto dall'Agenda europea sulla migrazione; del controllo delle infezioni correlate all'assistenza e della resistenza agli antimicrobici - anche alla luce delle Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza dei pazienti e la qualità delle cure; alle politiche vaccinali - anche qui, in linea con specifiche Conclusioni del Consiglio; sulla sorveglianza e il controllo della Malattia da Virus Ebola (MVE); sulla lotta contro la diffusione dell'HIV, anche alla luce del Piano d'azione della Commissione per il periodo 2014-2016;

-         La programmazione sanitaria. Sono state in particolare rafforzate le strategie in tema di miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza delle cure, focalizzando l'attenzione sulla Health Information (HI) e sullo Health Systems Performance Assessment (HSPA); l'Italia ha partecipato al progetto internazionale della Commissione europea BRIDGE, volto ad assicurare la raccolta e la disponibilità dei dati utili alle politiche sanitarie, a migliorare la disponibilità e l'utilizzo degli indicatori per la sorveglianza dello stato di salute nella popolazione e la performance sanitaria, e a sviluppare un sistema informativo sostenibile e standardizzato; è proseguita l'implementazione del Programma nazionale esiti (PNE), attivato nel 2010 e volto a sviluppare la valutazione degli esiti degli interventi sanitari in ambito ospedaliero; è stato attuato, sulla base delle proposte contenute all'interno delle Conclusioni del Consiglio sulla sicurezza dei pazienti - approvate durante il semestre italiano di Presidenza dell'UE -, un programma nazionale con la definizione di atti per indicare standard uniformi in tema di qualità e sicurezza delle cure da rispettare ai fini dell'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie;

-         Il settore dei dispositivi medici e medico-diagnostici in vitro, che ha acquisito nell'UE un'importanza sempre maggiore, sia in termini di assistenza sanitaria che di impatto sulla spesa pubblica, rendendo necessaria una profonda revisione del quadro normativo europeo, attraverso proposte di regolamenti nate dall'esigenza di migliorare la sicurezza dei pazienti e creare nel contempo una legislazione sostenibile e propizia all'innovazione. Nel corso del suo semestre di Presidenza, l'Italia, nonostante il permanere di posizioni non condivise da tutti gli Stati membri, è riuscita a compilare un nuovo testo per ciascuna delle due proposte di regolamento (COM (2012) 541 e COM (2012) 542), che è stato reso disponibile a inizio 2015 per il prosieguo dei lavori all'interno del Consiglio, costituendo la base per un accordo politico che ha consentito l'avvio dei negoziati con il Parlamento europeo;

-         Le professioni sanitarie e la sanità elettronica. In materia, il Governo ha portato avanti le attività legate al progetto triennale denominato Joint Action on European Health Workforce Planning and Forecasting, finalizzato alle creazione di una piattaforma di scambio e collaborazione tra Stati membri, per sviluppare metodologie di previsione dei fabbisogni che consentano una programmazione efficace del personale sanitario e la diffusione e la qualità dei dati sulla forza lavoro nel settore sanitario tra Paesi;

-         Il settore della sicurezza alimentare, della sanità animale e dei farmaci veterinari. Per quanto riguarda la prima, il Governo ha seguito l'iter dell'intensa produzione normativa connessa all'igiene degli alimenti di origine animale nonché quello degli atti delegati che la Commissione è tenuta a predisporre in tema di Alimenti destinati a una Alimentazione Particolare (ADAP), e ha proseguito nelle attività di collaborazione con la Commissione europea e gli altri Stati membri per pervenire al mutuo riconoscimento dell'equivalenza delle legislazioni vigenti in materia di sanità animale e di sicurezza nelle produzioni alimentari, con organizzazione di visite ispettive insieme alle delegazioni di Paesi terzi (cinesi, giapponesi, israeliane, taiwanesi, filippine). In coerenza con le indicazioni fornite dal Parlamento attraverso la risoluzione Doc. XVIII n. 93, della 9a Commissione del Senato, ha sostenuto la proposta di regolamento relativa alla fissazione del tenore massimo in acido erucico negli oli e grassi destinati al consumo umano, nonché negli alimenti con aggiunta di oli e grassi. In tema di sanità animale, l'attività del Governo si è svolta in tutto il settore dei piani di controllo ed eradicazione delle malattie infettive degli animali e delle zoonosi, mentre non è stato possibile programmare le attività e le scadenze connesse all'iter della proposta di regolamento sulla sanità animale (COM (2013) 260), segnalata in sede programmatica per la sua assoluta importanza. Il Governo segnala infine, in tema di farmaci veterinari, che sono proseguiti i lavori connessi alla relativa proposta di regolamento (COM (2014) 558), come anche della proposta relativa alla fabbricazione, all'immissione sul mercato e all'utilizzo di mangimi medicati (COM (2014) 556), con il pieno coinvolgimento, al fine di definire e aggiornare costantemente la posizione negoziale italiana, delle associazioni di categoria nazionali e delle amministrazioni interessate.

 


 

Capitolo 15
(Istruzione, gioventù, sport)

 

Politiche per l’istruzione e la formazione

 

Con riferimento alla partecipazione italiana ai processi europei, la relazione richiama, anzitutto, il documento “Nuove priorità per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione”, adottato nel Consiglio Istruzione del 23 novembre 2015, che ha definito il nuovo ciclo di lavoro per il quinquennio 2016-2020.

In particolare, il documento conferma le quattro priorità strategiche del ciclo 2010-2015 (consentire che l’apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà; migliorare qualità ed efficacia di istruzione e formazione; promuovere equità, coesione sociale, cittadinanza attiva; incoraggiare la creatività e l’innovazione, inclusa l’imprenditorialità), riducendo da 13 a 6, invece, i settori prioritari di intervento, ognuno dei quali contribuisce all’attuazione di uno o più obiettivi strategici.

Richiama, inoltre, un ulteriore documento adottato dal Consiglio Istruzione del 23 novembre 2015 in materia di contrasto all’abbandono scolastico, che ha sottolineato la necessità di risposte inclusive da parte di tutti i soggetti interessati, anche non appartenenti al settore istruzione, nonché la necessità di agire sul fronte della prevenzione.

Inoltre, fa presente la partecipazione ai gruppi di lavoro europei per la costruzione e il rafforzamento di indicatori e parametri per la misurazione della performance nel processo Istruzione e formazione 2020 e la partecipazione alla settima indagine Eurostudent (2012-2015) sulle condizioni di vita e di studio degli studenti universitari in Italia.

 

Con riferimento alle azioni poste in essere a livello nazionale, richiama, fra gli altri:

-         gli interventi per l’innalzamento della qualità dell’insegnamento previsti dalla L. 107/2015, con particolare riferimento alle azioni per la stabilizzazione del personale docente e per la promozione dello sviluppo professionale, e a quelli per lo sviluppo della didattica laboratoriale e per l’alternanza scuola-lavoro per gli studenti;

-         l’avvio dei progetti proposti da 209 reti di scuole per il contrasto della dispersione scolastica;

-         le azioni per l’innalzamento delle competenze chiave degli studenti;

-         la prosecuzione, per il periodo 2015-2017, dell’esperienza delle Sezioni Primavera, destinate ai bambini fra i due e i tre anni, sulla base dell’Accordo quadro in Conferenza unificata del 30 luglio 2015;

-      l’attivazione di 126 Centri provinciali per l’istruzione degli adulti e l’emanazione, con DM 12 marzo 2015, delle relative Linee guida, nonché la collaborazione con l’ISFOL per la realizzazione delle attività finalizzate ad attuare la Risoluzione del Consiglio UE su un'agenda europea rinnovata per l'apprendimento degli adulti (2011/C 372/01) e con l’INDIRE, nell’ambito del programma Erasmus plus, per dare attuazione alle attività connesse con la piattaforma EPALE (Electronic platform for adult learning in Europe). Qui le informazioni sulla piattaforma EPALE presenti sul sito dell’INDIRE;

-      il rafforzamento degli Istituti tecnici superiori (ITS), oggetto, per la prima volta, di monitoraggio e valutazione, che ha evidenziato che almeno il 79,8% dei diplomati risulta occupato ad un anno dal diploma. Qui il comunicato stampa del MIUR del 5 novembre 2015;

-      il rafforzamento dell’apprendistato, con la possibilità di conseguire, durante il relativo periodo, anche un titolo di istruzione;

-      il completamento, nell’ambito del Sistema nazionale di valutazione, della fase di autovalutazione delle scuole, con la pubblicazione dei relativi risultati. Qui il comunicato stampa del MIUR del 3 novembre 2015;

-      l’attivazione di 106 sportelli per l’autismo presso i Centri territoriali di supporto e lo sviluppo di sistemi di supporto tecnico alle disabilità sensoriali e ai bisogni educativi speciali;

-      le iniziative per l’innovazione, fra le quali l’implementazione dell’Anagrafe nazionale degli alunni con i dati relativi alla scuola dell’infanzia, la realizzazione del portale unico per le iscrizioni (dedicato sia alle scuole secondarie di secondo grado, sia all’istruzione e formazione professionale gestita dalle regioni), l’aggiornamento del portale “Scuola in chiaro”, l’approvazione del Piano nazionale Scuola digitale previsto dalla L. 107/2015 (sul quale convergono, nel quinquennio 2015-2020, € 1094,5 mln, provenienti dalla stessa L. 107/2015 e dai Fondi strutturali europei);

-      la conclusione delle operazioni relative al PON “Competenze per lo sviluppo” e al PON “Ambienti per l’apprendimento”, destinate, nell’ambito della programmazione 2007/2013, alle regioni dell’Obiettivo convergenza, e l’avvio del “PON per la scuola-competenze e ambienti per l’apprendimento 2014/2020.

In particolare, per i due PON relativi alla programmazione 2007/2013, si mette in evidenza il raggiungimento di importanti livelli di performance sia sul fronte degli impegni finanziari, sia su quello dei pagamenti verso gli istituti scolastici beneficiari, con il raggiungimento, al 31 dicembre 2015, del 100% della spesa;

-      la promozione della mobilità internazionale di studenti e docenti universitari, attraverso, fra l’altro:

a)       la destinazione a tale obiettivo di specifiche risorse (fra le quali, Fondo giovani, FFO, fondo per le università non statali, prosecuzione del programma Rita Levi Montalcini);

b)       l’accredito di nove corsi di Master congiunti Erasmus Mundus, che sono programmi di studio internazionali, offerti da consorzi internazionali di atenei provenienti da almeno 3 paesi aderenti, al termine dei quali viene rilasciato un unico titolo studio internazionale;

c)        la valutazione delle istituzioni italiane che si sono candidate alla Erasmus Charter for Higher Education – che rappresenta una condizione preliminare per la partecipazione a iniziative di mobilità per l'apprendimento dei singoli e/o alla cooperazione per l'innovazione e le buone pratiche nell'ambito del programma –, dichiarandole tutte eleggibili;

d)       il lancio del sistema di “Garanzia europea ai prestiti Erasmus, che finanzia gli studenti che intendano frequentare un corso di specializzazione al di fuori del proprio paese;

-       le iniziative per incrementare il numero delle iscrizioni e ridurre il tasso di abbandono dei corsi universitari, fra le quali il supporto all’orientamento e la distribuzione delle risorse anche sulla base dei risultati conseguiti dagli studenti e del costo standard per studente.

In particolare, la relazione evidenzia che nel 2015 il 20% del FFO è stato distribuito sulla base dei risultati delle università e la parte restante sulla base delle caratteristiche strutturali, dimensionali e di contesto delle università, tenendo conto del costo standard per studente. Tale criterio ha pesato per il 25% della quota base nel 2015 e si prevede di portarlo almeno al 30% nel 2016;

-         il rafforzamento delle banche dati pubbliche relative al sistema universitario fra le quali l’Anagrafe degli studenti, Universitaly, Bilanci atenei, PR0 3 (relativo alla programmazione triennale 2013-2015);

-         l’avvio del programma CHEER (Consolidating Higher Education Experience of Reforms: norms, networks and good practices in Italy), la cui gestione è affidata alla CRUI, che intende consolidare a livello nazionale le riforme dello Spazio europeo dell’istruzione superiore.

-         I temi trattati nel progetto CHEER riguardano, fra l’altro, le procedure di valutazione e riconoscimento dei titoli di studio esteri nelle università e nelle istituzioni AFAM, l’assicurazione della qualità e l’accreditamento, i percorsi internazionali;

-          gli interventi mirati a rafforzare l’internazionalizzazione, l’interdisciplinarietà e il raccordo con il mondo del lavoro dei dottorati di ricerca (ad esempio, attraverso l’incremento del numero di corsi di dottorato in convenzione con università straniere o attivati d’intesa con le imprese) e la prosecuzione del lavoro per il completamento dell’Anagrafe dei dottori e dei dottorati di ricerca;

-          l’innovazione del sistema di ripartizione dei finanziamenti fra le Istituzioni AFAM in senso maggiormente orientato ai risultati raggiunti (D.I. 17 novembre 2015, n. 904) e l’attribuzione delle risorse disponibili per gli interventi strutturali e l’acquisto di strumenti a supporto della didattica sulla base di una procedura selettiva basata sull’urgenza e la qualità degli interventi (DM 11 agosto 2015, n. 602).

Al contempo la relazione fa presente che il percorso avviato con il “Cantiere AFAM” e il documento “Chiamata alle arti” non si è ancora concluso.

Al riguardo si ricorda che il 13 ottobre 2014 sul sito del MIUR è stata data notizia dell'avvio del cantiere AFAM chiamato a predisporre un Rapporto per ridefinire il futuro del settore. Fra gli obiettivi del cantiere, la revisione della governance, la razionalizzazione della distribuzione dell'offerta formativa secondo criteri e indicatori di accreditamento, l'avvio di percorsi formativi di III livello (dottorati), nuove regole di distribuzione del finanziamento ordinario con l'individuazione di quote premiali crescenti, lo stato giuridico del personale.

Con comunicato del 15 dicembre 2014 il MIUR ha pubblicato il documento "Chiamata alle arti" elaborato dal cantiere AFAM, evidenziando che lo stesso conteneva varie domande aperte che dovevano costituire il punto di partenza per una fase di ascolto ampia a attenta con i mondi di riferimento e gli esperti di settore, ai fini dell'elaborazione delle proposte di riforma.

 

Politiche della gioventù

 

La relazione sottolinea come nel 2015, durante la Presidenza lettone, l’Italia abbia partecipato ai lavori del Consiglio dei Ministri dell’Istruzione, della Gioventù, della Cultura e dello Sport dell’Unione europea (EYCS), impegnandosi a promuovere sia una visione condivisa del concetto di "qualità" nell'animazione socio-educativa, sia un maggiore riconoscimento dell'animazione socio-educativa e del suo ruolo per favorire la partecipazione dei giovani alla vita sociale. Il nostro Paese ha poi contribuito ad identificare tre linee direttrici su cui lavorare:

-   educare ogni individuo ad utilizzare gli strumenti democratici nelle realtà sociali di cui è parte;

-   promuovere e sviluppare la partecipazione sociale e culturale dei giovani per rafforzare l’accesso alla vita democratica;

-   intensificare iniziative volte a ricostruire e rafforzare il rapporto tra i giovani e le istituzioni nazionali ed europee.

 

L’Italia ha partecipato alla preparazione del Piano di lavoro dell‘UE per la gioventù (2016-2018), centrato sui temi della disoccupazione e della crisi giovanile, proponendo lo sviluppo di politiche giovanili coordinate per garantire l'autonomia dei giovani e l’accesso ai diritti, con una particolare attenzione ai giovani esclusi o a rischio di esclusione sociale.

 

Nel secondo semestre 2015, durante la Presidenza lussemburghese, l’Italia ha partecipato ai lavori del Consiglio EYCS dell’Unione europea, contribuendo all’elaborazione dei seguenti atti approvati nel corso nella sessione Gioventù tenutasi il 23 novembre 2015:

-   relazione congiunta 2015 del Consiglio e della Commissione sull'attuazione di un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018);

-   risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, su un Piano di lavoro dell'Unione europea per la gioventù per il 2016-2018. Su tale tema il nostro Paese ha enfatizzato il richiamo all’accesso ai diritti dei giovani, l’importanza di affrontare le sfide emergenti che l’Europa si trova ad affrontare in materia di immigrazione e accoglienza dei rifugiati, evidenziando il contributo che il Consiglio EYCS sessione “Gioventù” può dare alle politiche per l’inserimento sociale degli immigrati, costituiti in larga parte da giovani, in particolare attraverso l’animazione socio-educativa e le attività di apprendimento non formale e informale. Infatti la situazione di marginalizzazione, esclusione sociale e di disagio che si trovano a vivere molti giovani, anche a seguito della crisi, può influire negativamente sugli stili di vita, facendo aumentare i comportamenti a rischio.

-   risoluzione del Consiglio sull'incoraggiamento della partecipazione politica dei giovani alla vita democratica dell'Europa.

 

Nel corso del Consiglio EYCS del 23 novembre 2015 si è svolto un dibattito orientativo sul “Ruolo della politica giovanile e dell'animazione socio-educativa per i giovani nel contesto della migrazione - favorire la sensibilizzazione alle altre culture e l'integrazione dei migranti”. In preparazione del dibattito, la Presidenza aveva chiesto agli Stati Membri di trasmettere esempi di buone prassi nazionali, che sono state raccolte in un compendio. L’Italia ha segnalato alcune buone prassi sviluppate a livello nazionale per promuovere l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati.

Dal dibattito sono emersi una serie di elementi, tra i quali, la necessità di un approccio integrato che coinvolga i settori dell’istruzione, del lavoro, della cultura e dello sport, e il supporto alle famiglie, in particolare a livello regionale e locale; l’animazione socio-educativa come strumento di integrazione per contribuire alla comprensione interculturale tra la popolazione locale e gli immigrati.

L’Italia ha poi contribuito all’attuazione del nuovo programma “Erasmus+”, in quanto membro nazionale del Comitato di programma per la parte gioventù e Autorità nazionale di vigilanza dell’Agenzia Nazionale per i Giovani.

Nel corso del 2015, l’Italia ha anche assicurato la partecipazione costante alle riunioni del gruppo di esperti istituito con la risoluzione del Consiglio del 20 maggio 2014 su un piano di lavoro UE per la gioventù (2014-2015), allo scopo di definire "il contributo specifico dell’animazione socio-educativa (Youth Work) e dell’ apprendimento informale e non formale per affrontare le sfide che i giovani si trovano ad affrontare, in particolare il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro ". Il gruppo ha esaminato una vasta gamma di iniziative in tutta l'UE, per evidenziare quelle che utilizzano metodologie di Youth Work atte a sostenere e promuovere l'occupabilità dei giovani. Il lavoro finale sarà la stesura di un rapporto in grado di fornire una  guida per tutti coloro che lavorano con i giovani o che si occupano di supportare la loro occupabilità, con un’attenzione particolare alle persone non impegnate nello studio, né nel lavoro e né nella formazione(c.d. Neet).

 

 

Politiche per lo sport

 

Con riferimento alla partecipazione italiana ai processi UE, la relazione evidenzia che, nel contesto dei negoziati svoltisi nel 2015, in linea con quanto previsto dal Piano di lavoro dell’UE per lo sport 2014-2017, la posizione italiana è stata tesa ad aumentare la cooperazione fra scuole e associazioni sportive, elaborare modelli innovativi per i corsi di educazione fisica, promuovere il ruolo di modelli dei genitori e degli atleti di alto livello, trarre vantaggio dai grandi eventi sportivi svolti in Europa per aumentare la motivazione dei giovani.

Si ricorda che il Piano di lavoro dell'UE per lo sport 2014-2017 mira ad integrare e rafforzare l'impatto delle attività avviate nel quadro del programma Erasmus + nel campo dello sport.

Con riferimento alle azioni poste in essere a livello nazionale, richiama l’organizzazione, a settembre, della prima Settimana europea dello sport.

In questa settimana si sono svolte iniziative a livello europeo, nazionale, regionale e locale, avendo riguardo a 4 temi: l'educazione ambientale, i luoghi di lavoro, le attività all'aperto e i centri di fitness.

Qui maggiori informazioni.

 

Evidenzia, inoltre, che si sta preparando il disegno di legge di ratifica della Convenzione internazionale del Consiglio d’Europa contro il match-fixing, ossia la manipolazione dei risultati sportivi.

Capitolo 16
(Cultura e turismo)

 

Politiche per la cultura e l’audiovisivo

 

La relazione sottolinea che per la prima volta l’Italia ha negoziato con la Commissione UE un PON interamente dedicato allo sviluppo del patrimonio culturale: si tratta del PON “Cultura e sviluppo”, con una dotazione finanziaria di € 490 mln (di cui € 368,2 a valere sui fondi strutturali europei – FESR - ed € 122,7 mln di cofinanziamento nazionale).

 

Il PON Cultura e sviluppo è destinato a Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia ed ha come principale obiettivo la valorizzazione del territorio attraverso interventi di conservazione del patrimonio culturale, di potenziamento del sistema dei servizi turistici e di sostegno alla filiera imprenditoriale collegata al settore.

Gestito dal Mibact – che si avvale delle sue articolazioni territoriali nell’ambito di una strategia di raccordo e di coordinamento con le amministrazioni regionali delle cinque regioni, con le quali saranno sottoscritti specifici Accordi Operativi di Attuazione (AOA) - il PON dà attuazione alle scelte strategiche ed agli indirizzi definiti dall’Accordo di Partenariato tra l’Italia e la Commissione Europea, che considera il patrimonio culturale un asset potenzialmente decisivo per lo sviluppo del Paese.  Qui la pagina dedicata sul sito del Mibact.

 

Evidenzia, inoltre, che si sono conclusi i cicli di investimento relativi alla programmazione 2007-2013, e in particolare al Programma operativo interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo”, che, per la parte di investimento sugli attrattori culturali, ha conseguito il quasi pieno utilizzo della dotazione finanziaria disponibile.

 

Richiamando la risoluzione della 7^ Commissione del Senato sulla comunicazione della Commissione UE “Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l’Europa” (COM(2014)477 definitivo) (si tratta della risoluzione Doc. XVIII, n. 83, approvata il 26 novembre 2014), fa altresì presente che il Governo si è adoperato per il rafforzamento e l’integrazione delle politiche in materia di cultura e turismo nell’ambito delle strategie europee.

 

Sottolinea, poi, la proposta di costituire presso l’UNESCO un meccanismo procedurale e operativo per il coordinamento degli interventi di urgenza nelle aree di crisi, includendo la componente culturale nelle missioni di pace.

Al riguardo si ricorda che il 16 febbraio 2016 è stata siglata l’intesa tra il Governo italiano e l’Unesco per la costituzione della task force italiana nel contesto della coalizione globale Unesco Unite4Heritage. La task force è composta da un primo nucleo di Carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, storici dell’arte, studiosi e restauratori dell’Istituto Superiore per la conservazione e il restauro, dell’Opificio delle pietre dure, dell’Istituto Centrale per la conservazione e il restauro del patrimonio archivistico e librario e dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione. In futuro entreranno a far parte di questa unità anche docenti universitari. La task force interverrà su richiesta di uno Stato membro che sta affrontando una crisi o colpito da una catastrofe naturale per stimare i danni sul patrimonio culturale, pianificare operazioni per misure di salvaguardia del patrimonio culturale e naturale colpito, fornire supervisione tecnica e formazione per assistere i restauratori locali nelle azioni di tutela, prestare assistenza al trasporto in sicurezza di beni culturali mobili, contrastare il saccheggio e il traffico illecito di beni culturali. Qui maggiori informazioni. Si veda, inoltre, la risposta del 3 marzo 2016 all’interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-07974.

 

Ricorda che, in tema di beni illecitamente esportati, il Governo ha collaborato all’elaborazione di un modulo del sistema IMI (Internal market information system) specifico per i beni culturali, come previsto dalla direttiva 2014/60/UE (recepita con d.lgs. 2/2016).

 

In ordine al diritto d’autore, evidenzia che l’Italia ha sottolineato che, per un’efficace tutela dello stesso nell’era digitale, occorre bilanciare la garanzia di un ampio accesso alla conoscenza e all’informazione con una adeguata tutela giuridica e una adeguata remunerazione degli autori e degli altri titolari di diritti per l’utilizzo delle loro opere.

Al riguardo, si ricorda che nell’all. B del disegno di legge di delegazione europea 2015, attualmente in corso di esame alla Camera (A.C. 3450), è inserita la direttiva 2014/26/UE, sulla gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso on line nel mercato interno.

In materia di utilizzo di opere orfane (d.lgs. 163/2014), la relazione evidenzia che l’Italia ha collaborato con l’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno, presso il quale è attiva una banca dati delle opere orfane pubblicamente accessibile.

 

Con riferimento a biblioteche e archivi, l’Italia ha partecipato a vari progetti.

In particolare, nell’ambito di Europeana, biblioteca digitale, ha partecipato all’attuazione di Europeana Sounds e di Europeana Food and Drink, mentre in tema di archivi ha partecipato al progetto APEx, il portale europeo degli archivi, e ha perseguito politiche mirate a tenere in adeguato conto le esigenze di conservazione di documenti senza che se ne alteri il valore probatorio.

Le principali iniziative di promozione dei musei sono state “La notte dei musei” e “Le giornate europee del patrimonio”.

 

Nel settore dello spettacolo, la relazione fa presente che sono state realizzate iniziative per il sostegno di progetti di giovani con meno di 35 anni e per la formazione e il perfezionamento professionale.

Qui l’iniziativa Movin’Up.

 

Con riferimento all’audiovisivo, infine, la relazione evidenzia che l’azione è stata indirizzata verso due macroaeree di intervento, ossia la promozione all’estero delle opere italiane – attraverso incentivi all’export e il rafforzamento delle coproduzioni e delle relazioni bilaterali e multilaterali – e la modernizzazione del quadro normativo in relazione al diritto d’autore nell’epoca digitale e al sostegno dell’industria creativa.

In particolare, si intende assicurare la tutela degli interessi dei titolari dei diritti, l’ampia circolazione dei contenuti audiovisivi digitali, la revisione della direttiva sui servizi di media audiovisivi, il superamento della distinzione fra servizi lineari e non lineari, l’ampliamento del campo di applicazione ai nuovi operatori della rete attivi nel settore audiovisivo, e si intende valutare l’opportunità di attenuare, in alcuni casi, il principio del Paese di origine.

 

Politiche per il turismo

La relazione evidenzia che nel 2015 il Governo si è adoperato per rafforzare le pratiche di turismo sostenibile basato sulla stretta interdipendenza tra turismo e cultura e integrazione con i piani paesaggistici del territorio.

Vengono citate le novità introdotte nel settore, tra cui le agevolazioni fiscali per favorire la competitività del settore turistico, attraverso la sua digitalizzazione e la ristrutturazione e riqualificazione degli alberghi.

 

L’art. 10, comma 1 del D.L. n. 83/2014 (e relativo D.M. attuativo 7 maggio 2015) riconosce alle imprese alberghiere esistenti al 1 gennaio 2012 un credito d’imposta (per il periodo d'imposta in corso al 1 giugno 2014 e per i due periodi successivi) del 30 per cento delle spese sostenute fino ad un massimo di 200.000 euro per interventi di ristrutturazione edilizia e di eliminazione delle barriere architettoniche. Il limite massimo di spesa previsto è 20 milioni di euro per l'anno 2015 e 50 milioni per gli anni dal 2016 al 2019. Il 10 per cento di tale limite massimo è destinato, per ciascun anno, alle imprese alberghiere per interventi quali acquisto di mobili e componenti d'arredo. Il sottosegretario al Ministero dei beni attività culturali e turismo, on. Dorina Bianchi, in risposta ad un question time in X Commissione alla Camera del 22 marzo u.s. ha evidenziato il successo dell’applicazione del beneficio (le richieste di accesso a febbraio 2016 sono state superiori alle disponibilità per l’anno), auspicando che eventuali nuove misure di agevolazione fiscale degli investimenti di riqualificazione turistica possano essere estesi a tutte le imprese turistiche, come è avvenuto per il tax credit digitalizzazione, di cui all’articolo 9 del medesimo D.L. n. 83/2014, ricomprendendo quindi i campeggi ed i villaggi turistici.

La relazione evidenzia che il Governo ha promosso un nuovo modello di governance, coerentemente con le Conclusioni del Consiglio del 4 dicembre 2014: "Favorire il turismo facendo leva sul patrimonio culturale, naturale e marittimo europeo", con la convocazione degli Stati Generali del Turismo da cui sono emerse le linee di sviluppo della politica turistica italiana nei prossimi anni (approccio bottom-up).

Il sottosegretario al Ministero dei beni attività culturali e turismo, on. Dorina Bianchi, in risposta ad un question time in X Commissione alla Camera del 22 marzo u.s. ha evidenziato che la Direzione Generale del Turismo del MIBACT ha avviato l’elaborazione del Piano Strategico di Sviluppo del Turismo in Italia. La DG Turismo ha incaricato l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa s.p.a. (Invitalia S.p.A), società in house del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di fornire un adeguato supporto di assistenza tecnica per la realizzazione delle attività sopra menzionate.

Viene inoltre richiamato l’avvio del Piano straordinario della mobilità turistica per valorizzare le aree minori (previsto dall’articolo 11 del decreto-legge n. 83 del 2014) e l’impegno per la per valorizzazione del patrimonio immobiliare dismesso per consentirne la gestione da parte di imprese giovanili e imprese sociali.

 

Nel corso del 2015, il Governo ha inoltre partecipato agli eventi promossi dalle Presidenze lettone e lussemburghese: l’European Tourism Forum (ETF) e alla Pilot action sul turismo del programma di finanziamento COSME, “Facilitating EU transnational tourism flows for seniors and young people in the low and medium seasons” e “Supporting competitive and sustainable growth in the tourism sector”. La relazione evidenzia che si tratta dell’unico programma di finanziamento diretto che prevede una linea dedicata al turismo.

 

La relazione segnala la partecipazione italiana alla Strategia europea per la macro-regione adriatico-ionica EUSAIR.


 

 

Capitolo 17
(Inclusione sociale e politiche per le pari opportunità)

 

Politiche per la tutela dei diritti e l’empowerment delle donne

 

Il Governo, nel 2015, ha elaborato il primo Piano d’azione nazionale contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani (ex art. 9 del D.Lgs. 24/2014), il quale (in linea con la strategia comunitaria per l’eradicazione della tratta degli esseri umani (2012 – 2016) – COM (2012)) 286 definisce le strategie pluriennali di intervento per la prevenzione e il contrasto al fenomeno, nonché le azioni finalizzate alla sensibilizzazione, all'emersione, alla prevenzione, e all'integrazione sociale delle vittime.

 

Sul fronte della lotta alla violenza nei confronti delle donne, il Governo italiano ha proseguito e concluso positivamente la sua azione di coordinamento e diffusione del progetto europeo finanziato nell’ambito del Programma PROGRESS della Commissione europea, dal titolo “FIVE MEN” (Fight Violence against woMEN). Nell’ambito dello stesso programma, inoltre, sempre nel 2015, il Governo è stato impegnato nella realizzazione e conclusione del progetto “Women mean business and economic growth” (“Donne significano affari e crescita economica”), finalizzato alla promozione della presenza equilibrata di donne e uomini nelle posizioni apicali dei luoghi decisionali dell’economia, anche con la creazione di un nuovo insieme di dati sulla presenza delle donne nei consigli delle società italiane e un’analisi sull’impatto della L. 120/2011 (relativa alle quote di genere negli organi di amministrazione e controllo delle società quotate e delle società pubbliche).

 

Oltre a ciò, al fine di assicurare il sostegno ad iniziative imprenditoriali femminili e di favorire maggiori occasioni di occupazione (in linea con la strategia Europa 2020), sono proseguite anche nel 2015 le attività inerenti la Sezione speciale del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI - denominata “Sezione speciale “Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per le Pari opportunità” (istituita nel 2013 e dedicata all’imprenditoria femminile); ed è stata data attuazione al Protocollo di Intesa per lo sviluppo e la crescita dell’imprenditorialità e dell’autoimpiego femminili, attraverso interventi volti a favorire l’accesso al credito per le lavoratrici autonome e per le imprese a prevalente partecipazione femminile.

 

Infine, per promuovere l’accesso e l’avanzamento di carriera delle donne nei settori della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM), in cui le donne sono sottorappresentate, il Governo ha continuato anche nel 2015 l’azione di coordinamento di 2 progetti europei finanziati dal 7° Programma quadro per la ricerca della Commissione europea (STAGES - Structural Transformation to Achieve Gender Equality in Science-, conclusosi nel dicembre 2015, e TRIGGER - Transforming Institutions by Gendering contents and Gaining Equality in Research, attualmente in corso.

 

 

Politiche per la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni

 

Nel corso del 2015, il Governo ha rivisto la Strategia nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti 2012 -2020, per assicurarne una maggiore operatività ed efficacia a livello locale; continuando a sviluppare il sistema di governance, insieme ad azioni di sensibilizzazione su modelli, progetti pilota e sperimentazioni soprattutto in ambito scolastico, socio-sanitario e nel mondo del lavoro – anche in sinergia con l’Agenzia per i diritti fondamentali (Fundamental Rights Agency - FRA), la Commissione europea, il Consiglio d’Europa e tutte le altre Organizzazioni con cui collabora (per es. Equinet).

 

Inoltre, al fine di migliorare l’operatività del Centro di contatto Antidiscriminazioni, nel 2015 il servizio è stato reso maggiormente fruibile ed è proseguita l’attività di formazione attraverso una rimodulazione dell’offerta. Un focus particolare è stato dedicato al tema dell’hate speech (incitamento all’odio) sul web, attraverso incontri formativi, protocolli e sinergie con i principali gestori dei social network (Google, Facebook e Twitter). Oltre a ciò, è stato inoltre messo a regime il Fondo di Solidarietà per la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazioni, per garantire l’anticipazione delle spese legali.

 

E’ inoltre proseguita l’attività di coordinamento sulla proposta di direttiva in materia di antidiscriminazione, concretizzatosi nella predisposizione di un nuovo testo. In particolare, nella sezione dedicata alla disabilità, l’attività ha comportato alcuni progressi, anche se si sta attendendo l’adozione della proposta di direttiva della Commissione, la quale mira ad introdurre condizioni di accesso semplificate a beni e servizi fondamentali nel mercato interno per le persone affette da disabilità

 

In merito alla promozione di azioni sul “Diversity Management”, sono stati sostenuti modelli, progetti pilota e sperimentazioni per l'inserimento nel mondo del lavoro di specifiche categorie svantaggiate, attraverso la formazione dei candidati e dei responsabili delle risorse umane e la realizzazione di tre “Career Days”, rivolti alle aziende e alle categorie discriminate nel mondo del lavoro.

 

Il Governo ha infine elaborato la Strategia Nazionale di contrasto e prevenzione delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e identità di genere, articolata su 4 assi prioritari - educazione, lavoro, sicurezza e media- in merito ai quali sono state svolte attività di sensibilizzazione, informazione e formazione.

 

 

 


 

 

Capitolo 18
(Affari interni)

 

Controllo delle frontiere e immigrazione irregolare

 

Nella relazione consuntiva per l'anno 2015 il Governo riferisce di aver sostenuto, in uno "spirito di leale collaborazione", l'azione della Commissione volta ad affrontare l'intensificarsi della pressione migratoria, a partire dall'adozione, il 13 maggio 2015, dell'Agenda europea sulla migrazione.

 

L'Agenda europea sulla migrazione è stata presentata dalla Commissione europea come risposta immediata alla situazione di crisi nel Mediterraneo e con l'intento di indicare le iniziative a medio e lungo termine che, attraverso soluzioni strutturali, permettano di gestire la questione migratoria in tutti i suoi aspetti. Le azioni immediate proposte nella prima parte dell'Agenda dovrebbero, infatti, rappresentare lo schema sul quale impostare la risposta da dare a eventuali crisi analoghe che dovessero verificarsi su un qualsiasi versante delle frontiere esterne dell'UE[28].

 

In particolare, la relazione evidenzia che l'Italia:

-         ha svolto un ruolo concreto nell'attivazione dei cd. hotspot ("punti di crisi"), necessari per identificare i migranti richiedenti protezione internazionale e distinguerli dai migranti irregolari. Al 31 dicembre 2015 risultavano operativi i centri di Lampedusa e Trapani (nella tabella di marcia presentata alla Commissione e al Consiglio, l'Italia si è impegnata a istituire sei punti di crisi, cinque in Sicilia e uno in Puglia. Secondo quanto da ultimo riferito dalla stessa Commissione nella "Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento"[29], al 16 marzo 2016 risultano operativi quattro punti di crisi, a Lampedusa, Trapani, Pozzallo e Taranto);

-         ha stimolato gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a realizzare una concreta politica europea in materia di rimpatri, soprattutto attraverso gli accordi di riammissione fra l'Unione europea e i Paesi terzi;

-         ha sollecitato il rafforzamento delle sinergie fra organismi e sistemi, quali Frontex, SIS II, Eurosur, Europol ed Eurojust, nella gestione delle frontiere e nella repressione dei reati connessi all'immigrazione illegale (fra le altre azioni svolte, si ricorda l'istituzione da parte di Frontex, dell'European Regional Task Force a Catania e il rafforzamento dell'operazione Triton);

-         ha appoggiato le forme di collaborazione operativa fra gli Stati membri confluite in EUNAVFOR MED, operazione avviata a seguito della decisione (PESC) 2015/778 del Consiglio, del 18 maggio 2015[30], e dell'approvazione del relativo Piano operativo da parte del CoPS-Comitato Politica e Difesa, il 19 giugno 2015[31].

La decisione istitutiva dell'operazione militare EUNAVFOR MED era stata sollecitata dalla Commissione nell'Agenda europea sulla migrazione, in cui si auspicava il supporto a un’operazione di politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) nel Mediterraneo volta a smantellare le reti di trafficanti, e ha dato seguito alla dichiarazione adottata dal Consiglio europeo straordinario del 23 aprile 2015. Gli orientamenti politici forniti dai ministri della Difesa e degli Esteri nelle riunioni informali del 3 e 5 settembre 2015 hanno autorizzato l'operazione a procedere, nel rispetto del diritto internazionale, a fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti in alto mare di imbarcazioni sospettate di essere usate per il traffico o la tratta di esseri umani. Il comitato politico e di sicurezza ha inoltre convenuto che il nome di EUNAVFOR MED dovesse essere cambiato in "Sophia".

 

Azione esterna in materia migratoria

 

Il Governo sottolinea di aver lavorato intensamente per promuovere la "consapevolezza circa l'urgenza di una risposta pienamente europea alla crisi migratoria e dei rifugiati". Riferisce quindi di aver portato avanti le seguenti azioni:

-        in seguito alla grave tragedia avvenuta al largo delle coste libiche, ha ottenuto la convocazione, il 23 aprile 2015, di un Consiglio europeo straordinario interamente dedicato all'emergenza migratoria. Fra le decisioni adottate in quell'occasione, vengono ricordate: l'aumento delle risorse per l'operazione Triton, il lancio di un'operazione nell'ambito della Politica di sicurezza e difesa comune (poi concretizzatasi in EUNAVFOR MED - Sophia), una maggiore cooperazione con i Paesi terzi (in particolare i Paesi africani) al fine di affrontare le cause profonde della migrazione e combattere il traffico di esseri umani, il rafforzamento dei princìpi di solidarietà e responsabilità (anche attraverso iniziative volte alla ricollocazione dei potenziali beneficiari di protezione internazionale dagli Stati in prima linea agli altri Stati dell'UE);

-        nel quadro di incontri bilaterali a livello ministeriale e di vertice e attraverso l'azione della rete diplomatica, ha sostenuto le proposte presentate dalla Commissione europea, nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione, con l'intento di istituire un sistema di accoglienza più equo. In particolare: le proposte volte ad attivare il sistema di risposta di emergenza (previsto dall'art. 78, par. 3, del Trattato sul funzionamento dell'unione europea) per il ricollocamento di 160.000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale, poi adottate con decisione del Consiglio (vd. la decisione (UE) 2015/1523, del 14 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia, la quale prevede un meccanismo di ricollocazione temporanea ed eccezionale, su un periodo di due anni, di 40.000 richiedenti con evidente bisogno di protezione internazionale, e la decisione (UE) 2015/1601, del 22 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia, per la ricollocazione di 120.000 richiedenti); la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio di modifica del regolamento (UE) n. 604/2013 (cd. "regolamento Dublino III) (COM(2015)450), che dovrebbe istituire un meccanismo permanente di ricollocazione in caso di crisi[32]; una più ampia revisione del "sistema Dublino" (che la Commissione dovrebbe proporre a breve);

-        ha sostenuto la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell'Unione, appoggiando fra l'altro la proposta della Commissione europea relativa all'istituzione di una Guardia costiera e di frontiera europea (COM(2015)671), del 15 dicembre 2015.

La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla guardia costiera e di frontiera europea e che abroga il regolamento (CE) n. 2007/2004, il regolamento (CE) n. 863/2007 e la decisione 2005/267/CE del Consiglio intende istituire una Guardia costiera e di frontiera europea che provveda a una gestione europea integrata delle frontiere esterne, attraverso una gestione efficace della migrazione e la garanzia di un livello elevato di sicurezza interna nell'Unione europea, salvaguardando nel contempo la libera circolazione delle persone al suo interno. La Guardia costiera e di frontiera europea dovrebbe essere composta da un'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera e dalle autorità nazionali preposte alla gestione delle frontiere, comprese le guardie costiere nella misura in cui svolgono compiti di controllo di frontiera, secondo il principio di responsabilità condivisa[33];

-        è stato attivo nella promozione dei dialoghi e della cooperazione nel quadro del cd. "Approccio globale su migrazione e mobilità", a sostegno dei Partenariati per la mobilità (come nel caso del Libano) e delle Agende comuni su migrazione e mobilità (con la Nigeria e con l'Etiopia);

-        ha fortemente sostenuto i quadri di dialogo regionali noti come processi di Rabat e di Khartoum, che investono, rispettivamente, i Paesi dell'Africa settentrionale, centrale e occidentale e i Paesi del Corno d'Africa (Tunisia, Egitto e, in prospettiva, la Libia). La relazione riferisce fra l'altro che, nel corso dei negoziati che hanno preceduto il vertice sulla migrazione di La Valletta dell'11 e 12 novembre 2015, il nostro Governo ha ottenuto che l'attuazione del relativo Piano d'azione venga assicurata nell'ambito dei due processi (nei cui comitati direttivi l'Italia ha un "riconosciuto ruolo proattivo").

Il Piano d'azione adottato in occasione del vertice sulla migrazione di La Valletta dell'11 e 12 novembre 2015, cui hanno preso parte i capi di Stato e di governo dell'UE e dei Paesi africani parti del processo di Khartoum e del processo di Rabat, individua cinque principali obiettivi: 1. intervento sulle cause profonde della migrazione per contribuire alla creazione di pace, stabilità e sviluppo economico; 2. miglioramento nell'organizzazione di canali di migrazione legale; 3. protezione dei migranti e dei richiedenti asilo; 4. una lotta più efficace allo sfruttamento e al traffico di migranti; 5. cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione[34];

-        è stato fra i negoziatori più attivi degli impegni assunti in occasione del vertice di la Valletta, per quanto concerne, in particolare, la promozione della migrazione legale, la cooperazione allo sviluppo, il rafforzamento dei sistemi locali di asilo, la lotta ai trafficanti di esseri umani, una maggiore cooperazione in materia di rimpatri. Ha inoltre contribuito a far sì che le risorse del Fondo fiduciario lanciato in occasione del vertice (della consistenza iniziale di 1,8 miliardi di euro) siano specificamente destinate ad azioni da intraprendere nell'ambito dei due processi;

-        ha sostenuto un forte coinvolgimento della Turchia in relazione all'emergenza dei rifugiati lungo la rotta del Mediterraneo orientale e dei Balcani occidentali, come poi elaborato nel quadro del vertice UE-Turchia del 29 novembre 2015[35].

In occasione del vertice con la Turchia del novembre 2015 è stata adottata una Dichiarazione comune ed è stato avviato un piano d'azione comune per far fronte alla crisi dei rifugiati provocata dalla situazione in Siria. L'Unione europea e la Turchia hanno inoltre convenuto di rilanciare il processo di adesione della Turchia all'UE.

In particolare, l'UE si è impegnata a mettere a disposizione della Turchia un importo iniziale di 3 miliardi di euro di risorse supplementari per aiutarla a far fronte all'elevato numero di rifugiati siriani attualmente nel paese. Con l'attuazione del piano d'azione, le parti si sono impegnate a intensificare la loro cooperazione attiva sui migranti che non necessitano di protezione internazionale, al fine di impedire i viaggi verso la Turchia e l'UE, di garantire l'applicazione delle disposizioni bilaterali vigenti in materia di riammissione, procedere al rimpatrio rapido nei rispettivi Paesi di origine. Le parti hanno inoltre convenuto di applicare, a partire dal giugno 2016, l'accordo di riammissione.

Il vertice è stato seguito da altre due riunioni, il 7 e 18 e marzo 2016, con l'adozione di Dichiarazioni finali che hanno, fra l'altro, ribadito l'impegno ad attuare il piano d'azione comune attivato il 29 novembre[36].

 

Asilo e migrazione legale

 

La relazione evidenzia che l'attività del Governo italiano volta a segnalare la "grave situazione di pressione" sul nostro sistema d'asilo ha trovato riscontro in quanto preannunciato nell'Agenda europea sulla migrazione del 13 maggio 2015 nonché nell'articolato pacchetto di proposte presentato successivamente dalla stessa Commissione in attuazione dell'Agenda (vd. sopra).

 

Oltre alle citate proposte per la ricollocazione e al progetto di riforma di Dublino, ricorda in questa sede la proposta di regolamento per l'istituzione di una lista di Paesi di origine sicuri, ai fini dell'adozione delle decisioni sulla protezione internazionale ai sensi della direttiva n. 2013/32/UE.

Il 9 settembre 2015 la Commissione h presentato proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un elenco comune dell'UE di Paesi di origine sicuri ai fini della direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca della protezione internazionale, e che modifica la direttiva 2013/32/UE" (COM(2015)452). La proposta intende consentire un esame più rapido delle domande di asilo di candidati provenienti da Paesi che tutta l'Unione considera sicuri e accelerarne il rimpatrio qualora la valutazione individuale della domanda confermi che non sussistono le condizioni per la concessione dell'asilo. Nella lista dei Paesi di origine sicuri proposti dalla Commissione figurano Albania, Bosnia Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di macedonia, Kosovo, Montenegro, Serbia e Turchia (in sede di primo esame della proposta di regolamento, alcuni Stati membri hanno manifestato perplessità sull'inclusione della Turchia in tale lista, e l'iter della proposta stessa ha subito un forte rallentamento)[37].

Sottolinea, in particolare, che il pacchetto di proposte "rappresenta un riconoscimento politico significativo rispetto a quanto da sempre sostenuto dal Governo italiano", in linea con le indicazioni parlamentari (ricorda in proposito le risoluzioni della 1a Commissione del Senato doc. XVIII n. 100 e doc. XVIII n. 101).

Ritiene che le decisioni adottate in materia di ricollocazione rappresentino "un punto fondamentale di svolta delle politiche migratorie dell'Unione europea" e che la proposta di riforma del regolamento Dublino, pur ancora insufficiente, vada nella direzione auspicata dall'Italia.

Riferisce infine che l'Italia, già nel corso del 2015, ha avviato un programma nazionale di reinsediamento sulla base della raccomandazione dell'Unione europea.

 

La "raccomandazione (UE) 2015/914 della Commissione, dell'8 giugno 2015, relativa a un programma di reinsediamento europeo" ha invitato gli Stati membri a reinsediare, in un periodo di due anni, 20.000 persone provenienti da Paesi non appartenenti all'UE e con evidente bisogno di protezione internazionale secondo l'UNHCR. In occasione del Consiglio Giustizia e affari interni (GAI) del 20 luglio 2015, i ministri hanno trovato un accordo in merito al reinsediamento, attraverso programmi multilaterali e nazionali, di 22.504 persone. Sulla base delle informazioni pervenute dagli Stati partecipanti[38], risulta tuttavia che al 15 marzo sono state reinsediate solo 4.555 persone, così distribuite: Austria (1.395), Belgio (212), Repubblica ceca (52), Francia (15), Irlanda (251), Italia (96), Liechtenstein (20), Paesi Bassi (231), Norvegia (6), Regno Unito (1.864), Svizzera (413).

 

 

Sicurezza interna e misure di contrasto alla criminalità

 

Contrasto al terrorismo

 

La relazione evidenzia che l'Italia ha svolto un "ruolo di grande rilievo" nella formulazione e implementazione della strategia dell'Unione nel campo della sicurezza, prima in qualità di Presidente di turno dell'UE e poi come "partner costruttivo e affidabile nella traduzione in pratica delle politiche concordate", soprattutto per quanto concerne il fenomeno dei foreign fighters.

Ricorda, in particolare, le seguenti misure prioritarie indicate dal Consiglio europeo del 12 febbraio 2015 e successivamente rese operative dai Consigli Giustizia e affari interni (GAI):

-         l'incremento dello scambio di informazioni fra le autorità antiterrorismo degli Stati membri e le Agenzie e strutture UE di settore (Europol, Eurojust e Frontex), nonché dell'immissione di dati relativi ai sospetti foreign fighters sulla banca dati SIS II.

Il Sistema d’Informazione Schengen (SIS) è un sistema automatizzato per la gestione e lo scambio di informazioni tra i Paesi aderenti alla Convenzione di Schengen. Il SIS II è entrato in funzione il 9 aprile 2013 ed è un sistema IT all'avanguardia che consta di un sistema centrale, un sistema nazionale in ciascuno Stato Schengen e un'infrastruttura di comunicazione fra il sistema centrale e i sistemi nazionali;

-         il miglioramento dell'interoperabilità delle banche dati UE ai fini della prevenzione del terrorismo e di altri reati gravi;

-         il potenziamento della sicurezza nei trasporti, con il raggiungimento dell'accordo politico fra Parlamento europeo e Consiglio sulla direttiva relativa al cd. "codice passeggeri" (PNR).

La proposta di direttiva sull'uso dei dati del codice di prenotazione a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi (COM(2011)23) è stata presentata il 2 febbraio 2011. Il 4 dicembre 2015 il Consiglio ha approvato il testo di compromesso concordato con il Parlamento europeo. Ai sensi della proposta di direttiva, i vettori aerei dovranno fornire alle autorità degli Stati membri i dati PNR per i voli in arrivo o in partenza dall’UE. La direttiva dovrebbe inoltre consentire agli Stati membri, senza obbligarli, di raccogliere i dati PNR in relazione a voli intra UE selezionati;

-         l'approvazione del regolamento di attuazione sugli standard comuni di disattivazione delle armi da fuoco.

Il regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/2403 della Commissione, del 15 dicembre 2015, ha definito gli orientamenti comuni sulle norme e sulle tecniche di disattivazione per garantire che le armi da fuoco disattivate siano rese irreversibilmente inutilizzabili[39];

-         il rafforzamento delle strutture dell'Unione di supporto all'azione di law enforcement degli Stati membri (nuovo regolamento Europol, unità EU IRU - Internet Referral Unit per il contrasto alla radicalizzazione sul web, il Centro europeo antiterrorismo ECT, avviato da Europol il 1° gennaio 2016).

Nel marzo 2013 è stata presentata dalla Commissione europea la proposta di regolamento che istituisce l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione e la formazione delle autorità di contrasto (Europol) (COM(2013)173), per la riforma del quadro giuridico di Europol (essa intende, fra l'altro, attuare le disposizioni previste nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relative al controllo democratico sull’operato dell'agenzia da parte del Parlamento europeo e su quello associato dei parlamenti nazionali). Il 10 marzo 2016 il Consiglio Giustizia e affari interni (GAI) ha adottato la sua posizione in prima lettura;

-         strategie di prevenzione dell'estremismo radicale violento;

-         campagne di comunicazione che evidenziano le contraddizioni e le menzogne della retorica dell'islamismo radicale violento ("contronarrazione");

-         la valorizzazione delle buone pratiche europee di comunicazione in funzione anti-radicalizzazione (in base all'esperienza del Syrian Strategic Communication Advisory Team);

-         la sinergia fra istituzioni di law enforcement e industria del web e dei social network a fini di prevenzione dell'estremismo violento e del terrorismo;

-         l'intensificazione della cooperazione con i Paesi terzi e con partner chiave come gli Stati Uniti.

 

Fra i principali risultati conseguiti, la relazione evidenzia che l'Italia:

-       ha operato il maggior numero di inserimenti di dati relativi ai foreign fighters nel Sistema Informativo Schengen;

-       ha dato il via alla rete dei punti di contatto nazionali per le investigazioni sui foreign fighters, considerata una delle migliori pratiche a livello internazionale per la specializzazione e l'efficienza raggiunte;

-       ha consolidato la propria presenza entro il cd. "Gruppo degli 11", un Foro informale di consultazione fra gli undici Stati membri più colpiti dal fenomeno dei foreign fighters.

 

Contrasto alla criminalità organizzata

 

La relazione riferisce che, nel corso del 2015, l'Italia ha contribuito alla conoscenza e all'utilizzazione degli strumenti di cooperazione strategica all'interno dell'Unione finalizzate alle attività di contrasto delle forme gravi di criminalità.

Nel quadro del ciclo programmatico quadriennale 2014-2017 per il contrasto del crimine organizzato e delle altre forme gravi di criminalità nell'Unione, evidenzia che l'Italia ha assunto un ruolo di guida di tre priorità operative su quattro, ossia l'immigrazione illegale, la contraffazione di beni e accise, le frodi intracomunitarie con soggetti fittizi.

Il "Ciclo programmatico dell'Unione europea per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale" è una metodologia adottata dall'Unione europea per affrontare le principali minacce della criminalità che colpiscono l'UE. Le priorità per il periodo 2014-2017 sono state adottate nel giugno 2013 (vd. doc. 12095/13).

Per quanto concerne in particolare il favoreggiamento dell'immigrazione illegale da parte delle organizzazioni criminali che controllano il traffico di migranti, l'Italia:

-         ha coordinato insieme a Europol la squadra operativa congiunta denominata "JOT MARE" prevista dall'azione 5.3 del Piano operativo, inserito nella priorità, a guida italiana, EMPACT ("immigrazione illegale");

-         ha partecipato all'azione operativa 2.3, denominata JOT COMPASS, finalizzata al contrasto ai gruppi criminali organizzati che favoreggiano l'immigrazione illegale attraverso i Paesi dell'Europa orientale e del Mediterraneo centrale.

 

Ricorda inoltre che è stata inaugurata la già citata European Regional Task Force di Catania, con il compito di cooperare con le squadre di Frontex e gli uffici investigativi coinvolti negli arrivi illegali di migranti via mare (Europol, Frontex, Eurojust, l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo e la Polizia italiana).

 

 


 

Capitolo 19
(Giustizia)

 

Con riguardo alla Giustizia, la relazione si sofferma - oltre che sulle misure di contrasto alla criminalità (v. cap. 18) - sulle iniziative nel settore civile e in quello penale.

In particolare, con riguardo alla giustizia civile, la relazione richiama la stretta correlazione fra giustizia civile e crescita economica, da un lato, e giustizia civile e tutela dei diritti fondamentali, dallaltro.

 

I tavoli di negoziato hanno riguardato le seguenti proposte legislative:

 

- Proposta di regolamento che promuove la libera circolazione di cittadini e imprese semplificando l'accettazione di alcuni documenti pubblici nell'Unione europea e modificando il Regolamento (UE) n. 1024/2012. Lobiettivo della proposta è quello di semplificare le formali amministrative rispettando, nel contempo, l'interesse pubblico generale di garantire l'autenticità dei documenti pubblici.

 

- Progetto di revisione del Regolamento CE n.861/2007, che istituisce un procedimento europeo per le controversie di modesta entità (c.d. Small Claim Procedures).

 

Il progetto è diretto a migliorare l'accesso alla giustizia da parte di cittadini e imprese grazie alla semplificazione della procedura nelle controversie di modesta entità con conseguente riduzione dei costi.

 

Il 20 maggio 2015 è stato, invece, definitivamente adottato il Regolamento UE 2015/848 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle procedure di insolvenza (rifusione), principalmente volto a superare le criticità riscontrate in questi dieci anni di applicazione del precedente regolamento.

 

Per quanto concerne gli interventi normativi che investono la correlazione tra giustizia civile e tutela dei diritti fondamentali, la relazione qualifica come “intensa” la partecipazione dell'Italia ai negoziati relativi alle seguenti proposte legislative:

 

- Proposta di regolamento relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia di regimi patrimoniali dei coniugi e proposta di regolamento in materia di effetti patrimoniali delle unioni registrate. Tali proposte riguardano la competenza giurisdizionale, la legge applicabile, il riconoscimento e lesecuzione delle decisioni in materia di regimi patrimoniali. La prima è relativa ai rapporti matrimoniali, mentre la seconda è relativa alle unioni registrate. Di tali proposte, la Commissione Giustizia della Camera dei deputati ha avviato l’esame giovedì 31 marzo 2016. Persiste, comunque, rispetto allultimo testo delle proposte, lopposizione di alcuni Paesi, cui si contrappongono altri Paesi che non accettano compromessi che possano introdurre principi potenzialmente discriminatori.

 

L'Italia ha inoltre aderito al progetto di elaborazione di un atto normativo comunitario che regoli i contratti di acquisto on line di contenuti digitali e beni tangibili.

 

- Proposta di riforma del Regolamento n. 2201/2003 che contiene norme uniformi per la risoluzione dei conflitti di competenza tra Stati membri in materia di scioglimento del vincolo matrimoniale, di responsabilità genitoriale, di sottrazione di minori e disposizioni in tema di riconoscimento e di esecuzione in un altro Stato membro di decisioni, accordi e atti pubblici. Nel corso del 2015, il Governo ha inoltre proseguito la sua attiva partecipazione ai tavoli tecnici costituiti dal Consiglio sulle questioni generali”, puntualmente individuate nella relazione.

L’Italia, infine, ha garantito anche per il 2015 la sua attiva partecipazione alla rete europea della giustizia civile e commerciale nonché alla rete di cooperazione legislativa dei Ministeri della giustizia degli Stati membri dell’Unione.

 

 

Con riguardo al settore penale, i negoziati relativi alle proposte normative ai quali l’Italia ha partecipato sono i seguenti:

 

- Proposta di direttiva relativa alla lotta alla frode e alla protezione degli interessi finanziari dell’Unione europea, anche attraverso il diritto penale (PIF). La procedura sulla proposta di direttiva per la tutela degli interessi finanziari dell'Unione Europea, anche attraverso il diritto penale (PIF), ha ricevuto recentemente nuovo impulso, a seguito della sentenza della Corte di Giustizia nella causa C-105/14 (sentenza Taricco). Tale pronuncia ha ribadito lobbligo per gli Stati membri di adottare tutte le misure legislative e amministrative adeguate, al fine di permettere un efficace contrasto di tutti i comportamenti fraudolenti idonei a ledere gli interessi finanziari dell’Unione.

 

 

-Proposta di regolamento sulla creazione dell’ufficio del Pubblico Ministero Europeo. Sulla proposta di regolamento relative alla creazione di una Procura europea (European Public Prosecutor’s Office - EPPO), la relazione sottolinea che l’Italia ha seguito l’intenso lavoro tecnico svolto sotto Presidenza lussemburghese, al fine di garantire una Procura efficiente, indipendente e con reali poteri d'indagine. Il risultato raggiunto in sede di accordo generale parziale, in occasione del Consiglio GAI del 3 dicembre 2015, non è apparso soddisfacente. Il consenso degli Stati membri si è, infatti, coagulato su un testo che rischia di costruire una struttura debole. L’Italia ha, quindi, espresso parere negativo sul testo, evidenziandone i nodi critici.

 

 

-Proposta di direttiva sulle garanzie procedurali per i minori sottoposti a indagini o imputati in un procedimento penale. Nel corso del 2015 è proseguito l’iter della proposta di direttiva relativa ai diritti dei minori indagati o imputati in procedimenti penali, giungendosi ad un accordo di compromesso in sede di Consiglio GAI del 3 dicembre 2015. Il testo licenziato non è, tuttavia, apparso soddisfacente per l’Italia, che persegue l’armonizzazione della disciplina normativa europea in senso maggiormente garantista per i minori sottoposti a procedimento penale.

 

 

-Proposta di direttiva sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione d'innocenza e del diritto ad essere presente nei procedimenti penali. Si è concluso a dicembre 2015 il trilogo del Consiglio UE con il Parlamento europeo e la Commissione sulla proposta di direttiva relativa al rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e di alcuni corollari del suddetto principio. Il testo che è attualmente sottoposto al vaglio dei giuristi linguisti.

 

 

-Proposta di direttiva sul gratuito patrocinio per persone sottoposte a indagini o imputate private della libertà e nei procedimenti relativi al mandato darresto europeo. Il negoziato sulla proposta di direttiva sul gratuito patrocinio ha registrato disparità di vedute. L’Italia, insieme al gruppo di Stati membristorici dell’Unione, ha continuato a sostenere, in armonia con il Parlamento europeo, un approccio ambizioso per mantenere un livello di tutela elevato.

 

-Proposta di Direttiva in materia di lotta al terrorismo, destinata a sostituire la Decisione Quadro n. 2002/475/JHA. La nuova proposta presentata dalla Commissione europea il 2 dicembre 2015, per l’adozione di una Direttiva in materia di lotta al terrorismo, è oggetto di un intenso lavoro di studio e preparatorio, in previsione del negoziato che avrà luogo in sede al gruppo Diritto penale sostanziale (DROIPEN) del Consiglio UE a partire dal 7 gennaio 2016.

 

Non ha, invece, avuto sviluppi, durante il 2015, il negoziato sulla Proposta di regolamento per la riforma dell’Agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust) .

Nell’ambito del diritto penale economico-finanziario, il Governo, nel 2015, ha intensificato l'applicazione dei provvedimenti internazionali (Regolamenti, Direttive e Accordi e Convenzioni bi/multilaterali), di polizia (Europol, Schengen e Interpol), giudiziari (Convenzione di Strasburgo ed Eurojust) e di cooperazione spontanea anche con il proficuo apporto fornito tramite il network degli Ufficiali Esperti e di collegamento (ex D.Lgs. 68/2001).

È stata, in parallelo, rafforzata l'azione di contrasto all'immissione e al rimpiego di denaro di origine illecita nei circuiti legali dell'economia attraverso la rete di uffici nazionali per il recupero dei beni (Asset Recovery Office - ARO ).

La collaborazione internazionale di polizia è stata realizzata anche attraverso la partecipazione ad apposite task forces. E' stato, inoltre, garantito un costante contributo a Europol, con la comunicazione di informazioni in merito ai sequestri di valuta effettuati dalle unità operative del Governo Con riguardo allazione di contrasto al fenomeno del terrorismo e del suo finanziamento, la relazione evidenzia l’implementazione dell’interscambio informativo intercorso con i c.d. focal point.

 

Il Governo, infine, ha proseguito l’azione di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, anche mediante la costante collaborazione con l'organizzazione Maritime Analysis and Operations Centre-Narcotics (MAOC-N).

 

 


 

L’impatto della partecipazione delle Camere alla fase ascendente dell’Unione Europea

 


 

Camera dei deputati

 


Affari costituzionali (Commissione I)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE CAMERA

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di ricollocazione di crisi e modifica il regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide (COM(2015)450 final).

 

Proposta di decisione del Consiglio che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia, della Grecia e dell'Ungheria (COM(2015)451 final).

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un elenco comune dell'UE di paesi di origine sicuri ai fini della direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca della protezione internazionale, e che modifica la direttiva 2013/32/UE (COM(2015)452 final).

I tre progetti di atti normativi, adottati in attuazione dell’Agenda europea sulla migrazione, sono stati esaminati congiuntamente dalla I Commissione a partire dalla seduta del 24 settembre 2015 fino all’approvazione del documento finale nella seduta del 14 ottobre 2015 (doc. XVIII, n. 26).

Il Documento esprime una valutazione positiva - evidenziando come a fronte della intensificazione dei flussi migratori, l’adozione dell’Agenda europea sulla migrazione e la rapidità nella predisposizioni dei primi provvedimenti attuativi rappresenti una svolta importante nell’approccio adottato dalla Commissione europea -con alcune osservazioni.

Con riferimento alla proposta di regolamento (COM(2015)450 final) e alla proposta di decisione (COM(2015)451 final) è stata, in particolare, evidenziata l’esigenza di:

-       dare seguito alle misure proposte anche con un riordino complessivo e sistematico del regolamento Dublino III;

-       assicurare la piena applicazione delle misure previste avvalendosi dell’assistenza agli Stati delle agenzie europee, in particolare dell’EASO - Ufficio europeo per l’Asilo, di Frontex e di Europol;

-       rivedere le chiavi di distribuzione adottate quali parametri di riferimento per assegnare le quote di richiedenti asilo da ricollocare;

-       ridurre la soglia assunta a riferimento per individuare la platea dei beneficiari dei programmi di ricollocamento, stabilita nel 75 per cento delle domande di protezione internazionale accolte;

-       aumentare il contributo gravante sugli Stati membri che non intendano accettare le quote di ricollocazione loro assegnate o prevedere altri meccanismi sanzionatori;

-       assumere a riferimento un arco temporale più ampio di quello previsto per individuare i casi di aumento straordinario dei flussi migratori;

-       aumentare l’importo di 500 euro destinato agli Stati membri beneficiari della ricollocazione per ogni richiedente asilo ricollocato, in considerazione degli oneri di trasferimento.

Con riferimento alla proposta di regolamento (COM(2015)452 final) la Commissione ha suggerito di rafforzare l’efficacia della lista di paesi di origine sicuri, che nella proposta non comporta alcun effetto automatico e non esime le autorità da gravosi adempimenti.

 

Parere approvato dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione europea il 13 ottobre 2015

La XIV Commissione ha approvato un parere favorevole con alcune osservazioni relative: all'introduzione di un adeguato sistema sanzionatorio in caso di rifiuto di uno Stato membro a partecipare al meccanismo di ricollocazione dei richiedenti asilo; alle modalità di calcolo su cui sono state stabilite le quote di migranti da ricollocare, affinché tengano conto della condizione particolare dei paesi, come l'Italia, che da anni fanno fronte ad ingenti afflussi; al meccanismo di ricollocazione, affinché non sia limitato esclusivamente a coloro che provengono da Siria ed Eritrea; alla istituzione di una procedura unica di concessione di asilo, nonché di un'unica autorità europea per riconoscere lo status di protezione internazionale, eventualmente rafforzando l'EASO-Ufficio europeo di sostegno per l'asilo; al rafforzamento degli effetti derivanti dalla individuazione dei Paesi sicuri.

Con riferimento a tali atti, il Governo riferisce di aver sostenuto le proposte in linea con le indicazioni parlamentari (1ª Commissione Senato, Doc. XVIII n. 100, approvata il 20/10/2015), esercitando anche una funzione di sprone verso gli altri Stati membri, sia nel quadro dei numerosi incontri bilaterali a livello ministeriale e di vertice sia attraverso l’azione della rete diplomatica. Il Governo non fa invece riferimento, nella relazione, alle osservazioni espresse dalla Camera nel citato doc. XVIII, n. 26.

Decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio del 22 settembre 2015 che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia.

 

 


 

Bilancio (Commissione V)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE CAMERA

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Un piano di investimenti per l'Europa (COM(2014) 903 final)

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo per gli investimenti strategici e che modifica i regolamenti (UE) nn. 1291/2013 e 1316/2013 (COM(2015) 10 final), corredata del relativo allegato (COM(2015) 10 final – Annex 1)

 

 

Gli atti sono stati esaminati dalla V Commissione, con l’adozione del  documento finale doc. XVIII n. 21 (approvato il 16 aprile 2015).

 

Nel documento finale la V Commissione ha espresso una valutazione positiva sugli atti, con alcune condizioni:

a) l’adozione, da parte del  Governo, di iniziative finalizzate alla rapida adozione del regolamento istitutivo del FEIS, in modo da consentirne l’operatività già nel secondo semestre del 2015;

b) garantire l’effettiva addizionalità degli investimenti da finanziare, privilegiando i progetti che attualmente non beneficiano di altri sostegni europei, nazionali o privati;

c) inclusione, tra i criteri di selezione dei progetti, dell’impatto sociale degli stessi (creazione di nuova occupazione, valorizzazione del capitale umano e contrasto alla povertà);

d) adozione di iniziative, da parte del Governo, nella selezione dei progetti da realizzare sul territorio nazionale, volte ad evitare la dispersione delle risorse attivabili, privilegiando quelli che contribuiscono ad una ripresa consistente e duratura della crescita, ad un aumento dell’occupazione e ad un rafforzamento della competitività del Paese;

e) priorità da parte del Governo, anche attraverso l’intervento della Cassa depositi e prestiti, al finanziamento di progetti tesi all’attuazione dell’agenda digitale e al potenziamento di infrastrutture di trasporto ed energia, alla messa in sicurezza del territorio, nonché all’ammodernamento delle strutture dedicate all’istruzione, privilegiando comunque le iniziative delle piccole e medie imprese;

f) semplificazione delle procedure per la valutazione della conformità dei finanziamenti;

g) verificare che la riallocazione di quota parte delle risorse dei programmi

« Orizzonte 2020 » e « Meccanismo per

collegare l’Europa » sia in grado di generare un rendimento differenziale, in termini economici e sociali, superiore a

quello che sarebbe stato prodotto dall’assegnazione originaria ai programmi stessi;

h) semplificazione del sistema di governance del FEIS;

i) stabilire nel regolamento una composizione multidisciplinare del comitato per gli investimenti del FEIS;

j) costante informazione e consultazione del Parlamento da parte del Governo in merito alla individuazione dei progetti di interesse per l’Italia.

 

Parere approvato dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione europea il 14 aprile 2015

La Commissione ha esaminato congiuntamente gli atti (COM(2014) 903 final) e (COM(2015) 10 final), ed ha espresso un parere favorevole, subordinato alle seguenti condizioni: impegno per la tempestiva approvazione del regolamento istitutivo del FEIS per consentirne l'operatività entro il secondo semestre 2015; garanzia dell'effettiva addizionalità degli investimenti sostenuti dal FEIS, prevedendo criteri appropriati in relazione alla governance e alle politiche di rischio del Fondo nonché alla selezione dei progetti, sulla base di quanti previsto; con riferimento al sistema di governance del FEIS: riduzione dei tempi necessari per la concessione della garanzia del Fondo ai progetti, semplificazione del modello duale, nomina dei membri del comitato direttivo dal Parlamento europeo sulla base di una rosa di candidati presentata dalla Commissione e dalla BEI, indipendenza dei membri del comitato per gli investimenti dalla BEI, dalle istituzioni dell'Unione, dagli Stati membri o da ogni altro organismo pubblico o privato; previsione di criteri puntuali e procedure semplificate e abbreviate per la valutazione di conformità con disciplina degli aiuti di stato dei finanziamenti erogati dalle banche di promozione nazionale o da altri soggetti pubblici; ricorso, ai fini del contributo del bilancio dell'UE al Fondo, a coperture alternative rispetto alla riallocazione di stanziamenti di programmi e fondi esistenti; nell'ambito del riesame del FEIS entro il 2018, costituzione di un fondo europeo per investimenti in infrastrutture, con risorse conferite direttamente pro quota dagli Stati membri, sul modello del Meccanismo europeo di stabilità; costante informazione e consultazione delle Camere in merito a tutte le fasi del processo (identificazione, strutturazione e selezione) dei progetti di interesse per l'Italia per i quali sarà richiesta la garanzia del FEIS, inclusa la richiesta di  parere parlamentare sui progetti da sottoporre alla Commissione europea e alla BEI per il sostegno del FEIS; infine, utilizzo efficace - a livello nazionale - in linea con le indicazioni contenute nel Piano per gli investimenti, dei fondi SIE 2014-2020, in senso complementare agli interventi sostenuti dal FEIS.  

Il Governo ha accolto le indicazioni contenute nelle Risoluzioni parlamentari delle Commissioni parlamentari, in particolare riguardo alla rapida approvazione del Regolamento UE istitutivo del Fondo europeo per gli investimenti strategici e del  polo europeo di consulenza sugli investimenti e al portale dei progetti di investimento europei (Regolamento UE 2015/1017). Grazie al meccanismo operativo di warehousing, sostenuto dal governo italiano, l’EFSI ha potuto garantire, con effetti immediati e retroattivi, le operazioni approvate dalla BEI fin dal gennaio 2015.

È stato approvato il Regolamento (UE) 2015/1017, del parlamento europeo e del consiglio del 25 giugno 2015, relativo al Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI), al polo europeo di consulenza sugli investimenti e al portale dei progetti di investimento europei (PPIE) e che modifica i regolamenti (UE) n. 1291/2013 e (UE) n. 1316/2013 – il Fondo europeo per gli investimenti strategici.

 


 

Ambiente (Commissione VIII)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE CAMERA

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Comunicazione “Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020” (COM(2015)81)

L’esame della Comunicazione COM(2015)81 “Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020”, iniziato il 1 aprile 2015 e terminato l’8 luglio 2015, ha avuto come esito l’approvazione del Doc. XVIII n. 24, da parte delle due Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività produttive), che esprimono una valutazione positiva, in particolare, con le seguenti osservazioni:

·      l'Unione europea promuova il raggiungimento nel vertice Onu di Parigi (30 novembre – 11 dicembre 2015) di un accordo globale vincolante che garantisca il rispetto dell'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura media globale entro la soglia di due gradi rispetto ai livelli precedenti la rivoluzione industriale ,in vigore dal 2020, come stabilito anche nelle conclusioni del G7 che si è concluso a Elmau, in Germania, l'8 giugno 2014;

·      si provveda a promuovere una revisione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) per correggerne i limiti e i difetti che ne hanno pregiudicato la capacità di svolgere la funzione di strumento rilevante dell'Unione europea per ridurre le emissioni di gas serra, con particolare riguardo ai cosiddetti settori energivori.

Parere approvato dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione europea il 1 luglio 2015  

La XIV Commissione ha esaminato la Comunicazione COM(2015)81, congiuntamente alle Comunicazioni COM(2015)80 e COM(2015)82 (vedi infra, Attività produttive (Commissione X), ed ha approvato un parere favorevole, con osservazioni e condizioni. In particolare, con riguardo alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Parigi del dicembre 2015, è stata posta al Governo la condizione di adoperarsi per il raggiungimento di un accordo che obblighi gli Stati contraenti a ridurre le emissioni mondiali di almeno il 60 per cento entro il 2050 rispetto ai livelli del 2010, con il coinvolgimento dei settori dell'aviazione civile e dei trasporti marittimi. Inoltre, è stata espressa la seguente osservazioni, con riferimento alla Comunicazione COM(2015)81,  riguardante la revisione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) per correggerne limiti e i difetti, con particolare riguardo ai cosiddetti settori energivori.

Per quanto riguarda la Conferenza di Parigi sul Clima, il Governo ha partecipato e contribuito ai negoziati internazionali per la definizione dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, adottato nella capitale francese il 12 dicembre 2015 dai rappresentanti di 195 Paesi aderenti alla Convezione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

 

Nel secondo semestre del 2015 la Presidenza di turno dell’Unione ha convocato un limitato numero incontri sulla proposta di revisione della Direttiva ETS (Direttiva 2003/87/CE) per il quarto periodo di trading (dal 2021 al 2030) presentata dalla Commissione Europea il 15 luglio 2015 (COM (2015) 337 final). Le riunioni sono state incentrate sulla presentazione della proposta da parte della Commissione e sull’analisi della valutazione di impatto. Il Governo italiano ha partecipato attivamente al fine di acquisire chiarimenti e dettagli tecnici sui vari elementi che compongono la proposta. Pertanto gli indirizzi del Parlamento, di cui al Doc. XVIII n. 24 dell’8 luglio 2015 della Camera, saranno tenuti in considerazione nella successiva fase negoziale.

Anche se non menzionato dalla relazione, si segnala che il Consiglio europeo di dicembre 2015 ha espresso la propria soddisfazione per lo storico accordo e invitato Commissione e Consiglio a valutarne i risultati. Facendo seguito a tale invito, il 2 marzo 2016 la Commissione ha presentato una comunicazione che contiene un’analisi dei punti salienti dell’accordo, delle tappe intermedie per il raggiungimento degli obiettivi e delle misure con cui l’Unione europea darà attuazione agli impegni sanciti dall’accordo. Accompagna la comunicazione una proposta di decisione del Consiglio volta ad autorizzare la  firma, a nome dell'Unione europea, dell'accordo di Parigi.

 

 

 

 

 


 

Attività produttive (Commissione X)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE CAMERA

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti - Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici (COM(2015) 80 final)

 

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio -Raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica - Una rete elettrica europea pronta per il 2020 (COM(2015) 82 final)

L’8 luglio 2015 le Commissioni riunite VIII e X hanno approvato il Documento finale:. Doc. XVIII n. 24.

Le Commissioni si sono espresse favorevolmente sui documenti formulando tuttavia le seguenti 29 osservazioni:

·      impegno del Governo italiano per far sì che siano recepiti gli obiettivi e le priorità nazionali in vista della sicurezza energetica e del contrasto ai cambiamenti climatici;

·      impegno del Governo italiano, con riguardo al tema delle interconnessioni, affinché l’Unione europea favorisca la realizzazione, nel più breve tempo possibile, della piena interconnessione delle reti a livello continentale, individuando e stanziando le risorse necessarie allo scopo;

·      interventi diretti a realizzare la piena interconnessione, il potenziamento e l'ammodernamento delle reti elettriche e del gas, anche per ridurre le dispersioni, sulla base di un disegno strategico coerente che risponda a una logica sistemica che assuma le esigenze comuni;

·      valutazione dell'opportunità di rapportare l'obbligo del 10% di interconnessione minima all'energia complessivamente utilizzata in un Paese in un dato periodo o alla punta di capacità effettivamente utilizzata nell'anno;

·      valutazione, in prospettiva, dell’affrancamento dalle fonti fossili in coerenza con gli obiettivi al 2050 e con la decarbonizzazione a fine secolo;

·      rafforzamento dei poteri e dell'indipendenza dell'Agenzia per la cooperazione delle autorità di regolazione;

·      interventi per conseguire una convergenza in materia di accesso alle reti, di funzionamento dei mercati e per l'armonica attuazione delle liberalizzazione di settore;

·      assunzione di tutte le misure necessarie a superare le barriere tecniche e regolatorie che ancora impediscono la piena realizzazione di un mercato integrato;

·      ampliamento della generazione distribuita, favorendo una maggiore capacità da fonti di energia rinnovabile con gli opportuni e necessari interventi di semplificazione amministrativa e con una disciplina dell'autoconsumo e degli oneri di sistema che tenga insieme le esigenze di garantire la piena ed equa funzionalità della rete di trasmissione senza penalizzare in modo improprio la generazione distribuita;

·      promozione in sede europea un disegno di riordino complessivo dei meccanismi di incentivazione alle fonti rinnovabili di energia per favorirne lo sviluppo su scala continentale con un sistema di regole stabile e omogeneo tra i diversi paesi;

·      promozione della ricerca e dell'innovazione nell'ambito della produzione e della distribuzione di energia da fonti rinnovabili per sostenere lo sviluppo dell'industria del settore, anche nel nostro Paese, e per promuovere i sistemi di accumulo e stoccaggio dell'energia prodotta da fonti rinnovabili per migliorarne così la stabilità nell'immissione in rete;

·      definizione, all'interno della strategia complessiva dell'Unione dell'energia, di obiettivi coerenti nei diversi settori interessati, a partire dai trasporti, favorendo in particolare la ricerca e l'utilizzo di biocombustibili di seconda e terza generazione, promuovendo la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico, l'uso dell'auto ibrida ed elettrica e i sistemi di car-sharing;

·      sostegno, anche mediante lo stanziamento di risorse finanziarie, degli investimenti per la realizzazione di reti elettriche intelligenti (smartgrids) e dei sistemi di gestione intelligente attraverso l'utilizzo della tecnologia digitale, relativamente alle quali il nostro Paese può offrire la best practice costituita dall'esperienza dei contatori intelligenti;

·      valutazione dell'opportunità di una definizione in sede europea di sistemi di tassazione che attribuiscano un costo al carbonio – carbon tax – e di un sistema di regole chiaro, coerente, uniforme e stabile nel tempo che dia il giusto segnale alle imprese per indirizzare le proprie scelte di investimento verso tecnologie e attività a bassissimo impatto di carbonio;

·      partecipazione della Commissione europea nei rapporti con i Paesi fornitori di energia in modo da rafforzare la capacità negoziale dell'Europa nel suo complesso;

·      promozione di partenariati con i paesi del Nord Africa, finalizzati a favorire lo sviluppo di tali paesi, in particolare incoraggiando le loro potenzialità in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili, solare innanzitutto;

·      valutazione dell'opportunità di avviare un riesame della strategia energetica nazionale per renderla coerente con gli obiettivi dell'Unione energetica e della politica per il clima e, in particolare, con il raggiungimento dell'obiettivo di contenere in non più di due gradi l'aumento della temperatura media globale rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale;

·      avvio di una ricognizione degli eventuali sussidi alle fonti fossili ancora presenti nel nostro Paese ed eliminazione dei medesimi così come previsto dalle comunicazioni oggetto del documento;

·      promozione dell'efficienza energetica sostenendo con le opportune misure anche di natura finanziaria la stabilità di strumenti quali il credito di imposta per chi realizza interventi di riqualificazione ambientale ed energetica così come la definizione e attuazione di un piano di messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici pubblici definendo e attuando gli strumenti finanziari opportuni per avviare interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico su ampia scala, anche per migliorare la qualità edilizia nelle città e, in particolare, nelle aree periferiche;

·      sostengo all'azione delle amministrazioni locali nella trasformazione in smart cities and areas, città e territori intelligenti e comunità resilienti in grado di sopportare al meglio l'impatto dei cambiamenti climatici in atto anche con interventi costanti e programmati nel tempo di messa in sicurezza del territorio;

·      rafforzamento della ricerca pubblica e maggiore coordinamento a livello europeo per indirizzarla con più efficacia verso la riconversione ecologica dell'economia.

·      definizione ed avvio a politiche industriali per promuovere tecnologie e attività economiche a bassissime emissioni di carbonio in coerenza con gli obiettivi di politica per il clima adottati e si dia impulso all'economia circolare, efficiente nell'uso di risorse naturali.

Parere approvato dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione europea il 1 luglio 2015

La XIV Commissione ha esaminato le Comunicazioni COM(2015)80 e COM(2015)82, congiuntamente alla Comunicazione COM(2015)81, (vedi supra, Ambiente (Commissione VIII), ed ha approvato un parere favorevole, con condizioni e osservazioni. In particolare, sono state poste condizioni con riguardo: alla sicurezza energetica; alla piena integrazione del mercato europeo dell'energia; all'efficienza energetica; alla decarbonizzazione dell'economia e, in particolare, alla promozione delle energie rinnovabili e alla ricerca e innovazione e competitività in materia energetica. Le osservazioni relative alle Comunicazioni COM(2015)80 e COM(2015)82, riguardano: l'obiettivo di aumentare l'energia prodotta all'interno dell'Unione da perseguire primariamente con riferimento alle fonti rinnovabili; la graduale soppressione delle tariffe regolamentate, e l’introduzione di meccanismi di tutela dei consumatori vulnerabili; la presentazione da parte della Commissione europea di una tabella di marcia che indichi i termini, le risorse e gli strumenti necessari per l'attuazione delle misure e degli obiettivi del pacchetto.

Il Governo, per quanto concerne la realizzazione dell’Unione Energetica si è impegnato per individuare un sistema di governance adeguato, efficiente e trasparente che lasci la necessaria flessibilità agli Stati membri assicurando, nel contempo, il raggiungimento dei target per il 2030 fissati dal Consiglio europeo di ottobre 2014. Nell’ambito, infatti, del processo di governance, è stata data adeguata attenzione alla messa a punto dei template per la reportistica, all’individuazione degli indicatori necessari a valutare le performance degli Stati membri verso il raggiungimento degli obiettivi al 2030 ed al processo di semplificazione della reportistica (da attuare con provvedimenti legislativi) che dovrebbe portare alla redazione di un unico piano nazionale per l’energia e il clima con i necessari raccordi con i piani che riguardano i trasporti, l’agricoltura, la competitività e la ricerca.

- In tema di infrastrutture energetiche, il Governo ha sostenuto la quota del 10% di interconnessione rispetto alla capacità installata nazionale dovrebbe essere invece un termine di confronto per giudicare le carenze e i progressi che si registrano nelle regioni meno interconnesse con il mercato europeo, che sono state individuate dal Consiglio europeo, in particolare l’area del Baltico e la penisola iberica.

In materia di etichettatura energetica la delegazione italiana ha condiviso il testo della proposta di regolamento che assicura certezza del diritto e prevedibilità sia ai produttori che ai consumatori: un quadro cronologico chiaro del processo di introduzione e revisione delle etichette è fondamentale per l’industria per ottimizzare l’allocazione degli investimenti puntando su quelli per i prodotti a maggior efficienza energetica.

Risoluzione del Parlamento europeo sui progressi verso un'Unione europea dell'energia approvata il 15 dicembre 2015 (non richiamata nella relazione).

 

Secondo quanto riportato nella relazione, i Ministri UE di settore hanno adottato, l’8 giugno 2015, le conclusioni del Consiglio su “Attuazione della Unione per l’Energia: rafforzare i consumatori e attrarre investimenti nel settore dell’energia”: tale documento, ampiamente negoziato nel gruppo esperti energia del Consiglio, risponde a tutte le richieste avanza dalla delegazione italiana.

 

Il primo rapporto sullo Stato dell’Unione energetica e il documento di conclusioni sulla Governance dell’Unione stessa sono, invece, stati presentati dalla Commissione e approvati dal Consiglio TTE-Sessione Energia del 26 novembre 2015.

 

Al di fuori dal periodo considerato dalla relazione, si segnala che nel quadro delle azioni previste dall’Unione dell’energia, a febbraio 2016, la Commissione ha presentato il cosiddetto winter package composto da: una proposta di regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas; una proposta di decisione sugli accordi intergovernativi nel settore energetico;  una strategia per il gas naturale liquefatto (GNL) e lo stoccaggio del gas;  una strategia in materia di riscaldamento e raffreddamento.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni un «New Deal» per i consumatori di energia COM(2015) 339 final

 

      Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: «Avvio del processo di consultazione pubblica sul nuovo assetto del mercato dell'energia» COM(2015) 340 final

La Commissione X ha approvato il 2 dicembre 2015 il Documento finale:

Doc. XVIII, n. 27.

La Commissione si è espressa favorevolmente sui documenti formulando tuttavia le seguenti 11 osservazioni:

·       destinazione di tutte le risorse disponibili all'ammodernamento delle reti, alle loro interconnessioni e al loro adeguamento al fine di consentire lo sviluppo della produzione decentrata di energia da fonti rinnovabili e ciò deve valere, in particolare, per l'Italia;

·       accelerazione del processo di armonizzazione dei mercati di bilanciamento, anche in relazione alla discontinuità che contraddistingue la produzione di energia da fonti rinnovabili, eventualmente anche attraverso l'adozione di specifiche misure giuridiche;

·       semplificazione delle complesse ed onerose procedure amministrative ed autorizzative che ancora rappresentano un ostacolo significativo per la diffusione di progetti di autoconsumo su piccola scala ed iniziative per premiare il consumo «flessibile» anche attraverso una variazione dei prezzi in base alle fasce orarie e ai picchi di domanda complessiva;

·       iniziative utili a porre i consumatori nelle condizioni di fare scelte consapevoli e attive, garantendo il massimo delle informazioni e favorendo l'utilizzazione di tecnologie, quali i contatori intelligenti, assecondando l'accesso non discriminatorio dei consumatori ai dati e alle informazioni su propri consumi di energia per sviluppare una domanda più attiva e un incontro più maturo domanda-offerta nei mercati retail;

·       rafforzamento di tutte le iniziative di coordinamento in materia di sicurezza regionale anche attraverso le politiche di integrazione e di interconnessione delle infrastrutture con particolare attenzione all'area del Mediterraneo;

·       necessità di un approccio più coordinato tra gli Stati membri per la revisione dei regimi di aiuto a favore delle energie rinnovabili al fine di evitare distorsioni nei mercati e per favorire politiche tendenzialmente univoche che rafforzino la ricerca e l'innovazione tecnologica all'interno dell'UE anche con riferimento alla realizzazione di sistemi innovativi di stoccaggio di energia prodotta da fonti rinnovabili;

·       rafforzamento delle funzioni dell'ACER potenziandone l'indipendenza giuridica e finanziaria;

·       riduzione dei tempi di attivazione delle forniture elettriche e di switching up che consenta ai clienti di cambiare operatore in pochi giorni;

·       interventi per assicurare agli utenti la conoscibilità dei dati di consumo rendendoli accessibili in tempo reale;

·       maggiore digitalizzazione della relazione fornitore/cliente per realizzare una semplificazione delle attività necessarie per portare a termine le richieste dei clienti.

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Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla Strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo (COM (2014) 86 final)

Il 10 giugno 2015 la Commissione X ha approvato il Documento finale: Doc. XVIII, n. 22.

La Commissione si è espressa favorevolmente sul documento formulando tuttavia 11 osservazioni con le seguenti richieste:

·      definizione a livello europeo di una strategia coerente ed organica, sulla base della quale delineare anche una strategia nazionale, che utilizzi tutti i mezzi disponibili, ivi inclusi quelli finanziari, allo scopo di offrire al sistema turistico europeo, con particolare riguardo a quello marittimo, strumenti utili a rafforzare e qualificare l'offerta in termini coerenti con le peculiarità dei territori e rispettosi dell'ambiente;

·      in considerazione dell'aumento della concorrenza da parte di destinazioni a basso costo, rafforzamento del turismo sostenibile e di qualità, valorizzando il patrimonio culturale, ambientale, paesaggistico e artistico proprio dell'Europa, e in particolare dell'Italia;

·      adozione di una iniziativa volta a considerare i porti turistici come imprese turistiche in modo da consentirne l'accesso alle iniziative e alle risorse finanziarie riservate al turismo marittimo e costiero;

·      misure per promuovere il turismo fuori stagione, puntando in particolare sulla clientela costituita dai cittadini della terza età;

·      iniziative per migliorare la formazione e le competenze del personale del settore, sfruttando le possibilità a disposizione, partire dal programma Erasmus+;

·      realizzazione di portali europei che sfruttino gli strumenti informatici e le nuove tecnologie per svolgere sia attività di informazione e promozione sia prestazione di servizi;

·      correzione delle disfunzioni che contraddistinguono l'assetto delle competenze e delle politiche sino ad ora assunte a livello nazionale, in modo da superare la dispersione e la frammentazione delle iniziative e degli interventi nel settore;

·      integrale ed efficiente utilizzo di tutte le risorse disponibili per la promozione del turismo marittimo e costiero per il periodo 2014-2020;

·      in sede di attuazione dell'Accordo, coerente definizione e realizzazione di programmi e progetti volti a promuovere la crescita e la modernizzazione del turismo costiero e marittimo;

·      verifica della possibilità di ricorrere anche ad ulteriori risorse finanziare, mediante l'attivazione della Banca europea per gli investimenti, in particolare per la qualificazione dell'offerta turistica delle piccole e medie imprese del settore.

·      verifica della possibilità di introdurre una normativa in materia di rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo che tenga conto della specificità italiana.

Parere approvato dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione europea il 23 luglio 2014

La XIV Commissione ha esaminato la Comunicazione ed ha espresso un parere favorevole con condizioni e osservazioni.

Per favorire il turismo facendo leva sul patrimonio culturale, naturale e marittimo europeo" il Governo ha promosso un nuovo modello di governance che favorisce la condivisione degli obiettivi e rafforza i legami tra il livello locale, nazionale e europeo. Nello specifico, è stato adottato un approccio bottom-up che ha coinvolto numerosi stakeholders con la convocazione degli Stati Generali del Turismo da cui sono emerse le linee di sviluppo che delineeranno la politica turistica italiana nei prossimi anni.

il Governo ha partecipato attivamente agli eventi promossi dalle Presidenze lettone e lussemburghese. Si ricorda, in particolare, l’European Tourism Forum (ETF), svoltosi il 17-18 settembre 2015 a Lussemburgo, che ha trattato di: digitalizzazione nel turismo; promozione dell’Europa attraverso l’offerta di prodotti tematici transnazionali e paneuropei; competenze e formazione; razionalizzazione del quadro normativo e amministrativo.

L’Italia ha partecipato altresì alla pilot action sul turismo del programma di finanziamento COSME, sostenendo la necessità di salvaguardare anche per il 2016 i fondi su di essa allocati.

 

Comunicazione della Commissione europea «Per una rinascita industriale» (COM(2014)14 final)

Comunicazione della Commissione europea «Una prospettiva per il mercato interno dei prodotti industriali» (COM(2014)25 final)

Documento finale approvato dalla X Commissione il 24 giugno 2015: Doc. XVIII, n. 23.

La Commissione si è espressa favorevolmente sui documenti formulando tuttavia le seguenti sedici condizioni:

·      si sostenga e si rafforzi l'approccio delineato dalla Commissione europea per il rilancio del settore industriale, che assume carattere prioritario per il superamento della crisi e il rilancio dell'economia europea, e per la valorizzazione delle vocazioni specifiche dei diversi sistemi produttivi nazionali;

·      valorizzazione della strumentazione comunitaria a disposizione a partire dal Piano nazionale delle riforme, che per l'Italia costituisce parte integrante del DEF, per delineare le linee di indirizzo della politica industriale del prossimo futuro, anche con riferimento al miglior utilizzo delle disponibilità finanziarie, a partire dai fondi strutturali per la politica di coesione, evitando la frammentazione degli interventi e la dispersione delle risorse;

·      valorizzazione del ruolo del Consiglio Competitività;

·      interventi affinché gli obiettivi indicati in termini generali nelle comunicazioni in esame si traducano al più presto in un complesso coerente e organico di misure

·      completamento nel più breve tempo possibile, con l'attivo concorso delle autorità nazionali (nel nostro caso sulle base delle caratteristiche del nostro sistema produttivo) e in maniera misurabile della tabella di marcia con l'indicazione delle azioni specifiche volte alla realizzazione dei vari obiettivi indicati nella comunicazione sulla rinascita industriale;

·      sostegno all'innovazione tecnologica e alla ricerca, valorizzando in maniera decisa i profili «qualitativi» dell'industria europea e favorendo lo sua crescita innovativa anche secondo il modello di «industria 4.0», attraverso una adeguata dotazione finanziaria e l'utilizzo sinergico delle risorse disponibili a valere sui diversi programmi di spesa;

·      creazione di specifiche linee di credito presso la Banca europea per gli investimenti al fine di promuovere l'internazionalizzazione e la competitività delle imprese europee nonché di finanziare investimenti in settori industriali chiave;

·      completamento del mercato interno, rimuovendo gli ostacoli di natura normativa, tecnica e burocratica, e le resistenze di alcuni Paesi membri alla apertura alla concorrenza, alla integrazione delle reti (materiali ed immateriali) e ad una più dinamica ed efficiente circolazione di beni e servizi all'interno del territorio europeo;

·      definizione come prioritario dell'obiettivo del contenimento dei costi energetici sostenuti dall'industria nei processi produttivi anche mediante la rimozione di ogni ostacolo fisco e regolamentare alla circolazione dell'energia;

·      si prosegua il prezioso lavoro già svolto con lo Small Business Act, favorendo il rafforzamento, anche patrimoniale, e la crescita dimensionale delle PMI, asse portante del sistema industriale europeo;

·      iniziative per il miglioramento della qualità della regolamentazione  come prospettate nelle comunicazioni in esame e nel pacchetto «Legiferare meglio» al fine particolare di ridurre gli oneri non necessari per il sistema produttivo;

·  interventi per l’internazionalizzazione delle industrie europee, con particolare riguardo alle PMI, in modo da sostenere la capacità di accesso ai mercati esteri a più rapida espansione;

·      interventi per una seria e coerente politica di riconoscimento del «Made in» a tutela non solo delle produzioni industriali originate in Europa, ma anche dei diritti e della salute dei consumatori;

·      difesa del concetto di indicazione geografica, per quanto riguarda in special modo il comparto agro-alimentare e la sua capacità esportatrice, nella sede di negoziazioni commerciali sia bilaterali sia multilaterali;

·      nella redazione di accordi con singoli Paesi al di fuori dell'Unione e nell'ambito degli organi dell'Organizzazione mondiale del commercio, interventi per evitare barriere tecniche e di fatto agli scambi anche mediante forme di concorrenza sleale basata su standard diversi di rispetto dell'ambiente o dei diritti del lavoro da parte di paesi terzi;

·      definizione di standard internazionali e convergenza internazionale in relazione alle norme tecniche sui prodotti industriali.

 

Parere approvato dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione europea il 10 giugno 2015

La XIV Commissione ha esaminato congiuntamente le Comunicazioni, esprimendo un parere favorevole con numerose condizioni.

Il ruolo del Governo, è stato principalmente rivolto ad orientare il dibattito europeo sulla governance microeconomica della politica industriale, sulle strategie settoriali e sulle politiche di sostegno per le PMI, rafforzando il ruolo del Consiglio Competitività. Si è dato un seguito all’integrazione della politica industriale in tutte le politiche che hanno un impatto sulla competitività, collaborando alla definizione delle dimensioni della competitività di carattere microeconomico rilevanti a fini di policy e allo sviluppo delle misurazioni statistiche. Le principali misure adottate nel 2015 o in corso di implementazione nell’am-bito delle politiche a carattere industriale, sono: rifinanziamento della nuova “Legge Sabatini” per il periodo 2014 – 2016, ; istituzione di un regime di agevolazione fiscale sui redditi derivanti dalle opere di ingegno (Patent Box), nonché un credito d’imposta del 25% su investimenti incrementali in R&S nel quinquennio 2015-2019; disponibilità nell’ambito del Fondo per la Crescita Sostenibile, di 300 milioni di euro per investimenti innovativi, per progetti di R&S di piccola e media dimensione nei settori tecnologici individuati da “Horizon 2020” e di 400 milioni a imprese che investono in progetti di R&S, “ICT-Agenda digitale” e “Industria sostenibile”; dotazione finanziaria di 100 milioni di euro, a valere sulle disponibilità del Fondo di garanzia destinata alla concessione di garanzie a copertura delle prime perdite su portafogli di progetti di ammontare minimo di 500 milioni di euro, finanziati dalla BEI, direttamente o attraverso banche e intermediari finanziari, per la realizzazione; adozione della cosiddetta legge “Taglia-bolletta” (d.l. 24 giugno 2014, n. 91, art. 23 ss.); misure per sostenere la patrimonializzazione delle imprese, con lo strumento dell’ACE (Aiuto per la Crescita Economica); applicazione della normativa prevista per le startup  anche alle PMI innovative.

 

 

 

 

 

 


 

Lavoro (Commissione XI)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE CAMERA

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo, per quanto riguarda un aumento del prefinanziamento iniziale versato a programmi operativi sostenuti dall'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (COM(2015)46 final) (c.d. Garanzia giovani”)

 

L’atto è stato esaminato dalla XI Commissione a partire dalla seduta del 4 marzo 2015, con l’adozione di un documento finale (Doc. XVIII, n. 20) nella seduta del 9 aprile.

Nel documento finale la XI Commissione esprimeva una valuta-zione positiva sulla proposta, invitando, in particolare:

-       ad addivenire a un rapido completamento dell’iter normativo della proposta;

-       monitorare l'utilizzo delle risorse dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile e l'attuazione della Garanzia per i giovani sulla base di indicatori quantitativi e qualitativi;

-       promuovere l'adozione di un'analoga iniziativa volta a incrementare il tasso di prefinanziamento iniziale del Fondo sociale europeo per i programmi operativi regionali che recano misure che sostengono o integrano le azioni della Garanzia giovani, assicurando in ogni caso il celere avvio dei medesimi programmi operativi;

-       coordinare gli strumenti finanziari messi a disposizione dall'Unione europea con le politiche volte a garantire il funzionamento del mercato del lavoro sulla base di standard qualitativi e quantitativi uniformi,

-       consolidare e rendere sempre più efficace la comunicazione e la messa a disposizione delle informazioni necessarie per l'orientamento professionale e l'incontro tra domanda e offerta di lavoro in tutti gli Stati membri dell'Unione europea, in modo da garantire una piena mobilità dei lavoratori, anche attraverso un rafforzamento della rete EURES, il coinvolgimento delle imprese, delle organizzazioni della società civile, dei fornitori di servizi di formazione e istruzione, nonché delle autorità locali e regionali.

Parere approvato dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione europea il 1 aprile 2015

La XIV Commissione ha espresso un parere favorevole con osservazioni, in merito: all’adeguatezza, anche in relazione al prefinanziamento, della quota da rimborsare nel caso di mancato utilizzo delle risorse; alla cooperazione tra istituzioni, parti sociali, e società civile, per garantire un solido bilancio dell'UE volto a stimolare la creazione di posti di lavoro di qualità per i giovani; alla necessità di informare il Parlamento sull’iniziativa preannunciata nell'ambito della riqualificazione di EURES relativa alla rete europea di servizi per l'impiego, data la stretta connessione tra il programma Garanzia giovani e l'idoneità degli strumenti per realizzarlo; allo scambio di informazioni a livello europeo (rete EURES), per una reale interoperatività tra i sistemi in vigore; all'iniziativa destinata ai giovani non occupati che non frequentano corsi di istruzione o di formazione,  riaffermando la necessità di monitorare e coordinare il sistema di Garanzia per i giovani, adottando iniziative per incrementare anche i prefinanziamenti del FSE a sostegno, in misura adeguata e tempestiva, delle misure di attuazione della Garanzia giovani.

L’Italia ha preso parte al negoziato esprimendo una posizione favorevole all’incremento del prefinanziamento iniziale relativo all’iniziativa “Garanzia giovani”, al fine di poter disporre di maggiori risorse per l’implementazione dell’iniziativa.

È stato approvato il Regolamento (UE) 2015/779, che modifica il regolamento (UE) 2013/1304 per quanto riguarda un prefinanziamento iniziale supplementare versato a programmi operativi nell’ambito della “Garanzia giovani”.

 

 


 

Senato della Repubblica

 


Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica amministrazione (1ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'abrogazione di alcuni atti nel settore libertà, sicurezza e giustizia - COM (2014) 713 def.

Nella seduta del 7 gennaio 2015 la 1a Commissione permanente (Affari costituzionali) si è pronunciata in senso favorevole - XVIII n. 84.

 

 

Regolamento (UE) 2016/93 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 gennaio 2016 relativo all’abrogazione di alcuni atti dell’acquis di Schengen (GU L 26 del 2.2.2016)

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1683/1995 del Consiglio, del 29 maggio 1995, che istituisce un modello uniforme per i visti - COM (2015) 303 def.

Nella seduta del 15 luglio 2015 la 1a Commissione permanente (Affari costituzionali) si è pronunciata in senso favorevole - XVIII n. 96.

 

-

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di ricollocazione di crisi e modifica il regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide - COM (2015) 450 def.

Nella seduta del 20 ottobre 2015 la 1a Commissione permanente (Affari costituzionali) si è pronunciata in senso favorevole - XVIII n. 100.

A p. 130 della relazione viene indicato che il Governo ha sostenuto le proposte presentate dalla Commissione europea nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione, in linea con le indicazioni parlamentari espresse nel doc. XVIII n. 100.

Il Governo sostiene di aver sostenuto la proposta in linea con le indicazioni parlamentari, esercitando anche una funzione di sprone verso gli altri Stati membri, sia nel quadro dei numerosi incontri bilaterali a livello ministeriale e di vertice sia attraverso l’azione della rete diplomatica.

-

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un elenco comune dell’UE di paesi di origine sicuri ai fini della direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca della protezione internazionale, e che modifica la direttiva 2013/32/UE - COM (2015) 452 def.

Nella seduta del 20 ottobre 2015 la 1a Commissione permanente (Affari costituzionali) si è pronunciata in senso favorevole - XVIII n. 101.

A p. 132 della relazione viene sottolineato che "quanto da sempre sostenuto dal Governo italiano in ordine alla necessità di un passo ulteriore nel senso del rafforzamento del Sistema comune europeo d'asilo" è in linea con le indicazioni parlamentari espresse nel doc. XVIII n. 101.

Il Governo sostiene di aver sostenuto la proposta in linea con le indicazioni parlamentari.

 

 


 

Affari esteri e migrazioni (3ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Documento di consultazione congiunto - Verso una nuova politica europea di vicinato - JOIN (2015) 6 def.

In data 16 giugno 2015  la terza Commissione permanente ha adottato una risoluzione lunga ed articolata, con la quale ha altresì partecipato alla consultazione pubblica indetta dalla Commissione europea in tema di politica di vicinato (PEV).

In essa si mette in luce come la PEV non sia sempre stata in grado di fornire risposte adeguate al contesto in evoluzione e abbia visto un'accentuazione della sua dimensione burocratica.

Si lamenta la modesta attenzione riservata al Mediterraneo, evidenziando l'opportunità di una maggiore integrazione con la politica estera dell'Unione. Si afferma la necessità di studiare nuovi strumenti di cooperazione e partenariato, anche di carattere settoriale, di più immediata e mirata efficacia, che possano costituire occasioni di dialogo politico in situazioni di crisi. Rilievo ed attenzione andrebbero comunque conferiti al raccordo tra PEV e politiche migratorie  - XVIII n. 94

La risoluzione è espressamente citata alle pag. 153 della relazione consuntiva.

Si segnala che, a conclusione dell'esame, la 3a Commissione permanente ha adottato una relazione per l'Aula in cui ricostruisce l'evolversi della PEV e riassume i termini della sua revisione. - XVIII n. 94-A

Il Governo riporta di avere, in sintonia con la risoluzione XVIII, n. 94 del Senato:

- operato perché fossero introdotti elementi di flessibilità, trasformando le future relazioni  UE-partner in una "partnership tra eguali";

- proseguito nel sostenere la dimensione meridionale della PEV, nella convinzione che dalla sponda Sud del Mediterraneo provengano i principali rischi sistemici per l'Europa, in termini di migrazione, di economia e di sicurezza. In quest'ottica si è speso per mantenere l'impegno finanziario per la regione e per l'iniziativa italo-greca AMICI (A Southern Mediterranean Investment Coordination Initiative). Si tratta di una piattaforma strategica dedicata al coordinamento tra le diverse istituzioni che vi finanziano progetti di investimento, con l'obiettivo di creare sinergie virtuose tra i diversi strumenti finanziari.

-

Programmazione economica bilancio (5ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo per gli investimenti strategici e che modifica i regolamenti (UE) nn. 1291/2013 e 1316/2013 - COM (2015) 10 def.

In data 30 aprile 2015 la 5a Commissione permanente si è espressa in senso favorevole formulando le seguenti osservazioni:

 

il volume dei nuovi investimenti non sembra sufficiente per colmare il gap di investimenti esistente in Europa;

la modestia del Piano di investimenti rischia di ridurre l'impatto del quantitative easying messo a punto dalla BEI;

occorre attivare altre risorse a livello europeo e nazionale;

nel medio termine occorre promuovere un'adeguata capacità fiscale per l'Europa ovvero la disponibilità di un suo bilancio e su questa base emettere titoli per finanziare gli investimenti necessari;

nel breve termine si può ipotizzare di accrescere la capacità finanziaria del FEIS nell'ambito del programma di quantitative easying;

a livello nazionale dovrebbero essere creati adeguati incentivi per erogare contributi addizionali in favore del FEIS;

occorre chiarire meglio il sistema del co-finanziamento volontario da parte degli Stati membri;

occorre definire al più presto il criterio dell'addizionalità dei progetti di investimento;

le procedure di selezione dei progetti dovrebbero essere guidate anche da ragioni macroeconomiche;

occorre chiarire che i criteri di scelta premiano i progetti caratterizzati da "fallimenti di mercato" o alto profilo di rischio;

si condivide l'orientamento generale del Consiglio UE in questo senso;

occorre garantire un efficace raccordo con obiettivi al centro di altri programmi UE in aree di intervento vicine a quelle identificate nel Piano, come nei casi dell'energia e/o delle infrastrutture;

per quanto riguarda la partecipazione delle Banche di promozione nazionale le condizioni previste per la concessione delle garanzie del FEIS devono essere più convenienti rispetto a quelle ottenibili con normali prezzi di mercato;

è auspicabile che la Commissione europea adotti quanto prima le linee guida per l'ammissione dei progetti al sostegno del FEIS;

una volta approvato il regolamento occorre definire al più presto i criteri per l'erogazione dei finanziamenti da parte della BEI e per le garanzie del FEIS a progetti di piattaforme da presentare;

le garanzie dovrebbero essere concesse alle piattaforme come tali e non solo alla quota di finanziamento della BEI;

occorre assicurare la dovuta celerità e semplicità procedurale per la selezione  e l'erogazione dei finanziamenti;

occorre istituire una riserva di progetti di finanziamento da pubblicare su un apposito sito web;

sulla base di tale riserva si potrebbe ipotizzare un sistema di certificazione europea dei progetti che soddisfino determinati criteri;

occorre definire con maggiore chiarezza con quale tempistica e con quali modalità si intendono superare in Europa le criticità legate alla realizzazione di  investimenti privati;

il Governo dovrebbe accelerare le riforme strutturali e procedere alla  rimozione degli ostacoli che impediscono la realizzazione di investimenti; 

per quanto riguarda le PMI, occorre chiarire e definire meglio gli spazi specifici, in termini di risorse, da destinare alle imprese tradizionali (fino a 250 addetti) e a quelle a media capitalizzazione (fino a 3000 addetti);

si auspica che nell'ambito dell'iter negoziale europeo il Governo assicuri un raccordo costante con le due Camere del Parlamento.

 

Le suddette osservazioni accolgono e integrano i rilievi formulati dalla 14a Commissione in data 15 aprile 2015.

- XVIII n. 91

Il Governo ha accolto le indicazioni contenute nelle Risoluzioni parlamentari delle Commissioni parlamentari, in particolare riguardo alla rapida approvazione del Regolamento UE istitutivo del Fondo europeo per gli investimenti strategici e del  polo europeo di consulenza sugli investimenti e al portale dei progetti di investimento europei (Regolamento UE 2015/1017). Grazie al meccanismo operativo di warehousing, sostenuto dal governo italiano, l’EFSI ha potuto garantire, con effetti immediati e retroattivi, le operazioni approvate dalla BEI fin dal gennaio 2015

Regolamento (UE) 2015/1017 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 giugno 2015 relativo al Fondo europeo per gli investimenti strategici, al polo europeo di consulenza sugli investimenti e al portale dei progetti di investimento europei e che modifica i regolamenti (UE) n. 1291/2013 e (UE) n. 1316/2013 – il Fondo europeo per gli investimenti strategici


GU L 169 del 1.7.2015


 

Finanze e tesoro (6ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Proposta di direttiva del Consiglio che abroga la direttiva 2003/48 del Consiglio - COM (2015) 129 def.

 

Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/16/UE per quanto riguarda lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale - COM (2015) 135 def.

Il 2 luglio 2015 la 6a Commissione permanente (Finanze e tesoro) ha adottato un parere favorevole con osservazioni, rilevando l'opportunità di armonizzare la disciplina dell'efficacia temporale del ruling oggetto di scambio automatico con quanto previsto nei singoli ordinamenti interni, riservando particolare attenzione agli oneri amministrativi per la conservazione e tenuta delle informazioni oggetto di scambio.

E' stato, inoltre, rivolto l'invito al Governo italiano a valutare:

-       il coordinamento e l'eventuale sovrapposizione o interazione tra la disciplina europea e gli accordi bilaterali e multilaterali in materia di scambio automatico;

-       l'adeguatezza del termine di decorrenza del 1° gennaio 2016;

-       a valutare un eventuale ulteriore coordinamento tra le due proposte di direttive. - XVIII n. 95

 

La risoluzione è espressamente citata alle pag. 38 e 41 della relazione consuntiva.

L'Italia, assieme a Francia e Spagna, rivendica un ruolo decisivo nell'avere previsto lo scambio retroattivo dei ruling.

Il Governo riferisce di avere, in fase di negoziato, attribuito particolare importanza alle indicazioni pervenute dalla 6a Commissione permanente del Senato con la citata risoluzione - XVIII n. 95, con particolare riferimento a:

-       la verifica che la disciplina proposta è in linea con la prassi amministrativa dell'Agenzia delle entrate e che non è in contrasto con altri ordinamenti;

-       il coordinamento della disciplina comunitaria con quanto stabilito in ambito OCSE ('Azione 5 del progetto OCSE). Il testo finale - riporta la relazione - "va in questa direzione" anche grazie al contributo italiano;

-       la fissazione di un nuovo termine di entrata in vigore (1° gennaio 2017);

-       l'avvenuta valutazione di ulteriore coordinamento tra le due proposte di direttiva.

Direttiva (UE) 2015/2060 del Consiglio, del 10 novembre 2015, che abroga la direttiva 2003/48/CE in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi

GU L 301 del 18.11.2015

 

 

Direttiva (UE) 2015/2376 del Consiglio, dell'8 dicembre 2015, recante modifica della direttiva 2011/16/UE per quanto riguarda lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale

GU L 332 del 18.12.2015

Agricoltura e produzione agroalimentare (9ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio concernente una consultazione sulle possibilità di pesca per il 2015 nell'ambito della politica comune della pesca - COM (2014) 388 def.

Il 21 gennaio 2015 la 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) ha approvato un parere favorevole, evidenziando:

1)  la necessità di disporre di elementi conoscitivi aggiornati e completi sulla consistenza delle specie target catturate a fini commerciali;

2)  l'opportunità di stabilire il riparto tra i vari sistemi di pesca delle quote di cattura del tonno rosso assegnate annualmente;

3)  il possibile ricorso ad interventi si ammodernamento e ridimensionamento delle flotte con misure mirate e selettive rispetto alle specie ittiche;

4)  l'importante di un coerente e rafforzato impegno sul piano della ricerca scientifica connessa alla biologia ittica e all'ecosistema marino;

5)  la necessità di sostenere il perseguimento delle finalità del FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca);

6)  l'esigenza di promuovere un'occupazione sostenibile nel comparto ittico e nell'acquacoltura anche dal punto di vista della creazione di nuove e integrative opportunità di reddito;

7)  la necessità di tenere in adeguata considerazione le specificità della pesca nel bacino del Mediterraneo. - XVIII n. 85

La relazione richiama espressamente la risoluzione della 9a Commissione, segnalando che il Governo si è impegnato a individuare le specie target che identificano le attività di pesca, in previsione dell'obbligo di sbarco che entrerà in vigore a inizio 2017.

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante fissazione del tasso di adattamento dei pagamenti diretti di cui al regolamento (UE) n. 1306/2013 per l'anno civile 2015 - COM (2015) 141 def.

Il 29 aprile 2015 la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) ha approvato osservazioni favorevoli, rilevando la possibilità di dover prevedere tassi di adattamento differenziati valevoli nelle regioni degli Stati membri che versino in situazioni di crisi.

Lo stesso giorno la 9 Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) ha approvato una risoluzione favorevole.  - XVIII n. 89

La risoluzione è espressamente richiamata nella relazione, che si limita a riferire come il Governo abbia "acquisito il parere favorevole della Commissione.

 

Regolamento (UE) 2015/1146 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 luglio 2015, recante fissazione del tasso di adattamento dei pagamenti diretti di cui al regolamento (UE) n. 1306/2013 per l'anno civile 2015


GU L 191 del 17.7.2015

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che abroga la direttiva 76/621/CEE del Consiglio relativa alla fissazione del tenore massimo in acido erucico negli oli e nei grassi destinati tali e quali al consumo umano nonché negli alimenti con aggiunta di oli o grassi e il regolamento (CE) n. 320/2006 del Consiglio relativo a un regime temporaneo per la ristrutturazione dell'industria dello zucchero - COM (2015) 174 def.

 

Il 3 giugno 2015 la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) ha formulato osservazioni favorevoli, rilevando l'opportunità di tenere conto delle difficoltà incui versa il comparto saccarifero italiano in termini di scarso margine di redditività e di valutare l'eventuale individuazione di strumenti, anche a livello europeo, per portare a termine il riordino del comparto.

Il 10 giugno 2015 la 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) ha espresso un parere favorevole con le seguenti osservazioni:

1)  si è richiamata l'attenzione sulla delicatezza della fissazione di soglie di garanzia quanto alla presenza di contaminanti negli alimenti e sulla verifica del rispetto delle stesse, per assicurare un'efficiente tutela della salute pubblica;

2)  si è sollecitata una riflessione, anche a livello europeo, sugli strumenti da individuare per portare a termine il riordino del comparto saccarifero;

3)  si suggerisce di valutare aiuti per le campagne di commercializzazione dello zucchero successive al 2011, compatibilmente con la normativa europea.  - XVIII n. 93

La risoluzione è espressamente richiamata nel capitolo 14 della relazione, relativo alla tutela della salute.

Sulla proposta è stato raggiunto un accordo in prima lettura tra Parlamento europeo e Consiglio. Il Parlamento europeo ha approvato la relativa risoluzione legislativa nella sessione di ottobre 2015 e il testo è in via di finalizzazione.

 


 

Industria, commercio, turismo (10ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema europeo di autocertificazione dell'esercizio del dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori responsabili di stagno, tungsteno, tantalio, dei loro minerali e di oro, originari di zone di conflitto e ad alto rischio - COM (2014) 111 def.

Il 4 dicembre 2014 la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) ha adottato delle osservazioni favorevoli in cui si è affermata l'opportunità di rafforzare l'adesione delle imprese europee al regime di autocertificazione della due diligence. Si è inoltre sottolineata l'opportunità che l'accesso all'autocertificazione di "impresa responsabile", attualmente prevista solo per le imprese importatrici, sia esteso anche alle imprese che commercializzano prodotti finiti contenenti i minerali contemplati dalla proposta di regolamento. Si è poi rivolto l'invito a valutare la possibilità di estendere il campo di applicazione del regime di autocertificazione della due diligence anche all'importazione di altre risorse naturali.

Le citate osservazioni sono confluite nel parere favorevole con osservazioni approvato il 24 febbraio 2015 dalla 10a Commissione permanente (Industria, commercio, turismo). - XVIII n. 86

La risoluzione è espressamente citata a pagina 161 della relazione consuntiva.

Dopo che si svolto, sotto la presidenza italiana, un primo esame della proposta, nel corso della Presidenza lettone il Parlamento europeo ha emendato il testo originario prevedendo l'estensione dell'obbligatorietà di autocertificazione a tutta la filiera dei soggetti economici. Tuttavia non è stato possibile giungere all'approvazione del testo in prima lettura. Il Governo ha accolto parzialmente gli impegni richiesti, attraverso la disponibilità a valutare uno schema obbligatorio solo per i grandi importatori che costituiscono i principali punti di ingresso dei metalli del mercato. Nel dicembre 2015  la presidenza lussemburghese ha ottenuto l'endorsement degli Stati membri per l'introduzione di un sistema di "due diligence" e di certificazione della provenienza dei metalli ad adesione volontaria, nonostante per molti di essi, tra cui l'Italia, vi fossero ancora elementi controversi.  La posizione del Consiglio è stata approvata dal Coreper sempre nel mese di dicembre in vista dell'avvio del Trilogo nel 2016.

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per l'etichettatura dell'efficienza energetica e abroga la direttiva 2010/30/UE - COM (2015) 341 def.

L'8 ottobre 2015 la 10a Commissione permanente (Industria, Commercio, Turismo) ha approvato una risoluzione favorevole con rilievi, segnalando l'opportunità di escludere i prodotti da costruzione dall'ambito di applicazione del COM(2015) 80. Si è rivolto l'invito a non penalizzare, nel processo di ridefinizione dell'etichettatura, i prodotti che non si trovino attualmente nelle classi più elevate. Si è, inoltre, rilevata criticamente l'attribuzione alla Commissione europea del potere di adottare atti delegati con un ambito di intervento ampio e per un periodo indeterminato.

Il 16 settembre 2015 la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) ha formulato a sua volta osservazioni favorevoli con rilievi.  - XVIII n. 97.

La risoluzione è espressamente citata alla pag. 68 della relazione consuntiva.

 

Nell'ambito del Consiglio TTE-Energia, tenutosi  il  26 novembre 2015, nel quale è stato approvato un orientamento generale sulla proposta, il Governo ha sottolineato come un quadro cronologico chiaro del processo di introduzione e revisione delle etichette fosse fondamentale per l'industria per ottimizzare l'allocazione degli investimenti puntando su quelli per i prodotti a maggiore efficienza energetica.

 

-


 

Industria, commercio, turismo (10ª Commissione) e Territorio, ambiente, beni ambientali (13ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Pacchetto Unione dell’energia -COM (2015) 80 def., COM (2015) 81 def., COM (2015) 82 def.

Il 4 giugno 2015 le Commissioni riunite 10a (Industria, commercio, turismo) e 13a (Territorio, ambiente, beni ambientali) hanno espresso un parere favorevole con i seguenti rilievi:

1)  l'invito a valutare se il progetto di riforma dell'UE UTS sia in grado di rendere il mercato delle quote di emissioni di gas a effetto serra liquido e remunerativo in misura sufficiente ad attivare un adeguato ciclo di investimenti contro i cambiamenti climatici o se, invece, il progetto della Commissione non rischi di introdurre nuove forme di sussidio nel quadro di un sistema di prezzi sostanzialmente amministrati, nel qual caso andrebbe riconsiderata l'alternativa dell'introduzione graduale di forme articolate di carbon tax a valere sia sulle merci prodotte nell'UE sia su quelle di importazione;

2)  l'affermazione dell'importanza di interventi volti a promuovere il risparmio energetico e l'uso di risorse domestiche;

3)  l'affermazione dell'importanza, con riferimento al nuovo sistema ETS, di promuovere un sistema di compensazione non nazionale ma a livello europeo;

4)  l'auspicio della ricollocazione delle attuali reti nazionali dei gasdotti in una rete dell'Unione europea, superando le strozzature infrastrutturali e le resistenze regolatorie dei singoli Paesi allo scopo di evitare investimenti inutili in una logica europea, di aumentare il grado di concorrenza e di rendere possibile il reverse flow di gas naturale sulle direttrici Sud-Nord ed Ovest-est;

5)  l'invito alla Commissione europea a prevedere una gestione congiunta a livello europeo delle quantità da conservare nel tempo e a considerare gli stoccaggi come parte integrante delle infrastrutture deputate a servire il mercato seguendo le oscillazioni della domanda;

6)  la richiesta di confermare che gli investimenti nelle reti elettriche e del gas, potenziali beneficiari del piano Juncker, siano finanziati con tariffe in grado di remunerare il capitale investito con equilibrio, in particolar modo in relazione ai tassi di interesse;

7)  l'esigenza di semplificare le regole di accesso al sostegno finanziario e la necessità di estendere l'accesso ai fondi "Connecting Europe Facilities" anche per il finanziamento di progetti di interconnessione con i Paesi terzi;

8)  l'esigenza di garantire al nuovo sistema europea un'adeguata sorveglianza regolatoria;

9)  l'auspicio che, nella definizione della metodologia per valutare l'adeguatezza dei sistemi di ogni Stato membro in una prospettiva sovranazionale, non venga trascurata la specificità dei compiti di Governi, Regolatori, Commissione, Gestori di rete;

10)      l'opportunità di condizionare gli obiettivi di interconnessione dei sistemi elettrici nazionali ad adeguate analisi costi-benefici allo scopo di evitare investimenti non efficienti;

11)      l'auspicio della definizione di un quadro di riferimento europeo, nell'ambito del quale ciascuno Stato membro possa definire la distribuzione degli oneri generali di sistema, e di un'evoluzione del sistema dei prezzi e delle tariffe sulla base dei consumi;

12)      l'utilità di favorire la pluralità delle offerte e degli acquisti;

13)      l'auspicio di grande prudenza nell'introdurre prezzi minimi garantiti nei mercati della capacità produttiva del settore elettrico;

14)      l'auspicio che vengano fissati, nel settore dei trasporti, standard sulle emissioni di CO2 e misure per incrementare l'efficienza dei carburanti e la riduzione delle emissioni, nonché che si intraprendano iniziative volte allo sviluppo e alla diffusione in ambito urbano e extraurbano di un sistema di mobilità sostenibile basato sull'utilizzo dei veicoli ibridi o elettrici;

15)      l'opinione, in merito alle fonti energetiche fossili, che l'Unione europea dovrebbe spingere gli Stati membri verso progressivi processi di riduzione nonché verso percorsi accelerati di efficientamento energetico;

16)      una serie di indicazioni e raccomandazioni riguardanti l'incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili e di sviluppo e integrazione delle stesse;

17)      l'importanza di agevolare gli investimenti nelle imprese ad alta tecnologia;

18)      l'opportunità di puntare a norme regolatrici dei mercati che favoriscano il passaggio verso sistemi energetici e di produzione a bassa emissione di gas-serra;

19)      l'opportunità di lasciare libertà ai Paesi dell'Unione europea nel determinare il proprio specifico mix fra efficientamento energetico e ricorso alle energie rinnovabili all'interno degli obiettivi di riduzione di gas-serra al 2030 e al 2050;

20)      l'opportunità di valutare la possibilità di permettere ai paesi che favoriscono l'utilizzo di tecnologie green di computare le relative spese mediante una contabilità che tenga conto dei costi e benefici fiscali nel medio e lungo periodo;

21)      l'invito all'Unione europea a prediligere le azioni di mitigazione rispetto a quelle di adattamento ed a raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni mediante delocalizzazione degli impianti ad alta emissione di gas serra nei paesi non membri dell'Unione europea;

22)      l'invito all'UE di favorire l'importazione di merci a basso carbon footprint ed a favorire la nascita, nei paesi in via di sviluppo, di filiere agricole e industriali, di sistemi di produzione di energia e di sistemi di trasporto a bassa emissione di gas serra. - XVIII n. 92.

La risoluzione è espressamente citata alle pagine 66 e 68 della relazione consuntiva

Il Governo, per quanto concerne la realizzazione dell’Unione Energetica si è impegnato per individuare un sistema di governance adeguato, efficiente e trasparente che lasci la necessaria flessibilità agli Stati membri assicurando, nel contempo, il raggiungimento dei target per il 2030 fissati dal Consiglio europeo di ottobre 2014. Nell’ambito, infatti, del processo di governance, è stata data adeguata attenzione alla messa a punto dei template per la reportistica, all’individuazione degli indicatori necessari a valutare le performance degli Stati membri verso il raggiungimento degli obiettivi al 2030 ed al processo di semplificazione della reportistica (da attuare con provvedimenti legislativi) che dovrebbe portare alla redazione di un unico piano nazionale per l’energia e il clima con i necessari raccordi con i piani che riguardano i trasporti, l’agricoltura, la competitività e la ricerca.

Sul tema delle infrastrutture energetiche, il Governo ha sostenuto la quota del 10% di interconnessione rispetto alla capacità installata nazionale dovrebbe essere invece un termine di confronto per giudicare le carenze e i progressi che si registrano nelle regioni meno interconnesse con il mercato europeo, che sono state individuate dal Consiglio europeo, in particolare l’area del Baltico e la penisola iberica.

In materia di etichettatura energetica la delegazione italiana ha condiviso il testo della proposta di regolamento che assicura certezza del diritto e prevedibilità sia ai produttori che ai consumatori: un quadro cronologico chiaro del processo di introduzione e revisione delle etichette è fondamentale per l’industria per ottimizzare l’allocazione degli investimenti puntando su quelli per i prodotti a maggior efficienza energetica.

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Lavoro, previdenza sociale (11ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo, per quanto riguarda un aumento del prefinanziamento iniziale versato a programmi operativi sostenuti dall'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile - COM (2015) 46 def

L'11 marzo 2015 l'11a Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) si è espressa in senso favorevole, notando con soddisfazione gli effetti che la proposta in oggetto potrebbe avere per l'Italia.

Il 25 febbraio 2015 la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) ha approvato osservazioni favorevoli.  - XVIII n. 88

L’Italia ha preso parte al negoziato esprimendo una posizione favorevole all’incremento del prefinanziamento iniziale relativo all’iniziativa “Garanzia giovani”, al fine di poter disporre di maggiori risorse per l’implementazione dell’iniziativa.

Regolamento (UE) 2015/779 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2015, che modifica il regolamento (UE) n. 1304/2013 per quanto riguarda un prefinanziamento iniziale supplementare versato a programmi operativi sostenuti dall'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile

GU L 126 del 21.5.2015


 

Territorio, ambiente, beni ambientali (13ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1007/2009 sul commercio dei prodotti derivati dalla foca - COM (2015) 45 def.

Il 29 aprile 2015 la 13a Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) ha approvato una risoluzione favorevole con osservazioni relative all'art. 3, c. 1, lett. b), del regolamento (CE) n. 1007/2009, finalizzate a:

1)  espungere il riferimento all'esito commerciale della caccia;

2)  meglio specificare la definizione di "caccia";

3)  vietare il collocamento sul mercato dei prodotti provenienti di forme di caccia aventi per loro natura finalità commerciali;

4)  inserire un periodo che sostenga l'uso del fucile piuttosto che del bastone uncinato.  - XVIII n. 90

 

Regolamento (UE) 2015/1775 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 ottobre 2015, che modifica il regolamento (CE) n. 1007/2009 sul commercio dei prodotti derivati dalla foca e che abroga il regolamento (UE) n. 737/2010 della Commissione (Testo rilevante ai fini del SEE)


GU L 262 del 7.10.2015

 

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2003/87/CE per sostenere una riduzione delle emissioni più efficace sotto il profilo dei costi e promuovere investimenti a favore di basse emissioni di carbonio - COM (2015) 337 def.

Il 14 ottobre 2015 la 13a Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) ha approvato una risoluzione favorevole, al contempo invitando a:

1)  valutare la sostenibilità economico-finanziaria della proposta di direttiva in relazione alle esigenze delle aziende energivore soggette a sistema EU-ETS;

2)  non escludere, in via transitoria, dall'ambito degli interventi che danno titolo ai certificati bianchi quelli concernenti la produzione di calore da fonti di energia rinnovabile e da calore di scarto, quando sia sostitutiva di fonti fossili, o da gas naturale quando sia in sostituzione del carbone in ambito industriale;

3)  valutare l'opportunità di disincentivi e di forme di tassazione per tutte le attività che emettono gas serra e favorire, al contrario, le attività a basse emissioni.  - XVIII n. 98

La risoluzione è espressamente citata a pagina 65 della relazione consuntiva

Nell'ambito della modifica del sistema di scambio delle quote di emissione (Eu- ETS) il Governo ha sostenuto il l'istituzione di un meccanismo automatico stabilizzatore (c.d. Riserva stabilizzatrice del Mercato) del prezzo delle quote di C02, e la sua entrata in funzione anticipata.

 

Affare assegnato rifiuti - Atto n. 580

Il 30 luglio 2015 la  13a Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) ha approvato una risoluzione al termine di un breve ciclo di audizioni informali di personalità provenienti dalla Commissione europea, dal Governo italiano nonché di enti di ricerca sul tema dell'economia circolare. La Risoluzione è stata inviata alla Commissione europea quale contributo nella consultazione pubblica indetta ai fini all'elaborazione del nuovo pacchetto sull'economia circolare.  La risoluzione, dopo aver sottolineato la necessità di ridurre il prelievo di risorse naturali - in particolare di quelle non rinnovabili - e l'immissione nell'ambiente di inquinanti e rifiuti nonché di migliorare l'efficienza delle risorse, si sofferma su alcuni aspetti sui quali occorrerà intervenire tra cui: progettazione di prodotti che durino a lungo; circular  design; ricerca ed  eco-innovazione; appalti verdi, efficienza delle risorse; edifici sostenibili; coinvolgimento dei cittadini;  modifica delle direttive sui rifiuti; fiscalità ambientale. Doc XXIV n. 51

La risoluzione è espressamente citata a pagina 64 della relazione consuntiva.

Il Governo ha sostenuto il riconoscimento delle potenzialità economiche delle politiche ambientali ed ha esercitato una forte influenza sull'esecutivo europeo  affinché inserisse la tematica dell'economia circolare tra le sue priorità. Inoltre, nel rappresentare il legame tra economia circolare e crescita e occupazione ha tenuto conto delle indicazioni fornite dalla Commissione ambiente.

 


 

Politiche dell’Unione europea (14ª Commissione)

DOCUMENTO UE

DOCUMENTO FINALE SENATO

POSIZIONE ITALIA NEL NEGOZIATO
(secondo relazione)

ATTO UE APPROVATO ED EVENTUALE ATTUAZIONE NAZIONALE
(secondo relazione)

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni "Programma di lavoro della Commissione per il 2015. Un nuovo inizio" COM (2014) 910 def.

Il 4 marzo 2015 la quattordicesima Commissione permanente -ha espresso una valutazione positiva del Programma di lavoro 2015, segnalandone la discontinuità politica e la realizzazione di un cambiamento anche nell'approccio metodologico, più efficace, trasparente e responsabile e condividendone le dieci priorità politiche.

Tra le necessità segnalate nella risoluzione, particolare rilievo assumono il rafforzamento tra la premessa politico-programmatica e le ventitre proposte legislative e non legislative indicate nell'allegato I, che dovrebbero essere accompagnate da una valutazione ex ante del loro impatto; una maggior correlazione tra le priorità del Programma e gli obiettivi della Strategia Europa 2020 e della Politica di coesione territoriale; il mantenimento di alcune proposte che la Commissione propone di ritirare; l'invito alla Commissione ad attribuire agli indicatori sociali  un carattere primario e non meramente ausiliario nella valutazione degli squilibri macroeconomici e nella formulazione delle raccomandazioni per paese; un miglior collegamento tra l'obiettivo del risanamento dei bilanci con quello del rilancio degli investimenti e della creazione di nuovi posti di lavoro, e il rafforzamento della flessibilità nell'ambito dei vincoli di risanamento dei bilanci; una valutazione attenta del Piano di investimenti per l'Europa (cd. "Piano Juncker"), con particolare riguardo alla governance dell'istituendo Fondo per gli investimenti; un rafforzamento della legittimazione democratica del processo decsionale; la costruzione di una nuova politica della migrazione, che includa un riassetto dell'attuale normativa in materia di protezione e asilo. XVIII n. 87

 

 

relazione della Commissione - relazione sui progressi compiuti nell'attuazione dell'orientamento comune sulle agenzie decentrate dell'UE" - COM (2015) 179 def.

Il 14 ottobre 2015 la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) ha approvato una risoluzione in cui ha invitato con forza la Commissione europea a mantenere alta l'attenzione sull'esigenza di contenimento degli apparati burocratici delle agenzie ed auspicando un maggior coinvolgimento del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali.  - XVIII n. 99

14

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"Better regulation" - COM (2015) 215 def., COM (2015) 216 def.

 

Il 25 novembre 2015 la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) ha approvato un parere favorevole con osservazioni e condizioni.

Preliminarmente, si sottolinea che il miglioramento dei meccanismi di formazione delle decisioni europee, perseguito attraverso il pacchetto della better regulation, avrebbe potuto essere assicurato anche da una più estesa interpretazione dei trattati vigenti, basandosi sulla piena valorizzazione del necessario equilibrio tra la dimensione politica e quella tecnica, da coniugare con il supporto degli organi di rappresentanza politica costituiti dal Parlamento europeo e dai Parlamenti nazionali.

Le osservazioni sono relative a:

1)   la necessità di garantire il costante coinvolgimento dei Parlamenti nazionali, i quali hanno un ruolo istituzionale specificamente volto all'approfondimento delle questioni connesse con la better regulation. Tale potere si esercita attraverso il potere di adottare pareri, motivati e non, ai sensi del trattato di Lisbona ma anche attraverso la procedura del dialogo politico, divenuta ormai "convenzione costituzionale europea";

2)   l'attività di bilanciamento tra diversi valori e scelte, di esclusiva pertinenza del legislatore, che non può essere minacciata dai requisiti procedurali che derivano dal programma di better regulation. Questi - e tra essi si ricordano la valutazione di impatto ex ante e il controllo di sussidiarietà - mirano solo a fornire una base razionale per adottare scelte politiche;

3)   con particolare riferimento alla valutazione d'impatto, si sottolinea come essa potrà aiutare i Parlamenti nazionali nella fase ex ante e la Corte di giustizia nella fase ex post a verificare il rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità da parte del legislatore europeo;

4)   l'invito a rafforzare i "test territoriali" nelle valutazioni di impatto;

5)   il suggerimento a focalizzare meglio le consultazioni verso le istituzioni maggiormente rappresentative di un ruolo chiave di garanzia del rapporto democratico con i cittadini, quali il Parlamento europeo ed i Parlamenti nazionali. Si corre altrimenti il rischio di garantire maggiore visibilità e maggiore efficacia nell'iter decisionale alle realtà associative strutturate e ai singoli invece che alle istituzioni rappresentative;

6)   l'opportunità che i partecipanti alle consultazioni pubbliche comunichino le eventuali posizioni di interesse o di conflitto di interesse in relazione alla materia trattata;

7)   il ruolo degli Stati membri e dei Parlamenti nazionali nel tempestivo e corretto recepimento della normativa dell'Unione in relazione alle valutazioni ex post;

8)   con riferimento alla trasparenza del meccanismo decisionale, l'opportunità di rafforzare i meccanismi di informazione sull'esito dei triloghi informali tra le istituzioni responsabili del procedimento legislativo;

9)   la composizione del regulatory scrutiny board, che dovrebbe essere bilanciata e tenere in considerazione tutte le varie competenze e sensibilità esistenti;

10)       le piccole e medie imprese, che dovranno essere le prime beneficiarie di un alleggerimento normativo tale da permettere una maggiore competitività;

11)       il divieto di introdurre o mantenere negli atti di recepimento di direttive europee livelli di regolazione superiori a quelli minimi previsti dalle direttive stesse (gold plating), rispetto al quale si illustra la disciplina contenuta nell'ordinamento italiano.

 

Le condizioni poste al parere positivo sono, inoltre, le seguenti;

1)   la revisione della norma per cui il Parlamento europeo ed il Consiglio dovrebbero porre in essere una valutazione d'impatto su ogni emendamento sostanziale proposto durante l'iter legislativo. Tale procedura priverebbe infatti i co-legislatori dell'Unione del margine negoziale per arrivare ai compromessi di natura politica che si possono rendere necessari;

2)   l'opportunità di ricordare nell'Accordo interistituzionale la "convenzione costituzionale" sul dialogo politico tra Parlamenti nazionali e istituzioni europee formatasi negli ultimi anni. Il punto 15 dell'Accordo pare meritevole di riconsiderazione in quanto parrebbe equiparare i Parlamenti nazionali, che sono istituzioni rappresentative, a mere "parti interessate";

3)   la valutazione dell'opportunità di trasmettere ufficialmente i progetti di atti delegati ai Parlamenti nazionali, in modo che essi possano effettuare il controllo sull'operato dei rispettivi Governi anche con riferimento all'art. 290 del TFUE;

4)   la garanzia che la competitività dell'Unione europea sullo scenario globale e gli aspetti economici non vadano a detrimento degli alti standard sociali e ambientali raggiunti nei paesi europei rispetto alle altre realtà del mondo globalizzato.  - XVIII n. 102

Il Governo cita espressamente, nel capitolo 7 della relazione, la risoluzione della 14a Commissione, seguita in particolare per quanto attiene al sostegno espresso al potenziamento di REFIT e all'affermazione del principio di proporzionalità degli adempimenti rispetto alle dimensioni e al rischio dell'attività svolta dalle imprese, onde ridurre il carico burocratico per le PMI.

L'iter del pacchetto "Better regulation" si è sostanzialmente concluso con l'approvazione il 15 dicembre 2015, da parte del Consiglio, dell'Accordo interistituzionale "Legiferare meglio", che entrerà in vigore una volta formalmente adottato dalle tre istituzioni.


Consigli Europei

 


CAMERA DEI DEPUTATI e SENATO DELLA REPUBBLICA

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PRIMA DEI CONSIGLI EUROPEI

ATTI DI INDIRIZZO

APPROVATI DALLE ASSEMBLEE

COMUNICAZIONI DEL GOVERNO

SUGLI ESITI DEI CONSIGLI EUROPEI

 

 

CAMERA

SENATO

 

 

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Renzi svolte il 16 dicembre 2014 (Camera dei deputati; Senato della Repubblica), in vista del Consiglio europeo del 18 dicembre 2014

 

Due i temi all’ordine del giorno della riunione del 18-19 dicembre 2014: crescita economica, con particolare riferimento all’introduzione di un fondo europeo per gli investimenti strategici, e situazione ucraina.

 

 

 

Il 16 dicembre 2014 la Camera dei deputati ha approvato la risoluzione n. 6-00100 (Speranza, De Girolamo, Mazziotti Di Celso, Dellai, Pisicchio, Di Lello, Alfreider), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Il 16 dicembre 2014 il Senato della Repubblica ha approvato la risoluzione n. 6-00081 (Zanda, Sacconi, Zeller, Susta, Di Biagio), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Comunicazione del 27 gennaio 2015 sugli esiti del Consiglio europeo del 18 dicembre 2014 - Commissioni riunite Affari esteri e comunitari (III) e Politiche dell’Unione europea (XIV) della Camera dei Deputati

 

In tale sede il Governo ha riferito del conseguimento di  tre importanti risultati politici:

- conferma dell’impegno di procedere, a livello legislativo, a una nuova proposta in materia di investimenti (sul Fondo europeo per gli investimenti strategici);

- conferma dell’impegno verso una maggiore flessibilità delle regole e delle politiche per la crescita degli investimenti;

- il riavvio di un dibattito sulla nuova governance dell’euro.

In merito al dibattito sul funzionamento dell’Unione il Governo ha messo in evidenza la priorità di promuovere il passaggio da programmazioni legislative di tre istituzioni a un’unica programmazione legislativa inter-istituzionale, nella prospettiva della revisione dell’accordo interistituzionale «Legiferare meglio - Better lawmaking” del 2003.

 

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Renzi svolte il 18 marzo 2015 (Camera dei deputati; Senato della Repubblica), in vista del Consiglio europeo del 19-20 marzo 2015

 

In discussione al Consiglio la realizzazione di un'Unione dell’energia, come delineata dal pacchetto di proposte della Commissione europea del 25 febbraio 2015, le cui principali priorità sono: accelerazione dei progetti infrastrutturali per l’interconnessione elettrica e delle reti del gas; piena attuazione della legislazione vigente; sicurezza degli approvvigionamenti; maggiore trasparenza del mercato del gas; maggiore cooperazione regionale che contribuisca ad integrare le energie rinnovabili; ricerca energetica e delle tecnologie.

 

 

La Camera dei deputati ha approvato il 18 marzo 2015 la risoluzione n. 6-00118 (Speranza, De Girolamo, Mazziotti Di Celso, Dellai, Pisicchio, Alfreider e Di Lello), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Il 18 marzo 2015 il Senato della Repubblica ha approvato la risoluzione n. 6-00090 (Zanda, Schifani, Zeller), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Non si sono tenute sedute delle Commissioni parlamentari sugli esiti del Consiglio europeo.

 

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Renzi svolte il 22 aprile 2015 (Camera dei deputati, Senato della Repubblica), in vista del Consiglio europeo del 23 aprile 2015

 

Riunione straordinaria del Consiglio europeo per affrontare l’emergenza migratoria nel Mediterraneo in quattro settori d'intervento prioritari: lotta contro i trafficanti di esseri umani; rafforzamento della missione Triton; prevenzione della immigrazione irregolare; maggiore protezione ai rifugiati, con l’avvio di un primo progetto pilota in materia di reinsediamento nella UE, con offerta di posti alle persone aventi diritto alla protezione.

 

 

La Camera dei deputati ha approvato il 22 aprile 2015:

- la risoluzione n. 6-00125 (Rosato, Lupi, Mazziotti Di Celso, Dellai, Pisicchio, Alfreider e Di Lello), su cui il Governo ha espresso parere favorevole;

- la risoluzione n. 6-00127 (Brunetta) limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, su un testo riformulato.

 

 

Il 22 aprile 2015 il Senato della Repubblica ha approvato le risoluzioni:

-        n. 6-00099 (Zanda, Schifani, Zeller), su cui il Governo ha espresso parere favorevole;

-        n. 6-00100 (Marton ed altri), limitatamente al dispositivo;

-        n. 6-00101 (Paolo Romani ed altri), limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Comunicazione del 20 maggio 2015 sugli esiti del Consiglio europeo del 23 aprile 2015 - Commissioni riunite XIV (Politiche dell’Unione europea) della Camera dei deputati e 14a (Politiche dell’Unione europea) del Senato della Repubblica

 

Durante le comunicazioni è stato evidenziato che il vertice straordinario del 23 aprile 2015 è stato convocato su sollecitazione del Governo italiano ed è stato interamente dedicato all'emergenza dei flussi migratori. Ne è scaturita una dichiarazione politica in cui si è deciso di triplicare le risorse finanziarie a disposizione delle operazioni dell'UE Triton e Poseidon, nell'ambito del mandato di Frontex, l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea, così da aprire la possibilità di svolgere una più efficace attività non solo di sorveglianza ma anche di ricerca e soccorso in mare. Si è registrato l'impegno a combattere le reti criminali e i trafficanti di esseri umani ed è stata rafforzata la cooperazione con i Paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori, in termini sia politici che finanziari.  Si è, infine, convenuto di avviare progetti pilota e politiche iniziali di re-insediamento e ricollocazione dei richiedenti asilo.  Il Governo ha riscontrato favorevolmente la volontà di effettuare una redistribuzione dei richiedenti asilo tra i Paesi UE (in base all'articolo 78, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea) e la volontà di attuare l'articolo 80 del medesimo trattato (principio di solidarietà e responsabilità condivise).

In conseguenza degli esiti del vertice, il 13 maggio 2015 la Commissione europea ha presentato l'Agenda europea sulla migrazione e un pacchetto di misure attuative.

 

 

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Renzi svolte il 24 giugno 2015 (Camera dei deputati; Senato della Repubblica), in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 2015

 

Temi all’ordine del giorno del Consiglio: migrazione (politiche di ricollocazione, reinsediamento e rimpatrio); revisione della strategia europea in materia di sicurezza; politiche per la crescita e l’occupazione (relazione "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa"); sviluppi della crisi greca, valutando i risultati dei negoziati in corso in sede di Eurogruppo.

 

 

La Camera dei deputati ha approvato il 24 giugno 2015 le risoluzioni n. 6-00144 (Rosato, Lupi, Mazziotti Di Celso, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Di Lello e Amoddio), e n. 6-00149 (Artini e altri, come riformulata su richiesta del Governo). Su questi atti il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Il 24 giugno il Senato della Repubblica ha approvato le risoluzioni:

-        n. 6-00119 (Calderoli ed altri);

-        n. 6-00120 (De Petris ed altri), limitatamente ai paragrafi del dispositivo relativi ad Agenda digitale e rapporto tra UE e Regno Unito;

-         n. 6-00121 (Centinaio ed altri);

-          n. 6-00122 (Zanda, Schifani, Zeller);

-        n. 6-00123 (Scavone e altri), limitatamente ai paragrafi 2, 3, 6 e 8 del dispositivo;

-         n. 6-00124 (Fattori ed altri), limitatamente ai paragrafi da 1 a 4 del dispositivo;

-         n. 6-00125 (Paolo Romani ed altri), limitatamente ai paragrafi da 1 a 3 e da 5 a 15 del dispositivo;

-        n. 6-00126  (Bonfrisco ed altri) limitatamente ai paragrafi 2, 3 e 5 del dispositivo.

Su quanto approvato il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Comunicazione del 1 luglio 2015 sugli esiti del Consiglio europeo del 25-26 giugno 2015 - Commissioni riunite XIV (Politiche dell’Unione europea) della Camera dei deputati e 14a (Politiche dell’Unione europea) del Senato della Repubblica

 

Il Governo riferisce che sono stati affrontati tre punti di grande rilevanza: immigrazione, sicurezza e difesa e presentazione del rapporto dei cinque Presidenti.

Sulla questione dell’immigrazione, in linea con la decisione adottata al vertice straordinario di aprile 2015, sono state stabilite misure per assistere 60.000 persone, tra cui : a) la ricollocazione temporanea ed eccezionale, su un periodo di due anni, dagli Stati membri in prima linea, come Italia e Grecia, ad altri Stati membri, di 40.000 persone; b) la creazione di strutture di accoglienza e prima accoglienza (cd. hotspots) negli Stati membri in prima linea con l'attivo sostegno delle strutture europee, al fine di assicurare le procedure di identificazione dei migranti; c) la fornitura di una maggiore assistenza finanziaria agli Stati membri in prima linea; d) l'accordo per la partecipazione di  tutti gli Stati membri al reinsediamento di 20.000 sfollati, secondo una distribuzione di quote che tiene conto delle situazioni specifiche degli Stati membri.

Su sicurezza e difesa, si è concordata la necessità di rafforzare la collaborazione tra Unione europea e NATO per quanto riguarda la revisione della strategia di sicurezza europea, risalente al 2003.

Con riferimento al rapporto dei cinque Presidenti, il Governo lo ritiene ancora troppo sbilanciato dal lato della razionalizzazione dell’esistente, quando invece occorrerebbe creare nuovi strumenti di governo dell’euro, come un bilancio della zona euro per sostenere una politica economica di investimenti, politiche di solidarietà sociale a livello europeo e ulteriori misure contro la disoccupazione, oltre agli ammortizzatori sociali esistenti negli Stati membri.

 

Informativa del Ministro dell'economia e delle finanze sulla crisi greca del 9 luglio 2015 e conseguente discussione (Senato della Repubblica), in vista del Vertice Euro del 12 luglio 2015

 

Summit interamente dedicato all'adozione di un programma di aiuti alla Grecia sulla base delle procedure previste dal Meccanismo europeo di stabilità (MES).

 

 

 

 

 

Comunicazione del 15 luglio 2015 sugli esiti dell’Eurosummit (Vertice Euro) del 12 luglio 2015 - Commissione 14a (Politiche dell’Unione europea) del Senato della Repubblica

 

 

Il Governo ha riferito sulla dichiarazione approvata ad esito del Vertice ha permesso l'avvio di un negoziato per un nuovo programma MES a beneficio della Grecia, scongiurandone la temporanea uscita dall'area euro. In quell'occasione il Governo - oltre a rivendicare la propria forte opposizione all'ipotesi di uscita di uno Stato dall'area euro - ha affermato la validità del "metodo comunitario" a fronte dell'eccesso di metodo intergovernativo a cui si è fatto ricorso in passato. In particolare si esprime parere critico sul perseguimento, nel corso della crisi greca, di politiche esclusivamente restrittive e poco attente agli investimenti e alla crescita.

 

 

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Renzi svolte il 14 ottobre 2015 (Camera dei deputati; Senato della Repubblica), in vista del Consiglio europeo del 15 - 16 ottobre 2015

 

Principalmente incentrato sui temi dell’immigrazione e su altri punti da approfondire: alcuni temi di politica estera (in particolare Siria e Libia); la relazione dei cinque Presidenti sul tema "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa”; la vicenda del referendum nel Regno Unito sulla permanenza o l'uscita dall'UE.

 

La Camera ha approvato  il 14 ottobre 2015 la risoluzione n. 6–00166 (Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Di Lello) e, nel testo riformulato, la risoluzione n. 6–00171 (Abrignani e altri), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Il 14 ottobre 2015 il Senato della Repubblica ha approvato le risoluzioni:

-          - n. 6-00136 (Zanda, Schifani, Keller);

-          - n. 6-00140 (Barani ed altri).

Su quanto approvato il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Non si sono tenute sedute delle Commissioni parlamentari sugli esiti del Consiglio europeo.

 

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Renzi svolte il 16 dicembre 2015 (Camera dei deputati; Senato della Repubblica), in vista del Consiglio europeo del 17 - 18 dicembre 2015

In discussione i temi connessi alla immigrazione e alla lotta al terrorismo. Previsti inoltre altri punti riguardanti: il seguito alla relazione dei cinque Presidenti sul tema "Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa”; le prospettive del Mercato Unico europeo, con particolare riferimento al mercato digitale; l’Unione per l’energia e le politiche relative al cambiamento climatico, con particolare riguardo agli esiti della Conferenza Cop21; alcuni temi di politica estera (in particolare, Russia e Siria). Infine, il Consiglio europeo avrebbe dovuto svolgere un primo dibattito sulle proposte del Regno Unito per la riforma dell’UE, collegate al futuro referendum sulla permanenza o uscita del Regno Unito dalla medesima Unione europea.

 

La Camera ha approvato il 16 dicembre 2015 la risoluzione Rosato e altri (n. 6–00183), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Il 16 dicembre 2015 il Senato della Repubblica ha approvato la risoluzione 6-00144 (Zanda, Schifani, Zeller), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

 

Non si sono tenute sedute delle Commissioni parlamentari sugli esiti del Consiglio europeo.


 



[1] XVII legislatura, Doc. LXXXVII, n. 4.

[2] Per "geoblocking" si intendono i blocchi e le altre restrizioni di natura geografica che impediscono gli acquisti o l'accesso alle informazioni.

[3] La Comunicazione di cui al COM(2015) 468 è accompagnata da due proposte di regolamento: una sui requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento (COM(2015) 473), l'altra che stabilisce norme comuni sulla cartolarizzazione (COM(2015) 472).

[4] Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.

[5] Si rinvia, per maggiori dettagli, al Dossier di documentazione relativo a "Nuovo Codice dei contratti pubblici, Schema di D.Lgs. n. 283", curato dal Servizio studi della Camera dei deputati con la partecipazione del Servizio studi del Senato.

[6] Comunicazione della Commissione europea “Modernizzazione degli aiuti di stato dell’UE” COM (2012) 209 final, presentata l’8 maggio 2012. La Comunicazione prospetta una strategia globale di riforma degli aiuti di Stato a livello UE, giustificata dalla constatazione che la crisi economica e finanziaria ha rappresentato una minaccia per l’integrità del mercato interno in quanto ha aumentato il rischio di reazioni anticoncorrenziali; reso necessario un maggiore intervento dello Stato per tutelare le categorie sociali più deboli e promuovere la ripresa economica; aumentato il divario tra gli Stati membri con riferimento ai margini di manovra per finanziare le proprie politiche; aumentato la pressione sui bilanci pubblici, rendendo necessario un migliore uso delle esigue risorse disponibili.

[7] Per un riepilogo delle regole europee in materia di aiuti di Stato attualmente in vigore, si rinvia al sito della Commissione europea - Direzione generale Concorrenza (in inglese):  http://ec.europa.eu/competition/state_aid/legislation/compilation/index_en.html

 

[8] Direttiva 2014/107/UE del Consiglio del 9 dicembre 2014 recante modifica della direttiva 2011/16/UE per quanto riguarda lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale.

[9] Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America finalizzato a migliorare la compliance fiscale internazionale e ad applicare la normativa F.A.T.C.A. (Foreign Account Tax Compliance Act), con Allegati, fatto a Roma il 10 gennaio 2014, nonché disposizioni concernenti gli adempimenti delle istituzioni finanziarie italiane ai fini dell'attuazione dello scambio automatico di informazioni derivanti dal predetto Accordo e da accordi tra l'Italia e altri Stati esteri.

[10] Direttiva (UE) 2015/2060 del Consiglio del 10 novembre 2015 che abroga la direttiva 2003/48/CE in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi.

[11] Proposta di Direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/16/UE per quanto riguarda lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale

[12] Per approfondimenti sulla proposta del 2011, si rinvia al Dossier di documentazione predisposto dall'Ufficio per i rapporti con l'Unione europea del Senato della Repubblica.

[13] Doc. XVIII, n. 23, approvato dalla X Commissione permanente della Camera dei deputati il 24 giugno 2015.

[14] Regolamento (CE) n. 1907/2006

[15] Decisone n. 541/2014/UE.

[16] Si veda la Risoluzione adottata dalla 13a Commissione del Senato il 30 luglio 2015 (DOC. XXIV n. 51).

[17] Direttiva 2015/2193/Ue.

[18] Direttiva 2001/81/CE.

[19] COM(2015)337.

[20] Si veda il DOC XVIII n. 24 della Camera dei deputati.

[21] Si veda il DOC XVIII n. 92.

[22] Si vedano le Risoluzioni approvate dalle Commissioni riunite VIII e X della Camera l'8 luglio 2015 (DOC XVIII, n. 24) e dalle Commissioni riunite 10a e 13a del Senato il 4 giugno 2015 (DOC XVIII, n. 92).

[23] Si vedano le relative Conclusioni.

[24] COM(2015)341

[25] Si vedano le Risoluzioni approvate dalle Commissioni riunite VIII e X della Camera l'8 luglio 2015 (DOC XVIII, n. 24) e dalle Commissioni 10a e 14a del Senato l'8 ottobre 2015 (DOC. XVIII n. 97). 

[26] COM(2016)52.

[27] Si veda il COM(2014)330.

[28] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "Agenda europea sulla migrazione" (COM(2015)240). Per approfondimenti, si rimanda al Dossier n. 238-bis "L'Agenda europea sulla migrazione: stato di attuazione e prossime tappe", a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica". Si veda, inoltre, la Nota n. 14/DE Audizione del Commissario per la Migrazione, gli Affari interni e la Cittadinanza, Dimitris Avramopoulos "L'Agenda europea sulla migrazione" - Roma, 11 dicembre 2015, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica e dell'Ufficio rapporti con l'Unione europea della Camera dei deputati.

[29] COM(2016)165.

[30] Decisione (PESC) 2015/778 del Consiglio relativa a un'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale (EUNAVFOR MED).

[31] Vd. la decisione (PESC) 2015/972 del Consiglio, del 22 giugno 2015, relativa all'avvio dell'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale (EUNAVFOR MED).

[32] Per approfondimenti, vd. la Nota su atti dell'Unione europea n. 26 "La proposta di un meccanismo permanente di ricollocazione", a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.

[33] Per approfondimenti si rimanda al Dossier europeo n. 23, "Guardia costiera e di frontiera europea - Proposta di regolamento COM (2015) 671", a cura del servizio Studi del Senato della Repubblica e dell'Ufficio rapporti con l'Unione europea della Camera dei deputati.

[34] Per approfondimenti, si rimanda alla Nota su Atti dell'Unione europea n. 31 "Vertice sulla migrazione di La Valletta - 11 e 12 novembre 2015", a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.

[35] Vd. Documenti dell'Unione europea - Nota n. 12 "La Dichiarazione UE Turchia del 29 novembre 2015".

[36] Per approfondimenti, si veda la Nota su Atti dell'Unione europea n. 47 "La Dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo 2016", a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.

[37] V. la Nota su atti dell'Unione europea n. 26 "La proposta sui Paesi di origine sicuri", a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.

[38] V. la citata "relazione sulla ricollocazione e sul reinsediamento".

[39] V. anche la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi (COM(2015)750) e la Nota su atti dell'Unione europea n. 35 "Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi", a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.